aumenta dello 0,8% il pil dei paesi ue. italia, lumaca

Transcript

aumenta dello 0,8% il pil dei paesi ue. italia, lumaca
Sabato
14 Maggio 2011
Direttore
Antonio Ciliento
Anno III - Numero 16
www.gazzettinoeuropeo.it
GAZZETTINO EUROPEO
PARLAMENTO EUROPEO
SETTIMANALE DI INFORMAZIONE E DOCUMENTAZIONE COMUNITARIA PER L’EUROPA E IL MEDITERRANEO
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
Secondo i dati Eurostat, il Pil in Italia è cresciuto solo dello 0,1% nei primi tre mesi dell'anno rispetto all'ultimo trimestre 2010
AUMENTA DELLO 0,8% IL PIL DEI PAESI UE.
ITALIA, LUMACA D'EUROPA CON LO 0,1%
Vola la Germania con un +1,5% confermandosi locomotiva d’Europa, Sul dato italiano il livello di indebitamento pubblico che, secondo
bene anche la Francia (+1%), Regno Unito (+0,5%), Spagna (+0,3%) le previsioni di primavera dell’Ue, «raggiungerà presto il picco»
La polizia ha sparato lacrimogeni contro decine di giovani che lanciavano pietre
SCIOPERO GENERALE IN GRECIA CONTRO
IL PIANO ANTI-CRISI: DISORDINI AD ATENE
EUROPARLAMENTO
APPROVATO IL NUOVO
REGISTRO COMUNE
PER I LOBBISTI
INNOVAZIONE
eHEALTH PER
MIGLIORARE LA
SANITA’ IN EUROPA
In subbuglio la Grecia, che continua a scioperare contro il piano
di austerity adottato dal governo in cambio degli aiuti finanziari
concessi da Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale per
cercare di risolvere la grave crisi debitoria che attanaglia il Paese
APPUNTAMENTI
EUROVISION SONG
CONTEST 2011 AL GRAN
FINALE: CHI VINCERA’?
VACANZE
TURISMO: PROSPETTIVE
OTTIMISTICHE IN TUTTA
L’UE PER L’ESTATE 2011
L’Eurovision Song Contest
di quest’anno si tiene in
Germania, a Düsseldorf, dal 10
al 14 maggio. Dopo 13 anni,
l’Italia vi partecipa di nuovo
con Raphael Gualazzi, il
vincitore di Sanremo giovani
Secondo Eurobarometro gli
atteggiamenti dei cittadini
europei nei confronti del
turismo confermano il
costante recupero dalla
crisi economica
2
Gazzettino Europeo
14 Maggio 2011
E-mail
[email protected]
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
Secondo i dati Eurostat, il Pil in Italia è cresciuto solo dello 0,1% nei primi tre mesi dell'anno rispetto all'ultimo trimestre 2010
AUMENTA DELLO 0,8% IL PIL DEI PAESI UE.
ITALIA, LUMACA D'EUROPA CON LO 0,1%
L’ufficio statistico dell'Unione europea, Eurostat, in questi giorni ha reso
noto le stime relative al PIL dei paesi
Ue per il primo trimeste 2011 ed il
quadro che ne deriva conferma in
pieno le tendenze in atto: Berlino
locomotiva d’Europa, seguita a
distanza dalla Francia, mentre l’Italia
resta fanalino di coda per l’eccessivo
debito pubblico.
I dati Eurostat fotografano, dunque, il
sempre più evidente divario tra le
economie dei paesi di Eurolandia,
laddove la Germania appare letteralmente in grado di volare, confermandosi soggetto economico capace di
guidare l’uscita dalla crisi di tutto il
Vecchio Continente, malgrado la crisi
dei debiti sovrani e le zavorre delle
“periferie”. Nel primo trimestre dell’anno il Pil tedesco è cresciuto
dell’1,5% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.
L’espansione su base annua si colloca
addirittura al 4,8%. Un dato più che
confortante anche alla luce delle previsioni future: in questi giorni il Fmi
ha ipotizzato un trend espansionistico
per l’economia tedesca anche nei
mesi e negli anni a venire: +2,5% nel
2011, +2,1 nel 2012.
Significativo anche l'aumento della
Francia, pari all'1% rispetto al trimestre precedente e al 2% nel confronto
con un anno fa ed in crescita si confremano Regno Unito (+0,5%) e
Spagna (+0,3%) .
Complessivamente, il Pil dei 17 Paesi
della zona dell'euro e quello
dell'Unione europea è aumentato
dello 0,8% in questo primo trimestre
dell'anno.
In Italia «la ripresa continua ad essere lenta» ed è trainata soprattutto
dalle esportazioni: lo ha affermato la
Commissione Ue, che per il 2011 si
attende una crescita del pil dell'1%
(leggermente in ribasso rispetto
all'1,1% previsto in febbraio) e nel
2012 dell'1,3%, contro una media
dell'Eurozona dell'1,6% quest'anno e
dell'1,8% il prossimo.
Il Pil in Italia è cresciuto solo dello
0,1% nei primi tre mesi dell'anno
rispetto all'ultimo trimestre 2010 e la
ripresa italiana, ha sottolineato ancora Bruxelles - che il 13 maggio ha
presentato le previsioni economiche
di primavera - appare oggettivamente
modesta, considerato che il debito
pubblico italiano nel 2011 balzerà al
120,3%. Ma, grazie al previsto ritorno dell'avanzo primario di quest'anno, scenderà al 119,8% nel 2012.
Comunque, le istituzioni europee,
appaiono moderatamente ottimiste
circa la situazione complessiva
dell’Europa e la possibilità di superamento della crisi nonostante le prospettive continuino a essere notevolmente diverse per i singoli Stati.
Secondo le previsioni di primavera
appena pubblicate, la ripresa economica nell'UE continua ad avanzare,
nonostante persistenti vulnerabilità
sui mercati finanziari e un ambiente
esterno divenuto più difficile. Gli
investimenti in beni strumentali sono
destinati ad accelerare notevolmente
quest'anno, sostenuti da una revisione
al rialzo della crescita delle esportazioni. Gli investimenti nell'edilizia,
invece, continueranno a ridursi
rispecchiando gli aggiustamenti in
atto in diversi Stati membri. Nel frattempo, i consumi privati quest'anno,
dovrebbero registrare un modesto
incremento nell'UE, mentre la loro
graduale ripresa dovrebbe essere successivamente sostenuta da un lento
miglioramento delle condizioni del
mercato del lavoro, da una crescita
moderata dei redditi e da tassi di
risparmio più bassi. I tassi di inflazione più elevati, tuttavia, hanno rallentato in una qualche misura il ritmo di
questo rafforzamento graduale rispetto alle previsioni di autunno. Inoltre,
il processo di riduzione della leva
finanziaria e dell'indebitamento nei
settori delle imprese e delle famiglie
tuttora in corso, l'accresciuta avversione al rischio e l'impatto del consolidamento di bilancio sono destinati a
pesare sulla spesa per investimenti e
consumi nel breve termine.
Come avviene sempre nelle riprese
che succedono a gravi crisi finanziarie, la ripresa dell'UE sarà più smorzata rispetto ai rimbalzi precedenti e
anche se la domanda proveniente dal
settore privato interno è destinata a
rafforzarsi gradualmente, la ripresa
sarà sempre più autoalimentata nel
periodo oggetto di previsione. Per
quanto riguarda le medie annuali, la
crescita del PIL dovrebbe passare da
poco più dell'1½% nella area dell'euro e dell'1¾% nell'UE quest'anno a
circa il 2% in entrambe le aree nel
2012. Le cifre per il 2011 sono leggermente superiori a quanto era stato
previsto nelle precedenti previsioni
complessive dell'autunno scorso.
Il quadro complessivo nasconde notevoli differenze negli sviluppi tra gli
Stati membri. Alcuni paesi, in particolare la Germania, ma anche alcune
piccole economie orientate all'esportazione, hanno registrato un solido
rimbalzo dell'attività, mentre altri, in
particolare alcuni paesi periferici,
stanno segnando il passo. Si prevede
che il ritmo della ripresa all'interno
dell'UE continuerà a variare.
La correzione in atto degli squilibri
all'interno dell'UE è destinata a continuare nel periodo oggetto di previsione. Tale aggiustamento è più deciso
nei paesi nei quali i disavanzi erano
più consistenti all'inizio della crisi,
essendo dovuto in larga misura ad
una riduzione dei consumi. Tuttavia
anche alcuni avanzi strutturalmente
elevati delle partite correnti registrano una riduzione dovuta sia ad un
incremento della domanda interna
che a maggiori importazioni.
La situazione sui vari mercati del
lavoro europei continua ad essere
diversa, con tassi di disoccupazione
che vanno dal 4-5% nei Paesi Bassi e
in Austria al 17-21% della Spagna e
dei Paesi Baltici. L'occupazione
nell'UE è leggermente cresciuta nell'ultimo trimestre del 2010, spinta da
miglioramenti in tutti i settori, tranne
l'industria e l'edilizia. Tenendo conto
del divario di tempo che intercorre
abitualmente tra un aumento della
produzione e la crescita dell'occupazione, quest'ultima dovrebbe registrare quest'anno solo un modesto
miglioramento in entrambe le aree,
laddove, in effetti, le previsioni relative all'occupazione parlano di un calo
di circa mezzo punto percentuale nel
periodo di previsione.
D’altra parte, le finanze pubbliche
hanno cominciato a migliorare l'anno
scorso. In conseguenza della crescita
più elevata e della fine delle misure
temporanee di incentivazione, il disavanzo delle pubbliche amministrazioni nell'UE dovrebbe scendere da circa
il 6½% del PIL nel 2010 a circa 4¾%
nel 2011 e 3¾% nel 2012, con un
andamento sostanzialmente simile
ma ad un livello leggermente inferiore nell'area dell'euro. Si tratta di una
situazione leggermente più favorevole rispetto a quanto previsto in autunno. I tagli alla spesa costituiscono la
maggior parte degli aggiustamenti in
entrambe le aree. L'indice di indebitamento, invece, resta su un percorso di
crescita nel periodo oggetto di previsione, raggiungendo l'83% del PIL
nell'UE e l'88% nell'area dell'euro
entro il 2012.
La tua pubblicità su
Efficace, conveniente, diversa.
Plausibile alternativa.
[email protected]
Gazzettino Europeo
14 Maggio 2011
Pubblicità
[email protected]
3
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
CONFERENZA
DI MALTA
Le sollevazioni democratiche nell'area del Mediterraneo e le legittime
aspirazioni dei giovani a un lavoro e
a un futuro migliore in tali paesi
hanno messo in evidenza la necessità
che l'UE offra maggiore supporto alla
regione, sotto il profilo sia democratico sia economico. Nel corso dell'ottavo incontro Euro-Mediterraneo dei
Ministri dell'industria a Malta, è stato
approvato il programma di lavoro
2011/2012 con l'obiettivo di creare,
in un'ottica di lungo periodo, una
regione in cui le imprese dei paesi del
Mediterraneo e dell'UE possano
esportare, importare, investire, avviare iniziative imprenditoriali comuni e
creare posti di lavoro alle stesse condizioni di efficienza e di certezza del
diritto di quelle esistenti nel mercato
unico europeo.
Il vicepresidente della Commissione
europea e commissario responsabile
per l’Industria e l’imprenditoria,
Antonio Tajani, ha formulato una
serie di proposte per raggiungere tali
risultati.
"L'UE deve dare un chiaro segnale
che una stretta cooperazione industriale e la creazione di un contesto
favorevole alle PMI sono nell'interesse sia dei paesi del Mediterraneo sia
dell'UE. L'ulteriore sviluppo economico e la creazione di posti di lavoro
sono fondamentali non solo per la
stabilità politica della regione, ma
anche per contribuire a gestire i flussi migratori. Ora più che mai è
importante che i partecipanti alla
rete si confrontino sulle modalità di
creazione di una collaborazione
UNIONE PER IL MEDITERRANEO: LE PROPOSTE UE
PER PROMUOVERE SVILUPPO, LAVORO E STABILITA'
imprenditoriale ancora più stretta"
ha dichiarato Tajani.
Ha invitato dunque a promuovere lo
spirito imprenditoriale e lo sviluppo
delle PMI e a estendere la collaborazione industriale nella regione, sotto-
lienando al contempo i progressi realizzati nel periodo 2009/2010 nel
quadro dell'attuazione della Carta
Euro-Med per le imprese, destinati, a
suo parere, ad evolvere ancora.
Inoltre, ha auspicato l'attuazione di
uno "Small Business Act" per l'area
del Mediterraneo, contenente disposizioni a favore delle piccole imprese:
sulla scia di quello già introdotto
nell'UE nel 2008, potrebbe contribuire ad attivare la diffusione anche nell'area del Mediterraneo dell'imprenditorialità su vasta scala, in modo tale
da favorire la nascita e lo sviluppo di
economie dinamiche e vivaci.
In particolare, il vicepresidente Tajani
ha messo in luce i progressi realizza-
PARLAMENTO
EUROPEO
ti nel periodo 2009/2010 nel quadro
dell'attuazione della Carta Euro-Med
per le imprese. A suo parere proprio
la Carta è destinata a evolvere ed egli
ha espresso l'auspicio di poter parlare
presto di un vero "Small Business
Act" per l'area del
Mediterraneo.
Infine, per l'ulteriore
sviluppo della regione,
il vicepresidente della
Commissione europea
ha espresso la necessità di formulare una
strategia sulle modalità attraverso cui
estendere ai paesi del
Mediterraneo le iniziative dell'UE in settori quali, oltre all'industria, il turismo, le
politiche spaziali, l'estrazione di materie
prime, nonché di trasferire, da un'area
all'altra, tecnologie e innovazione.
Altri temi al centro del dibattito della
conferenza di Malta sono stati gli
accordi sulla valutazione della
conformità e sull’accettazione
(ACAA) dei prodotti industriali e il
modo migliore per facilitare gli scambi commerciali.
L’intero summit è stato caratterizzato
dalla comune volontà di rinvigorire
l’azione di questo partenariato multilaterale, nato con l’obiettivo di accrescere il potenziale di integrazione e di
coesione regionale tra i paesi del
Mediterraneo.
La speranza è che questa Unione per
il Mediterraneo passi con determina-
zione dal sopore attuale a volano di
grande sviluppo dell’area mediterranea. L’Unione per il Mediterraneo è
un’istituzione formata da 43 stati
(dell’Europa e di tutti quelli bagnati
dal “mare nostrum”) che potrebbe già
da subito diventare un braccio sia
politico che operativo per l’integrazione delle sponde sud e nord, del
Medio Oriente e dei Balcani, formando un’area geocontinentale capace di
favorire l’integrazione fra Stati, privilegiando iniziative in materia di
cooperazione industriale i cui obiettivi dovrebbero riguardare:
- il rafforzamento della competitività
delle imprese, con un'attenzione particolare alle esigenze delle piccole e
medie imprese;
- l’incentivo agli investimenti interni
ed esteri;
- l’agevolazione della libera circolazione dei beni industriali;
- la promozione dell'innovazione;
- lo sviluppo del settore dei servizi
attraverso l’individuazione dei settori
chiave e l’impulso alla cooperazione
regionale;
- l'inserimento della cooperazione
industriale in un contesto di sviluppo
duraturo.
Insomma un contesto di collaborazioni virtuose, nell’ambito di una politica autorevole, democratica e rispettosa di tutti i popoli; e in grado di
espandere la ricchezza verso l’Africa
più povera e un processo di pace
verso quel Medio Oriente funestato
da guerre (come quella israelo-palestinese) e orribili dittature (come
quella iraniana).
STRASBURGO SI INTERROGA SU SCHENGEN E LA
REINTRODUZIONE DEI CONTROLLI ALLE FRONTIERE
La domanda di Parigi e Roma di riconsiderare la
possibilità di reintrodurre controlli temporanei alle
frontiere all'interno della zona Schengen e la relativa risposta della Commissione europea sono state al centro di un acceso
dibattito nel corso dell’ultima plenaria di Strasburgo del Parlamento
europeo, alla presenza del presidente della Commissione Barroso e
della commissaria Mallström.
In molti riconoscono il bisogno di
gestire meglio i flussi migratori e le
emergenze come quella recente del
Nord Africa, ma la maggior parte
dei deputati si oppone a ogni possibile tentativo di
indebolire il principio di libera circolazione all'interno dei confini europei.
La rappresentante della presidenza ungherese
Enikõ Gyõri ha anticipato che la questione sarà
all'odg del Consiglio europeo di giugno. "Ogni
possibile reintroduzione dei controlli alle frontiere
deve essere fatta in quadro comune e con l'accordo
delle istituzioni europee", ha affermato.
La Commissione europea ha presentato la settimana scorsa il suo piano per una gestione coordinata
della pressione migratoria a seguito degli eventi nel
Mediterraneo. Il presidente José Manuel Barroso
ha sottolineato che la "libertà di circolazione è per
l'Europa quello che le fondamenta sono per gli edi-
fici: se si tolgono crolla tutto". Ha tuttavia ricordato che l'opzione di reintrodurre controlli alle frontiere "è già prevista nel sistema Schengen per casi
eccezionali. Queste eccezioni
devono essere veramente l'ultima opzione possibile".
A nome del PPE il tedesco
Manfred Weber ha detto che
Schengen è una grande realizzazione per l'Europa "e i cittadini lo sentono ogni volta che
si mettono per strada". Ha citato l'esempio della Svezia dove
"ogni anno vengono accolti
almeno 25.000 rifugiati ma Stoccolma non ha mai
chiesto la reintroduzione delle frontiere". Ha anche
ammonito che "l'accesso di Romania e Bulgaria
nell'area Schengen non deve essere ritardato a
causa della discussione in corso".
"25.000 immigrati che attraversano il Mediterraneo
non sono una crisi, e possono essere facilmente
gestiti via una giusta ripartizione del carico", ha
constatato il leader socialista Martin Schulz, accusando la Francia e l'Italia di "creare il problema" e
poi domandare la chiusura delle frontiere per
affrontarlo. "Non potete sospendere i diritti dei cittadini europei così, stiamo perdendo lo spirito
europeo", ha protestato.
Di "ping pong fra due governi sulle spalle dei rifu-
giati" ha parlato il capogruppo liberale Guy
Verhofstadt. Reintrodurre i controlli alle frontiere
è "contro l'essenza dell'UE" e si tratta di "una reazione sproporzionata" rispetto alle dimensioni del
problema.
Di un altro tono il conservatore britannico
Timothy Kirkhope. Per lui "è ora di focalizzarsi
su un migliore controllo delle frontiere, più che
sulla libertà di movimento. Oggi siamo davanti a
sfide che non esistevano prima: disoccupazione di
massa, immigrazione dal Nord Africa, terrorismo...
Il sistema in vigore non è adeguato a rispondere a
queste nuove problematiche".
Daniel Cohn-Bendit, voce dei Verdi, è andato
all'attacco ricordando che quando c'è stata la guerra in Bosnia, l'UE ha ospitato migliaia di rifugiati
senza gridare alla crisi. "La Germania ne ha accolti qualche centinaia di migliaia, e non è ancora
affondata! Smettetela di dirci che i problemi del
Nord Africa sono problemi di sicurezza! D'altra
parte se si reintroducessero i controlli alle frontiere, sarebbero controlli facciali: sarebbero controllati solo quelli un po' abbronzati, o diversi".
Sulla stessa lunghezza d'onda Rui Tavares, portoghese della Sinistra Unita: "Non possiamo e non
dobbiamo allontanarci da Schengen, sarebbe un
danno irreversibile per l'Europa. E dobbiamo proteggere i nostri cittadini, ma anche quelli di siriani,
quelli di Bengasi e di altrove".
4
Gazzettino Europeo
14 Maggio 2011
E-mail
[email protected]
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
Dal prossimo giugno tutti i membri delle lobby che intrattengono rapporti con Parlamento e Commissione europea saranno registrati in un elenco unico pubblicato on-line
L’EUROPARLAMENTO VARA IL REGISTRO DEI
LOBBISTI. MA L’ISCRIZIONE RESTA VOLONTARIA
Il Parlamento europeo, riunito in plenaria a
Strasburgo, ha approvato mercoledì l'accordo raggiunto fra Commissione e Parlamento su un nuovo
registro per i lobbisti e gruppi d'interesse che vogliono avere accesso alle
due istituzioni. Il Parlamento ha
anche approvato la cosiddetta "traccia legislativa", la possibilità per i
deputati di allegare la lista dei contatti avuti con i lobbisti alle relazioni, e
chiesto che il registro diventi obbligatorio e includa anche il Consiglio.
Il relatore per il provvedimento, Caro
Casini (PPE), Presidente della commissione affari costituzionali, durante il dibattito in Aula, ha detto che i testi approvati:
"sono un primo passo verso una maggiore trasparenza" e ha aggiunto che "il voto di oggi rappresenta una chiara indicazione del nostro impegno per la
trasparenza".
Secondo gli eurodeputati, il nuovo "Registro per la
trasparenza", che unifica i registri esistenti di
Parlamento e Commissione, contribuirà a migliorare la trasparenza dell'Ue poiché i cittadini potranno
facilmente ottenere informazioni su persone e organizzazioni che avvicinano regolarmente le istituzioni europee. Un registro unico dovrebbe inoltre facilitare la registrazione dei gruppi d'interesse. Il cambio di denominazione da registro dei lobbisti a registro per la trasparenza renderà più semplice l'iscrizione per organizzazioni e privati quali think tank o
comunità religiose.
Il nuovo registro dovrebbe essere disponibile online
a giugno di quest'anno.
Nonostante l'appello di numerosi deputati per un
registro obbligatorio, l'accordo raggiunto ne prevede solo uno volontario. Per quanto riguarda il PE
tuttavia, il registro rimane in pratica obbligatorio,
poiché è necessario iscriversi per avere accesso al
Parlamento. La risoluzione adottata accoglie con
favore l'impegno preso dal Consiglio di partecipare
presto al registro comune,
pur non avendo quest'istituzione preso parte ai
negoziati.
I deputati hanno approvato la proposta d'introdurre una "traccia legislativa", una lista allegata alle
risoluzioni con i nomi di
tutti i lobbisti incontrati
dal relatore durante la
preparazione del testo.
Il nuovo registro conterrà inoltre informazioni sul
numero di persone che svolgono attività di lobbista
e se questi ricevono fondi europei e prevederà una
procedura per la gestione dei reclami e l'erogazione
di sanzioni.
In un altro testo sulle modifiche necessarie al regolamento parlamentare interno, l'Aula ha deciso di
inserire l'obbligo per i deputati di aggiornare la
dichiarazione d'interessi finanziari appena necessario, e almeno una volta all'anno.
Più di 1700 sono le associazioni accreditate come
gruppi di interesse in seno al Parlamento, ben 3900
quelle alla Commissione. Già nel 2008 il
Parlamento aveva chiesto di creare un registro
comune contenente informazioni sui rappresentanti
di interessi (lobbisti) che operano per influire sulla
formulazione delle politiche e sui processi decisionali delle istituzioni europee.
Istituendo questo Registro volontario nel contesto
dell’iniziativa europea per la trasparenza, l’Unione
europea intende far sì che i cittadini possano sapere
quali interessi generali o specifici si adoperano per
influire sul processo decisionale delle istituzioni
UE: OLTRE META’ DEGLI INTERNAUTI USA
UNA LINGUA STRANIERA PER NAVIGARE
L'ultima inchiesta paneuropea Eurobarometro pubblicata in questi giorni rivela che sul web il 90%
degli internauti europei preferisce consultare siti
web nella propria lingua mentre il 55% usa una lingua diversa almeno occasionalmente. Il 44% dei
navigatori europei ritiene tuttavia di non reperire le
informazioni ricercate perché le pagine
web non sono in una lingua comprensibile,
mentre solo il 18% effettua acquisti online
in una lingua straniera. I risultati sottolineano l'esigenza di investire in strumenti
per la traduzione online, in modo che gli
internauti europei non siano ostacolati nel
reperimento di informazioni o prodotti online perché non posseggono le competenze linguistiche
necessarie. Attualmente la Commissione europea
gestisce 30 diversi progetti di ricerca incentrati sull'interfaccia linguistica e il contenuto digitale,
finanziati per mezzo di 67 milioni di euro, mentre
ai nuovi progetti presentati quest'anno saranno
assegnati 50 milioni di euro supplementari.
Il sondaggio mostra che, nonostante online si trovi
un ingente quantitativo di contenuti di qualità, non
tutti possono usufruirne equamente, a causa delle
diverse competenze linguistiche. In media un internauta su due nei 23 Stati membri usa una lingua
diversa dalla propria lingua materna per leggere
online. Questo dato nasconde però importanti
variazioni poiché fra il 90% e il 93% dei greci, sloveni, lussemburghesi, maltesi e ciprioti ha indicato
di avvalersi di altre lingue durante la navigazione,
mentre solo il 9% dei cittadini britannici, l'11%
degli irlandesi, il 23% dei cechi e il 25% degli italiani ha dichiarato fare lo stesso.
Il sondaggio conferma che l'inglese è la lingua più
usata quando si tratta di leggere e fruire di contenuti in rete in una lingua diversa dalla propria:
nell'UE quasi la metà degli internauti, ossia il 48%,
usa l'inglese almeno occasionalmente, mentre lo spagnolo, il tedesco e il francese sarebbero utilizzati dal 4-6% degli utenti. Anche in
questo caso la realtà negli Stati
membri è estremamente varia: il
90% degli utilizzatori di internet a
Cipro, il 97% a Malta e l'85% in Grecia e Svezia
consulta siti in inglese se le informazioni non sono
disponibili nella loro lingua, ma lo stesso fanno
solo il 35% degli italiani, il 45% dei lettoni, il 47%
dei rumeni e il 50% dei francesi. D'altra parte i lussemburghesi preferiscono usare il francese nel 67%
dei casi e il tedesco nel 63% rispetto al 55% che
preferisce l'inglese. Nel Regno Unito e in Irlanda,
dove pochi internauti hanno affermato di usare una
seconda lingua, il francese risulta la lingua straniera più usata per leggere e consultare contenuti in
rete, rispettivamente nel 9% e 7% dei casi.
La maggior parte delle persone si trova a usare
un'altra lingua per cercare informazioni (81%), ma
il 62% se ne avvale nelle relazioni sociali, solitamente per comunicare online con gli amici o per
motivi professionali (52%).
Ben il 44% dei partecipanti ritiene di non reperire
informazioni importanti perché le pagine web sono
europee e quali risorse mobilitano a tal fine.
Sotto questo aspetto, il registro si comporrà comunque di due sezioni, la prima riguarderà le società di
consulenza e gli studi legali che fanno lobby, la
seconda ricomprenderà le altre rappresentanze
(ONG e centri studi che dovranno render conto del
loro bilancio complessivo e della ripartizione delle
principali fonti di finanziamento).
DEBITI TRANSFRONTALIERI: PRESTO
MISURE PER IL CONGELAMENTO
DEGLI ATTIVI PATRIMONIALI IN UE
Il Parlamento chiede con urgenza nuove iniziative legislative su congelamento dei debiti transfrontalieri e trasparenza degli attivi patrimoniali per rendere più efficace il recupero dei debiti
all´interno dell'area europea e incoraggiare il
commercio tra gli Stati membri.
"Considerato che l'attuale livello di debito transfrontaliero è notevolmente basso" e che il costo
del recupero dei debiti può essere "proibitivo", il
Parlamento ritiene che "sia giunto il momento di
semplificare e accelerare queste procedure di
riscossione", ha dichiarato la relatrice Arlene
McCarthy (S&D, UK). Il Parlamento chiede
quindi alla Commissione europea di presentare
due differenti progetti di regolamento: uno per
un Ordine europeo di conservazione del patrimonio (OECP) e l'altro per un Ordine europeo di
divulgazione del patrimonio (OEDP), avanzando anche proposte sulla forma che questa legislazione dovrebbe assumere.
"Il Mercato unico europeo - ha proseguito
McCarthy - dà ai cittadini il diritto di vivere,
lavorare o fare affari ovunque all'interno
dell'Unione. Allo stesso tempo dobbiamo garantire che i cittadini possano essere tutelati qualora siano vittime di frodi, furti o mancati pagamenti all'interno di questo mercato. Abbiamo
approvato leggi per garantire che le sentenze
siano rispettate in tutta l'Europa, ma finché non
esiste un modo più semplice per rendere trasparenti i patrimoni rubati e assicurare la possibilità
che siano congelati, resta ancora troppo facile
per gli operatori fraudolenti nascondere i propri
guadagni illeciti". Secondo i deputati, i regolamenti dovrebbero indicare quale tribunale nazionale ha il diritto di emanare questi ordini. Per
farne richiesta, sarà disponibile un semplice
modulo standard multilingue, anche attraverso il
portale europea e-Justice. L'Ordine europeo di
conservazione del patrimonio dovrebbe essere
ottenibile senza che sia notificato al debitore
nessun preavviso e il costo di utilizzo dovrebbe
essere mantenuto al minimo.
in una lingua a loro non comprensibile: questo è il
caso dei greci (60%), degli spagnoli (58%) e dei
portoghesi (56%).
Gli acquisti online sono un'occasione in cui gli
internauti preferiscono usare la propria lingua.
Solo il 18% degli utenti di internet nell'UE effettua
acquisti in rete in una lingua diversa frequentemente o sempre e il 42% dichiara di non acquistare mai
in una lingua diversa dalla propria. Usa inoltre le
lingue straniere per gli acquisti in rete il 61% gli
uomini, mentre le donne si attestano al 51%.
Mentre quasi nove partecipanti su dieci, ossia
l'88%, ritengono che tutti i siti web prodotti nel
loro paese dovrebbero usare le lingue nazionali
ufficiali, circa otto su dieci (81%) pensano tuttavia
che tali siti web dovrebbero anche presentare versioni in altre lingue.
Gazzettino Europeo
14 Maggio 2011
Pubblicità
[email protected]
5
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione aiutano gli operatori sanitari dell'UE a offrire ai pazienti servizi più efficaci ed efficienti
UNA TASK FORCE DELL’UE SPIEGA COME PROMUOVERE eHEALTH
PER AIUTARE I PAZIENTI E MIGLIORARE L’ASSISTENZA SANITARIA
Il 10 maggio 2011 si è riunita a Budapest, per la
prima volta, una task force dell’UE dedicata a
eHealth. Nel corso dell’incontro, presieduto da
Toomas Hendrilk Ilves, Presidente della
Repubblica di Estonia, è stato valutato
il ruolo delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (TIC) nell’assistenza sanitaria e sociale e sono
stati proposti modi con cui le TIC possono accelerare l'innovazione dell’assistenza sanitaria a beneficio dei
pazienti, dei professionisti della sanità
e dell’intero settore sanitario. Il gruppo
consultivo ad alto livello, che si è riunito ai margini della eHealth week svoltasi in Ungheria, comprende professionisti del settore sanitario, rappresentanti dei pazienti e dell'industria medica, farmaceutica e delle TIC, nonché esperti giuridici e
responsabili delle politiche sanitarie. Già adesso le
applicazioni delle TIC contribuiscono a rendere i
pazienti più autonomi e a rispondere alle sfide cui
i sistemi sanitari sono chiamati a far fronte - quali
l’invecchiamento demografico, l'aumento delle
malattie croniche, la carenza di personale e le
restrizioni di bilancio - ad esempio consentendo
diagnosi e cure a distanza nonché la condivisione
sicura dei dati relativi ai pazienti. Al di là di questo, tuttavia, eHealth presenta ancora un forte
potenziale di crescita per il futuro: consentire ai
professionisti del settore sanitario di passare più
tempo con i pazienti; migliorare l’autoassistenza e
l’autonomia dei pazienti e degli anziani; sviluppare nuove tecniche diagnostiche basate sulla modellizzazione.
Un recente studio su eHealth dimostra che gli ospedali non stanno ancora utilizzando le TIC al massimo del loro potenziale. Benché la maggior parte
degli ospedali sia collegata alla banda larga, soltan-
I Ministri UE discuteranno la proposta
to il 4% di essi offre ai pazienti l’accesso online ai di realizzazione nel 2011, il cui gruppo direttivo
loro dati medici.
discuterà sul come migliorare la salute e la qualità
La nuova Task force indicherà alla Commissione di vita degli anziani, rendere più sostenibili i sistecome sfruttare il potenziale di eHealth per realizza- mi sanitari e creare nuove opportunità di crescita e
re in Europa un’assistenza sanitaria di mercato per l’Europa.
più sicura, di migliore qualità e più Su eHealth è ora in corso una consultazione pubbliefficiente in termini - tra l’altro - di ca dell’Ue. Le risposte ad essa confluiranno nei
diagnosi, prevenzione e cure. Essa lavori preparatori del piano d’azione eHealth 2012esaminerà attentamente le possibili 2020 che la Commissione presenterà entro la fine
opportunità per rendere interoperabi- del 2011. Questo processo contribuirà inoltre a
li i servizi e le tecnologie eHealth in definire le future attività di ricerca intese a migliotutta l’UE.
rare la diagnosi, l’individuazione precoce e la
Studierà inoltre le interazioni tra le gestione delle malattie, avvalendosi di tecniche di
iniziative concernenti eHealth, la telemedicina e la modellizzazione e simulazione.
politica sociale.
La Task force terrà conto degli attuali sviluppi politici a livello UE, compresa l’Agenda
digitale europea, il partenariato europeo per
l'innovazione sull'invecchiamento attivo e in
buona salute e la direttiva sui diritti dei
pazienti per le cure transfrontaliere, di recen- I consumatori europei non rischieranno più di acquistare
te adozione. La sua attenzione, tuttavia, sarà inavvertitamente abiti contenenti pelliccia o pelle grazie
concentrata sul futuro, e su come l'innova- alle nuove norme in materia di etichettatura tessile
zione può recare vantaggio ai sistemi sanita- approvate dal Parlamento europeo nel corso dell’ultima
ri ed all’intera società.
plenaria di Strasburgo. Mercoledì, infatti, il Parlamento
L’Unione europea ha investito nella ricerca ha approvato l'accordo, raggiunto con il Consiglio prima
eHealth per oltre 20 anni. Dal 2004, anno in di Pasqua, sulle modifiche del regolamento sull'etichettacui è stato avviato il primo piano d’azione tura dei prodotti tessili. Il team negoziale del Parlamento,
eHealth, l’Agenda digitale europea ha previ- guidato dal relatore Toine Manders (ALDE, NL), ha ottesto una serie di azioni e obiettivi mirati che nuto importanti concessioni dagli Stati membri sull'etirientrano in una strategia più ampia a favore chettatura delle parti in pelle e l'impegno di uno studio di
di un’assistenza sanitaria sostenibile e del- fattibilità sull'etichettatura d'origine.
l’impiego delle TIC per una vita dignitosa e «Parti non-tessili di origine animale»: sarà questa la
autonoma. Per esempio, la strategia denominazione adottata per indicare l'uso di pellicce e
dell’Unione dell’innovazione sostiene attual- pellame nei prodotti tessili e a beneficiarne sarà sopratmente l’idea di un progetto pilota di partena- tutto chi soffre di allergie. Qualunque utilizzo di materiariato per l’innovazione europea sull’invec- li derivati da parti animali dovrà essere chiaramente indichiamento attivo e in buona salute, in corso cato sulle etichette dei prodotti tessili. La pelliccia è
spesso usata come guarnizione in indumenti relativalegislativa il prossimo 27 maggio mente poco costosi e spesso è difficile per i consumatori
distinguere tra una pelliccia vera e di buona qualità e una
pelliccia falsa.
Alla Commissione è stato chiesto di presentare, entro il
Googles , Yahoo, Apple e tutte le altre azien- 30 settembre 2013, uno studio di fattibilità sulla possibide che sono manifestazioni di competitività e le connessione fra le reazioni allergiche e le sostanze chiinnovazione", ha dichiarato il relatore miche (come i coloranti, i biocidi o le nano-particelle)
utilizzate nei tessuti.
Gunnar Hökmark (PPE, ES).
Il Parlamento ha approvato la relazione con Nonostante le pressioni del Parlamento che chiedeva
615 voti a favore, 26 contrari e 16 astensioni. l'obbligatorietà dell'etichettatura d'origine sui prodotti
La proposta della Commissione, tessili importati da Paesi terzi, la proposta, molto controapprovata dai deputati, prevede versa per alcuni Stati membri, è stata respinta dal
che gli Stati membri predisponga- Consiglio. I governi nazionali hanno però accettato di
no per il 2013 una copertura con chiedere alla Commissione di presentare uno studio,
banda a frequenza di 800MHz per sempre entro il 30 settembre 2013, sulla fattibilità di un
permettere un accesso a uguali sistema di etichettatura d'origine, per dare ai consumatocondizioni per i servizi internet su ri "informazioni accurate sul paese di origine e informazioni supplementari per assicurare la completa tracciabicellulare.
Lo spettro radio è una risorsa pubblica fon- lità del prodotto tessile". Tale relazione di valutazione
damentale per settori e servizi essenziali potrà essere accompagnata da una proposta legislativa.
come le comunicazioni mobili, a banda larga Lo studio della Commissione dovrebbe anche valutare la
senza fili e via satellite, la radiodiffusione possibilità di stilare dei requisiti di etichettatura validi
televisiva e sonora, i trasporti, la radioloca- per tutti, di stabilire un sistema uniforme di etichettatura
lizzazione e le applicazioni come gli allarmi, della taglia per gli indumenti, valido su scala europea, e
i telecomandi, le protesi uditive, i microfoni introdurre un'indicazione per le sostanze allergeniche.
e le apparecchiature mediche. Esso è altresì
alla base dei servizi pubblici come i servizi di sicu- tura, della scienza, della società, dell'ambiente e
rezza, compresa la protezione civile e attività scien- della tecnologia.
tifiche come la meteorologia, l'osservazione della I deputati hanno approvato un emendamento per
Terra, la radioastronomia e la ricerca spaziale. Un permettere ai governi nazionali di rimandare il raguso efficace dello spettro radio inoltre contribuisce giungimento di tale obiettivo fino al 2015 nel caso
all'accesso universale alle comunicazioni elettroni- di problemi di coordinamento con le frequenze di
che, favorendo in particolare i cittadini e le aziende paesi terzi. Il Parlamento ha inoltre modificato la
situati in zone isolate o a scarsa densità abitativa, proposta originale per chiedere che per il 2015
quali le regioni rurali o le isole. Le misure regola- siano disponibili bande di 1.5GHz e 2.3GHz e uno
mentari relative allo spettro radio comportano delle spettro radio per il traffico internet su telefonia
conseguenze nel settore dell'economia, della sicu- mobile di almeno 1200MHz per permettere l'utilizrezza, della salute, dell'interesse generale, della cul- zo di servizi di qualità.
PIU’ SERVIZI INTERNET PER CELLULARI DAL 2013
Il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza mercoledì, nel corso della plenaria di
Strasburgo, i piani per accelerare la diffusione dei
servizi internet per telefoni cellulari e ha chiesto
all'UE di essere più audace e assumere la leadership
mondiale su questa tecnologia.
Secondo il testo approvato, la
diffusione di connessioni internet
senza fili, per cui son necessarie
frequenze radio dedicate e ininterrotte, è l'unica strada per
garantire un accesso a banda
larga a tutti i cittadini europei,
inclusi quelli che abitano zone
remote. Tale obiettivo, suggeriscono gli eurodeputati, può essere raggiunto mettendo a disposizione il
cosiddetto "digital dividend", ossia le frequenze
liberate dal passaggio della televisione dall'analogico al digitale nei vari Stati membri.
L'obiettivo del primo programma comunitario in
materia di politica di spettro radio è assicurare una
copertura con banda larga totale nell'UE per il 2013
e un accesso ad alta velocità, di almeno 30Mbps,
per il 2020 e coprire cosi il divario digitale esistente fra i vari paesi e all'interno degli stessi.
Anche se l'assegnazione delle frequenze è di competenza nazionale, le regole su come condividere
l'insieme dello spettro radio fra operatori e utenti
devono essere decise a livello europeo.
"Voglio che l'Europa abbia la migliore banda larga
e la velocità più alta, perché poi così saremo la casa
per lo sviluppo di tutti i nuovi servizi che saranno
cruciali per l'economia moderna. Voglio che
l'Europa sia la casa per la prossima generazione di
ETICHETTATURE TESSILI:
NUOVE REGOLE PER
PELLICCE E PELLAME
6
Gazzettino Europeo
14 Maggio 2011
E-mail
[email protected]
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
Il 14% dei giovani europei ha trascorso un periodo all'estero per studiare o ricevere una formazione
FLASH EUROBAROMETRO SU YOUTH ON THE MOVE: LA META’
DEI GIOVANI EUROPEI E’ DISPOSTA A LAVORARE ALL'ESTERO
In occasione della quinta Settimana europea della gioventù
(15- 21 maggio) è stato pubblicato un Flash Eurobarometro
“Youth on the Move” attraverso il quale discutere delle
opportunità e delle sfide cui si trovano confrontati i giovani
d'oggi, con riguardo all'istruzione e al lavoro.
Secondo l'indagine Eurobarometro, il
53% dei giovani europei è disposto a
lavorare in un altro paese europeo, ma la
mancanza di mezzi economici scoraggia
molti di loro a compiere il primo passo in
questa direzione, svolgendo all'estero
una parte dei loro studi. L'indagine evidenzia l'esistenza di un enorme divario
tra il diffuso desiderio dei giovani di
lavorare all'estero e l'effettiva mobilità
delle forze di lavoro: meno del 3% della popolazione attiva
europea vive attualmente fuori dei propri confini nazionali.
"L'indagine mette in evidenza l'interesse dei giovani a lavorare all'estero. Questa è una buona notizia per l'Europa!
Sfortunatamente però questo loro desiderio si scontra con
troppi ostacoli. È necessario facilitare lo studio, la formazione e il lavoro dei giovani all'estero e sensibilizzarli in
merito ai contributi finanziari disponibili attraverso i programmi dell'UE, come Erasmus, che possono dar loro un
primo assaggio della vita fuori dal proprio paese. Due delle
principali sfide cui ci troviamo confrontati oggi sono la
disoccupazione giovanile e la bassa crescita economica:
una maggiore mobilità degli studenti e dei lavoratori contribuisce alla soluzione del problema", ha affermato Androulla
Vassiliou, commissaria europea responsabile per l'istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù.
È dimostrato che gli studenti che compiono all'estero una
parte dei loro studi o della loro formazione vedono aumentare le proprie possibilità di impiego e hanno maggiori probabilità di lavorare all'estero in un momento successivo della
loro vita. I datori di lavoro giudicano con favore le competenze acquisite, come la capacità di parlare una lingua straniera, l'adattabilità e le competenze interpersonali.
Dall'indagine emerge che soltanto un giovane europeo su
sette (14%) è stato all'estero per motivi di studio o di formazione. Molti sono impossibilitati a farlo per mancanza di
mezzi economici. Tra coloro che avrebbero voluto recarsi
all'estero, il 33% afferma di avervi dovuto rinunciare perché
non poteva permetterselo; quasi i due terzi (63%) di coloro
che hanno compiuto tale esperienza hanno dovuto fare ricorso a finanziamenti privati o intaccare i propri risparmi.
Nello specifico, più della metà dei giovani europei (53%) ha
affermato di essere disponibile – o intenzionata – a lavorare
in un altro paese europeo. Una percentuale leggermente
maggiore ha espresso la preferenza per un lavoro all'estero
durante un periodo di tempo limitato (28%) piuttosto che a
lungo (25%). I giovani maschi (56%) sono maggiormente
disponibili a lavorare all'estero rispetto alle giovani donne
(49%) e la fascia d'età dai 15 ai 19 anni è risultata maggiormente disposta a lavorare all'estero rispetto alle persone di
30-35 anni (63% rispetto al 42%). Le persone che possedevano un livello di qualifiche
più alto erano inoltre più inclini a vivere
all'estero rispetto alle persone con qualifiche
di livello secondario inferiore (55% rispetto
al 33%).
Le persone che sono già state all'estero per
studio sono maggiormente inclini a lavorare
all'estero una volta conclusi gli studi. Un
giovane europeo su 7 (14%) ha dichiarato di
aver trascorso un periodo all'estero – o di trovarsi all'estero
al momento dell'indagine – per ricevere un'istruzione o una
formazione. La proporzione va dal 3% in Turchia al 39% a
Cipro e al 41% a Lussemburgo.
Interrogati su come avessero finanziato il loro periodo più
lungo all'estero, circa due terzi (65%) hanno affermato di
aver attinto alle proprie finanze o ai propri risparmi. I programmi UE quali Erasmus hanno finanziato il 15% degli
studi e delle formazioni all'estero. Il 19% di coloro che menzionano questo tipo di finanziamento ha seguito corsi nell'ambito dell'istruzione superiore e il 9% nell'ambito dell'istruzione secondaria generale superiore o nell'istruzione e
formazione professionale.
La proporzione di giovani che hanno ricevuto prestiti o
borse di studio nazionali o regionali per finanziare il loro
periodo all'estero varia notevolmente tra i paesi oggetto dell'indagine. Mentre circa la metà dei rispondenti in Norvegia,
Lussemburgo e Islanda ha affermato di essersi avvalsa di
questi strumenti di finanziamento, la proporzione scendeva a
meno del 20% in 17 dei 31 paesi esaminati.
I giovani ritengono che l'allargamento delle competenze
come ad esempio la capacità di parlare fluentemente un lingua straniera, la consapevolezza culturale, l'adattabilità e le
competenze interpersonali – cose estremamente apprezzate
dai datori di lavoro – abbiano rappresentato il risultato più
importante derivante dal trasferimento all'estero per motivi
di istruzione e formazione. In 18 dei 31 paesi esaminati le
proporzioni più grandi di rispondenti ritenevano che il fatto
di aver migliorato le loro competenze linguistiche fosse il
vantaggio principale o il secondo vantaggio più importante
tratto dal periodo trascorso all'estero.
In ogni caso, una grande maggioranza dei giovani europei
non ha mai trascorso un periodo di studio all'estero. Il 33%
di essi ha affermato che la ragione principale era dovuta alla
mancanza di disponibilità finanziaria.
Per ricevere il
sulla propria mail (in formato .pdf)
compilare il modulo sul sito:
www.gazzettinoeuropeo.it
L’APPRENDIMENTO
PRESCOLARE AL CENTRO
DELLE POLITICHE UE
Una politica comune UE in materia di istruzione prescolare non
esiste ancora. In alcuni paesi,
come il Belgio, i bambini restano
a casa per soli 3 mesi mentre in
altri,
come
Slovacchia
e
Finlandia, il periodo si prolunga a
volte fino a 3 anni.
Una posizione comune sull’importante argomento è stata finalmente raggiunta dal Parlamento
europeo giovedì scorso durante la
plenaria di Strasburgo con l’approvazione del rapporto sull’apprendimento durante la prima
infanzia, presentato dalla socialista inglese Mary Honeyball.
"L'ambiente ideale per un bambino durante il primo anno di vita è
a casa con uno o entrambi i genitori" ha spiegato la relatrice.
I genitori sono i primi educatori
dei figli, ma questo diritto non è
equamente riconosciuto in tutti gli
Stati membri, considerando che la
cura e l’educazione della prima
infanzia è fornita in modi diversi a
seconda dei paesi dell’Unione
europea, con varie definizioni di
“qualità” che dipendono fortemente dai valori culturali degli
Stati e delle regioni, nonché dalla
loro interpretazione di ”infanzia”.
Il Parlamento ha finora respinto
un approccio univoco all'istruzione prescolare e ai servizi di assistenza per i bambini tra 0 e 6 anni,
in quanto inadeguato e difficile da
attuare, anche a causa delle differenze tradizionali esistenti tra i
sistemi educativi dei diversi paesi.
Tuttavia il periodo che va da 0 a 3
anni è il più critico per lo sviluppo
fisico e mentale dei bambini; le
ricerche hanno dimostrato che
investire nelle strutture educative
e di custodia per questa fascia di
età dà risultati migliori rispetto
alle fasi successive.
I bisogni dei bambini, la maternità
e il congedo parentale sul lavoro,
la posizione centrale dei genitori
come primi educatori, e il maggiore coinvolgimento dei padri nei
processi decisionali, sono alcuni
dei temi messi in primo piano nel
rapporto.
Prolungare il periodo di congedo
parentale retribuito e migliorare il
diritto di accesso alle strutture per
l'infanzia sono questioni che
vanno affrontate al più presto,
soprattutto per sanare le discrepanze esistenti nel continente.
L'esempio portato a modello dalla
Honeyball è quello svedese: "tutti
i genitori che lavorano hanno
diritto in Svezia a 16 mesi di ferie
pagate per ogni figlio, da dividere
tra madre e padre".
Il rapporto fa anche riferimento
alle difficoltà dai genitori meno
abbienti nel seguire e sostenere
l'educazione dei figli, e al bisogno
di includere sempre di più i padri,
ripensando le strutture di assistenza e insegnamento in maniera da
dar loro un ruolo più centrale.
Gazzettino Europeo
14 Maggio 2011
E-mail
[email protected]
7
L’Europarlamento chiede la creazione di un dipartimento per la diplomazia culturale e digitale all'interno del Servizio diplomatico d'azione esterna
UNA DIPLOMAZIA CULTURALE PIU’ FORTE E MAGGIOR
SOSTEGNO PER LE INDUSTRIE CREATIVE D’EUROPA
La cultura non è solo una cosa da teatri e da musei.
Secondo il Parlamento, il nostro bagaglio culturale
trasmette i valori liberali e democratici dell'Europa
ed è quindi un pilastro importante nelle relazioni
esterne del continente.
L'UE ha bisogno di più cultura nei
suoi impegni diplomatici per promuovere i diritti umani e lo sviluppo
di paesi terzi, secondo la risoluzione
approvata giovedì dall’euroarlamento, nella seduta plenaria di
Strasburgo. Allo stesso tempo, è
necessario aumentare il sostegno per
gli artisti e completare il mercato
interno per le opere online preservando la proprietà
intellettuale, come afferma un'altra risoluzione
approvata lo stesso giorno.
La cultura svolge un ruolo negli accordi bilaterali
in materia di sviluppo e scambi commerciali, tramite misure quali gli strumenti europei per la cooperazione allo sviluppo, la stabilità, la democrazia
e i diritti umani, gli strumenti di preadesione, la
politica europea di vicinato (PEV), il Partenariato
orientale, l'Unione per il Mediterraneo e lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani
(EIDHR), che hanno tutti risorse destinate a programmi culturali.
Per il Parlamento europeo, gli scambi e la cooperazione culturale ed educativa possono potenzialmente rafforzare la società civile, generare democratizzazione e buongoverno, incoraggiare lo sviluppo di competenze, promuovere i diritti umani e
le libertà fondamentali e fornire gli elementi costitutivi di una cooperazione duratura
Per questo, gli eurodeputati chiedono la creazione
di un dipartimento per la diplomazia culturale e
digitale all'interno del Servizio diplomatico d'azione esterna, con la designazione di un responsabile,
in ognuna delle delegazioni, per le relazioni cultu- ni, propone un sistema di licenze europeo e uno
rali con i paesi terzi e la promozione della cultura "sportello unico" per ottenere il permesso all'uso
europea in modo coerente e sistematico nelle rela- dei diritti d'autore e facilitare cosi la circolazione
zioni esterne dell'Unione.
delle opere. Il Parlamento chiede inoltre maggior
L'Aula auspica anche l'introduzione sostegno finanziario per la traduzione, il doppiagdi un regime di visti d'ingresso per gio, i sottotitoli e la digitalizzazione delle opere
artisti e professionisti della cultura.
culturali europee e propone la creazione di una
"La cultura può e deve essere un linea di bilancio specifica per sostenere la digitalizfacilitatore di sviluppo, integrazione, zazione del cinema UE.
innovazione, democrazia, diritti Infine, gli eurodeputati, in una terza risoluzione
umani, educazione, prevenzione dei approvata sempre giovedì, vogliono che la
conflitti e riconciliazione, compren- Commissione offra la possibilità, in via eccezionasione reciproca, tolleranza e creati- le, alla città di Sarajevo di candidarsi come
vità" recita la risoluzione preparata Capitale culturale europea per il 2014.
da Marietje Schaake (ALDE, NL) e approvata giovedì, che sottolinea anche il sostegno
del Parlamento per un'internet libera e gratuita e la condanna di qualsiasi tentativo di
censura.
In un'altra risoluzione, gli eurodeputati chiedono che l'UE completi il mercato interno
per le opere culturali online abolendo i diver- Un numero crescente di cittadini europei va in vacanza:
si ostacoli esistenti, come ad esempio le il 68% dei cittadini europei ha viaggiato per motivi pridiverse norme nazionali sull'IVA e sui meto- vati nel 2010 rispetto al 65% nel 2009. Questi e altri
di di pagamento per le vendite on-line. Allo risultati dell'indagine Eurobarometro sugli atteggiamenti
stesso tempo, deve essere garantita la prote- dei cittadini europei nei confronti del turismo confermazione della proprietà intellettuale.
no che il turismo ha recuperato dalla crisi economica.
Motivo ispiratore del provvedimento, la Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione euronecessità di analizzare le industrie culturali e pea, ha presentato l'indagine Eurobarometro alla
creative e le conseguenze delle loro attività Conferenza europea sul turismo organizzata a Budapest
sull'economia europea, identificandole, defi- dalla presidenza ungerese e Commssione europea.
nendole e descrivendole filiera per filiera, al Tra i risultati più interessanti dell'indagine Eurobarofine di mettere in evidenza ciascuna specifi- metro spicca l’incremeto del saldo complessivo dei percità, di meglio comprenderne obiettivi e dif- nottamenti registrati, nonchè i seguenti dati:
ficoltà e mettere in atto misure più efficaci; - Le scelte più popolari: l'Italia è la destinazione turistica
La risoluzione, preparata da Marie-Thérèse menzionata più spesso nella pianificazione delle vacanze
Sanchez-Schmid (PPE, FR) e approvata con per il 2011 (11,5%). La Spagna arriva al secondo posto
519 voti a favore, 46 contrari e 25 astensio- con l'8,6% seguita dalla Francia (8,2%), malgrado il fatto
che circa il 23% dei cittadini dell'UE non ha ancora deciso dove andare in vacanza.
- Continua la tendenza a scoprire l'Europa e il proprio
paese: nel 2011 il 58% dei cittadini europei prevede di
trascorrere le vacanze nel proprio paese o in un altro
paese dell'UE.
za del sistema è attribuita a:
- un'applicazione più decisa delle norme in - Aumenta la voglia di viaggiare: nel 2010 circa i tremateria di sicurezza dei prodotti da parte quarti (il 73%) dei cittadini dell'UE ha fatto un viaggio di
delle autorità nazionali, anche tramite pro- svago o d'affari. I più convinti viaggiatori sono i finlandesi (89%), i danesi (87%), gli olandesi e svedesi
getti specifici;
- una migliore distribuzione (entrambi con 87%), i lussemburghesi (85%) e I norvegesi (84%).
delle risorse;
- una maggiore consapevolezza - È importante "l'attrattività dei luoghi": il 32% degli
delle imprese quanto agli obbli- intervistati l'ha indicata quale elemento decisivo all'atto
di scegliere la destinazione per le vacanze, seguono poi
ghi che incombono loro;
- una più stretta cooperazione l'interesse per il "patrimonio culturale" (27%) e le "poscon i paesi terzi, in particolare sibilità di svago" (14%).
- La ricerca di "riposo e svago" è risultata essere la moticon la Cina;
- la creazione di reti e le azioni vazione principale per più di un terzo dei viaggiatori per
di formazione coordinate dalla turismo (36%), seguita da "sole e spiaggia" (18%) e
"visitare amici e parenti" (17%).
Commissione europea.
Per quanto concerne i paesi d'origine, il - Organizzare individualmente le vacanze: nel 2010 più
numero di notifiche di prodotti provenienti della metà dei cittadini dell'UE ha organizzato individalla Cina trasmesse tramite il sistema dualmente le proprie vacanze principali (57%); tale straRAPEX ha registrato un lieve calo (un calo tegia è ancora più diffusa nei paesi candidati come la
del 2% per cui si è passati dal 60% del 2009 Turchia (80%), l'Islanda (79%) e la Croazia (78%)!
al 58% del 2010). Il 17% delle notifiche
riguardavano prodotti di origine europea, il 10% la Grecia (159 notifiche). Le notifiche inviate da
prodotti di origine ignota e il 15% riguardavano questi paesi corrispondono al 47% di tutte le notifiche relative a prodotti che presentano un rischio
importazioni da altri paesi.
Tutti gli Stati membri hanno partecipato al sistema grave inviate per il tramite del sistema.
RAPEX individuando e notificando nuovi prodotti Gli indumenti e i prodotti tessili (625 notifiche)
pericolosi e assicurando appropriati interventi di sono stati tra i prodotti denunciati più di frequente
(rischio di soffocamento e di irritazione) seguiti dai
follow-upin base alle informazioni ricevute.
Nel 2010 la metà dei paesi partecipanti ha intensi- giocattoli (488 notifiche), (essenzialmente rischio
ficato ulteriormente le proprie attività nell'ambito di soffocamento), e dai veicoli a motore (175 notidel sistema. I paesi più attivi sono stati la Germania fiche), (rischio di lesioni), che assieme corrispon(204 notifiche, la Bulgaria (192 notifiche), dono al 66% di tutte le notifiche per prodotti che
l'Ungheria (191 notifiche), Cipro (178 notifiche), e presentano un grave rischio inoltrate nel 2010.
SICUREZZA DEI PRODOTTI: UN NUMERO MINORE DI PRODOTTI
PERICOLOSI PASSA ATTRAVERSO LE MAGLIE DELLA RETE UE
Che si tratti di un passeggino o di un nuovo paio di
scarpe vogliamo tutti essere assicurati quanto al
fatto che i prodotti che acquistiamo nell'UE sono
sicuri. La buona notizia è che un minor numero di
prodotti pericolosi raggiunge il mercato dell'UE poiché tali prodotti
sono identificati e ritirati più celermente. Grazie all'accresciuta efficacia del sistema UE di informazione
rapida sui prodotti pericolosi diversi dagli alimenti ("RAPEX"), nel
2010 un numero record di 2.244
prodotti non sicuri è stato proibito,
ritirato dal mercato o richiamato dai
consumatori (un aumento addirittura del 13% rispetto al 2009), come risulta dalla relazione annuale RAPEX 2010 pubblicata nei giorni
scorsi. Gli Stati membri hanno fatto la loro parte ed
anche le imprese europee prendono maggiormente
sul serio le loro responsabilità in relazione alla
sicurezza dei prodotti di consumo, ragion per cui si
è registrato un aumento marcato (200%) nell'uso
del sistema di informazione rapida specifico per le
imprese. La sicurezza alla fonte ha acquistato un
rilevanza fondamentale – l'attenzione si sposta ora
sugli stessi stabilimenti di produzione (progettazione e fabbricazione) mentre si intensifica la collaborazione con i partner internazionali, in particolare la
Cina.
Dall'introduzione di RAPEX nel 2004 (quando la
direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti è stata
recepita nelle normative nazionali), il numero delle
notifiche è aumentato, passando da 468 (nel 2004)
ai 2.244 del 2010. L'accresciuta capacità e efficien-
UE: PROSPETTIVE
OTTIMISTICHE PER LA
STAGIONE TURISTICA 2011
8
Gazzettino Europeo
14 Maggio 2011
E-mail
[email protected]
Gazzettino Europeo
14 Maggio 2011
Pubblicità
[email protected]
9
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
Europa
Cronache
SCIOPERO GENERALE IN GRECIA CONTRO
IL PIANO ANTI-CRISI: DISORDINI AD ATENE
Disordini sono scoppiati ad Atene dove, al pari che in altre
città della Grecia, migliaia di persone sono scese in piazza
nei giorni scorsi in concomitanza con lo sciopero generale,
proclamato contro il piano di austerità imposto da Unione
Europea e Fondo Monetario
Internazionale per cercare di risolvere la grave crisi debitoria che attanaglia il Paese: secondo testimoni oculari, nel centro della capitale ellenica
è dovuta intervenire la polizia in
assetto anti-sommossa, con un fitto
lancio di lacrimogeni contro decine di
manifestanti che protestavano in
maniera particolarmente esasperata.
Allo sciopero, al quale partecipano
tutti i lavoratori del settore pubblico, delle autonomie locali,
delle banche, gli insegnanti di tutti i gradi, i medici ospedalieri e gli impiegati di tutte le società pubbliche, i lavoratori
marittimi e (per quattro ore) i controllori di volo, aderiscono
anche i giornalisti che chiedono «la firma del contratto di
lavoro collettivo, la garanzia dei diritti e di mettere fine ai
licenziamenti» nel settore dell'informazione.
Lo sciopero, il decimo dal giorno della firma del memorandum nel marzo dell'anno scorso, coincide proprio con l'avvio
ad Atene dei colloqui dei rappresentanti della troika, Fondo
Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale
Europea, con funzionari del governo per decidere la concessione o meno della quinta tranche dell'aiuto da 110 miliardi
di euro concesso alla Grecia un anno fa.
Gli ispettori Ue e Fmi, nei giorni scorsi ufficialmente ospiti
nella capitale ellenica, stanno spingendo la Grecia a privatizzare i servizi pubblici in cambio del rilascio di una nuova
tranche di aiuti e un possibile nuovo prestito, sebbene
l'Economist attacchi pesantemente questa ipotesi come
insufficiente a evitare la ristrutturazione del debito greco.
Che Fmi e Ue spingano verso nuove privatizzazioni lo scrive il quotidiano Eleftherotypia senza citare però i nomi delle
sue fonti, spiega una cronaca riportata da Il Sole 24 Ore. Il
primo ministro George Papandreou ha ribadito che un piano
di privatizzazioni da 50 miliardi di euro sarà reso noto nei
suoi dettagli la prossima settimana, progetto che è lo strumento principale secondo l'esecutivo per ripagare parte degli
interessi del debito greco ormai al 140% del Pil.
Gli ispettori del Fondo e della Ue e della Bce hanno suggerito in particolare al governo Papandreou di
vendere la società energetica PPC, l'acquedotto
municipale di Salonicco EYATH e quella di
Atene EYDAP.
«Un accordo tra il governo greco e la troika (Eu,
Fmi, Bce) potrebbe essere raggiunto già nella
giornata di mercoledì, accompagnato dal versamento della quinta tranche di 12 miliardi di
euro», ha scritto sempre il quotidiano greco che
ha anche aggiunto che in quell'occasione si
potrebbe decidere anche un ulteriore piano di
aiuti da aggiungere a quello di 110 miliardi di euro.
Nei giorni scorsi si è parlato sui media internazionali di un
piano aggiuntivo di prestiti da 60 miliardi di euro per consentire al paese di affrontare il rinnovo dei debiti in scadenza nel 2012 e 2013, per una cifra appunto di 60 miliardi di
euro. Il quotidiano ellenico riporta che la troika avrebbe
chiesto al Govero greco anche misure aggiuntive di austerità
per il periodo 2011-2015, tra cui una tassa per le bevande
analcoliche e un aumento dell'imposta speciale sui consumi.
La Grecia è pronta a vendere beni, società e terreni pubblici
per 50 miliardi di euro visto che ha un patrimonio demaniale da solo pari a 280 miliardi euro secondo stime del direttore Borges per l'Europa dell'Fmi.
Il mese scorso il governo Papandreou si era detto pronto a
ridurre la propia quota nella società elettrica PPc al 34% dal
51%, di vendere la propria quota nella società delle lotterie
OPAP, la maggiore d'Europa, nel 2012 e un'altra quota nella
società di telecomunicazione OTE, la maggiore del paese.
La Commissione europea ha fatto sapere prima del vertice
dei ministri delle Finanze dell'eurozona previsto per lunedì
che Atene rischierebbe di mancare l'obiettivo del deficit
2011 del 2% se non si dovesse varare nuove manovre
aggiuntive. Il tempo stringe e Atene non ha molte chances se
vuole evitare l'onta della prima ristrutturazione del debito di
eurozona.
SVIZZERA: REFERENDUM CONTRO IL TURISMO DEL SUICIDIO
(Corriere della Sera) - La Svizzera è da tempo il luogo scelto dai cittadini dei Paesi confinanti per poter porre fine alla
loro vita con l’eutanasia. ll voto di domenica potrebbe
potrebbe però portare a uno stop di questa pratica. Gli elettori di Zurigo - scrive il sito della
Bbc - sono chiamati a decidere su due proposte
di referendum che riguardano l’eutanasia: la
prima opzione vieta del tutto «il turismo del suicidio», la seconda lo limita ai soli residenti
della città.
Il suicidio assistito per i malati terminali è legale in Svizzera e recenti sondaggi mostrano che
continua a godere di ampio sostegno tra gli svizzeri, molti
dei quali ritengono che un individuo abbia il diritto di decidere quando morire. Quindi la proposta di un divieto, presentato dall’Unione evangelica democratica, non sembra
avere molte possibilità di passare. Christian Bretscher, cittadino di Zurigo che ha aiutato la madre a morire è contrario
a entrambe le proposte: «Sette anni fa mia madre ha scelto
il suicidio assistito piuttosto che continuare a vivere paralizzata dall’artrite. Mi ha chiesto aiuto e l’ho fatto. Quando lei
si rese conto che era finalmente possibile lasciare questo
mondo con una tazzina di barbiturici c’era una tale gratitudine nei suoi occhi che non potrò mai dimenticarlo.
Normalmente la gente muore in ospedali, magari lontano
dalla famiglia, per noi è stato molto diverso».
Sembra probabile che gli elettori di Zurigo voteranno di
mantenere la possibilità di scegliere l’eutanasia, ma gli stes-
si svizzeri non sono sicuri che sia giusto confermare il
medesimo diritto anche per quelle persone che provengono
da quei Paesi dove il suicidio assistito non è legale come
Italia, Gran Bretagna e Germania. Hans Peter
Haering, dell’Unione evangelica, vorrebbe un’altra immagine per Zurigo: «In altri paesi il suicidio
assistito è considerato sbagliato ed è illegale. Mi
chiedo perché in Svizzera stiamo facendo cose
che non sono ammesse in altri Paesi». Ludwing
Minelli, fondatore di Dignitas, associazione che
assiste i malati terminali al suicidio, non vuole
commentare il voto di domenica. La più grande
organizzazione di supporto all’eutanasia di Zurigo, Exit, in
realtà porta già avanti la politica di seguire solo pazienti che
risiedono in Svizzera. Il vicepresidente Bernhard Sutter
ammette che è molto triste vedere persone di altri Paesi arrivare in Svizzera a chiedere aiuto: «Aiutare qualcuno con il
suicidio assistito è una responsabilità molto grande.
Dobbiamo prima controllare ogni cosa, leggere attentamente la diagnosi e la storia medica. Ma se qualcuno viene da
lontano è anche possibile che non capiamo la loro lingua, e
noi non abbiamo i mezzi per andarli a visitare negli ospedali dei loro Paesi». Sutter continua a sostenere il diritto di
scegliere quando morire, ma appare spazientito, come del
resto molti svizzeri, dal turismo del suicidio e spiega: «Non
possiamo risolvere il problema di morire del resto d’Europa.
È terribile vedere gente molto malata percorrere migliaia di
chilometri per andare in un paese liberale a morire».
GERMANIA. 30MILA MORTI
ALL’ANNO A CAUSA DI
INFEZIONI OSPEDALIERE
Le mani, gli strumenti chirurgici, i
liquidi di infusione e anche l’aria.
E’ attraverso questi mezzi che si
diffondono negli ospedali le infezioni, la complicanza più frequente, silente e grave dell’assistenza
sanitaria che, spesso, porta alla
morte dei pazienti. Infezioni e
decessi, in buona parte, evitabili,
seguendo delle prassi di igiene. In
Europa il fenomeno delle infezioni ospedaliere interessa 4,1 milioni di casi all’anno.
La Società tedesca per l’Igiene
Ospedaliera,
la Società per
l’Igiene, l’Ambiente, la Salute e la
Medicina
Preventiva
e
l’Associazione Nazionale dei
Medici del Servizio Sanitario
Pubblico, con un comunicato congiunto hanno diffuso la notizia
secondo cui in Germania le infezioni ospedaliere tra i pazienti
ricoverati negli istituti di cura
sarebbero almeno 700mila e mieterebbero fino a 30mila vittime
all’anno, il doppio di quanto noto
fino ad ora.
Il giornale tedesco Bild riporta
l’affermazione del Comitato per la
Sanità che, in relazione alla normativa prevista in tema di miglioramento dell’igiene ospedaliera,
sostiene che gli esperti della salute considerano come benevole le
precedenti stime del numero di
infezioni ospedaliere causate da
patogeni resistenti in quanto esse
si fondavano su uno studio fatto
negli anni ’90.
La portata attuale delle infezioni e
dei decessi sarebbe quindi da classificare «come estremamente
bassa» e «dovrebbe essere sicuramente corretta verso l’alto».
A causa del maggior numero di
pazienti e di casi di infezioni non
riconosciute, infatti, si dovrebbe
contare su «un numero minimo di
700 mila casi di infezioni» invece
che, come fatto fino ad ora, su un
numero minimo oscillante tra
400.000 e 600.000 persone infettate in ospedale da agenti patogeni.
Anche le persone morte per infezioni nosocomiali, stimate fino ad
oggi tra le 7.500 e le 15mila,
dovrebbe essere «aumentate verso
l’alto» indicando una quantità che
arriverebbe «fino a 30.000 decessi
l’anno», anche in considerazione
del fatto che i pazienti vengono
contagiati sempre più frequentemente con batteri resistenti non
solo negli ospedali ma anche nelle
case di cura.
I principali siti di infezione sono il
tratto urinario (27%), le basse vie
respiratorie (24%), il sito chirurgico (17%) e il sangue (10,5%).
10
Gazzettino Europeo
14 Maggio 2011
E-mail
[email protected]
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
Europa
Cronache
SHOAH: CONDANNATO A 5 ANNI DEMJANJUK, IL BOIA DI SOBIBOR. ARTICO: PRIMO
IN ATTESA DELL’APPELLO, PENA SOSPESA PER LIMITI DI ETA’ STORICO TRATTATO
Si chiama John Demjanjuk ed era il guardiano del campo di
sterminio di Sobibor. Giovedì 12 maggio è stato condannato
a Monaco di Baviera a 5 anni di reclusione: poco più di uno
straccio di pena simbolica e di un’elemosina morale per le
vittime e per i familiari. Come se non bastasse, mentre la difesa si prepara all’appello, il
“Boia di Sobibor” è già in libertà. Rilasciato,
perché troppo anziano, se n’è tornato a casa
con i suoi 91 anni di colpe e di orrori. La sentenza, infatti, lo ha riconosciuto parte integrante di quella macchina del male che ha
portato allo sterminio di 27.900 persone.
Alla decisione del rilascio sono seguite reazioni contrastanti. Da Israele arriva delusione
e sconcerto, anche se Efraim Zuroff, direttore del centro Simon Wiesenthal, evidenzia il
valore simbolico comunque educativo e
importante della condanna. L’imputato, che
durante il processo si è presentato su una
sedia a rotelle mantenendo sempre un assoluto silenzio, si
dichiara perseguitato dalla Germania e da tutti i paesi in cui
ha scontato diversi anni di carcere, dovuti soprattutto all’inizio per esser stato confuso con il ricercato numero uno,il
celebre“Ivan il Terribile”.
Quello di Monaco è stato uno degli ultimi grandi processi
per i crimini nazisti in Germania e si è sviluppato in 90 sedute nell'arco di 18 mesi. L'avvocato di Demjanjuk, Ulrich
Busch, aveva chiesto l'assoluzione, affermando che il suo
cliente è una «vittima della giustizia tedesca». La sua linea
difensiva non è cambiata: non c'è alcuna prova che
Demjanjuk fosse a Sobibor e, se mai ci fosse stato, in quan-
to soldato dell'Armata rossa fatto prigioniero dai nazisti, ha
agito perchè costretto con la forza. L'imputato, seduto in
sedia a rotelle e affiancato da dottori e da un interprete ucraino, in aula ha osservato il silenzio. Tramite il suo legale, ha
accusato la Germania di «torturarlo». La sua
famiglia ha sempre ribadito che le sue condizioni
di salute erano precarie e che non avrebbe sopravvissuto al processo. E invece ce l'ha fatta. Alla
sbarra hanno testimoniato 15 tra storici, giuristi,
esperti di medicina e grafologia. Tra i testimoni
anche tre sopravvissuti al lager e un ex guardiano.
L'accusa però non ha prodotto alcun testimone
diretto o documento che provi la sua tesi, a parte
una carta d'identità delle SS che stabilisce il ruolo
di guardiano a Sobibor. Un falso dell'epoca sovietica, ha risposto la difesa.
Demjanjuk ha già scontato otto anni di carcere in
Israele, dove era stato ritenuto colpevole di avere
lavorato come guardiano al campo di concentramento di Treblinka con il soprannome di «Ivan il terribile».
Condannato a morte nel 1988, era stato assolto dalla Corte
suprema israeliana per via dei dubbi sulla sua identità. Al
termine di una lunga battaglia giudiziaria, Demjanjuk è stato
espulso nel maggio 2009 in Germania dagli Stati Uniti, dove
viveva dagli anni Cinquanta. Il suo resterà nella storia come
uno degli ultimi processi di crimini nazisti, assieme a quello
dell'ungherese Sandor Kepiro, 97 anni, da poco cominciato
a Budapest. Demjanjuk però non può ancora avere pace, perchè adesso anche la Spagna reclama la sua estradizione: è
accusato di avere lavorato come guardiano in un altro campo
di concentramento dove sono morti dei prigionieri spagnoli.
FEMMINISTE IN TOPLESS CONTRO GLI EUROPEI DI CALCIO
(La Stampa) - Hanno esortato le mogli dei ministri ucraini
a imporre lo sciopero del sesso ai loro mariti in segno di
protesta contro l’esecutivo interamente al maschile e hanno
sfilato in topless in moto per manifestare contro lo sfruttamento delle donne. Ora le militanti di Femen, controverso
gruppo femminista ucraino che è
solito praticare la protesta di
piazza in topless, sono tutte a
gridare la loro rabbia per gli
europei di calcio del 2012, che,
temono, trasformeranno il loro
Paese in un «bordello di massa».
Le militanti desnude avvertono
che il torneo di calcio che
l’Ucraina ospiterà insieme alla
vicina Polonia porterà a un
drammatico aumento della prostituzione e del turismo sessuale.
Chiedono all’Uefa di prendere una posizione ferma contro
la prostituzione e hanno giurato di sabotare gli eventi pubblici del campionato con dimostrazioni in topless fino a che
le loro richieste non saranno accolte. «Non c’è dubbio che
l’arrivo di orde di tifosi in cerca di occasioni per divertirsi
porterà a un aumento dello sfruttamento sessuale delle
donne», ha detto Anna Gutsol, una delle leader di Femen
che regolarmente si spoglia in pubblico per richiamare l’attenzione sulle campagne del gruppo. «L’Ucraina è già afflitta dalla piaga della prostituzione e viene vista dagli uomini
occidentali come meta di turismo sessuale. Gli europei del
2012 ci porteranno una folla di uomini in calore convinti
che tutte le donne ucraine siano puttane. Il nostro Paese non
è un bordello, l’Uefa deve fare qualcosa», dice.
Femen, che si stima possa contare su qualche centinaio di
attiviste dure e pure e su circa 20 mila simpatizzanti, chiede che il mondo del calcio condanni pubblicamente la prostituzione con striscioni durante le partite e distribuisca ai
fan volantini che li informino che in Ucraina la prostituzio-
ne è illegale. «L’Uefa prende posizione contro il razzismo,
perché non fare lo stesso contro il turismo sessuale e la prostituzione?», aggiunge Gutsol. Le attiviste in topless stanno
anche facendo pressione sul Parlamento perché promulghi
una legge che consenta alla polizia di perseguire gli uomini
che praticano il sesso a pagamento.
Nato tre anni fa, Femen sta rapidamente diventando un marchio
conosciuto in Ucraina dove ha
inscenato decine di proteste in
topless. Fondato per combattere la
prostituzione, che dopo il crollo del
comunismo, 20 anni fa, è dilagata
in Ucraina, il gruppo femminista è
diventato più politico, lanciando
campagne per la parità di genere,
contro la corruzione e per la riforma delle pensioni. Le sue manifestazioni, in cui in genere un gruppo di attiviste si spoglia di
fronte a edifici governativi spesso a temperature polari - per
la delizia dei media ucraini, hanno ricevuto copertura a
livello nazionale.
L'anno scorso le provocatrici femministe hanno scaricato la
loro rabbia su Mykola Azarov, il primo ministro del Paese,
dopo il suo annuncio di non voler includere le donne nel suo
governo, perché «le riforme non sono roba da donne, è troppo dura». «Femen vuole che le mogli, le fidanzate e tutte le
donne vicine ai ministri dichiarino uno sciopero del sesso
con i membri del Gabinetto in segno di protesta contro il
trattamento impudente e umiliante delle donne ucraine», ha
dichiarato quella volta il gruppo.
Di recente le giovani attiviste hanno messo in scena diverse proteste semi-nude per denunciare il turismo sessuale,
dopo che una stazione radio in Nuova Zelanda aveva promesso al vincitore di un gioco radiofonico un viaggio di due
settimane in Ucraina alla ricerca di una sposa. La pubblicità
negativa ha spinto il vincitore di rifiutare il premio.
TRA OTTO PAESI
I ministri degli esteri degli otto
stati membri del Consiglio
dell'Artico si sono riuniti nei giorni scorsi in Groenlandia per la
firma di un accordo di cooperazione regionale fra gli organismi di
protezione civile.
Si tratta di un documento senza
precedenti: finora, i singoli stati
avevano siglato solo accordi bilaterali o trilaterali, mentre quello
odierno è il primo documento a
portare le firme dei capi della
diplomazia di ciascuno degli otto
paesi del gruppo.
In pratica Canada, Danimarca,
Norvegia, Islanda, Finlandia,
Svezia, Russia e Stati Uniti
cominciano a dividersi la torta
dell'Artico, una regione grande
più di un sesto dei continenti. Per
ora se la spartiscono nella responsabilità delle ricerche e dei soccorsi aerei e marittimi.
In futuro lo faranno per l'esplorazione e lo sfruttamento di gas,
petrolio e minerali, un tesoro che
vale circa il 25% delle riserve
mondiali non ancora conosciute.
Cambiamenti climatici, scioglimento dei ghiacci, estrazioni offshore e nuove rotte sono alcuni
degli aspetti al centro dei lavori
del Consiglio che ha visto i ministri degli Esteri degli otto Paesi
membri darsi appuntamento a
Nuuk, in Groenlandia. «Questo
sta diventando un forum decisionale molto importante», ha spiegato il segretario di Stato Hillary
Clinton seduta accanto al collega
russo Serghei Lavrov. È la prima
volta che gli Stati Uniti inviano un
ministro al Consiglio i cui membri
sono anche Russia, Canada,
Norvegia, Finlandia, Islanda e
Danimarca (in virtù di Isole Faroe
e Groenlandia). L’accordo di
Nuuk riguarda la gestione delle
operazioni di ricerca e di soccorso
marittime e aeree, ma rappresenta
un precedente di grande significato in vista di altre intese sull’esplorazione e lo sfruttamento dei
giacimenti di gas, petrolio e minerali, che rappresentano circa il
25% delle riserve del Pianeta. Un
patrimonio enorme, per lo più sconosciuto, ma che diventerà più
accessibile con lo scioglimento
dei ghiacci. Secondo studi recenti
il Mare glaciale artico potrebbe
sciogliersi per buona parte già
entro il 2050 accelerando la corsa
al suo tesoro energetico.
Per questo si fa sempre più incalzante la necessità di trovare una
larga intesa in materia, superate
ormai le antiche rivalità tra Russia
e Usa non solo per le risorse, ma
anche le rotte commerciali.
Gazzettino Europeo
14 Maggio 2011
Pubblicità
[email protected]
11
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
Cultura
orizzonti transnazionali
150 anni di libri: da Oceano Mare alla
Costituzione, a ciascuno il suo..
Nel bene e nel male, ammirata e criticata, esaltata o fraintesa, è stata sicuramente l'attrazione dell'Oval e del Salone
2011. Stiamo parlando della mostra 1861-2011. L'Italia dei
Libri, l'iniziativa del Salone Internazionale del Libro per le
celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia.
La mostra è stata curata da Gian Arturo Ferrari, presidente
del Centro per il libro e la Letteratura e da un Comitato
Scientifico e un Comitato Esecutivo che hanno individuato
temi, opere, autori, e indirizzi espositivi. Soddisfazione da
parte degli organizzatori, con un'altissima presenza di pubblico, soprattutto sabato e domenica. Sorprendente l'interesse dei giovanissimi: sono venute molte scuole e i ragazzi
erano meravigliati dalla varietà del patrimonio letterario
espresso dal nostro Paese.
Una mostra di parole e immagini, ma anche di oggetti, musiche e chicche che sembravano sepolte, dove ognuno ha trovato una parte di sé: dalla bicicletta di Don Camillo al
banco di scuola dei tempi di Cuore alla colonna sonora del
Pinocchio tv di Luigi Comencini.
Naturalmente, protagonisti sono stati i 150 libri, e in particolare i 15 Super Libri che hanno cercato di raccontare al
meglio il nostro Paese.
I visitatori del Salone hanno potuto dire la loro su questa
selezione, votando la loro personale classifica nelle quattro
diverse «elezioni» proposte al Salone anche attraverso i
tanti media partner.
La prima è quella del Sedicesimo Libro, l'iniziativa lanciata
da Telecom Italia, per aggiungere ai 15 Super Libri in esposizione un titolo, scelto dai
visitatori tramite la postazione interattiva Biblet
situata al centro della
mostra e il sito telecomitalia.com. Al primo posto si è
classificato Oceano Mare di
Alessandro Baricco, superando autori fondamentali o
popolarissimi della letteratura
italiana
come
Alessandro Manzoni, Nicolò
Ammaniti, Elsa Morante e
Dacia Maraini. Fuori concorso, l'opera straniera più
votata è stata invece
Siddharta di Herman Hesse.
Fra i 15 Super Libri della
mostra, il pubblico degli
ascoltatori di Radio24 ha
scelto i magnifici tre: al
primo posto Pinocchio di
Carlo Collodi, al secondo
Don Camillo di Giovanni
Guareschi,
terzo
il
Gattopardo di Giuseppe
Tomasi di Lampedusa.
Anche Fahrenheit di Radio
Rai 3 ha invitato gli ascoltatori a indicare via mail o sms il
loro libro preferito, al di fuori di quelli selezionati per la
mostra. Sul podio: al primo posto Pier Paolo Pasolini con
Scritti corsari; al secondo La luna e i falò di Cesare Pavese;
terzo classificato L'affaire Moro di Leonardo Sciascia.
E in tutta Italia 164 librerie Giunti, Associazione Italiana
Biblioteche e alcune scuole hanno indetto dal 1° marzo al 15
aprile consultazioni che hanno fruttato oltre 10.000 schede.
Non solo sugli ultimi 150 anni. La classifica: Alessando
Manzoni ha la meglio su Dante Alighieri, nella top ten figurano due classici per ragazzi come Pinocchio e Cuore; la
prima donna è Elsa Morante con La Storia (quindicesimo
posto). Buon piazzamento anche per la Costituzione
Italiana, 24° su 150 posizioni.
Raphael Gualazzi rappresenterà l’Italia sul palco dell’ Eurosong
Raphael Gualazzi, che ha ottenuto la vittoria della categoria
Giovani all’ultimo Festival di Sanremo con la canzone
“Follia d’Amore” mettendo
d’accordo il pubblico, l’orchestra del Festival e la giuria
composta da esperti del settore, continua la sua scalata
verso il successo.
Il giovane talento scoperto da
Caterina Caselli sarà sul palco
dell’Euro Song 2011 di
Eurovision Song Contest a
Dusseldorf, la manifestazione
canora più importante a livello europeo e da cui il nostro
Paese manca da ben 13 anni, a
rappresentere l’Italia nella
serata finale con il brano
“Madness of Love”, versione
scritta metà in inglese e metà in italiano del brano sanremese “Follia d’Amore“.
Compositore ed eccellente
pianista Raphael è oggi una
delle rivelazioni del panorama musicale italiano ed ha
alle spalle un disco, “Love
Outside the Window” pubblicato nel 2005, e un’esperienza live che lo ha portato
spesso ad esibirsi anche
all’estero.
Raphael Gualazzi, si è fatto
conoscere al pubblico grazie
alla cover di “Don’t stop”
famoso brano degli anni ’70
dei Fleetwood Mac, scelta
come colonna sonora dello
spot televisivo di Eni.
London International
Wine Fair 2011: una
grande opportunità
Londra è un centro importantissimo per il mercato vinicolo internazionale. Essendo la produzione
locale molto ridotta, il Regno
Unito è uno dei maggiori Paesi
importatori al mondo. Non c'è da
meravigliarsi, dunque, se la
London International Wine Fair
- che verrà inaugurata la prossima
settimana (17/19 maggio) - viene
ritenuto uno degli appuntamenti
più importanti del settore.
Alla Manifestazione l’ICE accompagna 28 aziende provenienti da 7
Regioni: Veneto, Piemonte,
Toscana, Marche, Abruzzo, Puglia
e Sicilia e 4 Enti Regionali di tutela e promozione di Toscana,
Marche, Veneto e Sicilia .
“La London International Wine
Fair è annoverata tra gli eventi di
settore più importanti nel Regno
Unito – commenta il Presidente
dell’ICE Umberto Vattani – e
prendervi parte con il fiore all’occhiello della nostra produzione
vitivinicola significa usufruire di
una prestigiosissima vetrina sul
mercato enologico internazionale.
Il Padiglione Italia – prosegue
Vattani – allestito per l’occasione
è stato concepito con la duplice
funzione di offrire massima visibilità ai nostri prodotti e di essere, al
contempo, un animato punto di
incontro con gli operatori esteri
presso il quale prendere parte a
numerosi seminari e ad un ciclo di
degustazioni tecniche dal titolo
Italian Wine in a Glass.
Un percorso di profumi e sapori
che – precisa Vattani - attraverserà il territorio nazionale da nord
a sud. Un itinerario che parte dal
Veneto con il Soave, tocca
Toscana e Marche con il Brunello
e i vini Piceni fino a raggiungere
la Sicilia e le sue eccellenze. Al
vino siciliano, sia esso rosso, bianco o dolce verrà dedicata un’intera
giornata, che si concluderà con il
seminario: “Vino & Cioccolato”.
“Il 2010 – conclude Vattani – ha
segnato il grande rilancio del vino
italiano sui mercati internazionali
e i dati dei primi mesi del 2011
confermano questo trend”.
Il valore delle esportazioni nel
2010 ha toccato i 3,9 miliardi di
Euro, cifra record per il settore,
mentre i volumi hanno raggiunto i
24,2 milioni di ettolitri, corrispondenti ad oltre il 50% della produzione nazionale, livello mai conseguito prima. Sul versante dei volumi e dei valori il Regno Unito si
posiziona al terzo posto nella classifica dei paesi UE destinatari
delle esportazioni di vino italiano,
registrando un incremento in volume pari al 3,3% ed in valore pari a
1,9% rispetto al 2009.
12
Gazzettino Europeo
14 Maggio 2011
E-mail
[email protected]
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
Cultura
orizzonti transnazionali
Dagli Uffizi al Cafa Musem: memo sulla
mostra itinerante nel "celeste impero"
Un’occasione di incontro e di scambio culturale tra i due
popoli, ed un’opportunità per promuovere il patrimonio culturale italiano in un paese nobile e ricco di tradizioni, come
la Cina, da sempre affascinato ed incuriosito dalla cultura e
dall’arte occidentale. E' questo l'obiettivo del lungo viaggio
di 80 quadri, appartenenti al
Museo degli Uffizi, che faranno
tappa in 5 grandi musei cinesi, a
partire dallo Shanghai Museum,
dal 10 marzo prossimo fino all'agosto 2011. Un importante seguito
delle relazioni instaurate fra Italia
e Cina, consolidato dalla recente
missione del Direttore Generale
del Ministero dei Beni e le Attivita'
Culturali per la Valorizzazione del
Patrimonio Italiano, Mario Resca.
"Un'ambasceria fiorentina e italiana in questo grande Paese,
quale pegno per un futuro di scambi culturali - ma anche, e soprattutto, umani - sempre più
intensi e fruttuosi”, afferma Cristina Acidini, soprintendente del Polo Museale fiorentino".
82 le opere, selezionate in base al tema dei Generi della
Pittura e suddivise in tre sezioni principali - Paesaggio,
Natura morta e Ritratto - che coprono un ampio arco temporale, che va dalla fine del XV secolo alla seconda metà del
XX, delineando un percorso chiaro e approfondito nel raccontare l’espressione figurativa in Italia e in Europa in quei
secoli, grazie anche al cospicuo numero di autori presenti
nella mostra, oltre 50.
Fra i dipinti prescelti, tutti di altissimo pregio e tenore culturale, spiccano per notorietà l’Adorazione dei Magi del
Botticelli, la Venere della pernice di Tiziano e la Leda e il
cigno del Tintoretto. Ma si segnalano anche protagonisti
dell’arte europea, italiana e fiorentina, come Lorenzo di
Credi, Guercino, Filippo Napoletano, Claude Lorrain,
Francesco Albani, Canaletto, Gaspar van Wittel,
Bartolomeo Bimbi, fino ai più recenti Giulio Aristide
Sartorio e Giacomo Balla.
La sezione dedicata al Paesaggio accompagna il visitatore
orientale alla scoperta dei panorami naturali che gli artisti
interpretavano talvolta con fedeltà realistica ed altre con
vivace fantasia e immaginazione. Colline, fiumi, paesi e
città, rovine archeologiche, ma anche luoghi paradisiaci
dove la natura trionfa.
Apre così la mostra l’Adorazione dei Magi di Botticelli, una
tavola di forte suggestione che registra l’avvenimento cristiano all’interno di un immaginario paesaggio roccioso,
magnificamente creato dall’artista
come quinta elegante e poderosa
insieme.
La mostra prosegue con una sezione dedicata alla Natura morta o
anche Natura in posa, per la presenza di numerosi dipinti con immagini
di animali. Non solo frutta e fiori,
infatti, sono i protagonisti di questa
sezione, ma anche pesci, farfalle,
volatili, in una curiosa composizione
lirica. Il percorso prende le mosse
da una splendida opera di Tintoretto,
Leda e il Cigno: un dipinto di storia
di impostazione tradizionale, ma che
può suggerire la portata rivoluzionaria dei dipinti dedicati
alla natura morta nel contesto della pittura europea tra la
fine del Cinquecento e il principio del Seicento.
Infine, l’ultima parte della mostra è dedicata ai Ritratti,
genere principe della storia dell’arte. Lasezione prende
avvio da un primo nucleo di ritratti della fine del
Quattrocento e di primo Cinquecento, fra cui il Ritratto di
giovane di Lorenzo di Credi e la celebre Schiava di Palma il
Vecchio, per proseguire con alcune effigi della famiglia
granducale fiorentina, fra cui quella del granduca Cosimo
II, del cardinale Leopoldo, del Gran Principe Ferdinando e
di Cosimo III, appassionati committenti e collezionisti.
Proprio al cardinale Leopoldo risale l’idea stessa di raccogliere autoritratti degli artefici più famosi d’ogni luogo e di
dar vita a una collezione che oggi è la più ricca e famosa del
mondo.
Le opere, tutti dipinti eccetto quattro commessi in pietre
dure, e tutte provenienti dalla Galleria degli Uffizi, sono
state appositamente scelte tra quelle conservate nella riserva del museo fiorentino, o nelle sale non facenti parte del
percorso di visita del museo. Si è così raggiunto un duplice
obiettivo: promuovere un patrimonio prezioso e nascosto, e
non privare i visitatori abituali della Galleria di nessuna
opera preannunciata dai cataloghi del museo.
La discendente di Monna
Lisa contraria alle
ricerche dei resti mortali
La
principessa
Natalia
Guicciardini Strozzi, appartenente
ad una delle più antiche famiglie
nobili di Firenze, sta combattendo
la sua battaglia per impedire che
vengano esumati i resti di Lisa
Gherardini, sua antenata e la
donna rinascimentale che molti
credono sia stata la modella di
Leonardo da Vinci nel celeberrimo quadro ”Monna Lisa”, anche
conosciuta come La Gioconda e
Lisa del Giocondo per via del suo
matrimonio giovanile con un mercante di tal cognome.
Secondo il Daily Telegraph la
principessa – i cui legami di sangue con La Gioconda risalgono a
15 generazioni orsono – si sta
opponendo ad una squadra di
ricercatori guidati da Silvano
Vinceti che tramite un radar speciale vogliono trovare sotto il convento di Santa Ursula a Firenze la
bara di quella che si crede sia stata
la modella di Leonardo.
I ricercatori credono che se possono individuare la bara saranno in
grado di paragonare campioni di
DNA con altri campioni di membri di famiglie decedute e poi
usare frammenti del cranio per
ricostruire il volto della donna,
che morì nel 1542 all’età di 63
anni. Gli scavi nel convento
cominceranno all’inizio di giugno
e si pensa che andranno avanti per
due settimane.
La principessa Strozzi è indignata.
”I resti dei miei antenati dovrebbero essere lasciati in pace”, ha
dichiarato al Telegraph. ”Che differenza farebbe trovare i resti
della modella di Leonardo per l’universale fascino del suo dipinto?”, ha chiesto la principessa.
Gazzettino Europeo
14 Maggio 2011
Pubblicità
[email protected]
13
Bandi e Concorsi Europei
APRILE
MAGGIO
MAGGIO
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
PARLAMENTO EUROPEO
AFFARI SOCIALI E PARI OPPORTUNITA’
VP/2011/04 - ACTIONS FOR COOPERATION
AND INFORMATION ON SOCIAL SECURITY
COORDINATION CALL FOR PROPOSALS
Assicurare che le persone non perdano i propri diritti di sicurezza sociale, quando viaggiano o lavorano all'estero.
Stanziamento: € 3.000.000 - VP/2011/04
Scadenza: 31 maggio 2011
COOPERAZIONE EUROPEAID
EuropeAid/131114/C/ACT/Multi - INVITO A
PRESENTARE PROPOSTE NELL'AMBITO DELLO
"STRUMENTO PER LA SOCIETÀ CIVILE:
AZIONI DI PARTENARIATO - EMANCIPAZIONE
DELLE DONNE"
Stanziamento: € 1.650.000 - EuropeAid/131114/C/ACT/Multi
Scadenza: 31 maggio 2011
SALUTE E TUTELA DEL CONSUMATORE
INVITO A PRESENTARE CANDIDATURE 2011PROGRAMMA D'AZIONE COMUNITARIO IN
MATERIA DI SANITÀ PUBBLICA (2008-2013)
Il programma persegue l’obiettivo di migliorare la sicurezza
sanitaria dei cittadini, anche riducendo le disparità sanitarie.
Stanziamento: € 48.313.028 - GUUE 2011/C 68/04
Scadenza: 27 maggio 2011
ISTRUZIONE E CULTURA
EACEA/36/10 - ATLANTIS: AZIONE A FAVORE
DI LEGAMI TRANSATLANTICI E DI RETI
UNIVERSITARIE IN MATERIA DI FORMAZIONE
E STUDI INTEGRATI - ANNO 2011
Progetti di consorzi riguardanti le lauree transatlantiche
Stanziamento: € 6.440.000 - GUUE 2011/C 2/02
Scadenza: 24 maggio 2011
COOPERAZIONE EUROPEAID
EuropeAid/131079/L/ACT/RS - SOSTENERE
L'ACCESSO AL MIGLIORAMENTO DEI DIRITTI,
L'OCCUPAZIONE E SOSTENTAMENTO DEI
RIFUGIATI E DEGLI SFOLLATI IN SERBIA
Assistere i comuni in Serbia per il problema dei rifugiati
Stanziamento: € 2.640.000 - EuropeAid/131079/L/ACT/RS
Scadenza: 22 maggio 2011
COOPERAZIONE EUROPEAID
EuropeAid/131266/C/ACT/MULTI - AZIONI
PREPARATORIE PER LA CONSERVAZIONE
E IL RECUPERO DEL PATRIMONIO CULTURALE
NELLE AREE DI CONFLITTO NEI
BALCANI OCCIDENTALI
Stanziamento: € 2.250.000 - EuropeAid/131266/C/ACT/MULTI
Scadenza: 20 maggio 2011
COOPERAZIONE EUROPEAID
EuropeAid/131231/M/ACT/HR - CROAZIA MODERNIZZAZIONE DEI PROGRAMMI
SCOLASTICI IN SCUOLE DI FORMAZIONE
PROFESSIONALE IN LINEA CON LE MUTEVOLI
ESIGENZE DEL MERCATO DEL LAVORO
Stanziamento: € 2.600.000 - EuropeAid/131231/M/ACT/HR
Scadenza: 20 maggio 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
FP7-ICT-2011-C: invito a presentare proposte
per l'azione TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E
DELLA COMUNICAZIONE nell'ambito del programma specifico 'COOPERAZIONE' del VII PQ di RST
Invito per Future and emerging technologies
Stanziamento: € 46.000.000 - GUUE 2010/C 196/06
Scadenza: 17 maggio 2011
AVVISO: Per dettagli sui Bandi soprariportati o per accedere agli elenchi ed alle schede complete dei Bandi in
scadenza a giugno, luglio, agosto e settembre 2011, consultare “GAZZETTINO EUROPEO - Eurofinanziamenti”,
rivista quindicinale in abbonamento.
Quote di sottoscrizione sul sito www.gazzettinoeuropeo.it/eurofin.htm
16
Gazzettino Europeo
14 Maggio 2011
Pubblicità
[email protected]
GAZZETTINO
EUROPEO.IT