aumenta dello 0,8% il pil dei paesi ue. italia, lumaca
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Sabato 14 Maggio 2011 Direttore Antonio Ciliento Anno III - Numero 16 www.gazzettinoeuropeo.it GAZZETTINO EUROPEO PARLAMENTO EUROPEO SETTIMANALE DI INFORMAZIONE E DOCUMENTAZIONE COMUNITARIA PER L’EUROPA E IL MEDITERRANEO GAZZETTINO EUROPEO.IT Secondo i dati Eurostat, il Pil in Italia è cresciuto solo dello 0,1% nei primi tre mesi dell'anno rispetto all'ultimo trimestre 2010 AUMENTA DELLO 0,8% IL PIL DEI PAESI UE. ITALIA, LUMACA D'EUROPA CON LO 0,1% Vola la Germania con un +1,5% confermandosi locomotiva d’Europa, Sul dato italiano il livello di indebitamento pubblico che, secondo bene anche la Francia (+1%), Regno Unito (+0,5%), Spagna (+0,3%) le previsioni di primavera dell’Ue, «raggiungerà presto il picco» La polizia ha sparato lacrimogeni contro decine di giovani che lanciavano pietre SCIOPERO GENERALE IN GRECIA CONTRO IL PIANO ANTI-CRISI: DISORDINI AD ATENE EUROPARLAMENTO APPROVATO IL NUOVO REGISTRO COMUNE PER I LOBBISTI INNOVAZIONE eHEALTH PER MIGLIORARE LA SANITA’ IN EUROPA In subbuglio la Grecia, che continua a scioperare contro il piano di austerity adottato dal governo in cambio degli aiuti finanziari concessi da Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale per cercare di risolvere la grave crisi debitoria che attanaglia il Paese APPUNTAMENTI EUROVISION SONG CONTEST 2011 AL GRAN FINALE: CHI VINCERA’? VACANZE TURISMO: PROSPETTIVE OTTIMISTICHE IN TUTTA L’UE PER L’ESTATE 2011 L’Eurovision Song Contest di quest’anno si tiene in Germania, a Düsseldorf, dal 10 al 14 maggio. Dopo 13 anni, l’Italia vi partecipa di nuovo con Raphael Gualazzi, il vincitore di Sanremo giovani Secondo Eurobarometro gli atteggiamenti dei cittadini europei nei confronti del turismo confermano il costante recupero dalla crisi economica 2 Gazzettino Europeo 14 Maggio 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Secondo i dati Eurostat, il Pil in Italia è cresciuto solo dello 0,1% nei primi tre mesi dell'anno rispetto all'ultimo trimestre 2010 AUMENTA DELLO 0,8% IL PIL DEI PAESI UE. ITALIA, LUMACA D'EUROPA CON LO 0,1% L’ufficio statistico dell'Unione europea, Eurostat, in questi giorni ha reso noto le stime relative al PIL dei paesi Ue per il primo trimeste 2011 ed il quadro che ne deriva conferma in pieno le tendenze in atto: Berlino locomotiva d’Europa, seguita a distanza dalla Francia, mentre l’Italia resta fanalino di coda per l’eccessivo debito pubblico. I dati Eurostat fotografano, dunque, il sempre più evidente divario tra le economie dei paesi di Eurolandia, laddove la Germania appare letteralmente in grado di volare, confermandosi soggetto economico capace di guidare l’uscita dalla crisi di tutto il Vecchio Continente, malgrado la crisi dei debiti sovrani e le zavorre delle “periferie”. Nel primo trimestre dell’anno il Pil tedesco è cresciuto dell’1,5% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. L’espansione su base annua si colloca addirittura al 4,8%. Un dato più che confortante anche alla luce delle previsioni future: in questi giorni il Fmi ha ipotizzato un trend espansionistico per l’economia tedesca anche nei mesi e negli anni a venire: +2,5% nel 2011, +2,1 nel 2012. Significativo anche l'aumento della Francia, pari all'1% rispetto al trimestre precedente e al 2% nel confronto con un anno fa ed in crescita si confremano Regno Unito (+0,5%) e Spagna (+0,3%) . Complessivamente, il Pil dei 17 Paesi della zona dell'euro e quello dell'Unione europea è aumentato dello 0,8% in questo primo trimestre dell'anno. In Italia «la ripresa continua ad essere lenta» ed è trainata soprattutto dalle esportazioni: lo ha affermato la Commissione Ue, che per il 2011 si attende una crescita del pil dell'1% (leggermente in ribasso rispetto all'1,1% previsto in febbraio) e nel 2012 dell'1,3%, contro una media dell'Eurozona dell'1,6% quest'anno e dell'1,8% il prossimo. Il Pil in Italia è cresciuto solo dello 0,1% nei primi tre mesi dell'anno rispetto all'ultimo trimestre 2010 e la ripresa italiana, ha sottolineato ancora Bruxelles - che il 13 maggio ha presentato le previsioni economiche di primavera - appare oggettivamente modesta, considerato che il debito pubblico italiano nel 2011 balzerà al 120,3%. Ma, grazie al previsto ritorno dell'avanzo primario di quest'anno, scenderà al 119,8% nel 2012. Comunque, le istituzioni europee, appaiono moderatamente ottimiste circa la situazione complessiva dell’Europa e la possibilità di superamento della crisi nonostante le prospettive continuino a essere notevolmente diverse per i singoli Stati. Secondo le previsioni di primavera appena pubblicate, la ripresa economica nell'UE continua ad avanzare, nonostante persistenti vulnerabilità sui mercati finanziari e un ambiente esterno divenuto più difficile. Gli investimenti in beni strumentali sono destinati ad accelerare notevolmente quest'anno, sostenuti da una revisione al rialzo della crescita delle esportazioni. Gli investimenti nell'edilizia, invece, continueranno a ridursi rispecchiando gli aggiustamenti in atto in diversi Stati membri. Nel frattempo, i consumi privati quest'anno, dovrebbero registrare un modesto incremento nell'UE, mentre la loro graduale ripresa dovrebbe essere successivamente sostenuta da un lento miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro, da una crescita moderata dei redditi e da tassi di risparmio più bassi. I tassi di inflazione più elevati, tuttavia, hanno rallentato in una qualche misura il ritmo di questo rafforzamento graduale rispetto alle previsioni di autunno. Inoltre, il processo di riduzione della leva finanziaria e dell'indebitamento nei settori delle imprese e delle famiglie tuttora in corso, l'accresciuta avversione al rischio e l'impatto del consolidamento di bilancio sono destinati a pesare sulla spesa per investimenti e consumi nel breve termine. Come avviene sempre nelle riprese che succedono a gravi crisi finanziarie, la ripresa dell'UE sarà più smorzata rispetto ai rimbalzi precedenti e anche se la domanda proveniente dal settore privato interno è destinata a rafforzarsi gradualmente, la ripresa sarà sempre più autoalimentata nel periodo oggetto di previsione. Per quanto riguarda le medie annuali, la crescita del PIL dovrebbe passare da poco più dell'1½% nella area dell'euro e dell'1¾% nell'UE quest'anno a circa il 2% in entrambe le aree nel 2012. Le cifre per il 2011 sono leggermente superiori a quanto era stato previsto nelle precedenti previsioni complessive dell'autunno scorso. Il quadro complessivo nasconde notevoli differenze negli sviluppi tra gli Stati membri. Alcuni paesi, in particolare la Germania, ma anche alcune piccole economie orientate all'esportazione, hanno registrato un solido rimbalzo dell'attività, mentre altri, in particolare alcuni paesi periferici, stanno segnando il passo. Si prevede che il ritmo della ripresa all'interno dell'UE continuerà a variare. La correzione in atto degli squilibri all'interno dell'UE è destinata a continuare nel periodo oggetto di previsione. Tale aggiustamento è più deciso nei paesi nei quali i disavanzi erano più consistenti all'inizio della crisi, essendo dovuto in larga misura ad una riduzione dei consumi. Tuttavia anche alcuni avanzi strutturalmente elevati delle partite correnti registrano una riduzione dovuta sia ad un incremento della domanda interna che a maggiori importazioni. La situazione sui vari mercati del lavoro europei continua ad essere diversa, con tassi di disoccupazione che vanno dal 4-5% nei Paesi Bassi e in Austria al 17-21% della Spagna e dei Paesi Baltici. L'occupazione nell'UE è leggermente cresciuta nell'ultimo trimestre del 2010, spinta da miglioramenti in tutti i settori, tranne l'industria e l'edilizia. Tenendo conto del divario di tempo che intercorre abitualmente tra un aumento della produzione e la crescita dell'occupazione, quest'ultima dovrebbe registrare quest'anno solo un modesto miglioramento in entrambe le aree, laddove, in effetti, le previsioni relative all'occupazione parlano di un calo di circa mezzo punto percentuale nel periodo di previsione. D’altra parte, le finanze pubbliche hanno cominciato a migliorare l'anno scorso. In conseguenza della crescita più elevata e della fine delle misure temporanee di incentivazione, il disavanzo delle pubbliche amministrazioni nell'UE dovrebbe scendere da circa il 6½% del PIL nel 2010 a circa 4¾% nel 2011 e 3¾% nel 2012, con un andamento sostanzialmente simile ma ad un livello leggermente inferiore nell'area dell'euro. Si tratta di una situazione leggermente più favorevole rispetto a quanto previsto in autunno. I tagli alla spesa costituiscono la maggior parte degli aggiustamenti in entrambe le aree. L'indice di indebitamento, invece, resta su un percorso di crescita nel periodo oggetto di previsione, raggiungendo l'83% del PIL nell'UE e l'88% nell'area dell'euro entro il 2012. La tua pubblicità su Efficace, conveniente, diversa. Plausibile alternativa. [email protected] Gazzettino Europeo 14 Maggio 2011 Pubblicità [email protected] 3 GAZZETTINO EUROPEO.IT CONFERENZA DI MALTA Le sollevazioni democratiche nell'area del Mediterraneo e le legittime aspirazioni dei giovani a un lavoro e a un futuro migliore in tali paesi hanno messo in evidenza la necessità che l'UE offra maggiore supporto alla regione, sotto il profilo sia democratico sia economico. Nel corso dell'ottavo incontro Euro-Mediterraneo dei Ministri dell'industria a Malta, è stato approvato il programma di lavoro 2011/2012 con l'obiettivo di creare, in un'ottica di lungo periodo, una regione in cui le imprese dei paesi del Mediterraneo e dell'UE possano esportare, importare, investire, avviare iniziative imprenditoriali comuni e creare posti di lavoro alle stesse condizioni di efficienza e di certezza del diritto di quelle esistenti nel mercato unico europeo. Il vicepresidente della Commissione europea e commissario responsabile per l’Industria e l’imprenditoria, Antonio Tajani, ha formulato una serie di proposte per raggiungere tali risultati. "L'UE deve dare un chiaro segnale che una stretta cooperazione industriale e la creazione di un contesto favorevole alle PMI sono nell'interesse sia dei paesi del Mediterraneo sia dell'UE. L'ulteriore sviluppo economico e la creazione di posti di lavoro sono fondamentali non solo per la stabilità politica della regione, ma anche per contribuire a gestire i flussi migratori. Ora più che mai è importante che i partecipanti alla rete si confrontino sulle modalità di creazione di una collaborazione UNIONE PER IL MEDITERRANEO: LE PROPOSTE UE PER PROMUOVERE SVILUPPO, LAVORO E STABILITA' imprenditoriale ancora più stretta" ha dichiarato Tajani. Ha invitato dunque a promuovere lo spirito imprenditoriale e lo sviluppo delle PMI e a estendere la collaborazione industriale nella regione, sotto- lienando al contempo i progressi realizzati nel periodo 2009/2010 nel quadro dell'attuazione della Carta Euro-Med per le imprese, destinati, a suo parere, ad evolvere ancora. Inoltre, ha auspicato l'attuazione di uno "Small Business Act" per l'area del Mediterraneo, contenente disposizioni a favore delle piccole imprese: sulla scia di quello già introdotto nell'UE nel 2008, potrebbe contribuire ad attivare la diffusione anche nell'area del Mediterraneo dell'imprenditorialità su vasta scala, in modo tale da favorire la nascita e lo sviluppo di economie dinamiche e vivaci. In particolare, il vicepresidente Tajani ha messo in luce i progressi realizza- PARLAMENTO EUROPEO ti nel periodo 2009/2010 nel quadro dell'attuazione della Carta Euro-Med per le imprese. A suo parere proprio la Carta è destinata a evolvere ed egli ha espresso l'auspicio di poter parlare presto di un vero "Small Business Act" per l'area del Mediterraneo. Infine, per l'ulteriore sviluppo della regione, il vicepresidente della Commissione europea ha espresso la necessità di formulare una strategia sulle modalità attraverso cui estendere ai paesi del Mediterraneo le iniziative dell'UE in settori quali, oltre all'industria, il turismo, le politiche spaziali, l'estrazione di materie prime, nonché di trasferire, da un'area all'altra, tecnologie e innovazione. Altri temi al centro del dibattito della conferenza di Malta sono stati gli accordi sulla valutazione della conformità e sull’accettazione (ACAA) dei prodotti industriali e il modo migliore per facilitare gli scambi commerciali. L’intero summit è stato caratterizzato dalla comune volontà di rinvigorire l’azione di questo partenariato multilaterale, nato con l’obiettivo di accrescere il potenziale di integrazione e di coesione regionale tra i paesi del Mediterraneo. La speranza è che questa Unione per il Mediterraneo passi con determina- zione dal sopore attuale a volano di grande sviluppo dell’area mediterranea. L’Unione per il Mediterraneo è un’istituzione formata da 43 stati (dell’Europa e di tutti quelli bagnati dal “mare nostrum”) che potrebbe già da subito diventare un braccio sia politico che operativo per l’integrazione delle sponde sud e nord, del Medio Oriente e dei Balcani, formando un’area geocontinentale capace di favorire l’integrazione fra Stati, privilegiando iniziative in materia di cooperazione industriale i cui obiettivi dovrebbero riguardare: - il rafforzamento della competitività delle imprese, con un'attenzione particolare alle esigenze delle piccole e medie imprese; - l’incentivo agli investimenti interni ed esteri; - l’agevolazione della libera circolazione dei beni industriali; - la promozione dell'innovazione; - lo sviluppo del settore dei servizi attraverso l’individuazione dei settori chiave e l’impulso alla cooperazione regionale; - l'inserimento della cooperazione industriale in un contesto di sviluppo duraturo. Insomma un contesto di collaborazioni virtuose, nell’ambito di una politica autorevole, democratica e rispettosa di tutti i popoli; e in grado di espandere la ricchezza verso l’Africa più povera e un processo di pace verso quel Medio Oriente funestato da guerre (come quella israelo-palestinese) e orribili dittature (come quella iraniana). STRASBURGO SI INTERROGA SU SCHENGEN E LA REINTRODUZIONE DEI CONTROLLI ALLE FRONTIERE La domanda di Parigi e Roma di riconsiderare la possibilità di reintrodurre controlli temporanei alle frontiere all'interno della zona Schengen e la relativa risposta della Commissione europea sono state al centro di un acceso dibattito nel corso dell’ultima plenaria di Strasburgo del Parlamento europeo, alla presenza del presidente della Commissione Barroso e della commissaria Mallström. In molti riconoscono il bisogno di gestire meglio i flussi migratori e le emergenze come quella recente del Nord Africa, ma la maggior parte dei deputati si oppone a ogni possibile tentativo di indebolire il principio di libera circolazione all'interno dei confini europei. La rappresentante della presidenza ungherese Enikõ Gyõri ha anticipato che la questione sarà all'odg del Consiglio europeo di giugno. "Ogni possibile reintroduzione dei controlli alle frontiere deve essere fatta in quadro comune e con l'accordo delle istituzioni europee", ha affermato. La Commissione europea ha presentato la settimana scorsa il suo piano per una gestione coordinata della pressione migratoria a seguito degli eventi nel Mediterraneo. Il presidente José Manuel Barroso ha sottolineato che la "libertà di circolazione è per l'Europa quello che le fondamenta sono per gli edi- fici: se si tolgono crolla tutto". Ha tuttavia ricordato che l'opzione di reintrodurre controlli alle frontiere "è già prevista nel sistema Schengen per casi eccezionali. Queste eccezioni devono essere veramente l'ultima opzione possibile". A nome del PPE il tedesco Manfred Weber ha detto che Schengen è una grande realizzazione per l'Europa "e i cittadini lo sentono ogni volta che si mettono per strada". Ha citato l'esempio della Svezia dove "ogni anno vengono accolti almeno 25.000 rifugiati ma Stoccolma non ha mai chiesto la reintroduzione delle frontiere". Ha anche ammonito che "l'accesso di Romania e Bulgaria nell'area Schengen non deve essere ritardato a causa della discussione in corso". "25.000 immigrati che attraversano il Mediterraneo non sono una crisi, e possono essere facilmente gestiti via una giusta ripartizione del carico", ha constatato il leader socialista Martin Schulz, accusando la Francia e l'Italia di "creare il problema" e poi domandare la chiusura delle frontiere per affrontarlo. "Non potete sospendere i diritti dei cittadini europei così, stiamo perdendo lo spirito europeo", ha protestato. Di "ping pong fra due governi sulle spalle dei rifu- giati" ha parlato il capogruppo liberale Guy Verhofstadt. Reintrodurre i controlli alle frontiere è "contro l'essenza dell'UE" e si tratta di "una reazione sproporzionata" rispetto alle dimensioni del problema. Di un altro tono il conservatore britannico Timothy Kirkhope. Per lui "è ora di focalizzarsi su un migliore controllo delle frontiere, più che sulla libertà di movimento. Oggi siamo davanti a sfide che non esistevano prima: disoccupazione di massa, immigrazione dal Nord Africa, terrorismo... Il sistema in vigore non è adeguato a rispondere a queste nuove problematiche". Daniel Cohn-Bendit, voce dei Verdi, è andato all'attacco ricordando che quando c'è stata la guerra in Bosnia, l'UE ha ospitato migliaia di rifugiati senza gridare alla crisi. "La Germania ne ha accolti qualche centinaia di migliaia, e non è ancora affondata! Smettetela di dirci che i problemi del Nord Africa sono problemi di sicurezza! D'altra parte se si reintroducessero i controlli alle frontiere, sarebbero controlli facciali: sarebbero controllati solo quelli un po' abbronzati, o diversi". Sulla stessa lunghezza d'onda Rui Tavares, portoghese della Sinistra Unita: "Non possiamo e non dobbiamo allontanarci da Schengen, sarebbe un danno irreversibile per l'Europa. E dobbiamo proteggere i nostri cittadini, ma anche quelli di siriani, quelli di Bengasi e di altrove". 4 Gazzettino Europeo 14 Maggio 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Dal prossimo giugno tutti i membri delle lobby che intrattengono rapporti con Parlamento e Commissione europea saranno registrati in un elenco unico pubblicato on-line L’EUROPARLAMENTO VARA IL REGISTRO DEI LOBBISTI. MA L’ISCRIZIONE RESTA VOLONTARIA Il Parlamento europeo, riunito in plenaria a Strasburgo, ha approvato mercoledì l'accordo raggiunto fra Commissione e Parlamento su un nuovo registro per i lobbisti e gruppi d'interesse che vogliono avere accesso alle due istituzioni. Il Parlamento ha anche approvato la cosiddetta "traccia legislativa", la possibilità per i deputati di allegare la lista dei contatti avuti con i lobbisti alle relazioni, e chiesto che il registro diventi obbligatorio e includa anche il Consiglio. Il relatore per il provvedimento, Caro Casini (PPE), Presidente della commissione affari costituzionali, durante il dibattito in Aula, ha detto che i testi approvati: "sono un primo passo verso una maggiore trasparenza" e ha aggiunto che "il voto di oggi rappresenta una chiara indicazione del nostro impegno per la trasparenza". Secondo gli eurodeputati, il nuovo "Registro per la trasparenza", che unifica i registri esistenti di Parlamento e Commissione, contribuirà a migliorare la trasparenza dell'Ue poiché i cittadini potranno facilmente ottenere informazioni su persone e organizzazioni che avvicinano regolarmente le istituzioni europee. Un registro unico dovrebbe inoltre facilitare la registrazione dei gruppi d'interesse. Il cambio di denominazione da registro dei lobbisti a registro per la trasparenza renderà più semplice l'iscrizione per organizzazioni e privati quali think tank o comunità religiose. Il nuovo registro dovrebbe essere disponibile online a giugno di quest'anno. Nonostante l'appello di numerosi deputati per un registro obbligatorio, l'accordo raggiunto ne prevede solo uno volontario. Per quanto riguarda il PE tuttavia, il registro rimane in pratica obbligatorio, poiché è necessario iscriversi per avere accesso al Parlamento. La risoluzione adottata accoglie con favore l'impegno preso dal Consiglio di partecipare presto al registro comune, pur non avendo quest'istituzione preso parte ai negoziati. I deputati hanno approvato la proposta d'introdurre una "traccia legislativa", una lista allegata alle risoluzioni con i nomi di tutti i lobbisti incontrati dal relatore durante la preparazione del testo. Il nuovo registro conterrà inoltre informazioni sul numero di persone che svolgono attività di lobbista e se questi ricevono fondi europei e prevederà una procedura per la gestione dei reclami e l'erogazione di sanzioni. In un altro testo sulle modifiche necessarie al regolamento parlamentare interno, l'Aula ha deciso di inserire l'obbligo per i deputati di aggiornare la dichiarazione d'interessi finanziari appena necessario, e almeno una volta all'anno. Più di 1700 sono le associazioni accreditate come gruppi di interesse in seno al Parlamento, ben 3900 quelle alla Commissione. Già nel 2008 il Parlamento aveva chiesto di creare un registro comune contenente informazioni sui rappresentanti di interessi (lobbisti) che operano per influire sulla formulazione delle politiche e sui processi decisionali delle istituzioni europee. Istituendo questo Registro volontario nel contesto dell’iniziativa europea per la trasparenza, l’Unione europea intende far sì che i cittadini possano sapere quali interessi generali o specifici si adoperano per influire sul processo decisionale delle istituzioni UE: OLTRE META’ DEGLI INTERNAUTI USA UNA LINGUA STRANIERA PER NAVIGARE L'ultima inchiesta paneuropea Eurobarometro pubblicata in questi giorni rivela che sul web il 90% degli internauti europei preferisce consultare siti web nella propria lingua mentre il 55% usa una lingua diversa almeno occasionalmente. Il 44% dei navigatori europei ritiene tuttavia di non reperire le informazioni ricercate perché le pagine web non sono in una lingua comprensibile, mentre solo il 18% effettua acquisti online in una lingua straniera. I risultati sottolineano l'esigenza di investire in strumenti per la traduzione online, in modo che gli internauti europei non siano ostacolati nel reperimento di informazioni o prodotti online perché non posseggono le competenze linguistiche necessarie. Attualmente la Commissione europea gestisce 30 diversi progetti di ricerca incentrati sull'interfaccia linguistica e il contenuto digitale, finanziati per mezzo di 67 milioni di euro, mentre ai nuovi progetti presentati quest'anno saranno assegnati 50 milioni di euro supplementari. Il sondaggio mostra che, nonostante online si trovi un ingente quantitativo di contenuti di qualità, non tutti possono usufruirne equamente, a causa delle diverse competenze linguistiche. In media un internauta su due nei 23 Stati membri usa una lingua diversa dalla propria lingua materna per leggere online. Questo dato nasconde però importanti variazioni poiché fra il 90% e il 93% dei greci, sloveni, lussemburghesi, maltesi e ciprioti ha indicato di avvalersi di altre lingue durante la navigazione, mentre solo il 9% dei cittadini britannici, l'11% degli irlandesi, il 23% dei cechi e il 25% degli italiani ha dichiarato fare lo stesso. Il sondaggio conferma che l'inglese è la lingua più usata quando si tratta di leggere e fruire di contenuti in rete in una lingua diversa dalla propria: nell'UE quasi la metà degli internauti, ossia il 48%, usa l'inglese almeno occasionalmente, mentre lo spagnolo, il tedesco e il francese sarebbero utilizzati dal 4-6% degli utenti. Anche in questo caso la realtà negli Stati membri è estremamente varia: il 90% degli utilizzatori di internet a Cipro, il 97% a Malta e l'85% in Grecia e Svezia consulta siti in inglese se le informazioni non sono disponibili nella loro lingua, ma lo stesso fanno solo il 35% degli italiani, il 45% dei lettoni, il 47% dei rumeni e il 50% dei francesi. D'altra parte i lussemburghesi preferiscono usare il francese nel 67% dei casi e il tedesco nel 63% rispetto al 55% che preferisce l'inglese. Nel Regno Unito e in Irlanda, dove pochi internauti hanno affermato di usare una seconda lingua, il francese risulta la lingua straniera più usata per leggere e consultare contenuti in rete, rispettivamente nel 9% e 7% dei casi. La maggior parte delle persone si trova a usare un'altra lingua per cercare informazioni (81%), ma il 62% se ne avvale nelle relazioni sociali, solitamente per comunicare online con gli amici o per motivi professionali (52%). Ben il 44% dei partecipanti ritiene di non reperire informazioni importanti perché le pagine web sono europee e quali risorse mobilitano a tal fine. Sotto questo aspetto, il registro si comporrà comunque di due sezioni, la prima riguarderà le società di consulenza e gli studi legali che fanno lobby, la seconda ricomprenderà le altre rappresentanze (ONG e centri studi che dovranno render conto del loro bilancio complessivo e della ripartizione delle principali fonti di finanziamento). DEBITI TRANSFRONTALIERI: PRESTO MISURE PER IL CONGELAMENTO DEGLI ATTIVI PATRIMONIALI IN UE Il Parlamento chiede con urgenza nuove iniziative legislative su congelamento dei debiti transfrontalieri e trasparenza degli attivi patrimoniali per rendere più efficace il recupero dei debiti all´interno dell'area europea e incoraggiare il commercio tra gli Stati membri. "Considerato che l'attuale livello di debito transfrontaliero è notevolmente basso" e che il costo del recupero dei debiti può essere "proibitivo", il Parlamento ritiene che "sia giunto il momento di semplificare e accelerare queste procedure di riscossione", ha dichiarato la relatrice Arlene McCarthy (S&D, UK). Il Parlamento chiede quindi alla Commissione europea di presentare due differenti progetti di regolamento: uno per un Ordine europeo di conservazione del patrimonio (OECP) e l'altro per un Ordine europeo di divulgazione del patrimonio (OEDP), avanzando anche proposte sulla forma che questa legislazione dovrebbe assumere. "Il Mercato unico europeo - ha proseguito McCarthy - dà ai cittadini il diritto di vivere, lavorare o fare affari ovunque all'interno dell'Unione. Allo stesso tempo dobbiamo garantire che i cittadini possano essere tutelati qualora siano vittime di frodi, furti o mancati pagamenti all'interno di questo mercato. Abbiamo approvato leggi per garantire che le sentenze siano rispettate in tutta l'Europa, ma finché non esiste un modo più semplice per rendere trasparenti i patrimoni rubati e assicurare la possibilità che siano congelati, resta ancora troppo facile per gli operatori fraudolenti nascondere i propri guadagni illeciti". Secondo i deputati, i regolamenti dovrebbero indicare quale tribunale nazionale ha il diritto di emanare questi ordini. Per farne richiesta, sarà disponibile un semplice modulo standard multilingue, anche attraverso il portale europea e-Justice. L'Ordine europeo di conservazione del patrimonio dovrebbe essere ottenibile senza che sia notificato al debitore nessun preavviso e il costo di utilizzo dovrebbe essere mantenuto al minimo. in una lingua a loro non comprensibile: questo è il caso dei greci (60%), degli spagnoli (58%) e dei portoghesi (56%). Gli acquisti online sono un'occasione in cui gli internauti preferiscono usare la propria lingua. Solo il 18% degli utenti di internet nell'UE effettua acquisti in rete in una lingua diversa frequentemente o sempre e il 42% dichiara di non acquistare mai in una lingua diversa dalla propria. Usa inoltre le lingue straniere per gli acquisti in rete il 61% gli uomini, mentre le donne si attestano al 51%. Mentre quasi nove partecipanti su dieci, ossia l'88%, ritengono che tutti i siti web prodotti nel loro paese dovrebbero usare le lingue nazionali ufficiali, circa otto su dieci (81%) pensano tuttavia che tali siti web dovrebbero anche presentare versioni in altre lingue. Gazzettino Europeo 14 Maggio 2011 Pubblicità [email protected] 5 GAZZETTINO EUROPEO.IT Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione aiutano gli operatori sanitari dell'UE a offrire ai pazienti servizi più efficaci ed efficienti UNA TASK FORCE DELL’UE SPIEGA COME PROMUOVERE eHEALTH PER AIUTARE I PAZIENTI E MIGLIORARE L’ASSISTENZA SANITARIA Il 10 maggio 2011 si è riunita a Budapest, per la prima volta, una task force dell’UE dedicata a eHealth. Nel corso dell’incontro, presieduto da Toomas Hendrilk Ilves, Presidente della Repubblica di Estonia, è stato valutato il ruolo delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (TIC) nell’assistenza sanitaria e sociale e sono stati proposti modi con cui le TIC possono accelerare l'innovazione dell’assistenza sanitaria a beneficio dei pazienti, dei professionisti della sanità e dell’intero settore sanitario. Il gruppo consultivo ad alto livello, che si è riunito ai margini della eHealth week svoltasi in Ungheria, comprende professionisti del settore sanitario, rappresentanti dei pazienti e dell'industria medica, farmaceutica e delle TIC, nonché esperti giuridici e responsabili delle politiche sanitarie. Già adesso le applicazioni delle TIC contribuiscono a rendere i pazienti più autonomi e a rispondere alle sfide cui i sistemi sanitari sono chiamati a far fronte - quali l’invecchiamento demografico, l'aumento delle malattie croniche, la carenza di personale e le restrizioni di bilancio - ad esempio consentendo diagnosi e cure a distanza nonché la condivisione sicura dei dati relativi ai pazienti. Al di là di questo, tuttavia, eHealth presenta ancora un forte potenziale di crescita per il futuro: consentire ai professionisti del settore sanitario di passare più tempo con i pazienti; migliorare l’autoassistenza e l’autonomia dei pazienti e degli anziani; sviluppare nuove tecniche diagnostiche basate sulla modellizzazione. Un recente studio su eHealth dimostra che gli ospedali non stanno ancora utilizzando le TIC al massimo del loro potenziale. Benché la maggior parte degli ospedali sia collegata alla banda larga, soltan- I Ministri UE discuteranno la proposta to il 4% di essi offre ai pazienti l’accesso online ai di realizzazione nel 2011, il cui gruppo direttivo loro dati medici. discuterà sul come migliorare la salute e la qualità La nuova Task force indicherà alla Commissione di vita degli anziani, rendere più sostenibili i sistecome sfruttare il potenziale di eHealth per realizza- mi sanitari e creare nuove opportunità di crescita e re in Europa un’assistenza sanitaria di mercato per l’Europa. più sicura, di migliore qualità e più Su eHealth è ora in corso una consultazione pubbliefficiente in termini - tra l’altro - di ca dell’Ue. Le risposte ad essa confluiranno nei diagnosi, prevenzione e cure. Essa lavori preparatori del piano d’azione eHealth 2012esaminerà attentamente le possibili 2020 che la Commissione presenterà entro la fine opportunità per rendere interoperabi- del 2011. Questo processo contribuirà inoltre a li i servizi e le tecnologie eHealth in definire le future attività di ricerca intese a migliotutta l’UE. rare la diagnosi, l’individuazione precoce e la Studierà inoltre le interazioni tra le gestione delle malattie, avvalendosi di tecniche di iniziative concernenti eHealth, la telemedicina e la modellizzazione e simulazione. politica sociale. La Task force terrà conto degli attuali sviluppi politici a livello UE, compresa l’Agenda digitale europea, il partenariato europeo per l'innovazione sull'invecchiamento attivo e in buona salute e la direttiva sui diritti dei pazienti per le cure transfrontaliere, di recen- I consumatori europei non rischieranno più di acquistare te adozione. La sua attenzione, tuttavia, sarà inavvertitamente abiti contenenti pelliccia o pelle grazie concentrata sul futuro, e su come l'innova- alle nuove norme in materia di etichettatura tessile zione può recare vantaggio ai sistemi sanita- approvate dal Parlamento europeo nel corso dell’ultima ri ed all’intera società. plenaria di Strasburgo. Mercoledì, infatti, il Parlamento L’Unione europea ha investito nella ricerca ha approvato l'accordo, raggiunto con il Consiglio prima eHealth per oltre 20 anni. Dal 2004, anno in di Pasqua, sulle modifiche del regolamento sull'etichettacui è stato avviato il primo piano d’azione tura dei prodotti tessili. Il team negoziale del Parlamento, eHealth, l’Agenda digitale europea ha previ- guidato dal relatore Toine Manders (ALDE, NL), ha ottesto una serie di azioni e obiettivi mirati che nuto importanti concessioni dagli Stati membri sull'etirientrano in una strategia più ampia a favore chettatura delle parti in pelle e l'impegno di uno studio di di un’assistenza sanitaria sostenibile e del- fattibilità sull'etichettatura d'origine. l’impiego delle TIC per una vita dignitosa e «Parti non-tessili di origine animale»: sarà questa la autonoma. Per esempio, la strategia denominazione adottata per indicare l'uso di pellicce e dell’Unione dell’innovazione sostiene attual- pellame nei prodotti tessili e a beneficiarne sarà sopratmente l’idea di un progetto pilota di partena- tutto chi soffre di allergie. Qualunque utilizzo di materiariato per l’innovazione europea sull’invec- li derivati da parti animali dovrà essere chiaramente indichiamento attivo e in buona salute, in corso cato sulle etichette dei prodotti tessili. La pelliccia è spesso usata come guarnizione in indumenti relativalegislativa il prossimo 27 maggio mente poco costosi e spesso è difficile per i consumatori distinguere tra una pelliccia vera e di buona qualità e una pelliccia falsa. Alla Commissione è stato chiesto di presentare, entro il Googles , Yahoo, Apple e tutte le altre azien- 30 settembre 2013, uno studio di fattibilità sulla possibide che sono manifestazioni di competitività e le connessione fra le reazioni allergiche e le sostanze chiinnovazione", ha dichiarato il relatore miche (come i coloranti, i biocidi o le nano-particelle) utilizzate nei tessuti. Gunnar Hökmark (PPE, ES). Il Parlamento ha approvato la relazione con Nonostante le pressioni del Parlamento che chiedeva 615 voti a favore, 26 contrari e 16 astensioni. l'obbligatorietà dell'etichettatura d'origine sui prodotti La proposta della Commissione, tessili importati da Paesi terzi, la proposta, molto controapprovata dai deputati, prevede versa per alcuni Stati membri, è stata respinta dal che gli Stati membri predisponga- Consiglio. I governi nazionali hanno però accettato di no per il 2013 una copertura con chiedere alla Commissione di presentare uno studio, banda a frequenza di 800MHz per sempre entro il 30 settembre 2013, sulla fattibilità di un permettere un accesso a uguali sistema di etichettatura d'origine, per dare ai consumatocondizioni per i servizi internet su ri "informazioni accurate sul paese di origine e informazioni supplementari per assicurare la completa tracciabicellulare. Lo spettro radio è una risorsa pubblica fon- lità del prodotto tessile". Tale relazione di valutazione damentale per settori e servizi essenziali potrà essere accompagnata da una proposta legislativa. come le comunicazioni mobili, a banda larga Lo studio della Commissione dovrebbe anche valutare la senza fili e via satellite, la radiodiffusione possibilità di stilare dei requisiti di etichettatura validi televisiva e sonora, i trasporti, la radioloca- per tutti, di stabilire un sistema uniforme di etichettatura lizzazione e le applicazioni come gli allarmi, della taglia per gli indumenti, valido su scala europea, e i telecomandi, le protesi uditive, i microfoni introdurre un'indicazione per le sostanze allergeniche. e le apparecchiature mediche. Esso è altresì alla base dei servizi pubblici come i servizi di sicu- tura, della scienza, della società, dell'ambiente e rezza, compresa la protezione civile e attività scien- della tecnologia. tifiche come la meteorologia, l'osservazione della I deputati hanno approvato un emendamento per Terra, la radioastronomia e la ricerca spaziale. Un permettere ai governi nazionali di rimandare il raguso efficace dello spettro radio inoltre contribuisce giungimento di tale obiettivo fino al 2015 nel caso all'accesso universale alle comunicazioni elettroni- di problemi di coordinamento con le frequenze di che, favorendo in particolare i cittadini e le aziende paesi terzi. Il Parlamento ha inoltre modificato la situati in zone isolate o a scarsa densità abitativa, proposta originale per chiedere che per il 2015 quali le regioni rurali o le isole. Le misure regola- siano disponibili bande di 1.5GHz e 2.3GHz e uno mentari relative allo spettro radio comportano delle spettro radio per il traffico internet su telefonia conseguenze nel settore dell'economia, della sicu- mobile di almeno 1200MHz per permettere l'utilizrezza, della salute, dell'interesse generale, della cul- zo di servizi di qualità. PIU’ SERVIZI INTERNET PER CELLULARI DAL 2013 Il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza mercoledì, nel corso della plenaria di Strasburgo, i piani per accelerare la diffusione dei servizi internet per telefoni cellulari e ha chiesto all'UE di essere più audace e assumere la leadership mondiale su questa tecnologia. Secondo il testo approvato, la diffusione di connessioni internet senza fili, per cui son necessarie frequenze radio dedicate e ininterrotte, è l'unica strada per garantire un accesso a banda larga a tutti i cittadini europei, inclusi quelli che abitano zone remote. Tale obiettivo, suggeriscono gli eurodeputati, può essere raggiunto mettendo a disposizione il cosiddetto "digital dividend", ossia le frequenze liberate dal passaggio della televisione dall'analogico al digitale nei vari Stati membri. L'obiettivo del primo programma comunitario in materia di politica di spettro radio è assicurare una copertura con banda larga totale nell'UE per il 2013 e un accesso ad alta velocità, di almeno 30Mbps, per il 2020 e coprire cosi il divario digitale esistente fra i vari paesi e all'interno degli stessi. Anche se l'assegnazione delle frequenze è di competenza nazionale, le regole su come condividere l'insieme dello spettro radio fra operatori e utenti devono essere decise a livello europeo. "Voglio che l'Europa abbia la migliore banda larga e la velocità più alta, perché poi così saremo la casa per lo sviluppo di tutti i nuovi servizi che saranno cruciali per l'economia moderna. Voglio che l'Europa sia la casa per la prossima generazione di ETICHETTATURE TESSILI: NUOVE REGOLE PER PELLICCE E PELLAME 6 Gazzettino Europeo 14 Maggio 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Il 14% dei giovani europei ha trascorso un periodo all'estero per studiare o ricevere una formazione FLASH EUROBAROMETRO SU YOUTH ON THE MOVE: LA META’ DEI GIOVANI EUROPEI E’ DISPOSTA A LAVORARE ALL'ESTERO In occasione della quinta Settimana europea della gioventù (15- 21 maggio) è stato pubblicato un Flash Eurobarometro “Youth on the Move” attraverso il quale discutere delle opportunità e delle sfide cui si trovano confrontati i giovani d'oggi, con riguardo all'istruzione e al lavoro. Secondo l'indagine Eurobarometro, il 53% dei giovani europei è disposto a lavorare in un altro paese europeo, ma la mancanza di mezzi economici scoraggia molti di loro a compiere il primo passo in questa direzione, svolgendo all'estero una parte dei loro studi. L'indagine evidenzia l'esistenza di un enorme divario tra il diffuso desiderio dei giovani di lavorare all'estero e l'effettiva mobilità delle forze di lavoro: meno del 3% della popolazione attiva europea vive attualmente fuori dei propri confini nazionali. "L'indagine mette in evidenza l'interesse dei giovani a lavorare all'estero. Questa è una buona notizia per l'Europa! Sfortunatamente però questo loro desiderio si scontra con troppi ostacoli. È necessario facilitare lo studio, la formazione e il lavoro dei giovani all'estero e sensibilizzarli in merito ai contributi finanziari disponibili attraverso i programmi dell'UE, come Erasmus, che possono dar loro un primo assaggio della vita fuori dal proprio paese. Due delle principali sfide cui ci troviamo confrontati oggi sono la disoccupazione giovanile e la bassa crescita economica: una maggiore mobilità degli studenti e dei lavoratori contribuisce alla soluzione del problema", ha affermato Androulla Vassiliou, commissaria europea responsabile per l'istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù. È dimostrato che gli studenti che compiono all'estero una parte dei loro studi o della loro formazione vedono aumentare le proprie possibilità di impiego e hanno maggiori probabilità di lavorare all'estero in un momento successivo della loro vita. I datori di lavoro giudicano con favore le competenze acquisite, come la capacità di parlare una lingua straniera, l'adattabilità e le competenze interpersonali. Dall'indagine emerge che soltanto un giovane europeo su sette (14%) è stato all'estero per motivi di studio o di formazione. Molti sono impossibilitati a farlo per mancanza di mezzi economici. Tra coloro che avrebbero voluto recarsi all'estero, il 33% afferma di avervi dovuto rinunciare perché non poteva permetterselo; quasi i due terzi (63%) di coloro che hanno compiuto tale esperienza hanno dovuto fare ricorso a finanziamenti privati o intaccare i propri risparmi. Nello specifico, più della metà dei giovani europei (53%) ha affermato di essere disponibile – o intenzionata – a lavorare in un altro paese europeo. Una percentuale leggermente maggiore ha espresso la preferenza per un lavoro all'estero durante un periodo di tempo limitato (28%) piuttosto che a lungo (25%). I giovani maschi (56%) sono maggiormente disponibili a lavorare all'estero rispetto alle giovani donne (49%) e la fascia d'età dai 15 ai 19 anni è risultata maggiormente disposta a lavorare all'estero rispetto alle persone di 30-35 anni (63% rispetto al 42%). Le persone che possedevano un livello di qualifiche più alto erano inoltre più inclini a vivere all'estero rispetto alle persone con qualifiche di livello secondario inferiore (55% rispetto al 33%). Le persone che sono già state all'estero per studio sono maggiormente inclini a lavorare all'estero una volta conclusi gli studi. Un giovane europeo su 7 (14%) ha dichiarato di aver trascorso un periodo all'estero – o di trovarsi all'estero al momento dell'indagine – per ricevere un'istruzione o una formazione. La proporzione va dal 3% in Turchia al 39% a Cipro e al 41% a Lussemburgo. Interrogati su come avessero finanziato il loro periodo più lungo all'estero, circa due terzi (65%) hanno affermato di aver attinto alle proprie finanze o ai propri risparmi. I programmi UE quali Erasmus hanno finanziato il 15% degli studi e delle formazioni all'estero. Il 19% di coloro che menzionano questo tipo di finanziamento ha seguito corsi nell'ambito dell'istruzione superiore e il 9% nell'ambito dell'istruzione secondaria generale superiore o nell'istruzione e formazione professionale. La proporzione di giovani che hanno ricevuto prestiti o borse di studio nazionali o regionali per finanziare il loro periodo all'estero varia notevolmente tra i paesi oggetto dell'indagine. Mentre circa la metà dei rispondenti in Norvegia, Lussemburgo e Islanda ha affermato di essersi avvalsa di questi strumenti di finanziamento, la proporzione scendeva a meno del 20% in 17 dei 31 paesi esaminati. I giovani ritengono che l'allargamento delle competenze come ad esempio la capacità di parlare fluentemente un lingua straniera, la consapevolezza culturale, l'adattabilità e le competenze interpersonali – cose estremamente apprezzate dai datori di lavoro – abbiano rappresentato il risultato più importante derivante dal trasferimento all'estero per motivi di istruzione e formazione. In 18 dei 31 paesi esaminati le proporzioni più grandi di rispondenti ritenevano che il fatto di aver migliorato le loro competenze linguistiche fosse il vantaggio principale o il secondo vantaggio più importante tratto dal periodo trascorso all'estero. In ogni caso, una grande maggioranza dei giovani europei non ha mai trascorso un periodo di studio all'estero. Il 33% di essi ha affermato che la ragione principale era dovuta alla mancanza di disponibilità finanziaria. Per ricevere il sulla propria mail (in formato .pdf) compilare il modulo sul sito: www.gazzettinoeuropeo.it L’APPRENDIMENTO PRESCOLARE AL CENTRO DELLE POLITICHE UE Una politica comune UE in materia di istruzione prescolare non esiste ancora. In alcuni paesi, come il Belgio, i bambini restano a casa per soli 3 mesi mentre in altri, come Slovacchia e Finlandia, il periodo si prolunga a volte fino a 3 anni. Una posizione comune sull’importante argomento è stata finalmente raggiunta dal Parlamento europeo giovedì scorso durante la plenaria di Strasburgo con l’approvazione del rapporto sull’apprendimento durante la prima infanzia, presentato dalla socialista inglese Mary Honeyball. "L'ambiente ideale per un bambino durante il primo anno di vita è a casa con uno o entrambi i genitori" ha spiegato la relatrice. I genitori sono i primi educatori dei figli, ma questo diritto non è equamente riconosciuto in tutti gli Stati membri, considerando che la cura e l’educazione della prima infanzia è fornita in modi diversi a seconda dei paesi dell’Unione europea, con varie definizioni di “qualità” che dipendono fortemente dai valori culturali degli Stati e delle regioni, nonché dalla loro interpretazione di ”infanzia”. Il Parlamento ha finora respinto un approccio univoco all'istruzione prescolare e ai servizi di assistenza per i bambini tra 0 e 6 anni, in quanto inadeguato e difficile da attuare, anche a causa delle differenze tradizionali esistenti tra i sistemi educativi dei diversi paesi. Tuttavia il periodo che va da 0 a 3 anni è il più critico per lo sviluppo fisico e mentale dei bambini; le ricerche hanno dimostrato che investire nelle strutture educative e di custodia per questa fascia di età dà risultati migliori rispetto alle fasi successive. I bisogni dei bambini, la maternità e il congedo parentale sul lavoro, la posizione centrale dei genitori come primi educatori, e il maggiore coinvolgimento dei padri nei processi decisionali, sono alcuni dei temi messi in primo piano nel rapporto. Prolungare il periodo di congedo parentale retribuito e migliorare il diritto di accesso alle strutture per l'infanzia sono questioni che vanno affrontate al più presto, soprattutto per sanare le discrepanze esistenti nel continente. L'esempio portato a modello dalla Honeyball è quello svedese: "tutti i genitori che lavorano hanno diritto in Svezia a 16 mesi di ferie pagate per ogni figlio, da dividere tra madre e padre". Il rapporto fa anche riferimento alle difficoltà dai genitori meno abbienti nel seguire e sostenere l'educazione dei figli, e al bisogno di includere sempre di più i padri, ripensando le strutture di assistenza e insegnamento in maniera da dar loro un ruolo più centrale. Gazzettino Europeo 14 Maggio 2011 E-mail [email protected] 7 L’Europarlamento chiede la creazione di un dipartimento per la diplomazia culturale e digitale all'interno del Servizio diplomatico d'azione esterna UNA DIPLOMAZIA CULTURALE PIU’ FORTE E MAGGIOR SOSTEGNO PER LE INDUSTRIE CREATIVE D’EUROPA La cultura non è solo una cosa da teatri e da musei. Secondo il Parlamento, il nostro bagaglio culturale trasmette i valori liberali e democratici dell'Europa ed è quindi un pilastro importante nelle relazioni esterne del continente. L'UE ha bisogno di più cultura nei suoi impegni diplomatici per promuovere i diritti umani e lo sviluppo di paesi terzi, secondo la risoluzione approvata giovedì dall’euroarlamento, nella seduta plenaria di Strasburgo. Allo stesso tempo, è necessario aumentare il sostegno per gli artisti e completare il mercato interno per le opere online preservando la proprietà intellettuale, come afferma un'altra risoluzione approvata lo stesso giorno. La cultura svolge un ruolo negli accordi bilaterali in materia di sviluppo e scambi commerciali, tramite misure quali gli strumenti europei per la cooperazione allo sviluppo, la stabilità, la democrazia e i diritti umani, gli strumenti di preadesione, la politica europea di vicinato (PEV), il Partenariato orientale, l'Unione per il Mediterraneo e lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR), che hanno tutti risorse destinate a programmi culturali. Per il Parlamento europeo, gli scambi e la cooperazione culturale ed educativa possono potenzialmente rafforzare la società civile, generare democratizzazione e buongoverno, incoraggiare lo sviluppo di competenze, promuovere i diritti umani e le libertà fondamentali e fornire gli elementi costitutivi di una cooperazione duratura Per questo, gli eurodeputati chiedono la creazione di un dipartimento per la diplomazia culturale e digitale all'interno del Servizio diplomatico d'azione esterna, con la designazione di un responsabile, in ognuna delle delegazioni, per le relazioni cultu- ni, propone un sistema di licenze europeo e uno rali con i paesi terzi e la promozione della cultura "sportello unico" per ottenere il permesso all'uso europea in modo coerente e sistematico nelle rela- dei diritti d'autore e facilitare cosi la circolazione zioni esterne dell'Unione. delle opere. Il Parlamento chiede inoltre maggior L'Aula auspica anche l'introduzione sostegno finanziario per la traduzione, il doppiagdi un regime di visti d'ingresso per gio, i sottotitoli e la digitalizzazione delle opere artisti e professionisti della cultura. culturali europee e propone la creazione di una "La cultura può e deve essere un linea di bilancio specifica per sostenere la digitalizfacilitatore di sviluppo, integrazione, zazione del cinema UE. innovazione, democrazia, diritti Infine, gli eurodeputati, in una terza risoluzione umani, educazione, prevenzione dei approvata sempre giovedì, vogliono che la conflitti e riconciliazione, compren- Commissione offra la possibilità, in via eccezionasione reciproca, tolleranza e creati- le, alla città di Sarajevo di candidarsi come vità" recita la risoluzione preparata Capitale culturale europea per il 2014. da Marietje Schaake (ALDE, NL) e approvata giovedì, che sottolinea anche il sostegno del Parlamento per un'internet libera e gratuita e la condanna di qualsiasi tentativo di censura. In un'altra risoluzione, gli eurodeputati chiedono che l'UE completi il mercato interno per le opere culturali online abolendo i diver- Un numero crescente di cittadini europei va in vacanza: si ostacoli esistenti, come ad esempio le il 68% dei cittadini europei ha viaggiato per motivi pridiverse norme nazionali sull'IVA e sui meto- vati nel 2010 rispetto al 65% nel 2009. Questi e altri di di pagamento per le vendite on-line. Allo risultati dell'indagine Eurobarometro sugli atteggiamenti stesso tempo, deve essere garantita la prote- dei cittadini europei nei confronti del turismo confermazione della proprietà intellettuale. no che il turismo ha recuperato dalla crisi economica. Motivo ispiratore del provvedimento, la Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione euronecessità di analizzare le industrie culturali e pea, ha presentato l'indagine Eurobarometro alla creative e le conseguenze delle loro attività Conferenza europea sul turismo organizzata a Budapest sull'economia europea, identificandole, defi- dalla presidenza ungerese e Commssione europea. nendole e descrivendole filiera per filiera, al Tra i risultati più interessanti dell'indagine Eurobarofine di mettere in evidenza ciascuna specifi- metro spicca l’incremeto del saldo complessivo dei percità, di meglio comprenderne obiettivi e dif- nottamenti registrati, nonchè i seguenti dati: ficoltà e mettere in atto misure più efficaci; - Le scelte più popolari: l'Italia è la destinazione turistica La risoluzione, preparata da Marie-Thérèse menzionata più spesso nella pianificazione delle vacanze Sanchez-Schmid (PPE, FR) e approvata con per il 2011 (11,5%). La Spagna arriva al secondo posto 519 voti a favore, 46 contrari e 25 astensio- con l'8,6% seguita dalla Francia (8,2%), malgrado il fatto che circa il 23% dei cittadini dell'UE non ha ancora deciso dove andare in vacanza. - Continua la tendenza a scoprire l'Europa e il proprio paese: nel 2011 il 58% dei cittadini europei prevede di trascorrere le vacanze nel proprio paese o in un altro paese dell'UE. za del sistema è attribuita a: - un'applicazione più decisa delle norme in - Aumenta la voglia di viaggiare: nel 2010 circa i tremateria di sicurezza dei prodotti da parte quarti (il 73%) dei cittadini dell'UE ha fatto un viaggio di delle autorità nazionali, anche tramite pro- svago o d'affari. I più convinti viaggiatori sono i finlandesi (89%), i danesi (87%), gli olandesi e svedesi getti specifici; - una migliore distribuzione (entrambi con 87%), i lussemburghesi (85%) e I norvegesi (84%). delle risorse; - una maggiore consapevolezza - È importante "l'attrattività dei luoghi": il 32% degli delle imprese quanto agli obbli- intervistati l'ha indicata quale elemento decisivo all'atto di scegliere la destinazione per le vacanze, seguono poi ghi che incombono loro; - una più stretta cooperazione l'interesse per il "patrimonio culturale" (27%) e le "poscon i paesi terzi, in particolare sibilità di svago" (14%). - La ricerca di "riposo e svago" è risultata essere la moticon la Cina; - la creazione di reti e le azioni vazione principale per più di un terzo dei viaggiatori per di formazione coordinate dalla turismo (36%), seguita da "sole e spiaggia" (18%) e "visitare amici e parenti" (17%). Commissione europea. Per quanto concerne i paesi d'origine, il - Organizzare individualmente le vacanze: nel 2010 più numero di notifiche di prodotti provenienti della metà dei cittadini dell'UE ha organizzato individalla Cina trasmesse tramite il sistema dualmente le proprie vacanze principali (57%); tale straRAPEX ha registrato un lieve calo (un calo tegia è ancora più diffusa nei paesi candidati come la del 2% per cui si è passati dal 60% del 2009 Turchia (80%), l'Islanda (79%) e la Croazia (78%)! al 58% del 2010). Il 17% delle notifiche riguardavano prodotti di origine europea, il 10% la Grecia (159 notifiche). Le notifiche inviate da prodotti di origine ignota e il 15% riguardavano questi paesi corrispondono al 47% di tutte le notifiche relative a prodotti che presentano un rischio importazioni da altri paesi. Tutti gli Stati membri hanno partecipato al sistema grave inviate per il tramite del sistema. RAPEX individuando e notificando nuovi prodotti Gli indumenti e i prodotti tessili (625 notifiche) pericolosi e assicurando appropriati interventi di sono stati tra i prodotti denunciati più di frequente (rischio di soffocamento e di irritazione) seguiti dai follow-upin base alle informazioni ricevute. Nel 2010 la metà dei paesi partecipanti ha intensi- giocattoli (488 notifiche), (essenzialmente rischio ficato ulteriormente le proprie attività nell'ambito di soffocamento), e dai veicoli a motore (175 notidel sistema. I paesi più attivi sono stati la Germania fiche), (rischio di lesioni), che assieme corrispon(204 notifiche, la Bulgaria (192 notifiche), dono al 66% di tutte le notifiche per prodotti che l'Ungheria (191 notifiche), Cipro (178 notifiche), e presentano un grave rischio inoltrate nel 2010. SICUREZZA DEI PRODOTTI: UN NUMERO MINORE DI PRODOTTI PERICOLOSI PASSA ATTRAVERSO LE MAGLIE DELLA RETE UE Che si tratti di un passeggino o di un nuovo paio di scarpe vogliamo tutti essere assicurati quanto al fatto che i prodotti che acquistiamo nell'UE sono sicuri. La buona notizia è che un minor numero di prodotti pericolosi raggiunge il mercato dell'UE poiché tali prodotti sono identificati e ritirati più celermente. Grazie all'accresciuta efficacia del sistema UE di informazione rapida sui prodotti pericolosi diversi dagli alimenti ("RAPEX"), nel 2010 un numero record di 2.244 prodotti non sicuri è stato proibito, ritirato dal mercato o richiamato dai consumatori (un aumento addirittura del 13% rispetto al 2009), come risulta dalla relazione annuale RAPEX 2010 pubblicata nei giorni scorsi. Gli Stati membri hanno fatto la loro parte ed anche le imprese europee prendono maggiormente sul serio le loro responsabilità in relazione alla sicurezza dei prodotti di consumo, ragion per cui si è registrato un aumento marcato (200%) nell'uso del sistema di informazione rapida specifico per le imprese. La sicurezza alla fonte ha acquistato un rilevanza fondamentale – l'attenzione si sposta ora sugli stessi stabilimenti di produzione (progettazione e fabbricazione) mentre si intensifica la collaborazione con i partner internazionali, in particolare la Cina. Dall'introduzione di RAPEX nel 2004 (quando la direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti è stata recepita nelle normative nazionali), il numero delle notifiche è aumentato, passando da 468 (nel 2004) ai 2.244 del 2010. L'accresciuta capacità e efficien- UE: PROSPETTIVE OTTIMISTICHE PER LA STAGIONE TURISTICA 2011 8 Gazzettino Europeo 14 Maggio 2011 E-mail [email protected] Gazzettino Europeo 14 Maggio 2011 Pubblicità [email protected] 9 GAZZETTINO EUROPEO.IT Europa Cronache SCIOPERO GENERALE IN GRECIA CONTRO IL PIANO ANTI-CRISI: DISORDINI AD ATENE Disordini sono scoppiati ad Atene dove, al pari che in altre città della Grecia, migliaia di persone sono scese in piazza nei giorni scorsi in concomitanza con lo sciopero generale, proclamato contro il piano di austerità imposto da Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale per cercare di risolvere la grave crisi debitoria che attanaglia il Paese: secondo testimoni oculari, nel centro della capitale ellenica è dovuta intervenire la polizia in assetto anti-sommossa, con un fitto lancio di lacrimogeni contro decine di manifestanti che protestavano in maniera particolarmente esasperata. Allo sciopero, al quale partecipano tutti i lavoratori del settore pubblico, delle autonomie locali, delle banche, gli insegnanti di tutti i gradi, i medici ospedalieri e gli impiegati di tutte le società pubbliche, i lavoratori marittimi e (per quattro ore) i controllori di volo, aderiscono anche i giornalisti che chiedono «la firma del contratto di lavoro collettivo, la garanzia dei diritti e di mettere fine ai licenziamenti» nel settore dell'informazione. Lo sciopero, il decimo dal giorno della firma del memorandum nel marzo dell'anno scorso, coincide proprio con l'avvio ad Atene dei colloqui dei rappresentanti della troika, Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea, con funzionari del governo per decidere la concessione o meno della quinta tranche dell'aiuto da 110 miliardi di euro concesso alla Grecia un anno fa. Gli ispettori Ue e Fmi, nei giorni scorsi ufficialmente ospiti nella capitale ellenica, stanno spingendo la Grecia a privatizzare i servizi pubblici in cambio del rilascio di una nuova tranche di aiuti e un possibile nuovo prestito, sebbene l'Economist attacchi pesantemente questa ipotesi come insufficiente a evitare la ristrutturazione del debito greco. Che Fmi e Ue spingano verso nuove privatizzazioni lo scrive il quotidiano Eleftherotypia senza citare però i nomi delle sue fonti, spiega una cronaca riportata da Il Sole 24 Ore. Il primo ministro George Papandreou ha ribadito che un piano di privatizzazioni da 50 miliardi di euro sarà reso noto nei suoi dettagli la prossima settimana, progetto che è lo strumento principale secondo l'esecutivo per ripagare parte degli interessi del debito greco ormai al 140% del Pil. Gli ispettori del Fondo e della Ue e della Bce hanno suggerito in particolare al governo Papandreou di vendere la società energetica PPC, l'acquedotto municipale di Salonicco EYATH e quella di Atene EYDAP. «Un accordo tra il governo greco e la troika (Eu, Fmi, Bce) potrebbe essere raggiunto già nella giornata di mercoledì, accompagnato dal versamento della quinta tranche di 12 miliardi di euro», ha scritto sempre il quotidiano greco che ha anche aggiunto che in quell'occasione si potrebbe decidere anche un ulteriore piano di aiuti da aggiungere a quello di 110 miliardi di euro. Nei giorni scorsi si è parlato sui media internazionali di un piano aggiuntivo di prestiti da 60 miliardi di euro per consentire al paese di affrontare il rinnovo dei debiti in scadenza nel 2012 e 2013, per una cifra appunto di 60 miliardi di euro. Il quotidiano ellenico riporta che la troika avrebbe chiesto al Govero greco anche misure aggiuntive di austerità per il periodo 2011-2015, tra cui una tassa per le bevande analcoliche e un aumento dell'imposta speciale sui consumi. La Grecia è pronta a vendere beni, società e terreni pubblici per 50 miliardi di euro visto che ha un patrimonio demaniale da solo pari a 280 miliardi euro secondo stime del direttore Borges per l'Europa dell'Fmi. Il mese scorso il governo Papandreou si era detto pronto a ridurre la propia quota nella società elettrica PPc al 34% dal 51%, di vendere la propria quota nella società delle lotterie OPAP, la maggiore d'Europa, nel 2012 e un'altra quota nella società di telecomunicazione OTE, la maggiore del paese. La Commissione europea ha fatto sapere prima del vertice dei ministri delle Finanze dell'eurozona previsto per lunedì che Atene rischierebbe di mancare l'obiettivo del deficit 2011 del 2% se non si dovesse varare nuove manovre aggiuntive. Il tempo stringe e Atene non ha molte chances se vuole evitare l'onta della prima ristrutturazione del debito di eurozona. SVIZZERA: REFERENDUM CONTRO IL TURISMO DEL SUICIDIO (Corriere della Sera) - La Svizzera è da tempo il luogo scelto dai cittadini dei Paesi confinanti per poter porre fine alla loro vita con l’eutanasia. ll voto di domenica potrebbe potrebbe però portare a uno stop di questa pratica. Gli elettori di Zurigo - scrive il sito della Bbc - sono chiamati a decidere su due proposte di referendum che riguardano l’eutanasia: la prima opzione vieta del tutto «il turismo del suicidio», la seconda lo limita ai soli residenti della città. Il suicidio assistito per i malati terminali è legale in Svizzera e recenti sondaggi mostrano che continua a godere di ampio sostegno tra gli svizzeri, molti dei quali ritengono che un individuo abbia il diritto di decidere quando morire. Quindi la proposta di un divieto, presentato dall’Unione evangelica democratica, non sembra avere molte possibilità di passare. Christian Bretscher, cittadino di Zurigo che ha aiutato la madre a morire è contrario a entrambe le proposte: «Sette anni fa mia madre ha scelto il suicidio assistito piuttosto che continuare a vivere paralizzata dall’artrite. Mi ha chiesto aiuto e l’ho fatto. Quando lei si rese conto che era finalmente possibile lasciare questo mondo con una tazzina di barbiturici c’era una tale gratitudine nei suoi occhi che non potrò mai dimenticarlo. Normalmente la gente muore in ospedali, magari lontano dalla famiglia, per noi è stato molto diverso». Sembra probabile che gli elettori di Zurigo voteranno di mantenere la possibilità di scegliere l’eutanasia, ma gli stes- si svizzeri non sono sicuri che sia giusto confermare il medesimo diritto anche per quelle persone che provengono da quei Paesi dove il suicidio assistito non è legale come Italia, Gran Bretagna e Germania. Hans Peter Haering, dell’Unione evangelica, vorrebbe un’altra immagine per Zurigo: «In altri paesi il suicidio assistito è considerato sbagliato ed è illegale. Mi chiedo perché in Svizzera stiamo facendo cose che non sono ammesse in altri Paesi». Ludwing Minelli, fondatore di Dignitas, associazione che assiste i malati terminali al suicidio, non vuole commentare il voto di domenica. La più grande organizzazione di supporto all’eutanasia di Zurigo, Exit, in realtà porta già avanti la politica di seguire solo pazienti che risiedono in Svizzera. Il vicepresidente Bernhard Sutter ammette che è molto triste vedere persone di altri Paesi arrivare in Svizzera a chiedere aiuto: «Aiutare qualcuno con il suicidio assistito è una responsabilità molto grande. Dobbiamo prima controllare ogni cosa, leggere attentamente la diagnosi e la storia medica. Ma se qualcuno viene da lontano è anche possibile che non capiamo la loro lingua, e noi non abbiamo i mezzi per andarli a visitare negli ospedali dei loro Paesi». Sutter continua a sostenere il diritto di scegliere quando morire, ma appare spazientito, come del resto molti svizzeri, dal turismo del suicidio e spiega: «Non possiamo risolvere il problema di morire del resto d’Europa. È terribile vedere gente molto malata percorrere migliaia di chilometri per andare in un paese liberale a morire». GERMANIA. 30MILA MORTI ALL’ANNO A CAUSA DI INFEZIONI OSPEDALIERE Le mani, gli strumenti chirurgici, i liquidi di infusione e anche l’aria. E’ attraverso questi mezzi che si diffondono negli ospedali le infezioni, la complicanza più frequente, silente e grave dell’assistenza sanitaria che, spesso, porta alla morte dei pazienti. Infezioni e decessi, in buona parte, evitabili, seguendo delle prassi di igiene. In Europa il fenomeno delle infezioni ospedaliere interessa 4,1 milioni di casi all’anno. La Società tedesca per l’Igiene Ospedaliera, la Società per l’Igiene, l’Ambiente, la Salute e la Medicina Preventiva e l’Associazione Nazionale dei Medici del Servizio Sanitario Pubblico, con un comunicato congiunto hanno diffuso la notizia secondo cui in Germania le infezioni ospedaliere tra i pazienti ricoverati negli istituti di cura sarebbero almeno 700mila e mieterebbero fino a 30mila vittime all’anno, il doppio di quanto noto fino ad ora. Il giornale tedesco Bild riporta l’affermazione del Comitato per la Sanità che, in relazione alla normativa prevista in tema di miglioramento dell’igiene ospedaliera, sostiene che gli esperti della salute considerano come benevole le precedenti stime del numero di infezioni ospedaliere causate da patogeni resistenti in quanto esse si fondavano su uno studio fatto negli anni ’90. La portata attuale delle infezioni e dei decessi sarebbe quindi da classificare «come estremamente bassa» e «dovrebbe essere sicuramente corretta verso l’alto». A causa del maggior numero di pazienti e di casi di infezioni non riconosciute, infatti, si dovrebbe contare su «un numero minimo di 700 mila casi di infezioni» invece che, come fatto fino ad ora, su un numero minimo oscillante tra 400.000 e 600.000 persone infettate in ospedale da agenti patogeni. Anche le persone morte per infezioni nosocomiali, stimate fino ad oggi tra le 7.500 e le 15mila, dovrebbe essere «aumentate verso l’alto» indicando una quantità che arriverebbe «fino a 30.000 decessi l’anno», anche in considerazione del fatto che i pazienti vengono contagiati sempre più frequentemente con batteri resistenti non solo negli ospedali ma anche nelle case di cura. I principali siti di infezione sono il tratto urinario (27%), le basse vie respiratorie (24%), il sito chirurgico (17%) e il sangue (10,5%). 10 Gazzettino Europeo 14 Maggio 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Europa Cronache SHOAH: CONDANNATO A 5 ANNI DEMJANJUK, IL BOIA DI SOBIBOR. ARTICO: PRIMO IN ATTESA DELL’APPELLO, PENA SOSPESA PER LIMITI DI ETA’ STORICO TRATTATO Si chiama John Demjanjuk ed era il guardiano del campo di sterminio di Sobibor. Giovedì 12 maggio è stato condannato a Monaco di Baviera a 5 anni di reclusione: poco più di uno straccio di pena simbolica e di un’elemosina morale per le vittime e per i familiari. Come se non bastasse, mentre la difesa si prepara all’appello, il “Boia di Sobibor” è già in libertà. Rilasciato, perché troppo anziano, se n’è tornato a casa con i suoi 91 anni di colpe e di orrori. La sentenza, infatti, lo ha riconosciuto parte integrante di quella macchina del male che ha portato allo sterminio di 27.900 persone. Alla decisione del rilascio sono seguite reazioni contrastanti. Da Israele arriva delusione e sconcerto, anche se Efraim Zuroff, direttore del centro Simon Wiesenthal, evidenzia il valore simbolico comunque educativo e importante della condanna. L’imputato, che durante il processo si è presentato su una sedia a rotelle mantenendo sempre un assoluto silenzio, si dichiara perseguitato dalla Germania e da tutti i paesi in cui ha scontato diversi anni di carcere, dovuti soprattutto all’inizio per esser stato confuso con il ricercato numero uno,il celebre“Ivan il Terribile”. Quello di Monaco è stato uno degli ultimi grandi processi per i crimini nazisti in Germania e si è sviluppato in 90 sedute nell'arco di 18 mesi. L'avvocato di Demjanjuk, Ulrich Busch, aveva chiesto l'assoluzione, affermando che il suo cliente è una «vittima della giustizia tedesca». La sua linea difensiva non è cambiata: non c'è alcuna prova che Demjanjuk fosse a Sobibor e, se mai ci fosse stato, in quan- to soldato dell'Armata rossa fatto prigioniero dai nazisti, ha agito perchè costretto con la forza. L'imputato, seduto in sedia a rotelle e affiancato da dottori e da un interprete ucraino, in aula ha osservato il silenzio. Tramite il suo legale, ha accusato la Germania di «torturarlo». La sua famiglia ha sempre ribadito che le sue condizioni di salute erano precarie e che non avrebbe sopravvissuto al processo. E invece ce l'ha fatta. Alla sbarra hanno testimoniato 15 tra storici, giuristi, esperti di medicina e grafologia. Tra i testimoni anche tre sopravvissuti al lager e un ex guardiano. L'accusa però non ha prodotto alcun testimone diretto o documento che provi la sua tesi, a parte una carta d'identità delle SS che stabilisce il ruolo di guardiano a Sobibor. Un falso dell'epoca sovietica, ha risposto la difesa. Demjanjuk ha già scontato otto anni di carcere in Israele, dove era stato ritenuto colpevole di avere lavorato come guardiano al campo di concentramento di Treblinka con il soprannome di «Ivan il terribile». Condannato a morte nel 1988, era stato assolto dalla Corte suprema israeliana per via dei dubbi sulla sua identità. Al termine di una lunga battaglia giudiziaria, Demjanjuk è stato espulso nel maggio 2009 in Germania dagli Stati Uniti, dove viveva dagli anni Cinquanta. Il suo resterà nella storia come uno degli ultimi processi di crimini nazisti, assieme a quello dell'ungherese Sandor Kepiro, 97 anni, da poco cominciato a Budapest. Demjanjuk però non può ancora avere pace, perchè adesso anche la Spagna reclama la sua estradizione: è accusato di avere lavorato come guardiano in un altro campo di concentramento dove sono morti dei prigionieri spagnoli. FEMMINISTE IN TOPLESS CONTRO GLI EUROPEI DI CALCIO (La Stampa) - Hanno esortato le mogli dei ministri ucraini a imporre lo sciopero del sesso ai loro mariti in segno di protesta contro l’esecutivo interamente al maschile e hanno sfilato in topless in moto per manifestare contro lo sfruttamento delle donne. Ora le militanti di Femen, controverso gruppo femminista ucraino che è solito praticare la protesta di piazza in topless, sono tutte a gridare la loro rabbia per gli europei di calcio del 2012, che, temono, trasformeranno il loro Paese in un «bordello di massa». Le militanti desnude avvertono che il torneo di calcio che l’Ucraina ospiterà insieme alla vicina Polonia porterà a un drammatico aumento della prostituzione e del turismo sessuale. Chiedono all’Uefa di prendere una posizione ferma contro la prostituzione e hanno giurato di sabotare gli eventi pubblici del campionato con dimostrazioni in topless fino a che le loro richieste non saranno accolte. «Non c’è dubbio che l’arrivo di orde di tifosi in cerca di occasioni per divertirsi porterà a un aumento dello sfruttamento sessuale delle donne», ha detto Anna Gutsol, una delle leader di Femen che regolarmente si spoglia in pubblico per richiamare l’attenzione sulle campagne del gruppo. «L’Ucraina è già afflitta dalla piaga della prostituzione e viene vista dagli uomini occidentali come meta di turismo sessuale. Gli europei del 2012 ci porteranno una folla di uomini in calore convinti che tutte le donne ucraine siano puttane. Il nostro Paese non è un bordello, l’Uefa deve fare qualcosa», dice. Femen, che si stima possa contare su qualche centinaio di attiviste dure e pure e su circa 20 mila simpatizzanti, chiede che il mondo del calcio condanni pubblicamente la prostituzione con striscioni durante le partite e distribuisca ai fan volantini che li informino che in Ucraina la prostituzio- ne è illegale. «L’Uefa prende posizione contro il razzismo, perché non fare lo stesso contro il turismo sessuale e la prostituzione?», aggiunge Gutsol. Le attiviste in topless stanno anche facendo pressione sul Parlamento perché promulghi una legge che consenta alla polizia di perseguire gli uomini che praticano il sesso a pagamento. Nato tre anni fa, Femen sta rapidamente diventando un marchio conosciuto in Ucraina dove ha inscenato decine di proteste in topless. Fondato per combattere la prostituzione, che dopo il crollo del comunismo, 20 anni fa, è dilagata in Ucraina, il gruppo femminista è diventato più politico, lanciando campagne per la parità di genere, contro la corruzione e per la riforma delle pensioni. Le sue manifestazioni, in cui in genere un gruppo di attiviste si spoglia di fronte a edifici governativi spesso a temperature polari - per la delizia dei media ucraini, hanno ricevuto copertura a livello nazionale. L'anno scorso le provocatrici femministe hanno scaricato la loro rabbia su Mykola Azarov, il primo ministro del Paese, dopo il suo annuncio di non voler includere le donne nel suo governo, perché «le riforme non sono roba da donne, è troppo dura». «Femen vuole che le mogli, le fidanzate e tutte le donne vicine ai ministri dichiarino uno sciopero del sesso con i membri del Gabinetto in segno di protesta contro il trattamento impudente e umiliante delle donne ucraine», ha dichiarato quella volta il gruppo. Di recente le giovani attiviste hanno messo in scena diverse proteste semi-nude per denunciare il turismo sessuale, dopo che una stazione radio in Nuova Zelanda aveva promesso al vincitore di un gioco radiofonico un viaggio di due settimane in Ucraina alla ricerca di una sposa. La pubblicità negativa ha spinto il vincitore di rifiutare il premio. TRA OTTO PAESI I ministri degli esteri degli otto stati membri del Consiglio dell'Artico si sono riuniti nei giorni scorsi in Groenlandia per la firma di un accordo di cooperazione regionale fra gli organismi di protezione civile. Si tratta di un documento senza precedenti: finora, i singoli stati avevano siglato solo accordi bilaterali o trilaterali, mentre quello odierno è il primo documento a portare le firme dei capi della diplomazia di ciascuno degli otto paesi del gruppo. In pratica Canada, Danimarca, Norvegia, Islanda, Finlandia, Svezia, Russia e Stati Uniti cominciano a dividersi la torta dell'Artico, una regione grande più di un sesto dei continenti. Per ora se la spartiscono nella responsabilità delle ricerche e dei soccorsi aerei e marittimi. In futuro lo faranno per l'esplorazione e lo sfruttamento di gas, petrolio e minerali, un tesoro che vale circa il 25% delle riserve mondiali non ancora conosciute. Cambiamenti climatici, scioglimento dei ghiacci, estrazioni offshore e nuove rotte sono alcuni degli aspetti al centro dei lavori del Consiglio che ha visto i ministri degli Esteri degli otto Paesi membri darsi appuntamento a Nuuk, in Groenlandia. «Questo sta diventando un forum decisionale molto importante», ha spiegato il segretario di Stato Hillary Clinton seduta accanto al collega russo Serghei Lavrov. È la prima volta che gli Stati Uniti inviano un ministro al Consiglio i cui membri sono anche Russia, Canada, Norvegia, Finlandia, Islanda e Danimarca (in virtù di Isole Faroe e Groenlandia). L’accordo di Nuuk riguarda la gestione delle operazioni di ricerca e di soccorso marittime e aeree, ma rappresenta un precedente di grande significato in vista di altre intese sull’esplorazione e lo sfruttamento dei giacimenti di gas, petrolio e minerali, che rappresentano circa il 25% delle riserve del Pianeta. Un patrimonio enorme, per lo più sconosciuto, ma che diventerà più accessibile con lo scioglimento dei ghiacci. Secondo studi recenti il Mare glaciale artico potrebbe sciogliersi per buona parte già entro il 2050 accelerando la corsa al suo tesoro energetico. Per questo si fa sempre più incalzante la necessità di trovare una larga intesa in materia, superate ormai le antiche rivalità tra Russia e Usa non solo per le risorse, ma anche le rotte commerciali. Gazzettino Europeo 14 Maggio 2011 Pubblicità [email protected] 11 GAZZETTINO EUROPEO.IT Cultura orizzonti transnazionali 150 anni di libri: da Oceano Mare alla Costituzione, a ciascuno il suo.. Nel bene e nel male, ammirata e criticata, esaltata o fraintesa, è stata sicuramente l'attrazione dell'Oval e del Salone 2011. Stiamo parlando della mostra 1861-2011. L'Italia dei Libri, l'iniziativa del Salone Internazionale del Libro per le celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia. La mostra è stata curata da Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro per il libro e la Letteratura e da un Comitato Scientifico e un Comitato Esecutivo che hanno individuato temi, opere, autori, e indirizzi espositivi. Soddisfazione da parte degli organizzatori, con un'altissima presenza di pubblico, soprattutto sabato e domenica. Sorprendente l'interesse dei giovanissimi: sono venute molte scuole e i ragazzi erano meravigliati dalla varietà del patrimonio letterario espresso dal nostro Paese. Una mostra di parole e immagini, ma anche di oggetti, musiche e chicche che sembravano sepolte, dove ognuno ha trovato una parte di sé: dalla bicicletta di Don Camillo al banco di scuola dei tempi di Cuore alla colonna sonora del Pinocchio tv di Luigi Comencini. Naturalmente, protagonisti sono stati i 150 libri, e in particolare i 15 Super Libri che hanno cercato di raccontare al meglio il nostro Paese. I visitatori del Salone hanno potuto dire la loro su questa selezione, votando la loro personale classifica nelle quattro diverse «elezioni» proposte al Salone anche attraverso i tanti media partner. La prima è quella del Sedicesimo Libro, l'iniziativa lanciata da Telecom Italia, per aggiungere ai 15 Super Libri in esposizione un titolo, scelto dai visitatori tramite la postazione interattiva Biblet situata al centro della mostra e il sito telecomitalia.com. Al primo posto si è classificato Oceano Mare di Alessandro Baricco, superando autori fondamentali o popolarissimi della letteratura italiana come Alessandro Manzoni, Nicolò Ammaniti, Elsa Morante e Dacia Maraini. Fuori concorso, l'opera straniera più votata è stata invece Siddharta di Herman Hesse. Fra i 15 Super Libri della mostra, il pubblico degli ascoltatori di Radio24 ha scelto i magnifici tre: al primo posto Pinocchio di Carlo Collodi, al secondo Don Camillo di Giovanni Guareschi, terzo il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Anche Fahrenheit di Radio Rai 3 ha invitato gli ascoltatori a indicare via mail o sms il loro libro preferito, al di fuori di quelli selezionati per la mostra. Sul podio: al primo posto Pier Paolo Pasolini con Scritti corsari; al secondo La luna e i falò di Cesare Pavese; terzo classificato L'affaire Moro di Leonardo Sciascia. E in tutta Italia 164 librerie Giunti, Associazione Italiana Biblioteche e alcune scuole hanno indetto dal 1° marzo al 15 aprile consultazioni che hanno fruttato oltre 10.000 schede. Non solo sugli ultimi 150 anni. La classifica: Alessando Manzoni ha la meglio su Dante Alighieri, nella top ten figurano due classici per ragazzi come Pinocchio e Cuore; la prima donna è Elsa Morante con La Storia (quindicesimo posto). Buon piazzamento anche per la Costituzione Italiana, 24° su 150 posizioni. Raphael Gualazzi rappresenterà l’Italia sul palco dell’ Eurosong Raphael Gualazzi, che ha ottenuto la vittoria della categoria Giovani all’ultimo Festival di Sanremo con la canzone “Follia d’Amore” mettendo d’accordo il pubblico, l’orchestra del Festival e la giuria composta da esperti del settore, continua la sua scalata verso il successo. Il giovane talento scoperto da Caterina Caselli sarà sul palco dell’Euro Song 2011 di Eurovision Song Contest a Dusseldorf, la manifestazione canora più importante a livello europeo e da cui il nostro Paese manca da ben 13 anni, a rappresentere l’Italia nella serata finale con il brano “Madness of Love”, versione scritta metà in inglese e metà in italiano del brano sanremese “Follia d’Amore“. Compositore ed eccellente pianista Raphael è oggi una delle rivelazioni del panorama musicale italiano ed ha alle spalle un disco, “Love Outside the Window” pubblicato nel 2005, e un’esperienza live che lo ha portato spesso ad esibirsi anche all’estero. Raphael Gualazzi, si è fatto conoscere al pubblico grazie alla cover di “Don’t stop” famoso brano degli anni ’70 dei Fleetwood Mac, scelta come colonna sonora dello spot televisivo di Eni. London International Wine Fair 2011: una grande opportunità Londra è un centro importantissimo per il mercato vinicolo internazionale. Essendo la produzione locale molto ridotta, il Regno Unito è uno dei maggiori Paesi importatori al mondo. Non c'è da meravigliarsi, dunque, se la London International Wine Fair - che verrà inaugurata la prossima settimana (17/19 maggio) - viene ritenuto uno degli appuntamenti più importanti del settore. Alla Manifestazione l’ICE accompagna 28 aziende provenienti da 7 Regioni: Veneto, Piemonte, Toscana, Marche, Abruzzo, Puglia e Sicilia e 4 Enti Regionali di tutela e promozione di Toscana, Marche, Veneto e Sicilia . “La London International Wine Fair è annoverata tra gli eventi di settore più importanti nel Regno Unito – commenta il Presidente dell’ICE Umberto Vattani – e prendervi parte con il fiore all’occhiello della nostra produzione vitivinicola significa usufruire di una prestigiosissima vetrina sul mercato enologico internazionale. Il Padiglione Italia – prosegue Vattani – allestito per l’occasione è stato concepito con la duplice funzione di offrire massima visibilità ai nostri prodotti e di essere, al contempo, un animato punto di incontro con gli operatori esteri presso il quale prendere parte a numerosi seminari e ad un ciclo di degustazioni tecniche dal titolo Italian Wine in a Glass. Un percorso di profumi e sapori che – precisa Vattani - attraverserà il territorio nazionale da nord a sud. Un itinerario che parte dal Veneto con il Soave, tocca Toscana e Marche con il Brunello e i vini Piceni fino a raggiungere la Sicilia e le sue eccellenze. Al vino siciliano, sia esso rosso, bianco o dolce verrà dedicata un’intera giornata, che si concluderà con il seminario: “Vino & Cioccolato”. “Il 2010 – conclude Vattani – ha segnato il grande rilancio del vino italiano sui mercati internazionali e i dati dei primi mesi del 2011 confermano questo trend”. Il valore delle esportazioni nel 2010 ha toccato i 3,9 miliardi di Euro, cifra record per il settore, mentre i volumi hanno raggiunto i 24,2 milioni di ettolitri, corrispondenti ad oltre il 50% della produzione nazionale, livello mai conseguito prima. Sul versante dei volumi e dei valori il Regno Unito si posiziona al terzo posto nella classifica dei paesi UE destinatari delle esportazioni di vino italiano, registrando un incremento in volume pari al 3,3% ed in valore pari a 1,9% rispetto al 2009. 12 Gazzettino Europeo 14 Maggio 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Cultura orizzonti transnazionali Dagli Uffizi al Cafa Musem: memo sulla mostra itinerante nel "celeste impero" Un’occasione di incontro e di scambio culturale tra i due popoli, ed un’opportunità per promuovere il patrimonio culturale italiano in un paese nobile e ricco di tradizioni, come la Cina, da sempre affascinato ed incuriosito dalla cultura e dall’arte occidentale. E' questo l'obiettivo del lungo viaggio di 80 quadri, appartenenti al Museo degli Uffizi, che faranno tappa in 5 grandi musei cinesi, a partire dallo Shanghai Museum, dal 10 marzo prossimo fino all'agosto 2011. Un importante seguito delle relazioni instaurate fra Italia e Cina, consolidato dalla recente missione del Direttore Generale del Ministero dei Beni e le Attivita' Culturali per la Valorizzazione del Patrimonio Italiano, Mario Resca. "Un'ambasceria fiorentina e italiana in questo grande Paese, quale pegno per un futuro di scambi culturali - ma anche, e soprattutto, umani - sempre più intensi e fruttuosi”, afferma Cristina Acidini, soprintendente del Polo Museale fiorentino". 82 le opere, selezionate in base al tema dei Generi della Pittura e suddivise in tre sezioni principali - Paesaggio, Natura morta e Ritratto - che coprono un ampio arco temporale, che va dalla fine del XV secolo alla seconda metà del XX, delineando un percorso chiaro e approfondito nel raccontare l’espressione figurativa in Italia e in Europa in quei secoli, grazie anche al cospicuo numero di autori presenti nella mostra, oltre 50. Fra i dipinti prescelti, tutti di altissimo pregio e tenore culturale, spiccano per notorietà l’Adorazione dei Magi del Botticelli, la Venere della pernice di Tiziano e la Leda e il cigno del Tintoretto. Ma si segnalano anche protagonisti dell’arte europea, italiana e fiorentina, come Lorenzo di Credi, Guercino, Filippo Napoletano, Claude Lorrain, Francesco Albani, Canaletto, Gaspar van Wittel, Bartolomeo Bimbi, fino ai più recenti Giulio Aristide Sartorio e Giacomo Balla. La sezione dedicata al Paesaggio accompagna il visitatore orientale alla scoperta dei panorami naturali che gli artisti interpretavano talvolta con fedeltà realistica ed altre con vivace fantasia e immaginazione. Colline, fiumi, paesi e città, rovine archeologiche, ma anche luoghi paradisiaci dove la natura trionfa. Apre così la mostra l’Adorazione dei Magi di Botticelli, una tavola di forte suggestione che registra l’avvenimento cristiano all’interno di un immaginario paesaggio roccioso, magnificamente creato dall’artista come quinta elegante e poderosa insieme. La mostra prosegue con una sezione dedicata alla Natura morta o anche Natura in posa, per la presenza di numerosi dipinti con immagini di animali. Non solo frutta e fiori, infatti, sono i protagonisti di questa sezione, ma anche pesci, farfalle, volatili, in una curiosa composizione lirica. Il percorso prende le mosse da una splendida opera di Tintoretto, Leda e il Cigno: un dipinto di storia di impostazione tradizionale, ma che può suggerire la portata rivoluzionaria dei dipinti dedicati alla natura morta nel contesto della pittura europea tra la fine del Cinquecento e il principio del Seicento. Infine, l’ultima parte della mostra è dedicata ai Ritratti, genere principe della storia dell’arte. Lasezione prende avvio da un primo nucleo di ritratti della fine del Quattrocento e di primo Cinquecento, fra cui il Ritratto di giovane di Lorenzo di Credi e la celebre Schiava di Palma il Vecchio, per proseguire con alcune effigi della famiglia granducale fiorentina, fra cui quella del granduca Cosimo II, del cardinale Leopoldo, del Gran Principe Ferdinando e di Cosimo III, appassionati committenti e collezionisti. Proprio al cardinale Leopoldo risale l’idea stessa di raccogliere autoritratti degli artefici più famosi d’ogni luogo e di dar vita a una collezione che oggi è la più ricca e famosa del mondo. Le opere, tutti dipinti eccetto quattro commessi in pietre dure, e tutte provenienti dalla Galleria degli Uffizi, sono state appositamente scelte tra quelle conservate nella riserva del museo fiorentino, o nelle sale non facenti parte del percorso di visita del museo. Si è così raggiunto un duplice obiettivo: promuovere un patrimonio prezioso e nascosto, e non privare i visitatori abituali della Galleria di nessuna opera preannunciata dai cataloghi del museo. La discendente di Monna Lisa contraria alle ricerche dei resti mortali La principessa Natalia Guicciardini Strozzi, appartenente ad una delle più antiche famiglie nobili di Firenze, sta combattendo la sua battaglia per impedire che vengano esumati i resti di Lisa Gherardini, sua antenata e la donna rinascimentale che molti credono sia stata la modella di Leonardo da Vinci nel celeberrimo quadro ”Monna Lisa”, anche conosciuta come La Gioconda e Lisa del Giocondo per via del suo matrimonio giovanile con un mercante di tal cognome. Secondo il Daily Telegraph la principessa – i cui legami di sangue con La Gioconda risalgono a 15 generazioni orsono – si sta opponendo ad una squadra di ricercatori guidati da Silvano Vinceti che tramite un radar speciale vogliono trovare sotto il convento di Santa Ursula a Firenze la bara di quella che si crede sia stata la modella di Leonardo. I ricercatori credono che se possono individuare la bara saranno in grado di paragonare campioni di DNA con altri campioni di membri di famiglie decedute e poi usare frammenti del cranio per ricostruire il volto della donna, che morì nel 1542 all’età di 63 anni. Gli scavi nel convento cominceranno all’inizio di giugno e si pensa che andranno avanti per due settimane. La principessa Strozzi è indignata. ”I resti dei miei antenati dovrebbero essere lasciati in pace”, ha dichiarato al Telegraph. ”Che differenza farebbe trovare i resti della modella di Leonardo per l’universale fascino del suo dipinto?”, ha chiesto la principessa. Gazzettino Europeo 14 Maggio 2011 Pubblicità [email protected] 13 Bandi e Concorsi Europei APRILE MAGGIO MAGGIO GAZZETTINO EUROPEO.IT PARLAMENTO EUROPEO AFFARI SOCIALI E PARI OPPORTUNITA’ VP/2011/04 - ACTIONS FOR COOPERATION AND INFORMATION ON SOCIAL SECURITY COORDINATION CALL FOR PROPOSALS Assicurare che le persone non perdano i propri diritti di sicurezza sociale, quando viaggiano o lavorano all'estero. Stanziamento: € 3.000.000 - VP/2011/04 Scadenza: 31 maggio 2011 COOPERAZIONE EUROPEAID EuropeAid/131114/C/ACT/Multi - INVITO A PRESENTARE PROPOSTE NELL'AMBITO DELLO "STRUMENTO PER LA SOCIETÀ CIVILE: AZIONI DI PARTENARIATO - EMANCIPAZIONE DELLE DONNE" Stanziamento: € 1.650.000 - EuropeAid/131114/C/ACT/Multi Scadenza: 31 maggio 2011 SALUTE E TUTELA DEL CONSUMATORE INVITO A PRESENTARE CANDIDATURE 2011PROGRAMMA D'AZIONE COMUNITARIO IN MATERIA DI SANITÀ PUBBLICA (2008-2013) Il programma persegue l’obiettivo di migliorare la sicurezza sanitaria dei cittadini, anche riducendo le disparità sanitarie. Stanziamento: € 48.313.028 - GUUE 2011/C 68/04 Scadenza: 27 maggio 2011 ISTRUZIONE E CULTURA EACEA/36/10 - ATLANTIS: AZIONE A FAVORE DI LEGAMI TRANSATLANTICI E DI RETI UNIVERSITARIE IN MATERIA DI FORMAZIONE E STUDI INTEGRATI - ANNO 2011 Progetti di consorzi riguardanti le lauree transatlantiche Stanziamento: € 6.440.000 - GUUE 2011/C 2/02 Scadenza: 24 maggio 2011 COOPERAZIONE EUROPEAID EuropeAid/131079/L/ACT/RS - SOSTENERE L'ACCESSO AL MIGLIORAMENTO DEI DIRITTI, L'OCCUPAZIONE E SOSTENTAMENTO DEI RIFUGIATI E DEGLI SFOLLATI IN SERBIA Assistere i comuni in Serbia per il problema dei rifugiati Stanziamento: € 2.640.000 - EuropeAid/131079/L/ACT/RS Scadenza: 22 maggio 2011 COOPERAZIONE EUROPEAID EuropeAid/131266/C/ACT/MULTI - AZIONI PREPARATORIE PER LA CONSERVAZIONE E IL RECUPERO DEL PATRIMONIO CULTURALE NELLE AREE DI CONFLITTO NEI BALCANI OCCIDENTALI Stanziamento: € 2.250.000 - EuropeAid/131266/C/ACT/MULTI Scadenza: 20 maggio 2011 COOPERAZIONE EUROPEAID EuropeAid/131231/M/ACT/HR - CROAZIA MODERNIZZAZIONE DEI PROGRAMMI SCOLASTICI IN SCUOLE DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN LINEA CON LE MUTEVOLI ESIGENZE DEL MERCATO DEL LAVORO Stanziamento: € 2.600.000 - EuropeAid/131231/M/ACT/HR Scadenza: 20 maggio 2011 RICERCA E INNOVAZIONE FP7-ICT-2011-C: invito a presentare proposte per l'azione TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE nell'ambito del programma specifico 'COOPERAZIONE' del VII PQ di RST Invito per Future and emerging technologies Stanziamento: € 46.000.000 - GUUE 2010/C 196/06 Scadenza: 17 maggio 2011 AVVISO: Per dettagli sui Bandi soprariportati o per accedere agli elenchi ed alle schede complete dei Bandi in scadenza a giugno, luglio, agosto e settembre 2011, consultare “GAZZETTINO EUROPEO - Eurofinanziamenti”, rivista quindicinale in abbonamento. Quote di sottoscrizione sul sito www.gazzettinoeuropeo.it/eurofin.htm 16 Gazzettino Europeo 14 Maggio 2011 Pubblicità [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT