IL SOLE 24 ORE - Sport Rally Team

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Il Sole 24 Ore NordOvest Mercoledì 8 Settembre 2010 - N. 32
LA STORIA
Gliappassionatidelvolante
Su strada. Nell’area si contano 30 gare l’anno,
una prova con un’auto «top» costa 50mila euro
Imprenditoritrarallye azienda
AMICORALLY
di Jada C. Ferrero
Q
uelli che i rally. Imprenditori
cheneiweekendcambianohabitus, indossando casco e tuta
ignifuga per gareggiare su un’auto
dacorsa,sustrada(provvisoriamente chiusa al traffico). Piloti o, meno
spesso, navigatori, che alla vigilia
dellegaredismettonoiconsuetipanniaziendaliperconfrontarsidiversamenteconilconcettodicompetitività.Piedepesante,mentesgombra,dimensione un po’ zen, per bruciare
l’attimo al cronometro. Il lunedì di
nuovo in produzione, in azienda.
Passionaccia.
Se ne contano parecchi nel Nord
Ovest, rallisticamente diviso in Prima e Terza Zona. Trenta gare nel
2010(19inPiemonte,2in Valled’Aosta, 9 in Liguria), fra prove di Challenge (ex Coppa Italia), zoccolo duro dello scenario, e i minori "rally
ronde". In calendario, poi, un paio
di gare di calibro: imminente il rally
internazionale delle Valli Cuneesi
(9-11 settembre), unica prova italiana valida anche per il Campionato
svizzero, pure valevole per l’International rally cup trony, quarta di
una serie di sei gare con la peculiarità di un ricco montepremi finale in
denaro (190mila euro quest’anno,
+30% sul 2009). Ciliegina all’orizzonte,il"mitico"Sanremo(21-25settembre), prova dell’Intercontinental rally challenge e del Campionato
italiano,un’istituzionequasiquanto
il sessantunenne festival: di scena,
la 52˚edizione. La stagione sta incubando i propri vincitori finali, nelle
varie serie.
I rally sono un mini circus, un universo parallelo che prende vita nei
weekend e che, per entità delle cifre
in campo, costi in ballo, indotto sviluppato(dalle factorymeccaniche ai
produttoridiaccessori),bagnodifolla che implicano per i territori che li
ospitano (con crescenti difficoltà),
rappresentanounrilevante fenomenoeconomico di nicchia,ancheesoprattutto nel Nord Ovest: Piemonte
terra di motori, ottimi preparatori.
Fra gli imprenditori che si mettono in gioco ce ne sono di vincenti.
Come Maurizio Ferrecchi, classe
1961, azienda di famiglia che in Valbormida, nel Savonese, produce fusti e imballaggi. Corre da sempre,
consuccesso;l’ultimo,ingiugno,terzo al rally genovese della Lanterna,
alle spalle di due plurititolati piloti
ufficiali. Risultato agonistico da urlo, colto alla guida di uno di quei mostri meccanici che sono oggi le Wrc
–worldcarrallychearrivanoacostare 1,2 milioni e che sono in media beni strumentali delle società di nolo
che le gestiscono – nella fattispecie
una Ford Focus Friulmotor, scuderia Lanterna Corse, alle note Fulvio
Florean.Ferrecchi,rallymandalbrillante palmares (campione europeo
1989, campione italiano 2002, vice
nel 2003), nella vita di tutti i giorni
guidala3F,circa30milionidifatturato, 50 dipendenti (80 con le connesse azienda di trasporti e cooperativa).Doppioturnodiproduzione,fornitrice di fusti metallici ai principali
mercati dei settori chimico, petrolifero, alimentare, oggi anche di tani-
In azione. L’imprenditore
rallysta Maurizio Ferrecchi
(nella foto in alto) festeggia il
secondo posto sul podio della
14esima edizione del Rally
delle Valli Cuneesi (l’edizione
numero 16 si correrà da
domani all’11 settembre; la
52esima edizione dello storico
Sanremo si correrà invece dal
21 al 25 settembre).
A fianco, Tiziano Borsa e la
moglie-navigatrice Carla, in
azione sulla loro Peugeot 207
Super 2000, in gara al rally del
Tartufo di fine agosto, dove si
sono piazzati terzi; primo è
arrivato un altro imprenditore,
Luca Cantamessa
Tiziano Borsa, pilota e titolare
della Monte Noveis di Crevacuore (Bi)
Piero Capello è organizzatore di alcuni
tra i più seguiti eventi del Nord-Ovest
Maurizio Ferrecchi guida una Focus
ela 3F, azienda di famiglia in Valbormida
UN MONDO IN EVOLUZIONE
IL GIRO D’AFFARI
TRA HOBBY E SPORTBUSINESS
«Le corse, anche per la crisi,
stanno cambiando: budget
in calo, meno supercar
e turn-over di equipaggi»
«Nei giorni del Valli Cuneesi
si stimano 50mila presenze
con una buona ricaduta
economica per il territorio»
«Grazie ad amici sponsor
non spendo di tasca mia
ma mi contengo in 3 o 4
sole occasioni all’anno»
cheinplasticaad altopesomolecolare, l’azienda nacque a inizio Novecento come falegnameria (prodotto
antenato: botti di legno), fondata dal
nonnoEdoardo,chepassòiltestimone a suo figlio Silvano, settantenne
tuttora attivo in azienda. Nella sede
di Millesimo, il continuatore Maurizio, figlio unico, porta avanti l’attivitàcoicugini.Unoda120mila kml’anno,al di làdei rally.Instabilimento si
è ricavato un suo sancta sanctorum,
dove fra le coppe tiene 8 Lancia da
gara, collezione completa (le Delta
furono ritirate dalle corse nel ’92).
«Cosa ne faccio? – dice – Le odo-
ro. Due volte l’anno le metto in moto
e faccio un giro». Come in una scena
del film Sliding doors, il bivio decisivo nella vita di Ferrecchi avviene in
un momento preciso, anno 1989:
«La Fiat mi preferì Piero Liatti in
squadra corse. Fortunatamente, dico oggi. L’azienda, ora molto sviluppata, faceva gola alle multinazionali,
e tutto sarebbe cambiato». Sposato,
due figli, Ferrecchi si dà oggi ai rally
in modiche quantità. Hobby costoso,ineffetti:gareggiareconunasimile Wrc costa – chiavi in mano (nolo
auto, staff assistenza, pasti, albergo)
–finoa 30-50milaeuro. Agara.Bene-
detti dunque gli sponsor: «Grazie ad
amici,l’annoscorsounadittadicaramelle, quest’anno di escavazioni,
non spendo di tasca mia per correre.
Ma oggi mi contengo: 3-4 occasioni
l’anno».
I rally per staccare la spina, fare il
vuoto nel cervello, concentrato soltanto nella sfida. Succede anche al
driver biellese Tiziano Borsa, 51 anni, titolare della carpenteria Monte
Noveis di Crevacuore (tetti in legno
per fabbricati civili e industriali), 11
dipendenti, giro d’affari da un milione, ben 38 ori in Coppa Italia. Molti
podi:corre dal’78.Frescoterzoal re-
cente rally del Tartufo di Asti (vinto
dall’imprenditore Luca Cantamessa),Borsadividevita,aziendaeabitacolo con Carla Berra, contabile, che
in macchina gli detta coincise, insindacabili istruzioni, per il loro attuale
cavallo meccanico, una Peugeot 207
Super 2000 coi colori del Biella Motor Team, firmata Tam Auto.
Anche per loro, oggi, pochi selezionatieventi. «I rally ce li ho dentro
– confessa – un richiamo, una sirena
cui ho provato a resistere, invano.
Scarico così le tossine: faticoso ma
rilassante. Toglie i pensieri. I rally,
anche causa crisi, stanno cambiando: meno super macchine, invece
molte più vetturette, gran ricambio
di equipaggi, che selezionano di più
le gare. Il budget, in calo, è condizionato dai sostegni. Per una stagione
di Coppa Italia si spendono in media
25-30milaeuro.L’80%deicostiin genere è coperto da sponsor. Per me,
vale lo sfizio».
Meno soldi in giro, spese limate.
Levendite auto che inagosto hansegnato un calo di quasi il 20% (dopo il
-26% di luglio). «Eppure – rileva
GiancarloZattera,delegatopiemontesedellaCsai,la federazionediriferimento – in media le gare quest’anno raccolgono 120-130 iscritti, quasi
ilmassimo,esappiamochecompeterenoncostamai menodi4-6milaeuro a gara. I giovani fanno molti sacrifici, ma la disciplina affascina». Chi
milita nell’universo dei rally, a qualsiasi titolo, ha una specifica licenza
Csai. Il bacino è stabile da tempo,
con circa 6.500 licenze nell’area (oltre 4.500 in Piemonte, quasi 1.700 in
Liguria, meno di 300 in Vallée), per
due terzi piloti/navigatori, poi commissari di percorso, ufficiali di gara,
scuderie, preparatori, noleggiatori,
organizzatori. Fra gli storici patron
piemontesi, Piero Capello, 61 anni, è
inquesteoresotto pressione:"dominus" di un apparato di 1.500 persone
che, pubblico a parte, fra giovedì e
domenica,occuperàognisingoloposto letto di Dronero e vallate occitane della Granda, per il Valli Cuneesi
e il suo en plein di iscritti blasonati.
«Unabella ricaduta economica, al di
là degli spettatori, nel 2009 stimati
in 50mila presenze. Ma si fa sempre
più difficile. Organizzare un evento
di questo tipo costa sui 130mila euro,
permetàcopertidasponsor,permetà da iscrizioni».
Fra chi elabora vetture, il gotha è
piemontese: il number one Balbosca
di Santo Stefano Belbo (Cn), e poi
nell’Alessandrino Erreffe di Castelnuovo Scrivia e l’apprezzata Gima
Autosport di Predosa, che, nata nel
2000,sfioraoggiil milionedifatturato annuo: ha inaugurato l’officina
nuova. Prepara bolidi con orgoglio
sabaudo, coglie ori per interposta
persona:«Malaconcorrenzasifaferoce– sospiraDiegoParodi,contitolare con Marco Bogliolo – e purtroppo la qualità deve competere con
molta approssimazione, realtà con
poco mestiere che tuttavia costringonoadabbattereiprezzi».Gimagestisce sei vetture piccole e medie,
classeR3chespopola,autoda130mila euro noleggiabili, pacchetto tutto
compreso, a 6mila euro a gara.
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