NL Dicembre 2012
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NL Dicembre 2012
Anno 4 Numero 1 2 DICEMBRE 2012 Business, Marketing, Management In t r a p r e n d e r e VITA MORTE E MIRACOLI DI UNA PMI SOMMARIO NESPRESSO Caffè per vocazione Pag. 2 APPLE STORE I motivi del successo Pag. 3 BAR BOUTIQUE Trend di mercato Pag. 4 L’Angolo Tecnico Pag. 5 Nuove idee di GOOGLE Pag. 6 KUSMI Tea a Milano AN Retail Design—dic 2012 Sarà il paradiso del thè da intenditori: miscele pregiate e packaging inconfondibile, ecco la boutique Kusmi tea aperta a Milano il 12 /12/12. Dopo il corner nel Food hall al 7° piano de La Rinascente Duomo, anche la prima boutique monomarca della prestigiosa maison del thé francese fondata in Russia nel 1867. Cosa c’è da aspettarsi da una boutique Kusmi Tea, luogo di culto per gli estimatori del prezioso infuso millenario? Un’ampia selezione di miscele, prodotte da thè in purezza, provenienti da India, Cina e Ceylon, mescolate artigianalmente come tradizione con aromi d’eccellenza nel laboratorio di Le Havre. L’unica fase automatizzata è il confezionamento nella mitica boite pop-baroque. Il packaging con i decori che ricordano la Russia degli Zar è diventata oggetto di culto, simbolo di gusto, lifestyle, e di design. Marketing e sviluppo, necessità di un’impresa (continua dal numero precedente — di Rocco Trisolini) Nella pratica susseguitasi nel corso di questi anni sono stati 2 gli approcci al Marketing operati dalle imprese. Il primo si occupa di vendere ciò che l'azienda ha già in produzione al momento, e le sue strategie sono orientate ad aiutare la forza vendita a smerciare quanto si è prodotto, concentrando quindi le relative energie aziendali a favorire azioni chiaramente “subordinate” al prodotto. Mentre il secondo, quello più “avanzato”, concentra le proprie strategie nello studio ed analisi di che tipo di prodotti, e con quali caratteristiche, l'azienda dovrebbe produrre. Nelle gestioni ottimali, l’elaborazione delle azioni che derivano da questi studi e produzione, deve condurre l'impresa a proporre un’offerta che permetta di ottenere risul- tati di mercato positivi per i successivi 3/5 anni. Gli studi, analisi e strategie da mettere in atto devono supportare tutte le componenti dell'azienda e orientarle a guardare al business secondo una nuova prospettiva, che parte dalla comprensione dei desideri e, soprattutto, delle aspettative dei clienti, sia consolidati che potenziali. Allo stesso modo tali analisi devono essere in grado di valutare i prodotti che già compongono il portafoglio aziendale, e determinare quali possono incontrare ancora i favori del mercato, e quindi continuare ad essere prodotti, e quali no. Oggi, in definitiva, è importante che il Marketing intervenga fin dall'inizio dei processi aziendali, con il ruolo di individuare opportunità di mercato, misurarle e testarle, per consentire, solo dopo, all'azienda di prendere una decisione pienamente consapevole (2) ed utile. I fattori che influenzano le scelte del consumatore sono ormai molteplici e la comunicazione pubblicitaria stessa, il primo fattore di influenza noto sin dal secolo scorso, scopre ed utilizza strumenti sempre più performanti ed interattivi con i clienti. Per tutto questo é necessario che le imprese facciano un vero salto culturale, superando la concezione del marketing visto come un centro di costo, o di sola assistenza, ed iniziando a capire che è in realtà la forza motrice che costruisce il futuro e trasforma un’impresa in un'azienda di successo. In Australia il packaging dei retailer può essere trasformato in complementi d’arredo (POPAI — dicembre 2012) Come già stato fatto da Joolz (società olandese) aiutando a trasformare i cartoni utilizzati in qualcosa di nuovo e utile, anche il retailer australiano DIY Living fa qualcosa di simile, permettendo agli acquirenti di convertire il cartone in nuovissimi oggetti. Questa iniziativa di marketing sviluppata a Singapore, è stata possibile grazie ad una partnership con una agenzia pubblicitaria PUBLICIS. DIY Living riporta sulle scatole le istruzioni per guidare a trasformare l’imballaggio in elementi funzionali come tavolini, sgabelli e paralumi. In tempo di crisi economica, questo è un modo per i consumatori di risparmiare i loro soldi. Pagina 2 Intraprendere NESPRESSO: Caffè per vocazione (Capital - dic. 2012—Riccardo Venturi) LA GEORGE CLOONEY CONNECTION alla conquista del mondo. Non è la trama di un film in uscita ma la fotografia di Nespresso, azienda del gruppo Nestlè presente in 50 paesi, che qualcuno ha scherzosamente identificato con il suo testimonial. Nel 2011, alla faccia della crisi Nespresso ha raggiunto un fatturato di quasi 3 miliardi di euro, con un incremento del 20% rispetto al 2010. La rete di vendita si è ampliata, raggiungendo un totale di oltre 3000 boutique. Tra le oltre 40 di nuova apertura figurano la monomarca in Regent Street a Londra e quella di San Francisco. Che si aggiungono ad altri fiori all’occhiello, una su tutti la boutique su 2 piani agli Champs – Elisyée di Parigi. In Italia la quota del caffè monodose, che a livello globale è pari a circa il 10%, è al 3.4%. Ma Nespresso cresce a doppia cifra anche nel Belpaese. E per accelerare l’ingresso nelle case degli italiani affida le prossime strategie al nuovo market director, l’argentino Martin Pereyra Rozas, 35 anni. Al primo posto un verbo quasi in disuso: i n v e s t i r e. “ Q u e s t ’ a n n o abbiamo aumentato gli investimenti pubblicitari del 30% e continueremo a farlo”. Non solo: nel 2013, i dipendenti, che a livello globale sono 7 mila, saliranno a 600 dagli attuali 465. Anche le boutique, come Nespresso chiama i suoi punti vendita, sono in continua espansione. Oggi sono 31, da Bari a Bolzano, cinque delle quali aperte quest’anno. L’anno prossimo se ne aggiungeranno altri 4. “Vogliamo assicurare ai nostri clienti il miglior servizio. Quindi, oltre alle boutique, i nostri consumatori possono scegliere di affidarsi ai servizi clienti sia telefonici sia internet: entrambi caratterizzati da una crescita molto veloce”, continua Pereyra. Anche il call center, centralizzato in Svizzera, dall’anno prossimo per il mercato italiano sarà a Milano, con 24 assunzioni più un direttore. Un altro segno di quanto l’azienda creda nell’espansione in Italia, visto che in Europa solo il Regno Unito ha un call center di Paese. Tra gli obiettivi di Pereyra Rozas c’è quello di dare sempre più forza anche in Italia al programma globale di produzione sostenibile e responsabilità sociale di Nespresso Ecolaboration. “Il nostro è un impegno in 3 aree. La prima è quella che riguarda la qualità sostenibile della tecnica di produzione del caffè, il nostro programma AAA, lanciato ormai 9 anni fa. Vogliamo assicurarci che la produzione sia responsabile prendendosi cura delle risorse primarie. Per questo motivo paghiamo fino al 30% in più del valore di mercato a quei prodotti che impiegano tecniche sostenibili di raccolta e aderiscono al programma. Questo assicura una qualità del prodotto molto elevata. Vogliamo raggiungere l’obiettivo di ottenere l’80% del nostro caffè da fattorie AAA”, dice il market director. “Il caffè è una delle poche coltivazioni che può vivere in armonia con la foresta pluviale. Così è possibile met- tere assieme protezione della foresta, qualità del caffè e felicità e salute dei coltivatori”, aggiunge Chris Wille della Rainforest Alliance che collabora con Nespresso. “La seconda area del nostro impegno riguarda la riduzione delle emissioni di Co2, dalla produzione del caffè al trasporto, fino al consumo, progettando macchine a risparmio energetico. La terza è quella del riciclo delle capsule di alluminio . In tutte le boutique d’Italia sono stati attivati i punti di raccolta”, spiega Pereyra. Le capsule sono poi inviate presso un apposito stabilimento che è in grado di effettuare il delicato processo di separazione tra l’alluminio dell’involucro e il caffè contenuto all’interno con una capacità di circa una tonnellata e mezzo all’ora per un equivalente di oltre 20mila capsule. L’alluminio viene riciclato, e il caffè trasformato in compostaggio per concimare un campo destinato alla produzione di riso. Riso che viene acquistato da Nespresso e donato alla Fondazione Banco alimentare che può cosi distribuirne 60 mila ciotole a oltre 8 mila strutture caritative. L’obiettivo è di far crescere ulteriormente la % di capacità di riciclo, arrivando entro il 2013 al 75% a livello internazionale. Nespresso è un sistema che si compone di 3 elementi. “Primo i caffè migliori del mondo. Racchiusi nelle capsule di alluminio che ne preservano alla perfezione gusto e aroma. Secondo le macchine Nespresso che erogano il caffè a 19 bar di pressione. Terzo, i servizi dedicati e personalizzati del Club Nespresso. La loro combinazione ci permette di garantire sempre il migliore espresso in tazzina”, spiega Pereyra. I 16 diversi caffè Nespresso si chiamano Grand Cru con un riferimento non casuale alla qualità dei grandi vini. Tra questi, anche 3 Pure Origins provenienti solo da determinate zone tra le più vocate del pianeta(…) “Ci sono voluti anni di ricerca e conoscenza del territorio per trovare le regioni che avessero la possibilità di offrire ogni anno un caffè di grande qualità, in linea con i nostri standard” dice Pereyra. Secondo elemento del sistema Nespresso sono le macchine improntate a criteri di semplicità, tecnologia e design.(…)Terzo sono i servizi assicurati dal Club Nespresso. Come l’assistenza immediata in caso di guasto alla macchina. E la possibilità di ordinare nuove capsule via smartphone, internet o telefono, scegliendo anche l’orario di consegna.(…) Pagina 3 Intraprendere Il successo degli APPLE STORE (Dott.ssa Cristina Tinelli— ROTORA) Il primo punto vendita Apple ha aperto i battenti il 19 maggio 2001 a Glendale, in California, e da allora la catena che oggi conta più di duecento negozi è diventata il maggior successo nel campo della distribuzione. Ha fatto registrare il più alto tasso di crescita nella storia della distribuzione, avendo raggiunto l’importo annuale di un miliardo di dollari di vendite in soli tre anni. Gli Apple store assomigliano a scintillanti boutique di lusso eleganti e alla moda, realizzati in plastica e acciaio, e non vendono solo prodotti hi-tech ma un vero e proprio stile di vita. I punti vendita non hanno un nome, solo una insegna luminosa raffigurante il logo con la mela al centro di una facciata in acciaio inossidabile; al di sotto una vetrina dove si trovano in esposizione gli ultimo modelli di iphone o iPhod. I negozi APPLE sono rilassanti punti di ritrovo dove l’atmosfera è molto attraente e invitante, i clienti possono provare tutti i computer e dispositivi, rispondere a una mail, provare un videogioco e soprattutto non ci sono venditori d’assalto che insistono per l’acquisto di accessori costosi e inutili estensioni di garanzia, i commessi sono gentili e servizievoli. Gli Apple store sono pensati per essere dei veri e propri luoghi pubblici come una biblioteca. Essi non sono costruiti intorno al prodotto, ma ad una serie di esperienze che li rendono più che dei semplici negozi. Infatti ogni settimana si svolgono una serie di workshop, corsi, conferenze di creativi professionisti e concerti, tutto gratis, per esempio in estate la Apple Camp raduna migliaia di bambini per insegnare loro come utilizzare il computer. Ma qual’é la strategia visionaria che ha portato gli Apple store al successo? Quando Jobs e Johnson (marketing manager) cominciarono a progettare i punti vendita partirono da una prospettiva inconsueta, riassunta secondo Johnson, nella formula “arricchire la vita altrui”. Tale ambizioso disegno si basava su due obiettivi molto chiari: 1) progettare i punti vendita intorno all’esperienza del cliente, 2) essere consapevoli dell’esperienza aziendale (Apple) per l’intera durata del prodotto acquisito. Innanzitutto, progettare i negozi intorno all’esperienza del cliente non era la stessa cosa che progettarli intorno all’esperienza di vendita. Molti produttori si concentrano su come il cliente individui e scelga i prodotti all’interno del negozio e quindi sul modo di farlo spendere il più possibile. Jobs e J o hnson si chies e r o invece quale posto i p r o dotti avrebbero potuto occupare nella vita reale dei clienti; in secondo luogo volevano che i negozi offrissero al cliente l’esperienza del marchio Apple. Il punto vendita Apple è impostato sull’intera durata del prodotto e l’acquisto segna solo l’inizio del rapporto tra cliente e azienda. A tal proposito l’obiettivo primario di Apple è allietare il cliente attraverso una serie di comportamenti che contraddistinguono radicalmente lo store rispetto agli altri negozi. A tal proposito, per esempio, i dipendenti non sono tenuti a vendere. I manuali di formazione Apple infatti insegnano una filosofia di vendita molto insolita: “Non cercare di vendere ma aiutare il cliente a risolvere i problemi”.. (Continua nel prossimo numero) Nasce Barilla Video Factory (ADV.it — nov. 2012) Cosa potrebbe raccontare di sé un sugo se potesse parlare? Nella nuova campagna TV lanciata in settembre, i sughi Barilla si raccontano in prima persona parlando della qualità degli ingredienti e della combinazione di sapori autentici. “Mi piace essere un sugo Barilla” è il messaggio finale. Lo stesso che ha ispirato il lancio del progetto Barilla Video Factory, in collaborazione con Userfarm: dal 14 Novembre videomaker e appassionati della buona tavola in tutto il mondo sono invitati a interpretare il valore e piacere di essere un sugo Barilla attraverso la produzione di un cortometraggio. Per partecipare, i candidati, se non sono già iscritti al network di Userfarm, dovranno seguire le istruzioni di registrazione su videofactory.barilla.com, elaborare il video seguendo le indicazioni sul regolamento e inviarlo caricandolo sul sito entro la fine di gennaio. I video posta- ti saranno visibili su videofactory.barilla.com, e alcuni anche sulla pagina Facebook Barilla e su www.youtube.com/bari lla, dove visitatori e utenti potranno dare il loro voto di preferenza. La giuria finale selezionerà 10 film in base al voto online e sul giudizio della giuria tecnica. I primi 10 classificati riceveranno un riconoscimento economico da Barilla che darà visibilità ai video sui suoi canali social e potrà utilizzarli successivamente. Barilla si conferma così tra i brand più innovativi nella scelta dei modelli di coinvolgimento del pubblico e dei mezzi di comunicazione. La piattaforma sarà coordinata e gestita dallo staff di Userfarm.com , network internazionale di crowdsourcing per operatori video del gruppo TheBlogTV, che attiverà anche il proprio circuito di oltre 37.000 contatti nel mondo. Pagina 4 Intraprendere Bar come boutique e pizze-dessert Design e creatività si mettono a tavola (Affari&Finanza —nov. 2012— Sibilla Di Palma) Evoluzione dei mercati, innovazione nei prodotti e nel design, ma anche soluzioni tecnologiche d’avanguardia e layout creativi per soddisfare le esigenze di consumatori sempre più preparati e consapevoli, e conquistare nuove nicchie di mercato. Le ultime tendenze e novità nel mondo Horeca (Hotel, ristoranti e catering) andranno in scena a Host, il salone internazionale dell’ospitalità professionale in programma con cadenza biennale presso Fieramilano a Rho dal 18 al 22 ottobre 2013. Largo, dunque, a panetterie che sembrano boutique; pasticcerie e gelaterie dalla grande varietà di scelta; bar di design e ristoranti con mise en place ancora più ricercate e a nuovi modi di gustare caffè, thè e cacao. «La biennalità della manifestazione si armonizza appieno con i tempi di sviluppo delle aziende: Host è sempre più la sede ideale per presentare novità e trend, e anche un osservatorio che, nei due anni di preparazione, elabora le tendenze e le opportunità del settore per metterle al servizio degli operatori», spiega Marco Serioli, direttore exhibitions di Fiera Milano. Tra le novità della prossima edizione, il settore pane-pastapizza vedrà una forte focalizzazione sulle nuove tendenze nell’arte bianca, fornendo spunti per produzioni innovative, sulla scia delle richieste dell’utente finale sempre più orientate a naturalità, qualità e originalità. Sul fronte natu- ra, continua, infatti, il boom dei prodotti bio con crescite a due cifre per i derivati dei cereali: +17% nel 2010 (dati Cia-Confagricoltura). Su quello della scelta, invece, vanno affermandosi materie prime come farro e grano kamut, oltre a interpretazioni innovative dei prodotti classici: è il caso della pizza-dessert o dei prodotti da forno realizzati con mix di cereali dalle proprietà nutritive complementari. In ascesa anche le specialità che nascono da esigenze salutistiche, come i prodotti senza glutine o a basso tenore di sodio. Elemento centrale dell’evento resta l’area caffè che si arricchisce di uno spazio dedicato al thè, sulla scia dell’espansione in tutto il mondo dell’espresso e dei suoi derivati (dai cappuccini ai macchiati) e di un maggior interesse degli italiani verso le cialde e il thè. L’area gelateriapasticceria ospiterà, invece, un focus sul cacao, new entry a Host 2013, che vanta una schiera sempre più ampia di appassionati. Tra i protagonisti dell’evento ci sarà anche il gelato nelle sue nuove declinazioni: frozen yogurt, gelati a base di soia o lupini e iperproteici per sportivi stanno contribuendo, infatti, alla destagionalizzazione di un prodotto che ormai (secondo i dati di Ac Nielsen) è un cibo quasi quotidiano per l’87% degli italiani. Anche l’area dedicata ai layout per l’ospitalità amplia gli orizzonti: comprenderà la tavola e gli arredi per hotel e per il settore bar/gelateria/ pasticceria. In scena, anche le nuove tendenze in materia di format dei punti vendita: i negozi, dal segmento dell’arte bianca (pane, pasta e pizza) alle gelaterie e pasticcerie, stanno infatti evolvendo verso un concetto di boutique, in cui il protagonista assoluto è il design, soprattutto made in Italy. Centrale sarà anche la tecnologia con apparecchi multifunzione capaci di coniugare ergonomia e sostenibilità energetica. Come ad esempio macchine per il caffè caratterizzate da elevati livelli di automazione per aiutare i baristi di tutto il mondo a preparare un autentico espresso italiano. «Sono già 500 le aziende provenienti da 35 paesi che hanno confermato la loro presenza a Host 2013 — aggiunge Serioli — Il ricco parterre di imprese e buyer da tutto il mondo ne farà un’edizione con un’apertura ancora maggiore all’internazionalizzazione e a un business a tutto campo, consolidando un processo che ha visto nel 2011 una particolare vivacità degli scambi tra mercati». L’evento nella passata edizione aveva catalizzato 125 mila visitatori, con 1.600 aziende partecipanti (+17% rispetto alla precedente edizione) e un incremento del 21% di espositori esteri. La scommessa per la prossima edizione è riuscire a trovare delle ricette anticrisi capaci di rilanciare la ripresa per un settore che vale circa 70 miliardi di euro e che negli ultimi tre anni ha subito una contrazione da raffreddamento dei consumi. Secondo i dati Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), l’aumento reale dei consumi alimentari fuori casa nel corso degli anni 2000 è stato del 5,4%, di molto inferiore rispetto al decennio precedente in cui la crescita era a due cifre. Ma a far traballare il comparto è anche la concorrenza del vending, ossia dei distributori automatici che, complice un ritmo di vita sempre più frenetico e improntato al risparmio di tempo, hanno raggiunto quota 2,3 milioni di installazioni. Oltre a quella interna tra gli stessi operatori del settore che si è fatta altissima: i diversi provvedimenti di liberalizzazione attuati nel corso degli anni hanno infatti reso possibile non solo l’apertura di più locali, ma anche l’ingresso di altri operatori di canali diversi, portando il numero degli esercizi ad aumentare il loro numero del 25% in dieci anni. Infine, la costante crescita dei prodotti bio è ancora a doppia cifra per i derivati dei cereali: +17% nel 2010 (dati Cia e Confagricoltura). Pagina 5 L’Angolo Tecnico di Laura Putignano Lo scorso 20 novembre l’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile sul proprio sito il software denominato ReddiTest, che consentirà a tutti di valutare la coerenza tra il reddito complessivo familiare e le spese sostenute nell'anno di riferimento. E’ una anticipazione del “nuovo redditometro” che andrà a sostituire, per gli accertamenti che interesseranno gli anni partire dall’anno 2009, i coeffi- Intraprendere L’Agenzia delle Entrate vara il REDDITEST cienti ministeriali del 1992, considerati ormai non più in grado di stimare con un minimo di ragionevolezza la posizione dei contribuenti. L’obiettivo del nuovo strumento è quello della c.d. “tax compliance” tra Fisco e contribuenti, così da indurre l’operatore economico, quando si verifica uno scostamento fra il reddito dichiarato e quello determinato dall’applicazione del software, a valutare se intervenire con un adeguamento spontaneo in dichiarazione. Per utilizzare il programma è necessario scaricare l’apposito software dal sito dell’ Agenzia delle Entrate ed inserire i dati richiesti; è stato assicurato che le informazioni inserite resteranno assolutamente anonime. Nella gestione del “ReddiTest” devono essere inizialmente indicati la composizione, il reddito e il comune di residenza della famiglia, e, successivamente, le spese sostenute nell'anno, suddivise in 7 categorie: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura della persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari. Una volta riempiti i campi richiesti il software stima la coerenza del reddito complessivo familiare con le informazioni erogate. Al termine dell’elaborazione, l’esito può essere alternativamente costituito da una luce: Verde che equivale a “coerente”, se la posizione reddituale della famiglia è compatibile con le attese del Fisco; Rossa se, viceversa, la situazione reddituale della famiglia non è coerente con il tenore di vita. Il “ReddiTest”, in pratica, è uno strumento di autodiagnosi di congruità fiscale a disposizione dei contribuenti che ha una funzione meramente orientativa. In un contesto storico, comunque, nel quale il Fisco utilizza sempre con maggiore frequenza strumenti di accertamento di tipo standardizzato, è comunque opportuno che ciascuno valuti la propria posizione in relazione alle aspettative dell’Agenzia delle Entrate. In questo contesto è bene ricordare che l’eventuale responso di non congruità è sintomo di un’anomalia da non sottovalutare in quanto potrebbe sfociare in un controllo fiscale. Si elencano nuovamente di seguito i sette indicatori di spesa utilizzati dal software: 1) abitazione, 2) mezzi di trasporto, 3) assicurazione e contributi, 4) istruzione, 5) tempo libero e cura della persona, 6) spese varie, 7) investimenti immobiliari e mobiliari netti. Il re del cachemire Brunello Cuccinelli regala 10 mila €uro ai suoi dipendenti (Affari Italiani — Nov. 2012— Laurent De Bai) Se fosse un incontro di boxe, si potrebbe dire che Brunello Cucinelli, considerato in Italia e nel mondo il re del cachemire, ha vinto per abbandono dell'avversario. E’ riuscito a tenere fuori dai cancelli della sua fabbrica di Solomeo i sindacati della CGIL, che nei giorni scorsi lo avevano sfidato, accusandolo di non tutelare tutti i diritti degli oltre 550 dipendenti di un’azienda che continua a crescere in termini di fatturato e di utili, nonostante la crisi. La partita se l'è aggiudicata l'imprenditore umbro, senza nep- pur dover calzare i guantoni, visto che l'iniziativa della CGIL è andata a vuoto: Cuccinelli ha battuto tutti sul tempo, facendo un figurone, anche se a qualcuno i suoi metodi continuano a non piacere. Cucinelli ha annunciato alle maestranze che gli utili del 2012 sono consistenti e che la quotazione della società in borsa ha avuto grande successo "grazie all'apporto di tutti voi". Cucinelli distribuirà a titolo di premio 5 milioni di euro, e ciascuno dei dipendenti riceverà 10 mila euro come "cadeau" di natale. Intanto la Brunello Cucinelli Spa ha chiuso i primi 9 mesi del 2012 con un utile netto pari a 17,037 milioni euro. L'imprenditore di Solomeo si scrolla di dosso qualsiasi merito della performance della sua azienda che produce, oltre alla maglieria in cachemire, un abbigliamento da uomo di nicchia. E per rispetto degli azionisti della Cucinelli Spa, precisa:" il premio ai dipendenti è un riconoscimento mio e della mia famiglia. Bastone e carota, si dice, sono alla base del successo di un imprenditore che ha praticamente ricostruito un antico borgo alle porte di Perugia, Solomeo, facendo lavorare le ma- estranze in stanze affrescate da dipinti e arredate con quadri da autore. I sindacalisti della Cgil, per ora sono stati costretti a fare un passo indietro nonostante avessero ricevuto la disponibilità dei locali del teatro di proprietà dello stesso Cucinelli. Nessun lavoratore al mondo si sognerebbe mai di lamentarsi quando sotto l'albero di natale si ritrova una busta piena di tanti euro. Pagina 6 Intraprendere Trovarsi ovunque,….da casa (BrandForum.it - Nov. 2012— Umberto Seveso) via Della Resistenza 10/B 70015 - Noci (BA) Tel.: +39 - 080 4949240 Fax: +39 - 080 4949037 E-mail: [email protected] “Pensiamo che i mercati siano conversazioni….., per questo la nostra comunicazione non è mai unidirezionale” Contattateci ! www.rotora.it Intraprendere è una newsletter edita da ROTORA e destinata ad uso unicamente interno all’azienda. La sua fruibilità è inoltre prerogativa gratuita ed esclusiva dei gentili Clienti di ROTORA che hanno formulato richiesta alla sua consultazione e/o alla sua ricezione nella propria casella di posta elettronica, in ottemperanza al D. Lgs. n°196 del 30 giugno 2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali). L’eventuale inoltro a destinatari terzi è consentito, solo nella sua interezza senza alcuna modifica ed omissione, esclusivamente da parte di soggetti da questi autorizzati. Per tutte le informazioni riportate nella newsletter è citata la fonte, interna o esterna all’azienda, che ne è direttamente responsabile. La newsletter non può essere pubblicata su siti web e blog senza un previo accordo con ROTORA. Tutti i diritti sono riservati. Eccoci qui ad annoverare un’altra innovazione “Googleiana”: Google Business Photo. Lanciato nell’Aprile del 2010 ed attivo in Danimarca, Svezia e Spagna, il programma Business Photo è giunto quest’anno anche in Italia. Nell’era del consumatore 2.0, del cliente che si attiva, che si informa prima di compiere le proprie scelte d’acquisto, ma soprattutto nell’anno del photo-sharing online (su tutti i social networks Pinterest e Instagram), ecco che Google propone un mix di queste soluzioni e interessi per i propri utenti. Si chiama Google Business Photo ed è un programma che permette a chi unqu e di pot er “entrare” nei negozi, negli alberghi e in tutti gli altri tipi di attività direttamente dal proprio pc, tablet o smartphone e visitarlo proprio come se si trovassero già al loro interno, fornendo così un’anticipazione di cosa aspettarsi volendo arrivare nel luogo ricercato. Queste foto vengono successivamente rese disponibili all’interno dei risultati di ricerca di Google, Google Maps e Google Local+. In un periodo storico come quello attuale in cui si sente parlare di “morte” della fotografia professionale (visto che i social networks e i servizi di photo sharing permettono la creazione e la condivisione di foto istantanee da parte di tutti), ecco che invece Google obbliga a una propria certificazione i fotografi che andranno poi a catturare le immagini per le varie attività commerciali che richiederanno di questo servizio. Google Business Photo può essere, dunque, un ottimo strumento da utilizzare al fine di aumentare l’appeal della propria attività (in particolare pensando a un albergo, ad un ristorante, a un centro benessere, o comunque a tutti quei luoghi dove l’impatto visivo svolge un ruolo determinante), contribuendo, si spera positivamente, nel processo decisionale del potenziale cliente. È probabile inoltre che Google “apprezzi” molto quei profili che utilizzeranno questa funzione; di conseguenza potrebbe facilitare per questi ultimi un più alto posizionamento nella SERP della ricerca. La questione però più delicata è sicura- mente quella riguardante i fotografi, poiché un “fotografo certificato” non è da pensare come un ragazzo con una semplice macchina fotografica tra le mani, ma come un vero professionista, a cui occorre anche del tempo per completare il lavoro. Dal momento, inoltre, che l’attrezzatura costa ancora qualche migliaio di euro e soprattutto è necessaria una formazione apposita per fare foto a 360 gradi (ulteriore opportunità che offre il nuovo servizio Google), è necessario capire come e se Google voglia fissare dei prezzi per il servizio offerto dai fotografi alle varie attività commerciali. Resta poi da valutare quanto i potenziali committenti siano disposti a pagare per un tale servizio, anziché accontentarsi magari di qualche foto amatoriale scattata da un nipote e messa online proprio tramite qualche social network di photo sharing (….) I videogiochi sbarcano al MoMa di New York (La Stampa.it—dic. 2012) Il Museum of Modern Art di New York ha acquistato 14 vieogames “storici” dai quali darà il via alla nuova collezione permanente. In mostra al MoMa dal prossimo marzo ci sarà una carrellata di giochi ideati tra il 1980 e il 2009. Da veri classici, come Pac–Man e Tetris, a Canabalt, un’applicazione per l’iPhone. “I videogiochi sono arte? Certo – ha affermato Paola Antonelli, curatrice dell’esposizione – ma sono anche un’incursione nel design, di cui costituiscono un approccio progettuale”. Insieme a quelli acquistati dal MoMa, saranno esposti altri 16 giochi, tra cui Super Mario Bros, Pong, Snake, Space Invaders, Asteroids. I videogame più “datati” verranno presentati su dispositivi moderni, mentre alcuni altri potranno anche essere utilizzati brevemente dal pubblico. La scelta è ovviamente in base alla rilevanza storico-culturale e al contributo all’innovazione tecnologica.