NL Dicembre 2012

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NL Dicembre 2012
Anno 4
Numero 1 2
DICEMBRE
2012
Business, Marketing, Management
In t r a p r e n d e r e
VITA MORTE E MIRACOLI DI UNA PMI
SOMMARIO
NESPRESSO
Caffè per vocazione
Pag. 2
APPLE STORE
I motivi del successo
Pag. 3
BAR BOUTIQUE
Trend di mercato
Pag. 4
L’Angolo Tecnico
Pag. 5
Nuove idee di GOOGLE
Pag. 6
KUSMI Tea a Milano
AN Retail Design—dic 2012
Sarà il paradiso del thè da
intenditori: miscele pregiate
e packaging inconfondibile,
ecco la boutique Kusmi
tea aperta a Milano il 12
/12/12. Dopo il corner nel
Food hall al 7° piano de La
Rinascente Duomo, anche
la prima boutique monomarca della prestigiosa maison
del thé francese fondata in
Russia nel 1867. Cosa c’è
da aspettarsi da una boutique Kusmi Tea, luogo di
culto per gli estimatori del
prezioso infuso millenario?
Un’ampia selezione di miscele, prodotte da thè in purezza, provenienti da India,
Cina e Ceylon, mescolate
artigianalmente come tradizione con aromi d’eccellenza
nel laboratorio di Le Havre.
L’unica fase automatizzata è
il
confezionamento
nella
mitica boite pop-baroque.
Il packaging con i decori
che ricordano la Russia
degli Zar è diventata oggetto di culto, simbolo di gusto,
lifestyle, e di design.
Marketing e sviluppo, necessità di un’impresa
(continua dal numero precedente — di Rocco Trisolini)
Nella pratica susseguitasi nel corso di questi
anni sono stati 2 gli
approcci al Marketing
operati dalle imprese. Il
primo si occupa di vendere ciò che l'azienda ha
già in produzione al momento, e le sue strategie sono orientate ad
aiutare la forza vendita
a smerciare quanto si è
prodotto, concentrando
quindi le relative energie
aziendali a favorire azioni
chiaramente
“subordinate” al prodotto. Mentre il secondo,
quello più “avanzato”,
concentra
le
proprie
strategie nello studio ed
analisi di che tipo di prodotti, e con quali caratteristiche, l'azienda dovrebbe produrre. Nelle
gestioni ottimali, l’elaborazione delle azioni che
derivano da questi studi
e produzione, deve condurre l'impresa a proporre un’offerta che permetta di ottenere risul-
tati di mercato positivi
per i successivi 3/5 anni.
Gli studi, analisi e strategie da mettere in atto
devono supportare tutte
le componenti dell'azienda e orientarle a guardare
al business secondo una
nuova prospettiva, che
parte dalla comprensione
dei desideri e, soprattutto, delle aspettative dei
clienti, sia consolidati che
potenziali.
Allo
stesso
modo tali analisi devono
essere in grado di valutare i prodotti che già compongono il portafoglio
aziendale, e determinare
quali possono incontrare
ancora i favori del mercato, e quindi continuare ad
essere prodotti, e quali
no. Oggi, in definitiva, è
importante che il Marketing intervenga fin dall'inizio dei processi aziendali, con il ruolo di
individuare opportunità di
mercato, misurarle e testarle, per consentire,
solo dopo, all'azienda di
prendere una decisione
pienamente consapevole
(2)
ed utile. I fattori che influenzano le scelte del
consumatore sono ormai
molteplici e la comunicazione pubblicitaria stessa,
il primo fattore di influenza noto sin dal secolo
scorso, scopre ed utilizza
strumenti
sempre
più
performanti ed interattivi
con i clienti. Per tutto
questo é necessario che
le imprese facciano un
vero salto culturale, superando la concezione del
marketing visto come un
centro di costo, o di sola
assistenza, ed iniziando a
capire che è in realtà la
forza motrice che costruisce il futuro e trasforma
un’impresa in un'azienda
di successo.
In Australia il packaging dei retailer può
essere trasformato in complementi d’arredo
(POPAI — dicembre 2012)
Come già stato fatto da Joolz (società olandese) aiutando a trasformare i cartoni utilizzati in
qualcosa di nuovo e utile, anche il retailer australiano DIY Living fa qualcosa di simile, permettendo agli acquirenti di convertire il cartone
in nuovissimi oggetti. Questa iniziativa di marketing sviluppata a Singapore, è stata possibile grazie ad una partnership con una agenzia
pubblicitaria PUBLICIS. DIY Living riporta sulle scatole le istruzioni per guidare
a trasformare l’imballaggio in elementi funzionali come tavolini, sgabelli e paralumi. In tempo di crisi economica, questo è un modo per i consumatori di risparmiare i loro soldi.
Pagina 2
Intraprendere
NESPRESSO: Caffè per vocazione
(Capital - dic. 2012—Riccardo
Venturi)
LA GEORGE CLOONEY
CONNECTION alla conquista del mondo. Non è
la trama di un film in
uscita ma la fotografia di
Nespresso, azienda del
gruppo Nestlè presente
in 50 paesi, che qualcuno
ha scherzosamente identificato con il suo testimonial. Nel 2011, alla
faccia della crisi Nespresso ha raggiunto un
fatturato di quasi 3 miliardi di euro, con un incremento del
20% rispetto al 2010. La rete di
vendita si è ampliata,
raggiungendo un totale
di oltre 3000 boutique.
Tra le oltre 40 di nuova
apertura figurano la monomarca
in
Regent
Street a Londra e quella di San Francisco. Che
si aggiungono ad altri
fiori all’occhiello, una su
tutti la boutique su 2
piani agli Champs –
Elisyée di Parigi. In
Italia la quota del caffè
monodose, che a livello
globale è pari a circa il
10%, è al 3.4%. Ma Nespresso cresce a doppia
cifra anche nel Belpaese.
E per accelerare l’ingresso nelle case degli italiani
affida le prossime strategie al nuovo market
director,
l’argentino
Martin Pereyra Rozas,
35 anni. Al primo posto
un verbo quasi in disuso:
i n v e s t i r e. “ Q u e s t ’ a n n o
abbiamo aumentato gli
investimenti pubblicitari
del 30% e continueremo
a farlo”. Non solo: nel
2013, i dipendenti, che a
livello globale sono 7 mila, saliranno a 600 dagli
attuali 465. Anche le
boutique, come Nespresso chiama i suoi
punti vendita, sono in
continua
espansione.
Oggi sono 31, da Bari a
Bolzano, cinque delle
quali aperte quest’anno.
L’anno prossimo se ne
aggiungeranno altri 4.
“Vogliamo assicurare ai
nostri clienti il miglior
servizio. Quindi, oltre
alle boutique, i nostri
consumatori
possono
scegliere di affidarsi ai
servizi clienti sia telefonici sia internet: entrambi caratterizzati da
una crescita molto veloce”, continua Pereyra.
Anche il call center,
centralizzato in Svizzera, dall’anno prossimo
per il mercato italiano
sarà a Milano, con 24
assunzioni più un direttore. Un altro segno di
quanto l’azienda creda
nell’espansione in Italia, visto che in Europa
solo il Regno Unito ha
un call center di Paese.
Tra gli obiettivi di Pereyra Rozas c’è quello di
dare sempre più forza
anche in Italia al programma globale di produzione sostenibile e
responsabilità sociale di
Nespresso Ecolaboration. “Il nostro è un impegno in 3 aree. La prima è quella che riguarda
la qualità sostenibile
della tecnica di produzione del caffè, il nostro
programma AAA, lanciato ormai 9 anni fa.
Vogliamo assicurarci che
la produzione sia responsabile prendendosi
cura delle risorse primarie. Per questo motivo
paghiamo fino al 30% in
più del valore di mercato
a quei prodotti che impiegano tecniche sostenibili di raccolta e aderiscono al programma.
Questo
assicura
una
qualità del prodotto molto elevata. Vogliamo
raggiungere l’obiettivo di
ottenere l’80% del nostro caffè da fattorie
AAA”, dice il market
director. “Il caffè è una
delle poche coltivazioni
che può vivere in armonia con la foresta pluviale. Così è possibile met-
tere assieme protezione
della foresta, qualità del
caffè e felicità e salute
dei coltivatori”, aggiunge Chris Wille della
Rainforest
Alliance
che collabora con Nespresso. “La seconda
area del nostro impegno
riguarda la riduzione
delle emissioni di Co2,
dalla
produzione
del
caffè al trasporto, fino
al consumo, progettando macchine a risparmio
energetico. La terza è
quella del riciclo delle
capsule di alluminio . In
tutte le boutique d’Italia sono stati attivati i
punti di raccolta”, spiega Pereyra. Le capsule
sono poi inviate presso
un apposito stabilimento
che è in grado di effettuare il delicato processo di separazione tra
l’alluminio dell’involucro
e il caffè
contenuto
all’interno con una capacità di circa una tonnellata e mezzo all’ora
per un equivalente di
oltre 20mila capsule.
L’alluminio viene riciclato, e il caffè trasformato in compostaggio per
concimare un campo
destinato alla produzione di riso. Riso che viene acquistato da Nespresso e donato alla
Fondazione
Banco
alimentare che può cosi
distribuirne 60 mila ciotole a oltre 8 mila strutture caritative. L’obiettivo è di far crescere ulteriormente la % di capacità di riciclo, arrivando
entro il 2013 al 75% a
livello
internazionale.
Nespresso è un sistema
che si compone di 3 elementi. “Primo i caffè
migliori del mondo. Racchiusi nelle capsule di
alluminio che ne preservano alla perfezione gusto e aroma. Secondo le
macchine
Nespresso
che erogano il caffè a 19
bar di pressione. Terzo, i
servizi dedicati e personalizzati del Club Nespresso. La loro combinazione ci permette di
garantire sempre il migliore espresso in tazzina”, spiega Pereyra. I
16 diversi caffè Nespresso si chiamano
Grand Cru con un riferimento non casuale alla
qualità dei grandi vini.
Tra questi, anche 3 Pure
Origins provenienti solo
da determinate zone tra
le più vocate del pianeta(…) “Ci sono voluti anni
di ricerca e conoscenza
del territorio per trovare
le regioni che avessero la
possibilità di offrire ogni
anno un caffè di grande
qualità, in linea con i nostri standard” dice Pereyra. Secondo elemento
del sistema Nespresso
sono le macchine improntate a criteri di semplicità, tecnologia e design.(…)Terzo sono i servizi assicurati dal Club
Nespresso. Come l’assistenza immediata in caso
di guasto alla macchina.
E la possibilità di ordinare nuove capsule via
smartphone, internet o
telefono, scegliendo anche l’orario di consegna.(…)
Pagina 3
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Il successo degli APPLE STORE
(Dott.ssa Cristina Tinelli—
ROTORA)
Il primo punto vendita
Apple ha aperto i battenti il 19 maggio 2001
a Glendale, in California, e da allora la catena che oggi conta più di
duecento negozi è diventata il maggior successo nel campo della
distribuzione. Ha fatto
registrare il più alto tasso di crescita nella storia della distribuzione,
avendo raggiunto l’importo annuale di un miliardo di dollari di vendite in soli tre anni. Gli
Apple store assomigliano
a
scintillanti
boutique di lusso eleganti e alla moda, realizzati in plastica e acciaio, e non vendono
solo prodotti hi-tech ma
un vero e proprio stile
di vita. I punti vendita
non hanno un nome,
solo una insegna luminosa raffigurante il logo
con la mela al centro di
una facciata in acciaio
inossidabile; al di sotto
una vetrina dove si trovano in esposizione gli
ultimo modelli di iphone
o iPhod. I negozi APPLE sono rilassanti punti
di ritrovo dove l’atmosfera è molto attraente e
invitante, i clienti possono provare tutti i computer e dispositivi, rispondere a una mail,
provare un videogioco e
soprattutto non ci sono
venditori d’assalto che
insistono per l’acquisto
di accessori costosi e
inutili estensioni di garanzia, i commessi sono
gentili e servizievoli. Gli
Apple store sono pensati per essere dei veri e
propri luoghi pubblici
come una biblioteca.
Essi non sono costruiti
intorno al prodotto, ma
ad una serie di esperienze che li rendono più
che dei semplici negozi.
Infatti ogni settimana si
svolgono una serie di
workshop, corsi, conferenze di creativi professionisti e concerti, tutto
gratis, per esempio in
estate la Apple Camp
raduna migliaia di bambini per insegnare loro
come utilizzare il computer. Ma qual’é la strategia visionaria che ha
portato gli Apple store
al successo? Quando
Jobs
e
Johnson
(marketing
manager)
cominciarono a progettare i punti vendita partirono da una prospettiva inconsueta, riassunta
secondo Johnson, nella
formula “arricchire la
vita altrui”. Tale ambizioso disegno si basava
su due obiettivi molto
chiari: 1) progettare i
punti vendita intorno
all’esperienza del cliente, 2) essere consapevoli
dell’esperienza aziendale
(Apple) per l’intera durata del prodotto acquisito. Innanzitutto, progettare i negozi intorno
all’esperienza del cliente
non era la stessa cosa
che progettarli intorno
all’esperienza di vendita.
Molti produttori si concentrano su come il
cliente individui e scelga
i prodotti all’interno del
negozio e quindi sul modo di farlo spendere il
più possibile. Jobs e
J o hnson
si chies e r o
invece
quale
posto i
p r o dotti
avrebbero potuto occupare nella vita reale dei
clienti; in secondo luogo
volevano che i negozi
offrissero al cliente l’esperienza del marchio
Apple. Il punto vendita
Apple è impostato sull’intera durata del prodotto e l’acquisto segna
solo l’inizio del rapporto
tra cliente e azienda. A
tal proposito l’obiettivo
primario di Apple è allietare il cliente attraverso una serie di comportamenti che contraddistinguono radicalmente lo store rispetto agli
altri negozi. A tal proposito, per esempio, i dipendenti non sono tenuti
a vendere. I manuali di
formazione Apple infatti
insegnano una filosofia
di vendita molto insolita:
“Non cercare di vendere
ma aiutare il cliente a
risolvere i problemi”..
(Continua
nel prossimo numero)
Nasce Barilla Video Factory
(ADV.it — nov. 2012)
Cosa potrebbe raccontare di sé un sugo se
potesse parlare? Nella
nuova campagna TV
lanciata in settembre, i
sughi Barilla si raccontano in prima persona
parlando della qualità
degli ingredienti e della
combinazione di sapori
autentici. “Mi piace
essere un sugo Barilla” è il messaggio finale. Lo stesso che ha
ispirato il lancio del progetto Barilla Video
Factory, in collaborazione con Userfarm:
dal 14 Novembre videomaker e appassionati
della buona tavola in tutto il mondo sono invitati
a interpretare il valore e
piacere di essere un sugo
Barilla attraverso la produzione di un cortometraggio. Per partecipare, i
candidati, se non sono
già iscritti al network di
Userfarm, dovranno seguire le istruzioni di registrazione su videofactory.barilla.com, elaborare il video seguendo le
indicazioni sul regolamento e inviarlo caricandolo sul sito entro la fine
di gennaio. I video posta-
ti saranno visibili su videofactory.barilla.com, e
alcuni anche sulla pagina
Facebook Barilla e su
www.youtube.com/bari
lla, dove visitatori e utenti
potranno dare il loro voto
di preferenza. La giuria
finale selezionerà 10 film
in base al voto online e sul
giudizio della giuria tecnica. I primi 10 classificati
riceveranno un riconoscimento economico da Barilla che darà visibilità ai
video sui suoi canali social
e potrà utilizzarli successivamente. Barilla si conferma così tra i brand più
innovativi nella scelta dei
modelli di coinvolgimento
del pubblico e dei mezzi
di
comunicazione.
La
piattaforma sarà coordinata e gestita dallo staff
di
Userfarm.com
,
network internazionale di
crowdsourcing per operatori video del gruppo
TheBlogTV, che attiverà
anche il proprio circuito
di oltre 37.000 contatti
nel mondo.
Pagina 4
Intraprendere
Bar come boutique e pizze-dessert
Design e creatività si mettono a tavola
(Affari&Finanza —nov. 2012—
Sibilla Di Palma)
Evoluzione dei mercati,
innovazione nei prodotti
e nel design, ma anche
soluzioni
tecnologiche
d’avanguardia e layout
creativi per soddisfare le
esigenze di consumatori
sempre più preparati e
consapevoli, e conquistare nuove nicchie di
mercato. Le ultime tendenze e novità nel mondo Horeca (Hotel, ristoranti e catering) andranno in scena a Host, il
salone
internazionale
dell’ospitalità professionale in programma con
cadenza biennale presso
Fieramilano a Rho dal
18 al 22 ottobre 2013.
Largo, dunque, a panetterie
che
sembrano
boutique; pasticcerie e
gelaterie dalla grande
varietà di scelta; bar di
design e ristoranti con
mise en place ancora
più ricercate e a nuovi
modi di gustare caffè,
thè e cacao. «La biennalità della manifestazione
si armonizza appieno
con i tempi di sviluppo
delle aziende: Host è
sempre più la sede ideale per presentare novità
e trend, e anche un osservatorio che, nei due
anni di preparazione,
elabora le tendenze e le
opportunità del settore
per metterle al servizio
degli operatori», spiega
Marco Serioli, direttore
exhibitions di Fiera
Milano. Tra le novità
della prossima edizione,
il settore pane-pastapizza vedrà una forte
focalizzazione sulle nuove tendenze nell’arte
bianca, fornendo spunti
per produzioni innovative, sulla scia delle richieste dell’utente finale
sempre più orientate a
naturalità, qualità e originalità. Sul fronte natu-
ra, continua, infatti, il
boom dei prodotti bio
con crescite a due cifre
per i derivati dei cereali:
+17% nel 2010 (dati
Cia-Confagricoltura).
Su quello della scelta,
invece, vanno affermandosi materie prime come
farro e grano kamut,
oltre a interpretazioni
innovative dei prodotti
classici: è il caso della
pizza-dessert
o dei
prodotti da forno realizzati con mix di cereali
dalle proprietà nutritive
complementari. In ascesa anche le specialità
che nascono da esigenze
salutistiche, come i prodotti senza glutine o a
basso tenore di sodio.
Elemento centrale dell’evento resta l’area caffè
che si arricchisce di uno
spazio dedicato al thè,
sulla scia dell’espansione
in tutto il mondo dell’espresso e dei suoi derivati (dai cappuccini ai
macchiati) e di un maggior interesse degli italiani verso le cialde e il
thè. L’area gelateriapasticceria ospiterà, invece, un focus sul cacao, new entry a Host
2013, che vanta una
schiera sempre più ampia di appassionati. Tra i
protagonisti dell’evento
ci sarà anche il gelato
nelle sue nuove declinazioni: frozen yogurt,
gelati a base di soia o
lupini e iperproteici per
sportivi stanno contribuendo, infatti, alla destagionalizzazione di un
prodotto
che
ormai
(secondo i dati di Ac
Nielsen) è un cibo quasi
quotidiano per l’87%
degli italiani. Anche l’area dedicata ai layout
per l’ospitalità amplia gli
orizzonti: comprenderà
la tavola e gli arredi per
hotel e per il settore bar/gelateria/ pasticceria.
In scena, anche le nuove
tendenze
in
materia
di
format
dei
punti vendita:
i negozi, dal
segmento
dell’arte bianca (pane, pasta e pizza)
alle gelaterie
e pasticcerie,
stanno infatti
evolvendo verso un concetto di boutique, in cui
il protagonista assoluto
è il design, soprattutto
made in Italy. Centrale
sarà anche la tecnologia
con apparecchi multifunzione capaci di coniugare ergonomia e sostenibilità energetica. Come
ad esempio macchine
per il caffè caratterizzate
da elevati livelli di automazione per aiutare i
baristi di tutto il mondo
a preparare un autentico
espresso italiano. «Sono
già 500 le aziende provenienti da 35 paesi che
hanno confermato la
loro presenza a Host
2013 — aggiunge Serioli — Il ricco parterre
di imprese e buyer da
tutto il mondo ne farà
un’edizione con un’apertura ancora maggiore
all’internazionalizzazione
e a un business a tutto
campo, consolidando un
processo che ha visto
nel 2011 una particolare
vivacità degli scambi tra
mercati». L’evento nella
passata edizione aveva
catalizzato 125 mila visitatori, con 1.600 aziende partecipanti (+17%
rispetto alla precedente
edizione) e un incremento del 21% di espositori esteri. La scommessa per la prossima
edizione è riuscire a trovare delle ricette anticrisi capaci di rilanciare la
ripresa per un settore
che vale circa 70 miliardi
di euro e che negli ultimi
tre anni ha subito una
contrazione da raffreddamento dei consumi.
Secondo i dati Fipe
(Federazione
italiana
pubblici esercizi), l’aumento reale dei consumi
alimentari fuori casa nel
corso degli anni 2000 è
stato del 5,4%, di molto
inferiore rispetto al decennio precedente in cui
la crescita era a due cifre. Ma a far traballare il
comparto è anche la
concorrenza del vending, ossia dei distributori
automatici
che,
complice un ritmo di vita
sempre più frenetico e
improntato al risparmio
di tempo, hanno raggiunto quota 2,3 milioni
di installazioni. Oltre a
quella interna tra gli
stessi operatori del settore che si è fatta altissima: i diversi provvedimenti di liberalizzazione
attuati nel corso degli
anni hanno infatti reso
possibile non solo l’apertura di più locali, ma
anche l’ingresso di altri
operatori di canali diversi, portando il numero
degli esercizi ad aumentare il loro numero del
25% in dieci anni. Infine, la costante crescita
dei prodotti bio è ancora a doppia cifra per i
derivati
dei
cereali:
+17% nel 2010 (dati
Cia e Confagricoltura).
Pagina 5
L’Angolo Tecnico
di
Laura Putignano
Lo scorso 20 novembre
l’Agenzia delle Entrate
ha reso disponibile sul
proprio sito il software
denominato ReddiTest,
che consentirà a tutti di
valutare la coerenza tra
il reddito complessivo
familiare e le spese sostenute nell'anno di riferimento. E’ una anticipazione del “nuovo redditometro” che andrà a
sostituire, per gli accertamenti che interesseranno gli anni partire
dall’anno 2009, i coeffi-
Intraprendere
L’Agenzia delle Entrate vara il REDDITEST
cienti ministeriali del 1992, considerati ormai
non più in grado di stimare con un minimo di
ragionevolezza la posizione dei contribuenti.
L’obiettivo
del
nuovo
strumento è quello della
c.d. “tax compliance”
tra Fisco e contribuenti,
così da indurre l’operatore economico, quando si
verifica uno scostamento
fra il reddito dichiarato e
quello determinato dall’applicazione del software, a valutare se intervenire con un adeguamento spontaneo in dichiarazione. Per utilizzare il
programma è necessario
scaricare l’apposito software dal sito dell’ Agenzia delle Entrate ed inserire i
dati richiesti; è
stato assicurato che le
informazioni inserite resteranno assolutamente
anonime. Nella gestione
del “ReddiTest” devono
essere inizialmente indicati la composizione, il
reddito e il comune di
residenza della famiglia,
e, successivamente, le
spese sostenute nell'anno, suddivise in 7 categorie: abitazione, mezzi
di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura
della persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari. Una volta riempiti
i campi richiesti il software stima la coerenza
del reddito complessivo
familiare con le informazioni erogate. Al termine
dell’elaborazione, l’esito
può essere alternativamente costituito da una
luce: Verde che equivale
a “coerente”, se la posizione reddituale della
famiglia è compatibile
con le attese del Fisco;
Rossa se, viceversa, la
situazione reddituale della famiglia non è coerente con il tenore di vita. Il
“ReddiTest”, in pratica,
è uno strumento di autodiagnosi
di
congruità
fiscale a disposizione dei
contribuenti che ha una
funzione
meramente
orientativa. In un contesto storico, comunque,
nel quale il Fisco utilizza
sempre con maggiore
frequenza strumenti di
accertamento di tipo
standardizzato, è comunque opportuno che
ciascuno valuti la propria posizione in relazione alle aspettative dell’Agenzia delle Entrate. In
questo contesto è bene
ricordare che l’eventuale
responso di non congruità è sintomo di un’anomalia da non sottovalutare in quanto potrebbe
sfociare in un controllo
fiscale. Si elencano nuovamente di seguito i
sette indicatori di spesa
utilizzati dal software: 1)
abitazione, 2) mezzi di
trasporto, 3) assicurazione e contributi, 4)
istruzione, 5) tempo libero e cura della persona, 6) spese varie, 7)
investimenti immobiliari
e mobiliari netti.
Il re del cachemire Brunello Cuccinelli
regala 10 mila €uro ai suoi dipendenti
(Affari Italiani — Nov. 2012—
Laurent De Bai)
Se fosse un incontro di
boxe, si potrebbe dire
che Brunello Cucinelli, considerato in Italia
e nel mondo il re del
cachemire, ha vinto
per abbandono dell'avversario. E’ riuscito a
tenere fuori dai cancelli
della sua fabbrica di
Solomeo i sindacati
della CGIL, che nei
giorni scorsi lo avevano
sfidato, accusandolo di
non tutelare tutti i diritti degli oltre 550 dipendenti di un’azienda
che continua a crescere
in termini di fatturato e
di utili, nonostante la
crisi. La partita se l'è
aggiudicata l'imprenditore umbro, senza nep-
pur dover calzare i guantoni, visto che l'iniziativa
della CGIL è andata a
vuoto:
Cuccinelli
ha
battuto tutti sul tempo,
facendo un figurone, anche se a qualcuno i suoi
metodi continuano a non
piacere. Cucinelli
ha
annunciato
alle
maestranze che gli utili del
2012 sono consistenti e
che la quotazione della
società in borsa ha avuto
grande successo "grazie
all'apporto di tutti voi".
Cucinelli distribuirà a
titolo di premio 5 milioni
di euro, e ciascuno dei
dipendenti riceverà 10
mila euro come "cadeau"
di natale. Intanto la Brunello Cucinelli Spa ha
chiuso i primi 9 mesi del
2012 con un utile netto
pari a 17,037 milioni
euro. L'imprenditore di
Solomeo si scrolla di
dosso qualsiasi merito
della performance della
sua azienda che produce, oltre alla maglieria
in cachemire, un abbigliamento da uomo di
nicchia. E per rispetto
degli azionisti della Cucinelli Spa, precisa:" il
premio ai dipendenti è
un riconoscimento mio
e della mia famiglia.
Bastone e carota, si
dice, sono alla base del
successo di un imprenditore che ha praticamente ricostruito un
antico borgo alle porte
di Perugia, Solomeo,
facendo lavorare le ma-
estranze in stanze affrescate da dipinti e arredate con quadri da autore. I sindacalisti della
Cgil, per ora sono stati
costretti a fare un passo
indietro nonostante avessero ricevuto la disponibilità dei locali del
teatro di proprietà dello
stesso Cucinelli. Nessun
lavoratore al mondo si
sognerebbe mai di lamentarsi quando sotto
l'albero di natale si ritrova una busta piena di
tanti euro.
Pagina 6
Intraprendere
Trovarsi ovunque,….da casa
(BrandForum.it - Nov. 2012—
Umberto Seveso)
via Della Resistenza 10/B
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Tel.: +39 - 080 4949240
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Intraprendere
è una newsletter edita da ROTORA e destinata ad uso unicamente interno all’azienda.
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ROTORA.
Tutti i diritti sono riservati.
Eccoci qui ad annoverare
un’altra
innovazione
“Googleiana”: Google
Business Photo. Lanciato nell’Aprile del 2010
ed attivo in Danimarca,
Svezia e Spagna, il programma
Business
Photo è giunto quest’anno anche in Italia. Nell’era del consumatore 2.0,
del cliente che si attiva,
che si informa prima di
compiere le proprie scelte d’acquisto, ma soprattutto
nell’anno
del
photo-sharing
online
(su tutti i social networks Pinterest e Instagram), ecco che Google propone un mix di
queste soluzioni e interessi per i propri utenti.
Si chiama Google Business Photo ed è un programma che permette a
chi unqu e
di
pot er
“entrare” nei negozi, negli alberghi e in tutti gli
altri tipi di attività direttamente dal proprio pc,
tablet o smartphone e
visitarlo proprio come se
si trovassero già al loro
interno, fornendo così
un’anticipazione di cosa
aspettarsi volendo arrivare nel luogo ricercato.
Queste
foto
vengono
successivamente
rese
disponibili all’interno dei
risultati di ricerca di Google, Google Maps e
Google Local+. In un
periodo
storico
come
quello attuale in cui si
sente parlare di “morte”
della fotografia professionale (visto che i social
networks e i servizi di
photo sharing permettono la creazione e la
condivisione di foto istantanee da parte di
tutti), ecco che invece
Google obbliga a una
propria certificazione i
fotografi che andranno
poi a catturare le immagini per le varie attività
commerciali che richiederanno di questo servizio.
Google Business Photo
può essere, dunque, un
ottimo strumento da utilizzare al fine di aumentare l’appeal della propria
attività (in particolare
pensando a un albergo,
ad un ristorante, a un
centro benessere, o comunque a tutti quei luoghi dove l’impatto visivo
svolge un ruolo determinante), contribuendo, si
spera positivamente, nel
processo decisionale del
potenziale
cliente.
È probabile inoltre che
Google “apprezzi” molto
quei profili che utilizzeranno questa funzione;
di conseguenza potrebbe
facilitare per questi ultimi
un più alto posizionamento nella SERP della
ricerca. La questione però più delicata è sicura-
mente quella riguardante i fotografi, poiché un
“fotografo
certificato”
non è da pensare come
un ragazzo con una
semplice macchina fotografica tra le mani, ma
come un vero professionista, a cui occorre anche del tempo per completare il lavoro. Dal
momento, inoltre, che
l’attrezzatura costa ancora qualche migliaio di
euro e soprattutto è
necessaria una formazione apposita per fare
foto
a
360
gradi
(ulteriore
opportunità
che offre il nuovo servizio Google), è necessario capire come e se
Google voglia fissare dei
prezzi per il servizio
offerto dai fotografi alle
varie attività commerciali. Resta poi da valutare quanto i potenziali
committenti siano disposti a pagare per un
tale servizio, anziché
accontentarsi magari di
qualche foto amatoriale
scattata da un nipote e
messa online proprio
tramite qualche social
network
di
photo
sharing (….)
I videogiochi sbarcano al MoMa di New York
(La Stampa.it—dic. 2012)
Il Museum of Modern Art di New York ha acquistato
14 vieogames “storici” dai quali darà il via alla nuova
collezione permanente. In mostra al MoMa dal prossimo
marzo ci sarà una carrellata di giochi ideati tra il 1980 e il
2009. Da veri classici, come Pac–Man e Tetris, a Canabalt, un’applicazione per l’iPhone. “I videogiochi sono
arte? Certo – ha affermato Paola Antonelli, curatrice dell’esposizione – ma sono
anche un’incursione nel design, di cui costituiscono un approccio progettuale”.
Insieme a quelli acquistati dal MoMa, saranno esposti altri 16 giochi, tra cui Super Mario Bros, Pong, Snake, Space Invaders, Asteroids. I videogame più
“datati” verranno presentati su dispositivi moderni, mentre alcuni altri potranno
anche essere utilizzati brevemente dal pubblico. La scelta è ovviamente in base
alla rilevanza storico-culturale e al contributo all’innovazione tecnologica.