Introduzione
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Introduzione all’uso del software agli elementi finiti PRO_SAP 2S.I. s.r.l. Ing. Tommaso Mariacci [email protected] www.2si.it Ing. Gennj Venturini [email protected] 200120313 Introduzione Durante questa presentazione faremo brevissimi richiami di teoria, che poi vedremo applicati ad un caso pratico. Il Metodo degli Elementi Finiti (FEM) è una soluzione matematica a problemi ingegneristici ottenuta discretizzando il problema fisico attraverso NODI ed ELEMENTI. ___ 2 1 Gradi di libertà Le incognite in un problema FEM sono riferite ai gradi di libertà I gradi di libertà dipendono dal tipo di elemento e di analisi Uy Nodo Rot x Ux Uz 3 Rot y Rot z ___ Connettività degli elementi Un elemento trasferisce i carichi ad un altro attraverso i nodi comuni Comunicazione Tra gli elementi Nessuna comunicazione tra gli elementi 4 ___ 2 Legame tensione-deformazione Le equazioni base che legano forza, tensione e deformazione per una semplice asta sono le seguenti: F A E L dx = 0 5 FL E ___ Metodo degli elementi finiti Le equazioni base non necessitano di un computer per essere risolte. Il computer è necessario quando aumenta la complessità del problema: 6 Geometrie complesse Variazione di materiale tra le parti di una struttura Necessità di molteplici casi di carco e combinazioni Necessità di analisi dinamiche ___ 3 Caso generale (elasticità lineare) I gradi di libertà di ciascun elemento si combinano per formare una equazione matriciale. Per determinare lo spostamento di una semplice asta sottoposta ad una forza l’equazione è: {f} = [K] {d} Noti Dove: 7 incognita {f} = vettore delle forze [K] = matrice di rigidezza {d} = vettore degli spostamenti nodali ___ Soluzione FEM La soluzione può essere ottenuta attraverso l’algebra matriciale nel seguente modo: {d} = [K]-1 {f} [K]-1 è ottenuta per fattorizzazione Una volta noti gli spostamenti dei nodi è noto il campo di spostamenti in ogni elemento il campo di deformazioni ε è noto per derivazione Le tensioni σ si ottengono partendo dalle deformazioni attraverso la legge di Hooke generalizzata 8 ___ 4 Soluzion FEM Le tensioni e le deformazioni sono ottenute a partire dagli spostamenti È molto importante il controllo dei risultati delle analisi e in particolare degli spostamenti per assicurarsi che i risultati dell’analisi siano corretti. ___ 9 Esempio di analisi di una struttura Fasi dell’analisi: Definizione del sistema costruttivo Definizione dello schema strutturale Dimensionamento di massima e analisi dei carichi Modellazione Controllo dei risultati Progettazione degli elementi strutturali Generazione degli esecutivi ___ 10 5 Esempio di analisi di una struttura a. Definizione del sistema costruttivo Le prescrizioni di norma variano a seconda del sistema costruttivo dell’edificio da progettare In particolare si fa riferimento a: Costruzioni in conglomerato cementizio Costruzioni in acciaio Costruzioni in legno Costruzioni in muratura ___ 11 Esempio di analisi di una struttura b. Definizione dello schema strutturale Nell’ambito di ciascun sistema costruttivo è possibile determinare gli schemi strutturali ad esempio per costruzioni in C.A. si possono individuare: Strutture Strutture Strutture Strutture Strutture a telaio a pareti miste telai e pareti a nucleo prefabbricate ___ 12 6 Esempio di analisi di una struttura c. Analisi di un edificio con PRO_SAP Una volta effettuati il dimensionamento di massima e l’analisi dei carichi è possibile impostare gli archivi delle sezioni e dei carichi in PRO_SAP Si procede poi con un’analisi statica lineare dell’edificio. ___ 13 Modellazione con PRO_SAP La modellazione della struttura consiste: i. nella individuazione dello schema statico ii. nella definizione delle proprietà di tutti gli elementi componenti lo schema statico. ___ 14 7 Modellazione con PRO_SAP Lo schema statico è realizzato con nodi ed elementi strutturali: Un nodo è un punto nello spazio individuato dalle coordinate cartesiane X,Y,Z, Gli elementi strutturali sono suddivisi in 4 categorie: • • • • Elementi monodimensionali la cui schematizzazione è definita da due nodi (indicati nell’ambito del programma come D2); Elementi bidimensionali la cui schematizzazione è definita da tre o quattro nodi (indicati nell’ambito del programma come D3); Elementi tridimensionali la cui schematizzazione è definita da un numero di nodi variabile tra quattro e otto (indicati nell’ambito del programma come Solidi); Elementi multifunzione solaio e balcone; ___ 15 L’interfaccia di PRO_SAP daN e cm ___ 16 8 Modellazione con PRO_SAP La modellazione si svolge attraverso questi passi: 1. Il menù contesto 2. Proprietà degli elementi: assegnazione e modifica 3. Gestione degli archivi 4. Generazione di una struttura 5. Modifica di una struttura 6. Macroelementi: assegnazione e modifica 7. Controlli automatici dei dettami sismici 8. Interazione terreno-struttura ___ 17 1. Il menu Contesto Il menu contesto consente di svolgere le seguenti procedure in cascata, necessarie per il progetto di una struttura: a. Modellazione e controllo automatico b. Assegnazione dei carichi e controllo automatico c. Esecuzione delle analisi d. Visualizzazione dei risultati e. Progettazione degli elementi f. Generazione di stampe, computi ed esecutivi ___ 18 9 2. Proprietà di nodi ed elementi I comandi e permettono di controllare ed eventualmente modificare le: a. Proprietà dei nodi b. Proprietà degli elementi D2 c. Proprietà degli elementi D3 d. Proprietà degli elementi solidi e. Proprietà degli elementi solaio f. Assegnazione e modifica delle proprietà ___ 19 2. Proprietà dei nodi a. Proprietà dei nodi Ogni nodo possiede sei gradi di libertà, tre traslazioni e tre rotazioni: Traslazione X (Tx); Traslazione Y (Ty); Traslazione Z (Tz); Rotazione X (Rx); Rotazione Y (Ry); Rotazione Z (Rz); Il programma gestisce automaticamente la numerazione dei nodi. Il programma normalmente genera automaticamente i nodi necessari il comando "Check dati struttura" risolve ogni incongruenza. ___ 20 10 2. Proprietà degli elementi a. Proprietà dei nodi Le proprietà essenziali di un nodo sono le seguenti: i. Coordinata X; ii. Coordinata Y; iii. Coordinata Z; iv. Tipologia di fondazione presente nel nodo; v. Tipologia di isolatore sismico; vi. Layer; vii. Codice di vincolo rigido per ciascuno dei gradi di libertà; viii.Codice di vincolo elastico per ciascuno dei gradi di libertà; ___ 21 2. Proprietà degli elementi b. Proprietà degli elementi D2 Ogni elemento D2 è individuato dal nodo iniziale e dal nodo finale. Gli elementi D2 sono orientati automaticamente dal programma. Ad ogni elemento D2 è associato un sistema di riferimento locale destrogiro 1, 2, 3. Le proprietà essenziali di un elemento D2 sono le seguenti: i.Tipo di comportamento; ii.Sezione; iii.Materiale; iv.Svincoli; ___ 22 11 2. Proprietà degli elementi b. Proprietà degli elementi D2: orientamento Elementi verticali: asse 1) diretto dal nodo iniziale al nodo finale, ovvero diretto secondo l’asse Z globale positivo; asse 2) diretto secondo l’asse X globale negativo; asse 3) diretto secondo l’asse Y globale negativo; 1 2 3 Z Z Y Y X 2 3 X 1 Elementi non verticali: asse 1) diretto dal nodo iniziale al nodo finale (di norma con proiezione positiva sull’asse X globale o sull’asse Y globale); asse 2) ortogonale all’asse 1) e contenuto nel semipiano verticale superiore passante per i nodi dell’elemento; asse 3) ortogonale all’asse 1) e al semipiano di cui sopra (pertanto è orizzontale); ___ 23 2. Proprietà degli elementi b. Proprietà degli elementi D2: posizionamento i. L’orientamento dell’elemento viene corretto fornendo un valore diverso da 0 alla rotazione. ii. La rotazione assegnata all’elemento produce una rotazione degli assi 2) e 3) del sistema di riferimento locale. iii. Il posizionamento dell’elemento viene corretto fornendo un codice di filo fisso all’elemento. iv. Il programma segnala come avvertimento la presenza di nodi intermedi tra il nodo iniziale ed il nodo finale di un elemento D2. v. Il programma segnala come errore la coincidenza di due o più elementi D2 (ossia elementi con stessi nodi iniziali e finali). ___ 24 12 2. Proprietà degli elementi c. Proprietà degli elementi bidimensionali (D3) Le proprietà essenziali di un elemento D3 sono le seguenti: i. Tipo di comportamento; ii. Spessore; iii. Materiale; iv. Orientamento; v. Posizionamento; Sono previsti tre tipi di comportamento per gli elementi D3: Elemento a tre gradi di libertà per nodo (denominato membrana); Elemento a cinque gradi di libertà per nodo (denominato shell); Elemento a cinque gradi di libertà per nodo su suolo elastico alla Winkler (denominato shell di fondazione); ___ 25 2. Proprietà degli elementi c. Proprietà degli elementi (D3): orientamento Ad ogni elemento D3 è associato un sistema di riferimento locale destrogiro 1, 2, 3. Z 3 Z Y 3 Y X 1 2 1 X 2 ___ 26 13 2. Proprietà degli elementi c. Proprietà degli elementi (D3): orientamento Il programma provvede automaticamente alla definizione del sistema di riferimento locale. i. ii. iii. iv. Gli asse 1) e 2) sono contenuti nel piano dell’elemento, l’asse 3) è ortogonale all’elemento. Il programma di norma dispone il sistema in modo che l’asse 3) sia diretto secondo l’asse globale Z positivo per gli elementi non verticali, e secondo l’asse globale X o Y positivo per gli elementi verticali. Il programma segnala come avvertimento la presenza di nodi intermedi tra i nodi dell’elemento. Il programma segnale come errore la coincidenza di due o più elementi D3. ___ 27 2. Proprietà degli elementi d. Proprietà degli elementi solidi Le proprietà essenziali di un elemento solido sono le seguenti i. Tipo di comportamento. ii. Materiale. Sono previsti due tipi di comportamento per gli elementi Solidi: i. Elemento a tre gradi di libertà per nodo (Solido). ii. Elemento a tre gradi di libertà per nodo con una faccia vincolata ad un suolo elastico alla Winkler (Solido con fondazione). ___ 28 14 2. Proprietà degli elementi d. Proprietà degli elementi solidi: orientamento Il programma provvede automaticamente alla definizione del sistema di riferimento locale. ___ 29 2. Proprietà degli elementi e. Proprietà degli elementi solaio Le principali proprietà dell’elemento solaio sono: i. Layer di appartenenza ii. Piano rigido, Materiale iii. Spessore iv. Tipologia di carico v. Orditura vi. Codice di alternanza del carico accidentale vii. Comportamento mono/bidirezionale v. Trasferimento dei momenti Le proprietà avanzate dell’elemento solaio: i. Sezione ii. Interasse iii. Criterio di progetto iv. Schema strutturale ___ 30 15 Proprietà degli elementi solaio Nota bene: per simulare l’effetto del piano rigido dei solai il programma inserisce elementi finiti di tipo membrana che hanno il materiale e lo spessore definiti nell’archivio dei solai e collegano i nodi dei solai cliccati in fase di input ___ 31 2. Proprietà degli elementi Assegnazione e modifica delle proprietà Per modificare le proprietà a un singolo nodo o elemento è sufficiente: • Cliccare il comando edita proprietà • Cliccare il nodo (o elemento) da modificare (il nodo o l’elemento saranno evidenziati da una pulsazione a monitor) • Modificare i valori nella tabella delle proprietà • Se il comando “applica istantaneo” è attivo le modifiche saranno applicate immediatamente • Se “applica istantaneo” non è attivo per assegnare le modifiche è necessario Cliccare “Applica le modifiche” ___ 32 16 3. Gestione degli archivi I principali archivi sono quelli di: a. Sezioni b. Materiali c. Fondazioni d. Fili fissi e. Solai e coperture ___ 33 3. Gestione degli archivi Dati struttura sezioni (CA) ___ 34 17 3. Gestione degli archivi Dati struttura sezioni (Acciaio) 35 ___ 3. Gestione degli archivi b. Materiali Tipi di materiali gestiti i. Calcestruzzo ii. Acciaio iii. Muratura iv. Legno v. Materiale generico ___ 36 18 3. Gestione degli archivi b. Materiali: calcestruzzo Caratteristiche principali: i. Classe Rck ii. Sigma fctm Resistenza media a trazione semplice; iii.Modulo E1 Modulo di Young in direzione 1 (opzione attiva per elementi D3) iv. Modulo E2 Modulo di Young in direzione 2 (opzione attiva per elementi D3) v. Poisson 1 Coeff di Poisson in direz 1 (opzione attiva per elementi D3) vi. Poisson 2 Coeff di Poisson in direz 2 (opzione attiva per elementi D3) vii. Modulo Gc Modulo di elasticità tangenziale viii.Peso spec. Peso specifico del materiale ix. Coeff. Alfa Coefficiente di dilatazione termica x. Elas. plastico (opzione attiva per elementi D2 non lineari) 37 ___ 3. Gestione degli archivi b. Materiali: altri materiali i. Acciaio ii. Muratura iii. Legno (REGLES-TA e EC5-SL) iv. Materiale generico 38 ___ 19 3. Gestione degli archivi c. Fondazioni i. Plinto in opera su suolo elastico; ii. Plinto prefabbricato su suolo elastico iii. Palo singolo in mezzo elastico; iv. Plinti su pali (da 1 a 6 pali) ___ 39 3. Gestione degli archivi c. Fondazioni: Cost di Winkler • Il comportamento del terreno alla Winkler = letto di molle tra loro indipendenti. • La teoria si basa sull’ipotesi di proporzionalità tra sforzi e deformazioni. • k=q/w (daN/cm3) = modulo di reazione del terreno o costante di Winkler. • Tipicamente k può variare tra 0.5 e 20 ___ 40 20 3. Gestione degli archivi c. Fondazioni: plinti i. Dimensioni plinto ii. Dimensioni bicchiere iii. Offset iv. Cost. di Winkler verticale e orizzontale v. rotazione ___ 41 3. Gestione degli archivi c. Fondazioni: plinti su pali i. Dimensioni palo ii. Stratigrafia iii. Stratigrafia semplificata • K orizz. • Kzo • Kv (attrito vert.) iv. Svincoli (al piede e in testa) v. Vincolo al piede vi. Dimensioni del plinto vii. Dimensioni del bicchiere ___ 42 21 3. Gestione degli archivi d. Fili fissi I fili fissi vengono utilizzati per: i. agevolare la modellazione ii. consentire la corretta simulazione di eventuali disassamenti iii. I fili fissi predefiniti può essere arricchito con fili fissi definiti dall’utente iv. Permettono di definire qualunque disassamento o allineamento di elementi D2 ___ 43 3. Gestione degli archivi d. Fili fissi – esempi con le travi ___ 44 22 3. Gestione degli archivi d. Fili fissi – esempi con i pilastri 45 ___ Fili fissi I fili fissi hanno effetti sulle azioni: ad esempio un pilastro con un filo fisso avrà un momento flettente aggiuntivo dato dallo sforzo normale per il braccio del filo fisso. Si sconsiglia di utilizzare fili fissi nei primi modelli realizzati con PRO_SAP per facilitare il controllo dei risultati ___ 46 23 3. Gestione degli archivi e. Solai e Coperture • Tipi di solaio utilizzabili: i. Solai di piano ii. Coperture iii. Solai con area ridotta (usati principalmente dai prefabbricatori) • Utilità degli elementi solaio: i. Per agevolare la modellazione dei carichi tipici agenti sulle strutture. ii. Introdurre velocemente nel modello gli scarichi dei solai sulla struttura. iii. Schematizzare un piano rigido iv. Calcolo automatico delle masse sismiche ___ 47 3. Gestione degli archivi e. Solai e Coperture: parametri • • • • • • • • G1:Pp + perm. Peso proprio + permanete compiutamente definito Sov. var. Carico variabile per solai Sovr. neve Carico neve per coperture G2:p non def Permanete compiutamente definito (es. tramezze) G1:pp isos: Coeff. psi0 (per progettazione dei solai e definizione combinazioni automatiche) Coeff. psi1 (per progettazione dei solai e definizione combinazioni automatiche) Coeff. psi2 (per progettazione dei solai e definizione combinazioni automatiche) ___ 48 24 4. Generazione del modello a. Generazione del modello per nodi: Comandi principali i. Generazione di un nodo singolo (o di una serie) tramite coordinate ii. Generazione di un'elica/circonferenza di nodi iii. Generazione di un nodo intersezione tra due allineamenti iv. Nodo piano-retta v. Generazione di un nodo allineato a due nodi, con distanza relativa (o assoluta) La generazione del modello per nodi è usata raramente perché imputare le coordinate dei singoli nodi necessita di molto tempo. ___ 49 4. Generazione del modello b. Generazione del modello per elementi: Definizione del riferimento (elemento prototipo) i. Settare le proprietà dell’elemento che si andrà a modellare ii. Gli elementi successivamente introdotti avranno tutti le stesse proprietà iii. Risettare le proprietà se si vuole introdurre un elemento di caratteristiche diverse iv. Tutte le proprietà introdotte potranno poi essere modificate in qualsiasi istante ___ 50 25 4. Generazione del modello b. Generazione del modello per elementi: Comandi principali i. Generazione di elementi D2 singolo o multipli) ii. Generazione di un D2 intersezione tra due allineamenti iii. Generazione di un D2 perpendicolare ad una retta iv. Generazione di un D2 allineato a due nodi, con distanza relativa (o assoluta) v. Generazione di un D3 singolo o di una mesh vi. Generazione di un elemento solido singolo o di una serie vii.Generazione di elementi solaio ___ 51 4. Generazione del modello c. Utilizzo dei generatori automatici: generalità La struttura può essere modellata con generatori automatici di strutture; con un comando è possibile introdurre anche complessi sistemi di nodi ed elementi che, generati con i metodi consueti, necessiterebbero di un notevole numero di operazioni. Per strutture semplici o molto ripetitive questo è il metodo consigliato. Una volta usato un generatore sarà poi possibile modificare gli elementi copiandoli, stirandoli, cancellandoli etc… ___ 52 26 4. Generazione del modello c. Utilizzo dei generatori automatici: tipologie Le strutture generate in modo automatico sono del tipo: i. Capriate: Strutture piane formate da nodi ed elementi D2; ii. Telai: Strutture piane o spaziali formate da nodi, elementi D2, elementi D3; iii. Piastre: Strutture piane formate da nodi ed elementi D3; iv. Gusci: Strutture spaziali formate da nodi ed elementi D3; v. Archi: Strutture piane formate da nodi ed elementi D3; vi. Muri: Strutture piane formate da nodi ed elementi D3; vii. Geodetiche: Strutture spaziali formate da nodi ed elementi D3; ___ 53 4. Generazione del modello c. Utilizzo dei generatori automatici: tipologie di capriate ___ 54 27 4. Generazione del modello c. Utilizzo dei generatori automatici: tipologie di telai ___ 55 4. Generazione del modello c. Utilizzo dei generatori automatici: tipologie di piastre ___ 56 28 4. Generazione del modello c. Utilizzo dei generatori automatici: tipologie di gusci ___ 57 4. Generazione del modello c. Utilizzo dei generatori automatici: tipologie di archi ___ 58 29 4. Generazione del modello c. Utilizzo dei generatori automatici: tipologie di pareti e geodetica ___ 59 4. Generazione del modello d. Importazione di architettonico: generalità Utilizzo di file DXF Il file DXF è una descrizione ASCII o binaria di un file di disegno. Viene utilizzato per la condivisione di disegni creati con altre applicazioni. Utilizzo del DXF importato Come “sfondo” per operare un processo di “lucidatura” dello stesso, Generando in modo automatico i nodi strutturali nei punti notevoli del disegno; Generando in modo automatico i nodi e gli elementi della struttura; Questo è il metodo consigliato per strutture articolate di cui si possiede l’architettonico CAD. ___ 60 30 4. Generazione del modello d. Importazione di architettonico: Proprietà del disegno DXF Il disegno DXF da importare in PRO_SAP deve possedere le seguenti caratteristiche: i. Non deve contenere blocchi; ii. Non deve contenere archi o polilinee; iii. Se contiene superfici, queste devono essere realizzate con elementi D3 face; Funzioni speciali per l’architettonico i. OSNAP ii. Scala iii. Gestione dei layer ___ 61 4. Generazione del modello d. Importazione di architettonico: conversione in struttura PRO_SAP permette la generazione automatica dei nodi e degli elementi D2 nelle seguenti posizioni del disegno: i. Estremità delle linee = nodi; ii. Oggetti punto del disegno = nodi; iii. Oggetti linea = D2 iv. Oggetti D3 face = D3 ___ 62 31 4. Generazione del modello d. Importazione di architettonico: conversione in struttura i. Settare le proprietà dell’elemento che si vuole generare ii. Visualizzare solo i layer del disegno che identificano gli elementi da generare iii. Generare in automatico l’elemento Utilizzo del disegno per la generazione automatica dell’archivio dei fili fissi Questa operazione si realizzata, nel Contesto di introduzione dati, permette la trasformazione automatica delle linee visibili dell’architettonico in fili fissi di tipo Allineamento. Il comando è quindi sensibile allo stato di visualizzazione del disegno architettonico. ___ 63 4. Generazione del modello d. Importazione di architettonico: uso del DXF come “sfondo” e dei generatori su DXF ___ 64 32 4. Generazione del modello d. Importazione di architettonico: uso del DXF come “sfondo” e dei generatori su DXF ___ 65 4. Generazione del modello d. Importazione di architettonico: uso del DXF come “sfondo” e dei generatori su DXF ___ 66 33 4. Generazione del modello e. Importazione/esportazione di strutture o loro parti • • • Modellazione della struttura mediante l’importazione di dati i. Incorporazione di dati provenienti da una struttura realizzata in una precedente sessione di lavoro; ii. Importazione di modelli di strutture generati con altri programmi agli elementi finiti. Utilizzo di dati provenienti da una precedente sessione di lavoro permette di integrare, parzialmente o totalmente, gli archivi. File ► Importa Dati Permette di importare gli archivi ottenuti da un file *.PSP nella corrente sessione di lavoro di PRO_SAP. ___ 67 4. Generazione del modello e. Importazione/esportazione di strutture o loro parti • Il comando del menu Modifica ► i. Esporta sottostruttura Permette l’esportazione di una struttura o parte di struttura presente nella corrente sessione di lavoro di PRO_SAP. ii. Importa sottostruttura Permette l’importazione una struttura o parte di struttura nella sessione corrente di PRO_SAP. • Il comando di importazione permette all’utente di: i. Recuperare parzialmente o totalmente una struttura già realizzata; ii. Unire strutture o parti di struttura realizzate da più utenti in diverse sessioni di lavoro; ___ 68 34 5. Macro-elementi a. Generalità Le macro sono un insieme di elementi, in particolare: i. Pilastrate – insieme di elementi D2 verticali su uno stesso allineamento ii. Travate – insieme di elementi D2 non verticali iii. Setti – insieme di elementi D3 verticali per la definizione di pareti iv. Piastre – insieme di elementi D3 non verticali (ad es.: per la definizione di platee) v. Allineamenti vi. Impalcati – insieme di più elementi anche diversi tra di loro costituenti un impalcato ___ 69 5. Macro-elementi b. Assegnazione e modifica Col comando “Check Dati Struttura” il programma effettua una assegnazione automatica dei macro-elementi. Tale assegnazione può poi essere modificata alle esigenze specifiche del progettista. Operazioni: i. Ricerca del macroelemento tramite la sua numerazione ii. Modifica della definizione del macro-elemento iii. Modifica della numerazione di travate e pilastrate ___ 70 35 6. Modifica della struttura Con il comando edita proprietà È possibile cambiare materiale, sezione, etc. di ciascun elemento inserito. La barra degli strumenti «Edit» consente di fare le modifiche alla struttura in analogia ai programmi di CAD: è sufficiente selezionare i nodi (o gli elementi) da modificare e premere uno dei comandi: taglia, copia, specchia, trasla, etc. Nota: quando si usa il comando «stira» è bene selezionare solo i nodi: gli elementi collegati ai nodi verranno stirati in automatico. ___ 71 6. Modifica della struttura a. Modifica di strutture generate con generatori automatici Ogni struttura ottenuta da un generatore automatico può essere modificata e rigenerata con pochi e semplici comandi. i. Setta filtro ► Esclude generati ii. Premere il tasto Nessuno; iii. Premere il tasto Singolo; iv. Selezionare con un clic del mouse la struttura o i macro-elementi; v. Setta riferimento e modificare i parametri di interesse; vi. Tasto destro del mouse ► Assegna riferimento ___ 72 36 7. Comandi avanzati ___ 73 8. Interazione terreno struttura a. Modulo geotecnico : Generalità Tramite: • le stratigrafie del terreno • le caratteristiche di ogni strato è in grado di: i. calcolare le costanti di Winkler ii. di aggiornarne i valori in Pro_SAP iii. calcolare la portanza del terreno di fondazione iv. calcolare i cedimenti v. farne la verifica di sicurezza. ___ 74 37 8. Interazione terreno struttura b. Modulo geotecnico : DataBase terreni i. Il programma contiene un DataBase con i terreni più diffuse e proprietà “medie” per ognuno. ii. Si possono salvare più DataBase da richiamare all’occorrenza iii. Tutte le caratteristiche dei terreni possono modificare iv. Consente di trattare terreni coesivi, non coesivi e roccia ___ 75 8. Interazione terreno struttura c. Modulo geotecnico : Stratigrafie i. Scegliere i terreni da un DataBase ii.Apportare modifiche alle caratteristiche di ogni terreno iii.Creare una o più stratigrafie assegnando lo spessore iv.Definire un terreno per ogni strato v.Definire la quota della falda vi. Salvare la stratigrafia in un file vii. Assegnare a fondazioni diverse di uno stesso modello, stratigrafie diverse ___ 76 38 8. Interazione terreno struttura d. Modulo geotecnico : Calcolo della K di Winkler Fondazioni Superficiali i. Terreni sciolti ii. Roccia iii. Fattori per portanza iv. Parametri per Kw v. Coefficienti di sicurezza per TA e SL vi. Coefficienti per verifica a scorrimento vii. Riduzione sismica ___ 77 8. Interazione terreno struttura f. Modulo geotecnico : Verifiche di sicurezza ___ 78 39 9. Analisi di resistenza al fuoco ___ 79 9. Analisi di resistenza al fuoco ___ 80 40 9. Analisi di resistenza al fuoco 1. 2. 3. Modellazione e analisi della struttura Calcolo delle armature longitudinali e trasversali Analisi della sezione esposta all’incendio: mappa della temperatura (nella tabella “dati sezione” attivare il comando “Analisi resistenza al fuoco”) 4. 5. 6. Verifica degli elementi strutturali: Aggiunta di una combinazione di tipo “SLU accid.” con gli opportuni coefficienti Esecuzione delle verifiche con il comando “contesto esecuzione progettazione verifica di resistenza al fuoco” ___ 81 Condizioni al contorno Le condizioni al contorno sono costituite dai vincoli e dai carichi. La modellazione delle azioni agenti sulla struttura è condotta in tre fasi: definizione dei casi di carico; assegnazione delle azioni presenti in ogni caso di carico; definizione delle combinazioni; ___ 82 41 Gestione dei carichi generici La applicazione delle azioni previste nei caso di carico non automatici avviene applicando agli elementi strutturali e nodi azioni di tipo generico tra quelle sottoriportate: carico concentrato nodale; spostamento nodale impresso; carico distribuito globale su trave; carico distribuito locale su trave; carico concentrato globale su trave; carico concentrato locale su trave; variazione termica applicata ad trave; carico di pressione uniforme su piastra; carico di pressione variabile su piastra; variazione termica applicata a piastra; carico variabile generale su trave e piastra; ___ 83 Definizione dei casi di carico Si definisce come caso di carico un insieme di azioni applicate alla struttura simultaneamente. Si definisce come combinazione una sommatoria pesata di casi di carico. ___ 84 42 Casi di carico automatici 1) Ggk caso di carico comprensivo del peso proprio della struttura; 4) Gsk caso di carico comprensivo dei carichi permanenti sui solai e sulle coperture; 5) Qsk caso di carico comprensivo dei carichi variabili sui solai; 6) Qnk caso di carico comprensivo dei carichi di neve sulle coperture; ___ 85 Casi di carico semi-automatici 7) Qtk caso di carico comprensivo di una variazione termica agente sulla struttura in quanto richiede solo il valore della variazione termica; 9) Esk caso di carico sismico con analisi statica equivalente; 10)Edk caso di carico sismico con analisi dinamica in quanto richiedono il valore dell’angolo di ingresso del sisma e l’individuazione dei casi di carico partecipanti alla definizione delle masse. ___ 86 43 Casi di carico manuali 2) Gk caso di carico con azioni permanenti; 3) Qk caso di carico con azioni variabili; 8) Qvk caso di carico comprensivo di azioni da vento; 11) Pk caso di carico comprensivo di azioni derivanti da coazioni, cedimenti e precompressioni; ___ 87 Assegnazione delle azioni presenti in ogni caso di carico Eseguire la selezione di uno o più oggetti di tipologia omogenea (solo nodi, solo D2, ecc..) su cui si desidera applicare uno o più casi di carico contenenti uno o più carichi; 2. Premere 2 volte il tasto destro del mouse per fare apparire il menu a puntatore; selezionare il comando: Setta Riferimento 3. Nella Tabella dei carichi applicabili definire il Riferimento corrente, se si desidera applicare contemporaneamente più carichi all'interno di più casi di carico. Per la definizione del riferimento, è necessario trascinare con il mouse, uno per volta, i carichi generici di interesse, all'interno dei relativi casi di carico. Se si desidera eliminare un carico presente all'interno di un caso di carico, è sufficiente trascinarlo con il mouse all'esterno della finestra di definizione del riferimento. 4. Premere il tasto X di chiusura della finestra. 5. Premere il tasto destro del mouse per visualizzare il menu dei comandi e selezionare: Somma Riferimento Se si desidera aggiungere, ai carichi già presenti sull'oggetto/i selezionato/i, il riferimento corrente; Assegna Riferimento Se si desidera sostituire ai carichi applicati all'oggetto/i selezionato/i, quelli presenti nel riferimento corrente; 88 ___ 1. 44 Assegnazione delle azioni presenti in ogni caso di carico ___ 89 45