Biologia molecolare nelle sindromi mielodisplastiche e nelle
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Biologia molecolare nelle sindromi mielodisplastiche e nelle
118 Recenti Prog Med 2014; 105: 118-122 Biologia molecolare nelle sindromi mielodisplastiche e nelle leucemie acute mieloidi “smoldering” Giovanni Martinelli1, Chiara Sartor1, Cristina Papayannidis1, Maria Chiara Abbenante1, Ilaria Iacobucci1, Stefania Paolini1, Cristina Clissa1, Emanuela Ottaviani1, Carlo Finelli1 Riassunto. Le sindromi mielodisplastiche (SMD) sono un gruppo eterogeneo di disordini clonali emopoietici di origine mieloide, caratterizzato da citopenie periferiche e frequente evoluzione leucemica. Le SMD differiscono per presentazione clinica, comportamento e progressione, il che è il riflesso di un’ampia variabilità a livello molecolare. A oggi la diagnosi dipende ancora dalla morfologia midollare che, nonostante una solida concordanza tra esperti, rimane soggettiva. L’analisi del cariotipo è fondamentale ma la diagnosi rimane difficoltosa in presenza di cariotipo normale o citogenetica non informativa. Per meglio definire diagnosi, prognosi e rischio di progressione leucemica sono necessari marcatori molecolari standardizzati. Tale studio potrebbe fornire un importante strumento terapeutico verso una terapia personalizzata e un approfondimento dei meccanismi biologici patogenetici. Molecular biology in myelodysplastic syndromes and acute myeloid leukemias “smoldering”. Summary. Myelodysplastic syndromes (MDS) are a heterogeneous group of clonal hematopoietic disorders of the myeloid lineage characterized by peripheral cytopenias and frequent leukemic evolution. MDS differ for clinical presentation, disease behavior and progression and this is the reflection of remarkable variability at molecular level. To this moment disease diagnosis is still dependent on bone marrow morphology that, although high concordance rates among experts are reported, remains subjective. Karyotype analysis is mandatory but diagnosis may be difficult in presence of normal karyotype or non-informative cytogenetics. Standardized molecular markers are needed to better define diagnosis, prediction of disease progression and prognosis. Furthermore, a molecular biology analysis could provide an important therapeutic tool towards tailored therapy and new insights in the disease’s biology. Parole chiave. Fluorescent in situ hybridation, sequenziamento massivo in parallelo, sindromi mielodisplastiche, single nucleotide polymorphism array, terapia mirata. Key words. Fluorescent in situ hybridation, myelodysplastic syndromes, next generation sequencing, single nucleotide polymorphism array, target therapy. Introduzione fico la conta dei blasti midollari e il grado di displasia a livello midollare1. L’unica entità riconosciuta come distinta in base a criteri molecolari è la sindrome del5q- isolata, per la nota associazione genotipo e fenotipo. Per la stratificazione del rischio, l’International Working Group for Prognosis in MDS ha recentemente rivisto l’International Prognostic Score System (IPSS), basato su blasti midollari, citopenie periferiche e anomalie citogenetiche, attribuendo maggiore peso al cariotipo e individuando cinque gruppi a differente rischio citogenetico (IPSS-R)2. Il punteggio dell’IPSS-R citogenetico è il seguente: prognosi molto buona (very good) -Y e del(11q); buona (good) cariotipo normale, del(5q), del(12p), del(20q), doppia alterazione comprensiva di del(5q); intermedia (fair) del(7q), +8, +19, i(17q), qualsiasi altro singolo o doppio clone indipendente; sfavorevole (poor) -7, inv(3)/t(3q)del(3q), doppia comprensiva di -7/del(7q) o cariotipo complesso con 3 anomalie; prognosi molto sfavorevole (very poor) cariotipo complesso con più di 3 anomalie citogenetiche2. Tale classificazione ha una migliore capacità Le sindromi mielodisplastiche (SMD) sono un gruppo eterogeneo di disordini clonali emopoietici di origine mieloide caratterizzato da citopenie periferiche, displasia in una o più linee midollari mieloidi e aumentato rischio di evoluzione leucemica. L’incidenza è di circa 5 casi su 100.000 abitanti all’anno, cifra che aumenta nella popolazione anziana sopra i 60 anni di età a 20-50 casi su 100.000 abitanti per anno. Trattandosi di una patologia correlata all’età, il numero di pazienti affetto aumenta parallelamente con l’allungarsi dell’aspettativa di vita. Le SMD differiscono per presentazione clinica, comportamento e progressione, il che è il riflesso di un’ampia variabilità a livello molecolare. A oggi la diagnosi dipende ancora dall’esame della morfologia midollare che, nonostante sia riportata una solida concordanza tra gli esperti, rimane soggettiva. All’interno della classificazione WHO 2008 dei disordini della mielopoiesi, le SMD sono classificate in base a criteri morfologici, nello speci- 1Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale, Istituto di Ematologia Lorenzo e Ariosto Seràgnoli, Università di Bologna. Pervenuto l’8 novembre 2013. G. Martinelli et al.: Biologia molecolare nelle SMD e nelle leucemie acute mieloidi “smoldering” predittiva, in termini di sopravvivenza e di evoluzione leucemica. Tuttavia, pur all’interno dei gruppi di rischio così definiti, permane una grande variabilità e la possibilità di ulteriore stratificazione. Per la terapia delle SMD è disponibile un’ampia gamma di opzioni terapeutiche, che vanno dalla terapia di supporto al trapianto di cellule staminali allogeniche. È fondamentale riuscire a individuare la prognosi del paziente per poter proporre la terapia adatta alle diverse categorie di rischio. La tabella 1 mostra le procedure diagnostiche e il grado di raccomandazione vigente per porre diagnosi di SMD. L’analisi del cariotipo è fondamentale ma la diagnosi rimane difficoltosa in presenza di cariotipo normale o citogenetica non informativa. Pertanto, per meglio definire diagnosi, rischio di progressione leucemica e prognosi sono necessari marcatori molecolari standardizzati. Numerosi sforzi sono indirizzati a individuare strumenti diagnostici che rendano la diagnosi di SMD più accurata. Tra questi sono comprese l’analisi fluoricitometrica dell’immunofenotipo e tecniche di biologia molecolare in aiuto alla citogenetica convenzionale: fluorescent in situ hybridation (FISH), single nucleotide polymorphisms array (SNPa) e next generation sequencing (NGS). Un’analisi molecolare approfondita può fornire un importante strumento terapeutico per individuare specifici sottogruppi di pazienti a cui proporre una terapia personalizzata e rivelare i meccanismi biologici patogenetici. Il diffondersi di tecniche innovative di NGS procurerà presto al clinico un importante strumento diagnostico, prognostico e terapeutico. Obiettivo di questo articolo è presentare le tecniche di biologia molecolare attualmente in uso in ambito diagnostico, terapeutico e di ricerca e in che modo si integrano con la citogenetica convenzionale. Citogenetica convenzionale-metaphase cytogenetics (MC) Il ruolo dello studio citogenetico come strumento diagnostico e indicatore prognostico nelle SMD è stato riconosciuto e codificato all’interno dell’IPSS e implementato nell’IPSS-R2. Sono state definite cinque principali categorie citogenetiche di rischio2. Lo studio dei cromosomi in metafase con tecniche di G-banding-metaphase cytogenetics (MC) è l’attuale gold standard per l’analisi del cariotipo, in grado di individuare alterazioni cromosomiche bilanciate (traslocazioni, inversioni) e non bilanciate (trisomie, delezioni e duplicazioni), con un approccio che visualizza l’intero patrimonio genetico. Il risvolto è sia prognostico sia terapeutico, perché l’individuazione di determinate alterazioni permette di mirare entità diverse caratterizzate da aberrazioni cromosomiche specifiche. La deleTabella 1. Iter diagnostico strumentale nelle SMD (modificata da Malcovati et al.)14. zione 5q, isolata e non, consente di selezionare pazienStrumento diagnostico Valore diagnostico Priorità ti candidati a terapia immuStriscio di sangue periferico Valutazione aspetti displastici su una o Obbligatorio nomodulatrice con lenalidoStriscio di sangue midollare più linee cellulari mide, con ottenimento da Conta delle cellule blastiche parte dei pazienti a rischio Aspirato midollare Conta delle cellule blastiche Obbligatorio basso e intermedio-1 di trasfusione-indipendenza in un Conta dei sideroblasti ad anello terzo dei casi3. A maggior ragione, pertanto, diventano Biopsia osteomidollare Valutazione cellularità, cellule CD34+ e Obbligatorio importanti sia l’individuafibrosi midollare zione di tale alterazione sia il monitoraggio della rispoAnalisi citogenetica Individuazione di anomalie cromosomi- Obbligatorio che clonali acquisite che permettano sta nel tempo. diagnosi conclusiva e valutazione proAttualmente tale metodignostica ca individua alterazioni cariotipiche nel 40-50% delle FISH Rilevazione di anomalie cromosomiche Raccomandato SMD; le più frequenti inclutarget in nuclei in interfase in seguito a citogenetica convenzionale non diadono del(5q), monosomia 7 o gnostica del(7q), trisomia 8 e del(20q), percentuale che aumenta Immunofenotipo Rilevazione di anomalie delle linee eri- Raccomandato considerevolmente se assofluorocitometrico troidi, mieloidi immature, granulocitarie ciata a metodiche ad alta rimaturanti, monocitiche, linfoidi mature soluzione4. La metodica ine immature fatti presenta alcuni limiti SNP-array Rilevazione di alterazioni cromosomi- Suggerito legati alla dipendenza dalla che, UPD e copy number variations ad presenza di almeno 20 cellualta risoluzione, in combinazione con la le in metafase e a una risolucitogenetica convenzionale zione relativamente bassa. Analisi mutazionale Rilevazione di mutazioni somatiche che Suggerito La visualizzazione di aberradi geni candidati permettano una diagnosi conclusiva e zioni con metodica G-banuna affidabile valutazione prognostica ding è limitata anche in pre- 119 120 Recenti Progressi in Medicina, 105 (3), marzo 2014 senza di cromosomi ad anello e di riarrangiamenti particolarmente complessi. La necessità di associare alla MC analisi aggiuntive nasce sia al momento della diagnosi, in particolare in presenza di un cariotipo non informativo o normale, sia nel follow-up. FISH Il ruolo della FISH nella diagnostica delle SMD è controverso. Da numerosi studi, che hanno messo a confronto FISH e MC, si sono ottenuti risultati contrastanti, in parte compromessi dalla limitatezza dei campioni. Il vantaggio dell’analisi FISH è l’indipendenza dallo stato di divisione cellulare; infatti, viene effettuata su nuclei in interfase e viene effettuato il riscontro di subcloni e microaberrazioni non visualizzabili alla MC. La FISH ha la capacità di identificare l’origine di materiale perso o acquisito che il G-banding non visualizza, quali cromosomi marker, aggiunta di materiale, cromosomi ad anello e homogeneously staining regions (HSR)5. Il principale limite della metodica è associato all’individuazione delle sole alterazioni note per cui siano state costruite sonde specifiche. La FISH in alcuni studi è risultata in grado di rilevare anomalie cromosomiche fino a un 15% in pazienti con cariotipo normale con grande sensibilità. Uno studio condotto su 110 pazienti affetti da SMD ha individuato con metodica FISH alterazioni cromosomiche in 3/8 pazienti con cariotipo non diagnostico alla MC e in 5/54 pazienti con cariotipo normale. Nei pazienti con cariotipo aberrante in 6/48 pazienti si sono riscontrate alterazioni aggiuntive, nessuna delle quali modificava il gruppo prognostico6. In presenza di un cariotipo normale o di una citogenetica non informativa, il dato ottenuto con FISH può essere determinante per individuare anomalie cromosomiche con valore prognostico e attribuire IPSS diverso o nel follow-up di paziente con anomalie note4,7. Le raccomandazioni attuali sono di eseguire la FISH in presenza di un cariotipo non diagnostico o normale, mentre i vantaggi della metodica, peraltro costosa, non sono evidenti nei pazienti con cariotipo alterato alla MC8,9. SNP array La tecnologia single nucleotide polymorphisms array è stata oggetto di discussione in merito al prezioso ruolo complementare in associazione alla MC. L’associazione delle due metodiche permette uno studio ad alta risoluzione dell’intero genoma (genome wide). La MC è in grado di visualizzare le traslocazioni bilanciate che la metodica SNPa non visualizza. L’analisi SNPa permette invece una maggiore risoluzione di aberrazioni cromosomiche non bilanciate, di piccole delezioni e duplicazioni criptiche, associata alla possibilità di identificare la perdita acquisita dell’eterozigosi (acquired copy- neutral loss of heterozygosis aCN-LOH), nota anche come disomia uniparentale (UPD). Inoltre, come per la FISH, l’analisi degli SNP non necessita di cellule in divisione cellulare. Le SMD sono una famiglia di patologie adatte allo studio SNP poiché l’acquisizione di alterazioni cromosomiche è relativamente frequente, più spesso non bilanciate. Per questi motivi gli SNP stanno emergendo come strumento di identificazione di difetti non visualizzati dalla citogenetica standard, suggerendo un ruolo di utilità clinica10,11. Uno studio recente condotto su 430 pazienti, affetti da SMD, SMD/MPN o AML secondaria a SMD, ha confrontato i dati citogenetici di MC associata a SNPa contro sola MC. L’associazione MC/SNPa era in grado di individuare aberrazioni cromosomiche nel 74% dei casi, contro 44% della sola MC (p<,0001)12. La differenza dei risultati è da imputarsi a una maggiore risoluzione degli SNP, all’applicazione su cellule in interfase e al riconoscimento di aCN-LOH. L’analisi SNPa si è inoltre mostrata in grado di modificare la prognosi e delineare ulteriormente il gruppo di rischio citogenetico IPSS, stratificando con maggiore precisione il rischio di evoluzione leucemica e progressione di malattia11. Il numero di pazienti con cariotipo realmente normale, come determinato da SNPa/MC, ha effettivamente prognosi favorevole. Al contrario i pazienti precedentemente classificati come a cariotipo normale, che presentino aberrazioni cromosomiche individuate dagli SNPa hanno prognosi peggiore. In alcuni casi in presenza di alterazioni note come aCNLOH7q, 17p, o 11q, si assisteva a una riclassificazione all’interno della classificazione IPSS11,13. L’impatto sull’IPSS si traduce nella selezione della terapia appropriata (basso rischio vs alto rischio). L’uso concomitante di SNPa e MC per la caratterizzazione cariotipica alla diagnosi diventerà parte integrante dell’iter diagnostico delle SMD per la capacità di produrre informazione clinicamente rilevanti14. NGS L’NGS (o sequenziamento massivo in parallelo) è un approccio di sequenziamento profondo in grado di esaminare variazioni genetiche all’interno di più geni contemporaneamente. La metodica è rapida e vantaggiosa dal punto di vista economico. Le applicazioni attuali della metodica comprendono sia pannelli multi-gene sia analisi del genoma intero (whole-genome) e dell’esoma intero (whole-exome). La presenza di mutazioni puntiformi non influisce attualmente sul punteggio prognostico delle SMD, ma diventerà verosimilmente l’elemento cardine per la determinazione del fenotipo clinico e predittivo di sopravvivenza globale (overall survival - OS). La comprensione del ruolo delle diverse mutazioni riscontrate potrebbe migliorare la stratificazione prognostica, oltre a fornire importanti meccanismi patogenetici su cui intervenire con terapia specifica. G. Martinelli et al.: Biologia molecolare nelle SMD e nelle leucemie acute mieloidi “smoldering” Numerosi sono i geni riconosciuti come alterati nelle SMD, che ne spiegano l’eterogeneità fenotipica, e diversi sono i meccanismi patogenetici con cui essi intervengono: meccanismi trascrizionali (per es., TP53, RUNX1, ETV6), meccanismi coinvolti nell’epigenetica, metilazione di DNA e istoni (per es., TET2, DNMT3A, ASXL1, IDH1/2, EZH2), splicing pre-mRNA(per es., SF3B1, U2AF1, SRSF2), signaling (per es., NRAS, JAK2, NPM1)15,16. Nessuno di questi è specifico per le SMD, ma sono geni comunemente alterati nelle neoplasie mieloidi, tuttavia sono indicatori di clonalità nel paziente con sospetta SMD. La correlazione tra presenza di mutazione e prognosi o fenotipo per alcune alterazioni è già stata individuata (tabella 2). Per esempio, una mutazione di TP53, gene che codifica per p53, la proteina-guardiano del genoma, correla con prognosi infausta ed è spesso presente in associazione alla delezione del 5q: nel 19% dei casi di del5q isolata e nel 73% dei casi di cariotipo complesso con -5/-5q. Tale alterazione correla con un IPSS intermedio-2/alto, con una maggiore percentuale di cellule blastiche e con una rapida progressione leucemica17. Tramite l’analisi mutazionale e la signature di espressione genica (gene expression profiling - GEP), due recenti studi hanno mostrato che le mutazioni di TP53, EZH2, ETV6, RUNX1 e ASXL1 sono fattori predittivi indipendenti di sopravvivenza e associati a prognosi infausta a prescindere da caratteristiche di rischio preassegnate16,18. In questo studio, il 51% dei pazienti presentava almeno una mutazione ed erano presenti alterazioni nel 52% dei pazienti con cariotipo normale15. In uno studio successivo, nel totale dei pazienti analizzati, il 74% presentava almeno una lesione puntiforme oncogenica o una modificazione del numero di copie di geni SMD-correlati riscontrabile al sequenziamento19. La differenziazione cellulare è un processo altamente controllato, tra i cui meccanismi vi è la metilazione del DNA e degli istoni. Nelle SMD la perdita di differenziazione viene frequentemente ricondotta a un’alterazione nei meccanismi di metilazione, tra cui le mutazioni di TET2 e DNMT3A, coinvolte nella metilazione del DNA, e EZH2 e ASXL1, coinvolti nella metilazione istonica. La terapia con agenti ipometilanti e demetilanti è infatti particolarmente attiva nelle SMD20. La ricerca di mutazioni in tali geni può indirizzare l’utilizzo di 5-azacitidina o decitabina nel paziente candidato, quest’ultima particolarmente attiva in presenza della mutazione di DNMT3A. Recentemente, il sequenziamento massivo, effettuato in Giappone su 29 pazienti affetti da SMD, ha rivelato mutazioni ricorrenti dei geni coinvolti nello splicing dell’RNA21. Tali mutazioni si presentavano nel 44% dei pazienti affetti da SMD senza sideroblasti ad anello, fino a un 85% dei pazienti con sideroblasti ad anello, in maniera mutualmente esclusiva. I geni coinvolti sono SF3A1, SRSF2, U2AF35 e ZRSR2, e con minore frequenza SF3A1, SF1, UAF64 e PRPF40B15. È la prima volta che alterazioni nella macchina dello splicing sono associate a patogenesi neoplastica, individuando un nuovo meccanismo di leucemogenesi e potenziale bersaglio terapeutico22. Attualmente nella pratica clinica non viene effettuato lo screening mutazionale di routine alla diagnosi, ma rimane prerogativa di centri specializzati, con fini di ricerca. La diffusione di metodiche quali l’NGS permetterà di riconoscere e individuare dal sangue periferico le alterazioni specifiche della singola patologia, facilitando il clinico nella diagnosi e fornendo preziose indicazioni per una terapia personalizzata. Conclusioni Le raccomandazioni attuali per porre diagnosi e per stratificare il paziente affetto da SMD, assegnando gruppi di rischio e distinte terapie, si basano sulla presentazione clinico-laboratoristica di malattia, a cui si associano criteri di tipo morfologico e Tabella 2. Correlazione tra alterazioni genotipo e fenotipo. La presenza di diverse mutazioni all’interno delle SMD permette di spiegarne l’eterogeneità clinica e prognostica. Patologia Morfologia midollare Biologia molecolare Citopenia refrattaria con displasia unilineare Displasia eritroide isolata, <5% CB, <15% sideroblasti ad anello SRSF2, U2AF35 Anemia refrattaria con sideroblasti ad anello Displasia eritoride isolata, <5% CB, >15% sideroblasti ad anello SF3B1 Sindrome del5q- Megacariociti normali o aumentati, ipolobati, <5% CB, RPS14, miR145, miR146 TP53 (evoluzione leucemica) no corpi di Auer Citopenia refrattaria con displasia multilineare Displasia in ≥10% cellule in 2 o più linee cellulari mieloidi, <5% CB, no corpi di Auer, <15% sideroblasti ad anello SF3B1 Anemia refrattaria con eccesso di blasti-1 Displasia monolineare o multilineare, 5%<CB<9%, no corpi di Auer TP53, ASXL1, RUNX1, EZH2, ETV6 Anemia refrattaria con eccesso di blasti-2 Displasia monolineare o multilineare, 10%<CB<19%, occasionali corpi di Auer TP53, ASXL1, RUNX1, EZH2, ETV6 121 122 Recenti Progressi in Medicina, 105 (3), marzo 2014 citogenetico. Il ruolo della biologia molecolare è ancora in corso di definizione, ma la sua importanza a livello prognostico e terapeutico è evidente, in particolare in presenza di un gruppo di patologie così eterogenee. Il riconoscimento di una firma genica per ogni SMD potrebbe permettere in futuro di scegliere la terapia in funzione del pattern molecolare e di valutare in tempi precoci la risposta alla terapia, mediante la valutazione della malattia minima residua a livello molecolare. La metodica di NGS per il sequenziamento massivo in parallelo offre uno strumento unico, rapido e a basso costo potenzialmente utilizzabile front-line nella diagnosi, prognosi, trattamento e monitoraggio di numerose neoplasie, fra cui le SMD. In particolare la proposta di utilizzare una terapia personalizzata guidata dal genotipo delle singole malattie è auspicabile. Se questo è auspicabile per ogni patologia neoplastica, il sottogruppo delle SMD assume particolare rilevanza perché la popolazione anziana, prevalente in questa malattia, potrebbe maggiormente beneficiare di una terapia target, che minimizzi la tossicità. Al paziente anziano, in cui spesso le numerose comorbilità limitano la possibilità di terapie aggressive, potrebbe essere proposta una terapia individualizzata e mirata, sulla base di una accurata valutazione molecolare. Ringraziamenti AIL, AIRC, PRIN 2010-2011, Programma Ricerca RegioneUniversità 2010-2012, progetto Europeo FP7 NGS-PTL. Bibliografia 1. Vardiman JW, Thiele J, Arber DA, et al. The 2008 revision of the World Health Organization (WHO) classification of myeloid neoplasms and acute leukemia: rationale and important changes. Blood 2009; 114: 937-51. 2. Greenberg PL, Tuechler H, Schanz J, et al. Revised international prognostic scoring system for myelodysplastic syndromes. Blood 2012; 120: 2454-65. 3. 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Indirizzo per la corrispondenza: Prof. Giovanni Martinelli Istituto di Ematologia Lorenzo e Ariosto Seràgnoli Università di Bologna Via Massarenti 9 40138 Bologna E-mail: [email protected]