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Leggi la Demo in
Il gioco di parole
Conoscere lo sviluppo del linguaggio per riconoscere il disturbo
di
Esterina Castaldo
Cod ISBN: 978-88-97272-29-8
Edizione di dicembre 2011
©Sysform Editore
Tutti i diritti riservati
www.sysformeditore.it
Indice
Introduzione:
Perché ho scelto di fare la logopedista
Capitolo 1:
Che cos’è la logopedia
Cosa fa il logopedista di preciso?
Il progetto riabilitativo
Capitolo 2:
Lo sviluppo del linguaggio
Sviluppo fonologico
Sviluppo lessicale
Sviluppo sintattico
Sviluppo narrativo
Capitolo 3:
Cosa succede se nei bambini il linguaggio non si sviluppa?
Caratteristiche del ritardo linguistico prima dei tre anni
Come evolve il ritardo linguistico tra i due e i tre anni
Il ritardo linguistico a 3-4 anni
Il ritardo linguistico a 4-5 anni
Nella classificazione dell’ICD10
Conclusioni
Appendice: Quante parole conoscono i bambini?
Il vocabolario di base
Organizzare la ricerca
Discussione dei risultati della scuola dell’infanzia
Discussione dei risultati della scuola primaria e secondaria
La scuola e il bagaglio lessicale degli alunni
Note dell’Editore
L’obiettivo della Sysform Editore e del nostro team è scrivere e-book
efficaci per creare prodotti specifici e di qualità che permettano a te lettore di
utilizzare –copiare – reinventare - prendere spunto da quello che abbiamo
fatto o stiamo realizzando a scuola (o intorno alla scuola) “concretamente”,
svelando i segreti, gli ostacoli, i dubbi, le soluzioni trovate, affinché tu possa
giovarti di una esperienza che ha dato/sta dando buoni frutti.
Lo spirito con cui ognuno di noi si muove è quello di scrivere a un amicolettore qualcosa che conosco, di cui sono esperto: la mia conoscenza e la
mia esperienza messa a tua disposizione.
Perché partire sempre da zero quando il grande Troisi ci suggerisce di
RICOMINCIARE (almeno) DA TRE !
Lo spirito di Sysform Editore nasce dalla convinzione che la comunità
della scuolapossibile può condividere analisi, strategie
e soluzioni già
sperimentate da colleghi e sentirsi, quindi, accompagnati, oltre che
confortati, dalla collaborazione di chi – come noi- crede in ciò che fa e cerca
di farlo ricercando le soluzioni migliori. Ecco che la formazione
personale e professionale diventa lo spazio da coltivare, cui attingere
per trovare forza ed energia per affrontare le difficoltà, non per sentirsi
succube di ciò che non va ma per sentirsi co-attore di un processo troppo
importante perché sia lasciato alle buone intenzioni del singolo.
Come persone di scuola abbiamo pensato da persone di scuola e riteniamo
importante che:
ciò che leggo deve essere frutto “autentico” di chi conosce la scuola e
ciò che può servire a me che lavoro a scuola
ciò che leggo deve rispondere ai miei bisogni di crescita, di
approfondimento
ciò che leggo deve rispondere al bisogno di gestire le situazioni
difficili ma deve essere anche uno stimolo a vederle in maniera
diversa
ciò che leggo deve essere comprensibile, deve scivolare via, e non
obbligarmi a “traduzioni” letterarie
ciò che leggo mi deve far sentire vicino chi ha scritto, l’esperto:
voglio essere condotto per mano e capire come si può fare ciò che mi
proponi di fare
ciò che leggo non si deve trasformare in un ricettario da applicare e
mi aspetto di poter “ragionare” su ciò che leggo
…
ciò che leggo mi deve far venire la voglia di sperimentare, di
mettere in pratica quello che mi stai suggerendo e consigliando di
fare … perché sento che si può fare, mi può essere utile, mi solletica un
PERCHE’ NO!
L’e-book ha il vantaggio di essere un vero strumento di lavoro: permette di
inserire link a siti o video, permette di aprire note di spiegazione o
approfondimenti, e hai tutto lì a disposizione … solo con un click!!
Buon proseguimento
Nei nostri e-book il lettore potrà trovare link a degli approfondimenti di
diversa natura. Per accedere a tali contenuti è necessario che il PC sia
connesso a Internet.
Copyright
ATTENZIONE: Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con
alcun mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. Tutti i diritti sono
riservati a norma di legge. Abbiamo scelto di non “ingabbiare” con password
il materiale contenuto e confidiamo nella correttezza del lettore di non
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Introduzione: perché ho scelto di fare la logopedista
C’era una volta, in un piccolo paese calabrese, una piccola bambina
che aveva un sogno per la testa: “aiutare le persone che stanno male”.
Tutti le ripetevano che il suo era solo un capriccio, perché si sa come
dice il detto < ogni riccio un capriccio > e lei di ricci ne aveva tanti in
testa. Ma la bambina più cresceva e più era convinta di quello che
voleva fare da grande. Quando tutti le chiedevano cosa vuoi fare da
grande lei, senza esitazione, rispondeva “la dottoressa”.
Fu così che appena finito il liceo scientifico partì per la capitale per
provare a fare il test d’ammissione per medicina. Riuscì a sbaragliare
la concorrenza spietata di più di tre mila ragazzi come lei e iniziò a
studiare per realizzare il suo sogno.
Più passavano i giorni e più però c’era qualcosa che non le piaceva.
Iniziava sempre di più a dubitare della sua scelta; forse avevano
ragione tutti quelli che le ripetevano che era solo un capriccio, eppure
la sua voglia di aiutare gli altri c’era sempre.
Un giorno riuscì a capire cos’era quello che le mancava. Un suo
professore disse una cosa che la fece riflettere: “Il medico fa la
diagnosi, dà la cura farmacologica e poi il paziente si rivolge ai
riabilitatori che si prendono cura del malato e lo assistono lungo
tutta la malattia”.
Ecco, quella bambina sono io!
Dopo quella lezione mi sono documentata sulle professioni sanitarie e
a settembre di quello stesso anno ho fatto il test d’ammissione per
Logopedia e ci sono riuscita.
Avrei potuto così aiutare le persone che stanno male, stando sempre
in contatto con loro, guardando insieme a loro i progressi che si
raggiungono.
Quando, però, ho scelto di studiare logopedia non conoscevo
assolutamente tutti i suoi campi “d’azione”; sapevo solo, per mia
esperienza diretta, che si occupava dei disturbi della voce. Così che
quando ho iniziato a frequentare i corsi, e lezione dopo lezione mi
venivano insegnate un sacco di altre cose, ho iniziato ad amare questa
materia prima e questa professione poi, ancora di più.
Mi sono innamorata della passione con cui i miei docenti mi
parlavano dei loro casi clinici; ci mettevano tutto l’amore possibile
perché questo è un mestiere che solo chi ha passione e vuole aiutare il
prossimo può farlo.
Sono tuttora ancora molte le persone che non conoscono cos’è la
logopedia, cosa fa e perché è importante farla!
In questi anni le varie associazioni, www.fli.it (Federazione
Logopedisti Italiani) o anche le associazioni che fanno a capo alla FLI
ma sono regionali www.arll.it (Associazione Regionale Logopedisti
Lazio), cercano di sensibilizzare l’opinione pubblica alle varie
problematiche che riguardano la logopedia, organizzando ogni anno
una giornata da dedicare esclusivamente a quanti si avvicinano per la
prima volta a questo meraviglioso mondo. Generalmente questa
manifestazione si tiene il 6 marzo; numerose città mettono a
disposizione degli utenti uno sportello, aperto tutta la giornata, dove
esperti logopedisti chiariscono agli interessati tutti i dubbi che hanno.
Esistono on-line anche numerosissimi siti che propongono dei forum
dove operatori e persone che hanno bisogno possono trovare
materiale ma soprattutto scambi di opinioni e aiuti su come
comportarsi quando c’è un evidente problema che riguarda la
logopedia. Tra questi siti il più noto:
www.logopedista.it .
Capitolo 1: Che cos’è la Logopedia?
Il termine Logopedia trae le sue origini dal greco “logos paideio” e
significa “insegnare il linguaggio”. Quindi si deduce che nel termine
sono inclusi tutti gli aspetti che lo costituiscono:
•
capacità di esprimersi,
•
capacità di organizzare un discorso,
•
capacità di elaborare un’idea o un concetto sia scritto che orale.
Il logopedista dunque è un esperto del linguaggio che cerca di mettere
a disposizione, di chi ne ha bisogno, la sua esperienza. EDUCA all’uso
della parola e del discorso e provvede, con la terapia specifica, a
potenziare il Sistema Linguistico. Inoltre INSEGNA il linguaggio e
non solo a parlare (da “Logopedia in età evolutiva” di Caselli,
Mariani, Pieretti - Edizioni Del Cerro)
Cosa fa il logopedista di preciso?
Il catalogo nosologico è rappresentato da:
1. disturbi della voce (anche professionale e/o artistica) compresa la
rieducazione di laringectomizzati
2. disturbi della pronuncia da cause organiche del vocal tract ( e
come indotto disturbi organici e funzionali della deglutizione)
3. disturbi della fluenza (con particolare riguardo alla balbuzie)
4. disturbi delle cosiddette funzioni corticali superiori con specifica
attenzione alla codificazione ed alla decodificazione (per esempio
afasie, agnosie, aprassie)
5. disturbi centrali della motricità del distretto fono-articolatorio
(disartrie e correlati)
6. disturbi oligofrenici da "insufficienza mentale" e/o da demenza
7. disturbi da lesione sensoriale (con preminenza per la sordità) e atti
inerenti il loro emendamento (protesizzazione acustica, impiego di
vibratori, impianti cocleari)
8. disturbi linguistici miscellanei e loro correlati di tipo essenziale
(dislalie funzionali di varia origine, fonologici, disprassia
articolatorie, dispercezioni uditive e visive, disturbi semantici,
disturbi morfo-sintattici, pragmatici)
9. disturbi da inadeguatezze socio-culturali ed affettive
10.disturbi degli apprendimenti curriculari e non, learning diseases
Glossario
Vocal Tract: (tratto vocale) riveste un ruolo estremamente importante nella resa vocale,
è ciò che caratterizza la nostra voce dandole un timbro unico ed è fondamentale per chi usa
la voce in maniera artistica e professionale. Le strutture anatomiche del vocal tract sono:
laringe, faringe, bocca e fosse nasali.
Deglutizione: La deglutizione è il processo mediante il quale il cibo passa dalla bocca
allo stomaco. Può essere schematizzata in tre fasi: ingerimento, passaggio dalla faringe,
passaggio dall'esofago ed ingresso nello stomaco. Il cibo triturato dai denti irrorato dalla
saliva e impastato dalla lingua è ridotto a bolo alimentare ed è pronto per proseguire il suo
viaggio nell'apparato digerente. Grazie alla lingua viene spinto verso la faringe, mentre il
velo palatino si solleva, impedendo che il cibo salga nell'orofaringe e nelle cavità nasali e
quindi deglutito. Leggi: Disturbi della deglutizione_disfagia
Fluenza: per fluenza verbale si intende la capacità dell’individuo di parlare in maniera
corretta rispettando i turni di conversazione. Si stima che un parlatore normale pronunci
dalle 50 alle 100 parole al minuto. Quando si pronunciano parole di meno o di più si parla
di disturbo della fluenza.
Codificazione: in linguistica, la codificazione è il processo di standardizzazione di una
norma per una lingua. In genere significa sviluppare un sistema di scrittura, impostare le
regole ufficiali per la grammatica, ortografia, pronuncia, sintassi e lessico così come i libri
di grammatica editoria, dizionari e le linee guida simili. Diverse varianti esistono per un
aspetto specifico, ad esempio, diversi modi di ortografia di una parola, le decisioni su quale
variante sarà quella standard devono essere fatte.
Decodificazione: significa interpretare e/o decifrare un messaggio, un testo, dei codici.
Afasia: è un’alterazione del linguaggio dovuta a lesioni nelle aree del cervello deputate
alla sua elaborazione. Può essere causata da ictus, traumi cranici, malattie
neurodegenerative, tumori. Le conseguenze dell’afasia possono portare ad avere problemi
di linguaggio in più settori: produzione, comprensione, scrittura, lettura.
Agnosia: (dal greco a-gnosis, "non conoscere") è un disturbo della percezione
caratterizzato dal mancato riconoscimento di oggetti, persone, suoni, forme, odori già noti,
in assenza di disturbi della memoria e in assenza di lesioni dei sistemi sensoriali
elementari.
Aprassia: è un disturbo neuropsicologico del movimento volontario, definito come
l'incapacità di compiere gesti coordinati e diretti a un determinato fine, sebbene siano
mantenute inalterate la volontà del soggetto e la sua capacità motoria. Come in molte
malattie neurologiche, le persone affette da tale disturbo in genere non sanno di esserlo.
Disartria: è un disturbo del linguaggio, causato da eventi neurologici, caratterizzato
dalla difficoltà di articolare le parole. Ciò significa che chi ne è affetto sa benissimo quello
che vuole dire ma le parole che produce spesso non sono le stesse e nemmeno molto
comprensibili.
Impianto cocleare: è un orecchio artificiale elettronico in grado di ripristinare la
percezione uditiva nelle persone con sordità profonda, ed è utilizzato quando le protesi
uditive non ottengono il risultato sperato. L’impianto cocleare (CI) è definito come “coclea
artificiale” o “orecchio bionico” ed è uno strumento che si sostituisce alla coclea patologica
inviando direttamente al nervo acustico linguaggio e rumori ambientali.
Dislalia: è la difficoltà nel pronunciare correttamente alcune consonanti o gruppi di
consonanti. Sino a 3-4 anni la difficoltà nel pronunciare le parole può essere fisiologica e
poi scompare. Questi piccoli difetti di pronuncia riguardano in genere le consonanti
«vibranti» come la «r», e le «dure» come la «c» e la «gh». La dislalia può essere dovuta a
varie cause, come alterazioni di forma delle fosse nasali, del palato, della lingua, labbro
leporino, palatoschisi.
Learning diseases: sono le difficoltà di apprendimento. In genere, sono quelle difficoltà
che i bambini dai 5 anni fino ai 7 anni possono incontrare quando iniziano la scuola
dell’obbligo. Non riescono a leggere bene, a capire come scrivere le parole che sentono. Se
non si risolve entro la fine della seconda elementare, e dopo attenta valutazione, si può
diagnosticare un DSA.
Protrusione: posizione sporgente della lingua.
Protoconversazioni: Interazioni spontanee a carattere affettivo positivo tra madre e
bambino in cui entrambi collaborano nella creazione di scambi gestuali, vocali ed
espressivi caratterizzati da una certa alternanza del turno
Indice di rischio: perché mentre l’intenzione richiestiva riflette semplicemente
un’aspettativa del bambino circa il comportamento dell’adulto, l’intenzione dichiarativa
implica l’identificazione dell’interlocutore come soggetto intenzionale, capace di
intrattenere relazioni psicologiche con l’ambiente esterno, come, ad esempio, provare
interesse, commentare e condividere un’esperienza.
Onomapotei: L'onomatopea è una figura retorica che riproduce, attraverso i suoni
linguistici di una determinata lingua, il rumore o il suono associato a un oggetto o a un
soggetto a cui si vuole fare riferimento.
Lessemi: Un lessema è l'unità minima che costituisce il lessico di una lingua per quanto
riguarda il piano del contenuto. Dunque, ad ogni lessema di una lingua può corrispondere
la sua registrazione in un dizionario sotto forma di lemma.
Guida all’uso delle parole: è un testo fondamentale per chiunque si occupi di
comunicazione e, in particolare, di scrittura. Insegnamenti utili per migliorare la propria
efficacia comunicativa. Nel libro, De Mauro spiega la struttura del linguaggio – parlato e
scritto – e i meccanismi della sua comprensione. L’obiettivo di De Mauro è aiutarci a
comunicare meglio. Perché migliorare la propria capacità di comunicazione significa
evitare problemi e, quindi, vivere meglio.
Il campo di intervento del logopedista in età evolutiva è molto ampio
ed articolato. Negli ultimi anni si discute molto sull’intervento
precoce che assume un’importanza determinante ai fini della
prognosi; quindi il ruolo del logopedista va considerato determinante
anche nella fase di individuazione precoce dei disturbi del linguaggio.
Il logopedista, essendo un operatore sanitario, e quindi non un
medico, non può fare in alcun caso la diagnosi che è di
competenza appunto del medico (neurologo, neuropsichiatra
infantile, foniatra, pediatra). Secondo le recenti normative di legge la
presa in carico logopedica, sia in regime convenzionato che in
privato, deve essere fatta solo dopo che il piccolo paziente o l’adulto
abbiano consegnato la richiesta del medico specialista. Subito dopo
aver messo a posto la parte burocratica si passerà alla valutazione
delle abilità di linguaggio.
La valutazione deve tener conto soprattutto dei diversi ambiti dello
sviluppo del linguaggio; deve essere dinamica, cioè ripetibile nel
tempo e deve far riferimento ai dati normativi relativi alla fascia d’età.
La prima importante decisione da prendere quando si vuole iniziare
un trattamento specifico è il quando iniziarlo, cioè quando il
bambino è pronto per cominciare a beneficiare del trattamento e, poi,
che tipo di intervento è utile e necessario.