VITTIME E CAVIE DELLE ARMI CHIMICHE BATTERIOLOGICHE E

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VITTIME E CAVIE DELLE ARMI CHIMICHE BATTERIOLOGICHE E
VITTIME E CAVIE DELLE ARMI CHIMICHE
BATTERIOLOGICHE E NUCLEARI
Premessa
Mentre raccoglievo la documentazione (e le poche idee..) per scrivere
questo articolo ho fatto una riflessione: il dottor Victor Frankestein era un pavido dilettante ?
Scritto da Mary Shelley nel 1818 mentre era in Svizzera insieme a Lord Byron affetto da
tubercolosi e insieme al loro dottore John Polidori (che scrisse “Il Vampiro”), il medico
inventato da Mary Shelley, definibile come novello Prometeo, non è assolutamente
paragonabile con i militari, i politici e gli scienziati che con indifferenza e attitudine al crimine
hanno condotto freddamente e con continuità prove su migliaia di persone rendendole
vittime dei loro esperimenti di guerra nucleare, chimica e batteriologica.
In fin dei conti Victor Frankestein cercava di superare i confini assegnatici dalla Natura
animando la materia inanimata, mentre questi individui meritano la nefasta
associazione con la creatura demoniaca del romanzo di Polidori, resa famosa in
seguito da Bram Stoker nel 1897 nel suo libro “Dracula”. Essi hanno infatti sottratto la
vita dai corpi di cittadini inconsapevoli o piuttosto li hanno ingannati per perseguire i loro fini
scientifici a scopo della ricerca bellica.
Come Dracula sono delle “menti criminali”, dei “delinquenti nati” stile Lombroso che vivono
in un'Era definibile scientifica che vede all'opera scienziati decisi a tutto sia nel bene che
nel male.
Inoltre in questa Epoca è convinzione comune che la tecnologia militare sia l'origine delle
innovazioni nella tecnologia civile, il tutto viene comodamente e faziosamente presentato
come bipartisan a scopi nobili e sociali: non è del tutto vero perché scoperte e ritrovati civili
hanno una origine indipendente, come la rete Internet che risale al 1966 ideata nel MIT e
che non era a scopi bellici. E' opportuno aggiungere che la stragrande maggioranza della
tecnologia militare non è utilizzabile in ambito civile in quanto non obbedisce alle leggi di
mercato e al principio di economia delle risorse, avendo incollata l'ombra lunga di una
eccedenza di costi spesso incontrollati e comunque non condivisi, né tanto meno resi noti,
ai contribuenti.
Il Progetto Manhattan fu il primo grande coinvolgimento dell'intera comunità scientifica in un
progetto finalizzato a scopi militari dando inizio al complesso militare-scientifico-industriale
che mina le basi stesse della democrazia ancora oggi, come profetizzato da Dwight
Eisenhower alla fine della sua presidenza.
Arrivando al punto, è corretto e giusto dare voce alle vittime silenziose del nucleare militare,
della batteriologia e della chimica ad uso bellico, sono vittime innocenti inconsapevoli
oppure, se consapevoli, sono cadute nell'adempimento dei loro compiti e dei loro doveri. Gli
esempi che seguono in questo articolo dimostrano il disprezzo di molti Governi verso
l'Ambiente e la vita umana, giustamente non possono essere dimenticate le centinaia di
migliaia di persone coinvolte negli esperimenti e che sono decedute o sono state
danneggiate, considerate solamente come effetti collaterali se non addirittura come utili
cavie per testare l'efficacia delle armi di distruzione di massa.
I fatti che descriveremo non solo sono accaduti durante il periodo della “guerra fredda” ma
anche prima, durante la Seconda Guerra Mondiale. Scriveremo in questi pochi capitoli dei
delitti sulle popolazioni (è il termine giusto) compiuti durante i test nucleari, durante lo
spargimento dell'agente Orange in Vietnam, quelli effettuati dall'Unità 173 giapponese in
Cina e degli esperimenti su cittadini inconsapevoli rapiti dai loro stessi governanti.
Contrariamente alle sorti del conte Dracula e del dott. Victor Frankestein la maggior parte di
questi politici, militari e scienziati non è stata e non sarà punita né dai tribunali internazionali
né dal Caso, come vedremo.
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CAPITOLO PRIMO
Armi chimiche
Il Protocollo di Ginevra del 1925 sancisce la messa al bando delle armi chimiche in guerra,
ma durante la Guerra di Etiopia (1935-1936) gli italiani impiegarono l'iprite contro gli abissini
con una stima di 15.000 vittime a causa del gas velenoso su un totale di 50.000 morti
durante la guerra coloniale. Mussolini aveva fretta di finire le sue conquiste coloniali e diede
il permesso di usare le armi chimiche contro le tribù che lottavano contro le truppe italiane
di occupazione.
Le armi chimiche moderne sono classificate come gas nervini, asfissianti, vescicanti,
lacrimogeni, inibenti (agente 15) e citotossici (inibenti la sintesi delle proteine).
Gas lacrimogeno
Il gas lacrimogeno CS (ortoclorobenzalmalonolitrile) è definito un gas sicuro per trattare le
proteste di piazza e viene utilizzato fin dal 1928 in tutto il mondo per il controllo delle folle, è
stato scoperto da Corson e Staughton nel 1928 (da cui l'acronimo).
Numerose organizzazioni per la salvaguardia dei diritti umani e
associazioni mediche tentano invano da tempo di contestare la nonnocività del gas presentando ai Tribunali studi sui danni provocati alle vie
respiratorie, in certi casi permanenti, con una preoccupante casistica di
decessi diretti o indiretti dovuti all'esposizione. Se impiegato in dosi
massicce gli effetti sono variabili con senso di disorientamento, vertigini,
nausea e vomito. Paradossalmente il CS è vietato in guerra dalla Convenzione di Ginevra
e dal 1997 dalla Convenzione sulle armi chimiche firmata a Parigi (anche se gli USA ne
hanno utilizzato migliaia di tonnellate in Vietnam per stanare i Viet dai tunnel) ma è
permesso contro i civili essendo considerato un agente non letale.
Foreste squarciate - l' Agente Orange (Arancio)
Fin dal 207 a.C. - anno in cui il generale cinese Chao T' annesse il Vietnam alla Cina - il
Paese ha continuato a trovarsi sotto il giogo delle potenze coloniali. La storia del Vietnam è
un continuo stillicidio di arroganti e speranzosi imperialisti invariabilmente sconfitti nel corso
di sanguinose insurrezioni. La strategia vietnamita non è mai cambiata nel tempo: lasciare
entrare l'aggressore, confonderlo con una guerriglia senza quartiere e infine
sconfiggerlo usando la perfetta conoscenza dello scenario. Questa strategia ha
sempre avuto successo.
Artefice della strategia è il generale Vo Nguyen Giap (1911-2013) che
giovanissimo aderisce al movimento politico anticolonialista e al Partito
Comunista indocinese, in Cina studia la tattica militare adottata dalla guerriglia
dei comunisti. Laureatosi in legge nel 1933 in seguito organizza le formazioni partigiane
contro l'occupazione del Giappone del Vietnam reclutando nei villaggi un esercito di
guerriglieri e sconfiggendo l'occupante ad Hanoi nel 1945.
Strategia militare teorica e pratica sono gli elementi portanti della sua concezione del
“momento favorevole” per le azioni. Artefice della sconfitta francese a Dien Bien Phu
organizza la lotta del Fronte Nazionale di Liberazione e dirige l'offensiva definitiva contro la
presenza degli USA in Vietnam. Dal 1976 al 1980 è nuovamente Ministro della difesa e
membro dell'ufficio politico del partito comunista vietnamita.
Dall'inizio del 1961 le azioni del FNL colgono sempre maggiori successi e tale minaccia
persuade il Presidente J. Kennedy ad accrescere progressivamente il proprio aiuto
economico e militare: vengono inviati migliaia di “consiglieri militari” e nel gennaio 1962
viene insediato un Comando militare americano a Saigon.
Le Forze Armate americane erano certe che le loro risorse e i loro armamenti moderni
avrebbero spazzato via il comunismo avendo l'obiettivo di fermare l'unificazione socialista
tra il Nord Vietnam e il Sud Vietnam in una vera e propria guerra ideologica.
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Inizia qui la Terza Guerra di indipendenza del Vietnam che, nel tentativo dell'Occidente di
conservare in quel continente un bastione del mondo libero, ha costi umani, economici ed
ambientali elevatissimi. Durante gli otto anni di guerra, nei quali sono coinvolti 2 milioni di
soldati americani per la maggior parte giovani coscritti, gli Stati Uniti usano tutti i sistemi
d'arma disponibili (salvo un ordigno nucleare) sganciando un volume di bombe superiore a
quello usato da tutti i contendenti durante la 2 a Guerra Mondiale. Per individuare il nemico i
soldati americani usano dei sistemi termici, migliaia di sensori acustici e persino basati sul
sistema olfattivo. Inutilmente.
Con il costo di almeno novecento milioni di dollari per ogni anno di guerra, il conflitto rimane
sempre in una situazione di stallo e non finisce affatto con una vittoria americana, anzi...
L'impiego dei defolianti viene approvato dall'amministrazione Kennedy, da quella di
Johnson e anche da quella di Nixon dal 1961 al 1971.
Prodotto
dalla
Dow
Chemical,
dalla
Monsanto,
dalla
Agricultural&Nutrition e da altre Compagnie, si presenta come un
liquido incolore il cui nome deriva dal colore dei fusti usati per lo
stoccaggio, l'Agente Arancio ufficialmente viene utilizzato per
rimuovere le foglie dagli alberi in modo da privare i Viet Cong della
copertura della foresta dove si nascondono.
Composto da una miscela di erbicidi 2, 3, 7, 8 TCDD era stato sviluppato durante gli anni
quaranta per controllare le piante a foglia larga e viene irrorato insieme ad altri erbicidi
come gli Agente Blu, Bianco e Porpora.
Durante il lungo conflitto gli Stati Uniti spargono sulle giungle, sui campi, sui villaggi e sulle
risaie ben 59 milioni di litri di defolianti chimici di diverso tipo, tra cui 49 milioni di litri di
Agente Arancio contenente il pericoloso contaminante denominato diossina tristemente
famoso in tutto il mondo. Comunque l'intervento militare americano si dimostra un
fallimento fin dall'inizio per una sola ragione principale: i Vietnamiti sono pronti a sopportare
qualsiasi cosa, la fame, la distruzione e la morte pur di riunificare il proprio Paese. Inoltre i
coscritti americani non sono addestrati né motivati a combattere in uno scenario con
caratteristiche completamente diverse dalle loro strategie e dalla loro storia militare, contro
un esercito del popolo che si confonde nell'ambiente e nella popolazione, è una guerra
trasversale non più combattuta tra eserciti ben distinguibili tra loro in un campo di battaglia
tradizionale, nella quale le vittime civili superano in gran numero i caduti militari (la prima di
una lunga serie che si protrae fino ad oggi..).
Dietro ogni massa di vegetazione e da ogni ombra nella foresta può emergere
all'improvviso una cellula combattente, ogni villaggio che dimostra una iniziale cordiale
accoglienza può trasformarsi il giorno dopo in un inferno di fuoco provocato da “Charlie”
contro i grossi e appesantiti soldati americani curvi sotto il loro equipaggiamento da
battaglia, troppo visibili e incerti; sono coscritti che sostituiscono nel tempo i veterani delle
guerre precedenti, sono giovani strappati dalle scuole superiori - o dall'emarginazione intrappolati nella sanguinosa brutalità di una guerra senza quartiere che non capiscono.
Il Vietnam è un Paese che per tanti anni ha subito l'occupazione straniera e troppi danni
tremendi per le bombe, per il napalm, per le mine e le trappole, ma sopratutto a causa dei
defolianti, contaminanti che provocano cloracne, l' aumento esponenziale della morte dei
feti o di malformazioni dei neonati, dei carcinomi cistico iadatiformi, dei danni transgenerazionali per bioaccumulo nell'ambiente a lunga permanenza, cui si sommano
proprietà cancerogene e teratogene, cioè alterazioni della sequenza
genica (dal greco creazione di mostri).
Si stima che da 2,1 a 4,8 milioni circa di vietnamiti abbiano subito l'
irrorazione dell'Agente Arancio e di altri erbicidi effettuata su almeno
3.200 villaggi, zone rurali e coltivazioni.
Dal 1980 i figli dei genitori esposti denuncia una percentuale dell'
1,87% di malformazioni congenite nei bambini nati nei distretti
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irrorati, percentuale che continua a crescere mentre invece nel 1966 l'incidenza di
malformazioni congenite era solo dello 0,52%.
In un grande edificio a Saigon, con i vetri opachi, sono conservati feti deformi in scaffali
dopo scaffali organizzati secondo la tipologia di malformazioni, terribili testimonianze
racchiuse in migliaia di cilindri di vetro pieni di formaldeide. Sono conservati solo quelli che
si ritiene siano utili per gli studi medici, le altre migliaia di casi censiti dal Governo “nati
ogni giorno” non vengono conservati.
In un' altro reparto di questo edificio sono accuditi decine di bambini affetti da gravissime
malformazioni congenite, piccoli abbandonati anche dalle loro madri, orfani dei quali si
prende cura il Governo fino alla fine.
Inevitabilmente anche i militari statunitensi sono stati esposti ai contaminanti mentre si
trovavano nelle zone trattate piuttosto che durante le operazioni di disboscamento.
L' Associazione Vietnam Veterans Against the War ha fatto ricorso contro le Compagnie
statunitensi produttrici ma i ricorso è stato respinto nel 2005.
Nel 2011 il Congresso degli Stati Uniti ha introdotto una legge a favore dei veterani
americani colpiti da cloracne e dalle altre malattie legate all'esposizione da Agente Arancio,
anche se viene ancora negata ogni correlazione con le malformazioni infantili.
CAPITOLO SECONDO - 70 anni con l'energia nucleare
Gli arsenali atomici e le loro vittime – l'Orologio dell'Apocalisse Controllo e Comando delle armi – la strategia della mutua distruzione
reciproca (MAD)
L'anno 2015 è quello della ricorrenza sul successo della ricerca dell'energia
dell'atomo: 100 anni fa Albert Einstein formula l'equazione più famosa del
mondo E=mc2 che comporta la conversione della massa di un oggetto nel
quantitativo equivalente di energia, energia che viene rilasciata al quadrato della massa
moltiplicato per la velocità della luce, cioè producendo una quantità enorme di energia.
L'altra importantissima ricorrenza è quella che 70 anni fa si aprì l'era della Bomba,
esattamente il 16 luglio 1945, con la prima detonazione di un ordigno nucleare nel New
Mexico vicino ad Alamagordo, il famoso Test Trinity (foto). Del resto la bomba atomica non
era una novità assoluta, i concetti di “massa critica” e di “reazione a catena” erano stati
intuiti dal dott. Leo Szilard (premio Nobel per la fisica) quando era esule a Londra. Szilard
pubblicò un trattato a metà degli anni '30 “come costruire un congegno atomico dotato di
grande potenza distruttrice” e ottenne il brevetto sulla “reazione a catena” (n°UK 630726)
La via era aperta, bisognava ancora identificare l'esplosivo nucleare adatto.
Il giorno 2 dicembre 1942 Enrico Fermi fece funzionare il primo
reattore nucleare (o pila atomica) Chicago Pile-1 aprendo la strada alla
produzione di armi nucleari (foto del team di Chicago, Fermi è in basso
a sinistra, Szilard con l' impermeabile chiaro) arricchendo l'uranio.
Poco prima della detonazione Kenneth Bainbridge il supervisone del
Progetto, disse al dottor Oppenhaimer “adesso siamo tutti figli di puttana !” e durante
l'esplosione Oppenhaimer citò i versi del Bhagavard Gita “...se la luminosità di 1000 soli
apparisse in cielo io sono diventato Morte, distruttore del mondo...” Una perfetta predizione.
Subito dopo il 6 agosto 1945 la bomba Little Boy di 13 chilotoni provoca a Hiroshima la
morte istantanea di 70.000-80.000 persone e subito dopo il 9 agosto l'ordigno Fat Man di
20 chilotoni uccide immediatamente circa 45.000 persone a Nagasaki. Non si possono
ancora contare correttamente i danni conseguenti all'esposizione a radiazioni e al calore in
altre centinaia di migliaia di cittadini giapponesi dolorosamente sopravvissuti.
E' il marchio di infamia con il quale l'energia nucleare entra nella storia di noi tutti .
In seguito la contrapposizione militare, economica e ideologica tra le due superpotenze
produce un antagonismo che diventa la base della cosiddetta “guerra fredda” (definizione
coniata da Winston Churchill) con la costruzione di un enorme arsenale atomico e dei suoi
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vettori: nel 1968 l'arsenale raggiunge il suo massimo di 70.000 ordigni, oggi scesi a quota
di 16.300 dopo gli Accordi del 1970 mirati a bloccare la proliferazione di armi nucleari nel
mondo e al Trattato del 1993 “Megatons to Megawatts” per la conversione di 20.000
testate nucleari in combustibile per produrre energia elettrica, firmato da Boris Eltsin e Billy
Clinton, processo che si è concluso recentemente. C'era in gioco l'egemonia mondiale e
l'unico mezzo per ottenerla era la “bomba” che richiedeva immani investimenti per
rimanere allo stesso livello (o superiore) del nemico, perseguendo la paranoica strategia
del MAD – Mutual Assured Destruction – cioè la completa distruzione reciproca delle due
superpotenze e dei loro alleati, pertanto né vincitori né vinti, e avente come unica
conseguenza l'estinzione della nostra specie sapiens (probabilmente con grande sollievo
di questa Biosfera che non sopporta più una specie così invasiva e distruttiva …) in quello
che venne definito “l'equilibrio del terrore”.
Nel 1960 gli Stati Uniti hanno schierato ben 3.000 armi tattiche nucleari in Europa,cioè
mine ai valichi, proiettili di artiglieria, ordigni a bordo di cacciabombardieri, missili tattici
trasportabili, poi lentamente ma non del tutto ritirate.
Si calcola che gli Stati Uniti abbiano investito 4 triliardi di dollari in questi sei decenni nel
loro arsenale militare, e che il Progetto Manhattan sia costato 2 miliardi di dollari ai
contribuenti.
Comunque ancora oggi i quantitativi di Uranio-235 e di Plutonio-239 weapon-grade
(qualità militare) potrebbero essere impiegati dalle nove Nazioni in loro possesso (ma
anche da altre..) per realizzare ulteriori 100.000 nuove testate che variano da qualche
decina di chilogrammi a pochi chilogrammi per ordigni di ultima generazione.
Di fatto le due potenze principali hanno ancora in previsione ingenti finanziamenti per
l'ammodernamento delle testate nucleari e dei loro vettori. Si prevede che nei prossimi dieci
anni gli Stati Uniti spenderanno circa 335 miliardi di dollari e lo stesso farà la
Federazione Russa. Non siamo in possesso delle previsioni di spesa per le
altre potenze nucleari.
L'Orologio dell'Apocalisse, il Doomsday Clock (simbolo) cioè il conto alla
rovescia dall'estinzione, che viene aggiornato dagli scienziati del Bullettin of
the Atomic Scientists, oscilla continuamente verso la mezzanotte e credo
occorra riflettere sul fatto che se c'è mai stato un miracolo nella storia della
nostra specie sapiens, è quello che non ci siamo auto-distrutti in un conflitto termonucleare
durante questi ultimi 70 anni. Fondato nel 1947 da scienziati e ingegneri (tra cui 17 premi
Nobel) ogni anno viene aggiornato intorno a quanti minuti manchino alla mezzanotte,
ovvero alla fine del mondo; l'ultima volta è stato aggiornato lo scorso gennaio e ha portato
le lancette a tre minuti alla mezzanotte. Il punto più vicino è stato toccato nel 1984 quando
le relazioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica avevano praticamente bloccato ogni dialogo.
Ma anche se non vi è stata una vera e propria guerra termonucleare dichiarata, i 2.044 test
nucleari di varia potenza effettuati - equivalenti a 29.000 bombe di Hiroshima - nonché la
produzione e il mantenimento degli arsenali nucleari, hanno prodotto migliaia di decessi, di
danni biologici collaterali alla contaminazione e di incidenti sia per i militari che per i civili. Il
fallout nucleare da esperimenti militari è stato talmente elevato da raddoppiare la dose di
radiazione di fondo naturale per tutti gli abitanti del pianeta, un disastro ecologico le cui
conseguenze si stanno manifestando oggi e che perdureranno anche nelle generazioni
future.
Tutti questi eventi legati al nucleare militare e civile sono registrati dalla IAEA che, quando
possibile, aggiorna il proprio Bollettino che viene consegnato alle Nazioni Unite.
Alcuni di questi incidenti potevano essere l'inizio di un conflitto nucleare le cui imprevedibili
conseguenze ci avrebbero probabilmente portato all'estinzione.
In questo Capitolo ne descriviamo solo una minima parte, almeno quella accessibile e
documentata in Occidente, sono pochi episodi che, ripeto, ci hanno portati ad un passo
dall'Apocalisse sconosciuti dalla gran massa della popolazione. Inoltre,coerentemente con
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l'argomento di questo articolo scriveremo dei danni prodotti dai test nucleari sui militari e
sulla popolazione civile, resa appositamente troppo spesso inconsapevole e ben poco
informata, nonché il loro impatto sull'Ambiente.
E' interessante aggiungere che nel 2015 il Doomsday Clock ha segnalato 3 minuti a
mezzanotte non solo per il pericolo di un Olocausto nucleare, ma anche per il cambiamento
climatico dovuto al fattore antropico che sta provocando e provocherà disordini sociali,
conflitti, siccità e massicce migrazioni mai viste nella Storia.
Se i decisori non interverranno con drastici controlli sulle emissioni si
prevede che entro la fine del secolo le temperature sulla Terra potrebbero
aumentare tra 3 e 8 gradi, ben oltre la soglia dei 2 gradi indicata come la
linea rossa. Ma il sistema climatico non è lineare, la concentrazione di CO2
è la sola su cui potremmo intervenire e può provocare effetti non prevedibili a
lungo termine. L'accordo recente sul clima di Parigi Cop21 non comporta però sanzioni e
pertanto chi vorrà continuare a perseguire allegramente una politica basata sui combustibili
fossili potrà farlo senza alcuna conseguenza, tanto vale cambiare la scala dei termometri !!
Fondata nel 1957 l'International Atomic Energy Agency (IAEA) ha lo scopo di promuovere
l'utilizzo pacifico del nucleare e impedire la proliferazione di armi atomiche.(vd.bandiera) E'
l'Agenzia specializzata delle Nazioni Unite,con sede a Vienna, in quanto autorità
competente anche per i problemi di sicurezza e salute per gli effetti delle radiazioni sulle
popolazioni. Alla sua gestione contribuiscono 158 Paesi membri con 2.200 collaboratori tra i
quali 350 nel ruolo di ispettori.
Ma il pericolo di un conflitto nucleare non è proprio un ricordo da accantonare nei tempi
della “guerra fredda”, la Catastrofe non si è inceppata.
I test nucleari e i danni collaterali – terreni di prova – le porte dell'Inferno
Questa immagine di manichini spostati dal vento di un'esplosione atomica
non è affatto inusuale nel Poligono nel deserto del Nevada, il Frenchman
Flat è costellato di cose le più svariate: finte città, carri armati, ponti
ferroviari, rifugi in cemento armato, automobili, tutto ridotto a rottami o fuso
dal calore delle esplosioni nucleari, collocati per studiare l'impatto delle
stesse.
Il 27 gennaio 1951 un'alba accecante si accende sopra il deserto,è la prima
bomba termonucleare che viene festeggiata come un successo dall' U.S.Atomic Energy
Commission e sarà seguita da altre 126 detonazioni in atmosfera nei 12 anni successivi.
Il Frenchmann Flat si estende per 5.000 km. quadrati all'interno del demanio militare della
base di Nellis. Si calcola che ognuna di queste esplosioni abbia sparso una quantità di
radiazioni paragonabili a quelle disseminate a Chernobyl nel 1986.
Erano esplosioni così frequenti che gli abitanti di Las Vegas e i rancher si recavano con le
famiglie ai bordi del poligono per osservare il lampo della detonazione e il fungo di polveri e
sabbia innalzato in cielo nel paesaggio livido e spoglio del deserto in una
specie di “pic- nic con fungo” (foto) rassicurati e orgogliosi di tale potenza
militare.
Ma il sito scelto era troppo vicino ad alcune cittadine come Parowan,
Mercury, St.George e non troppo lontano da Las Vegas, che comunque
vennero contaminate scatenando le proteste della popolazione. Le
Autorità non ignoravano le dosi di esposizione e le conseguenze sui civili ma continuarono
a rassicurare la cittadinanza e la comunità scientifica. Molte detonazioni erano così vicine a
Las Vegas che spesso dalla città ne erano visibili i “funghi”.
Veterani atomici
Furono eseguite molte manovre militari in ambiente nucleare con i soldati
che marciavano verso il punto zero immediatamente dopo il “botto”. I
militari erano inizialmente alla distanza di 7 miglia dall'esplosione, ma in
seguito la distanza fu ridotta a 4 miglia; i soldati, in seguito denominati
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“veterani atomici”, non indossavano tute di protezione né dosimetri personali: si calcola che
circa 450.000 soldati parteciparono a queste esercitazioni. (foto) I militari stavano
rannicchiati nelle trincee, poi si alzavano per fronteggiare l'onda d'urto dell'esplosione.
Spesso una potente onda precorritrice colpiva il suolo scaraventando loro addosso sassi,
sabbia e terra contaminati. Qualcuno ha conservato in una lattina la terra scrollata dalla
propria uniforme: dopo vent'anni era ancora radioattiva.
Dopo lunghe battaglie il Governo U.S.A. , tramite l'Organismo che cura la salute dei
veterani Veterans Administration, ha finalmente riconosciuto a questi soldati gli stessi
trattamenti dei veterani di guerra con la relativa assistenza sanitaria.
Le stesse patologie come diversi tipi di tumore, immunodeficienza e leucemia riscontrati nei
civili giapponesi a Hiroshima e Nagasaki sono state riconosciute nei veterani atomici
americani.
Nel momento di punta del programma nucleare nel Poligono veniva effettuato almeno un
test ogni mese.
I pericoli del fallout radioattivo erano chiari fin dal Progetto Manhattan: una esplosione
nucleare produce uno scoppio iniziale di raggi gamma e radiazioni residue, il materiale
reso radioattivo dall'esplosione emette anche particelle beta, che non penetrano nei tessuti
mentre i raggi gamma – che sono letali – possono attraversare le pareti e uccidere gli
occupanti. Il fallout precoce è il più pericoloso perché le particelle del materiale radioattivo
cadono dal fungo e atterrano dove le porta il vento o la pioggia e l'avvelenamento da
radiazioni può avere un decorso progressivo. Il fallout ritardato presenta un rischio diverso,
alcuni isotopi radioattivi possono emettere particelle beta per lunghi periodi, lo stronzio-90
penetra nel suolo, nelle piante e negli animali accumulandosi e continuando ad emettere
radiazioni che spesso provocano leucemie e tumori, mentre il cesio-137 avendo una vita di
almeno trent'anni è la peggior minaccia per i bambini e gli adolescenti le cui ossa sono in
crescita.
Naturalmente anche l'URSS seguì il medesimo sentiero negli armamenti nucleari e nei test,
correlati, ma solo poche notizie sono sfuggite alla severa censura
governativa e i pochi coraggiosi giornalisti sono tenuti lontani ancora
adesso dai siti nucleari.
E' solo abbastanza conosciuto il test vicino al villaggio di Tockoe negli
Urali meridionali nella provincia di Orenburg dove il 14 settembre
1954 un Tupolev Tu-4 (foto – la copia esatta di un B-29 americano)
sganciò un ordigno di 40 chilotoni (potente il doppio di Fat Man); era la realistica
simulazione di attacco ad un obiettivo nuclearizzato cui parteciparono 45.000 soldati,
blindati, trasporti truppe e bombardieri che furono inviati sul punto zero poco dopo lo
scoppio. Un “gioco di guerra” in grande stile per verificare le reazioni dei militari e dei mezzi
in ambiente nucleare. L'equipaggio del bombardiere è poi deceduto per tumore e non esiste
una casistica ufficiale dei numerosi decessi per esposizione a radiazioni sia nei militari che
nei civili. Comunque l'incidenza di tumori nella popolazione di Orenburg è doppia rispetto a
quella delle vittime di Cernobyl. Il Governo URSS ha sempre negato la gravità dell'evento e
non ha mai concesso cure sanitarie adeguate alle persone colpite. Sono stati tutti sacrificati
per dare il loro contributo alla potenza nucleare della patria.
Esperimenti nucleari sotterranei
Dopo il Trattato di messa al bando degli esperimenti in atmosfera e in
mare i Governi in possesso della tecnologia hanno dato il via agli
esperimenti nucleari sotterranei.
Nel Nevada sono esplosi nel sottosuolo 886 ordigni lasciando grandi
crateri e fosse (foto) rendendo così 4.500 km. quadrati inabitabili per i
prossimi 5.000 anni e anche più. La depressione alcalina di Yucca Flat,
larga cinquanta chilometri e lunga sessanta, è disseminata dalla lebbra dei crateri di
sprofondamento, sono coni rovesciati che fanno sembrare la depressione un paesaggio
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lunare. La zona è “calda” ed è proibito avvicinarsi; i costi stimati sono stati da due a dieci
milioni di dollari per ogni esperimento.
Il programma Plowshare prevedeva inoltre di provocare nel terreno fosse profonde per
scavare montagne, canali, porti oppure deviare fiumi, le 34 esplosioni hanno dimostrato la
correttezza del Progetto che per fortuna non è mai stato attuato; di tutte queste esplosioni
la più importante, battezzata Sedan, della potenza di 104 chilotoni (cinque volte più
potente della bomba di Hiroshima) ha scavato un cratere profondo 100 metri e largo 400.
Nel Poligono il tentativo di ripristinare il paesaggio devastato ha comportato la rimozione
dello spesso strato superficiale vetrificato che è stato utilizzato per riempire i crateri delle
precedenti esplosioni sotterranee. Gigantesche macchine di movimento terra hanno
grattato la superficie per venti centimetri, dopo di che il tutto è stato scaricato nei crateri;
viene lecito chiedersi a quale livello di contaminazione siano stati esposti gli operatori...
E' stato un vero e proprio “terreno di gioco” messo a disposizione per i fisici nucleari e gli
ingegneri, sedotti insieme ai politici e ai militari dallo spaventoso potenziale di
devastazione e dalla brama di potere.
Il livello di radioattività nelle sabbie del deserto e la ricaduta radioattiva
hanno continuato ad aumentare ed ad allargarsi spinto dai venti che
hanno raggiunto gli Stati confinanti. Il Poligono è sempre sorvegliato da
militari in ogni accesso, occorre un permesso speciale per entrare ed è
proibito raccogliere materiali, inoltre alcune zone sono completamente
off limit.
Oggi le dosi di radiazioni sono divise in 4 livelli, oltre il terzo livello di 200-600 rad di
assorbimento le probabilità di guarigione sono il 20%, il quarto livello di 600-1.000 rad è
mortale.
Nel 1965 i Sovietici con il test 1004 mirato a sperimentare l'uso di esplosivi atomici ad uso
civile per scavare montagne o creare bacini idrici, hanno fatto esplodere un ordigno
sotterraneo che ha creato un cratere di mezzo chilometro di diametro che poi si è riempito
d'acqua dando vita al Lago Chagan profondo 100 metri (foto) Circa 2.000 abitanti della
zona sono stati contaminati e oggi il lago viene utilizzato come riserva d'acqua per le
coltivazioni.....
Le vittime civili - “i sottovento”
Le ricerche sul cancro effettuate dall'Accademia Nazionale delle Scienze stimano che le
malattie cancerogene da radiazione abbiano causato almeno 400.000 decessi fino ai nostri
giorni. La contaminazione atmosferica nei settori sottovento alle esplosioni ha
somministrato una quantità del radioisotopo iodio 131 ben superiore al massimo
ammissibile nella ghiandola tiroide dei bambini con conseguenze che sono state studiate
dall'Ufficio Analisi del Dipartimento dell'Energia americano, ma ben poco rese note.
Si calcolano dosi superiori ai livelli di emergenza in un raggio di 100 km. sottovento dalle
esplosioni, ovvero 60-120 mSv cioè una dose più elevata in confronto con il limite annuo
per la popolazione non esposta professionalmente di 1 mSv all' anno.
Negli Stati Uniti durante tutti quegli anni le scorie radioattive sono state trattate con
noncurante incuria, era pratica giornaliera scavare delle grandi fosse e rovesciare dentro i
barili pieni di scorie altamente radioattive e ricoprire il tutto. Però durante alcune
inondazioni i barili tornarono a galla e furono recuperati danneggiati (o peggio) poi furono
forati dagli operatori per farli affondare nel fango; nel Poligono del Nevada le scorie sono
state addirittura sepolte a cielo aperto senza nemmeno posare i segnali di pericolo.
Per fare solo un esempio degli effetti del fallout, durante il primo test termonucleare nel
1952 della bomba Shrimp sull'atollo di Eniwetor in Micronesia, che si rivelò ben più potente
di quanto calcolato, gli abitanti delle isole Utizik, Allinginae e Rongelap, distanti 185
chilometri, subirono la pioggia di polvere bianca dal cielo riportando ustioni e lesioni alla
pelle. Inoltre la polvere bianca coprì completamente l'isola di Rongelap e i 239 isolani
furono evacuati per i tre anni seguenti. Peggio successe ai 23 membri dell'equipaggio di un
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peschereccio giapponese che furono contaminati a 130 chilometri di distanza, uno di loro
morì e gli altri rimasero in ospedale per molti mesi.
Alcune esplosioni nucleari francesi nel Sahara algerino ebbero tragiche conseguenze:
- il 20 aprile 1962 vi fu una inaspettata esplosione chimica che liberò in atmosfera del
plutonio destinato ad una bomba e molti militari vennero gravemente contaminati;
- il 1° maggio 1962 un test sotterraneo di potenza eccessiva fece letteralmente esplodere la
montagna a In-Ecker e il vento spinse la nube radioattiva verso i personale, le famiglie e gli
abitanti.
Ad Hanford, dove veniva prodotta la maggior parte di plutonio, vi erano fughe di nuvole
verdi dagli impianti nucleari: il bestiame luccicava di notte, le donne abortivano
frequentemente cui si aggiungeva un numero elevato di tumori ben oltre la media
nazionale.
E' anche giusto ricordare i prigionieri russi, a lungo dimenticati e
rimossi dalla Storia, sottoposti come cavie al test nucleare nazista a
Ohrdruf (Turingia) il 3 maggio 1945. Dopo la spaventosa detonazione
(che fosse un vero ordigno nucleare o una “bomba sporca” non è mai
stato chiarito..ma gli effetti furono gli stessi) circa 700 corpi mutilati,
scomposti, carbonizzati e irradiati vennero cremati su cataste di legno
(ordinatamente 50 cadaveri per ogni catasta !) (foto) da altri prigionieri
russi che nei giorni successivi soffrirono dei classici sintomi da contaminazione. Gli artefici
del progetto nucleare, dott. Kurt Diebner e dott. Walter Gerlach, non hanno mai ammesso
tale carneficina, ma erano certamente presenti in quei giorni a Ohrdruf ed erano proprio
loro i fisici protagonisti del programma atomico gestito dalle SS. Poco tempo dopo la fine
della guerra i due scienziati presentarono un brevetto di innesco per ordigni nucleari.
Vittime illustri
Nel deserto dello Utah durante le riprese del film “Il conquistatore” la biografia romanzata di Gengis Khan interpretata da un improbabile
John Wayne (locandina del film) – vicino al Poligono del Nevada il
vento cambiò direzione all'improvviso e investì con la ricaduta
radioattiva di una esplosione atomica tutto lo staff del film nello
Snow Canyon, un imbuto naturale dove le scorie radioattive si sono
sedimentate: su 220 persone 91 si sono ammalate di cancro e 46 sono morte, tra le quali
John Wayne per tumore ai polmoni e allo stomaco, Susan Hayword per un cancro al
cervello, il simpatico caratterista Pedro Armendariz e il regista Dick Powell. L'eroe nazionale
americano, l'attore che ha sempre impersonato soldati coraggiosi e patriottici, è stato
ucciso proprio dagli stessi militari suoi compatrioti.... una beffa degli eventi.
Vittime meno conosciute - “l'armaiolo capo degli Stati Uniti” e il “nucleo maledetto”
Lo stesso ”armaiolo capo degli Stati Uniti”, il dott. Louis Sloter, laureato in fisica, canadese,
il 21 maggio 1946 a Los Alamos rimase vittima del nucleare: durante il montaggio di un
ordigno Mark 3 a causa della superconfidenza nelle operazioni, fece un movimento
sbagliato sul contrappeso che si era costruito e il cacciavite gli sfuggì di mano, le due
semisfere del nucleo al plutonio si chiusero, il nucleo diventò supercritico e il locale venne
inondato da una sinistra luce azzurra (la radiazione di sincrotone). Sloter urlò “massa
critica!” e tutti si precipitarono fuori dalla costruzione (per quello che sarebbe servito...). Con
un colpo della mano buttò a terra la metà superiore del guscio di berillio, salvando migliaia
di persone dalla detonazione nucleare ma per lui era troppo tardi e rimase pesantemente
irraggiato; infatti affermò subito “non c'è più pericolo e per me è finita”. Il contatore Geiger
era fuori scala.
Sloter aveva assorbito almeno 1.000 rad e la dose è letale in pochi giorni.
Con la sua reazione immediata e coraggiosa Sloter ha impedito che Los Alamos venisse
disintegrata salvando il programma nucleare americano e tutti gli scienziati, se fosse invece
successo saremmo stati di fronte a un futuro imprevedibile visto che i Sovietici erano a
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buon punto nel loro progetto atomico.
Quando Sloter venne soccorso l'addome era già completamente indurito. Il generale
Groves fece arrivare i suoi genitori su un volo militare per un ultimo saluto, Sloter rimase
lucido per pochi giorni in preda a enormi sofferenze mentre la pelle si gonfiava e si
staccava,poi dopo una settimana di agonia terribile morì. Il filmato della sua agonia è stato
proiettato nella Division Six durante i corsi per i tecnici addetti allo smantellamento degli
ordigni. Sloter era stato l'”assemblatore per eccellenza”, il tecnico che aveva montato fino a
quel momento gli ordigni nucleari americani a partire dal Progetto “Trinity”. Negli anni
seguenti alcuni fisici che erano in quel momento nel laboratorio con lui morirono per
malattia da radiazioni. Lo stesso nucleo di plutonio aveva già ucciso precedentemente il
suo assistente Harry Daghlian anche lui per un errore nel montaggio. Il Governo si
sbarazzò del “nucleo del demonio” che aveva ucciso due fisici esperti facendolo detonare in
una Mark 3 a Bikini. Un drammatico esempio di superstizione atomica. Comunque la Mark
3 era un ordigno artigianale di breve durata, delicato, pericolosamente sensibile
all'elettricità statica, con i circuiti elettrici alimentati da una batteria di automobile da
sostituire spesso smontando obbligatoriamente l'arma ogni volta.
Durante il periodo del confronto con l'Unione Sovietica gli Stati Uniti avevano venticinque
tipi di armi nucleari: proiettili di artiglieria, mine, bombe di profondità, siluri, bombe per
cacciabombardieri, testate di missili tra cui la W-53 che era la più potente alloggiata
nell'ogiva dei missili Titan II mentre la più piccola, inferiore a un chilotone, la SADAM, pesa
solo 30 chili e viene detta la “bomba da zaino” (arma perciò trasportabile anche da
terroristi..).
Il bombardiere atomico
Anche se non direttamente coerente con l'argomento di questo articolo, è interessante
riflettere sull'entusiasmo e il favore con cui il nucleare veniva appoggiato dai militari e dalla
popolazione, ben poco informata sui rischi. Negli anni '50 la sfida tra le due superpotenze
portò al tentativo di introdurre anche nel cielo la propulsione nucleare.
Per superare il gap della scarsa autonomia dei bombardieri strategici vennero approvati i
Progetti NEPA (Nuclear Energy Propulsion for Aircraft) e ANP (Aircraft
Nuclear Propulsion Program) che si realizzarono con la costruzione di
un reattore atomico che alimentava direttamente i motori di un
bombardiere strategico Convair B-36H (foto dell'unico prototipo)
permettendogli una autonomia praticamente illimitata. Il B-36 è stato il
più grande bombardiere mai costruito, molto più grande di un Jumbo
Jet, propulso da sei motori ad elica e quattro turbogetti, prodotto in 380 esemplari dal costo
unitario di 4 milioni di dollari.
In effetti il velivolo così trasformato e appesantito dalle schermature aveva compiuto alcuni
voli di collaudo utilizzando però solo i dieci propulsori convenzionali, poi tutto venne
cancellato nel marzo 1961. In quindici lunghi anni il Progetto è costato 1 miliardo di dollari,
lo stesso accadde in Unione Sovietica per i progetti affidati al team Tupolev.
I costi elevati, i rischi di un disastroso incidente ambientale, e principalmente l'introduzione
dei missili balistici intercontinentali, più precisi e non intercettabili, furono le cause della
cancellazione di questi progetti che si realizzarono solo con pochi banchi-prova.
Il B-36, nei dieci anni di servizio, fu protagonista di due incidenti con ordigni nucleari a
bordo (evento chiamato Broken Arrow,cioè la perdita accidentale di una testata nucleare):
un incendio costrinse l'equipaggio ad abbandonare il velivolo con a bordo un bomba
atomica non armata vicino alla Columbia Britannica, mentre in un altro incidente, nel 1957,
l'equipaggio sganciò per errore una bomba H in una zona deserta ad Albuquerque, nel
Nuovo Messico; anche stavolta la bomba non era armata.
Controllo e Comando delle armi, ovvero “mamma ho perso la Bomba !”
La sopravvivenza della nostra specie è legata ad un dilemma: come gestire le armi aventi
un potenziale inimmaginabile senza esserne distrutti, ponendo fermamente il Controllo e il
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Comando su un arsenale atomico al fine di garantire che nessuna arma esploda per errore
innescando una spirale incontrollabile di eventi catastrofici.
Tale tipo di incidenti che hanno coinvolto vettori e ordigni nucleari – almeno una quarantina
negli Stati Uniti - sono stati segretati per molti anni, solo pochi sono stati resi noti
forzatamente perché hanno coinvolto le comunità ma sono stati ridimensionati nella loro
reale gravità solo recentemente.
Ecco pochi episodi significativi nei quali siamo stati sull'orlo del precipizio, solo alcuni
perché di fatto se ne contano più di una cinquantina che sono successi negli USA,in
Francia e in Gran Bretagna. Si ignorano al momento gli incidenti negli altri Stati in possesso
della tecnologia nucleare.
Broken Arrow (freccia spezzata) – gli incidenti nucleari – sull'orlo del baratro Il 23 gennaio 1961 un bombardiere B-52 era in volo per un'allerta e dopo dieci ore di volo,
sopra Goldsboro, il carburante fuoriuscì da un'ala squilibrando l'aereo che precipitò in vite,
cinque uomini si salvarono con il paracadute e gli altri tre morirono nello schianto a terra.
Il B-52 trasportava due ordigni nucleari Mark 39 all'idrogeno della potenza di 4 megatoni.
Su una bomba scattarono gli interruttori barometrici che inviano il segnale di accensione
alla testata che però non esplose: fortunatamente l'interruttore DISINNESCO era attivo
nella cabina di pilotaggio. L'altra bomba Mark 39 precipitò senza i paracadute frenanti in
una palude sprofondando nel terreno fradicio ma nonostante le lunghe ricerche il
secondario in uranio non è mai stato trovato. L'Aeronautica assicurò alla popolazione della
Carolina del Nord che i due ordigni non erano innescati e che non c'era stato pericolo di
una esplosione nucleare.
Dopo un anno in una base non molto lontano da Washington e Baltimora l'equipaggio di
terra mentre rimuoveva quattro bombe Mark 28 da un bombardiere B-47 si accorse che
erano tutte innescate da tempo: dopo lunghe indagini venne accertato che un piccolo dado
di metallo aveva toccato il circuito di riscaldamento del radar altimetrico deviando il circuito
elettrico dell'interruttore di sicurezza, consentendo così alla corrente di raggiungere il
dispositivo di innesco; se le bombe fossero detonate il fallout letale avrebbe raggiunto tutte
le città vicine compresa la capitale.
Gli schianti dei velivoli vettori non sono stati episodi isolati, anzi, in Texas un B-47 che
trasportava una bomba Mark 39 prese fuoco durante il decollo sulla pista di Lake Charles,
l'equipaggio riuscì a fuggire e la bomba si fuse in scorie fluide radioattive.
In una base della contraerea nel New Jersey si ruppe un serbatoio di elio
scatenando un incendio che coinvolse un missile Bomarc – potente e
costoso sistema antiaereo a lunga gittata (foto) - dotato di una testata di
10 chilotoni chiuso nel suo box di cemento, nei dintorni altri 55 Bomarc
erano ospitati in box simili. Per errore un agente dichiarò che la testata era
detonata gettando in allarme tutto il New Jersey fino a Princeton.
Finalmente i vigili del fuoco riuscirono ad avere ragione dell'incendio, la
testata era caduta dall'ogiva del missile dentro il box in cemento armato contenendo la
radioattività. L'acqua degli idranti però aveva sparso residui di plutonio nelle strade e nei
canali.
Nell'aprile 1979 nella base di Carswell un aviere della squadra a terra ignorò la procedura
e tirò con troppa forza una leva nel vano bombe di un B-52 sganciando una bomba
all'idrogeno B-61 che fece un volo di tre metri e cadde sulla pista; la squadra di emergenza
chiamata immediatamente da Barksdale si accorse che i paracadute erano staccati e che
su una finestrella sull'ogiva era apparsa una bandierina rossa: la bomba era innescata.
Rimosso un piccolo pannello sull'involucro gli specialisti girarono un interruttore con una
chiave inglese e la bandierina rossa venne sostituita da quella verde, la bomba era in
sicurezza.
Il Boeing B-52 “Stratofortess” costruito in 744 esemplari è rimasto da decenni il principale
bombardiere strategico americano, spinto da otto turbogetti ha l'apertura alare di 56 m. e
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lunghezza di 50 m. con un peso a pieno carico di 200 tonnellate; per le sue caratteristiche
non sarà sostituito da altri velivoli fino al 2040 rimanendo l'aereo più longevo dell'USAAF.
Per le missioni con carico nucleare, bombe e missili, al fine di sfuggire ai radar nemici è
previsto che voli a bassa quota di 100 m. radendo praticamente
le piante e il suolo, uno spettacolo e un rumore impressionante
considerata la sua mole imponente, un volo che provoca spesso
tremende turbolenze all'equipaggio durante l' addestramento
perché la sua struttura, progettata per le alte quote, non
prevede queste sollecitazioni. (foto)
Uno dei tanti incidenti nucleari con il B-52 come protagonista si
svolse il 15 settembre 1980 nella base di Grand Forks nel Dakota. Nella base, come in
altre basi, le sirene suonavano spesso per l'allerta a terra durante le esercitazioni. Quel
giorno il navigatore chiuso nella angusta cabina senza finestrini sentì il pilota urlare
nell'interfono “terminare,terminare,terminare!” saltò giù dall'aereo insieme all'equipaggio e
vide che l'ala destra era in fiamme, tutti scapparono veloci memori dell'esperienza di un
altro B-52 esploso e letteralmente sciolto sull'asfalto. Nessuno riuscì a interrompere il flusso
del carburante che bruciava intensamente per gravità, anche se le pompe erano spente.
L'incendio durava da ore quando arrivò Tom Griffits, ispettore antincendio di una città vicina,
che coraggiosamente si infilò nell'aereo: Griffits aveva lavorato come caposquadra di
soccorso negli aeroporti militari e aveva condotto i suoi uomini dentro aerei in fiamme
mentre gli equipaggi li abbandonavano. L'ala destra e i portelli del vano bombe si stavano
gonfiando nonostante il flusso d'acqua delle autopompe, Griffits e un altro vigile si infilarono
nella cabina e riuscirono ad azionare la batteria di emergenza che azionava gli estintori
dell'aereo sul flusso di carburante dell'ala destra; il fuoco si spense velocemente, dopo ore
in cui aveva divampato violentemente. Durante l'audizione a porte chiuse nel Senato il
direttore del laboratorio di Livermore fece notare che se le fiamme avessero coinvolto le
bombe atomiche Mark 28 e i missili nucleari SRAM a bordo, il plutonio si sarebbe sparso su
un'area di 150 km. quadrati tra il Dakota e il Minnesota e la città di Grand Forks – 70.000
abitanti – si sarebbe trovata nella nube radioattiva, anche se le bombe non fossero
detonate. L'indagine successiva scoprì che la causa dell'incendio del carburante era stata
la dimenticanza di un aviere di stringere un grosso dado nel filtro del carburante stesso.
Fortuna volle che il B-52 fosse parcheggiato verso est e non verso ovest,
altrimenti il vento avrebbe portato subito le fiamme direttamente dentro i
portelli delle bombe.
Il giorno 24 agosto 1978 nel complesso di lancio 533-7 vicino a Wichita un
missile intercontinentale TITAN II venne sostituito con un altro per
manutenzione come da routine. Il TITAN II (foto) è alto come un palazzo di
dieci piani, ha una potente testata nucleare di 9 megatoni ed è alimentato con
un ossidante e con il carburante che si incendiano per contatto. E' installato in un silo
corazzato e i centri di comando e controllo sono interrati in profondità.(disegno sotto).
Quel giorno i tubi dell'ossidante vennero collegati al 1° stadio e poi
al 2° stadio e tutto sembrava andasse liscio per il riempimento ma
quando i tecnici cercarono di staccare il tubo dallo stadio un potente
getto di ossidante investì un militare e l'ossidante riempì il condotto
sigillato con una nuvola densa di colore rosso-marrone, Suonò la
sirena di allarme e gli uomini cercarono di uscire dal condotto di
lancio ma le porte blindate della zona di intrappolamento non si
aprivano e la squadra rimase chiusa nel centro di controllo. L'uscita di emergenza era in
cima ad una scala molto alta e il portello corazzato non si apriva perché troppo pesante.
Coraggiosamente i tecnici, molti dei quali giovani reclute, entravano ed uscivano dal
complesso portando fuori i feriti e gli intossicati cambiandosi continuamente le tute
protettive RFHCO e le maschere antigas. Alcuni si perdettero nella nube fitta di ossidante
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cercando di raggiungere la lunga scala di emergenza portando a spalla i feriti, quando
uscirono finalmente in superficie le docce non funzionavano e furono costretti a lavare i
compagni contaminati trasportandoli con i pick-up nelle fattorie vicine.
Una nube tossica si alzò per una altezza di mezzo chilometro e la polizia militare allontanò
i 200 abitanti di Rock mentre invece le auto civili e i camion la attraversavano sulla Statale
77 ignari del pericolo.
Il soldato Robert Thomas morì ucciso dall' ossidante penetrato nella giuntura difettosa della
tuta tra la manica e il guanto, Erby Hepstall morì pochi giorni dopo con i polmoni distrutti,
altri giovani andarono in coma e perdettero l'uso parziale degli arti.
L'indagine successiva scoprì che l'incidente era stato provocato da qualcuno che aveva
dimenticato di mettere un bullone sul filtro all'interno del tubo dell'ossidante impedendo così
l'efficacia della guarnizione.
Come il fosgene usato nelle trincee della 1 a Guerra Mondiale, l'ossidante causa la morte in
modo.... a dir poco sgradevole in poche ore dopo l'esposizione, viene chiamata “ annegare
all'asciutto”.
Ancora nel 1965 in Arkansas un missile Titan si incendiò, l'ogiva contenente l'ordigno
nucleare venne scaraventata fuori dal silo e fece un volo di 200 metri; nell'incendio
morirono 53 tecnici militari che non riuscirono ad uscire dai locali corazzati interrati.
I problemi legati al TITAN II – ritenuto superato e pericoloso per il problema dell'ossidante –
non vennero risolti anche a causa della gelosia dell'Aeronautica che non intendeva perdere
la propria potenza in megatoni senza aver prima rimpiazzato i missili con altri modelli.
Di fatto Henry Kissinger aveva l'intenzione di sbarazzarsi del Titan II, ma il tentativo di
scambiare il loro disarmo con l'analoga dismissione degli SS-9 sovietici fallì perché l'URSS
aveva missili al confronto più moderni e affidabili, pertanto questi 54 missili balistici
rimasero sulle spalle di Nixon fino a quando, molto più tardi, furono sostituiti dai
Peaekeeper a combustibile solido. L'ultimo missile della famiglia Titan è stato lanciato nel
2005 come vettore spaziale.
Il dottor Stranamore – 1960 - un episodio drammaticamente surreale
Il 5 ottobre 1960 accade un episodio che ricorda in molti particolari e nel
medesimo scenario il film “Il dott.Stranamore” interpretato da un Peter
Sellers versatile come non mai e in grande forma. (foto)
Poco dopo l'insediamento di John Kennedy e di Robert McNamara come
segretario alla Difesa, venne attivato il Ballistic Missile Early Warning
System (BMEWS) che doveva rilevare il lancio di missili balistici sovietici,
un sistema di preallarme radar gestito da enormi e costosissimi computer IBM.
Mentre alcuni politici visitavano il quartier generale del NORAD sotto il monte Cheyenne,
sul planisfero iniziò a lampeggiare in rosso il livello 1 – oggetti non identificati in viaggio
verso gli Stati Uniti – poi il numero 2, poi gli altri numeri fino al livello 5, cioè la certezza
generata dai computer che gli Stati Uniti erano sotto attacco (oggi sarebbe DEFCON 1). Gli
ospiti della base vennero chiusi in una stanza, fu cercato il generale in capo del NORAD e
scoppiò un panico appena controllato, di fatto gli Stati Uniti, stando così le cose, avevano
pochi minuti per reagire con i loro missili. Poi qualcuno si chiese dove fosse il presidente
sovietico: Chrushchev era a New York alle Nazioni Unite e sarebbe stato molto improbabile
un attacco sovietico mentre il loro presidente era proprio li. Tutti tirarono un sospiro di
sollievo, successivamente si accertò che il BMEWS, da poco entrato in azione a Thule in
Groenlandia, aveva scambiato la luna che sorgeva lentamente per
un gruppo di missili in arrivo!
Il medesimo episodio si ripetè il 9 novembre 1979. Alle ore 11.00 i
computer del NORAD segnalarono un massiccio attacco missilistico
sovietico partito dai sottomarini e dai siti terrestri con il tempo di
arrivo dei missili di 5-6 minuti. I bombardieri americani si alzarono in
volo da tutte le basi, i caccia intercettori partirono veloci come razzi, i
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missili vennero apprestati e i voli civili allertati. Durante la concitata Threat Assessment
Conference ragionando che in quel momento le relazioni tra le due potenze erano a buon
livello vennero contattate le stazioni radar e si capì che i costosi computer del NORAD
avevano commesso un errore: un tecnico aveva infilato in un computer un nastro sbagliato,
un gioco di guerra usato per l'addestramento che simulava un attacco sovietico. E questi
falsi allarmi accadranno altre volte sempre a causa di computer o microchip difettosi o
manutenzionati da incompetenti..
Fin dall'epoca di Harry Truman il Presidente degli Stati Uniti rimane l'unica autorità con
potere di ordinare un attacco nucleare, il Presidente viene accompagnato ovunque da un
assistente militare che porta la valigetta detta “nuclear foot ball”, contenente il SIOP che
azione le diverse fasi di attacco. Successivamente e con successo anche Kennedy e
McNamara si sono duramente battuti per garantire il controllo degli armamenti nucleari
nelle sole mani del Presidente e non in quelle dei militari.
McNamara scoprì molto presto tutti i difetti e la poca affidabilità sia dei sistemi di preallarme
che quelli di Comando e Controllo sul territorio americano e presso le Nazioni della NATO
(compresa l'Italia..) che ospitavano vettori e ordigni nucleari; reagì energicamente
scatenando ispezioni dappertutto tramite il Joint Committee on Atomic Energy del
Congresso. Il suo commento di allora fu “.. ci siamo trovati in una situazione di bancarotta
strategica e strutturale lasciata dalla amministrazione precedente!” .Poco dopo il nuovo
Consigliere per la Sicurezza nazionale si preoccupò di illustrare in estrema sintesi le
procedure di sicurezza drammaticamente approssimate, a un costernato Presidente
Kennedy di fresca nomina: “..un comandante subordinato potrebbe scatenare di propria
iniziativa la guerra termonucleare anche per malfunzionamenti nelle linee di
comunicazione....” .
Proprio come nel film di Stanley Kubrik, una raffinata commedia-incubo nella quale si fa
riferimento al vero “Dottor Stranamore”, cioè il dott. Edward Teller, profugo ebreo ungherese
come Leo Szilard, fisico eminente, fautore di un conflitto nucleare risolutivo contro l'Unione
Sovietica e acceso oppositore-accusatore di Oppenheimer.
Anche in Unione Sovietica sono successi episodi simili, il più famoso è “l'incidente del 26
settembre 1983”: nella base Serpuchov 15 vicino a Mosca: il tenente Stanislav Evgrafovic
Petrov vide sul planisfero un attacco nucleare americano rilevato dal sistema satellitare
OKO, prima solo un missile e poi una dozzina, ma dubitò della attendibilità di un attacco
così limitato e non scatenò un contrattacco nucleare; in seguito si scoprì che il sistema
OKO era stato ingannato dalla congiunzione astronomica tra Terra e Sole coincidente con
l'equinozio.
Le porte dell'inferno nella ex-Unione Sovietica
Pur non avendo dati attendibili, nella ex-Unione Sovietica i test nucleari si sono susseguiti
fittamente, come nel deserto del Nevada: nel poligono di Semipalatinsk (oggi Semej nel
Kazachstan nord-est) (cartina) l'Unione Sovietica ha fatto
detonare 456 ordigni nucleari (oggi un abitante su 14 ha il
cancro e molti sono emigrati fuggendo da quell'inferno,
comunque si contano almeno 60.000 ammalati di tumore e
48.000 decessi) senza dimenticare infine la “bomba fine-mondo”
o “bomba Zar”- RDS22 - di ben 50 megatoni, cioè 3.130 volte
quella di Hiroshima, esplosa il 31 ottobre 1961 a Novay Zemlya. Il sisma provocato dalla
detonazione fece tre volte il giro del mondo, è stato l'ordigno nucleare più potente della
Storia, l'ultima dimostrazione del deterrente sovietico prima della
moratoria. Progettata da Andrej Sacharov ad Arzamas16 – sito nucleare
segreto – pesava 27 tonnellate, distrusse ogni cosa nel raggio di 35
chilometri e il lampo fu visto alla distanza di 1.000 chilometri. Era così
grande che era alloggiata esternamente al vano bombe del gigantesco
bombardiere Tupolev-95 (foto).
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Sacharov stesso in seguito contestò l'uso del nucleare militare, fu imprigionato a Gorkij e
poi riabilitato meritando il Nobel per la pace.
Finalmente nei tempi moderni, a livello internazionale è stata riconosciuta la nuova
patologia, cioè il complesso di sintomi della malattia per esposizioni cronica alle radiazioni:
la CRS (Chronical Radiation Syndrome) che ha come effetti l'incremento di leucemie,
tumori e malattie genetiche ereditabili.
CAPITOLO TERZO Vittime e cavie di guerra chimica e batteriologica
L'Unità giapponese 731
Nel Pacifico la Seconda Guerra Mondiale è stata condotta con regole diverse da quelle in
Europa: i giapponesi erano considerati una razza inferiore, la propaganda americana li
presentava come scimmie, avevano attaccato gli Stati Uniti a tradimento e trattavano i
prigionieri di guerra e i civili con noncurante brutalità; durante l'invasione dell'Asia avevano
ucciso milioni di persone in Cina, Corea, Singapore, Malesia, Vietnam e Filippine. Crimini di
guerra che erano il risultato della convinzione giapponese di essere a loro volta una razza
superiore. Il numero di donne coreane sfruttate dai giapponesi come prostitute non sarà
mai stabilito con certezza, lo stesso per il numero di civili uccisi a Nanchino,durante “ lo
stupro di Nanchino” anche se la stima supera ampiamente le 200.000 persone uccise. La
drammatica sommatoria dei civili uccisi in Asia durante l'occupazione nipponica supera i
concetti stessi di genocidio e di pulizia etnica con una stima che oscilla tra i 10 e i 30
milioni. Nelle settimane trascorse tra la resa del Giappone e l'arrivo delle truppe di
occupazione Alleate gli ufficiali e i medici giapponesi attuarono una distruzione sistematica
dei documenti sensibili che riguardavano sia i massacri, sia l'uso di armi contenenti gas
nervini e antrace, sia gli esperimenti compiuti dalle Unità che testavano su uomini donne e
bambini e sui prigionieri di guerra armi chimiche e batteriologiche violando il Protocollo di
Ginevra. Il Governo giapponese ha sempre smentito la gravità di questo “stupro” o
comunque ne ha sottodimensionato ampiamente l'entità.
E' molto recente la notizia di un accordo di pacificazione tra il Giappone e il Governo di Seul
per le decine di migliaia di donne coreane e cinesi (le cosiddette Ainfu) rapite o ingannate
dall'esercito giapponese e costrette a prostituirsi nei bordelli militari dell'Impero. Ainfu è
comunque un eufemismo che sostituisce la parola Shofu (prostituta) con la differenza che
queste donne schiavizzate e maltrattate non percepivano alcun compenso. Il Governo
giapponese si è scusato ufficialmente e ha previsto - 70 anni dopo - un fondo per le vittime
delle tratte (sempre ammesso che qualcuna sia ancora viva..).
L'Unità 731, attiva in Manciuria dal 1936 al 1945 durante l'occupazione nipponica, situata
vicino alla città di Harbin facente parte del governo fantoccio del Manchukuo, fu il nucleo
principale di questi esperimenti ed è l' argomento di questo capitolo.
Fu un programma segreto di ricerca e sviluppo di armi biologiche dell'esercito imperiale
giapponese, occultato con il nome di Laboratorio di Ricerca e Prevenzione delle Epidemie,
promosso dalla propaganda politica coerente con il ramo del Partito Bellico.
Il generale Shiro Ishii venne posto al comando di questo Laboratorio ubicato
nel villaggio di Beiinho sulla ferrovia della Manciuria meridionale, poi
ampliato a Pingfang in un nuovo complesso molto più grande, più segreto e
più sicuro. I detenuti furono infettati con agenti patogeni, come la peste, la
sifilide, la gonorrea, l'antrace, il colera e la peste bubbonica, irradiati con
dosi letali di raggi X, chiusi in camere a gas e soggetti a varie armi chimiche.
Si procedette anche a vivisezioni senza anestetici, ad esperimenti in camere con
temperature estreme oppure a vuoto, in centrifughe fino alla morte delle persone. Si calcola
che il numero delle cavie umane non sopravvissute si aggiri tra le 3.000 e le 12.000
persone mentre il numero degli infettati abbia raggiunto e superato le 200.000 unità.
Paradossalmente a Hiroshima vi era stato a lungo un allevamento di ratti infetti di peste
bubbonica.
Inoltre per testare la fattibilità della guerra batteriologica furono contaminati dei territori
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utilizzando pulci infettate con la peste bubbonica provocando la morte di almeno 400.000
cinesi.
La base della Unità 731 alla fine della guerra occupava sei chilometri quadrati con circa 150
edifici ed impianti. Altri centri erano aperti a Nanchino, Singapore, in Manciuria, a Canton.
Negli ultimi giorni di guerra i giapponesi minarono gli edifici per nascondere le prove delle
loro attività criminali ma le installazioni rimasero praticamente indenni.
Gli Stati Uniti non si preoccuparono di processare i medici e gli ufficiali comandanti di
questi luoghi di terribili atrocità in cambio di notizie, documentazioni e concessioni sugli
esperimenti, nonostante molti prigionieri fossero americani o Alleati.
C'erano già le pesanti premesse alla “guerra fredda” e entrambe le Potenze non si
potevano permettere di sorvolare su queste opportunità di armi di distruzione di massa.
In Unione Sovietica, poiché molti prigionieri erano russi, mongoli e altre nazionalità, venne
dato inizio a diversi processi a Chabarovsk nel 1949, il cui esito furono condanne, solo per
una decina di medici e ufficiali giapponesi, a diversi anni di reclusione nei campi di lavoro. Il
Procuratore Capo di questi processi fu Lev Smirnov che aveva già presieduto durante il
Processo di Norimberga. Comunque sembra certo che l'Unione Sovietica abbia prodotto
armi all'antrace usufruendo della documentazione rilevata dall'Unità 731.
Lo stesso Shiro Ishii non venne processato e in seguito, con altri responsabili, lavorò
nell'industria farmaceutica e medica statunitense in cambio dei segreti militari ottenuti con
la sperimentazione sulle cavie umane.
Gli insospettabili imitatori del dottor. Mengele & Co.
Secondo le stime nelle cliniche del Terzo Reich tra il 1939 e il 1941 circa cinquemila
bambini e 65.000 “degenerati” trovarono la morte attraverso la somministrazione di dosi
mortali di Luminal e Veronal grazie al Programma T4 perseguito da una speciale unità
medica con il compito di procedere alla eliminazione fisica delle persone che si riteneva
avrebbero degradato la purezza del Volk (popolo) nella società tedesca. Negli anni
precedenti il regime nazista aveva già provveduto alla “pulizia sociale” sterilizzando in
maniera coatta almeno 300.000 persone: erano epilettici, affetti da sifilide, criminali
irrecuperabili, persone down e altre categorie sociali ritenute sessualmente e moralmente
pervertite a causa di presunte trasmissioni ereditarie. Idee eugenetiche non nuove già
applicate anche prima altrove: a partire dal 1907 negli Stati Uniti circa 65.000 cittadini
furono sterilizzati in coerenza con le leggi di “purificazione razziale”, 40.000 persone in
Norvegia, 62.000 nella democraticissima Svezia interessata a contenere le spese
assistenziali (e ad....emarginare l'etnia tartara), e in Francia per circa 13.000 persone
affette da sindrome di Down. Queste leggi hanno avuto un declino abbastanza recente e
finalmente sono state abolite intorno alla fine degli anni '70.
Nel corso degli anni all'ossessione eugenetica, protratta per decenni con estrema
disinvoltura e indifferenza, si aggiunge una lunga e terribile serie di sperimentazioni militari
coperte da estrema segretezza che hanno coinvolto enormi gruppi di “cavie umane”
naturalmente ignare dei rischi cui erano sottoposte.
I principi di etica e di rispetto della vita umana evaporarono come neve al
sole sotto l'influenza della “guerra fredda” utilizzando malati, donne incinte,
bambini, carcerati con iniezioni di sodio radioattivo nella tiroide per misurare
gli effetti di un possibile attacco atomico sovietico.
Durante la “guerra fredda” i militari furono le cavie più utilizzate per
esperimenti con sostanze tossiche, esposizione a radiazioni, agenti chimici
e biologici che gli Stati Maggiori ordinarono ai loro volonterosi e cinici scienziati.
Naturalmente anche i civili furono utilizzati come animali da laboratorio per i medesimi tipi di
test.
In Gran Bretagna durante la 2 a Guerra Mondiale in un laboratorio a Cambridge furono
sviluppati aggressivi gassosi come neurotossine che miscelate con l'iprite diventavano
potenti armi di distruzione di massa. Preparate per fronteggiare un'aggressione con armi
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chimiche da parte della Germania nazista, non furono utilizzate in quel frangente ma
successivamente furono perfezionate durante la “guerra fredda”; furono utilizzate su militari
volontari (in cambio di qualche giorno di licenza e di pochi scellini) spacciate per ricerche
sul raffreddore, le armi erano prodotte nel centro segreto di Porton Down nel Wilthshire.
Il 3 agosto 1962 il dott. George Bacon muore a casa sua di peste polmonare contratta nel
Centro di Microbiologia Militare di Port Down: si apre una caccia spasmodica alle persone
della sua famiglia con le quali è entrato in contatto, vengono ricercate due nipoti che poi
vengono messe in quarantena. La peste non si è diffusa “per un vero miracolo” ma i mass
media sono andati a nozze su tutti i notiziari.
Circa 20.000 soldati britannici furono “trattati” con il gas nervino Sarin di triste memoria
delle trincee della 1a Guerra Mondiale. L'isola di Gruinard, in
Inghilterra, fu contaminata con l'antrace per testare gli effetti
collettivi delle armi batteriologiche. Oltrepassando il limite della pura
follia gli scienziati inglesi decisero di studiare gli effetti della guerra
batteriologica: nel 1963 venne immessa nella metropolitana di
Londra una serie di “agenti simulanti”, seguita poi da ulteriori
dispersioni di agenti batteriologici lungo il Tamigi e sopra le coste del Dorset,
fortunatamente senza gravi conseguenze. Recentemente alcuni di questi scienziati hanno
finalmente ammesso la loro partecipazione attiva alle sperimentazioni.
Gli Stati Uniti non furono da meno superando con facilità la capacità produttiva inglese e la
virulenza sia degli agenti patogeni che della esposizione di cavie a sostanze radioattive.
A Tusgegee in Alabama 400 maschi della comunità nera furono coinvolti in una
sperimentazione sulle malattie veneree con il risultato che 128 di loro morirono di sifilide, un
altro centinaio perì per le patologie connesse e una cinquantina di mogli e figli contrassero
l'infezione. Poi lo scandalo venne alla luce e una Commissione del Senato bloccò gli
esperimenti.
Nel 1966 a New York nella metropolitana, stazione dopo stazione, venne sparso l'agente
patogeno Bacillus Soptilis al fine di rilevare la velocità di propagazione dei batteri e la loro
sopravvivenza negli ambienti urbani. Lo stesso accadde nell'aeroporto di Washington, nei
giorni successivi gli ospedali registrarono un inspiegabile aumento dei disturbi delle vie
urinarie negli anziani e nei bambini.
In totale dal 1949 al 1969 negli Stati Uniti ben 239 agglomerati urbani di diverse dimensioni,
dalle città alle piccole contrade, sono stati coinvolti nelle prove di guerra batteriologica.
Tra il 1945 e il 1973 la CIA, la NASA e il Comitato per l'Energia Atomica con la
collaborazione di note Università hanno eseguito esperimenti sulla radioattività su più di
1.000 persone delle quali circa il 60% erano afroamericani. Il personale dell'ospedale della
Università di San Francisco iniettò stronzio radioattivo in vari pazienti, il tutto per scoprire a
quali livelli di contaminazione un soldato irradiato avrebbe smesso di percepire gli ordini e
obbedire.
A Oak Ridge dietro incarico della NASA venne costruito un laboratorio particolare con una
stanza foderata di cobalto e cesio: più di 200 malati di leucemia vennero prelevati dagli
ospedali limitrofi e messi nella stanza per misurare gli effetti delle radiazioni cosmiche che
si presumeva avrebbero assorbito gli astronauti in orbita.
Agli occhi dei medici e degli scienziati militari la legislazione eugenetica moderna con le
sue proibizioni non crea alcun problema, i ricercatori dell'Università di Harward e del MIT
studiarono le mutazioni nel sangue su centinaia di gestanti e giovani con problemi di
handicap con la somministrazione di pastiglie al plutonio e cibo radioattivo, cavie
inconsapevoli premiate con l'assistenza sanitaria gratuita. I documenti inerenti sono
scomparsi senza traccia.
Alcuni scienziati tentarono di giustificare questi esperimenti come necessari per
comprendere gli effetti delle radiazioni in caso di guerra nucleare e nella cura dei tumori
mentre altri – anche pubblicamente – smentirono tali affermazioni adducendo che ormai si
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conosceva tutto riguardo i danni permanenti da radiazioni dopo le due bombe a Nagasaki e
Hiroshima.
Un promemoria inviato all'Amministrazione Truman in cui si sottolineava che questi
esperimenti erano confrontabili con quelli condotti dal Terzo Reich nazista non ottenne
alcuna risposta.
Gli esperimenti su cavie umane inconsapevoli non sono terminati, centinaia di persone
sono state rapite, usate come cavie e poi abbandonate con la memoria cancellata dalle
droghe o dall'ipnosi azzerando l'esperienza cui sono state sottoposte (sono i cosiddetti
vuoti temporali o missing time).
Abduction – ovvero rapimenti alieni ?
E' ragionevole certezza che i cosiddetti rapimenti alieni, una fenomenologia tipica dei nostri
tempi e mai smentita seriamente dai Governi, siano la comoda copertura ai rapimenti di
cittadini sottoposti a esperimenti nei laboratori militari a cura dei servizi segreti. Tutto fa
pensare a questa ipotesi, erano cavie inconsapevoli che, contrariamente ai militari o ai
carcerati, non avevano la più pallida speranza di copertura legale perché portate via dalle
case o dalle strade, drogate, trattate, e poi riportate nel nulla di una memoria manomessa e
confusa, senza prove. Recentemente alcuni medici hanno ammesso pubblicamente queste
responsabilità.
Viene invece inevitabile avere seri dubbi sul fatto che membri di una specie extraterrestre
(disegno di un alieno chiamato “grigio” frutto di pura immaginazione)
capace di attraversare le distanze interstellari utilizzando tecnologie per
noi ancora impensabili, siano ricorsi a strumenti così primitivi e arretrati
per studiare e torturare i cosiddetti abdotti che raccontano di esperienze
traumatiche ed invasive, mentre è chiaro che la maggior parte di queste
testimonianze sono mistificazioni deliberate o allucinazioni. Essi sembrano maligni spettri
moderni, correlati ad una sottocultura americana ispirata anche ai racconti horror e fantasy
di Howard P. Lovecraft che riteneva la nostra specie una pedina insignificante guidata da
potenze sconosciute e terrificanti. Come per gli UFO e la teoria del complotto (o
cospirazione aliena) anche su questo tema ufologi e giornalisti in vena di profitti –
specialmente negli Stati Uniti, come un certo David Icke diventato ricco e famoso - hanno
costruito racconti, testimonianze e pubblicazioni che vengono ancora continuamente
distribuite sfruttando e stimolando faziosamente l'umana necessità dell'immaginario
collettivo condita con una bella dose di vera paranoia. E' meglio ricordare che la nostra
specie ha impiegato 150.000 anni per arrivare alla seconda rivoluzione industriale, cioè il
nostro adesso, forse altre specie hanno iniziato la loro storia millenni prima e poi si
sono estinte oppure stanno percorrendo il loro lungo cammino e arriveranno millenni dopo
il nostro oggi e i nostri domani chissà dove e chissà quando in questo immenso
Universo. Il “principio di contemporaneità tra specie intelligenti” è molto probabilmente un
abbaglio, anche se affascinante.
NOTA FINALE
Riflettendo alla fine della redazione di questo lungo articolo, i
racconti del terrore scritti da Ambrose Bierce e da Edgar Allan
Poe sono meno raccapriccianti di quanto è successo realmente
su questo pianeta, l'orrore frutto della
fantasia di questi
romanzieri non è paragonabile a quello che la nostra specie è capace di compiere. Quei
racconti gotici, certamente più eleganti, riguardavano situazioni romanzate e irreali, mentre
qui stiamo riflettendo su milioni di reali vittime-cavie di Governi, militari e medici, asserviti al
potere, cinicamente indifferenti, e motivati dalla loro smania scellerata di predominio e di
carriera. Con l'apparente fine della corsa sfrenata agli armamenti da parte delle due
superpotenze è difficile immaginare che, comunque, in questo momento migliaia di missili e
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ordigni siano approntati in attesa del segnale per attivarsi e per partire immediatamente
nel cielo su una lingua di fuoco; sarebbe uno straordinario spettacolo pirotecnico da non
perdere ( però l'ultimo... )
Tutto questo conduce a una drammatica e ironica considerazione finale: le vere vittime delle
bombe atomiche sono i cittadini e l'Ambiente degli Stati Uniti e della ex-Unione Sovietica.
Al contrario degli agenti chimici che hanno un tempo di permanenza limitato, la radioattività
è un problema che non ha una soluzione, un e danno planetario che continuerà ad esistere
per migliaia di anni la cui unica variabile è il tempo di decadimento.
Paradossalmente in pochi decenni siamo passati da un vero entusiasmo verso il nucleare
al rigetto assoluto verso l'atomica militare e civile; plagiata dalla propaganda e dalla
disinformazione l'opinione pubblica ha preso adesso finalmente coscienza, dopo troppi
incidenti e decessi, dei suoi pericoli.
Se solamente una esigua porzione di queste enormi somme di denaro pubblico fosse stata
spesa per investire nelle energie pulite invece che in armi di distruzione di massa, oggi
risentiremmo
meno del riscaldamento globale che è così aumentato negli ultimi
cinquant'anni tanto da poter essere ormai considerabile un'era geologica a parte
Considerando tutti gli incidenti nucleari civili e i test militari accaduti negli ultimi 70
anni tutti noi ci possiamo considerare veterani atomici. Alle radiazioni non esiste
antidoto.
Infine, su questo pianeta vi sono stati due reali miracoli: noi sapiens non ci siamo
distrutti durante un conflitto termonucleare e non si è verificata una estinzione di
massa (sarebbe la sesta..) dovuta a cause esterne durante il lungo cammino delle
numerose specie umane che ci hanno preceduto, pertanto possiamo considerarci
veramente fortunati. Appunto perché siamo stati avvantaggiati dovremmo essere
grati e rispettosi verso questa Biosfera che ci ha creati mentre invece stiamo facendo
il nostro peggio per danneggiarla.
Valter Barretta
19
gennaio 2016