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Reforme: varata la Carta di Lecce
Edilizia: approvate le linee guida
per la formazione in Europa dal 2012 al 2016
Dieci obiettivi per migliorare la qualificazione dei lavoratori
e promuovere la sicurezza sul lavoro
Roma 19 giugno 2012 - Un accordo internazionale per migliorare la qualificazione professionale dei
lavoratori edili e promuovere l’equità, l’integrazione sociale e la sicurezza sul lavoro di operai e tecnici nei
Paesi del Vecchio continente. È il risultato raggiunto con la Carta di Lecce, il documento firmato lo scorso 16
giugno a Lecce nella giornata di chiusura del nono meeting di Reforme, l’organizzazione che riunisce i
principali enti bilaterali di formazione in edilizia dei nove Paesi europei attualmente aderenti (Italia, Francia,
Spagna, Portogallo, Germania, Belgio, Finlandia, Svezia e Svizzera).
A sottoscriverlo per l’Italia è stato il Formedil, l’Ente nazionale per la formazione e l’addestramento
professionale il edilizia che coordina l’attività delle 102 Scuole Edili sparse sul territorio, insieme con gli altri
partner europei: Ccca-Btp (Francia), Bzb (Germania), Flc (Madrid – Spagna), Flc (Principato Delle Asturie –
Spagna), Institut Gaudi (Barcellona – Spagna), Cenfic (Portogallo), Formation Pme (Liegi – Belgio), Ecap
(Svizzera), Keuda (Finlandia), Byn (Svezia).
Le nuove linee guida del prossimo quadriennio
La Carta di Lecce indica le direttive che la rete Reforme, nata nel 1991, dovrà seguire dal 2012 al 2016 per
rafforzare l’eccellenza dell’istruzione e della formazione professionale
nel settore delle costruzioni in
Europa.
Dieci gli obiettivi che gli enti bilaterali europei si sono dati nei prossimi quattro anni:
1) Promuovere l’attrattività delle professioni del settore edile in Europa e nella formazione iniziale
specifica .
2) Contribuire all’eccellenza dell’istruzione iniziale e continua
europeo della qualità (EQAVET).
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in edilizia con riferimento al Quadro
3) Consolidare le iniziative educative e formative che mirano non solo alla qualifica professionale ma
anche all’equità, all’integrazione sociale e alla partecipazione attiva dei cittadini.
4) Usare il Quadro Europeo delle Qualifiche, il Sistema Europeo dei
Crediti per l’istruzione e la
formazione professionale (ECVET) per la trasparenza e il trasferimento dei risultati di
apprendimento.
5) Incoraggiare la creatività e l’innovazione nell’istruzione e la formazione professionale iniziale e
continua tenendo conto dell’evoluzione delle professioni e dei bisogni del mercato del lavoro.
6) Investire nella qualità pedagogica degli insegnanti, formatori e altre figure professionali IFP per
migliorare l’integrazione professionale e sociale degli allievi.
7) Rinforzare i percorsi europei che riguardano sia gli allievi sia le figure professionali IFP e basati sulla
Carta Europea di qualità per la Mobilità.
8) Creare opportunità per un apprendimento reciproco e uno scambio di pratiche nell’ambito IFP
considerati prioritari.
9) Includere lo sviluppo sostenibile nell’ambito dei percorsi IFP, fattore che influenza l’evoluzione del
settore dell’edilizia.
10) Promuovere norme che tutelino la salute e la sicurezza nel settore edile a tutti i livelli d’istruzione e
ulteriori attività di formazione professionale.
“Con la Carta firmata a Lecce si forniscono delle preziose linee guida e soprattutto si prosegue sul cammino
dello sviluppo di azioni condivise e comuni” ha dichiarato l’onorevole Gianni Pittella, vicepresidente del
Parlamento Europeo, che ha preso parte il 16 giugno alla giornata conclusiva della tre giorni di lavori
insieme tra gli altri al parlamentare europeo Mario Baldassarri, al presidente del sindacato europeo dei
lavoratori edili (FETBB - Federazione europea degli edili) nonché segretario generale della Filca Cisl
Domenico Pesenti, al segretariato europeo della CGIL Fausto Durante, al segretario nazionale della
Feneal UIL Emilio Correale e al vicepresidente dell'Ance Salvatore Matarrese.
“Un apprezzamento particolare va fatto al tema della mobilità dei lavoratori, perché queste esperienza
basate sullo scambio risultano rilevanti per la crescita professionale, ma anche umana. Si tratta di un valore
inestimabile - ha proseguito Pittella -. Per questo credo sia opportuno arrivare ad ampliare il programma
Erasmus, che abbiamo iniziato ad allargare ai giovani imprenditori, trasformandolo in un’esperienza
universale, capace di riguardare
tutti i giovani dai 16 ai 35 anni indipendentemente dall’attività che
svolgono”.
Per Piero Leonesio, vicepresidente del Formedil “discutere di una formazione permanente, capace di dare
risposte differenziate ai bisogni variegati di diverse categorie di lavoratori in diversi Paesi, in una fase così
difficile per l’economia mondiale, rappresenta una sfida importante, che vogliamo accettare. Soprattutto
servirà una maggiore attenzione nei confronti dei giovani lavoratori,, che entrano in cantiere con un grado si
scolarizzazione più elevato rispetto al passato e pongono nuove richieste di tipo sociale. Per loro bisogna
trovare strumenti di tipo nuovo. E’ una sfida che dobbiamo accettare e vincere perché questo vuol dire
offrire un contributo alla costruzione dell’Europa del futuro”.
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