19 Rabbit Hole - Sala

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19 Rabbit Hole - Sala
Rabbit Hole
di John Cameron Mitchell
Usa, 2010 -- drammatico -- 1h e 35’
cast Nicole Kidman, Aaron Eckhart, Sandra Oh
Una perdita inaccettabile raccontata con delicatezza e tatto. Nicole Kidman
torna alla sua straordinaria bravura.
Becca e Howie sono una coppia sposata. Si amano, hanno una bella casa, un giardino da curare, dei vicini
amorevoli e dei colleghi presenti. Ma portano anche un grave lutto nel cuore: il loro piccolo, unico figlio di
quattro anni, è morto otto mesi prima, investito da un’auto guidata da un adolescente. Come accade in questi
casi, ognuno ha il proprio modo di elaborare il lutto: Becca (Nicole Kidman) vorrebbe rimuovere il ricordo del
suo piccolo, eliminandone foto e giocattoli e dedicandosi ad altro, magari alle sue piante o alla sorella minore
incinta. Howie (Aaron Eckhart) invece ogni sera non riesce a scollarsi dai video che mostrano i momenti nei
quali giocava col suo bambino, e insiste affinché lui e la moglie partecipino a degli incontri settimanali di
terapia di gruppo, ai quali Becca però si reca con riluttanza. Proprio durante queste serate Howie incontra
Gaby (Sandra Oh) con la quale instaura un forte legame, mentre nel frattempo Becca decide di entrare nella
vita del giovane ragazzo (Miles Teller) che, seppur senza colpe, le ha rubato quella della sua giovane creatura.
In mano a qualche regista smanioso di regalare al pubblico emozioni forti ma inconsistenti, questa
trasposizione cinematografica dell’omonima pièce teatrale di David Lindsay-Abaire (premio Pulitzer e autore
della sceneggiatura) sarebbe diventata l’ennesima, urlata e vuota esasperazione del dolore, ricolma di scene
madri e gesti estremi. Invece, e qui la prima sorpresa, il regista di Rabbit Hole è John Cameron Mitchell, che
nei suoi primi due, eclatanti film (Hedwig e Shortbus), colorati ed esagerati, estremi e provocatori, metteva in
scena una vita senza ipocrisie, lontana dal dover rispettare necessariamente le regole non scritte del “sistema
sociale”. Questa caratteristica è pregnante anche in questa sua priva prova adulta e drammatica, in un
confronto tutto domestico tra la via più convenzionale e “accettata” di elaborare la perdita (quella del marito)
e la più personale (ma criticabile dalla cosiddetta “opinione comune”) della moglie.
“La tana del coniglio” del titolo non è solo la metafora delle quattro mura dalle quali Becca e Howie osservano
un mondo che continua a girare anche senza il loro piccolo, ma è soprattutto uno spiraglio di luce in fondo al
tunnel, un cammino da percorrere per ritrovare la serenità perduta. Mitchell dirige con estrema lucidità una
Kidman ritornata al suo meglio (attoriale sì, ma anche “espressivo”) per la quale la nomination all’Oscar è
meritata. Più convenzionale l’interpretazione di un Aaron Eckhart che non ha mai brillato per estremo
talento. Rabbit Hole per conquistare pienamente avrebbe avuto bisogno forse di meno schematicità (ma
l’impianto teatrale la porta necessariamente con sé), soprattutto negli sviluppi tra la coppia e il mondo esterno,
e nel “mistero” che all’inizio pervade quel ragazzo che Becca pedina con tanto interesse ma che basta poco
per capire fin da subito che ruolo abbia nella vicenda. Alcuni momenti però sono notevoli, e va segnalata
una performance perfetta di Dianne Wiest nel ruolo, complicato, della madre della Kidman, combattuta e
confusa, anch’essa affranta dalla perdita di un figlio e incapace di confortare la figlia senza risultare sgradevole.
Paolo Bassani
Immaturi
di Paolo Genovese, con Raoul Bova, Ambra Angiolini
Italia 2011; commedia - durata 1h e 50’
Giorgio è uno psichiatra infantile che va in crisi
alla notizia che potrebbe diventare padre, Lorenzo un agente immobiliare che per nulla al mondo lascerebbe il letto a
castello e la colazione a letto che gli assicura la permanenza in casa dei genitori, Luisa è una manager separata con
una figlia meno distratta di lei, Francesca una chef che cerca di disintossicarsi dall'appetito sessuale, Piero un dj che
ascolta ogni notte le nostalgie altrui vivendo immerso nelle proprie e Virgilio quello che con una bugia, vent'anni
prima, ha disintegrato il gruppo. Ora però i sei ex compagni di liceo si ritrovano, alla soglia dei quarant'anni, quando
una raccomandata del ministero della pubblica istruzione annulla il loro esame di maturità e li obbliga a rifarlo.
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