il dramma dell`emigrazione camuna in Sudamerica nelle lettere di

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il dramma dell`emigrazione camuna in Sudamerica nelle lettere di
Tullio Clementi
L’altra America
il dramma dell’emigrazione camuna in Sudamerica
nelle lettere di quelli che non hanno “fatto fortuna”
“... guardammo con rabbia i lumi della città che si allontanavano e
maledicemmo il porco destino, la patria maligna e le pulci;
ripromettendoci di tornare a sotterrare d’invidia il padrone che ci aveva
negato il prestito, il fittavolo che ci aveva succhiato l’anima sul lavoro,
il curato che non aveva saputo trovare una parola di conforto, uno Stato
che si era ricordato della nostra esistenza solo al momento della leva”.
Laura Pariani, Il Paese dei sogni perduti
1
ai miei nonni paterni,
Caterina e Giovanni
«Mia nonna paterna è nata a Parigi, nel 1873. Non ho mai avuto la più pallida idea di cosa ci facessero i miei
bisnonni a Parigi in quegli anni (anni in cui la capitale francese, dopo aver tenuto a battesimo la Terza
Repubblica e, pochi mesi dopo, la “Comune”, si apprestava agli splendori della Ville Lumière di fine secolo),
ma so che rientrarono a Stadolina in tempo utile affinché la loro figlia Caterina, con il determinante contributo
del capomastro Giovanni Clementi, mettesse al mondo una mezza dozzina di figli, la maggior parte dei quali
nati con la valigia in mano. Il primo a lasciare per sempre la patria, dopo essersi arrampicato per tre anni sui
monti del Carso per renderla più grande (e non prima, comunque, di aver contribuito alla realizzazione di
quell’epigrafe che rese famosa “Stadolina la rossa”), 1 fu Giacomo, seguito a brevissima distanza sulla stessa
rotta transatlantica verso l’Argentina da Adamo...». (da Una vita a ramengo, di Tullio Clementi)
Ieri sera ho letto le lettere degli zii, si zii, perchè prima erano solo i fratelli del nonno, ora che ho assorbito
qualcosa di loro, mi sento di chiamarli così.
Non ero solo attratta dal fascino del passato, della storia, c' era qualcosa in più. Mentre leggevo mi sono
vista sorridere, aggrottare ed inarcare le sopraciglia e in alcuni momenti mi si è stretto il cuore.
Un maggior coinvolgimento emotivo è comprensibilmente giustificato dal grado di parentela, ma sono
certa che anche se non mi chiamassi Clementi, sarei comunque stata sensibilmente toccata da queste lettere,
o da altre, scritte magari da altri emigranti poco fortunati.
Lo zio Giacomo ha dimostrato grande umanità ed equilibrio, è stato in grado di conciliare in maniera
egregia, quella necessità, che abbiamo tutti, di raccontare le nostre pene alle persone care, con la capacità di
non renderle pesanti. È riuscito in poche righe a dare e darsi conforto.
Leggere queste lettere è stato per me un passaggio molto importante, non solo perchè ho saputo qualcosa in
più sulla vita degli zii, ma anche perchè ho acquisito maggior consapevolezza delle mie solide radici che
affondano e si diramano, dando più forza e vigore ad un fusto che vuole ancora crescere.
Stai restaurando un vecchio frammento di pellicola in bianco e nero, che merita risalto e nuova luce. È
giusto cogliere ed apprezzarne tutte le sfumature, anche quelle dai toni più grigi, perchè fanno parte della
vita vera, della vita vissuta, della storia.
Con affetto e gratitudine, Eva
Milano, 8 giugno 2005
Le lettere originali
1
Vedere alla “Premessa”.
2
Premessa
La casa paterna dei “Campulì” era piuttosto grande, soprattutto se misurata con i parametri di allora.
Oltre ai due piani con le camere da letto, c’era il fienile, il solaio il vano per gli attrezzi agricoli
(compreso il carro per il fieno) e, al piano terra, la stalla, la cucina col focolare e la cantina, così che,
nella ricerca di nascondigli per le mie raccolte dell’Intrepido (alle fine scomparvero pure quelle), 2 mi
capitò una volta di trovare, in fondo ad una cassapanca, uno strano libro, scritto a mano, con una grafia
inclinata (com’era d’uso allora) ma lineare e ben leggibile: il diario di guerra di zio Giacomo, classe
1898. Lo sbirciai qualche volta, distrattamente, fino ad incappare casualmente nelle pagine che
descrivevano l’episodio in cui venne ferito sul Carso.
Eravamo verso la metà degli anni Cinquanta, poco dopo la morte di mio nonno.
Nella casa, poi, dopo la morte della nonna sul finire del decennio, ci furono altri stravolgimenti, primo
fra tutti la scomparsa del fienile e, quindi, la realizzazione di un nuovo locale cucina (con l’acqua
corrente, finalmente), e negli anni successivi, fu vano ogni tentativo di ritrovare il diario.
Sentii parlare di zio Giacomo da mio padre quando, non senza un po’ di orgoglio, lo associava (con
altri, fra cui l’amico Geremia) all’evento che fece entrare nella piccola storia “Stadolina la rossa”
quando, in risposta ai fiumi di retorica patriottica inneggianti al «sangue versato per la grandezza della
nazione», sul monumento ai caduti di Stadolina venne scritta la seguente, irriverente epigrafe:
«Vittime innocenti di più grande delitto che lor non tocca, con amore e dolore. Stadolina 1915-1918».
Epigrafe che venne rimossa nel 1920, su ordine del Prefetto, e sostituita con la seguente:
«Ai purissimi eroi che nella virtù del sacrificio vissero l’amore e la gloria della Patria».
Nel 1923, pochi mesi dopo la Marcia su Roma, zio Giacomo parte per “le Americhe”, dove verrà
raggiunto di lì a pochi anni dal fratello Adamo (classe 1904), mentre Faustino (classe 1901) sarebbe
sbarcato nella più vicina Francia, dalle parti di Sant Laurent du Var (sulla Costa Azzurra), dove mio
padre, il più giovane dei quattro fratelli maschi (classe 1909) lo avrebbe dovuto... incalzare, con le
armi in pugno, nel giugno del 1940, «dopo aver sbarcato il lunario in patria come boscaiolo (una delle
poche attività per cui non era richiesta la tessera del fascio)».3
Zia Ines (classe 1912), rimasta con i genitori a Stadolina (come la sorella più piccola, Onorina) fino ai
primi anni Quaranta, dopo la fine della guerra si trasferisce definitivamente a Villa Carcina, dove, per
tutti gli anni Cinquanta, si manterrà in assiduo contatto epistolare (abbastanza costante con Giacomo,
piuttosto precario con Adamo) con i due fratelli emigrati in Argentina.
2
Una delle riviste a fumetti più popolari nel secondo dopoguerra, pubblicava settimanalmente alcuni episodi a puntate,
fra cui Buffalo Bill (l’eroe del Far West), Liberty Kid (il giovane tenente dei “soldati blu” nordamericani, sempre in
assetto di guerra per difendere la libertà), il Cavaliere ideale, il Brigantino dei Sette mari e il Principe Chiomadoro
(palese apprezzamento della chioma bionda di un principe indù, che era tutto dire, nell’epoca in cui l’India si era appena
affrancata dal lungo dominio coloniale inglese).
3
T. Clementi, Una vita a Ramengo, Circolo culturale Ghislandi, 2001.
3
Sierra Chica, 22 maggio 1950 (originale n. 1)
Carissima sorella,
Ho 4 ricevuto tua lettera, la quale intesi que si trovano tutti di buona salute, come pure ti posso
assicurare di me e di mia familia, 5 per ora. Intesi nella tua carta che stanno un poco offenduti perché
an passato tre anni che non ricevono mie notizie. Fanno già 27 anni che mi trovo in questa terra e
sempre ho ricevuto solamente que carte dalla madre o del padre. Una sola volta ho ricevuto del fratello
Erminio dicendomi cosa che io non avevo fatto sempre.
Ho aiutato ai poveri genitori tutto quello che ho potuto e a ora ciò anch’io la familia di mantenere e di
più sempre hai qualcheduno ammalato, così que il fratello non può dirmi niente. In quanto ai genitori,
già è molto tempo che ciò detto di lasciare di lavorare e che vendono tutto.
Mi dici se potessi venire passeggiare, 6 la volia non mi falta 7 però potrò venire solamente se guadagno
alla lotteria, allora sì, aspettami che vengo subito almeno un mese.
Qui in questa terra si lavora sempre estate e inverno, il filio primero studia de telegrafista e tiene 17
anni però fino che tiene i 18 non può lavorare. Il secondo tiene 10 e va in 4º grado e la ultima tersiera
que è una nena 8 tiene 7 e va nel 1º grado.
Così che vedi carissima sorella que9 sono sempre solo che mantiene la familia. E voialtri come la
passate?, 10 de che lavora tuo marito, de che è stato mutilato di guerra? 11 Fammi sapere presto.
Ti prego che quando ricevi questa mia lettera fallo sapere subito a Stadolina ai cari genitori che tanto
aspettano mie notizie. Io quando posso andare al paese [con] tutta la familia faremo la fotografia e te la
manderò. Io vorrei una fotografia di tutti fratelli e sorelle con tutti i nipoti.
In quanto al fratello Adamo non so niente, si è maritato nella provincia di Catamarca, so che tiene tre
figli però già sono 6 anni, e dopo non so più niente. Perdonami del mal scritto, perché è di notte e ci
vedo molto poco.
Tanti saluti del zio Bortolo 12 e sua familia, se vedi i suoi fratelli dilli che spera sue notizie por carta.
E te, carissima sorella, ricevi tanti saluti e baci di noi tutti, mia moglie e figli non ti scrivono perché
non sono buoni en italiano. Tutti molie e figli ti mandano a te e nonni e zie e cugini tanti bacioni a
abbracci. Scrivimi subito.
4
Le forme verbali “ho” e “hai” sono senza accento, nella trascrizione è stata aggiunta la “h” quando è sembrata
necessaria al fine di evitare equivoci interpretativi.
5
I testi delle lettere sono privi di virgole (e pochissimi anche i punti). Le poche virgole nella trascrizione, quindi sono
state aggiunte al fine di agevolare per quanto possibile la lettura.
6
Venire in vacanza, evidentemente.
7
Manca.
8
Niñera (bambina).
9
L’uso alternato dell’italiano “che” e dello spagnolo “que” è nel testo originale.
10
Il punto interrogativo (implicito, evidentemente) è stato aggiunto nella trascrizione.
11
Il marito di Ines, Nello Carè, è stato ferito in Africa Orientale.
12
Sentire da zia Ines (o Germana) chi era “zio Bortolo”.
4
Sierra Chica, 11 dicembre 1950 (originale n. 2)
Carissima sorella,
dopo di tanto tempo vengo a darti mie notizie, le quali ti posso assicurare che mi trovo in buona salute
come pure tutta la mia familia, così spero ne sia il simile di tu e tutta la familia.
Te dirò che il mese di ottobre l’ho passato en el sanatorio di lavoro [?] perché è stato enfermo.
Si sono fatti male in 5 al scoppiare un [............................] e su la cantera13 dove stavano lavorando el
30 di settembre. 14 In 4 erano bruciati che [...............................] e uno si rompì una gamba, però a ora
sono stanno tutti bene e già è di un mese che lavoro ancora in cantera.
Credo che avrai ricevuto certo dal fratello Adamo che i suoi familiari stan tutti bene, ti mandano saluti
e baci a tutti voi altri.
Carissima sorella, i mi padre e madre como stanno? Contame alguna cosa como lo passano, contame
alguna noveda di Stadolina farmi un favore se puoi mandare una cartolina del paese di Stadolina, che
sempre mi ricordo, contame qualche novità.
Termino mandandoti i miei e di tutta mia famiglia molti saluti e baci a tu e tutta la familia. Saluti e
baci ai miei genitori.
Il mio indirizzo
Santiago Clementi
[........] Sierra Chica
Pro.cia de Buenos Aires
Sud America
La direzione 15 di Adamo
Adam Clementi
Las Rolas, 16 Pro.cia Tucuman
13
Cava.
Si veda anche la lettera del 10 febbraio 1952.
15
Indirizzo.
16
O Rojas?
14
5
Las Rolas, 15 marzo 1951 (originale n. 3)
Mi carissima sorella,
Dopo tanti anni di silencio ni 17 sapere nessuna notizia ni voialtri di me e ne io di voialtri tutti. Ora
vuoi 18 mi noticia che mi incontro bene di salute, io e anche mia familia che siamo 5, due figlie i un
figlio.
Ora Ines ti avviso que ho tenuto un allegria il giorno che ricevetti tu[a] carta, mi è salito le lacrime
degli occhi al veder che dopo tanti anni ricevo di nuovo un escrito di te i famiglia.
Ines, mi pareva che al legere la carta stavo parlando con te in persona presente. Per me fu un giorno di
gioia e anche per mia familia 19 che chiedevano il desiderio di sapere qualche cosa di te e famiglia.
Noi sapevamo che stavano bene, per mezzo di mio fratello Giacomo 20 que mi ha scritto e mi disse que
stavano bene tutti e mi aveva detto di mio padre che aveva caduto e si aveva rotto un braccio, però che
ora stava bene. Povero padre mio che tanto mi ricordo di el 21 e di mia madre e non voglio parlare tanto
perché mi viene da piangere scrivendo questa carta. A loro ci ho scritto una carta per avion 22
[.............] 4 mesi è non ho avuto risposta, ora in questi giorni ci scrivo di nuovo per via aerea.
Carissima sorella, vorrei sapere di che è rimasto invalido nella guerra mio cunato 23 e digli che mi
scriva lui en anche 24 Silvana, e gli dici che presto gli manderò una fotografia dei suoi cugini e zii.
Ora ti avviserò il nome di mia siñora, che si chiama Florencia Albarracindi 25 Clementi, la figlia più
grande di 10 anni Emma Catalina, il figlio di 9 anni Adam Santiago, la ultima di 6 Erminia Ines.
La moglie mia sempre sta un poco ammalata perché è atacato al fegato, ora sta bene ed è molto buona
per me e i figli e si ricorda sempre dei miei genitori e di voialtri tutti.
Io lavoro sempre di muratore, si guadagna però si spende molto, la vita è cara, tutto costa molto
dinero, ed ora il 1º di aprile si aprono la classe e vanno tutti e 3 a la scuola e si guasta molto dinero per
i figli.
Buona sorella, vorrei sapere la direzione di Faustino per poter scrivere e mi darai saluti a tutti, genitori
e tutti quanti [......].
Perdonami il mio scritto perché scrivo un poco Castellano, 26 e non mi ricordo il dialetto mio. Dove
sono io sempre con argentini e non parlo mai el Italiano, così mi dimentico.
Aspetto subito carta. Digli a mio Cuñato che mi scriva. Saluti e baci a tutti. Un abrazo di me figli e
moglie. Tuo af.mo fratello Adam Clementi.
17
Anche qui, il “ni” spagnolo e il “ne” italiano sono usati in modo alterno nel testo originale.
Ricevi, evidentemente.
19
Diversamente da Giacomo, che scrive sempre “familia”, Adamo usa in modo alterno “familia” e “famiglia”; curioso
comunque il particolare (una semplice coincidenza?): “familia” in riferimento alla famiglia in Argentina, “famiglia”,
invece, in riferimento alla famiglia rimasta in Italia.
20
Che è fratello anche di Ines, come sappiamo.
21
Egli, lui.
22
Posta aerea.
23
Cognato, ossia “cuñado”, in spagnolo.
24
“Anque”, nel testo originale.
25
Verificare l’esattezza del nome...
26
Castigliano, evidentemente: la lingua di origine spagnola (fra le altre, il catalano, il basco, il galiziano...)
maggiormente diffusa e parlata nei paesi latino americani.
18
6
Sierra Chica, 23 settembre 1951 (originale n. 4)
Carissima sorella Ines,
desidero que al ricevere questa carta si trovino bene tutti di salute come pure ti posso assicurare di me
e familia. Non ti puoi immaginare la allegria quando sono venuto a casa del ospitale e ho trovato la tua
fotografia e famiglia, come pure la de los padre, quanto inveglito sono, quasi non lo conoscevo più. La
tua fotografia y familia non posso conoscerlo neanche da questo che quando erano piccoli.
Te dirò che sono stato 2 mesi al ospedale per una operazione nell’occhio izquierdo 27 perché temevo
una [......................................] e a ora il primo di ottobre devo andare ancora a farmi vedere per potere
pagarmi la vista que ho perduto. Ci vedo molto poco da uno, e devo andare nella città di Rosario que è
molto distante.
Perdoname si scrivo male y [.............] perché non ci vedo. Darai tanti saluti a los padre y tante gracia
del retratto, io ne ho fatto fare uno de los padre grande mide 60 centimetri per 40.
Darai saluti quando vai a Stadolina a tutti quelli che domandano di me.
Ricevi de mi e mi familia tanti saluti e baci a te i familia. Scrivimi pronto 28 con molte novità.
Tuo fratello Santiago Clementi
27
28
Sinistro.
Presto.
7
Sierra Chica, 10 febbraio 1952 (originale n. 5)
Carissima y amata sorella i 29 familia,
Dopo di un lungo mio silenzio ti contesterò 30 alla tua sempre desiderata carta del mese de Diciembre.
Te dirò che me ritrovo en buona salute como tutto la mia familia e così spero e desidero sia i quale di
te con tua familia.
Intesi tutto quello che mi hai detto di quello che avete fatto in casa. Cara sorella, sei te sola che mi
scrive a me così que quello che fai te è tutto bene.
Mi hai detto di scrivere un po’ più in Italiano, hai ragione però non sai quanto mi costa per farlo. Qui
scrivo sempre in Castillo, però perdonami. Io a ora sto bene di tutto, che la volta que sono stato
all’Ospitale mi avevo bruciato al scoppiare una mina en la piedra, 31 sto bene del tutto. La seconda
volta stavo tagliando una piedra e un [...............] è entrato nel occhio yzquierdo.
Ho perso 4 linea e bisogno usare gli occhiali a leggere e scrivere e mi avevano mandato fino a Rosario
de Santa Fe. Pietro Orsatti [..........] sta molto distante.
Il fratello sta bene con sua familia. Ti mando sua direzione.
Al Señor Ector Brabi
para Adam Clementi
Ingenio Iule [?]
Pro.cia Tucuman
Argentina
Presto viene il patrone 32 dove lavoro, che è uno di Vezza dolio, 33 e ti manderò la fotografia di tutta la
familia.
Carissima sorella, ricevi molti saluti e baci a voi tutti di parte mia e familia e che mai si [..................].
Santiago Clementi
29
Anche qui, il congiuntivo “e” viene scritto a volte in lingua spagnola, “y” e a volte nello spagnolo italianizzato “i”.
Risponderò.
31
Nella roccia (pietra).
32
In spagnolo, “Patrón”
33
Vezza d’Oglio..
30
8
Sierra Chica, 26 aprile 1952 (originale n. 6)
Mi carissima sorella Ines,
Vengo con questa mia lettera a contestarti 34 alla tua ricevuta già da quasi due mesi.
Te dirò che mi trovo in perfetta salute come pure tuta la mia famiglia, così spero e desidero sia i quale
di te e tua familia.
A ora ti dirò que oggi è partito il mio patrone e amico per Italia oppure a Vezza dolio a passeggiare
due o tre mesi. Lui e la sua moglie va a Vezza dolio dove c’è la sua familia, la sua casa è sotto la
chiesa e si chiama Giuseppe Gregorini.
Arriverà a Vezza dolio il giorno 20 del mese di maggio e tu carissima Ines mi farai il favore di andare
a Stadolina alla fine di Maggio e andare a trovarlo a Vezza dolio, e invitarlo a Stadolina per trovare i
carissimi genitori.
Io ti mando un piccolo regalo a te i sorella Onorina e i genitori, vi mando 20.000 ventimila lire che
sono diecimila 10.000 ai cari genitori e 5.000 a te Ines e 5.000 a Onorina, in tutto sono 20.000.
In più ti mando la fotografia di tutta la familia mia e una fotografia della filia della sua prima
comunione, e son 5 fotografie e sono una cada uno anche ai fratelli però ti raccomando di andare a
Stadolina e di andare a parlare col mio patrone e amigo, è molto buono lui e sua molie. Fammi il
favore e fallo venire a parlare lui con i genitori e invitalo a mangiare e a bevere qualche cosa, fammi il
piacere di atenderlo 35 bene che è molto buono.
Ricevi i saluti e baci di me e mia familia, a te e tua familia. Tuo fratello Santiago Clementi
[Sui bordi longitudinali del foglio son aggiunte ancora la seguente frase]:
Dille ai fratelli e cuñati che lo invitano. 36
34
A risponderti (in castigliano, “contestación”).
Trattarlo, intrattenerlo.
36
Lo invitino.
35
9
Sierra Chica, 7 dicembre 1952 (originale n. 7)
Carissima sorella Ines i familia,
Per contestarti alle tue notizie ricevute la settimana passata per il mio patrone, ti dirò que noi qui
stiamo tutti bene come così me spero e me desidero que sia il simile che te e tua familia.
Perché mi hai mandato tante cose? Io non ti ho mandato niente, quello che ti ho mandato era un regalo
e così te hai guastato 37 di più ancora a mandarmi tante cose.
Ho ricevuto tutto quello che mi dicevi nella lettera, è stato molto contento il mio patron di tutti voi altri
e mi ha dato grati ricordi di voi e di Stadolina.
Non puoi immaginare come sono stati contenti tutti di quello che le hai mandato, di più la moglie 38 e
la filia con i fazzoletti e il vaglia, io ti darò le grazie per il polover 39 que mi hai mandato a me, mia
familia ti vorrebbero scrivere però non possono scrivere in italiano e ti mandano tante gracia a te e tua
filia que è tanto buona. Dille a tuo marito che faccia la casa grande 40 così vengo io con tutta la familia.
Ti dirò il nome di mia famiglia.
Erminia Clementi, mia moglie 41
Mario Clementi
Omar Clementi
Elsa Clementi
Questa è mia familia.
Io ho scritto ai genitori oggi medesimo e alla sorella Onorina le scriverò un altra festa. Dille alla
sorella Onorina que gracia i quale del suo pacchetto, gracia della buona volontà pure il patrone non ha
potuto portarlo, ho ricevuto la sua lettera, la tua e quella della mamma.
Grazie Ines da parte mia e mi familia de todo, gracia al fratello Fausti 42 delle sue fotografie. Gracie a
tutti di tutto quello che avete fatto con il mio patron per me.
Vi desidero 43 buone feste di Natale e primo di anno tutti insieme. Tuo fratello Santiago Clementi.
Saluti e baci di parte di noi tutti a voialtri tutti.
37
Speso, come abbiamo gia visto anche per i figli a scuola, che per mandarli a scuola «si guasta molto dinero».
Cosi (moglie invece di molie) nel testo originale.
39
Pullover.
40
Nei primi anni Cinquanta, dopo essersi stabiliti definitivamente a Villa Carcina, Ines e Nello Carè, dopo aver
comperato un pezzo di terreno ai margini del paese, avevano iniziato la costruzione di una piccola casa, che sarebbe via
via cresciuta nel corso degli anni successivi.
41
La moglie Erminia (di Cane) era Pietra di cognome, ma pare che il cognome del marito alla moglie sia di norma.
42
Faustino, stabilitosi in Francia ormai da quasi trent’anni.
43
Vi auguro.
38
10
Sierra Chica, 8 marzo 1953 (originale n. 7bis)
Mi carissima sorella i familia,
In risposta alla tua tanto desiderata lettera comprendi que stanno tutti bene, così ti posso assicurare di
me e tutta mia familia.
Ho letto nella lettera che il padre si trova a letto. Non so como esplicarti la pena che me da stando
tanto lontano senza poter neanche dire una sola parola di conforto.
Cara sorella, fammi un favore a nome mio, dille ai fratelli e sorella e anche alla cuñata Albina, che par
primera volta soi suo nome, como saria contento di avere anche una sua fotografia con su familia e
anche Onorina con sua familia, che saria molto contento di ricevere una lettera sua e che facciano il
favore un poco cada una di volerci bene ai miei cari genitori che io non li vedrò mai più.
Ho scritto alla mamma e anche a Onorina ma non ho ricevuto risposta. Se la mamma non può scrivere,
che mi scriva la cugnata Albina che sta in casa.
Dille al fratello Erminio e sua familia che mi scrivono anche solo una volta, sono tanti voi altri che una
volta cada uno mi potete scrivere e darmi tante novità. Io sono solo a rispondere a tutti voi altri.
Ci ho scritto anche al fratello Adamo, vi manda saluti a tutti e lui sta bene con sua familia, lui lavora di
muratore e fa casa per suo cuento o sea por contratto e guadagna bene, però sta distante di me quasi
1.500 chilometri e costa molto il viaggio per andare a trovarlo.
Darai tanti saluti a Geremia Care e sua familia. Di tutti gli amici che avevo e Geremia si ricorda
sempre e gli altri cosa fanno? Dove sono? Contami qualche novità del paese.
Carissima sorella, se ti fa bisogno qualche cosa per salvare il padre e aiutare alla madre qui non si può
non dare niente però potrebbe vendere qualche cosa, e un giorno me lo ponete por me se mi dovesse a
tocare qualche cosa me lo deconterete a me, con altre cose non so come fare per aiutarvi.
Io lavoro sempre con un camion che maneggio io solo, vado la mattina di casa e torno alla sera tarde,
sempre [....................]. Il filio lavora sempre nella officina 44 di scrivano nella fabbrica di qui vicino a
casa e il segondo va a studiare alla scuola di arte i uficio [?], studia di mecanico di elettricista.
Termino dandoti tanti saluti e baci a te e tua familia di me e tutta mia familia. Dille a fratelli sorella e
cugnate che mi scrivano pronto che sono molto contento.
Dille a tu sposo che non importa se la casa en piccola, ha tempo per farla venir grande. Molti saluti e
grazie che mi ha scritto.
44
Oficina sta anche per ufficio.
11
Sierra Chica, 15 aprile 1953 (originale n. 7ter)
Mia carissima sorella Ines,
Con il più profondo dolore ti contesto alla tua lettera ricevuta ieri sera cuando sono arrivato a casa del
lavoro, non puoi immaginare como sono rimasto al leggere la disgrazia della morte del nostro caro
padre i più di tutto sapendo quanto ha sofferto nei suoi ultimi giorni di vita. Però, cara sorella, ci vuole
pazienza, questa è la fine che mi tocca a tutti, giovani e vecchi dobbiamo andare tutti nel medesimo
cammino, però mi ha fatto onore al sapere come li avete fatto i funerali e questo sono contento perché
lo meritava. A ora volete fare anche una lapide e mi domandi a me se sono contento di farla. Cara
sorella Ines, sei te la unica di sorelle e fratelli che mi scrivono e mi fai sapere tutto quello che posso e
io ti dirò a te di fare tutto quello che volete e la parte che mi toca a me di pagare venderai quello che ti
fa di bisogno per pagare la mia parte, e se puoi farai un quadrito di bronzo e lo metterai nella
medesima lapide che volete fare, però che sea solo per mi parte e che dirà così, «Tuo filio Santiago
Clementi ti dedica questo ricordo». O si no farai come ti piace di più a te.
Con respetto a quello che mi dici per il testamento farai te come se fosse in en casa e di quello che mi
tocca venderai quello che ti fa bisogno per pagare tutto quello che mi tocca di mia parte, e quel altro lo
lascio tutto alla mamma intanto che vive, la mia parte che la metta in affitto e se li fa bisogno la può
vendere anche, però ti prego carissima sorella di fare le cose giuste e la mia parte farai te quello che
vuoi sempre in beneficio alla nostra cara mamma. Fallo per me che sono lontano e non posso venire.
Questa mattina ho scritto anche a Adamo e li ho dato la tua direzione.
Io e tutta mia familia stiamo tutti bene di salute e così spero di te e tua familia como pure la mamma,
sorella, fratelli, cognate e sabrini. 45
Fammi il piacere dille a tuo marito che ti aiuti nelle cose di testamento a ripartire perché per niente non
lo farai, ti pagherò tutto quello che fai per me che sono tanto lontano.
Saluti e baci da me e mia familia a te e tua familia.
Tuo fratello Santiago Clementi.
45
Nipoti.
12
San Pablo, 2 Mayo 1953 (originale n. 8)
Señora Ines Clementi Carè, mi estimatida sorella,
Dopo un largo silencio mio escribo esta carta desiderando steano bene tutti voi, noi altri tutti in
famiglia stiamo bene con salute.
Ma carissima mia la triste e mui 46 dolorosa noticia recivida de mi ermano 47 el dia 28 de Abril mi ha
troncato di colpo al legiere la insuerte 48 ma tanto inesperada 49 i triste i dolente i tan lamentables
noticia di aver perduto per sempre a mi querido padre, a nostro amatissimo padre.
Mia cara Ines, mia cara mama, non lo podre vedere più, neanche una sua letera tanto generosa che eran
no podre ver mas 50 [da verificare], neanche una sola parola non abia potuto dire, i dirle adio caro
padre, perché Dio nostro Señore non me lo ha fatto vedere i abraciarlo per l’ultima volta e io tanto
ingrato con mi padre che non ci ho scritto. Che pena per me il rimordimento, mi ricordo il male che ho
fatto di non scrivere.
Perdoname Ines, enfine perdonatemi tutti, fratelli e sorelle. Digli a mia mama carissima che mi
perdona i che chiedi a Dio e mio caro padre perduto per sempre che mi perdonen de tutto el mal che ho
fatto i rimordimento mi apena e piangio.51 Vorrei piuttosto morire e non vedermi tutti i giorni con la
pena i el peso de coscienza che per colpa mia ora mi ricordo i penso que ho perduto mi carissimo
padre senza darle un consuelo 52 e una [..................]. Como penso lamento piangio però è troppo tarde.
Lo ho perduto senza dirla addio padre.
Carissima Ines, consolala te a mama, dille che non pensa molto che si rasigne a Dio, e io e mia
famiglia pregiamo e prego per mia carissima mamita, che se conserve sempre con salute ancora un
poco di anni che così non pierdo la speranza, si potrei avere una sorte, 53 di poter abraciarla, e chi
quiedo che mi perdona, a me i tutta mia famiglia e che mi dia una benedizione a tutta mia famiglia,
che andiamo sempre male io e mia moglie.
Voglio una benedizione di mia madre e di voialtri tutti, che forse andremo meglio, e per mia parte
ringratio che andano 54 bene tutti voi e saluti per mia madre.
Termino piangendo, e ricevi i miei più sinceri saluti con il major sentimento e fatevi coraggio.
Saluti a tutti. Un abracio a mama.
Ricevi saluti auguri i con el major sentimento di tua cuñata Florencia.
In questi giorni ci scrivo a mia mama e fratello55 e anche a Onorina.
Ines, mi manderai la direzione di Faustino.
In questi giorni di mando una carta per via marittima 56 e scriverà mia moglie.
46
Molto (“muy” in spagnolo).
Fratello (“hermano”), Santiago, presumibilmente.
48
Sfortunata.
49
Inaspettata.
50
Ancora.
51
Il lettore ricorderà che Giacomo (Santiago) era emigrato per sfuggire alla minaccia di rappresaglie da parte del regime
fascista e, quindi, cercherà di farsene una ragione. Per Adamo fu diverso. Adamo, che ai tempi dell’«oltraggio» al
monumento era poco più di un ragazzo, partì per l’America verso la fine degli anni Trenta («Io avevo diciassette anni»,
ricorda Ines, che è nata nel 1912), quando ormai il fascismo si era talmente consolidato da poter attenuare un po’ anche
la repressione. Adamo, dunque, parti per l’America con l’intento di guadagnare un po’ di soldi, e con la promessa –
come ricorda ancora Ines – di sposare la sua ragazza al ritorno. Una promessa ed una prospettiva che, avranno
sicuramente contribuito ad alimentare anche la speranza dei genitori. Da qui, probabilmente, il profondo senso di colpa..
52
Conforto.
53
Avere la fortuna.
54
Andiate.
55
Erminio, evidentemente, considerando che segue la richiesta dell’indirizzo di Faustino.
56
Posta ordinaria, via mare (che ci mette più temo, ma costa meno).
47
13
Sierra Chica, 22 novembre 1953 (originale n. 8bis)
Carissima sorella i familia,
Dopo di quasi un mese di aver ricevuto la tua lettera vengo a darti mie novità dove ti posso assicurare
che stiamo bene di salute come pure spero ne sia il simile di te e familia, come pure tutti i miei e la
mamma a Stadolina.
Carissima sorella, ti scrivo questa per farti sapere novità del fratello Adamo. Il povero sta bastante
male, sono già più di tre mesi que sta en un ospitale en Tucuman e già li an fatto due operazioni. È
stato molto male, così mi ha scritto lui, però a ora sta un poco melio ma non si sa quando potrà sanarsi
del tutto. Li ho scritto anche alla cugnata Flora, la molie di Adamo, la settimana passata li ho mandato
500 pessi, oppure mas o meno 20.000 mila lire perché ne ha molto di bisogno.
Ti dirò carissima sorella Ines di scriverli subito al fratello Adamo e confortarlo perché il povero mi
dice la sua señora che pensa molto nei figli, sono 4, il più grande avrà 12 anni e l’ultimo poco più di
un anno, così puoi immaginare como sta, [.......................] ti dirò qual’è sua enfermedà, ti racomando
cara sorella Ines di non dirle niente alla mamma, così è melio.
Quando ricevi questa scrivimi pronto, io anche ciò la señora un poco enferma de las rignones 57 e forse
dovrò portarla a Buenos Aires.
Qui ti mando la direzione di Adamo,
Señor Adam Clementi, Ospital Pachilla, Sala I C 8, Tucuman, F. C. N. G. B.
Quella della sua familia,
Señor Adam Clementi, San Pablo, P.cia Tucuman
En un altra ti darò più novità,
Ricevi di me e mia familia i migliori saluti e auguri di buone feste e baci a te e tua familia, di me baci
e abraci, tuo fratello Santiago Clementi.
Il filio maggiore è andato alla visita medica per il servizio militare però non so niente perché non è
ritornato ancora a casa.
57
Ammalata nei reni.
14
Sierra Chica, 13 dicembre 1953 (originale n. 8ter)
Mi estimada sorella i familia,
Sono gia qualche giorni ho ricevuto tua lettera dove intesi que stanno tutti bene di salute como pure vi
posso assicurare di me e mia familia al presente.
Carissima sorella, in cuanto alle cose di casa oppure della parte che mi tocca, come già lo sai quello
che penso la parte della casa te la lascio a te fino que penserò un’altra cosa, e la campagna ce la lascio
a la mamma, fino che vive la mamma, se la darà a quelli che lei vuole per lavorarla e il frutto è per
aiutarla a vivere.
Io per a ora non vendo niente de lo che me toca a me, e te carissima sorella mi farai il piacere di farmi
sapere tutto come avete fatto e resterai tu la incargata delle mie cose, e cuesto se lo puoi far leggere a
tutti in famiglia.
Carissima sorella, il filio maiore li tocca un anno il militare. Il fratello Adamo va un poco melio, della
sua malattia non so se ti ho scritto.
Termino lasciandoti i miei migliori saluti e baci a te e tua familia che sempre mi ricordano e mi
scrivono. Saluti e baci di tutta la mia familia. Saluti a quelli che domandano di me. Ciao Ines.
15
Siera Chica, 24 gennaio 1954 (originale n. 9)
Carissima sorella Ines i familia,
Dopo di qualche giorni che ho ricevuto la tua carta vengo a contestarti dove ti dico che stiamo tutti
bene, così [....................................] ne sia i quale di te e tua familia, come pure tutto a Stadolina.
In questo momento ho terminato di scrivere anche al fratello Adamo, dove li ho raccomandato di
scriverti subito e farte sapere quello che vuol fare con la parte sua di eredità, così yo credo ti scriverà
pronto.
Ho ricevuto anche carta de la sorella Onorina, è già qualche giorno però non li ho scritto ancora, però
in questi giorni li scriverò anche a lei, però ho tan poco tempo perché il giorno di lavoro debbo sortire
di casa la mattina e a scuro, e la sera vengo che è scuro iguale. 58 Devo andare distante di casa 35
chilometri a lavorare con il camion, 59 perché sempre lavoro con quelli di Vezza, cioè Gregorini, che
sempre me domandano di te e tutti in familia.
Cuando hai arangiato tutto fammi sapere qualche cosa. La mia parte di casa te la lascio a te e la
campagna se sono [.................................................] metà a cada uno, cioè metà a Onorina e metà a
Erminio, sempre che mantenghino la madre. E tutto questo è fino che io penserò di venderla e così
credo che farà anche il fratello Adamo.
Carissima Ines, non puoi immaginare la volia che ho di venire una volta anche solo per pochi giorni
per poter baciarvi tutti e abraciarvi forte, ma però solamente nel pensiero.
Carissima Ines [..................................] i miei sinceri saluti, baci e abraci di me e tutta mia familia e a te
e tutta la familia. Tuo fratello Santiago Clementi.
58
Si tenga presente che siamo nell’emisfero australe e, quindi, la giornata “di luce nel mese di gennaio equivale alle
nostre nel mese di luglio.
59
Il camion come mezzo di trasporto, par di capire.
16
Siera Chica, 7 marzo 1954 (originale n. 10)
Carissimo fratello i familia,
Eccomi pronto a contestarti alla tua da me tanto desiderata carta dove intesi il tuo buon stato de
saludamento con tu familia, la cara madre e la sorella Onorina con su familia e così ti posso assicurare
di me e familia per il momento, meno mia señora que sta un po’ ammalata.
Intesi tutto quello che mi hai detto, in quanto alla [.................] che il povero padre già sapevo tutto per
la sorella Ines, che sempre mi scrive tutti i mesi e qualche volta non gli contesto per fatto di tempo.
Già li ho detto tutto alle due sorelle, prima a Ines e dopo anche a Onorina, i a ora te lo dirò a te caro
fratello, fino tanto que vive nostra cara madre io della parte che mi tocca di casa e di campagna non
vendo niente. La parte di campagna lavoratela un po’ cada uno te e la sorella Onorina e il frutto [.....]
così potete mantenere la mamma, io non volio niente di nessun affitto.
La parte di casa l’ho lasciata alla sorella Ines fino tanto 60 io penserò di venderla. L’ho lasciata alla
sorella perché sempre mi scrive, dopo che ha lasciato di scrivere il povero padre i la madre, perché mi
scrivevano più, la unica di sorelle e fratelli che mi scriveva era la sorella Ines e così fino tanto che
penserò di venderla ce la lascio a lei, e quando la venderò penserò qualche cosa per te. 61
Termino facendoti i miei più sinceri saluti e auguri a te e tutta tu familia, baci ai tuoi fili. Saluti e baci
alla mamma e sorella e tutta sua familia.
Un forte saluti e abraci al caro amico Geremia Carè 62 i familia.
Tu fratello Santiago Clementi i familia.
60
Fino a quando.
In effetti, la casa dei “Campulì” (di cui metà, come vedremo, gli era già stata lasciata in eredità), verrà poi acquistata
tutta dal fratello Erminio.
62
Geremia Carè, fratello del suocero di Ines. Amico e coetaneo di Giacomo (e sicuramente “complice” nello sberleffo
alla patria sul monumento di Stadolina), subirà ripetutamente minacce dai fascisti («Una volta gli entrarono in casa
puntandogli contro le armi e minacciando di ucciderlo», ricorda Ines) e dovrà emigrare in Africa, e poi in Svizzera, da
dove rientrerà ormai solo dopo aver ottenuto il diritto alla pensione.
61
17
Siera Chica, 22 novembre 1954 (originale n. 11)
Carissima sorella,
Dopo di bastante tempo, e credo que me perdonerai, vengo a darte mi noveda 63 donde te puedo
asegurar que non encontramo bastante bene di salute, come pure [....................] igual de te e familia.64
In questa carta te mando la fotografia del filio maggiore, che ha terminato di fare il soldato. Ha fatto 8
mesi è qui vicino a casa, tutte le sere veniva in casa a mangiare e dormire e la mattina andava nella
caserma. Il secondo studia di mecanico e la filia va in 6º grado.
Io lavoro sempre e non posso lasciare un giorno perché vado sempre con il camion, che sono già 10
anni che lo maneggio io 65 e così andiamo sempre avanti.
Non ti puoi immaginare la volia di venire a Stadolina e trovarvi tutti e passare due o tre mesi con tutti
gli amici.
La otra 66 fotografia è stata fatta nella caserma i primi giorni di soldato che siamo stati a trovarlo, così
vedi la mia molie e la filia. Quando vai a Stadolina selo insegnerai 67 in casa perché ne ho una sola di
queste.
Termino perché devo andare a lavorare. Ti bacio a te e tutta tua familia. Tanti saluti e baci da mia
parte e tutto mia familia.
[.........................................] feste di Natale e una buona fine e un melio principio d’anno a tutti.
Tuo fratello Santiago Clementi.
63
Notizie.
Si noti come nell’attacco della lettera prevalga il “castigliano”, mentre poi, man mano che prosegue il testo, viene
recuperato l’uso dell’italiano in modo abbastanza corretto.
65
Contrariamente a quanto ipotizzato in precedenza, ora risulta chiaro il mestiere di conduttore.
66
Altra.
67
Glielo spiegherai tu.
64
18
Sierra Chica, 5 dicembre 1954 (originale n. 11bis)
Carissimo fratello Erminio,
Arrivata tu carta dove intesi tuo buon stato di salute e tutto tua familia, così ti posso assicurare di me e
familia al presente.
Ti mando questa fotografia del filio maggiore che ha terminato di fare il servizio militare, però ha fatto
solo 8 mesi e qui vicino a casa dove tutte le notti veniva in casa a mangiare e dormire. Farai il piacere
a mandarle una anche al fratello Faustino che io non ho la direzione perché mai mi ha scritto.
Li altri due figli studiano, il segundo studia di mecanico e la filia va in 6º grado.
Io spero se non [............] niente dentro de due anni di ricevere la giubilazione 68 del gobierno e così
stare un po’ melio allo meno descansero 69 un poco.
Te decidere [?] mis maggiore felicida di Natale i Anno nuovo a te e familia assieme con la mamma.
Ricevi di parte di tutto mia familia tanti saluti e [.................] a te e tu familia.
Saluti e baci de tuo fratello Santiago Clementi.
68
La pensione, forse? Ma in tal caso, successivamente sarebbero cambiate le norme, visto che dovrà lavorare fino alla
morte, nel 1959.
69
Riposare (descansar).
19
Siera Chica, 15 febbraio 1955 (originale n. 12)
Carissima sorella Ines,
La presente carta è per farti sapere che noialtri qui stiamo tutti bene como così spero sea igual di te e tu
familia.
Il motivo di questa carta è per farti sapere che son già più di due mesi ti ho mandato la fotografia del
figlio 70 Mario vestito di militare e un altro piccolo con mi señora e la filia con Mario nella caserma
dove siamo stati a trovarlo un dia di festa e così li ho mandato anche alla sorella Onorina e il fratello
Erminio, però fino a ora non ho ricevuto nessuna risposta di nessuno. Così che ti prego que quando
ricevi cuesta mia fammi sapere qualche cosa subito perché invece di mandarla per avion la mando per
via marittima e non so più niente di nessuno.
Del fratello Adamo è già più di un anno che non so più niente e il peggio che non ciò la sua direzione,
così che mi farai il piacere se qualche d’uno di voialtri l’aveste mandatela subito a me perché così
posso vedere se posso farlo scrivere.
Adamo e como tanti altri che non se ricordono più di nessuno e qui in questa terra è facile perdese la
memoria e non ricordarsi più di nessuno. Queste sono le gracie che mi da dopo che l’ho aiutato sempre
potevo. 71
Carissima Ines, te che ti ricordi sempre e vedo che mi vuoi tanto bene, fammi sapere qualche novità.
Darai saluti a l’amigo Geremia e sua familia. Tanti saluti a fratelli 72 e sorella e tutti i nipoti. Baci alla
mamma, e te sorella Ines ricevi un forte abracio e baci a te e tu familia. Tu ermano S. Clementi.
Tanti saluti e baci di tuta mia familia.
Saluti a paesani e quelli che domandano di me.
Scrivimi presto.
70
Così nel testo.
Sempre se e come potevo.
72
Compreso Faustino, quindi, che negli anni Cinquanta è tornato due o tre volte a Stadolina, dalla Francia.
71
20
Sierra Chica, 17 luglio 1955 (originale n. 13)
Ines sorella carissima,
Dopo di un lungo mio silenzio vengo a darti mie novità di me i mia familia, dove ti posso assicurare
che stiamo tutti bene, così speriamo ne sia iguale di te e familia.
La presente è para 73 notificarti che il giorno 25 del mese passato è morto il cugino Bortolo Chiappini,
il fratello di Elia il capo cantoniere 74 e di Maria Picinina, come la chiamavano.
A Elia li ho scritto, però a Maria no perché non so la sua direzione, così cara sorella ero l’unico
pariente proprio di sangue [................] e di Stadolina siamo rimasti solo in 4.
Carissima Ines, ti lascio i miei più sinceri saluti a te e tua familia, auguri di tutto [..............................] i
a te sorella un bacio di tuo fratello Santiago Clementi.
Saluti e baci di tutta mia familia. Saluti a Pietro Orsatti e familia e tutti quelli che conosco e
domandano di me.
Se vai a Stadolina il giorno di San Giacomo 75 darai un bacio alla mamma, sorella e fratello e divertite
per me.
Saluti a Geremia Carè e amici.
73
Per.
A Edolo.
75
San Giacomo è il patrono della parrocchia di Stadolina di cui si celebra la “sagra” il 25 luglio, ma è anche
l’onomastico del mittente, Giacomo (Santiago in castigliano).
74
21
Sierra Chica, 4 dicembre 1955 (originale n. 14)
Carissima sorella Ines,
Dopo di tanto tempo vengo a contestarti alla tua tan [...............] lettera donde intesi el estado de tu
buona salute como pure ti posso assicurare di me e familia.
Qui han terminato tutte le classi de scuola e sono contento perché hanno passato gli esami tutti e due i
più giovani. Il figlio Omar ha passato gli esami di meccanico e la figlia Elsa ha passato il 6º grado. A
ora il figlio è quasi sicuro di entrare qui in Sierra Chica nel taller 76 di [.........................] dove lavora già
il maggiore Mario che è più di un anno, e la figlia Elsa arriverà a studiare di carte e confessioni, ossia a
fare di qualunque classe di necessità e così si arangeranno solo di loro perché io già son vecchio. Ho
compiuto i 57 anni e l’anno che viene [............................................] e così [.....................] stare un po’
meglio, però mentre mi mantengo in salute andrò sempre con il camion e così camino un poco e
d’estate fa un caldo che non si può più. Già passano i 30 gradi di calore, così che il mese di gennaio
arriverà a los 40, immaginati un po’ il caldo che fa qui.
Sono molto contento che almeno voialtri vi siete trovati ancora una volta tutti assieme a casa a passare
qualche giorni con la carissima mamma e nel paese dove siamo nati, che tanti ricordi abbiamo, mentre
que invece io debbo star sempre qui per la grande distancia e il grande guasto 77 per i passagi, 78 i però a
ora, il giorno 23 [una frase di due o tre righe potrebbe riferirsi all’ipotesi, non più remota, di realizzare
questo desiderio...] vengo subito a trovarvi perché non posso più della voglia di venire a baciarvi a
tutti e passare qualche giorni con gli amici che già son pochi.
Ti mando a te e tu famili i miei più sinceri auguri d’ogni bene per le feste di Natale e primo d’anno che
almeno voialtri potete passarli assieme tutti, io li passo sempre molto bene con tutti i parenti di qua per
parte della mia segnora 79 che sono molto buoni. 80
Darai tutti saluti a chi domanda di me. Saluti e baci a te e familia, di parte mia e di tutto mia familia.
Tu ermano, S. Clementi.
76
Officina.
Costo, come abbiamo già visto a proposito della scuola, «si guasta molto dinero».
78
Per il viaggio, evidentemente.
79
Così nel testo.
80
La “segnora” era una Petra, di Canè. Sarebbe necessaria una nota di approfondimento...
77
22
Sierra Chica, 9 giugno 1956 (originale n. 15)
Carissima sorella Ines,
Il mese passato ho recevuto tua carta dove dici che state tutti bene, come pure ti posso assicurare di me
e di tutto mi familia.
Prima di tutto te dirò il perché non ti ho scritto prima e appena lo posso fare e in questo momento,
perché appena vedo un poco per darti mie notizie.
Ti dire che il giorno 6 febbraio mi sono fatto male nella cantera 81 dove stavano cargando un bloche 82
sopra il camion e mi ha portato [...........................................................] golpeato la faccia in una piedra
rompendome la faccia en parte e quindi tutto il naso e l’occhio sinistro, che ancora devono operarmi.
A ora, il mese di luglio devono farmi le due operazioni ossia il naso e gli occhi.
Ti dirò cara sorella che le poche ore 83 è venuto la moglie e i figli a trovarmi e non mi hanno
conosciuto del male che stavo nella faccia. 84 Sono stato 4 giorni senza parlare né vedere nessuno del
male che stavo, però ora almeno di salute sto bene i spero che per la fine di settembre di poter ancora
incominciare a lavorare ancora di nuevo. Ho passato già tre mesi qui en [.......................] e dopo mi
hanno portato en Buenos Aires, en un sanatorio dove ci sono professori, e a ora sto passando due mesi
in casa. Per il primo giorno di lulio debbo andare ancora a Buenos Aires e internarmi nel sanatorio
dove mi vanno a operare del naso e della vista, così che le feste di San Giacomo le farò solo dentro un
ospitale. Però pazienza, almeno spero di sortire bene, di [.....................................] como prima.
Carissima sorella, se vai a Stadolina mi farai il favore di non dire niente alla mamma, invece le dirai
que io sto bene, e li mando saluti e baci assieme a mi familia.
Ti prego di scrivermi sempre e sempre qui in casa, alla medesima direzione, che dopo me la
manderanno a me all’ospitale, e te non pensare male perché già il peligro 85 passa e così starò bene
ancora quando vengo in casa [........] ti scriverò subito.
Ricevi tanti saluti te e tutto tua familia di me e mia familia.
Se vai a Stadolina saluti a la mamma e sorella e tutti amici e conoscenti.
A te e tu familia un forte abraccio e baci di me e mi familia.
Tu ermano Santiago Clementi.
81
Cava.
Un blocco, forse, ma la forma dialettale di ritorno (gia evidente nel precedente “cargando”, potrebbe far pensare a un
“ploc”, ovvero, un grosso macigno).
83
Dopo poche ore, si può presumere.
84
Da come ero conciato.
85
Pericolo, rischio.
82
23
Sierra Chica, 8 dicembre 1956 (originale n. 16)
Mi ermana Ines carissima,
En contestacion alla tua ricevuta già da quasi 20 giorni ti dirò che di salute stiamo tutti bene per il
momento, così speriamo ne sia iguale di te e familia e tutti anche a Stadolina.
Ti dirò que ho ricevuto la carta delle divisioni, 86 però non sono contento di niente. Dopo che io sono
venuto qui in questa America, voialtri a Stadolina avete comprato campagna in diverse parti ed anche
alle Size. 87 Qualcheduno di voialtri ci avete fatto pagare anche la mia poliza di Militare, perché mi ha
avvisato il consolato italiano, infine [?] tante cose che c’ho mandato i soldi per comprare e a ora, nelle
divisioni mi tocca meno di quello che io ho mandato di tutto questo.
Non ti offendere, perché te e la sorella Onorina e la mamma non hanno la colpa, però altri sì. En un
altro 88 ti spiegherò di più. 89
Ti dirò que in questi giorni debbo andare ancora a internarmi nell’ospitale di Buenos Aires, però credo
per pochi giorni. Già sono stanco di andare, già sono 5 volte che vado all’ospitale. Sono già dal 6 di
febbraio que mi sono fatto male e già non resto più come prima, gli occhi ci vedono poco, gli ossi
della faccia sono rotti in 9 posti, e sono rimasto bastate male, 90 però paciencia.
Riceverai i miei migliori saluti e auguroni d’ogni bene a te e familia per le feste di Natale e Primo
d’anno. Saluti e auguri di buone feste alla mamma e sorella e altri.
Saluti e tante cose buone a tu zio Geremia, su señora Elvira Y familia (Gessi e Mei).
En fin, saluti e buone feste a tutti quelli che domandano di me.
Questa è la direzione del fratello Adamo:
Señor Adam Clementi, Lules, Avenida Sans Peñas, n.161, p.cia Tucuman.
Saluti e baci de me parte e tutta mi familia, Santiago Clementi.
86
Ero presente durante la breve riunione sull’eredità, verso la metà degli anni Cinquanta, nell’unica stanza accogliente
nella casa dei “Campulì”. Non ricordo neppure chi ci fosse, oltre a mia nonna, mio padre e le zie Ines e Onorina (forse
mia madre), ma ricordo bene la figura del... garante: Angelo Clementi (nessun rapporto di parentela, comunque),
coetaneo di Giacomo e Geremia, già podestà fascista nel comune di Vione e, quindi, dopo la “liberazione”, responsabile
per la società Edison nei cantieri idroelettrici dell’Aviolo.
87
Località di alta quota, verso i monti Bles e Tremonti.
88
In una prossima lettera.
89
L’origine del malcontento (salvo altri chiarimenti...) potrebbe essere nella decisione di assegnare metà casa al fratello
Erminio. Resterebbero comunque da chiarire i riferimenti alla campagna (le Size, ma non solo, sembra)...
90
Poco autosufficiente.
24
Sierra Chica, 8 febbraio 1957 (originale n. 17)
Mia apreziada sorella Ines,
La presente è per farti sapere che ho ricevuto la tua lettera i me allegro nel sapere que stanno tutti bene
di salute, como vi posso dire anche di noi tutti, solo che io cada due mesi debbo andare sempre in
Buenos Aires per farmi vedere sempre dei miei mali, però vado bastante bene.
Sono contento che siete tutti arrabiati con me perché ho detto anche io quello che pensavo, però cuello
che mi dispiace è che avete contato tutto alla povera mamma, questo mi dispiace molto e per tutto il
resto non è niente perché la distancia è molto e se voi altri non venite cua, io già ho perso tutte le
speranze di venire a Stadolina.
Carissima sorella Ines, ora ti dirò un’altra cosa che è bastante brutta, forse già la saprai per il fratello
Erminio perché già li ho scritto che sono diversi giorni e anche a lui li ho detto tutto come è quello che
devono fare assieme a tutti il più presto possibile.
Ines, il fratello Adamo sta gravemente ammalato, senza nessuna speranza di salvarsi perché la sua
malattia è che [...............] così che puoi immaginare. Già ti ho detto altre volte, sono già più di due
anni che sta en ospitale, però a ora sta molto male. La familia di Adamo è nella miseria, non hanno
neanche i soldi per comperare alquna medicina per il fratello, e la filia più grande tiene 15 anni e va a
lavorare con il fratello di meno 91 e sta per guadagnare qualche cosa, però [........] devono avere tutti
compiuti 18 anno si no non possono.
A ora ti prego te con li altri fratelli e sorella, comprate o vendete tutto cuello che li toca al fratello
Adamo per podero così aiutarlo con cualche cosa. Io già li ho mandato due volte e non posso mandarli
di più per ora, perché anch’io ho già passato un anno che non lavoro, così che puoi immaginare.
Così fate il possibile di tutto pronto. Contestame pronto quello che fanno.
La direcion di la familia di Adamo:
Señora Flora Clementi [.........................................................] Tucuman, Argentina.
Ricevi te e tu familia di me e mi familia tanti saluti e baci a tutti. Saluti alla mamma e fratello e
sorella. Saluti a quelli che domandano di me.
Saluti del patrone di Vezza Dolio.
91
Minore.
25
Sierra Chica, 16 marzo 1957 (originale n. 18)
Mia carissima sorella Ines,
Con un profondo dolor di fratello ti dirò carissima sorella Ines que abbiamo perso il nostro fratello
Adamo. Ines, il giorno 13 di marzo è morto nostro fratello Adamo, lasciando su familia, como mi
scrivono, en miseria. La molie e 4 figli, la prima con 15 anni e l’ultimo con 5, così ti puoi immaginare
como stanno.
Io ho ricevuto la noticia en telegrama il giorno 14 alla sera, senza poter andare neanche a compagnarlo
al funerale. 92 Povero fratello Adamo, mai ha avuto in questa terra un giorno con un poco di buona
sorte, e così è il destino di noi qui in queste terre. Sapevo che non aveva più salvagione, però non
aspettavo tanto pronto questa disgrazia.
Sorella Ines, avisa agli altri fratelli e alla mamma fate come volete.
Ines, non ti puoi immaginare como sono rimasto triste, a ora qui solo senza un fratello o una sorella,
infine nessuno proprio dei miei. Tengo molta suerte 93 che tutti i parenti della molie sono molto buoni e
non ti puoi immaginare como mi voliono bene, però iguale nessuno dei miei. Però il destino di noi altri
è così e bisogna sopportarlo fino alla fine.
Carissima sorella, qui ti mando como devi fare per mandarmi la parte del povero Adamo.
Scrivile a questa señora [.............................................], però il Vale 94 devi farlo a Ponte, nelle Alpi,
con il medesimo nome e provincia della direzione per la lettera che le manderai. 95
Li dirai a questa segnora che il giorno che riceve le lire ti scriva subito con un certificato 96 firmato di
quanto quantità ha ricevuto e te sorella me lo manderai a me subito, e allora qui il fratello di questa
señora mi da quello que me corresponde per il cambio e potrò mandarlo subito alla cuñata viuda 97 de
Adamo.
Col profundo dolor te mando saluti e baci a te e tu familia e tutti fratelli sorella mamma e parenti e
quelli che domandano di me, di parte mia e mi famili. Tu Santiago Clementi.
92
Tra i capoluoghi delle due provincie, Buenos Aires e San Miguel de Tucuman ci sono circa milletrecento chilometri.
Quanto ai motivi per cui due fratelli emigrati in Argentina nell’arco di pochi anni si vengono a trovare a tale distanza,
potranno esserci di qualche aiuto i seguenti brani: «... solo chi aveva un mestiere da artigiano era autorizzato a rimanere
nella capitale», e «chi con qualche gabola potè rimanere a Buenos Aires si sistemò alla bell’e meglio nei quartieri di
periferia, tra immigrati della stessa regione...», mentre «per chi non aveva né arte né parte e neppure un santo protettore,
la faccenda fu ancora più dura. Imbarcati su carri sgangheroni diretti all’ovest o su un vapore che risaliva lentamente il
corso di un immenso fiume turbolento che, ci dissero, si chiamava Paraná, ci trovammo ad affrontare uno spazio
misterioso: non era il fantastico regno dell’oro ma un orizzonte selvatico di pianure vuote...», Laura Pariani, Il Paese dei
sogni perduti, Effige, Milano, 2004. Val solo la pena di aggiungere che, in tale situazione, oltre al “mestiere” e ai “santi
protettori”, può aver avuto un ruolo determinante anche il puro e semplice caso.
93
Mi è buona sorte.
94
Il vaglia, il versamento.
95
L’indirizzo della “señora” (Antonia Tomas) è in provincia di Belluno e, quindi, l’unica ipotesi possibile a proposito
della raccomandazione di fare il vaglia «a Ponte nelle Alpi» potrebbe riferirsi ad un collegamento postale tramite il
Trentino (le Alpi), anziché passare da Brescia (nel caso di versamento all’ufficio postale di Vezza d’Oglio o di Edolo).
96
Una ricevuta.
97
Vedova.
26
Sierra Chica, 25 marzo 1957 (originale n. 19)
Fratello carissimo,
La presente è per farti sapere que noi qui stiamo tutti bene, como così desidero ne sia iguale di te e
familia.
Erminio, credo che già saprai la triste notizia de la morte del nostro povero fratello Adamo, ocorrida il
giorno 13 del coriente mese. Povero fratello, la suerte non lo ha acompagnato mai neanche un solo
giorno in questa terra e il suo triste destino di cortare su vita ancora giovine e di più en ora con i figli
ancora giovine, la prima tiene 15 anni e l’ultimo solo 5 e sono 4 e la madre già è stata operata due
volte del fegato, così ti puoi immaginare e più ancora che erano già 3 anni che non poteva lavorare.
La famiglia si trova in miseria, così mi scrive la cognata e la sobrina Emma, la filia maggiore del
povero fratello Adamo. Io li ho scritto subito alla sorella Ines e li ho detto di farvelo sapere subito a
tutti, anche a Faustino in Francia, e la mamma fate quello che volete.
Io qui debbo sempre andare di una parte o l’altra, tutti i mesi debbo andare a Buenos Aires per farmi
vedere del professore per il mio male, però vado sempre melio, e li altri giorni lavoro e anche ci vedo
molto poco, però qualche cosa debo fare.
Caro fratello, la sorella Ines ti dirà como devi fare per i soldi del povero fratello, io mi sono arangiato
qui con un amico mio, però devi mandarmi a me il certificato della quantità di lire che ha ricevuto la
siñora che devi mandarle firmato per la sinora oppure un duplicado del banco 98 o della posta dove lo
hai mandato.
In attesa di una tua molto pronta, ricevi i miei saluti di me e familia a te, tu familia la mamma e
Onorina e familia.
Tu ermano Santiago Clementi.
Questa la direzione della filia di Adamo, la maggiore:
Señorita Emma Clementi, Lules, Avenida Sans Peñas, n.161, p.cia Tucuman.
98
Della banca.
27
Sierra Chica, 19 aprile 1957 (originale n. 20)
Carissima sorella Ines,
Te dire che me enquentro 99 bastante bene di salute come spero e desidero anche iguale di te e familia.
La presente per contestarti alla tua carta ricevuta sono pochi giorni. Ti dirò cara sorella che ieri ho
ricevuto el importo total delle 110.000 mila lire che con el cambio di cua viene a essere 6.000 mila
Pezzi argentini e lunedì li manderò alla vedova di Adamo, così con cuesto potranno fare qualche cosa
anche loro, i figli di Adamo. A ora la più grande mi scrive sempre, però siamo tanto lontani per
trovarsi che non si sa como fare.
Cara sorella, ti dirò que la direzione che mi hai mandato è un po’ confusa, devi spiegarti melio, darmi
il nome e cognome e la direzione più chiara e dopo non ti posso assicurare se posso incontrarlo 100
[...............] neanche il paese, devi comprendere che la provincia di Buenos Aires è molto più grande
che tutta Italia, così ti puoi immaginare per sapere dove si trova perché deve essere un paese piccolo
perché i grandi paesi [....................] li conosco quasi tutti e questo non l’ho mai sentito.
Sono contento per aver terminato con tutto questo del povero Adamo, perché così ho compiuto con il
mio dovere.
Fammi il favore e scrivile anche te alla filia di Adamo, in qualche forma sapranno leggerla, così
sapranno la verità di quello che mi han mandato.
Questa è la direzione:
Señorita Emma C. Clementi [..........................................................]. 101
Saludo y beso de dodos los mios a vos y familia [.....................] pronto saludo a todos a Stadolina y qui
en pregnante [............].
99
Mi ritrovo.
Chi?
101
Si veda l’indirizzo completo nella lettera precedente.
100
28
Sierra Chica, 17 maggio 1957 (originale n. 21)
Mia carissima sorella Ines,
Sono già como 20 giorni che ho ricevuto la tua tanto desiderata lettera. Intesi che vi trovate tutti bene,
come pure vi posso assicurare de me al presente quanto a mi e mi familia. [.................] che nostra cara
mamma sta bastante bene como pure fratelli e sorella con su familia.
Intesi tutto quello che mi hai detto por le cose di familia, pero ti dico la pura verità cara Ines, che non
penso mai che i fratelli e sorella e anche i genitori avessero a pensare male a quelli o noi altri che per
potere guadagnarsi la vita abbiamo dovuto abbandonare tutto il Paese, la casa e tutto, genitori fratelli,
sorelle, infine tutto il meglio della vita per andare in Paese disconosciuto e guadagnarsi la vita e
lontano senza mai più poter vedere, abbraciare e baciare a tutti i suoi cari.
Ti dico la pura verità, cara sorella, che ho fatto tutto quello che ho potuto fare aiutando a tutto la
familia quando sono venuto in questa terra, il prima cosa che ho fatto il mandarli ai genitore le 3 milla
lire che mi avevano dato per fare il viaggio e poi dopo ho sempre lavorato, e quante volte andavo a
dormire invece di divertirme con altri amici [.........................].
Infine, cara sorella Ines, ho fatto di tutto e nel tempo che io era soltero102 cioè prima di maritarmi e
formare una familia li ho mandato a casa dopo delle 3 milla lire del viaggio ancora 14 milla lire e la
mia pencione militare che era di mille cinquecento 103 e di tutto questo io non ho visto niente. 104 Con
tutto questo io so che ha comprato campo nei monti e anche vacche, così con questo io ho fatto il mio
dovere con tutti, e a ora di quelli che sono lontani non si sa cosa danno. 105
Carissima sorella Ines, quello che fanno fratelli e sorelle mi fanno molto male. Ines, già te l’ho detto,
farai [.................]. Tutto quello che è di mia parte intanto che vive la mamma è sua, e dopo io dirò
venderla o regalarla, però voglio sapere quello che mi tocca e qual’è il suo valore, così con questo
potrò pagarti a te, cara sorella, tutto quello che fai per me.
Termino, carissima sorella Ines, inviandoti i miei più sinceri saluti baci e abraci di me e tutta mia
familia a te e tua familia. Bacioni a Silvana. 106
Darai saluti a Pedro Orsatti.
Saluti di quelli di Vezza e del cugino Bortolo.
A te Ines baci e abrazo, tengo voglia di vederti, cara sorella.
102
Celibe, scapolo.
Chiarire se si trattava di una sorta di vitalizio annuale o di una liquidazione “una-tantum” per la ferita in guerra.
104
Si veda la lettera dell’8 dicembre 1956.
105
Piuttosto esplicito, qui, il riferimento polemico al fratello Faustino.
106
La figlia di Ines e Nello, nata nel 1939.
103
29
Sierra Chica, 11 ottobre 1957 (originale n. 22)
Mia carissima sorella Ines,
Dopo di tanto tempo vengo a darti mie notizie, dove ti dirò che mi ritrovo di buona salute io e tutti in
familia, como pure ne desidero ne sia il simile anche di te carissima sorella.
Questa mattina ho avuto una tua carta scritta il dia 11 di questo mese e ho visto che pensavi male di
me perché non te scrivevo. Ti avrebbe 107 scritto prima, ma ho sempre aspettato perché dovevo
internarmi ancora en el ospitale e sono andato a Buenos Aires il giorno 7 di questo mese e sono
ritornato ancora a casa dopo di essere stato 4 giorni internato en el ospitale per curarmi del labio108
inferiore de la boca però dentro di una semana 109 incomincerò ancora a lavorare in cantera.
Ho inteso que sta bastante bene anche la mamma e che il giorno 2 di novembre, dia dei morti, anderai
a Stadolina. Mi farai un favore, metterai nella tomba del povero padre una candela o qualche cosa per
quel giorno li, con un ricordo per me con il mio nome.
Intesi que anche a Stadolina le cose non vanno tanto bene e non più tanto allegre come prima. Io non
mi sono mai incontrato arrepentito di essere venuto qui in questa terrà, io ho sofferto molto però ho
passato anche i giorni molto belli, e a ora que i figli sono grandi e molto buoni sto meglio ancora.
Quello che ho sempre volia ancora si guadagno alla lotteria di venire ancora una volta a passeggiare a
Stadolina però per poco tempo, per star ancora una volta con tutti voi altri e con tutti quelli che
conosco amici e amiche.
Riceverai te tua familia la mamma e tutti tanti saluti e baci della familia di Adamo che la filia
maggiore che ha 15 anni sempre mi scrive e vi ricorda a tutti però più a te.
Qui ti mando una piccola fotografia del secondo filio, ha 18 anni e lavora di mecanico en Olavarria. Se
vai a Stadolina ce lo insegnerai agli altri i alla mamma.
Se io tardo a scrivere non pensare male, scrivimi iguale e dammi tante novità di Stadolina.
Darai tanti saluti a Geremia e sua familia e le sue cognate... 110 e tutti quelli che domandano di me.
Ricevi di me e mi famili i migliori saluti e baci de tu ermano Santiago.
107
Ti avrei.
Labbro.
109
Settimana.
110
Con una delle quali Giacomo aveva una relazione sentimentale, prima di lasciare Stadolina.
108
30
Sierra Chica, 15 dicembre 1957 (originale n. 23)
Mia [........................] sorella Ines,
Stoi sperando una tua lettera en contestacion a la mia ultima inviata il giorno 11 de ottobre, dove
avevo una piccola fotografia del figlio, il secondo, que ha 18 anni e si chiama Omar Juan, però non ho
ricevuto la tua contestacion sperada.
Noi altri qui sta tutti bene como così speriamo di voi altri tutti. Credo que saprai novità di Stadolina
perché mi hai detto che andavi il giorno dei morti e io ti ho detto di metter una candela en la tomba del
padre.
Io ti dirò cara Ines che domani dia 16 anderò ancora a Buenos Aires nel ospitale a farmi vedere come
stoi però non so se dovrò restar internato o se me manderanno in casa, perché pareva che vado un poco
melio.
Cara sorella ricevi mille felicitazioni di buone feste di Natale e primo di anno a te, tu familia e tutti a
Stadolina di parte mia e di tutta mi familia.
Mil saludos i besos a te e familia, tu fratello Santiago Clementi.
Oggi li ho scritto anche alla filia di Adamo, Emma. Ti mando pure di parte sua e su familia Buone
Feste e tanti saluti y baci di tutti loro.
Mi ha detto la sobrina Emma di scriverle que pronto ti va a scrivere anche loro qui.
Ti mando la sua direzione: [...............................................................].
Querida ermana Ines, mil felicida de Navida y Ano Nuevo, tu ermano Santiago.
31
Sierra Chica, 2 (o 7) giugno 1958 (originale n. 24)
Mia sorella Ines,
Per fine dopo di tanto tempo e non pensar cose che non sono tutto questo tempo per negligencia, te
dirò que cui 111 stiamo tutti bastante bene como pure spero i desidero ne sia il simile di te tua familia e
la nostra cara mamma che mi hai detto che sta con te.
Prima di tutto te dirò che la piccola fotografia di tua filia Silvana la tengono i figli oppure il secondo,
quello ti ho mandato la fotografia, dice que cuando va al servizio militare dentro di due anni dice che
viene in tua casa per prendere la tua figlia osea 112 la sua cugina per portarla qui con lui.
Di parte mia molte gracie delle due stelle alpine che mi hai mandato e anche dei figli molte gracie.
A ora ti dirò che io sono già 6 mesi che non lavoro per vedere se posso guarire del tutto, però sono già
più di due anni e ancora non sono sicuro quando terminerò. Io sono stato 10 giorni internato en un
ospitale in Buenos Aires, già con questo sono 4 volte che vado all’ospitale e sempre cada 2 mesi debbo
andare a farmi vedere, a ora vado in giorno 16 alla notte per farmi vedere il giorno 17 di mattina e se
va bene alla sera ritorno di nuovo a casa.
In questi giorni scriberò anche al fratello Erminio a Stadolina perché mi ha detto di mandarli un
comprolento [?] dove ho ricevuto la eredità del fratello.
Carissima sorella, so perché mi ha escritto la filia di Adamo, la Emma, che li hai scritto a loro e sono
molto contenti e pronto ti scriveranno a le. Cuando ci scrivi di nuovo alla nipote Emma fammi il
piacere e le dirai cuanto era la sua parte de eredità e quello che le hanno regalato voi altri in lire
italiane perché non so, però la cugnata non mi manda il comprobante con la sua firma e il fratello
Erminio vuole che ce lo manda.
Io ho fatto tutto questo senza andare del Console Italiano per fare la scrittura perché bisogna pagare
dieci mila lire, così che a ora in questo mese verrò quello che debe fare.
Termino raccomandandoti a te di guidare bene lo più che puoi la nostra mamma allomeno te che puoi
star assieme. Io sono già il 29 di questo mese 35 anni che sono partito di casa e così ho perso il padre
la madre e tutti senza poter più vederli.
Riceverai i migliori saluti e baci te tu familia e la mamma di me e tutta mia familia.
La filia mi dice quando andiamo in Italia per conoscervi a tutti.
Tanti saluti del mi patron e dei paesani.
Tanti saluti a Geremia e quelli che domandano di me.
Ciao, Santiago Clementi.
111
112
Qui.
Ossia.
32
Sierra Chica, 30 giugno 1958 (originale n. 25)
Sorella Ines carissima,
La presente è per farti sapere che qui stiamo bastante bene di salute e così spero ne sia il simile di te e
tua familia e la cara mamma.
Ti dirò Ines che il giorno 3 [o 9?] di luglio vado ancora a Buenos Aires a internarmi en un ospitale per
operarmi e farmi un labio inferiore di nuovo, così che per molto tempo non starò a casa. Il dottore mi
ha detto che tengo per 5 o 6 mesi si vado bene.
Di tutto questo non dire niente alla mamma, e te quando scrivi scrivi sempre qui in casa.
Qui ti mando i recivi 113 della eredità del fratello Adamo, in lire e in pezzi argentini, e così starete
contenti, selo encegnerai 114 a Erminio e li altri se vuoi te, le darai tanti saluti di mia parte a tutti fratelli
sorella e nipoti. Saluti a Geremia e quelli che domandano di me a tutti.
Saluti a te del mio patrone e molie.
Se per disgracia avesse a succedere di morire ti incargherai te di arangiare tutte le mie cose e se puoi
fare come hai fatto per il fratello Adamo.
Sorella Ines, non posso più della tristezza. Ricevi i miei migliori saluti di me e tutta mia familia a te, tu
familia e mamma. Tu fratello Santiago Clementi.
Scrivi pronto.
113
114
Ricevute (“Recibo”).
Glieli farai vedere.
33
Sierra Chica, 29 settembre 1958 (originale n. 26)
Mi sorella Ines carissima,
È già da molto tempo che devo scriverti in contestacione alla tua dove ho inteso che stanno tutti bene
como pure ti posso assicurare anche di me e di tutti i miei per il presente.
Io è un mese che mi hanno operato, un professore in particolare mi ha secato 115 tutto la malattia del
labio inferiore e mi ha fatto una parasione estetica, non so como lo chiamano en italiano, infine mi ha
fatto un labio di nuovo, però devo andare ancora un’altra volta per poter terminare, però non so
cuando. Però a ora sono molto contento perché sto bene.
Dimmi la mamma come sta? Le due cugine che si hanno ancora ricordato di me li manderai tanti saluti
di parte mia e di mia familia.
Te dirò che ieri ho ricevuto carta anche dalla cuñata da Tucuman, dove mi dice che stanno tutti bene e
sperano notizie de Italia, che è molto tempo che non sanno niente, e ti mandano tanti saluti a tutti.
Credo che per il giorno dei morti oppure il giorno 2 novembre 116 anderai a Stadolina e li ricorderai
anche per me. Io vado tutti i anni qui en Olavarria.
Saria molto contento se mi mandassero una fotografia il fratello Erminio con tutta la sua familia e
anche la sorella Onorina con tutta la sua.
Termino per non stancarti a leggere i miei errori e mal scritto. A tua filia Silvana tante gracie delle
stelle alpine.
Ricevi te e tutti i tuoi, la mamma Onorina Erminio e sua familia i miei di me e di mia familia i miliori
saluti e baci. Desideri di buona sorte del tuo fratello Santiago Clementi.
Saluti a Geremia, sua molie e familia e sue cugnate, sempre mi ricordo.
115
Da “secar” (asciugare), il ché farebbe pensare ad una ferita che continuava a spurgare.
Le due date coincidono, ma è frequente che la cerimonia per i morti venga celebrata nel giorno di Ognissanti (1
novembre) che, essendo giornata festiva, rende più agevole il rientro al paese d’origine e la visita ai defunti.
116
34
Sierra Chica, 21 novembre 1958 (originale n. 27)
Mi carissima sorella Ines,
È già passato un mese che ho ricevuto tua lettera dove intesi che ti trovi bene di salute te e tua familia,
così ti posso assicurare anche di me al presente e mia familia.
Intesi tutto quello che mi hai detto. Carissima sorella Ines, tutto quello che mi tocca della parte mia da
oggi in avanti te la vendo a te, te saprai cuello che è così ti arrangerai tu.
Carissima sorella, io ti vorrei regalare qualche cosa però devi perdonarmi perché non posso. Ho
guastato tanto che ti dirò la verità, con tutto quello che ho guastato in questi due anni potevo venire a
passeggiare 6 mesi a Stadolina con i viaggi e tutto, così mi perdonerete di tutto.
Io vorrei pedirte 117 un piacere di non dire niente alla mamma perché allora penserebbe ancora di più,
così che cara sorella già lo sai, e in quanto ai soldi farai come hai fatto con quelli di Adamo, però per
me li puoi mandare cuando vuoi perché i figli sono tanto buoni che non mi lasciano mancare niente,
facio la vita di un grande signore e quasi un anno che non lavoro.
Io sto molto bene della operazione che mi hanno fatto, però nel mese di marzo devo andare ancora a
Buenos Aires del medesimo professore per terminare di farmi il labio inferiore e mettermi tutta la
dentatura, però cuesto non ho più paura perché è poco, forse 15 giorni o poco di più.
Ieri è stato il mio compleanno, i 60 e sono già più di 35 anni che sono qui.
La famiglia di Adamo sta bene e mandano tanti saluti e baci a tutti e anche alla mamma. Sempre mi
scrivono e sperano che tu li scrivi.
Ricevi tanti saluti e baci di me e mia familia a te e tua familia. Dile a Silvana che aspetto i confetti.
Tanti saluti a Geremia e familia e cugnate e quelli che domandano di me. Scrivime pronto.
117
Chiederti.
35
Sierra Chica, 6 febbraio 1959 (originale n. 28)
Carissima sorella Ines,
Dopo di più di un mese che ho ricevuto tua carta ti contesto dicendoti che mi trovo en buona salute
como pure tutta la mia famila, così spero sia il simile anche di te e familia, la mamma, fratelli e sorella
e tutti assieme.
Nella tua lettera mi hai detto che li avevi scritto a quello che sta en [nome di paese?] per poter
mandarmi la mia parte di eredità. Cara sorella, fino a ora non ho ricevuto nessuna carta, così che te
farai quello che vuoi, però a ora li puoi mandare anche per il banco direttamente a nome mio oppure a
mio nome e direzione nel Banco della Nazione Argentina en Olavarria, così che te farai quello che
vuoi.
Io nel mese di marzo vado ancora a farmi operare un’altra volta per così terminare del tutto. Debbono
farmi il labio inferiore e mettermi tutti i denti sotto e sopra, però credo che sono per pochi giorni.
Qui ti mando una piccola fotografia della filia, una solo così quando vai a Stadolina iela farai vedere
alla mamma e a tutti.
Oggi son tre anni che mi sono fatto male e ancora non ho terminato di guarire del tutto, però a ora
vado molto bene.
Cara sorella, non ti puoi immaginare la volia che ho di venire ancora una volta a Stadolina anche solo
por un mese.
Termino mandandoti i miei e di mia familia i miliori saluti e baci a te, tua familia la mamma e tutti.
Saluti a quelli che domandano di me. Saluti del mio patrone e señora.
Cara sorella, ti dirò che il giorno 13 di dicembre è morto anche la molie del cugino Bortolo Chiappini,
era filia di Caterina Leggerini, sorella di Martin e Mario Petengo, 118 oppure zia del sposo di Onorina.
Cara sorella, fammi sapere tante cose da [.....................], spero carta pronto.
Tuo fratello Santiago Clementi.
118
Soprannome di un ceppo della famiglia Leggerini di Stadolina [verificare.......].
36
Sierra Chica, 26 marzo 1959 (originale n. 29)
Mi carissima sorella Ines,
Te dire che il giorno 21 ho ricevuto tua carta dove mi davi la triste notizia della desaparizione della
povera mamma. Cara sorella, non ti puoi immaginare como sono rimasto, è certo che aveva una buona
età che io di certo non arrivo di sicuro.
Cara sorella, ti dirò che il giorno 10 sono andato ancora a Buenos Aires a farmi vedere del Professore
e sono stato tre giorni e dopo sono ritornato il giorno 18 per farmi una nuova operazione nella boca e il
giorno venti sono ritornato a casa per ricevere la triste notizia della povera mamma, e il giorno 24 sono
andato a farmi levare i punti e ora mi trovo di nuovo in casa, però ancora non so como anderò. Nelle
ultime due operazioni ho guasto quasi il doppio di quello che mi hai mandato per la [...................] del
giorno che mi ha fatto la operacione o pure li [................] nella operazione sempre mi ha acompagnato
il filio maggiore Mario. Così che, cara sorella, ti puoi immaginare come starò con tutto cuesto che mi
sta passando la unica suerte mia. Ti posso assicurare che tanto la molie como i figli mi gogliono un
bene che non sanno cosa fare contento.
Già si an vestito tanto la molie como la filia di negro e an pianto molto e tutti ti mandano le loro
condolianze a te e tutti.
Cara sorella, io già ti ho scritto subito quando ho ricevuto i soldi e ti ho fatto un bilietto aperto dove
certificabo averte venduto la mia parte a te e che avevo ricevuto i soldi, così che, cara sorella, nel
paese di Stadolina non mi resta solo che il ricordo di aver passato qualche giorni felici, però più tanti
tristi. Addio a Stadolina e a tutti che non li vedo mai più.
Ines, darai tanti saluti al caro amico Geremia e sua familia. Saluti a tutti e grazie molto a tutti i parenti
e paesani che hanno compagnato alla mamma fino al cementerio.
Ines, te prego di non dimenticarmi, escrivimi sempre e fammi sapere qualche novità di quelli che
conosco.
Di parte mia e di mi familia riceverai i miliori saluti e baci a te e tutta tua familia.
Tuo fratello Santiago Clementi.
Saluti alle due cugine Adelina e Giuseppina.
Scrivi pronto.
37
Sierra Chica, 12 giugno 1959 (originale n. 30)
Carissima sorella Ines,
Desidero che a ricevere questa mia ti abbia trovare te e tua familia in perfetta salute e felicità, così te
dire che si troviamo anche noi altri tutti in familia.
Ora ti dirò che al filio il secondo oppure Omar li ha toccato in sorte il numero 369 per il servizio
militare, così el anno che viene li tocca un anno. A ora sta facendo i tramiti per farlo qui vicino a casa,
così starà melio in tutto.
Io è un mese oggi che mi hanno fatto la ultima operazione e a ora non possono farmi più niente per 6
mesi e dopo verranno come starò. Io di salute sto bene e sempre in casa, è già un anno e mezzo che
non lavoro, così mi passo una vita di grande signore.
Ti dirò che oggi li ho scritto anche a Onorina a Stadolina e ho ricevuto il ricordo dei poveri genitori, e
uno li mandato subito alla famiglia del fratello Adamo, iera già quindi 10 anni che avevo fatto fare una
fotografia in grande dei genitori, mide 40 cm x 60 in colore e sono restato molto bene.
Termino inviandoti i migliori saluti e auguri dogni bene e baci a tua familia. Baci di tutta mia familia,
tuo fratello Santiago Clementi.
Chiede a Silvana tua filia che aspetto la fotografia, con i confetti. Baci ciao.
38
Sierra Chica, 21 giugno 1959 (originale n. 31)
Senorita Silvana Carè (da trascrivere...)
39
Sierra Chica, 2 ottobre 1959 (originale n. 32)
Mia sorella carissima Ines,
La presente è per dirte che noi stanno tutti bene como pure spero sia iguale di te. Io sono sempre
ammalato nella boca, ho avuto tre operazioni e non vado niente bene.
Questa lettera è per domandarti perché non mi scrivono più nessuno, ho scritto a te e già molto tempo
ho scritto anche alla sorella Onorina a Stadolina.
La mia filia Elsa ha scritto alla tua filia sibbene però nessuna contestazione, sarà forse perché li ho
detto si potevano mandarmi la fotografia della familia di Onorina e la familia di Erminio che non
[.....................] nessuno, e se potevano mandarmi una cartolina del paese di Stadolina.
Spero che cuando ricevi questa mi farai una pronta risposta.
Ricevi mio sincaro saludo e baci di me e tutta la familia a te e tutta tua familia.
Scrivimi subito, tuo fratello Santiago Clementi.
40
Sierra Chica, 25 novembre 1959 (originale n. 33)
Mia sorella Ines carissima,
Vengo per cuarta volta a scriverti con la speranza di ricevere una tua contestazione. Io sono sempre
ammalato e non so cuando terminerò. La mia malattia è tutta nella facia del lato sinistro. La familia
stanno tutti bene e te e tua familia [e] quelli di Stadolina come stanno?
Sono già più di sei mesi che ti ho scritto una carta senza ricevere contestazione, li ha scritto la mia filia
Elsa alla tua filia Silvana, ti ho scritto [......................] altre due carte io, li ho scritto alla sorella
Onorina a Stadolina però nessuna risposta di nessuno. Perché tutto questo silenzio? Perché non mi
scrivono più che è quello che posso per non scrivermi più a me?
La filia Elsa era tutta contenta per podere ricevere una contestazione della tua Silvana, però niente. Vi
siete forse offesi perché io ho chiesto di voi altri se potevano mandarmi la fotografia di tutta sua
familia i Erminio e tutta sua familia, perché la tua e quella di Faustino ce l’ho, così con cueste due li
conoscevo a tutti.
E a te ti avevo domandato se potevi mandarmi una cartolina con tutto il paese di Stadolina, però dopo
che io ho chiesto tuto questo non ho avuto più contestazione a nessuna carta di nessuno.
Ti manda tanti saluti la familia di Adamo, e di me e tutta mia familia ricevi i migliori saluti e baci del
tuo fratello che mai si dimentica, Santiago Clementi.
Mi dimenticavo, tanti saluti a tua familia e quelli di Stadolina, e se qualcheduno domanda di me,
saluti. Ti prego di rispondermi pronto.
41
Sierra Chica, 5 dicembre 1959 (originale n. 34)
Mia ermana Ines i familia,
Non puoi immaginarti la allegria al ricevere una carta tua, pensavo che non mi scrivevi più.
Me allegro che stanno tutti bene, così ti dirò di mia familia, però non così di me perché sono sempre
uguale o peggio.
La mia filia Elsa aspetta carta della tua Silvana. Dalle a Silvana tanti baci di me e mia familia per il
suo prossimo matrimonio e che tenga tutta buona sorte di felicità e fortuna.
Ricevi te e tua familia così come se scrivi a Stadolina i miei sinceri saluti e auguri d’ogni bene per le
feste di Natale e primo di anno, di me e mia familia.
El giorno che ho ricevuto la tua carta qui en Sierra Chica io ti ho mandato una en Olavaria, è andata
qualche ore prima.
Spera carta la Elsa da Silvana. Spero carta di Onorina per sapere se mi manda la fotografia di sua
familia e quella di Erminio con sua familia.
Ricevi tanti saluti e baci di me e familia, tuo ermano Santiago Clementi.
Mandami una cartolina di Stadolina.
42
Sierra Chica, 3 giugno 1960 (originale n. 35)
Carissima cugnata,
Nell’ultima nostra scritta alla cugnata Onorina se le spiegava più o meno del corso della malattia de
Giacomo e sembrava che questa fosse stazionaria por quanto che sembrava sempre uguale alla vista
nostra; mentre che al contrario questa avanzava hasta 119 il giorno 11 maggio e improvvisamente con
una forte perdita di sangue spirava, cose che nessuno si aspettava tan 120 pronto.
Non te dirò se questa enfermità fosse stata dolorosa perché Giacomo sempre diceva che non gli doleva
molto, però certamente non avrà dovuto 121 manifestarlo a noi il dolore che soffriva.
Il giorno 12 si fece il suo funerale lasciandone a tutti nel più triste dolore.
Dentro della disgrazia ti dirò che i miei figli si portarono benissimo e entra tutti abbiamo fatto lo poco
che si poteva fare però tutto fu inutile, la sua malattia se desaroggiava 122 nella faccia e fece varii mesi
di letto conservando sempre su conoscimento fino all’ultimo momento.
Ti raccomando di passare questa triste notizia pure altri fratelli e sorelle; e mi desculperan se ho
tardiato un poco a notificarti tutto questo; non è tutta colpa mia ma bensì alla mia poca salute che ho
dovuto rimanere qualche giorni a letto, ora mi sembra di stare meglio.
Ti dirò che i miei figli tutti stanno bene.
Termino enviandoti saluti tua aff.ma cugnata Herminia Pietra de Clementi
Il mio indirizzo che resta come sempre
S.ra Erminia 123 Pietra de Clementi.
119
Fino.
Tanto.
121
Si intende “voluto”, evidentemente.
122
Si sviluppava (sviluppare = desarrollar).
123
Il nome inizia con la “H” solo nella firma.
120
43