La capacità d`Amare, perchè è così difficile?
Transcript
La capacità d`Amare, perchè è così difficile?
La capacità d’Amare, perchè è così difficile? a cura di Sandra Salmaso Abbiamo fatto passi da gigante rispetto all’età della pietra, si dice. “Ci troviamo ad un punto della nostra storia in cui le nostre comunità devono inventarsi strategie di sopravvivenza radicalmente nuove”, scrive Michel Odent, famoso medico francese, e continua “Per millenni tutte le culture hanno condiviso le stesse strategie di base: dominare la natura e dominare, se non addirittura eliminare, altre comunità umane; sviluppare la nostra aggressività potenziale ed una certa capacità di distruggere la vita, controllando così la capacità di amare, era dunque un vantaggio“(1). C’è da chiedersi davvero: “Ma come si fa a crescere “amorevoli”? A imparare ad essere affettivi e benevolenti, anziché prodursi in innumerevoli forme di degrado affettivo?” Se l’uomo è spaventoso, come lo descrive Euripide, possiede nondimeno il dono dell’Illuminazione e del meraviglioso, ed inoltre sa essere così Intelligente da creare opere che restano nei secoli, da volare sulla Luna, da compiere scoperte scientifiche eccezionali. Ma allora cos’è l’Intelligenza? Come mai l’Uomo continua ad essere bellicoso e distruttivo? Oggi, stiamo osservando il tentativo di ricomprendere la genesi della formazione dell’intelligenza nell’Essere Umano. Il concetto d’Intelligenza ha subito notevoli modificazioni attraverso il tempo.Anche se etimologicamente l’Intelligenza indica la funzione cognitiva del riconoscere e a partire dalla psicologia di Terman e, successivamente di Binet, l’intelligenza era considerata come “la capacità di risolvere problemi”, con il tempo si è visto che alcuni individui con un alto quoziente d’intelligenza possono essere psicopatici, con Identità non integre né capacità di comprendere la Vita. Persone intelligenti e sensibili ma senza capacità d’amare possono dare prova di inconcepibili livelli di violenza. Molti studiosi di questo fenomeno sostengono che l’Intelligenza ha la sua base strutturale nell’Affettività. Tutti i processi di adattamento intelligente all’ambiente esterno e di costruzione del mondo si organizzano sulle esperienze primarie di relazione affettiva. E tra questi studiosi spicca Rolando Toro Araneda(2), creatore del metodo Biodanza, che ha proposto il concetto di “Intelligenza Affettiva”. Egli sostiene che la capacità di apprendimento, la struttura selettiva, le preferenze, la percezione di sé e dell’ambiente ed il giudizio estetico sono fortemente condizionati dall’Affettività. E’ quindi l’Affettività che determina l’evoluzione completa e felice dell’Essere Umano, dalla tappa intrauterina sino alla maturità. Secondo Toro, la Genesi biologica dell’Affettività è in relazione con l’istinto di solidarietà intra-specie, gli impulsi gregari, le tendenze altruistiche e i rituali di vincolo. La biologia cellulare rivela inoltre l’esistenza di vere comunità cellulari che integrano azioni biochimiche di cooperazione cellulare: principi di affinità e rifiuto si integrano a beneficio dell’unità biologica. In etologia si descrivono abbondantemente l’istinto del gregge, la formazione dei branchi di pesci e degli stormi di uccelli. (L’uomo è l’unico animale capace di organizzarsi per distruggere la sua stessa specie!) Gli impulsi biologici di cooperazione, integrazione e solidarietà culminano nell’uomo con i sentimenti altruistici e costituiscono la Genesi dell’Amore. È molto interessante ciò che ci propone Odent nel suo ultimo libro la “Scientificazione dell’Amore”, nel quale sostiene che nell’attuale epoca stiamo invece scoprendo come si sviluppa la capacità d’Amare e unendo i dati offerti dalle diverse prospettive scientifiche è possibile affermare che il periodo perinatale è un periodo critico. Oggi abbiamo modo di valutare quali vantaggi evolutivi abbiano presentato le infinite usanze e credenze trasmesse nel corso dei millenni riguardo al primo contatto tra madre e figlio che possono essere elementi di disturbo: i limiti di queste strategie sono evidenti nell’era della consapevolezza ecologica, ed è tempo di porsi interrogativi radicalmente nuovi, quali: “In che modo possiamo far crescere il rispetto per la Madre Terra?”. Secondo Odent e tanti altri studiosi del campo, una attenzione affettiva massima alla nascita e al periodo perinatale è garanzia di un processo di maturazione neurologica ottimale per la formazione di una sana Intelligenza affettiva del neonato. Scrive Odent: “Abbiamo bisogno delle energie dell’Amore, tutte le credenze ed i riti che interferiscono con i processi fisiologici del periodo critico perinatale stanno ormai perdendo i loro vantaggi evolutivi. E’ necessario imparare ex-novo come potrebbe essere una nascita non disturbata e riscoprire i bisogni fondamentali della partoriente e del neonato.” D’altra parte, c’è chi sostiene “La vita è così!, la sofferenza esiste!” Se la sofferenza è inerente all’esistenza umana, anche la felicità lo è. Nondimeno, è straordinariamente misterioso che l’essere umano abbia costruito una cultura della sofferenza. E’ convinzione filosofica il fatto che l’esistenza possieda, nella sua essenza, un elemento tragico. La fatalità come entità mitica non è scomparsa dalle fondamenta della nostra cultura e dobbiamo riconoscere che i sistemi sociali richiedono immensi sacrifici legati al sostentamento. L’Evoluzione della specie dovrà essere segnata da una essenziale modifica delle strutture che generano sofferenza, che saranno sostituite da quelle che generano felicità. La fonte di sofferenza più frequente è la perdita dell’Amore e questo fatto non è estraneo alla paura che hanno molti di impegnarsi affettivamente. Perdere l’Amore richiede di elaborare la sofferenza perché un essere umano ferito ha una forza paurosa che lo rende pericoloso per se stesso e per gli altri. L’evoluzione dalla sofferenza alla pienezza richiede di trovare la forza per fare un salto di coscienza collettiva. Bisogna cominciare bene dall’inizio, da parti e nascite curate e amorevoli, da bambini cresciuti nell’affettività e accompagnati nella difficile epoca dell’adolescenza, da adulti che elaborano i loro traumi infantili e si aprono ad una visione dell’umanità solidale e pacifica. (1)Michel Odent, è il famoso pioniere specialista in ostetricia nonché pioniere del parto naturale a cui si deve l’introduzione in ospedale della sala parto che riproduce l’ambiente familiare e delle vasche per il parto in acqua. E’ autore di cinquanta articoli scientifici e di dieci libri tradotti in tutto il mondo. Citato da “la Scientificazione dell’Amore” ed. URRA e da “Lotus Birth: il parto integrale!” ed. AMRITA • (2) Rolando Toro Araneda, psicologo ed antropologo, creatore del metodo Biodanza per la crescita integrata dell’Essere Umano. Citato da dispensa didattica “Affettività” e libro “Biodanza” ed. RED