Poche adesioni per l`iniziativa del Senatore Montani

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Poche adesioni per l`iniziativa del Senatore Montani
IL PUNTO
di Dario Lamanna
Poche adesioni
per l’iniziativa
del Senatore Montani
Ddl “Catanzaro Capitale”: oltre
alle assenze, perché così tante
polemiche?
C
he strana città è questa Catanzaro, non si riesce mai a trovare unità di intenti:
anche quando si promuove un’azione legislativa che intende rilanciare ed affermare il ruolo di capoluogo che esercita, oggettivamente, con difficoltà; anche
quando si tenta di far riflettere il Parlamento sulle “sofferenze” che vive a causa di
continue spoliazioni (la lista è lunga).
Anzi! La presentazione del ddl “Catanzaro capitale” che, sono certo, in altre realtà
anche calabresi avrebbe trovato consenso bipartisan, qui ha scatenato una serie di
reazioni spesso incomprensibili e una tale scarsità di adesioni, a qualsiasi latitudine,
da restare profondamente amareggiati. E il fatto che lo abbia presentato un esponente
della Lega, il senatore Enrico Montani, su sollecitazione del Movimento Catanzaro
nel Cuore, non può certo rappresentare un impedimento al consenso. Piuttosto dovrebbe far riflettere sull’immobilismo della classe politica che da tempo riscalda gli
scranni di importanti palazzi romani incidendo - anche in questo caso oggettivamente - poco sullo sviluppo della città.
Ho difficoltà a giustificare il mancato consenso della rappresentanza catanzarese,
eccezione fatta per il neo senatore Speziali che, dall’alto della sua storia personale e
professionale poco avvezzo ed estraneo ai giochi del “teatrino politico”, ha aderito
con entusiasmo ed energia. Ha detto
bene, in quella sede, il Sen. Speziali
quando ha invitato il Consiglio
Comunale a far proprio, in maniera
bipartisan, un provvedimento favore
della città.
E non si può assolutamente comprendere, mi scuserà per questo, l’assenza
del signor Sindaco Olivo alla presentazione del ddl avvenuta in Comune.
Perché l’On. Olivo si sarebbe, eventualmente, potuto dissociare dai paventati rigurgiti campanilistici che
richiamano tristi pagine della storia
calabrese, sollevando le sue obiezioni
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IL PUNTO
«Chi ha letto il ddl saprà che il suo
fine è anche quello di riqualificare
le aree degradate, di consentire
lo sviluppo economico e
incoraggiare il sistema turistico
locale prevedendo incentivi
alle imprese che decideranno
di ampliarsi o di aprire nel comune
e nella provincia catanzarese»
al primo firmatario del ddl; ma, d’altro canto, avrebbe dovuto sostenere con forza le
ragioni centrali del disegno di legge che vanno in una sola direzione: restituire dignità, non solo a parole e con proclami, al capoluogo regionale attraverso la riorganizzazione delle sue funzioni e la programmazione di interventi strutturali che sostengano
il tessuto produttivo dell’intero territorio provinciale.
Il Sindaco, on. Olivo, comunque, con la sua lunga esperienza politica, ha immediatamente recuperato, invitando tutti i parlamentari del territorio nella casa comunale per
presentare una piattaforma di confronto con il Governo nazionale. La riunione, che
ha avuto l’obiettivo di fare fronte comune sulle emergenze della città, ha individuato
una serie di priorità sulle quali intervenire tempestivamente ed efficacemente.
Chi ha letto, peraltro, il ddl - che comunque può essere emendato e dunque arricchito
o epurato di quelle parti considerate “pericolose” per i rapporti, in particolare, con
la città metropolitana di Reggio Calabria - saprà che il suo fine è anche quello di riqualificare le aree degradate, di consentire lo sviluppo economico e incoraggiare il
sistema turistico locale prevedendo degli incentivi alle imprese che decideranno di
ampliarsi o di aprire nel comune e nella provincia catanzarese. E per fare tutto questo
si individua da dove attingere i finanziamenti e, cioè, dai “Fondi per le aree sottoutilizzate”.
Perché opporsi a questa possibilità? Perché non remare tutti dalla stessa parte seppur
con le differenze di colore politico? Che speranze ha, questo ddl, di passare al vaglio
della Camera se i diretti interessati non lo sostengono?
Nella schiera di chi dice “no” c’è anche chi ritiene che vada contro il progetto di conurbazione Catanzaro-Lamezia. Questo è davvero insensato. Avere un capoluogo di
regione che, si badi bene, abbia le stesse e non superiori prerogative degli altri, a mio
avviso non farebbe che rendere ancora più virtuoso il processo di condivisone e arricchimento. Strada che da sempre additiamo come l’unica perseguibile per risollevare
le sorti non soltanto delle due città ma dell’intera Calabria. Senza, per questo, non
riconoscere l’esigenza di far valere il ruolo direzionale di Catanzaro che, in molte circostanze, sembra più un pennacchio che altro.
Auspichiamo, a questo punto, un vero risveglio delle coscienze da parte della rappresentanza comunale.
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