Sintesi del convegno - CENTRO SERVIZI CONGRESSUALI

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Sintesi del convegno - CENTRO SERVIZI CONGRESSUALI
Sintesi del convegno
CONFINDUSTRIA
XII Settimana della Cultura d’Impresa
SALUTO DI BENVENUTO
Umbro Bernardini Presidente Confindustria Umbria
Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole -
Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013
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CONFINDUSTRIA
XII Settimana della Cultura d’Impresa
INTRODUZIONE AI LAVORI
Ringrazio il Presidente Confindustria Umbria, Umbro Bernardini per il caloroso saluto e per la cortese ospitalità, ringrazio i relatori per la loro prestigiosa presenza e voi tutti per la nutrita partecipazione.
Come sapete, questo convegno costituisce il seguito dell’evento organizzato lo scorso anno presso la suggestiva sede della Luisa Spagnoli, messaci a disposizione da Nicoletta Spagnoli con la generosità che le è consueta.
Il titolo di quel convegno: «Di padre in figlio, di madre in meglio” , apprezzato da tutti, risultò assolutamente in linea con la profondità dei contenuti e la qualità degli ospiti.
Si trattò, infatti, di una grande opportunità di riflessione sul tema della continuità di impresa interpretato con gli occhi della madre. Nel materiale che vi è stato consegnato trovate una sintesi di quei contenuti.
Con il convegno di oggi, AIDDA Umbria intende riproporre il tema della continuità leggendolo attraverso la prospettiva dei figli: costruttori del nostro futuro, prima ancora che eredi del nostro passato.
L’anno scorso ci siamo chieste come accogliere i nostri figli in azienda, come ascoltarli, come assisterli, educarli, farli crescere, responsabilizzarli, trasmettere loro la nostra impresa, i risultati di una vita intera. Ci siamo chieste cosa vogliamo da loro e, anche, cosa è giusto pretendere da loro, pur con l’affetto, la cautela, l’attenzione, la capacità di attendere della mamma. E, in effetti, il convegno era focalizzato sul diverso modo di interpretare e gestire la continuità di impresa della donna, rispetto all’uomo.
Oggi facciamo un passo in avanti e, invertendo la prospettiva, ci chiediamo cosa si aspettano i nostri figli da noi , cosa pensano che noi ci aspettiamo
da loro e, anche, cosa pretendono da noi. Come vivono la sensazione di predestinazione all’impegno nella nostra impresa, quanto soffrono la nostra ostinazione nel volerli coinvolgere fin da piccoli, in che modo percepiscono ed elaborano la consapevolezza del ruolo che sono chiamati a svolgere.
E, ancora: quali difficoltà avvertono a portarsi dietro i nostri modelli e quanta energia è necessaria per metterli in discussione ed elaborarne di nuovi.
E, ancora: quali i loro obiettivi, le loro ansie, i loro sogni.
Maria Rita Cucchia
Presidente AIDDA Umbria
Di tutto questo vogliamo parlare a partire da loro, perciò abbiamo deciso di iniziare proponendovi dodici brevi testimonianze di giovani imprenditori.
Abbiamo chiesto loro di intervenire in rappresentanza delle altre migliaia di eccellenti giovani imprenditori che operano nel nostro territorio.
Non abbiamo effettuato alcuna selezione o graduatoria, ci siamo semplicemente rivolte ai figli delle nostre colleghe e abbiamo registrato le loro disponibilità.
Ne è scaturito uno spaccato vivace e stimolante di una generazione attiva e dinamica, pronta a costruire il loro e il nostro futuro, poco incline all’appiattimento, alla routine, alla consuetudine, all’adempimento fine a se stesso.
Ci fa piacere proporvelo perché sarà proprio dalle loro testimonianze che partiranno i nostri lavori che possono contare sul contributo del Dr. Antonio Polito, acuto giornalista de’: ”Il Corriere della Sera”, del Dr. Enrico Moretti Polegato intraprendente figlio d’arte e presidente della Diadora, del Professor Alessandro Campi docente e commentatore acuto e proattivo delle nostre vicende e infine della nostra Governatrice Dr.sa Catiuscia Marini che, come lo scorso anno, ci onora della sua presenza istituzionale.
Abbiamo chiesto al nostro amico Sergio Cimino di coordinare i lavori proprio per creare un raccordo con quelli dello scorso anno nell’ambito dei quali fu apprezzato relatore.
Consentitemi a questo punto di ringraziare tutte le amiche AIDDA che hanno garantito, con il loro impegno, la riuscita del convegno, in primis: Giovanna Benedetti, Francesca Cassano, Paola Gagliardini, Alessandra Gasperini e tante altre.
Un ulteriore ringraziamento rivolgo a Confindustria Umbria nella persona, per noi preziosa, di Cristina De Angelis per lo spessore e l’intensità del contributo professionale.
A questo punto, di ringraziamento in ringraziamento, voglio rivolgere un caloroso saluto a tutte le amiche AIDDA nostre ospiti ed esprimere la mia profonda gratitudine alla nostra Presidente nazionale, Franca Audisio, che anche quest’anno ha garantito la sua presenza al nostro convegno. A lei lascio la parola per concludere questa fase introduttiva ai lavori di oggi
Ricordo a tutti che, al termine dei lavori, vorremmo brindare, insieme con i nostri giovani, ad un futuro più promettente e costruttivo. Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole -
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Dal passaggio generazionale alla continuità di impresa
La terra che abitiamo non ci è data in eredità dai nostri padri,
ma in prestito dai nostri figli.
(Antico proverbio indiano)
Sergio Cimino
Chairman
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……….dove eravamo rimasti
AIDDA 2012: Di padre in figlio, di madre in meglio
Continuità vuol dire imparare a guardare lontano insieme
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In generale solo 1 impresa su 6 arriva alla 3a generazione
100%
76%
86%
24%
14%
1°
passaggio
generazionale
2°
passaggio
generazionale
Sopravvivenza delle imprese italiane al passaggio generazionale
(Fonte: Prof.Giovanni Fioroni su: L’imprenditore, Settembre 2007)
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Sicuramente uno dei motivi delle difficoltà di trasmissione dell’attività aziendale è dovuta al fatto che si continua a parlare di:
consensuale
traumatico
Passaggio
e al massimo di o
Avvicendamento,
addirittura di «Trapasso»
anziché di
condivisa
Continuità
Alleanza
Compresenza
sinergica
e
Per gentile concessione di:
Tenuta Valdipiatta Montepulciano
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C’è chi si è soffermato a individuare gli stili di abbandono (John Davis)
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Anziché studiare a fondo i processi di continuità e sviluppo
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e la necessità di far evolvere
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Un esempio:
SOCI/AMMINISTRATORI/MANAGER
………… 30 anni fa: 1 sola figura aziendale Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole -
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………… oggi 8!
SOCI
Soci familiari senza
Ruoli in impresa
Soci familiari amministratori non operativi
Familiari manager, né soci, né amministratori
Soci familiari amministratori e manager
Amministratori familiari,
né manager,
né soci
Amministratori non familiari
C.D.A.
Manager
non familiari
Amministratori familiari, manager non soci
STRUTTURA
MANAGERIALE
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ALCUNE VARIABILI IN GIOCO
MODELLO DI
BUSINESS
Combinazione mkt/prod, Posizionamento
competitivo, ciclo di vita, etc
OGGETTIVE
MODELLO
INDUSTRIALE
SENIOR
SOGGETTIVE
JUNIOR
Struttura organizzativa e tecnologica, gestione
processi: F/Ci, ROE, MOL, etc
Sensibilità al tema, disponibilità alla delega,
sovrapponibilità /complementarietà delle
competenze con junior
Sensibilità al tema, disponibilità all’attesa,
sovrapponibilità/complementarietà delle
competenze con senior
n combinazioni
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…………….n combinazioni
ATTUALITÀ/EFFICACIA
DEI MODELLI
DISPONIBILITÀ/COMPETENZE SENIOR
DISPONIBILITÀ/COMPETENZE JUNIOR
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Francesca Benedetti Cristina Colaiacovo
Elisa Cesaretti
Alberto Cucchia
I nostri giovani
Chiara Franceschini
Cristina Loccioni
Lucia Mencaroni
Nicola Mirabassi
Elena Veschi
Angelica Pistelli
Francesco Struzzi
Francesco Zaganelli
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Il mestiere più bello
del mondo
Francesca Benedetti
A volte siamo talmente
impegnati a sciogliere i
nodi del passato che
non gettiamo e
coltiviamo i semi per il
futuro!
Elisa Cesaretti
Yes, I can
Cristina Colaiacovo
Non si tratta di
conservare il passato,
ma di realizzare le
sue speranze
Theodor Adorno
Alberto Cucchia
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Se tutto quello che hai
provato ti è riuscito,
vuol dire che non hai
provato abbastanza
Gordon Moore
Chiara Franceschini
Radici sul
territorio e
sguardo sul
mondo
Cristina Loccioni
Ritorno al futuro
Rinnovando il futuro
Lucia Mencaroni
Nicola Mirabassi
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Si ripaga male un
maestro,
se si rimane sempre
scolari
Never a
mistake,
always a
lesson
Angelica Pistelli
Francesco Struzzi
Vivi ogni attimo in
modo tale da
desiderare di
riviverlo
Elena Veschi
Un giorno ti sveglierai
e sarà troppo tardi
per realizzare ciò che
hai sempre sognato,
fallo adesso.
Paulo Coelho
Francesco Zaganelli
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La sottile ambiguità del termine cambiamento
L’unica cosa permanente è il cambiamento.
(Eraclito 500 a.C.)
Sergio Cimino
Chairman
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CAMBIAMENTO
(latino tardo di origine gallica)
MUTAZIONE
(latino classico)
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…. Oggi più che mai, dobbiamo passare dalla logica del CAMBIAMENTO a quella della MUTAZIONE
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………………….. attendendoci gli esiti più svariati
(fonte: Ergoenergia su Il Sole 24 ore)
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La formula di successo (D.N. Sull – “Darwin per i manager”, 2005) Modello strategico
Processi
Risorse Relazioni
Valori
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L’AZIENDA MUTA RAPIDAMENTE
Ambiente
Modelli
strategici
Processi
Risorse
Paraocchi
Relazioni
Valori
Routine
Fardelli
Catene
Dogmi
La trappola dell’inerzia attiva (D.N.Sull)
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I nostri ospiti
Antonio Polito
Enrico Moretti Polegato
«Siamo l’unica specie animale al mondo che si sente in
dovere di proteggere così tanto
e così a lungo i propri figli»
(A. Polito)
Alessandro Campi
Catiuscia Marini
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CONCLUSIONI
Franca Audisio
Presidente Aidda Italia
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RASSEGNA STAMPA
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di Gaia Nicchi
PERUGIA - Un coro di 12 giovani voci del mondo dell'imprenditoria umbra ha testimoniato il
passaggio, positivo e libero, seppure difficile, fra generazioni nella conduzione aziendale. Francesca Benedetti, Elisa Cesaretti,
Cristina Colaiacovo, Alberto
Cucchia, Chiara Franceschini,
Cristina Loccioni, Lucia Mencaroni, Nicola Mirabassi, Angelica
Pistelli , Francesco Struzzi, Elena
Veschi e Francesco Zaganelli sono le nuove leve imprenditoriali
che ieri hanno parlato della loro
esperienza personale e professionale nel corso del convegno su
"Continuità di impresa : tecniche
di trasmissione", promosso nella
sede di Confindustria Perugia,
dall'associazione Aidda Umbria, in collaborazione con la
Confederazione. Il senso dell'incontro, in una frase: "costruttori
del nostro futuro, prima ancora
che eredi del nostro passato".
Giovani imprenditori che presentano, nel loro curriculum, non solo un cognome impegnativo, ma
soprattutto un bagaglio culturale e professionale capace di dare
nuova vita e nuove opportunità
di crescita e sviluppo alle proprie
Le testimonianze di 12 giovani
imprend"tori ieri all convegno in Confindustria
9 r r r9á p f ro 0/ //0 0/l / y/000/l/
In gruppo Alcune nuove leve dei mondo imprenditoriali al convegno Aidda (Foto Belfíore}
aziende di famiglia. Dopo i saluti
del presidente regionale Umbro
Bernardini, la presidente di Aidda Umbria Maria Rita Cucchia
ha ricordato come l'evento di ieri
sia la naturale prosecuzione della
tavola rotonda aperta lo scorso
anno su "Di padre in figlio, di
madre in meglio". Il giornalista e
autore del libro "Contro i Papà",
Antonio Polito ha definito le 12
testimonianze "un pezzo della società italiana, in cui il rapporto
fra generazioni, sebbene nella di-
versità dei percorsi familiari, è
stato positivo e ha prodotto persone dotate di grande autonomia. Tuttavia, spesso abbiamo assistito alla chiusura delle imprese, al momento del passaggio generazionale".
Per Polito è proprio il legame intergenerazionale la chiave di volta della crisi, determinata soprattutto dall'assenza del grande capitale rappresentato dai valori.
Secondo la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini,
"il cambiamento, fattore che
può produrre continuità, si evoca molto in politica, ma non viene praticato e spesso il consiglio
da una generazione politica all'altra è dato volutamente sbagliato".
Enrico Moretti Polegato, figlio
d'arte e presidente della Diadora, ha raccontato la sua esperienza manageriale e l'opportunità
avuta con "Diadora (oggi gruppo Geox) rilevata in un momento di crisi e rilanciata assieme a
un pool di giovani.
Il professor Alessandro Campi si
è soffermato a parlare del collegamento fra i processi educativi e
quelli formativi, mentre di continuità e sviluppo ha parlato Sergio Cimino.
n w ï d a L'esperienza del passaggio generazionale raccontata da dodici giovani imprenditori
Di padre in ciglio, storie d'impresa
PERUGIA - Sono stati dodici giovani imprenditori ad aprire il convegno
organizzato da Aidda Umbria (Associazione delle donne dirigenti
d'azienda) in collaborazione con
Confindustria Umbria, dedicato alla
continuità di impresa e alle tecniche
di trasmissione. Francesca Benedetti, Elisa Cesaretti, Cristina Colaiacovo, Alberto Cucchia, Chiara Franceschini, Cristina Loccioni, Lucia
Mencaroni, Nicola Mirabassi, Angelica Pistelli, Francesco Struzzi,
Elena Veschi e Francesco Zaganelli
hanno raccontato il percorso che li
ha portati ad entrare in azienda al
fianco o al posto dei genitori.
Dopo i saluti del presidente Confindustria Umbria, Umbro Bernar-
Maria Rita Cucchia
dini, la presidente di Aidda Umbria
Maria Rita Cucchia ha introdotto i
lavori, sottolineando che il convegno rappresenta la logica prosecu-
zione dell'evento organizzato lo
scorso anno ("Di padre in figlio, di
madre in meglio") focalizzato sul
passaggio generazionale vissuto
con gli occhi e il cuore della mamma
imprenditrice.
«Oggi - ha detto Cucchia - vogliamo affrontare il tema della continuità a partire dai nostri giovani, anzi
vogliamo che loro stessi lo affrontino, raccontandoci ansie, problemi,
progetti e sogni». Al seminario hanno portato il proprio contributo alcuni ospiti di prestigio. Antonio Polito, editorialista del Corriere della
Sera, il giovane Enrico Moretti Polegato, presidente di Diadora (gruppo Geox), Alessandro Campi, docente alla Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Perugia. Il tema del cambiamento è stato affrontato anche da Sergio Cimino che si è
soffermato sull'importanza dei processi di continuità e di sviluppo per
un passaggio generazionale ben riuscito e che consenta la continuità
dell'impresa. La presidente della
Regione, Catiuscia Marini, ha chiuso i lavori del convegno.
I dodici giovani imprenditori che hanno raccontato la loro esperienza
I redditi
in Umbria
categoria
per categoria
DI PADRE IN FIGLIO,
QUANDO CONVIENE
E QUANDO NO
di ALESSANDRO CAMPI
i parla spesso dei problemi che
affliggono in modo strutturale
le piccole e medie imprese a
conduzione famigliare, che in Umbria, come si sa, rappresentano la
nervatura del sistema economicoproduttivo: la sottocapitalizzazione
e la difficoltà ad accedere al credito,
le poche risorse che esse posso destinare alla ricerca e dunque all'innovazione tecnologica, una struttura
organizzativo-gestionale spesso interamente incentrata sulla figura del
fondatore-imprenditore, la tendenza
a non fare squadra o rete con le altre
imprese.
Ma c'è un problema, altrettanto
importante, che non sempre viene
adeguatamente enfatizzato: quello
della loro continuità del tempo, che
è poi l'altra faccia di quello relativo
alla loro crescita dimensionale. (...)
SEGUE A PAGINA 47
i1' lnrldltiuuilnì.
rlii sale
rhi xrnde
Di padre in figlio, quando...
(...) Per solito le piccole imprese
divengono grandi, modificano
cioè la loro struttura e la loro capacità operativa, attraverso il passaggio da una generazione all'altra. Il
problema, come ci dicono le statistiche, è che in Italia (ma in Umbria le cose non vanno in modo
differente) solo una impresa su sei
arriva alla terza generazione. Il
che significa fondare la propria
crescita come Paese su realtà
aziendali che tendono a restare
piccole (il nanismo produttivo lamentato da molti economisti), che
non sopravvivono a chi le ha fatte
nascere o che entrano in crisi
quando una nuova leva imprenditoriale prende il posto della vecchia.
Viene dunque da chiedersi come e
a quali condizioni possa essere garantita la continuità di un'impresa
da una generazione all'altra, in
modo da favorirne la crescita in
termini produttivi ed occupazionali. Un problema divenuto oggi
ancora più stringente alla luce della fossilizzazione che ha colpito la
struttura sociale del nostro Paese a
tutti i livelli. L'avvicendamento al
comando e nei posti di responsabilità, infatti, non riguarda solo la
sfera aziendale, ma quella politica
come quella libero-professionale:
ovunque i giovani trovano la porta
sbarrata e i ruoli già occupati da
una generazione che non intende
mollare le proprie posizioni. Il risultato è che abbiamo una classe
dirigente "anziana" e un Paese nel
complesso sempre meno competitivo.
Bene ha dunque fatto l'Aidda
dell'Umbria - l'associazione che
raggruppa le donne dirigenti
d'azienda - ad organizzare, per
volontà della sua attuale presidente Maria Rita Cucchia, un convegno per discutere proprio il tema
della continuità d'impresa e del
passaggio generazionale nelle
aziende a conduzione famigliare.
L'incontro - svoltosi ieri presso la
sede di Perugia di Confindustria
Umbria e coordinato da Sergio Cimino - ha visto la partecipazione,
tra gli altri, dell'editorialista del
"Corriere della Sera" Antonio Polito (autore di un recente volume
sul tema dei rapporti tra padri e figli) e della presidente della Giunta
regionale dell'Umbria Catiuscia
Marini.
Insieme a loro - e si è trattato
dell'aspetto più originale e interessante dell'appuntamento - sono intervenuti dodici giovani imprenditori (peraltro quasi tutte donne)
che hanno portato la loro testimonianza ed esperienza, dal momento che già operano - con posizioni
e ruoli di responsabilità - nelle rispettive imprese di famiglia.
Sono emerse molte cose interessanti, che forse meriterebbero una
riflessione anche al di fuori
dell'ambito strettamente economico-aziendale.
Per cominciare, che non c'è nessuna predestinazione o fatalità nelle
scelte professionali e di vita che un
giovane, pur con tutte le difficoltà
che oggi gli si presentano, è chiamato a fare. Uno dei problemi
dell'Italia è la tendenza dei figli a
imitare i genitori, ovvero dei padri
a volere che i figli ripercorrano le
loro stesse orme: ne discende una
società fatalmente statica e con
una scarsa mobilità interna, come
è appunto diventata quella italiana. Trasmettersi il mestiere (e magari le ricchezze ad esso connesse)
da una generazione all'altra può
anche rappresentare una legittima
aspirazione: oltre una certa soglia
rischia però di diventare una patologia, una fonte d'immobilismo,
un freno all'innovazione e al cambiamento.
In ogni caso, ed è il secondo elemento scaturito dal convegno, il
passaggio generazionale non può
essere un fatto meccanico: deve
sempre essere giustificato su una
base meritocratica. Pretendere di
guidare un'azienda solo perché si
è il figlio o la figlia di colui che
l'ha fondata e la possiede, ovvero
incaponirsi da parte dell'imprenditore a lasciare l'azienda ai propri
discendenti solo per ragioni che rischiano di essere sentimentali
quando questi ultimi sono degli incapaci o presi da altri (legittimi)
interessi, è il modo migliore per
mandare tutto in malora. Invece
che far crescere un'azienda, si finisce così per affossarla definitivamente.
Inoltre, come ha ben spiegato nel
suo intervento Sergio Cimino, nel
passaggio da una generazione
all'altra non si tratta solo di cambiare, ma di mutare.
Cambiamento e mutazione sono
parole apparentemente simili, dallo stesso significato. In realtà,
mentre con la prima si può indicare un passaggio di consegne puramente formale o nominale, che
non incide sulla cultura dell'impresa e sul modo di condurre quest'ultima da parte della nuova generazione, con la seconda si pone
invece l'accento sugli aspetti di
novità sostanziale che dovrebbero
garantire l'efficacia di qualunque
processo di transizione alla guida
di un'azienda famigliare. Ciò che
conta non è che ai padri subentrino
i figli, ma quali trasformazioni
reali questi ultimi sono in grado di
introdurre nella vita di un'impresa, a partire dalle loro diverse conoscenze e sensibilità.
La continuità in senso dinastico,
insomma, non è un valore o una
soluzione di per sé.
Ciò detto, si è sottolineato nell'incontro come non manchino anche
in Umbria aziende che hanno saputo approfittare dell'avvicendamento generazionale per crescere
ed espandersi; aziende che hanno
mantenuto in famiglia il controllo
proprietario potenziando però le
funzioni manageriali interne. Si
tratta tuttavia di lodevoli eccezioni, dal punto di vista dei numeri. Il
problema è come fare in modo che
l'eccezione diventi sempre più la
regola.
ALESSANDRO CAMPI
CONFINDUSTRIA
XII Settimana della Cultura d’Impresa
Profilo Chairman SERGIO CIMINO
Laurea in Ingegneria Industriale Meccanica presso Politecnico di Torino (1975)
Iscrizione all’Ordine degli Ingegneri di Perugia
ESPERIENZE PROFESSIONALI
Nel 1975 ha intrapreso l’attività professionale assumendo incarichi manageriali presso p. e m. aziende umbre
Nel 1981 ha avviato l’attività di Consulenza Direzionale costituendo, insieme con altri professionisti, la
R.C.E. Consulting, Società presso la quale opera tuttora, con l’incarico di Presidente, occupandosi
prevalentemente di Pianificazione, Controllo Strategico e Organizzazione con particolare riguardo al
family business (cfr.: www.rceconsulting.it)
INCARICHI UNIVERSITARI
Docente di Strategia d’Impresa – Università di Perugia Facoltà Ingegneria Gestionale (dal 2006 a oggi)
Docente di Organizzazione - Università di Siena Facoltà di Farmacia (dal 2002 al 2011)
INCARICHI CONFINDUSTRIA
Componente Commissione di Unificazione Confindustria PG/Confindustria TR
Presidente Servizi Innovativi e Tecnologici Confindustria Perugia (2010-2014)
Revisore dei Conti - Confindustria Perugia (2004-2010)
Presidente Consulta Regionale del Terziario Avanzato Confindustria Umbria (2001-2006)
Tesoriere Assindustria Perugia (1999-2001)
Presidente Terziario Avanzato Assindustria Perugia (1994-2000)
Componente Comitati Tecnici Nazionali Confindustria: “Filiera, reti di impresa e aggregazione” (2012-2014),
“Organizzazione e Marketing Associativo” (2010-2012), “Education” (2006-2008), “Economia ed Impresa” (2001-2002),
“Finanza e Diritto d’ Impresa” (1998-2000)
Componente Comitato Direttivo Confidi Assindustria Perugia e successivamente Confindustria Umbria (1999-2012)
Componente Comitato Tecnico Confidi Assindustria Perugia (1999-2010)
Componente Comitato Agevolazioni Mediocredito Centrale -Regione Umbria (2000-2009)
Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole -
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