Sintesi del convegno - CENTRO SERVIZI CONGRESSUALI
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Sintesi del convegno CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa SALUTO DI BENVENUTO Umbro Bernardini Presidente Confindustria Umbria Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.2 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa INTRODUZIONE AI LAVORI Ringrazio il Presidente Confindustria Umbria, Umbro Bernardini per il caloroso saluto e per la cortese ospitalità, ringrazio i relatori per la loro prestigiosa presenza e voi tutti per la nutrita partecipazione. Come sapete, questo convegno costituisce il seguito dell’evento organizzato lo scorso anno presso la suggestiva sede della Luisa Spagnoli, messaci a disposizione da Nicoletta Spagnoli con la generosità che le è consueta. Il titolo di quel convegno: «Di padre in figlio, di madre in meglio” , apprezzato da tutti, risultò assolutamente in linea con la profondità dei contenuti e la qualità degli ospiti. Si trattò, infatti, di una grande opportunità di riflessione sul tema della continuità di impresa interpretato con gli occhi della madre. Nel materiale che vi è stato consegnato trovate una sintesi di quei contenuti. Con il convegno di oggi, AIDDA Umbria intende riproporre il tema della continuità leggendolo attraverso la prospettiva dei figli: costruttori del nostro futuro, prima ancora che eredi del nostro passato. L’anno scorso ci siamo chieste come accogliere i nostri figli in azienda, come ascoltarli, come assisterli, educarli, farli crescere, responsabilizzarli, trasmettere loro la nostra impresa, i risultati di una vita intera. Ci siamo chieste cosa vogliamo da loro e, anche, cosa è giusto pretendere da loro, pur con l’affetto, la cautela, l’attenzione, la capacità di attendere della mamma. E, in effetti, il convegno era focalizzato sul diverso modo di interpretare e gestire la continuità di impresa della donna, rispetto all’uomo. Oggi facciamo un passo in avanti e, invertendo la prospettiva, ci chiediamo cosa si aspettano i nostri figli da noi , cosa pensano che noi ci aspettiamo da loro e, anche, cosa pretendono da noi. Come vivono la sensazione di predestinazione all’impegno nella nostra impresa, quanto soffrono la nostra ostinazione nel volerli coinvolgere fin da piccoli, in che modo percepiscono ed elaborano la consapevolezza del ruolo che sono chiamati a svolgere. E, ancora: quali difficoltà avvertono a portarsi dietro i nostri modelli e quanta energia è necessaria per metterli in discussione ed elaborarne di nuovi. E, ancora: quali i loro obiettivi, le loro ansie, i loro sogni. Maria Rita Cucchia Presidente AIDDA Umbria Di tutto questo vogliamo parlare a partire da loro, perciò abbiamo deciso di iniziare proponendovi dodici brevi testimonianze di giovani imprenditori. Abbiamo chiesto loro di intervenire in rappresentanza delle altre migliaia di eccellenti giovani imprenditori che operano nel nostro territorio. Non abbiamo effettuato alcuna selezione o graduatoria, ci siamo semplicemente rivolte ai figli delle nostre colleghe e abbiamo registrato le loro disponibilità. Ne è scaturito uno spaccato vivace e stimolante di una generazione attiva e dinamica, pronta a costruire il loro e il nostro futuro, poco incline all’appiattimento, alla routine, alla consuetudine, all’adempimento fine a se stesso. Ci fa piacere proporvelo perché sarà proprio dalle loro testimonianze che partiranno i nostri lavori che possono contare sul contributo del Dr. Antonio Polito, acuto giornalista de’: ”Il Corriere della Sera”, del Dr. Enrico Moretti Polegato intraprendente figlio d’arte e presidente della Diadora, del Professor Alessandro Campi docente e commentatore acuto e proattivo delle nostre vicende e infine della nostra Governatrice Dr.sa Catiuscia Marini che, come lo scorso anno, ci onora della sua presenza istituzionale. Abbiamo chiesto al nostro amico Sergio Cimino di coordinare i lavori proprio per creare un raccordo con quelli dello scorso anno nell’ambito dei quali fu apprezzato relatore. Consentitemi a questo punto di ringraziare tutte le amiche AIDDA che hanno garantito, con il loro impegno, la riuscita del convegno, in primis: Giovanna Benedetti, Francesca Cassano, Paola Gagliardini, Alessandra Gasperini e tante altre. Un ulteriore ringraziamento rivolgo a Confindustria Umbria nella persona, per noi preziosa, di Cristina De Angelis per lo spessore e l’intensità del contributo professionale. A questo punto, di ringraziamento in ringraziamento, voglio rivolgere un caloroso saluto a tutte le amiche AIDDA nostre ospiti ed esprimere la mia profonda gratitudine alla nostra Presidente nazionale, Franca Audisio, che anche quest’anno ha garantito la sua presenza al nostro convegno. A lei lascio la parola per concludere questa fase introduttiva ai lavori di oggi Ricordo a tutti che, al termine dei lavori, vorremmo brindare, insieme con i nostri giovani, ad un futuro più promettente e costruttivo. Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.3 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa Dal passaggio generazionale alla continuità di impresa La terra che abitiamo non ci è data in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli. (Antico proverbio indiano) Sergio Cimino Chairman Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.4 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa ……….dove eravamo rimasti AIDDA 2012: Di padre in figlio, di madre in meglio Continuità vuol dire imparare a guardare lontano insieme Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.5 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa In generale solo 1 impresa su 6 arriva alla 3a generazione 100% 76% 86% 24% 14% 1° passaggio generazionale 2° passaggio generazionale Sopravvivenza delle imprese italiane al passaggio generazionale (Fonte: Prof.Giovanni Fioroni su: L’imprenditore, Settembre 2007) Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.6 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa Sicuramente uno dei motivi delle difficoltà di trasmissione dell’attività aziendale è dovuta al fatto che si continua a parlare di: consensuale traumatico Passaggio e al massimo di o Avvicendamento, addirittura di «Trapasso» anziché di condivisa Continuità Alleanza Compresenza sinergica e Per gentile concessione di: Tenuta Valdipiatta Montepulciano Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.7 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa C’è chi si è soffermato a individuare gli stili di abbandono (John Davis) Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.8 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa Anziché studiare a fondo i processi di continuità e sviluppo Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.9 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa e la necessità di far evolvere Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.10 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa Un esempio: SOCI/AMMINISTRATORI/MANAGER ………… 30 anni fa: 1 sola figura aziendale Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.11 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa ………… oggi 8! SOCI Soci familiari senza Ruoli in impresa Soci familiari amministratori non operativi Familiari manager, né soci, né amministratori Soci familiari amministratori e manager Amministratori familiari, né manager, né soci Amministratori non familiari C.D.A. Manager non familiari Amministratori familiari, manager non soci STRUTTURA MANAGERIALE Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.12 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa ALCUNE VARIABILI IN GIOCO MODELLO DI BUSINESS Combinazione mkt/prod, Posizionamento competitivo, ciclo di vita, etc OGGETTIVE MODELLO INDUSTRIALE SENIOR SOGGETTIVE JUNIOR Struttura organizzativa e tecnologica, gestione processi: F/Ci, ROE, MOL, etc Sensibilità al tema, disponibilità alla delega, sovrapponibilità /complementarietà delle competenze con junior Sensibilità al tema, disponibilità all’attesa, sovrapponibilità/complementarietà delle competenze con senior n combinazioni Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.13 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa …………….n combinazioni ATTUALITÀ/EFFICACIA DEI MODELLI DISPONIBILITÀ/COMPETENZE SENIOR DISPONIBILITÀ/COMPETENZE JUNIOR Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.14 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa Francesca Benedetti Cristina Colaiacovo Elisa Cesaretti Alberto Cucchia I nostri giovani Chiara Franceschini Cristina Loccioni Lucia Mencaroni Nicola Mirabassi Elena Veschi Angelica Pistelli Francesco Struzzi Francesco Zaganelli Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.15 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa Il mestiere più bello del mondo Francesca Benedetti A volte siamo talmente impegnati a sciogliere i nodi del passato che non gettiamo e coltiviamo i semi per il futuro! Elisa Cesaretti Yes, I can Cristina Colaiacovo Non si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue speranze Theodor Adorno Alberto Cucchia Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.16 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa Se tutto quello che hai provato ti è riuscito, vuol dire che non hai provato abbastanza Gordon Moore Chiara Franceschini Radici sul territorio e sguardo sul mondo Cristina Loccioni Ritorno al futuro Rinnovando il futuro Lucia Mencaroni Nicola Mirabassi Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.17 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa Si ripaga male un maestro, se si rimane sempre scolari Never a mistake, always a lesson Angelica Pistelli Francesco Struzzi Vivi ogni attimo in modo tale da desiderare di riviverlo Elena Veschi Un giorno ti sveglierai e sarà troppo tardi per realizzare ciò che hai sempre sognato, fallo adesso. Paulo Coelho Francesco Zaganelli Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.18 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa La sottile ambiguità del termine cambiamento L’unica cosa permanente è il cambiamento. (Eraclito 500 a.C.) Sergio Cimino Chairman Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.19 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa CAMBIAMENTO (latino tardo di origine gallica) MUTAZIONE (latino classico) Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.20 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa …. Oggi più che mai, dobbiamo passare dalla logica del CAMBIAMENTO a quella della MUTAZIONE Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.21 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa ………………….. attendendoci gli esiti più svariati (fonte: Ergoenergia su Il Sole 24 ore) Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.22 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa La formula di successo (D.N. Sull – “Darwin per i manager”, 2005) Modello strategico Processi Risorse Relazioni Valori Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.23 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa L’AZIENDA MUTA RAPIDAMENTE Ambiente Modelli strategici Processi Risorse Paraocchi Relazioni Valori Routine Fardelli Catene Dogmi La trappola dell’inerzia attiva (D.N.Sull) Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.24 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa I nostri ospiti Antonio Polito Enrico Moretti Polegato «Siamo l’unica specie animale al mondo che si sente in dovere di proteggere così tanto e così a lungo i propri figli» (A. Polito) Alessandro Campi Catiuscia Marini Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.25 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa CONCLUSIONI Franca Audisio Presidente Aidda Italia Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.26 CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa RASSEGNA STAMPA Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013 Pag.27 ------------------------------------------------------------------------- di Gaia Nicchi PERUGIA - Un coro di 12 giovani voci del mondo dell'imprenditoria umbra ha testimoniato il passaggio, positivo e libero, seppure difficile, fra generazioni nella conduzione aziendale. Francesca Benedetti, Elisa Cesaretti, Cristina Colaiacovo, Alberto Cucchia, Chiara Franceschini, Cristina Loccioni, Lucia Mencaroni, Nicola Mirabassi, Angelica Pistelli , Francesco Struzzi, Elena Veschi e Francesco Zaganelli sono le nuove leve imprenditoriali che ieri hanno parlato della loro esperienza personale e professionale nel corso del convegno su "Continuità di impresa : tecniche di trasmissione", promosso nella sede di Confindustria Perugia, dall'associazione Aidda Umbria, in collaborazione con la Confederazione. Il senso dell'incontro, in una frase: "costruttori del nostro futuro, prima ancora che eredi del nostro passato". Giovani imprenditori che presentano, nel loro curriculum, non solo un cognome impegnativo, ma soprattutto un bagaglio culturale e professionale capace di dare nuova vita e nuove opportunità di crescita e sviluppo alle proprie Le testimonianze di 12 giovani imprend"tori ieri all convegno in Confindustria 9 r r r9á p f ro 0/ //0 0/l / y/000/l/ In gruppo Alcune nuove leve dei mondo imprenditoriali al convegno Aidda (Foto Belfíore} aziende di famiglia. Dopo i saluti del presidente regionale Umbro Bernardini, la presidente di Aidda Umbria Maria Rita Cucchia ha ricordato come l'evento di ieri sia la naturale prosecuzione della tavola rotonda aperta lo scorso anno su "Di padre in figlio, di madre in meglio". Il giornalista e autore del libro "Contro i Papà", Antonio Polito ha definito le 12 testimonianze "un pezzo della società italiana, in cui il rapporto fra generazioni, sebbene nella di- versità dei percorsi familiari, è stato positivo e ha prodotto persone dotate di grande autonomia. Tuttavia, spesso abbiamo assistito alla chiusura delle imprese, al momento del passaggio generazionale". Per Polito è proprio il legame intergenerazionale la chiave di volta della crisi, determinata soprattutto dall'assenza del grande capitale rappresentato dai valori. Secondo la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, "il cambiamento, fattore che può produrre continuità, si evoca molto in politica, ma non viene praticato e spesso il consiglio da una generazione politica all'altra è dato volutamente sbagliato". Enrico Moretti Polegato, figlio d'arte e presidente della Diadora, ha raccontato la sua esperienza manageriale e l'opportunità avuta con "Diadora (oggi gruppo Geox) rilevata in un momento di crisi e rilanciata assieme a un pool di giovani. Il professor Alessandro Campi si è soffermato a parlare del collegamento fra i processi educativi e quelli formativi, mentre di continuità e sviluppo ha parlato Sergio Cimino. n w ï d a L'esperienza del passaggio generazionale raccontata da dodici giovani imprenditori Di padre in ciglio, storie d'impresa PERUGIA - Sono stati dodici giovani imprenditori ad aprire il convegno organizzato da Aidda Umbria (Associazione delle donne dirigenti d'azienda) in collaborazione con Confindustria Umbria, dedicato alla continuità di impresa e alle tecniche di trasmissione. Francesca Benedetti, Elisa Cesaretti, Cristina Colaiacovo, Alberto Cucchia, Chiara Franceschini, Cristina Loccioni, Lucia Mencaroni, Nicola Mirabassi, Angelica Pistelli, Francesco Struzzi, Elena Veschi e Francesco Zaganelli hanno raccontato il percorso che li ha portati ad entrare in azienda al fianco o al posto dei genitori. Dopo i saluti del presidente Confindustria Umbria, Umbro Bernar- Maria Rita Cucchia dini, la presidente di Aidda Umbria Maria Rita Cucchia ha introdotto i lavori, sottolineando che il convegno rappresenta la logica prosecu- zione dell'evento organizzato lo scorso anno ("Di padre in figlio, di madre in meglio") focalizzato sul passaggio generazionale vissuto con gli occhi e il cuore della mamma imprenditrice. «Oggi - ha detto Cucchia - vogliamo affrontare il tema della continuità a partire dai nostri giovani, anzi vogliamo che loro stessi lo affrontino, raccontandoci ansie, problemi, progetti e sogni». Al seminario hanno portato il proprio contributo alcuni ospiti di prestigio. Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera, il giovane Enrico Moretti Polegato, presidente di Diadora (gruppo Geox), Alessandro Campi, docente alla Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Perugia. Il tema del cambiamento è stato affrontato anche da Sergio Cimino che si è soffermato sull'importanza dei processi di continuità e di sviluppo per un passaggio generazionale ben riuscito e che consenta la continuità dell'impresa. La presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha chiuso i lavori del convegno. I dodici giovani imprenditori che hanno raccontato la loro esperienza I redditi in Umbria categoria per categoria DI PADRE IN FIGLIO, QUANDO CONVIENE E QUANDO NO di ALESSANDRO CAMPI i parla spesso dei problemi che affliggono in modo strutturale le piccole e medie imprese a conduzione famigliare, che in Umbria, come si sa, rappresentano la nervatura del sistema economicoproduttivo: la sottocapitalizzazione e la difficoltà ad accedere al credito, le poche risorse che esse posso destinare alla ricerca e dunque all'innovazione tecnologica, una struttura organizzativo-gestionale spesso interamente incentrata sulla figura del fondatore-imprenditore, la tendenza a non fare squadra o rete con le altre imprese. Ma c'è un problema, altrettanto importante, che non sempre viene adeguatamente enfatizzato: quello della loro continuità del tempo, che è poi l'altra faccia di quello relativo alla loro crescita dimensionale. (...) SEGUE A PAGINA 47 i1' lnrldltiuuilnì. rlii sale rhi xrnde Di padre in figlio, quando... (...) Per solito le piccole imprese divengono grandi, modificano cioè la loro struttura e la loro capacità operativa, attraverso il passaggio da una generazione all'altra. Il problema, come ci dicono le statistiche, è che in Italia (ma in Umbria le cose non vanno in modo differente) solo una impresa su sei arriva alla terza generazione. Il che significa fondare la propria crescita come Paese su realtà aziendali che tendono a restare piccole (il nanismo produttivo lamentato da molti economisti), che non sopravvivono a chi le ha fatte nascere o che entrano in crisi quando una nuova leva imprenditoriale prende il posto della vecchia. Viene dunque da chiedersi come e a quali condizioni possa essere garantita la continuità di un'impresa da una generazione all'altra, in modo da favorirne la crescita in termini produttivi ed occupazionali. Un problema divenuto oggi ancora più stringente alla luce della fossilizzazione che ha colpito la struttura sociale del nostro Paese a tutti i livelli. L'avvicendamento al comando e nei posti di responsabilità, infatti, non riguarda solo la sfera aziendale, ma quella politica come quella libero-professionale: ovunque i giovani trovano la porta sbarrata e i ruoli già occupati da una generazione che non intende mollare le proprie posizioni. Il risultato è che abbiamo una classe dirigente "anziana" e un Paese nel complesso sempre meno competitivo. Bene ha dunque fatto l'Aidda dell'Umbria - l'associazione che raggruppa le donne dirigenti d'azienda - ad organizzare, per volontà della sua attuale presidente Maria Rita Cucchia, un convegno per discutere proprio il tema della continuità d'impresa e del passaggio generazionale nelle aziende a conduzione famigliare. L'incontro - svoltosi ieri presso la sede di Perugia di Confindustria Umbria e coordinato da Sergio Cimino - ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell'editorialista del "Corriere della Sera" Antonio Polito (autore di un recente volume sul tema dei rapporti tra padri e figli) e della presidente della Giunta regionale dell'Umbria Catiuscia Marini. Insieme a loro - e si è trattato dell'aspetto più originale e interessante dell'appuntamento - sono intervenuti dodici giovani imprenditori (peraltro quasi tutte donne) che hanno portato la loro testimonianza ed esperienza, dal momento che già operano - con posizioni e ruoli di responsabilità - nelle rispettive imprese di famiglia. Sono emerse molte cose interessanti, che forse meriterebbero una riflessione anche al di fuori dell'ambito strettamente economico-aziendale. Per cominciare, che non c'è nessuna predestinazione o fatalità nelle scelte professionali e di vita che un giovane, pur con tutte le difficoltà che oggi gli si presentano, è chiamato a fare. Uno dei problemi dell'Italia è la tendenza dei figli a imitare i genitori, ovvero dei padri a volere che i figli ripercorrano le loro stesse orme: ne discende una società fatalmente statica e con una scarsa mobilità interna, come è appunto diventata quella italiana. Trasmettersi il mestiere (e magari le ricchezze ad esso connesse) da una generazione all'altra può anche rappresentare una legittima aspirazione: oltre una certa soglia rischia però di diventare una patologia, una fonte d'immobilismo, un freno all'innovazione e al cambiamento. In ogni caso, ed è il secondo elemento scaturito dal convegno, il passaggio generazionale non può essere un fatto meccanico: deve sempre essere giustificato su una base meritocratica. Pretendere di guidare un'azienda solo perché si è il figlio o la figlia di colui che l'ha fondata e la possiede, ovvero incaponirsi da parte dell'imprenditore a lasciare l'azienda ai propri discendenti solo per ragioni che rischiano di essere sentimentali quando questi ultimi sono degli incapaci o presi da altri (legittimi) interessi, è il modo migliore per mandare tutto in malora. Invece che far crescere un'azienda, si finisce così per affossarla definitivamente. Inoltre, come ha ben spiegato nel suo intervento Sergio Cimino, nel passaggio da una generazione all'altra non si tratta solo di cambiare, ma di mutare. Cambiamento e mutazione sono parole apparentemente simili, dallo stesso significato. In realtà, mentre con la prima si può indicare un passaggio di consegne puramente formale o nominale, che non incide sulla cultura dell'impresa e sul modo di condurre quest'ultima da parte della nuova generazione, con la seconda si pone invece l'accento sugli aspetti di novità sostanziale che dovrebbero garantire l'efficacia di qualunque processo di transizione alla guida di un'azienda famigliare. Ciò che conta non è che ai padri subentrino i figli, ma quali trasformazioni reali questi ultimi sono in grado di introdurre nella vita di un'impresa, a partire dalle loro diverse conoscenze e sensibilità. La continuità in senso dinastico, insomma, non è un valore o una soluzione di per sé. Ciò detto, si è sottolineato nell'incontro come non manchino anche in Umbria aziende che hanno saputo approfittare dell'avvicendamento generazionale per crescere ed espandersi; aziende che hanno mantenuto in famiglia il controllo proprietario potenziando però le funzioni manageriali interne. Si tratta tuttavia di lodevoli eccezioni, dal punto di vista dei numeri. Il problema è come fare in modo che l'eccezione diventi sempre più la regola. ALESSANDRO CAMPI CONFINDUSTRIA XII Settimana della Cultura d’Impresa Profilo Chairman SERGIO CIMINO Laurea in Ingegneria Industriale Meccanica presso Politecnico di Torino (1975) Iscrizione all’Ordine degli Ingegneri di Perugia ESPERIENZE PROFESSIONALI Nel 1975 ha intrapreso l’attività professionale assumendo incarichi manageriali presso p. e m. aziende umbre Nel 1981 ha avviato l’attività di Consulenza Direzionale costituendo, insieme con altri professionisti, la R.C.E. Consulting, Società presso la quale opera tuttora, con l’incarico di Presidente, occupandosi prevalentemente di Pianificazione, Controllo Strategico e Organizzazione con particolare riguardo al family business (cfr.: www.rceconsulting.it) INCARICHI UNIVERSITARI Docente di Strategia d’Impresa – Università di Perugia Facoltà Ingegneria Gestionale (dal 2006 a oggi) Docente di Organizzazione - Università di Siena Facoltà di Farmacia (dal 2002 al 2011) INCARICHI CONFINDUSTRIA Componente Commissione di Unificazione Confindustria PG/Confindustria TR Presidente Servizi Innovativi e Tecnologici Confindustria Perugia (2010-2014) Revisore dei Conti - Confindustria Perugia (2004-2010) Presidente Consulta Regionale del Terziario Avanzato Confindustria Umbria (2001-2006) Tesoriere Assindustria Perugia (1999-2001) Presidente Terziario Avanzato Assindustria Perugia (1994-2000) Componente Comitati Tecnici Nazionali Confindustria: “Filiera, reti di impresa e aggregazione” (2012-2014), “Organizzazione e Marketing Associativo” (2010-2012), “Education” (2006-2008), “Economia ed Impresa” (2001-2002), “Finanza e Diritto d’ Impresa” (1998-2000) Componente Comitato Direttivo Confidi Assindustria Perugia e successivamente Confindustria Umbria (1999-2012) Componente Comitato Tecnico Confidi Assindustria Perugia (1999-2010) Componente Comitato Agevolazioni Mediocredito Centrale -Regione Umbria (2000-2009) Continuità d’impresa: tecniche di trasmissione - I nostri figli tra predestinazione, ostinazione e scelta consapevole - Auditorium Confindustria Umbria, 15 novembre 2013