Pomigliano: tensione fra Fiom e Cgil. Marcegaglia

Pomigliano, tensione tra Fiom e Cgil La Marcegaglia: "Incredibile dire no" - LAST...
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16/6/2010 (11:0) - LAVORO- LA VERTENZA FIAT
Pomigliano, tensione tra Fiom e Cgil
La Marcegaglia: "Incredibile dire no"
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Epifani incalza i metalmeccanici:
i lavoratori approveranno intesa.
Brunetta: difendono i fannulloni
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d’Arco è «una pistola puntata alla testa».
Bisognerà, nonostante il netto dissenso, votare
Notizie sui cambi
alla consultazione del 22 giugno per non subire
«azioni di rappresaglia individuale da parte
dell’azienda», ma il risultato del referendum
Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia
+ Pomigliano, tre possibili scenari TEODORO CHIARELLI
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«illegittimo» non sarà in alcun modo vincolante «perchè riguardante diritti indisponibili dei lavoratori e
delle lavoratrici».
Dall’assemblea di Pomigliano d’Arco i metalmeccanici della confederazione alzano un muro contro
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l’accordo in un clima difficile e teso per lo stesso sindacato come dimostrano i fischi al rappresentante della
Cgil campana, Federico Libertino, dopo che la confederazione regionale e napoletana ha addirittura lanciato
un appello a votare sì. Gli operai appaiono frastornati, divisi, mentre c’è chi giura che «sarà guerra» se la
fabbrica chiuderà. La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia giudica incredibile il no all’intesa da
parte della Fiom «soprattutto ’davanti ad una azienda che va contro la storia, prende produzioni dalla
Polonia e le riporta in Italia, investe 700 milioni di euro».
Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, si concentra sulla partecipazione dei lavoratori al referendum
sostenendo che «è importante che siano coinvolti e partecipino. Ad occhio e croce credo che andranno a
votare e ad occhio e croce credo che diranno sì. Per la Cgil è un sì all’occupazione, sì al lavoro, sì
all’investimento». E rispetto alle posizioni assunte dalla categoria «tocca alla Fiom decidere cosa fare. È
corretto però che dica che ci sono materie non disponibili ai referendum. Allo stesso modo è altrettanto
importante che i lavoratori partecipino alle consultazioni». Per il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, «la
Costituzione non si aggira con un accordo» e si riferisce al ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. «Non
credo che nessuno, nemmeno la Fiat o Sacconi, possa pensare che un diritto costituzionale sia aggirabile da
ULTIMI ARTICOLI
un accordo. Non abbocchiamo all’amo di chi ce la racconta così. Sacconi dice che vede un grande orizzonte
fatto di deroghe ad ogni livello. Se lo sogna. La Costituzione non è derogabile».
ECONOMIA
Pomigliano, Bersani: sì all'intesa ma il governo doveva
mediare
Il responsabile del Lavoro, dal canto suo, si dice convinto «che i lavoratori hanno ben capito, sono persone
concrete e, pertanto, non potranno non valutare la concretezza di questa convenienza». Ancora più duro il
ministro Brunetta secondo cui la Fiom «si oppone» all’accordo «perchè difende fannulloni ed
opportunisti». Per il il titolare della Pubblica Amministrazione l’accordo per lo stabilimento Fiat di
Pomigliano è «straordinario» perchè «porterà 700 milioni di investimenti e manterrà in quella zona 5.000
ECONOMIA MANOVRA
Dietrofront sugli invalidi civili
ECONOMIA LAVORO- LA VERTENZA FIAT
Pomigliano, tensione tra Fiom e Cgil La Marcegaglia:
"Incredibile dire no"
posti di lavoro diretti e 10.000 dell’indotto incrementando inoltre la produzione di auto in Italia». La Fiom
ECONOMIA ANALISI
invece difende «assenteisti per finte malattie perchè magari hanno il quinto o sesto lavoro da fare e gli
Pomigliano, tre possibili scenari dopo l'incognita della
consultazione
opportunisti». E a «coprire tutto questo c’è una prestigiosa sigla, la Fiom che invoca la Costituzione, lo
Statuto dei Lavoratori e il diritto allo sciopero. Ma chi attacca il diritto di sciopero sono proprio gli
opportunisti».
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Secondo il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, non ci sono alternative all’intesa. Usano parole dure gli
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altri derivati
uomini Fiom, con un fronte esterno ed uno interno. Contro la Fiat, con il segretario generale Maurizio
Landini, che usa termini come «ricatto», e bolla il referendum come «una minaccia: è come se uno ti
puntasse la pistola alla testa e ti dicesse, se dici sì va bene, se dici no, sparo». Ma l’assemblea degli iscritti
Europa vs. Usa.
apre lacerazioni nello stesso sindacato. Fischi hanno accolto l’intervento di Federico Libertino, componente
della segreteria regionale, che ha invitato i lavoratori ad andare a votare «secondo coscienza, ma di andare a
votare per difendere l’investimento e l’occupazione. Dopo, insieme alla Fiom, siamo pronti ad una lotta per
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difendere il lavoro a tutti i tavoli». Maurizio Mascoli, della segreteria regionale Fiom, sottolinea invece che
«lo statuto della Cgil e della Fiom - ha proseguito - stabilisce che non si può sottoscrivere alcun accordo che
leda i diritti indisponibili dei lavoratori. Ed anzi, se la struttura sindacale dovesse farlo, è sottoponibile
anche al commissariamento. Detto questo è impensabile che la Fiom dia un’indicazione al voto, perchè il
referendum è illegittimo, e avrebbe dovuto fare lo stesso anche la Cgil, mentre oggi abbiamo assistito non
solo all’invito al voto, ma addirittura ad un’indicazione al sì per l’accordo».
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