Speciale Pesca

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Speciale Pesca
ANNO XLIX - N. 188
giovedi' 16 giugno 2011
SPECIALE PESCA
L'Economia e la politica della pesca nel mondo
FRANCIA: HERAULT, IL TONNO ROSSO, UN
TESORO IN ACQUE AGITATE - "MIDI LIBRE"
11 giugno 2011 – Da anni, si combatte un'aspra battaglia intorno al tonno rosso, che vede
scontrarsi i pescatori di tonno, le ong – Greenpeace in testa – , scienziati e anche politici.
Per difendere questo gigante dei mari che puo' pesare fino a 800 chili, e riservato al 90%
al mercato giapponese, le ong non esitano a scatenare battaglie navali al largo del
Mediterraneo.
Julien Pfyffer, giornalista e fondatore dell'agenzia Ocean 71 ha condotto un'inchiesta sul
"tesoro rosso" che suscita desideri e scatena passioni. Denaro che scorre a fiumi, frodi,
tecnologie high-tech, l'ambiente intorno al tonno rosso ha toni da thriller. (…) Julien
Pfyffer conclude: "Si e' partiti da conclusioni molto allarmiste delle ong (…), c'e' stata una
minaccia molto seria tra il 2000 e il 2005 a causa di un'evidente pesca eccessiva. Occorre
riconoscere a Greenpeace il merito di aver lanciato l'allarme. Tuttavia, le drastiche misure
messe in atto, la riduzione delle quote, il rafforzamento dei controlli e l'introduzione di
regole quali il divieto (…) di utilizzare aerei per individuare i branchi, e il passaggio dalla
stagione di pesca da sei mesi a un anno hanno consentito una ripresa della specie".
Anche se gli abusi restano una realta', (…) Julien Pfyffer denuncia l'estremismo di cui a
volte le ong danno prova: "E' chiaro che continuano il loro slancio quando la minaccia
non e' piu' cosi' grande (…). Sono intrappolate in un discorso di protezione che possiamo
capire, poiche' sono sostenute da donazioni da parte del pubblico e devono quindi
mantenere la pressione". Al centro della tempesta, i proprietari delle tonniere, in gran
parte con sede nel Golfo di Lione, per la maggior parte a Sete: 35 pescherecci nel 2008,
17 nel 2010, 11 nel 2011… Molti parlano di scomparsa programmata della filiera
economica. Un'idea che Julien Pfyffer rifiuta. (…) [Laure-Joanin Llobet, portale – a cura di
agra press]
FRANCIA: IL DECRETO CHE RIVOLUZIONERA'
LA PESCA DA DIPORTO - "LA PROVENCE"
10 giugno 2011 – Il decreto emesso il 17 maggio scorso dal ministero dell'Agricoltura e
della pesca e', per ora, passato inosservato. Dovrebbe invece produrre l'effetto di una
vera e propria bomba nell'ambito della pesca amatoriale. Infatti, dal 17 maggio, i pescatori
sportivi sono obbligati a tagliare una porzione delle pinna caudale del pesce che
catturano, al fine di impedirne la rivendita. Questo provvedimento riguarda spigole, orate,
saraghi, tonni e altri. "L'obiettivo di questo decreto, e' di evitare la rivendita illegale di
pesce da parte dei diportisti, ha spiegato il capo aggiunto Christophe Brouillet della
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brigata costiera e fluviale (BMCF) della gendarmeria.(…) [Stephane Rossi e E.Eb., portale
– a cura di agra press]
GRECIA: PROSPETTIVE DI CRESCITA PER
I PISCICOLTORI - "E KATHIMERINI"
8 Giugno 2011 - Quest'anno i prezzi del settore ittico greco, uno dei principali esportatori
di generi alimentari del paese, potrebbero salire, migliorando le prospettive del settore
per i prossimi anni, secondo quanto riportato in un'analisi del IOBE (fondazione per la
ricerca economica e industriale) pubblicata mercoledi'.
In questo report su un settore molto frammentato, che consiste di 117 realta', l'IOBE
sostiene che una liquidita' limitata in Grecia e Spagna, un mercato concorrente
fondamentale, potrebbe portare a piu' bassi livelli di produzione, facendo salire i prezzi
delle vendite di orate e spigole sopra i prezzi di produzione.
I prezzi dipenderanno da come i concorrenti reagiranno in paesi come la Turchia, e dai
loro livelli di produzione, si legge nel rapporto, che aggiunge che le strategie dei mercati
che offrono prodotti sostitutivi piu' economici influenzeranno i prezzi del pesce. I
piscicoltori greci hanno avuto guadagni per 726 milioni di euro nel 2009, di cui 324 milioni
dall'export, riporta l'IOBE. Il settore, che da lavoro a circa 10 mila persone, ha
rappresentato nel 2009 il 23% delle esportazioni alimentari annuali della Grecia e il 2.3%
delle esportazioni totali. [Stelios Bouras, portale – a cura di agra press]
AFRICA: CONFERENZA SULL' ACQUACOLTURA
A LIBREVILLE - "AFRIQUE EN LIGNE"
3 giugno 2011 – Una conferenza ministeriale sulla cooperazione per il sottore della pesca
tra i paesi africani che si affacciano sull'Oceano Atlantico (COMHAFAT), con sede a Rabat,
ha annunciato l'organizzazione, per l'8 giugno a Libreville, nel Gabon, di un seminario
regionale sulle strategie di sviluppo dell'acquacoltura commerciale nei 22 paesi membri.
Questo incontro di tre giorni e' organizzato dal segretariato esecutivo dell'organizzazione
regionale in collaborazione con il governo gabonese e la Fondazione giapponese per la
cooperazione internazionale nel settore della pesca (OFCF-Giappone). Circa 11 milioni di
africani dipendono dalla pesca per il proprio sostentamento, e le risorse alieutiche
rappresentano quasi il 50 per cento delle proteine animali in numerosi paesi.
Secondo i dati della Fao, nonostante l'esistenza di un potenziale accertato, l'acquacoltura
e' ancora poco sviluppata in Africa e rappresenta appena l'1,8 per cento della produzione
mondiale dell'acquacoltura, considerando che nel 2008, il suo contributo nell'Africa subsahariana era solo dello 0,5 per cento e di 1,3 per cento nel Nord Africa. (…)
La COMHAFAT ha l'obiettivo di armonizzare le politiche in materia di sfruttamento,
conservazione e valorizzazione delle risorse alieutiche dell'Atlantico, dal Marocco alla
Namibia. Mira inoltre a promuovere l'armonizzazione delle iniziative nazionali e sviluppare
una riflessione sulle possibili sinergie e sull'ottimizzazione delle appartenenze di
ciascuno. I principali settori di intervento della COMHAFAT sono la conservazione e lo
sfruttamento delle riscosse alieutiche, il monitoraggio, la sorveglianza e il controllo dei
pescherecci, lo sviluppo della produzione ittica e delle attrezzature per la produzione.
L'organizzazione raggruppa: Marocco, Mauritania, Capo Verde, Senegal, Gambia, Guinea
Bissau, Guinea, Sierra Leone, Liberia, Costa d'Avorio, Ghana, Togo, Benin, Nigeria,
Camerun, Sao Tome e Principe, Guinea equatoriale, Gabon, Congo, Repubblica
Democratica del Congo, Angola e Namibia. [portale – a cura di agra press]
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FRANCIA: LORIENT, LA PESCA ARTIGIANALE SOFFRE
L'INVECCHIAMENTO - "LE TELEGRAMME"
2 giugno 2011 – Quattro progetti di nuovi pescherecci sono appena stati respinti dalla
direzione della pesca. Professionisti e politici si sono mobilizzati a favore del
rinnovamento della flotta artigianale. E' stato dichiarato lo stato di emergenza.
Giovani che hanno sempre piu' difficolta' ad iniziare l'attivita'. Un'eta' media della flotta dei
pescherecci che si alza (intorno ai 25 anni) perche' non rinnovata. Queste le conclusioni
degli addetti alla pesca artigianale a Lorient. (…) Il bilancio nazionale assegnato, ovvero
1.000 kilowatt di forza motrice, e' inferire ai bisogni di Lorient (135 pescherecci)."Non si sa
realmente qual e' la capacita' della riserva nazionale", lamenta Olivier Le Nezet presidente
del comitato della pesca locale. Una grande incertezza che apre la strada ad un mercato
parallelo. Un mercato sul quale si vendono i famosi kilowatt. E' il caso in particolare in cui
si ferma la propria attivita': alcuni rivendono la loro riserva di kilowatt. Questa
commercializzazione del patrimonio e' nota."Una circolare vieta tale vendita", precisa
Oliver Le Nezet, "abbiamo bisogno di una vera politica di rinnovamento della
flotta"."Alcuni sono pronti a realizzare investimenti industriali ma non sono autorizzati a
farlo", aggiunge Norbert Metairie, presidente di Cap l'Orient, "questi investimenti
permetterebbero di avere pescherecci piu' efficienti, piu' rispettosi dell'ambiente, piu'
sicuri e piu' comodi". Secondo lui ora occorre "insistere sul governo" affinche' riveda la
sua posizione e "affermi chiaramente la sua posizione rispetto a Bruxelles"."Abbiamo
deciso di insediare un delegato part-time a Bruxelles. E' la prima volta per la Francia.
Sara' un intermediario, una vedetta e un portavoce per le nostre richieste", spiega
Norberto Metairie.
Ieri mattina, il deputato Daniel Fasquelle, responsabile del rinnovo della flotta marittima
francese per la pesca, e' andato a Lorient. (…) [quotidiano – a cura di agra press]
MAROCCO: PRODOTTI ITTICI, ANDAMENTO CONTRASTATO
DELL'ATTIVITA' DELLA PESCA - "LE MATIN"
2 giugno 2011 – L'attivita' della pesca costiera e artigianale presenta indicatori
contrastanti. Nei primi tre mesi di quest'anno se da un lato, infatti, si e' registrata una
diminuzione del volume delle catture di pesce di quasi il 27 per cento, dall'altro il loro
valore e' aumentato del 17,7 per cento.
Il calo del volume degli sbarchi e' stato dovuto principalmente alla riduzione delle catture
di pesci pelagici (-18,8 per cento) e di pesci bianchi (-2 per cento), mentre il miglioramento
del valore della pesca costiera e' attribuibile principalmente al netto aumento delle catture
di cefalopodi (+75 per cento) e di crostacei (+36 per cento). [...]
Piu' della meta' degli sbarchi sono stati destinati al consumo diretto, che ha mostrato una
crescita del 10,6 per cento rispetto al primo trimestre, quando si e' assistito a una
sensibile riduzione dei quantitativi diretti ai conservifici e all'industria, rispettivamente del
56,7 e del 86,3 per cento.
Riguardo alle esportazioni di prodotti ittici, che riflettono globalmente i cambiamenti
verificatisi nella produzione della pesca d'altura, il volume totale delle spedizioni ha
sopperito al calo registrato nel 2010; a fine febbraio 2011 le spedizioni di pesce fresco e di
crostacei, molluschi e testacei sono infatti aumentate rispettivamente del 145 e del 23 per
cento, in termini di variazioni annue.
Secondo le statistiche dell'Ufficio Cambi, le esportazioni di crostacei, molluschi e testacei
sono cresciute alla fine dello scorso aprile del 13,9 per cento, ovvero di 225,3 milioni di
dirham (da 1,62 a 1,84 miliardi di dirham), mentre le spedizioni di pesce in scatola hanno
subito un calo del 26,8 per cento, ovvero di 442,4 milioni di dirham (da 1,65 a 1,2 miliardi
di dirham), e anche quelle di pesce fresco sono diminuite dell'8,9 per cento, ovvero di 46,2
milioni di dirham (da 518 a 471,8 milioni di dirham).
L'andamento dell'attivita' della pesca costiera e artigianale nei primi mesi di quest'anno
non si inscrive nella tendenza che ha caratterizzato il settore nel 2010, quando si e'
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registrato un lieve aumento in volume e una diminuzione in valore. In quell'anno le catture
[…] sono infatti aumentate di appena l'1,8 per cento su base annua, dopo aver conosciuto
nel 2009 un incremento del 13,2 per cento. A spingere verso il basso questo indicatore
sono stati soprattutto gli sbarchi di pesci pelagici, che rappresentano oltre l'88 per cento
del volume totale degli sbarchi, le cui catture sono cresciute di appena 2,7 punti
percentuali, quando nel 2009 avevano segnato un aumento del 14,5 per cento; anche gli
sbarchi di pesci bianchi, cefalopodi e crostacei hanno subito una flessione rispetto
all'anno precedente, in particolare del 12,7, del 33,4 e del 6,3 per cento. Il valore delle
catture e' diminuito dello 0,7, dopo una regressione del 5 per cento nel 2009.
Alla base del leggero calo registrato nel 2010, l'aumento dell'8,9 per cento del valore delle
catture di pesci pelagici e la diminuzione del 17,4 e del 4,5 per cento del valore degli
sbarchi, rispettivamente, di cefalopodi e di pesci bianchi […]. Le esportazioni di prodotti
del mare hanno fruttato a fine dicembre dello scorso anno 13 miliardi di dirham, con un
miglioramento del 4,4 per cento su base annua, a fronte del calo del 5,8 per cento
dell'anno precedente.
Va inoltre ricordato che, nel quadro della conservazione delle risorse cefalopodi, il
Dipartimento della Pesca marittima ha istituito, con decorrenza dallo scorso 5 maggio, un
periodo di fermo biologico per la pesca del polpo durante la stagione primaverile e lungo
tutto il litorale marocchino, al fine di proteggere gli stock parentali di tale specie. [...]
Gli indici di abbondanza relativi a questo tipo di pesca, che dal 1989 e' soggetto a due
periodi di riposo biologico all'anno, si mostrano infatti fragili e deboli. Lo rivela il
Ministero della Pesca sulla base dei risultati dell'ultima indagine condotta dalla nave di
ricerca dell'Istituto nazionale di ricerca alieutica (Inrh) tra il 24 marzo e il 3 aprile 2011, che
ha confermato lo stato di sovrasfruttamento della pesca del polpo. [Lahcen Oudoud,
quotidiano - a cura di agra press]
GERMANIA: QUOTE PESCA, BATOSTA
PER LE ARINGHE - "NORDKURIER"
28 maggio 2011 – Nel 2012 i pescatori potranno pescare meno aringhe. Christopher
Zimmermann, biologo dell'Ices (International Council for the exploration of the sea),
auspica una diminuzione fino al tre per cento delle quote. (...) Per quanto riguarda la parte
orientale del Mar Baltico e' stata suggerita una diminuzione delle quote del 23 percento.
Per i merluzzi si registra un trend inverso: le quote pesca potrebbero aumentare dal 13 al
15 percento. In autunno la Commissione Europea stabilira' le quote pesca per il 2012.
Secondo i biologi dell'Ices la quantita' di aringhe nel Mar Baltico occidentale sarebbe
inferiore del 10 percento rispetto al valore di riferimento. Dal 2008 al 2011 le quote pesca
per quanto riguarda le aringhe sono diminuite fino al 60 percento. Dal 2008 i ricavi
derivanti dalla pesca delle aringhe si sono dimezzati. Zimmerman vede tuttavia una luce
in fondo al tunnel. "Nel 2009 abbiamo riscontrato dei segni di miglioramento", afferma il
biologo. Secondo Zimmermann ci sarebbero i margini per un aumento delle quote a
partire dal 2013. La situazione e' piu' positiva per quanto riguarda i merluzzi nella parte
orientale del Mar Baltico. La quantita' di merluzzi e' aumentata fino a 70,000 tonnellate, per
cui i biologi non si opporranno ad un aumento delle quote pesca. [quotidiano - a cura di
agrapress]
STATI UNITI: L'AMMINISTRAZIONE OBAMA SI RIFIUTA DI INSERIRE IL TONNO
PINNA BLU TRA LE SPECIE A RISCHIO - "THE NEW YORK TIMES"
27 Maggio 2011 - Venerdi' l'amministrazione Obama si e' rifiutata di applicare per il tonno
pinna blu dell'Atlantico la legge per la protezione delle specie a rischio, il cui numero e'
diminuito drasticamente a causa del sovra-sfruttamento su entrambi i lati dell'oceano.
La "National Oceanic and atmospheric Administration" (NOAA) ha dichiarato che il pesce
potrebbe essere comunque classificato come specie a rischio, inserendo di fatto il tonno
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pinna blu in una lista di controllo; l'agenzia nazionale e' in attesa di nuovi dati sull'impatto
di una gestione internazionale piu' severa.
La decisione suscita un forte scetticismo nel Centro per la Biodiversita', un gruppo
ambientalista con sede in Arizona, che ha lanciato una petizione per chiedere la
protezione delle specie a rischio. "L'amministrazione Obama si inchina di fronte agli
interessi dell'industria del pesce invece di ascoltare la scienza" ha detto il direttore
esecutivo del centro.
Numerosi altri gruppi ambientalisti hanno sollevato dei dubbi sulla sensatezza di una
classificazione unilaterale del tonno pinna blu come specie a rischio, sostenendo che e'
preferibile un'azione internazionale coordinata.
L'anno passato gli Stati Uniti avevano sostenuto lo sforzo internazionale affinche' il tonno
pinna blu fosse protetto in base alla Convenzione delle Nazioni Unite sul commercio
internazionale di specie protette, ma la mossa era stata bloccata dall'aggressiva
pressione del Giappone. […]
Nessuno mette in discussione che la popolazione di tonno pinna blu sia crollata nelle
ultime decadi. L'analisi piu' recente su questo declino, realizzata l'anno passato
dall'ICCAT (commissione internazionale per la protezione del tonno dell'atlantico), ha
rilevato che nell'est-Atlantico la quantita' di tonni abbastanza maturi per riprodursi e'
calata dell'80% tra il 1970 e il 1992, in seguito ha oscillato tra il 21 e il 29% rispetto al
livello del 1979.
Nell'ovest-Atlantico il calo e' stato di piu' del 70% dal 1970 fino alla meta' degli anni
novanta, in seguito la percentuale e' rimasta relativamente stabile. Lee Crockett, direttore
delle politiche federali della pesca della Pew Environment Group, ha sottolineato che gli
sforzi multilaterali per la protezione del tonno pinna blu sono fondamentali ma il problema
e' che "gli strumenti internazionali non sono poi usati realmente". I pescatori del
Mediterraneo catturano " illegalmente il doppio della quota fissata".
E nemmeno gli Stati Uniti fanno abbastanza, ha aggiunto, sostenendo che il passo
successivo dovrebbe essere la protezione del tonno nelle aree di riproduzione del Golfo
del Messico e il divieto su quei metodi di pesca che fanno si' che il tonno venga pescato
accidentalmente dai pescatori commerciali all'inseguimento di altri specie.
L'industria americana del pesce ha ben accolto la decisione del NOAA, attribuendo le
responsabilita' del sovra-sfruttamento ai pescatori dell'altro lato dell'oceano. "Il sovrasfruttamento ad est ha avuto ricadute sugli stock ad ovest", ha sottolineato Rich Ruassi,
direttore esecutivo dell'Associazione Americana Tonno Pinna Blu, "perche' il pesce puo'
attraversare l'Atlantico in meno di due mesi". [Felicity Barringer, quotidiano – a cura di
agra press]
NOTIZIARIO TRASMESSO ALLE 18:22
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