A tu per tu con l`intelligenza artificiale

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A tu per tu con l`intelligenza artificiale
Polo Tecnico “Franchetti - Salviani” Città di Castello
Editoriale
Il direttore di Phoenix
ai ragazzi,
ai professori,
a tutti i lettori
I disinformatici
In un mondo, dove non informarsi è veramente complicato,
si può giungere all’unica logica, di informare noi stessi nelle metodologie con le quali ci
teniamo aggiornati, nel modo
in cui trascorriamo il tempo di
fronte a tutta quella diavoleria
informatica che bene o male,
ormai quasi tutti noi sappiamo destreggiare. Coloro che
son nati con le lettere di carta, e non con la posta elettronica ne risentono in maniera sicuramente maggiore, che altri,
che pochi anni dopo la vita,
si sono trovati un aggeggio
con tanto di tastiera e “topo”
con cui dialogare, altresì, ormai abbiamo raggiunto la cosiddetta generazione digitale. Giovani ribaldi che appena svezzati sono già abili con
la tecnologia. La generazione futura, robotica, tralasciando l’umile fattore, per il quale Hollywood si è già espressa largamente in passato, con
lungometraggi degni di fantascientifiche realtà, meste ma
soprattutto dense di un pensiero comune come la ribellione
delle macchine. Questi esseri
pronti a superare l’uomo. Per i
progettisti è solo fantascienza,
per altri un buon pomeriggio
cinematografico. Il dato più
preoccupante è non molto la
tecnologia, che progredendo
fornisce mezzi e strutture caContinua pag. 2
Dicembre 2012
A tu per tu con l’intelligenza artificiale
L’indagine compiuta durante gli
ultimi quindici giorni del mese
di novembre 2012 presso l’Istituto “Franchetti-Salviani” è stata interessante non solo per i
dati raccolti che di seguito commenteremo ma anche per la preziosa disponibilità offerta dai ra-
e loro assemblaggio per permettere notizie importanti per comprendere l’atteggiamento degli
studenti dell’istituto indicato,
nei confronti dell’informatica.
A dirla tutta l’idea di questa indagine è stata dei “ragazzi del
giornalino” perché hanno sen-
-Ma quanti possiedono un pc?
Se ne fa un gran parlare ma la
nostra realtà com’è? Chi lo usa
è tecnicamente preparato o procede per “tentativi ed errori” e
si ferma lì? Il fatto che questo
mondo piaccia ai giovani li avvicina a terminologie specifiche
spesso in lingua inglese? I genitori sono consapevoli di ciò che
combinano i propri figli con i
pc? La sitologia di internet così
variegata e ambigua è adeguatamente vissuta dagli studenti?
Sezione I
Raccolta dati
gazzi della Redazione del Giornalino d’istituto “Phoenix”. Essi
si sono prodigati infatti a pianificare l’utilizzo dei laboratori
informatici temporizzando l’intervento a turno di tutte le classi, guidandole dalla classe al laboratorio e viceversa, spiegando
ai convenuti le modalità di risposta del questionario e l’argomento di studio. La scuola è stata molto collaborativa e abbiamo testato le potenzialità della
tecnologia in dotazione in istituto che è risultata affatto trascurabile; l’utilizzo di questa godeva anche di un valido strumento di base, il programma “Moodle” creato dai docenti del corso
informatico. Lo studente Federico del IV A e componente della Redazione stessa, dopo le iniziali informazioni dei suoi docenti, ha calibrato la funzione
del programma alla raccolta dati
tito come pertinente tale necessità; loro stessi si sono chiesti:
Bene il “nostro” campione ottenuto è significativo: hanno risposto 829 studenti su 933 di
cui 557 sono ragazzi e 227 ragazze. La differenza è utile ricordarlo nasce dalla tipologia
di questo istituto che essendo
“tecnico” denota una prevalente presenza maschile. Il 59% è
Rubriche
ZONA ROSSA
“Progettare l’auto più veloce
del mondo, un sogno realizzabile. Una sfida contro la fisica: potenza, aereodinamica, velocità,
peso. I tuoi nemici giurati! Per
ora la detentrice del record di
velocità è la Bugatti Veyron Supersport con i suoi 432 Km/h.....
CROCE DI MALTA
Nani, draghi e tesori segreti…
non stiamo parlando delle solite storielle da due soldi, ma
del film più atteso dell’anno,
‘The Hobbit - An Unexpected
Journey’ (prequel de “Il Signore degli Anelli”) il primo dei tre
Phoenix1
Phoenix
film tratti dal libro ‘Lo Hobbit’
di J.R.R.Tolkien. Diretto da Peter Jackson, con i suoi 200 milioni di dollari di budget, sarà
difficile deludere tutti gli amanti
del fantasy, non solo per gli incassi, ma anche sotto l’aspetto
tecnologico.
MUSICA
Che cos’è veramente la musica?
Arte, scienza, mezzo di comunicazione, cura, speranza. Tutto, ecco cos’è la musica per alcuni. Emozioni indescrivibili quelle provate da chi suona, chitarra,
piano o flauto traverso che sia…
Continuano nelle pagine seguenti
paci di risolvere problemi che
venti anni fa sembravano così
astratti, o comunque così lenti
e difficili da realizzare in pochi minuti (come appunto l’invio istantaneo di una lettera!),
ma bensì nell’uso erroneo,
tralasciando successivamente l’ignoranza con la quale si
destreggia il media. Pochi uti-
lizzatori conoscono appieno le
potenzialità dei mezzi che detengono. E’ un dato di fatto.
Pochissimi conoscono appieno le risorse di un software, o
perlomeno è veramente complesso trovare tra i ragazzi chi
conosce profondamente qualche tipo di programma o applicazione, tralasciando ovviamente gli sviluppatori. Questa
nuova generazione, tende inesorabilmente ad agire “informaticamente”, aggirando il dilemma con tutti i mezzi che vi
si pongono davanti. Tutti noi
oramai lo facciamo. Apportando esempio, non appena appare una finestra d’errore ci accingiamo a chiuderla, e visto
che non siamo tutti dei tecnici informatici, iniziamo ad armeggiare tra cartelle e file, alterando impostazioni, cercando vorticosamente risposte nel
web. Un po’ come le famose
“cure” per avviare software in
maniera discretamente “aoum
aoum”. Siamo così collegati e uniti in questo pensiero,
che diventa assai noioso, poiché ripetitivo come una tavola di numeri primi. L’imprevedibilità, la schiettezza, l’inesorabile pensiero di non sapere
cosa accadrà, di come è possibile reagire, la ricerca di informazioni. Stiamo divagando lentamente, dall’infilarci le
scarpe ed uscire, per fiondarsi
in un luogo d’interesse, ad armeggiare un povero ratto con
rapidità eccezionale, la medesima con la quale si potrebbe consegnare un compito di
matematica assai ostico, e che
lentamente si trasforma sempre più in una verifica d’italiano. Tutti questi mezzi offuscano la vera meta, quella
da percorrere per arrivare alla
virtù. Per quale ragionamento
non tutti non sono mai sazi?
(Stay hungry, stay foolish...)
perché non c’è una ricerca
continua di conoscenza ed
erudizione, per pura cultura personale, aldilà di ogni
risultato scolastico? I mezzi che abbiamo sono così vasti che potremo avere informazioni a carattere generico,
su quasi tutti gli argomenti
d’interesse senza fatica e soprattutto con una discreta dovizia: sono oramai note le miriadi di programmi sotto licenze libere, altri ad uso gratuito,
altri ancora rilasciati appunto
per la comunità, con i quali è
possibile addirittura rimpiazzarne altri in maniera (qualora tra i più eccelsi) prossima
alla professionalità. Non c’è
ancora con una discreta maggioranza il pensiero per il quale, potremo indottrinarci autonomamente alla cultura stessa,
quella che ci fornisce il mondo dell’informazione, la ricerca dell’essere, delle proprie
passioni. Il decadimento è la
sorte riservata a tutto ciò che
muore, e prolisso, si distende
nell’aria vagheggiando di universi e spazi, così vuoti. Come
la mente stessa. In un contesto politico come il nostro, in
una nazione in sofferenza, in
luogo così ampio di cultura e
di informazione, con tradizioni venerabili riguardanti tutto
ciò, è deprecabile dovere ancora sperare, nei giovani che
soffocano assieme ai mezzi,
e non si rendono conto delle
grandi potenzialità che hanno,
che abbiamo, per poter nuovamente cercare di cambiare il
mondo. Il tutto è ben attuabile
con la conoscenza, l’informazione, skills importanti per difendersi, e per difendere ciò a
cui più teniamo.
Marco Mercati
composto di studenti del triennio che hanno perciò superato i 16-17 anni d’età ed il 41%
invece è compreso nella fascia
14-16 anni. In vetta alla percentuale dei “compilatori” del questionario dell’indagine, abbiamo il corso di costruzioni (geometri) pari al 22% e quasi identica percentuale è quella relativa
al corso economico pari al 21%
(ragioneria); di seguito il corso
informatico per il 12%, il corso
meccanico ed elettronico pari al
10%, il corso scientifico tecnologico per il 9%, il chimico per
l’8%, il F.A.S.E. per il 5% ed infine il corso grafici per il 3%.
Le percentuali sono veritiere
perché rispecchiano il numero
di iscritti ad ogni corso dei nove
proposti al “Franchetti-Salviani” che risulta infatti molto variabile.
Nella sezione relativa alle notizie generali ci sono altri dati
molto interessanti riguardo il
possesso di un personal computer, dove il 77% dei ragazzi possiede un pc personale, il 21%
usa il computer di famiglia ed il
2% non ne possiede affatto: di
questi sono 18 ragazzi sul totale dichiarato all’inizio. Lo stes-
fermare che 14 di essi hanno un
pc ma non navigano in internet.
Interessante risulta essere la sintesi alle risposte della domanda n° 6 che chiedeva se il tipo
di approccio al computer è stato frutto di una preparazione primaria o meno: con grande soddisfazione il ciclo della scuola dell’obbligo è positivamente
responsabile dell’avvicinamento dei giovani al pc: 347 ragazzi pari al 41% hanno frequentato corsi propedeutici alla scuola
media; un 4% si prepara in corsi
specifici privati ed il 54% provvede solo con la propria esperienza a migliorare la sua conoscenza nel mondo dell’informatica. Questo non risulta essere
un atteggiamento molto positivo in quanto per un buon utilizzo dello strumento occorre essere preparati sia inizialmente che
in itinere poiché è un settore di
studio che procede a ritmi frenetici ed essere aggiornati è una
chiave del successo.
so atteggiamento è confermato
dalle risposte alla domanda seguente , quella di avere collegamento internet in casa.
Questa domanda ha evidenziato
che il possesso di un pc è strettamente collegato alla possibilità di utilizzo di internet, infatti 797 ragazzi ce l’hanno ed
il 59% lo hanno dietro iniziativa presa direttamente da loro; il
37% per iniziativa dei familiari; alcuni e sono 32 ragazzi, non
hanno il collegamento internet e
considerando il fatto che 18 non
hanno neanche il pc, si può af-
de le modalità di utilizzo del pc
da parte dei soggetti dell’indagine. Il 93% di questi non ha limiti nella navigazione in internet da parte dei familiari, facendo sorgere il dubbio se c’è consapevolezza da parte dei genitori di eventuali rischi che i propri figli possono correre. Solo il
7% (circa 55 genitori) vigila su
questo.
Dalle risposte alle domande n. 8
e n. 9 è possibile comprendere
che tipo di lavori vengano compiuti: il 91% dichiara di usare il
pc per attività di studio e di gio-
Phoenix 2
Sezione II
Modalità di utilizzo del pc
La seconda sezione del questionario indagava in dieci doman-
co ma è la risposta seguente che
permette di capire in realtà cosa
ci vien fatto. Dal tipo di risposte
infatti l’uso è soprattutto relativo al relax e/o al passatempo: il
21 % naviga casualmente in internet, il 18% a pari merito “scarica” musica, video e “chatta”. Il
13% gioca inesorabilmente ed
il’9% elabora dati multimediali (vedi musica, immagini, animazione). Tutte le percentuali
di molto inferiori a queste, sono
quelle relative ad un utilizzo più
tecnico, un uso quindi più scolastico infatti non superano il 4%
l’archiviazione di dati, il 3% (91
ragazzi) grafica ed il 2% videoscrittura, in ultimo l’1 % compie lavori più competenti come
la grafica vettoriale e la costruzione di pagine web.
Il programma di videochiamata Skype è ancora poco conosciuto. La percentuale in
istituto è del 46%, il 22% lo
utilizza per compiere videoconferenze agevolate economicamente per poter parlare
con parenti o amici lontani; il
13% ed il 14% scambia messaggistica (chat) e lo utilizza
per chiamate telefoniche; il
5% scambia dei files alla pari
(peer to peer).
Un altro campo particolare è quello dell’utilizzo della webcam, cioè il farsi vedere in tempo reale dai rispettivi interlocutori che la usano. 346 studenti su 829 non
ne possiedono e 533 la usano per videoconferenze fatte
con più persone e 36% solo con
live - cam, sembra che le conversazioni siano preferite attraverso questa modalità e la comunicazione reale ne soffra
sempre di più.
La risposta alla domanda n. 12
è a dir poco allarmante …. dei
706 ragazzi che gentilmente
hanno risposto qualcuno, molti
più di qualcuno, ha scambiato i
siti enciclopedici con i siti con
materiale pornografico. Non è
proprio cultura!!! Vedi pornopedia, pornhub, xhamster, sanchez tube, tube trooper, you
porn, gnoccatravel, youjizz, badjojo, pippopippe, elenco sconvolgente di siti vigilati dalla polizia postale che offrono visioni esasperate di un atto che pretende una certa maturità. Chissà
se tutti i ragazzi utenti ne sono
consapevoli? Speriamo di sì!!!
Per fortuna c’è anche chi guarda il sito dei Pokemon e urban 4
….! Parlando di dati seri inoltre
cogliamo dalle risposte indicanti che la cultura entra a scuola
attraverso il laboratorio di informatica: l’80% dei ragazzi solo
consultando l’enciclopedia libera Wikipedia e una minima percentuale utilizza erratamente la
“nonciclopedia” (controllata da
Wikipedia comunque) che riporta una precisa koiné giovanile che non si cura affatto di scrivere in modo corretto i nomi di
riferimento alcuni vengono letteralmente modificati come face
book diventa feisbuk, facebbok,
facebok, facabook, faceboo.
Ciò che dice per esempio la
“nonciclopedia” in prima pagina è “itagliano” ed usa “l’alfabeto farfallino”!!! Non è finita
za di siti enciclopedici in realtà è compensata dal vario utilizzo di molteplici social network.
Essi sono: Msn, Facebook, Twitter, Badoo, Skype, Myspace,
Google+, Flickr (sharing foto),
Instagram (sharing photo), Netlog, Habbo, Hi5 (sharing photo), Ebuddy...
Tra le ultime informazioni comprensibili dalla sezione seconda
c’è un ultimo dato interessante relativo al numero di contatti che ogni ragazzo “compilatore” ha indicato. La media è di
1829 contatti. All’interno delle risposte abbiamo delle inutili forzature come i quattro ragazzi che hanno indicato 99.999
amici, come colui che ha scritto
66.666, 40.000, 30.000 contatti. Sono credibili? Sinceramente non molto ma la media è ab-
qui, qualcuno consulta l’enciclopedia “Tre…cani”, che solo
avendolo scritto così induce alla
gioia tutti i docenti al mondo!!!
bastanza significativa: i ragazzi dell’istituto hanno più amici virtuali che reali, a sostegno
del fatto che i rapporti umani ne
soffrono, non c’è ancora un’inversione di tendenza relativa a
questo atteggiamento.
Per il 50% (553 studenti) l’interesse sull’enciclopedia libera
è rivolto allo studio e all’approfondimento, il 24% ne fa un uso
personale ed il solo 21% trae informazioni e le copia e incolla
solamente.
Riguardo alla conoscenza e
all’utilizzo dei socialnetwork si
può affermare che circa 71 ragazzi non ne conoscono di alcun
tipo e tutti gli altri sono iscritti a Facebook per circa il 20%,
ma il dato saliente è la grandissima confusione tra istant messenger, blog e social network
(anche solo dedicate allo scambio di foto) per cui il valore non
è chiaro. La scarsa conoscen-
Sezione III
Abilità dell’uso del pc
La rosa delle seguenti risposte è
significativa del fatto che ci addentriamo sulle nuove possibilità che il campo informatico offre agli studenti e che in molti
ancora mostrano di essere legati
al testo cartaceo, manuali pesanti, anche 1 kg e più costosi nonostante i docenti si siano mossi a riguardo. Essi infatti in linea
con le varie case editrici hanno
dovuto adeguare la scelta dei libri di testo a quelli con edizio-
Phoenix 3
ne digitale. La normativa è l’art.
15 della Legge n.133/2008 che
dispone che i libri di testo adottabili a partire dall’anno scolastico 2011/2012 debbano essere in forma digitale o mista e il
D.M. 41/’09 che definisce le caratteristiche tecnologiche dei testi adottabili, in sintesi sembra
uno dei rari casi in cui la scuola anticipa l’atteggiamento dei
giovani: i corridoi ancora hanno l’eco del lamentìo di avere zaini pesanti... Il 95% dei ragazzi dell’istituto non usa affatto e-book, solo il 5% lo usa un
po’ e non sempre per un utilizzo
scolastico: quel 5% infatti conosce Amazon, Apple store, IBS libri, Kindle tutti gli altri indicati e visibili dal sito della scuola
sono assurdi, sciocchi e assolutamente imprecisi denotando un
grosso limite da parte di molti studenti.
Riguardo la capacità relativa
alla scansione delle immagini abbiamo una percentuale del 55% che la pratica ma
il dato contrario indica che il
45% dei ragazzi non lavora
con le immagini: il dato dice
che poco meno della metà di
loro non ha a che fare con
immagini anzi le guarda solamente… anche lo scrivere relazioni di tipo scolastico
fa comprendere come molti di loro non abbiano le idee
chiare sullo strumento da utilizzare, il 74% infatti scrive
su un programma per elaborazione dei testi; ma gli altri
dati quelli di scrivere relazioni
su un programma per la gestione
degli archivi (il 4%) e il 3% che
usa quello per l’intrattenimento mostrano una grave difficoltà di scelta del programma giusto per l’intento voluto; un po’
meno difficoltà è manifestata da
quelli che usano un foglio elettronico, tipo Excell, che sinceramente non è proprio agevole per
scrivere relazioni su libri letti.
Sezione IV
La conoscenza di una
terminologia adeguata di un pc
Il 94% dei ragazzi del campione
degli studenti sa bene l’importanza di avere un programma di
protezione antivirus sul proprio
pc. L’88% di loro sa inoltre che
un virus può creare danni ingenti al proprio strumento informa-
tico ma tutte le altre risposte indicano una certa disinformazione in merito: un guasto dello schermo per il 2%, un problema tecnico per l’8%, una perdita
di dati dovuta a un calo dell’alimentazione per l’1%, elementi
questi non collegabili al danno
possibile grazie ad un virus.
La conoscenza di un linguaggio
tecnologico indicata dalle risposte vede che 638 ragazzi su 829
distingue correttamente il significato di hardware e software ma il 23% confonde molto il
senso delle risposte.
All’ultima domanda si chiede che cosa sia un laptop ed un
desktop e tenendo presente che
oggi non esiste più una sostanziale differenza sulle potenzialità di entrambi ma ne resta invece solo sulle dimensioni e relativa maneggevolezza del lap-
ster di appartenenza.
Il termine tecnico che indica un
testo allineato al margine destro
e sinistro si dice “giustificato”,
le altre voci non sono corrette.
top rispetto al desktop. Occorre riassumere che solo il 50% ha
le idee chiare ed il 12% evidenzia quanto nel giro di poco tempo il laptop si sia diffuso proprio
in funzione della sua praticità
d’uso, il 10% ne conferma l’efficacia; non è affatto vero però
che il laptop abbia maggiore autonomia del desktop il quale è
direttamente collegato al cavo
di alimentazione elettrica fissa
mentre il laptop no.
I ragazzi-campione sanno che
copiare un file non arreca danni a quello originale, essi sono
il 79%. Altri di loro invece pensano che il file originale venga
cancellato (3%) o che venga rinominato (7%). Coloro che hanno risposto che dal file originale
si spostano dei cluster non hanno interpretato correttamente la
domanda e la proposta di risposta… in realtà al file originale
non succede nulla, resta nel clu-
mato sia la loro copertura . Essi
preferiscono inoltre avere tanti
amici virtuali anziché curare direttamente i rapporti dove l’educazione, la capacità di conversare e di dialogare si apprendono
con l’esperienza. Naturalmente ciò non vale per tutti i ragazzi, c’è sempre quella frangia più
seria che vuole prepararsi consapevolmente al proprio futuro, per fortuna. Il dato che stupisce è che la mancata preparazione, se è tollerabile per le generazioni più mature, non lo è
affatto per queste prossime leve
della società; ci si aspettava che
dopo 30 anni circa dall’avvento
del pc, ci fosse maggiore elasticità e congruenza sull’utilizzo
di questo strumento ma la realtà è ancora molto lontana! C’è
ancora tanto da fare quindi cominciamo.
Grazie a tutti!
CONCLUSIONI
L’atteggiamento del nostro campione-ragazzi d’istituto verso l’informatica risulta essere di tipo
piuttosto superficiale: non si preparano né ad un uso consapevole
dello strumento né comprendono
le sue illimitate potenzialità. Essi
si limitano ad una fruizione circoscritta a ciò che internet offre
senza scegliere o farlo poco, senza decidere né creare. Essi preferiscono superare i limiti del lecito (vedi siti con materiale pornografico leciti ma immorali),
del dissacratorio, dell’offensivo
in genere pensando che l’anoni-
Cosa c’ è dietro a un semplice click??
di Sofia Fahmi
Dietro a ciò che noi facciamo
con un estrema facilità c’è però
un lungo lavoro di progettazione, di cui poco si tiene conto, ci lamentiamo spesso per un
malfunzionamento, tralasciando però quanto sia difficile elaborare tutto ciò che a noi sem-
bra banale, quindi andiamo più
a fondo. Con un cambiamento a livello estetico dei computer e all’evoluzione dell’architettura interna dell’elaboratore si sono naturalmente accompagnati lo sviluppo del software necessario a far funzionare le
macchine (il sistema operativo),
dei programmi (o applicazioni)
che su tali macchine possono essere utilizzati e dei linguaggi in
cui i programmi sono scritti. La
proliferazione degli utilizzi dei
computer condusse i programmatori a richiedere e sviluppare
linguaggi più potenti e versatili:
nacquero così linguaggi come il
C (dalle necessità degli sviluppatori di Unix), il Pascal (linguaggio creato per scopi didattici), Ada (su direttive del Dipartimento della Difesa); intanto il
bisogno di scambiare dati e programmi in maniera affidabile fra
i vari utilizzatori della tecnologia, spingeva gli operatori verso lo sviluppo di una rete di trasmissione delle informazioni facilmente accessibile da qualsiasi parte del mondo. In particolare, si deve alla richiesta del Di-
Prof.ssa Raffaella Camicia
Phoenix 4
partimento della Difesa statunitense di progettare un sistema di
trasmissione di dati abbastanza
robusto da “sopravvivere” a un
conflitto mondiale, lo sviluppo,
nella prima metà degli anni Settanta, dei protocolli TCP-IP, su
cui è basato Internet. La comparsa di computer più potenti
fornì un notevole impulso agli
studi di informatica in quanto, allargandosi l’utenza e l’utilizzo, si presentava la necessità
di risolvere nuovi problemi sia
di elettronica che di linguaggio.
Negli anni Ottanta nacquero linguaggi di programmazione da
utilizzare su macchine speciali, come il C++, un’estensione
del C orientata agli oggetti, per
la programmazione di calcolatori paralleli, o il Prolog, progettato per l’intelligenza artificiale;
vengono intanto sviluppati linguaggi orientati a compiti particolari e ben specifici: Postscript
Adobe (per la gestione delle
comunicazione con sistemi di
stampa e visualizzazione), SQL
(per l’interrogazione di database client-server), Tcl/Tk (per la
realizzazione di interfacce utente), HTML (per la realizzazione di pagine Web), Mathematica (allo stesso tempo linguaggio
di programmazione e software
per la gestione di problemi matematici).
La crescente potenza dei microprocessori permette oggi di gestire attraverso il computer, oltre al testo e alle immagini fisse,
anche suoni e immagini in movimento; è possibile ottenere in
un unico documento diversi tipi
di informazione, realizzando
quel tipo di comunicazione noto
come multimedialità.
L’ informatica alla base
del pensiero moderno
PREOCCUPIAMOCI
DELL’ INFORMATICA!
di Sofia Fahmi
di Bassini Chiara, Cirignoni Valentina, Mariangioli Martina,
Mariotti Susanna, Pazzagli Francesca, Cibelli Margherita
L’informatica fa parte oramai
della nostra quotidianità. Ma
sappiamo realmente cos’è l’informatica? Partiamo dal concetto più semplice che si trova
della parola “informatica”. In
un qualunque vocabolario troverete: “Scienza e tecnica dell’
ratori che manualmente, azionando determinati interruttori esterni, modificavano le connessioni fra i circuiti. Solo verso la fine degli anni Cinquanta
il lavoro di programmazione fu
semplificato, con l’introduzione
delle schede perforate. L’intro-
elaborazione dei dati e (gener.) del trattamento automatico delle informazioni. ETIMOLOGIA: dal francese informatique, da inform(ation) (autom)
atique ‘informazione automatica’. L’informatica è la disciplina che studia la progettazione,
la programmazione e l’applicazione all’elaborazione e al trasferimento delle informazioni.
Fanno parte dell’ informatica diversi campi specialistici di indagine, quali l’intelligenza artificiale, la robotica, la domotica e
la burotica, ma assieme a questi
tanti altri. L’informatica basa i
suoi studi e risultati su numerose
discipline: l’ingegneria elettronica, la teoria dell’ informazione
e dei linguaggi, la matematica e
la logica. L’informatica divenne
una disciplina scientifica a parte solamente nel 1930. Nella seconda metà degli anni Quaranta,
gli studi e le esperienze dei matematici Alan Turing in Inghilterra e John Vincent Atanasoff
(1903-1995) negli Stati Uniti
portarono alla costruzione delle prime macchine elettroniche
capaci di elaborare informazioni e algoritmi complessi. Queste
macchine erano molto ingombranti (occupavano intere stanze) e utilizzavano migliaia di
valvole: venivano programmate
in linguaggio macchina, da ope-
duzione dei transistor, nella seconda metà degli anni Cinquanta, e successivamente quella dei
circuiti integrati, nella seconda
metà degli anni Sessanta, trasformarono gradualmente l’elaboratore elettronico in uno strumento di dimensioni più ridotte,
affidabile, che di conseguenza
iniziò ad essere disponibile sul
mercato. I primi computer erano
macchine costose, che potevano
venire acquistate solo da agenzie governative, grossi centri di
ricerca e università; in seguito,
l’abbassamento dei prezzi e la
differenziazione di dimensioni e prestazioni delle macchine,
allargò l’utenza anche a società
private. Con l’introduzione dei
microprocessori (capaci di elaborare le informazioni a gruppi
di 8, 16 e 32 bit), a partire dalla
seconda metà degli anni Settanta, nacquero i microcomputer,
o personal computer (PC), che
resero l’elaboratore elettronico
accessibile alla grande utenza,
sia dal punto di vista del prezzo che dell’ingombro. I personal
computer sono tuttora alla base
del mercato, sono una delle cose
che si aggiornano più frequentemente con novità e quindi sempre più acquistati perché tutti
sono alla ricerca della qualità e
delle prestazioni migliori.
Da qualche decennio ad oggi i
problemi riguardanti la sicurezza informatica sono notevolmente aumentati soprattutto tra
i giovani, dovuti alla diffusione e all’utilizzo dei social network. Per prevenire eventuali rischi l’avv. Giuseppe Serafini ha
tenuto una conferenza agli studenti dell’istituto “FranchettiSalviani” guidandoli in un percorso di maggiore conoscenza
riguardo i rischi del web. L’incontro si è aperto con il chiarimento da parte dell’avvocato riguardo la differenza tra informatica del diritto (che si occupa
dell’insieme delle regole che disciplinano l’informatica) e il diritto dell’informatica (insieme
delle leggi che riguardano l’informatica e il diritto).
Le parole chiave dell’incontro
sono state Consapevolezza, Sicurezza e Responsabilità. I rischi a cui andiamo incontro, facendo un uso inconsapevole del
mondo virtuale, sono molteplici e possono celarsi dietro a banali operazioni compiute quotidianamente rendendoci sia vittime che autori di reati. La violazione dei sistemi di sicurezza
è uno dei pericoli più frequenti
ovvero l’utilizzo simultaneo di
più elaboratori per la ricerca di
password appartenenti ad istituti di credito per usufruire illegalmente dei dati in essi contenuti.
Un altro reato molto comune a
cui i giovani dovrebbero prestare maggiore attenzione è il furto
d’identità, l’utilizzo improprio
dell’IP (codice numerico che
consente d’identificare un computer o un’altra device) che puo’
Phoenix 5
causare danni morali e finanziari all’utente. Riguardo alla sicurezza è stata analizzata la questione della crittografia delle password, cioè il metodo per
rendere un messaggio “offuscato” in modo da non essere comprensibile a persone non autorizzate a leggerlo. Le conseguenze,
per i minori di 16 anni ricadono
sulla responsabilità dei genitori,
mentre per coloro che li hanno
già compiuti ricadono su di essi,
ed è proprio per questo che vengono forniti strumenti adeguati
per combattere tali minacce:
• Cura e gestione della password
• Selezione dei contenuti messi
in rete selezione nella condivisione dei contenuti in rete
• Selezione dei contatti
• Utilizzo dei sistemi di difesa
presenti in rete
• Confronto con genitori amici
e insegnanti
• Segnalazione alla polizia postale.
La questione più difficile e
meno conosciuta dagli utenti
è come effettuare una segnalazione alla Polizia Postale. Essa,
detta anche Polizia Informatica, è una sezione della Polizia
di Stato che si occupa di prevenire e contrastare la criminalità
informatica. Oltre alla normale
denuncia esiste anche un modo
alternativo e più rapido, ovvero la denuncia via web. Sul sito
della Polizia Postale otterrai una
ricevuta e un numero di protocollo, la tua denuncia sarà confermata entro 48 ore nell’ufficio
di Polizia e la tua pratica verrà
rintracciata attraverso il numero
di protocollo.
Le due facce dell’Amore
di Angelica Casacci
I giovani di oggi stanno sostituendo le relazioni reali con
quelle del web. Le nuove generazioni sono state “buttate”
dentro questa nuova realtà che
è diventata un tutt’uno con tutte le normali azioni di ogni giorno. Non c’è più l’utilizzo
del web a scopo semplificativo ma appare come
una vera e propria necessità, ciò di cui non puoi
più fare a meno. La domanda, che sorge spontanea, è come i giovani di oggi
sottovalutino ciò che per molti anni è stato il significato di
amore. Raramente ci si affida
a un sentimento perché rimane
difficile credere in qualche cosa
che non si riesce né a vedere né
a capire, e, così facendo l’amore passa in secondo piano e perde radicalmente il suo significato. Tempo fa gli uomini si affidavano a questo sacro sentimento come il punto d’inizio da seguire per trovare la felicità. Ma
come si vive ora questo grande
dono? C’è ancora qualcuno che
lo sa? È possibile che tutto ciò
che ci sostiene e che ci caratterizza è stipato dietro uno schermo o all’interno di una falsa vita
virtuale? Non si descrive l’amore, ed è da stolti credere di poter-
lo fare, ma so con certezza che
l’uomo più si evolve, più smette
di essere uomo e rimane incapace di far battere il suo cuore nella stessa maniera in cui fa battere il suo dito sul mouse. Sono
molte le persone che frequenta-
no chat con l’intento di stabilire una complicità e un’intimità
emotiva, creando così una sorta di dipendenza simile a quella delle sigarette o delle droghe.
Si pensa di poter essere liberi
ma questa nuova realtà del web
ci impedisce di vivere la nostra
vita serenamente, come dovrebbe essere. Il web diventa il nostro migliore amico, senza che
ce ne accorgiamo, perché ci permette di liberare la nostra fantasia, ci fa provare emozioni forti, crea una realtà parallela in
cui ci immaginiamo un rapporto
come l’abbiamo sempre voluto
cioè quello che ciascuno di noi
ha dentro se stesso come modello ideale di rapporto; allora ci si
sente capiti. Questa è la nuova
potenzialità di internet!
QR code: il quadrato
magico dei link
di Iacopo Bianconi
QR è l’acronimo di quick read
ovvero lettura veloce e cosa c’è
di più veloce che catturare questo simbolino per accedere ad
informazioni di tutti i tipi? È stata proprio un’idea geniale quella
degli uomini della Denso Wave
che nel 1994, quando dovette-
ro sviluppare un sistema veloce
ed efficace per contrassegnare
i pezzi delle automobili Toyota
all’interno delle loro fabbriche,
idearono questo quadratino che,
dietro i suoi moduli neri, cela un
codice alfanumerico di un massimo di ben 4296 caratteri. Per
farvi un’idea, pensate che l’intero testo di questo articolo può
tranquillamente essere riassunto
in uno di questi magici simbolini. L’idea successiva fu quella
di stipare nei QR indirizzi di siti
internet in modo da risparmiare a chiunque abbia uno smartphone con connessione a internet la fatica di dover trascrivere la lunga trafila di caratteri che
contraddistingue un indirizzo
URL. Naturalmente, la stampa
ha colto l’idea per rendere i propri giornali e le proprie riviste
multimediali con collegamenti
non solo a immagini, ma anche
a siti web e video. Anche noi di
Phoenix abbiamo deciso di attuare questa svolta verso la multimedialità, in modo da presentarvi un nuovo giornalino che
vi consenta di
approfondire
i temi trattati
con immagini
supplementari,
video e musica. Così potrete ascoltare le canzoni che vi proponiamo, vedere
immagini delle iniziative scolastiche, video degli sport e delle auto di cui si parla nelle rubriche, trailer dei film, … Tutto ciò che dovete fare, se avete
uno smartphone Android, Apple, Windows Mobile o Blackberry, è andare nel relativo store e scaricare una app gratutita
come Googles o QRcode scanner per poi aprirla e fotografare
il QR. L’applicazione vi consentirà quindi di aprire il link e visualizzarne il contenuto. A questo punto, divertitevi!
Perché scegliere
uno smartphone Android?
di Luca Sembolini e Davide Paolucci
Nel 2012 sono ormai tantissimi
i tipi di smartphone che un utente può scegliere e le tantissime
possibilità possono mettere a
dura prova l’abilità di decisione
della persona. Oltre ai vari produttori di smartphone (Nokia, Apple,
Samsung) si deve
considerare anche
il sistema operativo che c’è all’interno del terminale, infatti attualmente i
principali OS che si
possono trovare sui
dispositivi mobili sono 3: Android, iOS e Windows phone.
I punti di forza di questo OS
sono tanti, noi ci limiteremo ad
elencarvi i principali.
La vastissima gamma di smartphone Android, ci permette di
soddisfare sempre le nostre esigenze sia nel prezzo che in qualsiasi altro frangente (hardware,
fotocamera, display, ecc) infatti
sono tantissimi i produttori che
hanno deciso di applicare questo OS ai loro terminali. Troviamo dispositivi a prezzi inferiori
ai 100 €, ma per i più esigenti,
ci sono dispositivi di fascia alta
che soddisfano tutte le richieste
del consumatore.
Per quanto riguarda l’aspetto
grafico possiamo constatare che
Phoenix 6
a differenza dei suoi concorrenti
ha tantissime possibilità di personalizzazione dell’interfaccia,
che negli anni è sempre andata
migliorando grazie ad aggiornamenti e migliaia di apps. Infatti navigando nello store di Google,
non è difficile trovare app che permettono la modifica della veste grafica dalla schermata di home fino
all’applicazione
dei messaggi.
Un’altra caratteristica da non sottovalutare è che Android fa parte
della grande società di Google e
quindi abbiamo un’integrazione totale con tutti i servizi offerti dall’azienda di Mountain View
come Gmail, Maps, Drive, etc.
Inoltre lo store di Android vanta
circa 700.000 apps e questo numero aumenta ogni mese, tutto
ciò significa che è possibile trovare un’applicazione per qualsiasi cosa, tra cui giochi celebri
come Fruit Ninja o Angry Birds
oppure servizi come Instagram o
WhatsApp.
Speriamo che abbiate chiarito le
idee sul sistema operativo del
robottino verde e che la vostra
scelta sarà guidata da criteri più
accurati. Ford Motel T:
la prima automobile moderna
Di Henry Ford fu l’intuizione
geniale di produrre le automobili in serie in delle catene di montaggio, intuizione che cambiò
per sempre il mondo dell’automobile e la rese un prodotto
accessibile a tutti. La Model T
sfruttava un motore quattro cilindri che erogava la spaventosa potenza di 20 CV! A parte gli
scherzi, tale potenza per l’epoca
non era per niente male, soprattutto in un auto di soli 680 Kg
e che era innovativa anche sotto altri aspetti. La produzione si
svolgeva in modo molto diverso
da quella attuale, visto che l’au-
tomazione era solo meccanica, i
lavoratori si trovavano in condizioni non molto favorevoli e la
possibilità di personalizzazione
delle vetture era pressoché inesistente. Lo stesso Henry Ford
dichiarò, ironicamente: “ogni
cliente può avere la Model T di
qualsiasi colore, purché sia il
nero”. Nonostante ciò tale leggendaria auto permise a milioni
di americani di disporre di quel
mezzo fino ad allora tanto invidiato e a quella piccola azienda
che era allora la Ford, di diventare quel colosso industriale che
è oggi.
Come progettare l’auto
più veloce del mondo
Se volessimo rendere più veloce un’auto, la prima cosa che ci
verrebbe in mente sarebbe probabilmente di renderla più potente. Ma se stiamo puntando al record in velocità massima, questo non basta. La Bugatti VeyronSupersport detiene
al momento il record di velocità
massima tra le vetture omologate per l’uso stradale. Per assicurare i suoi 432 Km/h, i suoi ideatori non si sono potuti cullare
sulla sola sicurezza dei 1200 cv
forniti dal motore W16 da 7,8 litri, ma hanno dovuto lottare contro il più grande nemico quando
si tenta un’impresa del genere:
l’aerodinamica. Dobbiamo innanzitutto capire che la potenza erogata dal motore in qualsiasi condizione va persa in parte nell’attrito tra gli pneumatici
e l’asfalto e in parte nell’attrito
con l’aria. Tutta la potenza non
assorbita da questi agenti, servirà per far accelerare il veicolo.
Tuttavia, se l’attrito con la strada è proporzionale alla velocità,
quello con l’aria è proporzionale al suo quadrato. Pertanto, se
vorremo progettare un’auto da
432 km/h, dovremo limitare tale
attrito, visto che a tali velocità
diventa preponderante sull’altro, in modo che assorba meno
potenza e che, raggiunte folli
velocità, il veicolo sia ancora in
grado di accelerare. Raggiungere un coefficiente di penetrazione aerodinamica molto favore-
vole comporta però un peggioramento per quanto riguarda il
carico verticale che l’aria genera sulla vettura, la deportanza.
Per assurdo, potremmo pensare di costruire un’auto a forma
a cura di Iacopo Bianconi
Tesla Motors:
i primi passi dell’auto del futuro
Se provate a pensare a un’auto
elettrica vi verrà probabilmente in mente un veicoletto verde
e buffo che avete visto all’ultimo salone dell’automobile non
certo un’auto sportiva. L’intuizione di Elon Musk, multimiliardario co-fondatore della Tesla Motors, invece, è stata quella di incominciare la rivoluzione dall’alto. Nessuno comprerà
mai uno di questi veicoli a zero
emissioni se, venduti a prezzi
inaccessibili, si rivolgono testardamente a quella stessa clientela
che è disposta al più a comprare una citycar a una cifra sotto la
decina di migliaia di Euro. Perché non provare invece a vendere una supercar elettrica a tutte le più grandi star di Holliwood, così da ottenere profitti, fare
pubblicità all’auto a batterie e
contemporaneamente sviluppare
la tecnologia e abbassare i costi
di produzione? Questo è quello
che la Tesla fa dal 2003, produ-
cendo dapprima la famosa Roadster, sportiva da 248 cv basata
sulla Lotus Elise, poi la recente Model S, berlina sportiva ricca di innovazioni e con un’autonomia che arriva fino a 480 km,
molto elevata per un’auto elettrica. I programmi per il futuro
prevedono l’introduzione della Model X, un suv, anch’esso
sportivo e con una trazione integrale ottenuta per mezzo di un
motore elettrico sull’asse posteriore e uno sull’anteriore. Tutti questi modelli si rivolgono
quindi a una clientela alquanto
agiata e, pur non permettendo la
democratizzazione della mobilità alternativa, questa casa automobilistica californiana sta riscontrando un grande successo
e sta mettendo in campo le migliori menti in vari campi (meccanica, elettronica, informatica)
per sviluppare l’auto per ricchi
che un giorno noi tutti guideremo per le strade del mondo.
Pagani Huayra
di profilo alare: mentre l’attrito
con l’aria sarebbe molto basso,
non possiamo non prendere in
considerazione il fatto che questa decollerebbe! Ed ecco quindi che una delle più grandi sfide
dell’automobilismo sportivo dei
giorni nostri diventa l’efficienza
aerodinamica, vista come compromesso tra coefficiente di penetrazione e deportanza. Questo
è il motivo, quindi, che costringe le scuderie di F1 a interminabili prove in galleria del vento,
per spuntare, a parità di carico
verticale, quel km/h in più che
in una gara può fare veramente
la differenza.
Anche se può sembrare uno scioglilingua, il nome di quest’auto è stato ispirato dall’omonima divinità del vento adorata in
passato nella terra natia del suo
ideatore, l’Argentina. Dal vento,
appunto, Horacio Pagani, fondatore dell’esclusiva casa automobilistica di san Cesario (MO), ha
continuamente preso ispirazione
nello sviluppo di questa supercar, durato ben dodici anni; ciò
si può vedere tanto nella raffinatissima aereodinamica, quanto nel rumore del motore e degli
scarichi, che ricorda un’impetuosa folata di vento e sta a dimostrare che sotto il lungo cofano posteriore è alloggiato un non
Phoenix 7
comune V12 biturbo di origine
AMG, capace di sviluppare ben
730 cv e spingere la Huayra fino
ad una velocità di 370 km/h. La
cura con cui questa vettura è costruita è impressionante e certi
dettagli degli interni non stonerebbero in un museo d’arte, tanto sono originali e affascinanti.
Dal punto di vista meccanico la
passione dedicata a quest’auto
si può ammirare nella scelta di
materiali innovativi quali la fibra di carbonio e le leghe di titanio, nonché nel
comportamento stradale, che
tutta la stam-
La scheda
Titolo: Il Cavaliere Oscuro
Il Ritorno
Regia: Christopher Nolan
Sceneggiatura: Johnatan Nolan,
Christopher Nolan
Durata: 165’
Rapporto: 2.35:1 / 1.44:1
(solo scene IMAX)
Interpreti: Christian Bale, Michael Caine, Gary Oldman,
Anne Hathaway, Tom Hardy,
Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt, Morgan Freeman
Distribuzione: Warner Bros.
s.p.a. Italia
Data di Uscita: 29 agosto 2012
La trama in breve
In seguito agli eventi de “Il Cavaliere Oscuro” viene dichiarato
il Dent Act, il decreto anticrimine, instaurando pace e serenità
tra le strade di Gotham. Batman
(Christian Bale) aka Bruce Wayne, assuntosi la colpa dell’uccisione del procuratore distrettuale Harvey Dent, giace in esilio
nella tenuta di famiglia, rintanatosi nell’ala est come un vecchio
solitario. L’equilibrio di Gotham
viene spezzato otto anni dopo,
con la venuta di Bane (Tom
Hardy), un terrorista ex membro della setta delle ombre. Bruce Wayne sarà forzato a ritornare dal suo esilio autoimposto,
ma oramai provato dall’inattività e dalla vecchiaia che avanza, sarà chiamato a combattere
Croce di Malta... a cura di Marco Mercati
la sua nemesi
perfetta, l’altra faccia di
Batman. Nella storia, si intersecano perfettamente le figure di Catwoman (Anne Hathaway), irresistibile ed imprevedibile ladra, e di Miranda Tate/
Talia Al-Goul, (Marillion Cotillard). La salvezza di Gotham è
nelle mani del suo custode, chiamato ad affrontare la sua ultima
faticosa prova. Il film lascia un
finale aperto, che può essere interpretato in differenti maniere.
Begins, Falls and Rises:
La Leggenda Termina
Un Nolan che convince ma
non strabilia. Non si può negare il forte impatto della pellicola, peraltro girata in gran parte con IMAX (non in digitale, quindi), che conclude egregiamente l’epopea del Cavaliere Oscuro. Un Batman affaticato, del quale Gotham non ha più
bisogno, pieno di pensieri intrisi di ricordi, una pellicola più
personale, del nostro eroe, ma
rimanendo nello stile del regista, troppo ampia da descrivere in “soli” 165 minuti. Nolan
è un abile prestigiatore, e riesce
a creare mondi interi, curando
i buchi di trama inserendo perfetti escamotage, colpi di scena e momenti ricchi di suspence. Il regista non si è risparmiato, e ha condotto scene degne di
gangs of new york (durante l’attacco tra i terroristi e i poliziotti), e altri film disastrosi. Una
delle scene più colossali è durante l’esplosione del campo da
Recensiti per voi:
il ritorno del cavaliere oscuro
di Marco Mercati
football, dove Nolan ha ingaggiato “soltanto” 300 comparse
inquadrate peraltro sugli spalti.
Il Batman presentato è l’antieroe per eccellenza, non deve rispettare alcuna regola, è il guardiano oscuro che veglia su Gotham, il custode di fatto, che non
bada alla giustizia o alla polizia,
deve soltanto assicurare il bene
dell’intera città. Dall’altro lato,
il villain Bane, interpretato da
Tom Hardy è un full mix di cattiveria e violenza fatta acume,
l’opposto perfetto di tutto ciò
che Batman vuole essere. Violento, senza scrupoli, magistralmente interpretato, in
grado di intimorire con poche
battute,
anche
se l’attore è stato privato di una
parte espressionistica assai importante come la
zona della bocca (coperta dalla
maschera). L’unica falla di Bane è riscontrabile
(da alcuni) dal doppiaggio italiano, effettuato da Timi, in cui
lo si accusa di lasciare troppo
in evidenza la cadenza perugina (notare la scena del combattimento tra Batman e Bane sottoterra). La conclusione, avviene tramite un climax, che porta
a superare le recondite caratteristiche del nostro eroe sino ad affrontare la sua nemesi tentando
di liberare Gotham in un modo
altamente altruistico e in grado
di redimere, allo stesso tempo,
Continua da pag 7
pa motoristica ha definito molto comunicativo e poco “filtrato” dall’elettronica, cosa rara,
soprattutto in mostri di questa
potenza che molto spesso risultano ingovernabili e si affidano all’elettronica e non al pilota, appunto, per non schiantarsi
alla prima curva. Sulla piazza da
pochissimo tempo, la Huayra ha
Phoenix 8
Bruce Wayne. Il nostro cavaliere, cede la sua opera, lasciando
di sé la traccia e la gloria ai cittadini di Gotham. Si possono perfettamente inquadrare i principi
di bene e male, luce ed ombra,
bianco e nero, che si mescolano vorticosamente durante l’intero film. Bane è il male, ma il
nostro pipistrello è un guardiano oscuro, che agisce in maniera
sicuramente caotica, nonostante
tutte le buone intenzioni. Il tutto
proiettato su una società schiacciata da un oppressore, riuscito in pochi istanti
a ribaltare i destini di ogni cittadino. Ogni abitante
si cede alle brutalità e non può fare
altro, finquando il
tanto spirato eroe,
non ritorna dal
suo esilio e dalla sconfitta. Così
Nolan, ricalcando in parte le favolose esperienze
con “The Prestige”, “Memento”,
“Inseption” impacchetta l’ultimo cavaliere oscuro, che svela lentamente tutta la trama rimasta nascosta finora. L’intero
cast, nonostante attoroni come
Freeman e Oldman siano stati ritagliati per dare maggiore
spessore alla trama principale, è
sicuramente d’eccezione. Un ritorno affidato a Cillian Murphy,
lo Spaventapasseri, con una piccola parte da giudice, nella Gotham anarchica instaurata da
Bane.
già strappato vari record nei più
importanti circuiti internazionali alle più blasonate e veloci supercar e, con queste credenziali,
è pronta a fare breccia nel cuore
di tutti quei milionari appassionati di motori che scalpitano per
avere una di queste rarissime
opere d’arte con un cartellino
del prezzo che parte dalla modica cifra di un milione di euro.
Un viaggiatore inaspettato
ritorno alla terra di mezzo...
60 anni prima!
Quando il meccanico va al cinema
E’ opportuno spiegare cosa c’entri il titolo con la cinematografia.
Non molti di voi sanno, che l’organismo meccanico principale
per la buona riuscita di una proiezione tradizionale (ovvero in
pellicola) è appunto la croce di
malta. Questo dispositivo, consente di trasformare il moto circolare continuo ad un moto intermittente. Perfetto, e cosa c’azzecca? Dovete sapere che, quando si proietta utilizzando la pellicola, un fotogramma viene visto due volte, dal nostro occhio.
Ovviamente stiamo parlando di
frazioni di secondo. La convenzione attuale parla di 24 FPS
(frames per second) per problemi legati alla sincronizzazione
audio-video. La croce di Malta è essenziale per garantire due
cose: la prima è legata alla stabilità dell’immagine e la seconda
alla buona conservazione della
pellicola. Il dispositivo è formato da un gruppo di ingranaggi,
che per le innumerevoli sollecitazioni è racchiuso in una camera stagna e deve rimanere continuamente a bagno d’olio. Si può
tranquillamente affermare che
la croce di malta è il dispositivo
meccanico più delicato e più importante di un proiettore professionale cinematografico. Il funzionamento è il medesimo: partendo da un albero che trasmette un movimento rotatorio da un
lato e la croce di malta dall’altro, troveremo all’estremità
dell’albero un disco calettato, il
quale porta una corona circolare avente lo stesso raggio degli
archi della croce. All’estremità
del disco, sarà collocato anche
un nottolino. Mentre l’albero è
in rotazione, il nottolino andrà
ad innestarsi all’interno di una
delle cavità della croce di mal-
ta, la quale sarà trascinata e farà
compiere un quarto di giro (spostandosi di 90 gradi) al rocchetto (ruota dentata) collegato, posto di fronte all’operatore di cabina. Tutto questo, imprime una
notevole sollecitazione sia agli
organi meccanici che alla pellicola trascinata, la quale si distenderà nel migliore dei modi
(è difatti bloccata superiormente al blocco di malta da due slitte con molle, chiamate pattini),
altresì, l’intermittenza della sollecitazione, farà in modo di non
rovinare le perforazioni e la pellicola in sè. Questo dispositivo
comporta diversi problemi, tra
cui l’obbligatorio inserimento
di rocchetti o rulli compensatori (le scelte cambiano da costruttore a costruttore), che facciano
recuperare l’adeguata velocità alla pellicola in uscita dalla
croce di malta. Il nome di questo dispositivo è dovuto alla forma, la quale è piuttosto simile
alla croce “storica” identificata
in ordini cavallereschi e meglio
conosciuta come la croce della
repubblica marinara amalfitana o croce di San Giovanni. La
croce di Malta, è anche il logo
di “Cinemeccanica”, azienda leader specializzata in forniture
per sale cinematografiche.
Il Blocco di Malta
in una Cinemeccanica
Victoria VB:
1. sportello di bloccaggio e
pattini
2. mascherino
3. lanterna,
4. rocchetto di malta
5. tamburo sonoro
6. testa lettura audio digitale,
7. serranda
Per la gioia dei fan e per gli
amanti dei film fantasy, Peter
Jackson torna in Nuova Zelanda per girare i tre film inspirati al libro “Lo Hobbit” (1937)
di J.R.R.Tolkien, che temporalmente, precedono la pluripremiata saga de “Il Signore degli Anelli” anch’essa tratta da
un’opera tolkeniana. Il primo
dei tre che approderà sul grande schermo, sarà “The Hobbit – An Unexpected Journey”
e arriverà in Italia il 13 Dicembre, gustabile sia in 3D, sia in
modo convenzionale, sia in 3D
48 FPS. Il giovane Bilbo Beggins, prenderà parte ad una avventura che lo vedrà (insieme
serate in compagnia. Tornando
al “mezz’uomo”, rivedremo sullo schermo tutti i personaggi già
conosciuti (nonostante le vicende precedano di 60 anni quelle descritte ne “La Compagnia
dell’Anello”) all’infuori di Aragorn (Viggo Mortensen); anche
Frodo (Elijah Wood) e Legolas
(Orlando Bloom) ricompariranno, sia all’inizio, sia alla fine del
film, infatti tutto il film è basato sulla sua lettura del libro lasciatogli in eredità dallo zio. Un
importantissimo passo alla cinematografia che Peter Jackson cercherà di dare con la sua
nuova opera, è concentrato nelle nuove tecnologie digitali e
ai compagni di viaggio fra cui
Gandalf il Grigio) alla ricerca di
un’antica fortezza dei nani, costruita all’interno della Montagna Solitaria, nella quale si cela
un grande tesoro ora sorvegliato dal feroce drago Smaug. Durante l’avventura, Bilbo conoscerà la bizzarra ed ambigua figura di Gollum, al quale riuscirà a sottrarre un anello magico
che rende invisibili. Le riprese sono terminate ufficialmente
il 6 luglio, dopo 270 giorni circa dall’inizio. Per ora sembra
che Peter Jackson abbia centrato nuovamente in pieno il bersaglio dopo 9 anni di assenza dagli
schermi.“Assenza” si fa per dire,
dopo “Il Signore degli Anelli Il Ritorno del Re” (2003), Peter
Jackson non è uscito completamente di scena, anzi, ha sfornato eccellenti lavori come “King
Kong” (2005) e “District 9”
(2009), dando del prezioso materiale per riempire i noiosi pomeriggi domenicali o passare
3D. Mr Jackson, ha girato tutti
e tre i film dell’Hobbit con una
particolarissima camera, battezzata “Red Epic Camera”, e con
una modifica al sistema “Fusion
3D” (che consente di girare con
due obiettivi fisici diversi, simulando la reale distanza tra gli occhi) brevettato da James Cameron per girare Avatar (2009). Vi
assicuriamo che la parola Epic,
rende molto bene l’idea della risoluzione 5K in formato raw, e
che riesce a raggiungere 48 FPS
in stereoscopia, ovvero riesce
a girare ben 96 fotogrammi al
secondo complessivi (normalmente al cinema, ne vediamo
24). Il budget de “Lo Hobbit”
supera comodamente i 200 milioni di dollari, cifre da capogiro, capaci di tener testa soltanto
ad altri sconsiderati innovatori,
come sir James Cameron (Avatar, 2009, Titanic, 1997, ndr), un
altro tizio, che è riuscito a trasformare il modo di vedere il cinema, con un film soltanto.
Phoenix 9
Jonathan Douglas Lord, è il suo
nome per intero, ma lo conosciamo con il diminutivo Jon, Jon
Lord, strepitoso tastierista, noto
principalmente per la militanza
nel gruppo rock dei Deep Purple.
Con la sua incredibile padronanza tra i tasti ha saputo unire il genere classico (è stato molto influenzato durante la sua carriera
da personalità come Ludwig van
Beethoven, e Johann Sebastian
Bach) al rock ruggente, di quale è innovatore all’organo. Grazie alla sua padronanza, possiamo staccare l’organo dall’hammond (che è un particolare tipo
del medesimo strumento), rendendo storico il suono che ci accompagna ad ogni introduzione,
riff o assolo dei Deep Purple.
L’innovazione principale acustica, risiede nell’amplificazione studiata da Lord, che consiste nello sfruttare il Leslie (particolare tipo di diffusore con dei
coni rotanti, che rendono unico
il suono dell’organo) e microfonarlo ad un amplificatore Marshall per chitarra, con tanto di
drive per la distorsione. Il risultato possiamo sentirlo in canzoni come “Smoke on the Water”, l’intero della canzone veniva suonata da Lord all’organo,
non dalla chitarra! Jon Lord me-
MUSICA
Il Ritratto Hammond Master
di Marco Mercati
scolava ad ogni suo brano conoscenze legate al blues, al jazz e
alla musica classica, permettendogli nelle sue performance, di
esaltare tutto il pubblico, passando in pochi
istanti da sinfonie già note, sino
a virtuosi assoli all’Hammond
in canzoni come
“Highway Star”,
“Burn”, “Lazy”, e
tante altre ancora.
Lord e i DP hanno
significato molto
per tanti gruppi a
carattere mondiale. Ricordiamo in
Italia, la Premiata Forneria Marconi, che prima del successo internazionale, suonò come band
d’apertura ai concerti dei Deep
Purple, i membri conservano
gelosamente tali ricordi, e ne
hanno parlato in più interviste.
Jonathan Lord fu un uomo votato dalla musica sin da ragazzo, il padre era un musicista, e
ben presto il giovane Jon prese lezioni di piano. Era soltan-
to l’inizio della leggenda. Negli anni ’60, trasferitosi a Londra, iniziò il vero cammino da
musicista, che principiò appena si iscrisse al Royal College of
Music. Dopo rade
esperienze come
pianista jazz, Lord
si addentrò nel genere che lo rese
famoso, fondando gli Artwords, i
quali furono notati dalla Decca Record,
iniziando
a suonare attivamente nei vari club
londinesi. La band
cambiò più volte
nome, fin quando non si divisero dopo poche esperienze in
sala di registrazione. Nel frattempo Lord, aveva approfittato per diventare un discreto session-man e un buon arrangiatore (in quel periodo partecipò al
primo album dei Kinks). Successivamente prese parte ai The
Flowerpot Men dove incontrò il
bassista Nick Simper e quindi il
batterista Chris Curtis che lo av-
I Kiss tornano in Italia!
La mia Musica
di Daniele Capaccioni
“You wanted the best?!
You’ve got the best! KISS!”
Eccola!
L’introduzione
di
ogni concerto, che finalmente quest’anno pure noi italiani
avremo l’onore di sentire! Ebbene sì, nel loro ultimo tour,
la prossima estate, i Kiss faranno tappa per ben due volte in Italia per farci rivivere ancora una volta l’emozione del
vero Rock! Formazione: Paul
Stanley, Gene Simmons, Tommy Thayer ed Eric Singer sono
pronti a darci il meglio: 43 album pubblicati, 24 dischi d’oro,
10 dischi di platino, 2 dischi
multiplatino, nonché più di 120
milioni di copie vendute complessivamente in tutto il mondo,
tutto questo in due meravigliose
serate! Sviluppatori dell’Hard
Rock anni ‘70-‘80 e per di più
del genere Glam Rock, con oltre quarant’anni di carriera in
campo musicale, si presente-
vicinò a Tony Edwards, uomo
d’affari e manager. In questo incontro gli venne proposto di formare una nuova band che, verso
il 1967, coinvolse anche il chitarrista Ritchie Blackmore, dando così il via al primo nucleo
originario dei Deep Purple. Da
qui nasce la leggenda dell’hammond, dell’amplificazione, del
suono unico, di un uomo che ha
miscelato i canoni classici e l’ha
semplicemente uniti con l’hard
rock, dimostrando una notevole padronanza ed erudizione.
Descrivere o parlare di Lord in
poche righe, può essere visto
come un vero disonore, ma si
vuole ricordare un uomo che ha
cambiato la musica con le proprie idee, favorendo generi e sonorità mai sentiti prima d’ora.
Jon Lord è venuto a mancare
questa estate, il 16 luglio 2012
per embolia polmonare all’età
di 71 anni, dopo aver contratto
un cancro al pancreas circa un
anno prima. In calce, un’esibizione live del 1993 a Birmingham, dove Lord si esibisce assieme ai DP
in un virtuoso
misto di rock
e... di Beethoven.
di Rita Sciotti
ranno a Udine e a Milano più in
forma che mai a riproporci pezzi indimenticabili che hanno segnato la storia del Rock come “I
was made for loving you” (singolo che fece mandare alle stel-
le gli ascolti nel nuovo mondo).
Fuochi, fiamme, rullate e assoli distorti saranno la coreografia
di questi due eventi sensazionali in cui si vedranno di nuovo all’opera le quattro maschere
più famose della storia del rock!
Fateci sognare ancora una volta!! We wanna rock and roll all
night, and party every day!
«Senza la musica, la vita sarebbe un errore» come afferma Friedrich Nietzsche, uno dei
massimi filosofi del Novecento.
Ma cos’è scientificamente la
Musica? La musica è l’arte e
la scienza dell’organizzazione
dei suoni nel corso del tempo e
nello spazio. Arte perché queste organizzazioni di suoni sono
un complesso di regole pratiche che riescono ad esprimere
le emozioni che non si potrebbero descrivere concretamente;
Scienza in quanto lo studio di
questa disciplina risale alla notte dei tempi.
Non siamo capaci di dire con
esattezza quali siano state le
prime manifestazioni musicali dell’uomo, ma possiamo dire
di certo che la musica ci accompagna da sempre, da prima della nostra nascita quando
l’unica musica era il ritmo della vita. Quanto sia importante la
Phoenix 10
musica in tutte le sue forme per
ognuno di noi non ce ne rendiamo sempre conto, ora la musica è quasi un ‘bombardamento’,
da quando accendiamo la radio
o una televisione e finiamo per
dimenticarci che dovrebbe essere un momento di relax o sfogo.
La musica è un mezzo che arriva a tutti e per questo, sulla
base di studi scientifici, ormai
da tempo è nata la musicoterapia, che utilizza suoni e musica
a livello terapeutico e riabilitativo per malati mentali, demenze e sindromi quali Parkinson e
Alzheimer. Si dice infatti che la
musica sia la cura per la mente e un esempio davvero significativo è l’orchestra sinfonica
Esagramma composta da musicisti affetti da problemi psichici.
È incredibile fin dove ci possano toccare le note, quello che
scuotono in noi e la sensibilità
che riescono a tirarci fuori emo-
zionandoci ogni volta, per non
parlare del silenzio che riempie
un direttore d’ orchestra che dà
il via alla sonorità con un semplice gesto.
Personalmente la mia esperienza con la musica inizia da prima
che nascessi grazie ai miei genitori musicisti che mi
hanno fatto respirare
da sempre questa atmosfera.
All’età di nove anni
cominciai ad interessarmi in senso pratico allo studio del
flauto traverso che
porto avanti tuttora; questo strumento mi ha dato delle
opportunità di partecipazione a mio avviso meravigliose e indescrivibili che le parole, come ho già
spiegato, non possono raccontare: mi hanno permesso di partecipare numerose volte a rassegne musicali in luoghi lontani da casa, concorsi nazionali e
saggi grazie anche ai quali ho
conosciuto molti ragazzi della
mia età e condiviso con loro le
stesse emozioni e sfide. Queste
esperienze mi hanno fatto cre-
scere molto, facendomi superare paure e timidezze per scoprire un modo di comunicare che
va oltre il quotidiano. Una delle
cose della vita che ci fanno sentire più vivi è proprio la musica
e penso che tutti abbiano il diritto di interessarsene, di andare al
di là della radio che
ci assilla molte volte, ma essere partecipi di questa meravigliosa forma d’arte creandola con i
nostri strumenti e
comunicare al mondo il nostro amore.
All’inizio dell’anno,
con la partecipazione di tutto l’istituto
(Franchetti-Salviani), insieme alla Preside Vaccari, il prof. Fiorucci e
con l’indispensabile aiuto del
prof. Genovese, abbiamo creato un coro per la consueta celebrazione liturgica della scuola
che si è svolta presso la chiesa
di Santa Maria delle Grazie cui
hanno partecipato molti ragazzi e grazie anche ai nostri strumenti con cui abbiamo accompagnato questo momento di riflessione.
ORIENTAMENTO “GRAFICA E COMUNICAZIONE”
Il 28 novembre 2012 presso l’Auditoruim di Città di Castello si è tenuto un incontro per l’orientamento con gli studenti
delle scuole medie del territorio. La manifestazione promossa da Assoindustria, Assografici, Assocarta, ENIPG e Polo
Tecnico “Franchetti-Salviani” ha coinvolto le scuole medie
dell’Alta Valle del Tevere ed ha visto partecipare le classi terze degli istituti:
“Dante Alighieri-Giovanni Pascoli” Città di Castello, “Alberto Burri” Trestina, “Leonardo da Vinci” Lama, “Leonardo da Vinci” San Giustino.
La manifestazione articolata su momenti formativi e ludici,
ha coinvolto oltre 330 studenti che hanno potuto conoscere
in modo diverso i contenuti del mondo della grafica e della
comunicazione, che nel territorio è una della realtà artigianali e industriali più attive.
Strumenti bizzarri
La musica oggi è una passione molto coltivata e sempre più
giovani si divertono a suonare strumenti, ma come c’è chi si
diverte a suonare gli strumenti c’è anche chi si diverte, o
si è divertito a crearne di bizzarri!!
Il Tricchebalacche
Uno degli strumenti più strani è
il Tricchebalacche, tradizionale
dell’Italia meridionale e conosciuto soprattutto a Napoli.
Il Tricchebalacche è formato da tre martelletti in parallelo
tra loro e da due telai in legno
che sono perpendicolari rispetto ai martelletti. Il telaio posto
nella parte inferiore
unisce i tre martelletti, mentre
il secondo telaio quello posto più in alto
permette
ai
due martelletti
esterni di avere un’escursione.
I due martelletti esterni vengono
mossi dal musicista, e battendo
contro il martello centrale, che
rimane fisso, producono il suono proprio dello strumento. I
martelletti hanno sonagli e campanelli, per fare in modo che
ogni battito del martelletto produca un suono percussivo, simile al suono del tamburello.
L’ organo a bottiglie di birra
Altro strumento molto particolare è l’organo a bottiglie di birra, creato da Peterson Tuners.
Il suono dell’organo è prodotto
soffiando aria sulla parte superiore delle bottiglie di birra. Le
bottiglie, al loro interno, sono riempite o ‘sintonizzate’ con olio
minerale, in modo che non evapori o che non cambi accordatura durante i cambi di tempo.
Il salterio
Il salterio è uno
dei pochi strumenti originali
del musical ame-
Il Polo Tecnico “Franchetti Salviani” ricorda gli Open days
nei giorni: Sabato 15 dicembre 2012, 19 gennaio, 26 gennaio, 9 febbraio 2013.
ricano. Letteralmente, significa
“dolce canzone”. Ne è un antenato il scheithlot, rinvenuto nel
tardo 1700 in Pennsylvania. Il
popolo degli Appalacchi modificò questo strumento che si avvicinava al dulcimar attorno al
1800.
Il Dulcimar ha la forma di una
clessidra, o come alcuni dicono
di una donna, a quell’epoca non
era permesso di suonare uno
strumento a corde alle donne
Phoenix 11
davanti agli uomini. La modalità di sintonizzazione di questo
strumento può variare ma solitamente solo la prima stringa è
utilizzata per riprodurre la melodia mentre le altre corde vengono usate come accompagnamento. All’inizio veniva suonato con una penna d’oca, ma lo si
può suonare anche con un plettro, china, fingerpicked o con un
breve pezzo di grano chiamato
“noter”.
INTER-JUVE!!!
Lo sport tra i giovani.
di Jacopo Tonelli
di Benedetta Pettinari
Bene, ora che ho attirato l’attenzione dei più fanatici vorrei
concentrarmi non sui classici
sport che la tv ci propina ogni
giorno ma sugli outdoors,����
ovvero su tutti quegli sport, anche
un po` bizzarri che si praticano
all'aperto in mezzo alla natura.
Tra le tante attività all'aperto
che si possono fare abbiamo il
walking, l'arrampicata, il softair
e molti altri.
Su questo articolo vi parlerò
del softair���������������������
, molti pensano subito alle armi e di conseguenza a
qualcosa di violento che si ispira
alla guerra, beh, se la pensate in
questo modo vi invito a provarlo prima di giudicare e in breve qui sotto vi spiegherò come
funziona.
Questa attività ludico-ricreativa
di squadra è ormai diventata uno
sport professionale in tutto il
mondo e si basa sulla simulazione di tattiche militari e sull’uso
del AIR SOFT GUN, ovvero di
armi ad aria compressa.
Il softair mette insieme diversi fattori quali: la natura, la capacità intuitiva, la destrezza e
l'agilità.
Per giocare basta un fucile, occhiali di protezione, pallini e
buone intenzioni.
Ogni qualvolta si inizia una partita c'è sempre un pò di suspance, bisogna studiare le tattiche
del nemico e poi ci si sposta
di conseguenza finchè la prima
raffica di pallini che ti viene addosso non ti fa salire l'adrenalina al massimo.
A quel punto, beh, è il momento
di correre verso altre posizione
più nascoste e rendere pan per
focaccia al tuo avversario.
Si gioca con diverse modalità di gioco come: il deathmatch
a squadre, cattura la bandiera,
disinnesca la bomba o proteggi l'ostaggio e molte altre, tutte volte alla collaborazione di
squadra e alla capacità di prevedere le mosse dell’ avversario.
Uno dei fattori principali del
softair è la lealtà, cosa che molti degli sport odierni hanno perso, poiché quando si viene colpiti, l'unico modo per dimostrarlo è essere leali alzando le mani
urlando: "preso", segno di resa
che ti porta a concludere la partita.
In Italia è uno sport molto diffuso e anche nella nostra vallata ci sono diverse squadre, io
gioco nel TSC FULL MOON
SOFTAIR, squadra formatasi
da poco che ancora cerca gente
nuova che vuole praticare questo splendido sport.
Grazie al softair ho trovato nuove amicizie che si sono formate
a suon di pallini.
Quindi che aspettate venite e
provate anche voi !!!
“Muoversi è libertà”: ogni giorno, in mille luoghi del pianeta,
correre, giocare, allenarsi, disputare una partita, significa anche affermare la libertà e il diritto fondamentale al movimento,
o utilizzare il gesto sportivo per
rivendicarli.
Muoversi per sentirsi liberi. In
qualche caso è come se il gesto
sportivo offrisse ai giovani la
possibilità di esprimersi in una
lingua “diversa” che consenta di
comunicare con il mondo e di
realizzarsi.
Lo sport è considerato tra i giovani una delle ruote più impor-
sconfitta, viene vissuto come un
pezzo di storia individuale e collettiva, con tutte le emozioni che
ne seguono.
Cosa significa per un giovane
avere successo nello sport?
Significa porsi degli obiettivi,
raggiungerli grazie al nostro impegno e alla fiducia in noi stessi, significa assaporare una piacevole sensazione di soddisfazione sia durante l’attività sia
quando si è conclusa.
Un ulteriore aspetto su cui soffermarsi è la capacità di vivere
in gruppo; sentirsi parte di un
determinato contesto sociale è
tanti per lo sviluppo della vita,
svolge un ruolo importantissimo
nella formazione, nello sviluppo e nell’educazione, per molti
esso è un’opportunità con cui tenere in allenamento il fisico e la
mente, per altri ancora una guida educativa molto importante.
Lo sport è legato alle passioni,
ogni disciplina sportiva ha intorno una massa di tifosi che si
sentono parte di un mondo speciale dove spesso i toni, il linguaggio e le parole sono comprese solo da chi vi appartiene
e non è importante se “gli altri
non capiscono”.
L’importante è sapersi riconoscere, anche tra chi non si è mai
visto, e sapere, anche solo per
un momento, di far parte di un
“piccolo cosmo” dove si consumano passioni comuni.
Lo sport è una straordinaria fabbrica di continue emozioni, a
volte le proviamo in solitudine, a volte in un piccolo gruppo:
l’evento sportivo, sia esso un
grande successo o una cocente
uno dei bisogni primari di ciascun individuo. Infatti una delle
principali motivazioni dei giovani allo sport è legata al desiderio di vivere e di raggiungere
obiettivi sentendosi parte di un
gruppo.
L’evidenza formativa di questa abilità è fuori da ogni dubbio: saper rispettare le regole del
gruppo e collaborare anche in un
ambiente competitivo, sono abilità interpersonali che ciascuno
di noi deve avere.
L’attività sportiva rappresenta uno strumento indispensabile all’apertura dell’educazione
all’ambiente locale, all’Europa
e al resto del mondo; essa è particolarmente adatta agli obiettivi
di lotta contro qualsiasi forma di
discriminazione, di genere, persone portatrici di handicap e nella lotta contro il razzismo.
Lo sport è stato a lungo, in passato, vissuto come una prerogativa d’élite: a praticarlo erano giovani, uomini, persone con
disponibilità finanziaria.
Phoenix 12
LO STRANO DELITTO DELLA PROF. CUCCARINI
ATTO I – UNA SERATA STRANA
Era un giorno come tanti altri in
quel piccolo istituto, o quasi…
Nell’aula magna, che di magno aveva ben poco, si stava consumando un omicidio.
Erano le 14:30 e i ragazzi del
giornalino, i pochi che vi partecipavano, si stavano recando
in aula magna dove la professoressa responsabile del progetto
li avrebbe dovuti aspettare, ma
al loro ingresso in aula si trovarono davanti ad una scena alquanto insolita, la professoressa
era stesa a terra ormai senza vita
circondata da pozze di sangue.
Ma chi poteva essere stato?
E perché? Qual era il movente? Queste erano le domande
che affollavano la mente della
detective che stava attentamente
scrutando il cadavere oramai inerme. L’ultima volta che l’insegnante
era stata avvistata viva era stato al
suono dell’ultima
campanella, precisamente alle 13:41
davanti alla sala
insegnanti a parlare con il direttore del giornalino. La scuola
oramai era vuota quindi il colpevole si trovava in mezzo a loro,
doveva essere uno di quei dieci
ragazzi. Ma chi? La lista degli
indagati era abbastanza lunga e
la risoluzione del caso complicata, ma non per la nostra detective che già si era fatta un’idea.
Sui capelli della vittima era-
no state rinvenute tracce di olio
per motori… doveva scoprire da
dove provenivano, così si diresse al piano terra, verso il laboratorio di meccanica, alla ricerca di qualche dettaglio in più per
risolvere il caso. Immersa nelle
sue domande, nei suoi dubbi,
scese le scale e aprì la porta del
laboratorio che pensava essere
oramai vuoto, ma venne riportata alla realtà da una voce strana
proveniente da un angolo buio
del laboratorio che le urlò, con
marcato accento tifernate: “ Vaaaaa via! For dai c****i!
è bagnato, chiamo il poff! Poffe! Poffeee!” Il detective si spaventò per il tono di voce usato
dall’uomo, che quando uscì allo
scoperto si rivelò essere un bidello il cui nome, riportato nella targhetta, era alquanto strano... “splendido”. Ma non indagò né sul suo
nome né su di lui,
la sua aria buffa
ed impacciata non
lo rendeva certo
un sospettato. Lo strano ometto stava per continuare quando venne interrotto da un’altra voce proveniente da dietro
la porta che disse: “Finiscilaaaaa!”. La detective vide avvicinarsi un uomo dal fascino particolare. Vestito di una giacca
grigia e di una lunga sciarpa azzurra, la sua spiccata saggezza
ed intelligenza erano conferma-
te dai lunghi e bianchi capelli.
La detective dedusse che fosse
un professore e solo dopo averlo ringraziato e salutato, realizzò quanto la sua stessa presenza
in quel posto a quell’ora potesse
essere sospetta. Ma non aveva
dubbi, non si sarebbe scordata
la sua faccia. Si addentrò quindi
nel laboratorio. Non vi era mai
entrata, non sapeva da dove iniziare a controllare, a cercare una
possibile traccia di olio, ma la
risposta arrivò da sola quando
si trovò quasi ad inciampare in
qualcosa che non riconobbe nel
buio pesto del laboratorio. Dopo
aver trovato l’interruttore vide
Phoenix 13
che era proprio ciò che cercava,
un barile d’ olio per motori. Si,
questo la portava a ristringere il
suo campo dei maggiori indagati, ma aveva bisogno di maggiori prove per dimostrare che era
stato qualcuno del corso meccanico, uno di quei tre ragazzi…
ma quale? Questo era il dilemma. Si era aggiunta poi anche la
figura di quell’insegnante, non
la convinceva, aveva qualcosa
di particolare. Immersa in questi
pensieri, dopo circa un’ora uscì
da quel laboratorio e si scontrò
di nuovo con il bidello che stava
spazzando il corridoio e si limitò a sbuffare, che strana serata...
Scene tra i banchi
Gli alunni...
chi sono: Ragazzi tra i 6 e i 19
anni costretti da forze maggiori (…genitori..) a partecipare a
dormite di gruppo (...lezioni...),
mentre mostri di vario tipo (...
prof..) parlano una lingua incomprensibile agli umani...
tipi di alunni:
SGOBBONE
caratteristiche: magrissimo, uno
scheletro;
lui: camicia a quadri modello tovaglia da pic-nik;
lei: capelli lunghi, spesso raccolti in trecce; Media dei voti: 8-9 (grazie alle
notti sui libri e al rimanere sveglio durante le lezioni...);
Materia preferita: Matematica
(..la ritiene molto affascinante..);
Sogno della sua vita: diventare il + grande giornalista di tutti i tempi o il medico che farà la
scoperta del secolo...
FIGO
caratteristiche: palestrato;
lui: camicia aderente nera semiaperta per risaltare i muscoli;
lei: top aderente bianco per far
risaltare le forme;
Media voti: 5-6 (...grazie agli
sgobboni che gli passano i compiti...);
Materia preferita: Ed. Fisica (...
ottima per dimostrare di essere i
più fighi in tutto...);
Sogno della sua vita: diventare un calciatore o una velina... MENEFREGHISTA MEDIO
caratteristiche: buon frequentatore di scioperi;
lui: maglioni enormi e pantaloni
coordinati;
lei: magliette non aderenti e
pantaloni non troppo attillati;
Media voti: 6-7 (...grazie agli
sguardi che ogni tanto dà al libro di teoria...);
Materia preferita: italiano (...rivoluzionari di stampo intellettuale...); Sogno della sua vita: diventare
un asso nel suo hobby preferito... MENEFREGHISTA ACUTO
lui: catene ovunque;
lei: 5 o 6 buchi agli orecchie; Media voti: 4-5;
Materia preferita: nessuna (..sarebbe come amare il diavolo..) Sogno della sua vita: finire al più
presto la scuola obbligatoria... I professori ... chi sono: esseri extraterrestri (...probabile origine plutoniana...) atti a scassare le scatole agli alunni con torture di
tutti i tipi (...compiti..) con la
complicità dei genitori che approvano tali lavori forzati... L’aula scolastica
Cos’è: dal latino “aula, ae” che
significa “cortile x il bestiame”,
x aula s’intende cella d’ isolamento talmente cupa e umida
da rendere anche persone (…)
apparentemente...) docili belve
umane, esasperate inoltre dal fetido odore d’ intonaco presente
nell’aria (...ke farebbe venire i 5
min. anche a Gandhi..).. Come scegliere il posto migliore
E’ importante, per poter affermare quale sia il posto Top, conoscere la planimetria dell’aula
e la sistemazione esatta dei banchi. Non disponendo di tali informazioni, poiché esse variano
da aula ad aula, i posti si possono approsimatamente distinguere in: PRIME FILE... l’inferno
Vantaggi: il prof. è troppo concentrato a guardare i banchi di
dietro, notoriamente dei casinisti, e quindi puoi parlottare; Svantaggi: probabilità 0 di avere qualche suggerimento;
FILE CENTRALI... il purgatorio Vantaggi: se vuoi sapere tutte le
news dell’ultimo minuto è il posto migliore; Svantaggi: sei compresso tra i banchi
davanti e dietro di te
e ci metti ore x alzarti;
ULTIME FILE..
il paradiso... Vantaggi: hai tutte le possibilità x copiare senza destare sospetti e di mangiucchiare
qualcosa;
Svantaggi: appena succede
qualcosa in classe, beh, tutti gli
occhi sono puntati su d te…
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NOMI:
-GIADA
-SIMONETTA
-GIAMPAOLO
-ARMANDO
-MARINO
-LORENZO
-TIZIANO
-PIERO
-ROMERO
-ROSINA
-ANASTASIA
-AMELIA
-LUIGI
-GINO
-GIULIO
-ROSA
-GRETA
-MAIA
-ARIANNA
-MARCI
-IRMA
-PIA
-AMANDA
-DIEGO
-ANTONIO
-NINA
-ANITA
-TANIA
-PRISCILLA
-SARA
-ROMANA
-DAVIDE
-RINALDO
Chiave ______________________________________________
SCOPPIO DI RISATE
Mamma, mamma... cos’è la delinquenza minorile?”
“Zitto, spegni la sigaretta, finisci il whisky e dai le carte!!!
E posa quel coltello sennò ammazzi qualcuno!”
Un uomo sdraiato sul letto in
punto di morte confida alla moglie:
- Cara, devo parlarti di una cosa,
devo togliermi questo peso.
Sai, qualche giorno fa ti ho tradita con la tua migliore amica.
La donna molto tranquillamente risponde:
Phoenix 14
- Lo so, lo so, è per questo che ti
ho avvelenato!
Lo psichiatra al cliente che vede
per la prima volta:
“Mi racconti tutto dal principio.”
“In principio ho creato il cielo e
la terra....”
Pierino”, chiede la maestra in
tono sarcastico, “puoi spiegarmi
perché il tema che mi hai consegnato ieri è identico a quello scritto da tuo fratello l’anno scorso?”
“Semplice, signora maestra, ...
abbiamo la stessa sorella!
PIXELINK
Come si gioca
Nel diagramma si nasconde una
figura, che appare annerendo alcuni quadretti in base ai numeri che si trovano al suo interno.
Per ciascun numero (tranne gli
“1”) bisogna trovare un altro numero dello stesso valore, e unirli
con un tracciato lungo tanti quadretti quanto il valore del numero stesso. I tracciati possono andare in orizzontale o in verticale
(mai in diagonale), e non possono in nessun caso incrociarsi tra
di loro. Una volta unite tutte le
coppie di numeri, basta annerire i quadretti dei singoli tracciati per far apparire la figura nascosta.
Faccio rima con pazienza
ma preferisco stare senza
Ogni volta che mi viene
son dolori e sono pene
e col naso gocciolante
mi trascino col turbante
per la testa che mi gira
si scatena la mia ira.
Clicca qui per un suggerimento.
Colpisce d’inverno.
Risposta: L’influenza.
INDOVINA COS’E’
Mi senti di giorno, mi scansi la notte, poi senti un brivido, e
chiudi le porte. Ti nascondi ovunque, ma ci sono comunque.
Vorresti non più sentirmi, e con coraggio scacciarmi, ma in
mia presenza, del coraggio sentirai solo mancanza,poi suona il campanello, e cosa vedi di bello? Il tuo amico migliore,
che entrando quasi fa bagliore, e con una busta di coraggio,
come un forte raggio, riesce a scacciarmi, e tu a dimenticarmi, ricambiando al tuo amico, un grande omaggio, per il donato coraggio. Adesso al lettore, con grande furore, domanda
resta, di cosa fu stata, la cosa scacciata.
Risposta: Sono la paura.
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REDAZIONE
Coordinatrice del Progetto: Prof.ssa Rita Cuccarini
Insegnanti referenti: Prof.ssa Raffaella Camicia, Prof.ssa Anna Maria Boldrini
Responsabile realizzazione Tecnica: Prof.ssa Assuntina Battistoni
Direttore: Marco Mercati
Capo Redattori: Daniela Barna, Francesco Marino
Vice Capo Redattori: Sofia Fahmi, Rachele Simonucci
Capo Servizio: Federico Parroni, Matteo Bevignani, Matteo Selleri
Redattori: Alice Bacci, Serena Bianchi, Iacopo Bianconi, Shadey Brito, Daniele Capaccioni, Angelica Casacci, Antonio Catapano, Thomas Chiasserini,
Angelica Malatesta, Luca Mancinelli, Marco Marini, Cristian Polenzani, Rita
Sciotti, Jacopo Tonelli, Flavio Turchi, Giovanni Vinagli
Foto di: Matteo Alunno Selleri, Silvia Capaldi
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