A tu per tu con l`intelligenza artificiale
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A tu per tu con l`intelligenza artificiale
Polo Tecnico “Franchetti - Salviani” Città di Castello Editoriale Il direttore di Phoenix ai ragazzi, ai professori, a tutti i lettori I disinformatici In un mondo, dove non informarsi è veramente complicato, si può giungere all’unica logica, di informare noi stessi nelle metodologie con le quali ci teniamo aggiornati, nel modo in cui trascorriamo il tempo di fronte a tutta quella diavoleria informatica che bene o male, ormai quasi tutti noi sappiamo destreggiare. Coloro che son nati con le lettere di carta, e non con la posta elettronica ne risentono in maniera sicuramente maggiore, che altri, che pochi anni dopo la vita, si sono trovati un aggeggio con tanto di tastiera e “topo” con cui dialogare, altresì, ormai abbiamo raggiunto la cosiddetta generazione digitale. Giovani ribaldi che appena svezzati sono già abili con la tecnologia. La generazione futura, robotica, tralasciando l’umile fattore, per il quale Hollywood si è già espressa largamente in passato, con lungometraggi degni di fantascientifiche realtà, meste ma soprattutto dense di un pensiero comune come la ribellione delle macchine. Questi esseri pronti a superare l’uomo. Per i progettisti è solo fantascienza, per altri un buon pomeriggio cinematografico. Il dato più preoccupante è non molto la tecnologia, che progredendo fornisce mezzi e strutture caContinua pag. 2 Dicembre 2012 A tu per tu con l’intelligenza artificiale L’indagine compiuta durante gli ultimi quindici giorni del mese di novembre 2012 presso l’Istituto “Franchetti-Salviani” è stata interessante non solo per i dati raccolti che di seguito commenteremo ma anche per la preziosa disponibilità offerta dai ra- e loro assemblaggio per permettere notizie importanti per comprendere l’atteggiamento degli studenti dell’istituto indicato, nei confronti dell’informatica. A dirla tutta l’idea di questa indagine è stata dei “ragazzi del giornalino” perché hanno sen- -Ma quanti possiedono un pc? Se ne fa un gran parlare ma la nostra realtà com’è? Chi lo usa è tecnicamente preparato o procede per “tentativi ed errori” e si ferma lì? Il fatto che questo mondo piaccia ai giovani li avvicina a terminologie specifiche spesso in lingua inglese? I genitori sono consapevoli di ciò che combinano i propri figli con i pc? La sitologia di internet così variegata e ambigua è adeguatamente vissuta dagli studenti? Sezione I Raccolta dati gazzi della Redazione del Giornalino d’istituto “Phoenix”. Essi si sono prodigati infatti a pianificare l’utilizzo dei laboratori informatici temporizzando l’intervento a turno di tutte le classi, guidandole dalla classe al laboratorio e viceversa, spiegando ai convenuti le modalità di risposta del questionario e l’argomento di studio. La scuola è stata molto collaborativa e abbiamo testato le potenzialità della tecnologia in dotazione in istituto che è risultata affatto trascurabile; l’utilizzo di questa godeva anche di un valido strumento di base, il programma “Moodle” creato dai docenti del corso informatico. Lo studente Federico del IV A e componente della Redazione stessa, dopo le iniziali informazioni dei suoi docenti, ha calibrato la funzione del programma alla raccolta dati tito come pertinente tale necessità; loro stessi si sono chiesti: Bene il “nostro” campione ottenuto è significativo: hanno risposto 829 studenti su 933 di cui 557 sono ragazzi e 227 ragazze. La differenza è utile ricordarlo nasce dalla tipologia di questo istituto che essendo “tecnico” denota una prevalente presenza maschile. Il 59% è Rubriche ZONA ROSSA “Progettare l’auto più veloce del mondo, un sogno realizzabile. Una sfida contro la fisica: potenza, aereodinamica, velocità, peso. I tuoi nemici giurati! Per ora la detentrice del record di velocità è la Bugatti Veyron Supersport con i suoi 432 Km/h..... CROCE DI MALTA Nani, draghi e tesori segreti… non stiamo parlando delle solite storielle da due soldi, ma del film più atteso dell’anno, ‘The Hobbit - An Unexpected Journey’ (prequel de “Il Signore degli Anelli”) il primo dei tre Phoenix1 Phoenix film tratti dal libro ‘Lo Hobbit’ di J.R.R.Tolkien. Diretto da Peter Jackson, con i suoi 200 milioni di dollari di budget, sarà difficile deludere tutti gli amanti del fantasy, non solo per gli incassi, ma anche sotto l’aspetto tecnologico. MUSICA Che cos’è veramente la musica? Arte, scienza, mezzo di comunicazione, cura, speranza. Tutto, ecco cos’è la musica per alcuni. Emozioni indescrivibili quelle provate da chi suona, chitarra, piano o flauto traverso che sia… Continuano nelle pagine seguenti paci di risolvere problemi che venti anni fa sembravano così astratti, o comunque così lenti e difficili da realizzare in pochi minuti (come appunto l’invio istantaneo di una lettera!), ma bensì nell’uso erroneo, tralasciando successivamente l’ignoranza con la quale si destreggia il media. Pochi uti- lizzatori conoscono appieno le potenzialità dei mezzi che detengono. E’ un dato di fatto. Pochissimi conoscono appieno le risorse di un software, o perlomeno è veramente complesso trovare tra i ragazzi chi conosce profondamente qualche tipo di programma o applicazione, tralasciando ovviamente gli sviluppatori. Questa nuova generazione, tende inesorabilmente ad agire “informaticamente”, aggirando il dilemma con tutti i mezzi che vi si pongono davanti. Tutti noi oramai lo facciamo. Apportando esempio, non appena appare una finestra d’errore ci accingiamo a chiuderla, e visto che non siamo tutti dei tecnici informatici, iniziamo ad armeggiare tra cartelle e file, alterando impostazioni, cercando vorticosamente risposte nel web. Un po’ come le famose “cure” per avviare software in maniera discretamente “aoum aoum”. Siamo così collegati e uniti in questo pensiero, che diventa assai noioso, poiché ripetitivo come una tavola di numeri primi. L’imprevedibilità, la schiettezza, l’inesorabile pensiero di non sapere cosa accadrà, di come è possibile reagire, la ricerca di informazioni. Stiamo divagando lentamente, dall’infilarci le scarpe ed uscire, per fiondarsi in un luogo d’interesse, ad armeggiare un povero ratto con rapidità eccezionale, la medesima con la quale si potrebbe consegnare un compito di matematica assai ostico, e che lentamente si trasforma sempre più in una verifica d’italiano. Tutti questi mezzi offuscano la vera meta, quella da percorrere per arrivare alla virtù. Per quale ragionamento non tutti non sono mai sazi? (Stay hungry, stay foolish...) perché non c’è una ricerca continua di conoscenza ed erudizione, per pura cultura personale, aldilà di ogni risultato scolastico? I mezzi che abbiamo sono così vasti che potremo avere informazioni a carattere generico, su quasi tutti gli argomenti d’interesse senza fatica e soprattutto con una discreta dovizia: sono oramai note le miriadi di programmi sotto licenze libere, altri ad uso gratuito, altri ancora rilasciati appunto per la comunità, con i quali è possibile addirittura rimpiazzarne altri in maniera (qualora tra i più eccelsi) prossima alla professionalità. Non c’è ancora con una discreta maggioranza il pensiero per il quale, potremo indottrinarci autonomamente alla cultura stessa, quella che ci fornisce il mondo dell’informazione, la ricerca dell’essere, delle proprie passioni. Il decadimento è la sorte riservata a tutto ciò che muore, e prolisso, si distende nell’aria vagheggiando di universi e spazi, così vuoti. Come la mente stessa. In un contesto politico come il nostro, in una nazione in sofferenza, in luogo così ampio di cultura e di informazione, con tradizioni venerabili riguardanti tutto ciò, è deprecabile dovere ancora sperare, nei giovani che soffocano assieme ai mezzi, e non si rendono conto delle grandi potenzialità che hanno, che abbiamo, per poter nuovamente cercare di cambiare il mondo. Il tutto è ben attuabile con la conoscenza, l’informazione, skills importanti per difendersi, e per difendere ciò a cui più teniamo. Marco Mercati composto di studenti del triennio che hanno perciò superato i 16-17 anni d’età ed il 41% invece è compreso nella fascia 14-16 anni. In vetta alla percentuale dei “compilatori” del questionario dell’indagine, abbiamo il corso di costruzioni (geometri) pari al 22% e quasi identica percentuale è quella relativa al corso economico pari al 21% (ragioneria); di seguito il corso informatico per il 12%, il corso meccanico ed elettronico pari al 10%, il corso scientifico tecnologico per il 9%, il chimico per l’8%, il F.A.S.E. per il 5% ed infine il corso grafici per il 3%. Le percentuali sono veritiere perché rispecchiano il numero di iscritti ad ogni corso dei nove proposti al “Franchetti-Salviani” che risulta infatti molto variabile. Nella sezione relativa alle notizie generali ci sono altri dati molto interessanti riguardo il possesso di un personal computer, dove il 77% dei ragazzi possiede un pc personale, il 21% usa il computer di famiglia ed il 2% non ne possiede affatto: di questi sono 18 ragazzi sul totale dichiarato all’inizio. Lo stes- fermare che 14 di essi hanno un pc ma non navigano in internet. Interessante risulta essere la sintesi alle risposte della domanda n° 6 che chiedeva se il tipo di approccio al computer è stato frutto di una preparazione primaria o meno: con grande soddisfazione il ciclo della scuola dell’obbligo è positivamente responsabile dell’avvicinamento dei giovani al pc: 347 ragazzi pari al 41% hanno frequentato corsi propedeutici alla scuola media; un 4% si prepara in corsi specifici privati ed il 54% provvede solo con la propria esperienza a migliorare la sua conoscenza nel mondo dell’informatica. Questo non risulta essere un atteggiamento molto positivo in quanto per un buon utilizzo dello strumento occorre essere preparati sia inizialmente che in itinere poiché è un settore di studio che procede a ritmi frenetici ed essere aggiornati è una chiave del successo. so atteggiamento è confermato dalle risposte alla domanda seguente , quella di avere collegamento internet in casa. Questa domanda ha evidenziato che il possesso di un pc è strettamente collegato alla possibilità di utilizzo di internet, infatti 797 ragazzi ce l’hanno ed il 59% lo hanno dietro iniziativa presa direttamente da loro; il 37% per iniziativa dei familiari; alcuni e sono 32 ragazzi, non hanno il collegamento internet e considerando il fatto che 18 non hanno neanche il pc, si può af- de le modalità di utilizzo del pc da parte dei soggetti dell’indagine. Il 93% di questi non ha limiti nella navigazione in internet da parte dei familiari, facendo sorgere il dubbio se c’è consapevolezza da parte dei genitori di eventuali rischi che i propri figli possono correre. Solo il 7% (circa 55 genitori) vigila su questo. Dalle risposte alle domande n. 8 e n. 9 è possibile comprendere che tipo di lavori vengano compiuti: il 91% dichiara di usare il pc per attività di studio e di gio- Phoenix 2 Sezione II Modalità di utilizzo del pc La seconda sezione del questionario indagava in dieci doman- co ma è la risposta seguente che permette di capire in realtà cosa ci vien fatto. Dal tipo di risposte infatti l’uso è soprattutto relativo al relax e/o al passatempo: il 21 % naviga casualmente in internet, il 18% a pari merito “scarica” musica, video e “chatta”. Il 13% gioca inesorabilmente ed il’9% elabora dati multimediali (vedi musica, immagini, animazione). Tutte le percentuali di molto inferiori a queste, sono quelle relative ad un utilizzo più tecnico, un uso quindi più scolastico infatti non superano il 4% l’archiviazione di dati, il 3% (91 ragazzi) grafica ed il 2% videoscrittura, in ultimo l’1 % compie lavori più competenti come la grafica vettoriale e la costruzione di pagine web. Il programma di videochiamata Skype è ancora poco conosciuto. La percentuale in istituto è del 46%, il 22% lo utilizza per compiere videoconferenze agevolate economicamente per poter parlare con parenti o amici lontani; il 13% ed il 14% scambia messaggistica (chat) e lo utilizza per chiamate telefoniche; il 5% scambia dei files alla pari (peer to peer). Un altro campo particolare è quello dell’utilizzo della webcam, cioè il farsi vedere in tempo reale dai rispettivi interlocutori che la usano. 346 studenti su 829 non ne possiedono e 533 la usano per videoconferenze fatte con più persone e 36% solo con live - cam, sembra che le conversazioni siano preferite attraverso questa modalità e la comunicazione reale ne soffra sempre di più. La risposta alla domanda n. 12 è a dir poco allarmante …. dei 706 ragazzi che gentilmente hanno risposto qualcuno, molti più di qualcuno, ha scambiato i siti enciclopedici con i siti con materiale pornografico. Non è proprio cultura!!! Vedi pornopedia, pornhub, xhamster, sanchez tube, tube trooper, you porn, gnoccatravel, youjizz, badjojo, pippopippe, elenco sconvolgente di siti vigilati dalla polizia postale che offrono visioni esasperate di un atto che pretende una certa maturità. Chissà se tutti i ragazzi utenti ne sono consapevoli? Speriamo di sì!!! Per fortuna c’è anche chi guarda il sito dei Pokemon e urban 4 ….! Parlando di dati seri inoltre cogliamo dalle risposte indicanti che la cultura entra a scuola attraverso il laboratorio di informatica: l’80% dei ragazzi solo consultando l’enciclopedia libera Wikipedia e una minima percentuale utilizza erratamente la “nonciclopedia” (controllata da Wikipedia comunque) che riporta una precisa koiné giovanile che non si cura affatto di scrivere in modo corretto i nomi di riferimento alcuni vengono letteralmente modificati come face book diventa feisbuk, facebbok, facebok, facabook, faceboo. Ciò che dice per esempio la “nonciclopedia” in prima pagina è “itagliano” ed usa “l’alfabeto farfallino”!!! Non è finita za di siti enciclopedici in realtà è compensata dal vario utilizzo di molteplici social network. Essi sono: Msn, Facebook, Twitter, Badoo, Skype, Myspace, Google+, Flickr (sharing foto), Instagram (sharing photo), Netlog, Habbo, Hi5 (sharing photo), Ebuddy... Tra le ultime informazioni comprensibili dalla sezione seconda c’è un ultimo dato interessante relativo al numero di contatti che ogni ragazzo “compilatore” ha indicato. La media è di 1829 contatti. All’interno delle risposte abbiamo delle inutili forzature come i quattro ragazzi che hanno indicato 99.999 amici, come colui che ha scritto 66.666, 40.000, 30.000 contatti. Sono credibili? Sinceramente non molto ma la media è ab- qui, qualcuno consulta l’enciclopedia “Tre…cani”, che solo avendolo scritto così induce alla gioia tutti i docenti al mondo!!! bastanza significativa: i ragazzi dell’istituto hanno più amici virtuali che reali, a sostegno del fatto che i rapporti umani ne soffrono, non c’è ancora un’inversione di tendenza relativa a questo atteggiamento. Per il 50% (553 studenti) l’interesse sull’enciclopedia libera è rivolto allo studio e all’approfondimento, il 24% ne fa un uso personale ed il solo 21% trae informazioni e le copia e incolla solamente. Riguardo alla conoscenza e all’utilizzo dei socialnetwork si può affermare che circa 71 ragazzi non ne conoscono di alcun tipo e tutti gli altri sono iscritti a Facebook per circa il 20%, ma il dato saliente è la grandissima confusione tra istant messenger, blog e social network (anche solo dedicate allo scambio di foto) per cui il valore non è chiaro. La scarsa conoscen- Sezione III Abilità dell’uso del pc La rosa delle seguenti risposte è significativa del fatto che ci addentriamo sulle nuove possibilità che il campo informatico offre agli studenti e che in molti ancora mostrano di essere legati al testo cartaceo, manuali pesanti, anche 1 kg e più costosi nonostante i docenti si siano mossi a riguardo. Essi infatti in linea con le varie case editrici hanno dovuto adeguare la scelta dei libri di testo a quelli con edizio- Phoenix 3 ne digitale. La normativa è l’art. 15 della Legge n.133/2008 che dispone che i libri di testo adottabili a partire dall’anno scolastico 2011/2012 debbano essere in forma digitale o mista e il D.M. 41/’09 che definisce le caratteristiche tecnologiche dei testi adottabili, in sintesi sembra uno dei rari casi in cui la scuola anticipa l’atteggiamento dei giovani: i corridoi ancora hanno l’eco del lamentìo di avere zaini pesanti... Il 95% dei ragazzi dell’istituto non usa affatto e-book, solo il 5% lo usa un po’ e non sempre per un utilizzo scolastico: quel 5% infatti conosce Amazon, Apple store, IBS libri, Kindle tutti gli altri indicati e visibili dal sito della scuola sono assurdi, sciocchi e assolutamente imprecisi denotando un grosso limite da parte di molti studenti. Riguardo la capacità relativa alla scansione delle immagini abbiamo una percentuale del 55% che la pratica ma il dato contrario indica che il 45% dei ragazzi non lavora con le immagini: il dato dice che poco meno della metà di loro non ha a che fare con immagini anzi le guarda solamente… anche lo scrivere relazioni di tipo scolastico fa comprendere come molti di loro non abbiano le idee chiare sullo strumento da utilizzare, il 74% infatti scrive su un programma per elaborazione dei testi; ma gli altri dati quelli di scrivere relazioni su un programma per la gestione degli archivi (il 4%) e il 3% che usa quello per l’intrattenimento mostrano una grave difficoltà di scelta del programma giusto per l’intento voluto; un po’ meno difficoltà è manifestata da quelli che usano un foglio elettronico, tipo Excell, che sinceramente non è proprio agevole per scrivere relazioni su libri letti. Sezione IV La conoscenza di una terminologia adeguata di un pc Il 94% dei ragazzi del campione degli studenti sa bene l’importanza di avere un programma di protezione antivirus sul proprio pc. L’88% di loro sa inoltre che un virus può creare danni ingenti al proprio strumento informa- tico ma tutte le altre risposte indicano una certa disinformazione in merito: un guasto dello schermo per il 2%, un problema tecnico per l’8%, una perdita di dati dovuta a un calo dell’alimentazione per l’1%, elementi questi non collegabili al danno possibile grazie ad un virus. La conoscenza di un linguaggio tecnologico indicata dalle risposte vede che 638 ragazzi su 829 distingue correttamente il significato di hardware e software ma il 23% confonde molto il senso delle risposte. All’ultima domanda si chiede che cosa sia un laptop ed un desktop e tenendo presente che oggi non esiste più una sostanziale differenza sulle potenzialità di entrambi ma ne resta invece solo sulle dimensioni e relativa maneggevolezza del lap- ster di appartenenza. Il termine tecnico che indica un testo allineato al margine destro e sinistro si dice “giustificato”, le altre voci non sono corrette. top rispetto al desktop. Occorre riassumere che solo il 50% ha le idee chiare ed il 12% evidenzia quanto nel giro di poco tempo il laptop si sia diffuso proprio in funzione della sua praticità d’uso, il 10% ne conferma l’efficacia; non è affatto vero però che il laptop abbia maggiore autonomia del desktop il quale è direttamente collegato al cavo di alimentazione elettrica fissa mentre il laptop no. I ragazzi-campione sanno che copiare un file non arreca danni a quello originale, essi sono il 79%. Altri di loro invece pensano che il file originale venga cancellato (3%) o che venga rinominato (7%). Coloro che hanno risposto che dal file originale si spostano dei cluster non hanno interpretato correttamente la domanda e la proposta di risposta… in realtà al file originale non succede nulla, resta nel clu- mato sia la loro copertura . Essi preferiscono inoltre avere tanti amici virtuali anziché curare direttamente i rapporti dove l’educazione, la capacità di conversare e di dialogare si apprendono con l’esperienza. Naturalmente ciò non vale per tutti i ragazzi, c’è sempre quella frangia più seria che vuole prepararsi consapevolmente al proprio futuro, per fortuna. Il dato che stupisce è che la mancata preparazione, se è tollerabile per le generazioni più mature, non lo è affatto per queste prossime leve della società; ci si aspettava che dopo 30 anni circa dall’avvento del pc, ci fosse maggiore elasticità e congruenza sull’utilizzo di questo strumento ma la realtà è ancora molto lontana! C’è ancora tanto da fare quindi cominciamo. Grazie a tutti! CONCLUSIONI L’atteggiamento del nostro campione-ragazzi d’istituto verso l’informatica risulta essere di tipo piuttosto superficiale: non si preparano né ad un uso consapevole dello strumento né comprendono le sue illimitate potenzialità. Essi si limitano ad una fruizione circoscritta a ciò che internet offre senza scegliere o farlo poco, senza decidere né creare. Essi preferiscono superare i limiti del lecito (vedi siti con materiale pornografico leciti ma immorali), del dissacratorio, dell’offensivo in genere pensando che l’anoni- Cosa c’ è dietro a un semplice click?? di Sofia Fahmi Dietro a ciò che noi facciamo con un estrema facilità c’è però un lungo lavoro di progettazione, di cui poco si tiene conto, ci lamentiamo spesso per un malfunzionamento, tralasciando però quanto sia difficile elaborare tutto ciò che a noi sem- bra banale, quindi andiamo più a fondo. Con un cambiamento a livello estetico dei computer e all’evoluzione dell’architettura interna dell’elaboratore si sono naturalmente accompagnati lo sviluppo del software necessario a far funzionare le macchine (il sistema operativo), dei programmi (o applicazioni) che su tali macchine possono essere utilizzati e dei linguaggi in cui i programmi sono scritti. La proliferazione degli utilizzi dei computer condusse i programmatori a richiedere e sviluppare linguaggi più potenti e versatili: nacquero così linguaggi come il C (dalle necessità degli sviluppatori di Unix), il Pascal (linguaggio creato per scopi didattici), Ada (su direttive del Dipartimento della Difesa); intanto il bisogno di scambiare dati e programmi in maniera affidabile fra i vari utilizzatori della tecnologia, spingeva gli operatori verso lo sviluppo di una rete di trasmissione delle informazioni facilmente accessibile da qualsiasi parte del mondo. In particolare, si deve alla richiesta del Di- Prof.ssa Raffaella Camicia Phoenix 4 partimento della Difesa statunitense di progettare un sistema di trasmissione di dati abbastanza robusto da “sopravvivere” a un conflitto mondiale, lo sviluppo, nella prima metà degli anni Settanta, dei protocolli TCP-IP, su cui è basato Internet. La comparsa di computer più potenti fornì un notevole impulso agli studi di informatica in quanto, allargandosi l’utenza e l’utilizzo, si presentava la necessità di risolvere nuovi problemi sia di elettronica che di linguaggio. Negli anni Ottanta nacquero linguaggi di programmazione da utilizzare su macchine speciali, come il C++, un’estensione del C orientata agli oggetti, per la programmazione di calcolatori paralleli, o il Prolog, progettato per l’intelligenza artificiale; vengono intanto sviluppati linguaggi orientati a compiti particolari e ben specifici: Postscript Adobe (per la gestione delle comunicazione con sistemi di stampa e visualizzazione), SQL (per l’interrogazione di database client-server), Tcl/Tk (per la realizzazione di interfacce utente), HTML (per la realizzazione di pagine Web), Mathematica (allo stesso tempo linguaggio di programmazione e software per la gestione di problemi matematici). La crescente potenza dei microprocessori permette oggi di gestire attraverso il computer, oltre al testo e alle immagini fisse, anche suoni e immagini in movimento; è possibile ottenere in un unico documento diversi tipi di informazione, realizzando quel tipo di comunicazione noto come multimedialità. L’ informatica alla base del pensiero moderno PREOCCUPIAMOCI DELL’ INFORMATICA! di Sofia Fahmi di Bassini Chiara, Cirignoni Valentina, Mariangioli Martina, Mariotti Susanna, Pazzagli Francesca, Cibelli Margherita L’informatica fa parte oramai della nostra quotidianità. Ma sappiamo realmente cos’è l’informatica? Partiamo dal concetto più semplice che si trova della parola “informatica”. In un qualunque vocabolario troverete: “Scienza e tecnica dell’ ratori che manualmente, azionando determinati interruttori esterni, modificavano le connessioni fra i circuiti. Solo verso la fine degli anni Cinquanta il lavoro di programmazione fu semplificato, con l’introduzione delle schede perforate. L’intro- elaborazione dei dati e (gener.) del trattamento automatico delle informazioni. ETIMOLOGIA: dal francese informatique, da inform(ation) (autom) atique ‘informazione automatica’. L’informatica è la disciplina che studia la progettazione, la programmazione e l’applicazione all’elaborazione e al trasferimento delle informazioni. Fanno parte dell’ informatica diversi campi specialistici di indagine, quali l’intelligenza artificiale, la robotica, la domotica e la burotica, ma assieme a questi tanti altri. L’informatica basa i suoi studi e risultati su numerose discipline: l’ingegneria elettronica, la teoria dell’ informazione e dei linguaggi, la matematica e la logica. L’informatica divenne una disciplina scientifica a parte solamente nel 1930. Nella seconda metà degli anni Quaranta, gli studi e le esperienze dei matematici Alan Turing in Inghilterra e John Vincent Atanasoff (1903-1995) negli Stati Uniti portarono alla costruzione delle prime macchine elettroniche capaci di elaborare informazioni e algoritmi complessi. Queste macchine erano molto ingombranti (occupavano intere stanze) e utilizzavano migliaia di valvole: venivano programmate in linguaggio macchina, da ope- duzione dei transistor, nella seconda metà degli anni Cinquanta, e successivamente quella dei circuiti integrati, nella seconda metà degli anni Sessanta, trasformarono gradualmente l’elaboratore elettronico in uno strumento di dimensioni più ridotte, affidabile, che di conseguenza iniziò ad essere disponibile sul mercato. I primi computer erano macchine costose, che potevano venire acquistate solo da agenzie governative, grossi centri di ricerca e università; in seguito, l’abbassamento dei prezzi e la differenziazione di dimensioni e prestazioni delle macchine, allargò l’utenza anche a società private. Con l’introduzione dei microprocessori (capaci di elaborare le informazioni a gruppi di 8, 16 e 32 bit), a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, nacquero i microcomputer, o personal computer (PC), che resero l’elaboratore elettronico accessibile alla grande utenza, sia dal punto di vista del prezzo che dell’ingombro. I personal computer sono tuttora alla base del mercato, sono una delle cose che si aggiornano più frequentemente con novità e quindi sempre più acquistati perché tutti sono alla ricerca della qualità e delle prestazioni migliori. Da qualche decennio ad oggi i problemi riguardanti la sicurezza informatica sono notevolmente aumentati soprattutto tra i giovani, dovuti alla diffusione e all’utilizzo dei social network. Per prevenire eventuali rischi l’avv. Giuseppe Serafini ha tenuto una conferenza agli studenti dell’istituto “FranchettiSalviani” guidandoli in un percorso di maggiore conoscenza riguardo i rischi del web. L’incontro si è aperto con il chiarimento da parte dell’avvocato riguardo la differenza tra informatica del diritto (che si occupa dell’insieme delle regole che disciplinano l’informatica) e il diritto dell’informatica (insieme delle leggi che riguardano l’informatica e il diritto). Le parole chiave dell’incontro sono state Consapevolezza, Sicurezza e Responsabilità. I rischi a cui andiamo incontro, facendo un uso inconsapevole del mondo virtuale, sono molteplici e possono celarsi dietro a banali operazioni compiute quotidianamente rendendoci sia vittime che autori di reati. La violazione dei sistemi di sicurezza è uno dei pericoli più frequenti ovvero l’utilizzo simultaneo di più elaboratori per la ricerca di password appartenenti ad istituti di credito per usufruire illegalmente dei dati in essi contenuti. Un altro reato molto comune a cui i giovani dovrebbero prestare maggiore attenzione è il furto d’identità, l’utilizzo improprio dell’IP (codice numerico che consente d’identificare un computer o un’altra device) che puo’ Phoenix 5 causare danni morali e finanziari all’utente. Riguardo alla sicurezza è stata analizzata la questione della crittografia delle password, cioè il metodo per rendere un messaggio “offuscato” in modo da non essere comprensibile a persone non autorizzate a leggerlo. Le conseguenze, per i minori di 16 anni ricadono sulla responsabilità dei genitori, mentre per coloro che li hanno già compiuti ricadono su di essi, ed è proprio per questo che vengono forniti strumenti adeguati per combattere tali minacce: • Cura e gestione della password • Selezione dei contenuti messi in rete selezione nella condivisione dei contenuti in rete • Selezione dei contatti • Utilizzo dei sistemi di difesa presenti in rete • Confronto con genitori amici e insegnanti • Segnalazione alla polizia postale. La questione più difficile e meno conosciuta dagli utenti è come effettuare una segnalazione alla Polizia Postale. Essa, detta anche Polizia Informatica, è una sezione della Polizia di Stato che si occupa di prevenire e contrastare la criminalità informatica. Oltre alla normale denuncia esiste anche un modo alternativo e più rapido, ovvero la denuncia via web. Sul sito della Polizia Postale otterrai una ricevuta e un numero di protocollo, la tua denuncia sarà confermata entro 48 ore nell’ufficio di Polizia e la tua pratica verrà rintracciata attraverso il numero di protocollo. Le due facce dell’Amore di Angelica Casacci I giovani di oggi stanno sostituendo le relazioni reali con quelle del web. Le nuove generazioni sono state “buttate” dentro questa nuova realtà che è diventata un tutt’uno con tutte le normali azioni di ogni giorno. Non c’è più l’utilizzo del web a scopo semplificativo ma appare come una vera e propria necessità, ciò di cui non puoi più fare a meno. La domanda, che sorge spontanea, è come i giovani di oggi sottovalutino ciò che per molti anni è stato il significato di amore. Raramente ci si affida a un sentimento perché rimane difficile credere in qualche cosa che non si riesce né a vedere né a capire, e, così facendo l’amore passa in secondo piano e perde radicalmente il suo significato. Tempo fa gli uomini si affidavano a questo sacro sentimento come il punto d’inizio da seguire per trovare la felicità. Ma come si vive ora questo grande dono? C’è ancora qualcuno che lo sa? È possibile che tutto ciò che ci sostiene e che ci caratterizza è stipato dietro uno schermo o all’interno di una falsa vita virtuale? Non si descrive l’amore, ed è da stolti credere di poter- lo fare, ma so con certezza che l’uomo più si evolve, più smette di essere uomo e rimane incapace di far battere il suo cuore nella stessa maniera in cui fa battere il suo dito sul mouse. Sono molte le persone che frequenta- no chat con l’intento di stabilire una complicità e un’intimità emotiva, creando così una sorta di dipendenza simile a quella delle sigarette o delle droghe. Si pensa di poter essere liberi ma questa nuova realtà del web ci impedisce di vivere la nostra vita serenamente, come dovrebbe essere. Il web diventa il nostro migliore amico, senza che ce ne accorgiamo, perché ci permette di liberare la nostra fantasia, ci fa provare emozioni forti, crea una realtà parallela in cui ci immaginiamo un rapporto come l’abbiamo sempre voluto cioè quello che ciascuno di noi ha dentro se stesso come modello ideale di rapporto; allora ci si sente capiti. Questa è la nuova potenzialità di internet! QR code: il quadrato magico dei link di Iacopo Bianconi QR è l’acronimo di quick read ovvero lettura veloce e cosa c’è di più veloce che catturare questo simbolino per accedere ad informazioni di tutti i tipi? È stata proprio un’idea geniale quella degli uomini della Denso Wave che nel 1994, quando dovette- ro sviluppare un sistema veloce ed efficace per contrassegnare i pezzi delle automobili Toyota all’interno delle loro fabbriche, idearono questo quadratino che, dietro i suoi moduli neri, cela un codice alfanumerico di un massimo di ben 4296 caratteri. Per farvi un’idea, pensate che l’intero testo di questo articolo può tranquillamente essere riassunto in uno di questi magici simbolini. L’idea successiva fu quella di stipare nei QR indirizzi di siti internet in modo da risparmiare a chiunque abbia uno smartphone con connessione a internet la fatica di dover trascrivere la lunga trafila di caratteri che contraddistingue un indirizzo URL. Naturalmente, la stampa ha colto l’idea per rendere i propri giornali e le proprie riviste multimediali con collegamenti non solo a immagini, ma anche a siti web e video. Anche noi di Phoenix abbiamo deciso di attuare questa svolta verso la multimedialità, in modo da presentarvi un nuovo giornalino che vi consenta di approfondire i temi trattati con immagini supplementari, video e musica. Così potrete ascoltare le canzoni che vi proponiamo, vedere immagini delle iniziative scolastiche, video degli sport e delle auto di cui si parla nelle rubriche, trailer dei film, … Tutto ciò che dovete fare, se avete uno smartphone Android, Apple, Windows Mobile o Blackberry, è andare nel relativo store e scaricare una app gratutita come Googles o QRcode scanner per poi aprirla e fotografare il QR. L’applicazione vi consentirà quindi di aprire il link e visualizzarne il contenuto. A questo punto, divertitevi! Perché scegliere uno smartphone Android? di Luca Sembolini e Davide Paolucci Nel 2012 sono ormai tantissimi i tipi di smartphone che un utente può scegliere e le tantissime possibilità possono mettere a dura prova l’abilità di decisione della persona. Oltre ai vari produttori di smartphone (Nokia, Apple, Samsung) si deve considerare anche il sistema operativo che c’è all’interno del terminale, infatti attualmente i principali OS che si possono trovare sui dispositivi mobili sono 3: Android, iOS e Windows phone. I punti di forza di questo OS sono tanti, noi ci limiteremo ad elencarvi i principali. La vastissima gamma di smartphone Android, ci permette di soddisfare sempre le nostre esigenze sia nel prezzo che in qualsiasi altro frangente (hardware, fotocamera, display, ecc) infatti sono tantissimi i produttori che hanno deciso di applicare questo OS ai loro terminali. Troviamo dispositivi a prezzi inferiori ai 100 €, ma per i più esigenti, ci sono dispositivi di fascia alta che soddisfano tutte le richieste del consumatore. Per quanto riguarda l’aspetto grafico possiamo constatare che Phoenix 6 a differenza dei suoi concorrenti ha tantissime possibilità di personalizzazione dell’interfaccia, che negli anni è sempre andata migliorando grazie ad aggiornamenti e migliaia di apps. Infatti navigando nello store di Google, non è difficile trovare app che permettono la modifica della veste grafica dalla schermata di home fino all’applicazione dei messaggi. Un’altra caratteristica da non sottovalutare è che Android fa parte della grande società di Google e quindi abbiamo un’integrazione totale con tutti i servizi offerti dall’azienda di Mountain View come Gmail, Maps, Drive, etc. Inoltre lo store di Android vanta circa 700.000 apps e questo numero aumenta ogni mese, tutto ciò significa che è possibile trovare un’applicazione per qualsiasi cosa, tra cui giochi celebri come Fruit Ninja o Angry Birds oppure servizi come Instagram o WhatsApp. Speriamo che abbiate chiarito le idee sul sistema operativo del robottino verde e che la vostra scelta sarà guidata da criteri più accurati. Ford Motel T: la prima automobile moderna Di Henry Ford fu l’intuizione geniale di produrre le automobili in serie in delle catene di montaggio, intuizione che cambiò per sempre il mondo dell’automobile e la rese un prodotto accessibile a tutti. La Model T sfruttava un motore quattro cilindri che erogava la spaventosa potenza di 20 CV! A parte gli scherzi, tale potenza per l’epoca non era per niente male, soprattutto in un auto di soli 680 Kg e che era innovativa anche sotto altri aspetti. La produzione si svolgeva in modo molto diverso da quella attuale, visto che l’au- tomazione era solo meccanica, i lavoratori si trovavano in condizioni non molto favorevoli e la possibilità di personalizzazione delle vetture era pressoché inesistente. Lo stesso Henry Ford dichiarò, ironicamente: “ogni cliente può avere la Model T di qualsiasi colore, purché sia il nero”. Nonostante ciò tale leggendaria auto permise a milioni di americani di disporre di quel mezzo fino ad allora tanto invidiato e a quella piccola azienda che era allora la Ford, di diventare quel colosso industriale che è oggi. Come progettare l’auto più veloce del mondo Se volessimo rendere più veloce un’auto, la prima cosa che ci verrebbe in mente sarebbe probabilmente di renderla più potente. Ma se stiamo puntando al record in velocità massima, questo non basta. La Bugatti VeyronSupersport detiene al momento il record di velocità massima tra le vetture omologate per l’uso stradale. Per assicurare i suoi 432 Km/h, i suoi ideatori non si sono potuti cullare sulla sola sicurezza dei 1200 cv forniti dal motore W16 da 7,8 litri, ma hanno dovuto lottare contro il più grande nemico quando si tenta un’impresa del genere: l’aerodinamica. Dobbiamo innanzitutto capire che la potenza erogata dal motore in qualsiasi condizione va persa in parte nell’attrito tra gli pneumatici e l’asfalto e in parte nell’attrito con l’aria. Tutta la potenza non assorbita da questi agenti, servirà per far accelerare il veicolo. Tuttavia, se l’attrito con la strada è proporzionale alla velocità, quello con l’aria è proporzionale al suo quadrato. Pertanto, se vorremo progettare un’auto da 432 km/h, dovremo limitare tale attrito, visto che a tali velocità diventa preponderante sull’altro, in modo che assorba meno potenza e che, raggiunte folli velocità, il veicolo sia ancora in grado di accelerare. Raggiungere un coefficiente di penetrazione aerodinamica molto favore- vole comporta però un peggioramento per quanto riguarda il carico verticale che l’aria genera sulla vettura, la deportanza. Per assurdo, potremmo pensare di costruire un’auto a forma a cura di Iacopo Bianconi Tesla Motors: i primi passi dell’auto del futuro Se provate a pensare a un’auto elettrica vi verrà probabilmente in mente un veicoletto verde e buffo che avete visto all’ultimo salone dell’automobile non certo un’auto sportiva. L’intuizione di Elon Musk, multimiliardario co-fondatore della Tesla Motors, invece, è stata quella di incominciare la rivoluzione dall’alto. Nessuno comprerà mai uno di questi veicoli a zero emissioni se, venduti a prezzi inaccessibili, si rivolgono testardamente a quella stessa clientela che è disposta al più a comprare una citycar a una cifra sotto la decina di migliaia di Euro. Perché non provare invece a vendere una supercar elettrica a tutte le più grandi star di Holliwood, così da ottenere profitti, fare pubblicità all’auto a batterie e contemporaneamente sviluppare la tecnologia e abbassare i costi di produzione? Questo è quello che la Tesla fa dal 2003, produ- cendo dapprima la famosa Roadster, sportiva da 248 cv basata sulla Lotus Elise, poi la recente Model S, berlina sportiva ricca di innovazioni e con un’autonomia che arriva fino a 480 km, molto elevata per un’auto elettrica. I programmi per il futuro prevedono l’introduzione della Model X, un suv, anch’esso sportivo e con una trazione integrale ottenuta per mezzo di un motore elettrico sull’asse posteriore e uno sull’anteriore. Tutti questi modelli si rivolgono quindi a una clientela alquanto agiata e, pur non permettendo la democratizzazione della mobilità alternativa, questa casa automobilistica californiana sta riscontrando un grande successo e sta mettendo in campo le migliori menti in vari campi (meccanica, elettronica, informatica) per sviluppare l’auto per ricchi che un giorno noi tutti guideremo per le strade del mondo. Pagani Huayra di profilo alare: mentre l’attrito con l’aria sarebbe molto basso, non possiamo non prendere in considerazione il fatto che questa decollerebbe! Ed ecco quindi che una delle più grandi sfide dell’automobilismo sportivo dei giorni nostri diventa l’efficienza aerodinamica, vista come compromesso tra coefficiente di penetrazione e deportanza. Questo è il motivo, quindi, che costringe le scuderie di F1 a interminabili prove in galleria del vento, per spuntare, a parità di carico verticale, quel km/h in più che in una gara può fare veramente la differenza. Anche se può sembrare uno scioglilingua, il nome di quest’auto è stato ispirato dall’omonima divinità del vento adorata in passato nella terra natia del suo ideatore, l’Argentina. Dal vento, appunto, Horacio Pagani, fondatore dell’esclusiva casa automobilistica di san Cesario (MO), ha continuamente preso ispirazione nello sviluppo di questa supercar, durato ben dodici anni; ciò si può vedere tanto nella raffinatissima aereodinamica, quanto nel rumore del motore e degli scarichi, che ricorda un’impetuosa folata di vento e sta a dimostrare che sotto il lungo cofano posteriore è alloggiato un non Phoenix 7 comune V12 biturbo di origine AMG, capace di sviluppare ben 730 cv e spingere la Huayra fino ad una velocità di 370 km/h. La cura con cui questa vettura è costruita è impressionante e certi dettagli degli interni non stonerebbero in un museo d’arte, tanto sono originali e affascinanti. Dal punto di vista meccanico la passione dedicata a quest’auto si può ammirare nella scelta di materiali innovativi quali la fibra di carbonio e le leghe di titanio, nonché nel comportamento stradale, che tutta la stam- La scheda Titolo: Il Cavaliere Oscuro Il Ritorno Regia: Christopher Nolan Sceneggiatura: Johnatan Nolan, Christopher Nolan Durata: 165’ Rapporto: 2.35:1 / 1.44:1 (solo scene IMAX) Interpreti: Christian Bale, Michael Caine, Gary Oldman, Anne Hathaway, Tom Hardy, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt, Morgan Freeman Distribuzione: Warner Bros. s.p.a. Italia Data di Uscita: 29 agosto 2012 La trama in breve In seguito agli eventi de “Il Cavaliere Oscuro” viene dichiarato il Dent Act, il decreto anticrimine, instaurando pace e serenità tra le strade di Gotham. Batman (Christian Bale) aka Bruce Wayne, assuntosi la colpa dell’uccisione del procuratore distrettuale Harvey Dent, giace in esilio nella tenuta di famiglia, rintanatosi nell’ala est come un vecchio solitario. L’equilibrio di Gotham viene spezzato otto anni dopo, con la venuta di Bane (Tom Hardy), un terrorista ex membro della setta delle ombre. Bruce Wayne sarà forzato a ritornare dal suo esilio autoimposto, ma oramai provato dall’inattività e dalla vecchiaia che avanza, sarà chiamato a combattere Croce di Malta... a cura di Marco Mercati la sua nemesi perfetta, l’altra faccia di Batman. Nella storia, si intersecano perfettamente le figure di Catwoman (Anne Hathaway), irresistibile ed imprevedibile ladra, e di Miranda Tate/ Talia Al-Goul, (Marillion Cotillard). La salvezza di Gotham è nelle mani del suo custode, chiamato ad affrontare la sua ultima faticosa prova. Il film lascia un finale aperto, che può essere interpretato in differenti maniere. Begins, Falls and Rises: La Leggenda Termina Un Nolan che convince ma non strabilia. Non si può negare il forte impatto della pellicola, peraltro girata in gran parte con IMAX (non in digitale, quindi), che conclude egregiamente l’epopea del Cavaliere Oscuro. Un Batman affaticato, del quale Gotham non ha più bisogno, pieno di pensieri intrisi di ricordi, una pellicola più personale, del nostro eroe, ma rimanendo nello stile del regista, troppo ampia da descrivere in “soli” 165 minuti. Nolan è un abile prestigiatore, e riesce a creare mondi interi, curando i buchi di trama inserendo perfetti escamotage, colpi di scena e momenti ricchi di suspence. Il regista non si è risparmiato, e ha condotto scene degne di gangs of new york (durante l’attacco tra i terroristi e i poliziotti), e altri film disastrosi. Una delle scene più colossali è durante l’esplosione del campo da Recensiti per voi: il ritorno del cavaliere oscuro di Marco Mercati football, dove Nolan ha ingaggiato “soltanto” 300 comparse inquadrate peraltro sugli spalti. Il Batman presentato è l’antieroe per eccellenza, non deve rispettare alcuna regola, è il guardiano oscuro che veglia su Gotham, il custode di fatto, che non bada alla giustizia o alla polizia, deve soltanto assicurare il bene dell’intera città. Dall’altro lato, il villain Bane, interpretato da Tom Hardy è un full mix di cattiveria e violenza fatta acume, l’opposto perfetto di tutto ciò che Batman vuole essere. Violento, senza scrupoli, magistralmente interpretato, in grado di intimorire con poche battute, anche se l’attore è stato privato di una parte espressionistica assai importante come la zona della bocca (coperta dalla maschera). L’unica falla di Bane è riscontrabile (da alcuni) dal doppiaggio italiano, effettuato da Timi, in cui lo si accusa di lasciare troppo in evidenza la cadenza perugina (notare la scena del combattimento tra Batman e Bane sottoterra). La conclusione, avviene tramite un climax, che porta a superare le recondite caratteristiche del nostro eroe sino ad affrontare la sua nemesi tentando di liberare Gotham in un modo altamente altruistico e in grado di redimere, allo stesso tempo, Continua da pag 7 pa motoristica ha definito molto comunicativo e poco “filtrato” dall’elettronica, cosa rara, soprattutto in mostri di questa potenza che molto spesso risultano ingovernabili e si affidano all’elettronica e non al pilota, appunto, per non schiantarsi alla prima curva. Sulla piazza da pochissimo tempo, la Huayra ha Phoenix 8 Bruce Wayne. Il nostro cavaliere, cede la sua opera, lasciando di sé la traccia e la gloria ai cittadini di Gotham. Si possono perfettamente inquadrare i principi di bene e male, luce ed ombra, bianco e nero, che si mescolano vorticosamente durante l’intero film. Bane è il male, ma il nostro pipistrello è un guardiano oscuro, che agisce in maniera sicuramente caotica, nonostante tutte le buone intenzioni. Il tutto proiettato su una società schiacciata da un oppressore, riuscito in pochi istanti a ribaltare i destini di ogni cittadino. Ogni abitante si cede alle brutalità e non può fare altro, finquando il tanto spirato eroe, non ritorna dal suo esilio e dalla sconfitta. Così Nolan, ricalcando in parte le favolose esperienze con “The Prestige”, “Memento”, “Inseption” impacchetta l’ultimo cavaliere oscuro, che svela lentamente tutta la trama rimasta nascosta finora. L’intero cast, nonostante attoroni come Freeman e Oldman siano stati ritagliati per dare maggiore spessore alla trama principale, è sicuramente d’eccezione. Un ritorno affidato a Cillian Murphy, lo Spaventapasseri, con una piccola parte da giudice, nella Gotham anarchica instaurata da Bane. già strappato vari record nei più importanti circuiti internazionali alle più blasonate e veloci supercar e, con queste credenziali, è pronta a fare breccia nel cuore di tutti quei milionari appassionati di motori che scalpitano per avere una di queste rarissime opere d’arte con un cartellino del prezzo che parte dalla modica cifra di un milione di euro. Un viaggiatore inaspettato ritorno alla terra di mezzo... 60 anni prima! Quando il meccanico va al cinema E’ opportuno spiegare cosa c’entri il titolo con la cinematografia. Non molti di voi sanno, che l’organismo meccanico principale per la buona riuscita di una proiezione tradizionale (ovvero in pellicola) è appunto la croce di malta. Questo dispositivo, consente di trasformare il moto circolare continuo ad un moto intermittente. Perfetto, e cosa c’azzecca? Dovete sapere che, quando si proietta utilizzando la pellicola, un fotogramma viene visto due volte, dal nostro occhio. Ovviamente stiamo parlando di frazioni di secondo. La convenzione attuale parla di 24 FPS (frames per second) per problemi legati alla sincronizzazione audio-video. La croce di Malta è essenziale per garantire due cose: la prima è legata alla stabilità dell’immagine e la seconda alla buona conservazione della pellicola. Il dispositivo è formato da un gruppo di ingranaggi, che per le innumerevoli sollecitazioni è racchiuso in una camera stagna e deve rimanere continuamente a bagno d’olio. Si può tranquillamente affermare che la croce di malta è il dispositivo meccanico più delicato e più importante di un proiettore professionale cinematografico. Il funzionamento è il medesimo: partendo da un albero che trasmette un movimento rotatorio da un lato e la croce di malta dall’altro, troveremo all’estremità dell’albero un disco calettato, il quale porta una corona circolare avente lo stesso raggio degli archi della croce. All’estremità del disco, sarà collocato anche un nottolino. Mentre l’albero è in rotazione, il nottolino andrà ad innestarsi all’interno di una delle cavità della croce di mal- ta, la quale sarà trascinata e farà compiere un quarto di giro (spostandosi di 90 gradi) al rocchetto (ruota dentata) collegato, posto di fronte all’operatore di cabina. Tutto questo, imprime una notevole sollecitazione sia agli organi meccanici che alla pellicola trascinata, la quale si distenderà nel migliore dei modi (è difatti bloccata superiormente al blocco di malta da due slitte con molle, chiamate pattini), altresì, l’intermittenza della sollecitazione, farà in modo di non rovinare le perforazioni e la pellicola in sè. Questo dispositivo comporta diversi problemi, tra cui l’obbligatorio inserimento di rocchetti o rulli compensatori (le scelte cambiano da costruttore a costruttore), che facciano recuperare l’adeguata velocità alla pellicola in uscita dalla croce di malta. Il nome di questo dispositivo è dovuto alla forma, la quale è piuttosto simile alla croce “storica” identificata in ordini cavallereschi e meglio conosciuta come la croce della repubblica marinara amalfitana o croce di San Giovanni. La croce di Malta, è anche il logo di “Cinemeccanica”, azienda leader specializzata in forniture per sale cinematografiche. Il Blocco di Malta in una Cinemeccanica Victoria VB: 1. sportello di bloccaggio e pattini 2. mascherino 3. lanterna, 4. rocchetto di malta 5. tamburo sonoro 6. testa lettura audio digitale, 7. serranda Per la gioia dei fan e per gli amanti dei film fantasy, Peter Jackson torna in Nuova Zelanda per girare i tre film inspirati al libro “Lo Hobbit” (1937) di J.R.R.Tolkien, che temporalmente, precedono la pluripremiata saga de “Il Signore degli Anelli” anch’essa tratta da un’opera tolkeniana. Il primo dei tre che approderà sul grande schermo, sarà “The Hobbit – An Unexpected Journey” e arriverà in Italia il 13 Dicembre, gustabile sia in 3D, sia in modo convenzionale, sia in 3D 48 FPS. Il giovane Bilbo Beggins, prenderà parte ad una avventura che lo vedrà (insieme serate in compagnia. Tornando al “mezz’uomo”, rivedremo sullo schermo tutti i personaggi già conosciuti (nonostante le vicende precedano di 60 anni quelle descritte ne “La Compagnia dell’Anello”) all’infuori di Aragorn (Viggo Mortensen); anche Frodo (Elijah Wood) e Legolas (Orlando Bloom) ricompariranno, sia all’inizio, sia alla fine del film, infatti tutto il film è basato sulla sua lettura del libro lasciatogli in eredità dallo zio. Un importantissimo passo alla cinematografia che Peter Jackson cercherà di dare con la sua nuova opera, è concentrato nelle nuove tecnologie digitali e ai compagni di viaggio fra cui Gandalf il Grigio) alla ricerca di un’antica fortezza dei nani, costruita all’interno della Montagna Solitaria, nella quale si cela un grande tesoro ora sorvegliato dal feroce drago Smaug. Durante l’avventura, Bilbo conoscerà la bizzarra ed ambigua figura di Gollum, al quale riuscirà a sottrarre un anello magico che rende invisibili. Le riprese sono terminate ufficialmente il 6 luglio, dopo 270 giorni circa dall’inizio. Per ora sembra che Peter Jackson abbia centrato nuovamente in pieno il bersaglio dopo 9 anni di assenza dagli schermi.“Assenza” si fa per dire, dopo “Il Signore degli Anelli Il Ritorno del Re” (2003), Peter Jackson non è uscito completamente di scena, anzi, ha sfornato eccellenti lavori come “King Kong” (2005) e “District 9” (2009), dando del prezioso materiale per riempire i noiosi pomeriggi domenicali o passare 3D. Mr Jackson, ha girato tutti e tre i film dell’Hobbit con una particolarissima camera, battezzata “Red Epic Camera”, e con una modifica al sistema “Fusion 3D” (che consente di girare con due obiettivi fisici diversi, simulando la reale distanza tra gli occhi) brevettato da James Cameron per girare Avatar (2009). Vi assicuriamo che la parola Epic, rende molto bene l’idea della risoluzione 5K in formato raw, e che riesce a raggiungere 48 FPS in stereoscopia, ovvero riesce a girare ben 96 fotogrammi al secondo complessivi (normalmente al cinema, ne vediamo 24). Il budget de “Lo Hobbit” supera comodamente i 200 milioni di dollari, cifre da capogiro, capaci di tener testa soltanto ad altri sconsiderati innovatori, come sir James Cameron (Avatar, 2009, Titanic, 1997, ndr), un altro tizio, che è riuscito a trasformare il modo di vedere il cinema, con un film soltanto. Phoenix 9 Jonathan Douglas Lord, è il suo nome per intero, ma lo conosciamo con il diminutivo Jon, Jon Lord, strepitoso tastierista, noto principalmente per la militanza nel gruppo rock dei Deep Purple. Con la sua incredibile padronanza tra i tasti ha saputo unire il genere classico (è stato molto influenzato durante la sua carriera da personalità come Ludwig van Beethoven, e Johann Sebastian Bach) al rock ruggente, di quale è innovatore all’organo. Grazie alla sua padronanza, possiamo staccare l’organo dall’hammond (che è un particolare tipo del medesimo strumento), rendendo storico il suono che ci accompagna ad ogni introduzione, riff o assolo dei Deep Purple. L’innovazione principale acustica, risiede nell’amplificazione studiata da Lord, che consiste nello sfruttare il Leslie (particolare tipo di diffusore con dei coni rotanti, che rendono unico il suono dell’organo) e microfonarlo ad un amplificatore Marshall per chitarra, con tanto di drive per la distorsione. Il risultato possiamo sentirlo in canzoni come “Smoke on the Water”, l’intero della canzone veniva suonata da Lord all’organo, non dalla chitarra! Jon Lord me- MUSICA Il Ritratto Hammond Master di Marco Mercati scolava ad ogni suo brano conoscenze legate al blues, al jazz e alla musica classica, permettendogli nelle sue performance, di esaltare tutto il pubblico, passando in pochi istanti da sinfonie già note, sino a virtuosi assoli all’Hammond in canzoni come “Highway Star”, “Burn”, “Lazy”, e tante altre ancora. Lord e i DP hanno significato molto per tanti gruppi a carattere mondiale. Ricordiamo in Italia, la Premiata Forneria Marconi, che prima del successo internazionale, suonò come band d’apertura ai concerti dei Deep Purple, i membri conservano gelosamente tali ricordi, e ne hanno parlato in più interviste. Jonathan Lord fu un uomo votato dalla musica sin da ragazzo, il padre era un musicista, e ben presto il giovane Jon prese lezioni di piano. Era soltan- to l’inizio della leggenda. Negli anni ’60, trasferitosi a Londra, iniziò il vero cammino da musicista, che principiò appena si iscrisse al Royal College of Music. Dopo rade esperienze come pianista jazz, Lord si addentrò nel genere che lo rese famoso, fondando gli Artwords, i quali furono notati dalla Decca Record, iniziando a suonare attivamente nei vari club londinesi. La band cambiò più volte nome, fin quando non si divisero dopo poche esperienze in sala di registrazione. Nel frattempo Lord, aveva approfittato per diventare un discreto session-man e un buon arrangiatore (in quel periodo partecipò al primo album dei Kinks). Successivamente prese parte ai The Flowerpot Men dove incontrò il bassista Nick Simper e quindi il batterista Chris Curtis che lo av- I Kiss tornano in Italia! La mia Musica di Daniele Capaccioni “You wanted the best?! You’ve got the best! KISS!” Eccola! L’introduzione di ogni concerto, che finalmente quest’anno pure noi italiani avremo l’onore di sentire! Ebbene sì, nel loro ultimo tour, la prossima estate, i Kiss faranno tappa per ben due volte in Italia per farci rivivere ancora una volta l’emozione del vero Rock! Formazione: Paul Stanley, Gene Simmons, Tommy Thayer ed Eric Singer sono pronti a darci il meglio: 43 album pubblicati, 24 dischi d’oro, 10 dischi di platino, 2 dischi multiplatino, nonché più di 120 milioni di copie vendute complessivamente in tutto il mondo, tutto questo in due meravigliose serate! Sviluppatori dell’Hard Rock anni ‘70-‘80 e per di più del genere Glam Rock, con oltre quarant’anni di carriera in campo musicale, si presente- vicinò a Tony Edwards, uomo d’affari e manager. In questo incontro gli venne proposto di formare una nuova band che, verso il 1967, coinvolse anche il chitarrista Ritchie Blackmore, dando così il via al primo nucleo originario dei Deep Purple. Da qui nasce la leggenda dell’hammond, dell’amplificazione, del suono unico, di un uomo che ha miscelato i canoni classici e l’ha semplicemente uniti con l’hard rock, dimostrando una notevole padronanza ed erudizione. Descrivere o parlare di Lord in poche righe, può essere visto come un vero disonore, ma si vuole ricordare un uomo che ha cambiato la musica con le proprie idee, favorendo generi e sonorità mai sentiti prima d’ora. Jon Lord è venuto a mancare questa estate, il 16 luglio 2012 per embolia polmonare all’età di 71 anni, dopo aver contratto un cancro al pancreas circa un anno prima. In calce, un’esibizione live del 1993 a Birmingham, dove Lord si esibisce assieme ai DP in un virtuoso misto di rock e... di Beethoven. di Rita Sciotti ranno a Udine e a Milano più in forma che mai a riproporci pezzi indimenticabili che hanno segnato la storia del Rock come “I was made for loving you” (singolo che fece mandare alle stel- le gli ascolti nel nuovo mondo). Fuochi, fiamme, rullate e assoli distorti saranno la coreografia di questi due eventi sensazionali in cui si vedranno di nuovo all’opera le quattro maschere più famose della storia del rock! Fateci sognare ancora una volta!! We wanna rock and roll all night, and party every day! «Senza la musica, la vita sarebbe un errore» come afferma Friedrich Nietzsche, uno dei massimi filosofi del Novecento. Ma cos’è scientificamente la Musica? La musica è l’arte e la scienza dell’organizzazione dei suoni nel corso del tempo e nello spazio. Arte perché queste organizzazioni di suoni sono un complesso di regole pratiche che riescono ad esprimere le emozioni che non si potrebbero descrivere concretamente; Scienza in quanto lo studio di questa disciplina risale alla notte dei tempi. Non siamo capaci di dire con esattezza quali siano state le prime manifestazioni musicali dell’uomo, ma possiamo dire di certo che la musica ci accompagna da sempre, da prima della nostra nascita quando l’unica musica era il ritmo della vita. Quanto sia importante la Phoenix 10 musica in tutte le sue forme per ognuno di noi non ce ne rendiamo sempre conto, ora la musica è quasi un ‘bombardamento’, da quando accendiamo la radio o una televisione e finiamo per dimenticarci che dovrebbe essere un momento di relax o sfogo. La musica è un mezzo che arriva a tutti e per questo, sulla base di studi scientifici, ormai da tempo è nata la musicoterapia, che utilizza suoni e musica a livello terapeutico e riabilitativo per malati mentali, demenze e sindromi quali Parkinson e Alzheimer. Si dice infatti che la musica sia la cura per la mente e un esempio davvero significativo è l’orchestra sinfonica Esagramma composta da musicisti affetti da problemi psichici. È incredibile fin dove ci possano toccare le note, quello che scuotono in noi e la sensibilità che riescono a tirarci fuori emo- zionandoci ogni volta, per non parlare del silenzio che riempie un direttore d’ orchestra che dà il via alla sonorità con un semplice gesto. Personalmente la mia esperienza con la musica inizia da prima che nascessi grazie ai miei genitori musicisti che mi hanno fatto respirare da sempre questa atmosfera. All’età di nove anni cominciai ad interessarmi in senso pratico allo studio del flauto traverso che porto avanti tuttora; questo strumento mi ha dato delle opportunità di partecipazione a mio avviso meravigliose e indescrivibili che le parole, come ho già spiegato, non possono raccontare: mi hanno permesso di partecipare numerose volte a rassegne musicali in luoghi lontani da casa, concorsi nazionali e saggi grazie anche ai quali ho conosciuto molti ragazzi della mia età e condiviso con loro le stesse emozioni e sfide. Queste esperienze mi hanno fatto cre- scere molto, facendomi superare paure e timidezze per scoprire un modo di comunicare che va oltre il quotidiano. Una delle cose della vita che ci fanno sentire più vivi è proprio la musica e penso che tutti abbiano il diritto di interessarsene, di andare al di là della radio che ci assilla molte volte, ma essere partecipi di questa meravigliosa forma d’arte creandola con i nostri strumenti e comunicare al mondo il nostro amore. All’inizio dell’anno, con la partecipazione di tutto l’istituto (Franchetti-Salviani), insieme alla Preside Vaccari, il prof. Fiorucci e con l’indispensabile aiuto del prof. Genovese, abbiamo creato un coro per la consueta celebrazione liturgica della scuola che si è svolta presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie cui hanno partecipato molti ragazzi e grazie anche ai nostri strumenti con cui abbiamo accompagnato questo momento di riflessione. ORIENTAMENTO “GRAFICA E COMUNICAZIONE” Il 28 novembre 2012 presso l’Auditoruim di Città di Castello si è tenuto un incontro per l’orientamento con gli studenti delle scuole medie del territorio. La manifestazione promossa da Assoindustria, Assografici, Assocarta, ENIPG e Polo Tecnico “Franchetti-Salviani” ha coinvolto le scuole medie dell’Alta Valle del Tevere ed ha visto partecipare le classi terze degli istituti: “Dante Alighieri-Giovanni Pascoli” Città di Castello, “Alberto Burri” Trestina, “Leonardo da Vinci” Lama, “Leonardo da Vinci” San Giustino. La manifestazione articolata su momenti formativi e ludici, ha coinvolto oltre 330 studenti che hanno potuto conoscere in modo diverso i contenuti del mondo della grafica e della comunicazione, che nel territorio è una della realtà artigianali e industriali più attive. Strumenti bizzarri La musica oggi è una passione molto coltivata e sempre più giovani si divertono a suonare strumenti, ma come c’è chi si diverte a suonare gli strumenti c’è anche chi si diverte, o si è divertito a crearne di bizzarri!! Il Tricchebalacche Uno degli strumenti più strani è il Tricchebalacche, tradizionale dell’Italia meridionale e conosciuto soprattutto a Napoli. Il Tricchebalacche è formato da tre martelletti in parallelo tra loro e da due telai in legno che sono perpendicolari rispetto ai martelletti. Il telaio posto nella parte inferiore unisce i tre martelletti, mentre il secondo telaio quello posto più in alto permette ai due martelletti esterni di avere un’escursione. I due martelletti esterni vengono mossi dal musicista, e battendo contro il martello centrale, che rimane fisso, producono il suono proprio dello strumento. I martelletti hanno sonagli e campanelli, per fare in modo che ogni battito del martelletto produca un suono percussivo, simile al suono del tamburello. L’ organo a bottiglie di birra Altro strumento molto particolare è l’organo a bottiglie di birra, creato da Peterson Tuners. Il suono dell’organo è prodotto soffiando aria sulla parte superiore delle bottiglie di birra. Le bottiglie, al loro interno, sono riempite o ‘sintonizzate’ con olio minerale, in modo che non evapori o che non cambi accordatura durante i cambi di tempo. Il salterio Il salterio è uno dei pochi strumenti originali del musical ame- Il Polo Tecnico “Franchetti Salviani” ricorda gli Open days nei giorni: Sabato 15 dicembre 2012, 19 gennaio, 26 gennaio, 9 febbraio 2013. ricano. Letteralmente, significa “dolce canzone”. Ne è un antenato il scheithlot, rinvenuto nel tardo 1700 in Pennsylvania. Il popolo degli Appalacchi modificò questo strumento che si avvicinava al dulcimar attorno al 1800. Il Dulcimar ha la forma di una clessidra, o come alcuni dicono di una donna, a quell’epoca non era permesso di suonare uno strumento a corde alle donne Phoenix 11 davanti agli uomini. La modalità di sintonizzazione di questo strumento può variare ma solitamente solo la prima stringa è utilizzata per riprodurre la melodia mentre le altre corde vengono usate come accompagnamento. All’inizio veniva suonato con una penna d’oca, ma lo si può suonare anche con un plettro, china, fingerpicked o con un breve pezzo di grano chiamato “noter”. INTER-JUVE!!! Lo sport tra i giovani. di Jacopo Tonelli di Benedetta Pettinari Bene, ora che ho attirato l’attenzione dei più fanatici vorrei concentrarmi non sui classici sport che la tv ci propina ogni giorno ma sugli outdoors,���� ovvero su tutti quegli sport, anche un po` bizzarri che si praticano all'aperto in mezzo alla natura. Tra le tante attività all'aperto che si possono fare abbiamo il walking, l'arrampicata, il softair e molti altri. Su questo articolo vi parlerò del softair��������������������� , molti pensano subito alle armi e di conseguenza a qualcosa di violento che si ispira alla guerra, beh, se la pensate in questo modo vi invito a provarlo prima di giudicare e in breve qui sotto vi spiegherò come funziona. Questa attività ludico-ricreativa di squadra è ormai diventata uno sport professionale in tutto il mondo e si basa sulla simulazione di tattiche militari e sull’uso del AIR SOFT GUN, ovvero di armi ad aria compressa. Il softair mette insieme diversi fattori quali: la natura, la capacità intuitiva, la destrezza e l'agilità. Per giocare basta un fucile, occhiali di protezione, pallini e buone intenzioni. Ogni qualvolta si inizia una partita c'è sempre un pò di suspance, bisogna studiare le tattiche del nemico e poi ci si sposta di conseguenza finchè la prima raffica di pallini che ti viene addosso non ti fa salire l'adrenalina al massimo. A quel punto, beh, è il momento di correre verso altre posizione più nascoste e rendere pan per focaccia al tuo avversario. Si gioca con diverse modalità di gioco come: il deathmatch a squadre, cattura la bandiera, disinnesca la bomba o proteggi l'ostaggio e molte altre, tutte volte alla collaborazione di squadra e alla capacità di prevedere le mosse dell’ avversario. Uno dei fattori principali del softair è la lealtà, cosa che molti degli sport odierni hanno perso, poiché quando si viene colpiti, l'unico modo per dimostrarlo è essere leali alzando le mani urlando: "preso", segno di resa che ti porta a concludere la partita. In Italia è uno sport molto diffuso e anche nella nostra vallata ci sono diverse squadre, io gioco nel TSC FULL MOON SOFTAIR, squadra formatasi da poco che ancora cerca gente nuova che vuole praticare questo splendido sport. Grazie al softair ho trovato nuove amicizie che si sono formate a suon di pallini. Quindi che aspettate venite e provate anche voi !!! “Muoversi è libertà”: ogni giorno, in mille luoghi del pianeta, correre, giocare, allenarsi, disputare una partita, significa anche affermare la libertà e il diritto fondamentale al movimento, o utilizzare il gesto sportivo per rivendicarli. Muoversi per sentirsi liberi. In qualche caso è come se il gesto sportivo offrisse ai giovani la possibilità di esprimersi in una lingua “diversa” che consenta di comunicare con il mondo e di realizzarsi. Lo sport è considerato tra i giovani una delle ruote più impor- sconfitta, viene vissuto come un pezzo di storia individuale e collettiva, con tutte le emozioni che ne seguono. Cosa significa per un giovane avere successo nello sport? Significa porsi degli obiettivi, raggiungerli grazie al nostro impegno e alla fiducia in noi stessi, significa assaporare una piacevole sensazione di soddisfazione sia durante l’attività sia quando si è conclusa. Un ulteriore aspetto su cui soffermarsi è la capacità di vivere in gruppo; sentirsi parte di un determinato contesto sociale è tanti per lo sviluppo della vita, svolge un ruolo importantissimo nella formazione, nello sviluppo e nell’educazione, per molti esso è un’opportunità con cui tenere in allenamento il fisico e la mente, per altri ancora una guida educativa molto importante. Lo sport è legato alle passioni, ogni disciplina sportiva ha intorno una massa di tifosi che si sentono parte di un mondo speciale dove spesso i toni, il linguaggio e le parole sono comprese solo da chi vi appartiene e non è importante se “gli altri non capiscono”. L’importante è sapersi riconoscere, anche tra chi non si è mai visto, e sapere, anche solo per un momento, di far parte di un “piccolo cosmo” dove si consumano passioni comuni. Lo sport è una straordinaria fabbrica di continue emozioni, a volte le proviamo in solitudine, a volte in un piccolo gruppo: l’evento sportivo, sia esso un grande successo o una cocente uno dei bisogni primari di ciascun individuo. Infatti una delle principali motivazioni dei giovani allo sport è legata al desiderio di vivere e di raggiungere obiettivi sentendosi parte di un gruppo. L’evidenza formativa di questa abilità è fuori da ogni dubbio: saper rispettare le regole del gruppo e collaborare anche in un ambiente competitivo, sono abilità interpersonali che ciascuno di noi deve avere. L’attività sportiva rappresenta uno strumento indispensabile all’apertura dell’educazione all’ambiente locale, all’Europa e al resto del mondo; essa è particolarmente adatta agli obiettivi di lotta contro qualsiasi forma di discriminazione, di genere, persone portatrici di handicap e nella lotta contro il razzismo. Lo sport è stato a lungo, in passato, vissuto come una prerogativa d’élite: a praticarlo erano giovani, uomini, persone con disponibilità finanziaria. Phoenix 12 LO STRANO DELITTO DELLA PROF. CUCCARINI ATTO I – UNA SERATA STRANA Era un giorno come tanti altri in quel piccolo istituto, o quasi… Nell’aula magna, che di magno aveva ben poco, si stava consumando un omicidio. Erano le 14:30 e i ragazzi del giornalino, i pochi che vi partecipavano, si stavano recando in aula magna dove la professoressa responsabile del progetto li avrebbe dovuti aspettare, ma al loro ingresso in aula si trovarono davanti ad una scena alquanto insolita, la professoressa era stesa a terra ormai senza vita circondata da pozze di sangue. Ma chi poteva essere stato? E perché? Qual era il movente? Queste erano le domande che affollavano la mente della detective che stava attentamente scrutando il cadavere oramai inerme. L’ultima volta che l’insegnante era stata avvistata viva era stato al suono dell’ultima campanella, precisamente alle 13:41 davanti alla sala insegnanti a parlare con il direttore del giornalino. La scuola oramai era vuota quindi il colpevole si trovava in mezzo a loro, doveva essere uno di quei dieci ragazzi. Ma chi? La lista degli indagati era abbastanza lunga e la risoluzione del caso complicata, ma non per la nostra detective che già si era fatta un’idea. Sui capelli della vittima era- no state rinvenute tracce di olio per motori… doveva scoprire da dove provenivano, così si diresse al piano terra, verso il laboratorio di meccanica, alla ricerca di qualche dettaglio in più per risolvere il caso. Immersa nelle sue domande, nei suoi dubbi, scese le scale e aprì la porta del laboratorio che pensava essere oramai vuoto, ma venne riportata alla realtà da una voce strana proveniente da un angolo buio del laboratorio che le urlò, con marcato accento tifernate: “ Vaaaaa via! For dai c****i! è bagnato, chiamo il poff! Poffe! Poffeee!” Il detective si spaventò per il tono di voce usato dall’uomo, che quando uscì allo scoperto si rivelò essere un bidello il cui nome, riportato nella targhetta, era alquanto strano... “splendido”. Ma non indagò né sul suo nome né su di lui, la sua aria buffa ed impacciata non lo rendeva certo un sospettato. Lo strano ometto stava per continuare quando venne interrotto da un’altra voce proveniente da dietro la porta che disse: “Finiscilaaaaa!”. La detective vide avvicinarsi un uomo dal fascino particolare. Vestito di una giacca grigia e di una lunga sciarpa azzurra, la sua spiccata saggezza ed intelligenza erano conferma- te dai lunghi e bianchi capelli. La detective dedusse che fosse un professore e solo dopo averlo ringraziato e salutato, realizzò quanto la sua stessa presenza in quel posto a quell’ora potesse essere sospetta. Ma non aveva dubbi, non si sarebbe scordata la sua faccia. Si addentrò quindi nel laboratorio. Non vi era mai entrata, non sapeva da dove iniziare a controllare, a cercare una possibile traccia di olio, ma la risposta arrivò da sola quando si trovò quasi ad inciampare in qualcosa che non riconobbe nel buio pesto del laboratorio. Dopo aver trovato l’interruttore vide Phoenix 13 che era proprio ciò che cercava, un barile d’ olio per motori. Si, questo la portava a ristringere il suo campo dei maggiori indagati, ma aveva bisogno di maggiori prove per dimostrare che era stato qualcuno del corso meccanico, uno di quei tre ragazzi… ma quale? Questo era il dilemma. Si era aggiunta poi anche la figura di quell’insegnante, non la convinceva, aveva qualcosa di particolare. Immersa in questi pensieri, dopo circa un’ora uscì da quel laboratorio e si scontrò di nuovo con il bidello che stava spazzando il corridoio e si limitò a sbuffare, che strana serata... Scene tra i banchi Gli alunni... chi sono: Ragazzi tra i 6 e i 19 anni costretti da forze maggiori (…genitori..) a partecipare a dormite di gruppo (...lezioni...), mentre mostri di vario tipo (... prof..) parlano una lingua incomprensibile agli umani... tipi di alunni: SGOBBONE caratteristiche: magrissimo, uno scheletro; lui: camicia a quadri modello tovaglia da pic-nik; lei: capelli lunghi, spesso raccolti in trecce; Media dei voti: 8-9 (grazie alle notti sui libri e al rimanere sveglio durante le lezioni...); Materia preferita: Matematica (..la ritiene molto affascinante..); Sogno della sua vita: diventare il + grande giornalista di tutti i tempi o il medico che farà la scoperta del secolo... FIGO caratteristiche: palestrato; lui: camicia aderente nera semiaperta per risaltare i muscoli; lei: top aderente bianco per far risaltare le forme; Media voti: 5-6 (...grazie agli sgobboni che gli passano i compiti...); Materia preferita: Ed. Fisica (... ottima per dimostrare di essere i più fighi in tutto...); Sogno della sua vita: diventare un calciatore o una velina... MENEFREGHISTA MEDIO caratteristiche: buon frequentatore di scioperi; lui: maglioni enormi e pantaloni coordinati; lei: magliette non aderenti e pantaloni non troppo attillati; Media voti: 6-7 (...grazie agli sguardi che ogni tanto dà al libro di teoria...); Materia preferita: italiano (...rivoluzionari di stampo intellettuale...); Sogno della sua vita: diventare un asso nel suo hobby preferito... MENEFREGHISTA ACUTO lui: catene ovunque; lei: 5 o 6 buchi agli orecchie; Media voti: 4-5; Materia preferita: nessuna (..sarebbe come amare il diavolo..) Sogno della sua vita: finire al più presto la scuola obbligatoria... I professori ... chi sono: esseri extraterrestri (...probabile origine plutoniana...) atti a scassare le scatole agli alunni con torture di tutti i tipi (...compiti..) con la complicità dei genitori che approvano tali lavori forzati... L’aula scolastica Cos’è: dal latino “aula, ae” che significa “cortile x il bestiame”, x aula s’intende cella d’ isolamento talmente cupa e umida da rendere anche persone (…) apparentemente...) docili belve umane, esasperate inoltre dal fetido odore d’ intonaco presente nell’aria (...ke farebbe venire i 5 min. anche a Gandhi..).. Come scegliere il posto migliore E’ importante, per poter affermare quale sia il posto Top, conoscere la planimetria dell’aula e la sistemazione esatta dei banchi. Non disponendo di tali informazioni, poiché esse variano da aula ad aula, i posti si possono approsimatamente distinguere in: PRIME FILE... l’inferno Vantaggi: il prof. è troppo concentrato a guardare i banchi di dietro, notoriamente dei casinisti, e quindi puoi parlottare; Svantaggi: probabilità 0 di avere qualche suggerimento; FILE CENTRALI... il purgatorio Vantaggi: se vuoi sapere tutte le news dell’ultimo minuto è il posto migliore; Svantaggi: sei compresso tra i banchi davanti e dietro di te e ci metti ore x alzarti; ULTIME FILE.. il paradiso... Vantaggi: hai tutte le possibilità x copiare senza destare sospetti e di mangiucchiare qualcosa; Svantaggi: appena succede qualcosa in classe, beh, tutti gli occhi sono puntati su d te… A N A S T A S I A S O R I C R A M O N A I Z I T L U I G I N O I N T A A E E A I I C A E S R T M M D N A M A R I N O E R A I N D M O M R I M R I R V A A L O A P S E G N O A N I N A N I A R I A M D I E G O D E A O U L A N T O N I O R A M L D N T A N I A A O I I I O A L L I C S I R P A O N NOMI: -GIADA -SIMONETTA -GIAMPAOLO -ARMANDO -MARINO -LORENZO -TIZIANO -PIERO -ROMERO -ROSINA -ANASTASIA -AMELIA -LUIGI -GINO -GIULIO -ROSA -GRETA -MAIA -ARIANNA -MARCI -IRMA -PIA -AMANDA -DIEGO -ANTONIO -NINA -ANITA -TANIA -PRISCILLA -SARA -ROMANA -DAVIDE -RINALDO Chiave ______________________________________________ SCOPPIO DI RISATE Mamma, mamma... cos’è la delinquenza minorile?” “Zitto, spegni la sigaretta, finisci il whisky e dai le carte!!! E posa quel coltello sennò ammazzi qualcuno!” Un uomo sdraiato sul letto in punto di morte confida alla moglie: - Cara, devo parlarti di una cosa, devo togliermi questo peso. Sai, qualche giorno fa ti ho tradita con la tua migliore amica. La donna molto tranquillamente risponde: Phoenix 14 - Lo so, lo so, è per questo che ti ho avvelenato! Lo psichiatra al cliente che vede per la prima volta: “Mi racconti tutto dal principio.” “In principio ho creato il cielo e la terra....” Pierino”, chiede la maestra in tono sarcastico, “puoi spiegarmi perché il tema che mi hai consegnato ieri è identico a quello scritto da tuo fratello l’anno scorso?” “Semplice, signora maestra, ... abbiamo la stessa sorella! PIXELINK Come si gioca Nel diagramma si nasconde una figura, che appare annerendo alcuni quadretti in base ai numeri che si trovano al suo interno. Per ciascun numero (tranne gli “1”) bisogna trovare un altro numero dello stesso valore, e unirli con un tracciato lungo tanti quadretti quanto il valore del numero stesso. I tracciati possono andare in orizzontale o in verticale (mai in diagonale), e non possono in nessun caso incrociarsi tra di loro. Una volta unite tutte le coppie di numeri, basta annerire i quadretti dei singoli tracciati per far apparire la figura nascosta. Faccio rima con pazienza ma preferisco stare senza Ogni volta che mi viene son dolori e sono pene e col naso gocciolante mi trascino col turbante per la testa che mi gira si scatena la mia ira. Clicca qui per un suggerimento. Colpisce d’inverno. Risposta: L’influenza. INDOVINA COS’E’ Mi senti di giorno, mi scansi la notte, poi senti un brivido, e chiudi le porte. Ti nascondi ovunque, ma ci sono comunque. Vorresti non più sentirmi, e con coraggio scacciarmi, ma in mia presenza, del coraggio sentirai solo mancanza,poi suona il campanello, e cosa vedi di bello? Il tuo amico migliore, che entrando quasi fa bagliore, e con una busta di coraggio, come un forte raggio, riesce a scacciarmi, e tu a dimenticarmi, ricambiando al tuo amico, un grande omaggio, per il donato coraggio. Adesso al lettore, con grande furore, domanda resta, di cosa fu stata, la cosa scacciata. Risposta: Sono la paura. Phoenix 15 REDAZIONE Coordinatrice del Progetto: Prof.ssa Rita Cuccarini Insegnanti referenti: Prof.ssa Raffaella Camicia, Prof.ssa Anna Maria Boldrini Responsabile realizzazione Tecnica: Prof.ssa Assuntina Battistoni Direttore: Marco Mercati Capo Redattori: Daniela Barna, Francesco Marino Vice Capo Redattori: Sofia Fahmi, Rachele Simonucci Capo Servizio: Federico Parroni, Matteo Bevignani, Matteo Selleri Redattori: Alice Bacci, Serena Bianchi, Iacopo Bianconi, Shadey Brito, Daniele Capaccioni, Angelica Casacci, Antonio Catapano, Thomas Chiasserini, Angelica Malatesta, Luca Mancinelli, Marco Marini, Cristian Polenzani, Rita Sciotti, Jacopo Tonelli, Flavio Turchi, Giovanni Vinagli Foto di: Matteo Alunno Selleri, Silvia Capaldi Phoenix 16