Domenica 15 luglio Alessandro Quarta e Michele Di Toro duo

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Domenica 15 luglio Alessandro Quarta e Michele Di Toro duo
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Domenica 15 luglio Alessandro Quarta e
Michele Di Toro duo presenta Classical meets
jazz: “No Limits”
Posted on luglio 10, 2012 by marcodelvaglio
Foto Fabio Serino
In scena il 15 luglio, alle ore 21, nel Parco Comunale Segafieni di Paratico (Lago d’Iseo), il
violinistaAlessandro Quarta in duo con Michele di Toro al pianoforte presenterà Classical meets
jazz: “No Limits”, progetto di improvvisazione musicale nato nel 2011 dall’incontro dei due
fuoriclasse, rispettivamente salentino e pescarese e, tutt’oggi, in fervida quanto imprevedibile
evoluzione.
Il concerto s’iscrive nel contesto della terza edizione delle Sebino Summer Class, organizzate
daiMusici
di
Parma in
collaborazione
con
i
comuni
del
Sebino.
In “No limits”, il violino, di Alessandro, e il pianoforte, di Michele – formazione strumentale, sulla
carta, paradigmatica della “musica classica” – prenderanno nuova vita, attraverso l’esplorazione di
universi
musicali
apparentemente
disparati.
Spunti melodici, ritmici, stilemi e forme eterogenei –derivati da jazz, soul, pop, dalla chanson
française e dalla canzone d’autore italiana, da bossa nova e musica latina, e dal repertorio classico,
barocco, dal romanticismo e dal novecento storico- sapientemente amalgamati e collegati dal fil
rouge della loro improvvisazione lasceranno affiorare quello che i musicisti definiscono il fattore
princeps del fare musica, in ogni luogo e tempo: l’espressione dell’emozione .
Il duo prenderà quindi le mosse dal mozartiano Ave Verum e dai temi dei grandi capolavori
bachiani, attraverserà i secoli e si soffermerà sull’impressionismo e il simbolismo in musica, con
L’Après-midi d’un faune di Debussy e la Pavane di Fauré, oltrepassando sin dall’inizio la “linea del
confine”
tra
generi
attraverso
l’improvvisazione.
Il passaggio al jazz e all’universo di generi derivati ne conseguirà con naturalezza: dagli standard
anni 20 e 30 (Sweet Georgia Brown, It don’t mean a thing), attraverso un’incursione nel tango
nuevo di Piazzolla (con Libertango e Oblivion), i due musicisti punteranno diritto al cuore pulsante
della musica latina, con i grandi classici del latin jazz, (Spain di Corea), della bossa nova (Chega de
Saudade, Insensatez di Jobim, Historia de un amor di Carlos Eleta Almarán) e del “filin” cubano
(Veinte Años di Omara Portuondo), per poi ritrovare nella cantabilità della chanson d’autore di
Henry Salvador (Jardin d’Hiver), dei temi della musica da film italiana (Morricone, Bacalov) e dei
temi di Alessandro Quarta il loro habitat musicale naturale.
Racconta Alessandro Quarta: “Compositori e strumentisti si ritrovano oggi con una vastissima
palette di linguaggi, stilemi, generi e possibilità tecnico-espressive a disposizione, frutto di
un’evoluzione musicale plurisecolare, cui possono attingere liberamente per definire la propria
personalità artistica. La ricerca musicale peraltro non si è mai privata delle nuove possibilità
stilistiche, espressive, strumentali che, al contrario, ha per lo più indotto. Il proprio dell’arte
consiste quindi nella qualità della scelta. Improvvisare assieme a Michele Di Toro mi dà l’illusione
di essere davvero regista di una sorta di “pellicola” musicale comune, in cui la semplicità
melodica dei classici, come quella degli chansonnier, può naturalmente assumere le tonalità in
bianco e nero di un fotografo qual è Anselm Adams tanto i colori sgargianti del surrealista Dalì, e
il ritmo di un montaggio serrato in stile bebop o funkeggiante, alla Curtis Mayfield.”
Gli fa eco Michele Di Toro: “Suonando alcuni brani, che siano di Mozart, Bach o Satie, ho la
sensazione che, in certi momenti, l’autore inviti a liberare le note dal vincolo della partitura e a
farle viaggiare in altre direzioni, con accenti e colori diversi. Sono convinto che l’avrebbero fatto
loro stessi, se fossero vissuti più a lungo. L’incontro con Alessandro Quarta ha avuto l’effetto di
una cassa di risonanza per queste mie sensazioni. Abbiamo tante cose in comune: prima fra tutte,
la capacità di emozionarci ed emozionare quando, muovendo da un brano di musica classica o di
altro genere, abbandoniamo la via maestra per proseguire su sentieri diversi e impervi, nel rispetto
degli autori e scevri da banali intenti trasgressivi o di sfida, e ci ritroviamo puntualmente alla
meta.”
Gli interpreti chiosano infine, a due voci: “Il nostro progetto è siglato “No-limits” che sintetizza le
nostre intenzioni di esplorare l’universo musicale, fin dove è possibile e di proporre generi ed
autori musicali diversi, utilizzando un linguaggio che renda la loro convivenza un fatto naturale.”
Il progetto, nato sul palcoscenico della storica rassegna leccese Jazz in Puglia, che ha visto esibirsi
musicisti del calibro di Pat Metheny, Sarah James Morris, Joe Barbieri, molti altri sarà al centro di
una registrazione discografica di prossima pubblicazione.