mostra IL VERO E IL FALSO - Museo Storico della Guardia di Finanza

Transcript

mostra IL VERO E IL FALSO - Museo Storico della Guardia di Finanza
Comando Generale della Guardia di Finanza
V Reparto - Ufficio Stampa
Comunicato stampa
Roma, 25 novembre 2008
LA GUARDIA DI FINANZA INAUGURA A ROMA LA MOSTRA SULLA STORIA DEL FALSO
MONETARIO.
Il pittore deve trovare il modo di persuadere il pubblico che la sua menzogna è verità”.
Pablo Picasso lo sosteneva per l’arte, che lui stesso definiva una menzogna.
Anche nella falsificazione dei mezzi di pagamento talvolta c’è poco di artistico, ma la menzogna
resta ed il suo disvelamento è proprio l’oggetto della continua sfida fra Istituzioni e falsari.
Una sfida iniziata circa duemila anni fa, nell’antica Grecia, ed ancora in atto oggi, quando l’oggetto
della tutela è divenuto un erede smaterializzato e tecnologico delle antiche monete d’argento, della
Roma repubblicana o dei sesterzi dell’impero, passando attraverso la storia della lira e la nascita
dell’euro.
Questa mostra, la prima ad essere mai organizzata in Italia, cerca di ripercorrere attraverso un vero
e proprio viaggio nel tempo, l’evoluzione del fenomeno della falsificazione.
E’ possibile ammirare un vastissimo repertorio di monete di età antica, medievale e moderna messe
a disposizione dai più importanti musei italiani, cui si aggiungono le serie complete delle emissioni
di banconote della Banca d’Italia, che hanno scandito la storia del nostro paese dalla proclamazione
del Regno d’Italia ad oggi, provenienti dalle raccolte di Palazzo Koch.
Sono presenti anche esemplari della famosa collezione reale di Vittorio Emanuele III, la più
importante al mondo di monete medievali italiane, custodita nel “caveau” del Museo Nazionale
Romano di Palazzo Massimo.
In questo ideale viaggio nella storia della moneta vi guida il percorso scientifico dell’esposizione,
strutturata per aree tematiche, all’interno delle quali i principali e più rappresentativi casi di falso
possono essere ammirati attraverso il raffronto, per ciascun pezzo esposto, dell’esemplare originale
con il suo corrispondente contraffatto.
Una vera e propria rivisitazione in “diretta” del fenomeno è quella che aspetta il visitatore, grazie
alla quale è possibile analizzare le differenti tecniche utilizzate dalle organizzazioni criminali antiche
e moderne.
In particolare, l’area espositiva dedicata alle banconote in Lire emesse dalla Banca d’Italia propone
tutti i tipi prodotti dal 1896 all’introduzione dell’Euro nel 2002.
Biglietti autentici affiancati ad esemplari contraffatti che si caratterizzano per le modalità di
falsificazione, con particolare riferimento ai disegni, realizzati anche a mano, ed alle caratteristiche
del supporto e delle filigrane.
Poi l’Euro, la cui entrata in vigore ha imposto una rinnovata attenzione al fenomeno attirando un
maggiore interesse, rispetto alle valute nazionali, dei contraffattori, da sempre concentrati in via
prioritaria sul dollaro U.S.A.
Alle tecniche di riproduzione più moderne impiegate per la falsificazione dei sette tagli di banconota
sarà affiancato un particolare, sempre diverso, scelto fra gli elementi di sicurezza di maggior rilievo
sui quali la Banca Centrale Europea ha centrato la campagna informativa nei confronti del pubblico.
Così giovane l’Euro, eppure già al centro di “business” così redditizi per l’industria criminale, come
testimoniato dalle importanti operazioni di servizio condotte dalla Guardia di Finanza negli ultimi
Comando Generale della Guardia di Finanza
V Reparto - Ufficio Stampa
1ª Sezione “Pubblica Informazione”
00162 Roma, Viale XXI Aprile 55
Telefono +39 06.4422.3505 – 35821
Fax +39 06.4422.3535-2206
e-mail: [email protected]
Comando Generale della Guardia di Finanza
V Reparto - Ufficio Stampa
anni che hanno rivelato l’estrema versatilità, nonché l’elevato livello di specializzazione, ormai
raggiunto dalle organizzazioni criminali.
In questo caso i visitatori hanno la possibilità di scoprirsi “investigatori” per un momento, attraverso
l’esposizione del copioso materiale sequestrato e la proiezione di filmati inediti, realizzati anche con
telecamere nascoste, nel corso delle attività operative.
Un percorso veramente intrigante, durante il quale si ha la possibilità di toccare con mano l’abilità
dei falsari osservando i conii realizzati per la riproduzione delle monete false a corso legale, di
quelle con valore storico e delle c.d. “simil euro”.
Come quelli prodotti dal piccolo imprenditore della periferia di Milano che ne aveva ben 130 di conii
della Zecca e, neanche a dirlo, si era creato un mercato tutto suo: Talleri Italiani, del tipo Italicum
1918 e di Maria Teresa del 1780 (il governo italiano aveva chiesto l’autorizzazione a quello
austriaco, che deteneva gli stampi originali, di coniarli per l’Eritrea), Lire Italiane in argento, monete
di Vittorio Emanuele II, Umberto I e Vittorio Emanuele III, Carlo Alberto e Carlo Felice, tanto per
fare qualche esempio.
Tutti rigorosamente falsi.
Pezzo forte della mostra è la ricostruzione, in un apposito locale, di una stamperia clandestina di
dollari falsi sequestrata a Pomezia nel corso della operazione “Benjamin” dello scorso mese di
giugno dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria che, come è noto, opera con competenza nazionale nel
settore della tutela del mercato dei capitali e dei mezzi di pagamento.
La produzione realizzata, in banconote da 100 dollari, aveva raggiunto in questo caso un livello di
accuratezza tecnica senza precedenti, grazie alle capacità di un gruppo criminale i cui componenti,
ben assortiti, potevano vantare esperienze lavorative importanti come tipografi, litografi e tecnici
delle macchine da stampa.
Un altro salto di qualità: la stampa su ciascun biglietto di un numero di serie con la macchina
tipografica Heidelberg, che i visitatori hanno la possibilità di ammirare nella mostra, munita di una
numeratrice tra le migliori in commercio, che faceva scattare una combinazione diversa per ogni
passaggio di stampa, secondo una serie predeterminata.
Il processo aveva termine con l’impressione sulle banconote del logo caratteristico della Federal
Reserve.
Ci si può, in tal modo, davvero rendere conto dei livelli di efficienza organizzativa che le compagini
criminali hanno raggiunto e di come funzionano i cicli di produzione, con l’illustrazione dei profili
professionali coinvolti, dei complicati e costosi macchinari impiegati, dei ricercati materiali e delle
più progredite tecniche adoperate nell’attività di illecita riproduzione del denaro.
Il visitatore, vestendo virtualmente i panni del tipografo, può ripercorrere l’intero ciclo di
produzione, dalla creazione della carta filigranata sino ai processi di stampa che conducono alla
banconota finita, completa dei più sofisticati elementi di sicurezza.
Passando alla “moneta elettronica”, nella relativa area espositiva sono esibite le carte di
pagamento, la cui falsificazione rappresenta un nuovo “business” per le organizzazioni criminali, che
ha già prodotto in Europa, nel solo anno 2006, danni ai consumatori per oltre un miliardo di euro.
Scoprire gruppi come questi, che operano, peraltro, su scala internazionale non è affare semplice.
Spesso si tratta di soggetti che hanno fatto dello stato di indigenza nel quale vivono il loro punto di
forza, cittadini stranieri completamente clandestini che si appoggiano a piccole abitazioni prese in
subaffitto da altri connazionali.
Comando Generale della Guardia di Finanza
V Reparto - Ufficio Stampa
1ª Sezione “Pubblica Informazione”
00162 Roma, Viale XXI Aprile 55
Telefono +39 06.4422.3505 – 35821
Fax +39 06.4422.3535-2206
e-mail: [email protected]
Comando Generale della Guardia di Finanza
V Reparto - Ufficio Stampa
Ogni anno, in Europa, si stimano circa 10 milioni di transazioni fraudolente presso quasi 500 mila
esercizi commerciali.
Denaro poi spedito in madre patria, via corriere o attraverso canali di money transfer, per essere
successivamente reinvestito sul posto nell’acquisto di terreni, case ed attività commerciali.
Il gioco in questo caso si fa più difficile: è richiesto, infatti, un doppio inganno che sia in grado di
raggirare sia il sistema elettronico, ossia la rete su cui viaggiano le transazioni, sia l’occhio dei
commercianti.
Vengono, pertanto, esposte carte di pagamento autentiche affiancate alle corrispondenti
contraffatte, scelte con particolare riferimento all’evoluzione delle tecniche di falsificazione ed alle
caratteristiche di alcuni elementi di dettaglio.
E’ possibile, inoltre, osservare le differenti tipologie di circuiti elettronici e di macchinari illegalmente
utilizzati per captare i dati relativi alle carte nonché gli strumenti impiegati per ingannare l’utente
all’atto del prelevamento di contanti agli sportelli bancomat.
Attraverso un diario inedito e preziosa documentazione originale viene dato risalto anche ai rapporti
tra i falsari e la criminalità organizzata, attraverso la storia di un valente tipografo che, giunto a
New York in cerca di fortuna nei primi del ‘900, divenne il falsario della “mano nera”, l’antenata
della mafia americana.
L’esposizione si conclude con uno spazio speciale dedicato alla falsificazione nei periodi bellici.
Ad un certo punto della storia, infatti, gli stati belligeranti hanno maturato l’idea che la falsificazione
di banconote dei paesi nemici e la loro conseguente immissione sul loro mercato in quantitativi
massicci potesse minare la stabilità economica del paese avversario.
E’ il caso della famosa operazione “Bernhard”, alla quale è dedicata una apposita sezione della
mostra, che offre la possibilità di rivivere le gesta di un gruppo di falsari ebrei precettati dai nazisti
nel campo di concentramento di Sachsenhausen, protagonisti della più imponente e meglio riuscita
operazione di falsificazione di banconote della storia, per quantità, circa 133 milioni di sterline, e
per la qualità degli esemplari stampati.
La vicenda è recentemente tornata agli onori della cronaca grazie al film “Il Falsario” del regista
Stefan Ruzowitzky, vincitore del Premio Oscar 2008 come miglior film straniero, tratto dal libro
autobiografico di Adolf Burger, uno degli ebrei sopravvissuti, impiegati nell’operazione.
Il materiale esposto è illustrato da un ricco ed accurato corredo fotografico e da specifici testi di
approfondimento raccolti nel catalogo della mostra, realizzato in veste esclusiva, su carta filigranata
delle cartiere Fabriano, dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Domani 26 novembre 2008, alle ore 10.00, presso la caserma “Gen. Sante
Laria”, di Piazza Armellini n. 20 a Roma, un convegno introduttivo precederà
l’inaugurazione della mostra.
Ad esso interverranno: il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen.C.A.
Cosimo D’Arrigo; il Presidente del Museo Storico del Corpo, Gen.C.A. Luciano Luciani; il
Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, Dott. Antonio Finocchiaro; il Direttore della
Sezione Zecca dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Ing. Renato Vigezzi; il Direttore
Archeologico della Soprintendenza dei Beni Archeologici di Roma e Direttore del Monetiere
del Museo Archeologico di Firenze, Dott. Fiorenzo Catalli; il Direttore Centrale Area Retail
dell’ABI, Dott. Massimo Roccia; il Capo Ufficio del Comandante in Seconda della Guardia di
Finanza, Col. t.ST Bruno Buratti.
Comando Generale della Guardia di Finanza
V Reparto - Ufficio Stampa
1ª Sezione “Pubblica Informazione”
00162 Roma, Viale XXI Aprile 55
Telefono +39 06.4422.3505 – 35821
Fax +39 06.4422.3535-2206
e-mail: [email protected]
Comando Generale della Guardia di Finanza
V Reparto - Ufficio Stampa
L’evento espositivo, che si terrà nel prestigioso Salone d’Onore della citata
caserma, rimarrà aperto al pubblico fino al giorno 20 gennaio 2009 (orario
09.00/13.00 tutti i giorni esclusi i festivi – 06/44238841).
Comando Generale della Guardia di Finanza
V Reparto - Ufficio Stampa
1ª Sezione “Pubblica Informazione”
00162 Roma, Viale XXI Aprile 55
Telefono +39 06.4422.3505 – 35821
Fax +39 06.4422.3535-2206
e-mail: [email protected]