"La Caricatura non è un`arte divertente. E` una missione!"

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"La Caricatura non è un`arte divertente. E` una missione!"
"La Caricatura non è un'arte divertente. E’ una missione!" Honoré Daumier “Satiræ” ­ Satira & Satire ­ è un work­in­progress, trattandosi del primo importante obiettivo di inventariazione e catalogazione dei disegni originali che il Museo della Satira e della Caricatura di Forte dei Marmi ha acquisito negli anni. Soprattutto i più antichi, sono spesso opere realizzate all’impronta, studi, bozzetti, schizzi, ma in tutti è ben presente il guizzo caricaturale e satirico. Vi sono poi opere di disegnatori affermati che hanno segnato con la loro professionalità e capacità artistica intere stagioni editoriali su giornali e riviste dell’Ottocento e soprattutto del Novecento. È certo una selezione di “Satiræ” anche molto diverse tra loro ­ disegni satirici, umoristici, illustrazioni, caricature, realizzati a china, tempera, acquerello e tecniche miste ­ che celano cento, mille altre storie, di artisti e di satirici ormai consegnati alla storia del giornalismo e dell'iconografia satirica. Altre occasioni serviranno per mostrare l'intera collezione museale e per accompagnare i visitatori in questo viaggio a ritroso nel tempo, che oggi è soltanto all’inizio.
*** Condannata dalla carenza di mezzi e tecniche di stampa, la caricatura satirica esce di clandestinità solo nel Settecento, allorché i torchi iniziano a duplicare in quantità ogni singola incisione. Da opera pregevole e costosa per ricchi a arte esposta nelle vetrine delle nascenti botteghe di caricature, a calamitare la voglia di ribellione del popolo. In tale clima fioriscono i grandi Maestri della Caricatura del Settecento: Hogarth, Goya, Gillray, Rowlandson, Cruikshank. Nella Francia dell’inizio dell’Ottocento la preziosa incisione caricaturale e satirica apre la strada al giornalismo satirico. Charles Philipon fonda nel 1830 il primo periodico satirico al mondo: La Caricature. Tra condanne e denuncie Philipon è presto costretto a chiudere La Caricature, ma subito crea un altro grande giornale, Charivari, calamitando a sé i più grandi satirici del suo tempo, da Daumier a Gavarni, da Grandville a Cham. La caricatura moderna nasce all’alba di un mondo meno ingiusto e nelle tavole dei disegnatori satirici i perseguitati ricevono per la prima volta compassione e i tiranni aspre sferzate. In Italia si devono attendere i primi moti insurrezionali del 1848 per vedere la diffusione dei primi giornali satirici, ma è un cammino senza ritorno, che culmina con il grande ruolo della stampa satirica e caricaturale negli anni del Risorgimento ed oltre, fino all’Unità d’Italia.
Preceduto dal Caffè Pedrocchi, che non pubblicava disegni, il primo vero giornale satirico italiano fu L’Arlecchino di Napoli, nato nel 1848, che subì presto la devastazione della redazione nonché la chiusura della testata. La satira è ormai un fiume inarrestabile, decine di testate fioriscono ­ La Strega, Lo Spirito Folletto, Fischietto, Don Pirlone, Il Lampione , Cassandrino, Diavolo, La Vespa , Pasquino, La Chiacchiera, La Caricatura, La Rana , e moltissime altre ­ mentre centinaia di autori crescono in maestria grafica e sdegno satirico: da Francesco Redenti a Melchiorre Delfico, da Angiolo Tricca a Camillo, Teja e molti altri. Impossibile riassumere la ricchezza ed il fervore di questo momento di elevata produzione satirico­politica, ma basti evidenziare che qui si pongono le basi dell’editoria umoristica e satirica post­unitaria che, con testate sempre più diffuse e popolari, annunzia un Novecento di grandi personaggi e glorie. A far da ponte tra Ottocento e Novecento è un giornale ­ L’Asino ­ che farà della battaglia politica (da quelle d'inizio secolo alla Grande Guerra) una missione che si scontrerà frontalmente con il Regime del Ventennio. Sono anni in cui autori come Gabriele Galantara o Giuseppe Scalarini, per citare solo i più emblematici, raggiungono vette di epica e di forza satirica rimaste ineguagliate. La dittatura chiuderà testate e manderà al confine o emarginerà tanti autori di rango, che rappresentano il seme della ripresa nel Dopoguerra. La libertà e i conflitti politici dell’esordio repubblicano segnano una stagione
felice che, per tutti gli anni Cinquanta, farà nascere autori che irraggeranno la loro vis umoristica e satirica anche nel cinema, nella letteratura e, poco più avanti, nella televisione nascente. Il boom economico degli anni Sessanta distrae dai problemi e la satira più salace fa posto all’umorismo, ma quando i conflitti sociali ­ negli anni Settanta ­ torneranno ad acuirsi, ripartirà una stagione satirica di grande vivacità, segnata da un generazione di autori giovani e testate come Il Male, che estendono la loro lezione fino ai giorni nostri. *** Se la storia lascia tracce aspre e durature sulla pelle degli uomini, la forza di ribellione che la satira coagula nel disegno e nell’irriverenza delle parole segna certamente gli spiriti. Franco A. Calotti ­ Cinzia Bibolotti