Da Valmarina a Mozzo Per Expo pronta la ciclabile
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Da Valmarina a Mozzo Per Expo pronta la ciclabile
Città 29 L’ECO DI BERGAMO MERCOLEDÌ 18 FEBBRAIO 2015 Da Valmarina a Mozzo Per Expo pronta la ciclabile Altro tratto entro l’anno: permetterà il di raggiungere Astino Accanto all’ex monastero via al cantiere per l’Orto botanico La Green way sbarrata all’altezza di via Castagneta BEDOLIS Ma la Green way rimane chiusa Ormai da un anno DIANA NORIS Per Expo si potrà noleggiare una bici alla sede del Parco dei colli di Valmarina e pedalare (o passeggiare) su un tracciato nuovissimo: un chilometro e mezzo tra boschi e aree protette, dalla piana di Valbrembo (dove arriva la pista del Quisa raggiungibile da Valmarina, ndr), passando dalla Madonna della Castagna fino a Carpiane (Mozzo). I lavori per i primi due lotti sono partiti e l’obiettivo del Parco è concluderli per Expo. Il cantiere proseguirà durante i mesi dell’evento con la realizzazione di un terzo lotto, che porterà i visitatori da Mozzo alle porte di Astino, lungo un tracciato che da via al Castello, sul Colle dei Gobbi (dove già ci sono parecchi percorsi) porta alla Madonna del Bosco, fino alla strada di collegamento al monastero vallombrosano. Si chiude dunque un cerchio «ciclabile» che collega i due monasteri toccando i colli di Bergamo e i territori dei 9 Comuni che fanno parte del Parco, partendo dalla città, sulla Green way di via Baioni. Solo i primi due lotti saranno pronti per Expo, «il terzo, per un totale di 3,5 km di percorso, lo sarà entro la fine dell’anno – spiega il presidente del Parco dei colli Omar Locatelli –. Approfittiamo di Expo ma lavoriamo per il futuro del Parco, per qualcosa che resta a servizio dei cittadini. È un contributo alla valorizzazione del territorio, non solo per chi è allenato, ma anche per chi vuole passeggiare e scoprire le meraviglie naturalistiche e culturali, con un percorso lungo il Morla, Valmarina, il Quisa, Fontana, Astino». I primi due lotti sono stati finanziati da Regione Lombardia, «grazie a 325 mila euro a fondo perduto, risorse preziose che sia- Il tracciato della pista ciclabile Ex monastero di Valmarina sede Parco dei Colli Ex convento di Astino Per approcciarsi al nuovo Orto botanico, opera simbolo di Expo realizzata dal Comune, espressione del tema «Nutrire il pianeta. Energia per la vita», nasce il progetto partecipativo A.d.a. «A disposizione dell’Allegrezza» (dal nome della via che costeggia la nuova sezione dell’Orto), ideato dalla paesaggista Paola Innocenti. Il primo appuntamento (per grandi e piccini) domenica con la «Caccia al Tes.Orto», per piantare arbusti, giocare imparando sulle piante alimentari e costruire «un’architettura a forma di igloo con talee di salice, da utilizzare per le attività educative», spiega il direttore dell’Orto botanico Gabriele Rinaldi. Con lui, ci saranno gli operatori dell’Orto e le associazioni Pezzediterra e La Scatola del- Lotto I Lotto II Lotto III Vista del Quisa Greenway Collegamento già esistente mo riusciti ad ottenere superando problemicheavevamoereditato», spiega Locatelli. Il terzo lotto sarà invece a carico del Parco, un’opera da 331 mila euro, per la quale è stata avviata la progettazione preliminare: «Questo tratto collegherà la via al Castello con la chiesa della Madonna del bosco, aggirando il monte – spiega Locatelli –.Da lì si potrà raggiungere Astino lungo un percorso protetto, in questo tratto è ancora in corso uno studio. Non è stato possibile fare un percorso più diretto che scavalcasse la Madonna del Bosco perché entriamo in zone delicatissime, un Sic (sito di importanza comunitaria). Purtroppo non ci rendiamo conto, ma abbiamo un territorio invidiabile, che deve essere tutela- Domenica all’Allegrezza tutti con vanghe e cesoie Tutti i pollici verde di Bergamo, domenica pomeriggio dalle 14, sono invitati ad Astino, armati di vanghe e cesoie, per iniziare a gettare i semi del primo grande orto partecipato della città. Un anno senza Green way. Non sarà la fine del mondo, ma è pur sempre un brutto primato. La chiusura della pista ciclabile all’altezza del ponte di Valmarina risale esattamente allo scorso febbraio. l’Idee. «Il progetto – spiega Paola Innocenti – si ispira alla metodologia hands on, alla base del progetto Educare alla scienza ed alla tecnologia, di cui l’Orto è partner, per stimolare un processo di apprendimento di tipo creativo». A contraddistinguere l’Orto di Astino le piante alimentari, «daranno un carattere di unicità a livello nazionale – spiega Rinaldi –. Sarà un contesto museale vivente, un centro di educazione e sperimentazione, un luogo di collezioni botaniche denso di preziosità, uno spazio per eventi culturali. Il suo carattere si plasmerà già durante le fasi di realizzazione, per diventare uno spazio di socialità e partecipazione attiva». Appuntamento domenica alle 14, con le iscrizioni alla «Caccia al Tes.Orto». Alle 15 l’inizio, alle 16 la merenda. I ritardatari sono comunque bene accetti. Partecipazione libera. 1 Dia. No. to. La pista sarà molto piacevole, attraversa zone interessanti e recupera antichi tratturi e camminamenti. Da maggio sarà anche possibile noleggiare delle bici a pedalata assistita, così anche i turisti meno allenati potranno scoprire le bellezze del Parco». I lavori fervono anche all’Orto botanico di Astino, sui terreni di proprietà della Fondazione Mia, per lo stesso obiettivo, che si fa sempre più vicino e che si chiama Expo. A giorni apre il cantiere per la realizzazione di alcune strutture a servizio dell’Orto: «Incontro l’impresa Bergamelli venerdì, i tempi saranno brevi, se il meteo ci aiuta in 70 giorni avremo finito – assicura Marco Brembilla, assessore ai Lavori pubblici –. Da realiz- zare una strada sterrata e un prefabbricato con i servizi igienici». Conclusa l’ossatura dell’orto, si passa ai contenuti, a cura del direttore dell’Orto botanico di Città Alta Gabriele Rinaldi, che pur non nascondendo «la preoccupazione per i tempi stretti, è certo che ce la faremo in tempo». Sui 9 mila metri quadri che si affacciano sul Monastero, verrà seminato un chilometro di biodiversità, un museo del cibo all’aria aperta, con le antiche colture dei cereali e orti «partecipati». I tempi della natura non si comandano, ma Rinaldi è positivo, «sarebbe bello finire un po’ prima del 1° maggio, è un meccanismo ad orologeria, ce la stiamo mettendo tutta». 1 Giorni e giorni di pioggia, neanche uno spiraglio di sole e alla fine lo smottamento era arrivato puntuale come in tante altre zone dei colli. Solo che qui non si è più riusciti a sistemarlo. Così, di mese in mese, di ordinanza in ordinanza, si è arrivati di nuovo all’inverno. Un’impasse legata al fatto che la frana insiste su un terreno privato e che quindi il Comune non può intervenire direttamente per ripristinare il versante da cui si è staccata. Risultato: Palafrizzoni si è trovato sul tavolo due strade; procedere per vie legali oppure cercare un accordo. Considerate le tempistiche nelle aule dei tribunali, si è optato (fortunatamente) per la seconda ipotesi e qualche buona notizia sembrerebbe finalmente profilarsi all’orizzonte. «Proprio nelle ultime settimane – conferma l’assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla – siamo riusciti ad avviare un percorso con la proprietà che dovrebbe consentirci di arrivare a una soluzione consensuale. In sostanza, lo smottamento verrebbe sistemato dai privati, mentre a noi toccherebbe il ripristino dei parapetti. Sono moderatamente ottimista e mi auguro che queste intenzioni si traducano al più presto in un cantiere per riaprire la green way». Un evento da festeggiare e non solo dalle parti di Castagneta. La pista ciclabile che fiancheggia le mura e prosegue poi verso Valmarina è diventata, negli ultimi anni, uno dei percorsi più frequentati da ciclisti e runner anche e soprattutto dopo il suo collegamento con il percorso del Quisa. Proprio l’intensa frequentazione ha contribuito ad alimentare le polemiche che hanno accompagnato la sua chiusura nel corso dell’ultimo anno, anche se, a dire il vero, Palafrizzoni non aveva grosse alternative: senza l’ordinanza di chiusura infatti il Comune si sarebbe assunto la responsabilità di eventuali incidenti legati al dissesto. La chiusura, peraltro, ha rappresentato un’odissea nell’odissea. Con un continuo tira e molla affrontato dai tecnici comunali per sbarrare i due accessi al ponte: messi i lucchetti infatti c’era sempre qualcuno che si prendeva la briga di levarli. Anche nei giorni scorsi lo sbarramento più vicino a Valverde risultava manomesso. «Purtroppo è una lotta continua – allarga le braccia Brembilla – noi chiudiamo e sistematicamente le catene vengono tranciate. Le ripristineremo immediatamente. Sperando che a breve non serviranno più». 1 E. Fa.