Ignorata l`Italia marittima seconda flotta dell`Ue Tre gigantesche
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Ignorata l`Italia marittima seconda flotta dell`Ue Tre gigantesche
ANNO XLIX - N. 5-6 - MAGGIO-GIUGNO 2015 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1. DCB Genova” 0$**,2*,8*12 | PRECISA DENUNCIA ALL’ASSEMBLEA DEI COMANDANTI EUROPEI Ignorata l’Italia marittima seconda flotta dell’Ue I comandanti della Cesma riuniti a Viareggio La 20ma Assemblea generale della CESMA (Confederation of European Shipmasters’ Association), cui il Collegio Nazionale Capitani aderisce dal 1997, si è svolta quest’anno a Viareggio dal 15 al 16 maggio. I rappresentanti delle 15 Associazioni di capitani, presenti in 12 diversi Paesi europei, si sono riuniti nella sede del Centro congressi “Principe di Piemonte”, ospiti di USCLAC, il sindacato presieduto dal com.te Claudio Tomei. Cesma è un interlocutore importante presso gli organi dell’amministrazione comunitaria, capace di segnalare problematiche ed esercitare pressioni sui principali interlocutori internazionali, come l’IMO e l’EMSA. L’obiettivo dell’associazione è quello di migliorare la sicurezza della navigazione ed elevare la professionalità dei comandanti. All’appuntamento di Viareggio era molto fitta l’agenda di tematiche da affrontare, anche grazie agli interventi esterni di esperti del settore, sia sugli sviluppi della tecnologia marittima, in particolare l’uso delle carte elettroniche, sia sulla necessità di segnalare gli incidenti mancati (cosiddetti “near misses). Nel dibattito che è seguito ai due giorni di lavori si è anche parlato dell’urgenza rappresentata dai flussi migratori e del pericolo che comporanto per la sicurezza della navigazione (di alcuni spunti forniamo una sintesi a pag. 4). All’Assemblea è intervenuto anche il presidente del Collegio Nazionale Capitani L.C. e M. Giovanni Lettich, che ha illustrato ai comandanti (in maggioranza Nord europei) la contraddittoria situazione italiana e ha parlato in diverse occasioni durante il dibattito finale. Qui di seguito l’incipit del suo discorso di presentazione e nelle pagine interne un ampio resoconto della riunione. Oggi – ha detto Lettich ai comandanti della Cesma – vi parlo in qualità di presidente nazionale del Collegio Capitani L.C. e M., associazione | 9,7$(0$5( professionale che in Italia tutela la crescita culturale e il prestigio degli ufficiali. Il Collegio possiede una sede nazionale a Genova, un importante compartimento a Napoli e moltissime delegazioni sparse in tutta la penisola (quasi 50). Siamo presenti in tutti i centri marittimi dove operano uomini e navi. Vorrei per questo parlarvi di uno spaccato di Italia, ai più ignoto, soprattutto a coloro che provengono dal Nord Europa, dove i porti e il lavoro marittimo godono di tutt’altra considerazione. Con una flotta di oltre 1.500 navi per una stazza di circa 19 milioni di tonnel- late, il nostro Paese occupa il secondo posto a livello di Unione europea e il quarto gradino a livello mondiale. Quello marittimo è un settore che produce beni e servizi per circa 40 milioni di euro, rappresenta il 2,6 per cento del PIL nazionale e occupa quasi 500 mila persone tra addetti diretti e indotto. A dispetto di questi numeri vincenti, in questi ultimi anni la marineria italiana è stata mortificata, per tanti motivi, primo fra tutti la mancanza di una politica marittima unitaria. Nel nostro Paese è stato abolito il ministero della Marina mercantile e il disinteresse della politica ai temi marittimi è un sintomo grave. Non siamo ancora riusciti ad accettare in pieno la STCW, quindi la formazione marittima non è ancora tracciata secondo i dettati internazionali. Il titolo di capitano di lungo corso, che da un secolo è vanto dei comandanti italiani, è stato cancellato. Tutto questo mentre il commercio marittimo è in piena rivoluzione e richiede attenzione, intelligenza, interventi rapidi e sicuri. Noi no, siamo in ritardo. Ma non per colpa dei nostri ufficiali, sia ben chiaro! (Il report dell’assemblea a pag. 4 ) Costretti a chiedere il rispetto della legge Forse in corteo a Roma, il 12 maggio scorso, i marittimi non erano moltissimi, ma non si può ignorare il malcontento che li ha portati da Napoli alla Capitale. Probabilmente qualcosa non ha funzionato a seguito di quel decreto legge 30 dicembre 1997, n.457 (“Disposizioni urgenti per lo sviluppo del settore dei trasporti e l’incremento dell’occupazione”) che ha istituito il registro internazionale e quindi il decreto del 23 giugno 2005 che, con successive modifiche, ha introdotto il regime fiscale della tonnage tax per le imprese marittime. Così siamo andati a chiedere direttamente a loro cosa vogliono e ci hanno risposto che la legge non intendono cambiarla, ma vogliono che sia rispettata. Riusciranno a farsi ascoltare i cittadini marittimi, che quando sono lontani non hanno neppure il diritto al voto? A pagina 3 l’intervista ai sostenitori del movimento spontaneo “Marittimi per il futuro”. ALL’INTERNO A PAG. 2 Compartimento di Genova La “Costa Concordia” arriva nell’area delle Riparazioni navali SPETTACOLO PER UN MILIONE DI PERSONE Tre gigantesche Queen sfilano a Liverpool A PAG. 3 Compartimento di Napoli Interviste sulla protesta dei marittimi A PAG. 4 Riunione della Cesma a Viareggio Dibattito su e-navigation e presentazione programma CHIRP sui “near misses” A PAG. 6 Diporto La grande nautica non è solo ricchezza per pochi A PAG. 10 Lettere e voci dal mare Testimonianze dei nostri lettori Le tre regine della flotta Cunard si sono riunite a Liverpool, patria spirituale della compagnia, in occasione del 175° anniversario del marchio. Le gigantesche Queen Mary 2 (l’ammiraglia della flotta, che compie durante buona parte dell’anno un regolare servizio di linea espresso tra Southampton e New York in 7 giorni), Queen Elizabeth (costruita da Fincantieri nello stabilimento di Monfalcone) e Queen Victoria (costruita a Marghera) si sono date appuntamento il 25 maggio scorso, per esibirsi di fronte a un pubblico di circa un milione di persone. Tutta la città in festa ha proposto un week-end intero di celebrazioni, concluse con parata aerea delle Red Arrows e fuochi d’artificio. La meticolosa pianificazione dell’evento ha richiesto quattro anni di lavoro: le navi hanno sfilato in formazione lungo il fiume Mersey e hanno ruotato di fronte al Cunard Building. Con la prua slanciata e la linea elegantissima queste navi ricordano i transatlantici di linea e in effetti assicurano crociere di lusso in grande stile. I festeggiamenti in loro onore riflettono tutto l’orgoglio inglese per la propria storia marittima; un piccolo dettaglio nella nascita di queste unità: tra le madrine al momento del varo, la regina d’Inghilterra in persona e, per la Queen Elizabeth, Florence (Dennie) Farmer, dipendente Cunard, moglie di Willie Farmer, Direttore di Macchina a bordo delle navi della compagnia dal lontano 1963 fino alla pensione. UNA REALISTICA NOTA DELLA CAPITANERIA DI GENOVA La sicurezza in mare comincia dai porti Mentre la bozza della riforma dei porti prevede anche la possibilità della privatizzazione dei servizi come quelli di ormeggiatori, piloti, rimorchiatori e scaricatori, ha suscitato reazioni (interessate) che la Capitaneria di Genova abbia ricordato una recente emergenza, avvenuta la notte del 4 marzo nello scalo di Prà-Voltri dove tutte le componenti portuali sono dovute intervenire per mettere in sicurezza tre navi porta container minacciate da raffiche di vento fino a 125 km orari (una aveva già rotto gli ormeggi ed è stata portata in una zona riparata da cinque rimorchiatori). “Il dispositivo di sicurezza che ha operato in queste condizioni estreme ha dato un’ulteriore dimostrazione non solo dell’alta professionalità di tutti gli operatori dei servizi tecnico-nautici spiega la Capitaneria - ma anche di quanto il servizio pubblico da essi reso sia importante per la sicurezza ambientale e l’opera- L’amm. Vincenzo Melone tività di un porto e di quanto sia indispensabile la loro valenza di servizio pubblico essenziale”. E aggiunge: “Nessun soggetto privato in posizione di concorrenza potrebbe garantire quelle prestazioni che solo la natura pubblica dei servizi tecniconautici, sotto il coordinamento, la regolazione e la posizione di garanzia assunta dall’Autorità marittima, possono assicurare in situazioni ordinarie e in condizioni estreme, garantendo una presenza qualificata 24 ore su 24, altissima professionalità, sicurezza, ed efficienza organizzativa”. &0<1 Il richiamo alla realtà da parte della Capitaneria non è piaciuto ai portatori di interessi contrari e i loro megafoni hanno subito gridato allo scandalo: non era mai successo ed è inammissibile che un Corpo militare prenda posizione su una questione strettamente “politica”. Ci chiediamo: si tratta davvero di un intervento “introvabile tra i suoi compiti”, visto che l’autorità marittima ha tra i suoi principali doveri quello di garantire la sicurezza delle operazioni portuali, da cui può dipendere anche la sicurezza della navigazione? La riposta spontanea viene dalla lunga fila di croci che segna le vite perdute a bordo o sui moli per incidenti sul lavoro, ma anche dalle vere e proprie sciagure accadute a distanza, in alto mare, a causa di errate operazioni di carico (rizzaggio). Per cui ogni sforzo rivolto a controllare i servizi portuali a fini di sicurezza, non solo è auspicabile, ma necessario. (Altro articolo a pag. 12)