Il fascino del determinismo nella prima infanzia

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Il fascino del determinismo nella prima infanzia
Il fascino del determinismo nella
prima infanzia
F. Kagan: Tre idee che ci hanno sedotto, Il
Mulino (2000)
Prof Giampaolo Nicolais
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Determinismo e prima infanzia
• Fino a che punto del passato si estende
l’influenza del passato lontano?
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Determinismo e prima infanzia
• “La nostra società ha stabilito che le
esperienze dei primi anni di vita
• Cure amorevoli materne
• Gioco interattivo della diade
rappresentano la forza più potente nel
plasmare la vita”
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Determinismo e prima infanzia
• Europa del ‘700 le mogli del ceto medio
vengono sollevate da una serie di compiti
domestico/lavorativi  compito primo:
allevare perfettamente la prole  status
sociale
• Dal figlio del contadino (forza lavoro
immediata) al figlio borghese (capitale da
accrescere nel tempo)
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Determinismo e prima infanzia
Pratiche di allevamento / educazione
Sviluppo di tratti caratteriali necessari per successo futuro
Protezione della famiglia “dalla discesa sociale”
*116
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Determinismo e prima infanzia
• Rituali per placare l’ansia
• Concentrazione massima nei primi anni di
vita e “il gioco è fatto…”
• Effetto paradossale e inevitabilmente
ansiogeno: ricerca continua di conferme
circa la bontà del proprio operato
genitoriale
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Determinismo e prima infanzia
• “Fideismo” associato: la presenza dei
periodi critici dello sviluppo
– Imprinting negli animali (anattroccoli, gatti)
– Analogie con il comportamento e lo sviluppo
degli esseri umani
• Klaus e Kennel, 1976, Maternal Infant Bonding:
“perché lo sviluppo possa procedere normalmente, il
legame diadico deve attuarsi nelle prime ore critiche
successive alla nascita”  studio su 28 donne
povere non sposate
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Determinismo e prima infanzia
• Non è facile trovare periodi critici nello
sviluppo umano davvero decisivi
• Nel corso del tempo, il costrutto di periodo
“critico” è stato sostituito da quello di
periodo “sensibile”
– “Per ciascuna importante funzione umana esiste
un periodo ottimale durante il quale le
esperienze sono le più benefiche”
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Attaccamento e incertezza
• Bowlby, psicoanalisi inglese metà ‘900
• Rilettura delle fasi freudiane di sviluppo
psicosessuale
• Erikson e Bowlby: rilettura della fase orale
come “stadio di fiducia”
• Attaccamento tra incertezza e protezione 
innatismo  diversa natura umana post 2°
G mondiale
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Attaccamento e incertezza
• “la diffusione del concetto di attaccamento
si innesta sulla profonda convinzione che
gli esseri umani hanno bisogno di amore e
che, amandoli fin quando sono piccoli,
possiamo evitare che da adulti si uccidano
tra loro”
– Concezione estensiva: attaccamento = amore
– Concezione restrittiva (bowlbiana):
attaccamento = regolazione della paura
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Attaccamento e incertezza
• “L’immagine moderna della madre nutrice
che culla teneramente il bambino per
trasmettergli il suo affetto è il prodotto di
condizioni storiche particolari”
– In primis: ansia della middle class americana
per il gran numero di madri lavoratrici
• L’asilo e/o la baby sitter come deviazione dal
modello di famiglia inizio ‘900
• Vedi monografia recente sull’impatto della
condizione lavorativa materna nel primo anno di
vita
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Misurare l’attaccamento
• Strange Situation
– 1. Dubbi sulla significatività del breve campione di
comportamento diadico osservato
– 2. il fattore temperamentale: i b.ni ad alta reattività si
“spaventano” molto per la separazione  saranno
molto più difficili da consolare  artefatti di
attaccamenti “insicuri”
– 3. b.ni con o senza esperienze di asilo nido  abitudine
alla separazione
• B. sicuri?
• B. insicuri evitanti?
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Misurare l’attaccamento
– L’attaccamento sarebbe più chiaramente
correlato alla specifica “configurazione
temperamentale” del bambino
• Il bambino facile da accudire/consolare viene più
facilmente classificato come “sicuro”
• Il bambino irritabile e pauroso viene più facilmente
classificato come “insicuro/ansioso ambivalente”
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Misurare l’attaccamento
– Inoltre, alcuni studi dimostrano una scarsa
relazione tra specifiche forme educative e
tipologie di attaccamento alla Strange Sit.
• Es: non rilevato impatto specifico di “accudimento a
casa/in asilo nido/altro” sullo stato di “sicurezza”
• Contraddizione con l’assunto di base della t
attaccamento circa la qualità relazione-specifica del
legame di attaccamento
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Misurare l’attaccamento
• “vi sono perciò numerose ragioni per
dubitare della pretesa che il comportamento
di un bambino di un anno alla Strange
Situation colga adeguatamente la
complessità della sua relazione emotiva con i
genitori nel corso del primo anno di vita”
• Quale metodologia?
• Propensione per una osservazione naturalistica del
b.no nel suo ambiente di vita, che integri
• le specificità delle pratiche educative genitoriali
– cosa è ritenuto importante privilegiare nel suo sviluppo,
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soprattutto circa l’acquisizione di sicurezza/indipendenza
Misurare l’attaccamento
• Il passaggio dal comportamento alla
rappresentazione mentale
– 0-2 anni
– I.W.M.
– Aspettative circa la relazione
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Misurare l’attaccamento
• La Adult Attachment Interview come
metodologia per la rilevazione degli
internal working models
– Attivazione di ricordi infantili
– Loro descrizione e valutazione in merito al tipo
di rapporto con i propri caregivers
– “Il ricordo (?) del genitore del suo passato può
illuminare sulla sua attuale personalità e sul
modo in cui accudisce il figlio”
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Misurare l’attaccamento
• Limiti più significativi
– Incidenza del “contesto intervista” non pesata
– Attivazione random di memorie infantili nel corso
dell’intervista f di fattori contestuali
– Personalità che tendono ad esagerare le componenti
stressanti e disforiche delle esperienze precedenti (es:
“malinconici ostinati”)
– Unità di analisi: parole sena
intonazione/prossemica/mimica facciale
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Difficoltà nel rifiutare il determinismo
• Psicologia come “scienza dello spirito”
– Vs “scienze della natura”  hanno una solidità
dei presupposti fondamentali e dei principi con
base empirica  universalità delle leggi con
poche eccezioni
– Psicologia: le anomalie tendono a non costituire
una minaccia fondamentale ai principi
fondamentali del settore
• Es “condizionamento”, “psicologia evolutiva”
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Difficoltà nel rifiutare il determinismo
• “E’ perciò molto facile per un teorico
affermare che gli avvenimenti del primo
anno di vita hanno un’influenza costante sul
futuro del bambino”
• “la mancanza di una visione comune per
quanto riguarda i legami specifici tra
specifiche qualità e particolari esperienze
della prima infanzia rende impossibile sia
rifiutare le affermazioni dei deterministi, sia
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dimostrarne l’esattezza”
Difficoltà nel rifiutare il determinismo
• Ricerca traslazionale
– Esperimenti su animali in laboratorio e
determinismo
– Es alterazioni ippocampali del ratto allevato
senza sufficiente presenza materna
– Limiti
• Grado di sovrapponibilità con la specie umana
• Dati in condizioni deprivanti (laboratorio) vs
naturalistiche
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Difficoltà nel rifiutare il determinismo
• Impossibilità di uguale controllo
sperimentale nei bambini
• Dati comunque suggestivi da “esperimenti
naturali”
– Orfani della seconda guerra mondiale adottati
(Rathburn, Di Virgilio, Waldfogel, 1958)
– Neonati istituzionalizzati con mulitple caregivers
(Gardner e Hawkes, 1961)
– Finnish Adoptive Study (Tienari, Lahti, Sorri, 1987)
– ERA study (Rutter)
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Difficoltà nel rifiutare il determinismo
• Necessità di distinguere:
– Istituzionalizzazione precoce e ambiente
deprivante
– Istituzionalizzazione precoce e collocamento
adottivo con presenza di caregivers
– Non istituzionalizzazione precoce e condizioni
di rischio
– Non istituzionalizzazione precoce
– Ambienti familiari maltrattanti/trascuranti
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– Ambienti familiari tipici / atipici
Difficoltà nel rifiutare il determinismo
• “Tutti gli animali posseggono una forte
inclinazione, di origine genetica, a
sviluppare i comportamenti caratteristici
della loro specie”
– ? osserviamo le principali tappe evolutive?
– ?osserviamo la presenza di disfunzioni e/o
psicopatologie che impattano su un organismo
comunque “mediamente umano”?  vedi DSP
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Esperienza interpretata dal bambino
• Predittori più affidabili di psicopatologia
adulta:
– Biologia del bambino
– Classe sociale / SES
• Quale meccanismo consente alle esperienze
della prima infanzia di influenzare il profilo
emotivo e mentale futuro di una persona?
– L’ipotesi delle aspettative di
accudimento/abbandono
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Esperienza interpretata dal bambino
• Maturazione del cervello in corso
– Lobi frontali (valutaizone delle informazioni
dall’ambiente e dal corpo) ancora immaturi
– Labilità della traccia esperienziale
– Scarsa capacità di ritenere e assegnare
significato agli eventi
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Esperienza interpretata dal bambino
• “Il più importante argomento contrario alla
dottrina del determinismo è che i bambini
piccoli, come gli adulti, sono influenzati in
primo luogo dagli avvenimenti che sono
diversi (discrepanti) rispetto alla loro
esperienza consueta – piuttosto che da
particolari azioni degli adulti”
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Esperienza interpretata dal bambino
• 3° / 4° anno: criticità dell’impatto degli
eventi discrepanti
• In questa fase, i bambini cominciano ad
interpretare le proprie esperienze
– Es pratiche educative e livello interpretativo
– Asili nido h/12 e per tutti nella Cina maoista
• l’importanza dell’approccio ecologico
(Bronfenbrenner  macrosistema e sistemi di
credenze condivisi in quella particolare società)
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Esperienza interpretata dal bambino
• “Se gli effetti psicologici dell’esperienza
sono contenuti nell’interpretazione, e non
nell’esperienza in sé, avvenimenti
particolari verificatisi nei primi 2 anni di
vita non avranno conseguenze immutabili
perché i bambini piccoli non interpretano la
loro esperienza”
– Costruzione simbolica dell’esperienza
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Esperienza interpretata dal bambino
• Tendenza ad attribuire influenza causale
agli avvenimenti manifesti (modalità di
accudimento, pattern di attaccamento…) e
non ai processi attributivi del bambino
– Istanza anti-comportamentista
– “le menti dei bambini da ciò che incontrano
ricavano significati differenti, spesso
inconsciamente”
– Attaccamento: costrutto “incastrato” tra
biologismo e comportamentismo
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Ordine di nascita
Ordine di nascita ed atteggiamento verso
autorità legittima
• Primogenito e tendenza al conformismo circa
le regole familiari e la “cultura” dominante
• Secondogenito e tendenza a resistere
maggiormente alla pressione sociale
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Ordine di nascita
• Diverse costruzioni mentali circa il proprio
ruolo e il proprio futuro
• Secondogenito:
– Più portato a dubitare di sé
– Maggiore ingaggio conflittuale con i genitori
– Per emergere deve “scegliere tra ciò che è
rimasto”
• Minore motivazione al successo scolastico
• Tendenza al ribaltamento delle “posizioni ufficiali”
Ordine di nascita
• L’ordine di nascita modella aspetti della
personalità che potrebbero teoricamente
essere modellati dall’attaccamento
– Nei primi due anni il bambino non coglie il
significato di queste dinamiche
– Interrelazione continua con le modalità
relazionali dei genitori
– Studi di genetica del comportamento
Identificazione con classe sociale e
gruppo etnico
• L’identificazione esercita notevole influenza nel
corso dello sviluppo
• 1. valori etici di adolescenti più simili a quelli di
adulti familiari che di altri
• 2. emozioni specifiche (vergogna, rabbia) circa
esperienze di una persona del proprio gruppo
• 3. l’intensità delle emozioni è correlata alle
caratteristiche delle qualità condivise
Identificazione con classe sociale e
gruppo etnico
• Tendenza innata a cercare e trovare somiglianze
– Vantaggio cognitivo / principio di parsimonia
– Vantaggio emotivo / anti ansia
• Maggiore è il numero di caratteristiche condivise,
più forte è l’identificazione
• Inoltre:
– se le caratteristiche distintive vengono premiate,
l’identificazione sarà maggiore
– se le caratteristiche distintive riguardano un gruppo
minoritario, l’identificazione sarà più forte
Identificazione con classe sociale e
gruppo etnico
• Narrazione e “miti di famiglia”
• Fattore di resilienza
• Contesti/storie/personaggi per identificazioni
molteplici e “riparative”
– Livello dell’attribuzione di significato
• Verso i 5-6 anni di età
Epoca storica
• Adolescenza e comprensione delle “idee di
fondo” della propria società
• Processo normativo di messa in discussione
delle identificazioni precedenti
– Caregivers
– Idee e ruoli sociali (es contestazione)
Determinismo?
• Ordine di nascita, identificazione ed epoca
storica:
– Possono produrre forti discontinuità nello
sviluppo
– Modificare le connessioni tra prima e seconda
infanzia e età adulta
– Rilevanza quasi nulla nei primi 2 anni
Determinismo?
• Il determinismo genera un sentimento di
correttezza fondato sui nostri valori morali
– Scienze della “natura”  eleganza formale
– Scienze dello “spirito”  influenza della
reazione emotiva legata ad una sua premessa
etica
• Es. immagine “disturbante” di una madre che porta
il suo bambino al nido
Determinismo?
• Il determinismo ignora il peso
dell’appartenenza alla classe sociale
– Predittore più forte di
• Successo scolastico
• Successo professionale
• Salute psichica
– Necessità di mantenere il mito americano della
land of opportunities
Determinismo?
• Il determinismo minimizza il ruolo del destino
• Il determinismo è materialistico, perché presume
che i cambiamenti cerebrali prodotti dalle prime
esperienze non svaniscano
• Le interpretazioni individuali che i bambini più
grandi costruiscono sull’esperienza sono difficili
da immaginare e studiare
Determinismo?
“Gli avvenimenti dei primi anni di vita
avviano il bambino piccolo su una
particolare strada, ma è una strada sulla
quale incontrerà innumerevoli incroci”
Brooks-Gunn, Wen-Hui, Waldfogel (2010), First year maternal
employment and child development in the first 7 years. Monographs of
the Society for Research in Child Development, 75, 2, 1-147
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Brooks-Gunn, Wen-Hui, Waldfogel (2010), First year maternal
employment and child development in the first 7 years. Monographs of
the Society for Research in Child Development, 75, 2, 1-147
• Studio longitudinale NICHD Study of Early
Child Care
• Studio sulla relazione tra
– Impiego materno nel primo anno di vita del
bambino
– Sviluppo del bambino nella prima infanzia
– Attaccamento, ma “lo sviluppo va oltre il
fornire sicurezza al bambino”
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Brooks-Gunn, Wen-Hui, Waldfogel (2010), First year maternal
employment and child development in the first 7 years. Monographs of
the Society for Research in Child Development, 75, 2, 1-147
• Belsky, 1988: argomenta la preoccupazione
circa il lavoro materno nel 1° anno 
attaccamento
• NICHD ECCRN, 1997: primi dati
longitudinali sul tema, con dati a 15 mesi e
follow-up 36 mesi
• Minore “sicurezza” nell’attaccamento solo con
bambini che avevano madre “low sensitivity” (vedi
rassegna seguente)
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Brooks-Gunn, Wen-Hui, Waldfogel (2010), First year maternal
employment and child development in the first 7 years. Monographs of
the Society for Research in Child Development, 75, 2, 1-147
• Ipotesi principali investigate:
– 1. le madri che lavorano forniscono anche una
qualità peggiore di genitorialità (sensibilità)
– 2. le madri che lavorano forniscono
stimolazioni meno significative (aspetto
cognitivo)
– 3.Le madri che lavorano, realmente
trascorrono meno tempo con i propri bambini?
• Potrebbero ridurre il tempo di routine ma non quello
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di gioco/interazione
Brooks-Gunn, Wen-Hui, Waldfogel (2010), First year maternal
employment and child development in the first 7 years. Monographs of
the Society for Research in Child Development, 75, 2, 1-147
• Ipotesi principali investigate:
– 4. le madri che lavorano hanno difficoltà ad
alternare ruoli  effetto distress sulla
genitorialità harsh parenting
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Brooks-Gunn, Wen-Hui, Waldfogel (2010), First year maternal
employment and child development in the first 7 years. Monographs of
the Society for Research in Child Development, 75, 2, 1-147
• Principali fattori di moderazione:
– Sesso del bambino
– Temperamento
– Etnia
– Es: le madri afro-americane tradizionalmente lavorano di
più delle bianche-ispaniche  minori problematiche e
maggiore adattamento sistema familiare; coinvolgimento
di altri bambini nella cura dei piccoli
– Tipo di lavoro materno
– Qualità/complessità/stipendio/prestigio sociale
– Impatto economico sulla famiglia
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Brooks-Gunn, Wen-Hui, Waldfogel (2010), First year maternal
employment and child development in the first 7 years. Monographs of
the Society for Research in Child Development, 75, 2, 1-147
• Conseguenze dei fattori di moderazione:
– Gli effetti del lavoro materno f tipo/ore/status
lavorativo materno
– Impatto economico del lavoro materno sul
funzionamento familiare
– Effetti “etnia-specifici” del lavoro materno
– Effetto “selection bias”: non possiamo
presumere che tutte le madri che lavorano/non
lavorano siano identiche
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• Dati precedenti
50
51
52
53
54
55
Key points dello studio
• Effetti del lavoro materno nel primo anno di vita
su sviluppo cognitivo, emotivo, sociale a 3, 4,5, 6
anni
– 2002: relazione tra FT materno e un certo grado di
difficoltà cognitive a 3 anni (test “school readiness”)
• Non confronto FT/PT
• Non controllo variabili emotive e sociali
– Punto centrale: in questi casi, osserviamo
“rallentamenti” (transitori) o “alterazioni”
(perduranti) delle traiettorie di sviluppo?
Key points dello studio
• Laddove siano riscontrate associazioni tra lavoro materno
nel primo anno ed esiti di sviluppo, quali fattori eventuali di
moderazione in: bambino, famiglia, caratteristiche del
lavoro?
– Famiglia: etnia
– Ricerche precedenti hanno dimostrato effetti a lungo termine, es. nelle
madri bianche ma non afro-americane
– Analisi differenziate per etnia
– Bambino: “non c’è ragione di ritenere che tutti i bambini saranno
condizionati allo stesso modo da condizioni simili”
• Genere ( i maschi potrebbero essere più condizionati da precoci
esperienze avverse, es Rutter, 1979; Belsky, 2001)
• Temperamento: ipotesi  maggiori difficoltà per maschi con
temperamenti difficili
Key points dello studio
• Laddove siano riscontrate associazioni tra lavoro
materno nel primo anno ed esiti di sviluppo, quali
fattori eventuali di moderazione in: bambino,
famiglia, caratteristiche del lavoro?
– Lavoro materno
• Nessuno studio precedente ha consideranto l’impatto di
moderazione del tipo di lavoro materno
• Distinzione dei gruppi tra
– Madri con posizioni “”professionali
– Madri con posizioni lavorative “non professionali”
• Ipotesi: se le madri sono in posizioni “professionali” ciò
dovrebbe incidere meno sul bambino
– Legame con la soddisfazione  minore frustrazione e con
maggiore flessibilità nell’organizzazione familiare
Key points dello studio
• Focus specifico sui fattori di mediazione, che la
letteratura suggerisce possano agire tra la
condizione lavorativa materna e esiti sul bambino
x
c
y
a
m
c1
b
– Il lavoro precedente non ha testato l’ipotesi di eventuali
fattori di mediazione concorrenti, es:
• Qualità delle cure più scarsa, versus
• Conseguenze dell’aumento di entrate economiche
Key points dello studio
• 1. mediazione dell’introito lavorativo
materno
– Maggiore guadagno nel qui ed ora
– Maggiore guadagno in prospettiva
– Famiglie a basso rededito e
• fattori di rischio aspecifici associati
• Fattore di rischio specifico “scarsa stimolazione del
bambino”
Key points dello studio
• 2. mediazione dell’ambiente familiare
– Depressione materna
– Sensibilità materna
– Scala HOME circa la qualità complessiva
dell’ambiente familiare
Key points dello studio
• 3. mediazione del child care
– Tipologia
• Dati che segnalano maggiori capacità cognitive nei
bambini frequentanti i nidi
– Qualità
• Indipendentemente dalla frequenza dei nidi: alta
qualità delle cure  maggiori capacità cognitive
– Ipotesi: se ci sono associazioni tra lavoro
materno e sviluppo del bambino, possono essere
moderate da tipologia e qualità del child care
Key points dello studio
SINTESI
• 1. seguiti bambini fino ai 6 anni, andando oltre i
dati dei primi follow-up del NICHD
• 2. valutato se, laddove presenti, le associazioni
lavoro maternoesiti nel bambino sono moderate
da
• Etnia familiare
• Genere/temperamento del bambino
• Caratteristiche del lavoro materno
• 3. valutati i fattori specifici dell’impiego materno
sull’esito di sviluppo dei bambini
Metodologia
• N=1364 bambini
• Fase 1: 0-3
• Fase 2: fino al first grade
• Escluse dal campione situazioni “estreme”
• Reclutamento in 10 città diverse
64
Metodologia
• Home visits a 1, 6, 15, 24, 36, 54 mesi e first
grade + interviste telefoniche su
• Impiego materno
• Tipo di child care
• Se bambini con > 10 ore/sett  child care
visits a 6, 15, 24, 36 e 54 mesi
• Valutazione in laboratorio a 15, 24, 36 e 54
mesi
• Condotte analisi separate per etnia
• Prevalenza bianchi non ispanici  campione reale
65
Metodologia / strumenti
• Sviluppo cognitivo bambino
– 8 strumenti diversi nel corso del tempo
•
•
•
•
Riconoscimento colori, numeri, forme…
Vocabolario prescolare (ricezione/produzione)
Capacità sociali
Performance scolastica
66
Metodologia / strumenti
• Sviluppo sociale ed emotivo
– CBCL
– CBCL caregiver/teacher report form
– Strange Situation
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Metodologia / strumenti
• Impiego lavorativo materno
– Home visits e interviste telefoniche
– 3 categorie:
• FT: > 30 ore/sett. (55% del campione)
• PT: < 30 ore/sett. (23% del campione)
• NoEmpl: 22% campione
– Studiati effetti di diversi “timing” lavorativi nel
primo anno
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Metodologia / strumenti
• Impiego lavorativo materno
– Primo modello: link tra FT o PT a 3, 6, 9, 12
mesi e sviluppo bambino
• Avvio lavorativo a 3, 6, 9, 12 m. vs
– Avvio lavoro > 12 m.
– No lavoro
– Secondo modello: link tra lavoro FT o PT
prima/dopo i 6 mesi e sviluppo del bambino
– Terzo modello: controllo lavoro materno dopo il
primo anno (15, 24, 36, 54, first grade)
– Tendenzialmente: chi lavora < 12 m. mantiene il lavoro, e
69
viceversa
Metodologia / strumenti
• Livello economico madre/padre/familiare
– Pre-nascita, familiare
– Materno: 15, 24, 36, 54, first grade
• 1/3 basso: < 12.300 US d
• 1/3 medio: 12.500 < >27.500 US d
• 1/3 alto: > 27.500 US d
70
Metodologia / strumenti
• Ambiente familiare
– HOME (Home Observation for Measurement of
the Environment)
- 6, 15, 36, 54 m.
– “Good” vs “bad” parenting
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Metodologia / strumenti
• Ambiente familiare
– Sensibilità materna: osservata, videoregistrata e
codificata a 6, 15, 24, 36, 54 mesi
– Interazione “appropriata e sensibile”
– Inter raters reliability
72
Metodologia / strumenti
• Sintomi depressivi materni
– CES-D a 1, 6, 15, 24, 36, 54, first grade
• Correlazioni medie 1 mese  first grade (tra .38 e
.60)
• Importanza della rilevazione ad 1 mese 
sovrapposizione e non codeterminazione con lavoro
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Metodologia / strumenti
• Child care
– Riscontri telefonici ogni 3 mesi
– 6 tipologie:
•
•
•
•
•
•
Dalla madre
Dal padre
Da parenti
A casa non da parenti
In famiglia non da parenti
Child care centers ( nidi)
74
Metodologia / strumenti
• Child care
– Bambini in child care > 10 ore/sett
– 4 set di dati su due giornate diverse
• ORCE (Observational Record of the Caregiving
Environment) a 6, 15, 24, 36, 54 mesi, su:
–
–
–
–
–
Aspetti cognitivi
Aspetti affettivi/regolativi
Stimolazione
Sensibilità
Calore emozionale
75
Metodologia / strumenti
• Temperamento
• Infant Temperament Questionnaire, compilato dalla
madre a 6 mesi
– Temperamento “facile”
– Temperamento “difficile”
76
Metodologia / strumenti
• Tipologia di lavoro
– Tipologia ultimo lavoro prima della nascita del
bambino
• Professionale
• Non professional
– Considerate altre variabili del lavoro genitoriale
•
•
•
•
Occupazione paterna
Flessibilità lavorativa
Numero medio di ore di lavoro/sett.
Possibilità di congedo di maternità retribuito
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Metodologia / strumenti
• Caratteristiche materne e familiari
– Il punto del selection bias: le donne che
lavorano presto possono essere positivamente o
negativamente selezionate in relazione a
caratteristiche che sono importanti per lo
sviluppo del proprio bambino
•
•
•
•
•
Sesso del bambino
Fratria
Capacità cognitive materne
Età/scolarità materna
Sintomi depressivi materni
78
Metodologia / strumenti
• Caratteristiche materne e familiari
– Nei modelli di regressione per l’analisi dei dati,
queste caratteristiche sono state inserite
• Verifica di eventuali associazioni biased tra lavoro
materno nel primo anno ed esiti di sviluppo nel
bambino
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Metodologia / strumenti
• Aspetti ulteriori
– Ansia di separazione della madre
• 1 e 6 mesi
– Uso del tempo da parte della madre
•
•
•
•
7 mesi
Campioni: 1 giorno feriale e 1 giorno festivo
Diario circa le 24 ore precedentei
Distinzione tra tempo “di routine” o “interattivoludico” trascorso con il bambino
80