Le Condizioni dell`AIA - Provincia di Forlì
Transcript
Le Condizioni dell`AIA - Provincia di Forlì
Allegato Le Condizioni dell‘AIA Sommario A SEZIONE INFORMATIVA A1 A2 A3 A4 A5 DEFINIZIONI INFORMAZIONI SULL’IMPIANTO ITER ISTRUTTORIO AUTORIZZAZIONI SOSTITUITE MODIFICHE APPORTATE ALL’INTERNO DELLA PROCEDURA DI AIA B SEZIONE FINANZIARIA B1 CALCOLO TARIFFE ISTRUTTORIE B2 EVENTUALI FIDEJUSSIONI C SEZIONE DI VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE C1 INQUADRAMENTO AMBIENTALE E TERRITORIALE E DESCRIZIONE DELL’ATTUALE ASSETTO IMPIANTISTICO C1.1 INQUADRAMENTO AMBIENTALE C1.2 DESCRIZIONE DELL’ATTUALE ASSETTO IMPIANTISTICO C1.3 DESCRIZIONE CICLO PRODUTTIVO C2 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI, CRITICITÀ INDIVIDUATE, OPZIONI CONSIDERATE E PROPOSTA DEL GESTORE C2.1 RISORSE IDRICHE C2.2 SCARICHI IDRICI C2.3 EMISSIONI IN ATMOSFERA C2.4 SUOLO C2.5 RIFIUTI C2.6 MATERIE PRIME IN INGRESSO C2.7 RUMORE C2.8 TRAFFICO C2.9 RISORSE ENERGETICHE C2.10 CERTIFICAZIONI AMBIENTALI C3 VALUTAZIONE DELLE OPZIONI E DELL’ASSETTO IMPIANTISTICO PROPOSTI DAL GESTORE CON IDENTIFICAZIONE DELL’ASSETTO IMPIANTISTICO RISPONDENTE AI REQUISITI IPPC D SEZIONE DI ADEGUAMENTO DELL’IMPIANTO E SUE CONDIZIONI DI ESERCIZIO D1 D2 D2.1 D2.2 D2.3 D2.4 PIANO D’ADEGUAMENTO DELL’IMPIANTO E SUA CRONOLOGIA - CONDIZIONI, LIMITI E PRESCRIZIONI DA RISPETTARE FINO ALLA DATA DI COMUNICAZIONE DI FINE LAVORI DI ADEGUAMENTO CONDIZIONI GENERALI E SPECIFICHE PER L’ESERCIZIO DELL’IMPIANTO FINALITÀ CONDIZIONI RELATIVE ALLA GESTIONE DELL’IMPIANTO COMUNICAZIONI E REQUISITI DI NOTIFICA GENERALI EMISSIONI IN ATMOSFERA 1 D2.5 D2.6 D2.7 D2.8 D2.9 D2.10 D2.11 D2.12 EMISSIONI IN ACQUA E PRELIEVI IDRICI EMISSIONI NEL SUOLO RUMORE GESTIONE DEI RIFIUTI ENERGIA PREPARAZIONE ALL’EMERGENZA RACCOLTA DATI ED INFORMAZIONE GESTIONE DEL FINE VITA DELL’IMPIANTO D3 D3.1 PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL’IMPIANTO CRITERI GENERALI PER IL MONITORAGGIO D3.2 D3.2.1 D3.2.2 D3.2.3 D3.2.4 D3.2.5 D3.2.6 D3.2.7 D3.2.8 D3.2.9 D3.2.10 QUADRO SINOTTICO DELLE ATTIVITA’ DI MONITORAGGIO E CONTROLLO MONITORAGGIO E CONTROLLO MATERIE PRIME MONITORAGGIO E CONTROLLO RISORSE IDRICHE MONITORAGGIO E CONTROLLO ENERGIA MONITORAGGIO E CONTROLLO CONSUMO COMBUSTIBILI MONITORAGGIO E CONTROLLO EMISSIONI IN ATMOSFERA MONITORAGGIO E CONTROLLO EMISSIONI IN ACQUA MONITORAGGIO E CONTROLLO EMISSIONI SONORE MONITORAGGIO E CONTROLLO RIFIUTI MONITORAGGIO E CONTROLLO SUOLO E ACQUE SOTTERRANEE MONITORAGGIO E CONTROLLO DEGLI INDICATORI DI PERFORMANCE D3.3 AUTOCONTROLLI, CONTROLLI PROGRAMMATI E LORO COSTO D3.4 CONTROLLI DELL’IMPIANTO NELLE CONDIZIONI DIVERSE DAL NORMALE ESERCIZIO 2 A SEZIONE INFORMATIVA A1 DEFINIZIONI AIA: Autorizzazione Integrata Ambientale; autorizzazione all’esercizio dell’impianto di zincatura a caldo di manufatti in acciaio della ditta “ZINCATURIFICIO CESENATE s.r.l.”. Autorità competente: ai fini del presente atto si intende per Autorità Competente al rilascio e/o alle modifiche dell’ AIA, l’Amministrazione Provinciale di Forlì-Cesena. Tale Amministrazione costituisce anche l’Autorità Competente per il Controllo a norma dell’art. 268 del D.Lgs. 152/06; Organo di controllo: l’organo che esegue in via ordinaria il controllo dell’AIA; ovvero: l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell' Ambiente (ARPA) – Sezione di Forlì Cesena ; Gestore: la persona fisica o giuridica che detiene o gestisce l' impianto di zincatura a caldo della Ditta “Zincaturificio Cesenate s.r.l.”. Le rimanenti definizioni utilizzate nella stesura della presente autorizzazione sono le medesime di cui all’art.2, comma1, del D.Lgs. 59/05. 3 A2 INFORMAZIONI SULL’IMPIANTO La ditta “ZINCATURIFICIO CESENATE S.r.l.” esegue lavorazioni di zincatura a caldo di manufatti in acciaio impiegati sia per l’industria che per l’edilizia. Il processo di zincatura a caldo si realizza immergendo strutture di acciaio in un bagno di zinco fuso alla temperatura di circa 450°C. Prima della zincatura il materiale deve subire una serie di trattamenti superficiali costituiti da sgrassaggio, decapaggio, flussaggio e essiccamento. Il materiale zincato, se richiesto dal cliente, può infine subire un processo di passivazione prima di essere preparato per la spedizione. I principali aspetti ambientali connessi con le attività dello zincaturificio sono costituiti essenzialmente da: 1. consumo di risorse non rinnovabili quali il metano utilizzato per la fase di essiccamento e zincatura, l’energia elettrica per l’attivazione degli impianti e il gasolio utilizzato come combustibile per i macchinari impiegati nella movimentazione dei manufatti. 2. emissione in aria di polveri di zinco, ammoniaca e acido cloridrico (aspirazione dalla vasca di zincatura). 3. consumo di acqua per i rabbocchi delle vasche di trattamento (consumo basso grazie sistemi di riciclaggio). 4. emissione di rumore verso l’esterno. 5. La presenza di prodotti chimici in deposito e nelle vasche di trattamento potenzialmente inquinanti per il suolo e il sottosuolo in caso di incidenti. 6. Produzione di rifiuti pericolosi e non pericolosi. 7. La potenziale emissione in acque superficiali di zinco e ferro derivante dal dilavamento dei piazzali da parte delle acque meteoriche. 8. L’emissione diffusa di fumi di zincatura non intercettati dall’impianto di aspirazione. L’azienda è certificata con Sistema di Gestione Ambientale conforme alla norma UNI EN ISO 14001. Il sistema è stato verificato e certificato dall’ente certificatore ICIM (accreditato dal SINCERT), con atto n. 0105A/0 del 10/02/2004 4 A3 ITER ISTRUTTORIO - Domanda di autorizzazione integrata ambientale della ditta presentata presso lo Sportello Unico di Cesena in data 27.05.2005 prot. 19251/05. -pubblicazione dell’estratto della domanda sul Bollettino Ufficiale Regionale del 03.08.2005 cui ha provveduto lo Sportello Unico di Cesena; -pubblicazione dell’estratto della domanda sul quotidiano “Il Corriere di Forlì” a diffusione locale del 03.08.2005 cui ha provveduto il gestore; -che nei 30 giorni successivi alla pubblicazione sul BUR sopra richiamata non sono pervenute osservazioni; -che in data 28.10.2005 si è tenuta la Conferenza dei Servizi istruttoria per la richiesta di integrazioni da inviare alla ditta; -che con nota del 02.11.2005 Prot. N. 79777/05 è stata effettuata la richiesta di integrazione delle informazioni contenute nella domanda iniziale; -che lo Sportello Unico del Comune di Cesena con nota Prot. n. 36576/06 del 21.04.2006 ha inviato le integrazioni richieste presentate dalla ditta -che in data 02.08.2006 si è tenuta la conferenza dei servizi per esaminare le integrazioni presentate dalla ditta; -che in data 07.08.06 prot. 62616/07 è stata effettuata la richiesta di integrazione; -che con nota del 02/10/2006 Prot. N. 74570/06 è stata consegnata dalla Ditta la documentazione integrativa. -che in data 24.10.2006 si è tenuta la conferenza dei servizi con la quale è stata approvata la bozza di AIA: con l’indicazione del collegamento in pubblica fognatura delle acque di prima pioggia; -che con nota del 15.12.2006 Prot. è stata consegnata dalla Ditta la documentazione integrativa relativa all’impianto di trattamento delle acque di prima pioggia per lo scarico in acque superficiali; -che con nota del 05.01.2007 Prot. N. 1590/07 è stata effettuata la richiesta di integrazione relativa allo studio delle acque di prima pioggia; -che con nota del 21.05.2007 Prot. N. 50306/07 è stata consegnata dalla Ditta la documentazione integrativa relativa allo studio delle acque di prima pioggia; - che in data 07.06.2007 prot.56510/07 il. Servizio Ambiente della Provincia di Forlì-Cesena ha inviato lo schema dell’AIA al gestore; -che il gestore con propria nota prot.65390/07 del 25.06.07 ha fatto pervenire osservazioni allo schema dell’AIA 5 A4 AUTORIZZAZIONI SOSTITUITE Settore Ente preposto dell’autorizzazione al rilascio Emissioni in Provincia di Forlì-Cesena atmosfera ACQUE REFLUE Ente gestore fognatura HERA DOMESTICHE ACQUE BIANCHE Comune di Cesena Numero autorizzazione n° 172 del 27/05/1999 prot. 11191 del 14/06/2004 N° 9860 del 04/08/04 A5 MODIFICHE APPORTATE ALL’INTERNO DELLA PROCEDURA DI AIA All’interno della presente procedura di Autorizzazione integrata ambientale sono state valutate in sede di Conferenza dei Servizi e approvate le seguenti modifiche 1. completamento della pavimentazione dell’area esterna utilizzata per lo stoccaggio dei materiali da zincare e dei prodotti finiti da realizzare entro tre mesi dal rilascio dell’AIA 2. la realizzazione dell’impianto di trattamento delle acque di prima pioggia entro il 30/06/2008; 3. Installazione di contatori nelle prese di estrazione dell’acqua di falda da realizzare entro tre mesi dal rilascio dell’Aia; 4. Inserimento di una vasca da 40 mc per la raccolta delle acque di falda estratte per il riutilizzo delle stesse nel ciclo produttivo e installazione di un contatore per la verifica delle acque di falda riutilizzate da realizzare contestualmente al rilascio dell’AIA; 5. Inserimento di un nuovo punto di emissione E3 generato dallo sfiato del serbatoio di contenimento dell’ammoniaca; 6. Inserimento di un sistema di iniezione calce degli effluenti aspirati dalla vasca di zincatura (E2); 7. aumento della portata massima dell’impianto di estrazione fumi dalla vasca di zincatura (emissione E2) da 70.000 Nmc fino a 85.000 Nmc. 6 B SEZIONE FINANZIARIA B.1 CALCOLO TARIFFE ISTRUTTORIE COMPLESSITA’ DELL’IMPIANTO IN RELAZIONE A INDICATORI DI IMPATTO ASPETTO AMBIENTALE INDICATORE NUMERO n° punti sorgente VALORE INDICATORE (B,M,A) RANGE 3 B M A 1-3 4-7 >7 portate 1-4 5-7 >7 8 Emissioni convogliate n° inquinanti in 1 50.000 – quantità (m3/h) 88.176 >100.000 atmosfera 50.000 100.000 diffuse Si/no fuggitive Si/no quantità 1– 2.001 – 4 consumi >4.000 prelevata all’incirca 2.000 4000 (m3/giorno) Bilancio n° inquinanti 1–4 5–7 >7 8 idrico quantità scarichi 1– 2.001 – >4.000 scaricata <2000 2.000 4.000 (m3/giorno) 1–6 7 – 11 > 11 n° CER rifiuti non pericolosi 7 5–7 n° CER rifiuti pericolosi 1–4 >7 8 Rifiuti quantità annua di rifiuti 2.001 – 1.055 1 - 2000 > 5.000 prodotta (ton) 5.000 circa n° sostanze 1 – 11 12 - 21 > 21 3 inquinanti N° sorgenti di potenziale 8 1-6 7 - 11 > 11 Fonti di potenziale contaminazione contaminazione suolo Area occupata Rumore dalle sorgenti di >1000 potenziale 1 - 100 all’incirca contaminazione (m2) >10 N° sorgenti 1 - 10 all’incirca 7 B A M si no B A B M A B B M 101 – 1.000 > 1.000 A 11 - 20 > 20 M CALCOLO DELL’INDICE DI COMPLESSITA’ Contributi corrispondenti ad un livello dell’indicatore (espresso in numero di ore) A M B Indicatore (alta) (media) (bassa) 7 3,5 1,5 N° sorgenti Emissioni 7 3,5 1,5 N° inquinanti Convogliate 7 3,5 1,5 Quantità 4,5 Emissioni diffuse Si 4,5 Emissioni fuggitive Si 7 3,5 1,5 Quantità prelevata Bilancio 7 3,5 1,5 Idrico hanno solo N° inquinanti acque di piazzale!! Quantità scaricata 7 3,5 1,5 7 3,5 1,5 N° CER rifiuti non Rifiuti Contaminazione suolo Rumore Contributo all’indice di complessità(espresso in numero di ore) 1,5 7 3,5 4,5 0 1,5 7 1,5 3,5 pericolosi N° CER rifiuti pericolosi Quantità rifiuti prodotta N° inquinanti 7 3,5 1,5 7 7 5 3,5 3 1,5 1,5 1,5 1,5 5 3 1,5 5 3 1,5 8 5 4,5 Somma contributi indicatori Impianto dotato di certificazione ISO 14000 Indice di complessità delle attività istruttorie IC (espresso in numero di ore) N° sorgenti Area occupata n° sorgenti 3 5 5 53 x 0,8 42,4 L’impianto risulta avere una complessità media (M) La tariffa versata come anticipo delle spese istruttorie è: TARIFFA= 250+2400= 2650 € Si riportano di seguito alcune note ai valori inseriti nelle tabelle soprastanti. Per quanto riguarda il bilancio idrico si è tenuto conto della futura realizzazione dell’impianto di trattamento delle acque di prima pioggia, in ogni caso si prevede che lo scarico sia compreso nel range di 1-2000 m3/giorno. Per le fonti di potenziale contaminazione suolo si è tenuto conto delle 6 cisterne interrate e dei piazzali esterni. Pertanto, si conferma l’importo di 2650 € versato come anticipo di spese istruttorie. Anche sulla base delle osservazioni fatte, il calcolo dell’indice di complessità conferma il risultato di un impianto di complessità media (M). 8 C SEZIONE DI VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE C1 INQUADRAMENTO AMBIENTALE E TERRITORIALE E DESCRIZIONE DELL’ATTUALE ASSETTO IMPIANTISTICO • C1.1 Inquadramento ambientale: La Società ZINCATURIFICIO CESENATE S.r.l. svolge le sue attività presso il sito produttivo ubicato nel comune di CESENA (FC), via Comunale Larga n. 700, nella zona terminale dell’area industriale di PIEVESESTINA, confinante ai lati Est e Ovest con aree di tipo misto. Nel raggio di 500 metri non si rilevano confini naturali (idrogeologici, morfologici, ecc) significativi dal punto di vista ambientale fatta eccezione per alcune abitazioni e per la presenza del fosso denominato “Saraceta”. Fisicamente l’edificio della ditta confina a nord con uno stabilimento dedicato alla produzione di cemento e asfalto (SOCOB), a ovest con terreni agricoli, ad est con una strada che confina con altri terreni agricoli, a sud con un parcheggio pubblico e con una azienda dedicata alla produzione di prefabbricati in cemento e in carpenteria metallica (GED). Dal punto di vista dell’inquadramento idrografico il deflusso delle acque meteoriche, nelle aree circostanti lo stabilimento, avviene tramite scolo nel fosso Saraceta. Dal punto di vista geologico l’opificio insiste su un’area alluvionale contraddistinta da argille e limo recenti. In modo particolare è riscontrabile un primo livello di terreno (da – 1,5 a – 4,0 m) identificato principalmente da argille con rare intercalazioni sabbioso – limose di media consistenza; un secondo livello (da – 4,0 a – 8,0 m) caratterizzato da argille ed argille limose intercalate a limi sabbiosi verso il basso di media consistenza a compatta. Per quanto attiene l’assetto idrogeologico dell’area, il livello piezometrico, come rilevato presso il medesimo sito, risulta attestarsi ad un quota, riferita al piano campagna, di circa – 2 m.p.c. 9 • C1.2 Descrizione dell’attuale assetto impiantistico: All’interno dell’area dell’impianto sono presenti due capannoni e una palazzina uffici (1). Un capannone (2) realizzato in due campate è utilizzato per le attività di zincatura effettuata mediante una fase di pretrattamento eseguita immergendo i materiali in apposite vasche e successiva immersione nel bagno di zinco. I materiali sono agganciati a travi movimentate con carroponti. Un secondo capannone (3-4-9) è suddiviso in tre sezioni, una affittata ad un' altra azienda (9) e quindi non rientrante nella presente AIA, una dedicata allo stoccaggio di materie prime, prodotti ausiliari e rifiuti (3) e uno allo stoccaggio di attrezzature varie e rifiuti (4). Inoltre è presente una cabina di trasformazione della corrente (6), una cabina del gas metano (5) e l’impianto di abbattimento fumi di zincatura (7) collegato al capannone 2. L’area esterna presenta delle zone di stoccaggio (8) dei manufatti zincati e dei materiali in acciaio da zincare. . 10 C1.3 DESCRIZIONE CICLO PRODUTTIVO: Con riferimento allo schema seguente viene descritto di seguito il processo di lavorazione dello Zincaturificio Cesenate. 11 (0)FASE DI ARRIVO MATERIALI/MATERIE PRIME E AUSILIARIE, STOCCAGGIO E CONFERIMENTO RIFIUTI DALLE VASCHE DI TRATTAMENTO. I materiali da zincare sono costituiti da pali da illuminazione, grigliati, recinzioni, profilati, travi, serbatoi, carpenteria leggera, ecc. I materiali in arrivo vengono stoccati nelle aree esterne del piazzale dedicate all’uopo. Le acque di tale piazzale verranno convogliate e trattate come acque di prima pioggia entro i termini previsti dal presente atto in quanto, lo stoccaggio dei materiali ferrosi, che può andare da poche ore ad alcune settimane, comporta l’esposizione degli stessi agli agenti atmosferici ed in particolare alla pioggia con il conseguente dilavamento di ossidi di ferro. I prodotti ausiliari e le materie prime utilizzate per la lavorazione vengono scaricate dai mezzi in arrivo e stoccate nelle apposite aree identificate nella planimetria allegata alla relazione; fa eccezione l’acido cloridrico per il quale non esiste stoccaggio in quanto lo stesso viene direttamente immesso nelle vasche di decappaggio. Tutti i contenitori dedicati allo stoccaggio di prodotti chimici sono muniti di bacini di contenimento per la raccolta di eventuali perdite e posizionati in aree coperte per evitare gli agenti atmosferici. La modalità di conferimento dell’acido cloridrico dalle autocisterne alle vasche, avviene posizionando l’autobotte in prossimità dell’ingresso del capannone, in prossimità dell’impianto di filtrazione del flussaggio. Utlizzando una pompa mobile l’acido viene scaricato direttamente nelle vasche del ciclo produttivo. Eventuali perdite vengono raccolte e convogliate in una vasca interrata rivestita in materiale antiacido. Analogamente avviene il conferimento delle soluzioni esauste (rifiuti liquidi) dalle vasche di trattamento alle autocisterne. In ogni caso eventuali perdite di prodotti/rifiuti durante le operazioni di movimentazione vengono gestite grazie al piano di emergenza aziendale. Aspetti ambientali derivanti dalla fase “o” (1) FASE DI PREPARAZIONE E AGGANCIO I pezzi da zincare vengono tolti dai relativi imballi ed agganciati al carroponte per essere condotti lungo la linea produttiva di zincatura. Aspetti ambientali derivanti dalla fase “1” 12 (2) FASE DI SGRASSAGGIO Di seguito i pezzi agganciati sono sottoposti ad una serie di trattamenti chimici di sgrassaggio per preparare i manufatti alla successiva fase di decapaggio eliminando gli oli e i grassi di lavorazione presenti sulla superficie degli stessi. Lo sgrassaggio avviene mediante immersione dei materiali in 2 vasche contenenti una soluzione sgrassante a base acquosa e mantenuta ad una temperatura fra i 25 e i 35 °C. Lo sgrassante utilizzato è costituito da una miscela di tensioattivi non ionici e acido fosforico a cui si aggiunge acido cloridrico, tutto in soluzione acquosa. Da questa fase operativa non vengono prodotti rifiuti liquidi in quanto la soluzione di sgrassaggio presente in ogni vasca viene sempre reintegrata, mentre i fanghi che si depositano sul fondo, vengono raccolti e smaltiti tramite ditte autorizzate circa una volta all’anno. Il riscaldamento del bagno avviene tramite un circuito intermedio, con scambiatore di calore aria/acqua, attraverso il recupero di calore dai fumi del forno di zincatura. Aspetti ambientali derivanti dalla fase “2” (3) FASE DI DECAPAGGIO All’interno dell’impianto sono presenti: N° 8 vasche di decapaggio da 50 metri cubi cadauna + n° 1 vasca da 64 metri cubi. Tramite le operazioni di decapaggio, condotte immergendo i manufatti in apposite vasche contenenti una soluzione acquosa di acido cloridrico con l’aggiunta di un inibitore di corrosione, vengono rimossi tutti gli ossidi, la ruggine e la calamina, residuata dai processi di trafilazione e di laminazione, dalla superficie dei materiali da zincare. Generalmente la temperatura di decapaggio é quella ambiente, mentre in inverno i bagni possono essere riscaldati fino a 20°C. Durante tale processo, a causa delle reazioni chimiche che avvengono, si riscontra una diminuzione della concentrazione dell’acido cloridrico e una crescita della concentrazione di cloruro ferroso. La rigenerazione del bagno viene effettuata mediante aggiunta di acido cloridrico (salvo interventi straordinari) in maniera tale da non far scendere la concentrazione del cloruro ferroso sotto i 50-60 g/l; questa scelta consente di mantenere i bagni all’interno di valori di concentrazione di ferro e acido tali da minimizzare le emissioni diffuse dal bagno. Il bagno di decapaggio si considera esausto quando la concentrazione dell’acido cloridrico e del cloruro ferrico raggiunge valori rispettivamente di 40 g/l e 130 g/l. La soluzione acida esausta viene inviata a recupero, aspirando direttamente dalle vasche tramite autocisterne, al fine di limitare i possibili rischi dovuti allo stoccaggio in eventuali serbatoi. In media si procede con la rigenerazione totale della vasca ogni tre o quattro rigenerazioni parziali. I fanghi depositati sul fondo della vasca di decapaggio, sono estratti insieme all’acido esausto ogni qualvolta che si effettua la rigenerazione della vasca stessa. Aspetti ambientali derivanti dalla fase “3” 13 (4) FASE DI FLUSSAGGIO L’impianto di depurazione flussante ha subito una modifica riguardante l’ eliminazione del decantatore: I fanghi e il flussaggio provenienti dalla vasca di neutralizzazione (A), vengono inviati al filtro pressa (C) dove, mediante filtrazione si ottengono fanghi ispessiti (scaricati a mano ad ogni fine ciclo di pressatura) e liquido di flussaggio rigenerato rinviato nella vasca di pretrattamento (D). Di seguito viene riportato lo schema di funzionamento dell’impianto. REDOXIMETRO ph-METRO C FILTRO PRESSA VASCA FLUSSAGGIO Acqua Ossigenata NEUTRALIZZAZIONE A D Ammoniaca FLUSSAGGIO RIGENERATO CASSONE FANGHI Il flussante prelevato dalla vasca di trattamento viene caricato nella vasca “A” dove vengono dosate acqua ossigenata e ammoniaca. L’aggiunta dei componenti rende possibile la “flocculazione” del ferro che tenderà a precipitare. Il flussaggio viene quindi trasferito in un decantatore (B) dove sul fondo conico si depositano i fanghi formati dalla stratificazione dei fiocchi. I fanghi e l’acqua vengono infine inviati al filtro pressa (C) dove vengono filtrati ottenendo fanghi ispessiti e flussaggio rigenerato che viene rinviato nella vasca di pretrattamento (D). Aspetti ambientali derivanti dalla fase “4” 14 Immediatamente dopo la vasca di flussaggio è presente nell’impianto una vasca vuota di scorta da 20 m3 che viene conservata per eventuali necessità future. (5) FASE DI ESSICCAMENTO All’interno dell’impianto è presente un essiccatore mantenuto ad una temperatura di 100° - 130°C. L’essiccatoio è asservito da un bruciatore alimentato con metano. Sul fondo dell’essiccatoio si forma, man mano che vengono trattati i materiali, uno strato di polveri costituito essenzialmente da sali del flussaggio. L’essiccatoio viene quindi pulito periodicamente e le polveri raccolte inviate ad operazioni di smaltimento. Aspetti ambientali derivanti dalla fase “5” (6) FASE DI ZINCATURA All’interno dello stabilimento è presente una vasca contenente lo zinco fuso della capacità di 61 metri cubi. Il materiale da zincare viene immerso nello zinco fuso puro, ad una temperatura variabile tra 435 e 455°C, con una velocità differente di permanenza, in relazione alla dimensione e forma del pezzo. Durante la lavorazione, la superficie del bagno si sporca, quindi prima di procedere con l’estrazione dei pezzi dallo zinco fuso, il bagno deve essere “schiumato”, ovvero si procede con la pulizia della superficie dalle “schiumature di zinco”. Tali scorie sono raccolte in fusti e poi consegnate a ditte autorizzate per il loro trattamento e recupero. Analogamente, avviene per le “mattes” di zinco, lega di ferro-zinco che si deposita sul fondo della vasca che va periodicamente estratta dal bagno (ogni 15 giorni circa). La vasca di zincatura è munita di un sistema di aspirazione dei fumi a bordo vasca che ne prevede l’invio ad un impianto di abbattimento degli inquinanti tramite iniezione di calce e un sistema di filtrazione prima dello scarico in atmosfera. 15 I fumi provenienti dal forno di mantenimento della temperatura della vasca di zincatura sono invece avviati ad un sistema di recupero di calore mediante uno scambiatore fumi/acqua e uno scambiatore fumi/aria. L’impianto di abbattimento genera delle polveri che vengono raccolte in appositi big bag, stoccati in un’area coperta ed inviate periodicamente ad operazioni di smaltimento. Aspetti ambientali derivanti dalla fase “6” (7) FASE DI RAFFREDDAMENTO E PASSIVAZIONE (Fase di processo opzionale) Il processo di passivazione viene eseguito per migliorare le caratteristiche di resistenza alla corrosione e all’ossidazione delle superfici dei manufatti zincati. La lavorazione viene eseguita mediante immersione dei pezzi in due vasche di trattamento da 65 m3 ciascuna, la prima contenente acqua pulita e la seconda contenente la soluzione di passivazione costituita da una miscela acquosa di sostanze organiche. Quando l’acqua di raffreddamento della vasca non è più idonea in quanto sporca, la stessa viene utilizzata nelle vasche di decapaggio e sostituita con acqua pulita. La soluzione passivante viene reintegrata mediante aggiunte di prodotto . Non si prevede la necessità di sostituire il contenuto della vasca se non occasionalmente. In quel caso la soluzione viene smaltita, previa classificazione e contatto con ditta autorizzata. Aspetti ambientali derivanti dalla fase “7” FASE: RAFFREDDAMENTO E PASSIVAZIONE IMPIANTI IN USO ASPETTI AMBIENTALI RECETTORE DESCRIZIONE 2 VASCHE DA 65 m3 ARIA CARROPONTE x ACQUA ACQUA REINTEGRO RINNOVO RIFIUTI SUOLO RUMORE x RISORSE CHEMICALS EVAPORAZIONE E (8) FASE DI SGANCIO, IMBALLO E STOCCAGGIO Una volta terminato il ciclo di lavorazione il materiale viene posizionato mediante carro ponte nell’area di sgancio dove gli operatori provvedono allo sgancio dei pezzi, alla loro verifica finale e alle operazioni di imballaggio. Per l’imballaggio si utilizzano gli imballi con cui i materiali sono stati consegnati, eventualmente integrati da imballi acquistati dallo zincaturificio. Alcuni materiali lavorati vengono immediatamente spediti al cliente mentre una parte può essere stoccata nelle aree esterne dello stabilimento. La pioggia può causare il dilavamento dei materiali depositati; per tale motivo tali acque vengono trattate con un sistema idoneo. 16 Aspetti ambientali derivanti dalla fase “8” FASE: SGANCIO, IMBALLO E STOCCAGGIO IMPIANTI IN USO ASPETTI AMBIENTALI RECETTORE DESCRIZIONE CARROPONTE ARIA EMISSIONE ZINCO E FERRO CON ACQUE DI X ACQUA DILAVAMENTO PIAZZALI IMBALLAGGI X RIFIUTI SUOLO RUMORE ENERGIA ELETTRICA x RISORSE STRUTTURA DELLE VASCHE DI PRODUZIONE Tutte le vasche di trattamento preliminare (sgrassaggio, decapaggio, flussaggio, di scorta) e di finitura (passivazione), munite di sistema di allarme remoto per eventuali fuoriuscite, sono collegate ad un’unica vasca, rivestita in materiale antiacido che funge da bacino di contenimento. SERBATOI INTERRATI E FUORI TERRA Sono presenti nel sito sei serbatoi interrati (in acciaio) da 10 mc ciascuno per il contenimento della nafta e del gasolio attualmente non utilizzati (vedi planimetria dell’impianto, allegato 3D). Per tali serbatoi sono state eseguite delle prove di tenuta da apposita ditta specializzate in data 04/02/2003 dalle quali risulta l’idoneità di tali serbatoi. La ditta possiede inoltre due cisterne in acciaio, fuori terra, per il contenimento del gasolio per autotrazione, munite di apposito bacino di contenimento e copertura. Una cisterna ha una capacità di 2 mc ed è utilizzata per lo stoccaggio del gasolio per i muletti; l’altra ha capacità di 0,2 mc in cui viene stoccato il gasolio per il gruppo elettrogeno di emergenza. C2 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI, CRITICITÀ’ INDIVIDUATE, OPZIONI CONSIDERATE E PROPOSTA DEL GESTORE C2.1 RISORSE IDRICHE Il consumo di acqua all’interno dello stabilimento è impiegato sia per le utenze di tipo civili che industriali. Il consumo di acqua annuale ad uso industriale e civile è di circa 400 metri cubi. In particolare l’utilizzo maggiore è legato alla preparazione delle vasche di decappaggio stimabile in 300 metri cubi, mentre il resto è attribuibile ai reintegri di acqua nelle vasche di flussaggio, sgrassaggio, raffreddamento, passivazione e per le utenze civili. All’interno dell’area dello stabilimento sono presenti 5 pozzi di depressione della falda superficiale necessari per mantenere la stessa a livelli inferiori rispetto alle strutture interrate in cemento armato (bacino di contenimento delle vasche di trattamento, fossa del forno di zincatura). La ditta propone di stoccare l’acqua emunta in una vasca della capacità di 40 mc che sarà realizzata entro il 31/12/2006 al fine di utilizzarla nel ciclo produttivo. C2.2 SCARICHI IDRICI Lo Zincaturificio Cesenate non genera scarichi di acque industriali in quanto l’utilizzo di un impianto di depurazione e riciclo del flussaggio, unitamente alla gestione dei rifiuti, ha consentito di eliminare completamente lo scarico di acque reflue industriali. Attualmente risultano attivi ed autorizzati i seguenti scarichi: 17 • Scarico acque reflue domestiche recapitanti in pubblica fognatura, trattata dall’impianto di depurazione di Pievesestina, gestito dalla ditta HERA. In tale scarico convogliano sia le acque reflue domestiche derivanti dai servizi igienici della ditta Zincaturificio Cesenate, sia quelle dello stabilimento situato all’interno dell’area interessata all’AIA (capannone n° 9 gestito da altra proprietà) dedicato alla produzione di pali per illuminazione pubblica. • Scarico di acque bianche provenienti dalle caditoie delle coperture, dal dilavamento del piazzale esterno e dall’acqua di falda emunta. Tale scarico, senza subire alcun trattamento, viene convogliato al fosso Saraceta. In ottemperanza a quanto dettato dalla D.G.R. 286 del 14/02/2005, le acque derivanti dal dilavamento del piazzale dovranno essere sottoposte a trattamento con idoneo impianto. A tale scopo la ditta ha presentato un progetto di adeguamento approvato a maggio 2007, che dovrà essere realizzato entro il 30/06/2008 C2.3 EMISSIONI IN ATMOSFERA La ditta possiede 2 fonti di emissione in atmosfera autorizzate: - E1: camera di combustione a metano per il riscaldamento della vasca dello zinco fuso, la quale ha una portata massima in uscita dall’impianto pari a 2700 Nmc/h; - E2: punto di emissione derivante dall’impianto di aspirazione a servizio della vasca di zincatura (comprensivo di iniezione di calce + filtro a maniche per riduzione degli inquinanti emessi quali materiale particellare, acido cloridrico e ione cloro in forma gassosa, Ammoniaca e suoi Sali), avente una portata autorizzata massima pari a 70.000 Nmc/h. Le concentrazioni massime ammesse in uscita dei suddetti inquinanti sono: Materiale Particellare < o uguale a 20 mg/Nmc; HCl < o uguale a 5 mg/Nmc e NH3 < o uguale a 25 mg/Nmc. Relativamente a questo punto di emissione la ditta, contestualmente al rilascio dell’AIA, prevede un aumento di portata fino ad un valore massimo di 85.000 Nmc/h per adeguare tale impianto alle linee guida per l’individuazione e l’utilizzo delle migliori tecniche disponibili, per le attività elencate nell’allegato I del D.Lgs. 4 Agosto n. 372 (nella fattispecie processo di zincatura a caldo), di cui al D.M. 31/01/2005. La ditta richiede inoltre l’inserimento di un altro punto di emissione, denominato E3, prodotto dallo sfiato del serbatoio di stoccaggio dell’ammoniaca, previo abbattimento tramite apposita guardia idraulica costituita da acido solforico al 5%. Le caratteristiche delle emissioni convogliate (portata, durata emissione ecc…), sono riportate nella tabella 1 di cui alla sezione D, punto D 2.4, della presente AIA. Le emissioni diffuse presenti nell’impianto sono generate dalle vasche di decappaggio, sgrassaggio e flussaggio. La principale sostanza inquinante presente nelle emissioni diffuse è costituita da acido cloridrico, utilizzato nelle vasche di decapaggio. L’azienda adotta la migliore tecnologia disponibile, definita dalle MTD, per limitare l’evaporazione dell’acido cloridrico. Dalle indagini condotte dalla ditta a bordo vasca nell’ambiente circostante, risulta una concentrazione di acido cloridrico molto bassa rispetto al valore limite di esposizione professionale indicato nel D.M. del 26/02/04. C2.4 SUOLO Per il sito dello Zincaturificio Cesenate non sono presenti situazioni tali da lasciar presupporre la presenza in atto di situazioni di inquinamento del suolo. Le attività che potrebbero potenzialmente causare inquinamento del suolo sono: 18 1) Il dilavamento dei manufatti in ferro zincati, stoccati sui piazzali esterni, può comportare la permeazione nel suolo di ferro e zinco. Per questo motivo nel corso del 2003 la ditta ha effettuato dei monitoraggi atti a verificare eventuali inquinamenti in atto da ferro e zinco. In particolare sono stati effettuati due punti di prelievo di terreno a tre differenti profondità (50, 100 e 150 cm) e l’analisi delle acque di falda da tre pozzi di depressione della falda stessa. Dai risultati delle analisi si evince l’assenza di un impatto significativo sul suolo e sulle acque sotterranee. La ditta comunque ha attuato la completa impermeabilizzazione del piazzale entro 3 mesi e realizzerà l’impianto di trattamento delle acque di prima pioggia entro il 30/06/2008 2) La presenza e la movimentazione di prodotti, sostanze pericolose e rifiuti. E’ attiva una procedura aziendale per la quale tutti i prodotti pericolosi allo stato liquido, siano essi in stoccaggio o in uso negli impianti, devono essere sempre conservati in contenitori dotati di bacini di contenimento di adeguate dimensioni. In particolare, come già relazionato per il processo produttivo, tutte le vasche di trattamento preliminare (sgrassaggio, decapaggio, flussaggio) e di finitura (passivazione) sono munite di sistemi di allarme per eventuali fuoriuscite e di una condotta che convoglia eventuali perdite in una vasca, rivestita in materiale antiacido la quale funge da bacino di contenimento. Sono state introdotte apposite procedure per la gestione delle emergenze legate allo sversamento o perdita di prodotti pericolosi. Tali procedure, in ottemperanza alla norma UNI EN ISO 14001 riguardano sia la difesa delle persone che dell’ambiente; per questo devono essere sempre presenti materiali assorbenti e attrezzature apposite (pompe) per interventi in emergenza al fine di salvaguardare le acque e il suolo da eventuali incidenti inquinanti C2.5 RIFIUTI I rifiuti prodotti vengono gestiti in regime di deposito temporaneo ai sensi dell’art. 183 del D.Lgs. 152/06. Per ciascuna tipologia è stata individuata una adeguata zona di deposito. La ditta produce le tipologie di rifiuti individuati nella tabella sottostante: 19 Descrizione Destina Stoccaggio D zione Planimetri E a P ALL.4 O S I T O Provenienza Codice CER Quantità t/a (presunta riferita anni 20032004) Quantità massima stoccaggio in m3 polveri Zincatura , polveri prodotte dall’impianto di abbattimento 110503* 14,4 10 D9 SR6 SI Oli esauriti Manutenzione impianti 130205* 0,06 0,5 R13 SR2 SI Acido (1) Decappaggio sostituzione acido esausto 110105* 577,6 / R6 / SI Fanghi (1) Flussaggio fanghi da pulizia vasca 060502* 2,6 / D9 / SI Rifiuti di (1) Fanghi da pulizia vasche di grassaggio 110113* 13 / / / SI Filtri a manica esausti 150202* dell’imp. di abbattimento fumi di zincatura 2,3 / D9 SR10 SI sgrassaggio Filtri a manica Altri rifiuti inorganici (1) Essiccatoio, Sali raccolti sul fondo dell’essiccatoio (1) 110599 12,7 / D9 / SI Schiumature di zinco Zincatura schiumatura eliminate dalla superficie 110502 124,5 15 R4 SR4 SI Fanghi Flussaggio fanghi dall’impianto di depurazione 060503 18,6 12 D9 SR5 SI Rottami di ferro Aggancio e sgancio, scarti di filo di ferro e ganci 150104 272,4 20 R13 SR1 SI 3,8 20 D9 SR9 SI Legno Imballaggio, traverse e pancali 170201 non più utilizzabili Imballaggi in più materiali Imballaggi vari eliminati dai prodotti in arrivo 150106 11,7 16 D13 SR7 SI Stracci sporchi Varie attività 150203 / 5 / SR8 SI Plastica Manutenzione rivestimenti 170203 1,61 / D9 / SI Sali esausti Impianto di essiccamento 110599 PROD. / SR10 SI SALTUA RIA (1) Si precisa che in realtà non c’è un deposito ma il rifiuto diventa tale contestualmente all’avvio a smaltimento in quanto direttamente aspirato dalle vasche. 20 t e m p o r a n e o C2.6 MATERIE PRIME IN INGRESSSO: Le materie prime in ingresso nello stabilimento riferite all’anno 2004 sono indicate nella tabella seguente: IDENTIFICATIVO ACIDO CLORIDRICO soluz.max 14% Additivo contenente tensioattivi non ionici RODINE HDG MIX Sgrassante acido contenente tensioattivi non ionici RIDOLINE HDG 21 Soluzione di Zinco cloruro + ammonio cloruro SALE CHEMIZINCH QUANTITA’ UNITA’ DI IN INGRESSO MISURA 300 Ton. CLASSI DI RISCHO FUNZIONE DI UTILIZZO decappaggio 3 Ton. decappaggio 10 mc. sgrassaggio Xi 6 Ton. flussaggio 3 Ton. flussaggio 5 Ton. flussaggio ZINCO CLORURO in soluzione 12 Ton. flussaggio AMMONIO CLORURO 2 Ton. flussaggio Additivo contenente tensioattivi non ionici P3 TENSOPON 0515 IT POTASSIO IDROSSIDO 0,4 mc. 2 mc. PEROSSIDO di IDROGENO 4 Ton. impianto depurazione flussaggio AMMONIACA in soluzione acquosa 12 Ton. impianto depurazione flussaggio Antischiuma siliconica 5 MX ZINCO solido 1 mc. 1200 Ton. 6 Ton. 60 Ton. Ossido di Zinco GRANODINE HDG BUFFER Soluzione di zinco cloruro + ammonio cloruro GRANODINE HDG 2L Lega di ZINCO/ALLUMINIO Lega di ZINCO/NICHEL 21 Xn Xi non pericoloso non pericoloso non pericoloso non pericoloso flussaggio impianto depurazione flussaggio vasca zinco bagno di zincatura bagno di zincatura bagno di zincatura BISMUTO 10 Ton. STAGNO 1 Ton. Antizincante liquido SELESOL 0,15 Ton. Soluzione acquosa di acidi e polimeri organici e fosfati NOVACOAT HDG 7071 Zinco spray GRANODINE HDG AERO C / / 2000 Xi: irritante Xn: nocivo F: facilmente infiammabile non pericoloso non pericoloso pezzi C: corrosivo F Xi bagno di zincatura bagno di zincatura vernice per ritocchi passivante ecologico bombolette spray per ritocchi N: pericoloso per l’ambiente F+: estremamente infiammabile C2.7 RUMORE Il rumore verso i confini dello stabilimento e i recettori esterni, costituiti essenzialmente da alcune abitazioni sparse e da altri insediamenti industriali, è generato soprattutto dagli impianti posizionati all’esterno dei capannoni e dalla movimentazione dei materiali nei piazzali mediante l’uso di muletti. Secondo quanto dichiarato dalla ditta i valori al confine risultano sempre inferiori a 70 dBA nel periodo diurno (non vengono effettuati turni notturni). Il livello di inquinamento acustico prodotto dagli impianti della ditta nel suo complesso deve comunque rispettare i valori limite di zona, ovvero i limiti relativi alla classe VI delle aree esclusivamente industriali, essendo per la stessa classe escluso il rispetto del limite differenziale. C2.8 TRAFFICO Il traffico generato dallo Zincaturificio è quantificabile in circa 6/7 viaggi all’ora di mezzi di trasporto di media grandezza. La posizione dello stabilimento rispetto alle principali vie di comunicazione fa si che non vengano interessate strade particolarmente intasate dal traffico o centri cittadini. Le zone di spedizione dello zincaturificio sono costituite principalmente dalle province di Rimini, Forlì, Ravenna e marginalmente da quelle di Bologna, Modena e Arezzo. C2.9 RISORSE ENERGETICHE I consumi energetici, dovuti al consumo di energia elettrica e metano, sono mantenuti sotto controllo e oggetto di interventi di miglioramento. Una forma di risparmio energetico attuato dalla ditta consiste nel recupero di calore dai fumi del forno di zincatura per riscaldare i bagni di sgrassaggio e flussaggio; utilizzo di un bruciatore a servizio dell’essiccatoio con ricircolo dei fumi di combustione per il preriscaldamento dell’aria di combustione. Fra i consumi energetici è da segnalare anche l’utilizzo di gasolio per l’alimentazione dei muletti per la movimentazione interna. Il consumo si aggira intorno ai 10.000 litri/anno. Il consumo annuale di energia è stimato sui valori indicati nella tabella sottostante: CONSUMI ANNUALI ENERGIA ELETTRICA METANO GASOLIO PER AUTOTRAZIONE 22 993 MWh 758 tep 10.000 litri C2.10 CERTIFICAZIONI AMBIENTALI L’azienda è certificata con Sistema di Gestione Ambientale conforme alla norma UNI EN ISO 14001. Il sistema è stato verificato e certificato con atto n. 0105A/0 del 10/02/2004 dall’ente certificatore ICIM (accreditato dal SINCERT). C3 VALUTAZIONE DELLE OPZIONI E DELL’ASSETTO IMPIANTISTICO PROPOSTI DAL GESTORE CON IDENTIFICAZIONE DELL’ASSETTO IMPIANTISTICO RISPONDENTE AI REQUISITI IPPC In riferimento all’utilizzo delle “Migliori Tecniche Disponibili” (MTD), risulta che l’impianto e la sua conduzione, per quanto concerne le fasi principali, sono conformi alle linee guida per l’individuazione e l’utilizzo delle migliori tecniche disponibili, per le attività elencate nell’allegato I del D.Lgs. 4 Agosto n. 372 (nella fattispecie processo di zincatura a caldo), di cui al D.M. 31/01/2005. Per quanto riguarda gli adeguamenti proposti dalla ditta, si rimanda alla sintesi di cui al paragrafo D1. Costituisce nota di merito, nell’ambito della presente valutazione, il fatto che l’impianto abbia ottenuto e stia mantenendo la certificazione ambientale UNI EN ISO 14001. D SEZIONE DI ADEGUAMENTO DELL’IMPIANTO E SUE CONDIZIONI DI ESERCIZIO D1 PIANO D’ADEGUAMENTO DELL’IMPIANTO E SUA CRONOLOGIA CONDIZIONI, LIMITI E PRESCRIZIONI DA RISPETTARE FINO ALLA DATA DI COMUNICAZIONE DI FINE LAVORI DI ADEGUAMENTO L’assetto impiantistico necessita di interventi di adeguamento che saranno realizzati secondo quanto riportato nella seguente tabella: INTERVENTI Realizzazione impianto di trattamento acque di prima pioggia (che comprenderà anche le acque meteoriche dell’edificio dove avvengono le fasi di zincatura). Realizzazione sistema di raccolta e riutilizzo nel ciclo produttivo delle acque di falda estratte (vasca da 40 mc ) Completamento della pavimentazione dell’area esterna utilizzata per lo stoccaggio dei materiali da zincare e dei prodotti finiti Inserimento di un nuovo punto di emissione E3, generato dallo sfiato del serbatoio di contenimento dell’ammoniaca, munito di apposita guardia idraulica Inserimento di un sistema di iniezione a calce nel punto di emissione E2, per la riduzione dell’acido cloridrico negli effluenti aspirati dalla vasca di zincatura a caldo Aumento della portata dell’impianto di estrazione fumi dalla vasca di zincatura E2, da 70.000 Nmc/h fino ad un massimo di 85.000 Nmc/h per adeguamento alle MTD Installazioni di contatori per l’acqua estratta dalla falda sotterranea 23 TERMINI DI ADEGUAMENT O 30/06/2008 Contestualment e al rilascio dell’AIA Entro tre mesi dal rilascio dell’AIA Contestualment e al rilascio dell’AIA Contestualment e al rilascio dell’AIA Contestualment e al rilascio dell’AIA Entro tre mesi dal rilascio dell’AIA Le MTD, le prescrizioni, le modalità operative e gestionali, i sistemi di contenimento definiti nella presente autorizzazione devono essere mantenuti in perfetta efficienza e governati in modo da garantire costantemente la massima efficienza ambientale. 24 D2 CONDIZIONI GENERALI E SPECIFICHE PER L’ESERCIZIO DELL’IMPIANTO D2.1 Finalità Il Gestore è autorizzato all’esercizio dell’impianto di zincatura mediante applicazione di strati protettivi di metallo fuso con capacità di trattamento superiore a 2 tonnellate/ora di acciaio grezzo ed è tenuto a rispettare i limiti, le condizioni, le prescrizioni e gli obblighi della presente sezione D. E’ fatto divieto contravvenire a quanto disposto dal presente atto e modificare l’impianto senza preventivo assenso dell’Autorità Competente (fatti salvi i casi previsti dall’art.10 comma 1 D.Lgs. 59/05). D2.2 Condizioni relative alla gestione dell’impianto. L’impianto deve essere condotto con modalità e mezzi tecnici atti ad evitare pericoli per l’ambiente ed il personale addetto. Nelle eventuali modifiche dell’impianto il gestore deve preferire le scelte impiantistiche che permettano: di ottimizzare l’utilizzo delle risorse ambientali e dell’energia; di ridurre la produzione di rifiuti, soprattutto pericolosi; di ottimizzare i recuperi comunque intesi; di diminuire le emissioni in atmosfera. E’ fatto salvo quant’altro previsto dalla normativa vigente e non precisato espressamente nel presente atto. D2.3 Comunicazioni e requisiti di notifica generali Il gestore dell’impianto è tenuto a presentare annualmente entro il 30.06.di ogni anno una relazione relativa all’anno solare precedente, che contenga almeno: i dati relativi al piano di monitoraggio; un riassunto delle variazioni impiantistiche effettuate rispetto alla situazione dell’anno precedente; un commento ai dati presentati in modo da evidenziare le prestazioni ambientali dell’impresa nel tempo, valutando tra l’altro il posizionamento rispetto alle MTD (in modo sintetico, se non necessario altrimenti) documentazione attestante il mantenimento della certificazione ambientale UNI EN ISO 14001. Il gestore deve comunicare preventivamente le modifiche progettate dell' impianto (come definite dall' articolo 2, comma 1, lettera m) del D.Lgs. 59/05 all’Autorità Competente all’Organo di Controllo. Tali modifiche saranno valutate dall’autorità competente Provincia di Forlì-Cesena ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 59/05. Il gestore deve comunicare il prima possibile (e comunque entro le 24 ore successive dall’evento), in modo scritto (fax) all’Autorità Competente e ad ARPA di Forlì-Cesena particolari circostanze quali: le fermate degli impianti di abbattimento delle emissioni in atmosfera e la tempistica per il ripristino dell’inconveniente; incidenti di interesse ambientale; Il gestore, nella medesima comunicazione, deve stimare gli impatti dovuti ai rilasci di inquinanti, indicare le azioni di cautela attuate e/o necessarie. Successivamente, nel più breve tempo possibile, il gestore deve ripristinare la situazione autorizzata. 25 Qualora il gestore decida di cessare l’attività, deve preventivamente comunicare e successivamente confermare con raccomandata a/r all’Autorità competente la data prevista di termine dell’attività. D2.4 Emissioni in atmosfera Si individuano le seguenti prescrizioni di carattere generale: • • • • • • Per ogni aspetto non specificamente richiamato nel presente provvedimento il Gestore farà, comunque riferimento agli obblighi definiti nella parte quinta del D.Lgs. 3 Aprile 2006 n. 152; Ogni emissione dovrà essere numerata ed identificata univocamente con scritta indelebile in prossimità del punto di prelievo, entro un mese dalla data di rilascio dell’autorizzazione; Il corretto posizionamento e dimensionamento delle prese di misura, per l’esecuzione dei controlli alle emissioni, dovrà essere effettuato in conformità alle norme tecniche di riferimento: manuale UNICHIM 422, UNI 10169 e UNI-EN 13284-1, tenendo presente che nel punto di prelievo dovrà essere installato un bocchettone circolare da 3 pollici, che sporge dal condotto di circa 20 cm, filettato esternamente. Tutti i punti di prelievo devono inoltre essere resi accessibili e campionabili, con adeguate postazioni di lavoro, secondo la normativa vigente in materia di sicurezza ed igiene negli ambienti di lavoro, DPR 547/55, DPR 303/56, DPR 164/56, D.Lgs. 626/04 e succ. modifiche ed integrazioni tenendo in considerazione anche le "Linee guida per la sicurezza nei lavori di prelievo emissioni ai camini", elaborato dall' ARPA. Per altezze superiori a 5 metri la ditta deve mettere a disposizione un sistema manuale di sollevamento costituito da una carrucola con fune idonea provvista di sistema di blocco automatico della fune. Per altezze superiori a 25 metri la ditta deve mettere a disposizione un sistema automatico di sollevamento tipo argano o verricello munito di sistema frenante. Per quanto concerne le opere da eseguire, ARPA verificherà l’idoneità delle attrezzature installate e fisserà i termini temporali di realizzazione/modifica. Le attrezzature installate dovranno essere conformi alle normative antinfortunistiche vigenti e dovranno essere mantenute in perfetta efficienza. La Ditta dovrà provvedere con adeguata cadenza ad effettuare la manutenzione di tutti gli impianti, con riguardo particolare agli impianti di abbattimento degli effluenti gassosi, al fine di garantire con continuità il rispetto dei limiti delle emissioni autorizzate. Si individuano le seguenti prescrizioni di carattere specifico: • Il Gestore deve assicurare i seguenti limiti e prescrizioni relativamente alle emissioni in atmosfera; le caratteristiche dei punti delle emissioni convogliate sono riportate nella tabella sottostante: Tabella 1 : caratteristiche delle emissioni convogliate DURATA EMISSION PORTAT ALTEZZ FREQUENZ giorni/anno A A E A ore/giorno MINIMA Nmc/h metri E1 Camera di combustione (bruciatori 14 24 365 2700 essiccatoio e forno di zincatura) 26 SISTEMA ABBATTIMENTO Non è presente alcun sistema di abbattimento in quanto il combustibile utilizzato è gas metano per cui i limiti si considerano automaticamente rispettati E2 Aspirazione vasca di zincatura 85000 14 16 220 476 2,3 24 365 E3 Sfiato serbatoio di stoccaggio ammoniaca • E2 ASPIRAZIONE VASCA ZINCATURA • • • Sistema di abbattimento costituito da una guardia idraulica (contenitore da 200 litri di una soluzione di acido solforico al 5%) Tenuto conto che il serbatoio viene riempito una volta/mese, i limiti si considerano rispettati in quanto le emissioni sono dovute al solo sfiato del serbatoio. Valori limite di emissione: Durante il funzionamento dell’impianto non devono essere superati i valori limite di emissione, di cui alla precedente autorizzazione alle emissioni in atmosfera n. 172 del 27/05/99, descritti tabella sottostante: Tabella 2: valori limite di emissione EMISSIONE PARAMETRI CONVOGLIATA PORTATA MASSIMA • Sistema di abbattimento dell’ac. Cloridrico tramite iniezione di calce idrata e Filtro a maniche per abbattimento polveri. Velocità di filtrazione 0,027 m/s, numero delle maniche 1230, superficie filtrante totale 885,6 mq. Pulizia delle maniche ad aria compressa in controcorrente LIMITE 85000 Nmc POLVERI 20 mg/l COMPOSTI GASSOSI DEL CLORO espressi come HCL AMMONIACA e suoi sali espressi come NH3 5 mg/l FREQUENZA AUTOCONTROLLI annuale 25 mg/l I controlli dei limiti di cui sopra, devono essere effettuati a cura della Direzione aziendale con una periodicità annuale; La data, l' orario, i risultati dei controlli periodici delle emissioni, le caratteristiche di funzionamento esistenti nel corso dei prelievi, dovranno essere annotati su apposito registro, con pagine numerate, bollate dal Servizio Territoriale dell' ARPA competente per territorio e firmate dal responsabile dell' impianto, a disposizione degli organi di controllo competenti; Sono fatti salvi specifici e motivati interventi più restrittivi o integrativi da parte dell’Autorità Sanitaria a norma del Testo Unico Delle Leggi Sanitarie di cui al R.D. 27 Luglio 1934 n° 1265 e successive modifiche ed integrazioni; Normalizzazione: I risultati delle misurazioni per la verifica dell’osservanza dei valori limite di emissione di cui alla precedente tabella sono normalizzati secondo quanto indicato dall’Art. 268, lettera Z, della parte quinta del D.Lgs. 152/06: temperatura 273°K, Pressione pari a 101,3 KPa, gas secco. 27 • • D2.5 Metodi di campionamento e analisi: Per la verifica dei valori limite di emissione con metodi di misura manuali devono essere utilizzati i metodi UNICHIM, ISTISAN, UNI e UNI-EN; eventuali altri metodi relativi al campionamento delle emissioni dovranno essere concordati con il Direttore del Dipartimento Tecnico e il Direttore del Servizio Territoriale dell’ARPA. Condizioni di esercizio dell’impianto e prescrizioni in caso di avarie e malfunzionamenti: Deve essere mantenuto in perfetta efficienza il sistema di abbattimento dell’acido cloridrico tramite iniezione di calce idrata e il filtro a maniche per la riduzione del materiale particellare emesso nei fumi aspirati dalla vasca di zincatura a caldo, attuando tutte le procedure preventive/manutentive previste nel piano di monitoraggio e controllo descritto al punto D3. Eventuali mal funzionamenti degli impianti di abbattimento dovranno comunque essere tempestivamente ripristinati. Emissioni in acqua e prelievi idrici Si individuano le seguenti prescrizioni di carattere generale e specifico relativamente alle acque reflue domestiche, acque reflue di prima pioggia e acque meteoriche: • • • • • • • • • • E’ consentito lo scarico in pubblica fognatura nera di acque reflue domestiche, rispetto del regolamento del gestore del Servizio Idrico Integrato; inoltre dovranno essere mantenuti efficienti le condutture che recapitano nella pubblica fognatura E’ consentito lo scarico in acque superficiali di acque meteoriche da pluviali e piazzali nel rispetto delle norme vigenti; Successivamente alla data di adeguamento (30/06/2008) sarà consentito lo scarico in acque superficiali di acque meteoriche da pluviali nel rispetto delle norme DGRER 286/05 e DGRER 1860/06; In particolare devono essere mantenuti in perfetta efficienza gli impianti di trattamento: − impianto di trattamento delle acque di prima pioggia; − pozzetto di prelievo (sulla linea di scarico delle acque di prima pioggia prima della convergenza con le acque di seconda pioggia; il responsabile dello scarico dovrà garantire adeguati controlli e manutenzioni, eseguiti con idonea periodicità, agli impianti di conduzione e di trattamento dei liquami installati prima dello scarico; La ditta dovrà effettuare una costante e periodica manutenzione e pulizia dell’impianto di trattamento dei reflui (in particolare vasche e filtri). Il pozzetto di campionamento finale e i pozzetti di ispezione e manutenzione dell’impianto di trattamento dei reflui dovranno essere mantenuti sgombri dai materiali in lavorazione in modo da consentire in ogni momento ispezioni, manutenzioni, interventi di emergenza e campionamento dello scarico; Eventuali malfunzionamenti dell’impianto di trattamento dei reflui dovranno essere tempestivamente comunicati all’Amministrazione Provinciale e all’ARPA; Con adeguata periodicità dovranno essere eseguiti gli spurghi alla vasca di prima pioggia e dell’impianto di disoleazione. I fanghi raccolti dovranno essere allontanati con mezzo idoneo e smaltiti presso un impianto autorizzato. Le procedure di smaltimento dovranno essere conformi ai dettati sui rifiuti in base al Dlgs 152/06 parta quarta. La ditta prima dell’attivazione dello scarico dovrà dotarsi di registro di carico e scarico, ove dovranno essere annotati tutte le asportazioni di fango. Il registro, i formulari, e i documenti comprovanti la raccolta, trasporto e lo smaltimento dei fanghi dovranno essere conservati presso l’attività a disposizione degli organi di vigilanza; Dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti atti ad evitare impaludamenti o ristagni delle acque reflue nel fosso ricettore onde impedire o evitare al massimo esalazioni moleste o sviluppo di insetti; Ogni modifica strutturale e di processo che intervenga in maniera sostanziale nella qualità e quantità dello scarico, dovrà essere preventivamente comunicata all’autorità competente e comporterà il riesame dell’AIA; 28 • Al fine di mantenerli in perfetta efficienza con periodicità adeguata dovranno essere lavati ed eventualmente sostituiti i filtri a quarzite e a carboni attivi installati a valle dell’impianto; • Gli eventuali olii raccolti dovranno essere raccolti in apposito contenitore e smaltiti in conformità ai dettati di legge specifici; • Lo scarico dei reflui negli scoli consorziali potrà avvenire solo nel momento in cui la ditta avrà acquisito il consenso del Consorzio di Bonifica; • La presente AIA non autorizza nessun tipo di scarico di acque reflue provenienti dalle attività produttive (quindi è vietato qualsiasi scarico di acque industriali non preventivamente autorizzato). • Ogni modifica strutturale e di processo che intervenga in maniera sostanziale nella qualità e quantità dello scarico dovrà essere preventivamente comunicata all’autorità competente. • E’ fatto obbligo alla Ditta di dare immediata comunicazione alla Amministrazione Comunale all’Amministrazione Provinciale, all’ARPA —Sez.Provinciale di Forli-Cesena - ed a HERA - sede di Forli di guasti agli impianti o di altri fatti o situazione che possono costituire occasione o pericolo per la salute pubblica od anche alterazione delle condizioni ambientali; • per il prelievo di acque da fonti diverse da quelle del pubblico acquedotto, deve essere installato apposito misuratore di portata, per il quale dovrà essere richiesta all’Ente gestore la piombatura; entro il 31 gennaio di ogni anno, dovrà essere denunciato l’esatto quantitativo dell’acqua prelevata nell’anno solare precedente ; • Il prelievo di acqua da pozzo deve avvenire secondo quanto regolato dalla concessione di derivazione di acqua pubblica (competenza del Servizio Tecnico Bacini Regione Emilia Romagna). • I misuratori di portata (contatori) sia per l’estrazione che per il riutilizzo nel ciclo produttivo delle acque di falda dovranno essere mantenuti in perfetta efficienza; D2.6 • • • • D2.7 Emissioni nel suolo Non sono autorizzate emissioni nel suolo E’ vietato qualsiasi scarico e/o emissione nel/sul suolo. La ditta dovrà attuare quanto previsto nel piano di monitoraggio e controllo descritto al punto D3 In relazione alle cisterne interrate, attualmente non utilizzate, si prescrive che qualora la ditta preveda di riattivare lo stoccaggio di gasolio, dovrà darne comunicazione all’Organo Competente e ad ARPA. Rumore Il gestore deve: • Intervenire prontamente qualora il deterioramento o la rottura degli impianti o parti di essi provochino un inquinamento acustico; • Provvedere ad effettuare una nuova previsione/valutazione di impatto acustico nel caso di modifiche all’impianto che determinano un aumento delle emissioni sonore; • In ogni caso la ditta dovrà rispettare i limiti di zona di cui alla vigente classificazione acustica, riportati nella seguente tabella: LIMITE ASSOLUTO DI IMMISSIONE DIURNO (dBA) NOTTURNO (dBA) 70 70 D2.8 Gestione dei rifiuti Si individuano le seguenti prescrizioni di carattere generale: 29 • • • • • • • • • • • L’attività deve essere svolta nel rispetto di quanto disposto all’art.178, comma 2 della parte quarta del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 e precisamente:”I rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente e in particolare: senza determinare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, nonché per la fauna e la flora; senza causare inconvenienti da rumori o odori.” Tutti i contenitori utilizzati per lo stoccaggio dei rifiuti dovranno essere dotati di etichetta ben visibile per dimensione e collocazione e dovrà riportare il codice CER, la descrizione, lo stato fisico e la classe di pericolosità Il registro di carico e scarico dei rifiuti, vidimato ai sensi di legge, deve essere compilato correttamente secondo le modalità previste all’art. 190 del D.Lgs. 152/06. Tali registri, integrati con i formulari, devono essere conservati per cinque anni dalla data dell’ultima registrazione. Entro il 30 aprile di ogni anno devono essere trasmesse alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura della Provincia di Forlì-Cesena, le comunicazioni ai sensi della Legge 25 gennaio 1994, n.70, così come disposto all’art.189 del D.lgs.152/2006. Il gestore dell’impianto in oggetto è tenuto ad effettuare relativamente ai rifiuti quanto previsto nel piano di monitoraggio. Eventuale stoccaggio di rifiuti liquidi deve avvenire in colli, fusti o taniche a perfetta tenuta, posti su bacini di contenimento di capacità almeno pari al contenitore depositato o, nel caso in cui sullo stesso bacino siano depositati più contenitori, almeno pari al 30% del volume totale dei contenitori stoccati, garantendo in ogni caso una capacità non inferiore al volume del contenitore più grande aumentato del 10%; I rifiuti presenti presso la ditta possono essere movimentati unicamente all’interno di idonei contenitori. Dovrà essere assicurata la compatibilità fra contenitori e rifiuti in essi stoccati. La movimentazione dei contenitori mobili deve essere effettuata con particolare cura in modo da evitare danneggiamenti, rottura o sversamenti; Tenuto conto che la ditta opera in regime di deposito temporaneo, i rifiuti prodotti devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o di smaltimento secondo quanto indicato dall’art. 183, parte quarta, del D.Lgs. 152/06. In ogni caso i rifiuti non possono sostare all’interno dell’impianto per un periodo di tempo superiore ad un anno; Il gestore ha l’obbligo di accertare che i terzi ai quali vengono affidati i rifiuti derivanti dall’attività siano provvisti delle regolari autorizzazioni previste dalla normativa vigente; Per i rifiuti classificati non pericolosi, aventi il codice a specchio, la ditta dovrà provvedere, alla classificazione di detti rifiuti, con cadenza annuale. Si individuano le seguenti prescrizioni di carattere specifico: • • D2.9 • • I rifiuti prodotti dalla gestione dell’impianto, descritti a titolo esemplificativo nella tabella di cui al punto C.2.5, devono essere gestiti nel rispetto delle condizioni previste all’art. 183, lettera m, del D.Lgs. 152/06 (deposito teporaneo) nelle aree opportunamente segnalate e delimitate così come individuate nella planimetria 3D di cui all’allegato 4 della domanda di AIA. Fino al completamento dei lavori di pavimentazione del piazzale, nella porzione di piazzale sterrato è vietato il deposito delle materie prime o dei semilavorati e di qualsiasi tipologia di rifiuto . Energia Il Gestore, attraverso gli strumenti gestionali in suo possesso, deve utilizzare in modo ottimale l’energia, anche in riferimento ai range stabiliti nelle MTD. Il Gestore dell’impianto in oggetto è tenuto ad effettuare relativamente all’energia quanto previsto nel piano di monitoraggio. 30 D2.10 Preparazione all’emergenza • • Il piano di emergenza predisposto dall’azienda deve essere conosciuto da tutti gli operatori, pertanto la ditta è tenuta a fornire adeguata formazione ad ogni operatore coinvolto nel processo. La formazione deve essere certificata secondo quanto disposto dalle norme di legge. In caso di emergenza ambientale, il gestore deve immediatamente provvedere agli interventi di primo contenimento del danno, informando contestualmente anche la Sezione Provinciale di ARPA Forlì-Cesena, l’Amministrazione Comunale e Provinciale. D2.11 raccolta dati ed informazione • • Il gestore deve provvedere a raccogliere i dati come richiesto nel piano di monitoraggio riportato nella relativa sezione. Entro il 30/06 di ogni anno deve essere inviato all’Amministrazione Provinciale di ForlìCesena e ad ARPA una relazione in cui vengono riportati: • report relativi al piano di monitoraggio (risultati delle analisi, consumi di energia/acqua, consumi di materie prime, quantità rifiuti prodotti ecc. ecc.); • quantità di manufatti trattati annualmente, • malfunzionamenti dell’impianto e relative opere di manutenzione effettuate; • eventuale aggiornamento dell’azienda rispetto alle Migliori Tecniche Disponibili future, • eventuali apporti da parte della ditta di migliorie all’impianto. D2.12 Gestione del fine vita dell’impianto Per l’impianto non è prevista una dismissione nel medio - lungo periodo. • • • • • D3 Qualora questa si rendesse necessaria, è automaticamente prescritto l’obbligo di lasciare il sito in condizioni tali da non pregiudicare l’inserimento di una qualsiasi altra generica attività umana, anche non industriale. All’atto della cessazione dell’attività il sito su cui insiste l’impianto deve essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale, tenendo conto delle potenziali fonti permanenti di inquinamento del terreno e degli eventi accidentali che si siano manifestati durante l’esercizio. Prima di effettuare le operazioni di ripristino del sito, la Ditta deve comunicare alla Provincia di Forlì-Cesena, al Comune di Cesena e ad ARPA un cronoprogramma di dismissione approfondito relazionando sugli interventi previsti. L’esecuzione di tale programma è vincolato a nulla osta scritto della Provincia di ForlìCesena, che provvederà a disporre un sopralluogo iniziale e, al termine dei lavori, un sopralluogo finale, per verificarne la corretta esecuzione. Sino ad allora, la presente AIA deve essere rinnovata e manterrà la sua validità. PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL’IMPIANTO Il Gestore, nel richiedere l’Autorizzazione Integrata Ambientale ha presentato il piano di Monitoraggio e Controllo delle emissioni dell’impianto e di ogni altra caratteristica dello stesso rilevante ai fini della prevenzione e del controllo ambientale, in conformità alle Linee Guida in materia di sistemi di monitoraggio di cui all’Allegato II del DM 31/01/2005. Il risultato del lavoro di analisi svolto dal Gestore è stato quindi sintetizzato nella componente della domanda di AIA denominata “Piano di Monitoraggio e Controllo dell’Impianto”, di seguito parzialmente modificato e implementato da ARPA per la parte di controllo concernente la verifica sistematica dell’attuazione del Piano. Nell’ambito della Verifica Periodica, ARPA esplica, inoltre, il controllo delle prescrizioni di cui alla Sezione D della presente autorizzazione. 31 Ad ARPA è inoltre affidata una parte dell’attività di monitoraggio sulle emissioni aziendali, mediante misure dirette, al fine di attuare una comparazione tra le misure dirette del Gestore e dell’Autorità di Controllo e procedere, comunque, ad una verifica diretta dei valori limite autorizzati. Il gestore deve attuare il presente piano di monitoraggio e controllo quale parte fondamentale dell’autorizzazione, rispettando frequenza, tipologia e modalità dei diversi parametri da controllare. Il gestore è tenuto a mantenere in efficienza i sistemi di misura relativi al presente piano di monitoraggio e controllo, provvedendo periodicamente alla loro manutenzione e alla loro riparazione nel più breve tempo possibile. La Conferenza dei Servizi prende visione del Piano di Monitoraggio e Controllo nella forma finale predisposta da ARPA e si esprime favorevolmente in data 24/10/2006. I costi che ARPA di Forlì-Cesena sostiene esclusivamente nell’adempimento delle attività obbligatorie e previste nel Piano di Controllo sono posti a carico del Gestore dell’impianto, secondo le procedure determinate dalla Regione Emilia Romagna. Tutti i risultati dei controlli e delle verifiche effettuate da ARPA sono inviati dalla stessa all’Autorità Competente Provincia di Forlì-Cesena per i successivi adempimenti amministrativi e, in caso siano rilevate violazioni penalmente rilevanti, anche alla competente Autorità Giudiziaria . ARPA effettuerà i controlli programmati dell’impianto rispettando la periodicità stabilita dal presente Piano di Controllo. D3.1 CRITERI GENERALI PER IL MONITORAGGIO 1. Il gestore dell’impianto deve fornire all’organo di controllo l’assistenza necessaria per lo svolgimento delle ispezioni, il prelievo di campioni, la raccolta di informazioni, e qualsiasi altra operazione inerente al controllo del rispetto delle prescrizioni imposte; 2. Il gestore è in ogni caso obbligato a realizzare tutte le opere che consentano l’esecuzione di ispezioni e campionamenti degli effluenti gassosi e liquidi, nonché prelievi di materiali vari da magazzini, depositi e stoccaggi rifiuti, mantenendo liberi ed agevolando gli accessi ai punti di prelievo. 3. Il gestore deve attuare il piano di monitoraggio e controllo quale parte fondamentale della presente autorizzazione, rispettando frequenza, tipologia e modalità dei diversi parametri ad controllare. 4. I dati raccolti dovranno essere comunicati secondo le modalità descritte al punto D.2.11. D3.2 QUADRO SINOTTICO DELLE ATTIVITA’ DI MONITORAGGIO E CONTROLLO FASI GESTORE Autocontrollo GESTORE Report ARPA ARPA Ispezioni* Campionamenti programmate / Analisi ARPA Esame report Consumi Materie prime Risorse idriche Energia Combustibili Controlli alla ricezione giornaliera annuale annuale triennale annuale trimestrale annuale triennale annuale Giornaliera annuale triennale annuale 32 annuale FASI Aria Emissioni Acqua GESTOR ARPA ARPA E autocontroll report Ispezioni* Campionament o programmate i/ Analisi GESTORE ARPA Esame report annuale annuale Triennale triennale annuale annuale annuale Triennale triennale annuale Triennale triennale Triennale triennale Almeno bimestrale annuale Triennale annuale Annuali Annuale Triennale Misure a protezione della falda (quantità di acqua estratta) Annuale annuale Triennale Analisi acqua di falda Annuale Annuale Controllo bacino di contenimento delle vasche di pretrattamento Trimestrale Annuale Triennale annuale Prova allarmi per sversamenti Trimestrale Annuale Triennale annuale Verifica innalzamento acque di falda Trimestrale Annuale Triennale annuale Pulizia bocchette aspirazione fumi vasca di zincatura Settimanale Annuale Triennale annuale Controllo bruciatori riscaldamento vasca zincatura e essiccamento Mensile Annuale Triennale annuale Controllo funzionamento rilevatori fuoriuscita zinco semestrale Annuale Triennale annuale Controllo stato cabina elettrica semestrale Annuale Impianto trattamento acque di prima pioggia Emissioni sonore Sorgenti e ricettori Rifiuti Misure periodiche rifiuti prodotti (residui) Analisi rifiuti classificati non pericolosi con codice a specchio Triennali Annuale Suolo e acque sotterranee annuale annuale PARAMETRI DI PROCESSO 33 annuale GESTORE GESTORE autocontrollo report FASI ARPA Ispezioni programmate ARPA Campionamenti/ Analisi ARPA Esame report PARAMETRI DI PROCESSO verifica pressione differenziale del sistema di filtrazione degli effluenti della vasca di zincatura mensile annuale triennale annuale Verifica corretto funzionamento del pressostato del filtro a maniche con vacuostato portatile semestrale Annuale triennale annuale Controllo compressori per aria filtro a maniche semestrale Annuale triennale annuale Controllo/pulizia sonde ph e redox impianto depurazione del flussante Mensile Annuale triennale annuale D3.2.1. Monitoraggio e Controllo materie prime FREQUENZA REGISTRAZIONE PARAMETRO MISURA GESTORE Gestore ARPA Carico In bolle di corrispondenza acquisto – di ogni Ingresso di ingresso Pesatura materie prime Triennale nello stabilimento – Controllo conformità con bolle Consumo reagenti per impianto misura depurazione manuale emissioni in atmosfera (calce idrata) mensile Triennale REPORT Gestore ARPA (trasmissione) (esame) Elettronica / Cartacea Annuale Annuale Elettronica / Cartacea Annuale Annuale D3.2.2. Monitoraggio e Controllo risorse idriche FREQUENZA REGISTRAZIONE PARAMETRO MISURA GESTORE Gestore ARPA REPORT Gestore ARPA (trasmissione) (esame) Contatore Lettura Prelievo di acque dai volumetrico ogni Triennale pozzi di falda Ai pozzi mese Cartacea Annuale Annuale Contatore Lettura volumetrico ogni Triennale Alla vasca mese recupero Cartacea Annuale Annuale Acque di falda utilizzate nel ciclo produttivo 34 Acque prelevate da acquedotto Contatore volumetrico Lettura ogni Triennale mese Cartacea Annuale Annuale D3.2.3. Monitoraggio e Controllo energia FREQUENZA PARAMETRO MISURA Gestore ARPA Contator Lettura Consumo di energia elettrica e energia triennale mensile elettrica D3.2.4. Monitoraggio e Controllo Consumo combustibili FREQUENZA PARAMETRO MISURA Gestore ARPA Consumo di gas naturale Contator Lettura e gas mensile triennale Consumo gasolio per autotrazione Carico In bolle di corrispon acquisto denza di – ogni Pesatura ingresso Triennale – Controllo conformit à con bolle D3.2.5 Monitoraggio e Controllo Emissioni in atmosfera FREQUENZA PARAMETR O MISURA Gestore Elettronica (telelettura) Annuale Annual e REPORT REGISTRAZIO Gestore ARPA NE (trasmission (esame GESTORE e) ) Elettronica (telelettura) Annuale Annual e Elettronica / Cartacea Annuale Annual e REPORT REGISTRAZIO Gestore NE ARPA ARPA GESTORE (trasmission (esame) e) Autocontro llo annuale per emissione Triennale Portata effettuato E2, aspirazione vasca di dell’emission da zincatura e laboratorio esterno Autocontro annuale per emissione llo E2, aspirazione vasca di Triennale Concentrazio effettuato zincatura (polveri, HCl, ne degli da ammoniaca) a valle inquinanti laboratorio dell’impianto di esterno abbattimento Autocontro annuale per emissione E2, aspirazione vasca di llo Concentrazio / effettuato zincatura (polveri, HCl, ne degli da ammoniaca) a monte inquinanti laboratorio impianto di abbattimento esterno 35 REPORT REGISTRAZIO Gestore ARPA NE (trasmission (esame GESTORE e) ) Cartacea su rapporti di prova e su Registro degli Autocontrolli Annuale Annuale Cartacea su rapporti di prova e su Registro degli Autocontrolli Annuale Annuale Cartacea su rapporti di prova e su Registro degli Autocontrolli Annuale Annuale Autocontro Annuale per emissioni llo Concentrazio diffuse vasche di effettuato ne degli da pretrattamento inquinanti (ricerca di HCL) laboratorio esterno / Cartacea su rapporti di prova e su Registro degli Autocontrolli Annuale Annuale D3.2.6. Monitoraggio e Controllo Emissioni in acqua PARAMETRO Verifica Acque di prima pioggia FREQUENZA REPORT Gestore ARPA ARPA REGISTRAZIONE (trasmissione) (esame) MISURA Gestore Analisi dei parametri cromo, zinco, Annuali Triennali ferro, nichel, idrocarburi piombo Cartacea D3.2.7 Monitoraggio e Controllo Emissioni sonore FREQUENZA PARAMETRO MISURA Gestore ARPA REGISTRAZIONE quando gestione e registro cartaceo no necessario e manutenzione comunque su esposti degli interventi delle sorgenti almeno fisse semestrale rumorose relazione tecnica valutazione misure Triennale di tecnico impatto fonometriche / competente in acustico acustica annuale annuale REPORT Gestore (trasmissione) ARPA (esame) Annuale Annuale Triennale Triennale D3.2.8 Monitoraggio e Controllo Rifiuti FREQUENZA PARAMETRO Quantità di rifiuti prodotti inviati a recupero o a smaltimento REPORT Gestore MISURA REGISTRAZIONE ARPA Gestore ARPA (esame) (trasmissione) 1.Cartacea su Registro Carico e Misura e In corrispondenza di Scarico Rifiuti e su Triennale verifica del ogni carico di rifiuti MUD Annuale Annuale (verifica peso tramite da inviare a 2. Elettronica su registro) pesa recupero/smaltimento software gestione rifiuti 36 Quantità di rifiuti prodotti stoccati all’interno dei sistemi di contenimento o delle aree di stoccaggio Controllo visivo Settimanale Triennale Stato di conservazione dei sistemi di contenimento Controllo Mensile Triennale rifiuti e dei visivo sistemi di prevenzione emergenze ambientali Corretta separazione In corrispondenza di Triennale delle diverse Etichettatura ogni deposito tipologie di rifiuti Rifiuti aventi codice a Autocontrollo specchio Annuale FREQUENZA Gestore No - - No - REGISTRAZIONE / Annuale Annuale biennale Annuale REPORT Gestore ARPA (trasmissione) (esame) ARPA Ogni 5 Verifica di anni dalla tenuta delle data di Triennale cisterne di Prova di tenuta utilizzo per (ispezione) gasolio lo interrate non stoccaggio utilizzate di gasolio Analisi acqua Cd, Fe, Mn, Ni, Annuale Pb, Cu, Zn, di falda idrocarburi Tot., emunta - Relazione cartacea D3.2.9 Monitoraggio e Controllo Suolo e Acque sotterranee MISURA - Triennale Rapporto di prova Verifica e controllo Controllo biennale dello stato coperture in Autocontrollo delle coperture in cemento eternit presenti amianto PARAMETRO No cartacea Rapporto di prova Annuale Annuale Annuale Annuale D3.3 AUTOCONTROLLI, CONTROLLI PROGRAMMATI E LORO COSTO Il gestore deve attuare il presente Piano di Monitoraggio e Controllo quale parte fondamentale della presente autorizzazione, rispettando frequenza, tipologia e modalità dei diversi parametri da controllare. ARPA è incaricata: 37 − − − di effettuare le verifiche e i controlli previsti nel Piano di Controllo e ad essa assegnati; di verificare il rispetto di quanto ulteriormente indicato nella presente AIA, con particolare riguardo alle prescrizioni ivi contenute. di verificare il rispetto di quanto stabilito dalle altre norme di tutela ambientale per quanto non già regolato dal D.Lgs. 59/05, dalla L.R.21/04 e dal presente atto. I costi che ARPA di Forlì-Cesena sostiene esclusivamente nell’adempimento delle attività obbligatorie e previste nel Piano di Controllo sono posti a carico del Gestore dell’impianto, secondo le procedure determinate dalla Regione Emilia Romagna. Tutti i risultati dei controlli e delle verifiche effettuate da ARPA sono inviati a cura di ARPA stessa all’Autorità Competente per i successivi adempimenti amministrativi e, in caso siano rilevate violazioni penalmente rilevanti, anche alla competente Autorità Giudiziaria. ARPA può effettuare il controllo programmato in contemporanea agli autocontrolli del Gestore. Il Gestore dell’impianto deve fornire all’organo di controllo l’assistenza necessaria per lo svolgimento delle ispezioni, il prelievo di campioni, la raccolta di informazioni, e qualsiasi altra operazione inerente al controllo del rispetto delle prescrizioni imposte; Il gestore è in ogni caso obbligato a realizzare tutte le opere che consentano l’esecuzione di ispezioni e campionamenti degli effluenti gassosi e liquidi, nonché prelievi di materiali vari da magazzini, depositi e stoccaggi rifiuti, mantenendo liberi ed agevolando gli accessi ai punti di prelievo D3.4 CONTROLLI ESERCIZIO DELL’IMPIANTO NELLE CONDIZIONI DIVERSE DAL NORMALE Il Gestore attua il monitoraggio e la reportistica di ogni eventuale emissione eccezionale che si dovesse verificare annotando cause, tempi e modalità di intervento, conseguenze e danni Le modalità della reportistica sono stabilite dal gestore ed eventualmente modificate su richiesta dell’Autorità Competente. u:\ambiente\reflui zootecnici e aia\ippc\zincaturificio_cesenate\aia zincaturificio25.0507.doc 38