17 novembre 2004 - Affari Italiani ha scelto: Da Barcellona
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17 novembre 2004 - Affari Italiani ha scelto: Da Barcellona
17 novembre 2004 - Affari Italiani ha scelto: Da Barcellona a Milano, nei locali più trendy impazza l'assenzio,la "droga dei poeti". Ecco dove si beve. Con l’Ossigeno… Il revival dell’assenzio sta diventando un fenomeno di costume, non c’è dubbio. Sono sempre più numerosi i ristoranti, wine bar, smart shop che hanno in carta diverse qualità del superalcolico dall’aura maledetta (nell'Ottocento era considerato la "fata verde", "la droga dei poeti", ed era amatissimo dagli artisti bohèmienne). E attenzione: protagoniste di questa tendenza non sono solo le grandi città, ma anche i centri minori. Se non stupisce che a New York (East Village’s Assenzio Wine Bar, 205 east 4th street, Manhattan, tel.212.6779466) o Barcellona (Bar Marsella, Carrier Sant Pau 65, tel+34.93.4427263) ci sia un assenzio bar, non può che meravigliare scoprire un Assenzio Caffè a Conversano, in provincia di Bari. Milano, città d’avanguardia per le tendenze food&beverage, i locali dove degustare assenzio sono diversi. Alcuni l’hanno inserito stabilmente nella propria carta, come il coloratissimo Frida (via Pollaiuolo 3, tel.02.6081834), che propone ben dodici cocktail all’assenzio, o il wine bar Beige (largo La Foppa 5, tel.02.6599487); in altri viene riservata una serata di tanto in tanto, come all’underground Cafè Atomic (via Felice Casati 24 tel. 0289059169). A Roma il recente LattePiù (via Albalonga 31, tel.06.770091), pur privilegiando il latte, non dimentica i cocktail all’assenzio, mentre, nel Veneto, a Venezia il Cafè Blu (3778 calle Lunga San Pantalon, tel.041.710227) ha predisposto una sala particolare proprio per gli amanti dei liquori, assenzio (oltre dieci qualità), whisky e rhum e, a Padova, il "Fata Verde" (via S. Crispino 58, Tel. 348.3842428), è il primo locale delle tre venezie specializzato nella vendita di questa bevanda. (Nicole Cavazzuti) Nella foto, l’Oxybar corner del Fata Verde di Padova. Assenzio/ Amato da Van Gogh ed Hemingway, censurato dai benpensanti: ecco la "droga dei poeti". Oggi è legale, ma... Messa a punto nel 1792 dal medico svizzero Pierre Ordinaire, la ricetta dell’assenzio fu perfezionata da Henri-Louis Pernod che, nel 1805, aprì la distilleria Pernold-Fils Absinthe a Pontalier, in Francia. Fu successo immediato. A metà ‘800 nella regione operavano almeno mezza dozzina di produttori e il solo Pernold produceva 20.000 litri di absinthe al giorno da 26 distillerie.L’assenzio (la fèe verde) divenne la bevanda simbolo di artisti Bohème, ma non solo: fu amato e decantato da Vincent Van Gogh, Toulouse Lautrec, Charles Baudelaire, Ernest Hemingway, senza dimenticare Edgar Allan Poe e Oscar Wilde, che scrisse: ”Che differenza c’è tra un bicchiere di assenzio e un tramonto? Il primo stadio è quello del bevitore normale, il secondo quello in cui cominciate a vedere cose mostruose e crudeli ma, se perseverate, arriverete al terzo livello, quello in cui vedete le cose che volete, cose strane e meravigliose”. Nel 1915 il superalcolico venne bandito dalle autorità francesi, che furono seguite a ruota da quelle degli altri paesi europei. Il liquore alle erbe d’assenzio di recente è stato considerato legale, secondo una ricetta approvata da normative europee, mentre rimane vietata la denominazione "assenzio". Ecco perché sul mercato si incontrano tante marche, come Apsynthe o Versynthe, che fanno eco al nome assenzio senza mai nominare per intero l’erba dalla quale si crea il liquore: l’Artemisia absynthium.