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Benedict Coulter STILI DI VITA Una alleanza tra WP Lavori in Corso, geniale azienda italiana di ricerca e Woolrich, brand americano di lungo corso, ha trasformato il Parka in una icona globale dello stile di vita outdoor. Lamberto Cantoni STILI DI VITA LAMBERTO CANTONI IL PARKA 05 Sembra che l’origine di questo giaccone amato oggi da ogni classe d’età, sia da accreditare ai progettisti d’abbigliamento militare che avevano il compito di fornire all’esercito americano un guardaroba efficace per soldati che dovevano combattere su ogni tipo di terreno e spesso in condizioni atmosferiche estreme. L’idea di partenza prendeva spunto dalla forma di un giaccone caratterizzato esternamente da un tessuto in cotone robusto ma leggero, al quale potevano essere aggiunti una spessa fodera di pile d’alpaca e un cappuccio con i bordi in pelliccia. Essendo stato pensato per un corpo in costante movimento, il parka doveva risultare particolarmente comodo, ampio. Come fare allora per proteggersi da freddo? L’isolamento del corpo era garantito da un sistema di cordoni integrati al giaccone che, allacciandosi non permettevano il passaggio di correnti d’aria esterna. La resa funzionale del Parka dipendeva tantissimo dai materiali utilizzati per realizzarlo. Il primo modello, denominato OD-7, venne diffuso tra le truppe nel 1945. Subito dopo venne migliorato sostanzialmente e con il modello etichettato M-48 (o 1948, l’anno della sua messa in produzione), si avvicinò tantissimo agli standard ritenuti ottimali dagli esperti. In quegl’anni il ruolo delle commesse militari funzionava come costante stimolo per il perfezionamento non solo della tecnologia bellica ma anche degli elementi di supporto come l’abbigliamento dei soldati. Nel 1950 scoppiò la guerra di Corea e già nel giugno del 1951 entrò in produzione un nuovo modello di Parka che ad un costo inferiore risultava più funzionale al clima coreano, molto freddo d’inverno e piovoso d’estate per via dei monsoni. L’ampiezza dell’M-51 era stata pensata in funzione della sovrapposizione di più strati d’abbigliamento; provvisto inoltre di una fodera calda e robusta a questo punto poteva permettere ai soldati di affrontare temperature sino a -10 gradi sottozero. Senza l’involucro in lana, durante l’estate si trasformava in un comodo e pratico l’impermeabile. Progressivamente furono migliorati i tessuti, rendendoli sempre più leggeri, impermeabili e asciugabili. Nel 1965 fu progettato un tessuto esterno di cotone misto a nylon capace di garantire protezione per temperature polari. Nacque quindi l’M-65 o ECW (Estreme Cold Weather), indossato da Rock Hudson nel film Base artica Zebra del 1968, che nell’esercito USA rimase in uso fino al 1987. Ma ritorniamo all’M-51. All’inizio fu progettato e confezionato negli Stati Uniti: Dopo 5 anni la produzione venne spostata in Germania, a quel tempo occupata dalle truppe alleate. I magazzini pieni di Parka inutilizzati dall’esercito cominciarono ad arrivare ad un pubblico più vasto. Le eccedenze vendute a basso prezzo vennero intercettate quindi da un pubblico giovanile che elesse questo capo d’abbigliamento ad indumento ideale per proteggersi prima fila da sinistra: Louis D’Esposito, Ashley Victoria, Lawrence Bender; seconda fila da sinistra: Erika Hanging, Gabriel Garko, Aimee Mullins; terza fila da sinistra: Ellen Kuras, Jenn Porske, Dominik Garcia. dalla pioggia, soprattutto quando si era in sella ad uno scooter. In pochi anni, tra la fine degli anni ’50 e la prima parte dei sessanta, Lambretta e Parka divennero elementi distintivi dello stile Mod, abbracciato da molti interpreti della scena musicale giovanile. La consacrazione del Parka come icona culturale avvenne nel 1973 quando uno dei gruppo pop rock più famosi del momento, gli Who, ne stamparono una immagine sulla copertina del loro long playing di maggior successo, Quadrophenia, in seguito trasformato in un film che raccontava l’epopea di una generazione. IL PARKA DI WOOLRICH Il discorso che suggerirebbe per il Parka la centralità di un progetto d’abbigliamento pensato per la guerra ovviamente assomiglia tanto ai tanti fragili miti che dalla modernità in poi cercano di dare un senso a ciò che potremmo definire il luogo delle origini. In realtà tra le popolazioni dell’area geografica della fascia dei Paesi del Nord, non mancano certo fogge e abbigliamenti che rimandano al Parka. Osserviamone gli elementi strutturali: si tratta di un giaccone provvisto di un cappuccio, spesso ornato di pelo, costruito per muoversi, lavorare in condizioni di tempo estreme. Qualcosa del genere lo troviamo da tempo immemorabile tra gli eschimesi delle Isole Aleatiane. In effetti l’M-51 pur essendo più lungo e ampio ricorda l’Amorak. Gli indigeni dell’artico lo costruiscono in pelle di foca, lo fanno aderire al corpo sino a ricoprire il bacino, preoccupandosi di non limitare assolutamente ogni movimento degli arti. Possiamo quindi congetturare che le prime reiterpretazioni del giaccone artico secondo un canone occidentale risalgono a ben prima della seconda guerra mondiale. Un caso esemplare è rappresentato da Woolrich, storica industria di moda pronta statunitense, divenuta nella post modernità, soprattutto grazie ai suoi celebri Parka, uno dei brand più amati al mondo. In alcuni vecchi cataloghi dell’azienda fondata nel 1830 sono riscontrabili pattern d’abbigliamento che rimandano ad una probabile contaminazione con l’Amorak. Con due differenze sostanziali: John Rich cominciò costruendo un lanificio e quindi i suoi tessuti per i capi outdoor creati per gli operai che costruivano le immense ferrovie statunitensi, i cercatori d’oro e i cacciatori che durante l’800 colonizzarono l’Alaska erano preferibilmente in lana ben lavorata, pesante, resistente. In secondo luogo il giaccone con cappuccio, forse proprio perché rimandava nell’immaginario di chi viveva nel continente nord-americano a segni contaminati con il pensiero selvaggio, non era un articolo centrale nella produzione Woolrich. Gli abiti outdoor Woolrich tra la fine del’800 e i primi decenni del 900 sono camicie di lana pesante, calzoni, 07 STILI DI VITA LAMBERTO CANTONI qui sopra: Max Ludwig and Band on Strip Final; nella pagina accanto: Edoardo Ponti e Sasha. giacche e giacconi, le cui forme esplorano in qualche caso anticipano i valori dell’abbigliamento moderno, pratico, sportivo: funzionalità, comfort, semplicità, durata, consistenza; qualità riunite in una forma dal design tipicamente occidentale. Ma allora quand’è che il marchio Woolrich diventa l’emblema del migliore Parka sul mercato? A questo punto il riferimento agli effetti della guerra diviene veramente pertinente. Abbiamo visto che i progettisti e designer al servizio dell’esercito sottoposero una forma ben conosciuta tra popolazioni che vivevano in condizioni estreme, ad un lavoro di affinamento e di calibrazione per aumentarne l’efficienza: il giaccone doveva essere più leggero ma al tempo stesso non poteva perdere in resistenza; doveva proteggere dalla pioggia e dal freddo soprattutto le parti nobili del corpo; doveva moltiplicare le tasche per permettere il trasporto di ogni sorta di equipaggiamento. È molto probabile che l’azienda Woolrich sia stata coinvolta come fornitrice dell’esercito. Non ho informazioni a tal riguardo ma è noto che l’azienda della Pennsylvania fu sin dai tempi della guerra civile americana una delle industrie fornitrici più importanti e apprezzate. Abbiamo visto che negli anni cinquanta e sessanta il giaccone esce dai magazzini militari e comincia a divenire una voga sempre più significativa tra i giovani. Divenendo una moda conclamata, le sue forme da un lato vengono imitate da numerosi produttori, dall’altro lato finiscono nel mirino dei designer della Woolrich, i quali forti della loro tradizione si impegnano a ristabilire il primato dell’industria dell’abbigliamento made in USA, nella moda outdoor e sportiva. Nel 1972 appare il modello Artic Parka e si può 08 dire che con esso il giaccone entra prepotentemente in una fascia di mercato non più limitata all’abito eminentemente pratico, bensì comincia ad agire sulla quota di consumi che condizionano il guardaroba che conta. Artic Parka è una reale alternativa al tipico cappotto occidentale. L’imbottitura in piuma d’oca,la bordatura in cotone del cappuccio, le maniche dotate di un polsino in maglia, aumentano la resistenza al freddo e all’aria del giaccone. Le tasche foderate in panno impermeabile rimangono ampie e spaziose. Una coulisse interna lungo la vita permette di stringere ben in vita il giaccone, conferendo alla figura un aspetto elegante. La ricerca di materiali sempre più leggeri e resistenti che culminerà negli anni ottanta del novecento in tessuti come il Goretex e il Cordura conferiscono alla forma un aspetto decontratto che si sposa bene con l’idea di una moda meno rigida, assolutamente libera, indossabile senza l’enfasi prevista dalle fogge troppo cariche dell’effetto tendenza. In breve, dopo gli anni sessanta, grazie al vertiginoso cambiamento di mentalità tra i giovani trendsetter impegnati a scoprire l’efficacia della trasversalità dei look e nello stesso tempo a premiare la consistenza, l’heritage delle forme, con le rivisitazioni del Parka che ho brevemente descritto, Woolrich ha le carte in regola per scrivere un capitolo importante nelle piccola storia degli abbigliamenti che contano nella vita della gente. Ma manca ancora un passo da compiere, e forse nella post modernità sono questi ultimi metri ad essere decisivi. Come presentare e commercializzare il Parka all’autorevole pubblico europeo, italiano in particolare? L’ultimo tratto della lunga strada che STILI DI VITA LAMBERTO CANTONI Artic Parka 2012 Zooey Deschanel e Elizabeth Banks Nina Clemente L’Arctic Parka DF di Woolrich realizzato in Byrd Cloth è un tributo alla funzionalità del classico capo Woolrich. Creato basandosi sulla riproduzione del ritrovamento del Byrd Cloth un tessuto di cotone 100% naturale, naturalmente idrorepellente, traspirante e resistente al vento grazie alla sua filatura e tessitura speciale. È imbottito con la più alta qualità di piuma d’oca che ne garantisce il massimo calore pur mantenendo la leggerezza. Ha il cappuccio rifinito in pelo di coyote staccabile, un’imbottitura in piuma 80/20 e una zip in metallo come negli originali capi degli anni ’40. I colori che caratterizzano questo SPECIAL MAKE UP sono: bright gold, winter white, rust, emerald green e pioneer blue. porterà il Parka a divenire una icona di stile incrocia il destino dell’azienda americana con la sapiente regia di WP Lavori in Corso, una azienda all’avanguardia nella scelta e nella commercializzazione di una precisa tipologia di abiti. La leggenda narra che un giorno qualsiasi verso la metà degli anni novanta un giovane ricercatore WP finito per caso in uno stabilimento dove si inscatolavano sardine rimase colpito dai parka che gli operai indossavano per resistere alle basse temperature delle celle frigorifere. Cosa vide realmente quel giovane coolhunter? Operai che lavoravano con disinvoltura in situazioni estreme mantenendo una giustezza del look invidiabile? Fu sorpreso dai valori visuali e percettivi di quell’antilook? Con la fantasia immaginò la significazione aggiuntiva che l’uso trasversale di quell’indumento avrebbe offerto a persone alla ricerca di uno stile lontano dalla chiassosità delle passerelle? Lascio volentieri la risposta al lettore che ama questo genere di domande. Di fatto Wp che già commercializzava altri prodotti Woolrich fin dal 1984, propose nel 1996 di lanciare il Parka sui mercati internazionali secondo i modi e la cultura tipici di una azienda di ricerca di stile tra le più autorevoli. Il successo tra il pubblico maschile e femminile fu strabiliante. Il parka della Woolrich in pochi anni divenne ciò che, forse esagerando, definiamo una icona dello stile in grado di conquistare persone di ogni classe di età. Mi piace pensare che la ragguardevole collezione del 2005, che considero gli Artic Parka più belli mai concepiti e prodotti, mirabile fusione tra valori storici con rispettosi innesti di creatività, sia l’effetto dei probabili feedback tra la sensibilità italiana a solidi valori del gusto e l’alto livello qualitativo e tecnico della produzione dell’azienda americana. Si ringrazia WP LAVORI IN CORSO per la concessione delle immagini del servizio. WP LAVORI IN CORSO è un’azienda di ricerca di stile nata nel 1983 che commercializza brand prestigiosi come Barbour, Barbour Beacon, Woolrich John Rich & Bros., Woolrich Woolen Mills, Avon Celli, Save Kahaky, Blundstone, BD Baggies New York. Per tutte le informazioni www.wplavori.com 13 STILI DI VITA LAMBERTO CANTONI