Lettere di padre Mario Vergara all`amico Don Angelo - Atma-o

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Lettere di padre Mario Vergara all`amico Don Angelo - Atma-o
LETTERE DI PADRE MARIO VERGARA ALL’AMICO DON ANGELO PERROTTA
Questa foto d’epoca ritrae la chiesa parrocchiale di S. Sossio, diacono e martire, di Frattamaggiore
(prov. di Napoli e diocesi di Aversa), in cui fu battezzato Mario Vergara e della quale sarà parroco, dal
1968 al 1998, don Angelo Perrotta (1914-2001). Questo sacerdote aveva lavorato, da ragazzo,
nell’azienda artigianale del papà di padre Mario. Amico del futuro missionario nei giochi dell’infanzia,
sarà anche, in seguito, suo compagno di seminario. Dopo la partenza di padre Mario per la Birmania,
intrattiene contatto epistolare con lui.
Nella lettera che segue, scritta il 28 giugno 1937, padre Vergara si rivolge con affetto (“ti voglio tanto
bene!”) all’amico diacono, prossimo all’ordinazione sacerdotale. Dopo di aver rievocato con una certa
nostalgia la vita di Seminario, con le sue mortificazioni e le sue gioie, il (prossimo) Beato dà a don
Angelo consigli pratici di vita spirituale, che riflettono il fervore con cui lo stesso scrivente vive il
proprio sacerdozio. Raccomanda costanza nell’affrontare le inevitabili amarezze e tensioni della vita
sacerdotale; l’andare diritto per la propria strada, saldo nelle proprie convinzioni, senza lasciarsi
trascinare dalla corrente del mondo. Manifesta poi le difficoltà della vita missionaria, derivanti dal
proprio stato di salute (parassitosi intestinale), dalla miseria della gente e dalla penuria di mezzi
necessari per sostenere le sue opere: bocche da sfamare e corpi da coprire (tanti!)…, ma confida nel
Signore, che non mancherà di suscitare nuovi benefattori.
In questa lettera, come nella seguente, si menziona mons. Federico Pezzullo (1890-1979), un altro
santo sacerdote di Frattamaggiore (Servo di Dio dal 2007), che era stato consacrato vescovo di
Policastro nel gennaio 1937.
Htithasaw 28-6-1937
Venga presto il tuo Regno!
Mio carissimo Angelo
Con un po' di ritardo ma sempre in tempo per ricordarti che ti voglio tanto bene, rispondo alla
tua del 17-4-1937.
Pensando che fra una ventina di giorni diventerai Sacerdote, mi sento invaso il cuore di intima
soddisfazione come se si rinnovasse la mia ordinazione sacerdotale. Bravo il mio Angelo! Vorrei
stringerti al cuore e dirtelo con tutta espansione il mio bravo. Ecco, cosa te ne pare, adesso che mi
leggi e sei già Cristo, della lunga vita di seminario, delle mortificazioni e gioie in essa incontrate?
Quando ero Chierico non credevo agli altrui rimpianti sulla vita di Seminario; ma ora, lo dico senza
retorica, ci ritornerei tanto volentieri e mi costruirei lì un tabernacolo!
Caro Angelo, dire parole di congratulazioni non è secondo il mio carattere: amo piuttosto la
pratica e puoi essere sicuro che al 18 Luglio avremo celebrato il S. Sacrificio con la medesima
intenzione ed io vorrei per me con il medesimo fervore.
Ecco che il Signore ti elegge ad essere realmente un Angelo della sua buona novella. Hai un
campo pieno di amarezze con poche soddisfazioni morali - mettitelo in testa - davanti a te, ma ti
auguro di sentirti sempre in cuore la soddisfazione del dovere compiuto. Sta attento alla costanza; è
la cosa più necessaria. Il vasto corredo portato via da Posillipo si ammuffirebbe se alle prime
contraddizioni, specialmente tra le file del clero, tu ti facessi portare dalla corrente. Quando sei
convinto che fare tale cosa è bene e secondo la volontà di Dio, non dare credito ad alcuno
schiamazzo: fila diritto.
Mie notizie ne avrai apprese dalla mia lettera al Circolo Missionario di Posillipo, cioè della prima
conquista - un villaggio di battisti - che il Signore si è degnato darmi la consolazione di fare.
Adesso io sto un poco in stasi. Perché qui è già cominciato da un mese il periodo delle grandi
piogge che durerà quasi fino ad Ottobre, ma ai primi di Settembre uscirò dal letargo. Per l’anno
venturo mi propongo di muovere gli attacchi della Grazia contro un altro villaggio battista di nome
Leko doka. Impara questo nome e mettilo ogni giorno nel memento della S. Messa; se riuscirò a
prenderlo al prossimo anno, divideremo i meriti.
In salute sto così e così, pensa che proprio l'altro ieri ho avuto la sorpresa di constatare che ho i
vermi! Come hanno fatto a ficcarsi anche nei miei intestini, non so spiegarmelo. Qui li hanno tutti ed i
bambini muoiono in quantità a causa dei vermi. Spero però di liberarmi in un mesetto da questi ingrati
ospiti che mi procurano un po' di febbriciattola e confusione cerebrale.
Quest'anno nel mio distretto c'è ancora miseria: ho 12 villaggi senza riso. Ho poi 77 bocche alla
scuola maschile e 63 alla scuola femminile. Alle bocche aggiungi i corpi da coprire e vedi dove si va a
finire con le spese.
La svalutazione della lira italiana, poi, ha dato il colpo di grazia. Mentre infatti prima con £. 100
si prendevano al cambio circa 23 rupie, adesso se ne prendono poco più di 12, mentre qui il costo dei
viveri ecc. è sempre il medesimo. Ma il Signore penserà bene a suscitare nuovi benefattori. Aspetto
che tu mi mandi - se te ne ricordassi di procurartelo - il numero unico per la consacrazione di Mons.
Pezzullo.
Voglio finire perché la testa non mi aiuta. Ossequi tanti ai tuoi, speciali saluti a tuo zio prete.
Salutami tanto i miei compagni Auletta, Vitale, Vergara, Pezzullo Luigi, Capasso V. e tutti i
Seminaristi.
Tanti abbracci in unione di preghiera
Tuo aff.mo
MARIO
*****
Meno di un anno dopo, seguendo “la voce del cuore”, padre Vergara scrive ancora all’amico
sacerdote facendo un resoconto della sua attività missionaria nel distretto di Citaciò: estenuanti viaggi
apostolici, da solo o in compagnia del Vescovo mons. Lanfranconi, per raggiungere villaggi cattolici,
animisti e protestanti; predicazione di esercizi spirituali, paziente attesa per vincere la durezza dei
capi-villaggio che ostacolano le conversioni… Nella lettera non potevano mancare i saggi consigli di
spiritualità sacerdotale al confratello fresco di ordinazione: guardarsi dall’imborghesimento (“non fare
il prete libero, di casa”), dal ridurre il ministero alla “Messa, ufficio e un po’ di confessioni”,
dall’attaccamento al denaro; invito ad allargare gli orizzonti (“la Chiesa cattolica si estende anche fuori
di Fratta”) e ad amare i malati e i poveri (“ ti raccomando molte visite al nostro Ospedale e
Mendicicomio”). Ancora una volta si rivela il cuore del missionario ardente di zelo apostolico.
Toungoo mission - Htithasaw District - 27-3-1938
Carissimo Angelo
Ho una tua lettera nel mio tavolino, è da tempo. Nella sua muta favella mi dà dei rimproveri,
perché, venuta a me messaggera del tuo affetto, si è vista imprigionata nel tavolino quasi non presa
in considerazione. Anche adesso mettendomi a tavolino sono stato dubbioso se scrivere a te o
mandare un appello ad una rivista americana; ma ha vinto la voce del cuore.
Dal mese di Dicembre fino ad ora sono stato letteralmente occupatissimo. Due volte son dovuto
andare fuori del mio distretto per predicare corsi di esercizi spirituali; 4 volte sono andato in giro trai
miei cristiani; 3 volte ho fatto da segretario (!) al nuovo Vescovo in visita pastorale ad altri distretti. Il
tempo perciò mi è volato via. Adesso ho due settimane di riposo a casa e poi devo andare lunedì
dopo le palme fuori del mio distretto, convocato dal P. Vicario di zona; lì passerò la S. Pasqua e poi
ancora col Vescovo per la visita a 4 altri distretti. Come vedi non c'è da morire di noia, specialmente
se consideri le strade da percorrere, il mezzo di trasporto (il cavallo) ed il caldo estenuante.
Ho fatto due volte una capatina tra i protestanti, ma sì che sono duri! E sanno proprio niente di
religione, nemmeno l’essenziale, e ciò nonostante tengono duro e sono superbi della loro
convinzione. Che il Signore li illumini. Ho battezzato, la scorsa settimana, il primo scaglione (19) del
villaggio protestante che presi l’anno scorso; in un altro villaggio già cattolico ho battezzata una
vecchia pagana, che teneva duro da anni.
La difficoltà nel prendere nuovi villaggi sta nel fatto che o si prende tutto il villaggio o nemmeno
un'anima. Il che dipende moltissime volte dal capo e vicecapo del villaggio. Se questi danno il
consenso, tutto è fatto, gli altri vengono; ma se questi non danno il consenso, gli altri benché ben
disposti, non andranno mai contro il volere dei maggiorenni. Io ho non molto lontano da me due
villaggi battisti, la cui popolazione vorrebbe fare con noi (espressione cariana) ma in uno si oppone il
capo, nell'altro il vicecapo. Bisogna aspettare l'ora del Signore ed affrettare quell'ora con le nostre
preghiere.
Nella tua ultima 8-10-37 mi promettevi di inviarmi una tua «smorfia» (cioè una foto, ndr) ed
anche il numero unico per D. Federico Pezzullo, nonché la sua pastorale. Fino ad ora ho ricevuto
niente. Mi annunziavi anche l'invio di £. 100,00. Non le ho mai ricevute! il denaro non bisogna mai
mandarlo direttamente, ma sempre per il tramite dell'Istituto.
Adesso che tu sei Sacerdote, non fare il prete libero, di casa, no! Ricordati che la Chiesa
Cattolica si estende anche fuori di Fratta. Mettiti prima nelle mani del Vescovo. E in ogni caso non ti
restringere alla S. Messa, ufficio ed un po' di confessioni. Ma studia e lavora per quante più branche
del ministero sacerdotale puoi.
Non diventare il prete del denaro, ed agli inviti di fare un po' di bene nella vigna del Signore non
fare contratti pecuniari. Dà una bella parte del giorno alla preghiera ed esercizi di bene. Ti
raccomando molte visite al nostro Ospedale e Mendicicomio e sempre con un po' di confetti e
qualche rosario in tasca. Ai poveri non lesinare il soldo accompagnato da un invito ai Sacramenti.
Scusami la mia impertinenza; ma se ti fossi vicino ti direi ancora altro. Ti voglio tanto bene che
non penso di offenderti. Salutami tanto tutti i tuoi. Ringrazio tuo zio D. Angelo che mi mandò £. 10 per
tramite di D. Bartolomeo. Estendi i miei saluti a tutti i RR. Sacerdoti e a quelli del Circolo Cattolico.
Ti abbraccio e bacio
Tuo aff.mo
MARIO
R.C.M.
Indie Inglesi Toungoo (Burma)