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Lombardia. Pazienti diabetici ribadiscono alla
Regione il loro no alla gara di appalto sui presidi
Per la Fand, la Regione dimostra “la non conoscenza della malattia” e “facendo
male il suo dovere e non rispettando i criteri scientifici” non solo danneggia i
diabetici “ma anche le proprie casse e il portafoglio dei cittadini”.
14 DIC - “Non riesco a trovare spunti di ottimismo nella nuova stesura del bando”
per la fornitura di presidi (glucometri, pungidito, ecc.) per le persone con
diabete presentata da Regione Lombardia alle associazioni regionali di pazienti.
Il bando, infatti, “lascia incongruenze e zone oscure”. Ad affermarlo è Tamara
Grilli, coordinatrice per la Lombardia di FAND-Associazione italiana diabetici,
che torna così a manifestare la propria opposizione al progetto anche in questa
nuova stesura.
“Nonostante le numerose correzioni apportate, che dimostrano la non
conoscenza della malattia diabetica, ora il bando di gara è peggiorato. Nel
bando iniziale si restringevano in modo arbitrario le norme ISO e s’imponeva a
tutti i pazienti di usare strumenti altamente tecnologici, non adatti ad esempio alle persone anziane che
avrebbero rischiato di sbagliare o di non effettuare più l’autocontrollo glicemico, con grave rischio per la loro
salute. Ora si cade nell’eccesso opposto e altrettanto grave! La Regione impone uno strumento basico,
ancora una volta non adatto a tutti i pazienti. Ci sono persone diabetiche insulino-dipendenti che hanno
bisogno di, e spesso usano, strumenti altamente tecnologici, perché si avvalgono del calcolo dei carboidrati,
del suggeritore del bolo e trasmettono i dati al proprio diabetologo, ma questi strumenti sono spariti dai lotti
del bando di gara”, spiega Grilli.
“In Lombardia – spiega ancora la coordinatrice Fand
Lombardia - i diabetici sono 550mila, fra questi 370mila
persone effettuano l’autocontrollo glicemico e 110mila
fanno da una a più iniezioni al giorno: non possono
essere tutte uguali. Ci sono altri diversi punti che fanno
male alle persone diabetiche lombarde. Sono sufficienti
alcuni esempi: la legge nazionale 117/87 e il Piano
nazionale per la malattia diabetica, recepito dalla
Regione Lombardia, stabiliscono che l’età evolutiva sia
da 0 a 18 anni, ancora una volta la Regione sbaglia e nel
bando di gara fa riferimento a 0 – 14 anni: così i ragazzi
di 14 anni e un giorno saranno costretti a cambiare il loro
strumento, perché glielo impone la gara di ‘mamma
Regione’. È evidente che in Regione, purtroppo, non
sanno cosa significhi convivere con una patologia
cronica come il diabete nell’adolescenza.”
Grilli spiega che nel testo regionale c'è anche “un altro errore clinico-terapeutico, che non
risponde a nessun criterio scientifico. Tra le caratteristiche dei lotti si fa riferimento alle ipoglicemie o alle
iperglicemie come se potessero esistere pazienti diabetici afflitti da una sola di queste condizioni. Questo
dimostra che i tecnici di Regione Lombardia e di Arca non sanno che cosa sia il diabete e non conoscono il
ruolo terapeutico della rilevazione della glicemia e delle iniezioni che più volte al giorno una parte dei
pazienti diabetici deve effettuare”. E poi ancora: “Nel lotto sui pungidito non si prevedono né il diametro, né
la lunghezza, come se il polpastrello di un ragazzo di 15 anni fosse uguale a quello di un sessantenne”.
Per Grilli, “tutto questo, fatto con l’errato convincimento di conseguire risparmi, è in contrasto con le linee
guida delle società scientifiche di Diabetologia nazionali e internazionali, che definiscono terapeutico
l’autocontrollo glicemico fatto con strumenti adeguati al profilo di ogni persona con diabete, senza perciò
standardizzare e imporre un acquisto non rispondente alle esigenze di cura della pluralità dei pazienti.
Quanto era inadatto, nella stesura iniziale del bando, l’alto profilo tecnologico dello strumento messo a gara,
che addirittura mandava l’esito della gara stessa nella direzione di un vincitore preordinato, tanto ora con le
rettifiche è peggiorato il livello della strumentazione”.
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Per la Fan preoccupano anche “molti aspetti anche pratici che inevitabilmente ricadranno sui
pazienti e sui professionisti della salute, che già vedono crescere l’afflusso agli ambulatori per
l’aumento della patologia: come potranno sostituire 370.000 strumenti in tre anni? Non ci basta sentirci dire
che ‘si affronterà successivamente il problema della sostituzione, quando si saprà chi vince la gara’! E non
ci basta che si affermi che gli eventuali casi particolari dovranno essere giustificati dal diabetologo con
opportuna relazione e saranno dotati dello strumento appropriato: altro lavoro in più in ambulatorio. E la
formazione per l’uso degli strumenti? Si fa cenno a eventi organizzati dalle aziende aggiudicatrici su richiesta
dei diabetologi in accordo con i loro Enti ospedalieri: lezioni collettive in cui istruire i pazienti”.
“Ci vergogniamo - conclude Grilli - di dover essere noi a spiegare questi aspetti. Non possiamo consentire
che si giochi sulla nostra salute. Esprimiamo la nostra contrarietà alla gara e chiediamo alla Regione di
sospenderla, perché così la Regione non solo fa male ai diabetici, ma fa male il suo dovere e non
rispettando i criteri scientifici, fa del male anche alle proprie casse e al portafoglio dei cittadini”.
14 dicembre 2015
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