SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale
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SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale Scheda di dettaglio del Tipo Forestale PS70X - Pineta mesalpica basifila di pino silvestre Superficie totale (ha): 2898 Percentuale su superficie boscata regionale (%): 0,4 Descrizione: Popolamenti di pino silvestre, puri o in mescolanza con latifoglie mesoxerofile e secondariamente con conifere. Fustaie monoplane, localmente biplane o, in zone rupestri, senza gestione, situate su versanti montani su substrati calcarei. Cenosi da mesoxerofile a xerofile, tendenzialmente calcifile. Localizzazione: Settorie mesalpici ed esalpici delle Alpi Cozie: in sinistra orografica della bassa Valle di Susa (Mompantero, Chianocco), Valle Maira (Lottulo, Camoglieres) e Stura di Demonte (fra Demonte e Pontebernardo). Nuclei relitti si trovano in Valle Grana (Colletta la Brusà, Rocca Rossa in Comune di Monterosso Grana, Valgrana) Bagnasco e Ponte di Nava. Classificazione fitosociologica: Erico-Pinion Br. - Bl. et al 39 con elementi del Quercion pubescenti-petraeae Br. - Bl. 32; con elementi dei Brometalia erecti Br. - Bl. 36 nel st. xerofilo ad Achnatherum calamagrostis. Corine: 42.54 Habitat Natura 2000: SOTTOTIPI E VARIANTI CODICE PS70B PS70J PS70K PS70W PS70Y PS70Z PS71J PS71K PS71W PS71X PS71Y PS71Z DENOMINAZIONE var. con lat. miste soprassuolo con residui di arboricoltura da legno bosco pascolato soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati soprassuolo distrutto da incendio st. xerofilo ad Achnaterum calamagrostis soprassuolo con residui di arboricoltura da legno st. xerofilo ad Achnaterum calamagrostis bosco pascolato st. xerofilo ad Achnaterum calamagrostis soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici st. xerofilo ad Achnaterum calamagrostis st. xerofilo ad Achnaterum calamagrostis soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati st. xerofilo ad Achnaterum calamagrostis soprassuolo distrutto da incendio SUPERFICIE (ha) 224 306 271 16 Note alla variabilità: Possibili confusioni: Nelle zone di transizione tra il settore endalpico e quello mesalpico sono possibili confusioni con la pineta endalpica basifila di pino silvestre da cui si differenzia per la presenza, talora significativa, di faggio. DATI DENDROMETRICI Numero di piante per ha: 2350 Area basimetrica media per ha (mq/ha): 23,9 Volume medio ad ha (mc/ha): 136,5 Diametro medio di area basimetrica media (cm): 19,3 Composizione dendrometrica: Specie Altre latifoglie Castanea sativa Miller Fagus sylvatica L. Larix decidua Miller Latifoglie mesofile Pinus sylvestris L. Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. Quercus pubescens Willd. Presenze (%) Volumi (%) 5,3 0,5 9,5 0,7 1,4 73,2 0,8 8,2 4,4 0,3 7,2 0,9 0,3 81,2 0,2 5,1 DATI SELVICOLTURALI Posizione nel ciclo dinamico e tendenze evolutive: Cenosi pioniere soggette, almeno in parte, ad una possibile evoluzione, anche se assai lenta a causa della povertà dei suoli. Queste formazione possono evolvere, in basso, verso il Querceto mesoxerofilo di roverella ed, in alto o in esposizioni più fresche, verso la Faggeta mesoxerofila. In Valle di Susa, Valle Maira e in Valle Stura di Demonte (Vinadio), questo Tipo è localizzato sui suoli meno profondi, spesso in mosaico con Faggete mesoxerofile, mentre i contatti con i Querceti di roverella sono rari a causa dell'antropizzazione di queste aree. Nelle aree favorevoli per umidità (Valle Grana) o per esposizione (a N in Val Maira) l'abbandono dello sfalcio e delle pratiche agricole ha agevolato localmente l'invasione del pino; in queste stazioni l'evoluzione può portare, nel giro di alcuni decenni, ad un bosco misto di pino con faggio e roverella, eventualmente attraverso una fase intermedia dove s'insedia la betulla Tale evoluzione risulta più facile nel sottotipo mesoxerofilo, rispetto a quello xerofilo a Achnatherum calamagrostis dove, su stazioni acclivi e a forte erosione, il pino forma cenosi a carattere più stabile. Interventi da evitare: Non si evidenziano specifici interventi selvicolturali da evitare per non compromettere le caratteristiche dell'habitat, ad esclusione di evitare la chiusura delle zona aperte di prateria. Raccomandazioni per la difesa della biodiversità: Cenosi eliofila pioniera, che non evidenzia particolari elementi compositivo-strutturali che, se alterati, comportano il deterioramento del Tipo e degli habitat ad esso associati. In tutti i casi è necessario mantenere radure ove sono presenti habitat particolari quali le praterie steppiche, ricche di elementi floristici (orchidee) ed entomofauna interessante. É importante mantenere o ricreare gli idonei livelli di mescolanza specie quali la roverella, il faggio, l'acero opalo. In caso di successione oramai avanzata verso la faggeta o il querceto misto, se si vuole mantenere una certa quota di pino silvestre occorre creare chiarie sufficientemente ampie per favorirne la rinnovazione naturale. Indirizzi di intervento: Si tratta di popolamenti con prevalente struttura monoplana, coetaniforme per gruppi, che si sviluppano su suoli generalmente superficiali Nelle stazioni più fertili del piano montano, sono auspicabili interventi con tagli successivi adattati, sempre realizzati su piccole superfici, con l'obiettivo di facilitare l'affermazione di specie forestali più evolute. Nelle stazioni con suoli più superficiali e di scarsa fertilità, tipiche del st. ad Achnaterum calamgrostis non sono auspicabili alcun tipo di intervento selvicolturale, ad esclusione di interventi puntuali per i popolamenti che svolgono funzione di protezione diretta. SPECIE PRESENTI Elenco delle specie, in ordine alfabetico, che costituiscono il corredo floristico dell’unità tipologica Nome latino Nome volgare Acer opulifolium Chaix Acero opalo Achnatherum calamagrostis (L.) Beauv. Amelanchier ovalis Medicus Pero corvino Anthericum ramosum L. Arctostaphylos uva-ursi (L.) Sprengel Asperula purpurea (L.) Ehrend. Betula pendula Roth Betulla Bromus erectus Hudson Buphthalmum salicifolium L. Buxus sempervirens L. Bosso Calamagrostis varia (Schrader) Host Carex alba Scop. Carex digitata L. Carex flacca Schreber Carex humilis Leyser Carex tendae (Dietrich) Pawl. Cephalanthera longifolia (Hudson) Fritsch Cirsium acaule (L.) Scop. Coronilla emerus L. Dondolino Corylus avellana L. Nocciolo Cotoneaster nebrodensis (Guss.) C. Koch Crataegus monogyna Jacq. Biancospino Cytisus sessilifolius L. Citiso a foglie sessili Epipactis atropurpurea Rafin. Epipactis helleborine (L.) Crantz Erica carnea L. Euphorbia dulcis L. Fagus sylvatica L. Faggio Fraxinus excelsior L. Frassino maggiore Gentiana ligustica Vilm. et Chop. Helianthemum apenninum (L.) Miller Hepatica nobilis Miller Hieracium bifidum Kit. Hypericum coris L. Iberis sempervirens L. Juniperus communis L. Ginepro comune Laserpitium gallicum L. Lavandula angustifolia Miller Ligustrum vulgare L. Ligustro Linum tenuifolium L. Lonicera xylosteum L. Luzula nivea (L.) Lam. et DC. Melittis melissophyllum L. Ononis natrix L. Peucedanum oreoselinum (L.) Moench Pimpinella saxifraga L. Pinus sylvestris L. Polygala chamaebuxus L. Polygonatum odoratum (Miller) Druce Primula vulgaris Hudson Prunella grandiflora (L.) Scholler Pino silvestre Pyrus pyraster Burgsd. Pero selvatico Quercus pubescens Willd. Roverella Rhinanthus minor L. Rosa arvensis Hudson Rosa canina L. Rosa di macchia Rubus corylifolius Sm. s.l. Satureja montana L. Sesleria cylindrica (Balbis) DC. Sesleria varia (Jacq.) Wettst. Solidago virgaurea L. Sorbus aria (L.) Crantz Sorbo montano Teucrium chamaedrys L. Teucrium montanum L. Viburnum lantana L. Lentaggine Viola hirta L. Viola riviniana Rchb. Aspetti fisionomici del sottobosco: Il sottobosco è caratterizzato da una facies suffruticosa che, a seconda delle stazioni, può presentare Erica carnea, Polygala chamaebuxus, Arctostaphylos uva-ursi; lo strato arbustivo é variabilmente sviluppato. Nel sottotipo xerofilo predominano le graminacee (Achnatherum calamagrostis e Bromus erectus) e alcuni suffrutici termofili come la lavanda. Rinnovazione: Nelle stazioni più mesofile il faggio, l'acero opalo e la roverella si rinnovano abbondantemente, evidenziando la presenzi fenomeni di successione dinamica in consolidamento. Le attuali condizioni evolutive sono favorevoli alla rinnovazione del pino silvestre solo ai margini e nei popolamenti più radi, spesso degradati. Specie: roverella, faggio, frassino maggiore, acero di monte, acero opalo, pino silvestre. Note alle specie presenti:
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