Fuori e dentro lo specchio di Alice

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Fuori e dentro lo specchio di Alice
 Fuori e dentro lo specchio di Alice Enza Scieri …c’era di che annusare, accarezzare, tastare. C’erano libri con le
scritte dorate sulla copertina che ancora profumavano, un po’ ruvide al
tatto, così che dalle mani passava tutto un brivido sulla pelle, come
quando si tocca qualcosa di intimo e inaccessibile, qualcosa che un po’
freme e trema, sotto le tue dita. C’erano poi libri con la copertina in
cartone rivestita di stoffa, appiccicata con una colla dall’odore
incredibilmente sensuale. Ogni libro aveva il suo odore segreto ed
eccitante. A volte la copertina di stoffa si staccava un poco dal cartone,
si scompigliava come una gonna sfacciata, e che fatica non gettare
l’occhio verso l’interstizio buio fra il corpo e il tessuto, non attingervi
sentori da vertigini
A.Oz, Una storia d’amore e di tenebra Il santuario di Proust e il calamaro del neuroscienziato.
Suggestivo il titolo che Federico Rampini dà al suo nuovo libro“ Voi avete gli orologi, noi abbiamo
il tempo" che ripropone il ritorno d’attualità del “tema generazionale” in un periodo storico che
vede i profili di quattro identità generazionali coesistere nello stesso ambiente all'inizio del terzo
millennio.
http://dida.orizzontescuola.it 1923-1945 Matures/
Traditionalist
1980-2000
Y Generation/Net
Generation/Millenials/
EchoBoomer
1946-1964
Baby Boomers/
Boomers
1965-1979
X Generation/XGen/
Xer
20001-­‐2010 Generazione Alfa Z genera,on/
dal 2011 Na,vi Digitali Generazione
Nati
Età nel 2013
Tradizionalisti Matures
1925-1945
Oltre 68 anni
Baby boomers
1946-1964
49/67 anni
Generazione X
1965-1979
34/48 anni
Generazione Y Millenials
1980-2000
13/33anni
Generazione Z
2001-2010
3/12 anni
Generazione Alpha
2011
meno di 2 anni
Il mondo digitale fa da orizzonte, contaminando le appartenenze generazionali ma anche
esprimendo tangibili fratture, nuove dicotomie tra nativi digitali e migranti digitali rendendo
palpabile la tensione tra una generazione in apparizione comparsa nell’ecosistema all’improvviso
(P Ferri) che ha generato un pensiero multitasking modificando processi cognitivi e neuronali
,immersa nel cyberspazio, vestita di cristalli liquidi, i cui sensi percepiscono le tecnologie quasi
come un’estensione del sé e una generazione che ha toccato pagine di carta, per la quale il suono
della campanella ha il potere della madeleine, custode di un sapere che odorava di inchiostro e .di
una lingua sontuosa dal periodare complesso, immersa nell’archetipo sequenziale che esige
gerarchia, ordine e struttura. Identità generazionali che stanno dentro, legate allo stesso ciclo, sia
pur proiettate in una temporalità che comporta interrelazioni, intrecci, trasmigrazioni, erranze.
http://dida.orizzontescuola.it Attraversare i luoghi della differenza implica attraversare altri spazi, consapevoli che stiamo
vivendo un cambiamento epocale che può essere paragonabile ai grandi mutamenti che hanno
modificato ab imis il sapere e l’umanità nel passaggio dalla cultura orale alla cultura alfabetica,
ancorando indissolubilmente il sapere alle sue forme di comunicazione e trasmissione.
Quando Fedro domanda a Socrate "Tu pensi che la parola scritta è solo una desolata immagine della
parola di chi sa, vivente e animata", il Maestro risponde: "Essa produrrà dimenticanza nelle anime
di chi impara, per mancanza di esercizio della memoria proprio perché, fidandosi della scrittura,
ricorderanno le cose dell'esterno, da segni alieni, e non dall'interno”. Secoli dopo Calvino scriverà
“La scrittura simula il meraviglioso, scivola oltre il limite, moltiplica gli spessori di una realtà
inesauribile di forme e di significati"
Sostiene Maryanne Wolf, neuroscienziata cognitivista americana nel suo studio “Proust e il
Calamaro”, che non siamo nati per leggere.
“…è passato solo qualche migliaio di anni dall’invenzione della lettura. L’invenzione ha portato
con sé una parziale riorganizzazione del nostro cervello, che a sua volta ha allargato i confini del
nostro modo di pensare mutando l’evoluzione intellettuale della nostra specie. Non c’è un’area del
cervello deputata alla lettura ma piuttosto diverse aree via via implicate e questo perché la specie
umana ha imparato a leggere usando con elasticità e creatività biologico-evolutiva le capacità che
aveva a disposizione. (Maryanne Wolf)
In questo ambito di ricerca, la metafora di Marcel Proust e l’analogia del calamaro intendono
spiegare due aspetti complementari del processo di lettura: culturale (il santuario di Proust ) e
biologico,( il funzionamento dei processi cognitivi implicati, il calamaro) ambedue ci permettono di
interpretare le sapienziali forme di adattamento del nostro cervello e la prodigiosa plasticità dei suoi
circuiti neuronali (ibidem)
Come in una visione darwiniana è possibile che si stia delineando uno “sviluppo evolutivo” che
investe la generazione dei nativi .
“A causa della rivoluzione tecnologica in corso, il nostro cervello si sta evolvendo in questo
momento ad una velocità mai vista prima. Questo processo evolutivo del cervello è emerso
rapidamente in una sola generazione e può rappresentare uno dei progressi più inaspettati e
rilevanti della storia umana” (Small-Vorgan, 2008)
Su tali presupposti è possibile pensare che la plasticità del cervello umano nel far fronte al mutare
delle circostanze, saprà esaltare quelle capacità che il brain frame alfabetico ha inibito e reinterpretare
quelle metamorfosi cognitive che l’era digitale sta generando salvaguardando nel contempo quei
neuroni 'rallentanti' la cui sola funzione è posticipare di millesimi di secondo la trasmissione
http://dida.orizzontescuola.it neuronale da altre cellule nervose. Istanti preziosi, perché introducono sequenza e ordine nel
nostro apprendimento della realtà. (Maryanne Wolf)
Intelligenza sequenziale intelligenza simultanea
Sperimentare lo smarrimento di una metamorfosi della nostra mente può condurci ad accogliere la
naturalità di questo processo trasformativo tecnologico in ragione di una possibile intima
complementarietà dei due approcci epistemologici (lineare/ciclico), la linearità della freccia del
tempo(conoscenza cumulativa e prevalentemente induttiva,) e la circolarità del ciclo del tempo
(conoscenza ipotetico deduttiva e ricorsività conoscitiva,) (Stephen Jay Gould) e, in questa
dimensione esperenziale di abitanti e inhabitants digitali, ricomporre il pensiero sequenziale,
evocandone una potenza inedita.
Ciò richiede la sospensione del dominio razionalistico del sapiens, del pensiero disgiuntivo, delle
ordinarie categorie e gerarchie della conoscenza, in ragione del riconoscimento di una nuova forma
di intelligenza, un’intelligenza digitale, collettiva, connettiva, simultanea, che sembra aver
riconquistato la capacità di cogliere simultaneamente, all'interno delle situazioni culturali, la figura
e lo sfondo (Marshall McLuhan) producendo un mutamento strutturale nel cervello e nelle
dinamiche dell’attenzione di cui ancora non possiamo verificare l’evoluzione, ma i cui segni
possiamo cogliere nei nostri giovani "misuriamo nel silenzio dei nostri allievi la forza della
mutazione ( Marc Prensky)
È stato detto che i nativi digitali, nuovi soggetti conoscenti, sono portatori di inedite digital
literacies, che accedono alle fonti del sapere condividendo e immergendosi nella rete, creando
memorie interconnesse, procedendo per scoperta, imparando attraverso prove ed errori.
Occorre, allora, soffermarsi, so-stare su queste nuove forme di apprendimento, il paradigma lettura
scrittura sembra inadeguato a leggere, interpretare, riconoscere, abilità cognitive che presiedono ad una
intelligenza digitale, che usa forme di argomentazione proprie dell’abduzione proponendo una
conoscenza del mondo “così come ancora non è stato” (S. Zingale, Il ciclo inferenziale,).
I nativi digitali, i cittadini del Web 2.0, non vogliono ascoltare maestri dotti , praeceptor, studiare su
libri, fare verifiche e test. Vogliono imparare dall’esperienza, risolvere problemi autentici,
apprendere in gruppo. Vogliono usare le tecnologie, abitare aule virtuali, vogliono narrare e contro
narrare nel web dove i paradigmi semantici si ridefiniscono in continuazione.
http://dida.orizzontescuola.it Essi abitano le nostre città, le nostre scuole, le nostre case. Intorno al 2020 la prima generazione di
nativi entrerà nel circuito produttivo incrociando la vita delle aziende che ne stanno studiando
consumi, interessi, vocazioni, comportamenti, per ripensare il proprio modo di essere sul mercato.
I Paesi BRIC, le Tigri asiatiche, incubatori di talento, hanno investito in ricerca e innovazione
tecnologica conquistando i mercati mondiali.
Ma l’Italia, moderate innovators, resta indietro…la nostra Scuola resta indietro .
Simultaneamente fuori e dentro lo specchio di Alice.
I nostri studenti vivono “simultaneamente fuori e dentro lo specchio di Alice, in bilico tra due
opposti livelli di realtà”(Paola Di Natale).Nell’aula, terrain vague del sistema scuola, zona
d'ombra, "zona del non sense", della consequenzialità proposizionale, lo studente è chiamato ad
immergersi. Gli si chiede una presa di distanza dal mondo di cui fa parte, l'accettazione di un'altra
logica che porta su altri piani di rappresentazione la sua esperienza, gli si chiede di ignorare le
perturbazioni della realtà in cui egli vive, i tracciati complessi delle sue relazioni. Si tratta di abitare
contemporaneamente diverse realtà, di compiere ogni volta un immaginario viaggio nel tempo. E’
come restare sospesi in un vuoto che esprime la mancanza di un divenire ed essere nel qui e ora, e
che si traduce in disinteresse, in ritiro precoce dagli studi, in noia.
Dall’ America l’ultima idea del fondatore di Microsoft, Bill Gates, in materia tecnologica, è un
dispositivo hi-tech in grado di misurare la noia degli alunni durante le lezioni in classe.
"La pratica scolastica è spesso per i giovani una sorta di finzione, di penitenza più o meno
protratta, finita la quale finalmente si può tornare alla realtà vera e autentica, che è quella del nonproposizionale".(R Simone)
Mentre questo accade, l’adulto si sta ancora chiedendo come innovare la didattica (P.Ferri), quale
mediazione conoscitiva può dare senso ai nuovi alfabeti, come posizionarsi rispetto a un
cambiamento in cui è inevitabilmente immerso, come varcare la soglia del Web 3.0: il Web
semantico che permetterà di analizzare i messaggi on line dal significato delle parole.
La scuola è cognitivamente e metodologicamente lenta (R. Simone): tutta l’istituzione educativa
poggia su una premessa, incarnata nell’inconscio culturale che identifica nell’approccio sequenziale
ed analitico il proprio metodo, nel pensiero disciplinare il suo dominio cognitivo.
Occorre riformare non solo l’organizzazione delle conoscenze, che devono aprirsi al dubbio, alla
convivenza con l’incertezza; ma riformare le modalità stesse della conoscenza.(E.Morin )
http://dida.orizzontescuola.it Non bastano le LIM per innovare i processi di insegnamento, occorre una riscrittura del progetto
conoscitivo per generare reincanto e produrre conoscenza, risorsa materiale/immateriale con
maggiore potenziale di innovazione, affinchè i nostri “allievi digitali” diventino “sapienti digitali”.
Sgorga da sorgenti antiche l’interrogativo di Socrate. “Cosa ne sarà della conoscenza con la
diffusione della lettura e della scrittura se le informazioni saranno messe a disposizione dei giovani
senza supervisione né criterio? Cosa ne sarà della conoscenza radicata nel bene che richiede
dedizione e coltivazione delle più profonde capacità critiche ed analitiche?
Risuona le stessa domanda nelle pagine del libro di Raffaele Simone “La terza fase. Forme di
sapere stiamo perdendo” pagine che ci consegnano l’invito a cercare percorsi efficaci per integrare
le capacità perfezionate dalla lettura con quelle in formazione nelle nuove generazioni affinchè
possano sfruttare “il dono più nobile di un cervello pienamente sviluppato che legge: il tempo per
pensare a sé” (Wolf: 2009, 244).
E’ questo uno spazio dinamico che ci permette l’incontro con le nuove individualità, spazio che ci
permette di dischiudere la dimensione etica di un processo di formazione che pur abitando il proprio
tempo, un tempo storico, mutevole, plurale, instabile, spezzettato, sa attraversarlo e rinnovarlo e
renderlo fruttuoso, spazio che ci permette di interpretare un sapere che sa spostarsi nell’altrove e
ricercare oltre, esponendoci all’inatteso, e rinascere ogni volta in nuove forme di compresenze e di
vissuti. Il futuro è oggi. Il brain frame digitale ci ha raggiunti nella struttura profonda delle nostre
coscienze.
E forse, noi Gutemberg alfabetizzati, pur se con un velo di malinconia, riusciremo a sospendere le
persistenze dei legami con il passato e a celebrare il desiderio di riprendere a camminare lungo i
sentieri di una nuova educazione antropologica, con inaspettati compagni di viaggio, oggi e ancora
domani.
Dal momento in cui ci chiediamo che cosa è stato, come avviene, da quel momento potremo essere
capaci di prenderci cura di questi segni e di queste vite.
Enza Scieri [email protected] Bibliografia §
Report 2010-2011 Pubblicato per il decimo anno consecutivo, il Global Information Technology
Report rappresenta il più completo e autorevole documento internazionale di valutazione dell'impatto
http://dida.orizzontescuola.it delle ICT nei processi di sviluppo e sulla competitività delle nazioni. L’Italia è stata classificata
moderate innovators
§
Alcuni studi (Smith H.J. et al., 2005; Smith et al., 2006; Wood e Ashfield, 2008) ci indicano con
chiarezza che la LIM è intesa come strumento per la didattica frontale, Non sono stati evidenziati
sostanziali differenze tra le situazioni sperimentali in cui sono state utilizzate delle LIM e le situazioni
in cui la didattica è avvenuta senza l’apporto di questo strumento (Smithet al., 2006; Higgins et al.
2007).
§
Millennials, Generazione Y, Google generation sono modi altri per indicare i Digital Natives,
§
“New Millennium Learners”, un approfondimento di OCSE-PISA dimostra come l’uso delle
tecnologie a casa (più che a scuola) migliori gli apprendimenti e renda più “brillanti” i nostri digital
kids (Pedró 2006, 2009), gli stessi esiti
ha rilevato il progetto di ricerca “Digital natives” del
Berkman Centre for Internet Society di Harvard i cui coordinatori hanno pubblicato il volume “Born
Digital. Understanding the first generation of digital natives”.
§
Ancora citiamo Project New Media Literacies (NML), della MacArthur Digital Media and Learning
Initiative, il progetto MIT Comparative Media Studies Program, cui ha contribuito lo stesso Jenkins e
le numerose ricerche “teen ager nativi USA” del Pew Internet & American Life Project, in particolare
la ricerca dedicata ai Millennials, altro nome per definire i nativi.
§
Aoki C., Siekevitz P. - La plasticità del cervello - Le Scienze n.246 (febbr.1989)
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