PAC novembredicembre2007b

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PAC novembredicembre2007b
Punto
Virgola
&
Punto a capo
+1
Notiziario interno del Coordinamento Nazionale FISAC-CGIL Intesa-Sanpaolo — Supplemento Area Lazio
Anno 1 — Novembre/dicembre 2007
Si torna a trattare…
Dubbi, problemi, incertezze, domande, aspettative, chiarimenti, appelli…
la risposta a tutti i quesiti sul tappeto e molto di più il prossimo 17/12 nel corso della
Ricomposto il tavolo sindacale
a nove sigle
Nella settimana che precede il Natale riprenderanno a Milano le trattative
tra
azienda
e
sindacati
sull’armonizzazione contrattuale degli integrativi di tutte le banche reti.
Le tematiche in discussione sono
quelle relative a mobilità, pendolarismo, part-time, liste di trasferimento, RLS, permessi e finanziamenti al
personale.
L’incontro riprenderà dal punto in
cui si era interrotto il 28/11 quando,
alla pausa di riflessione chiesta dai
sindacati, era seguito l’abbandono
del tavolo di lavoro da parte di sette
delegazioni sindacali (tutte, tranne
la FISAC/CGIL e la FABI), con
l’avvio delle procedure di sciopero
(poi ritirate).
La ricomposizione del tavolo sindacale è sicuramente un segnale positivo per tutti i lavoratori che, in
questo momento estremamente delicato della vita aziendale, hanno
bisogno di un sindacato unito e responsabile che sappia imporre
all’azienda le scelte più giuste
nell’interesse di tutti i dipendenti di
tutte le società del gruppo IntesaSanpaolo, mentre ai nostri rappresentanti in delegazione trattante
occorre la certezza del sostegno dei
lavoratori, nella malaugurata ipotesi
in cui il confronto dovesse vedere le
parti ferme su posizioni contrapposte e inconciliabili.
L’incorporazione del gruppo SanPaoloImi in Banca Intesa è stata salutata dall’intero quadro politico nazionale e dalla comunità finanziaria
come un’operazione di crescita e
sviluppo tra due aziende sane ed i
comunicati, che periodicamente
vengono rappresentati al mercato,
certificano lo stato di salute di cui
beneficia il nuovo colosso del credito: operazioni di basso mercanteggiamento, tendenti a tagliare diritti
acquisiti di decine di migliaia di lavoratori, creerebbero una frattura
insanabile tra i vertici aziendali ed i
dipendenti tutti. Assemblea Fisac
della piazza di Roma
L
unedì 17 dicembre si svolgeranno a Roma le assemblee degli iscritti Fisac: la riunione si terrà presso il Centro Congressi Cavour, Via Cavour 50/a, alle 11,35 per i part-time e nel pomeriggio, con inizio dalle 14,35, per tutti gli altri. L’incontro, come sempre
aperto a tutti i dipendenti della piazza romana, anche non iscritti al
nostro sindacato, nasce col preciso intento
di fare chiarezza tra i
lavoratori,
dopo
le
tante (troppe) notizie
diffuse a mezzo stampa, fax, volantini, che
hanno contribuito ad
alimentare un clima di
ansia ed incertezza tra
i colleghi, complicando
la
trattativa
su l l’ar m o n iz z az io n e
contrattuale.
Gli argomenti in discussione sono importantissimi: riguardano
la vita sociale e lavorativa di oltre 70.000 dipendenti del nuovo gruppo
bancario. E’ importante partecipare, per ascoltare in diretta le risposte
ai tanti quesiti che si rincorrono in lunghe catene sui forum
dell’intranet aziendale. Altrettanto importante è convincere i recalcitranti, i pigri e gli indecisi a farlo.
L’assemblea si terrà all’indomani del raggiungimento dell’ipotesi di accordo sul rinnovo del contratto di categoria, che è stato appena sottoscritto dalle segreterie nazionali. Siamo certi che nessuno dei nostri
lettori farà mancare il proprio contributo e la propria presenza a questo fondamentale appuntamento. All’interno
Jopjopijoj
E all’improvviso... la direttiva m.i.f.i.d.
Lettera a Punto a Capo
Kjhjnklnj
di M. Alimonti (p. 2)
di P. Cirillo (p. 5)
Oihoioij
Ancora violenza sulle donne,
di E. Spampinato (p. 3)
L’attività sindacale in Area Lazio,
di M. Azolini (p. 4)
Ojpjop
Mentre la città dorme...
di M. Alimonti (p. 6)
Ero anch’io al corteo!,
di A. Grazia (p. 7)
Dai luoghi di lavoro (p. 8)
Punto a capo - Fisac Cgil Intesa-Sanpaolo
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E all’improvviso... la direttiva m.i.f.i.d.
Ovvero la nuova regolamentazione europea per i mercati degli strumenti finanziari
F
orse non risolverà i problemi dei risparmiatori italiani, ma certamente
contribuirà al disboscamento
delle foreste!
La nuova direttiva comunitaria,
vincolante per 27 mercati europei, prevede, infatti, la regolarizzazione entro il 30/6/2008 di tutti i rapporti
di deposito titoli in essere,
attraverso la sottoscrizione del nuovo questionario
sul profilo finanziario e la
ristampa dei contratti esistenti: un consumo medio
di 70 fogli prodotti su
stampante laser per ogni
posizione e, a livello nazionale, gli schedari interessati
sono
circa
6.000.000 – fate voi i
conti.
A Roma il progetto è stato
presentato a direttori e
gestori nel mese di novembre, in una sala
dell’Holiday
Inn,
con
grande enfasi, alla presenza del
capo area Franco Gallia,
dall’amministratore delegato di
Eurizon Capital sgr, Francis
Candylaftis, e dai vari responsabili della formazione, dei controlli e del desk filiali.
L’intervento che ha fatto letteralmente “ululare” i partecipanti, strappando applausi a scena
aperta, è stato quello di Luca
Facchini Provera che ha parlato
in maniera semplice e diretta,
pronunciando parole che ormai,
da anni, non eravamo più abituati ad ascoltare, tipo “…
ricercare un punto d’equilibrio
tra interesse della banca e convenienza del cliente”.
Nel suo discorso, il responsabile
del desk filiali ha spiegato che la
nuova normativa sul m.i.f.i.d. è
piombata come una meteora sul
sistema bancario italiano ma
(anche su pressioni della CONSOB) ha l’indubbio merito di a-
vere costretto gli istituti a prendere coscienza delle proprie responsabilità.
Con la nuova direttiva, il lavoro
del gestore viene interpretato
come un servizio di consulenza,
da praticare in maniera intelli-
gente e qualificante, improntato
specificatamente alla tutela del
cliente, anche per le responsabilità che alla nostra azienda
derivano dall’amministrare 400.000.000.000= di euro detenuti da clientela mass (ossia 1/5 del risparmio delle famiglie
italiane).
Da tutto questo – seguendo il
ragionamento del dirigente –
discende la necessità di ricercare standard di assoluta qualità,
ovvero selezionare buoni prodotti da sottoporre alla clientela, caratterizzati da strutture
semplici e trasparenti, negoziarli alle migliori condizioni possibili, con commissioni di up front
contenute, perseguendo un rapporto duraturo con i risparmiatori, con un’offerta di consulenza che non può e non deve discriminare i clienti più piccoli.
Sembrava di sentire l’intervento
di un sindacalista fisac in un po-
lo commerciale di qualche anno
fa: “…le sfide sui mercati finanziari si vincono con prodotti di
qualità, chiari, trasparenti e poco costosi…”
Per supportare i colleghi operanti nelle filiali, si sta lavorando ad una nuova piattaforma evoluta (più veloce
e più funzionale), si sta
allestendo un desk filiali
che, a regime, sarà composto di 50/60 persone
ripartite in 6 team (per
rispondere con immediatezza alle necessità dei
gestori), verrà completata
la revisione dei prodotti a
catalogo, con una riduzione significativa del numero delle offerte oggi presenti
(presumibilmente
intorno ad aprile), verrà
organizzata un’intensa attività formativa.
Questo, in sintesi, il quadro innovativo presentato: resta da verificare come il progetto, molto accattivante in linea teorica, verrà nelle prossime settimane calato
nella realtà operative e se tante
belle parole saranno seguite da
fatti concreti.
Per coerenza con quanto illustrato, nel nuovo anno ci aspetteremmo l’eliminazione delle
campagne prodotto, la fine delle
liste dei clienti da contattare
perché “troppo prudenti”,
l’abbandono dell’angosciante
pratica dei report giornalieri da
trasmettere agli uffici commerciali d’area: staremo a vedere.
Aggiungiamo ancora qualche
considerazione.
1) Il lavoro annunciato, che si
svilupperà nei prossimi 7 mesi,
è qualcosa che esula dall’attività
ordinaria e va, inevitabilmente,
a cozzare con una realtà composta da punti operativi con organici all’osso, nell’ultimo anno
ulteriormente falcidiati da fuo-
Punto a capo - Fisac Cgil Intesa-Sanpaolo
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riuscite per esodi e dimissioni spontanee, solo marginalmente reintegrate. Nelle agenzie, specie le più
piccole, i ruoli sono completamente
saltati: tutti fanno tutto, nel tentativo disperato di prestare in ogni
caso un servizio decente alla clientela e mandare avanti la baracca.
Da questi colleghi, che da mesi (a
volte anni) attendono dall’azienda
un intervento riparatore, non si
possono pretendere ulteriori miracoli.
2) Un progetto di formazione
“serio” deve necessariamente evitare la pratica dei
corsi in autoistruzione,
somministrati in filiale col
metodo
a
singhiozzo, tra un
cliente e l’altro, tra
una telefonata ricevuta ed una mail
inoltrata, tra un
ordine trasmesso
ed uno schedario
profilato, con un
sistema di informazione privo di
qualsiasi possibilità di incidere efficacemente sulla
reale crescita professionale dei partecipanti.
3) Con l’intensificarsi dell’attività di
riprofilatura da parte di un numero
sempre maggiore di operatori, i sistemi informatici iniziano a soffrire,
in maniera preoccupante, per il sovraccarico di operosità, con cadute
di linea e connessioni non disponibili che spesso si protraggono per
ore, causando disagio ai clienti e
grande imbarazzo nei colleghi.
4) Le strutture di molte agenzie
non presentano spazi e armadi sufficienti per conservare la montagna
di documenti che dovranno essere
prodotti nei prossimi mesi.
Scopriremo presto se la nuova normativa m.i.f.i.d. contribuirà a rinsaldare il rapporto banca – cliente,
restituendo dignità al lavoro di tanti
colleghi, o servirà soltanto ad accumulare ulteriore carta in polverosi e
dimenticati archivi. [email protected]
Ancora violenza sulle donne
La Fisac ha aderito alla manifestazione romana del 24 novembre
L
a criminalità, come la violenza, non ha colore politico né si può
individuare in una particolare fascia culturale e sociale.
Secondo gli ultimi dati, ma il fenomeno è sotto gli occhi di tutti, sono in aumento i casi di violenza sulle donne e un terzo delle vittime subisce violenza sia fisica che sessuale anche più volte. Ma il
dato più preoccupante è che una percentuale consistente delle vittime non denuncia la violenza subita.
E’ l’aspetto della violenza più terribile; quello che questa società,
sempre più degradata, riversa sui più deboli e, in particolare, sulle
donne. Non passa giorno, ormai, che accanto ad episodi più generici
di microcriminalità, avvengano episodi di violenza contro le donne.
Sempre più spesso, tali episodi sfociano con la morte delle vittime.
Le violenze per ragioni di genere si manifestano in modi diversi tra loro. Esistono gli abusi domestici, perpetrati da mariti o familiari, fatti di
botte, violenze psicologiche, stupri o matrimoni combinati. Ci
sono poi le molestie e
discriminazioni di cui
le donne sono vittime
sul posto di lavoro.
Poi, ancora, c’è la
prostituzione.
Da secoli questa violenza è la violazione
dei diritti umani più
diffusa, più socialmente accettata e più difficile da contrastare. Spaventa ancor di più
il fatto che si tratta di un fenomeno globale, ricorrente in tutti i paesi, dai più poveri e arretrati ai giganti dell’economia e del progresso
sociale. Per troppe donne nel mondo la libertà e la sicurezza sono
ancora un lontano miraggio.
Non basta conquistare un diritto, occorre mantenerlo ed estenderlo:
sancita la parità uomo donna, occorre praticarla!
Ci vogliono forti investimenti strutturali per avere una società in cui
la femminilizzazione sia quotidianità e non supporto di ciò che è concepito e strutturato da uomini. Occorrono leggi e norme che cancellino le discriminazioni e affermino i diritti delle donne come individuo
femminile. Leggi per le donne, una volta tanto, oltre che per la famiglia.
Sarebbe ora che le norme sulla violenza sessuale che da un po’ di
tempo, ormai troppo, giacciono in commissione Giustizia, venissero
approvate e messe in atto. Senza alimentare, con la cultura diffusa
dell’eccezionalità dell’evento e l’uso strumentale che se ne fa, campagne mediatiche e xenofobe.
In questo modo si continua a negare il fatto che la violenza contro le
donne è trasversale alle culture e attraversa la nostra società, mentre è innegabile e incontestabile il rapporto tra questa e l’esercizio
del potere, libertà e autonomia tra donne e uomini.
La violenza contro le donne non può più essere un fatto privato, né
un destino; ma può alimentarsi là dove la democrazia e lo Stato civile sono latitanti.
L’autonomia delle donne non può essere considerata una minaccia,
ma una grande opportunità di cambio sociale e culturale.
Nessuno si senta escluso… [email protected]
Punto a capo - Fisac Cgil Intesa-Sanpaolo
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L’attività sindacale
in Area Lazio nel 2007
Le accuse di immobilismo sindacale smentite dai fatti
Cosa ha fatto e sta facendo il sindacato? Il sindacato è
immobile!
Domande e affermazioni del genere sono state rivolte a
noi sindacalisti più e più volte dall’inizio del 2007, momento in cui è diventata operativa la fusione fra Intesa e
Sanpaolo. Oggi proverò a fare un mio personale resoconto della situazione sull’attività
sindacale praticata nella nostra area. E’ opportuno, però,
fare prima una precisazione.
La nostra realtà vede coesistere sul territorio uffici di sede centrale (V.le dell’Arte –
Via Lamaro – Via del Corso) e
realtà di filiali (301 in regione
Lazio comprese le filiali Imprese); questa situazione rende più difficile la gestione e la
soluzione dei problemi: alcuni
uffici di sede centrale, per sinergie da fusione, hanno determinato e determineranno
esuberi di personale, la rete
sportelli di contro soffre per
gli esodi a fondo esuberi e per
le dimissioni volontarie di
quasi cento colleghi, avvenute
nell’arco dell’anno. Tutto ciò è
aggravato dalla recrudescenza degli eventi criminosi che
hanno portato ad un sensibile aumento di rapine nelle
nostre agenzie.
Nel periodo 1/1 - 30/10/2007 il lavoro del sindacato in
Area Lazio ha avuto la seguente cronologia:
1)
24/1 rapinata una filiale, 30/1 conseguente comunicato
2)
1/2 comunicato su pressioni commerciali
3)
2/2 comunicato contro il nuovo sistema di assunzioni (utilizzo di società esterna senza la supervisione
delle organizzazioni sindacali)
4)
20/2 primo incontro con i responsabili dell’Area
Lazio, 21/2 conseguente comunicato
5)
27/3 convocazione in Area, 6/4 conseguente comunicato (ristrutturazioni uffici e filiali)
6)
24/4 richiesta di incontro (sicurezza – pressioni
commerciali – organici)
7)
24/4 2° comunicato contro le pressioni commerciali
8)
15/5 convocazione in Area, 18/5 conseguente
comunicato (sicurezza – pressioni commerciali – organici)
9)
23/5 lettera al Servizio Personale di Milano su
mancato rispetto della normativa contrattuale in relazione alla ristrutturazione di un ufficio di sede centrale
10)
13/6 incontro con l’Azienda, 15/6 conseguente
comunicato (richiamiamo l’Azienda al rispetto delle regole – denunciamo comportamenti scorretti – ci riteniamo
insoddisfatti delle risposte forniteci)
11)
26/6 richiesta assemblea tenutasi il 3/7
all’agenzia 7 via Duccio da Boninsegna
12)
26/6 incontro con l’Area, 5/7 conseguente co-
municato (sicurezza – organici – pressioni commerciali)
13)
Mese di Luglio, assemblee sulla piazza di Roma
14)
20/7 comunicato-denuncia successivo alla tornata assembleare (organici - ristrutturazione degli uffici di
sede centrale - sicurezza – pressioni commerciali)
15)
18/9 lettera al Direttore Generale nonché Capo
del Personale in cui si chiede un intervento urgente ed
efficace su organici, ristrutturazione degli uffici di sede
centrale e sicurezza
16)
19/9 incontro con l’Azienda, 1/10 conseguente
comunicato
(sparizione
su
Roma
del
nucleo
DSI=informatici)
17)
18/9 incontro con l’Azienda su sicurezza e ristrutturazione DSO (back office),
1/10 conseguente comunicato
(implementazione back office
da 130 a 230 addetti)
18)
8/10
comunicatodenuncia su mancato rispetto
delle regole in relazione alle
ristrutturazioni operate in uffici di sede centrale
19)
26/10 incontro con
l’Azienda, 30/10 conseguente
comunicato (assunzioni per la
Rete filiali – piano generale su
efficientamenti da servizi di
sede centrale)
Tutta questa attività ha visto
la condivisione delle 9 sigle
sindacali firmatarie di tutti i
documenti licenziati, il che
tradotto vuol dire numerose
riunioni di intersindacale dove
si sono confrontate, dibattute
e portate a sintesi le idee di 9 sigle ex Intesa + 9 sigle ex
Sanpaolo. Risultato conseguito mantenendo sempre
l’unità del tavolo sindacale (operazione tutt’altro che
semplice, fallita in altre aree).
Oltre a quest’attività “straordinaria”, abbiamo operato
“ordinariamente” per cercare di risolvere i piccoli-grandi
problemi di vita quotidiana nelle filiali, negli uffici di sede
centrale ed i problemi legittimi e personali dei singoli colleghi.
Fin da fine maggio abbiamo fatto intendere all’azienda
che avremmo operato azioni di lotta, non ultimo lo sciopero, se non si fossero affrontati e risolti i problemi di organici per la rete, le questioni relative alle ristrutturazioni
degli uffici di sede centrale, la cattiva abitudine di sconfinare nelle pressioni commerciali ed ultime, ma non ultime, le problematiche sulla sicurezza per l’oggettivo aumentato rischio rapina nelle filiali.
Il bilancio, anche in considerazione dell’attività sindacale
svolta, è:
1)
Organici: assunzione di 115 persone di cui 35 già
operative e rivenienti da accordo esodo incentivato ed
ulteriori 80 da assumere entro fine anno per far fronte
alle esigenze operative della rete. Traduzione: l’azienda
era intenzionata ad assumere soltanto 35 persone.
2)
Ristrutturazione degli uffici di sede centrale: dopo un avvio disastroso che ha visto il mancato rispetto
delle regole, che ha portato ad un aumento di conflittualità ed ha ingenerato ansie, a volte, anche ingiustificate,
l’azienda sembra aver capito che la strada da intraprendere debba passare attraverso un confronto costruttivo
con le organizzazioni sindacali e con i lavoratori, ed ultimamente ci ha fornito un piano più complessivo ed orga-
Punto a capo - Fisac Cgil Intesa-Sanpaolo
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nico in relazione alle ristrutturazioni
previste sulla piazza di Roma.
3)
Pressioni commerciali: sono
di fatto diminuite (tranne eccezioni).
Nel mese di luglio 2007, forse perché
la nostra area era in linea con i budget assegnati, c’è stato un atteggiamento più “soft” da parte aziendale.
Sarà opportuno verificare che tale
atteggiamento non cambi ad inizio
2008 quando ci verranno assegnati
nuovi “sfidanti” obiettivi; come sindacalista penso si debba vigilare affinché i comportamenti aziendali siano
rispettosi dei lavoratori ed i risultati
da raggiungere siano in linea con le
reali possibilità del mercato.
4)
Sicurezza: sono stati proro-
gati ed ancora oggi risultano operanti
i servizi di guardiania per 4 filiali plurirapinate su cui era previsto un piantonamento temporaneo post-rapina.
La situazione è ancora critica e con
l’azienda ci siamo dati un nuovo appuntamento per verificare le problematiche di sicurezza per l’intera area.
I risultati ottenuti sono tardivi? Sono
insufficienti? Sono migliorabili? Tutti
gli interrogativi sono legittimi. Penso,
però, di aver dato risposta alla domanda con cui ho iniziato questo articolo: “Che cosa ha fatto e sta facendo
il sindacato?”. Di contro credo non sia
corretta l’affermazione fatta da molti
colleghi: “Il sindacato è immobile!” e
personalmente non la accetto.
Da inizio anno, il Sindacato = i Lavoratori hanno sofferto e stanno soffrendo le ristrutturazioni da fusione,
hanno combattuto e stanno combattendo su vari fronti, hanno ottenuto
dei risultati (sicuramente perfettibili)
e stanno continuando ad affrontare
tutte le difficoltà vecchie e nuove che
quotidianamente si presentano.
Se c’è una critica da fare a questo
sindacato è la sua iperattività: altro
che immobilismo! [email protected]
Lettera a “Punto a Capo”
di Paolo Cirillo
V
orrei sottoporvi alcune riflessioni in merito al lavoro che
la Fisac Cgil ha svolto
nell’ultimo periodo. In particolare
sulle relazioni a livello locale con Intesa SanPaolo, sui risultati raggiunti
nell’ultima vertenza e sul futuro che
ci aspetta.
Per quanto riguarda il livello di confronto fra organizzazioni sindacali e
azienda ritengo che siano stati fatti
enormi passi in avanti. All’inizio
dell’anno 2007 infatti appariva chiarissimo un atteggiamento aziendale
teso ad accentrare qualsiasi confronto su qualsiasi problema, escludendo quasi del tutto il ruolo del sindacato locale. Questo comportamento è stato da noi prima combattuto e
poi modificato. E quindi ora
l’Azienda riconosce nei fatti il ruolo
fondamentale della rappresentanza
locale. Grazie a ciò si sono tenuti più
incontri nei quali hanno trovato spazio e soluzione molte problematiche
della nostra area: primo fra tutti il
tema degli organici. Di fronte a un
numero rilevantissimo di dimissioni
l’Azienda non intendeva produrre
nessuna assunzione, dimostrando
una assoluta carenza di sensibilità
nei confrontI dei colleghi delle reti
commerciali. Anche questa impostazione è stata battuta e così oggi
possiamo contare su circa 81 immediate nuove assunzioni, ma soprattutto è stata sconfitta l’idea aziendale di gestire le risorse solo come
fonte di costi.
Anche sul fronte delle ristrutturazione nei servizi centrali l’azienda ha
subito fatto capire di voler mano libera nella gestione delle lavorazioni
e dei colleghi annunciando ad esem-
pio trasferimenti lampo senza regole
e certezze. Anche questa idea ha
subito un ripensamento aziendale
che ha provocato un blocco delle
iniziative unilaterali messe in pista
arbitrariamente, e un confronto che
partendo dalla volontarietà ridefinisse le regole di come si affronta una
ristrutturazione con il consenso dei
lavoratori e nel rispetto delle professionalità di ognuno.
Sicuramente rimangono da affrontare molti altri temi. Uno per tutti,
quello della sicurezza. I recenti fatti
ci trasmettono dati molto negativi in
merito all’aumento degli eventi criminosi. Anche su questa materia abbiamo chiesto all’area Lazio che nei
prossimi incontri vengano effettuati
investimenti concreti per tutelare i
colleghi non solo a parole.
L’articolo di Massimo Azolini su questo stesso numero riassume nel dettaglio le iniziative di confronto locale
messe in pista in questo 2007.
Riassumendo: la nostra azienda ha
dovuto modificare ciò che con arroganza aveva annunciato; in sintesi
ha dovuto fare i conti con i lavoratori e con un sindacato responsabile
ed assolutamente convinto che solo
il confronto sul merito dei problemi
può generare ipotesi positive per le
parti, confronto che sta avvenendo
sia a livello centrale per le grandi
materie, e sta proseguendo a livello
locale per le specificità dei territori.
In questi giorni infatti si sta trattando a Milano sulla definizione completa delle norme che sostituiranno i
vecchi contratti integrativi e che, in
caso di sviluppo positivo, completeranno il quadro di regole e certezze
per i lavoratori di tutte le aziende
del gruppo Intesa SanPaolo.
La fusione ha portato grandi cambiamenti, molti dei quali hanno fatto
crescere un comprensibile senso di
disagio tra i lavoratori.
Il messaggio aziendale, veicolato
all’inizio dell’esperienza di fusione,
di assoluta libertà nel fare e nel disfare, con l’alibi di ottenere migliori
risultati economici e senza rispetto
delle regole è stato però respinto.
Il merito dei problemi, la responsabilità della Fisac Cgil e delle altre organizzazioni sindacali ha prevalso: i
risultati che iniziano a introdurre
correttivi su organici, enti centrali ed
altre questioni stanno arrivando.
E’ necessario quindi aggiornare la
propria idea e continuare a credere
che solo lavoratori uniti ed impegnati a lottare su ipotesi condivise e trasparenti possono mettere in profonda difficoltà, come i fatti stanno dimostrando, questa azienda.
Personalmente continuerò a battermi insieme agli altri compagni della
segreteria Fisac di Roma per valorizzare queste esperienze.
Vi abbraccio.
Paolo Punto a capo - Fisac Cgil Intesa-Sanpaolo
pag. 5
Mentre la città dorme…
Emergenza morale o emergenza criminale?
L
o abbiamo sentito in tv e
letto sui giornali.
A Guidonia, un ufficiale in
pensione,
tiratore
scelto
dell’esercito, dal balcone di casa
spara sui passanti. Risultato: due
morti e sette feriti. Si arrenderà
solo dopo avere esaurito le munizioni, consegnando alle
forze dell’ordine una carabina ed una pistola.
A Perugia, una studentessa inglese viene stuprata e uccisa nella sua
abitazione la notte di
Halloween, sospettati la
coinquilina americana, il
fidanzato
italiano
di
quest’ultima e un amico
ivoriano.
A Roma, nei pressi della
stazione di Tor di Quinto,
una signora romana viene derubata, violentata e
uccisa da un rom ventiquattrenne.
Ad una stazione di servizio dell’A1,
nei pressi di Arezzo, un poliziotto
spara ed uccide un tifoso che andava in trasferta a seguire una
partita di calcio.
A Bormio, due ragazzi di 17 e 18
anni, alla guida di una moto col
fanale rotto, investono, uccidendolo, un bimbo di tre anni e mezzo; poi fuggono senza prestare
soccorso.
Sono solo alcune delle storie di
violenza che giornalmente si verificano nel nostro paese; notizie
flash che descrivono una nazione
incivile, stile arancia meccanica, e
ci raccontano di vite spezzate, di
morti senza senso e del conseguente, inevitabile strascico di
rancore, disperazione e dolore.
Al di là del giornalismo stupido che
chiede ai parenti delle vittime se
siano disposti a perdonare gli assassini, resta la rabbia per le parole di quei politici che, ricercando
facili consensi, strumentalizzano
alcuni dei tanti (troppi) drammatici avvenimenti incitando all’odio
razziale, e per un governo ondivago che, alcune volte, dimentica di
ricercare le responsabilità politiche
di fatti indegni di un paese civile (i
pestaggi brutali durante il G8 di
Genova), mentre in altre occasioni, stimolato dal risentimento popolare, vara in fretta delle leggi
speciali tendenti all’espulsione facile dello straniero, che colpiscono
nel mucchio senza logica e senza
regole.
La morte violenta è sempre assurda e inaccettabile che sia causata
da noia, pazzia, superficialità, supponenza o degrado. La violenza è
trasversale: alberga in tutte le etnie, in tutte le razze, religioni e
corporazioni.
Le varie reti televisive nazionali,
impegnate nella sfida dell’auditel,
creano ad arte i vari mostri da dare in pasto a folle desiderose di
vendetta e di sangue, mentre i
professionisti della politica arringano le masse, incuranti dei disastri che potrebbero causare con le
loro parole.
Quel popolo che una volta annoverava santi, poeti e navigatori,
oggi, purtroppo, presenta al mondo le sue squadracce razziste che
vanno all’assalto di immigrati rumeni, colpevoli di bere birra nei
piazzali dei supermercati (come è
accaduto a Roma il 2/11 a Tor
Bella Monaca e in precedenza il
19/9 a Ponte Mammolo), o assaltano le caserme di polizia e carabinieri in un’assurda caccia
all’uomo.
Grazie a Dio, non si è scatenata in
Inghilterra la “caccia” all’italiano,
dopo l’omicidio di Meredith, ed anche in Tunisia ai nostri connazio-
nali non è accaduto nulla, dopo la
strage di Erba (a proposito: a metà ottobre il g.u.p. di Como ha rinviato a giudizio Olindo e Rosa, il
postino pacioccone e sua moglie, i
rei confessi dell’accaduto; e pensare che inizialmente i sospetti si
erano concentrati su Azouz Marzouk, marito – padre – genero delle vittime, non
perché fosse un violento o
per i suoi precedenti penali, ma semplicemente perché “straniero”).
La verità è che i capri espiatori, i mostri, i diversi
“brutti sporchi e cattivi”,
con cui riempire i tiggì di
prima serata e organizzare
inutili tavole rotonde, servono ai governi, di qualunque colore, per distogliere
il popolo bue dai veri problemi. Sono il drappo rosso agitato davanti al toro
che, concentrato sul cencio svolazzante, non si accorge della spada che lo trafigge.
Così noi italiani, cresciuti a campionati di calcio e televisione, gridando in coro – dagli all’untore! –
concediamo il nostro sostegno a
leggi liberticide, indirizzando la
nostra rabbia mal repressa contro
una minoranza, contro dei disperati ghettizzati, che qualche tempo
fa erano islamici o albanesi, e prima ancora erano terroni meridionali, ed oggi sono rumeni.
Così anziché analizzare gli eventi
in maniera razionale, ricercando e
stimolando soluzioni politiche
(perché è così facile detenere armi? Perché nonostante i posti numerati negli stadi e le telecamere
non si risolve il problema degli ultrà violenti? E’ giusto che la polizia
giri armata?), affrontiamo i problemi di pancia, anteponendo
l’istinto alla ragione, dimenticando
che le responsabilità sono sempre
individuali e mai di una categoria
o di un popolo (non tutti i Rumeni
sono assassini, non tutti i poliziotti
sparano a caso, non tutti gli Italiani sono mostri).
E, fortunatamente, non tutti la
pensano allo stesso modo: lunedì
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12/11, a Roma nella piazza davanti al
Colosseo, si è svolta una fiaccolata
contro il razzismo organizzata dalle
federazioni romane dei partiti della
sinistra. Una manifestazione che ha
raccolto la partecipazione spontanea
di donne e uomini, operai ed impiegati, giovani e anziani, italiani e stranieri. Tutti insieme per dire no al razzismo ed alla violenza, a difesa della dignità di ogni individuo, per uno stato
di diritto che tuteli i più deboli.
L’imbarbarimento costante della nostra società ci costringe a prendere
posizione, a sviluppare una capacità di
analisi e di critica, a pretendere una
risposta politica.
E la soluzione non è da ricercare in
uno stato di polizia, che innalza muri e
promuove leggi speciali: la strada per
superare i problemi si costruisce attraverso l’istruzione e l’integrazione.
Si alimenta con la cultura del rispetto
per gli altri che va praticata nelle famiglie; si fortifica nella scuola con insegnamenti qualificanti; si consolida
con l’esempio di moralità ed integrità
trasmesso dalle istituzioni; si difende
con un impianto giudiziario capace di
infliggere condanne e rendere certa la
pena per chi delinque a tutti i livelli:
dai poveri diavoli ai dirigenti di partito.
L’emergenza che noi tutti, dunque,
dovremmo avvertire non è quella della
criminalità, ma quella della morale! E’
il risveglio delle coscienze. E’ la collera
verso la nostra assenza, la nostra indifferenza.
La causa prima dei mali della società
in cui viviamo è la nostra apatia. La
scossa elettrica che potrebbe sconfiggere i ghetti, allontanare gli orrori, integrare i diversi è la consapevolezza
che potremo progredire solo se ognuno di noi darà il proprio contributo,
con tutta la difficoltà e il coraggio che
tale decisione comporta. Oppure, molto più semplicemente, possiamo tornare a dormire, aspettando pazienti il
nuovo mostro che puntualmente domattina riempirà le pagine dei giornali. Ero anch’io al corteo!
La manifestazione del 20 ottobre a Roma, raccontata da chi c’era
E
ro anche io al corteo di sabato 20 ottobre.
E’ stata una delle più belle manifestazioni a cui abbia mai partecipato (e vi assicuro che non sono poche).
Bella per il numero delle persone in piazza, molto al di là delle più rosee aspettative, come ormai hanno riconosciuto tutti.
Bella per la varietà dei manifestanti:
giovani, donne, anziani, studenti,
operai, impiegati, iscritti a sindacati
confederali o autonomi, con bandiere e con simboli più o meno in vista,
o anche senza, insomma una presenza voluta, indipendentemente
dalle realtà organizzate, e voluta
individualmente, con la consapevolezza della gravità del momento.
Bella per le parole d’ordine che hanno risuonato nel corteo, dove non si
è sentito praticamente nulla di becero o di massimalista, nulla che
desse
l’impressione
di
un’opposizione pregiudiziale a questo governo in un’ottica del tanto
peggio tanto meglio.
Certo, è risuonato forte e deciso il rimprovero all’esecutivo sulla sua
incapacità a sistemare i danni fatti dal governo Berlusconi: la legge
30 e la Bossi-Fini in particolare, ma anche la legge 40, le varie leggine ad-personam, la questione della giustizia, e poi i contratti da rinnovare, il problema dei redditi sempre più insufficienti ad una vita dignitosa; ossia tutti gli interventi previsti nel programma di questa coalizione e non ancora attuati.
E soprattutto cose per le quali, almeno la CGIL, ma, spesso (anche se
non sempre), anche CISL e UIL, mi avevano chiesto di scendere in
piazza più e più volte negli ultimi anni.
Insomma, la manifestazione ha rivolto una precisa richiesta a questo
governo di marciare, speditamente e senza
timidezze, sulla strada del programma con
cui si era presentato agli elettori, e di distinguersi nettamente dal governo precedente.
Non è un caso che in piazza ci fossero solo
elettori del centrosinistra, e non certo gente
in procinto di “ribaltoni”, anzi da questo punto di vista il governo può essere decisamente tranquillo verso i manifestanti (e forse
meno rispetto ad altri “alleati”).
E non c’erano, come ho detto, nemmeno gli
estremisti antisindacato: c’erano quelli, per
esempio che hanno preso il referendum come una cosa seria, e non come una cosa così, tanto per fare, e
[email protected]
quindi un evento all’interno del quale era possibile, con lo stesso diritto, dire si o no.
E c’ero io, che rivendico il diritto ad essere un dirigente sindacale, o
Tutto quello che riguarda
meglio, un dirigente della CGIL, e, contemporaneamente, il diritto ad
il tuo rapporto di lavoro
avere un’opinione personale.
con l’azienda
lo trovi sui nostri siti internet:
Anzi, di più, sono convinto che il dibattito sia una ricchezza, e che
faccia crescere tutti: la Democrazia, la Sinistra, il Sindacato e la
www.cgil.it/fisac.sanpaolo
CGIL. e
[email protected]
www.fisacgruppointesa.it
+1
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Dai luoghi di lavoro
Il contributo della Commissione Ambiente e Sicurezza
Roma 89 – i contanti al sicuro e i dipendenti
esposti a rappresaglie. E’ quello che si è rischiato nell’agenzia romana durante un tentativo di rapina. I due malfattori, constatata
l’impossibilità di accedere al denaro custodito
nel cash in – cash out, sfogavano la propria
frustrazione prendendo a calci il macchinario. E
se avessero colpito i colleghi?
Roma 92 – la filiale è stata visitata dai compagni della Commissione Ambiente e Sicurezza
dopo la rapina subita. Contuso il vigilante che
fa servizio all’esterno dell’agenzia, a cui è stata
sottratta l’arma.
Roma P.za Sonnino – ancora una rapina! Un
collega colpito alla testa col calcio della pistola.
Roma 53 - Pontecorvo - filiali diverse tra loro, ma con qualcosa in comune: le rapine subite!
L’incontro sulla sicurezza tra azienda e sindacati, che si sarebbe dovuto svolgere a Roma a
inizio ottobre, ad oggi, non solo non si è ancora tenuto, ma non è neanche in calendario. Anche l’appuntamento con l’Area Lazio del 10 dicembre è stato rinviato a data da destinarsi, a
causa delle problematiche insorte tra le varie
sigle sindacali a fine novembre. Gli atti criminosi, avvenuti con sempre maggior frequenza
nell’ultimo anno, dimostrano chiaramente che
1)
le filiali “sicure” non esistono (neanche
in pieno centro storico);
2)
man mano che aumentano le misure a
protezione dei soldi, aumentano anche i pericoli per il personale;
3)
il vigilante è meno esposto a rischi
quando svolge il servizio di guardiania
all’interno di una guardiola blindata (ed è sconsiderato demolire i gabbiotti là dove sono presenti).
Ribadiamo categoricamente che non accetteremo mai tentativi di facili risparmi sul tema sicurezza, perché non si possono fare utili sulla
pelle dei lavoratori!
Roma 5 – due colleghe intossicate dalle esalazioni del toner della stampante laser. Dopo
l’intervento della Fisac, l’azienda ha provveduto a riposizionare la stampante a debita distanza dalle postazioni di lavoro dei colleghi. Sono
in corso verifiche per accertare l’assoluta sicurezza delle apparecchiature utilizzate in tutti i
punti operativi.
Roma v.le dell’Arte – non vogliamo parlare
qui dei problemi di riconversione e/o trasferimento di risorse che coinvolgono varie società
ed uffici del palazzo, ma fare il punto su alcune
questioni che hanno impegnato l’attività sindacale nell’ultimo mese.
- Periodicamente ritornano voci e indiscrezioni
sulla possibile presenza di amianto nel corpo B
dell’edificio. Recentemente l’azienda ha predisposto una comunicazione, da affiggere in bacheca, in cui fornisce blande rassicurazioni
tranquillizzanti sulla concentrazione di amianto
e fa riferimento a presunte comunicazioni fornite alle rappresentanze sindacali. A fine novembre, come OO.SS. abbiamo scritto alle Relazioni
Sindacali, all’Ufficio Prevenzione e Protezione,
alla Tutela Aziendale ed ai responsabili delle Unità Operative del palazzo, smentendo di aver
ricevuto alcuna informativa, intimando di soprassedere (nelle more di un chiarimento) a
qualsiasi intervento di ristrutturazione nello
stabile e richiedendo un incontro immediato.
Siamo in attesa di una risposta dall’azienda.
- I tornelli, installati nell’atrio alla fine di ottobre, non sono ancora in esercizio. La Fisac non
ha mai inteso discutere il diritto aziendale di
provvedere, con i sistemi ritenuti più idonei, alla registrazione delle presenze ed alla sorveglianza degli accessi. Quello che invece ci preoccupa è la strozzatura e l’intralcio che le nuove barriere procurerebbero, in caso di allarme o
pericolo, al normale deflusso dei colleghi.
L’esposto presentato ai Vigili del Fuoco, alla A.
S.L. e al Municipio Roma XII intende chiarire
ogni dubbio al riguardo. -
Punto a Capo
-
Redazione:
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