piscina e «centrifuga» cosi` si formano gli atleti

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piscina e «centrifuga» cosi` si formano gli atleti
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Scienza e sport R Il personaggio
VENERDÌ 19 GIUGNO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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AI RAGGI X
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Cristoforetti
PISCINA E «CENTRIFUGA»
COSI’ SI FORMANO
GLI ATLETI DELLO SPAZIO
UN’ITALIANA IN MISSIONE
Settima astronauta italiana nello
spazio, prima donna, Samantha
Cristoforetti è rientrata l’11 giugno
dalla missione sulla Stazione Spaziale
Internazionale, centro di ricerche a
400 km dalla Terra. Era partita il 23
novembre 2014 dal Kazakistan a
bordo della navicella Soyuz. Nello
spazio ha condotto esperimenti e
analisi. Seguitissima via Twitter.
Come si prepara l’astronauta?
Abbiamo sentito l’ingegnere
aerospaziale Marcello Spagnuolo
LA STORIA di VALERIA PALUMBO
«S
ette, otto mesi di training e saremmo
in grado anche io e lei», l’ingegnere
aerospaziale Marcello Spagnuolo,
amico di Samantha Cristoforetti e, fino a qual­
che tempo fa, legato all’Agenzia spaziale italia­
na, abbatte a sorpresa qualche mito sulle doti
atletiche e psicologiche che servono per anda­
re nello spazio. Ma basta un attimo per capire
che l’impresa della prima astronauta italiana,
che è anche la donna che più a lungo ha vissuto
nella Iss, la Stazione spaziale internazionale, è
tutt’altro che alla potenziale portata di (quasi)
tutti: «Una cosa è addestrare il fisico a soppor­
tare la microgravità e il ritorno alla gravità ter­
restre», chiarisce Spagnuolo, che in questi me­
si ha continuato a scambiare messaggi con la
Cristoforetti con il telefonino, «un’altra è pas­
seggiare nello spazio per riparare qualche gua­
sto o fare manutenzione: lì ci vogliono piloti
superesperti e superaddestrati, proprio come
Samantha». Naturale poi che in partenza ven­
gano escluse dalle missioni tutte le persone che
soffrono una serie di patologie.
FISICO DA... SARTA Ma le doti fisiche bestiali?
Valentina Tereshkova, la prima donna a sfidare
lo spazio (nel 1963) era un’ex sarta, con la pas­
sione del paracadutismo, poi diventata inge­
gnere: era stata selezionata tra molte candida­
te ed era poi stata l’unica ad andare nello spa­
zio tra le cinque colleghe che avevano superato
tutti i test. I sovietici avevano verificato prima
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allora si disponevano di limitati mezzi tecnolo­
gici per simulare che condizioni di gravità che
gli astronauti avrebbero incontrato».
NIENTE GUERRA FREDDA Spagnuolo, che ha
firmato il libro Lo spazio oltre la terra. Viaggio
verso il futuro, chiarisce: «Oggi ci sono diversi
posti dove ci si prepara ai voli spaziali, ma ne
esistono soltanto due per addestrarsi a vivere
nella Iss: il Johnson Space Center, a Houston, e
la Città delle stelle, a 32 chilometri da Mosca».
La Cristoforetti, come tutti agli astronauti che
hanno partecipato alla missione, si è formata
in entrambi i centri, pur appartenendo all’Esa,
ossia all’Ente spaziale europeo. «Forse questo
si sa poco: ma in barba a guerre fredde e ten­
sioni, la collaborazione tra stati per la stazione
è sempre stata totale, in particolare tra Stati
Uniti e Russia. A Houston si va per l’immensa
piscina: gli astronauti vengono calati dentro i
loro scafandri e si allenano, appunto, alla mi­
crogravità e alle passeggiate spaziali. A Mosca
si usa un altro sistema, che può suonare curio­
so: vengono calati nelle loro tute e appesi, co­
me marionette. Dopodiché a Mosca li aspetta
anche la centrifuga, ovvero una sfera che ruota
vorticosamente fino a far raggiungere loro un
peso molto superiore a quello normale. Be’,
quella sì che è una prova dura». In ogni caso i
test sono standard, per russi e americani, e lo
sono sempre stati, di fatto. Così come lo è il
cibo della stazione spaziale: molto variato, gu­
stoso, con pasta e verdure, non deperibile (c’è
il forno ma non c’è un frigorifero), termoresi­
stente e reidratabile, preparato a terra e con­
cordato anche con più di nove mesi di anticipo.
La dieta degli astronauti dev’essere così equili­
brata e attenta che, come spiega il sito dell’Esa,
si stanno usando le stesse indicazioni alimen­
tari per un programma contro l’obesità infanti­
le.
UNA VOLTA NELLO SPAZIO Standard sono pure
gli esercizi che bisogna compiere a bordo ogni
giorno per due ore
per evitare la per­
dita di tono musco­
I GIORNI
lare e proteggere le
ossa. A dirla tutta
la Nasa sta studian­
do una centrifuga
da montare a bor­
do della stazione La missione spaziale
spaziale per sot­ di Samantha
trarli a questa pale­
stra quotidiana, Cristoforetti
che fra l’altro ruba è durata 200 giorni,
tempo agli esperi­ record per una donna
menti e alle altre
attività, ma che potrebbe rivelarsi utile quando
sia il turismo spaziale (ormai una realtà) sia
l’idea di trasferire a lungo le persone nello spa­
zio dovessero diventare la norma.
200
SAMANTHA CRISTOFORETTI è nata a Milano il 26 aprile
1977 e cresciuta a Malè (Tn). Laureata a Monaco (Ger) con
master in ingegneria, è capitano dell’Aeronautica Italiana.
Dal 2009 è assunta all’Agenzia Spaziale Europea. È reduce
dalla missione Futura, seconda di lunga durata dell’Agenzia
Spaziale Italiana sulla Stazione Spaziale Internazionale
di tutto la sua tempra fisica e il perfetto auto­
controllo. «Guardi, gli astronauti di oggi fanno
più o meno gli stessi test di quelli che, negli
anni Cinquanta e Sessanta, facevano Gagarin e
la Tereshkova. Con due importanti differenze
di cui tener conto: la prima è che allora non si
aveva la più pallida idea di come avrebbe reagi­
to il fisico umano nello spazio e quindi per le
missioni si cercavano persone davvero eccezio­
nali. Oggi siamo un po’ più rilassati. Secondo
ALLENAMENTI A HOUSTON E MOSCA. VISTA
PERFETTA, FISICO SANO, MEGLIO PESARE
POCO. IL CIBO E’ PREPARATO A TERRA,
TERMORESISTENTE E NON DEPERIBILE
ALLA PORTATA DI TUTTI Vien da pensare che
test e training siano segreti: «Non più di tanto.
Sul sito della Nasa c’è moltissimo: per esempio
si può seguire in tempo reale la vita nella Sta­
zione spaziale (www.nasa.gov). Così come se
quello dell’Esa ci sono i moduli per superare il
test attitudinale. Il sito russo magari per noi è
meno facile da navigare (http://zato­
zvezdny.ru/)». Ma su quello dell’Esa le indica­
zioni per gli aspiranti astronauti sono chiarissi­
me: bisogna avere una vista perfetta e un fisico
sano e atletico. Ma i muscoli da superpalestrati
possono essere un ostacolo perché è meglio pe­
sare poco.
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