Jacqueline
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Jacqueline
Professore : Luigi PCAI Data : 19-11-2010 Da : Jacqueline Dubé « Come Dio Commanda » di Niccolò Ammanati Riassunto : È il racconto di quatro uomini chiamati « A », « B », « C », e « D » :: « A »vive con suo figlio da quando la moglie è partita, lasciandolo solo con il loro bambino. Alcolico sotto la sorveglianza di un lavoratore sociale deve rapportarsi per quanto concerne l’educazione e la cura del figlio. Di più perde il suo lavoro. Il figlio ha tredici anni e ostenta già un comportamento delinquente. Si disinteressa della scuola e si sente a parte degli altri ragazzi. La violenza è diventata un modo d’espressione. « B » è stato fulminato da quando era bambino ed è rismasto con molti problemi e deficienze. È una sorta di paria, un solitario e inoltre perde il suo lavoro. « C » ha visto sotto gli occhi la sua bambina di due anni morire suffocata nell’auto a causa della cintura di sicurezza difettuosa. È diventato depressivo, alcolico e non lavora più dall’evento. La moglie l’ha lasciato e vive con un altro . « C » prende male la notizia della gravidanza della sua ex. « D » diventato un lavoratore sociale s’occupa del caso di « A » e del figlio. È innamorato della moglie del suo migliore amico. Un giorno di temporale ha talmente paura di morire che fà un voto, una promessa a Dio di non vedere mai più la donna amata se avesse la vita salva. Preso con un problema di coscienza nel fare un scelta tra la promessa a Dio e l’amore, domanda consiglio. I primi tre uomini, disperati e senza avvenire, decidono di cambiare il loro destino e di diventare ricchi. Il loro piano : rubare un bancomat. Cosi al momento convenuto « B » si recherà da « A » poi tutti e due raggiungeranno « C » a casa e di lì verso il luogo del delitto. Al giorno stabilito c’è un temporale, piogge torrenziale e venti forti. È notte fonda e lungo la strada deserta « B », andandosene da « A », sporge una ragazza di quattordici anni, bionda, bellissima e la prende per la star del porno per la quale va pazzo. L’incontro della ragazza è per lui un segno, un regalo di Dio. Preso da un desiderio incontrollabile, perde la testa e, dimenticando i suoi amici e il progetto di furto, prosegue la ragazza, la tracca ( l’attacca?), la stupra e l’uccide selvaggiamente. « A » aspettando « B » comincia a bere. Dopo qualche ora è ubriaco. Il telefono squilla. Una chiamata all’aiuto di « B » preso dal panico. Malgrado il temporale « A » guida il suo camion fino al luogo indicato. Cercando « B » s’imbatte nel corpo mutilato della ragazza, ha una attaco epilettico e si crolla. « B » trova il corpo di « A » e credendolo morto, trucca le prove dell’assassinio in modo da far trovare il suo amico colpevole del suo proprio delitto e va via. « B » riprende conoscenza e malgrado la paralisi riesce a chiamare suo figlio il quale svegliato dallo squillo del telefono sente la voce debole del padre, capisce l’emergenza e prende la sua bicicletta nel temporale per portargli soccorso. Trovò il corpo inanimato di suo padre e il corpo mutilato della ragazza, una sua amica di scuola. Non credendo suo padre capace di fare un tale delitto, decide di proteggerlo e di truccare le prove. Guida il camion del padre fino a casa riportando i corpi di suo padre e della ragazza e la sua bicicletta. Nasconde il corpo della ragazza, chiama l’ambulanza per il padre. Intanto « C », aspettando « A » e « B » che non arrivano, si mette a bere e completamente ubriaco decide di fare il furto da solo. Prende la sua auto che non aveva guidato dalla morte della sua bambina, diventa matto dal dolore dei ricordi e si uccide in un incidente. « B », avendo appreso che « A » è vivente, si rende due volte all’ospedale per ucciderlo, ma non ci riesce. Capendo il male che ha fatto e sommerso dalla colpa, s’impicca. « D » lavoratore sociale chiamato urgentamente a prender a carico il figlio di « A » rimane tutta la notte nella loro casa sporcaccione. Mentre il ragazzo dorme, esce da casa, prende il corpo della ragazza e lo getta nel fiume. Ma l’indomani il corpo è ripescato. « D » insiste affinché il ragazzo sia presente al funerale. Il ragazzo vede la sofferenza della famiglia degli amici della ragazza assassinata, partecipa alla compassione e alla solidarietà della gente presente, sente tutta la sofferenza causata e scoppia a piangere. Nella chiesa « D » scorge la donna amata e decide di scegliere la felicità con la donna amata malgrado la promessa fatta a Dio in un momento di panico. Commenti : « A » « B » e « C » condividono la loro miseria e disperazione sfortunata. Vivono ai margini della società nelle condizioni minime e insalubri per alcuni. Sono riempiti di risentimenti e rifiutano di chieder aiuto. S’isolano e rimangono passivi e alla mercé della loro malasorte sperando che qualcosa succeda, aspettando che Dio venga al loro soccorso. Prendono Dio come testimone della giustezza e della fondatezza dei loro desideri. Sono in preda alla fatalità. Invece « D » si chiede come fare di più nella sua vita, trova delle soluzioni, un altro lavoro e non esita a chieder aiuto in caso di bisogno. Insomma sceglie come vuole vivere la sua vita, sceglie la sua propria felicità oltre la supposta volontà di Dio. Il ragazzo è un prodotto e un testimone della passività, dell’alcolismo, della violenza, della fatalità e porta in sé stesso tutte queste miserie. A tredici anni ha già cominciato una vita di menzogna e di violenza. Ma la pena provata al funerale è possibilmente una indicazione che abbia capito che ci siano altre maniere di vivere che lui e gli altri non sono differenti. Un’ indicazione che ci sia speranza. Niccolò Ammanati ha provato di dimostrare come gli umani, presi in un contesto di miseria, pensano e reagiscono e riproducono quel che conoscono come una fatalità. E come diventano ancora più miserabili per la loro inattività. Un circolo vizioso. L’azione si svolge in un contesto di povertà e di miseria a tutti i livelli : finanziario intellettuale e emotivo affettivo con dei personaggi duri senza educazione, senza cultura e senza nessuna raffinatezza. Il vocabolario e le espressioni usati sono fortissimi, brutalissimi e volgarissimi all’immagine del contesto e dei personaggi. Ammanati non solamente descrive un’azione dall’esterno, ma ci fa sfondare nel interno della miseria, del sentire, della paura, della disperazione dei suoi personaggi. Non siamo solo testimoni di tutta questa miseria ma diventiamo i personaggi. Ammanati ci trascina in un viaggio al cuore dell’inferno umano. L’autore ci lascia con molte interrogazioni sugli annessi e connessi della vita. A noi di rispondere colle nostre scelte nella nostra vita. Professore : Luigi PICAI Data : 19-11-2010 Da : Jacqueline Dubé Congratulazioni, Jacqueline, per questo magnifico riassunto. Posso assicurarti che constato un grande progresso nella lingua italiana da parte tua sia nella composizione che nella conversazione. Luigi Professore : Luigi PCAI Data : 15-10-2010 Da : Jacqueline Dubé DALL’AUTUNNO ALLA PRIMAVERA Già l’autunno. Gli alberi hanno perduto le loro floglie e sono come degli scheletri neri. I fantasmi dell’Haloween stanno aspenttando alle porte delle case. Lentamente la Natura si prepara a indossare il suo manto nevoso. L’autunno è una stagione piuttosto difficile per molti di noi. Il freddo, la pioggia, le giornate più corte e scure e il sole smorto, rendono alcuni tristi, depressivi o in letargo. Per altri è la festa dei colori, delle raccolte e sopratutto una buona occasione di festieggiare e di accogliere l’inverno. Ancora un po’ e sarà la stagione bianca e glaciale con le sue tempeste di neve e raffiche di vento freddo e umido. Felicemente ci sono le ferie. Natale e Capodanno. Una parentesi di luce di colori di piacere e di gioia nella lunghezza e il buio dell’inverno. Ieri, le feste erano un rituale sacro e ci si aspettava e ci si preparava « reliogiosamente » e febbrilemente. Che bella occasione per la famiglia di incontrarsi! Le famiglie erano numerose e anche i parenti. Si festaggiava per giorni e tutti davano una mano. I regali erano simplici e avevano un significo piuttosto simbolico. D’una parte la vita era fisicamente difficile e spesso fastidiosa ma d’altra parte i rari instanti di ferie e di festa erano un regalo in sé e apprezzati da tutti. Ieri, si faceva la raccolta insieme in autunno e si condivideva. Oggi, delle famiglie piccol, scoppiate. Uno, due figli al più e già all’asilo nido fin da nascita. I genitori troppo occupati. Poi accade il divorzio. I bambini e i ragazzi perdono la loro famiglia e sono catapultati in famiglie allargate. L’organizzazione delle feste è un incubo. Non ci sono più feste. Natale: un albero di Natale sullo schermo del computer. I regali: dei giocchi elettronici per il computer. La famiglia: un figlio un computer un telefonino! Ormai sono da soli. Non è sorprendente che più tardi vanno vivere altrove nel mondo. Magari per cercare qualcosa che non hanno avuto da bambini. E i genitori diventati anziani sono da soli. Oggi, c’è l’inverno e non c’è più famiglia. E domani? Attraverso i tempi, dalla morale rigida e ristretta a quella liberale e inverso, eravamo sopravvissuti sempre. Allora domani? Sarà la primavera! Dove c’è la vita, c’è anche la speranza! Professore : Luigi PCAI Data : 22-10-2010 Da : Jacqueline Dubé MALATTIA VERSUS SALUTE La malattia è la più importante impresa nei paesi ricchi e sviluppati. Mi spiego. La salute non è più veramente una questione di vita sana e equilibrata a tutti i punti di vista. La regola è il piacere prima e sempre. Poi ricorrere alla magia della medicina e dei prodotti farmaceutici o altri prodotti miracolosi per far svanire le conseguenze degli abusi. La scelta della soluzione facile! Oggi, la publicità e le informazioni numerose e a volte tergiversate creano un bisogno esagerato per i medici e i medicinali. Quasi tutti vanno dal medico per tutto e niente. Da un brufolo, un raffreddore, un arrossamento, un mal di testa… alla paura d’essere malati. Si deve assolumente avere quella crema o quello sciroppo… perché si l’ha visto alla tv. E perché no una pillola per lo stress, un’altra per dormire e ancora una per lo stomaco… I medici prescrivono medicinali per tutto e niente. È peccato che i medici non responsabilizzano i loro pazienti. Una pillola e il problema sarà risolto! La soluzione facile! Inoltre, i medici prescrivono un sacco di esami e test medici certamente a titolo di prevenzione ma anche per interesse per prevenire gli errori medicali e i problemi presso il loro ordine professionale. Ma anche per evitare le procedure giudiziarie in caso di errori. I pazienti non responsabilizzati non si sentono più responsabili della loro proprio vita e della proprio salute e in fine riporteranno la colpa sui medici. Alora, la malattia un’impresa importante! Infatti, importantissima! Inoltre il campo medico e le sue specialità c’è anche il campo paramedico e i suoi migliaia di professionalisti diversi. E che dire della medicina alternativa che è sempre più importante. Cosi, la scomparsa dell’ossessione o della paura della malattia e la messa in pratica dei precetti d’una vita sana e equilibrata… significa… meno medici, specialisti, farmacisti, medicinali… meno ospedali, cliniche mediche palazzi per malati invalidi aziende farmaceutiche… Che succederebbe? La chiusura della più imporante impressa sociale? Il fallimento sociale? Non affatto! Non sta per capitare! Da una parte, gli esseri umani non capiscono ancora che la salute è prima tutto il loro affari personale. Dall’altra, nei megliori dei mondi ci saranno sempre delle persone che avranno bisogno di medici e di cure mediche e farmaceutiche. Tutto sommato, siamo umani! Infatti siamo umani! E essendo umani abbiamo la possibilità di fare scelte. La scelta di « essere o non essere » come diceva Shakespeare. Intanto, la malattia è e sarà ancora la più importante delle imprese! Professore : Luigi PCAI Data : 29-10-2010 Da : Jacqueline Dubé PARROCO DA MISS ITALIA Che pensare del parroco nella giuria di concorso di Miss Italia? Sembra che per ammirare le bellezze di Dio l’azione è giustificata! Le bellezze prima di tutto! Sembra che la fine giustifichi i mezzi. La Chiesa cattolica sta perdendo dei fedeli da un pezzo. Potrebbe anche un mezzo publicitario per essere nel corrente di pensiero moderno. Un messaggio di non disperare di un’istituzione già troppo vecchia che vuole modernizzarsi. Se non è lo scopo al limite potrebbe aver lo stesso effetto. Comunque sia questa maniera di fare è veramente all’immagine della società moderna, della società di oggi. Il mondo sta diventato un enorme Hollywood planetario. Un mondo di star, di regie e di giochi. Chissà, forse mancano qualche anno perché un parroco sfili in passerella per il concorso « Signor Mondo ». Poi occorre essere del suo tempo! Tutto sommato come dice il prete si tratta solo di un gioco! Si tratta del gioco di Dio o del Dio del gioco!! Professore : Luigi PCAI Data : 05-11-2010 Da : Jacqueline Dubé L’ABITO UN MODO DI ESPRESSIONE Il primo contatto d’una persona con gli altri si fa naturalmente via lo sguardo. Cosi, da tutti i tempi l’abbigliamento è un segno esteriore detentore di messaggio. È per questo che l’essere umano ha una tendenza innata all’ostentazione. Per fare impressione. Per dimostrare ricchezza potere status sociale appartenenza. Per provocare... Si dice che uno non abbia una seconda occasione di fare prima impressione! Oggi non è diverso da ieri. Da un’epoca all’altra, c’è certamente una apparenza di cambiamento ma in fondo l’essere umano non cambia. Il suo bisogno innato di esprimersi e di far sapere che esiste resta immutato. Un mezzo di attirare lo sguardo e l’attenzione è sicuramente l’abbigliamento. Certe epoche imponevano dei metri di stoffa e l’ampiezza dei vestiti mentre altre dei vestiti aderiti al corpo o altre ancora dei tagli austeri e rigidi senza accessori. Oggi i vestiti griffati (firmati) di stilisti famosi o quelli somiglianti a degli stracci non fanno eccezione. L’abbigliamento è lo specchio della mente di un’epoca. In certi casi, non ci sono vestiti affatto ma il corpo diventa il vestito. Dappertutto possiamo vedere corpi coperti di tatuaggi. Le braccia, le gambe, il petto, la schiena, le spalle e perfino la testa e il viso completamente coperti di disegni coloriti e colorati, righe motivi geometric, fiori croci cuori e scritture. Spesso gli accessori sono catene e piercing dappertutto sul corpo. La pelle è diventata una stoffa in sé una tela. Il corpo è esposto come un’opera d’arte. Un’esposizione permanente e girovago! Come presso i popoli primitivi. Un’evoluzione o un ritorno al punto iniziale! Ieri o oggi, il bisogno di exprimersi degli umani è certamente il motore della loro forza creatotrice. E la forza creatotrice è l’essenza stessa della vita.