SCHISI FACCIALI RARE
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SCHISI FACCIALI RARE
SCHISI FACCIALI RARE (Parte prima: IL NASO) F. ORTIZ MO ASTERIO - A. FUE TE DEL CAMPO (.) F. LONGATO (••) - R. DE SAl T-MARTI (•••) Hospital General Dírenore della Scuola «Dr. Manuel Gea Gonzalez » di speciali-aazione in Chirurgia (Cilta del Melsico) Plastica e Ricostruttiva Universidad Nacional AUIOltOma de Mexico (Messico) (*) Proiessore della Scuola di Specializzazíone in Chirurgia Plantea e Ricostruztone e Res ponsabíle della Sezíone di Chirurgia Craniomoxiíloiaccíale (Messico) (U) Fellow delta Sezione di Chirurgia Cranío Maxillo Facciale (Udíne . Italia) (*H) Fellow della Díuisione di Chirurgia Plastica e Ricostruttíua (Toulouse - Francia) SUMMARY Rare facial clef ts. Part one: The nose. In this work we present our experience with the treatment of nasal clefts. During the last 22 years we have operated 184 nasal clefts corresponding to numbers 1, 2, 3 and O of Tessier's classification. The dilIerent varieties, the clinical fea tu res and the therapeutic problems are expounded. The various surgical techniques \Ve used are analyzed and the long-term evolution related to the aesthetic results and facial growth is evaluated. Finally we expose our present surgical criteria. Le schisi facciali son o malformazioni rare, che duran te le prime otto setti mane della vita embrionaria, si localizzano lungo le linee di fusione dei processi responsabili dello sviluppo della faccia. Differenti sono le teorie che cercano di spiegare il mancato contatto dei processi: deficit di irrigazione sanguigna, alterazione del metabolismo cellulare, disorganizzazione centrale della cresta neurale (11.17.30.40). e Si pure pensato alla responsabilitá di pressioni esterne: oligodramnios, bande amniotiche ed ematomi (23. 27. 28). e E non facile stabilire la frequenza di queste deforrnitá perché i metodi di diagnosi clínica non sono standardizzati, perché le pubblicazioni che presentano grandi serie di pazienti sono poche e riportano percentuali e Irequenze notevolmente differenti tra loro (~ 9. 13, 19.20). E intuibile come le statistiche pos sano essere facilmente falsate. La raritá ·di queste deforrnitá, spiega come molti articoli si basino sull'esame clinico e sul trattamento chirurgico di un numero limitato di casi 5, 12. 14. 24). e- i. Giunto in Redazione: rrxt.. CIIIR. PLASTICA. 21, 271·290. 1989 RIV. ~. 23-8-1989. Ma le tecniche chirurgiche idea te da questi autori sono enormemente utili al lettore che cerca una soluzione per una schisi rara o poco comune. 271 F. Ortiz Monasterio - A. Fuente Del Campo - F. Longato - R. De Saint-Martin Sono pero poche le pubblicazioni che riportino i risultati a distanza di questi procedimenti Cs. 29. 31. 33. 38. 41. 42). TABELLA 1. - Distribuzione di 394 scbisi in 195 pazienti. Tipo * e La classilicazione stessa non compito facile. Vari sono i metodi, e seguono criteri differenti: embriologici, morfologici, anatomici 16. 19). Alcuni non considerano le alterazioni scheletriche, altri sono incompleti (30. 40). oi utilizziamo la classiíicazione proposta da Tessier nel 1973, perché la riteniamo la piu completa el. 34. 36). Essa utilizza l'orbita a livello della fessura palpebrale, come punto di riferimento per dividere le schisi craniali da quelle facciali. E inizian- O c· umero delle schisi 102 1 17 2 26 3 23 4 13 5 1 6 16 7 54 8 5 9 10 30 4 1l 15 12 22 13 21 14 45 .- Secondo la classificazione di Tessier. do dalla linea media, le schisi vengo no numera te da O a 14 (Iig. 1). PAZIENTI La nostra divisione appartiene ad un ospedale universitario in Cittá del Messico e si prende cura di pazienti che provengeno non solo da tutta la Repubblica Messicana, ma anche dall'estero. Abbiamo cosl la possibilitá di osservare un numero importante di malformazioni poco cornuni che colpiscono le aree mandibolare, nasale, mascellare, orbita e era0l0. o Fig. 1. - Classificazione delle schisi craniofacciali secondo Tessier. Tessier's 272 classification of craniofacial clefts. Considerata la cornplessitá del rnateriale clinico, presenteremo in questo articolo solamente la nostra esperienza nelle schisi nasali, i loro aspetti clinici e le tecniche chirurgiche che abbiamo utilizzato. E la valutazione dei risultati a distanza, costituisce la base del nostro attuale criterio chirurgico. Scbisi [acciali rare a Fig. 2. - Varianti della schisi n. 1: a) coloboma del terzo medio dell'ala nasale; b) schisi paramediana che interessa la cartilagine laterale superiore e l'osso nasale. Variations of cleft number, 1: a) coloboma of the medial third of the alae; b) pararnedial cleft corcerning the lateral superior cartilage and the nasal bone. Negli ultimi ventidue anni abbiamo trattato 7.100 pazienti affetti da schisi craniofacciali, dei quali: - 5.911 eran o affetti da semplici fessure labiali e palatine, 195 da fessure craniofacciali e 1.004 da altre malformazioni relarive a fusioni premature di strutture ossee o ad altri meccanismi morfopatogenetici come la oloprosencefalia, plagiocefalia, Crouzon, Apert, Binder, microsomia emifacciale, ecc. E tutti quei casi che presentavano anche schisi facciali vengono inclusi nel gruppo delle fessure facciali. Nella serie dei 195 pazienti, 49 presentavano schisi isolate e 146 schisi mul'tiple. La tavola n. 1, seguendo la classificazione di Tessier, analizza il numero totale e la percentuale di ogni tipo di schisi. Pero, per questo lavoro consideriamo solo le schisi n. 1, 2, 3, O che rappresentano un totale di 184 schisi nasali in 156 pazienti. Schisi N. 1 , .( 17 pazienti presentavano questa malformazione (fig. 2). Era unilaterale in 6 casi, 5 dei quali si mostravano in forma isolata. 273 F. Ortiz Monasterio - A. Fuente Del Campo - F. Longato - R. De 5aint-Martin b a Fig. 3. - Varianti della schisi n. 2: a) schisi 2, 12, con mantello cutáneo nasale integro, che interessa le ossa proprie del naso e l'ctrnoide. 1I paziente oltre all'ipertelorismo, presenta anche una schisi 8 all'occhio destro; b) schisi multiple 0, 2, 4, 8 con prevalenza della n. 2 ed ipertelorismo. Variations of number 2 clefts: a) 2, 12 c1efts with integral nasal skin, concerning the nasal bones and the ethmoid. Hypertelorism and a cleft number 8 at the right eye are evident; b) multiple 0, 2, 4, 8 c1efts with a prevalence of cleft number 2 and hypertelorism. Di questi 6 pazienti, 2 presentavano un coloboma del terzo medio dell'ala nasale che interessava la domus dell'alare ed era accompagnato da una cisti dermoide; 1 presentava anche una schisi n. 13; e 3 casi presentavano una schisi subcutanea che colpiva solo la cartilagine laterale superiore e 1'0550 nasale, producendo cosi un naso asimmetrico, bífido, e con una deviazione laterale, omolaterale alla schisi, della parete mediale della órbita. Era bilaterale in 11 casi e consisteva in colobomi delle due ali nasali. In 7 di essi la malformazione colpiva basicamente cute e cartilagine mentre negli altri 4 tutto lo spessore del dorso nasale. In questo gruppo si diagnosticavano anche schisi n.O, 14, 13. Schisi N. 2 25 pazienti presentavano questa in forma completa, che interessava tutte le strutture facciali (fig. 3). La malformazione era uniaterale casi. Di questi, 6 avevano una schisi to spessore del terzo medio dell'ala 274 schisi cioe in 12 a tutnasale e 3 una fessura similare dell'ala con di piu una schisi monolaterale del .labbro e palato e un ipertelorismo orbitale di grado 1. 2 pazienti, sempre del gruppo unilaterale, presentavano una schisi lungo tutta la piramide nasale, una schisi labiale monolaterale incompleta, una schisi n. 12 ed un ipertelorismo orbitale monolaterale. 1 paziente infine aveva le ali nasali normali ma con una schisi che interessava i 2/3 cefalici del naso, abbinata ad una fessura labiale monolaterale e una fessura n. 12, con un ipertelorismo orbitale monolaterale e una severa asimmetria cranioíacciale. La molformazione era bilaterale in 13 casi. Di questi, 5 si presentavano come colobomi del terzo medio del margine alare e gli altri 8 erano associati a fessure n. 12 e ipertelorismo orbitale bilaterale. Schisi N. 3 Questa schisi obliqua nasooculare era presente in 16 pazienti (fig. 4). In 5 casi era monolaterale e abbinata a schisi n. 1 e n. 2, con agenesia di una me- Schisi [acciali rare a Fig. 4. - Varianti della schisi n. 3: a) schisi 3 con ipoplasia eminasale e anoftalmia; multiple 3, 4, 10, 1l. Variations of cleft number 3: a) cleft number 3 with heminose hypoplasia b) multiple 3, 4, 10, 11 clefts. b) schisi and anophtalrnia; tá della piramide nasale ed assenza della cavitá corrispondente. 1 caso presentava microftalmia e 2 anoftalmia e microorbitismo. Un altro abbinava una schisi n. 2, un microorbitismo, una anoftalmia ed una ipoplasia moderata di una meta della pirarnide nasale con asirnmetria delle cavitá nasali. Tutti questi pazienti affetti da schisi n. 3, presentavano uno spiazzamento inferiore de! canto mediale ed una interruzione dell'apparato lacrimale tra il punctum e il sacco, eccelto uno. Quest'ultimo aveva uno spiazzamento inferiore di ambo i can- In 4 casi la schisi era bilaterale. Un paziente presentava una schísi n. 3!. da un lato e una n. 4 dall'altro, un labbro l. leporino bilaterale ed una amputazione della mano destra per un anello costrittivo circolare nel braccio. nasale della schisi era dato solo da un inserimento abnormemente alto dell'ala na'sale. Un paziente, infine, presentava schisi bilaterali complete, dalle alí nasalí fino alle palpebre inferiori. ti mediali, rendendo cosl piu corta la di- stanza fra il canto e l'ala nasale: l'aspetto 275 F. Ortiz Monasterio - A. Fuente Del Campo - F. Longato - R. De Saint-Martin a b Fig. 5. - Varianti della schisi n. O: al schisi O che interessa la meta inferiore del naso ed il labbro superiore; b l schisi O, 14 con ipertelorismo, naso bifido ed encefalocele faringeo. L'estremo inferiore dell'encefalocele faringeo si puó vedere sulla linea media, fra i due segmenti del labbro superiore. Variations of cleft number O: al cleft number O concerning the lower half of the nose and the superior lip; b l O, 14 clefts with hypertelorism, bifid nose and pharingeal encephalocele. The lower base of the pharingeal encephalocele can be seen on the midline, between the two segments of the superior lip, Schisi N. O 98 pazienti (2/3 di questa serie) presentavano schisi della linea media (fig. 5). In 10 casi esis teva solo un eccesso di cu te, una cisti ..dermoide o un dorso nasale largo. Di questi, 7 avevano una columella corta e larga. !" 14 casi mostravano una forma lieve di naso bifido: dorso piatto con una invaginazione ben definita tra le due cupole alari. 1 nasi erano corti ma sempre nei Iimiti normali; la larghezza della struttura 276 osteocartilaginosa era si aumentata ma con il risultato di un ipertelorismo orbitale esteticamente accettabile. In 4 di questi, il naso era bífido prevalentemente nella meta caudale con una concomitante schisi mediana del labbro superiore, mentre in altri 2 la schisi era prevalentemente nella meta cefalica e si associava ad un ipertelorismo orbitale di grado 1. In tutti il bordo anteriore del setto era insolitamente grosso o si divideva a Y. Scbisi [acciaii rare In 32 casi il naso era decisameme bifi- meta del naso erano ipoplasiche con assenza del setto. do, con una scanalatura -concava lungo tutErano, inoltre, presenti ipertelorismo ro iI dorso eche interessava anche la orbitale severo e schisi n. 11, 12 e 14. punta. La larghezza della pira mide nasale era marcatarnente aurnentata rnentre la lunTECNICHE CHIRURGICHE E RISULTATI ghezza e la proiezione anteriore erano diTutti i pazienti furono operati nella minuite. nostra divisione, eccetto alcuni che si preQuesti pazienri presentavano ipertelosentarono solo in ambulatorio. rismo orbiiale di grado 2 o 3. All'inizio, le schisi minime n. 1, che inDi questi, 5 avevano un filtro largo; 17 teressavano solamente le cartilagini alari, un morso aperto con una inclinazione mefurono trattate con piccole plastiche a Z. diale dell' asse longi tudinale dei den ti suonostante la rneticolositá tecnica, le periori ; 2 presenta vano schisi bilaterali micicatrici risultarono evidenti. Per questo, ni me n. 1; altri 2 avevano schisi monolanegli ultimi otto anni, abbiamo utilizzato terali n. 2 e n. 12, mentre un altro pretrapianti di cartilagine del padiglione ausentava un coloboma delle ali nasali ricolare, introdotti attraverso una piccola (schisi n. 2), microsomia facciale bilaterale incisione marginale intranasale dell'ala. e rnacrostoma monolaterale. ., Con risultati soddisfacenti. In 36 casi abbiamo notato un esagerato 1 veri colobomi dell'ala nasale furono allargamento della meta superiore del nacorretti con lembi di spessore totale ruoso con un severo grado di ipertelorismo tati medialrnente (fig. 6). orbitario. Il profilo del margine alare risulto ac25 di essi avevano anche una schisi cettabile pero l'asimmetria delle narici ci n. 14. impegnava in un ulterior e intervento. Si noto anche una modesta schisi bilaL'asimmetria della punta, evidente in terale n. 2 in un caso, e una bil~terale n. 3 tutti i casi, si accentuó con la crescita e in un alrro. venne corretta con trapianti di cartilagine. In 4 pazienti le due meta della piramiLe schisi piú severe che si estendevano de nasale erano completamente separate lungo tutto il naso furono chiuse con lemda una profonda e larga scanalatura che bi di rotazione piü generosi o abbinati andava dal frontale fino allabbro superiocon Iernbi írontali: i risultati accettabili re; il setto inoltre era bifido ed erano preper quanto ~iguarda il profilo mostravano senti ipertelorismo orbitale, schisi n. 14 pero cicatrici evidenti. e una schisi mediana del labbro superiore. Le schisi subcutanee che colpivano le Uno di questi presentava, inoltre, una strutture scheletriche, si corressero resefessura mediana della premaxilla, del pa- cando i segmenti osteocartilaginosi concalato e della base del cranio, con un encevi, con osteotomie mediali e laterali e con falocele protuberante nel rinofaringe. trapianti di osso costale sul dorso e di car2 casi erano caratterizzati da schisi me- tilagine in columella. Di fronte a schisi cutanee piu ampie, la diali complete, che interessavano cioe tutosteotomia laterale venne lateralizzata alla te le strutture, dallo strato cutaneo a quelpare te orbitale mediale e completata con lo mucoso; presentavano schisi mediali una cantoplastica transnasale. del labbro, premaxilla, palato e le due 277 F. Ortiz Monasterio - A. Fuente Del Campo - F. Longato - R. De Saint-Martin a b e d Fig. 6. - Correzione chirurgica di colobomi della ala: al disegno del lembo laterale; bl disegno del lembo ruotato; el foto preoperatoria di una schisi minima della ala; d) foto postoperatoria tre anni dopo la correzione come indicato nei disegni. Surgical correction of colobomas of the alae: al outline of lateral flap; b) flap rotated to new position; el preoperative photo of minimal cleft of the alae; d) postoperative photo 3 years after correction as shown in diagrams. La incisione cutanea mediale del dorso nasale, utilizzata nei primi casi, risulto malta soddisfacente ma visibile. Ora, nei casi ave non interessata la cute nasale, preferiamo usare una incisione bicoronale. Le schisi n. 2 che alteravano solo le ali nasali, furono corrette con lembi a tutto spessore e a rotazione laterale (fig. 6). 1 risultati furono soddisfacenti ma per ottenere simmetria fu obbligatorio ridurre il diarnerro della narice normale. Nei casi monolatera1i, ma con deficit molto piu evidenti, vennero usati lembi e 278 dalla fronte. 1 migliori risultati si ottennero quando con un lembo fronta1e, si sostituiva un'intera meta del naso, ossia dalla glabella al margine alare. Nei casi dove coesisteva un ipertelorismo orbitario, si eseguivano in una sola seduta operatoria e la mobilizzazione orbi taria e la correzione della rnalforriiazione nasale. Questi pazienti hanno un eccesso di cute, specie nell'area glabellare: quando abbiamo usato questo tessuto per un lembo di avanzamento, non abbiamo ottenuto buoni risultati. Sia perché c'e sempre bi- Schisi facciali rare b a Fig. 7. - a) foto preoperatoria di un paziente con schisi bilaterali n. 2, 12 e con ipertelorismo orbitario; b) foto postoperatoria dopo mobilizzazione orbitaria intracraniale, con lembo di rotazione dalla fronte al nasa, lembi locali di rotazione per le ali nasali, trapianti ossei costali sul dorso e trapianti cartilaginei costali alla columella. a) preoperative photo of patient with bilateral number 2, 12 cleft with orbital hypertelorism; b) postoperative photo after intracranial orbital mobilization, sliding flap from forehead to nose, local rotation f1aps for the alae, rib bone grafts to dorsum, and rib cartilage graft to . ~~~. sogno di lembi di rotazione laterale, sia perché sono necessari ulteriori interventi (fig. 7). Nella schisi n. 3, per correggere il deficit della regione del canto medio, abbiamo usato lembi locali di trasposizione, come suggerito da Tessier (7). Un lembo mediale ruotato per riubicare il canto distopico mentre per allungare la piramide nasale e per chiudere la schisi vengo no mobilizzati dalla guancia piu lembi di . avanzamento. e E necessaria una cantoplastica mediale transnasale, eseguita possibilmente durante i1 primo intervento (fig. 8). Il difetto sulla base dell'ala nasale richiede una p1astica a Z. 1 risultati, pure essendo soddisfacenti, presentano cicatrici ben visibili e un profilo nasale distorto dalle cicatrici tras versalí dei lembi (fig. 9). E i nostri sforzi per ricostruire il condotto lacrima1e interrotto, sono risultati vam . 279 F. Ortiz Monasterio - A. Fuente Del Campo - F. Longato - R. De 5aint-Martin a b '-. .~. Fig. 8. - a) schema delle incisioni per una correzione simultanea elei lembi gia ruotati eel avanzati. a) diagrarn of incisions for the simultaneous advanced di schisi 3 e 4; b) schema correction of c1efts 3 and 4; b) flaps rotated and into position. b a Fig. 9. _ a, b) foto preoperatorie di una bambina con schisi 3 a sinistra e 4 a destra. Inoltre aveva un anello circolare costrittivo al braccio destro con amputazione della mano destra; e) foto postoperatoria 10 anni elopo, come da fig. 8 a e 8 b, piü una can topes si mediale. Il delicit dei tessuti molli e evidente quando la paziente viene confrontata con la gemella, alla stessa era, come indicato nella foto d. a, b) preoperative photos of a girl with left 3 anel right 4 clefts. She also had a constriction banel on the right arm anel amputation of the right hand; e) postoperative photo 10 years after correction as shown in figures 8 a and 8 b plus medial canthopexy. The soft tissue eleficiency is evident when the patient is compareel with her twin sister at the same age as shown in d. 280 Scbisi [acciali rare c d L'assenza di una meta della piramide nasale, si associa frequentemente con una schisi n. 3; di fatto pero una combinazione di schisi 1, 2 e 3 e la meta residua del naso spesso ipoplasica. e e In uno dei nostri primi casi abbiamo usato per la ricostruzione nasale un lembo alla Tagliacozzi 3• 26) e in successive sedute operatorie sono stati scolpiti lembi 10cali con trapianti di cartilagine costale per compensare la crescita del massiccio facciale. Il risultato insoddisfacente ci obbligó ad una seconda ricostruzione nasale completa con un lembo frontale, tipo Delpecho e Nei pazienti successivi, la ricostruzione dell'eminarice si ottenne con lembi frontali, con esiti soddisfacenti. Mentre i tentativi di creare una cavitá nasale con lembi locali e trapianti cutanei, non hanno dato buoni risultati. Le schisi minime n. O furono riparate con resezione di tessuto eccedente, di cisti dermoidi, di gliomi o con una incisione verticale ellittica sulla linea media. La maggior parte di queste schisi minori, interessavano basicamente la meta caudale della piramide nasale e fu pertanto necessario allungare la columella e scollare generosamente le alari dalla cute per ubicarle medialmente. In altri casi, per aumentare la proiezione anteriore della punta, si utilizzarono trapianti cartilaginei costali o auricolari. Nei bambini furono sempre necessari, successivamente, ulteriori interventi. La correzione del naso bifido si ottenne con la resezione dell'incavat~ra del dorso, 281 F. Ortiz Monasterio - A. Fuente Del Campo - F. Longato - R. De Saint-Martin a b Fig. 10. - al foto preoperatoria di un naso bifido completo; b 1 foto postoperatoria dopo resezione della concavitá del dorso, osteotomie nasali laterali, trapianto di os so costale sul dorso, trapianto di cartilagine costale alla columella; Intervento eseguito attraverso una incisione bicoronale. al preoperative photo of a complete bifid nose; b 1 postoperative photo after resection of the concave dorsum, lateral nasal osteotomies, rib bone graft to the dorsum, and rib cartilage graft to the columella, performed through a bicoronal scalp incision. con osteotomie laterali e medializzando le alari. Le osteotomie laterali vennero eseguite a seconda dei casi e anche nei barnbini: i controlli a distanza hanno dimostra:o che non interferiscono nella crescita della piramide nasale. La correzione fu completata, nella rnaggior parte dei casi, con trapianti ossei costali sul dorso e in alcuni casi con trapianti cartilaginei in columella, onde aumentare la proiezione della punta (fig. 10). 1 risultatí furono piü che soddisfacenti. 282 Inizialmente i trapianti ossei e cartilaginei vennero introdotti con una incisione sulla linea media della columella o con una incisione sul dorso nasale; con cicatrici accettabili. Ora usiamo una incisione bicoronale ab binat~"ad una intranasale. Molte s~hisi n. O si accompagnano ad un ipertelorismo di grado 2 o 3, che de ve essere corretto, per ragioni estetiche e funzionali, nello stesso tempo chirurgico della ricostruzione nasale. Scbisi jacciali rare b a Fig. 11. - a) schema della resezione di strutture scheletriche interorbitali attraverso una craniotomia frontale; b) orbite mobilizzate medialmente. e osteotomie eseguite a) diagram of the resection of interorbital skeletal structures aod periosteal med through a frontal craniotorny; b) orbits mobilized 10 the midline. A seconda de! grado, l'iperrélorismo viene corretto con tecnica di accesso extracranico o intracranico. Nei casi di grado moderato la correzione per via extracranica seguiva ad una incisione nasale della linea media e ad una incisione bicoronale. Pensiamo che la incisione nasale mediale sia oggi raramente giustificata. Dopo un generoso scollamento subperiostico, specie de! tetto, vengono mobilizzate le pareti mediali, laterali e il piano orbitario con tutto il contenuto orbitario; di routine si esegue una cantopessi transnasale. Nei casi piu severi si usa la via intracranica che ci permette di resecar e parte dello osteotornies perfor- scheletro mediale de! naso (che in questi casi largo), del setto e di quella parte dell'etmoide che corrisponde alla parte centrale del piano della fossa cerebrale anteriore. Terminiamo mobilizzando le due orbite verso la línea media. Con questa tecnica, i miglioramenti furono evidenti, ma la piramide nasale risultava corta. E il morso aperto anteriore, che il risultato di uno sche!etro corto medialmente, doveva essere corretto con osteotomie del mascellare in un ulteriore intervento (fig. 11). Attualmente, ruotiamo le due meta della faccia, come suggerito da Van der Mullen 9), estendendo la resezione sche!etrica mediana da dietro la premaxilla, fino alla eres ta alveolare. e e e 283 F. Ortiz MOl/asterio - A. Fuente Del Campo - F. Longato - R. De Saint-Martin a b Fig. 13. - al schema che rnostra la resezione dello scheletra dalla fronte alla cresta alveolare: delle 2 meta della faccia con riposizionamento delle orbite; simultanee corre: zione del naso ed allungamento della faccia. b) mobilizzazione a) diagram showing the skeleton resection frorn the forehead to the alveolar ridge; b) mobilization of the halves of the face to reposition the orbits, simultaneously correcting the nose and elongating the face. E le osteotomie delle pareti orbitarie laterali, si dirigono verso la tuberositá del mascellare per essere in seguito cornpletate da una disgiunzione pterigomascellare. L'arco zigomatico viene sezionato e si medializzano le due meta dello scheletro facciale (orbita, malare, naso, mascellare) (figg. 13-14). Con questo procedimento si allunga la parte centrale dello scheletro, si corregge il morso aperto anteriore e la rotazione delle orbite migliora l'inclinazione della rima palpebrale. e E questo facilmente intuibile perché per diagnosticare in modo completo casi che presentino piu malformazioni o rnicroschisi, necessaria una particolare preparazione. e 1 lavori di Fogh-Andersen (13) e Burian (6) son o focalizzati su schisi comuni di tipo labiale e palatino, senza pero stabilire la frequenza di queste malformazioni, in relazione al numero totale delle nascite. Le pubblicazioni che presentano una piecola serie di casi 4. 5. 22), sano ancora meno esatte nel determinare la frequenza di queste malformazioni. e· DISCUSSIONE E molto difiicile determinare frequenza delle schisi facciali. e la reale Gli studi di 1vy 7• 18) e Conwey (8) sugli atti e certifica ti di nascita offrono una informazione incompleta perché questi documenti, come Ivy stesso arnmette, rnancano di una nomenclatura standardizzata anche per le schisi piu comuni. 284 • Inoltre le possibilitá di una errata in terpretazione da parte del clinico si sornmano alle possibilita di una diagnosi iniziale errata. La serie che noi presentiamo e un po' piu grande, ma siamo soggetti alle stesse obiezioni. In un periodo di 22 anni abbiamo visto 195 pazienti con schisi facciali e 5.911 con schisi labiali e palatine. Sehisi [acciali rare a b e d , Fig. 14. - a, e) foto prebIieratorie di una ragazza con schisi 0, 14. La schisi mediana del labbro era stata precedentemente corretta; b, d) foto postoperatorie dopo la mobilizzazione delle due emifacce come da fig. 13. a, e) preoperative photos of a girl with 0, 14 cleft. The medial cleft of the lip had previously repaired; b, d) postoperative photos after hemifacial mobilization as shown in 'fig. 13. 285 F. Ortiz l"lollasterio - A. Fuente Del Campo - F. Longato - R. De Saint-Marlin E il rapporto tra schisi facciali e schisi e di 32/1000 mentre affetti da schisi nasali i pazienti affetti da de! labbro e palato quello dei pazienti (156) e 26/1000. Questi dati sano emersi dai nostri archivi, e sospettiamo che non siano totalmente esatti: se potessimo riesarninare, con la esperienza attuale, tutti i pazienti che presentavano schisi labiopalatine, certamente la diagnosi di microíorrne di schisi facciale sarebbe maggiore. Ed estrapolando questi dati dal numero torale delle nascite, si otterrebbe ancora un risultaro falso perché nel nostro paese, le schisi piu comuni vengono trattare in vari centri istituzionali e priva ti, mentre quelle piú complesse vengono inviatc a centri specializzati. Con la possibilitá di aurnentare la percentuale delle schisi piú frequenti, oltre illoro valore reale. La valutazione dei risultati a distanza di un intervento su una schisi nasale richiede una gran dos e di urniltá. Per esernpio, in una schisi labiale e palatina monolaterale completa, possiamo pretendere un buon profilo dellabbro, una cicatrice minima, un naso simmetrico, fonazione normale ed una buona occlusione dentale. Queste aspettative si possono ave re solo in un numero limitato di schisi nasali: si possono ottenere risultati eccellenti in schisi minime di tipo 1, 2, 3 dell'ala nasale. Difficoltá si incontrano anche nei piecoli deficit di tessuto nasale: perché con la crescita, le correzioni iniziali si renderanno piu evidenti e sará necessario intervenire húovamente, anche nel lato controlaterale. Piu impegnativa e la correzione di schisi ampie e lunghe perché ci obbliga ad usare grandi lembi dai tessuti circostanti, 286 con un deficit cicratriziale questi (fig. 8). secondario in Si nota un migliorarnenro evidente, pe· ró il deficit cutaneo si rende manifesto con la crescita de! paziente. e! nostro gruppo di pazienti sano incluse tre coppie di gemelli dove un Iratello era norrnale e I' altro deforme. Una di queste, presentava una schisi biiaterale, n. 3 in un lato e una n. 4 nell'altro, e una schisi labiale bilaterale. Questi casi furono corretti con lembi 10cali ottenendo risultati ragionevoli, se consideriamo la severitá della malformazione. Pero, un paragone con la sarella sana, conferma quanto abbiamo esposto prima (fig. 9). Nei difetti nasali piu gravi, prodotti dalla combinazione di schisi n. 1, 2, 3, abbiamo ottenuto buoni risultati, seguendo il concetto di unirá estetica: ricostruendo cioe meta piramide nasale con lembi frontali. E non si deve ricostruire una cavitá nasale quando esiste la controlaterale. Pensiamo che i risultati funzionali anche se si possono ottenere, non giustifi~ano, pure nel migliore dei casi, tu tti gli sforzi chirurgici intesi a formare una cavitá fornita di un foro. La nostra esperienza ci insegna che una ricostruzione nasale realizzata con piü lembi locali puo essere solo accettabile, e non raggiunge quei risultati che sono alla portata della chirurgia plastica moderna. Mentre si dovrebbe utilizzare un solo lembo frontale, anche per una ricostruzione nasale completa. Ed oggi utilizzando espansori tissulari, questo e possibile anche con fronti molti strette. 1 migliori risultari si ottennero con le schisi della linea media (tipo O) e questo per due motivi: 1) il mantello cutaneo e Schisi [acciali rare a b Fig. 12. - a) foto preoperatoria di una paziente con ipertelorismo orbitario e rneningoencefalocele. La distanza intercantale era di 95 mm; b) la stessa paziente 8 anni dopo I'intervento eseguito secondo la lig. 11; e) vista obliqua postoperatoria dopo 3 anni ; d) vista obliqua della gemella, alla stessa etá. a) preoperative view of a patient with orbital hypertelorism and meningoencephalocele. The intercanthal distance was 95 mm; b) sarne patient 8 years after correction as shown in fig. 11; e) oblique postoperative view 3 years after; d) similar view of her twin sister. sufficiente anche in schisi larghe e profonde; 2) la malformazione simrnetrica eS). e 1 trapianti ossei e di cartilagine sostituiscono e completano le deficienze scheletriche, e l'incisione bicoronale elimina una cicatrice sul dorso nasale. Nelle schisi 0-14 con grave ipertelorismo orbitario, la parte centrale della faccia corta. Con la medializzazione delle orbite (tecnica eseguita nei primi pazienti) si ottennero dei buoni risultati, senza pero modilicare il mascellare ed il naso corto. e -Una gemella (delle tre coppie della nostra serie) ci offre una rara opportunitá di valu tazione. Presentava un ipertelorismo orbitario grave e un encefalocele e la distanza intercantale era di 95 mm. La operammo all'etá di 2 anni: mobilizzazione delle orbite con trapianti ossei per chiudere la schisi frontale e dare u;' supporto al naso. n mascellare non fu corretto e questo appare evidente, quando la confrontiamo, 10 anni dopo, con la sorella gemella (fig. 12). 287 \.'. · Ortiz Monasterio - A. Fuente Del Campo - F. Longato - R. De Saint-Martin d La rotazione delle due emifacce verso linea media, utilizzando il margine aleolare tra i due incisivi centrali come -unto di rotazione, ci permette una rimolellazione scheletrica totale. La parte centrale della faccia si allunga, i corregge il morso aperto anteriore e la otazione della orbita produce una incliiazione della fessura palpebrale, esteticanente valida. I 2/3 superiori della faccia liminuiscono nelloro diametro senza pero lterare il profilo laterale. Lo scollamento generoso offertoci dalla ncisione bicoronale, ci permette di sposta·e sia i tessuti molli sia lo scheletro e di illungare in mod'o gratificante la piramide I iasale. L'intervento puo essere pianificato con irecisione geometrica e tecnicamente e 288 piu semplice della mobilizzazione orbi- taria. I risulta ti nelle schisi asimmetriche, come 1-13 e 2-12, associate con ipertelorismo orbitale, non sono molto soddisfacenti: le alterazioni dell' asse orbitario, la differente forma dello scheletro nasale e orbitario e le alterazioni dei tessuti molli, presentano problemi difficilmente risolvibili. E in pochi casi si puo ottenere simrnetria. Oggi si possono ottenere risultati eccezionali in molti casi di schisi nasali. Rimangono pero insoluti problemi che sfidano le capacita del chirurgo. I progressi si otterranno solamente accumulando esperienza, ideando nuove tecniche e trattando queste malformazioni rare solamente in centri selezionati ed altamente specializzati. u Schisi [acciali rare RIASSUl TO Con questo lavoro presentiamo la nostra esperienza nel rr~:ramento delle schisi nasali. Negli ulrirni vcntidue anni abbiar-o trattato 156 pazienti afletri da 184 schisi nasali corrispondenti ai .iurneri 1, 2, 3, O secondo la classificazione di Tessier. Vengono esaminare le varianti, descritte le earatterisriche cliniche e la problema rica terapeutica. Si analizzano le diverse tecniche chirurgiche utilizzate e i risultati a distanza vengono valutati sotto l'aspetto estetico, in relazione anche alla crescita de! massiccio facciale. Infine presentiarno il nostro orientamenro chirurgico attuale. BIBLIOGRAFIA 1) Baibak G., Brornberg B. E.: «Congenital midline defecrs of the midface ». Cle]t Pala/e l., 3, 392, 1966. 2) Blackfied H. M., Wilde N. J.: « Lateral facial clefts ». Plast , Reconstr. Surg., 6, 68, 1950. 3) Boo-Chaí K.: « The transverse facial cleft: its repair ». Br. J. Plas/. Surg., 22, 119, 1969. 4) Boo-Chai K.: « The obligue facial cleft: a report of 2 cases and a review of 41 cases ». Br. ]. Plast. 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