CONFERENZA NAZIONALE ENERGIA E AMBIENTE

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CONFERENZA NAZIONALE ENERGIA E AMBIENTE
CONFERENZA NAZIONALE ENERGIA E AMBIENTE
DOCUMENTO CONCLUSIVO
PREMESSA
L'evoluzione del settore energetico è influenzata da una serie di importanti processi; tra questi:
•
la globalizzazione delle economie e dei mercati, che impone il conseguimento di elevati gradi di qualità ed
efficienza per la fornitura dei servizi energetici in un contesto concorrenziale perché la competitività diventa di
sistema e non solo d'impresa;
•
la creazione del mercato unico dell'energia elettrica e del gas nell'Unione Europea;
•
la crescente importanza degli aspetti ambientali ed in particolare la necessità di limitazione dei rischi di
alterazione del clima globale.
In questo contesto il Governo, al di fuori da ogni emergenza e in una corretta visione di sviluppo del Paese, e tenuto
conto degli importanti contributi forniti dalle singole sessioni della Conferenza Nazionale Energia e Ambiente, ritiene di
assumere le opportune scelte e avviare le conseguenti azioni prioritarie secondo le linee seguenti.
LE SCELTE
Il Governo ha adottato o ha in corso una serie di iniziative in materia di politica energetica ed ambientale. Le principali
sono:
•
il riassetto del settore elettrico.
Il decreto legislativo di recepimento della direttiva europea sul mercato unico dell'energia elettrica
determinerà, attraverso il riassetto dell'intero settore elettrico una progressiva liberalizzazione del mercato,
con positive ricadute in termini di prezzi, di investimenti e di occupazione nel rispetto dei principi di servizio
pubblico.
•
la delibera CIPE sul Protocollo di Kyoto.
La delibera contribuisce a definire le politiche e le misure nazionali per rispondere agli impegni assunti sulla
riduzione delle emissioni dei gas serra. Essa è stata elaborata nello spirito dell'approccio partecipativo degli
operatori interessati e prevede il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dando priorità ai meccanismi
consensuali rispetto a quelli di comando-controllo.
•
l'introduzione della carbon-tax.
La norma, contenuta nel disegno di legge collegato alla finanziaria, introduce una aliquota di tassazione legata
alle emissioni di CO2 caratteristiche dei diversi combustibili, iniziando il necessario processo di
internalizzazione delle esternalità nei prezzi energetici.
•
l'attuazione della Bassanini
Il conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli Enti Locali attuato tramite il
decreto legislativo 112/98 apre una prospettiva di ampio e significativo coinvolgimento nelle scelte e di
precisa responsabilizzazione nell'attuazione degli obiettivi di politica energetica.
•
la firma del Patto per l'energia e l'ambiente.
Il Patto, che ha come interlocutori le amministrazioni centrali e locali, le parti sociali, gli operatori e gli utenti,
individua le regole e gli obiettivi generali di un costruttivo ed innovativo rapporto tra le parti. Esso è la
necessaria premessa per la sottoscrizione di Accordi Volontari, settoriali o specifici, che costituiscono il
principale nuovo strumento per la politica energetica.
Le iniziative assunte sono tutte coerenti con le scelte di fondo cui il Governo intende uniformare la propria azione in
campo energetico.
Esse sono le seguenti:
Più mercato, più concorrenza. Non solo per incrementare l'efficienza e ridurre i costi, ma anche per favorire la nascita
e la crescita di nuove imprese in grado di competere e di creare occupazione e di offrire più opportunità di scelta ai
consumatori.
Sviluppo sostenibile: affrontare la questione ambientale valorizzando le opportunità offerte da una corretta risposta da
parte del sistema produttivo, del settore dei trasporti, delle realtà urbane, coniugando obiettivi dell'impresa con
obiettivi della collettività e dell'ambiente comune.
Approccio partecipativo, come scelta prioritaria rispetto all'approccio comando-controllo, favorendo la convergenza
degli interessi individuali verso quelli collettivi.
Decentramento, con la conseguente valorizzazione e responsabilizzazione di tutti i livelli di governo del territorio:
Regioni, Provincie e Comuni, nell'ottica della sussidiarietà.
Semplificazione normativa e delle procedure amministrative ampliando il ricorso e lo spazio affidato alle norme
tecniche ed alle certificazioni volontarie.
Valorizzazione dei comportamenti dei cittadini, in qualità di utenti-consumatori, al fine del raggiungimento, anche
attraverso la domanda, degli obiettivi di efficienza energetica, qualità, compatibilità ambientale.
Riequilibrio Nord-Sud, in termini di infrastrutture e di qualità dei servizi non solo per motivi di equità ma anche come
base indispensabile per garantire una maggiore e più diffusa presenza imprenditoriale.
Valorizzazione delle iniziative diffuse sul territorio, con il pieno coinvolgimento delle piccole e medie imprese nel ruolo
di operatori del mercato.
Internazionalizzazione delle imprese italiane e ampliamento del mercato finanziario al fine di favorire una nuova
qualità di impresa e una maggiore qualità occupazionale.
Attraverso l'affermazione di queste scelte l'Italia non solo avrà un ruolo crescente nel contesto europeo ma potrà
candidarsi, anche per il suo ruolo in campo energetico, come tramite fondamentale nei rapporti tra l'Europa ed il Sud
del Mediterraneo, il cui bacino vede il paese giocare un ruolo cruciale a forte valenza di sviluppo.
LE AZIONI PRIORITARIE
Le scelte sopra delineate dovranno orientare l'azione pubblica in campo energetico. Il Governo è tuttavia consapevole
che, nel medio termine, l'evoluzione della domanda delle diverse fonti energetiche, in assenza di rilevanti squilibri del
mercato internazionale, porterebbe a:
un limitato contenimento del petrolio, imputabile quasi esclusivamente alla parziale sostituzione dell'olio combustibile
con metano nel settore elettrico, unito ad una evoluzione quantitativa e qualitativa dei prodotti in particolare nel
settore dei trasporti;
un forte incremento del metano dovuto non solo al settore elettrico ma anche alla prevista espansione delle reti;
una sostanziale stabilità del carbone sugli attuali livello di utilizzo;
una modesta crescita delle fonti rinnovabili.
L'evoluzione spontanea del sistema non porterebbe quindi né al miglioramento delle garanzie in termini di sicurezza
degli approvvigionamenti né al rispetto degli impegni internazionali in campo ambientale.
Conseguentemente le principali azioni che, coerentemente con gli scenari evolutivi e le scelte operate, dovranno
essere poste in atto riguardano i seguenti temi:
Sicurezza degli approvvigionamenti.
Mercato del gas naturale.
Uso più efficiente dell'energia nei consumi finali.
Raddoppio della quota di fonti energetiche rinnovabili.
Qualità dei servizi energetici.
Economicità dei servizi energetici.
Compatibilità ambientale.
Sostenibilità energetica ed ambientale dei Trasporti.
Gestione della chiusura del nucleare da fissione.
Ricerca.
Sicurezza degli approvvigionamenti
L'importanza strategica che riveste l'approvvigionamento energetico di un Paese come l'Italia - che è e rimarrà
ampiamente dipendente dall'estero - è fin troppo evidente.
Alcuni fattori - quali la relativa stabilità dei mercati petroliferi e la progressiva integrazione normativa dei mercati, in
particolare di quelli europei - hanno reso meno critico, o almeno meno immediato, il problema della sicurezza degli
approvvigionamenti.
Il Governo ritiene comunque necessario continuare a guardare con attenzione al problema degli approvvigionamenti e
alle evoluzioni dei prezzi dei prodotti energetici sui mercati internazionali.
Anche nel nuovo scenario infatti non possono essere escluse nel medio periodo crisi energetiche congiunturali, in
termini di prezzi piuttosto che di disponibilità, ed a fronte di tali eventualità i mercati energetici europei, ancora per
molti anni, non potranno essere realmente integrati per motivi infrastrutturali prima ancora che politici.
Il sistema economico italiano risulterà quindi ancora per molto tempo vulnerabile a causa della tradizionale dipendenza
dal petrolio e dalla crescente dipendenza dal gas, destinato a giocare un ruolo sempre più importante nell'economia
italiana. Le forniture di gas in particolare, per la stessa natura del trasporto, presentano una maggiore rigidità rispetto
al petrolio, e continueranno a dipendere in modo massiccio da Aree caratterizzate da elevata instabilità politica e
finanziaria.
In tale ottica, attraverso strumenti di regolazione del mercato, occorre :
in primo luogo che nel medio periodo una quota pari al 40% del consumo interno lordo venga coperta da fonti
nazionali (fossili e rinnovabili) e combustibili ad ampio mercato.
in secondo luogo passare dal concetto di "scorte petrolifere" a quello di "scorte di idrocarburi", includendovi assieme
all'olio anche il gas e il GPL. In quest'ottica, anche se è sicuramente possibile riconsiderare il limite dei 90 giorni
equivalenti di consumo nazionale fissato per le scorte petrolifere obbligatorie, il Governo ritiene che la responsabilità
del livello delle scorte non possa essere affidata esclusivamente agli operatori i quali, soprattutto nel nuovo contesto
competitivo, tenderebbero ad utilizzare il sistema delle scorte più a fini gestionali che strategici, in modo da ridurne i
relativi oneri.
Risulterà altresì importante, sempre nell'ottica di sviluppare le interconnessioni infrastrutturali sia con gli altri Paesi
dell'Unione Europea che con Paesi produttori, sia favorire un maggior livello di internazionalizzazione delle nostre
imprese energetiche in modo da:
creare una maggiore cooperazione ed accordi tra paesi produttori e paesi consumatori e quindi aumentare la sicurezza
degli approvvigionamenti.
consentire alle imprese di avere un mercato più articolato e quindi anche un approvvigionamento maggiormente
diversificato.
Mercato del gas naturale
Il Governo intende procedere in tempi stretti al recepimento della direttiva sul mercato unico del gas. Attraverso tale
recepimento verrà proseguita la liberalizzazione dei mercati energetici con il duplice fine del contenimento dei costi
energetici e del miglioramento dei servizi. La liberalizzazione del mercato creerà nuove opportunità non solo per le
grandi imprese consumatrici ma anche per piccole e medie imprese che operano in mercati nei quali l'energia è un
importante fattore competitivo.
Parallelamente verrà rinnovato lo sforzo per completare la metanizzazione del Paese non solo nelle grandi aree ancora
escluse dal processo, come la Sardegna, ma anche nelle zone in cui la possibilità di utilizzo del metano potrà costituire
un importante fattore di innesco dei processi di industrializzazione e di crescita occupazionale.
Verrà infine favorita la realizzazione di almeno un terminale di rigassificazione del gas naturale liquefatto, al fine di
diversificare ulteriormente l'approvvigionamento.
Uso più efficiente dell'energia nei consumi finali
Il Governo intende attuare tutte le azioni volte a favorire una maggiore efficienza nell'utilizzo dell'energia. Il contributo
alla sicurezza degli approvvigionamenti che le iniziative di efficienza energetica assicurano dovrà essere valorizzato,
unitamente a quelli a favore dell'ambiente e dell'occupazione, sia nella definizione dei criteri di qualità che in quelli di
economicità dei servizi energetici.
L'efficienza energetica può rappresentare un'occasione di riqualificazione dell'apparato produttivo nazionale che potrà
consentire al nostro sistema industriale di competere sui mercati internazionali con produzioni ad elevata resa e basso
impatto ambientale.
Il Governo si impegnerà inoltre - anche attraverso specifici accordi con gli operatori ed idonei strumenti di
incentivazione - perché cittadini, imprese, enti locali possano più agevolmente ed efficacemente sfruttare le possibilità
di risparmio energetico esistenti nel nostro paese.
Il sistema dei prezzi e delle tariffe a sua volta dovrà essere coerente con le necessità di miglioramento dell'efficienza
energetica degli usi finali, senza tuttavia penalizzare la competitività industriale e la sicurezza degli
approvvigionamenti.
L'obiettivo potrà essere perseguito anche attraverso le attività di Demand Side Management e la fornitura di servizi
post-contatore. Tali attività sono da considerare un naturale sviluppo per le imprese distributrici che intendono
integrare la fornitura di più servizi, migliorarne la qualità e conseguire significative economie; ma possono e debbono
essere anche l'occasione per lo sviluppo di nuove imprese e di occupazione qualificata.
Parallelamente sarà indispensabile sviluppare adeguati meccanismi, anche finanziari che consentano la diffusione di tali
iniziative attraverso un ruolo attivo del consumatore. In tale ottica è intenzione del Governo definire anche un sistema
premiante che ne incentivi le scelte positive sia dal punto di vista energetico che ambientale.
Raddoppio della quota di fonti energetiche rinnovabili
In coerenza con le indicazioni del Libro Bianco dell'Unione Europea e del Libro Bianco sulle Fonti Rinnovabili
predisposto per la Conferenza Energia e Ambiente dall'ENEA, il Governo intende adottare, in costante dialogo con le
Regioni, tutte le iniziative necessarie per raggiungere l'obiettivo del raddoppio della produzione da fonti rinnovabili in
termini di energia primaria entro il 2010, coerentemente con il contesto europeo.
Nel settore della produzione elettrica la liberalizzazione del settore consentirà di perseguire tale obiettivo minimizzando
le risorse economiche necessarie anche grazie all'impiego di strumenti di mercato.
Nel settore dei biocombustibili, in quello della produzione di calore, e per le tecnologie ancora lontane dalla
competitività, verranno adottate specifiche iniziative di ricerca e di incentivazione.
Qualità dei servizi energetici
La qualità nella fornitura di servizi energetici è un fattore di rilevante importanza non solo per i riflessi sulla
competitività dell'offerta dei settori produttivi, e quindi sullo sviluppo economico del Paese, ma soprattutto ai fini della
tutela degli utenti. In questo quadro il Governo presterà particolare attenzione affinché vengano tutelati gli interessi
degli utenti e dei consumatori anche a seguito della liberalizzazione dei settori dell'elettricità e del gas.
Al fine di perseguire l'obiettivo di un incremento generale della qualità dei servizi energetici e soprattutto di eliminare
le disparità tra nord e sud del Paese è necessario in primo luogo realizzare le necessarie infrastrutture dove esse sono
ancora assenti o insufficienti, tenendo conto dell'efficienza e della compatibilità ambientale, anche in considerazione
del problema dell'inquinamento elettromagnetico.
In secondo luogo si dovrà valorizzare l'aspetto qualitativo della fornitura dei servizi energetici nelle rispettive tariffe
introducendo il meccanismo dei rimborsi in caso di mancato rispetto di livelli e standard di qualità minimi fissati
preventivamente.
A livello imprenditoriale verrà favorito, in particolare nel Mezzogiorno, lo sviluppo di imprese che perseguano l'obiettivo
del progressivo e continuo miglioramento dei servizi energetici, ma anche di quelli strettamente connessi quali la
gestione dei rifiuti e dell'acqua, il recupero dei materiali, il trasporto urbano etc...
Economicità dei servizi energetici
La disponibilità di energia a prezzi contenuti è alla base dello sviluppo, non solo economico, ma anche sociale, civile,
occupazionale. Inoltre la competitività dei sistemi-Paese è in maniera crescente connessa alla disponibilità di servizi
energetici oltre che di qualità anche a prezzi concorrenziali.
In tale contesto la liberalizzazione dei mercati dell'elettricità e del gas costituisce senza dubbio una premessa
indispensabile.
Infatti l'apertura dei mercati e la conseguente concorrenza che si verificherà tra gli operatori costituiscono una spinta
decisiva verso il conseguimento di maggiori livelli di efficienza che a loro volta dovranno tradursi non solo in un
parallelo contenimento dei prezzi ma anche in una maggiore compatibilità ambientale degli usi dell'energia.
Per assicurare servizi energetici efficienti saranno importanti oltre che le scelte tecnologiche anche le capacità
gestionali.
Anche in quest'ottica sarà favorita un'espansione in senso orizzontale delle imprese ovvero le gestioni integrate di vari
servizi, coinvolgendo in tale disegno anche la realtà dei servizi pubblici locali.
E' tuttavia necessario introdurre un nuovo concetto di economicità, che includa anche i costi ed i benefici esterni
connessi alla fornitura dei servizi energetici.
Questo processo di introduzione delle esternalità nei prezzi delle forniture deve essere un processo su scala europea di
cui l'Italia dovrà farsi promotrice in tutte le sedi opportune.
Tra i costi occorre considerare gli effetti ambientali dell'uso dell'energia, tra i benefici le ricadute in termini di sicurezza
degli approvvigionamenti nonché di occupazione qualificata che l'utilizzo di alcune fonti, ed in particolare quelle
rinnovabili, può comportare.
Compatibilità ambientale
Il problema della compatibilità ambientale ed in particolare la questione dei cambiamenti climatici deve essere
affrontato non tanto come un vincolo ma come un'occasione di sviluppo.
La percentuale del 6,5% di riduzione dei gas serra rispetto al 1990 assegnata all'Italia per il periodo 2008-2012
costituisce un impegno che il Governo dovrà conseguire prioritariamente attraverso un significativo miglioramento
dell'efficienza di utilizzo dell'energia ed un'espansione dell'impiego delle fonti rinnovabili, ed anche attraverso un forte
impulso alla cooperazione internazionale.
Andrà perseguita, prioritariamente attraverso le regole del mercato ed in ottemperanza alla direttiva IPCC 96/61/CE,
che prevede l'impiego delle migliori tecniche disponibili nei processi industriali, la riqualificazione o la dismissione degli
impianti di generazione elettrica più obsoleti ed inquinanti.
Verrà incentivato l'utilizzo degli strumenti di certificazione ambientale quali l'EMAS e le ISO 14000 e sostenute le azioni
promozionali quali il "Premio ENEA Energia e Ambiente", che ha già ottenuto nella sua prima edizione 1998 un
notevole successo (circa 700 candidature).
Risulta infine importante per l'Italia utilizzare le possibilità per conseguire una quota di riduzioni delle emissioni di CO2
attraverso iniziative specifiche quali il "clean development mechanism" e soprattutto la "joint-implementation", che
sostanzialmente consentono di tenere conto delle diminuzioni di emissioni ottenute anche tramite interventi effettuati
in Paesi terzi.
A tal fine saranno adeguate le politiche di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo.
Trasporti
L'energia e l'ambiente devono essere introdotti nella politica dei trasporti non più come vincoli da rispettare ma come
opportunità aggiuntiva da perseguire congiuntamente al miglioramento dell'economicità e della fruibilità del servizio di
trasporto inteso non solo come servizio pubblico ma come disponibilità complessiva di mezzi ed infrastrutture per
rispondere alla domanda di mobilità del Paese.
Il Governo condivide le linee di fondo del libro verde "per un sistema dei trasporti sostenibile" predisposto dall'ENEA ed
intende, anche attraverso il nuovo Piano Generale dei Trasporti, ed in dialogo con le Regioni e le Amministrazioni
locali, responsabili dei Piani Urbani del Traffico, implementare le seguenti linee di azione a favore dell'energia e
dell'ambiente:
favorire lo sviluppo dei servizi telematici, con particolare riferimento a quelli potenzialmente sostitutivi di mobilità,
anche promuovendo esperienze pilota: telelavoro, riorganizzazione telematica dell'accesso ai servizi urbani, sviluppo di
sistemi logistici integrati per la distribuzione delle merci a livello nazionale ed internazionale (teleporti) e per la
distribuzione urbana di esse;
promuovere il progressivo utilizzo di carburanti a basso impatto sull'ambiente, raccordandolo con il rinnovo del parco
veicolare con mezzi ad elevata efficienza e basso impatto ambientale, inclusa una maggiore presenza di veicoli elettrici
ed ibridi;
favorire il trasferimento del trasporto delle merci dalla strada alla ferrovia e al cabotaggio potenziando le infrastrutture
ed i servizi ferroviari, portuali ed interportuali;
favorire, anche attraverso l'introduzione di maggiore concorrenza e la promozione dell'imprenditorialità privata, il
potenziamento e l'incremento della qualità e dell'efficienza dei servizi di trasporto urbani ed extraurbani;
verificare la coerenza ambientale, anche rispetto agli obiettivi di Kyoto, dei futuri progetti infrastrutturali di trasporto;
promuovere lo sviluppo di infrastrutture per il trasporto urbano, con particolare riferimento alle reti tramviarie, alle
piste ciclabili e alle iniziative di "governo della mobilità";
creare un osservatorio sui Piani Urbani del Traffico per verificarne lo stato di attuazione e promuovere la diffusione
delle soluzioni positive.
Gestione della chiusura del nucleare da fissione
L'individuazione, attraverso il percorso partecipativo già delineato insieme alle Regioni, delle modalità per rispondere al
problema del trattamento e della collocazione dei rifiuti radioattivi deve costituire il punto di partenza per la definizione
di un programma che includa tutti gli esiti del nucleare da fissione.
L'avvio a soluzione del problema della collocazione dei rifiuti radioattivi consentirà di delineare uno scenario nel quale,
ad un orizzonte temporale di medio termine, sia possibile il decommissioning degli impianti nucleari.
A tal fine sarà avviata un'azione per il recupero ed il rafforzamento delle competenze industriali esistenti in Italia per
consentire alle nostre imprese di svolgere un ruolo attivo in tale iniziativa che deve avere motivazioni culturali,
ambientali ma anche industriali.
Ricerca
Il Governo ritiene che, in una situazione largamente regolata dal mercato, sia indispensabile un ruolo pubblico nella
ricerca sull'energia e l'ambiente, soprattutto per gli sviluppi a medio e lungo termine; le esigenze di competitività nel
breve periodo e per l'alto livello di rischio tecnologico non consentono al mercato di sostenere a pieno tali sviluppi.
Il ruolo pubblico sarà, peraltro, differenziato in relazione alla duplice esigenza di promuovere e sostenere:
1. Grandi progetti di ricerca a medio e lungo termine, nazionali, europei e mondiali, quali ad esempio i cambiamenti
climatici globali, le energie rinnovabili e la fusione termonucleare;
2. L'innovazione tecnologica, intesa ad ampliare il ventaglio delle opzioni per uno sviluppo sostenibile sia sul piano
ambientale che socio-economico anche in relazione ai più generali problemi della competitività del Paese .
Nei prossimi anni l'impegno del Governo, in un quadro di incremento degli stanziamenti per la ricerca e di un loro
ottimale impiego, sarà finalizzato a:
Sviluppare modelli e scenari complessi come guida ai decisori pubblici e privati; a fianco degli aspetti scentifico-tecnici
saranno considerati anche quelli socio-economici.
Definire una rete di centri interdisciplinari (dalla matematica alla sociologia) per le applicazioni del calcolo avanzato alla
modellizzazione, alla elaborazione degli scenari e al monitoraggio dei risultati;
Proseguire e rafforzare l'impegno, anche nell'ambito di collaborazioni internazionali, sui grandi temi di ricerca di
interesse per le attuali e future generazioni, con particolare riferimento ai cambiamenti climatici e alla fusione
termonucleare;
Promuovere le tecnologie per ottimizzare i cicli di produzione industriale;
Ricercare e sviluppare fonti di energia diversificate, compatibili con l'ambiente e rinnovabili concentrando gli sforzi su
biomasse e fotovoltaico;
Promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili attraverso la riduzione dei costi e il superamento degli ostacoli tecnici alla
penetrazione del mercato;
Sostenere studi e ricerche per sistemi innovativi che prevedano al loro interno il trattamento dei rifiuti nucleari in
particolare attraverso il progetto ADS;
Promuovere le tecnologie per la produzione e l'utilizzo dell'energia migliorando i processi di conversione, accumulo,
trasporto ed uso finale, sia in ambito nazionale che europeo e mondiale.
In particolare utilizzando gli strumenti esistenti quali i progetti finalizzati dei grandi enti, i piani nazionali di ricerca ed
altri interventi della legge 46/82, i "clusters" di ricerca e sviluppo per le zone depresse (legge 488/92), i progetti
strategici e la partecipazione ai programmi dell'Unione Europea, si intende:
Favorire, attraverso il coinvolgimento diretto delle imprese, programmi congiunti pubblico-privato finalizzati alla diretta
utilizzazione dei risultati di ricerca, superando così il problema del trasferimento;
Promuovere da parte di Enti ed Agenzie la fornitura di servizi di ricerca, soprattutto alle piccole e medie imprese ed
alle Amministrazioni, mirando all'incremento del contenuto tecnologico della produzione di beni e servizi;
Introdurre in misura maggiore l'energia e l'ambiente nei programmi di formazione, sia a livello scolastico che
extrascolastico.
IL RUOLO DI GOVERNO
Un nuovo sistema di governo
Il recepimento delle Direttive europee sulla liberalizzazione dei mercati, l'esistenza di Autorità indipendenti di
regolazione, il processo di decentramento amministrativo in atto, la natura e la qualità delle azioni ed obiettivi
delineate nel presente documento, rendono necessario un salto di qualità dell'azione di governo così come finora
concepita e attuata.
Partendo da quanto previsto in materia di energia dal decreto legislativo 112/98 e dal più generale processo di riforma
amministrativa in atto si tratta di collegare in un rinnovato sistema di governo dell'energia nuovi ruoli, competenze e
procedure, anche di tipo non strettamente amministrativo, che sono necessari per porre in atto la scelta dell'approccio
partecipativo, a tutti i livelli di governo del territorio.
In questa ottica il Governo intende operare in direzione di un potenziamento della propria azione di indirizzo nonché di
definizione e costante aggiornamento delle linee e degli obiettivi della politica energetica nazionale.
A Regioni ed Enti Locali il decreto legislativo 112/98 assegna nuove potestà normative: l'applicazione del dettato
legislativo per il processo di decentramento di compiti e funzioni non potrà che ispirarsi ai principi di sussidiarietà e di
adeguatezza. Il Governo ritiene che, in materia, come modalità di lavoro possa essere perseguita quella dell'istituzione
di sedi permanenti che coinvolgano tutte le istituzioni interessate ed aventi, fra l'altro, lo scopo di massimizzare
l'integrazione e la collaborazione delle Amministrazioni.
Alcuni istituti devono uscire rafforzati da questo complesso processo. Ci si riferisce in primo luogo alla Conferenza
Unificata, che dovrà vedere potenziato il proprio ruolo di raccordo fra le Amministrazioni, in secondo luogo alle
Conferenze dei Servizi, cui deve essere attribuita maggiore operatività.
Istituti varati recentemente, quali lo Sportello Unico, interagiscono profondamente con gli aspetti energetici: la
domanda di semplificazione che essi raccolgono deve essere compiutamente corrisposta.
Nel nuovo quadro maggiore importanza dovrà essere attribuita al ruolo delle Agenzie Tecniche, nazionali e locali, di cui
andranno potenziati i tradizionali compiti di elaborazione tecnica e di controllo in misura speculare al processo di
decentramento, alla semplificazione della normativa e alla diminuzione di vincoli regolamentari.
La Conferenza Nazionale Energia e Ambiente intesa ed organizzata come processo continuo di interlocuzione con gli
operatori e con gli utenti, è l'esempio che il Governo indica come nuovo sistema di governo del settore energetico.
Il Governo intende infatti, attraverso i propri Enti ed Agenzie, rendere permanente un sistema di contatti con operatori
ed utenti che permetta sia un costante monitoraggio - attraverso un apposito report annuale dell'efficacia del sistema
degli accordi volontari, sia un contributo costante all'evoluzione delle strategie ed alla formazione delle decisioni.
Gli investimenti
Il Governo è consapevole della necessità di destinare ingenti risorse pubbliche per la concreta attuazione delle azioni e
degli obiettivi individuati.
A tal fine il Governo:
attribuirà, nell'ambito del nuovo Quadro Comunitario di Sostegno, una priorità agli investimenti infrastrutturali
energetici, ambientali e di ricerca nel Mezzogiorno, con particolare riferimento alle reti di distribuzione, ai servizi
energetico-ambientali ed alle fonti rinnovabili;
individuerà annualmente un importo, nell'ambito della legge finanziaria, finalizzato ad attivare accordi volontari per la
sicurezza degli approvvigionamenti e per il contenimento dei gas serra, sia in Italia che nell'ambito di iniziative di joint
implementation ; nell'ambito del prossimo quinquennio tale importo, compatibilmente con le disponibilità di bilancio,
non dovrà complessivamente essere inferiore a 5.000 Miliardi;
destinerà alle Regioni ed agli enti locali risorse per il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto a fronte di specifici
programmi presentati sulla base di linee guida elaborate dal Governo;
favorirà, sia attraverso apporti diretti che attraverso un forte impulso al sostegno europeo, i nuovi progetti per la
realizzazione di infrastrutture di trasporto sia in ambito nazionale (per collegare le aree del Paese sprovviste di alcuni
importanti servizi energetici, o per rafforzare tali collegamenti) sia in ambito internazionale, con particolare riferimento
alle infrastrutture di approvvigionamento del metano e di trasporto dell'energia elettrica;
promuoverà, con appositi strumenti di incentivazione, la creazione, in particolare nel Mezzogiorno, di nuove imprese
per la fornitura di servizi avanzati in ambito energetico ed ambientale.