Indagine qualitativa e proposte progettuali del sistema produttivo

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Indagine qualitativa e proposte progettuali del sistema produttivo
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Il Sistema Produttivo Locale
Chimico – Farmaceutico
della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Ottobre 2008
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Enti promotori:
PROVINCIA DI LATINA
C.C.I.A.A. DI LATINA
Gruppo di lavoro:
Coordinatore di progetto:
Dott.
Davide D’Arcangelo
Analisi economica:
Dott.
PierFrancesco Milana
Politiche distrettuali:
Dott.
Luca Barone
Analisi field:
Dott. Marco Di Tucci / Dott. Paolo Bianchi
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
INDICE
PREMESSA METODOLOGICA........................................................................ 5
1.
LA SITUAZIONE DI CONTESTO – L’ANNO 2007 ED I DATI DEL PRIMO
QUADRIMESTRE 2008 .................................................................................... 9
1.1
L’andamento congiunturale internazionale e nazionale ........... 9
1.2
L’andamento congiunturale della Provincia di Latina ............. 12
1.3
Le previsioni di breve periodo........................................................ 13
2.
1.3.1
Il settore industria..................................................................... 15
1.3.2
Il settore chimico-farmaceutico .......................................... 17
IL SETTORE CHIMICO IN ITALIA - STUDIO COMPARATO................. 19
2.1
Il settore Chimico in Italia ............................................................... 20
2.2
Focus dei problemi dell'industria chimica italiana e politiche di
intervento ....................................................................................................... 22
3.
2.2.1
L'importanza dell'industria chimica..................................... 22
2.2.2
La situazione attuale ............................................................. 24
2.2.3
Linee di politica industriale del MISE ................................... 26
2.2.4. L’Osservatorio per il settore chimico.................................... 27
2.2.5
Chimica fine e specialistica ................................................. 30
2.2.6
Policy - l’accordo di programma: - i casi regionali .......... 32
2.2.7
Alcuni sistemi Regionali e provinciali .................................. 38
2.2.8. Problemi aperti ........................................................................ 46
IL SETTORE FARMACEUTICO IN ITALIA - STUDIO COMPARATO ..... 50
3.1
Principali caratteristiche del settore farmaceutico.................... 50
3.2
La struttura del settore. ................................................................... 51
4.
3.2.1
L'offerta.................................................................................... 51
3.2.2
La domanda........................................................................... 58
3.2.3
Interventi che influenzano l'offerta...................................... 62
3.2.4
Gli interventi che influenzano la domanda....................... 64
3.2.5
Conclusioni.............................................................................. 65
LE BIOTECNOLOGIE.......................................................................... 68
4.1
Biotecnologie in Italia...................................................................... 68
4.2
La struttura del settore .................................................................... 72
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4.3
Le linee guida per le policy nazionali ........................................... 81
5.
ANALISI QUALITATIVA...................................................................... 87
5.1
La rilevazione.................................................................................... 87
5.1.1
5.1.2
5.1.3
5.1.4
Ambiente................................................................................. 90
Energia;.................................................................................... 91
Governance: .......................................................................... 92
Servizi alle imprese: ................................................................ 93
5.2
Aggiornamento analisi SWOT del Spl ........................................... 95
6.
COMMENTI E LINEE DI POLICY PROPOSTE ...................................... 98
6.1
Linee di policy strategiche per il Spl chimico-farmaceutico
pontino ......................................................................................................... 100
6.2
Le indicazioni delle imprese ......................................................... 106
6.3
Il settore delle biotecnologie in provincia di Latina ................. 108
7.
ALLEGATI…………………………………………………………………114
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PREMESSA METODOLOGICA
La Provincia di Latina è una terra nella quale si è sviluppata
un’economia di produzione che nelle sue varie articolazioni (agricola,
artigianale, industriale, turistica) si è sempre rivelata dinamica e
trainante, anche in termini di incidenza sull’economia regionale.
Le sue specializzazioni e le sue eccellenze – tra le quali si rimarca la
vocazione all’export - come anche le sue contraddizioni e le sue
debolezze, ne sottolineano la, valenza di osservatorio per la
comprensione dei meccanismi del sistema Lazio, così unico nel
panorama economico mondiale.
Il territorio provinciale risulta sviluppato intorno ad un’economia
basata su strutture e dinamiche distrettuali, di sistemi produttivi del
lavoro, di comparti produttivi identificabili chiaramente e che
recentemente sono stati riconosciuti a livello legislativo regionale.
Nel corso degli anni 2003-2006, sono stati infatti riconosciuti dalla
Regione Lazio i Sistemi Produttivi Locali dell’Agro Industria, del ChimicoFarmaceutico e della Nautica e cantieristica da diporto, dei quali si
riportano i dati di riferimento nella tavola che segue:
Tabella 1 - Sistemi Produttivi Locali – Provincia di Latina
SPL
1996 (a)
UL
ADD
2001 (b)
UL
ADD
2006 (c)
UL
ADD
VA
(d)
(Ml/euro)
(e)
Chimico-
92
6.864
113
7.926
210
10.307
589,5
Agroindustriale
272
4.832
514
4.506
579
5.860
335,1
Nautica e
69
461
78
615
223
800
45,7
Farmaceutico
cantieristica
5
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TOTALE
28.61
PROVINCIA
0
2.464
31.21
100.382
64.04
6
130.534
6.366,5
4
Fonte: Elaborazione CCIAA Latina su dati dalle seguenti fonti:
(a) Relazione presentata alla Regione per la richiesta del riconoscimento dei
Sistemi Produttivi Locali. Fonte: Istat, Censimento Intermedio Industria e Servizi 1996
(b) Fonte: Istat, Censimento Industria e Servizi 2001
(c) Fonti: Imprese - Infocamere anno 2006, Addetti - Istat Anno 2004, Valore
aggiunto - Tagliacarne Anno 2004
(d) Stima calcolata con il rapporto Add settore x/add totale provincia. Fonte:
Istat, Censimento Industria e Servizi 2001
(e) Stima calcolata con il rapporto VA/add fonte Istat anno 2004
Il percorso avviato a partire dalla Legge Regionale n. 36 del 2001,
che ha portato al riconoscimento dei Sistemi Produttivi Locali da parte
della regione Lazio e delle strutture che ne hanno affiancato l’impegno,
è proseguito nella provincia di latina attraverso l’impegno dei soggetti
locali (in particolare Provincia e Camera di Commercio) che, una volta
circoscritti i territori e definiti i settori produttivi riconosciuti dalla
legislazione regionale, hanno avviato a partire dal 2006 una fase di
approfondimento delle analisi mediante le risorse rese disponibili dalla
Legge Regionale medesima, mirate alla definizione di linee guida di
indirizzo e determinazione di politiche di sostegni ai settori produttivi
individuati.
Le fasi di analisi ed intervento sinora realizzate possono essere così
riassunte:
•
Fase 1 (2001-2002)
Analisi territoriali ai fini dell’ individuazione dei sistemi Produttivi
Locali della Provincia di Latina (Regione Lazio, Sviluppo Lazio).
•
Fase 2 (2006)
Mappatura dei Sistemi Produttivi Locali e individuazione di Linee
Guida per le policy d’intervento (CCIAA e Provincia).
6
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•
Fase 3 (2007 – 2008)
Indagine desk e field tra le imprese del Sistema Produttivo Locale
del Chimico – Farmaceutico (CCIAA e Provincia) secondo la seguente
metodologia:
•
Analisi dei trend economici generali e settoriali, nazionali e del
territorio;
•
Ricostruzione del posizionamento del SPL su base nazionale;
•
Analisi dei trend e dello stato delle relazioni di settore (attraverso
focus group con testimoni privilegiati ed interviste con imprese della
filiera produttiva indicate direttamente dalle associazioni di
categoria Confindustria, Federlazio, CNA e Confartigianato), degli
elementi di strategia e dei fabbisogni emergenti delle aziende del
SPL;
•
Individuazione di strategie e strumenti di intervento e supporto a
livello strategico ed operativo, ed elaborare indicazioni sulla
fattibilità amministrativa, finanziaria e di governance complessiva
per le azioni di supporto al sistema produttivo.
Il presente documento, che costituisce l’output di questa fase di
lavoro, consente di rendere disponibili ai decisori ed agli attuatori delle
policy di intervento a sostegno del settore i seguenti elementi:
•
Analisi della congiuntura economica attuale del comparto chimico
- farmaceutico e del contesto dell’economia pontina;
•
Ricostruzione delle politiche nazionali e internazionali del settore;
•
Esposizione dei dati rilevati attraverso il Focus group e le interviste di
campo;
•
Ridefinizione della Swot analysis del SPL;
•
Nuova formulazione delle indicazioni di policy per l’attuazione della
governance distrettuale e per l’attivazione di progettualità e risorse
per il sostegno e la crescita del sistema.
7
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In estrema sintesi, i risultati dell’analisi svolta fanno emergere che il
sistema Chimico-farmaceutico è uno dei settori produttivi con maggiori
prospettive di crescita nei prossimi anni.
L’analisi realizzata in Fase 2 ha permesso di evidenziare come il
contesto ambientale rappresenti un fattore particolarmente rilevante
nell’attuale fase di rallentamento della crescita economica.
Si è ritenuto in tal modo opportuno integrare e aggiornare i dati di
contesto dell’analisi svolta in Fase 2 e confrontare i dati emersi con le
aspettative e i sentiment delle imprese, dai quali emerge che il sistema
produttivo locale comprende oltre 250 imprese nella Provincia di Latina,
(tra cui i principali gruppi mondiali) per oltre 10.000 addetti, con circa 25
stabilimenti sul territorio.
Dalla seconda metà del 2007 lo sfavorevole andamento
congiunturale del settore manifatturiero ha coinvolto tutti i comparti
industriali, ad eccezione del chimico e del metalmeccanico.
Il trend negativo che ha caratterizzato il portafoglio ordini nel 2007
sembra essere confermato dalle previsioni relative al primo quadrimestre
del 2008; infine, non si registrano variazioni per l’occupazione ma si
assiste ad un aumento dei prezzi accompagnato da un generalizzato
aumento dei costi.
Le imprese ritengono che il contesto ambientale rappresenti un
fattore particolarmente rilevante nell’attuale fase di rallentamento della
crescita economica; così come ritengono che in questo scenario
diventino cruciali le azioni della politica economica.
Risultano in tal senso urgenti le necessità di una profonda
semplificazione degli strumenti e delle procedure amministrative1, di
rafforzamento delle azioni di governance dei processi di supporto e di
sviluppo, come anche delle politiche di supporto alle tematiche
ambientali ed energetiche, al fine di consentire alle imprese di
programmare e sviluppare strategie di rinnovamento, di crescita
dimensionale e di innovazione necessarie ad affrontare le sfide
dell’attuale modello di economia globalizzata.
1
Fare Ricerca- centro studi Confindustria Lazio – numero 0 maggio 2008
8
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1.
LA SITUAZIONE DI CONTESTO – L’ANNO 2007 ED I DATI DEL
PRIMO QUADRIMESTRE 2008
1.1
L’andamento congiunturale internazionale e nazionale 2
Dopo il risultato positivo del 2005 e il boom economico del 2006,
l’economia globale ha registrato nel 2007 un rallentamento sia per
quanto riguarda la crescita del Pil mondiale che lo sviluppo degli scambi
commerciali.
Questa tendenza prosegue anche nei primi mesi del 2008 e sembra
estesa a tutto il sistema economico globale.
L’economia mondiale è fortemente condizionata da due elementi
chiave: da un lato la crisi finanziaria determinata dal crollo del mercato
dei mutui immobiliari statunitensi, che si è riflessa immediatamente sui
mercati non risparmiando nessuna area geografica; dall’altro il forte
aumento dei prezzi delle materie prime energetiche e alimentari, dovuto
a molteplici fattori, tra cui l’elevata domanda da parte dei paesi
emergenti e la speculazione degli operatori finanziari che hanno trovato
nelle quotazioni del barile una nuova fonte di moltiplicazione per la loro
attività3.
Nel volgere di pochi mesi si è passati da un clima di fiducia nelle
possibilità di crescita a un’atmosfera di grande incertezza sulle
aspettative, determinando una revisione al ribasso delle stime di crescita
e al rialzo di quelle d’inflazione da parte di tutti gli organismi
internazionali.
Alla radice del rallentamento dell’economia mondiale vi sono
quindi la decelerazione degli Stati Uniti e la crisi della tendenza alla
“finanziarizzazione” dell’economia globale.
I dati riportati nel presente capitolo sono basati sull'indagine congiunturale su un
campione di 1500 imprese svolta annualmente della CCIAA di Latina tramite
l'osservatorio “OsserFare” in collaborazione con il centro studi Nomisma di Bologna.
3
Sui mercati di Londra, Chicago e New York vengono scambiati futures sul
petrolio per quantità più che decuplicate rispetto a quanto prodotto viene scambiato
realmente. La necessità di operare coperture tecniche sui contratti differiti contribuisce
all’aumento, in molti casi artificioso, della quotazione del greggio
2
9
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Dopo anni di buona crescita, l’economia americana ha accusato
una decisa frenata, confermando i segnali di rallentamento già emersi
nel 2006.
I dati relativi al PIL Usa registrano un incremento medio annuo del
2,2 per cento (era 2,9% nel 2006), un dato che riflette la crisi del sistema
bancario, e il conseguente effetto-domino sui consumi delle famiglie
(fortemente indebitate col sistema immobiliare), sull’attività produttiva e
quindi sull’occupazione.
Il quadro congiunturale registra poi i primi segnali del fenomeno
stag-flazione, cioè l’effetto congiunto della stagnazione economica e
della crescita dei prezzi, determinata dal combinato disposto
dell’aumento delle materie prime (petrolio in testa), dalla politica
monetaria troppo espansiva (il movimento al ribasso dei tassi americani
prosegue senza soste) e dalla debolezza artificiosa della divisa
statunitense che a tempi brevi ha favorito le imprese americane ma che
a tempi medio lunghi costringe ad “importare “ nuova e maggiore
inflazione.
E’ proseguita anche nel 2007 la crescita dell’Eurozona. Ma anche
qui i segnali di rimbalzo provenienti dalla sponda atlantica del mondo
fanno presagire scenari incerti.
Il rallentamento evidenziato, nell’ultimo trimestre, ha determinato la
chiusura dell’anno con un incremento del Pil al 2,6 per cento, pari a
quello registrato nel 2006.
Un’analisi più approfondita evidenzia però lo stato di salute diverso
tra le grandi economie d’Europa: la crescita è stata sostenuta
principalmente dalla Germania, che ha evidenziato un incremento del
2,5 per cento facendo da traino per l’intera economia europea.
Anche in Spagna è proseguito il trend di crescita, chiudendo il 2007
con una crescita media annua del +3,5%, trainato in gran parte dal
settore immobiliare con i conseguenti rischi di esplosione della bolla
espansiva di quel mercato e le conseguenti aspettative negative per il
2008.
La Francia ha registrato una crescita più contenuta, pari a + 1,9%,
dovuta alla debolezza dell’export transalpino, mentre oltre manica il
10
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Regno Unito ha continuato ad espandersi ad un ritmo pari al 2,9%
slegata com’è quell’economia dai fenomeni tipici delle economie
industriali.
L'Italia ha risentito più che nel resto dell'Euro zona della debole
intonazione congiunturale, scontando ancora il gap rispetto ad altri
delle sue debolezze strutturali.
L’economia italiana, già modesta dalla tarda primavera del 2007,
ha chiuso l’anno in rallentamento, frenata dal prezzo del petrolio
elevato e da una congiuntura mondiale indebolita dalla crisi degli Stati
Uniti, riducendo così i margini di ottimismo dei principali istituti di ricerca.
Dopo la crescita significativa registrata nel 2006 infatti le previsioni
formulate nel corso del 2007 sono state più volte ritoccate; secondo i
dati definitivi, diffusi dall’Istat a fine febbraio, nella media del 2007 il PIL
italiano è cresciuto dell’1,5%, segnando una decelerazione rispetto
all’1,8% messo a segno nell’anno precedente.
Tuttavia i conti pubblici hanno evidenziato un significativo
progresso: l’indebitamento netto (deficit) è sceso dal 3,4% all’1,9%,
mentre l’avanzo primario è cresciuto dall’1,3% al 3,1%.
Nuovo record per la pressione fiscale, che nel 2007 ha raggiunto il
43,3 % del PIL, valore più elevato dal 1997, anno in cui fu introdotta
l’eurotassa.
L’Italia quindi rallenta, pur mantenendo un ritmo di crescita
superiore alla performance media dell’1,1% annuo registrata dall’inizio
del decennio; ma il divario con l’area euro rimane notevole (oltre un
punto percentuale rispetto al 2,6% dell'Euro zona) e si allarga così il
distacco rispetto ai principali Paesi europei (Germania, Francia e
Spagna) e non (Stati Uniti e Giappone)4.
4
CCIAA di Latina -OsserFare- l’andamento congiunturale della provincia di Latina l’’annata 2007 e le previsioni per il primo quadrimestre 2008-
11
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
1.2
L’andamento congiunturale della Provincia di Latina
Seguendo il trend nazionale, la realtà economica pontina si
presenta in difficoltà e non si manifestano per ora segnali di ripresa.
La ripresa generalizzata del 2006 si è trasformata in crisi altrettanto
generalizzata nel 2007, pressoché in tutti i settori.
Diffusi sono i segnali di attenzione che derivano dall’analisi dei
comparti economico- produttivi. Lo scoppio delle crisi industriale in
settori strategici dell’economia Pontina (Chimica e industria alimentare
in primis) sono solo la punta di un iceberg di un malessere diffuso.
Il sistema commercio già debole dal 2005 non riesce a invertire la
tendenza e soffre del calo generalizzato dei consumi (anche primari )
delle famiglie.
La dinamica congiunturale complessiva mostra una significativa
flessione della domanda e del fatturato: il 33,0% delle imprese del
campione di OsserFare denuncia una diminuzione della domanda,
contro il 27,9% del 2006.
Una differenza pressoché di eguale misura è quella relativa al
fatturato: le imprese che dichiarano di aver subito una riduzione di ricavi
delle vendite salgono al 34,8%, dal 29,4% del 20065.
Va sottolineato che il sistema economico pontino è comunque
dipendente dalla dinamiche macroeconomiche generali del Paese e
quindi risulta sempre ciclico nei confronti dell’economia nazionale. Non
vanno però sottaciuti alcuni elementi di debolezza strutturale inerenti al
contesto territoriale.
Sul fronte occupazionale assistiamo ad una sostanziale stabilità
delle variabili analizzate: il 76,5% delle imprese (erano il 78,9% nella
media 2006) dichiara la stazionarietà dell’occupazione fissa ed il 76,4%
(erano l’80,8% nel 2006) la mancanza di variazioni per quanto riguarda
l’occupazione atipica.
La dinamica dei prezzi di vendita è in prevalenza (58,6% delle
imprese del campione) stazionaria con un lievissimo incremento (+1,6%)
5
Idem
12
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
sia delle aziende che dichiarano una tendenza al ribasso, che di quelle
(+2,8%) che invece hanno operato una revisione al rialzo dei listini6.
Il peso dei costi aziendali (oneri finanziari,personale e materie prime
e dei semilavorati), è il problema più sentito dalle aziende con un trend
di crescita più che costante (il 70,8%, contro il 65,8% del 2006).
Il disagio percepito degli oneri aziendali è diffuso in tutti i settori ma
è particolarmente significativo nel comparto turistico, per il quale il trend
di crescita è quasi doppio che negli altri settori: la quota di aziende che
registrano una crescita dei costi aumenta quasi del 10% e arriva al 67,7%
del totale a fronte del 58,9% del 2006.
In questo contesto, anche la situazione finanziaria sembra risentirne
e la proporzione di aziende che dichiara un peggioramento della
liquidità aziendale passa dal 36,1% del 2006 al 38,7% della media 2007.
Le maggiori criticità sono avvertite nei settori commerciale (il 45,4%
delle imprese del comparto denuncia un peggioramento, contro il 40,3%
del 2006) e industriale (il 40,6% delle imprese del comparto denuncia un
peggioramento, contro il 36,8% del 2006)7.
Un dato invece meno netto dal punto di vista delle quantità, ma più
preoccupante, se letto alla luce dei bisogni di innovazione e
qualificazione delle produzioni, è il calo alla propensione agli
investimenti: flette la percentuale di aziende che dichiara di aver
realizzato i propri programmi di investimento nel corso del 2007 (33,2%
contro il 37,5% del 2006).
Dalle previsioni degli operatori emerge, inoltre, che solo il 22% di
questi ha intenzione di effettuare investimenti anche nel 2008.
1.3
Le previsioni di breve periodo
A livello di aspettative per il 2008 le previsioni degli imprenditori non
mostrano segnali di fiducia, e crescono, rispetto al 2006, sia le imprese
che si attendono una riduzione della domanda (dal 20,5% del totale del
6
7
Idem
Idem
13
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
campione nel 2006, al 27,4% del 2007), che quelle che prevedono una
contrazione del fatturato (dal 20,2% del 2006, al 29,5% del 2007).
In particolare le imprese del settore turistico, che si attendono in
misura sensibilmente superiore alla media (34,2%) una flessione della
domanda, sono quelle che maggiormente sembrano risentire della crisi
del dollaro e in generale della crisi economica mondiale che taglia i
consumi secondari in modo netto.
In questo settore anche le previsioni di fatturato indicano una
consistente riduzione delle imprese che si attendono un fatturato in
crescita (18,6%, contro il 24,1% del 2006); una riduzione delle aziende che
prevedono un fatturato stazionario (49,6%, contro il 62,7% del 2006); un
consistente incremento delle imprese che ritengono che il loro fatturato
sarà soggetto a contrarsi (31,3%, contro il 13,3% del 2006).
Il solo comparto che prevede una sostanziale stabilità sia della
domanda che del fatturato è quello dei servizi.
All’interno del quadro occupazionale non si prospettano variazioni
tendenziali per la componente fissa e per quella atipica: rispettivamente
l’82% e il 78.1% delle imprese dichiara un’attesa di invarianza.
Anche sul fronte dei prezzi di vendita le previsioni evidenziano una
maggioranza degli operatori che non intendono ritoccare i propri listini
rispetto al 2006 e al 2007.
Il comparto dove si registra la quota maggiore di imprese (37,4%)
che ritoccheranno verso l’alto i listini è quello commerciale, mentre tra le
aziende dei servizi si colloca la quota maggiore di aziende (7,7%) che si
attendono, invece, una revisione al ribasso.
Le contrazioni attese della domanda inducono probabilmente gli
operatori economici ad adottare politiche di prezzo tali da non
deprimere ulteriormente la domanda stessa.
Parimenti le previsioni di contrazione del fatturato sono da
addebitarsi anch’esse a tale scelta e da associare al fatto che è molto
elevata la quota di imprese (60,9%) che si aspettano di dover sostenere
incrementi degli oneri aziendali.
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
La percentuale più elevata in tal senso si registra nel settore
industriale (63,7%), dove cominciano a diventare pesanti e determinanti
gli aumenti dei prezzi del petrolio e dell’energia8.
1.3.1 Il settore industria
Le difficoltà del sistema economico nazionale ed internazionale si
riflettono anche sull’andamento dell’industria pontina, che nel 2007 è
risultato complessivamente sfavorevole.
Considerato che si attesta al 45% (in linea con il 2006) la quota di
aziende che ha manifestato una situazione stabile rispetto allo scorso
anno, il restante quadro si riassume sinteticamente come segue:
-
il 33% circa (10 punti percentuali in più rispetto al 2006) delle
imprese dichiarano una flessione della quota di produzione;
-
il portafoglio ordini totale è prevalentemente in diminuzione in tutti i
settori;
-
la domanda estera “tira” ancora;
-
l’occupazione è stabile;
-
i prezzi risultano in crescita, sia nel consuntivo (30,1% degli
intervistati) che nelle previsioni (29,4% degli intervistati);
-
l’aumento delle materie prime fa lievitare i costi che risultano
cresciuti per il 72,1% degli intervistati e previsti in crescita dal 63,7%.
Tra i settori dell’industria, si segnala:
-
un
andamento
maggiormente
positivo
nel
comparto
“metalmeccanico” con il 33,4% di aziende che dichiara la
produzione in crescita e il 28,8% (la quota più consistente del
comparto industriale) che hanno aspettative di crescita produttiva
anche nel primo quadrimestre 2008.
Il 27,2% delle imprese dichiara in aumento il portafoglio ordini totale,
ragguardevole anche quota di imprese (39,3%) che ritiene in
8
Idem
15
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
crescita il portafoglio ordini dall’estero, di cui attende peraltro
(27,1% degli intervistati) un aumento anche nel 2008.
Nel metalmeccanico è, inoltre, maggiore che negli altri comparti la
quota di imprese (34,7%) che dichiara un incremento del fatturato,
previsto in crescita anche nel 2008 dal 29,4% degli intervistati.
-
Altro scenario per il settore alimentare, dove la produzione è
dichiarata in flessione dal 41,4% delle imprese intervistate e dove le
previsioni a breve non sono migliori: gli ordinativi risultano diminuiti
nel 2007 per il 43,6% delle aziende e per il 2008 l’attesa del 37,4%
degli intervistati è ancora negativa.
Il settore alimentare è, in linea col trend nazionale, quello in cui si
segnala una consistente revisione al rialzo dei listini.
-
Anche il settore “mobile-legno-carta” registra una contrazione
notevole delle proprie attività e le imprese intervistate indicano
diminuzioni di produzione (34,4% del campione per il 2007 e 32%
delle imprese con aspettative negative nel 2008); di portafoglio
ordini (il 38,5%); di fatturato (41,4% degli intervistati nel 2007 e 34,3%
come aspettativa 2008).
-
Una situazione maggiormente negativa abbiamo poi nel comparto
“moda” (“tessile-abbigliamento-pelle”), registrata ormai da più anni
dove quote più consistenti di soggetti lamentano dati e aspettative
negative (in alcuni casi oltre il 50% degli intervistati!).
-
Nel comparto delle costruzioni la dinamica congiunturale è meno
negativa : il 30,9% delle imprese registra nel 2007 una riduzione della
produzione (e il 24,8% si attende una riduzione anche nel 2008); il
28,1% ha visto contrarsi il portafoglio ordini (il 23,5% lo attende
ancora in flessione); il 34,6% denuncia una riduzione del fatturato (il
26,6% lo prevede in flessione anche nel primo periodo del 2008).
16
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
1.3.2
Il settore chimico-farmaceutico
Le imprese del comparto “chimica-gomma-plastica”, secondo
quanto si desume dalle loro dichiarazioni, hanno realizzato nel 26,9% dei
casi una crescita della produzione e nel 24,9% dei casi si attendono un
incremento anche nel 2008, sebbene le previsioni mostrino
complessivamente una maggiore cautela degli operatori per la gran
parte degli indicatori.
Il portafoglio ordini totale risulta in contrazione per il 25,4% degli
intervistati (a fronte però di un 21,6% che ne dichiarano una crescita),
ma osserva un buon andamento (cresce per il 37,0% delle imprese) il
portafoglio ordini dall’estero, per il quale si prevede una performance
positiva anche nel 2008 (è destinato ad incrementarsi per il 31,3% degli
intervistati).
Il fatturato cresce per il 33,2% delle imprese e gli operatori si
attendono in maggior misura (27,3%) un incremento, che una
contrazione (17,1%)9.
Questi dati generali, sostanzialmente non negativi riguardano tutto il
comparto Chimica-Gomma-Plastica e scontano in positivo le buone
performance del settore della chimica di base.
Se però si approfondiscono i dati sul settore farmaceutico, che è
storico per l'area pontina, ci si accorge che anche qui i venti della crisi
sono particolarmente forti.
Il settore farmaceutico Pontino, con le sue peculiarità strutturali
(presenza massiccia di multinazionali, indotto parcellizzato e
dipendente, mercato interno legato alle politiche pubbliche sul
farmaco, mercato internazionale indipendente dai centri di produzione)
soffre strutturalmente della presenza di fattori esogeni, non sempre legati
alle politiche del territorio.
Le politiche produttive e commerciali delle multinazionali presenti
nell'area sono legate a logiche internazionali e a fattori di sviluppo e di
crisi repentini e imprevedibili. E la crisi in questo momento appare
preoccupante.
9
Idem
17
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Alcune aziende storiche dell'area, come la Pfizer, (che dopo 51 anni
ha confermato l´intenzione di vendere lo stabilimento di Latina)
sembrano abbandonare il campo.
E non sempre, come in questo caso, sarà un gruppo specializzato
nello stesso settore (produzione di farmaci generici), ad acquistare
l'impianto e a garantire gli attuali livelli occupazionali e salariali.
La cessione, secondo fonti aziendali, potrebbe essere perfezionata
entro la fine del 2008 o nei primi mesi del 2009.
Le cause della vendita sembrano riconducibili alla scadenza dei
brevetti che fino ad ora assicuravano una posizione di forza in
determinati settori, che ora vedono accresciuta la competizione per
l´«invasione» dei farmaci generici.
Oltre al colosso americano, altri grandi gruppi come Gambro,
Bristol-Myers Squibb, Janssen, Recordati e Wyeth attraversano un
momento di difficoltà al punto da far parlare di un possibile effetto- Pfizer
e di crisi del chimico-farmaceutico laziale.
Anche la Janssen, specializzata tra l´altro nella produzione dei
sofisticati stent medicali, ha trasferito in Irlanda un intero reparto e in tre
anni ha visto dimezzare la sua forza lavoro, passando da 800 a circa 450
unità. E si parla di ulteriori esuberi.
Proprio la mobilità ha segnato le recenti cronache aziendali di
Recordati, che tuttavia sembra oggi vivere un rilancio grazie alla
produzione per conto terzi, e di Wyeth, che mantiene un livello dei costi
più elevato di altri stabilimenti omologhi in Grecia e Irlanda e che viene
mantenuto a regime grazie a politiche di just in time e di TQM applicate
dal management nello stabilimento di Aprilia.
Il settore rappresenta una quota di PIL altissima per la Provincia di
Latina (oltre il 30%!) e la crisi non va né sottovalutata né diluita nel più
ampio settore chimico.
18
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
2.
IL SETTORE CHIMICO IN ITALIA - STUDIO COMPARATO
La produzione chimica presenta una notevole diffusione sul territorio
europeo: sono presenti concentrazioni significative in ben 50 regioni
europee, infatti, che occupano più di 100 mila addetti, e non tutte sono
dominate dalle grandi imprese della chimica di base.
Grazie a questa presenza sul territorio, queste imprese chimiche
svolgono un ruolo fondamentale per tutto il sistema industriale: perché
condividono la stessa cultura dei loro clienti, sanno interpretarne al
meglio le esigenze e partecipano alla loro crescita fornendo input
innovativi.
In questo senso la competitività della chimica, e in particolare delle
piccole e medie imprese, appare un consistente patrimonio comune
dell’industria europea (ed italiana) da difendere e promuovere.
In Italia operano tre tipi di imprese, tutte egualmente importanti:
-
le imprese medio - grandi italiane rappresentano il 23% della
produzione,
-
le multinazionali estere coprono il 35%,
-
le PMI italiane il restante 42%.
La classifica delle principali imprese chimiche italiane mostra, oltre
ad alcune grandi realtà attive nella chimica di base, un buon numero di
imprese medie e medio - grandi altamente specializzate, che spesso
detengono nel proprio segmento la leadership a livello europeo e - a
volte - anche mondiale.
Molte sono internazionalizzate anche dal punto di vista produttivo, e
va detto che le produzioni delle imprese estere fanno forte il comparto in
Italia.
Negli ultimi anni, l’importanza di queste imprese è cresciuta sia per
l’acquisizione di imprese italiane, sia perché l’attività svolta in Italia ha
dato vita a un forte flusso di esportazioni.
In Italia la chimica (esclusa farmaceutica), con una produzione che
supera i 48 miliardi di euro, rappresenta quasi il 6% dell’industria
manifatturiera.
19
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Il ruolo della chimica nel sistema economico va ben al di là delle
sue dimensioni in quanto il settore presenta un’alta intensità di capitale e
di attività di R&S.
In Italia, le quattro grandi aree della chimica hanno tutte una
presenza significativa. Rispetto al resto d’Europa, si evidenzia tuttavia un
peso maggiore dei settori della chimica a valle destinata sia agli usi
industriali, sia ai consumatori finali.
Dalla struttura dei costi emergono con chiarezza le forti differenze
tra comparti.
Nella chimica di base il costo delle materie prime riveste un peso
assolutamente rilevante.
In particolare, ciò è vero con riferimento al costo dell’energia la cui
incidenza supera in generale il 7%, ma raggiunge punte altissime in molti
settori.
2.1
Il settore Chimico in Italia
I settori chimico e farmaceutico in Italia sono due settori talmente
estesi da non poterne parlare se non in modo ormai distinto.
I grafici e le tabelle che seguono sintetizzano quello che è lo stato
dell’arte del primo dei due settori in Italia.
20
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Lo stereotipo economico vigente sulla chimica induce a pensare
ad una concentrazione produttiva nei soli poli petrolchimici.
In realtà, le tantissime PMI rendono invece la chimica un settore
diffuso su tutto il territorio italiano, ma con una presenza particolarmente
forte in Lombardia.
21
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
2.2
2.2.1
Focus dei problemi dell'industria chimica italiana e politiche di
intervento
L'importanza dell'industria chimica
La chimica rappresenta l'unica leadership europea in una grande
industria e in un settore a elevata tecnologia.
A livello europeo l'incidenza occupazionale del settore rispetto
all'intero sistema manifatturiero è superiore al 6%, mentre in termini di
valore aggiunto lo stesso rapporto raggiunge quasi il 10%.
A livello nazionale gli stessi indicatori diventano rispettivamente 4,3%
e 7,5%. Più che agli aspetti quantitativi, l'importanza dell'industria chimica
appare in realtà legata ad aspetti qualitativi, al ruolo trainante che
svolge nella crescita dell'intero sistema industriale e più in generale al
contributo che offre al miglioramento della qualità della vita.
La chimica è fornitrice indispensabile di materie e materiali per
numerosissimi settori industriali: elettronica, trasporti, telecomunicazioni,
sanità, abbigliamento, edilizia, alimentare solo per citarne alcuni;
attraverso la fornitura di materie prime o semilavorati alle industrie a
valle la chimica svolge il compito strategico di trasferire le nuove
22
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
tecnologie contenute in tali prodotti e ottenute come risultato
dell'innovazione
produttivo.
sviluppata
nei
suoi
laboratori
all'intero
sistema
Va sottolineato il fatto che le imprese chimiche, anche quando di
piccole e medie dimensioni, hanno necessità di sviluppare ricerca e
innovazione in modo formale e strutturato, nei propri laboratori e con
accordi di collaborazione con centri di ricerca pubblica e privata.
Per questa ragione la chimica è l'unico settore in Italia dove
l'innovazione è diffusa tra centinaia di aziende.
Tale compito è quasi sempre affidato a imprese medio - piccole
che assumono un ruolo centrale di partnership con i fornitori di materie
prime (chimica di base e chimica fine) e con le migliaia di imprese a
valle.
Ciò è vero per l'Europa, ma ancor di più per l'Italia, soprattutto nel
"made in Italy" e nei principali distretti industriali. Per tali imprese
un'offerta chimica italiana di qualità non potrebbe essere facilmente
sostituita da importazioni di prodotti chimici ideati
- quanto a
customizzazione, flessibilità, adattamento alle esigenze del cliente - per
esigenze differenti da quelle degli utilizzatori italiani.
Per questa ragione, come è stato sottolineato dalle autorità di
governo, all'industria chimica, soprattutto quella di base, va attribuita
una rilevanza strategica per la crescita e lo sviluppo dell'intero sistema
produttivo nazionale.
Il progresso dell'intero sistema produttivo chimico non può peraltro
prescindere da una ricostituzione della unitarietà del quadro industriale
dell'intero settore chimico, nonché da un'armonizzazione e da una
complementarietà di interessi tra grandi, medie e piccole imprese, che
nell'esperienza degli altri Paesi europei hanno rappresentato l'ossatura
portante della crescita dell'industria chimica.
E' altresì necessario che nell'ambito del sistema delle PMI chimiche
venga favorito e si realizzi un importante processo di razionalizzazione
strutturale che spinga talune unità produttive verso minime soglie
dimensionali, indispensabili per l'entrata e/o l'efficiente permanenza in
23
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
determinati comparti produttivi, specie quelli caratterizzati da alti livelli di
innovazione tecnologica.
A tale processo di razionalizzazione e crescita dimensionale devono
accompagnarsi comportamenti più collaborativi da parte delle grandi
imprese (multinazionali e non), altrimenti, ogni sforzo di miglioramento da
parte delle PMI rischia di risultare inutile. Fondamentale è pertanto il
superamento del dualismo tra grandi e PMI.
In tema di sicurezza del lavoro, dei prodotti e della sostenibilità
ambientale, si rileva che il settore chimico è avviato verso risultati
migliorativi rispetto ai decenni precedenti come peraltro evidenziano gli
indici quantitativi e qualitativi in termini assoluti e relativi correlati agli altri
settori produttivi.
2.2.2
La situazione attuale
L'industria chimica italiana è caratterizzata sia da imprese di medie
e grandi dimensioni che operano nei poli chimici, sia dalla presenza
diffusa in alcune aree territoriali del nord di imprese di piccola e media
dimensione, che presidiano alcuni segmenti produttivi particolarmente
significativi.
Mentre ormai da alcuni anni è in atto un processo di ristrutturazione
dell'industria chimica italiana che ha comportato un notevole
ridimensionamento delle aziende localizzate nei poli chimici, le iniziative
produttive di piccola e media dimensione, nonostante l'esistenza di
difficoltà che ne impediscono molto spesso la crescita e lo sviluppo,
continuano a esprimere dinamismo e competitività.
Più della metà della produzione chimica italiana proviene, oggi,
dalle piccole e medie imprese che sono diventate gli attori principali del
settore con focus specialistici in vari settori e un export molto rilevante. In
Italia le PMI chimiche (fino a 250 addetti) costituiscono il 95% delle
imprese del settore e contribuiscono all'occupazione dello stesso con
una quota pari a ben il 57%.
24
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Tale rapporto nell'81 era uguale al 36%. La percentuale di imprese
innovative nelle PMI chimiche è pari a più del doppio della percentuale
relativa all'industria nel suo complesso.
Inoltre, facendo un raffronto per classi dimensionali tra imprese
esportatrici, chimiche e non, si trova che è maggiore la quota di imprese
esportatrici tra le piccole chimiche che tra le piccole manifatturiere non
chimiche.
D'altra parte, la chiusura di impianti localizzati nei poli chimici ha
provocato una serie di problemi.
Oltre agli esuberi occupazionali (negli ultimi vent'anni gli addetti del
settore sono diminuiti di oltre 100.000 unità) e all'eccesso di disponibilità
di servizi che si registra nei poli chimici a seguito della diminuzione dei
fabbisogni, la riduzione della produzione nazionale di prodotti chimici di
base e dei loro derivati (intermedi, polimeri) ha avuto conseguenze
negative non soltanto sui processi di verticalizzazione produttiva, ma
anche sulla bilancia commerciale, già deficitaria, del settore.
E' significativo il fatto che l'Italia sia tra i Paesi industrializzati quello
con il più alto deficit della bilancia commerciale di settore, pari, nel 2002
a circa 8.3 miliardi di euro di cui 7,4 (il 90%) attribuibili alla chimica di
base.
Nel medio e lungo periodo, la mancata inversione di tendenza di
questo processo finirebbe per mettere a repentaglio la stessa
sopravvivenza di alcuni poli, in particolare di quelli più piccoli, causando
una perdita di competitività non solo per i diretti acquirenti dei composti
non più prodotti, ma anche per l'intero sistema produttivo nazionale.
Allo stesso modo, poiché è la grande impresa a trarre vantaggio
dalle sinergie che si generano dalla gestione di più produzioni legate tra
loro da rapporti di filiera, a raccordare attività di ricerca svolte da più
centri localizzati in diversi territori, a valorizzare attraverso una visione più
ampia di quella legata al singolo business o al singolo stabilimento
esperienze e competenze maturate nel tempo in ambiti diversi, si rischia
di impoverire il sistema di ricerca nazionale da cui dipende, in definitiva,
la competitività delle imprese.
25
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Attualmente la Lombardia è la seconda regione chimica europea
per addetti, addirittura la prima per numero di imprese e tra le prime per
incidenza degli addetti sulla popolazione.
Per la Lombardia si può parlare di una
specializzazione nel settore chimico e farmaceutico.
vera
e
propria
E’ noto che una buona parte del tessuto produttivo italiano si
concentra nella regione, ma tale concentrazione - espressa in termini sia
di imprese, sia di addetti - è maggiore con riferimento alla chimica.
Questa forza è confermata dall’indice di specializzazione che risulta
superiore tanto ai settori tradizionali del made in Italy, quanto a un
settore considerato di punta quale la meccanica strumentale.
La chimica per sua natura non è un settore che si organizza in forma
di “distretti”, ma nel caso della chimica lombarda si può parlare della
presenza di un “distretto tecnologico”, vale a dire di un network
costituito dalle imprese chimiche e da altri attori (ad esempio le
Università, le imprese di servizi, la Pubblica Amministrazione) che insieme
creano le condizioni ottimali per lo sviluppo di imprese sofisticate e ad
elevato contenuto tecnologico.
2.2.3
Linee di politica industriale del Ministero dello Sviluppo
Economico
Accrescere la competitività dei territori, migliorare le condizioni dell’
ambiente esterno in cui operano le imprese, a partire, in epoca di
decentramento e di politiche bottom-up, dalla valorizzazione delle
potenzialità e delle specificità di ciascuno.
Obiettivo principale della politica del MSE è, in questa ottica,
promuovere la qualificazione dei poli chimici per favorire in queste aree
la nascita di iniziative produttive di piccola e media dimensione, a
elevata compatibilità ambientale, in grado di fare sistema con il tessuto
produttivo preesistente e di radicarsi sul territorio che le ospita.
In questo modo, oltre a promuovere una rivitalizzazione dei poli, si
intende favorire la nascita o il rafforzamento di sistemi integrati di
26
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
impresa e uno sviluppo del tessuto produttivo locale fondato sulla
valorizzazione delle potenzialità presenti su ciascun territorio.
A tal fine, la prospettiva di sviluppo per i poli chimici appare legata
alle prospettive di crescita e di sviluppo dello stesso sistema produttivo
circostante.
L'idea è quella di fare di queste aree un punto di riferimento per i
distretti industriali circostanti: individuare i fabbisogni produttivi di tali
distretti, e portare all'interno dell'area le iniziative produttive in grado di
rispondere a tale domanda e le infrastrutture e i servizi, reali e finanziari,
di cui queste imprese hanno bisogno significherebbe valorizzare le
potenzialità presenti nel polo chimico e promuovere un rafforzamento
dei distretti industriali esistenti funzionale a uno sviluppo endogeno e
autopropulsivo di ciascun sistema produttivo regionale.
2.2.4.
L’Osservatorio per il settore chimico
L’Osservatorio per il settore chimico è stato istituito con decreto del
Ministro dell’Industria, oggi Ministero dello Sviluppo Economico, nel
novembre del ’97 con l’obiettivo di ridefinire e attuare politiche di
intervento per il settore in grado di favorire il rafforzamento strutturale
delle imprese e lo sviluppo competitivo della chimica italiana.
E’ un organismo collegiale a carattere permanente che riunisce al
suo interno tutti i soggetti interessati allo sviluppo del comparto: le
imprese attraverso la partecipazione di Federchimica e di Unionchimica,
i sindacati, rappresentati da esponenti della Fulc e la Pubblica
Amministrazione che conta nell’Osservatorio rappresentanti, oltre che
del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero dell’Ambiente, del
Commercio estero, dell’Istruzione Università Ricerca e della Salute.
Il metodo di lavoro dell’Osservatorio è basato su un’intensa attività
di concertazione realizzata sia a livello centrale, tra tutti i soggetti
presenti nell’Osservatorio nazionale, che a livello locale, attraverso gli
Osservatori locali istituiti nei territori a vocazione chimica e tra il livello
centrale e quello locale di governo.
27
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
In epoca di decentramento amministrativo, è sembrato opportuno
scegliere, infatti, un approccio territoriale che, evidenziando le diverse
connotazioni che il territorio assume nelle differenti aree geografiche,
promuovesse il rafforzamento strutturale delle imprese e lo sviluppo
competitivo del settore attraverso la valorizzazione delle specificità e
delle potenzialità locali.
A oggi, sono stati istituiti dall’Osservatorio nazionale venti osservatori
locali, che, presieduti dall’ente locale territorialmente competente (di
solito è l’Amministrazione provinciale), contano al loro interno i
rappresentanti locali di tutti i soggetti già presenti nell’Osservatorio
nazionale e anche di altri soggetti comunque deputati a promuovere
localmente lo sviluppo del territorio.
Si tratta degli osservatori provinciali costituiti a Udine, Bergamo,
Savona, Venezia, Varese, Novara, Mantova, Ferrara, Ravenna, Pisa,
Livorno, Terni, Matera, Crotone, Brindisi, Sassari Nuoro, Siracusa
dell’Osservatorio comunale di Gela e dell’Osservatorio regionale della
Sardegna.
Sono stati così predisposti e poi realizzati a partire dall’anno 2000 tre
progetti specifici:
1)
Il progetto di sviluppo locale, diretto a supportare i soggetti
locali dei territori a vocazione chimica nella definizione di nuove
strategie di sviluppo in grado di favorire la nascita o il rafforzamento di
sistemi integrati di imprese.
In diversi territori, di concerto con gli osservatori locali sono stati
predisposti veri e propri progetti di sviluppo locale che individuano gli
ambiti settoriali da incentivare, gli interventi sull'ambiente esterno da
promuovere, gli strumenti da utilizzare e i soggetti responsabili di
ciascuna azione per avviare nuovi percorsi di crescita e di sviluppo.
Oltre ad aver predisposto un manuale per il marketing territoriale, è
stato realizzato un sistema informativo (disponibile anche sul sito internet
dell’Osservatorio) che raccoglie per ciascun territorio tutte le
informazioni utili a chi voglia effettuare una scelta localizzativa per un
nuovo investimento produttivo.
28
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Individuate le produzioni da incentivare sono stati contattati
potenziali investitori provenienti da altre aree del Paese o dall’estero e, in
ciascun territorio, sono state realizzate numerose iniziative grazie alle
quali sono nati o potranno nascere partenariati, gemellaggi, joint
ventures.
2)
Il
progetto
innovazione,
finalizzato
a
promuovere
la
diffusione di innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese
chimiche, offrendo assistenza tecnica e consulenza di esperti;
3)
Il progetto sulla certificazione ambientale, diretto a favorire
l'adozione da parte delle imprese di comportamenti volontari funzionali
a uno sviluppo sostenibile del settore (Emas, Iso 14000).
Anche in questo caso è stata offerta assistenza tecnica e
consulenza di esperti ad alcune piccole e medie imprese chimiche,
dieci delle quali sono state avviate alla certificazione. E’ stato redatto
inoltre un manuale-guida alla certificazione ambientale già distribuito ai
diversi osservatori locali che ne hanno fatto richiesta.
L’esperienza maturata e le conoscenze acquisite durante la
realizzazione dei progetti hanno portato l’Osservatorio alla definizione
dei progetti da realizzare nel corso degli anni successivi:
•
Progetto di riqualificazione dei poli chimici e le nuove strategie per
la chimica italiana;
•
Progetto per la costruzione di una rete di ricerca e dell’innovazione.
La scarsità di aree pronte a ospitare nuove iniziative produttive
rappresenta oggi per il nostro Paese uno dei principali ostacoli allo
sviluppo del sistema produttivo nazionale; la qualificazione dei poli
chimici risolverebbe gli attuali problemi ambientali e renderebbe
disponibili aree attrezzate in grado di offrire a potenziali investitori
numerosi e preziosi vantaggi localizzativi: servizi, utilities, stabilimenti
dismessi, laboratori di ricerca, risorse umane altamente qualificate,
efficienti strutture distributive.
In tal modo, inoltre, verrebbero avviati processi di industrializzazione
senza aggredire, dal punto di vista ambientale, nuovi territori.
29
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
In tale ottica, diventa un'esigenza improcrastinabile la soluzione dei
problemi che ancora oggi
molto spesso impediscono l'effettiva
realizzazione delle attività di bonifica di estese aree localizzate all'interno
dei poli chimici.
Allo stesso modo, è opportuno avviare azioni che riducano la
complessità della normativa ambientale e delle procedure autorizzative
che riguardano obiettivi ampiamente condivisi di salvaguardia della
salute umana, dell'ambiente e della salute dei lavoratori, al fine di
permettere alle Pmi di porre in essere i vari adempimenti.
In particolare nelle aree meridionali il risanamento e la
riqualificazione delle aree dismesse offrirebbero opportunità concrete
per nuovi insediamenti.
Si ritiene necessario indirizzare gli investimenti degli imprenditori del
centro-nord attualmente penalizzati dalla congestione delle aree in cui
oggi operano (ciò è vero, per esempio, a Bergamo e a Varese), che
oltre ad allargare il loro mercato, potrebbero beneficiare di condizioni di
ambiente esterno sicuramente propizie per il superamento dei limiti
culturali che spesso ostacolano la crescita e lo sviluppo dell'impresa.
Pensare a una nuova configurazione dei poli chimici, che preveda,
in queste aree, la presenza di pmi trasformatrici è possibile, però, soltanto
a condizione che, almeno nel medio periodo, vengano salvaguardate e
consolidate le produzioni attualmente presenti.
Per dare attuazione a tale strategia il Governo, d'intesa con gli enti
locali, è già impegnato in un programma finalizzato a riqualificare i poli
chimici, ad accrescere la competitività di queste aree per renderle più
attrattive per potenziali investitori.
2.2.5
Chimica fine e specialistica
Per quanto riguarda la chimica fine, essa rappresenta un vero e
proprio asse portante del settore in una società tecnologicamente
avanzata, anche se in Italia non è ancora abbastanza sviluppata ed è
poco considerata.
30
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
In Italia i prodotti della chimica fine e delle specialità sono realizzati
da molte piccole medie aziende italiane e anche da unità produttive di
imprese multinazionali. Si contano circa 900 imprese che occupano 55
mila addetti.
Sono numerosissimi i settori industriali che utilizzano, come input
produttivi, le produzioni di chimica fine: l’industria alimentare, quella
automobilistica, l’industria tessile, l’industria conciaria, della carta, quella
del legno, le calzature, l’abbigliamento, l’industria elettronica, la stessa
industria chimica, la farmaceutica, l’industria delle materie plastiche,
solo per citarne alcuni.
Come settore fornitore di beni intermedi, la chimica fine e delle
specialità gioca un ruolo fondamentale nella diffusione di nuove
conoscenze e innovazioni lungo la catena produttiva a valle.
L’interazione con i clienti, la customizzazione, i necessari rapporti di
stretta collaborazione con i settori utilizzatori rendono ancor più
strategica e determinante la capacità di innovazione e di risposta alle
esigenze del mercato.
Le innovazioni di processo inoltre tendono a ridurre i consumi di
materia prima ed energia, con significativo miglioramento delle
problematiche ambientali, nella direzione di una chimica "verde" che
ben si inquadra con lo sviluppo sostenibile e la qualità della vita.
La Ricerca & Sviluppo è quindi un fattore strategico di primaria
importanza per la competitività delle imprese del settore.
La dimensione aziendale ridotta è spesso un vincolo molto
stringente per investire in attività di ricerca e sviluppo.
Nonostante le piccole e medie imprese del settore si dimostrino
comunque più innovative rispetto alla media industriale, il vincolo
dimensionale impedisce tuttavia un investimento significativo in attività
di ricerca e sviluppo.
Va sottolineato inoltre che le conoscenze richieste per realizzare e
innovare i prodotti, il più delle volte, non trovano riscontro negli attuali
percorsi di formazione universitari. Un maggior collegamento tra
università e impresa resta, in tal senso, auspicabile.
31
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
2.2.6
Policy - l’accordo di programma: - i casi regionali
Il Ministero dell'Università e della Ricerca ha firmato con alcune
Regioni italiane una serie di accordi di programma al fine di promuovere
in Italia il settore delle biotecnologie attraverso la realizzazione di distretti
tecnologici, aree caratterizzate da un'elevata specializzazione
tecnologica destinate a promuovere e sviluppare la ricerca e a favorire
il trasferimento delle nuove tecnologie in ambito industriale, creando
anche le condizioni per l'avvio di nuove realtà imprenditoriali.
I Distretti tecnologici avviati in relazione al settore biotech in Italia
sono i seguenti:
REGIONI
DISTRETTI BIOTECH
FRIULI VENEZIA Distretto
GIULA
Biomedicina
Molecolare
PUNTI SALIENTI
di Nell'ottobre 2004 il MIUR ha
firmato con la Regione Friuli Venezia Giulia un accordo di
programma per la realizzazione
di un distretto tecnologico di
biomedicina
molecolare.
Nell'iniziativa
sono
coinvolte
tutte
le
principali
strutture
competenti attive nel Friuli Venezia Giulia, come l'ICGEB
(International Centre for Genetic
Engineering & Biotechnology), il
CRO (Centro di Riferimento
Oncologico) di Aviano, la Sissa
(Scuola Internazionale Superiore
di Studi Avanzati), il CIB
(Consorzio Interuniversitario per
le Biotecnologie), i Dipartimenti
delle Università di Udine e Trieste
e
il
CBM
(Consorzio
di
Biomedicina
Molecolare).
Il
finanziamento previsto è stato
pari a 36 milioni di euro per gli
anni 2004-2007 (15 milioni a
carico del Ministero e 21 milioni
a carico della Regione Friuli –
Venezia Giulia). Nell'ottobre 2006
32
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
il MIUR ha emanato un bando
per la realizzazione di attività di
ricerca industriale, estese a non
preponderanti
attività
di
sviluppo precompetitivo e con
connesse attività di formazione
professionale di ricercatori e
tecnici di ricerca in Friuli Venezia Giulia. I progetti devono
essere caratterizzati dal forte
impiego di tecnologie abilitanti
pervasive,
specificatamente
mirate alla incorporazione di
soluzioni particolarmente
innovative
e
con
elevati
contenuti immateriali all'interno
dei processi, dei prodotti e dei
servizi, e devono afferire ad uno
solo dei seguenti temi: 1 Sviluppo
di
piattaforme
tecnologiche
per
la
biomedicina nel campo delle
nanotecnologie e dell'imaging
molecolare; 2 - Applicazioni in
ambito
oncologico;
3
Applicazioni per le malattie
cardiovascolari; 4 - Applicazioni
per le neuroscienze nel campo
delle malattie degenerative del
sistema nervoso centrale. Il costo
massimo del singolo progetto,
comprensivo della formazione,
deve essere compreso entro i 3
milioni di euro. Le risorse a
disposizione sono pari a 7 milioni
di euro a valere sul FAR.
LOMBARDIA
Distretto
Biotecnologie
sulle Nel marzo 2004 il MIUR ha firmato
con la Regione Lombardia un
accordo di programma per la
realizzazione di un distretto
tecnologico sulle biotecnologie
promuovendo le piccole e
medie
imprese
lombarde
insediate nelle aree censite
come metadistretti. L'accordo
33
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
ha previsto uno stanziamento
26 milioni di euro destinati
finanziare le seguenti aree
intervento: biotecnologie per
salute, per l'agro-zootecnia
per l'industria.
di
a
di
la
e
A tal fine, la Regione Lombardia
nell'ottobre 2005 ha messo a
disposizione 18 milioni di euro per
promuovere l'eccellenza dei
meta-distretti
lombardi,
mediante l'incentivazione di
progetti proposti dal sistema
delle imprese e della ricerca ed
aventi ricadute in specifiche
aree tematiche tra cui le
biotecnologie alimentari e le
biotecnologie non alimentari.
Le
proposte
progettuali
potevano essere presentate
dalle Associazioni Temporanee
di Impresa (ATI) tra piccole e
medie
imprese
lombarde
insediate nelle aree censite
come metadistretti. Nel luglio
2005 il MIUR ha invece stanziato
8 milioni di euro per la ricerca
biotecnologica in Lombardia
per la realizzazione di progetti anche proposti da costituende
società (spin-off) - sui temi della
genomica, della proteomica e
della lead discovery.
Obiettivo dei progetti era il
miglioramento
della
qualità
della vita, favorendo lo sviluppo
delle conoscenze tecniche e
scientifiche, nonché la crescita
economica
del
territorio
attraverso
uno
sviluppo
sostenibile
della
presenza
industriale nei settori innovativi e
di alta tecnologia.
34
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
PUGLIA
Distretto
sulle
Biotecnologie
nei
settori della sanità,
dell’agro-industria e
dell’ambiente
Nell'aprile 2005 il MIUR ha firmato
con la Regione Puglia un
accordo di programma per la
realizzazione di un distretto
tecnologico sulle biotecnologie
nel
settore
della
sanità,
dell'agroindustria
e
dell'ambiente.
Nel
campo
agroindustriale
le
principali
tematiche
individuate
riguardano l'innovazione dei
processi e dei prodotti, oltre che
lo sviluppo di nuove tecniche
per il controllo della qualità. Nel
campo
medico/sanitario
l'obiettivo è innovare i processi e
proporre protocolli alternativi
che siano più rapidi, affidabili e
veloci per la diagnostica e
terapie alternative. Nel campo
ambientale
risulta
infine
fondamentale
individuare
nuove strategie per ridurre
l'inquinamento delle acque, del
suolo e dell'aria e sviluppare
sensoristica
biotecnologicamente avanzata
per le attività di monitoraggio. E'
prevista la realizzazione di un
sistema policentrico tra i Biopoli
delle Università di Bari, Foggia e
Lecce, in modo da favorire le
collaborazioni tra mondo della
ricerca
e
imprese.
Il
finanziamento previsto è stato
pari a 6 milioni di euro. Nel
gennaio 2006 il MIUR ha
emanato
un
bando
per
incentivare, con 8 milioni di euro,
progetti di ricerca industriale,
sviluppo precompetitivo ed alta
formazione nel settore delle
biotecnologie
per
la
valorizzazione, la qualità e la
sicurezza
delle
produzioni
35
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
agroalimentari della Regione
Puglia. Obiettivo del bando è
stato quello di promuovere
l'acquisizione
di
nuove
conoscenze
finalizzate
alla
messa a punto di nuovi - o al
miglioramento di quelli esistenti prodotti, processi produttivi e
servizi, al fine di contribuire al
potenziamento del settore e alla
promozione e sviluppo socioeconomico
del
territorio
pugliese. I temi dei progetti, da
realizzarsi
in
sinergia
tra
laboratori e imprese con un
costo compreso tra i 750.000 e i
3 milioni di euro e comprensivi di
interventi di formazione pari
almeno al 10% del costo della
ricerca, sono stati i seguenti:
applicazioni
biotecnologiche
per la valorizzazione delle
produzioni
agroalimentari
pugliesi;
applicazioni
biotecnologiche per la qualità e
la sicurezza delle produzioni
agroalimentari pugliesi.
SARDEGNA
Distretto
della
Biomedicina e delle
tecnologie per la
salute
Nel maggio 2005 il MIUR ha
firmato
con
la
Regione
Sardegna
un
accordo
di
programma per la realizzazione
di un distretto tecnologico della
biomedicina e delle tecnologie
per la salute. Il finanziamento
previsto è stato pari a circa 86
milioni di euro di cui 70 milioni di
fondi pubblici e 16 milioni di
fondi privati. Nel quadro del
distretto tecnologico è stato
finanziato, attraverso un bando
rientrante nel programma RIDITT
(Rete italiana per l'Innovazione
ed il Trasferimento Tecnologico
alle imprese) e rivolto a tutte le
Regioni e Province autonome,
36
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
anche
un
incubatore
specializzato nel favorire la
nascita e lo sviluppo di piccole e
medie
imprese
ad
alta
tecnologia operante nel settore
delle
biotecnologie,
denominato "Biofarm". Le risorse
messe
a
disposizione
dal
Ministero
dello
Sviluppo
Economico
attraverso
il
programma RIDITT sono state
pari a 770 mila euro.
37
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
2.2.7 Alcuni sistemi Regionali e provinciali
A) La chimica in Lombardia10
In Italia l’industria chimica è concentrata, più di altri settori
merceologici, nelle regioni settentrionali tra cui spicca la Lombardia che:
-
impiega il 43% degli occupati totali della chimica (40.3% esclusa
farmaceutica), valore particolarmente significativo se confrontato
con quello relativo al peso dell’industria manifatturiera lombarda
sul totale nazionale (26.2%);
-
ha un indice di specializzazione nella chimica (misurata come
rapporto tra addetti del settore e occupati complessivi
nell’industria manifatturiera) che è superiore a quello ben più noto
- e tradizionalmente indicato come rilevante - dell’industria
meccanica;
-
occupa una posizione di rilievo anche a livello europeo, come
seconda regione per numero di addetti, prima per numero di
imprese e tra le prime per indice di specializzazione
Localizzazione geografica delle prime 20 regioni chimiche (chimica e farmaceutica)
europee e classifica delle prime 10 per addetti – REGIO database Eurostat
Studio sull'industria chimica lombarda nell’ambito del progetto MENTORCHEM
(Federchimica).
10
38
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Un ruolo così importante della Lombardia all’interno del panorama
nazionale si spiega con alcune importanti caratteristiche della Regione:
•
l’ampiezza dell’industria manifatturiera, che valorizza lo stretto
legame tra la chimica e i settori a valle della filiera produttiva;
•
la presenza di una cultura industriale radicata e sviluppata cui la
chimica fornisce un rilevante contributo;
•
l’ampia offerta di specifici servizi innovativi a partire da una struttura
di ricerca e formazione superiore storicamente forte e legata
all’industria.
Questi dati non devono suffragare la percezione errata, ma diffusa
e molto radicata nell’opinione pubblica, della realtà della chimica: una
presenza così importante e pervasiva nell’ambito dell’economia
regionale non si fonda su grandi impianti (e, di conseguenza,
nell’immaginario collettivo, inquinanti e/o pericolosi) - peraltro quasi
assenti in Lombardia - ma su centinaia di piccole e medie imprese
diffuse capillarmente sul territorio.
In definitiva in ambito nazionale la Lombardia è certamente il caso
più rappresentativo ma tutta l’occupazione chimica in Italia, lungi dal
concentrarsi solo attorno ai grandi poli chimici, deriva da una rete estesa
di PMI che caratterizzano la struttura dell’industria italiana: i comuni con
più di 100 addetti chimici sono ben 388 e sono certamente presenti
massicciamente nell’Italia Settentrionale (225 nel Nord-ovest, 69 nel
Nord-est) senza tuttavia dimenticare le non trascurabili presenze al
Centro (53) e al Sud (41).
La chimica in provincia di Bergamo
La realtà chimica in provincia di Bergamo non si discosta molto dal
quadro regionale e nazionale appena descritto; anche qui esiste
un’ossatura composta da numerose PMI chimiche accanto a
significative presenze di grandi industrie (da notare che nella classifica
delle prime 30 aziende italiane per fatturato, figurano ben 5 imprese
chimiche con più sedi in provincia alcune delle quali sono anche leader
39
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
nel proprio settore). La maggior parte delle aziende
(80% circa) ha
comunque meno di 50 dipendenti.
Per quanto riguarda invece l’evoluzione storica del settore, i dati
disponibili evidenziano come il comparto abbia registrato un trend senza
evidenti flessione; in generale ha visto una leggera crescita e una
sostanziale tenuta anche nell’ultimo periodo di difficile congiuntura
economica.
Nella Tabella seguente viene riportata la serie storica numerica per
la provincia di Bergamo con il dettaglio dei singoli sottogruppi
economici del comparto chimico.
Elaborazione CCIAA Bergamo su dati ISTAT e dati ISTAT 2001
Lo stesso discorso può essere fatto anche per quanto riguarda
l’occupazione nel settore in provincia di Bergamo; il numero di addetti,
così come emerge dalla Tabella seguente:
Il trend rappresenta una crescita costante (più che raddoppiati nel
corso degli ultimi 30 anni), se si eccettua una lieve flessione verso la fine
degli anni ’80.
40
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Elaborazione CCIAA Bergamo su dati ISTAT e dati ISTAT 2001
In definitiva dunque le piccole e medie imprese chimiche nella
provincia
di
Bergamo
rappresentano
una
componente
quantitativamente e qualitativamente importante dell’intero comparto
industriale locale, una realtà dinamica e capace di creare ricchezza e
occupazione.
A) La chimica in provincia di Varese
Settore Chimico e Farmaceutico: 210 unità locali - 7.000 addetti.
Specializzazioni: prodotti farmaceutici; prodotti chimici ad utilizzo
industriale nei settori tessili; alimentare; carta; cuoio; etc; materie
plastiche in forme primarie;vernici etc.
I primi insediamenti produttivi della filiera chimica in provincia di
Varese risalgono agli inizi del 1900 e sono per lo più legati a produzioni
impiegate nei processi industriali delle imprese del territorio.
La chimica nasce in provincia di Varese come chimica a supporto
dell’economia del territorio e , questa vocazione, pur con le naturali
evoluzioni è stata mantenuta nel tempo.
La caratterizzazione della realtà varesina come realtà multidistretto
ha fatto si che si sviluppassero produzioni chimiche destinate alle
lavorazioni tessili, tintorie e candeggi, alle lavorazioni della pelle e del
cuoio, per cui la realtà varesina era famosa nel mondo, alla lavorazione
della carta, alla lavorazione delle plastiche, agli isolamenti degli
elettrodomestici etc. Il settore chimico – farmaceutico costituisce una
41
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
della più importanti realtà produttive locali che comprende circa 210
unità locali e 7.000 addetti.
All’interno della realtà industriale della provincia di Varese il chimico
e farmaceutico offre complessivamente occupazione a circa il 5,6%
degli addetti del settore manifatturiero.
Varese costituisce un’importante realtà nel panorama nazionale:
con una presenza del settore chimico e farmaceutico pari a poco più
del 4%, in termini di addetti alle unità locali, una percentuale che supera
il 5% nel caso del solo settore farmaceutico.
La dimensione d’impresa è più elevata della media e si avvicina ai
30 addetti per impresa, contro i 15 del settore delle materie plastiche, va
segnalata la presenza in provincia di numerose sedi di multinazionali
estere che hanno scelto Varese per la propria localizzazione produttiva
in Italia.
B) La chimica nel Novarese
La nascita della chimica novarese risale agli anni ’50 per merito di
personaggi di spicco come Giacomo Fauser e Guido Donegani. Ad essi
si deve la creazione di Istituti di ricerca importanti ed all’avanguardia.
Si tratta, di un comparto che non ha seguito un modello originale di
sviluppo e che, fino a non molti anni fa, poteva ancora definirsi di tipo
prevalentemente periferico. Confrontando i dati relativi alla tipologia di
produzione con quelli relativi alle localizzazioni produttive emerge
chiaramente che il territorio novarese ha accolto singoli insediamenti
piuttosto che poli industriali.
Ancora oggi, delle circa 200 imprese chimiche attive all’interno del
territorio della Provincia di Novara (Fonte CCIAA di Novara), non è dato
rinvenire un vero e proprio distretto chimico-industriale.
Tale dato troverebbe conforto anche nella recente delibera del
Consiglio della Regione Piemonte con cui sono stati aggiornati i confini
dei distretti industriali presenti nel territorio provinciale. Piuttosto, è
corretto parlare di poli chimici con riferimento alle realtà presenti a
Novara nel quartiere Sant’Agabio e a San Martino di Trecate.
42
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Da
un
lato
non
sono
rispettati
i
parametri
dimensionali
comunemente utilizzati per definire un distretto industriale, dall’altro,
pare troppo recente la volontà dei diversi attori di cooperare per lo
sviluppo del territorio.
Dal punto di vista della localizzazione, fatta eccezione per le due
aree appena ricordate, dedite alla produzione di prodotti chimici di
base inorganica e di altri prodotti chimici (classi ISTAT 24.13 e 24.66) non
è consentito rinvenire zone di specializzazione produttiva tali da risultare
fattori strategici a livello di sviluppo territoriale.
Attualmente la posizione geografica strategica, la rilevante
presenza di centri di ricerca d’eccellenza, oltre ad un sistema
universitario in sensibile crescita, hanno consentito e consentono di
credere nelle prospettive di sviluppo e rafforzamento del settore chimico
novarese.
Nell’ottica dello sviluppo si è insistito sul rafforzamento del distretto
industriale inteso quale insieme di imprese, ciascuna specializzata in una
particolare fase della produzione, in grado di competere e cooperare,
creando esternalità positive nell’ambito del territorio in cui sono
localizzate.
La scelta di inserire la Provincia di Novara tra quelle coinvolte nel
programma “Chimica 2000” promosso dall’Osservatorio per il settore
chimico, va concepita come tentativo per far nascere e/o rafforzare
sistemi integrati di piccole e medie imprese lungo uno snodo
comunicazionale di rilevanza europea.
Nell’esaminare il comparto chimico novarese pare utile puntare
l’attenzione sulla qualità della ricerca, anche per meglio comprendere
la bontà delle valutazioni sulle prospettive di crescita del settore.
A dare valore aggiunto allo stesso, ancor prima della produzione
industriale è proprio la ricerca.
Molteplici indicatori economici inducono a ritenere per il prossimo
anno la ripresa sarà contenuta.
Nello specifico si tratta anche della tendenza dell’Euro,
significativamente verificatasi da ultimo, ad apprezzarsi sui mercati
43
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
valutari, con conseguenze negative sulle esportazioni, della bassa
dinamica del mercato interno e del minor sostegno della domanda
estera.
In base a tali prospettive ed in assenza di adeguati strumenti di
politica industriale appare difficoltoso il mantenimento delle attuali
posizioni di nicchia, soprattutto in un contesto di globalizzazione.
Le politiche più recenti, volte a favorire la crescita e la competitività
del comparto, insistono sulla valorizzazione del potenziale delle imprese
di piccole e medie dimensioni mediante la creazione o il rafforzamento
dei centri di ricerca, la disponibilità di infrastrutture, servizi, efficienti
strutture distributive, oltre alla vicinanza ai mercati di sbocco e/o
approvvigionamento.
Nel caso di Novara e della sua Provincia il sostegno alle imprese
passa necessariamente attraverso la promozione del territorio le cui
attrattive
emergono
con
evidenza
pensando
all’aeroporto
internazionale di Malpensa 2000, al piano alta capacità, all’interporto
logistico europeo, alla presenza del polo universitario, di quello
scientifico e tecnologico e, non da ultimo, alla sua posizione strategica
sulla direttrice Torino-Venezia e Genova-Gottardo.
In estrema sintesi, il risanamento del settore chimico nella Provincia
di Novara, che sta attraversando la medesima congiuntura evidente a
livello di Sistema-Paese, passa necessariamente attraverso una
decisamente maggiore integrazione delle imprese coinvolte nella filiera
produttiva.
C) Pisa
Nei settori della chimica e della farmaceutica nella provincia di
Pisa, operano imprese che vantano una tradizione storica nel territorio,
unita all’elevata competenza nella produzione e nel marketing.
Grazie ad una radicata cultura imprenditoriale, le relazioni fra
grandi strutture e aziende di dimensioni più ridotte, alimentano un
sistema di competenze tecnologiche notevoli, grazie al quale la
produzione provinciale avanza sempre più nei mercati internazionali.
44
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Il settore della chimica conta un discreto numero di aziende
distribuite fra produzione di prodotti chimici e fibre sintetiche, materie
plastiche e gomma, lavorazione di metalli non metalliferi.
Altrettanto consistente il comparto legato alla farmaceutica dove
la presenza di alcune aziende (Abiogen Pharma, Istituto Gentili,
Farmigea, Laboratori Baldacci, Laboratori Guidotti) assicura livelli
qualitativi eccellenti e margini di crescita interessanti.
La chimica dell’area pisana si basa principalmente sulla chimica
farmaceutica la quale assorbe un certo numero di addetti soprattutto
laureati provenienti dall’università di Pisa.
Le imprese farmaceutiche oltre ad essere quelle che hanno
maggiori dimensioni sia per fatturato che per numero di addetti sono
anche quelle che hanno uno stretto rapporto di collaborazione con
l’università di Pisa soprattutto con la facoltà di Farmacia e con il
dipartimento di Chimica e Chimica industriale.
45
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
2.2.8.
Problemi aperti
Un recente studio11 ha realizzato interviste ad imprenditori del
settore e, in estrema sintesi, i punti di forza emersi sono sostanzialmente i
seguenti:
•
elevata capacità da parte del sistema produttivo locale di
innovare e di essere flessibili di fronte al mercato sia attraverso un
ampliamento o un riorientamento della gamma di prodotti offerti
sia a livello organizzativo e gestionale;
•
la presenza di alcuni comparti con interessanti prospettive di
sviluppo (come la chimica fine e i composti);
•
mentre i punti di debolezza principali sono considerati essere:
•
la difficoltà di “identificazione” del prodotto chimico nei confronti
della popolazione;
•
l’immagine storicamente “negativa” dell’industria chimica;
•
la comparsa di nuovi competitor e di nuove esigenze nel rapporto
con il cliente.
Il rapporto con il contesto territoriale si presenta come conflittuale
da almeno due punti di vista:
•
nei confronti delle pubbliche amministrazioni non solo locali;
•
nei confronti della popolazione.
In stretto collegamento con una decrescente attrattività
dell’industria a livello locale, si riscontra in ambiti sempre più ampi una
scarsa propensione dei giovani al lavoro nell’industria e, in misura forse
ancora maggiore, nell’industria chimica.
Gli imprenditori chimici segnalano, infatti, una difficoltà a reperire
adeguate risorse umane sia di tipo quantitativo che di tipo qualitativo.
Un altro aspetto che è stato identificato come particolarmente
critico per l’area bergamasca riguarda l’adeguatezza della dotazione
11
Studio di settore sulla chimica bergamasca Unione degli Industriali della Provincia
di Bergamo Gruppo Industriali Chimici Bergamo, gennaio 2005
46
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
infrastrutturale territoriale, intesa nel duplice senso di mancanza di aree
per lo sviluppo industriale e di carenza del sistema dei trasporti.
Nel primo caso la criticità è rappresentata sia da un vincolo fisico
all’espansione delle dimensioni aziendali, sia dall’impossibilità di creare
“poli” chimici, tecnologici o comunque aree attrezzate all’insediamento
industriale che possano permettere alle imprese che vi si collocano una
gestione efficiente ed economicamente conveniente di alcuni servizi (in
particolare i servizi ambientali, come la depurazione dei reflui e lo
smaltimento dei rifiuti).
Il secondo aspetto segnalato riguarda le carenze del sistema di
trasporto in provincia di Bergamo, che obbligano le imprese ad
effettuare trasporti prevalentemente su gomma e utilizzando arterie
stradali gravemente congestionate e in alcuni casi vicine al collasso.
A fronte delle criticità emerse nelle interviste, sono state individuate
e discusse all’interno del Direttivo Chimici dell’Unione degli Industriali
della provincia di Bergamo alcune linee d’azione che dovrebbero
contribuire ad affrontare in modo positivo alcuni dei problemi emersi nel
corso delle interviste.
Sostanzialmente gli attori locali propongono di intervenire su:
A) Comunicazione
Come si è avuto modo di accennare l’accettabilità sociale delle
industrie chimiche in provincia di Bergamo è piuttosto bassa.
Questo fenomeno trova le sue radici nell’immagine spesso distorta
che il pubblico ha della chimica e in particolare dei prodotti chimici.
A cascata questo si riflette sull’opposizione della popolazione e,
quindi, degli enti locali a nuovi insediamenti chimici o anche solo
all’ampliamento degli esistenti e si riflette altresì sulla scarsa disponibilità
dei giovani ad accettare un impiego nell’industria chimica.
47
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
B) Certificazione
Ogni campagna di comunicazione soprattutto se di origine
unilaterale (chi comunica parla di se stesso) genera un’esigenza di
credibilità dell’informazione fornita.
Questo problema, di non secondaria importanza, può essere
superato grazie alla presenza di una terza parte che fornisca un punto di
vista qualificato e indipendente e possa quindi prestare una sorta di
garanzia rispetto alla veridicità e all’attendibilità delle informazioni
trasmesse, permettendo una comunicazione di maggiore efficacia.
Questo risultato potrebbe essere innanzitutto raggiunto attraverso
un’iniziativa specificamente mirata alle imprese del settore chimico di
promozione delle diverse forme di certificazione ambientale e di
sicurezza esistenti (la nuova edizione della ISO 14000, EMAS II, OHSAS
18000, certificazioni di prodotto, ecc.) soprattutto attraverso la
presentazione di approcci metodologici semplificati e l’illustrazione di
casi concreti di successo.
C) Formazione
L’importanza del ruolo della formazione è stata più volte
sottolineata nei confronti di almeno due tipologie di soggetti: la scuola e
la pubblica amministrazione. Come accennato, infatti, gli imprenditori
lamentano la lontananza del mondo della scuola dalle esigenze delle
imprese. Si tratta di un aspetto che, pur essendo stato affrontato negli
ultimi anni, non ha ancora dato i risultati potenzialmente raggiungibili.
D) Servizi alle imprese
Il settore chimico, molto più di altri settori merceologici, raggruppa
imprese sostanzialmente diverse tra loro, non tanto per dimensione,
quanto per la tipologia dei processi utilizzati, le caratteristiche dei
prodotti, il grado di pericolosità delle attività, le tipologie di impatto
sull’ambiente, le modalità di relazione con il mercato finale.
48
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Questa notevole varietà si traduce nella difficoltà di identificare
azioni di supporto alle imprese chimiche in generale e nella
corrispondente opportunità di creare una forma di interfaccia tra le
imprese e il mondo della consulenza cui si rivolgono abitualmente in
particolare le piccole e medie imprese chimiche per svolgere attività
non
abituali
legate,
per
esempio,
ad
adempimenti
normativi,
aggiornamenti legislativi e tecnici oppure alla verifica di nuove
opportunità commerciali, in particolare all’estero.
Un contributo importante in questo senso può essere fornito dalle
strutture gravitanti attorno all’Unione (Servizi Industriali, Servitec, Assist)
dedicate al supporto alle imprese proprio in quegli ambiti in cui
maggiore è l’esigenza delle imprese di disporre di professionalità
qualificate, aggiornate e a costi sostenibili.
Sulla base delle specifiche esigenze manifestate dalle imprese del
settore chimico, si potrebbe pensare alla creazione di veri e propri
“pacchetti” di servizi espressamente rivolti a questo settore o a suoi
specifici comparti i cui contenuti potrebbero essere individuati e messi a
punto con l’ausilio degli imprenditori coinvolti nelle attività del Gruppo.
E) Semplificazione
Un ulteriore ambito di attività si riferisce a quella che tutti gli
intervistati hanno identificato come una delle criticità principali
nell’operatività quotidiana e, in particolare, in occasione di rinnovi di
autorizzazioni o richieste di nuove autorizzazioni: l’inefficienza e la
lentezza della macchina burocratica e amministrativa pubblica.
Ad oggi l’incertezza nell’interpretazione delle norme e nella
gestione della tempistica “costringono” gli imprenditori ad agire non
sempre in modo consapevole in zone di non completa legalità.
Una proposta emersa da alcune interviste è quella di valutare la
creazione di un tavolo di lavoro tra i principali stakeholder (imprenditori
chimici, Unione Industriali, rappresentanti dei diversi livelli ed enti della
pubblica amministrazione), che studi le possibilità di semplificazione
amministrativa possibili e sperimentabili in ambito locale.
49
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
3. IL SETTORE FARMACEUTICO IN ITALIA - STUDIO
COMPARATO
3.1
Principali caratteristiche del settore farmaceutico
Il settore farmaceutico italiano, per le caratteristiche dei beni
prodotti e per la natura dei legami intercorrenti fra i numerosi agenti
coinvolti (imprese farmaceutiche, Sistema Sanitario Nazionale, ordine dei
medici e dei farmacisti, pazienti), si differenzia notevolmente dagli altri
settori industriali e presenta
particolarmente complesso.
un
meccanismo
di
funzionamento
L'elemento che maggiormente differenzia il funzionamento
dell'industria farmaceutica dagli altri settori industriali è l'estesa presenza
dell'intervento pubblico, che incide in svariate forme sia sull'offerta che
sulla domanda farmaceutica.
Sotto il profilo della struttura di mercato, il settore farmaceutico
presenta, in Italia come altrove, almeno altre due interessanti
caratteristiche:
a)
un elevato grado di internazionalizzazione delle imprese, derivante
principalmente dalla sostanziale omogeneità dei bisogni sanitari a
livello internazionale e dalla necessità dei prodotti farmaceutici per essere fonte di profitti - di avere un mercato di dimensioni
internazionali;
b)
un grado di concentrazione relativamente basso se misurato
nell'insieme del settore (la quota delle prime cinque imprese non
supera il 20% del fatturato), ma che diventa più elevato se misurato
per singola specialità terapeutica.
Il settore farmaceutico è caratterizzato, infine, dall'esistenza di
molteplici forme di cooperazione fra le imprese.
La collaborazione ha luogo, tanto nella fase iniziale di ricerca e
sviluppo, che in quella finale della distribuzione e commercializzazione
dei prodotti.
50
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Per quel che attiene il primo aspetto, si osserva che nell'industria
farmaceutica i costi e i rischi associati ai progetti di ricerca e sviluppo
risultano particolarmente elevati.
Da un lato, infatti, circa il 90% della spesa in ricerca è finanziata con
fondi interni delle imprese, dall'altro, solo 1-2 delle 10.000 sostanze
sintetizzate dall'industria diventano prodotti immessi sul mercato.
Per permettere di intraprendere iniziative altrimenti non realizzabili,
risulta, pertanto, necessaria la diffusione di forme di condivisione dei
programmi di ricerca.
Per quanto riguarda il secondo profilo, le imprese farmaceutiche si
scambiano frequentemente licenze e stipulano accordi di distribuzione
con o senza esclusiva. Tali accordi sono in genere posti in essere al fine di
superare gli ostacoli di entrata esistenti in mercati nazionali caratterizzati
da una stringente regolamentazione e di garantirsi, in tempi
relativamente brevi, sbocchi di mercato sufficientemente ampi.
3.2
3.2.1
La struttura del settore
L'offerta
A) Le imprese
L’Italia nel 2004 risulta il quinto produttore farmaceutico mondiale
con 911 imprese farmaceutiche che vantano più di 70.300 addetti e un
fatturato di circa 12 miliardi di euro, e la dimensione media aziendale
appare simile a quella dei maggiori paesi avanzati.
L’Italia è anche il terzo mercato europeo del biomedicale, (pari
all’11% del totale) con più di 18.800 aziende, che hanno più di 51.000
addetti e un fatturato complessivo di circa 6,1 miliardi di Euro.
Il Lazio è al secondo posto in Italia, dopo la Lombardia, per numero
di industrie e di addetti in questi due settori e al primo posto per la loro
incidenza sul totale dell’industria.
51
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Sempre nel 2004 sono state rilevate in Italia 258 imprese con
laboratorio per la produzione di specialità per uso umano, a fronte delle
570 operanti nel 1992 (595 nel 1972 e 395 nel 1982).
La riduzione del numero di aziende, verificatasi con regolarità nel
corso dell'ultimo trentennio, non è stata in genere interpretata con
preoccupazione, bensì come fenomeno fisiologico di uscita dal mercato
di imprese marginali.
Occorre rilevare, inoltre, che nell'ambito delle prime 20 imprese del
settore operanti in Italia, che detengono complessivamente circa il 45%
del mercato, solo tre, che rappresentano circa il 10% del mercato, sono
sotto il controllo del capitale italiano.
Il sistema produttivo locale del chimico-farmaceutico del Lazio
meridionale, che presenta una importante specializzazione, costituisce
uno dei sistemi con maggiori prospettive di crescita, sia per le dinamiche
del settore, sia per le caratteristiche strutturali delle imprese.
In soli cinque anni, infatti, le esportazioni dei prodotti chimicofarmaceutici nelle tre province interessate dal sistema produttivo
esaminato (RM, LT FR), hanno registrato un significativo aumento
passando da quasi 4 a quasi 6 miliardi di euro.
Tale risultato è stato reso possibile dalla presenza di importanti
aziende nazionali e multinazionali del settore stabilmente radicate nel
tessuto socio-economico locale, accanto a quella di numerose piccole
e medie imprese.
Il sistema del chimico-farmaceutico risulta particolarmente esteso,
essendo costituito da due comprensori omogenei localizzati
rispettivamente sull’asse Latina-Pomezia e su quello Frosinone-Anagni,
che interessa 15 comuni prevalentemente di grandi dimensioni, dei quali
7 della provincia di Frosinone, 5 di quella di Latina e 3 di quella di Roma;
nel complesso si tratta di un’area con quasi mezzo milione di abitanti e
oltre 41 mila imprese attive.
Relativamente al solo settore chimico-farmaceutico si rileva la
presenza di oltre 250 imprese, all'interno delle quali sono impegnati oltre
18 mila addetti, con un indice di specializzazione pari al 32%.
52
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Le 253 imprese attive nei tre comparti che costituiscono il sistema
produttivo locale del chimico-farmaceutico nell'area considerata,
rappresentano il 5,37% delle aziende manifatturiere locali; tra queste
oltre al metà (139 in termini assoluti) è impegnata nella lavorazione della
gomma e materie plastiche, una quota molto elevata nei prodotti
chimici e nelle fibre sintetiche e artificiali (106 aziende pari al 40%) e 8 nel
petrolchimico.
Nonostante la contenuta numerosità, il settore del chimico
farmaceutico assume un ruolo molto importante in termini economici e
occupazionali, in considerazione delle dimensioni delle aziende
impegnate e degli effetti diretti e indotti sull'intero sistema economico.
I dati disponibili a livello provinciale rilevano, infatti, per le tre
province coinvolte (Frosinone, Latina e Roma) un peso del settore
sull'intero manifatturiero pari al 3,7% in termini di unità locali, che sale al
17,4% dal punto di vista degli addetti.
All'interno del settore, infatti, in ciascuna unità locale sono impiegati
in media 29,1 lavoratori, a fronte dei 6,2 relativi all'intero settore
manifatturiero dell'area.
La presenza di alcune grandi imprese ha dato continuo impulso
all'insediamento di nuove realtà imprenditoriali che si sono localizzate sul
territorio per beneficiare degli effetti diretti e indotti del settore chimicofarmaceutico.
Si tratta, quindi, di un'area a forte vocazione industriale e, più in
generale/ per l'attività di impresa.
Relativamente al primo aspetto le aziende manifatturiere
rappresentano l'11,5% del tessuto produttivo locale a fronte del 9,3% a
livello regionale, mentre per quanto riguarda la propensione all'attività di
impresa nell'area si registra la presenza di 83,1 aziende attive ogni 100
abitanti a fronte delle 76,9 nel Lazio (escluso il comune di Roma).
Dalla distribuzione delle imprese per settore di attività è possibile
rilevare nell'area appartenente al distretto, accanto alla elevata
vocazione manifatturiera, una più alta presenza di aziende in settori
strategici per l'economia del territorio, quali le attività di trasporto,
magazzinaggio e comunicazione (4,4% a fronte del 3,7% regionale), di
53
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
intermediazione monetaria e finanziari a (2,9% contro il 2,2% laziale) e in
particolare delle attività immobiliari, di noleggio, informatica e ricerca, la
cui incidenza (9,3%) risulta nettamente superiore a quella media
regionale (6,5%).
In direzione opposta, si rileva una minore concentrazione di imprese
in settori più tradizionali, quali l’agricoltura (16,7% contro il 21,6%
regionale), l’edilizia (14% e 16,3%) e la ricettività turistica (5% e 5,5/).
B) I prodotti
Il processo di razionalizzazione dell'offerta che ha caratterizzato il
settore farmaceutico italiano non ha comportato solamente una
riduzione del numero delle imprese, ma anche una diminuzione del
numero dei farmaci sul mercato.
Nel periodo 1974-2004, il numero delle specialità medicinali e delle
confezioni in commercio è diminuito rispettivamente del 47% (passando
da 12.972 a 4.190) e del 68% (da 26.677 a 8.007).
Tale riduzione, riscontrabile in misura minore anche negli altri
maggiori paesi, deriva principalmente dalla eliminazione ufficiale dal
mercato di specialità ormai obsolete, e terapeuticamente superate.
I prodotti farmaceutici per uso umano sono formulati a base di
principi attivi, aventi efficacia terapeutica riconosciuta dal Ministero
della Sanità, vendibili di norma dietro prescrizione medica.
Le specialità medicinali sono vendute in varie forme (capsule, fiale,
ecc.) e contengono in genere diversi dosaggi del principio attivo. Anche
il numero di pezzi per confezione è variabile.
Secondo la più recente normativa, le specialità medicinali sono
classificabili in quattro categorie di prezzi, corrispondenti a categorie di
farmaci chiaramente individuate dalla legge.
All’origine del sistema dei prezzi italiano va posta la classificazione in
“fasce di rimborsabilità” dei farmaci disposta dalla legge 537/93 (GU
28/12/93): in questa norma viene stabilita la suddivisione, tuttora vigente,
tra farmaci totalmente rimborsati al paziente dal Servizio Sanitario
Nazionale (detti “di classe A”, o “H” se totalmente rimborsati ma
54
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
disponibili solo a livello ospedaliero), farmaci parzialmente rimborsati (“di
classe B”) e farmaci totalmente a carico del paziente (“di classe C”).
Questa suddivisione tra farmaci rimborsati e non, pur se modificata
dalle recenti disposizioni che hanno profondamente rivisto la classe B, è
tuttora vigente: al di là dell’ovvio impatto sul paziente, la classificazione
dei farmaci ha un’implicazione (già delineata in questa norma) circa il
sistema di fissazione del prezzo, che prevede un prezzo massimo fissato
per legge soltanto per i farmaci rimborsati totalmente o parzialmente dal
Servizio Sanitario Nazionale.- farmaci mutuabili, inclusi nel Prontuario del
Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.);
L'inclusione o meno nel Prontuario assume un'importanza vitale per
le imprese.
La nuova classificazione dei farmaci mutuabili, in vigore dal gennaio
1994, sta modificando in misura sostanziale la posizione di numerose
imprese.
Il decreto legislativo 539/92 disciplina le modalità di acquisizione dei
farmaci, con o senza ricetta, a seconda della loro sicurezza. I farmaci
non soggetti a prescrizione non devono presentare pericoli rilevanti per
la salute in condizioni normali di utilizzo, né contenere sostanze ancora
poco conosciute nei loro effetti, né possono essere somministrabili per
iniezione muscolare o endovenosa.
Tra i medicinali non soggetti a prescrizione medica, la legge
individua poi il sottogruppo dei medicinali da automedicazione (detti
anche "da banco"), definiti come quei medicinali che, per la loro
composizione e il loro obiettivo terapeutico, sono concepiti e realizzati
per essere utilizzati senza intervento di un medico (se necessario, con il
consiglio del farmacista) per la diagnosi, la prescrizione o la sorveglianza
nel corso del trattamento. Contrariamente a quanto avviene nei Paesi
anglosassoni, in Italia, i medicinali da banco devono essere venduti
esclusivamente in farmacia.
In Italia, il ricorso all'automedicazione, circa il 7-8% della spesa totale
per farmaci, è generalmente inferiore rispetto a quello degli altri Paesi
europei, dove si aggira attorno al 15%.
55
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Un'importante categoria di medicinali è costituita dai farmaci
cosiddetti generici. Il farmaco generico è quello che, una volta scaduto
il brevetto originale, viene prodotto da aziende diverse e venduto senza
un marchio commerciale, con il nome del principio attivo. Per essere
definito generico, il farmaco deve essere esattamente equivalente al
medicinale "copiato" (deve contenere lo stesso principio attivo). La
procedura di registrazione dei farmaci generici è più semplice perché, la
loro validità terapeutica
brevettazione.
è
già
dimostrata
al
momento
della
L'Italia è uno dei Paesi leader nella produzione di farmaci generici,
anche se fino ad oggi il mercato interno non si è sviluppato. Il fatturato
dei produttori italiani di principi attivi ha raggiunto, nel 2003, i 2.800 milioni
di Euro, l'80% dei quali dovuto alle esportazioni.
C) La produzione farmaceutica
La produzione industriale del comparto farmaceutico ha registrato
nel 2004 (valori medi) una crescita pari al 3,4% rispetto al 2003. Il valore
però va approfondito, poiché l’andamento nella prima parte dell’anno,
molto interessante e positivo, differisce profondamente rispetto alla
seconda parte di tipo negativo.
In pratica, l’andamento della produzione dei medicinali segue il
medesimo andamento della produzione industriale, un andamento
interessante nel primo semestre del 2004 e un successivo calo nella
seconda parte del 2004.
56
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Fonte: Farmindustria – Ufficio economico sanitario (2005)
E’ stato inoltre approfondito il tasso di variazione del fatturato (exfactory) delle imprese del farmaco, associandolo al tasso della
produzione industriale al fine di fotografare l’andamento gli scostamenti
differenziati (indirettamente tale differenza misura – con un gap di
qualche mese – il grado di utilizzazione degli impianti).
Fonte: Farmindustria – Ufficio economico sanitario (2005)
57
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
3.2.2
La domanda
Lo studio della domanda dei farmaci assume particolare rilievo in
ragione del suo peculiare meccanismo di funzionamento e dell'elevato
valore sociale di questi beni12.
I farmaci sono beni essenziali con scarsa elasticità rispetto al prezzo
e al reddito. L'anelasticità della domanda farmaceutica deriva sia dalla
natura primaria del bene sia dal fatto che è lo Stato a finanziare quasi
interamente l'acquisto dei prodotti farmaceutici.
Inoltre, a differenza di quanto avviene per altri beni, la domanda di
farmaci (intesa come scelta del prodotto da acquistare) non proviene
né dal soggetto che materialmente compie l'atto del consumo (il
paziente), né da quello che effettua il pagamento (il Servizio Sanitario
Nazionale).
Infatti, la vendita della maggior parte delle specialità
farmaceutiche è subordinata all'emissione di una ricetta da parte del
medico il quale, in definitiva, è l'unica persona abilitata a decidere
quale farmaco il paziente deve consumare tra quelli in commercio.
A) I consumi complessivi
Nel periodo 1974-2004, vi è stato complessivamente un aumento
delle quantità di farmaci consumati. L'incremento netto è dovuto a una
sostenuta dinamica del periodo 1974-78 (il tasso di variazione medio
annuo è pari a 3,8%), che precede la nuova politica sui consumi
farmaceutici intrapresa con la nuova riforma sanitaria del 1978. Nel
periodo successivo (1979-04), si è invece avuto un tasso di variazione
medio annuo negativo.
12
Farmindustria – Scenari per il settore Farmaceutico - 2005
58
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
B) La domanda pubblica
La funzione di controllo sulla composizione della domanda si esplica
principalmente attraverso l'inclusione del medicinale nel Prontuario
Terapeutico.
Ciò rende possibile l'acquisto del prodotto farmaceutico con il
finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale.
Tale possibilità risulta cruciale per il successo commerciale di un
prodotto, poiché il Sistema Sanitario rappresenta il maggiore acquirente
di farmaci.
La domanda pubblica, pari a circa 6.000 miliardi di Euro nel 2004,
costituisce la componente di gran lunga più importante della spesa
complessiva farmaceutica italiana (circa il 59% del totale).
C) L'intervento pubblico nel settore
In ragione delle caratteristiche specifiche del settore sopra
delineate, la produzione e la vendita dei farmaci vengono assoggettate
ad un consistente intervento regolamentatore pubblico nelle diverse fasi
di ricerca, sperimentazione, sviluppo, produzione, promozione e
commercializzazione dei prodotti farmaceutici.
Gli strumenti principali di questi interventi sono:
a) la normativa sulla brevettazione;
b) il controllo delle fasi di sperimentazione di nuovi prodotti e
l'obbligatorietà della registrazione prima dell'introduzione del medicinale
sul mercato;
c) il controllo della qualità della produzione;
d) il controllo e il finanziamento della domanda tramite il Sistema
Sanitario Nazionale e l'inclusione dei medicinali nelle varie categorie del
prontuario farmaceutico;
e) la determinazione o il controllo dei prezzi delle specialità
medicinali;
f) la disciplina dell'informazione scientifica.
59
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
D) La spesa farmaceutica
Nel 2004 la spesa farmaceutica (al netto del ticket e dello sconto
obbligatorio farmacie) è stata pari a 11.982,00 mln. di € con un
incremento netto pari a 885,00 mln. di €. In termini percentuali la
variazione è stata dell’8%. Il grafico illustra come il tasso di variazione del
mese rispetto allo stesso mese dell’anno precedente abbia avuto un
andamento non regolare con picchi positivi ad aprile 2004 (+18,4%) e
negativi a ottobre (-0,3%).
Fonte: Farmindustria – Ufficio economico sanitario (2005)
Va evidenziato comunque un contenimento rispetto al valore
previsto a novembre (quando si ipotizzava una crescita di poco
superiore ai 12.000 mln. di €) associato a un contenimento della crescita
della spesa farmaceutica privata (182,73 mln. di €, pari al -2,6%).
L’incremento positivo della spesa pubblica nel 2004 si spiega con gli
incrementi dei consumi (a fronte di una riduzione dei prezzi e l’azione del
cut-off) che hanno agito sulla leva dei consumi.
Infatti le ricette sono aumentate, incidendo per il 6,8%
dell’aumento, l’effetto mix ha inciso per il 3,1% a fronte di una riduzione
dell’1,9% dei prezzi dei medicinali al pubblico.
60
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Vanno poste alcune considerazioni sulla spesa privata.
L’Italia, con una copertura pubblica del 64,0% dell’intera spesa
farmaceutica, si pone su un livello medio-basso rispetto agli altri Paesi
europei.
E’
interessante
associare
i
tassi
di
variazione
della
spesa
farmaceutica pubblica e della spesa farmaceutica complessiva con
l’andamento del PIL.
Infatti, un fenomeno riscontrabile in tutti i Paesi è come la spesa
farmaceutica abbia tassi di incremento superiori al PIL, fenomeno che si
estende a tutta la spesa sanitaria, a dimostrazione che a crescere della
ricchezza (sia prodotta ma anche disponibile) cresce in maniera più che
proporzionale la quota dirottata verso la sanità e il farmaco.
Fonte: Farmindustria – Ufficio economico sanitario (2005)
L’Italia pur seguendo questo fenomeno presenta andamenti di gran
lunga più contenuti rispetto ad altri Paesi europei.
Questo fenomeno in realtà fotografa un secondo tipo di
problematica: ossia la struttura molto rigida della composizione delle
spese per il welfare.
61
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Il fatto di avere ben rigida la quota destinata alle spese previdenziali
(e pressoché nulle quelle per l’assistenza sociale) non lascia grandi spazi
per la crescita della spesa sanitaria.
Inoltre, entrando nel merito della composizione della spesa
sanitaria, va registrato come le quote percentuali destinate alla
farmaceutica si siano ormai da anni sostanzialmente stabilizzate.
Tabella 2. Italia – Tassi di incremento della spesa sanitaria pubblica e della spesa
farmaceutica pubblica rispetto all’anno precedente
Fonte: Elaborazione da RGSEP
3.2.3
Interventi che influenzano l'offerta
A) La brevettazione
L'assenza di protezione brevettuale fino al 1978 ha comportato
numerosi effetti sull'industria farmaceutica italiana.
Da un lato, ha certamente scoraggiato l'attività di ricerca, svolta
soprattutto dalle imprese straniere, che, prive della tutela concessa
62
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
all'appropriabilità della conoscenza, non sono state incentivate a
sviluppare i propri programmi di ricerca in Italia.
D'altra parte, proprio l'assenza di protezione brevettuale e, quindi, la
possibilità di imitare liberamente anche i farmaci dotati di copertura
brevettuale all'estero, ha favorito lo sviluppo delle imprese italiane
operanti esclusivamente sul mercato interno.
L'introduzione della copertura brevettuale ha, pertanto, garantito
alle imprese, italiane ed estere, uguali condizioni di appropriabilità
dell'innovazione, incentivando in tal modo gli investimenti in ricerca.
L'estensione dei brevetti ai farmaci in Italia è stata comunque
tardiva e non ha consentito alle imprese nazionali di recuperare il ritardo
accumulato nel campo della ricerca farmacologica rispetto alle
imprese appartenenti ai grandi gruppi internazionali.
B) L'introduzione di nuovi farmaci sul mercato
Uno degli aspetti più importanti dell'intervento pubblico nel settore
dei farmaci è costituito dall'obbligo imposto alle imprese produttrici di
ottenere la registrazione per i nuovi medicinali, prima della loro
immissione sul mercato.
La procedura di registrazione dei farmaci è molto lunga e
complessa in quanto richiede: lo svolgimento di test clinici preregistrazione e determinati requisiti del prodotto.
In media, un farmaco ha, prima della registrazione, una vita di circa
dieci anni, nel corso dei quali vengono effettuate delle sperimentazioni
volte a determinarne la sicurezza e l'efficacia.
Solo i farmaci che possiedono determinati requisiti possono
richiedere la registrazione.
Dopo la presentazione della documentazione completa, i tempi
necessari per ottenere la registrazione da parte del Ministero della Sanità
variano tra i due e i tre anni.
Si tratta comunque di un periodo più lungo di quello prevalente in
alcuni Paesi quali la Francia, la Germania, il Regno Unito e la Svizzera,
63
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
che impiegano, in media, meno di un anno per concedere la
registrazione.
Il periodo di validità della registrazione è, nella maggiore parte dei
Paesi europei di circa cinque anni.
Allo scadere del periodo di validità, qualora l'impresa farmaceutica
ritenga che il suo prodotto sia ancora valido dal punto di vista
commerciale, può chiederne il rinnovo della registrazione, presentando
un'adeguata documentazione scientifica che attesti la sussistenza delle
condizioni richieste per il mantenimento della registrazione.
Il rinnovo viene concesso se non sono stati introdotti, nel frattempo,
farmaci analoghi, ma con maggiori garanzie di sicurezza e di efficacia.
3.2.4
Gli interventi che influenzano la domanda
Gli interventi regolatori pubblici finora analizzati influenzano l'offerta
dei prodotti farmaceutici. Dal lato della domanda, lo Stato interviene nel
mercato dei farmaci principalmente attraverso il controllo ed il
finanziamento della domanda e la determinazione dei prezzi dei
prodotti farmaceutici.
A) Il controllo ed il finanziamento della domanda
Una prima forma di controllo sulla composizione della domanda
avviene tramite l'obbligo della prescrizione medica per l'acquisto delle
specialità etiche, al fine di evitare eccessi nell'utilizzo dei medicinali.
La seconda forma di controllo avviene con l'individuazione dei
diversi prodotti da porre a carico, totale o parziale, del Servizio Sanitario
Nazionale. In tal caso, il principale compito dell'operatore pubblico è
quello di predisporre una lista di farmaci (il cosiddetto Prontuario
Terapeutico), per i quali lo Stato è disposto ad assumersi l'onere del
costo, qualora questi siano prescritti dal medico all'interno del Sistema
Sanitario Nazionale.
Attualmente l'organismo preposto alla individuazione delle
specialità medicinali rimborsabili interamente o parzialmente dallo Stato
64
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
è rappresentato dalla Commissione Unica del Farmaco (CUF), istituita
con decreto legislativo 30 giugno 1993 n. 266.
Principale compito della CUF è quello di definire una lista di
specialità medicinali, di comprovato valore terapeutico e per patologie
rilevanti, raggruppate per principi attivi e/o analoga efficacia
terapeutica.
Gli interventi della CUF hanno determinato l'eliminazione dal PTN e
la diversa classificazione di un gran numero di specialità farmaceutiche.
B) Il controllo dei prezzi
Il meccanismo di determinazione dei prezzi delle specialità
medicinali è stabilito sulla base delle indicazioni contenute nella legge
24 dicembre 1993, n. 537, recante "Interventi correttivi di finanza
pubblica".
In particolare l'articolo 8 della legge citata segna il passaggio, a
decorrere dal 1 gennaio 1994, da un regime di amministrazione dei
prezzi dei prodotti farmaceutici ad un regime di sorveglianza.
Per quanto concerne le modalità di funzionamento del nuovo
regime, il medesimo articolo precisa che i prezzi delle specialità
farmaceutiche "non possono superare la media dei prezzi risultanti per
prodotti similari e inerenti al medesimo principio attivo nell'ambito della
Comunità europea; se inferiori, l'adeguamento alla media comunitaria
non potrà avvenire in misura superiore al 20% annuo della differenza".
3.2.5
Conclusioni
L'industria farmaceutica sta attraversando un profondo processo di
razionalizzazione e ristrutturazione del sistema produttivo, che sembra,
peraltro, essersi intensificato a seguito dei recenti interventi normativi. Tali
interventi hanno modificato radicalmente i criteri di gestione del Sistema
Sanitario Nazionale per ciò che concerne i farmaci, incidendo in
maniera significativa sul volume e sul valore dei prodotti farmaceutici
commercializzati nel nostro Paese.
65
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Dall'analisi preliminare delle principali caratteristiche del settore
farmaceutico, sembrano emergere alcuni aspetti meritevoli di
approfondimento in relazione sia ai comportamenti adottati dalle
imprese del settore, sia ai provvedimenti di legge o amministrativi di
carattere generale.
Per quanto concerne il primo profilo, assumono rilevanza le
questioni attinenti alle modalità di fissazione dei prezzi delle specialità
medicinali nei settori liberalizzati, con particolare riguardo ai farmaci da
banco e, più in generale, alle modifiche strutturali e comportamentali
delle imprese, anche a seguito delle modifiche normative, tuttora in
atto, nel settore.
L'industria farmaceutica è, inoltre, caratterizzata, sia a livello
nazionale che internazionale, da un'intensa e diffusa attività cooperativa
fra le imprese, finalizzata a sfruttare le possibilità di integrazione
tecnologica, produttiva e commerciale.
Tali accordi, ed in particolare lo scambio di licenze e gli accordi di
distribuzione, che caratterizzano in modo ampio e diffuso i rapporti tra le
imprese, potrebbero, per taluni aspetti, essere suscettibili di restringere la
concorrenza.
In altri termini, data la particolare struttura di mercato del settore in
esame, clausole come la fissazione del prezzo, la ripartizione dei mercati
o della clientela, le limitazioni in capo al licenziatario dei propri diritti
riguardanti invenzioni di applicazione o di perfezionamento dei brevetti
oggetto della licenza, potrebbero risultare in contrasto con le norme
contenute nella legge n. 287/90.
In relazione al profilo normativo, risultano meritevoli di particolare
attenzione gli aspetti relativi, in primo luogo, all'assenza di canali
distributivi alternativi alle farmacie per i prodotti da banco, suscettibile di
alterare in modo significativo la dinamica concorrenziale, in un ambito
nel quale l'intervento pubblico volto alla tutela della salute non rileva o
rileva in misura limitata.
In secondo luogo, l'esistenza di margini di utile fissi riconosciuti alla
distribuzione, a differenza di quanto avviene in altri paesi europei,
potrebbe sottrarre la sfera produttiva e distributiva al gioco della
66
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
concorrenza, senza apparenti e giustificate ragioni. In terzo luogo, in
considerazione del ruolo concorrenziale svolto dai farmaci generici negli
altri paesi europei, meritevoli di approfondimento appaiono le ragioni
della scarsa diffusione sul mercato nazionale di tali prodotti, nonostante
l'elevata produzione interna degli stessi.
67
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
4.
LE BIOTECNOLOGIE
4.1
Biotecnologie in Italia
In considerazione dei recenti orientamenti emersi dai comparti
industriale e della ricerca dei due settori oggetto della presente analisi, e
recepiti dal sistema legislativo ed amministrativo nazionale, nell’ambito
dello studio in corso appare opportuno aprire una finestra sull'industria
biotecnologica13 nazionale, sviluppatasi utilizzando il patrimonio di
conoscenze, e spesso le strutture, degli originari settori chimico e
farmaceutico analizzati, e che va assumendo una connotazione
autonoma ed una rilevanza prioritaria quale settore di punta nel
panorama tecnologico, produttivo e persino strategico a livello
internazionale.
I progressi della ricerca di base, associati alla necessità di una
impostazione interdisciplinare delle problematiche emerse in vari settori
(biomedico, clinico, energetico, agro-alimentare ed ambientale) hanno
contribuito, al potenziale strategico ed innovativo delle biotecnologie,
destinate ad assumere una funzione chiave nello sviluppo di vari settori
trainanti dell'economia.
Le biotecnologie rappresentano il risultato dell'integrazione tra
alcune discipline fondamentali della ricerca: chimica, biochimica,
microbiologia, genetica, biologia molecolare e cellulare, enzimologia
ed immunologia.
Offrono un potenziale apparentemente illimitato di innovazione in
molti e diversi settori applicativi, sia per quanto riguarda le produzioni
industriali ed agricole, sia per il controllo di qualità e la ricerca,
permettendo:
•
nella cura della salute, di disporre di nuovi farmaci, di vaccini, di
nuove terapie, di nuovi strumenti diagnostici;
13
Definizione della Convenzione sulla Diversità Biologica UN: "La biotecnologia è
l'applicazione tecnologica che si serve dei sistemi biologici, degli organismi viventi
o di derivati di questi per produrre o modificare prodotti o processi per un fine
specifico".
68
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
•
in agricoltura, di migliorare le coltivazioni, rendendole resistenti a
malattie e parassiti, o capaci di crescere in condizioni climatiche
difficili;
•
nel risanamento ambientale, le biotecnologie possono essere
impiegate per smaltire rifiuti, depurare acque contaminate, risanare
habitat contaminati;
•
nei processi industriali, le biotecnologie trovano impiego nella
realizzazione di enzimi per l'industria alimentare, chimica, tessile,
conciaria, della carta.
In tutti i paesi tecnologicamente avanzati si è avvertita, quindi, la
necessità di potenziare e/o creare ex novo capacità di ricerca
biotecnologica.
L'Italia marca su questo terreno un ritardo notevole, ma è anche
vero che disponiamo di eccellenti attività di ricerca, che,
opportunamente valorizzate e coniugate alla notevole flessibilità che
caratterizza la struttura industriale italiana, possono portare il Paese a
essere competitivo sul mercato internazionale delle biotecnologie.
Il MISE, convinto della necessità di disporre di un robusto tessuto di
piccole imprese biotecnologiche di elevato livello scientifico e tecnico
integrate nel sistema produttivo e di ricerca, intende continuare a
favorirne la nascita e la crescita.
A tal fine, l'Osservatorio per il Settore Chimico, ha avviato, per il
2003, un progetto volto a favorire lo sviluppo di imprese biotecnologiche
sul territorio nazionale.
Tale progetto prevedeva un’analisi del settore per individuare i
punti di forza e di debolezza delle imprese e le modalità di valorizzazione
delle potenzialità individuate; studi di fattibilità diretti a individuare in
alcune aree chimiche, già destinatarie degli interventi dell'Osservatorio,
la fattibilità di nuove iniziative produttive; cluster event mirati e attività
promozionali per favorire l'incontro tra potenziali operatori del settore e
imprenditori con collaudata esperienza nel comparto.
69
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Più di recente, una indagine sul settore effettuata nel corso del 2006
dall’IPI14, mette a disposizione il quadro nazionale di riferimento
aggiornato degli operatori, privati e pubblici, coinvolti nello sviluppo
delle biotecnologie in Italia (imprese, centri di ricerca, innovazione e
trasferimento tecnologico, fondazioni, policy maker, ecc.) oltre che sui
principali programmi pubblici attivati in ambito nazionale e locale per
sostenere la crescita del settore.
L'indagine è stata realizzata nell'ambito della Convenzione stipulata
con il Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le
Scienze della Vita (già Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le
Biotecnologie) della Presidenza del Consiglio dei Ministri e tiene conto
degli orientamenti del Comitato di indirizzo dell'Osservatorio Nazionale
per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita.
Con il termine generico di biotecnologia (tecnologia biologica) si
indicano tutte le applicazioni tecnologiche della biologia; la
biotecnologia può essere anche definita come l'utilizzo di esseri viventi al
fine di ottenere beni o servizi. Nel linguaggio corrente, si utilizza più
frequentemente il termine al plurale (biotecnologie), ad indicare la
pluralità di tecnologie sviluppate e i campi di applicazione interessati.
I campi di applicazione delle biotecnologie attualmente operativi
risultano essere i seguenti:
1.
Biotecnologie applicate al settore salute; Le biotecnologie sono
infatti ampiamente utilizzate nello sviluppo di nuove terapie
mediche o innovativi strumenti diagnostici. Le tecniche di DNA e
RNA microarray utilizzate in genetica ed i radiotraccianti utilizzati in
medicina sono ottimi esempi. Vi sono anche applicazioni che, pur
non servendosi di microrganismi, sono classificate come
biotecnologiche.
2.
Biotecnologie applicate al settore agroalimentare; per ottimizzare il
ruolo dei microrganismi, conosciuti da secoli, nella produzione di
alimenti comuni. La conoscenza più approfondita (a livello
molecolare) dei processi fermentativi di vino e birra, nonché dei
14
Istituto per la promozione Industriale: “IL SETTORE DELLE BIOTECNOLOGIE IN ITALIA Un quadro conoscitivo degli operatori e dei programmi di sostegno” Gennaio
2007.
70
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
meccanismi di incrocio e selezione di varietà animali e vegetali ha
portato negli ultimi decenni il settore agroalimentare ad essere
sempre più influenzato dalle biotecnologie. Le biotecnologie sono
tuttavia più spesso associate all'utilizzo di organismi geneticamente
modificati. Microrganismi come Escherichia coli o alcuni lieviti
possono essere utilizzati per la sintesi di sostanze come insulina o
antibiotici. Applicazioni al centro di ampio dibattito sono quelle atte
alla produzione di animali e piante transgeniche (come il mais BT)
noti a tutti come OGM.
3.
Biotecnologie applicate ai processi industriali; Le piante e i
microrganismi costituiscono una risorsa potenziale di grande
interesse come materia prima per l’industria: ad esempio per la
produzione di enzimi e proteine, la produzione di bioenergia da
biomasse, ; Anche cellule di mammifero geneticamente modifica i
biocarburanti ed i biogas, la nobilitazione delle fibre vegetali, la
produzione di fine-chemicals per fermentazione, la biosintesi di
farmaci. Promettenti nuove applicazioni sono infatti legate alla
biosintesi di farmaci attraverso organismi vegetali.
4.
Biotecnologie
applicate
all’ambiente;
nel
campo
della
biorimediazione (trattamento, riciclo e bonifica di rifiuti attraverso
microrganismi attivi).
Lo strumento principale di cui si avvalgono le biotecnologie, è
l'ingegneria genetica; questa disciplina si impegna per quello che
riguarda il clonaggio genico (clonaggio dei geni di un organismo), e le
relative analisi che permettono di costruire genoteche o di utilizzare
vettori di espressione in modo di controllare l'attività trascrizionale /
traduzionale di una data proteina d'interesse, per fini di ricerca o
produttivi.
Le biotecnologie hanno recentemente sostituito le società
informatiche nel portafoglio dei titoli tecnologici quotati in borsa
(NASDAQ). Delle 1300 aziende biotecnologiche che operano negli USA
solo 35 (il 3 %) sono in attivo; le altre sono in perdita.
Nonostante ciò i prezzi delle azioni sono in crescita, come ai tempi
della bolla speculativa della Net Economy, dove i corsi azionari
71
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
crebbero per tutti gli anni novanta per poi sgonfiarsi e tornare ai prezzi
del decennio precedente.
4.2
La struttura del settore
Tra le prime osservazioni esposte nell’indagine IPI, spicca la
considerazione che, nonostante la forte espansione registrata negli ultimi
anni, il comparto biotecnologico nazionale non ha ancora raggiunto i
livelli di altri Paesi avanzati, nonostante l'impegno e i risultati prodotti
dalla ricerca italiana nel campo delle scienze della vita possano vantare
un livello di eccellenza internazionalmente riconosciuto.
L'indagine ha consentito di individuare e censire 752 operatori,
ripartiti in sette cluster riportati nella tabella che segue.
Tabella 3. Ripartizione degli operatori censiti
Come risulta dalla lettura della tabella, il sistema ha censito 302
imprese biotech attive in Italia, ovvero imprese che producono e/o
72
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
commercializzano
beni
e/o
servizi
basati
sull'applicazione
biotecnologie, così come definite a livello internazionale
delle
dall'OCSE15.
L’indagine ha preso in considerazione non solo le imprese di
produzione ma anche quelle che commercializzano prodotti e servizi
biotech alla luce del ruolo che queste ultime giocano nel promuovere lo
sviluppo
del
mercato;
le
imprese
con
prevalente
attività
di
commercializzazione non superano il 13% di quelle esaminate.
Sono state anche prese in considerazione le filiali italiane di
multinazionali estere, considerata la loro importanza relativa nel settore
biotech nazionale.
Il primo cluster si riferisce alle imprese biotecnologiche, strutture che
operano nel campo delle biotecnologie producendo beni o servizi
secondo un modello di business for profit.
Il secondo gruppo comprende le strutture di ricerca (dipartimenti e
centri universitari, centri di ricerca pubblici e privati non profit) coinvolte
in attività di ricerca e sviluppo tecnologico nel settore delle
biotecnologie.
Il terzo cluster raggruppa le strutture non profit impegnate nel
trasferimento tecnologico e nella promozione di nuova imprenditorialità,
che includono le biotecnologie tra le proprie competenze distintive
(parchi scientifici e tecnologici, incubatori, ecc.)
Il raggruppamento relativo al sistema finanziario include Fondazioni,
Istituti di credito, Società di Venture Capital impegnate a vari livelli nel
finanziamento di iniziative nel settore biotech.
Il gruppo "policy maker" raccoglie le Istituzioni operanti a livello
centrale e locale attive nel governo e nella promozione dello sviluppo
delle biotecnologie in Italia.
Il cluster "agenzie" raggruppa le organizzazioni impegnate
nell'attuazione delle politiche nazionali e coinvolte, a vario titolo e con
diverse funzioni (sviluppo economico, tutela della salute, protezione
15
Le tecniche classificate come biotecnologiche dall'OCSE sono: DNA/RNA, Proteine
ed altre molecole, Colture ed ingegneria dei tessuti, Processi con tecniche
biotecnologiche, Vettori di geni e RNA, Bioinformatica, Nanobiotecnologie.
73
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
ambientale,
internazionalizzazione),
nella
crescita
del
settore
biotecnologico.
Nel raggruppamento "associazioni" sono state infine censite le
associazioni che rappresentano le esigenze delle imprese biotech nei
confronti delle Istituzioni e/o che svolgono un ruolo di stimolo ai processi
di innovazione nel settore.
L’analisi qualitativa più approfondita sulle attività delle 302 imprese
censite ha permesso di evidenziare che il 34% di esse (102 imprese) è
classificabile come "Dedicated Biotechnology Firm" (DBF), cioè imprese
per le quali risulta nettamente prevalente il volume di attività basate
sull'applicazione delle biotecnologie.
Figura 1 - Distribuzione territoriale delle imprese censite per area geografica
In merito alla distribuzione geografica, le imprese censite risultano
concentrate prevalentemente nel Nord del Paese (70%) come
evidenziato nella figura 1.
Le regioni in cui si registra la maggiore concentrazione delle imprese
biotech censite sono la Lombardia, il Piemonte, il Lazio, la Toscana e il
Veneto. Un secondo gruppo di regioni con una presenza comunque
significativa comprende l'Emilia Romagna, il Friuli Venezia-Giulia e la
Sardegna.
74
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
La tabella seguente riporta la distribuzione delle imprese per
regione e la significatività di ogni regione rispetto alla macro-area di
appartenenza.
Risulta immediatamente evidente come i cinque
concentrazione delle attività risultino concentrati nella
poli di
regione
Lombardia (la regione maggiormente vocata – 39,4% del totale),
Piemonte (seconda concentrazione con quasi l’11%, di gran lunga
inferiore alla Lombardia), e con altre tre Regioni (Lazio, Veneto e
Toscana), che si equivalgono con percentuali superiori a 7%; riguardo al
Lazio la gran parte delle imprese è localizzata sull’asse pontino ed
autostradale che corre da nord a sud (RM. LT, FR), e nell’intorno della
capitale.
Tabella 4. Distribuzione territoriale delle imprese censite per regione
75
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Restringendo ulteriormente l'attenzione sulle sole DBF - Dedicated
Biotechnology Firm - si osserva la prevalenza delle micro imprese, che
percentualmente passano dal 33% al 49% del totale, laddove le medie
scendono dal 21% al 18% e, soprattutto, le grandi calano dal 21% all'8%
(la percentuale di piccole imprese resta invece invariata) (cfr. fig. 2).
Questa circostanza si riflette anche sulla distribuzione degli addetti,
che nel caso delle DBF operano solo per il 69% in imprese di grandi
dimensioni, e per il restante 31% in imprese di piccola e media
dimensione.
L'importanza relativa delle micro-imprese tra le DBF si spiega
probabilmente con la presenza di un numero crescente di "spin-off"
accademici e industriali o di giovani imprese, cosiddette "start-up", che si
posizionano sulle prime fasi dello sviluppo di nuovi prodotti
biotecnologici, tipicamente caratterizzate da attività di ricerca ad alto
rischio.
Figura 2 - Classi dimensionali di appartenenza delle DBF
Le imprese biotech possono essere classificate secondo una
codifica condivisa che le suddivide in red (chimico-farmaceutiche),
green (agroalimentari) e white (ambientali ed industriali); nello studio IPI
si è cercato di assicurare un livello di dettaglio maggiore, utilizzando una
classificazione più vicina a quelle utilizzate nelle analisi dei settori
industriali.
76
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Riguardo ai settori di attività in cui operano le imprese biotech prese
in esame, lo studio riscontra che le imprese biotech si dividono in
maniera pressoché equa tra il settore manifatturiero (47,4%) e quello dei
servizi (52,6%); tale ripartizione, tuttavia, risulta sbilanciata a favore del
settore dei servizi se si focalizza l'attenzione sulle DBF.
Queste ultime infatti nel 60% dei casi sono impegnate in attività di
servizio, prevalentemente nel campo della ricerca e sviluppo (50%).
La tabella seguente mostra la scomposizione tra manifatturiero e
servizi ed evidenzia i settori di attività prevalenti al loro interno.
Tabella 5. Specializzazione settoriale delle imprese biotech e delle DBF
Riguardo al fatturato complessivo delle imprese DBF, lo studio
evidenzia come la scomposizione per settore faccia rilevare una
prevalenza assoluta del settore chimico- farmaceutico (tabella 3).
Lo studio evidenzia chiaramente la forte specializzazione delle
imprese medio-grandi nel settore chimico-farmaceutico mentre per le
piccole e micro imprese si evidenzia una spiccata focalizzazione nel
settore dei servizi di ricerca e sviluppo.
77
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Si evidenzia inoltre l'importanza del settore manifatturiero rispetto a
quello dei servizi; inoltre i dati dimostrano la significatività delle attività di
commercializzazione e il prevedibile basso livello di fatturato realizzato
dalle imprese di ricerca e sviluppo.
Tabella 6. Scomposizione fatturato imprese biotech e delle DBF per settore
Molto interessante risulta essere il dato che emerge dal Rapporto
2008 Blossom Associati – CrRESIT “Biotecnologie in Italia – Analisi
strategica e finanziaria” in cui si evidenzia come sia cresciuto il numero di
occupati totali e di addetti in Ricerca & Sviluppo nel settore delle
biotecnologie per la cura della salute (Red Biotech) nel Lazio, dove con
una forte prevalenza di Big Pharma o importanti aziende
biotecnologiche di derivazione farmaceutica, trovano occupazione
7.714 addetti, di cui 1.065 dedicati ad attività di Ricerca e Sviluppo
(tabella 4).
La posizione di leadership è certamente assunta dalla Lombardia
dove lavorano 11.294 addetti, di cui 3.398 dedicati ad attività di Ricerca
e Sviluppo (pari al 45% del totale addetti del comparto nazionale e al
78
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
55% del totale addetti in attività di Ricerca e Sviluppo su base
nazionale).
A seguire troviamo altre regioni a forte propensione innovativa
come il Piemonte, con il 4% del totale addetti in Ricerca e Sviluppo,
l’Emilia Romagna con il 9% del totale addetti in Ricerca e Sviluppo oltre
alla Toscana (10%).
Tabella 7. Distribuzione geografica Red Biotech
Regione
Imprese
Addetti
Complessivo
Addetti
R&D
6
70
56
5.179.505
10
2.487
571
173.982.633
11
105
85
20.220.158
Lazio
14
7.714
1.065
1.685.221.761
Lombardia
64
11.294
3.398
2.251.047.836
Piemonte
17
304
252
121.859.191
Sardegna
10
74
63
662.763
Toscana
17
3.045
614
308.787.222
Veneto
7
122
87
12.501.057
12
88
42
3.187.616
168
25.303
6.233
4.582.649.741
Campania
Emilia
Fatturato
Biotech
Romagna
Friuli
Venezia Giulia
Altro
Totale
complessivo
Fonte: Blossom Associati – CrESIT 2008
79
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
La forte concentrazione territoriale del settore, che abbiamo in
precedenza sottolineato, risulta addirittura più evidente: le prime sette
regioni, ove sono insediate l’85% delle imprese biotecnologiche italiane,
occupano oltre il 97% del totale degli addetti ad attività di Ricerca e
Sviluppo.
Lo studio della distribuzione del fatturato tra le diverse regioni
italiane enfatizza la polarizzazione territoriale in precedenza segnalata:
due sole regioni (Lombarda e Lazio), pur dimostrando orientamenti e
caratteristiche morfologiche delle strutture aziendali profondamente
differenti, realizzano l’86% del fatturato nazionale afferente a prodotti
biotecnologici per la cura salute con una crescita rispettivamente del
16% per la Lombardia e del 9% per il Lazio.
Se si sposta il focus sulle altre regioni, si possono individuare valori di
contribuzione significativa da parte della Toscana (che copre il 7% del
fatturato biotech con una crescita del 3% rispetto al dato dell’anno
precedente), seguita da Emilia Romagna (4% con una crescita del 9%
rispetto al dato dell’anno precedente) e Piemonte (3% sostanzialmente
stabile rispetto al dato dell’anno precedente).
80
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
4.3
Le linee guida per le policy nazionali
Nel dicembre 2005 la presidenza del Consigli dei Ministri ha
predisposto un documento che individua le policy di intervento per il
supporto allo sviluppo del settore delle biotecnologie; il documento
descrive le linee guida per lo sviluppo delle biotecnologie nel nostro
Paese condivise dai principali attori pubblici e privati coinvolti nel
settore.
Il documento, dopo un quadro sintetico a livello europeo e
nazionale del settore biotech, poi approfondito dallo studio fell’IPI,
forniva alcuni spunti sulle tematiche critiche per la crescita del settore
proponendo per ciascuna di esse le azioni più opportune da sviluppare,
sinergicamente e congiuntamente, tra i principali attori del settore,
rappresentando un primo tentativo per definire una strategia nazionale
organica ed integrata per lo sviluppo delle biotecnologie, in armonia
con le priorità della Commissione Europea e tenendo conto della
situazione, attuale e prospettica, del Paese.
Il documento è stato elaborato dal Comitato Nazionale per la
Biosicurezza e le Biotecnologie (CNBB) della Presidenza del Consiglio dei
Ministri, in stretta collaborazione con il Comitato Guida della Task Force
“Biotecnologie, bionanotecnologie e bioinformatica” del Ministero delle
Attività Produttive e con il Gruppo delle Regioni sulle biotecnologie.
Nella redazione del documento si è tenuto conto degli spunti e dei
suggerimenti scaturiti dalla discussione e dall’approfondimento dei
contenuti con i principali stakeholder del settore biotech in Italia.
Il documento chiarisce come lo sviluppo di nuove tecnologie
debba essere percepito come impegno stabile dai soggetti (privati o
istituzionali) liberamente disposti ad impegnarsi nello studio, nella R&S,
nel rischio imprenditoriale ed in quello finanziario.
Il contesto europeo orientato alla sussidiarietà ed alla valorizzazione
delle particolari vocazioni di specifici territori, valorizza la qualità
dell’offerta in materia di infrastrutture e “ambiente innovativo” che
costituisce un fondamentale strumento di stimolo per accrescere le
risorse esistenti e “catturarne” di nuove.
81
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
In origine, in mancanza di un orientamento organico, le iniziative di
sostegno allo sviluppo delle biotecnologie procedevano in prevalenza
attraverso specifici orientamenti locali o settoriali.
Anche oggi, l’obiettiva difficoltà di stabilire una politica unitaria
nazionale
in
materia,
nonché
l’evidente
specializzazione
delle
produzioni, spingono nella direzione di una valorizzazione “locale” e
“disgregata” delle infrastrutture e delle peculiarità tecnologiche e di
mercato esistenti nelle diverse aree geografiche del Paese.
Nel nostro Paese vi sono Regioni dove lo sviluppo delle
biotecnologie viene esplicitamente indicato tra le priorità strategiche, e
tali “orientamenti regionali” hanno già influenzato in maniera non
indifferente la dislocazione della nascente bioindustria italiana, grazie
soprattutto all’istituzione ed alla crescita intorno alle realtà esistenti di
iniziative volte ad aggregare ed interconnettere le risorse esistenti e a
fungere da catalizzatore per la creazione e l’attrazione di nuovi
investimenti.
Tali aree sebbene ancora di dimensioni ridotte rispetto ai cluster
biotecnologici di altri Paesi dell’UE (ad eccezione del metadistretto
biotech con baricentro nella Provincia di Milano), posssono
rappresentare dei sicuri nuclei di sviluppo per la bioindustria se
supportate adeguatamente riguardo alle esigenze espresse di
infrastrutture e di azioni supporto alla valorizzazione delle risorse esistenti.
Il successo e l’effettiva crescita di un tessuto imprenditoriale
generato da tali iniziative dipende non solo dalla capacità di
consolidare e sviluppare la capacità e la fiducia degli operatori
economici, ma anche dalla stabilizzazione di un sistema orientato verso
la trasposizione in prodotti e processi dei risultati della ricerca di base su
scala nazionale.
E questo appare assai complesso in un quadro dove Regioni
testimoniano in maniera concreta l’impegno “politico” a favore di uno
sviluppo economico basato sulle attività biotecnologiche, mentre le
politiche di alcune altre Regioni in materia di biotecnologie appaiono in
contrasto con la volontà di sostegno di tale comparto.
82
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Da quanto sopra, il documento individua la necessità di definire le
linee guida nazionali per lo sviluppo delle biotecnologie che si articolino
intorno agli assi della ricerca, del trasferimento tecnologico, della
creazione e dello sviluppo d’impresa, seguendo quindi l’iter di
formazione della catena del valore essenziale per accrescere la
competitività del nostro Paese; tali linee vengono individuate intorno ai
temi ed alle azioni di seguito riportati:
I.
Sviluppare la ricerca nel settore delle biotecnologie
L’Italia appare in ritardo nello sfruttamento industriale delle
conoscenze scaturite dalla ricerca biotecnologica, mentre il livello delle
competenze scientifiche disponibili risultano di livello assai elevato.
Le diffuse realtà di ricerca nell’ambito delle scienze biologiche
assicurano notevoli contributi del nostro Paese all’innovazione
biotecnologica, profondamente radicata nella cultura scientifica
nazionale, da sempre maggiormente incline alle scienze applicate
rispetto a quelle “pure”.
Il terreno culturale in Italia risulta dunque tradizionalmente fertile e
presenta un’inclinazione specifica alla ricerca biologica, permettendo
l’affermazione di alcune nostre realtà imprenditoriali in termini di
eccellenza assoluta in ambito internazionale, nonostante l’assenza di un
sostegno politico esplicito al settore, garantito invece in altri Paesi che
hanno stabilmente collocato le biotecnologie tra le priorità nazionali
(e.g. Regno Unito, Germania, Svezia).
Le aree tematiche di ricerca e sviluppo tecnologico prioritarie sulle
quali orientare le risorse pubbliche al fine di valorizzare le eccellenze già
presenti nel nostro Paese risultano le seguenti:
•
Accrescere le risorse per la R&ST nel settore biotech (FAR e FIT);
•
Promuovere le collaborazioni pubblico-private;
•
Valorizzare la ricerca applicata nel settore della salute (Red
biotech);
•
Valorizzare la ricerca applicata nel settore agro-alimentare
(Green biotech);
83
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
•
Valorizzare la ricerca applicata nel settore delle biotecnologie
industriali (White biotech);
•
Regolamentare l’utilizzo delle biobanche;
•
Sviluppare le Piattaforme Tecnologiche Europee.
II.
Favorire il trasferimento tecnologico:
La realtà europea e nazionale in materia di trasferimento
tecnologico è da tempo stata identificata come elemento debole della
filiera produttiva che va dalla ricerca alla produzione di valore aggiunto.
Occorre potenziare il sistema di trasferimento tecnologico dalla
ricerca all’industria, paradossalmente più debole nel nostro Paese dove
la specializzazione e il dimensionamento medio delle imprese
richiederebbe sforzi maggiori per valorizzare i risultati della ricerca
rispetto a quanto fatto negli altri Paesi OCSE; le aree tematiche da
supportare e le azioni da attivare risultano dunque:
•
Garantire un quadro certo per la protezione della proprietà
intellettuale;
•
Rafforzare il sistema di trasferimento di tecnologia dalla ricerca
all’impresa;
•
Promuovere la valorizzazione economica dei risultati della
ricerca pubblica;
•
Favorire la mobilità dei ricercatori.
III.
Sviluppare l’industria biotecnologica
Ai fini di sostenere l’industria altamente innovativa, nel momento in
cui è stato avviato il ripensamento sullo strumento nazionale principale di
agevolazione agli investimenti imprenditoriali - sia in ordine al numero
degli interventi agevolati sia per l'ammontare delle risorse impiegate costituito dalla legge 488/92, appare necessario definire rapidamente
un sistema di incentivi nazionali e regionali efficace nelle finalità, dalle
modalità operative e dotato di risorse finanziarie certe e garantite (nel
rispetto della normativa europea sui regimi di aiuto), ed anzi
84
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
necessariamente collegato ai programmi di sviluppo economico e
produttivo alimentati dai Fondi strutturali dell’UE.
I temi di intervento per questo ambito risultano essere i seguenti:
•
Incentivare
gli
investimenti
immateriali
per
lo
sviluppo
dell’impresa hi-tech;
•
Stimolare la crescita delle giovani imprese hi-tech;
•
Agevolare l’imprenditoria biotecnologica attraverso la leva
degli sgravi fiscali;
•
Facilitare l’accesso al credito delle imprese biotech;
•
Sviluppare il mercato del Venture Capital con particolare
riferimento al seed and early stage capital;
•
Mobilitare maggiori capitali di rischio dagli investitori informali
(business angels);
•
Accelerare il recepimento delle direttive comunitarie;
•
Favorire i processi di networking e clustering.
IV.
Interventi orizzontali
La definizione e l’attuazione di policy nel settore delle biotecnologie
in Italia vede coinvolte diverse Amministrazioni centrali e locali.
Infatti, a seguito dei processi di devolution, negli ultimi anni, le
Regioni hanno assunto un ruolo rilevante nell’attuazione delle politiche
per lo sviluppo delle biotecnologie.
Lo sviluppo organico ed efficace delle biotecnologie che eviti
duplicazioni di sforzi ed incoraggi le sinergie, comporta la necessità di
migliorare la governance ed i sistemi di monitoraggio e comunicazione
legati al sistema, attraverso un più forte coordinamento tra i molteplici
attori coinvolti nel settore a livello centrale e locale; appare inoltre
necessario innescare un processo di aggiornamento continuo del
capitale umano in grado di affiancare e supportare lo sviluppo
tecnologico e del sistema della conoscenza.
85
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Le azioni di riferimento sono dunque le seguenti:
•
Migliorare la governance;
•
Potenziare l’Osservatorio Nazionale per le Biotecnologie;
•
Migliorare l’accettabilità sociale delle biotecnologie;
•
Accrescere le potenzialità del capitale umano.
86
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
5.
ANALISI QUALITATIVA
5.1
La rilevazione
Alla conclusione dello studio di analisi del SPL svolto nel 2006 era
emersa l’esigenza di verificare sul campo i dati acquisiti nella ricerca
desk e nelle indagini censuarie sulle variazioni di consistenza dello stock
di imprese (Movimprese) e di quelle campionarie sui trend economici e
occupazionali (OsserFare).
In considerazione della qualità dei dati elaborati, comunque
significativi per il recupero dei dati di trend e di consistenza, è stato
scelto il metodo del focus group che presenta il vantaggio di
concentrare il periodo della raccolta dei dati e la possibilità di
stabilizzare “l’antenna” sul territorio.
Il focus group, composto da testimoni privilegiati e imprese della
filiera produttiva, è stato individuato in collaborazione con le
organizzazioni
di
impresa
Confindustria,
Federlazio,
CNA
e
Confartigianato, che, insieme ai rappresentanti della CCIAA di Latina
hanno partecipato alla fase di raccolta dei dati effettuata tramite
interviste dirette e questionari strutturati.
L’obiettivo dell’indagine non era certamente di tipo quantitativo e
ha mirato a raccogliere una serie di dati che le indagine di tipo statistico
non sempre riescono a cogliere. La qualità del campione indicato dalle
organizzazioni di impresa, la pressoché totale omogeneità delle risposte
e la volontà di proseguire un sistema di relazione tra aziende e attori
istituzionali hanno confermato l’opportunità della scelta metodologica.
Gli aspetti più critici del sistema e le tessere mancanti al mosaico del
settore chimico farmaceutico sono state invece l’oggetto delle interviste
ad attori privilegiati, in particolare ai rappresentanti delle organizzazioni
di impresa che hanno contribuito ad una ricostruzione più completa
delle problematiche del territorio.
87
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
La rilevazione ha fatto emergere innanzi tutto la diversità di
posizione sulle tematiche proposte con risposte differenziate per
dimensione produttiva e posizione della filiera: grandi aziende (in
prevalenza multinazionali) e pmi dell’indotto.
È la caratteristica del SPL che è densamente popolato di
stabilimenti di multinazionali e di medio piccole aziende di rilevanza
nazionale o di piccole aziende dell’indotto.
La caratteristica più rilevante su questo versante è quella per cui le
grandi aziende vivono il contesto territoriale solo dal punto di vista della
produzione in senso stretto, non da quello del mercato, che è per
esempio il problema delle piccole aziende dell’indotto o del “clima”
dell’economia e della legislazione nazionale di settore come le aziende
a dimensione e strategia nazionale.
In pratica per le aziende di dimensione europea e mondiale la
problematica principale è quella di produrre in modo almeno
accettabile per sostenere le performance e gli standard stabiliti dalle
case madri, che raffrontano i risultati con quelli dei vari stabilimenti sparsi
per l’Europa o per il resto del mondo e sulla base di questi dati
confermano o modificano le scelte di localizzazione.
Le aziende più piccole o di dimensione nazionale sono più orientate
invece a definire problematiche riguardanti il territorio in senso stretto, sia
come mercato che come “ambiente produttivo” e lamentano la
scarsità di relazioni sia col sistema pubblico che, cosa più preoccupante,
con quello privato.
Entrambi gli atteggiamenti però convergono su una serie di
questioni che sono comuni pur partendo da posizioni e obiettivi diversi.
Sorprendentemente, la rilevazione non ha fatto rilevare un
fabbisogno evidente (salvo riguardo ad alcune categorie di intervento
ben specificate) di richieste riguardanti i principali strumenti di intervento
sinora attivati ai diversi livelli di programmazione territoriale e settoriale:
88
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
•
Incentivi finanziari diretti (a richiesta o automatici);
•
Riduzione della fiscalità;
•
Formazione ed aggiornamento professionale a carattere generale
e indifferenziato.
Solo in relazione a specifiche tematiche è emersa una richiesta di
disponibilità di strumenti di tale natura.
Al di la di alcune gravi e note carenze nella dotazione
infrastrutturale del territorio, con particolare riguardo a Viabilità, Trasporti,
Logistica, gli elementi qualitativi raccolti convergono su alcuni temi di
carattere
generale
e
di
interesse
collettivo
che
devono
necessariamente diventare le “parole d’ordine” delle strategie e degli
strumenti da attivare nella Provincia a sostegno del SPL:
1.
Ambiente
2.
Energia
3.
Governance dei SPL
4.
Servizi reali alle imprese
− Ambiente, inteso come necessità di progettare ed avviare
interventi per la salvaguardia, la riconoscibilità e la valorizzazione
del territorio, nell’interesse congiunto, sociale ma anche
economico, dei soggetti che vi operano e risiedono (aziende e
cittadini);
− Energia, i fabbisogni sonora rilevati, oltre a rafforzare la coerenza
con il primo tema, sono orientati a rafforzare l’indipendenza e
l’autosufficienza del sistema delle imprese rispetto agli
approvvigionamenti da fonti non rinnovabili, la maggiore e più
economica disponibilità della risorsa, e la creazione di valore
attraverso l’ottimizzazione e l’integrazione dei cicli di produzione;
− Governance del SPL, rispetto al quale è fortemente avvertito il
fabbisogno di avviare azioni di guida strategica e di supporto
dell’interesse collettivo del SPL, anche attraverso azioni improntate
89
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
all’efficientamento del rapporto tra imprese e P.A. in termini di
risparmio di costi e tempi e di certezze operative, attraverso l’avvio
di azioni di snellimento delle procedure e semplificazione
amministrativa;
− Servizi reali alle imprese, nell’ottica di avere a disposizione
all’occorrenza strumenti
efficaci di
gestione e servizi
maggiormente qualificati e specifici, a carattere collettivo e di
supporto al sistema, ma anche della singola azienda.
5.1.1
Ambiente
Ha destato sorpresa tra i rilevatori l’importanza attribuita dai
soggetti sinora interpellati alla tematica di protezione e salvaguardia del
territorio, intesa nel senso di rafforzarne la connotazione di rispondenza
ad una identità “rispettosa del territorio e fortemente orientata alla
sostenibilità dello sviluppo”.
Per quasi tutte le aziende interpellate la “qualità” del territorio viene
infatti prioritariamente percepita quale asset non solo genericamente
utile alla promozione dei prodotti, ma quale vero e proprio elemento
patrimoniale aziendale,
che presenta una propria capacità di
connotazione specifica nella scala dei valori e dei fattori produttivi, e
questo tanto per le medie e grandi aziende, che producono forti impatti
sul sistema territoriale ed ambientale, quanto per le imprese di
dimensione più piccola e con ottica meno mirata a problematiche di
tipo internazionale.
Per le aziende del Chimico-farmaceutico la qualificazione
ambientale del territorio rappresenta non solo un elemento rilevante
della qualità della vita aziendale (e dunque della produttività
complessiva), ma anche una leva importante ai fini della politica di
produzione, di comunicazione e commerciale, anche ai fini di riscontri di
carattere economico ai fini dell’amministrazione interna.
È emblematico come la risposta di alcuni intervistati sia stata
particolarmente articolata. L’azienda, insediata da molti anni in una
zona industriale, a distanze dall’abitato che rendevano i rischi di
emissioni fastidiose o di incidenti rilevanti meno impattanti sul territorio e
di conseguenza meno “costosi” dal punto di vista di alcune misure di
90
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
sicurezza previsti dalla normativa tecnica di settore, ha visto modificare
l’assetto urbanistico del territorio e poi crescere un agglomerato urbano
a pochissima distanza dalla zona di produzione. La nuova situazione ha
reso necessari (obbligatori) numerosi interventi non previsti nel piano
originario di localizzazione dell’azienda.
Per il gruppo delle multinazionali sono queste le problematiche più
sentite.
Non si dimentichi che, come riportato in altro paragrafo, le decisioni
localizzative delle aziende dislocate in più punti del pianeta, non sono
determinate solo dal costo di produzione, ma da un insieme di fattori
quali la qualità della produzione, la tempestività dell’evasione degli
ordini ed appunto l’assenza di problematiche di tipo comunicativo ambientale che, soprattutto per le aziende di cultura ed estrazione
nordamericana, rappresentano un vero ostacolo alla localizzazione su
un territorio.
L’esempio tipico di questo atteggiamento è stato riportato da un
partecipante al focus group che sottolineava come un incidente in uno
stabilimento o una contestazione organizzata dai cittadini sulle emissioni
nocive di un impianto magari all’altro capo del mondo, producono
perdite rilevanti per il valore delle quotazioni dei titoli delle società
coinvolte, che quindi annettono un grande valore alla situazione
ambientale e territoriale dei loro siti produttivi.
La comunicazione col territorio inteso come cittadinanza e
istituzioni, sulle problematiche ambientali e non solo, risulta quindi
fondamentale per le aziende più importanti del SPL.
5.1.2
Energia
Alla segnalazione della scarsità e del costo elevato dell’energia
necessaria, si affianca la domanda di indirizzi chiari e strumenti di
supporto – anche finanziario - alla produzione in proprio di energia (in
forma singola e collettiva) attraverso processi sostenibili e fonti rinnovabili
(cogenerazione, eolico, fotovoltaico) al fine di ridurre i costi e la
dipendenza, aumentare le disponibilità, ottimizzare i processi produttivi,
riutilizzare gli scarti di lavorazione.
91
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
E’ emerso che gli attuali livelli di redditività/risparmio assicurati dalla
normativa vigente non assicurano alle aziende che abbiano intenzione
di produrre energia da fonti alternative e rinnovabili – contrariamente a
ciò che è stabilito per le aziende di distribuzione - margini sufficienti per
avviare investimenti per l’indipendenza/ efficienza energetica, in forma
singola o collettiva; bisogna dunque intervenire sulla struttura della
catena del valore di questo fattore indispensabile di produzione.
La tematica si lega fortemente al punto precedente,
rappresentando un anello di congiunzione delle policy di intervento tra
la tematica ambientale e quella infrastrutturale.
5.1.3
Governance
Le aziende sostengono la necessità di un sistema di governo dei SPL
in grado di fornire:
•
indirizzi strategici di settore;
•
progetti operativi di consolidamento e sviluppo;
•
supporto qualificato alle attività del SPL;
tra le attività di supporto richieste si segnalano:
•
Funzioni di guida strategica dei SPL;
•
Rapporto e confronto costruttivo con la P.A.;
•
Disponibilità di servizi reali alle aziende qualificati ed efficienti.
Proprio il rapporto con la P.A. può rappresentare un punto
qualificante della policy di sistema in tema di governance, soprattutto in
termini di ricerca e promozione di azioni condivise di snellimento e
semplificazione amministrativa.
È tradizionale la difficoltà che le aziende del settore chimico
trovano a rapportarsi con le Pubbliche Amministrazioni Locali.
92
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
La richiesta di una governance di distretto più rispondente alla
realtà del mondo dell’impresa chimica di oggi è particolarmente
interessante.
Le imprese intervistate segnalano ancora atteggiamenti
quantomeno discutibili da parte delle PP.AA., che impongono regole
stringenti
da
un
lato
ma
che
al
momento
dell’assunzione
di
responsabilità non decidono o fanno passare tempi infiniti ad emanare
provvedimenti di autorizzazione per adeguamenti tecnici da loro stesse
richiesti.
Spesso poi, nonostante la familiarità con il settore chimico, c’è
poca conoscenza da parte delle amministrazioni dei processi e delle
problematiche di innovazione che la tecnologia dei processi propone al
mercato. Questo determina che alcune possibilità di innovazione
vengono precluse alle imprese perché malamente inquadrate negli
schemi previsti da leggi e regolamenti in qualche modo obsoleti.
L’indicazione delle imprese è quella di poter interloquire con le
amministrazioni con modalità maggiormente partecipative e di
applicare il principio di sussidiarietà orizzontale per cui i privati
collaborano con le PP.AA. “amministrando” alcuni processi. L’esempio
tipico (ma non il solo) è quello della certificazione ambientale, sia delle
singole imprese, che dovrebbe garantire le amministrazioni pubbliche
del corretto utilizzo delle risorse ambientali certificato e controllato da
enti accreditati, sia collettivo, mediante l’attivazione del protocollo
EMAS al comparto produttivo omogeneo del chimico farmaceutico
provinciale.
5.1.4
Servizi alle imprese
Le aziende sostengono la necessità di disporre sul territorio di servizi
reali alle aziende qualificati ed efficienti, con particolare riferimento a:
•
Qualificazione e aggiornamento aziendale e professionale;
non va dimenticato in tal senso che la logica di produzione in
filiera richiede per esempio alle pmi l’acquisizione di una vasta
93
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
gamma di certificazioni di conformità, nonché di metodologie
operative altamente strutturate, che potrebbero agevolmente
essere oggetto di trasferimento di know-how all’interno della
filiera;
•
Promozione del territorio e comunicazione verso i soggetti
(soprattutto) esterni;
•
Internazionalizzazione dei mercati e delle produzioni;
•
Ricerca & Sviluppo; a tale proposito, si segnala che sul territorio
prevale la richiesta di attività di diffusione e applicative della
ricerca.
Proprio riguardo al sistema delle ricerca va detto che l’esigenza nel
SPL è più sentita dalle imprese più piccole e a carattere nazionale e
locale.
Il sistema delle multinazionali svolge infatti la propria ricerca di base
prevalentemente altrove, sulla scorta di logiche globali e oggetto di
privativa ed elevata riservatezza.
94
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
5.2
Aggiornamento analisi SWOT del Spl
Gli elementi emersi dall’analisi effettuata sui documenti di studio
richiamati in premessa, sono stati dunque integrati dai risultati della
ricognizione delle prioritarie esigenze degli operatori della filiera
produttiva effettuata attraverso incontri programmati con le associazioni
datoriali e con un panel selezionato di imprese che hanno consentito di
individuare gli elementi qualificanti della filiera di seguito indicati.
Il diagramma rappresentativo dell’analisi, riportato nelle pagine che
seguono è quindi l’aggiornamento di quanto prodotto nel 2006
all’interno dello studio di analisi effettuato nella Fase 2 del percorso di
costituzione del SPL.
Punti di forza
Punti di debolezza
1. Infrastrutture
1. Infrastrutture
−
−
−
−
−
Vicinanza agli aeroporti romani
e all'Autostrada del Sole;
Presenza di aziende competenti
in ambito informatico, di
comunicazione, amministrativofiscale, logistico;
Presenza di un tessuto di
formazione scolastico discreto
con Istituti Professionali e Tecnici
in entrambe le Province.
Recente (30/10/02) nascita del
Parco Scientifico Biomedico
San Raffaele, partecipato con
possibilità di interazioni;
Esistenza di alcuni soggetti (es.
Tecnofarmaci) che operano
per promuovere il
coordinamento fra le imprese
farmaceutiche (programmi
comuni di ricerca, accesso ai
finanziamenti nazionali e
comunitari dei programmi di
ricerca).
−
−
−
−
−
−
Situazione critica per la rete
stradale, in attesa
dell'allargamento della strada
"Pontina". Alle imprese della
provincia di Latina manca un
uscita autostradale più vicina
all'area degli impianti;
Scarsa efficienza dello scalo
logistico di Latina,
recentemente terminato, ma
poco utilizzato;
A Latina mancano le facoltà
universitarie di Chimica e
Farmacia, peraltro presenti nella
vicina Roma;
Interazioni non ancora radicate
con i Parchi Tecnologici;
Scarsa collaborazione,
lungaggini burocratiche e ruolo
passivo degli Enti (Regione e
Locali) nel rispondere alle
esigenze e richieste delle
imprese.;
Difficoltà nel sistema creditizio:
livelli del tasso di interesse,
notevole presenza di protesti;
95
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
−
2. Fattori della produzione
−
−
−
−
Presenza di grandi imprese
farmaceutiche multinazionali e
nazionali che costituiscono una
ricchezza del territorio per
l'accumulazione tecnologica e i
processi di innovazione
promossi.
Discreta facilità di reperimento
di manodopera professionale ai
vari livelli;
Flessibilità produttiva delle PMI;
Presenza di aziende di
“appoggio” alle grandi imprese
per lo sviluppo di processi
produttivi innovativi
3. Mercato e competizione
−
−
−
Attività delle multinazionali
indirizzata a supportare la
produzione in ambito
internazionale;
Presenza di aziende della
distribuzione farmaceutica
soprattutto nella Provincia di
Roma.
Nel distretto sono presenti
numerose aziende che
occupano posizioni di rilievo sul
mercato nazionale;
importante incidenza che le
sofferenze bancarie hanno
rispetto agli impieghi.
Dipendenza energetica delle
imprese
2. Fattori della produzione
−
−
−
−
Verticalizzazione dei cicli
produttivi delle imprese maggiori
e limitati collegamenti con le
imprese locali.
Assunzione delle decisioni
strategiche al di fuori del
territorio per le grandi
multinazionali.
Attività di R&S scarsa per le
piccole imprese: ciò le rende
poco competitive (poca
innovazione e numero limitato di
nuovi prodotti).
Presenza limitata di produttori di
macchinari dedicati all'industria
farmaceutica
(confezionamento,
riempimento, dosatura).
3. Mercato e competizione
−
−
−
Dipendenza dalle decisioni delle
autorità sanitarie in tema di
spesa farmaceutica.
Diverse imprese non sviluppano
strategie originali e non sono in
grado di agire sulla leva della
differenziazione. Inoltre non
sviluppano politiche di
valorizzazione dell'immagine;
Dipendenza per le PMI, terziste o
fornitrici, dalle strategie delle
multinazionali
96
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Opportunità
Impatto
Proba
bilità
Minacce
Tempo
Proba
Impatto
Medio Lungo
Breve
bilità
Periodo Periodo Periodo
Alta
Alta
Alto
Alto
Bassa
Bassa
Alta
Medio
Crescita
dei
mercati
esteri
(Paesi
del
Terzo
Mondo
in
particol
are)
Innalzamento
dell'età media
della popolazione
Sviluppo di
farmaci di origine
biotecnologia.
Outsourcing delle
multinazionali
Alta
Medio
Interventi regionali
per favorire l'R&S
farmaceutica, la
Bassa nascita/ sviluppo
delle PMI, e di
Sportelli per le
esportazioni
Alta
Basso
Sviluppo del
mercato dei
generics, di quello
dei
dermocosmetici e
parafarmaceutici
Tempo
Breve
Medio
Lungo
Periodo Periodo Periodo
Calo domanda
Aumento
farmaceutica per
dei costi e
interventi
dei
governativi
consumi
(riclassificazione
di energia
farmaci, tetti di
e materie
spesa) e
prime
introduzione ticket
Spostamento delle
produzioni da parte
delle multinazionali
farmaceutiche
Diminuzione
attrattività del
comprensorio per
gli investimenti di
gruppi nazionali e
multinazionali
rispetto ad altre
localizzazioni
Bassa
Alta
Basso
Bassa
Bassa
97
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
6.
COMMENTI E LINEE DI POLICY PROPOSTE
L’analisi compiuta fin qui fa emergere una situazione cognitiva
relativa alle dimensioni ed ai trend caratteristici del Spl abbastanza
completa e con caratteristiche sia qualitative che quantitative più
approfondite rispetto a quanto analizzato negli studi precedenti del 2003
e del 2006.
Sarebbe comunque opportuno mantenere vivo il contatto con il
territorio e con le imprese e le loro organizzazioni esponenziali e
mantenere un atteggiamento di ascolto con le realtà operanti sul
territorio.
Il focus group, costituito allo scopo di completare l’indagine desk sul
SPL con i sentiment e le problematiche quotidiane degli operatori, è il
primo passo per una attivazione della rete di conoscenze che il decisore
pubblico deve avere a disposizione per operare scelte che, per quanto
possibile, anticipino i fenomeni e non li subiscano.
Potrebbe essere un primo nucleo di un Osservatorio sul SPL del
chimico- farmaceutico che, vista l’importanza per il territorio sia dal
punto di vista economico (rappresenta il 30% del PIL) che sociale
(occupa direttamente oltre 8.000 cittadini e almeno altri 2.000
nell’indotto diretto), è necessario sia alle Amministrazioni che agli
operatori privati per definire strategie comuni e interventi condivisi e utili
al mantenimento e allo sviluppo del settore.
Va superato quindi il concetto di economia produttiva e di
economia esterna. È questa la cornice che sia le aziende sia gli
stakeholder locali hanno indicato come fondamentale a realizzare le
migliori politiche possibili per lo sviluppo locale dell’area.
Il confronto con i sistemi analoghi presenti in altre realtà italiane e
internazionali conferma che contrariamente a quello che si pensa non
esiste un nord e un sud nel mondo della produzione.
La frontiera è ormai quella della qualificazione dei prodotti e delle
produzioni, quella dell’innovazione tecnologica e del rispetto
ambientale, quella della qualificazione e dell’aggiornamento costante
delle risorse umane, vero e proprio capitale aziendale.
98
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Se confrontiamo le considerazioni degli industriali bergamaschi con
quelle raccolte nel sud pontino, non troviamo elementi di diversità,
perché le aziende che vivono la competizione globale, a prescindere
dal
luogo
dove
producono
hanno tutte le
stesse
esigenze e
problematiche.
Sostanzialmente
i
confronti
e
le
indagini
effettuate
hanno
confermato quanto già emerso nel 2006 in materia di indicazioni di
policy e modalità di intervento.
La migliore esperienza nazionale in tema di distretti analizzata nel
paragrafo 3 (Lombardia,Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Friuli-V.G.)
ci ha offerto alcuni spunti e temi di politica industriale sui quali orientare
le iniziative a sostegno del Spl. L’indagine sul territorio ha confermato
esigenze e tendenze e prodotto un approccio locale a queste
problematiche.
Da tutti è stato confermato quanto sia necessario costituire una
“testa pensante” per la governance del Sistema Produttivo Locale che
si preoccupi di fornire guida strategica e linee operative di intervento in
tema di:
•
Ambiente;
•
Energia;
•
Governance del sistema;
•
Servizi.
Tali materie non esauriscono l’insieme dei temi oggetto della
politica regionale e locale per le imprese, ma ne costituiscono quella
parte limitata agli interventi rivolti al “sistema produttivo locale”.
Si tratta di un primo e provvisorio elenco il cui significato è quello di
indicare i possibili ambiti di intervento sia in termini di strategie complesse
sia in termini di azioni di rapido avvio.
99
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
6.1
Linee di policy strategiche per il Spl chimico-farmaceutico
pontino16
Il territorio ha espresso, anche sulla base delle migliori esperienza
nazionali osservate in altri territori, la richiesta di orientamento del sistema
verso la creazione di un soggetto che assicuri in modo stabile e
continuo, e sulla base di elementi certi e pianificati, la fornitura dei servizi
necessari al sistema nel suo complesso ed alle sue aziende, una volta
ricostruita la struttura, le consistenze, e lo stato delle relazioni esistenti tra i
soggetti.
In tal senso l’individuazione e attivazione di un organismo che
rappresenti, sviluppi e renda praticabili ed attuabili le azioni di
consolidamento e rafforzamento del Spl, contemperando la presenza di
soggetti assai differenti per struttura e tipologia produttiva, potrebbe
definire un momento di svolta nella policy provinciale relativa ai Spl.
La “testa” di distretto, quale ambito naturale di sviluppo
economico, occupazionale e sociale del territorio, dovrebbe assolvere
le funzioni di promozione e di coordinamento delle iniziative locali di
politica industriale attraverso il confronto fra le parti
istituzionali,
economiche e sociali interessate operanti nell'area, al fine di conseguire
il rafforzamento della competitività del sistema produttivo, attraverso la
definizione di piani di sviluppo mirati a:
a.
riordino e stimolo delle politiche territoriali;
b.
stimolo e lo sviluppo di opere o sistemi infrastrutturali e
impiantistici, in particolare in abbinamento fra soggetti pubblici
e privati;
c.
aumento della capacità tecnologica, della ricerca, dello
sviluppo e dell'innovazione, anche attraverso la diffusione delle
tecnologie informatiche e telematiche;
Questo capitolo è la ripresa e l’integrazione di quanto affermato nello studio del
2006. Sembra opportuno riproporre le linee di strategia della governance
precedentemente individuate e già condivise, con l’aggiunta delle indicazioni di
immediata esigenza e impatto recuperate dalla presente indagine.
16
100
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
d.
creazione e realizzazione di progetti comuni a più imprese, in
particolare se finalizzati anche all'aggregazione di soggetti
inizialmente diversi;
e.
internazionalizzazione delle imprese e la penetrazione in nuovi
mercati, in particolare quando connessa con l'aumento della
capacità di regia degli insediati nel distretto;
f.
miglioramento delle condizioni ambientali del distretto;
g.
valorizzazione ed affinamento delle risorse umane attraverso la
formazione;
h.
miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro.
Inoltre, l’indagine effettuata fa rilevare che nonostante lo sviluppo in
alcuni casi ultratrentennale delle produzioni, le relazioni ed i rapporti
intercorrenti tra le aziende non risultano al momento consolidati né in
un’analisi strutturale del sistema delle relazioni e delle interdipendenze
né materialmente attraverso una pratica di sistema “culturale” come
classico nei distretti di più antica formazione.
Le organizzazioni di impresa assolvono in parte a questo compito,
ma rappresentano solo uno scarso 20% delle aziende del SPL che da
sotto questo profilo, andrebbe sostenuto attraverso azioni attrattive da
parte di soggetti credibili ed operativi sul territorio.
Il soggetto che assume la guida del SPL deve avere una
connotazione fortemente operativa e non solo meramente
rappresentativa17, e deve essere in grado di definire ed attuare strategie
comuni in grado di perseguire il rafforzamento dei fattori di competitività
del sistema, di garantire il livello di condivisione e di comunicazione e di
chiarificare le alternative strategiche aperte, raccogliendo le esigenze
collettive, individuando, progettando e gestendo azioni, strutture ed
infrastrutture di utilità comune e diffusa.
Si intende che è senz’altro utile una stanza di compensazione rappresentativa dei
vari soggetti pubblici e privati a vario titolo coinvolti nelle problematiche di sviluppo
locale, una sorta di tavolo di concertazione delle esigenze e delle strategie alte, ma ci
vuole un soggetto dedicato esclusivamente all’operatività sul territorio, che proponga
e attui azioni proactive condivise e credibili e che sia supporto operativo alle imprese e
alle PPAA del territorio.
17
101
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Riguardo ai servizi necessari ed utili al distretto, sulla base delle
esperienze altrove sperimentate, e sulla base delle esigenze esposte dai
soggetti interpellati nel corso della rilevazione dei fabbisogni, le azioni
comuni intorno alle quali possono indicativamente coagularsi le azioni di
sistema riguardano l’intera filiera esistente - o in alcuni casi la creazione
di suoi “pezzi” mancanti.
La progettazione e la realizzazione di azioni a sostegno del Spl deve
anzitutto mirare ad innalzare la qualità complessiva del sistema,
assicurando ad esso maggiore competitività in termini di:
•
- migliori prodotti;
•
- minori costi;
•
- maggiori ricavi;
agendo sui seguenti fattori:
•
Fattori dell’area di competitività esogena alle imprese, attraverso il
sostegno al sistema delle infrastrutture dell’area; l’analisi prodotta fa
rilevare diversi punti di debolezza dell’area, capaci di perpetrare
condizioni di diseconomie per tutte le imprese e diminuire
l’attrattività del comprensorio per gli investimenti di gruppi nazionali
e multinazionali rispetto ad altre possibili localizzazioni.
La diminuzione delle diseconomie e la lotta al rischio
delocalizzazione, che potrebbe interessare lo spostamento delle
produzioni da parte delle multinazionali farmaceutiche, può essere
contrastato rispetto ai fattori infrastrutturali attraverso:
o
o
o
il rafforzamento delle infrastrutture di collegamento e di
trasporto, con la realizzazione o l’adeguamento di assi viari di
collegamento tra poli produttivi e la rete viaria regionale (Via
Pontina) e nazionale (autostrada RM-NA);
il miglioramento delle strutture della logistica dell’area,
incompleta e ancora poco favorevole all’intermodalità;
il potenziamento delle reti
conoscenza delle informazioni;
immateriali
di
trasporto
e
102
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
•
Filiera
Produttiva;
il
rafforzamento
della
filiera
passa
necessariamente attraverso azioni mirate al sostegno ai fattori della
produzione:
o
sostenendo il rafforzamento strutturale e la capacità di ricerca
e delle pmi e mettendole in grado di risultare partner
competitivi per le imprese dell’area di maggiori dimensioni, ma
anche e soprattutto rendendole in grado di perseguire
politiche di specializzazione in nicchie produttive e di
diversificazione in settori esterni al farmaceutico ed ampliare il
loro raggio di azione all’intero territorio nazionale ed all’estero,
svincolandosi in tal modo dalla funzione di mero bacino di
produzione in conto terzi;
o
o
•
rafforzando e completando la filiera ed il sistema delle
interrelazioni tra le aziende, sostenendo le produzioni
necessarie all’area e non localizzate (ad es. macchinari
specifici);
rendendo disponibili, a costi competitivi, i fattori produttivi
necessari, tra i quali risalta la competenza del capitale umano;
Filiera dei Servizi alla produzione; il rafforzamento del SPL passa
anche attraverso azioni mirate a sostenere il sistema dei servizi alla
produzione, che fanno riferimento ai seguenti ambiti tematici:
o
o
Servizi per la logistica ed i trasporti; risulta necessario, per il
sistema in parola, la progettazione e lo sviluppo di piattaforme
logistiche che consentano la concentrazione, lo stoccaggio e
la distribuzione dei prodotti creando le condizioni per
abbattere i costi interni aziendali, e migliorare i servizi al cliente;
Servizi bancari ed assicurativi; il rafforzamento del sistema
produttivo e della commercializzazione passa anche per la
disponibilità e la fruizione di credito e garanzie, magari a
condizioni diffuse e facilitate, (accesso al credito per
investimenti, sistema di assicurazione e garanzie su
esportazioni, rapporti con sistemi esteri, condizioni e metodi di
pagamento per i clienti esteri, etc.). Ma soprattutto, in ottica
103
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
dell’applicazione dei rating bancari (e dunque, a cascata,
aziendali) previsti dall’accordo definito Basilea 2, il SPL
potrebbe orientare i decisori istituzionali e creditizi verso azioni
di potenziamento degli strumenti che rendono disponibile il
capitale di credito e di rischio per l’intera filiera (consorzi fidi,
interfidi, strumenti di garanzia di 2° livello – cogaranzia e
controgaranzia, fondi di
seed e venture capital, etc.)
soprattutto a favore delle PMI.
o
Alta formazione e ricerca; il supporto alle attività a più
marcato contenuto tecnologico necessita di strutture e servizi
di collegamento ed interazione con i centri di eccellenza
dell’area e delle zone limitrofe (Parchi tecnologici, poli
universitari); il soggetto rappresentativo del SPL potrebbe,
raccolte le esigenze, svolgere attività di sostegno del sistema
locale attraverso:
o
•
L’organizzazione di adeguate strutture ed azioni formative
in tema di alta formazione (ad es. corso di laurea o
specializzazione in chimica-farmacia in provincia);
•
il collegamento tra imprese e ricerca applicata;
•
lo sviluppo di progetti di miglioramento di prodotto e di
processo;
•
l'assistenza nel trasferimento di tecnologia;
•
le informazioni sulle nuove tecnologie;
•
la ricerca di opportunità di sviluppo attraverso alleanze
strategiche e partecipazione a progetti europei;
Ed infine, un’area di natura amministrativa di grande
importanza, soprattutto per quanto riguarda i processi di
supporto strategico al sistema delle imprese, è quella dei
rapporti tra le aziende del SPL ed il sistema della P.A. locale.
Mentre da un lato potrebbe essere configurato un sistema di
gestione
condivisa
(nelle
strategie)
e
semplificata
(nell’operatività) delle questioni amministrative e procedurali
aziendali, delle competenze ai fini autorizzatori, etc., sulla base
dello schema degli Sportelli Unici per le Attività Produttive, che
104
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
abbrevino i tempi e riducano i costi per le imprese, dall’altro
assume rilievo l’opportunità che il Spl sia univocamente
rappresentato e con esso le proprie esigenze, e possa a buon
titolo intervenire, nella definizione concertata (ove possibile)
dei servizi e delle risorse destinati al territorio (ad es. fondi
regionali o comunitari).
La più efficace difesa degli interessi collettivi, unita alla
facilitazione dell’interlocuzione con la P.A., può essere
perseguita attraverso il soggetto rappresentativo degli interessi
della filiera del Spl.
105
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
6.2
Le indicazioni delle imprese
Nell’ambito descritto le indicazioni che vengono dalle imprese
possono essere descritte per punti essenziali che vanno ad individuare
contestualmente temi che consentono l’avvio di azioni a carattere
immediatamente operativo.
− Certificazione ambientale;
Acquisizione del marchio di eco – compatibilità di distretto con
l’obiettivo di ottenere l’ Attestato di riconoscimento CE n. 761/2001
(EMAS II) per le aree interessate;
− Erogazione di servizi reali avanzati;
Con l’obiettivo di attivare servizi finanziari innovativi, sistemi di
responsabilità di filiera, patti per la produttività, ricerca applicata e
trasferimento tecnologico per innovazione di prodotto e di processo;
− Investimenti in filiere bio – energetiche;
Verificare la possibilità di realizzare sul territorio (integrato da un sistema
agricolo e agro industriale esteso)
bio – carburanti (Biodiesel,
Bioetanolo, Biogas), utilizzando
bio – masse, cellule fotovoltaiche
organiche e quant’altro l’attuale tecnologia consente (esistono già
aziende che potrebbero coordinare patti di filiera per la produzione di
energia biologica)
− Sistema di Governance;
Realizzazione di un Master Plan di distretto, semplificazione
amministrativa, cabina di regia - rapporti di rete e di filiera,
programmazione concertata.
106
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
In questi ambiti sono state raccolte indicazioni utili per delineare
azioni di rapido avvio:
Ambiente: si può citare l’esigenza, raccolta presso le aziende del
SPL Chimico-farmaceutico, di riprendere e completare il percorso
per la certificazione EMAS del territorio, avviata tempo fa ed al
momento “immobilizzata”, quale biglietto da visita del territorio e
delle aziende che vi risiedono (certificazione d’area per la
qualificazione e promozione del sistema ambientale provinciale);
da realizzare una mappa delle emergenze ambientali ed il relativo
Master Plan per la loro risoluzione;
Energia: sviluppare strumenti di supporto per la produzione di
energie rinnovabili, in forma individuale e collettiva (di SPL):
cogenerazione da biomasse, energia fotovoltaica, eolica.
Governance del sistema: redigere e promuovere un Master Plan
per le strategie di SPL basato su un Accordo concertato per lo
sviluppo e la Produttività, comprensivo di obiettivi di sviluppo,
strategie e strumenti di supporto; tra questi appaiono prioritari
quelli mirati alla semplificazione amministrativa (Sportelli di SPL per
la semplificazione amministrativa), nonché quelli dedicati al
rafforzamento dei rapporti intra-filiera (tanto su base contrattuale
che collaborativa/relazionale) ed intersettoriale;
Servizi: strumenti per promozione e internazionalizzazione di SPL,
per la fiscalità di SPL, per il rafforzamento verso il sistema creditizio
(Check per Basilea2 e rating di SPL), per il trasferimento alle PMI di
competenze e conformità necessarie per rafforzare i rapporti con
le imprese di maggiori dimensioni: trasferimento di metodologie
(es. operational excellence) che rafforzino l’indotto, anche in
ottica di acquisizione di autonomia sui mercati.
107
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
6.3
Il settore delle biotecnologie in provincia di Latina
Le Linee Guida, predisposte dal Comitato Nazionale per la
Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita per conto della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, già esposte al par. 4.3, intendono
contribuire alla definizione di una strategia integrata per lo sviluppo delle
biotecnologie, in armonia con le priorità della Commissione Europea.
In particolare, il documento indica la necessità di sviluppare tre
azioni specifiche, accompagnate da appositi interventi orizzontali
(miglioramento della governance, potenziamento dell'Osservatorio
nazionale sulle biotecnologie, ecc.); le tre azioni riguardano, nello
specifico, la promozione della ricerca, il supporto al trasferimento
tecnologico e lo sviluppo industriale. Nella tabella che segue viene
riportata una sintesi dei temi proposti.
Tabella 8. Sintesi delle iniziative proposte dalle Linee Guida
108
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Su questa base nazionale, il Comitato Nazionale Per La Biosicurezza
e le Biotecnologie ha recentemente alcuni spunti sulle tematiche
critiche per la crescita del settore biotech nella Provincia di Latina,
proponendo per ciascuna di esse le azioni più opportune da sviluppare,
sinergicamente e congiuntamente, tra i principali attori del settore,
pubblici e privati.
E’ stato notato, infatti, che le iniziative di sostegno allo sviluppo delle
biotecnologie,
procedono
in
prevalenza
attraverso
specifici
orientamenti locali o settoriali che valorizzino le peculiarità tecnologiche
e di mercato esistenti nelle diverse aree geografiche del Paese; il
coinvolgimento della Regione e della Provincia, nonché degli enti
strumentali di queste ultime, risulta, quindi, fondamentale per la messa a
punto di concreti interventi sul territorio.
Le iniziative di seguito elencate potrebbero essere messe in atto a
seguito di una concertazione tra Università, Enti locali e associazioni di
categoria industriali; l’ideazione di bandi specifici potrebbero essere la
soluzione operativa più efficace ed incisiva per creare le prime reti di
collaborazione.
Le iniziative suggerite sono le seguenti:
•
Promuovere le collaborazioni pubblico-privato
Per innescare il circolo virtuoso tra investimento pubblico ed
attrazione di finanziamenti privati, ed allo stesso tempo contribuire
ad un maggiore orientamento della ricerca effettuata nei centri
pubblici a risultati finalizzati ed “economicamente produttivi”,
appare opportuno stimolare l’investimento delle imprese
biotecnologiche nelle strutture di ricerca pubblica. In questa
direzione potrebbe essere pubblicato un bando ad hoc.
•
Valorizzare la ricerca applicata nel settore della salute (Red
biotech)
E’ da considerarsi efficace e necessario la definizione di un
percorso che dia accesso al mercato per i farmaci biotech
innovativi e i medicinali destinati a curare le malattie rare.
109
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
•
Investire in biobanche
Il rapido avanzamento della ricerca e delle tecnologie applicate
alla medicina ha portato ad un considerevole aumento di interesse
verso le collezioni di materiali biologici umani. Le raccolte di
campioni di tessuti e linee cellulari, da cui si ottengono acidi
nucleici e proteine, sono definite biobanche e rappresentano
un’importante fonte di risorse per la diagnosi e per la ricerca da
quella di base fino alla sperimentazione di terapie per le malattie
genetiche.
Il successo delle ricerche per l’identificazione dei geni delle
malattie, dei geni di suscettibilità e delle possibili applicazioni
terapeutiche, compreso lo sviluppo di nuovi e specifici farmaci, si
avvale della possibilità di disporre di campioni biologici di persone
affette o portatrici o predisposte a patologie su base genetica, o
che manifestano variabilità alla risposta dei farmaci. Il materiale
biologico è diventato una risorsa molto preziosa e deve essere
quindi favorito lo sviluppo e l’ organizzazione di tale attività. La
sinergia tra Università, Ospedali e aziende farmaceutiche sul
territorio potrebbe dar luogo alla nascita di biobanche.
•
Sviluppo delle Piattaforme Tecnologiche
Si ritiene opportuno sostenere lo sviluppo delle piattaforme sul tema
delle biotecnologie ed incoraggiare l’attivazione di nuove come
quella sui farmaci innovativi o i centri per le risorse biologiche
(biobanche).
Si ritiene opportuna, inoltre, anche la costituzione di un organismo,
eventualmente consortile, tra associazione industriali, enti locali, enti
di ricerca pubblici o privati, dedicato specificamente al
trasferimento tecnologico ricerca/industria.
•
Rafforzare il sistema di trasferimento di tecnologia dalla ricerca
all’impresa
Le strutture di trasferimento tecnologico esistenti non sembrano
avere le competenze sufficienti a che le ricerche abbiano il
necessario supporto di business development.
L'università italiana finora non ha considerato appieno il reale
beneficio di tali attività (mentre in molte università straniere,
110
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
soprattutto americane, sono la driving force della crescita dei
singoli centri di ricerca accademici).
L’attività di trasferimento tecnologico necessita di un presidio
continuativo in loco, ed è quindi indispensabile favorire il
rafforzamento/creazione di Uffici per il trasferimento tecnologico,
che coprano il territorio, e fungano da nodo di accesso ad una rete
di validi consulenti con solido background industriale, capace di
analizzare e valutare le idee imprenditoriali.
Si ritiene infine opportuno sostenere quelle iniziative dirette a
favorire le aggregazioni tra i diversi soggetti preposti al trasferimento
tecnologico al fine di ridurre l’eccessiva frammentazione
dell’offerta di servizi e di orientare gli utenti verso i servizi a maggiore
valore aggiunto e con maggiori opportunità di successo sul
mercato.
•
Promuovere la valorizzazione economica dei risultati della ricerca
pubblica
Un sistema efficiente e non molto oneroso per finanziare le attività
di valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e la loro più
pronta traslazione alle imprese o in impresa, consiste
nell’effettuazione di un’analisi di fattibilità e redazione di un business
plan per i progetti più promettenti.
•
Favorire la mobilità dei ricercatori
Al fine di favorire il trasferimento tecnologico dal sistema della
ricerca alle imprese si ritiene opportuno rafforzare ulteriormente
quelle misure finalizzate a facilitare l’impiego in azienda di
ricercatori, siano essi giovani laureati che ricercatori esperti anche
per periodi di tempo limitato.
In particolare, accanto alla possibilità concessa al ricercatore
pubblico di mantenere la posizione acquisita all’interno
dell’Università o dell’Ente Pubblico di Ricerca, è opportuno
introdurre meccanismi di promozione e di incentivazione per le
esperienze di lavoro condotte con le imprese.
111
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
•
Favorire i processi di networking e clustering
Lo sviluppo delle biotecnologie in Italia si può giovare di processi di
networking e clustering in grado di favorire rapidi processi di
innovazione e rapporti di sinergia, crescita e collaborazione tra
imprese e centri di ricerca.
In quest’ottica il MIUR ha promosso, di concerto con le regioni
interessate, la costituzione di distretti tecnologici nel settore delle
biotecnologie in Lombardia, Friuli – Venezia Giulia, Puglia, Sardegna
e Lazio.
L'obiettivo perseguito è la focalizzazione delle competenze di punta
disponibili sul territorio verso la realizzazione di sistemi integrati a
supporto della ricerca e dello sviluppo imprenditoriale nel settore
delle biotecnologie, valorizzando le potenzialità infrastrutturali,
scientifiche, tecnologiche, manageriali e imprenditoriali presenti a
livello locale.
Si ritiene opportuno sostenere le strategie volte a concentrare le
risorse verso cluster specializzati su aree di ricerca ben delimitati per
ottimizzare le risorse, avendo cura di valorizzare le competenze già
disponibili in loco e favorendo le iniziative che si sviluppano
localmente.
•
Stimolare l’attrazione di
l’internazionalizzazione
investimenti
esteri
ed
incoraggiare
Sull’attrazione degli investimenti esteri, sarebbe opportuno
sviluppare la partecipazione ad attività promozionali per dare
visibilità e riconoscibilità al modello locale e per diffondere, anche
attraverso apposite banche dati, informazioni aggiornate sui
principali centri di ricerca, sviluppo ed innovazione presenti sul
territorio provinciale.
Esempio positivo da citare la Fiera di Padova, Bioforum e
PharmaFinance che periodicamente garantiscono una vetrina per
le attività industriali e di ricerca, realizzando incontri promozionali in
questo campo.
Sul tema dell’internazionalizzazione della ricerca scientifica, va
inoltre ricordato come il Ministero degli Affari Esteri e l’ICE, attraverso
i suoi uffici in Italia e all’estero, abbiano individuato nelle
112
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
biotecnologie uno dei settori chiave di intervento per l’avvio di
collaborazioni internazionali finalizzate al miglioramento delle nostre
conoscenze; sarebbe, pertanto, opportuno,
collaborazioni con le suddette istituzioni
stimolare
le
113
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
7.
ALLEGATI
METODO DI RILEVAZIONE DEI FABBISOGNI
DEI SISTEMI PRODUTTIVI LOCALI
DATI ANAGRAFICI DELL'AZIENDA
Nome della società:…………………………………………………………………………...
Indirizzo: ………………………………………………………………………………………….
Titolare: …………………………………………………………………………………………..
Anno di costituzione: ………………………………………………………………………....
Altre sedi: ………………………………………………………………………………………..
Settore di appartenenza: ……………………………………………………………………
Forma giuridica: ………………………………………………………………………………..
Codice ATECO completo Settore di Appartenenza……………………………………
Tipo di prodotto/servizio: ……………………………………………………………………..
Tipo di produzione (diretta, conto terzi, affida il lavoro a terzi): ……………………..
Fatturato (medio degli ultimi tre anni): ……………………………………………………
Numero di dipendenti per qualifica:
a) Operaio
……
b) Impiegato
……
c) Quadro
……
d) Dirigente
……
114
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
A. – MANAGEMENT, ASPETTI STRATEGICI, ORGANIZZATIVI E DI MERCATO
1. Quale ruolo riveste l’imprenditore per ciò che attiene le attività organizzative
dell’azienda?
Di indirizzo strategico e di controllo
□
Di partecipazione diretta al processo produttivo
□
Di direzione di una o più delle funzioni aziendali
□
□ Specificare quale
……………………………………………………………………………………………….
2. Esiste un organigramma
competenze?
□ SI
aziendale
che
definisce
responsabilità
e
□ NO
3. E’ prevista una pianificazione riguardante:
Dinamica reddituale e finanziaria dell’ azienda
□
Processo produttivo e fattori di produzione
□
Gli aspetti qualitativi (indicatori di rendimento e
prestazione)
□
115
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
4. I dirigenti effettuano, periodicamente, una verifica dei risultati aziendali in
termini di:
Raggiungimento del fatturato previsto
□
Raggiungimento della produttività stabilita
□
Raggiungimento dei livelli qualitativi prefissati
□
5. Se ciò non avviene, può specificarne motivi?
……………………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………………..
6. In quali mercati l’azienda è presente?
Locali
□
Regionali
□
Nazionali
□
Internazionali
□
7. Negli ultimi tre anni il fatturato dell’azienda è: (max una risposta)
□ Aumentato significativamente
□ Rimasto sostanzialmente invariato
□ Diminuito significativamente
116
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
8. Se impresa esportatrice, negli ultimi tre anni il fatturato estero dell’azienda è:
(max una risposta)
□ Aumentato significativamente
□ Rimasto sostanzialmente invariato
□ Diminuito significativamente
9. Negli ultimi tre anni il numero complessivo degli occupati della sua azienda
è: (max una risposta)
□ Aumentato significativamente
□ Rimasto sostanzialmente invariato
□ Diminuito significativamente
10. Quali, tra i seguenti settori, ritiene siano punti di forza o aree di
miglioramento dell’azienda?
PUNTI
DI
FORZA
AREE
DI
MIGLIORAMENTO
a) Area Marketing
□
□
b) Area Vendite
□
□
c) Area Acquisti
□
□
d) Area Progettazione
□
□
e) Area Produzione
□
□
SETTORI
117
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
f) Area finanziaria
□
□
g) Logistica
□
□
h) Distribuzione
□
□
i) Servizi
□
□
l) Tecnologie dell’informazione
□
□
m) Formazione
□
□
n) Altro …………………………………………….
11. L’impresa intende avviare azioni finalizzate a:
a) Innovazioni di processo o di prodotto:
□ SI
□ NO
(Se sì, quali di queste azioni si intende adottare)
Progetti di Ricerca & Sviluppo all’interno dell’impresa
Progetti di Ricerca & Sviluppo all’esterno dell’impresa
Acquistando macchinari e attrezzature tecnologicamente avanzati
Acquisto brevetti e licenze
Formazione/assunzione personale tecnico
Rapporti di collaborazione con Università ed Enti di ricerca
118
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
In passato sono state adottate azioni analoghe
□ SI
□ NO
Se sì, quali? ……………………………………………………………………………….
b) Miglioramento del proprio posizionamento sui
mercati interni
□ SI
□ NO
□ SI
□ NO
(Se si, quali di queste azioni si intende adottare)
Partecipazione a fiere, manifestazioni, ecc.
Sito internet e sviluppo dell’e-commerce
Adesione a marchi e altre iniziative similarI
Appartenenza a reti e consorzi di imprese
In passato sono state adottate azioni analoghe
Se sì, quali?…………………………………………………………………………………
c) Miglioramento del proprio posizionamento
sui mercati esteri
□ SI
□ NO
□ SI
□ NO
(Se si, quali di queste azioni si intende adottare)
Partecipazione a fiere, manifestazioni, ecc.
Sito internet e sviluppo dell’e-commerce
Adesione a marchi e altre iniziative similari
Collaborazioni con imprese estere, joint venture
Appartenenza a reti e consorzi di imprese
In passato sono state adottate azioni analoghe
Se sì, quali?..............................................................................................................
119
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
d)
Formazione del personale
□ SI
□ NO
□ SI
□ NO
(Se si, quali di queste azioni si intende adottare)
Attività formative interne all’impresa
Attività formative esterne all’impresa
Attività formative a carattere occasionale
Attività di aggiornamento continuo
In passato sono state adottate azioni analoghe
Se sì, quali?...............................................................................................................
e) Promuovere le pari opportunità di genere
□ SI
□ NO
(Se si, quali di queste azioni si intende adottare)
Flessibilità dell’orario di lavoro
(es., part-time, flessibilità in entrata e uscita)
Telelavoro
In passato sono state adottate azioni analoghe
□ SI
□ NO
Se sì, quali?..............................................................................................................
f) Miglioramento della sostenibilità ambientale e
sicurezza
□ SI
□ NO
(Se si, quali azioni si intende adottare)
Risparmio energetico
Risparmio risorsa idrica
Riduzione delle emissioni acustiche
Riduzione degli inquinanti nell’acqua, nel suolo e nell’aria
120
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
Risparmio delle materie prime
Riduzione dell’uso di sostanze pericolose nel ciclo produttivo
Salvaguardia e salute degli ambienti di lavoro
In passato sono state adottate azioni analoghe
□ SI
□ NO
Se sì, quali?..............................................................................................................
g) Maggiore utilizzo delle potenzialità della società
dell’informazione
□ SI
□ NO
□ SI
□ NO
(Se si, quali azioni si intende adottare)
Investimenti tecnologici per l’E-BUSINESS
(operazioni acquisto e/o vendita tramite internet)
Realizzazione di SITI WEB AZIENDALI
Investimenti RETI LAN, MAN E WAN correlate all’utilizzo di
nuove tecnologie (banda larga, fibra ottica, wireless)
In passato sono state adottate azioni analoghe
Se sì, quali?...............................................................................................................
12. In generale, qual è il maggiore ostacolo alla sua capacità
d’investimento nell’ultimo triennio:
a) Carenza di manodopera adeguata e/o elevato costo del lavoro
b) Carenze infrastrutturali:
- Reti infrastrutturali
- Servizi reali (commerciali, mercato, qualità etc.),
121
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
- Spazi localizzativi
- Logistica
c) Difficoltà di mercato
(incertezza, instabilità, crisi, calo delle vendite)
- Incertezza delle prospettive del mercato interno
- Incertezza delle prospettive del mercato estero
- Instabilità della situazione generale
- Crisi, stagnazione dei mercati
- Calo delle vendite
d) Difficoltà di accesso al mercato del credito
B. - IL PROCESSO FORMATIVO
13. L’azienda, prevede attività di formazione del personale?
□ SI
□ NO
122
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14. Se le prevede, con quale frequenza il personale è aggiornato?
FREQUENZA
OPERAI
IMPIEGATI
QUADRI
DIRIGENTI
Annualmente
Ogni due anni
Occasionalmente
Altro(Specificare)
……………
……………
……………
……………
15. E’ previsto un periodo di formazione iniziale per i nuovi assunti?
□ SI
□ NO
16. E’ previsto un periodo di formazione, del personale, quando vengono
introdotte nuove procedure in azienda?
□ SI
□ NO
123
Il Sistema Produttivo Locale Chimico – Farmaceutico della Provincia di Latina
Indagine qualitativa e Proposte progettuali
17. La formazione del personale, quali settori riguarda:
SETTORI
OPERAI
IMPIEGATI
………….
………………
QUADRI
DIRIGENTI
…………...
……………….
Marketing
Gestione delle
Risorse Umane
aziendali
Aspetti relazionali
Qualità dei
prodotti/servizi
Sicurezza
Processi produttivi
Tecnologie
Salvaguardia
ambientale
Altro (specificare)
124
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
18. L’eventuale formazione del personale si è svolta:
SEDI
IN ORARIO DI LAVORO
IN ORARIO
EXTRALAVORATIVO
In azienda
Fuori azienda
19. Quanto ha investito in media l’azienda, negli ultimi tre anni, per la
formazione delle sue Risorse Umane?
……………………………………………………………………………………………………..
20. Di quali risorse finanziarie l’azienda ha usufruito, finora, per effettuare corsi di
formazione per la propria popolazione aziendale?
Budget aziendale
□
Finanziamenti pubblici locali
□
Finanziamenti pubblici nazionali
□
Finanziamenti della Comunità
Europea
□
Altro (Specificare)………………………………………………………………………….....
125
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
21. L’azienda è a conoscenza delle opportunità di finanziamento a sostegno
della formazione aziendale?
□ SI
□ NO
22. Se ne è a conoscenza, attraverso quali canali lo ha appreso?
……………………………………………………………………………………………………..
23. Se non ne è a conoscenza, desidererebbe ricevere delle informazioni in
merito?
□ SI
□ NO
24. L’azienda prevede di effettuare, per il prossimo anno, nuovi corsi di
formazione interni?
□ SI
□ NO
C. - INNOVAZIONE TECNOLOGICA
25. Come definirebbe la collaborazione tra il mondo delle imprese e il mondo
della ricerca?
□ Molto debole
□ Debole
□ Adeguata
□ Forte
126
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26. Quanti brevetti la Sua azienda ha registrato negli ultimi cinque anni?
□ Nessuno
□ Da 1 a 3
□ Da 4 a 5
□ Oltre 5
27. In quale dei seguenti processi aziendali sono stati introdotti misure rivolte
all’innovazione nella Sua azienda?
□ Distribuzione, qualità, outsourcing
controllo
□ Organizzazione, amministrazione e
□ Marketing dei propri servizi
□ Logistica
□ Servizi
28. Quanto incide, in media, sul fatturato la spesa per l'innovazione?
□ > 0% . 2% incluso
□ > 2% . 5%
□ > 5% . 7% incluso
□ oltre 7%
incluso
□ nessuna spesa
29.
Dia una valutazione da 1 a 5 in base all'apporto di ogni ente
all'introduzione di innovazione nella Sua azienda?
□ Multinazionali
□ Utilizzatori dei prodotti aziendali
□ Fornitore di attrezzature e materiali
□ Imprese della stessa filiera produttiva
□ Liberi professionisti e consulenti
□ Associazioni industriali
□ Parchi tecnologici
□ Enti locali e agenzie connesse
□ Enti pubblici di ricerca
□ Università
127
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
30. Quante volte è cambiato in modo significativo l'organizzazione della vostra
azienda (struttura organizzativa, ruoli, meccanismi operativi di funzionamento)
negli ultimi 10 anni?
□ Nessuna
□ Da 1 a 2
□ Da 3 a 4
□ Oltre 4
31. Quali sono state le funzioni della Vostra azienda che hanno subito
cambiamenti negli ultimi 5 anni?
□ Distribuzione, qualità, outsourcing
controllo
□ Organizzazione, amministrazione e
□ Marketing dei propri servizi
□ Logistica
□ Servizi
32. Quali sono i processi della Vostra azienda cha a vostro avviso dovrebbero
essere rivisti in chiavi di innovazione tecnologica?
□ Distribuzione, qualità, outsourcing
controllo
□ Organizzazione, amministrazione e
□ Marketing dei propri servizi
□ Logistica
□ Servizi
128
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
33. Quali sono le strategie che la Sua azienda ha elaborato per affrontare i
cambiamenti prodotti dalle nuove tecnologie?
□ Iniziative di collaborazione nell’ambito della filiera
□ Introduzione al servizio customer care
□ Outsourcing dei servizi
□ Outsourcing di produzione o parti di essa
□ Reclutamento di nuove competenze
□ Formazione specialistica saltuaria
□ Nessuna strategia
34. Quali delle seguenti misure di ICT sono state introdotte nella Sua Aziende?
□ Sito WEB
□ Implementazione di una rete Intranet
□ Office Automation
□ Sistemi ERP (Enterprise Resource Planning) – Sistemi di gestione aziendale
□ CRM (Customer relationship management)
□ Collegamento Internet
□ Altro
□ Nessuna
129
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35. Può indicare la forma di utilizzo del vostro sito?
□ E-commerce con aziende e consumatori finali
□ E-commerce solo con consumatori finali
□ E-commerce solo con aziende
□ Interattivo ( escluso E-commerce)
□ Informativa (vetrina)
□ Altro
D. – MARKETING E COMMERCIALE
36. A che punto è il ciclo di vita commerciale del/i Suo/i
prodotto/prodotti/servizi?
□ Introduzione
□ Crescita
□ Declino
□ Non so
□ Maturità
37. Che tipo di analisi di mercato realizzate?
□ Banche dati di C.C.I.A.A. o Enti preposti allo sviluppo del territorio
□ Questionari di soddisfazione dei clienti
□ Analisi della concorrenza
□ Ricerche desk
□ Altro
130
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
38. Quali sono le politiche commerciali che attuate con maggior frequenza?
□ Distribuzione
□ Comunicazione
□ Prezzo
□ Prodotto
39. Quali delle seguenti attività promozionali attuate?
□ Nessuna
□ Fiere di settore
□ E – mail marketing
□ Internet marketing
□ Sponsorizzazioni
□ Pubblicità tradizionale (giornali, televisione, radio)
40. E’ previsto un budget per la promozione dell’azienda?
□ SI
□ NO
41. Se esiste, a chi è affidata l’attività di promozione?
Allo stesso imprenditore
□
A personale interno all’azienda
□
Ad un’agenzia
□
131
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
□
A consulenti esterni
42. Esistono strumenti attraverso i quali l’azienda rileva le esigenze della
clientela?
□ SI
□ NO
43. Se esistono, quali tra essi sono presenti?
Interviste
□
Questionari
□
Centri di assistenza telefonici (numeri verdi o simili)
□
Ufficio reclami
□
Altri (specificare)……………………………………………………………………………...
44. L’azienda ha, negli ultimi due anni, cercato di migliorare gli aspetti relativi a:
Introduzione di tecnologie
□
Formazione e sviluppo delle risorse umane
□
Qualità dei prodotti/servizi
□
132
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
□
Sicurezza sui luoghi di lavoro?
Altro (Specificare)…………………………………………………………………………...
E. – Fabbisogni del sistema
45. Ritiene che siano necessari interventi infrastrutturali per migliorare la
capacità competitiva delle imprese nel suo territorio?
□ SI
(Se risponde si)
□ NO
Potrebbe specificare quali dei seguenti interventi:
Realizzazione/riqualificazione aree industriali e artigiane
Realizzazione strutture di servizi comuni
Creazione e adeguamento strutture per la promozione delle produzioni
locali (fiere, mostre, manifestazioni)
Adeguamento strutture collegamento/trasporto e intermodali
Potenziamento del sistema dei servizi telematici e di
comunicazione per le PMI
Ottimizzazione del sistema energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili
Infrastrutture per il ciclo delle acque (rete fognaria, depuratori, ecc)
Infrastrutture per il recupero e trattamento dei rifiuti
Altro (specificare) ……………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………………...
133
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Indagine qualitativa e Proposte progettuali
46 Ritiene che questi interventi possano contribuire ad attirare nuovi
investimenti e a consolidare il tessuto produttivo locale
□ SI
□ NO
47 Ritiene che sarebbero necessari interventi di sistema per migliorare la
capacità competitiva delle imprese del settore nel suo territorio:
□ SI
□ NO
(Se risponde si) Potrebbe specificare quali dei seguenti interventi
potrebbero essere più utili:
Realizzazione centri di servizi di gestione comuni
(contabilità, fisco, gestione personale, etc.)
Realizzazione centri di servizi commerciali comuni
(gruppi di acquisto, commercio e fiscalità internazionale, marketing,
collaborazione con altre aziende in Italia ed all’estero)
Lancio e partecipazione a iniziative per la promozione delle produzioni
(fiere, mostre, manifestazioni)
Servizi di trasporto e intermodali
Servizi telematici e di comunicazione
Servizi per l’ottimizzazione del sistema energetico e sviluppo delle
fonti rinnovabili
Servizi per la gestione del ciclo delle acque
(rete fognaria, depuratori, ecc)
Servizi per il recupero e trattamento dei rifiuti
oo
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