Manovrina: per il rimpatrio dei clandestini non
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Manovrina: per il rimpatrio dei clandestini non
CON IL PDL ANNO LXI N.271 Manovrina: per il rimpatrio dei clandestini non resterà più un euro... Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Prodi si autoproclama “padre nobile”. Ma non è certo lui lʼantidoto al populismo Girolamo Fragalà Da quando è stato impallinato nelle aule parlamentari e gli è stato impedito di traslocare al Colle, Romano Prodi si è autoproclamato padre nobile del centrosinistra, a metà tra il sociologo e il filosofo. In questa veste regala perle di saggezza a scadenza bisettimanale, consentendo agli italiani di abbeverarsi alla sua fonte. Per lʼennesima volta si è messo in cattedra, dando a suo modo lezioni allʼintero mondo politico: «Lʼunica risposta ai movimenti populisti è quella di far diminuire il tasso di malcontento. Cioè governare bene e dare possibilità di lavoro ai giovani», ha dichiarato con lʼaria del professore. Che si debba governare bene è unʼovvietà, ma se ad affermarlo è lui – che è stato alla guida di uno dei peggiori esecutivi della prima e della seconda Repubblica – sembra una presa in giro, una barzelletta. Prodi si è detto preoccupato per il populismo dilagante perché – afferma – «i movimenti populisti sono obbligati a sfruttare d’Italia WWW.SECOLODITALIA.IT tutte le tensioni e tutte le categorie perché vivono sul malcontento. Non hanno bisogno di fare proposte né di dire cosa vogliono, ma di esprimere il malcontento e questa è la loro forza». In parte è vero, cʼè però un piccolo particolare: la presenza di personaggi urlanti e di comici trasformati in leader, non può impedire ad altri esponenti politici di racco- FARRO PAG.2 gliere la rabbia della gente e di intepretarne le esigenze perché altrimenti il Palazzo si allontana sempre di più dalla gente comune. Non è stato populismo (nel significato negativo che Prodi dà alla parola) contestare il rigore del governo Monti, viste le ricadute che ci sono state sugli italiani; non è stato populismo venerdì 22/11/2013 (sempre nel significato negativo che Prodi dà alla parola) condurre una battaglia in Parlamento per non far pagare lʼImu, così da impedire un altro prelievo forzoso nei portafogli già semivuoti delle famiglie; non è stato populismo chiedere che i vip dello spettacolo non vengano ricoperti di oro e pretendere trasparenza sui contratti Rai. Prodi finge di non capire che è inaccettabile che qualunque protesta venga etichettata come demagogica: in questo modo si toglie credibilità allʼintera classe politica. Cʼè un populismo generico e inaffidabile, ma cʼè anche un populismo giusto e non strumentale, come insegna la storia. È sbagliato ridurre tutto a un giudizio sferzante di un fenomeno che ha radici nellʼOttocento, dal comunitarismo rurale della Russia al Peopleʼs Party, il partito statunitense fondato nel 1892 per portare avanti le istanze dei contadini del Sud, caratterizzato da una visione romantica del popolo e delle sue esigenze. Il Professore bolognese dovrebbe rendersene conto. E soprattutto non dare lezioni di buongoverno, visto il pasticcio che ha combinato con lʼeuro. Il calendario Pirelli festeggia i 50 anni con gli scatti inediti di Newton Roberto Mariotti Il Calendario Pirelli festeggia 50 anni. Pubblicato per la prima volta nel 1964, per celebrare la ricorrenza Pirelli ha scelto di non produrre un calendario 2014 ma di svelare per la prima volta quello realizzato nel 1986 da Helmut Newton e finora conservato nellʼArchivio Storico della società. Lʼoperazione è stata possibile anche grazie al lungo lavoro di ricostruzione svolto dalla Fondazione Pirelli. E oggi, dopo quasi 30 anni, ha deciso di pubblicarlo cogliendo anche la fortunata coincidenza del datario 1986 con quello del 2014. A giugno, a New York, per celebrare i 50 anni era stato allestito un set con due protagonisti dellʼimmagine come Peter Lindbergh (autore delle edizioni 1996 e 2002) e Patrick Demarchelier (2005 e 2008) per fotografare un cast di modelle stellari: da Alessandra Ambrosio a Helena Christensen e Isabeli Fontana, con Miranda Kerr, Karolina Kurkova e Alek Wek. E ora, in coincidenza con la serata di gala cui parteciperanno circa 800 invitati, prende il via anche una rassegna storica allestita presso Hangar Bicocca di Pirelli per offrire – il 23 e il 24 novembre – un percorso nei 50 anni di ʻThe Calʼ attraverso oltre 160 scatti di più di 30 fotografi che negli anni sono stati chiamati a interpretare il calendario. Gli scatti di Newton sono stati realizzati in Toscana. Tra le modelle dellʼalbum che quasi trentʼanni fa fu sospeso perché caratterizzato da «una nudità aggressiva», spiccano Susie Bick e Antonia Feodora DellʼAtte. Lʼero- tismo patinato di Newton rivoluziona la fotografia di moda del secondo Novecento. I suoi scatti apparvero sulle maggiori riviste di moda, da Vogue, a Elle, da Vanity Fair a Marie Claire. Nonostante le accuse di maschilismo, la produzione di Newton – morto a Los Angeles nel 2004 in un incidente stradale – è apparsa talmente geniale e creativa da far diventare le sue foto il simbolo dellʼemancipazione della donna moderna. Manovrina, i soldi per rimpatriare i clandestini verranno utilizzati per tenerli in Italia 2 Gabriele Farro Nessuno si stupisca se gli immigrati continuano ad approdare a frotte sulle nostre coste. Il governo Letta – nel quale cʼè come “ministra” la Kyenge, che gode anche del supporto della Boldrini – sta facendo ponti dʼoro ai natanti che arrivano dal Nord Africa, prima con le proposte buoniste (la cancellazione del reato di clandestinità) e ora con il dio denaro. I contenuti della “manovrina” sono infatti destinati a creare un mare di polemiche: come denuncia Giorgia Meloni, «si trovano i soldi per lʼaccoglienza svuotando il fondo per rimpatriare i clandestini e quello per le vittime della mafia. In questo modo il governo dice due cose: che i soldi che servivano a rimandare a casa loro i clandestini verranno utilizzati per tenerli in Italia e che gli italiani vittime della mafia valgono meno Secolo d’Italia La “rossa” Faenza rimuove la foto del Duce dalla galleria dei ritratti storici e convoca il comitato antifascista… degli immigrati». Due princìpi «inaccettabili» e contro i quali FdI porterà avanti una durissima opposizione. «Questo – ha sostenuto Massimo Corsaro nel suo intervento in aula alla Camera – è un provvedimento vigliacco, proposto da un governo vigliacco sostenuto da una maggioranza vigliacca». Dietro un falso nome, “manovrina” si nasconde il vero argomento: la costitu- zione di un fondo finanziario per lʼaccoglienza nel nostro Paese di chi in maniera clandestina approda a Lampedusa e altrove causando problemi di ogni genere e spesso rimettendoci perfino la vita». Da ora in poi è lecito aspettarsi che gli sbarchi aumenteranno: gli italiani sanno chi ringraziare per questo regalo. Abolizione della seconda rata Imu, è rinvio. Gasparri: troppi tentennamenti, brutto segnale Giovanna Taormina Mentre i No Tav si dilettavano nella solita, triste pratica della guerriglia urbana, Enrico Letta e Francois Hollande parlavano del futuro di tutti, compreso quello dei No Tav . È stato un incontro di notevole importanza quello tra il presidente francese e il premier italiano, ancorché il suo impatto mediatico sia stato oscurato dalla violenza dei teppisti incappucciati. Roma e Parigi sono entrambe interessate a una svolta della politica europea che superi l' "egoismo" tedesco e consenta di rimettere in moto la macchina della crescita economica. E qualcosa di importante, sul piano dell'intesa politica, deve essere scaturito dal summit se Letta ha così dichiarato ai giornalisti nel corso della conferenza stampa congiunta: «Questo vertice credo saluti un rafforzamento straordi- VENERDì 22 NOVEMBRE 2013 nario dell'intesa fra i nostri due Paesi». Altrettanto impegnative sono state le affermazioni di Hollande: «Se l'Europa si ferma, crolla. Quindi deve andare avanti ed è responsabilità di due Paesi fondatori come Italia e Francia». «L'impegno per le elezioni di maggio – ha aggiunto – è profondo, perché ora entra in gioco l'ideale dell'Europa». Il concetto è stato ulteriormente chiarito da Letta in questi termini: «Francia e Italia vogliono lavorare insieme perché la prossima legislatura sia quella della crescita, lasciandoci dietro la legislatura della sola austerità». «È assolutamente necessario – dice sempre il premier – che il Consiglio europeo di dicembre permetta la partenza dell'Unione bancaria». Nel discorso di Letta non mancano inoltre critiche ai suoi colleghi continentali più conservatori e immobilisti: sulle decisioni prese nei mesi scorsi c'è stato «un eccesso di timidezza in giro per l'Europa». Né poteva mancare un riferimento alla Tav: si tratta – dice il premier – di una «grande infrastruttura che va avanti con la tempistica indicata». I "guerriglieri" sono così serviti. E non finisce qui, perché in cantiere c'è «un'altra importante infrastruttura, la TorinoCuneo-Ventimiglia-Nizza», un progetto teso a «rendere ancora più osmotici i nostri due Paesi». Hollande ha anche fatto cenno a un altro tema scottante : «Auspico che le discussioni tra Air France e Alitalia proseguano per ottenere i migliori risultati per le due compagnie». Ma anche voluto precisare di «non essere il presidente di Air France e che non tocca a me parlarne». Redazione I fascisti no pasaran. Ancora? Dopo quasi un secolo qualcuno rispolvera lʼembargo sulle immagini di Benito Mussolini, preoccupato del pericoloso impatto che potrebbero generare. Immaginate quanti cattivi seguaci potrebbero rimanere sedotti dallʼistantanea che ritrae il Duce che in completo bianco corre in via Naviglio? E ma- gari decidere di dichiarare guerra alla Francia e allʼInghilterra? Vanno bene i siti pornografici, si chiude un occhio sulle volgarità televisive, sul turpiloquio dei sedicenti intellettuali dediti alla formazione, ma non si può tollerare la foto storica, forse inaudita, del dittatore fascista del 1938. È successo nella rossa Faenza, a pochi chilometri da Predappio, dove lʼex sindaco di provata fede comunista, oggi iscritto al Pd, tal Giorgio Frassineti, ha posto il problema e trasferito la patata bollente a un organo neutrale come il “Comitato antifascista di Faenza” per decidere la rimozione definitiva della foto dalla galleria dei ritratti storici della Polizia municipale romagnola. Per ora lʼex sindaco lʼha oscurata perché prevenire, si sa, è meglio che curare. Anche dopo il voto, il caso Cancellieri continua ad agitare il Pd VENERDì 22 NOVEMBRE 2013 Secolo d’Italia 3 Ruby, le motivazioni creano nuove polemiche: “Sono la prova dell'accanimento giudiziario” Annamaria Gravino Il voto contro la sfiducia ad Annamaria Cancellieri ha tutt'altro che placato le dispute interne al Pd. All'indomani della conferma del ministro nel suo ruolo, nel partito proseguono gli scontri, le polemiche e le mosse tattiche. «Credo sia stato un grande errore politico non far dimettere il ministro Cancellieri», ha detto a Omnibus su La7 il senatore Nicola Latorre, mentre è stato Paolo Gentiloni, ospite di Agorà, a sostenere che «il caso Cancellieri resta aperto». «Penso che un ministro che commette un errore di questo genere si debba dimettere», ha aggiunto Gentiloni. Per Pippo Civati, intervenuto a Tgcom24, poi, «siamo arrivati non a una tregua, ma a un momento di tensione tra di noi, il Pd è andato a un testa coda che gli elettori non hanno capito». Per questo il candidato delle primarie ha anche aperto uno spazio di confronto su twitter, chiedendo di «concentrare gli insulti e le giuste reprimende nei confronti del Pd dalle 13 alle 15 di oggi, quando potrò rispondervi di persona, personalmente». «Come sapete, il dissenso non mi fa paura: il nostro vaffaday ce lo siamo meritati. Lo spazio #insultacivati - ha proseguito - è già aperto da ore: ho cercato di spiegare quello che è successo, ma pare ci sia ancora bisogno di discuterne». E men- tre Matteo Renzi ha assicurato che quanto successo non è stato «uno scontro tra varie linee», parlando però di «brutta pagina» e assicurando che «il nuovo Pd credo che non difenderà più casi di questo genere», i deputati Laura Coccia, Fausto Raciti e Valentina Paris hanno portato nuovamente il caso in aula. I tre hanno presentato un'interrogazione alla Guardasigilli in cui chiedono che «la vicenda incresciosa legata alle sorti di Giulia Ligresti sia almeno utile ad accendere un faro sulla situazione carceraria, un'attenzione maggiore verso chi soffre a causa dello stato di salute». «Chiediamo alla Cancellieri di verificare se anche per i casi a lei segnalati sia opportuno un suo immediato intervento presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria», affermano, di fatto facendo rientrare dalla finestra il tema della disparità di trattamento tra detenuti eccellenti e sconosciuti, che in questi giorni è stato ampiamente utilizzato come argomento contro il ministro. Antonella Ambrosioni La crisi del mattone non si arresta. Il 2013 si conferma un anno nero per le compravendite immobiliari con il mercato del mattone che solo nel 2016 imboccherà la strada dell'inversione di tendenza. La conferma arriva dai dati del trimestre luglio-settembre, con le compravendite del settore residenziale - informa l'Agenzia delle Entrate - che si attesta al 91.051, con una riduzione pari al 5,1% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente; analogo l'andamento nel settore delle pertinenze con una flessione del 6,6%, con 71.807 unità scambiate. Si registra una diminuzione delle vendite anche nei settori non residenziali, con le perdite maggiori nel settore terziario, che rileva una contrazione dell'11,7%, con 1.935 unità, mentre il settore produttivo perde il 9,4% (1.983 unità) e quello commerciale l'8,2% (4.978). Tornando al comparto delle abitazioni, la perdita più contenuta si registra nel Nord (-4,1%), seguito dal Centro (4,3%); al Sud, invece, il calo risulta poco più alto (-7,5%) del dato nazionale. Analizzando i dati delle compravendite di abitazioni nelle maggiori città italiane, spicca il rialzo di Bologna che, con il +16,3%, accentua l'aumento registrato nel precedente trimestre (+5%). Seguono in crescita anche le compravendite immobiliari nelle città di Milano (+9,4%) e Roma (+0,6%). La flessione è invece più marcata a Napoli (-19,7%), Genova (-8,2%) e Firenze (-5,3%), mentre quelle più attenuate si registrano a Torino (-4,3%) e Palermo (-0,1%). Secondo i dati dell'Osservatorio sul mercato immobiliare di novembre, curati da Nomisma su 13 grandi città italiane, per la ripresa bi- sognerà aspettare il 2015, che dovrebbe avere un impulso maggiore nel segmento non residenziale rispetto a quello abitativo. Lʼanno prossimo infatti è prevista una situazione pressoché di stallo. Nel prossimo biennio le transazioni dovrebbero aumentare ad un ritmo superiore al 9% annuo, rimanendo pur sempre al di sotto delle 500 mila unità. Sul fronte dei prezzi, lʼaggiustamento verso il basso dei valori immobiliari sarà significativo nel 2014 in tutti i comparti, mentre sarà più contenuto nel 2015. Occorrerà aspettare il 2016 per tornare al segno positivo. La crisi del mattone frena ma non si arresta. Per la ripresa dovremo attendere il 2015 Redazione «Le motivazioni della sentenza sul caso Ruby confermano e anzi aggravano il nostro giudizio. Abbiamo infatti la certezza che si tratta di una condanna basata su supposizioni, su pregiudizi, non avallata da alcuna prova, riferita a fatti mai accaduti e anzi ampiamente smentiti dagli stessi testi». Lo afferma Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. «È la chiara dimostrazione di un accanimento nei confronti di Berlusconi per cui si arriva addirittura a interpretare sentimenti, a immaginare intenzioni, a violare nell'intimo le persone pur di dimostrare cose inesistenti. Questa magistratura che guarda dal buco della serratura ed ha una chiara impostazione ideologica nuoce gravemente a tutto il sistema giustizia. Che va ancora con maggiore urgenza riformato». Nella motivazioni, dice a sua volta Micaela Biancofiore, «non ci sono prove effettive, ma solo congetture e pruderie volte a sconfessare le affermazioni dei testimoni direttamente interessati nonché presunte vittime. E ci sono anche errori di valutazione ed interpretazioni che non dovrebbero appartenere a dei magistrati. Con questo ulteriore atto politico , i magistrati di Milano gettano discredito sull'intera magistratura e confermano che in Italia la democrazia è a rischio serio quando si fanno processi palesemente ad personam o meglio contra personam e che urge una riforma della magistratura che la riporti ad essere un organo dello Stato e non un potere che sovrasta tutti gli altri». Kennedy? Fu ucciso (anche) dal busto rigido che portava... 4 Secolo d’Italia Antonio Pannullo Con l'avvicinarsi del 50° anniversario della morte di John Kennedy, se ne imparano sempre di nuove sulla sua morte: Kennedy potrebbe essere stato ucciso non solo dalle pallottole di Harvey Lee Oswald, ma anche dal rigido busto per la schiena che indossava il giorno dell'assassinio, il 22 novembre 1963. Un corsetto talmente massiccio da mantenere il corpo del presidente innaturalmente eretto sulla limousine, anche dopo il primo sparo: facendone così un bersaglio facile per la seconda, fatale pallottola che gli penetrò il cervello. E' questa la teoria, corroborata dai filmati, di Kenneth Salyer, il giovanissimo chirurgo di guardia al Parkland Hospi- tal di Dallas dove Jfk fu trasportato d'urgenza e morì poco dopo il ricovero. Unico medico ancora in vita (insieme a Robert McClennan) del team che tentò disperatamente di salvare la vita a Kennedy, Salyer che allora aveva solo 27 anni - ha ricordato in un'intervista alla rete televisiva Cbs i frenetici, tragici momenti di 50 anni fa. «Ero di turno al Pronto soccorso in caso di emergenze al cranio, quando un'infermiera è arrivata correndo e urlando: "Hanno sparato al presidente!". Kennedy respirava ancora, faticosamente. Io - racconta Salyer - ho guardato la ferita, il colpo aveva raggiunto un'area critica del cervello, le possibilità di salvarlo erano pochissime». Ma fu quando taglia- rono gli abiti del presidente che Salyer fu colpito dalla scoperta che Jfk indossava un busto: «Il busto allacciava il torso dalla parte alta del torace a sotto la vita. Era talmente spesso e rigido che tagliarlo fu difficile. Allora capii che la ferita sofferta da Kennedy durante la Seconda guerra mondiale doveva essere stata ben più grave e dolorosa di quanto il pubblico immaginasse». Dopo la morte di Kennedy, Salyer studiò a lungo i dati emersi dall'autopsia e dal breve filmato che cattura il momento degli spari che colpirono anche il governatore del Texas, John Connally, anch'esso sulla limousine presidenziale. Questa la teoria di Salyer: «Il primo colpo d'arma da fuoco colpì Kennedy alla spalla e uscì dalla trachea. La stessa pallottola attraversò il torace di John Connally per finire sulla sua coscia e sbatterlo giù dall'auto. Ma Kennedy rimase seduto eretto perchè il busto non lo faceva piegare, rimanendo un bersaglio facile per il secondo colpo di Oswald». Forse, senza il rigido corsetto, anche Kennedy si sarebbe accasciato. E la storia sarebbe potuta andare in un altro modo. Giovanni Trotta Dopo «l'acqua, l'aria, la frutta e gli hammam», Damasco da tredici secoli può vantare la sua "quinta meraviglia": la Grande Moschea degli Omayyadi, i cui mosaici risalenti al 700 d.C., sono stati danneggiati da un colpo di mortaio caduto sul centro storico della capitale siriana lanciato dai ribelli ostili - e spesso stranieri - al presidente Bashar al Assad. Questo mentre a nord di Damasco due attentati suicidi compiuti sempre da qaedisti hanno arrestato l'avanzata dell'esercito siriano lungo la catena montuosa del Qalamun al confine con la valle libanese della Bekaa, e mentre sempre nella capitale un civile è stato ucciso da un altro colpo di mortaio. È la prima volta dallo scoppio dell'insurrezione armata più di un anno fa che viene danneggiata la Grande Moschea di Damasco. In particolare, il razzo sparato dai ribelli ha centrato un dettaglio del mosaico che orna il tran- setto della sala di preghiera, posta sul lato meridionale del complesso. «Il danneggiamento di una parte dei mosaici della Grande Moschea degli Omayyadi è un fatto gravissimo», afferma all'Ansa Eva Ziedan, archeologa siriana laureatasi all'università di Damasco e con un diploma di dottorato all'università di Udine. «La Grande Moschea racchiude in sé tutti gli elementi della civiltà del nostro Paese. Nel perimetro sacro ci sono resti del tempio di Hadad, d'epoca aramea, risalente al mille a.C.», afferma Ziedan, che ricorda che «le fondazioni delle mura perimetrali e numerose colonne sono invece di epoca romana, quando sul sito sorgeva il Tempio di Giove». Quest'ultimo, in epoca cristiana, è stato trasformato nella cattedrale dedicata a San Giovanni Battista, trasformata e ampliata agli inizi della dominazione islamica, sotto il califfo omayyade Abdel Malek b. Marwan, nell'attuale moschea, costruita tra il 705 e 715 d.C. Secondo la leggenda, fu proprio il califfo Abdel Malek a indicare nella moschea la "quinta meraviglia di Damasco". «La Grande Moschea di Damasco è anche il simbolo dell'unione tra le varie correnti dell'Islam», sottolinea l'archeologa siriana, ricordando che è luogo di pellegrinaggio non solo per i sunniti ma anche per gli sciiti. «La parete di mosaico colpita - riprende Ziedan - era stata in parte restaurata nel 1965 dopo esser stata danneggiata da un incendio nel 1893. Questa sezione è storicamente molto importante perché testimonia la prima applicazione artistica nel Levante arabo Siria, i ribelli danneggiano gravemente la Grande Moschea di Damasco VENERDì 22 NOVEMBRE 2013 La Ue si accorge di quanto costa andare avanti e indietro tra Strasburgo e Bruxelles Redazione La Ue si è accorta di quanto sia costoso trasferirsi continuamente da Bruxelles a Strasburgo. Meglio tardi che mai. Nuovo "no" del Parlamento europeo infatti alla mensile "transumanza" da Bruxelles a Strasburgo per il rito della plenaria che, secondo quanto previsto dai Trattati, si deve tenere nella città alsaziana ma «nuoce alla reputazione della Ue» in quanto inutile spreco. L'assemblea, con 483 sì, 141 no e 34 astenuti, ha approvato una risoluzione non vincolante, in cui chiede il diritto di decidere dove e quando incontrarsi e l'apertura di una procedura di revisione dei trattati Ue che consenta al Parlamento stesso di scegliere l'ubicazione delle sue sedi e la sua organizzazione interna. «Con il voto di oggi - sottolinea la vicepresidente dell'Eurocamera, Roberta Angelilli - abbiamo detto basta a questi sprechi e il Parlamento intende mettere in atto subito azioni concrete per arrivare alla revisione dei Trattati stabilendo come è suo diritto un'unica sede». Nel testo si sottolinea che «il Parlamento europeo sarebbe più efficiente, opportuno e rispettoso dell'ambiente se fosse situato in un unico luogo». «Il protrarsi del trasferimento mensile da Bruxelles a Strasburgo - è scritto - è divenuto un problema negativo emblematico per la maggior parte dei cittadini dell'Unione europea, tale da nuocere alla reputazione dell'Ue, soprattutto in un momento in cui la crisi finanziaria si è tradotta in gravi e dolorosi tagli alla spesa negli Stati membri». La risoluzione sottolinea che i costi annuali della dispersione delle sedi (oltre a Bruxelles e Strasburgo, dove il palazzo resta vuoto per oltre 300 giorni l'anno ma costa 12 milioni di manutenzione e gestione, a Lussemburgo sono ubicati alcuni servizi amministrativi) oscillano tra i 156 e i 204 milioni di euro, pari a circa il 10 % del bilancio annuale. del dettame islamico di non raffigurare né esseri umani né animali. Nonostante ciò - prosegue - a livello decorativo è un mosaico molto ricco e anche tra i più enigmatici perché vi sono rappresentati un fiume, degli alberi, delle piante e degli edifici. Secondo alcuni storici in quella parete è stata rappresentata Damasco, attraversata dal suo fiume Barada, mentre secondo altri si intendeva raffigurare il Paradiso». Spending review, Cottarelli: «Sono stanco di sentire allʼestero che lʼItalia non ha fatto le riforme» VENERDì 22 NOVEMBRE 2013 Secolo d’Italia Redazione «Torno in Italia a mettermi a lavorare con uno spirito pieno di speranze. Ero stanco di essere all'estero e di sentire che in Italia occorreva fare le riforme e che non si riusciva a farle, perché non è vero: alcune riforme si sono fatte e si sono fatte bene». Il Commissario straordinario per la revisione della spesa Carlo Cottarelli, ex-responsabile del dipartimento affari di bilancio al Fondo monetario Internazionale, ai microfoni di "Radio Anch'io" ha spiegato le sue prossime mosse e gli obiettivi da raggiungere. Per esempio, «sarebbe opportuno fare come in Inghilterra dove c'è solo un'auto blu per il ministro». È consapevole che tagliare le auto blu è un simbolo ma, ha detto, «i simboli sono importanti». E, infatti, ha rifiutato l'auto blu. «Lo consideravo non appropriato per me – ha detto – io vado in giro a piedi». Per quanto riguarda stipendi e pensioni d'oro ha spiegato che sono «un problema importante» per la revisione della spesa. «La domanda – ha affermato – rimane quella se il Paese si può permettere di pagare pensioni molto elevate. Lo stesso riguarda gli stipendi particolarmente alti o di benefici come le auto blu sulle quali si può fare ancora moltissimo». L'attenzione è puntata sugli organi costituzionali, «credo avranno la volontà di fare la loro revisione di spesa. Se lo fa tutta la Pubblica amministrazione non vedo perché non debbano farla anche loro». Già qualcosa è stato fatto «ma credo che si possa risparmiare ulteriormente». Per Cottarelli «quando si chiedono sacrifici alla popolazione questi devono essere distribuiti su tutti. Se poi si pensa che questi tagli vanno a finanziare la riduzione delle tasse diventa più facile fare i tagli che però devono essere equamente ripartiti». E riferendosi anche alla mobilità dei pubblici dipendenti ha puntualizzato: «Non faremo le cose dall'alto. È impossibile fare una revisione della spesa pubblica contro i ministeri, bisogna farla insieme. Noi saremo presenti con i nostri rappresentanti. Sui risultati io manterrò la mia autonomia di giudizio». redazione Un accordo storico per risolvere molte delle dispute sui mutui subprime. Dopo mesi di braccio di ferro, JPMorgan e il Dipartimento di Giustizia americano hanno raggiunto l'intesa: la banca paga tredici miliardi di dollari. Si tratta dell'accordo maggiore della storia con una singola istituzione, affermano le autorità americane. Un'intesa che, avverte il ministro della Giustizia Eric Holder, segnala come le indagini del Dipartimento sulle frodi finanziarie sono lungi dall'essere finite. E questo perché, aggiunge Holder, JPMorgan non era l'unica istituzione ad avere un atteggiamento non ritenuto appropriato nella vendita dei Rmbs (Residental mortgage-backed security), i titoli legati ai mutui. L'accordo raggiunto riguarda la vendita di Rmbs di JPMorgan, Bear Stearns e Washington Mutual prima del primo gennaio 2009. JPMorgan ha acquistato Bear Stearns e Washington Mutual prima della crisi. Le ultime ore sono state decisive per l'intesa, rimuovendo gli ultimi ostacoli, ovvero l'intesa su un pacchetto di quattro miliardi di dollari di aiuti ai proprietari di casa in difficoltà e l'assunzione di responsabilità per gli errori di Washington Mutual prima dell'acquisizione da parte di JPMorgan, che ammette di aver venduto deliberatamente prodotti inadatti ai clienti. Inclusi nel conto i quattro miliardi di dollari che JPMorgan si è già impegnata a pagare in precedenza alla Federal Housing Finance Agency (Fhfa). Soddisfatto dell'accordo il procuratore generale di New York, Eric Schneiderman, il primo ad annunciare l'intesa. In base all'intesa, New York riceverà un miliardo e 300 milioni di dollari, di cui 400 milioni di dollari di aiuti ai proprietari di casa e 613 milioni di dollari in contanti. La banca guidata da Jamie Dimon ha pagato nelle ultime settimane oltre un miliardo di dollari per chiudere le indagini sulla "Balena di Londra", il trader Bruno Iksil che ha assunto posizioni talmente importanti sul mercato dei derivati da influenzarne l'andamento. JPMorgan patteggia, accordo con gli Usa di 13 miliardi di dollari sui mutui 5 Angelilli e Fidanza: il sì al programma Cosme è un'opportunità per le piccole e medie imprese Redazione L'approvazione da parte del Parlamento europeo del programma Cosme rappresenta «un'importante opportunità per il sistema produttivo italiano» e, in particolare, per il settore del turismo. È quanto ha affermato la vicepresidente dell'Europarlamento, Roberta Angelilli (Ppe), commentando il via libera dell'Aula di Strasburgo al programma Cosme, che consentirà a 330mila piccole e medie imprese di accedere a 2,3 miliardi di prestiti targati Ue nei prossimi sette anni. «Cosme mira a garantire accesso agevolato ai finanziamenti, a fornire servizi di supporto alle imprese e a incoraggiare una cultura imprenditoriale», osserva la Angelilli, ricordando che in Europa le Pmi sono 23 milioni, pari al 92% delle imprese totali. L'Italia è riuscita a ottenere l'inserimento nel programma di fondi specifici per il settore del turismo e per le tematiche connesse all'internazionalizzazione. «Si tratta senz'altro di una nuova, importante opportunità per il settore produttivo italiano», sottolinea la vicepresidente del Parlamento Ue. Secondo Carlo Fidanza (Fdi) nell'ambito di Cosme i fondi destinati a iniziative per la competitività delle piccole e medie imprese nel settore del turismo ammontano complessivamente a 109,9 milioni di euro. Gallera (Fi): lʼassessore DʼAlfonso “spegne” Milano e mette le mani sulle licenze commerciali 6 Redazione «Ormai due anni e mezzo or sono un giovanilista Pisapia si presentava al popolo della notte annunciando che avrebbe liberato Milano dai vincoli e dai controlli anti-movida. “Milano Libera Tutti" fu il tema del concertone dove intervenne in campagna elettorale per promettere ai ragazzi di essere dalla loro parte. Sappiamo come è andata a finire: l'assessore Franco D'Alfonso, scelto personalmente dal sindaco per guidare il Commercio, ha più volte sbandato ed è andato a sbattere, basti pensare al famoso divieto del gelato dopo la mezzanotte o alla recente minaccia di levare di mezzo ogni ordinanza Secolo d’Italia per rappresaglia contro tutto e tutti» È quanto afferma Giulio Gallera, consigliere e coordinatore di Forza Italia a Milano, in merito alla commissione dedicata alla movida. «L'assessore ha presentato le sue idee per regolamentare la Milano by night – continua Gallera – Ma l'esordio non è stato dei migliori, tanto che persino esponenti della maggioranza hanno storto il naso. L'approccio di D'Alfonso mantiene le caratteristiche negative di sempre: è pieno di vincoli burocratici, un insieme di divieti e proibizioni che fanno male ai locali, che non piacciono ai giovani, che non contribuiscono certo a fare di Milano una metropoli attrattiva anche per il divertimento come molte capitali europee. In particolare le restrizioni sulle licenze sono un'idea avvilente per i commercianti, penalizzati nella sacrosanta libertà di scegliere come gestire la loro attività perdipiù in un momento di drammatica crisi economica. C'è un accanimento scandaloso verso la categoria. E poi vincoli negli orari, limiti al consumo di bevande e all'ascolto della musica, condizioni capestro ai gestori costretti a offrire il parcheggio agli avventori. Ma come può un locale, poniamo sui Navigli, garantire i parcheggi? Non dovrebbe pensare il Comune ai parcheggi? E non erano gli arancioni a voler disincentivare l'utilizzo dell'auto privata e promuovere i mezzi pubblici? Insomma così non va – conclude Gallera – Milano ha bisogno di una visione più aperta. Ha bisogno di un'amministrazione in grado di garantire i residenti senza uccidere la movida. Soprattutto ha bisogno di riallacciare il dialogo con il mondo produttivo, in questo caso del commercio. Basta con le decisioni che spengono Milano. Torniamo a vivere e a respirare». danni solo per la provincia di Lecce e in particolare per lʼarco jonico. Una sciagura in un momento di crisi economica come quello attuale. Per questo, oltre a sollecitare lʼavvio dellʼiter per la richiesta al governo centrale dello stato di calamità naturale, chiedo alla Regione di adoperarsi direttamente, sfruttando lʼoccasione più immediata con la previsione nellʼimminente Bilancio di un intervento economico a sostegno delle comunità colpite dal nubifragio e dalle devastazioni della tromba dʼaria. Colgo lʼoccasione – conclude Congedo – per rimarcare ancora una volta lo splendido contributo di chi è stato in prima linea nelle ore più difficili: i vigili del fuoco, le forze dellʼordine, la Protezione civile, la Croce Rossa e i volontari. Lʼunica nota lieta è il fatto di dover contare, per fortuna, solo danni materiali e non alle persone. La Sardegna purtroppo piange le sue sedici vittime e alle loro famiglie e a tutta la popolazione isolana giunga profondo cordoglio». Maltempo in Puglia, il Pdl chiede al governo lo stato di calamità naturale Redazione Dopo la tremenda giornata di martedì scorso sul fronte meteorologico e i tanti danni subiti dal Salento, il vicepresidente vicario del gruppo Pdl, Erio Congedo, torna a chiedere lʼintervento della Regione Puglia. Oltre allʼavvio dellʼiter per la richiesta al governo dello stato di calamità naturale, Congedo sollecita la previsione in Bilancio subito di «un intervento economico a favore delle comunità colpite. Dopo quello che è accaduto – spiega – adesso è il momento della conta dei danni, e si tratta di stime davvero terribili. Da una prima quantificazione, si tratterebbe di circa 20 milioni di euro di VENERDì 22 NOVEMBRE 2013 Roma, in pieno degrado le aree verdi del Municipio XI (quartiere Portuense) Redazione «Entrare nellʼarea giochi attrezzata di Santa Silvia, nel cuore del Municipio XI a Roma, sta diventando una vera e propria impresa sportiva», dichiara Marco Campitelli, portavoce di Primavera Nazionale per il Municipio XI. «In effetti bisogna avere una precisa preparazione atletica per poter superare senza difficoltà gli ostacoli e gli imprevisti che caratterizzano la pavimentazione dellʼarea suddetta: unʼarea di addestramento militare più che unʼarea giochi! Sono mesi che riceviamo segnalazioni di disagio da parte di genitori e utenti di questa zona ludica: buche, pavimentazione sconnessa, riparazioni rabberciate sono ormai caratteristiche peculiari dellʼarea. Molti tra i bambini e gli accompagnatori sono caduti nelle “trappole” del terreno con esiti più o meno gravi. Questi giorni di pioggia, poi, non hanno fatto altro che peggiorare la situazione, tanto che si può assistere ad ampie e profonde pozzanghere tra le sconnessioni della pavimentazione che definire obsoleta è riduttivo. La situazione – continua Campitelli – è grave e caratterizza un luogo fondamentale del quadrante Portuense, rappresentandone di fatto lʼunica vera “piazza” di quartiere. Situazioni simili a Villa Bonelli, Muratella, San Pantaleo Campano. Per questo stiamo preparando un dossier sulle condizioni di degrado in cui versano le aree verdi del Municipio e sui disagi che gli anziani, le mamme e i cittadini vivono quotidianamente». A Villa Medici rassegna cinematografica dei nuovi cineasti maghrebini Secolo VENERDì 22 NOVEMBRE 2013 7 d’Italia Redazione Una finestra sul Mediterraneo e il Maghreb. Torna all'Accademia di Francia a Roma Villa Medici, il festival Cinemondo, rassegna cinematografica che nella sua terza edizione sceglie di proiettare il pubblico nel cuore di Algeria, Marocco e Tunisia. Tanti gli appuntamenti in cartellone a cominciare da "carte blanche", spazio dedicato a una realtà di primo piano di uno dei Paesi protagonisti della manifestazione. Quest'anno l'invito è stato rivolto alla Cinémathèque de Tanger, che presenterà agli spettatori uno dei tesori custoditi nei suoi archivi, il documentario d'autore "Vues du Grand Socco et du Petit Socco" (Vedute del Grand Socco e del Petit Socco), ambientato a Tangeri, di Gabriel Veyre. Immagini eccezionali, le prime mai girate a colori in Marocco tra il 1901 e il 1936, cui seguirà la proiezione di un'altra pellicola dedicata al passato coloniale del Marocco, "J'ai tant aimé" (Ho amato tanto, 2009), in cui la regista, Dalila Ennadre, racconta la storia di una donna - ormai settantacinquenne - che da giovane era stata reclutata dall'esercito francese per lavorare come prostituta in In- docina e compiacere ufficiali d'Oltralpe e fucilieri marocchini. Uno sguardo al passato, dunque, e uno altrettanto attento al presente, grazie alle cinque pellicole della sezione Panorama. Tra queste, spicca il duro spaccato dell'Algeria contemporanea proposto in "Les Terrasses" (Le Terrazze, già in concorso ufficiale alla 70/ma Mostra del Cinema di Venezia), di Merzak Allouache, o la gioventù "bruciata" di Tetouan città del Nord del Marocco - raccontata in "Death for Sale" (2011), terzo lungometraggio del regista marocchino Faouzi Bensaidi, che lunedì incontrerà il pubblico. O ancora, il Regno alawita, raccontato attraverso lo sguardo di Nadir Moknèche nel suo "Goodbye Morocco" (2012) - che martedì chiuderà la rassegna intervenendo in sala - in cui il cineasta parla di un Paese in cui religione e appartenenza possono dividere anziché unire nella diversità. Cinemondo pagherà poi uno speciale tributo al regista algerino Tariq Teguia, ospite d'onore, che a Villa Medici presenterà due suoi lungometraggi: "Roma wa la n'touma" (Roma piuttosto che voi, 2006) e "Gabbla" (Nelle terre, 2008). In Spaziodoc, invece, saranno proposti tre documentari: "Fidai", in cui Damien Ounouri riapre i conti con il colonialismo e la memoria della lotta di indipendenza in Algeria; "Démocratie Année Zéro" (Democrazia anno zero), in cui Christophe Cotteret e Amira Chebli, seguono la rivoluzione tunisina dalle prime rivolte della regione mineraria di Gafsa (gennaio 2008) fino alle prime elezioni libere (26 ottobre 2011); e "Le Thé ou l'électricité" (Il tè o l'elettricità) di Jérome Le Maire (giovedì 21 ore 19.30), sulle contraddizioni tra progresso e arretratezza vissute dagli abitanti di un remoto villaggio del Marocco. Redazione Fine settimana di concerti in tutta Italia: prosegue il tour invernale dei Negramaro: sabato 23 al Palabam di Mantova, martedì 26 al Mandela Forum di Firenze. Franco Battiato torna dal vivo: sabato sarà al teatro Carlo Felice di Genova, lunedì 25 all'Augusteo di Napoli, mercoledì 27 al Politeama Rossetti di Trieste. Mercoledì 27 Nick Cave sarà in concerto con i Bad Seeds all'Auditorium Parco della Musica, prima tappa di un mini tour italiano. Una sola data per i Placebo di Brian Molko: sabato alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno. Lunedì sempre all'Auditorium Parco della Musica è in programma un concerto di Brad Mehldau, star assoluta del pianoforte jazz, in duo con il batterista Mark Guiliana. I Blue, boy band che ha conosciuto un certo successo, sabato suonano alla Supersonic Music Arena di San Biagio Callalta. I Dark Tranquillity, rock band svedese, sabato si esibiranno al Rock Planet di Pianrela di Cervia. Domenica al Live Club di Trezzo d'Adda suonano gli Amon Amarth, band svedese di death metal. Anche Emma Marrone è in tour: martedì al Paladozza di Bologna, mercoledì al Mandela Forum di Firenze. Max Pezzali invece sabato canterà al 105 Stadium di Rimini, martedì e mercoledì al PalaLottomatica di Roma. Max Gazzè lunedì sarà al Phenomenon di Fontaneto d'Agogna. I Negrita sabato sono al teatro Accademia di Conegliano Veneto, lunedì al Morlacchi di Perugia, martedì al teatro Alighieri di Ravenna. I Waterboys, una delle band di spicco del nuovo rock degli anni '80, sabato suoneranno al teatro Auditorium Manzoni di Bologna, domenica al Gran Teatri Geox di Padova. Lydia Lunch, figura storica dell'underground newyorchese, suona sabato al Senza Filtro di Bologna, domenica all'Init di Roma, lunedì al Circolo Arci Btomic di La Spezia. Il never ending tour dei Pooh sabato tocca il teatro Nuovo Giovanni da Udine di Udine, lunedì il Phenomenon di Fontaneto d'Agogna, mercoledì il teatro Augusteo di Napoli. I Bastille, la band che ha spopolato con Pompei, sabato suonano all'Alcatraz di Milano. Baba Sissoko, musicista del Mali da anni in prima fila nella fusione della tradizione africana con altri generi musicali, sabato è in concerto al teatro Auditorium Comunale di Cagliari. Domenica Mario Biondi è in concerto all'Auditorium Parco della Musica, martedì al teatro Augusteo di Napoli. Stefano Di Battista, sassofonista di livello mondiale, lunedì è in cartellone alla Casa del Jazz di Roma. Dave Kilminster, infine, chitarrista star del rock inglese, sabato suona allo Stones Cafè di Vignola, lunedì al BluesHouse Club di Milano, martedì alla Esse Music Store di Montebelluna, mercoledì al The Black Stuff di Udine. Fine settimana di concerti-live: da Max Pezzali a Franco Battiato a Baba Sissoko Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Mario Landolfi Ugo Lisi Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250