Manovrina: per il rimpatrio dei clandestini non

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Manovrina: per il rimpatrio dei clandestini non
CON IL PDL
ANNO LXI N.271
Manovrina: per il rimpatrio
dei clandestini
non resterà più un euro...
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Prodi si autoproclama “padre
nobile”. Ma non è certo lui
lʼantidoto al populismo
Girolamo Fragalà
Da quando è stato impallinato nelle aule parlamentari
e gli è stato impedito di traslocare al Colle, Romano
Prodi si è autoproclamato
padre nobile del centrosinistra, a metà tra il sociologo e
il filosofo. In questa veste regala perle di saggezza a scadenza bisettimanale,
consentendo agli italiani di
abbeverarsi alla sua fonte.
Per lʼennesima volta si è
messo in cattedra, dando a
suo modo lezioni allʼintero
mondo politico: «Lʼunica risposta ai movimenti populisti
è quella di far diminuire il
tasso di malcontento. Cioè
governare bene e dare possibilità di lavoro ai giovani», ha
dichiarato con lʼaria del professore. Che si debba governare bene è unʼovvietà, ma
se ad affermarlo è lui – che è
stato alla guida di uno dei
peggiori esecutivi della prima
e della seconda Repubblica
– sembra una presa in giro,
una barzelletta. Prodi si è
detto preoccupato per il populismo dilagante perché –
afferma – «i movimenti populisti sono obbligati a sfruttare
d’Italia
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tutte le tensioni e tutte le categorie perché vivono sul malcontento. Non hanno bisogno
di fare proposte né di dire
cosa vogliono, ma di esprimere il malcontento e questa è
la loro forza». In parte è vero,
cʼè però un piccolo particolare:
la presenza di personaggi urlanti e di comici trasformati in
leader, non può impedire ad
altri esponenti politici di racco-
FARRO PAG.2
gliere la rabbia della gente e di
intepretarne le esigenze perché altrimenti il Palazzo si allontana sempre di più dalla
gente comune. Non è stato
populismo (nel significato negativo che Prodi dà alla parola) contestare il rigore del
governo Monti, viste le ricadute che ci sono state sugli
italiani; non è stato populismo
venerdì 22/11/2013
(sempre nel significato negativo che Prodi dà alla parola)
condurre una battaglia in Parlamento per non far pagare
lʼImu, così da impedire un altro
prelievo forzoso nei portafogli
già semivuoti delle famiglie;
non è stato populismo chiedere che i vip dello spettacolo
non vengano ricoperti di oro e
pretendere trasparenza sui
contratti Rai. Prodi finge di non
capire che è inaccettabile che
qualunque protesta venga etichettata come demagogica: in
questo modo si toglie credibilità allʼintera classe politica.
Cʼè un populismo generico e
inaffidabile, ma cʼè anche un
populismo giusto e non strumentale, come insegna la storia. È sbagliato ridurre tutto a
un giudizio sferzante di un fenomeno che ha radici nellʼOttocento, dal comunitarismo
rurale della Russia al Peopleʼs
Party, il partito statunitense
fondato nel 1892 per portare
avanti le istanze dei contadini
del Sud, caratterizzato da una
visione romantica del popolo e
delle sue esigenze. Il Professore bolognese dovrebbe rendersene conto. E soprattutto
non dare lezioni di buongoverno, visto il pasticcio che ha
combinato con lʼeuro.
Il calendario Pirelli festeggia i 50 anni con gli scatti inediti di Newton
Roberto Mariotti
Il Calendario Pirelli festeggia
50 anni. Pubblicato per la
prima volta nel 1964, per celebrare la ricorrenza Pirelli
ha scelto di non produrre un
calendario 2014 ma di svelare per la prima volta quello
realizzato nel 1986 da Helmut Newton e finora conservato nellʼArchivio Storico
della società. Lʼoperazione è
stata possibile anche grazie
al lungo lavoro di ricostruzione svolto dalla Fondazione Pirelli. E oggi, dopo
quasi 30 anni, ha deciso di
pubblicarlo cogliendo anche
la fortunata coincidenza del
datario 1986 con quello del
2014. A giugno, a New York,
per celebrare i 50 anni era
stato allestito un set con due
protagonisti dellʼimmagine
come Peter Lindbergh (autore delle edizioni 1996 e
2002) e Patrick Demarchelier (2005 e 2008) per fotografare un cast di modelle
stellari: da Alessandra Ambrosio a Helena Christensen
e Isabeli Fontana, con Miranda Kerr, Karolina Kurkova
e Alek Wek. E ora, in coincidenza con la serata di gala
cui parteciperanno circa 800
invitati, prende il via anche
una rassegna storica allestita presso Hangar Bicocca
di Pirelli per offrire – il 23 e il
24 novembre – un percorso
nei 50 anni di ʻThe Calʼ attraverso oltre 160 scatti di più di
30 fotografi che negli anni
sono stati chiamati a interpretare il calendario.
Gli scatti di Newton sono
stati realizzati in Toscana.
Tra le modelle dellʼalbum che
quasi trentʼanni fa fu sospeso perché caratterizzato
da «una nudità aggressiva»,
spiccano Susie Bick e Antonia Feodora DellʼAtte. Lʼero-
tismo patinato di Newton rivoluziona la fotografia di
moda del secondo Novecento. I suoi scatti apparvero
sulle maggiori riviste di
moda, da Vogue, a Elle, da
Vanity Fair a Marie Claire.
Nonostante le accuse di maschilismo, la produzione di
Newton – morto a Los Angeles nel 2004 in un incidente
stradale – è apparsa talmente geniale e creativa da
far diventare le sue foto il
simbolo dellʼemancipazione
della donna moderna.
Manovrina, i soldi per rimpatriare i clandestini
verranno utilizzati per tenerli in Italia
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Gabriele Farro
Nessuno si stupisca se gli immigrati continuano ad approdare a frotte sulle nostre
coste. Il governo Letta – nel
quale cʼè come “ministra” la
Kyenge, che gode anche del
supporto della Boldrini – sta
facendo ponti dʼoro ai natanti
che arrivano dal Nord Africa,
prima con le proposte buoniste (la cancellazione del reato
di clandestinità) e ora con il
dio denaro. I contenuti della
“manovrina” sono infatti destinati a creare un mare di polemiche: come denuncia Giorgia
Meloni, «si trovano i soldi per
lʼaccoglienza svuotando il
fondo per rimpatriare i clandestini e quello per le vittime
della mafia. In questo modo il
governo dice due cose: che i
soldi che servivano a rimandare a casa loro i clandestini
verranno utilizzati per tenerli
in Italia e che gli italiani vittime
della mafia valgono meno
Secolo
d’Italia
La “rossa” Faenza
rimuove la foto del Duce
dalla galleria dei ritratti
storici e convoca
il comitato antifascista…
degli immigrati». Due princìpi
«inaccettabili» e contro i quali
FdI porterà avanti una durissima opposizione. «Questo –
ha sostenuto Massimo Corsaro nel suo intervento in aula
alla Camera – è un provvedimento vigliacco, proposto da
un governo vigliacco sostenuto
da una maggioranza vigliacca». Dietro un falso nome,
“manovrina” si nasconde il
vero argomento: la costitu-
zione di un fondo finanziario
per lʼaccoglienza nel nostro
Paese di chi in maniera clandestina approda a Lampedusa
e altrove causando problemi di
ogni genere e spesso rimettendoci perfino la vita». Da ora
in poi è lecito aspettarsi che gli
sbarchi aumenteranno: gli italiani sanno chi ringraziare per
questo regalo.
Abolizione della seconda rata Imu, è rinvio.
Gasparri: troppi tentennamenti, brutto segnale
Giovanna Taormina
Mentre i No Tav si dilettavano
nella solita, triste pratica della
guerriglia urbana, Enrico Letta e
Francois Hollande parlavano del
futuro di tutti, compreso quello
dei No Tav . È stato un incontro
di notevole importanza quello tra
il presidente francese e il premier
italiano, ancorché il suo impatto
mediatico sia stato oscurato dalla
violenza dei teppisti incappucciati. Roma e Parigi sono entrambe interessate a una svolta
della politica europea che superi
l' "egoismo" tedesco e consenta
di rimettere in moto la macchina
della crescita economica. E qualcosa di importante, sul piano dell'intesa politica, deve essere
scaturito dal summit se Letta ha
così dichiarato ai giornalisti nel
corso della conferenza stampa
congiunta: «Questo vertice credo
saluti un rafforzamento straordi-
VENERDì 22 NOVEMBRE 2013
nario dell'intesa fra i nostri due
Paesi». Altrettanto impegnative
sono state le affermazioni di Hollande: «Se l'Europa si ferma,
crolla. Quindi deve andare avanti
ed è responsabilità di due Paesi
fondatori come Italia e Francia».
«L'impegno per le elezioni di maggio – ha aggiunto – è profondo,
perché ora entra in gioco l'ideale
dell'Europa».
Il concetto è stato ulteriormente
chiarito da Letta in questi termini:
«Francia e Italia vogliono lavorare
insieme perché la prossima legislatura sia quella della crescita,
lasciandoci dietro la legislatura
della sola austerità». «È assolutamente necessario – dice sempre il premier – che il Consiglio
europeo di dicembre permetta la
partenza dell'Unione bancaria».
Nel discorso di Letta non mancano inoltre critiche ai suoi colleghi continentali più conservatori e
immobilisti: sulle decisioni prese
nei mesi scorsi c'è stato «un eccesso di timidezza in giro per l'Europa».
Né poteva mancare un riferimento
alla Tav: si tratta – dice il premier
– di una «grande infrastruttura
che va avanti con la tempistica indicata». I "guerriglieri" sono così
serviti. E non finisce qui, perché
in cantiere c'è «un'altra importante infrastruttura, la TorinoCuneo-Ventimiglia-Nizza», un
progetto teso a «rendere ancora
più osmotici i nostri due Paesi».
Hollande ha anche fatto cenno a
un altro tema scottante : «Auspico che le discussioni tra Air
France e Alitalia proseguano per
ottenere i migliori risultati per le
due compagnie». Ma anche voluto precisare di «non essere il
presidente di Air France e che
non tocca a me parlarne».
Redazione
I fascisti no pasaran. Ancora? Dopo quasi un secolo
qualcuno rispolvera lʼembargo sulle immagini di Benito Mussolini, preoccupato
del pericoloso impatto che
potrebbero generare. Immaginate quanti cattivi seguaci
potrebbero rimanere sedotti
dallʼistantanea che ritrae il
Duce che in completo bianco
corre in via Naviglio? E ma-
gari decidere di dichiarare
guerra alla Francia e allʼInghilterra?
Vanno bene i siti pornografici, si chiude un occhio sulle
volgarità televisive, sul turpiloquio dei sedicenti intellettuali dediti alla formazione,
ma non si può tollerare la
foto storica, forse inaudita,
del dittatore fascista del
1938. È successo nella
rossa Faenza, a pochi chilometri da Predappio, dove
lʼex sindaco di provata fede
comunista, oggi iscritto al
Pd, tal Giorgio Frassineti, ha
posto il problema e trasferito
la patata bollente a un organo neutrale come il “Comitato
antifascista
di
Faenza” per decidere la rimozione definitiva della foto
dalla galleria dei ritratti storici
della Polizia municipale romagnola. Per ora lʼex sindaco lʼha oscurata perché
prevenire, si sa, è meglio
che curare.
Anche dopo il voto, il caso Cancellieri
continua ad agitare il Pd
VENERDì 22 NOVEMBRE 2013
Secolo
d’Italia
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Ruby, le motivazioni creano
nuove polemiche: “Sono
la prova dell'accanimento
giudiziario”
Annamaria Gravino
Il voto contro la sfiducia ad Annamaria
Cancellieri ha tutt'altro che placato le
dispute interne al Pd. All'indomani della
conferma del ministro nel suo ruolo, nel
partito proseguono gli scontri, le polemiche e le mosse tattiche. «Credo sia
stato un grande errore politico non far
dimettere il ministro Cancellieri», ha
detto a Omnibus su La7 il senatore Nicola Latorre, mentre è stato Paolo
Gentiloni, ospite di Agorà, a sostenere
che «il caso Cancellieri resta aperto».
«Penso che un ministro che commette
un errore di questo genere si debba dimettere», ha aggiunto Gentiloni. Per
Pippo Civati, intervenuto a Tgcom24,
poi, «siamo arrivati non a una tregua,
ma a un momento di tensione tra di
noi, il Pd è andato a un testa coda che
gli elettori non hanno capito». Per questo il candidato delle primarie ha anche
aperto uno spazio di confronto su twitter, chiedendo di «concentrare gli insulti e le giuste reprimende nei
confronti del Pd dalle 13 alle 15 di oggi,
quando potrò rispondervi di persona,
personalmente». «Come sapete, il dissenso non mi fa paura: il nostro vaffaday ce lo siamo meritati. Lo spazio
#insultacivati - ha proseguito - è già
aperto da ore: ho cercato di spiegare
quello che è successo, ma pare ci sia
ancora bisogno di discuterne». E men-
tre Matteo Renzi ha assicurato che
quanto successo non è stato «uno
scontro tra varie linee», parlando però
di «brutta pagina» e assicurando che
«il nuovo Pd credo che non difenderà
più casi di questo genere», i deputati
Laura Coccia, Fausto Raciti e Valentina Paris hanno portato nuovamente il
caso in aula. I tre hanno presentato
un'interrogazione alla Guardasigilli in
cui chiedono che «la vicenda incresciosa legata alle sorti di Giulia Ligresti
sia almeno utile ad accendere un faro
sulla situazione carceraria, un'attenzione maggiore verso chi soffre a
causa dello stato di salute». «Chiediamo alla Cancellieri di verificare se
anche per i casi a lei segnalati sia opportuno un suo immediato intervento
presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria», affermano, di
fatto facendo rientrare dalla finestra il
tema della disparità di trattamento tra
detenuti eccellenti e sconosciuti, che in
questi giorni è stato ampiamente utilizzato come argomento contro il ministro.
Antonella Ambrosioni
La crisi del mattone non si arresta. Il
2013 si conferma un anno nero per le
compravendite immobiliari con il mercato del mattone che solo nel 2016 imboccherà la strada dell'inversione di
tendenza. La conferma arriva dai dati
del trimestre luglio-settembre, con le
compravendite del settore residenziale
- informa l'Agenzia delle Entrate - che
si attesta al 91.051, con una riduzione
pari al 5,1% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente; analogo
l'andamento nel settore delle pertinenze con una flessione del 6,6%, con
71.807 unità scambiate. Si registra
una diminuzione delle vendite anche
nei settori non residenziali, con le perdite maggiori nel settore terziario, che
rileva una contrazione dell'11,7%, con
1.935 unità, mentre il settore produttivo perde il 9,4% (1.983 unità) e
quello commerciale l'8,2% (4.978).
Tornando al comparto delle abitazioni,
la perdita più contenuta si registra nel
Nord (-4,1%), seguito dal Centro (4,3%); al Sud, invece, il calo risulta
poco più alto (-7,5%) del dato nazionale. Analizzando i dati delle compravendite di abitazioni nelle maggiori
città italiane, spicca il rialzo di Bologna
che, con il +16,3%, accentua l'aumento registrato nel precedente trimestre (+5%). Seguono in crescita anche
le compravendite immobiliari nelle città
di Milano (+9,4%) e Roma (+0,6%). La
flessione è invece più marcata a Napoli (-19,7%), Genova (-8,2%) e Firenze (-5,3%), mentre quelle più
attenuate si registrano a Torino (-4,3%)
e Palermo (-0,1%). Secondo i dati dell'Osservatorio sul mercato immobiliare
di novembre, curati da Nomisma su 13
grandi città italiane, per la ripresa bi-
sognerà aspettare il 2015, che dovrebbe avere un impulso maggiore nel
segmento non residenziale rispetto a
quello abitativo. Lʼanno prossimo infatti
è prevista una situazione pressoché di
stallo. Nel prossimo biennio le transazioni dovrebbero aumentare ad un
ritmo superiore al 9% annuo, rimanendo pur sempre al di sotto delle 500
mila unità. Sul fronte dei prezzi, lʼaggiustamento verso il basso dei valori
immobiliari sarà significativo nel 2014
in tutti i comparti, mentre sarà più contenuto nel 2015. Occorrerà aspettare il
2016 per tornare al segno positivo.
La crisi del mattone frena ma non si arresta.
Per la ripresa dovremo attendere il 2015
Redazione
«Le motivazioni della sentenza
sul caso Ruby confermano e
anzi aggravano il nostro giudizio.
Abbiamo infatti la certezza che si
tratta di una condanna basata su
supposizioni, su pregiudizi, non
avallata da alcuna prova, riferita
a fatti mai accaduti e anzi ampiamente smentiti dagli stessi testi».
Lo afferma Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. «È la
chiara dimostrazione di un accanimento nei confronti di Berlusconi per cui si arriva addirittura
a interpretare sentimenti, a immaginare intenzioni, a violare
nell'intimo le persone pur di dimostrare cose inesistenti. Questa magistratura che guarda dal
buco della serratura ed ha una
chiara impostazione ideologica
nuoce gravemente a tutto il sistema giustizia. Che va ancora
con maggiore urgenza riformato». Nella motivazioni, dice a
sua volta Micaela Biancofiore,
«non ci sono prove effettive, ma
solo congetture e pruderie volte
a sconfessare le affermazioni dei
testimoni direttamente interessati
nonché presunte vittime. E ci
sono anche errori di valutazione
ed interpretazioni che non dovrebbero appartenere a dei magistrati. Con questo ulteriore atto
politico , i magistrati di Milano
gettano discredito sull'intera magistratura e confermano che in
Italia la democrazia è a rischio
serio quando si fanno processi
palesemente ad personam o meglio contra personam e che urge
una riforma della magistratura
che la riporti ad essere un organo dello Stato e non un potere
che sovrasta tutti gli altri».
Kennedy? Fu ucciso (anche)
dal busto rigido che portava...
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Secolo
d’Italia
Antonio Pannullo
Con l'avvicinarsi del 50° anniversario della morte di John Kennedy, se
ne imparano sempre di nuove sulla
sua morte: Kennedy potrebbe essere stato ucciso non solo dalle pallottole di Harvey Lee Oswald, ma
anche dal rigido busto per la
schiena che indossava il giorno dell'assassinio, il 22 novembre 1963.
Un corsetto talmente massiccio da
mantenere il corpo del presidente
innaturalmente eretto sulla limousine, anche dopo il primo sparo: facendone così un bersaglio facile
per la seconda, fatale pallottola che
gli penetrò il cervello. E' questa la
teoria, corroborata dai filmati, di
Kenneth Salyer, il giovanissimo chirurgo di guardia al Parkland Hospi-
tal di Dallas dove Jfk fu trasportato
d'urgenza e morì poco dopo il ricovero. Unico medico ancora in vita
(insieme a Robert McClennan) del
team che tentò disperatamente di
salvare la vita a Kennedy, Salyer che allora aveva solo 27 anni - ha
ricordato in un'intervista alla rete televisiva Cbs i frenetici, tragici momenti di 50 anni fa. «Ero di turno al
Pronto soccorso in caso di emergenze al cranio, quando un'infermiera è arrivata correndo e urlando:
"Hanno sparato al presidente!".
Kennedy respirava ancora, faticosamente. Io - racconta Salyer - ho
guardato la ferita, il colpo aveva
raggiunto un'area critica del cervello, le possibilità di salvarlo erano
pochissime». Ma fu quando taglia-
rono gli abiti del presidente che Salyer fu colpito dalla scoperta che Jfk
indossava un busto: «Il busto allacciava il torso dalla parte alta del torace a sotto la vita. Era talmente
spesso e rigido che tagliarlo fu difficile. Allora capii che la ferita sofferta
da Kennedy durante la Seconda
guerra mondiale doveva essere
stata ben più grave e dolorosa di
quanto il pubblico immaginasse».
Dopo la morte di Kennedy, Salyer
studiò a lungo i dati emersi dall'autopsia e dal breve filmato che cattura il momento degli spari che
colpirono anche il governatore del
Texas, John Connally, anch'esso
sulla limousine presidenziale. Questa la teoria di Salyer: «Il primo
colpo d'arma da fuoco colpì Kennedy alla spalla e uscì dalla trachea. La stessa pallottola
attraversò il torace di John Connally
per finire sulla sua coscia e sbatterlo giù dall'auto. Ma Kennedy rimase seduto eretto perchè il busto
non lo faceva piegare, rimanendo
un bersaglio facile per il secondo
colpo di Oswald». Forse, senza il rigido corsetto, anche Kennedy si sarebbe accasciato. E la storia
sarebbe potuta andare in un altro
modo.
Giovanni Trotta
Dopo «l'acqua, l'aria, la frutta e gli hammam», Damasco da tredici secoli può
vantare la sua "quinta meraviglia": la
Grande Moschea degli Omayyadi, i cui
mosaici risalenti al 700 d.C., sono stati
danneggiati da un colpo di mortaio caduto sul centro storico della capitale siriana lanciato dai ribelli ostili - e spesso
stranieri - al presidente Bashar al
Assad. Questo mentre a nord di Damasco due attentati suicidi compiuti
sempre da qaedisti hanno arrestato
l'avanzata dell'esercito siriano lungo la
catena montuosa del Qalamun al confine con la valle libanese della Bekaa, e
mentre sempre nella capitale un civile è
stato ucciso da un altro colpo di mortaio. È la prima volta dallo scoppio dell'insurrezione armata più di un anno fa
che viene danneggiata la Grande Moschea di Damasco. In particolare, il
razzo sparato dai ribelli ha centrato un
dettaglio del mosaico che orna il tran-
setto della sala di preghiera, posta sul
lato meridionale del complesso. «Il
danneggiamento di una parte dei mosaici della Grande Moschea degli Omayyadi è un fatto gravissimo», afferma
all'Ansa Eva Ziedan, archeologa siriana
laureatasi all'università di Damasco e
con un diploma di dottorato all'università di Udine. «La Grande Moschea
racchiude in sé tutti gli elementi della civiltà del nostro Paese. Nel perimetro
sacro ci sono resti del tempio di Hadad,
d'epoca aramea, risalente al mille
a.C.», afferma Ziedan, che ricorda che
«le fondazioni delle mura perimetrali e
numerose colonne sono invece di
epoca romana, quando sul sito sorgeva
il Tempio di Giove». Quest'ultimo, in
epoca cristiana, è stato trasformato
nella cattedrale dedicata a San Giovanni Battista, trasformata e ampliata
agli inizi della dominazione islamica,
sotto il califfo omayyade Abdel Malek b.
Marwan, nell'attuale moschea, costruita
tra il 705 e 715 d.C. Secondo la leggenda, fu proprio il califfo Abdel Malek
a indicare nella moschea la "quinta meraviglia di Damasco". «La Grande Moschea di Damasco è anche il simbolo
dell'unione tra le varie correnti dell'Islam», sottolinea l'archeologa siriana,
ricordando che è luogo di pellegrinaggio
non solo per i sunniti ma anche per gli
sciiti. «La parete di mosaico colpita - riprende Ziedan - era stata in parte restaurata nel 1965 dopo esser stata
danneggiata da un incendio nel 1893.
Questa sezione è storicamente molto
importante perché testimonia la prima
applicazione artistica nel Levante arabo
Siria, i ribelli danneggiano gravemente
la Grande Moschea di Damasco
VENERDì 22 NOVEMBRE 2013
La Ue si accorge
di quanto costa andare avanti
e indietro tra Strasburgo
e Bruxelles
Redazione
La Ue si è accorta di quanto sia
costoso trasferirsi continuamente
da Bruxelles a Strasburgo. Meglio
tardi che mai. Nuovo "no" del Parlamento europeo infatti alla mensile "transumanza" da Bruxelles a
Strasburgo per il rito della plenaria
che, secondo quanto previsto dai
Trattati, si deve tenere nella città
alsaziana ma «nuoce alla reputazione della Ue» in quanto inutile
spreco. L'assemblea, con 483 sì,
141 no e 34 astenuti, ha approvato una risoluzione non vincolante, in cui chiede il diritto di
decidere dove e quando incontrarsi e l'apertura di una procedura
di revisione dei trattati Ue che consenta al Parlamento stesso di scegliere l'ubicazione delle sue sedi e
la sua organizzazione interna.
«Con il voto di oggi - sottolinea la
vicepresidente dell'Eurocamera,
Roberta Angelilli - abbiamo detto
basta a questi sprechi e il Parlamento intende mettere in atto subito azioni concrete per arrivare
alla revisione dei Trattati stabilendo come è suo diritto un'unica
sede». Nel testo si sottolinea che
«il Parlamento europeo sarebbe
più efficiente, opportuno e rispettoso dell'ambiente se fosse situato
in un unico luogo». «Il protrarsi del
trasferimento mensile da Bruxelles
a Strasburgo - è scritto - è divenuto un problema negativo emblematico per la maggior parte dei
cittadini dell'Unione europea, tale
da nuocere alla reputazione dell'Ue, soprattutto in un momento in
cui la crisi finanziaria si è tradotta
in gravi e dolorosi tagli alla spesa
negli Stati membri». La risoluzione
sottolinea che i costi annuali della
dispersione delle sedi (oltre a Bruxelles e Strasburgo, dove il palazzo resta vuoto per oltre 300
giorni l'anno ma costa 12 milioni di
manutenzione e gestione, a Lussemburgo sono ubicati alcuni servizi amministrativi) oscillano tra i
156 e i 204 milioni di euro, pari a
circa il 10 % del bilancio annuale.
del dettame islamico di non raffigurare
né esseri umani né animali. Nonostante
ciò - prosegue - a livello decorativo è un
mosaico molto ricco e anche tra i più
enigmatici perché vi sono rappresentati
un fiume, degli alberi, delle piante e
degli edifici. Secondo alcuni storici in
quella parete è stata rappresentata Damasco, attraversata dal suo fiume Barada, mentre secondo altri si intendeva
raffigurare il Paradiso».
Spending review, Cottarelli: «Sono stanco di sentire
allʼestero che lʼItalia non ha fatto le riforme»
VENERDì 22 NOVEMBRE 2013
Secolo
d’Italia
Redazione
«Torno in Italia a mettermi a lavorare con uno spirito pieno di
speranze. Ero stanco di essere
all'estero e di sentire che in Italia
occorreva fare le riforme e che
non si riusciva a farle, perché
non è vero: alcune riforme si
sono fatte e si sono fatte bene».
Il Commissario straordinario per
la revisione della spesa Carlo
Cottarelli, ex-responsabile del dipartimento affari di bilancio al
Fondo monetario Internazionale,
ai microfoni di "Radio Anch'io" ha
spiegato le sue prossime mosse
e gli obiettivi da raggiungere. Per
esempio, «sarebbe opportuno
fare come in Inghilterra dove c'è
solo un'auto blu per il ministro».
È consapevole che tagliare le
auto blu è un simbolo ma, ha
detto, «i simboli sono importanti». E, infatti, ha rifiutato l'auto
blu. «Lo consideravo non appropriato per me – ha detto – io
vado in giro a piedi». Per quanto
riguarda stipendi e pensioni
d'oro ha spiegato che sono «un
problema importante» per la revisione della spesa. «La domanda – ha affermato – rimane
quella se il Paese si può permettere di pagare pensioni molto
elevate. Lo stesso riguarda gli
stipendi particolarmente alti o di
benefici come le auto blu sulle
quali si può fare ancora moltissimo». L'attenzione è puntata
sugli organi costituzionali,
«credo avranno la volontà di fare
la loro revisione di spesa. Se lo
fa tutta la Pubblica amministrazione non vedo perché non debbano farla anche loro». Già
qualcosa è stato fatto «ma credo
che si possa risparmiare ulteriormente». Per Cottarelli «quando
si chiedono sacrifici alla popolazione questi devono essere distribuiti su tutti. Se poi si pensa
che questi tagli vanno a finanziare la riduzione delle tasse diventa più facile fare i tagli che
però devono essere equamente
ripartiti». E riferendosi anche alla
mobilità dei pubblici dipendenti
ha puntualizzato: «Non faremo
le cose dall'alto. È impossibile
fare una revisione della spesa
pubblica contro i ministeri, bisogna farla insieme. Noi saremo
presenti con i nostri rappresentanti. Sui risultati io manterrò la
mia autonomia di giudizio».
redazione
Un accordo storico per risolvere
molte delle dispute sui mutui subprime. Dopo mesi di braccio di
ferro, JPMorgan e il Dipartimento
di Giustizia americano hanno
raggiunto l'intesa: la banca paga
tredici miliardi di dollari. Si tratta
dell'accordo maggiore della storia con una singola istituzione, affermano le autorità americane.
Un'intesa che, avverte il ministro
della Giustizia Eric Holder, segnala come le indagini del Dipartimento sulle frodi finanziarie
sono lungi dall'essere finite. E
questo perché, aggiunge Holder,
JPMorgan non era l'unica istituzione ad avere un atteggiamento
non ritenuto appropriato nella
vendita dei Rmbs (Residental
mortgage-backed security), i titoli
legati ai mutui. L'accordo raggiunto riguarda la vendita di
Rmbs di JPMorgan, Bear Stearns e Washington Mutual prima
del primo gennaio 2009. JPMorgan ha acquistato Bear Stearns e
Washington Mutual prima della
crisi. Le ultime ore sono state decisive per l'intesa, rimuovendo gli
ultimi ostacoli, ovvero l'intesa su
un pacchetto di quattro miliardi di
dollari di aiuti ai proprietari di
casa in difficoltà e l'assunzione di
responsabilità per gli errori di Washington Mutual prima dell'acquisizione da parte di JPMorgan,
che ammette di aver venduto deliberatamente prodotti inadatti ai
clienti. Inclusi nel conto i quattro
miliardi di dollari che JPMorgan si
è già impegnata a pagare in precedenza alla Federal Housing
Finance Agency (Fhfa). Soddisfatto dell'accordo il procuratore
generale di New York, Eric
Schneiderman, il primo ad annunciare l'intesa. In base all'intesa, New York riceverà un
miliardo e 300 milioni di dollari,
di cui 400 milioni di dollari di aiuti
ai proprietari di casa e 613 milioni di dollari in contanti. La
banca guidata da Jamie Dimon
ha pagato nelle ultime settimane
oltre un miliardo di dollari per
chiudere le indagini sulla "Balena di Londra", il trader Bruno
Iksil che ha assunto posizioni talmente importanti sul mercato dei
derivati da influenzarne l'andamento.
JPMorgan patteggia, accordo con gli Usa
di 13 miliardi di dollari sui mutui
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Angelilli e Fidanza:
il sì al programma
Cosme è un'opportunità
per le piccole
e medie imprese
Redazione
L'approvazione da parte del Parlamento europeo del programma
Cosme rappresenta «un'importante opportunità per il sistema
produttivo italiano» e, in particolare, per il settore del turismo. È
quanto ha affermato la vicepresidente dell'Europarlamento, Roberta
Angelilli
(Ppe),
commentando il via libera dell'Aula di Strasburgo al programma
Cosme, che consentirà a 330mila
piccole e medie imprese di accedere a 2,3 miliardi di prestiti targati
Ue nei prossimi sette anni.
«Cosme mira a garantire accesso
agevolato ai finanziamenti, a fornire servizi di supporto alle imprese e a incoraggiare una cultura
imprenditoriale», osserva la Angelilli, ricordando che in Europa le
Pmi sono 23 milioni, pari al 92%
delle imprese totali. L'Italia è riuscita a ottenere l'inserimento nel
programma di fondi specifici per il
settore del turismo e per le tematiche connesse all'internazionalizzazione. «Si tratta senz'altro di
una nuova, importante opportunità per il settore produttivo italiano»,
sottolinea
la
vicepresidente del Parlamento
Ue. Secondo Carlo Fidanza (Fdi)
nell'ambito di Cosme i fondi destinati a iniziative per la competitività
delle piccole e medie imprese nel
settore del turismo ammontano
complessivamente a 109,9 milioni
di euro.
Gallera (Fi): lʼassessore DʼAlfonso “spegne”
Milano e mette le mani sulle licenze commerciali
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Redazione
«Ormai due anni e mezzo or sono
un giovanilista Pisapia si presentava al popolo della notte annunciando che avrebbe liberato
Milano dai vincoli e dai controlli
anti-movida. “Milano Libera Tutti"
fu il tema del concertone dove intervenne in campagna elettorale
per promettere ai ragazzi di essere dalla loro parte. Sappiamo
come è andata a finire: l'assessore Franco D'Alfonso, scelto
personalmente dal sindaco per
guidare il Commercio, ha più
volte sbandato ed è andato a
sbattere, basti pensare al famoso
divieto del gelato dopo la mezzanotte o alla recente minaccia di
levare di mezzo ogni ordinanza
Secolo
d’Italia
per rappresaglia contro tutto e
tutti» È quanto afferma Giulio Gallera, consigliere e coordinatore di
Forza Italia a Milano, in merito
alla commissione dedicata alla
movida. «L'assessore ha presentato le sue idee per regolamentare la Milano by night – continua
Gallera – Ma l'esordio non è stato
dei migliori, tanto che persino
esponenti della maggioranza
hanno storto il naso. L'approccio
di D'Alfonso mantiene le caratteristiche negative di sempre: è
pieno di vincoli burocratici, un insieme di divieti e proibizioni che
fanno male ai locali, che non piacciono ai giovani, che non contribuiscono certo a fare di Milano
una metropoli attrattiva anche per
il divertimento come molte capitali
europee. In particolare le restrizioni sulle licenze sono un'idea
avvilente per i commercianti, penalizzati nella sacrosanta libertà
di scegliere come gestire la loro
attività perdipiù in un momento di
drammatica crisi economica. C'è
un accanimento scandaloso
verso la categoria. E poi vincoli
negli orari, limiti al consumo di bevande e all'ascolto della musica,
condizioni capestro ai gestori costretti a offrire il parcheggio agli
avventori. Ma come può un locale, poniamo sui Navigli, garantire i parcheggi? Non dovrebbe
pensare il Comune ai parcheggi?
E non erano gli arancioni a voler
disincentivare l'utilizzo dell'auto
privata e promuovere i mezzi
pubblici? Insomma così non va –
conclude Gallera – Milano ha bisogno di una visione più aperta.
Ha bisogno di un'amministrazione
in grado di garantire i residenti
senza uccidere la movida. Soprattutto ha bisogno di riallacciare
il dialogo con il mondo produttivo,
in questo caso del commercio.
Basta con le decisioni che spengono Milano. Torniamo a vivere e
a respirare».
danni solo per la provincia di
Lecce e in particolare per
lʼarco jonico. Una sciagura in
un momento di crisi economica come quello attuale. Per
questo, oltre a sollecitare lʼavvio dellʼiter per la richiesta al
governo centrale dello stato di
calamità naturale, chiedo alla
Regione di adoperarsi direttamente, sfruttando lʼoccasione più immediata con la
previsione nellʼimminente Bilancio di un intervento economico a sostegno delle
comunità colpite dal nubifragio e dalle devastazioni della
tromba dʼaria. Colgo lʼoccasione – conclude Congedo –
per rimarcare ancora una
volta lo splendido contributo
di chi è stato in prima linea
nelle ore più difficili: i vigili del
fuoco, le forze dellʼordine, la
Protezione civile, la Croce
Rossa e i volontari. Lʼunica
nota lieta è il fatto di dover
contare, per fortuna, solo
danni materiali e non alle
persone. La Sardegna purtroppo piange le sue sedici
vittime e alle loro famiglie e a
tutta la popolazione isolana
giunga profondo cordoglio».
Maltempo in Puglia, il Pdl chiede al governo
lo stato di calamità naturale
Redazione
Dopo la tremenda giornata di
martedì scorso sul fronte meteorologico e i tanti danni subiti
dal
Salento,
il
vicepresidente vicario del
gruppo Pdl, Erio Congedo,
torna a chiedere lʼintervento
della Regione Puglia. Oltre allʼavvio dellʼiter per la richiesta
al governo dello stato di calamità naturale, Congedo sollecita la previsione in Bilancio
subito di «un intervento economico a favore delle comunità colpite. Dopo quello che
è accaduto – spiega – adesso
è il momento della conta dei
danni, e si tratta di stime davvero terribili. Da una prima
quantificazione, si tratterebbe
di circa 20 milioni di euro di
VENERDì 22 NOVEMBRE 2013
Roma, in pieno degrado
le aree verdi del Municipio XI
(quartiere Portuense)
Redazione
«Entrare nellʼarea giochi attrezzata di Santa Silvia, nel cuore del
Municipio XI a Roma, sta diventando una vera e propria impresa
sportiva», dichiara Marco Campitelli, portavoce di Primavera Nazionale per il Municipio XI. «In
effetti bisogna avere una precisa
preparazione atletica per poter
superare senza difficoltà gli ostacoli e gli imprevisti che caratterizzano la pavimentazione dellʼarea
suddetta: unʼarea di addestramento militare più che unʼarea
giochi! Sono mesi che riceviamo
segnalazioni di disagio da parte di
genitori e utenti di questa zona ludica: buche, pavimentazione
sconnessa, riparazioni rabberciate sono ormai caratteristiche
peculiari dellʼarea. Molti tra i bambini e gli accompagnatori sono caduti nelle “trappole” del terreno
con esiti più o meno gravi. Questi
giorni di pioggia, poi, non hanno
fatto altro che peggiorare la situazione, tanto che si può assistere
ad ampie e profonde pozzanghere tra le sconnessioni della
pavimentazione che definire obsoleta è riduttivo. La situazione –
continua Campitelli – è grave e
caratterizza un luogo fondamentale del quadrante Portuense,
rappresentandone di fatto lʼunica
vera “piazza” di quartiere. Situazioni simili a Villa Bonelli, Muratella, San Pantaleo Campano. Per
questo stiamo preparando un
dossier sulle condizioni di degrado in cui versano le aree verdi
del Municipio e sui disagi che gli
anziani, le mamme e i cittadini vivono quotidianamente».
A Villa Medici rassegna cinematografica
dei nuovi cineasti maghrebini
Secolo
VENERDì 22 NOVEMBRE 2013
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d’Italia
Redazione
Una finestra sul Mediterraneo e il Maghreb.
Torna all'Accademia di Francia a Roma Villa Medici, il festival Cinemondo, rassegna cinematografica che nella sua terza
edizione sceglie di proiettare il pubblico nel
cuore di Algeria, Marocco e Tunisia. Tanti
gli appuntamenti in cartellone a cominciare
da "carte blanche", spazio dedicato a una
realtà di primo piano di uno dei Paesi protagonisti della manifestazione. Quest'anno
l'invito è stato rivolto alla Cinémathèque de
Tanger, che presenterà agli spettatori uno
dei tesori custoditi nei suoi archivi, il documentario d'autore "Vues du Grand Socco
et du Petit Socco" (Vedute del Grand
Socco e del Petit Socco), ambientato a
Tangeri, di Gabriel Veyre. Immagini eccezionali, le prime mai girate a colori in Marocco tra il 1901 e il 1936, cui seguirà la
proiezione di un'altra pellicola dedicata al
passato coloniale del Marocco, "J'ai tant
aimé" (Ho amato tanto, 2009), in cui la regista, Dalila Ennadre, racconta la storia di
una donna - ormai settantacinquenne - che
da giovane era stata reclutata dall'esercito
francese per lavorare come prostituta in In-
docina e compiacere ufficiali d'Oltralpe e
fucilieri marocchini. Uno sguardo al passato, dunque, e uno altrettanto attento al
presente, grazie alle cinque pellicole della
sezione Panorama. Tra queste, spicca il
duro spaccato dell'Algeria contemporanea
proposto in "Les Terrasses" (Le Terrazze,
già in concorso ufficiale alla 70/ma Mostra
del Cinema di Venezia), di Merzak Allouache, o la gioventù "bruciata" di Tetouan città del Nord del Marocco - raccontata in
"Death for Sale" (2011), terzo lungometraggio del regista marocchino Faouzi Bensaidi, che lunedì incontrerà il pubblico. O
ancora, il Regno alawita, raccontato attraverso lo sguardo di Nadir Moknèche nel
suo "Goodbye Morocco" (2012) - che martedì chiuderà la rassegna intervenendo in
sala - in cui il cineasta parla di un Paese in
cui religione e appartenenza possono dividere anziché unire nella diversità. Cinemondo pagherà poi uno speciale tributo al
regista algerino Tariq Teguia, ospite
d'onore, che a Villa Medici presenterà due
suoi lungometraggi: "Roma wa la n'touma"
(Roma piuttosto che voi, 2006) e "Gabbla"
(Nelle terre, 2008). In Spaziodoc, invece,
saranno proposti tre documentari: "Fidai",
in cui Damien Ounouri riapre i conti con il
colonialismo e la memoria della lotta di indipendenza in Algeria; "Démocratie Année
Zéro" (Democrazia anno zero), in cui Christophe Cotteret e Amira Chebli, seguono la
rivoluzione tunisina dalle prime rivolte della
regione mineraria di Gafsa (gennaio 2008)
fino alle prime elezioni libere (26 ottobre
2011); e "Le Thé ou l'électricité" (Il tè o
l'elettricità) di Jérome Le Maire (giovedì 21
ore 19.30), sulle contraddizioni tra progresso e arretratezza vissute dagli abitanti
di un remoto villaggio del Marocco.
Redazione
Fine settimana di concerti in tutta Italia: prosegue il tour invernale dei Negramaro: sabato
23 al Palabam di Mantova, martedì 26 al Mandela Forum di Firenze. Franco Battiato torna
dal vivo: sabato sarà al teatro Carlo Felice di
Genova, lunedì 25 all'Augusteo di Napoli, mercoledì 27 al Politeama Rossetti di Trieste. Mercoledì 27 Nick Cave sarà in concerto con i Bad
Seeds all'Auditorium Parco della Musica,
prima tappa di un mini tour italiano. Una sola
data per i Placebo di Brian Molko: sabato alla
Unipol Arena di Casalecchio di Reno. Lunedì
sempre all'Auditorium Parco della Musica è in
programma un concerto di Brad Mehldau, star
assoluta del pianoforte jazz, in duo con il batterista Mark Guiliana. I Blue, boy band che ha
conosciuto un certo successo, sabato suonano alla Supersonic Music Arena di San Biagio Callalta. I Dark Tranquillity, rock band
svedese, sabato si esibiranno al Rock Planet
di Pianrela di Cervia. Domenica al Live Club
di Trezzo d'Adda suonano gli Amon Amarth,
band svedese di death metal. Anche Emma
Marrone è in tour: martedì al Paladozza di Bologna, mercoledì al Mandela Forum di Firenze.
Max Pezzali invece sabato canterà al 105 Stadium di Rimini, martedì e mercoledì al PalaLottomatica di Roma. Max Gazzè lunedì sarà
al Phenomenon di Fontaneto d'Agogna. I Negrita sabato sono al teatro Accademia di Conegliano Veneto, lunedì al Morlacchi di
Perugia, martedì al teatro Alighieri di Ravenna.
I Waterboys, una delle band di spicco del
nuovo rock degli anni '80, sabato suoneranno
al teatro Auditorium Manzoni di Bologna, domenica al Gran Teatri Geox di Padova. Lydia
Lunch, figura storica dell'underground newyorchese, suona sabato al Senza Filtro di
Bologna, domenica all'Init di Roma, lunedì al
Circolo Arci Btomic di La Spezia. Il never ending tour dei Pooh sabato tocca il teatro
Nuovo Giovanni da Udine di Udine, lunedì il
Phenomenon di Fontaneto d'Agogna, mercoledì il teatro Augusteo di Napoli. I Bastille, la
band che ha spopolato con Pompei, sabato
suonano all'Alcatraz di Milano. Baba Sissoko,
musicista del Mali da anni in prima fila nella fusione della tradizione africana con altri generi
musicali, sabato è in concerto al teatro Auditorium Comunale di Cagliari. Domenica Mario
Biondi è in concerto all'Auditorium Parco della
Musica, martedì al teatro Augusteo di Napoli.
Stefano Di Battista, sassofonista di livello
mondiale, lunedì è in cartellone alla Casa del
Jazz di Roma. Dave Kilminster, infine, chitarrista star del rock inglese, sabato suona allo
Stones Cafè di Vignola, lunedì al BluesHouse
Club di Milano, martedì alla Esse Music Store
di Montebelluna, mercoledì al The Black Stuff
di Udine.
Fine settimana di concerti-live: da Max Pezzali a Franco Battiato a Baba Sissoko
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
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d’Italia
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7 agosto 1990 n. 250