L`Ape, tre ruote proletarie alla conquista del mondo
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L`Ape, tre ruote proletarie alla conquista del mondo
14 DOMENICA 13 SETTEMBRE 2009 CHIARA MEATTELLI LONDRA.Rockedeleganza,spiri tualità e depravazione. Nick Cave, au straliano, 52 anni, trentacinque di carriera, abita da tempo nell’Olimpo dei cantautori. Insieme a lui ci sono Leonard Cohen e Tom Waits, artisti alla ricerca della parola perfetta in grado di elevare testi delle canzoni a opere letterarie. Ma Cave non è solo un cantautore di culto, inseguito da chi lo ama per gli spettri della propria esistenza e per l’ossessione religiosa che ne fa un profondo conoscitore del Vecchio e del Nuovo Testamento. È anche un romanziere di successo che ora pubblica “La morte di Bunny Munro”, (Feltrinelli, 224 pagine, 16 euro), nelle librerie il 7 ottobre, storia di un venditore porta a porta di pro dotti di bellezza, un sessuomane con dannato a morte per le sue incontrol labili depravazioni. Divertente, spu doratoetoccante,ilromanzoaffronta con una prosa avvincente anche il de licato rapporto fra padre e figlio: «Mentre il piccolo Bunny Junior aspetta in macchina, il padre compie le peggio porcate in giro» spiega l’au tore «ma quando torna, davanti agli occhi del figlio, rimane sempre un eroe». Una storia noir che si legge tutta d’un fiato, al contrario di “E l’asina vide l’angelo”, debutto lettera rio di vent’anni fa tra il gotico e il ba rocco, pieno di intricati riferimenti biblici e filosofici. Per scriverlo, Cave si era chiuso cinque anni nella sua casa di Berlino, dove seguiva una dieta a base di eroina e amfetamine; terminare il libro era divenuta quasi una ragione di sopravvivenza. «Ma sentivo che scrivere romanzi noneralamiavocazione,cosìmisono dedicato all’altro lavoro che sembra sia andato molto bene…» scherza l’ar tista, alto, tenebroso, volto da duro, voce profonda, mentre infila una bat tuta dietro l’altra alla Queen Eliza beth Hall. Sentirlo ridere è quasi me morabile, abituati a vederlo sul palco conlosguardoincendiariomentrere cita lunghi inni alla morte, all’amore e a Dio, con la stessa solennità di un profeta rock. Famosa la sua diffi denza per i giornalisti, che affronta sempre conariascostanteeostile,ma ora l’uscita del nuovo romanzo ne cambia radicalmente l’atteggia mento. Sì, Nick Cave teme il giudizio dei lettori: «Alla notte navigo su In ternet alla ricerca di recensioni», dice mimando lo sguardo ansioso davanti al computer. Poi continua: «Mi sem bra di essere tornato indietro nel tempo, al primo album, quando leg gevo ogni critica e prendevo ogni giu dizio in modo molto personale». Quello che scrivono sulla sua musica, invece, non gli interessa più: «Anche se da un certo punto di vista le cose non cambiano, nel momento in cui ti confronti con la stampa rompi la rela zione intima instaurata con il libro, o il disco, e perdi per sempre una parte della tua creazione». Lo stesso Munro potrebbe essere un personaggio delle sue canzoni: «È una storia che mi ha coinvolto subito, ho impiegato sei settimane per la primastesura.Scrivereunacanzoneè molto più difficile perché, a volte, ci vuole lo stesso tempo per scrivere un solo brano». Ma le caratteristiche del protagonista esistevano già sotto forma di sceneggiatura, commissio nataaNickCavedalregistaJohnHill coat per il quale, nel 2005, aveva scritto anche il crudo western austra liano “The Proposition”. A differenza di quest’ultimo, lo script di Bunny Munro non trovò mai i finanziamenti peressereprodottoeilprogettofupoi del tutto abbandonato quando il regi sta cominciò a girare “The Road”, ba cultura e spettacoli NICKCAVE Attenti a stroncare il mio libro Esce “La morte di Bunny Munro” e la rockstar ora confessa di temere il giudizio della critica sato sul romanzo di Cormac McCar thy e presentato adesso alla Mostra del Cinema di Venezia. Cave ne ha scritto le musiche poi, consigliato da unamico, haripresoinmanoloscript e lo ha trasformato in un romanzo, portandolo avanti durante il tour con i Bad Seeds, la sua band più famosa. Scriveva fra una prova e l’altra, nelle stanze d’albergo e durante i viaggi in bus: «Volevo creare un personaggio mostruoso ma che in particolare gli uomini riconoscessero come reale». Perquantopossaesserlountipochia mato Coniglio, che si eccita persino al funerale della moglie suicida. «Bunny è un caso clinico» spiega l’autore«manonèilsessochegliinte ressa, piuttosto è stare lontano dalla veraintimitàdiunrapportodicoppia. Perquestofantasticasempresullece lebrità: vuole fuggire i sentimenti reali». L’umorismo nero di Cave tra spariva già dai suoi testi ma chi avrebbe immaginato che, per un roc kettaro maledetto come lui, il mas simo sogno erotico fosse Avril Lavi gne? I genitali della giovane popstar canadese sono citati molte volte, un linguaggioinlineacon itesti sconcidi “Grinderman”, l’ultimo progetto mu sicale: «Me lo dicono in tanti, ma non sono d’accordo, i miei testi hanno sempre parlato di sesso». Per questo c’è chi lo accusa di misoginia: «Ma io non sono Bunny Munro, l’ultima cosa che farei è scrivere un libro su me stesso, il bello sta proprio nell’assu mere ruoli che non mi appartengono, come faccio con le canzoni». Per Cave entrare «nell’assurdo mondo dell’immaginazione» è un la voro quotidiano, svolto nell’ufficio di casa, vicino a Brighton, dove vive con la moglie, ex modella, Susie Bick e i figli. La sua vita è cambiata: non lo si vede più a scrivere lettere col sangue in metropolitana , ma lo si incrocia in nei negozi di giocattoli con i figli, en trambi di nove anni come Bunny Ju nior. Non è cambiata, semmai, la sua prolificità. Ha scritto una colonna so nora insieme a Warren Ellis e il 22 ot tobre terrà un evento speciale al Tea tro Dal Verme di Milano per presen tare “Bunny Munro”, ma ammette: «Temo i fans di Avril Lavigne». [email protected] L’ALBUM “DIG LAZARUS DIG !!!” Album da non perdere di Cave con i Bad Seeds. Uscito nel 2008, “Dig Lazarus Dig” è considerato uno dei lavoro più riusciti del cantautore australiano e gli è stato ispirato «dalla resurrezione che mi ha sempre colpito, sin da quando ero un bambino. Così come mi stupiscono i miracoli» IL FILM “THE PROPOSITION” Cave ha scritto soggetto e sceneggiatura per questo western crudo, ambientato in Australia da John Hillcoat, che più tardi ha diretto “The Road” portato alla Mostra del Cinema Nick Cave, 52 anni, australiano, vive a Londra con la moglie e i due figli. Il 22 ottobre sarà a Milano L’Ape, tre ruote proletarie alla conquista del mondo dal nostro inviato GIULIANO GALLETTA MANTOVA. Di sicuro la proleta ria Ape non può vantare il pedigreé glamour della sua cugina Vespa; non risulta infatti che sia mai stata caval cata da Gregory Peck e Audrey Hep burn. È probabile quindi che sia l’es senzialità, la semplicità un po’ primi tiva di carretto a motore, duttile e pronto ai più disparati utilizzi quasi come un mulo postmoderno, che l’hanno resa uno dei mezzi di tra sporto più diffusi nel mondo, soprat tuttodopochelaPiaggiodecisedicon cedere la licenza di costruzione all’India, dove oggi è il primo mezzo pubblico di locomozione. Oltreché proletaria l’Ape divenne quindi presto Due celebri immagini di Ronis Addio Ronis ultimo poeta dello scatto Muore a 99 anni il grande ritrattista di innamorati e nudi romantici che ha raccontato la Francia del secondo dopoguerra PARIGI. Willy Ronis, uno dei più grandi fotografi di ogni tempo, è morto ieri notte a 99 anni. Espo nente della corrente umanista come Robert Doisneau che con la sua fama ne aveva oscurato il suc cesso, Ronis era diventato famoso per reportage fotografici in bianco e nero pubblicati su giornali e pe riodici, in particolare nella rivista Regards. È stato uno di quegli artisti della fotogra fia che nel do poguerra ha dato un'im magine sorri dente alla Francia, fatta di bambini monelli, baci tra innamo Willy Ronis rati, mestieri semplici e scene quotidiane. Le gato al Partito comunista, Ronis si era affezionato ai temi sociali, ma tra i suoi più grandi successi ci sono i nudi delicati come “Nudo provenzale”, una foto di una donnachesilavapiegatasullavan dino davanti alla finestra. Con lui finisce un’epoca di realismo ma gico che ha segnato gli anni ’50. TELEVISIONE FESTIVALETTERATURA L’antropologo Franco La Cecla spiega in un libro le ragioni del successo planetario del veicolo creato dalla Piaggio nel ’48 FOTOGRAFIA anche terzomondista e oggi, di conse guenza, globalizzata. Nata nel 1948 come uno sviluppo della Vespa, a cui era stata semplicemente aggiunta una ruota e un piccolo rimorchio, tanto che i primi modelli si chiamavano Ve spaCar o TriVespa, si è sviluppata in decine di modelli è diventata persino un trattore sino alla più recente, vez zosaecostosa,ApeCalessino.Alruolo dell’Ape, oLapa,Riksha,Tuktukase conda dei vari nomignoli che assume in tutto il mondo, è dedicato il libro, presentato al Festivaletteratura, “L’Ape. Antropologia su tre ruote” (Elèuthera, 95 pagine, 14 euro) di Franco La Cecla, antropologo e urba nista, e Melo Minnella, fotografo. «Per un antropologo» spiega La Cecla «l’Ape è interessante da tanti punti di vista, e questo volume non è che l’ini zio di un lavoro che dovrà proseguire, ma principalmente perché ci tro viamo di fronte a un veicolo il cui ca rattere di marca, design, produzione industriale è stato immediatamente assorbito dall’uso, dalla ridefinizione che l’uso popolare ne ha fatto». «Dagli altopiani etiopici a quelli guatemaltechi» prosegue La Cecla «dal Tamil Madu al Cairo, dal Senegal al Xiamei in Cina, dal Vietnan al Mali l’Ape viene trasformata, manipolata, adattata a ogni situazione», diven tando così gelataio, taxi, camioncino della frutta, pescheria. Come dimo strano le fotografie di Minnella, l’Ape assume anche una dimensione este tica, viene personalizzata, forse per contrastarelapesantezzadeltrafficoe del lavoro, un po’ come una salotto, un altarino, o una bambola a cui si pos sono cambiare i vestiti. «È l’elemento base del gioco a cui si può aggiungere qualunque travestimento, è come una Barbie della strada» aggiunge La Cecla. Ma l’Ape può anche diventare una filosofia di vita, quasi una fede, i fan hanno ora a disposizione una rac colta di modellini mandati in edicola da Hachette, che l’antropologo rias sume così: «Credere all’esistenza dell’Ape, o Lapa, richiede alcune con dizioni preliminari: a) che si sia dispo sti ad ammettere che un veicolo a tre ruote stia in piedi; b) che si abbia un’idea molto vaga dell’uso di un si mile veicolo: c) che si pensi che ci si può andare dappertutto, scale com prese; d) che si pensi che nulla e so prattutto nessuna automobile possa essere più comodo; e) che si pensi che è l’unica alternativa alla decappota bile». «Ci sono alcune straordinarie anticipazioni in questo veicolo che l’industria automobilistica ha capito solo dopo decenni di sperimenta zione» è convinto l’antropologo «chi guida l’Ape sa di essere un uomo del futuro, profeta di una nuova era della mobilità “leggera”». «Purtroppo le Api che troviamo nel mondo non sono più italiane» con clude La Cecla «i produttori originali non hanno capito con cosa avevano a che fare e sono stati travolti dai mi lioni di three wheels costruite da altre marche che hanno acquistato il bre vetto e ne hanno cambiato i conno tati». [email protected] Due Api fotografate da Minnella Cantante di 82 anni star di X Factor inglese LONDRA. Con la sua interpre tazione di “Come Fly with Me” di Frank Sinatra, William, 82 anni, ha conquistato i giudici dell’X Factor britannico, diven tando la nuova star del talent show. Insegnante di danza in pensione, originario di Essex, il nonno indossava una giacca sportiva, papillon e un basco chiaro. Quando ha rivelato la sua età, la platea lo ha applau dito a lungo. Il giudice, produt tore discografico e inventore del format ispirato ad “Ameri can Idol”, Simon Cowell, è stato fischiato per avere chiesto a William dove sarà fra sette anni, salvo poi cambiare la domanda in «tre o quattro». Simon tutta via è stato travolto dalla bravura del vecchietto, che ha cantato in tono basso il brano di Sinatra, e si è messo pure a battere il tempo con le dita. Alla figlia di William è stato detto che è «un buon segno», perchè «Simon non batte mai le dita».