A.M.A.R.E. 2016 - cor.unipv.it - Università degli studi di Pavia
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A.M.A.R.E. 2016 - cor.unipv.it - Università degli studi di Pavia
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: Università di Pavia NZ00125 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: Albo Regionale – Regione Lombardia 2^ CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: A.M.A.R.E. 2016 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): A01 – Assistenza Anziani 6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: Come ha riportato la World Health Organization entro il 2015 la quota di anziani tra la popolazione aumenterà dell’80% ed entro il 2050 il numero degli anziani superiore ai 70 anni supererà quello di tutti bambini di età inferiore ai 14 anni. Il numero di persone di età superiore agli 80 anni sarà quasi quadruplicato tra il 2000 e 2050 raggiungendo i 395 milioni. Non vi è alcun precedente storico per la maggioranza degli adulti di mezza età e anziani che hanno genitori che vivono, come è già il caso di oggi. La popolazione mondiale, insomma, sta invecchiando rapidamente. Il problema dell’invecchiamento della popolazione suscita particolare interesse in tutto lo scenario mondiale dalle amministrazioni, agli organi politici, alle istituzioni. Ed anche in tutti gli scenari geografici, compresi i paesi dell’Area del Mediterraneo. I Governi e le istituzioni devono darsi da fare per non trovarsi impreparati. Perché per quanto in salute, la vecchiaia porta necessariamente con sé anche una maggiore fragilità e patologie croniche. A causa dell’invecchiamento, sta aumentando anche nel mondo la quota di popolazione affetta da demenze come il morbo di Alzheimer: si stima che il 25-30% delle persone di età pari o superiore agli 85 anni presentino qualche livello di declino cognitivo. Diventeranno quindi sempre più necessarie forme di assistenza a lungo termine, che possono comprendere cure infermieristiche a domicilio, assistenza di comunità e in ambiente domestico, ricovero in istituti o lunghi soggiorni in ospedale. Noi crediamo che tutti, ovunque, possono e devono fare la loro parte per aiutare le persone anziane e con demenza a vivere bene durante tutto il percorso della loro vita. Esistono enormi possibilità di facilitazioni e miglioramenti per le famiglie, amici, assistenti, operatori sanitari, commissari, fruitori di cura, fornitori, se società e governi lavorano insieme per migliorare l’assistenza a lungo termine nel loro paese. Siamo impegnati a plasmare la cura degli anziani e della demenza globale e facendo in modo che conducano vite più felici, siano più soddisfatte, il più a lungo possibile. Questa è la nostra visione e intento. Una valutazione dell’evoluzione demografica negli ultimi decenni, permette di comprendere come nella nostra società si siano verificati importanti cambiamenti e come si sia ancora in fase di transizione. Una caratteristica del fenomeno di invecchiamento è che lo stesso si manifesta in maniera differenziata in relazione all’ambiente, alla cultura, alle opportunità avute nel corso degli anni. Non tutti gli anziani sono da considerarsi persone da assistere, ma certamente sono portatrici di una “nuova normalità” e di proprie esigenze. L’anziano in condizioni di malattia è spesso portatore di pluripatologie i cui esiti possono condurre a disabilità e quindi a riduzione dell’autonomia. Secondo i dati ISTAT il 52% degli uomini e il 66% delle donne ultrasessantacinquenni dichiarano almeno due malattie croniche in atto, il 44% e il 51% rispettivamente, ne dichiarano almeno tre. Per l’anziano, salute significa principalmente autonomia e questa può sussistere anche in presenza di malattia. Il 45% dei soggetti di età compresa tra i 65 e 75 anni, anche se affetti da una compromissione fisica, dichiarano uno stato di salute buono o molto buono. Il World Health Report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea la rivoluzione demografica in corso che porterà all’aumento della popolazione anziana in tutto il mondo, con problemi economici, sociali e sanitari di grande rilevanza; il tipo di domanda sta cambiando molto rapidamente. Si prevede che in Europa, in termini assoluti, il numero di anziani raddoppierà, passando da 85 milioni nel 2008 a 151 milioni nel 2060 (European Commission and the Economic Policy Committee, 2009). 2 Di conseguenza la qualità di vita della suddetta popolazione anziana ha suscitato un maggior interesse da parte della comunità scientifica; infatti, così come sono aumentate le speranze di vita, sono anche aumentate le cause di possibile disabilità. Uno dei maggiori problemi è rappresentato da un esponenziale incremento di patologie invalidanti a carattere progressivo, quali le demenze, tra cui le più diffuse, sono la malattia d’Alzheimer e la demenza vascolare. Carattere comune di queste patologie è il progressivo e ingravescente calo delle abilità cognitivo-comportamentali che si accompagna nelle fasi più avanzate ad una totale perdita nell’autonomia delle attività quotidiane. Il problema sanitario e sociale attuale più urgente riguarda la gestione corretta ed equa della fragilità, della disabilità, e l’aiuto per lenire l’abbandono e la solitudine di tanti anziani malati e con ridotta abilità nelle funzioni della vita quotidiana. Il paziente anziano può, inoltre, essere portatore di un disagio psicologico troppo spesso minimizzato, considerato “fisiologico” e come tale non richiedente trattamento specialistico, disagio emotivo considerato elemento di disturbo, che potrebbe ostacolare il percorso di terapeutico. L’esperienza di malattia fisica nell’anziano, anche in presenza di abilità cognitiva e autonomia, provoca una crisi evolutiva di identità. Come avviene in adolescenza, anche nella senescenza l’evoluzione dell’identità è un continuo passaggio di acquisizioni e perdite, di disperazione e speranze, di accettazione e adattamenti. I clinici, nel rapportarsi con il paziente anziano ammalato, devono considerare il significato del cambiamento di prospettiva che la malattia comporta. Spesso questo periodo di vita fa emergere la necessità di comprendere le persone e le loro storie, di accettarne le fragilità, di andare oltre la generale rappresentazione della vecchiaia e della disabilità. Questi importanti e sostanziali cambiamenti demografici richiedono un continuo adeguamento della risposta ai bisogni degli anziani non solo dal punto di vista sanitario ma anche socio-assistenziale. In questo contesto, il progetto di servizio civile A.M.A.R.E. ha in questi anni permesso di sperimentare modelli innovativi di intervento rivolti ai pazienti ricoverati presso l’Istituto Santa Margherita di Pavia. Il nostro istituto correlato all’invecchiamento ed alla riabilitazione geriatrica presenta al suo interno il Nucleo Alzheimer della Divisione Universitaria Clinicizzata con la presenza di oltre duecento pazienti anziani all’anno. E’ il reparto in cui si è sviluppata la progettualità di servizio civile i cui risultati positivi e l’efficacia mostrata nelle modalità di intervento legittimano la sua riproposizione senza la necessità di particolari modifiche. Peraltro va’ segnalato che non sarebbe possibile fornire in altro modo questo tipo di servizi ai nostri pazienti per croniche carenze finanziarie e organizzative. 3 Il progetto è partito dalle risultanze di diversi studi presenti in letteratura che suggeriscono che l’attività fisica, motoria e le attività complementari non farmacologiche come la musicoterapia, l’arteterapia e attività di “brain train” rappresentano strumenti utili ed importanti per la prevenzione ed il mantenimento della funzioni cognitive ed eventuale demenza. Il progetto ha permesso in questi anni la realizzazione di queste attività oltre alla valutazione e al monitoraggio a livello multidimensionale dello stato cognitivo e dello stato emotivo-relazionale e nutrizionale dei pazienti ricoverati. Queste attività complementari di supporto hanno contribuito a migliorare la qualità della vita dell’anziano fragile durante il periodo di residenza nella struttura di cura e riabilitazione. Anche per questa annualità, il contesto territoriale in cui si sviluppa il progetto è rappresentato da due ambiti fondamentali, altamente integrati tra loro ed inscindibili nell’operatività, cioè l’Università di Pavia, Corso di Geriatria del Corso di Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia e delle Lauree Triennali della Facoltà di Medicina e Chirurgia, e la Divisione Universitaria di Geriatria nell’Istituto di Riabilitazione Geriatrica “Santa Margherita” dell’Azienda Servizi alla Persona di Pavia. CONTESTO FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA Il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia prevede come obiettivo generale l’acquisizione da parte degli studenti: delle basi scientifiche, della preparazione teorico-pratica e di un livello di autonomia professionale, decisionale ed operativa necessari all’esercizio della professione medica; della capacità di comunicare con chiarezza ed umanità con il paziente e con i familiari; della capacità di collaborare con le diverse figure professionali nelle attività sanitarie di gruppo; della capacità di riconoscere i problemi sanitari della comunità e di intervenire in modo competente. Ogni anno vengono immatricolati 220 nuovi studenti, su circa 1400 iscritti, per cui questo è il numero medio di studenti che afferiscono ad ogni anno di corso e che frequenteranno i reparti di degenza ove si svolgerà il progetto. Lo studente deve quindi imparare ad operare tenendo conto della pluripatologia e della polifarmacoterapia del paziente anziano, e deve apprendere anche nozioni e capacità per le terapie non farmacologiche che possono essere di aiuto in ambito geriatrico. 4 CONTESTO AZIENDA SERVIZI ALLA PERSONA DI PAVIA - ISTITUTO DI RIABILITAZIONE GERIATRICO SANTA MARGHERITA. L’attività didattica interattiva e il tirocinio professionalizzante inerenti al Corso di Geriatria vengono svolti all’Istituto di Riabilitazione Geriatrica Santa Margherita che consta di circa 1.300 ricoveri annuali. L’attività assistenziale viene svolta presso otto reparti di degenza, che comprendono reparti di riabilitazione fisica post traumatica e per post acuti, un hospice per pazienti terminali, un nucleo Alzheimer per soggetti con decadimento cognitivo e una sezione di riabilitazione fisiatrica. I pazienti ricoverati ogni giorno sono mediamente 220. I soggetti con patologia organica svolgono regolari sedute di riabilitazione e terapia fisica e riabilitazione neuropsicologica. I soggetti con decadimento cognitivo vengono sottoposti a procedure terapeutiche particolari, quali terapia cognitiva, educazione comportamentale, musicoterapica, attività motoria adattata, terapia di gruppo, ecc. Questi soggetti vengono ricoverati in un reparto protetto perché spesso non sono orientati nello spazio e correrebbero gravi rischi se uscissero dal reparto senza accompagnatore. Per questo motivo hanno bisogno di essere guidati e accompagnati in tutte le loro attività quotidiane, dalla corretta vestizione, all’assunzione del pasto, alla presa di coscienza del sé, alla gestione del tempo. I soggetti allettati hanno bisogno di avere attorno al loro letto tutto quello che gli altri possono procurarsi con il movimento. I pazienti allettati per “coma” hanno bisogno di una buona gestione del loro “risveglio” ed i loro famigliari necessitano di assistenza e conforto. Poiché il periodo di degenza per riabilitazione spesso si protrae per diverse settimane è necessaria anche un’attenzione particolare alla gestione del tempo libero dei ricoverati che allo stato attuale non hanno spesso motivi di aggregazione. La degenza in ospedale comporta la considerazione della lunghezza del tempo che va gestito al meglio. Non esistono allo stato attuale altri servizi similari sullo stesso territorio provinciale di pertinenza. ATTIVITA’ ESTERNA E CONTESTO COMPLEMENTARE Poiché l’attività di assistenza complementare per essere produttiva deve essere continuativa, si prevede anche un contatto con i pazienti dopo il ricovero due giorni alla settimana a turno presso un ambulatorio geriatrico territoriale sostenuto dalla Fondazione Coghi che ha lo scopo di promuovere attività territoriali per gli anziani. Presso questo ambulatorio verranno riproposte le attività complementari attivate nei reparti di degenza del S. Margherita. 5 ESPERIENZE PREGRESSE Le precedenti esperienze di Servizio Civile hanno permesso di gestire in continuo 17 pazienti al giorno in tutte le loro necessità del tempo libero con ottima ricaduta sulla qualità del servizio reso. Con riferimento, in particolare, all’ultimo anno si sono potute realizzare, una serie di attività propedeutiche alla pratica clinica tra cui, soprattutto: - la valutazione dello stato di idratazione del paziente; - la valutazione della sarcopenia (perdita di tessuto muscolare); - la valutazione della dynapenia (perdita della forza muscolare). Tutto ciò su una popolazione di circa 220 pazienti ricoverati tra reparto alzheimer e i reparti di geriatria. Il venir meno delle suddette valutazioni priverebbe il medico di un supporto importante ai fini dell’ottimizzazione terapeutica. DESTINATARI (ED EVENTUALI BENEFICIARI) ATTIVITA’ PROGETTO Destinatari Il progetto è indirizzato ai 220 pazienti anziani presenti nei reparti dell’IDR S. Margherita di Pavia, con particolare attenzione a coloro che presentano deficit cognitivi, ipomobilità, decadimento generale e che necessitano di azioni di sollievo più assidue e mirate. Il progetto è destinato quindi ad intervenire sulla realtà del paziente anziano fragile, malato e complesso, dei soggetti addetti alla loro gestione, ai caregivers, alla interazione paziente-medico-studente (per un totale complessivo di 240 iscritti alle discipline medico-geriatriche). Si possono individuare alcune esigenze ed alcuni target su cui sviluppare metodologie precise: l’anziano che deve accettare il progressivo avanzare dell’età e del decadimento cognitivo; l’anziano fragile con e, soprattutto, senza chi possa occuparsi di lui o caregiver; la famiglia che deve gestire l’anziano con minori supporti e con persone sempre più anziane e che quindi deve essere istruita, consigliata, guidata; i giovani che devono essere sensibilizzati al problema sociale dell’anziano in un paese che invecchia; i volontari che devono acquisire compiti particolari ed utili nella società in cui dovranno poi lavorare; gli studenti che devono conoscere i nuovi principi della geriatria ed i moderni approcci di sostegno in una realtà geriatrica. Attraverso la creazione di uno specifico sistema di monitoraggio alcune delle variabili qualitative e quantitative fondamentali che si vorrebbero approfondire sono: 6 il grado e la possibilità di integrazione fra rete sanitaria, socio-sanitaria e sociale; il livello di gradimento dell’utenza e degli operatori; possibilità di sviluppare fenomeni di aggregazione tra pazienti; organizzazione di interventi terapeutici anche non farmacologici per migliorare il processo riabilitativo e l’accettazione del periodo di ricovero da parte del paziente; organizzazione di attività ludiche ed intellettuali e fisiche per accompagnare il lento scorrere delle ore quotidiane del ricovero riabilitativo; controllare e guidare i pazienti con decadimento cognitivo nel percorso riabilitativo attraverso la partecipazione ai complessi progetti riabilitativi personali; guidare gli studenti nell’approccio alle attività geriatrica. Beneficiari Questo progetto dovrebbe avere ricadute a cascata sulle famiglie dei Pazienti ricoverati e quindi circa 400-600 persone (caregivers) che saranno aiutati nella gestione della cronicità dei pazienti e soddisfatti nelle loro perplessità di gestione e che potranno acquisire conoscenze atte a gestire meglio il tempo ed in termini corretti il loro caro malato. Beneficiari saranno anche: - un migliaio di studenti di vari corsi di Laurea che a vario titolo trarranno vantaggio dal contatto col SCVN perché guidati nel loro percorso di apprendimento dei fondamenti della geriatria e delle modalità di comportamento; - i 400 dipendenti del S. Margherita che lavorano attorno ai suddetti reparti e che vedranno alleviate le loro gravose incombenze e migliorate le loro prestazioni. 7) Obiettivi del progetto: L’obiettivo del progetto che viene presentato è quello di confermare quanto realizzato dai giovani che hanno prestato il loro servizio civile al Santa Margherita negli anni passati. I servizi realizzati grazie ai progetti di servizio civile in assenza di nuovi volontari non possono essere più erogati con il conseguente venir meno degli obiettivi che vengono rielencati per comodità nei prossimi paragrafi. L’obiettivo principale del progetto è il coinvolgimento di tutti quei soggetti anziani fragili con un grado di patologia fisico e cognitiva medio-lieve, in un programma di attività motoria adattata e di interventi complementari quali musicoterapia ed arteterapia e valutazione corporeo-funzionale, con la finalità di un miglioramento fisiologico, funzionale e relazionale, di supporto e propedeutico alla terapia 7 farmacologica in atto; utile inoltre, a ridimensionare tutte quelle situazioni dove l’abulia, assai diffusa in pazienti di questo tipo, in combinazione con l’ambiente di ricovero, possa generare situazioni di parziale o totale alienazione del soggetto. Ci si propone quindi di elevare gli standard qualitativi dell’organizzazione didattica ed assistenziale, la cultura e la formazione degli operatori e dei cittadini che consentano di operare in modo efficiente nell’ambito della assistenza agli anziani e dell’insegnamento della geriatria. In diversi studi è stato, infatti, osservato che l’esercizio fisico si associa ad un miglioramento della performance fisica negli anziani. A questo riguardo, evidenze rilevanti sono recentemente derivate da un trial clinico randomizzato, lo studio LIFE (Lifestile Interventions and Independence For Elders pilot study). Questo studio pilota ha dimostrato come un’attività fisica d’intensità moderata è in grado di determinare un significativo miglioramento della performance fisica, misurata mediante una batteria di test (Short Physical Performance Battery), fortemente associata allo sviluppo di disabilità, istituzionalizzazione e morte. Questo studio ha, inoltre, fornito promettenti evidenze riguardo all’efficacia dell’esercizio fisico nella prevenzione della disabilità nel cammino. L’esercizio fisico, sia indirettamente, agendo sui fattori di rischio cardiovascolare, sia in maniera diretta, è in grado di migliorare la perfusione cerebrale. L’esercizio fisico potrebbe influenzare direttamente le funzioni cognitive, determinando modificazioni biochimiche e strutturali a livello cerebrale che si traducono in un aumento della proliferazione cellulare e miglioramento delle prestazioni e della qualità di vita e riduzione delle complicanze soprattutto cardiovascolari, in osservazione degli intenti del Piano Cardiovascolare Regionale. La musicoterapia è una disciplina che utilizza l’elemento sonoro/musicale all’interno della relazione utente/operatore in un processo sistemico di intervento con finalità preventive, riabilitative e terapeutiche. Conseguentemente, la musica agisce sugli organi, sulle ghiandole endocrine, sul sistema personale emotivo e mentale e sul sistema transpersonale spirituale. La tipologia di risposta umana ricercata dalla musicoterapia è il mantenimento dello stato di salute, il potenziamento dello stato di salute, il ritorno allo stato di salute. La natura multidisciplinare (artistica, psicologica e pedagogica) dell'arteterapia inserisce l'arteterapeuta tra le diverse figure professionali coinvolte nei programmi di prevenzione e cura. L'arteterapia contribuisce alla diagnosi, alla presa in carico e al trattamento del disagio psicologico e sociale. Gli interventi possono avere finalità preventive, riabilitative, terapeutiche o psicoterapeutiche. Il paziente anziano affetto da demenza, non richiede solo assistenza medica, poiché il progressivo deterioramento delle funzioni cognitive altera ruoli, relazioni, senso di 8 sé e delle proprie competenze che possono essere riorganizzate tramite un intervento psicologico adeguato. La psicologia clinica a mediazione artistica svolge la fondamentale funzione di condurre il paziente ad un nuovo equilibrio psicologico e relazionale, potenziando capacità espressive non verbali. Tramite l’arteterapia, infatti, il paziente viene indotto a servirsi di alcune capacità residue, meno interessate dal deterioramento progressivo tipico delle demenze. Tutte queste attività necessitano di specialisti e di numeroso personale di supporto. Questo è esattamente l’ambito di intervento del nostro progetto attuale. Sulla base di quanto premesso appare rilevante quindi l’importanza del movimento per modulare il peggioramento del declino cognitivo. Per questo motivo appare rilevante promuovere una attività di fitness e di movimento dolce per i soggetti anziani che già hanno un declino cognitivo come l’Alzheimer allo scopo di condizionare l’ulteriore decadimento e promuovere una riabilitazione o terapia cognitivo-motoria integrativa alle terapie tradizionali. E’ già noto che le terapie integrative quali arte terapia e musicoterapia promuovono un miglioramento delle attività cognitive dei soggetti anziani con Alzheimer. E’ noto che il ballo allunga il periodo di stabilità dei Pazienti Alzheimer prima del decadimento finale. OBIETTIVI QUALITATIVI E QUANTITATIVI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA DIDATTICA Organizzazione della didattica in Geriatria: 1. Organizzare in modo più armonico ed organico gli incontri didattici: particolare attenzione verrà posta all’organizzazione dei turni di frequenza per permettere una partecipazione più ampia e continuativa possibile. Verranno organizzati tenendo conto dell’orario didattico previsto dal corso di laurea ma anche dell’organizzazione delle attività nei singoli reparti, in modo da inserire lo studente in modo attivo nel processo assistenziale. 2. Aumentare l’offerta proposta dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia. 3. Avere una struttura scientifico/organizzativa adeguata alle necessità. 4. Rispondere alle richieste specifiche degli studenti. 5. Offrire 4 ore quotidiane di tutorato dei volontari agli studenti per attività integrate con l’assistenza agli anziani. 6. Assistere ed organizzare 220 studenti in piccoli gruppi di attività a ciclo differenziato in rapporto alle patologie ricoverate. 7. Far aumentare il ruolo della nostra Facoltà nel programma di intervento sull’assistenza sanitaria della Università. 8. Aumentare la sensibilità degli studenti ai problemi degli anziani ed alla disciplina della Geriatria. 9 9. Far apprendere agli studenti la pratica di nuove metodologie integrate di assistenza geriatrica. 10. Migliorare la realizzazione del progetto didattico-pedagogico-assistenziale di integrazione ospedale – territorio. IMPEGNO % OBIETTIVI QUALITATIVI E QUANTITATIVI PER LA DIDATTICA 3 0 2 5 2 0 1 5 1 0 5 0 1 1. organizzare in modo più armonico ed organico gli incontri didattici: 2. aumentare l’offerta proposta dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia 3. avere una struttura scientifico/organizzativa adeguata alle necessità 4. rispondere alle richieste specifiche degli studenti 5. offrire 4 ore quotidiane di tutorato dei volontari agli studenti per attività integrate con l’assistenza agli anziani 6. assistere ed organizzare 220 studenti in piccoli gruppi di attività a ciclo differenziato in rapporto alle patologie ricoverate, 7. far aumentare il ruolo della nostra Facoltà nel programma di intervento sull’assistenza sanitaria della Università 8. aumentare la sensibilità degli studenti ai problemi degli anziani ed alla disciplina della Geriatria 9. far apprendere agli studenti la pratica di nuove metodologie integrate di assistenza geriatrica 10. migliorare la realizzazione del progetto didattico-pedagogico-assistenziale di integrazione ospedale – territorio. OBIETTIVI QUALITATIVI E QUANTITATIVI PER IL MIGLIORAMENTO DELLA ASSISTENZA Assistenza dei soggetti anziani ricoverati: 1. migliorare l’outcome degli anziani ricoverati: gli interventi attuati dovranno portare ad una riduzione dei tempi di degenza riabilitativa e/o ad un miglioramento delle abilità riacquisite al termine della degenza, con le scale normalmente utilizzate nei reparti di riabilitazione geriatrica; 2. sperimentare migliori e differenti modalità di attività didattico-assistenziali; 3. offrire ai cittadini una migliore informazione attraverso opportuni desk e la elaborazione di depliant informativi; 10 4. realizzazione di un “call-center amico”; 5. offrire ai ricoverati una migliore accettazione della malattia in una fase difficile della loro vita; 6. organizzare attività alternative (ludiche, culturali, conversazionali, ecc) per l’aggregazione dei pazienti nei reparti di degenza; 7. offrire presenza di 8 ore quotidiane nei reparti per rispondere ai bisogni presentati dai pazienti; 8. realizzare attività occupazionali per 3 ore mattutine e 3 ore pomeridiane distinte per pazienti affetti da Alzheimer, pazienti traumatizzati, pazienti allettati, pazienti con decadimento cognitivo, pazienti in coma, pazienti terminali, pazienti ricoverati in Hospice; 9. affrontare meglio il problema della disabilità; 10. affrontare meglio il problema della dipendenza; 11. offrire un miglior supporto ai familiari dei degenti; 12. migliorare il rapporto della cittadinanza con gli anziani ricoverati; 13. rendere più gradevoli ed accettabili le “cittadelle degli anziani” tramite una corretta gestione del tempo e la programmazione di attività culturali e di svago. 11 PESO OBIETTIVI QUALITATIVI E QUANTITATIVI PER L'ASSISTENZA 100 50 0 1 1. migliorare l’outcome degli anziani ricoverati 2. sperimentare migliori e differenti modalità di attività didattico-assistenziali 3. offrire ai cittadini una migliore assistenza 4. realizzare progetti di attività motoria” 5. offrire ai ricoverati una migliore accettazione della malattia 6. organizzare attività alternative 7. offrire presenza di 8 ore quotidiane nei reparti 8. Coinvolgimento degli studenti nei progetti specifici di attività motoria adattata 9. affrontare meglio il problema della disabilità 10. affrontare meglio il problema della dipendenza 11. offrire un miglior supporto ai familiari dei degenti 12. migliorare il rapporto della cittadinanza con gli anziani ricoverati 13. rendere più gradevoli ed accettabili le “cittadelle degli anziani” OBIETTIVI SPECIFICI Obiettivi specifici per i pazienti del gruppo Alzheimer coinvolti: integrare i soggetti con Alzheimer, da un punto di vista relazionale ancora attivi, all’interno del gruppo cercando di stimolare l’intenzionalità e la motivazione al movimento; sfruttare le buone capacità motorie, per migliorare l’autonomia generale dell’anziano tramite proposte caratterizzate dalla motricità adattata per l’attivazione globale. Obiettivi specifici per i pazienti con moderato deficit cognitivo coinvolti: sfruttare le buone risorse relazionali; migliorare la capacità di percezione per giungere al consolidamento delle autonomie motorie (tramite attività finalizzate al mantenimento dell’equilibrio, alla capacità di prensione manuale, all’opposizione pollice-indice, alla motricità fine ed alla coordinazione oculo-manuale). 12 Un ulteriore obiettivo del progetto riguarda l’allargamento della proposta di attività motoria adattata agli altri ricoverati integrativa eventualmente dell’attività riabilitativa mirata al non peggioramento della ADL e IADL. Gli obiettivi saranno strutturati inoltre in base ai bisogni dei singoli, in accordo con l’équipe medica, fisioterapica e degli animatori. PESO OBIETTIVI SPECIFICI 100% 50% 0 1 1. integrazione dei Pazienti con deficit cognitivi con gli altri degenti 2 integrazione dei Pazienti con l’ambiente 3 stimolazione cognitiva” 4 adesione dei Pazienti al progetti 5 continuità della attività 6 comprensione delle attività da parte dei Pazienti 7 coinvolgimento degli studenti nei progetti specifici di attività motoria adattata 8 valutazione del miglioramento 9 soddisfazione dei pazienti 10 soddisfazione caregivers miglioramento 11 valutazione del miglioramento 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi Il progetto si sviluppa in 3 fasi (avvio, implementazione, monitoraggio/verifica) e si svolge secondo uno sviluppo progressivo sequenziale articolato nello schema sotto inserito. I volontari opereranno in tutte le attività di sostegno, accompagnamento ed animazione erogate ad anziani reclutati per l’attuazione del progetto. La fase di avvio coincide con il primo mese di servizio durante il quale, oltre all’avvio delle attività di formazione generale, i volontari saranno accolti dall’OLP e dal referente del progetto, direttore della sezione di geriatria dell’Ospedale e 13 verranno inseriti nelle realtà di riferimento, avviando i primi momenti di relazione interpersonale con gli utenti. Nei novanta giorni successivi all’avvio del servizio i volontari saranno coinvolti nelle attività di formazione specifica previste dal piano formativo del progetto. La seconda fase coincide con la realizzazione effettiva del progetto con tutte le attività articolate in esso previste e rappresenta il cuore dell'intervento La terza fase si concretizza nel monitoraggio (svolto in itinere a cadenze periodiche) e nella verifica finale del progetto: la sua finalità è quella di verificare l'efficacia e l'efficienza delle azioni ed eventualmente rimodularle in considerazione di variazioni, cambiamenti, adattamenti che si possano rendere necessarie alla luce delle valutazioni dei volontari, degli utenti e degli operatori coinvolti. Diagramma di Gantt relativo alle fasi di attività del progetto Mese 1 2 3 4 5 Avvio Formazione Generale Valutazione cognitiva Valutazione funzionale Formazione specifica Attività intense a piccoli gruppi omogenei Attività modulata a piccoli gruppi omogenei Report individuali settimanali Monitoraggio Chiusura progetto 14 6 7 8 9 10 11 12 Anche se, attualmente, non ci sono terapie in grado di interrompere il progressivo declino cognitivo e funzionale che caratterizza la malattia di Alzheimer (AD) e le altre demenze, diversi interventi riabilitativi hanno dimostrato la loro efficacia nel rallentamento del declino cognitivo, nel controllo dei disturbi comportamentali, nel mantenimento delle abilità funzionali e nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti e dei loro famigliari. La riabilitazione si prefigge il duplice obiettivo di limitare l’impatto di condizioni disabilitanti e di stimolare e potenziare le capacità residue, incentivando e supportando le motivazioni e i bisogni attraverso l’intervento che si attua sull’individuo e sull’ambiente. Si configura come un approccio multidimensionale, che coinvolge il paziente, diverse figure professionali, la famiglia e l’ambiente in cui il paziente vive per portarlo a raggiungere la migliore qualità di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, riducendo al massimo le restrizioni alle sue personali scelte operative. Il complesso delle attività da noi individuate previste per il raggiungimento degli obiettivi si possono condensare nei programmi di stimolazione come la terapia occupazionale, la musicoterapia e l’arte-terapia che possono migliorare il tono dell’umore e la qualità di vita dei pazienti. Inoltre la terapia di valorizzazione, la reminiscenza, la psicomotricità e l’integrazione sensoriale sono utilizzate per ridurre i disturbi comportamentali e migliorare il tono dell’umore. Con la presenza e la collaborazione indispensabile dei volontari del SCN abbiamo progettato un protocollo di attività individuali e di gruppo (attività fisica adattata, musicoterapia, arteterapia, terapia di valorizzazione, la reminiscenza, la psicomotricità e l’integrazione sensoriale) che prevede vari atti sequenziali, obbligatori, interdipendenti e valutabili come riassunti nel grafico globale diviso per attività settimanali: L’approccio e la selezione del soggetto da coinvolgere nell’attività avviene tramite una valutazione iniziale con una breve intervista per distinguere tra chi, dal punto di vista cognitivo e relazionale sia ancora relativamente integro, e chi invece sia completamente compromesso. Questi ultimi non saranno ovviamente esclusi da un coinvolgimento, che sarà profuso con metodi e criteri diversi. L’intervista e la relativa disponibilità del soggetto, è fatta seguire da una meticolosa valutazione funzionale (ripetuta con scadenza mensile al fine di un appropriato controllo), articolata su tre prove che analizzano attentamente le qualità che sono maggiormente corrotte dall’inattività e dall’inesorabile passare del tempo e cioè la forza, l’equilibrio e la resistenza: in linea di massima si seguono le indicazioni del EWGSOP (European Working Group on Sarcopenia in Older People). La forza è valutata con il test Handgrip Strength con cui si valuta, attraverso un dinamometro digitale, la forza espressa nella stretta di mano (la valutazione è correlata con la forza espressa dagli arti inferiori); l’equilibrio e l’andatura sono valutate tramite la scala di Tinetti, strumento validato scientificamente che indaga gli effetti funzionali sul cammino e l'equilibrio dovuti alla presenza di limitazioni 15 muscolo-scheletriche e neurologiche, identificando con un punteggio, i soggetti a rischio di caduta; la performance è valutata con il Timed get-up-and-go test, dove il soggetto seduto su una sedia, viene invitato ad alzarsi, camminare per una distanza di tre metri, girarsi e tornare a sedersi; la resistenza, infine, è valutata attraverso il test del cammino di 6 minuti eseguito, dopo misurazione di un percorso, con la presenza di un volontario che accompagna il soggetto incitandolo e sostenendolo verbalmente durante l’esecuzione della prova. Al termine dei 6 minuti, sarà quantificato il numero dei metri percorsi durante la prova stessa. Si evince da ciò la facilità sia di esecuzione che di valutazione delle prove stesse ma al contempo l’uso di strumenti di validità riconosciute. Alle valutazioni iniziali e funzionali è fatta seguire un’attenta misurazione antropometrica e valutazione della composizione corporea. Arriviamo dunque, alla stesura di una tabella d’allenamento, che si propone, con 3 sedute settimanali, di migliorare le qualità individuali, che fisiologicamente si deprimono con l’età e maggiormente con la patologia e cioè: la forza, l’equilibrio, la mobilità e la resistenza. Trattasi di varie attività formative e di esercizi che svolgiamo in una sala appositamente destinata a questo scopo; con la presenza dei volontari del SCN, appositamente istruiti dal responsabile del servizio, dall’arteterapeuta e dal musicoterapeuta, in rapporto di un volontario per due ospiti, vengono eseguiti esercizi suddivisi per serie e ripetizioni con pause di riposo. Vengono anche proposti esercizi con palle di gommapiuma, bastoni ed elastici, a ritmo di musica, per stimolare l’abilità, la reattività, i riflessi, le relazioni, senza trascurare l’aspetto ludico. Prima, durante e dopo l’attività, ed in generale durante l’arco di permanenza quotidiana dei volontari del SCN, viene stimolata l’idratazione a tutti gli ospiti presenti, i quali, come la maggior parte delle persone anziane anche sane, hanno un’alterazione importante del senso della sete per cui il rischio di disidratazione è sempre presente. Infine per lavorare sulla resistenza, utilizziamo il cammino come strumento: durante la stagione fredda sfruttiamo la presenza all’interno del nostro istituto di un lungo corridoio come ambiente destinato allo scopo, mentre durante la stagione calda possiamo utilizzare il bel giardino interno all’istituto stesso, a disposizione degli ospiti, che essendo dotato di un percorso circolare con corrimano e con la presenza di tre postazioni di riposo ombreggiate, si presta perfettamente al nostro scopo. Fasi dell’intervento - Produzione di opere grafiche a tema libero, che fungono da introduzione alla relazione con il terapeuta. - Produzione di opere pittoriche che facilitano la comunicazione relativa alle emozioni più intense. - Realizzazione di collage come racconto di episodi salienti della propria vita, connesse con le relazioni interpersonali e il recupero della memoria. 16 - Modellato con la creta sui temi della percezione corporea. - Organizzazione di gruppi di musicoterapia - Organizzazione dei gruppi di attività motoria adattata - Organizzazione dei gruppi di riabilitazione neuropsicologica - Organizzazione dei gruppi di lettura e rielaborazione storica - Organizzazione dei gruppi di stimolazione cognitiva Pianificare le attività La terapia occupazionale è indicata nelle fasi moderate di malattia. Si propone di recuperare e potenziare il più a lungo possibile le capacità intellettive, affettive e le abilità funzionali residue, e di favorire la socializzazione, attraverso il coinvolgimento dei pazienti (piccoli gruppi di 4-5 persone) in molteplici e varie attività (arti, mestieri). Per la pianificazione dell’intervento vanno identificate quelle attività della vita quotidiana per le quali esistono delle potenzialità residue, spesso inespresse; vengono quindi impostati programmi terapeutici specifici per stimolare la riacquisizione di queste abilità con il fine di migliorare l’autonomia. La musicoterapia si basa sulle possibilità di comunicazione non verbale e può essere attiva (uso di strumenti) o passiva (ascolto di brani). È indicata nella fase moderato-severa di decadimento cognitivo, con disturbi del linguaggio associati. Obiettivo della musicoterapia è la stimolazione cognitiva (nella fruizione musicale, indipendentemente dal livello di competenza degli individui, operano processi di segregazione, categorizzazione, confronto) e il miglioramento del tono dell’umore. La psicomotricità è basata sul riapprendimento degli elementi del mondo circostante e delle relazioni tra essi; la comunicazione non verbale aiuta i pazienti con disturbi di comprensione e l’uso di ritmi ripetuti stimola le capacità attentive. È indicata per pazienti con demenza di grado moderato-severo. Attraverso la psicomotricità si cerca di impostare una rieducazione prassica e psicosociale per far riscoprire lo schema corporeo perduto e il benessere fisico legato al movimento. L’interazione nella terapia di valorizzazione è basata sull’esperienza soggettiva del paziente, non sui fatti oggettivi: attraverso l’ascolto empatico l’operatore cerca di scoprire la visione del paziente per stabilire un significativo contatto emotivo. Trova indicazione nelle fasi moderate e severe di demenza con disturbi comportamentali associati. La terapia di riorientamento alla realtà è la più diffusa metodica cognitivocomportamentale utilizzata nei pazienti dementi. È indicata nelle fasi lievi-moderate di declino cognitivo, in assenza di deficit neurosensoriali e di gravi disturbi comportamentali. 17 Può essere applicata in associazione con altre tecniche, quali la terapia di reminiscenza e la terapia di rimotivazione, che sembrano avere effetti positivi sul tono dell’umore. Tutte le attività succitate vengono con scadenza quotidiana, settimanale e mensile, registrate in base alla finalità, su appositi report, che andranno a creare la scheda personale di ogni ospite, all’interno di un archivio apposito. Al termine del Servizio, i dati raccolti dai volontari durante l’anno entrano a far parte di un report che può essere utilizzato in futuro a fini statistici o di ricerca. 8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività: n. 1 educatore professionale n. 1 terapista occupazionale n. 2 dirigenti medici n. 2 psicologi n. 3 tecnici di segreteria n. 2 laureati in Scienze Motorie n. 1 musicista n. 2 infermieri professionali n. 4 personale infermieristico OSS n. 60 specializzandi dei Corsi di Laurea afferenti 8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto: I volontari selezionati seguiranno un apposito corso di formazione generale, saranno introdotti all’ambiente in modo graduale, assistiti costantemente dal personale addetto alla istruzione delle pratiche sia tecniche, sia educative, sia di assistenza o di compagnia e saranno aggregati agli studenti dei vari Corsi di Laurea afferenti all’Istituto. I volontari parteciperanno ad attività interdipendenti e coordinate di supporto ai pazienti ricoverati presso l’Istituto S. Margherita ed ASP Pavia. Essi verranno distribuiti su turni di attività quotidiane e settimanali gestite e progettate assieme all’OLP e correlate ai bisogni da soddisfare precedentemente individuati. I volontari saranno associati agli operatori sanitari ed agli studenti dei vari Corsi di Laurea della università di Pavia afferenti all’Istituto S. Margherita. 18 In particolare le attività programmate e gli skills che i volontari acquisiranno possono essere riassunti come segue, sempre derivati dai contenuti del progetto proposto: - accoglienza dei pazienti - individuazione dei bisogni individuali dei pazienti - valutazione funzionale - valutazione sociale - misurazione antropometrica e valutazione della composizione corporea - partecipazione e gestione delle attività motorie individuali - partecipazione e gestione delle attività motorie di gruppo - accompagnamento dei pazienti alle visite specialistiche esterne e nelle varie attività quotidiane - esperienza di sviluppo della memoria e dei fatti trascorsi - lettura giornali, libri e raccolta dei commenti - colloquio e gestione della attualità - aiuto alla parola ed al colloquio - supporto alle funzioni fisiologiche ed all’alimentazione - programmazione dei tempi di soddisfazione delle esigenze individuali In base alle caratteristiche ed alle soggettività dei volontari si valuterà di affidare ad alcuni volontari compiti particolari ma sempre mantenendo in ognuno un’autonomia di base su tutte le attività proposte nel progetto. A titolo d’esempio: un volontario associato o se studente iscritto all’interfacoltà di Scienze Motorie, che ha avuto una formazione particolareggiata per quanto concerne l’attività fisica da proporre agli ospiti e sui test fisici e antropometrici verrà inserito nel gruppo di valutazione. Un altro volontario assieme o se studente di Dietistica, seguirà in modo dettagliato la stesura del MNA (Minimal Nutrition Assesment), strumento utilizzato anche nel reparto Alzheimer per valutare la qualità e la quantità delle abitudini alimentari del soggetto, ai fini di prevenire la malnutrizione anche iatrogena. Un altro volontario associato a o se studente OSS, è particolarmente attento alle esigenze che possono insorgere durante lo svolgimento delle varie mansioni, sarà animatore del gruppo per le esigenze fisiologiche. Un volontario associato o laureato in psicologia, in abbinamento con l’educatore interno del nostro istituto, seguirà in modo particolare tutti gli aspetti educativi, cognitivi e relazionali dei soggetti ospiti. Infine, un volontario con spiccata personalità artistica, si occuperà di impegnare gli ospiti con lavori di disegno e pittura, ma anche di lettura di racconti, poesie ed altro ancora, collaborando pure con un volontario esterno, maestro di musica, che settimanalmente intratterrà i pazienti. 19 In generale dunque, tutti i volontari seguono la vita degli ospiti del nostro reparto: perciò saranno anche dedicati, al bisogno, nel servizio di imboccatura, al servizio di accompagnamento di un soggetto durante le periodiche visite specialistiche o esami strumentali presso altri istituti. In definitiva, con la loro presenza e giovialità, i volontari coinvolgeranno semplicemente col dialogo, col gioco e con piccoli compiti, tutti i presenti, contribuendo con una nota di simpatia ed umanità ad uno scorrere piacevole del tempo 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto 6 10) Numero posti con vitto e alloggio: 0 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 6 12) Numero posti con solo vitto 0 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: Monte ore di 1440 ore (con un minimo di 12 ore alla settimana). 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6): 5 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: Normalmente il servizio è distribuito su 5 giorni settimanali. Si prevede la possibilità di variazioni corrispondenti alle diverse fasi di organizzazione e svolgimento dei corsi sia in sede (Pavia) che in sedi dislocate su tutto il territorio provinciale ed italiano od in sedi esterne ed estere in relazione alle necessità del progetto. Possibilità di viaggi all’estero per problemi connessi allo sviluppo del progetto ed al perfezionamento delle attività. Disponibilità a trasferimenti, impegno saltuario nel fine settimana e nel periodo estivo e di vacanza; necessità di assicurare con opportune turnazioni anche la presenza in agosto e nei periodi di festività e quando necessario anche in orario prolungato quotidiano o fine settimana. 20 16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato: Vedi format Helios allegato 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: Promozione e sensibilizzazione su tutto il territorio pavese del Servizio Civile Nazionale presso l’Università di Pavia, con particolare riferimento ai singoli progetti attivi. L’Università di Pavia collabora con gli Enti più significativi presenti sul territorio; fa inoltre parte di un gruppo di lavoro ufficialmente costituito dalla Regione con il fine di studiare strategie utili a promuovere e valorizzare il Servizio Civile Nazionale. Le manifestazioni organizzate dall’Ateneo, nell’ambito delle quali si effettuano attività di promozione del Servizio Civile e di sensibilizzazione circa il suo rilievo sociale sono numerose. Di seguito, vengono brevemente descritte quelle di maggior rilievo: Porte Aperte alle Imprese L’evento, indirizzato ai laureandi e laureati dell’Ateneo ha una durata di un giorno e si svolge con cadenza annuale. Vi partecipano numerose aziende ed Enti di rilievo locale e nazionale. Costituisce un’importante azione di accompagnamento verso il mondo del lavoro e rappresenta, per i giovani, un primo momento di incontro e confronto con questo mondo. Il Servizio Organizzazione e Innovazione dell’Università è presente alla manifestazione con un proprio stand per illustrare le iniziative del Servizio Civile e degli Stages in ambito universitario. Tempi di realizzazione: 8 ore. Porte Aperte all’Università L’evento, indirizzato a studenti neo-diplomati e neo-laureati di primo livello, ha durata di due giorni ed è organizzato con cadenza annuale. Professori e ricercatori forniscono in modo diretto, all’intera platea degli studenti, informazioni generali sulla natura e qualità dell’offerta didattica e - a platee più ridotte di studenti specificamente interessati – informazioni di dettaglio sull’organizzazione e sulle caratteristiche di specifici corsi di studio. Il coinvolgimento delle diverse strutture dell’Ateneo fa sì che anche le famiglie possono reperire tutte le informazioni sui servizi e sulle opportunità offerte dal sistema universitario pavese. Il Servizio Organizzazione e Innovazione dell’Università partecipa alla manifestazione con un proprio stand per illustrare le iniziative del Servizio Civile e degli Stages in ambito universitario. Tempi di realizzazione: 16 ore 21 Info day Giornata di formazione e orientamento per i giovani che stanno concludendo la Scuola Superiore e sono alle prese con la scelta dell’Università. Tempi di realizzazione: 5 ore Altre tipologie di promozione/valorizzazione sono: pubblicazione del Bando Nazionale (per 30 giorni) e dei progetti di Ateneo in versione integrale (per 12 mesi) sulla pagina Web dell’Università. invio di apposita informativa alla lista di distribuzione di posta elettronica degli studenti. Ai laureandi, al momento dell’espletamento delle pratiche per sostenere la tesi di laurea, vengono consegnate brochure informative relative al Servizio Civile presso l’Università di Pavia. 18) Criteri e modalità di selezione dei volontari: Durante le selezioni verranno utilizzati criteri autonomi. La selezione per il progetto consisterà quindi in una valutazione di titoli, conoscenze ed esperienze effettuata attraverso la somministrazione di una griglia di valutazione e l’analisi del Curriculum Vitae e delle informazioni fornite dal candidato al momento della presentazione della domanda e in un colloquio per valutare attitudini, interessi, motivazioni ed esperienze. Per la valutazione di titoli, conoscenze ed esperienze è previsto un riconoscimento massimo di 45 punti così suddivisi: - Precedenti esperienze professionali: fino a 25 punti - I restanti 20 punti così distribuiti: titoli di studio: fino a 8 punti titoli professionali: fino a 4 punti esperienze aggiuntive a quelle professionali: fino a 4 punti altre conoscenze: fino a 4 punti Punteggio per il colloquio: fino a 75 punti (fino a max. 15 punti per ciascun elemento) attitudini interessi motivazioni competenze trasversali approfondimento delle esperienze svolte Saranno ritenuti idonei allo svolgimento del progetto solo i candidati che abbiano raggiunto nel colloquio orale un punteggio non inferiore a 30 punti su 75 disponibili. 22 19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): NO 20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto: Il piano di monitoraggio prevede diversi momenti: a) per i volontari: - nel quarto, ottavo e dodicesimo mese di servizio, il responsabile del monitoraggio incontra i volontari per fare il punto sulla situazione, riflettere sull’esperienza, analizzare i problemi emersi e raccogliere proposte, critiche e domande. In tale occasione vengono somministrati questionari di autovalutazione. - nell’incontro del dodicesimo mese sarà chiesto ai volontari di riscrivere, sulla base delle loro esperienze, il progetto; - al termine del servizio viene chiesta una relazione conclusiva che identifichi criticità e positività del progetto ed elenchi le acquisizioni individuali. b) per operatori locali di progetto: – nel corso dell’anno sono previsti tre incontri di verifica e riprogettazione. In ogni incontro viene analizzato lo stato di attuazione del progetto, il raggiungimento degli obiettivi quantitativi e qualitativi, i problemi sorti e le criticità; – in caso di conflitti tra operatori locali di progetto e volontari, è prevista la definizione di tavoli di mediazione realizzati dal responsabile del monitoraggio; – all’inizio del dodicesimo mese è prevista una riunione di verifica finale e di riprogettazione. 21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): NO 22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: Diploma di scuola superiore o di scuola media. Costituiscono titoli preferenziali: - essere studente universitario; - avere una laurea triennale o specialistica ed con particolare preferenza in comunicazione, psicologia, medicina, lettere, scienze biologiche, terapista 23 occupazionale, educatore, riabilitatore neuropsichiatrico, infermiere, fisioterapista, scienze motorie, ostetrico, tecnico riabilitatore; - avere una buona conoscenza dell’uso del computer. 23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: Personale dedicato € 3000,00 Computer ed accesso ad internet € 3000,00 Formazione specifica in aula e spazi assistenziali € 2000,00 Consulenti € 724,00 TOTALE € 8.724,00 24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partner): Nessuno 25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: Per la realizzazione del progetto i giovani in servizio avranno a disposizione: – 1 palestra – 1 aula didattica – 1 biblioteca – 3 ambulatori – 2 sale per attività – 1 stanza per riunione – tavoli, seggiole, poltrone – 5 postazioni computer con collegamento internet – telefoni – 1 lettore CD – 1 radio ed 1 televisore – 1 fotocamera – 1 cinepresa – CD musicali – materiale per attività fisica riabilitativa ed adattata – materiale per lettura e scrittura 24 – un pulmino per trasporto malati – 1 giardino – 1 impedenziometro – 1 dinamometro – 1 plicometro CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 26) Eventuali crediti formativi riconosciuti: Ogni Dipartimento e ogni Facoltà dell’Università di Pavia può riconoscere crediti formativi ai singoli iscritti che ne facciano richiesta; la misura del riconoscimento, che può essere richiesto a fronte di abilità professionali e competenze certificabili acquisite in ambiti diversi, è deliberata dalla struttura didattica destinataria della richiesta. Si allega documento riassuntivo, (di cui al punto 27), dei Crediti Formativi che possono essere riconosciuti dall’Ente Università di Pavia 27) Eventuali tirocini riconosciuti: I Dipartimenti e le Facoltà dell’Università di Pavia, di cui al documento allegato firmato dal Responsabile Legale dell’Ente, possono riconoscere tirocini che danno diritto all’attribuzione di crediti formativi 28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: a. L’Università degli Studi di Pavia certifica, per il tramite del Centro orientamento Universitario (COR), centro interno all’Ateneo, l’esperienza maturata dai giovani in termini di competenze e professionalità acquisite (vedi dichiarazione allegata). b. Il periodo di servizio civile nazionale volontario svolto nell’ambito dell’Università degli Studi di Pavia costituisce titolo preferenziale nelle selezioni pubbliche per l’assunzione di personale a tempo indeterminato e a tempo determinato presso l’Ateneo pavese (vedi dichiarazione allegata). Attraverso il progetto i volontari potranno acquisire le seguenti competenze: – gestione e assistenza anziano disabile psichico; – gestione di una attività formativa; – capacità di lavorare in gruppo; – abilità nel comunicare con pari ed estranei anche in condizioni difficili; – conoscenza dell’uso del computer; 25 – capacità di navigare in internet; – capacità di organizzare attività e gestire progetti; – capacità di partecipare ad un progetto riabilitativo per soggetti fragili; – gestione relazioni e contatti con strutture accademiche; – acquisizione del funzionamento dei programmi di Didattica Europei; – abilità al disegno o ad arti grafiche; – abilità al canto; – conoscenza della musica; – capacità recitative; – apprendimento di tecniche e scale valutative; – uso di attrezzature per la valutazione corporea. I volontari grazie alle competenze acquisite potranno avere i seguenti sbocchi occupazionali: – nell’ambito della relazione d’aiuto - collaborazioni o impiego in ospedali, hospices, centri diurni, case di riposo per anziani, strutture assistenziali residenziali per disabili, carceri, comunità di recupero, cooperazione sociale; – nell’ambito dell’animazione e della formazione permanente - collaborazioni o impiego in biblioteche, centri culturali pubblici o privati, creazione di eventi musicali sul territorio, creazione di forme di aggregazione attorno ai temi dell’educazione alla musica e dell’educazione con la musica, consulenze in progetti di sonorizzazione ambientale e di aggiornamento professionale; – nell’ambito scolastico - collaborazioni con gli insegnanti in scuole di ogni ordine e grado per la realizzazione di laboratori finalizzati alla formazione musicale e/o alla prevenzione, integrazione e cura del disagio giovanile. Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione: Sedi a disposizione dell’ente 30) Modalità di attuazione: In proprio con il formatore accreditato dell’ente a cui si affiancano in alcuni moduli esperti della materia trattata 31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: NO 26 32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione generale ha durata di 42 ore distribuite in nove giornate. Il corso si svilupperà in due fasi: la prima, che si realizzerà nei primi tre mesi di attivazione del progetto, ha l’obiettivo principale di fornire ai giovani gli elementi necessari per interpretare correttamente il ruolo richiesto ed inserirsi in modo appropriato nell’ambiente di servizio, adeguandosi alle regole formali e informali e, più in generale, alla cultura organizzativa dell’amministrazione dell’ateneo; la seconda, che si realizza nell’ottavo mese di servizio riprende e completa alcuni dei moduli erogati nei primi tre mesi, con l’obiettivo di verificare, a servizio avviato, la comprensione e la condivisione da parte dei ragazzi dei significati più importanti del servizio civile alla luce dell’esperienza realizzata. I metodi e le tecniche utilizzate, che si rifanno a quanto indicato nelle Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale (D.P.C.M. 160 del 19 luglio 2013), varieranno a seconda del contenuto dei singoli moduli. Sarà inoltre prevista un’alternanza tra le diverse tecniche previste, elencate di seguito: 1. la lezione frontale: per ogni tematica trattata, ci sarà un momento di concentrazione e di riflessione dei partecipanti sui contenuti proposti, con dibattiti con i relatori, nei quali vi sarà ampio spazio per domande, chiarimenti e riflessioni; 2. le testimonianze; 3. i laboratori creativi; 4. le esercitazioni ed i lavori di gruppo; 5. le simulazioni ed i role play. Complessivamente le lezioni frontali copriranno il 50 % del monte ore, il restante 50 % sarà realizzato utilizzando dinamiche non formali. I formatori saranno affiancati in alcuni momenti da personale esperto su tematiche specifiche. Il personale potrà essere interno all’Ente o esterno. 33) Contenuti della formazione: Prima parte Prima giornata: SERVIZIO CIVILE: ISTRUZIONI PER L’USO – 5 ORE MODULI FORMATIVI L.G.F.: Presentazione dell’Ente (Modulo n. 3.1); La normativa vigente e la Carta d’impegno etico (Modulo n. 1.4); L’organizzazione del servizio civile e le sue figure (Modulo 3.3.); Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale (Modulo n. 3.4); La rappresentanza dei volontari nel servizio civile (Modulo 2.4) Seconda giornata 27 LA COSTRUZIONE DELL’IDENTITÀ DI GRUPPO DEI VOLONTARI – 6 ORE; MODULI FORMATIVI L.G.F.: L’identità del gruppo in formazione (Modulo n. 1.1) Terza giornata: DIFENDERE LA PATRIA– 4 ORE MODULI FORMATIVI L.G.F.: Il dovere di difesa della Patria e La difesa civile non armata e non violente (Modulo n. 1.3) Quarta giornata PERCHE’ CON IL SERVIZIO CIVILE DIFENDO IL MIO PAESE? - 4 ORE MODULI FORMATIVI L.G.F.: Dall’obiezione di coscienza al Servizio Civile Nazionale (Modulo n. 1.2); Quinta giornata: LA CITTADINANZA ATTIVA – 6 ORE MODULI FORMATIVI L.G.F.: La formazione civica (Modulo 2.1); Le forme di cittadinanza (Modulo 2.2). Sesta giornata: AUTOPROTEZIONE IN PROTEZIONE CIVILE – 5 ORE MODULI FORMATIVI L.G.F.: La Protezione Civile (Modulo n. 2.3) Settima giornata: PROGETTARE E COMUNICARE IL SERVIZIO CIVILE – 4 ORE MODULI FORMATIVI L.G.F.: Il Lavoro per progetti (Modulo n. 3.2); Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti (Modulo 3.5) Seconda parte Ottava giornata: IL MIO SERVIZIO CIVILE E’ UNO STRUMENTO DI DIFESA DELLA PATRIA? – 4 ORE Ripresa moduli formativi L.G.F.: Il dovere di difesa della Patria e La difesa civile non armata e non violente (Modulo n. 1.3); La formazione civica (Modulo 2.1); Le forme di cittadinanza (Modulo 2.2). Nona giornata: PROGETTARE E COMUNICARE IN GRUPPO IL SERVIZIO CIVILE - 4 ORE Ripresa moduli formativi L.G.F.: L’identità del gruppo in formazione (Modulo n. 1.1); Il Lavoro per progetti (Modulo n. 3.2).) 34) Durata: 42 ore 28 Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 35) Sede di realizzazione: IDR “Santa Margherita” di Pavia – Via Emilia, 12 36) Modalità di attuazione: In proprio utilizzando formatori dell’ente. 37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: Ricevuti Giovanni Giovanni Cuzzoni Grossi Maria Luisa Letizia Venturini Nicola Schifino Davide Barbieri 26.10.1946 18.06.1956 08.07.1961 05.01.1982 02.07.1958 22.11.1968 Pavia Pavia Pavia Morbegno (So) Pavia Milano 38) Competenze specifiche del/i formatore/i: Il responsabile del progetto è Docente Universitario (Ricevuti Giovanni) con ampia esperienza di didattica e di contatto con i giovani. Gli altri formatori sono: - un Educatore (Grossi Maria Luisa) che presenta un brillante curriculum ricco di esperienze in terapia comportamentali e con esperienze di conversazionalismo, che rappresenta allo stato attuale l’ultimo approccio qualificante al trattamento degli anziani; - un Medico (Giovanni Cuzzoni), con larga esperienza di assistenza agli studenti e di cura dei soggetti anziani, soprattutto con deficit cognitivi - un Medico (Nicola Schifino) Dirigente Medico nel Reparto dell’Istituto di Riabilitazione dell’I.d.R. Santa Margherita di Pavia - una Ricercatrice (Letizia Venturini) con Dottorato in Medicina Interna a Terapia Medica - un esperto di problemi di sicurezza (Davide Barbieri), laureato in Scienze Geologiche, Dirigente di ruolo dell’Area Ambiente e Sicurezza, Responsabile del Servizio di prevenzione e protezione dell’Università degli Studi di Pavia 39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione specifica si svolgerà entro i primi novanta giorni dall’avvio del 29 progetto All’interno del piano di formazione è previsto un modulo di formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile che sarà svolto insieme a tutti i volontari in servizio negli altri progetti dell’Università. Le restanti attività del piano formativo verranno realizzate attraverso: Incontri Lezioni frontali, Lezioni personali per attività specifiche Brainstorming tematici, Dimostrazioni di attività Integrazione in progetti Distribuzione di materiale Accesso alla biblioteca Accesso ad internet ATTIVITA' DI FORMAZIONE 10% 10% 10% 20% 10% 20% 20% 1) incontri 2) Lezioni 3) 5) Distribuzione di materiale 6) Accesso alla biblioteca 7) Accesso ad internet Dimostrazioni di attività 4) Integrazione in progetti 40) Contenuti della formazione: MODULO 0 (erogato a tutti i giovani in servizio nei progetti dell’Università) Rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile (4 ore) – Formazione a distanza progettata e coordinata dal Dott. Davide Barbieri A: Il sistema di gestione della sicurezza B: Misure generali di tutela dei lavoratori C: Gestione dei rischi generici e nelle attività di ufficio D: Gestione del rischio nei laboratori MODULO 1 30 Attività motoria adattata ad una popolazione anziana affetta da demenza (10 ore) Docente: Prof. G. Ricevuti MODULO 2 Valutazione antropometrica, funzionale e composizione corporea relative (10 ore) Docente: Prof. G. Ricevuti MODULO 3 L’organizzazione del Corso di Laurea Sp. in Medicina e Chirurgia (4 ore) Docente: Prof. G. Ricevuti MODULO 4 L’organizzazione del corso di Geriatria (2 ore) Docente: Prof. G. Ricevuti MODULO 5 Definizione di geriatria, gerontologia e geragogia (2 ore) Docente: Prof. Giovanni Ricevuti MODULO 6 Il programma nazionale ed europeo di sostegno agli anziani (4 ore) Docente: Prof. Giovanni Ricevuti MODULO 7 Le finalità e l’organizzazione dell’IDR Santa Margherita (2 ore) Docente: Dott. Nicola Schifino MODULO 8 Il paziente traumatizzato (2 ore) Docente: Dott. G. Cuzzoni MODULO 9 Il paziente con decadimento cognitivo (4 ore) Docente: Dott. G. Cuzzoni MODULO 10 Il paziente con disturbi alimentari (4 ore) Docente: Dott. G. Cuzzoni MODULO 11 Il paziente affetto da diabete (4 ore) Docente: Dott. G. Cuzzoni MODULO 12 31 Come muovere il paziente allettato (4 ore) Docente: Dott. Nicola Schifino MODULO 13 Preparazione sulla fragilità dell’anziano (2 ore) Docente: Prof. G. Ricevuti MODULO 14 Indicazioni delle attività che vengono proposte (2 ore) Docente: Dott.ssa Letizia Venturini MODULO 15 Insegnamento delle procedure di approccio all’anziano ricoverato (2 ore) Docente: Dott. Ssa Letizia Venturini MODULO 16 Modalità di gestione del soggetto con decadimento cognitivo (2 ore) Docente: Sig.ra M.L. Grossi MODULO 17 Nuove modalità terapeutiche non farmacologiche (4 ore) Docente: Dott. G. Cuzzoni MODULO 18 Insegnamento delle modalità di assistenza dell’anziano (4 ore) Docente: Sig.ra M.L. Grossi 41) Durata: 72 ore Altri elementi della formazione 42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: A conclusione della formazione generale e della formazione specifica, i responsabili della formazione somministrano un questionario a risposte chiuse di valutazione, quantitativa e qualitativa, della formazione erogata. Particolare rilievo viene dato alla condivisione del processo di sviluppo/acquisizione delle competenze: con i volontari vengono condivise le valutazione periodiche delle competenze da parte degli OLP al fine di riflettere sull’autopercezione dello sviluppo personale in relazione a tali competenze specifiche emerse, così come ai possibili modi per valorizzare i punti di forza così riconosciuti. 32 I dati emersi vengono elaborati statisticamente e successivamente pubblicati sul portale di Ateneo. La valutazione dei volontari sull’utilità della formazione specifica in rapporto alle attività di servizio sarà monitorata nell’ambito degli incontri di monitoraggio, al fine di valutare eventuali azioni formative aggiuntive, modifiche o revisioni dell’intero piano formativo Pavia, 7 ottobre 2015 Il Responsabile del Servizio Civile Nazionale dell’Ente Direttore Generale (Dott.ssa Emma Varasio) ________________________________ 33