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la Gazzetta 38/10 new ati su Registr t azeco.i www.g verla per rice il a -m e via Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Anno XV – / ottobre DATI E POLITICA È facile dare i numeri di DIONISIO CICCARESE S e crescita e sviluppo dipendessero dai titoli dei giornali e dalla frammentazione che questi fanno di fenomeni articolati, la Puglia e Bari sarebbero un esempio per il mondo. In realtà gli studiosi di marketing (sostenuti da un’ampia schiera di psicologi della comunicazione) sostengono che la vera grande fortuna dei giornali (e per altri versi della pubblicità e dei prodotti) sta nella scarsa memoria dei Lettori-consumatori. Classifiche, ricette, indagini, ricerche di mercato e, naturalmente, dichiarazioni di personaggi più o meno autorevoli segnano ogni giorno il perimetro degli argomenti su cui si concentra l’attenzione dell’opinione pubblica offrendo allo stesso tempo anche il “framing” (lo “schema di interpretazione” coniato dal sociologo canadese Erving Goffman sul finire degli anni Cinquanta e sviluppato nei decenni successivi) che “confeziona” l’interpretazione dei fatti e dei bisogni. Solo qualche giorno fa Il Sole Ore, in occasione della Giornata Mondiale della Statistica voluta dall’ONU, ha pubblicato una serie di articoli che nel celebrare l’evento ha messo sull’avviso i Lettori sull’uso strumentale che si fa delle ricerche (commissionate per sostenere e non per cercare un risultato) e sull’uso ancora più disinvolto che ne fanno i politici e i giornalisti. Mentre l’ultimo numero dell’Harvard Business Review ci informa sui sistemi di sondaggio che garantiscono maggiore accuratezza. Qualche giorno fa ho assistito in Università a Bari ad una seduta di tesi di laurea a Scienze della Comunicazione. In un paio di lavori il giornalismo è stato condannato senza appello per inosservanza dei criteri di lealtà, buona fede e rispetto della verità sostanziale dei fatti. Commissari e laureandi hanno mostrato un perfetto sincronismo nell’annuire alle esposizioni. La considerazione di cui… gode la categoria è ormai da brivido. Naturalmente, come sul Titanic, la quasi totalità fa finta di nulla e suona o ascolta le note dell’orchestrina mentre la nave affonda. E i media tradizionali sordi e incapaci di comprendere cosa stia accadendo anche nel mondo dell’informazione “non convenzionale” continuano a credere di poter essere i “gaSEGUE A PAG. 25 –€ , – Settimanale di informazione economica – www.gazeco.it – Spedizione in abb. postale % Art c. Capitanata – In subbuglio un settore vitale dell’economia Una crisi da incubo l’agricoltura piange La cassa integrazione è in scadenza e se non sarà rinnovata salteranno migliaia di posti. Fermi il lavoro e gli investimenti LEVANTACI ALLE PAGG. 2 E 3 Bari – Ecco strategia e tattica per colmare il disavanzo “Buco” all’Università c’è un piano in 3 anni L’ Università di Bari si è data tre anni di tempo per riportare il suo bilancio in attivo. Il piano di rientro finanziario, approvato ad agosto, è in pieno svolgimento e il consiglio di amministrazione ha approvato la quinta variazione al bilancio . La manovra vale . milioni di euro e rende operative una serie di interventi previsti dal piano. Sulla riuscita del risanamento, però, incombe l’incognita della ex manifattura dei tabacchi, un rudere che l’Ateneo vorrebbe vendere a milioni di euro. BARILE ALLE PAGG. 6 E 7 Farmaci CCIAA Bari La vendita “libera” abbatte i prezzi Aziende in difficoltà sportello gratuito La Puglia segna -5% in media con l’Italia Management e marketing le guide da studiare COLELLA A PAG. 9 BISSANTI A PAG. 14 BUONO A PAG. 10 RECENSIONI A PAG. 29 Pil Libri /B L. / – Filiale di Bari SUDISMI I leghisti, un film, una risata “B di NINCO NANCO envenuti al Sud”, il titolo mi ha incuriosito e così mi sono intrufolato in una sala cinematografica. Ma che dico? In una multisala. Scusate, ma quando io ho lasciato questa terra per mano della Guardia Nazionale di Avigliano correva il (il marzo a Lagopesole per la precisione). Ci sarebbero voluti ancora anni perché George Eastman inventasse la pellicola cinematografica e altri dieci per assistere alla prima proiezione nel Grand Cafè de Paris grazie a Louis e Auguste Lumière. Per un… brigante di metà Ottocento la cinematografia è stata una scoperta sensazionale. Lo devo a Lino Patruno, che nella sua incessante e meritoria opera a sostegno del Mezzogiorno e del rispetto della verità storica ha scritto anche di questo film. Fatemelo dire, mi sono proprio divertito. E poi vivere la condizione di risultare invisibile e poter ascoltare i commenti, assistere alle risate che demoliscono i luoghi comuni sul Sud è davvero una sensazione unica. Certo questi settentrionali sono un po’ diversi da quelli dei miei tempi. Stessa carenza di informazioni sul Sud, ma decisamente meno spietati. Ai miei tempi non ci hanno pensato due volte a giustiziare nemici presunti e reali, a stuprare donne e ad impadronirsi di beni e soldi. Oggi tutt’al più siamo all’offesa verbale, al gesto volgare. Anche se a dirla tutta non mi fiderei tanto dell’equilibrio mentale (e se lo dico io potete crederci) di Bossi, Borghezio, Salvini, Lancini e dintorni. Sapete, io su questo genere di cose, vado a… naso. Chissà dove è finito quell’Enrico Cialdini, che si fregiava del titolo di generale e fu il più grande persecutore di noi meridionali. E mi chiedo quanti settentrionali (come quelli del film con Bisio) sappiano cosa ha combinato il pluridecorato ufficiale a Pontelandolfo e a Casalduni, massacrando la popolazione civile. Comunque i tempi sono cambiati e non posso certo incitare, come facevo un tempo, i miei compaesani a dotarsi di roncole e forconi contro questi singolari signori che vestono di verde e lanciano ogni genere di improperi, di infamie e di bugie contro il Sud. Alla fine visto che i nostri politici non sono in grado di farsi sentire davvero è meglio un film. Un bel film che fa giustizia di tanti stereotipi sui meridionali. Perché questi leghisti bisogna… seppellirli. Ma sotto una risata. 2 23-29 ottobre 2010 Agricoltura Contratto Pomodoro un tavolo per discutere L a Camera di commercio di Foggia riunisce il tavolo di concertazione sul pomodoro, primo tentativo per dare alla filiera una struttura di distretto industriale. Al tavolo partecipano le organizzazioni agricole e delle industrie di trasformazione, l’obiettivo è giungere alla firma del nuovo contratto interprofessionale (previsto in marzo) un assetto stabile e remunerativo sia per i produttori che per le imprese in vista del nuovo quadro comunitario di aiuti al m.l. settore. I lavoratori di Bellaria Paura dopo un anno di deflazione (e immobilismo) Artigiani Crisi Capitanata l’agricoltura paga più di tutti In pochi alla Fiera di Ottobre Indici di raccolta inferiori ai parametri previsti: l’Ue potrebbe tagliare il contributo comunitario di 1.000 euro a ettaro S i respira nell’aria un certo clima di resa. La nottata è passata, ma sul sistema economico-imprenditoriale in Capitanata continua a incombere una cappa minacciosa. Le imprese sono spaventate dal futuro che le attende al varco, loro la crisi l’hanno subita più che combattuta. Oggi vengono fuori da un anno di deflazione pura, zero investimenti e zero affari. Per quelli che hanno potuto salvare i posti di lavoro con la cassa integrazione in deroga, significa adesso come doversi risvegliare da un letargo profondo. Ma l’appello lanciato qualche giorno fa dai sindacati mette un po’ tutti sul ‘chi va là’: “Se Regione e Governo non rifinzieranno la cig in deroga, in scadenza fra dicembre e gennaio, perderemo migliaia di posti di lavoro in provincia di Foggia”. Niente in vetrina Insomma le aziende non si sentono pronte a riprendere il cammino. I segnali in questo inizio di autunno sono inquietanti: alla fiera di ottobre di Foggia, tradizionale appuntamento con il salone dell’Artigianato, gli artigiani si contavano sulle dita di una mano. “Cosa metti in vetrina se hai combinato poco nell’ultimo anno? Non c’è voglia di ricominciare, ognuno di noi cerca di ritagliarsi uno spazietto per lavoretti di nicchia. Altro che esposizione”, diceva un operatore. L’associazione Casartigiani (ne riferiamo a parte) è andata in fiera per parlare solo di crisi. E altri settori non stanno meglio. Prendiamo l’edilizia. Trecento imprese in Capitanata hanno alzato bandiera bianca nell’ultimo anno, ma quasi nessuno se n’è accorto. “Parliamo di piccole realtà da - dipendenti – spiega il sindacalista della Fil- G li artigiani sentono la crisi forse più degli altri in Capitanata. La spia di un malessere profondo (sono anni che le cose non vanno più tanto bene) si è accesa inesorabilmente all’ultima fiera di ottobre di Foggia, a loro dedicata, che ha visto la partecipazione di imprese artigiane più bassa delle ultime edizioni. E pensare che quest’anno c’erano gli incentivi della Camera di commercio ( euro a stand). La situazione è stata fotografata da Casartigiani in un convegno: “I Cofidi, non le banche, possono venirci incontro”, ha detto il presidente provinciale Carlo m.l. Ramunno. PIETRO SALCUNI ca-Cisl, Urbano Falcone – fa più rumore se chiude un’azienda da dipendenti, ma se tutte queste minuscole realtà le sommiamo arriveremo a quella cifra”. Lavoratori in bilico Nel Patto territoriale di Ascoli-Candela – l’unico che ha dato in questi anni segni di vitalità tra i finanziati dal governo Prodi dieci anni fa – nel sono andati in fumo posti e la crisi della Bellaria Mobili tiene appesi a un filo i destini di lavoratori per i quali la cig zero ore è stata appena rinnovata come ultimo gesto di speranza. Nel Contratto d’area di Manfredonia le cose non vanno meglio. L’industria Inside (arredi per navi e rimessaggio di barche) è una realtà da dipendenti, tutti in cig dall’estate scorsa. E fino a poco tempo fa era l’industria che aveva più mercato tra quelle che operano nell’agglomerato industriale ai piedi del Gargano. In dodici anni le chiusure hanno ridotto a poco meno della metà il numero delle aziende ( ) dichiarato all’inizio dell’esperienza, e le truffe allo Stato (soldi incassati per aziende fantasma) continuano ad essere scoperte dalla Guardia di finanza. L’agricoltura piange Ma la madre di tutte le crisi si chiama agricoltura. E qui il default assume connotati molto più peoccupanti, perché è in gioco il futuro di mila aziende (il % a conduzione familiare) e di oltre mila addetti. Altro che industria. “L’agricoltura fa muovere l’economia di questa provincia – spiega Pietro Salcuni, presidente regionale di Coldiretti – i commercianti si lamentano se gli agricoltori piangono. Quest’anno veniamo fuori da un’altra annata difficile: con il grano che non remunera più i costi di produzione, molti speravano di rifarsi con il pomodoro. E invece è arrivata un’altra mazzata”. L’Unione europea potrebbe tagliare il contributo comunitario (mille euro a ettaro) perché gli indici di raccolta sono inferiori ai parametri previsti. Con le industrie di trasformazione è guerra aperta: sono accusate di aver fatto cartello per ridurre i prezzi di mercato a scapito delle aziende di produzione. Ma sono ormai contrasti da archeologia: il sistema sta cambiando, il prossimo anno Bruxelles toglierà l’attuale regime di aiuti e si entrerà nel mercato libero. Un’ipotesi che spaventa le imprese. Attendismo Di questo passo oggi l’agricoltura in Capitanata rischia di regredire, o di premiare solo i migliori secondo varie correnti di pensiero. Esistono, per carità, realtà che vanno avanti con le proprie gambe e da tempo hanno smesso di misurare le proprie entrate in relazione agli aiuti comunitari. Ma è ancora tutta l’economia agricola (che poi si riverbera sugli altri segmenti) a risentire di questo cotè assistenziale. Così il crollo degli affitti nella sola città di Foggia (- %) evidenzia un malessere profondo e silenzioso. Bisogna cambiare in fretta, si diceva ai tempi della bolla finanziaria. Sono passati quasi due anni, ma più che cambiare si è scelto di restare fermi e attendere. Cosa, ancora non si sa. MASSIMO LEVANTACI Agricoltura 23-29 ottobre 2010 3 Inail Lavoro sommerso al 95% N elle aziende il lavoro scarseggia, ma quello che c’è continua a essere a forte rischio in Capitanata. Il direttore provinciale dell’Inail, Carlo Maielli, denuncia il “notevole sommerso sui luoghi di lavoro” che colpisce praticamente tutte le aziende del territorio. “Abbiamo riscontrato irregolarità – ha detto alla recente fiera di Ottobre – nel % delle aziende controllate”. Dimezzata invece la mortalità, ma sul fronte della sicurezza c’è ancora molto da fare. m.l. URBANO FALCONE I dubbi – Tra dicembre e gennaio scadrà la cassa integrazione Cig in deroga. E poi? U n altro anno sta finendo e lo scenario che si prospetta davanti ai sindacati è minaccioso. Non è la solita crisi il nemico da sconfiggere, ma semmai gli strumenti per fronteggiarla che possono diventare in questi mesi lame a doppio taglio. Nelle categorie degli edili, dei chimici, dell’agroalimentare si fanno un po’ di conti sulla cassa integrazione in deroga che sta per scadere (fra dicembre e gennaio) senza prospettive all’orizzonte. La cig in deroga, per la cronaca, è stato l’ammortizzatore sociale più efficace tra i tanti ipotizzati e applicati in questi mesi di incerta congiutura. Si ricorderanno, a mo’ di esempio, i finanziamenti a fondo perduto concessi alle aziende con la formula dei tirocini formativi che hanno prodotto solo tantissimi di- Un comitato soccupati in più dal momento che i datori di lavoro, una volta chiuso il ciclo occupazionale, nella maggior parte dei casi hanno rispedito al mittente il lavoratore che sperava giustamente in una sistemazione stabile dopo aver fatto pure un percorso formativo. La cig in deroga è stata invece una misura studiata apposta per salvare il posto di lavoro in quelle imprese a rischio chiusura. In Capitanata sono circa mila i lavoratori che hanno usufruito di questo vanaggio che ora però sta scadendo. Cosa accadrà nei prossimi mesi non è difficile ipotizzarlo, se si tiene conto che il mercato non decolla e chi parla di ripresa non tiene evidentemente conto di quel che accade nei territori. “Siamo in una fase in cui le aziende non partono e i lavo- ratori sono per questo in apnea – spiega Urbano Falcone, segretario provinciale della Filca Cisl – purtroppo ci destreggiamo da una vertenza all’altra senza capire da che parte stiamo andando tutti insieme”. Il caso limite è rappresentato in Capitanata dall’agonia dell’impresa Bellaria Mobili di Ascoli Satriano, a rischio chiusura ormai da un anno che però continua a essere tenuta in vita proprio perché si intravedono le condizioni di una ripresa nel . “Abbiamo fatto di tutti per salvare i posti di lavoro – spiega Falcone – con l’assessorato provinciale alle Politiche del lavoro e alla task-force regionale sull’Occupazione abbiamo steso da un anno una sorta di rete di protezione per indurre un’azienda che non ha commesse a non mollare. Ora si spera che qualcosa cambi fra - mesi, nel frattempo i lavoratori sono tutti in cassa integrazione in deroga a zero ore”. Momento difficile anche nel Contratto d’area di Manfredonia, situazione molto critica alla Inside (rimessaggio barche e arredi interni per navi a crociera) dove i circa duecento dipendenti sono in cassa integrazione e attendono lumi dall’amministratore unico, Paolo Bolici, che tuttavia continua a rimandare l’incontro con i sindacati. Allarmante anche lo scenario nel Patto territoriale di Ascoli-Candela, il sindacato Ugl denuncia la perdita di “ posti di lavoro nel ” e un allarme poduttività generalizzato in tutte le aziende dell’agglomerato industriale nato dieci anni fa con sovvenzioni pubbliche. m.l. I sindacati: manovra preoccupante in Comune, lavoratori a rischio Formazioni di categoria segreteria provinciale dell’Ugl di nel mirino LaFoggia ha lanciato nei giorni scorsi un accorato appello ai parlamentari del “A Foggia fase difficile” A borgo Incoronata, una delle enclavi dell’agricoltura di tradizione in provincia di Foggia, è stato costituito un comitato per contestare le organizzazioni agricole. “Ormai – dicono Giuseppe Giannino, Giorgio Mercuri e Michele Di Stefano – non ci rappresentano più. I prezzi di mercato ci soffocano e loro non fanno niente. Ci consideriamo ormai dei superstiti – aggiungono – in Italia il % vive ancora di agricoltura contro il % della Francia. E il Tavoliere di Puglia – accusano – dove l’agricoltura resta la voce più importante del Pil non fa più tendenza”. m.l. territorio affinché sensibilizzino il governo sulla grave crisi occupazione che rischia di abbattersi sulla città capoluogo. “Temiamo conseguenze nefaste dal dissesto finanziario, se mai si dovesse giungere a questo dannoso epilogo”, commenta l’iniziativa il segretario generale del sindacato Gabriele Taranto. “La questione resta appesa a un filo – aggiunge – registriamo in città voci preoccupanti. Ci conforta il fatto che il sindaco continui a smentirle, ma non possiamo ignorare che il Comune è alle prese con una difficile manovra economica che se non dovesse andare in porto entro dicembre obbligherebbe il primo cittadino a rassegnare le dimissioni”. La questione preoccupa il sindacato soprattutto sul piano delle ricadute occupazionali. “Siamo arrivati a queste conclusioni – spiega Taranto – dopo aver ascoltato i responsabili di tutte le federazioni provinciali del nostro sindacato. Vi GABRIELE TARANTO sono numerosi lavoratori delle aziende municipalizzate a forte rischio occupazionale, per questo reputiamo che il problema debba essere affrontato otre i confini provinciali per sensibilizzare gli organi governativi: ci risulta che non si conosca la reale dimensione del problema”. L’Ugl di Foggia chiede una “concertazione programmatica” sulla situazione in atto, ma sin da ora il sindacato “impegnerà i suoi organismi confederali nazionali a far conoscere la reale gravita’ del problema”. Inoltre l’Ugl “organizzerà nelle prossime settimane sul territorio – annuncia il segretario – una serie di iniziative pubbliche per sensibilizzare la città e le istituzioni sui rischi che il paventato dissesto economico-finaziario comporta. Ci auguriamo – conclude l’Ugl – che tutta la politica provinciale condivida questo percorso necessario per uscire da una situazione inestricabile. Dobbiamo restare uniti per uscire dall’isolamento nel quale rischiamo di cacciarci. m.l. Agricoltura 23-29 ottobre 2010 5 ConCretaMente – Campagna di informazione e formazione Per uno sviluppo “pulito” migliore tutela dei campi S ensibilizzare gli attori della filiera agroalimentare, dagli imprenditori ai tecnici e ai semplici cittadini-consumatori, sul ruolo che una corretta gestione del suolo, lo sviluppo dell’agricoltura biologica e la diffusione di metodi di produzione e consumo sostenibili possono rivestire nell’affrontare i problemi legati ai cambiamenti climatici e in particolare nella diminuzione delle emissioni di anidride carbonica (CO ). È questa la “mission” del progetto “ConCretaMente”, presentato alla Camera di Commercio di Bari lo scorso ottobre e promosso da una rosa di cinque partner: IFOC (prima promotrice), Agenzia formativa della CCIAA (appunto la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura) di Bari; C.I.A. (Confederazione Italiana Agricoltori) della Provincia di Bari; C.I.BI. (Consorzio Italiano Per i promotori Il biologico vincente nel metodo per il Biologico); Consorzio Puglia Natura; Associazione Eco Bio Equo. La campagna di informazione e formazione è stata finanziata dalla Provincia di Bari ( . euro) con i fondi che l’UE destina alla formazione permanente sulle strategie di difesa del suolo (POR Puglia – Fse-Asse IV – attività per migliorare il livello delle competenze del capitale umano pugliese). “Proteggiamo la Terra coltivando la terra” è lo slogan scelto per accompagnare il progetto, che come dice la parola stessa (“ConCretaMente”) si snoderà in iniziative concrete per il raggiungimento dei propri fini (per info e contatti, www.concretamentebio.it): trenta visite guidate presso masserie e aziende agricole della provincia di Bari che producono e/o trasformano prodotti biologici; cinque seminari tecnici rivolti a professio- C ome asserito dai promotori di “ConCretaMente”, la sostenibilità dell’agricoltura biologica è intrinseca nel suo metodo, dato il suo potenziale di riduzione delle emissioni di gas climalteranti e di sequestro di carbonio nel suolo, legato all’utilizzo di fertilizzanti organici, sovesci (interramento di colture che aumenta la fertilità del terreno) e avvicendamenti colturali. Viene incentivato, inoltre, il trattamento della materia organica attraverso il compostaggio (industriale e domestico), processo di trasfor- nisti (agronomi, periti agrari, architetti) e quindici ad imprenditori del settore agroindustriale e della ristorazione; giornate di sensibilizzazione in piazza, convegni e workshop a scopo divulgativo e per fare il punto su risultati conseguiti e buone prassi realizzate. La partecipazione alle varie iniziative è gratuita per i destinatari e per le aziende che ospiteranno le visite. Si punta, dunque, da un lato a diffondere l’agricoltura biologica, che produce in un’ottica di sostenibilità, preservando cioè la ‘risorsa’, ovvero la sostanza organica del suolo, dall’altro allo sviluppo di forme di riutilizzo domestico della sostanza organica per innescare un circolo virtuoso di buone pratiche orientate alla produzione e al consumo sostenibili. La presentazione del progetto ANDREA BUONO mazione naturale di materiali o sostanze biodegradabili (ad esempio, in quello domestico, tutti gli scarti alimentari liquidi o solidi di origine animale o vegetale, ma anche tutto il materiale di orto e giardino) in un prodotto non putrescibile che può migliorare la fertilità del terreno. Il compostaggio permette di concimare in modo ecologico e di ridurre la massa di rifiuti da smaltire (facilitando anche la separazione meccanica dei rifiuti non umidi raccolti nei cassonetti). a.b. u s i t a r t s Regi PDF in w Adobe t i . o c e z a g . w w a l r e v e c per ri l i a m via e 6 23-29 ottobre 2010 Università % Il disavanzo da abbattere A dieci mesi dall’ammissione del deficit di 52 milioni di euro, l’Università di Bari prevede di poter abbattere del 63% il disavanzo nel bilancio di previsione 2010. Ma la verifica verrà con il consuntivo 2010 Conti in rosso – Il buco accertato di mln La lunga corsa dell’Università al risanamento T agli senza precedenti alle spese, tesoretti inaspettati, quotazioni immobiliari schizzate alle stelle e maggiori tasse per migliaia di studenti. Milioni di euro che vanno e che vengono, in un susseguirsi di cifre che sta rendendo ricca di colpi di scena la vicenda finanziaria dell’Università di Bari. Dal disavanzo di milioni, ammesso a dicembre dello scorso anno mentre si approvava il bilancio di previsione del , l’amministrazione accademica ha certificato di poter recuperare contabilmente quasi milioni in dieci mesi, riducendo quindi il presunto deficit a poco più di milioni di euro. Entro il , stando al piano di risanamento triennale approvato lo scorso agosto dal consiglio di amministrazione, l’Ateneo dovrebbe essere in grado di riportare non soltanto a pari le spese con le entrate, ma di ribaltare la situazione conseguendo un avanzo di milioni e mila euro. Aumento tasse Per realizzare questo progetto, l’Università ha aumentato, com’è noto, il livello di contribuzione richiesto agli studenti per le iscrizioni ai corsi di laurea (ma anche ai dottorati di ricerca, le scuole di specializzazione e i master) per un extragettito annuo totale di . milioni di euro, ha ridotto molti capitoli di spesa e ha messo in vendita alcuni immobili e terreni inutilizzati o, comunque, sacrificabili per la causa del risanamento. Il primo importante passo verso questo obiettivo sarebbe stato compiuto quest’estate, quando il consiglio di amministrazione ha approvato il bilancio consuntivo del , chiudendo con un inaspettato avanzo di milioni e mila euro, molto maggiore della somma inizialmente prevista. Detratti . milioni di euro, pari al risultato di esercizio preventivato per il e già iscritti per il , le casse dell’Ateneo avrebbero dunque beneficiato di milioni e mila euro i quali, al netto di un’ulteriore decurtazione per finanziare i contratti dei medici specializzandi, liberano . . euro utili a ridurre il debito dei milioni di euro reso noto a dicembre scorso. A questo risultato i contabili dell’università hanno sommato milioni di maggiori entrate provenienti dallo Stato per cofinanziare i costi dei ricercatori e altri milioni e mila euro ricavati dalla vendita di un terreno a Valenzano e la presunta vendita di parte di un palazzo in via Giulio Petroni (ancora in trattativa). Vendita immobili A queste due operazioni immobiliari si aggiungono le vendite già programmate di un secondo terreno a Modugno, la ex azienda agricola Ricchioni e, soprattutto, un’ala della ex manifattura dei tabacchi di via Nicolai, un rudere pericolante e abbandonato nella parte di proprietà dell’Università, confinante con l’area comunale occupata, invece, dal mercato alimentare del quartiere Libertà. I tecnici dell’Ateneo, come spiegato nel box della pagina accanto, hanno valutato la manifattura milioni di euro, iscrivendo tale somma nel piano di rientro e contribuendo in gran parte a determinare la somma totale di milioni di euro che sarebbero ricavabili dall’alienazione di tutte le citate proprietà immobiliari. La difficoltà, nel caso specifico della manifattura, sta evidentemente nell’individuazione di un acquirente danaroso e disponibile all’operazione, considerando che il Comune di Bari, inizialmente proprietario di tutto il fabbricato, ne cedette due piani all’Università dieci anni fa. Il piano di risanamento, prudentemente definito di “riequilibrio” dai vertici amministrativi ed accademici, prosegue dunque ma non può ignorare questi aspetti pratici, da cui evidentemente ne dipende l’effettiva riuscita alla scadenza del triennio preventivato. Tutti i tagli Quanto ai tagli già operati sui capitoli di spesa più sacrificabili, il bilancio di previsione del prevedeva già in partenza, ovvero prima che fosse elaborato il conseguente piano di rientro, una serie di economie sulle spese, che però non risultavano sufficienti a raggiungere l’equilibrio finanziario. I tagli hanno colpito soprattutto i fondi per le attività e i servizi agli studenti, ridotti del %, rispetto all’anno precedente, sulle voci di spesa più care ai ragazzi, come i bandi per i lavori part time e le attività culturali autogestite (complessivamente milioni e mila euro). Ancor più drastico (il %) è risultato il taglio ai fondi per il funzionamento dei dipartimenti, ridotti di un milione e mila euro, così come è accaduto per gli stanziamenti per le borse di studio post dottorato e i corsi di perfezionamento all’estero e per gli assegni di ricerca ( milioni e mila euro), i trasferimenti per le attività di ricerca dei dipartimenti ( . milioni), i contributi per la gestione delle biblioteche e i compensi per le supplenze e le docenze a contratto ( mila euro). Il problema, per quest’ultima operazione, è invece rappresentato dalla protesta dei ricercatori, che in tutta Italia stanno contestando alcuni contenuti del disegno di legge sulla riforma universitaria (attualmente ferma in Parlamento) astenendosi dallo svolgimento delle lezioni, alle quali non sono tenuti per legge ma a cui hanno finora sempre provveduto per accumulare crediti per la loro carriera accademica. Venendo a mancare il contributo dei ricercatori, infatti, la sola Università di Bari ha dovuto rinviare l’inizio delle lezioni e tutt’ora non è chiaro come saranno assicurati centinaia di insegnamenti lasciati scoperti dai ricercatori, che dovranno verosimilmente essere affidati a docenti supplenti o esterni a contratto. Infine, sul fronte delle spese per il personale, che sono risultate eccessive rispetto ai limiti imposti dal ministero per l’Università, l’Ateneo barese ha deciso di inserire nel piano di rientro il divieto di trattenete in servizio i professori oltre il limite dei anni di età (lo scorso anno trattenne unità al costo di milioni e mila euro) e la riduzione del % delle indennità del rettore, del prorettore, dei presidi di facoltà, dei direttori di dipartimento e dei componenti del senato accademico. LUCA BARILE Retroscena – Tagli alle indennità Buone intenzioni cattive votazioni P rima di tutto, il buon esempio. Una regola semplice e sempre valida che, in tempi di ristrettezze economiche forzate, l’Università ha provato a metter in pratica riducendo i compensi ai componenti, compresi il rettore e il direttore amministrativo, del senato accademico e del consiglio di amministrazione, ovvero i due massimi organi di governo dell’Ateneo. Tutti d’accordo fino al momento di passare ai voti. In ballo ci sono le indennità annuali di carica, oltre al gettone di presenza che scatta ad ogni seduta, assicurate ad ogni membro per il funzionamento dei due organi centrali. L’uno sovrintende all’organizzazione della didattica e della ricerca, l’altro alla programmazione economico finanziaria e sono entrambi composti dai rappresentanti delle varie componenti della comunità accademica. Docenti, ricercatori, personale tecnico amministrativo e studenti. I ragazzi avrebbero voluto azzerare o, perlomeno, ridurre notevolmente l’entità dei gettoni di presenza e delle indennità di carica, riconosciute ai componenti degli organi assembleari i primi ad ogni riunione a cui partecipano ed i secondi con cadenza annuale, in maniera automatica. Duecentoquaranta euro lordi a riunione, sia per i senatori accademici sia per i consiglieri, a cui si aggiungono le indennità di circa mila euro annue per i primi e di mila per gli altri. Gli studenti chiedevano, dunque, il buon esempio visto il momento di difficoltà economica per l’Università. Poi, la commissione bilancio, che solitamente precede le riunioni del consiglio di amministrazione sulla programmazione economico finanziaria, propone la diminuzione del % di questi compensi. Inoltre, il taglio dovrebbe riguardare le indennità del rettore, del prorettore, i direttori di dipartimento e i presidi di facoltà. Tutti d’accordo, ma quando la proposta viene discussa nel consiglio del agosto scorso nell’ambito del piano di rientro, su proposta di un professore, inizia una discussione sulle maggiori responsabilità che assumono i consiglieri nell’espletamento delle loro funzioni, rispetto al meno impegnativo lavoro dei senatori accademici. Qualcuno chiama in causa anche la politica e il governo, poi si passa ai voti e i dissidenti strappano una vittoria a maggioranza per contenere il taglio delle indennità al % piuttosto che al %. (il verbale della seduta cita solo le indennità di carica e non i gettoni). In particolare, tutti e cinque gli studenti presenti a quella riunione (su sei che solitamente siedono in Cda) votano conto l’emendamento salva compensi e l’intero piano di rientro, in quanto quest’ultimo prevede come parte integrante l’aumento delle tasse studentesche. Si astengono il rettore, il prorettore e il direttore amministrativo. l.b. Università I tagli ai compensi delle alte cariche La commissione bilancio aveva proposto di ridurre del 30% le indennità delle alte cariche accademiche e dei componenti gli organi di governo, ma in Cda il taglio si è fermato al 20%. Proteste degli studenti 23-29 ottobre 2010 7 % La manovra – Finora variazioni di bilancio Piano triennale due mosse un contenzioso D Il caso – Messa in vendita L’ex manifattura ora vale 30 mln P er certi aspetti, il deficit ha fatto bene all’Università di Bari. Tra tagli alle spese e aumento delle tasse, c’è una voce nel piano triennale di risanamento che promette grandi vantaggi economici alle casse in crisi dell’Ateneo: è l’attuale valore della ex manifattura dei tabacchi, abbandonata da anni a causa di un fallito progetto di recupero. Il rudere pericolante viene stimato in milioni di euro, come risulta dal piano triennale presentato al ministro dell’Università, Maria Stella Gelmini e, successivamente, approvato dal consiglio di amministrazione accademico. Ma lo stesso fabbricato, mai utilizzato dall’Ateneo che lo ottenne nel dal Comune di Bari, soltanto tre anni fa valeva poco più di otto milioni di euro. Era l’anno , infatti, quando il nucleo di valutazione dell’Università, composto di elementi sia interni sia esterni all’Ateneo, stimava il fabbricato in questione . . , euro. In base ad un veloce meccanismo di rivalutazione, dunque, il valore immobiliare della ex manifattura è quasi quadruplicato nel giro di tre anni. La nuova stima, ci è stato spiegato dal direttore amministrativo Giorgio De Santis, è stata realizzata dall’ufficio tecnico dell’Università, a cui non deve essere sfuggito lo stato di conservazione dell’edificio, intaccato nel dal crollo di un soffitto che richiese un intervento di emergenza, con conseguenti spese di noleggio dei ponteggi di sicurezza pari a quasi mila euro l’anno. È stato fatto notare che le valutazioni del nucleo di valutazione, in assenza di un parere propriamente tecnico, non dovrebbero essere considerate realmente indicative del valore dell’edificio, ma è pur vero che nella stima delle altre proprietà immobiliari lo stesso nucleo non sembra essersi ingannato tanto clamorosamente. Ad esempio, nel documento del valutò . . , il palazzo di via Giulio Petroni (cinque piani più scantinato), che viene oggi messo in vendita a . . . Una rivalutazione del %. Cifre molto precise, mai arrotondate, vengono allo stesso modo fatte corrispondere ad immobili storici come l’ex palazzo delle Poste ( . . euro) e il complesso di Santa Scolastica ( . . , ). Riuscire a vendere la ex manifattura, come prevede il piano di rientro entro il , sarebbe dunque fondamentale, poiché il successo della manovra finanziaria porterebbe di qui a tre anni ad un avanzo di amministrazione di circa milioni di euro. Ma chi comprerebbe il rudere pericolante? Il Comune no di certo, considerando che fu proprio l’amministrazione cittadina a cederlo all’Università in cambio dell’ex Albergo delle nazioni, poi rivenduto all’asta per quasi milioni di euro. In ballo, adesso, ci sono milioni da riportare in cassa. l.b. i pari passo con il piano di rientro, procedono gli assestamenti al bilancio dell’Ateneo. Nell’ultima seduta del consiglio di amministrazione, il massimo organo accademico di programmazione finanziaria ha autorizzato la quinta variazione al documento contabile previsionale del , per milioni e mila euro. La manovra si è resa necessaria per rendere operativi alcuni passaggi del piano triennale di rientro che, nella situazione di squilibrio finanziario in cui si trova l’Università, rappresenta il documento di programmazione al quale dovrà attenersi l’amministrazione per il prossimo triennio. Le variazioni introdotte riguardano una serie di capitoli di entrata e di spesa contenute sia nel bilancio autonomo, sia in quello vincolato, tenendo conto di alcuni flussi derivanti da maggiori previsioni di entrata e della necessità di modificare i capitoli in base alle linee guida del piano triennale. Ecco le cifre nel dettaglio, come risulta dalla relazione predisposta dal collegio dei revisori dei conti dell’Università, sulla base della quale la commissione bilancio dell’Ateneo ha dato il proprio parere positivo alla manovra, prima che questa approdasse lo scorso settembre in Cda. Le maggiori entrate (rispetto alle iniziali previsioni per il bilancio ) derivano in parte dall’extragettito incassato dalle quote di iscrizione (aumentate per effetto dell’inasprimento fiscale generale) dei laureati triennali e specialistici ai master di primo e secondo livello ( . euro) e per il restante da un’assegnazione del ministro dell’Università e la Ricerca per lo sviluppo e la programmazione universitaria ( milioni e mila euro) più ulteriori mila euro per rimborsi dallo stesso ministero, a cui si sommano le rendite di beni immobili per . euro e i contributi delle aziende sanitarie per il funzionamento dei corsi dell’area sanitaria attivi in Puglia ( . euro) e dell’istituto nazionale di Fisica nucleare ( mila euro). Totale . . euro, utilizzabili liberamente CORRADO PETROCELLI Con il Policlinico risolta solo in parte la questione indennità per le varie esigenze di spesa. Al contrario, altri . . . euro provengono da maggiori entrate che, però, possono essere utilizzate solo per specifici capitoli di spesa (è la parte del bilancio vincolato). In questo secondo blocco di maggiori entrate, la voce più consistente ( . . . ) è rappresentata dai fondi versati dal Policlinico, per gli anni e , per il trattamento economico aggiuntivo dei dirigenti medici (ovvero i primari universitari), ai quali spetta per legge un’integrazione sullo stipendio base pagato dall’Università, in ragione delle funzioni assistenziali che svolgono in clinica, in modo da equipararne i compensi a quelli dei colleghi ospedalieri. Al riguardo, va ricordato che l’Ateneo e il Policlinico hanno recentemente concluso una vertenza che si trascinava da anni proprio sull’entità delle somme che l’ospedale è tenuto a versare mensilmente all’Università, con un notevole risparmio per quest’ultima che finora le ha sempre anticipate ai propri dipendenti. Al contrario, è ancora da definire la controversia tra le due parti sulle somme arretrate e l’analoga vertenza che riguarda le integrazioni stipendiali dovute al personale tecnico amministrativo dell’Ateneo in servizio nel Policlinico. Le altre voci di maggiori entrate vincolate provengono, invece, da una serie di contributi, compresi . euro versati dagli oltre mila studenti che il mese scorso si sono cimentati con i test di selezione ai corsi di laurea a numero programmato, svoltisi anche quest’anno tra imponenti e costose misure di sicurezza, per i quali i ragazzi hanno dovuto versare ognuno euro quale contributo per sostenere le spese organizzative e gestionali. I rappresentanti degli studenti presenti nel consiglio di amministrazione dell’università hanno chiesto e ottenuto che queste somme venissero utilizzate per i servizi dedicati ai ragazzi, anche a titolo di parziale compensazione per aver subito i tagli sui capitoli di spesa a loro dedicati, nonché l’aumento delle tasse. In arrivo, per loro, ci sono adesso nuovi computer nelle aulette delle associazioni studentesche presenti in Ateneo e il recupero di alcuni servizi per il miglioramento della didattica. La variazione di bilancio, infine, si completa con un prelievo dal fondo di riserva di . euro e le minori spese, ulteriori economie (oltre quelle già descritte nell’articolo dell’altra pagina) su vari capitoli di spesa, tra cui l’acquisto di mobili e arredi, la vigilanza, i mancati stipendi di unità lavorative andate in pensioni e non rimpiazzabili a causa del blocco delle assunzioni e il taglio di gettoni di presenza e indennità. l.b. Consumi Inchiesta di Altroconsumo sui prezzi dei farmaci in 144 punti vendita tra farmacie, parafarmacie e ipermercati in 10 città italiane Come variano i prezzi tra i diversi negozi Tra gli ipermercati ͫͫΨ Tra le parafarmacie ͫͯΨ Tra le farmacie ͭͯΨ ͨΨ ͩͨΨ ͪͨΨ ͫͨΨ ͬͨΨ ͭͨΨ ͮͨΨ 23-29 ottobre 2010 9 La liberalizzazione ha funzionato: fino al 18% di risparmio se si sceglie il punto vendita più conveniente, come la grande distribuzione organizzata L’indagine – C’è concorrenza, ma ancora in pochi ( %) espongono il listino obbligatorio Con i farmaci da banco “liberi” la convenienza è il dato sicuro A cinque anni dalla sua entrata in vigore la domanda è: la liberalizzazione ha funzionato? E se la risposta è positiva, in quali settori? La liberalizzazione ha sicuramente funzionato nel mercato dei farmaci da banco, dove se si sceglie il punto vendita più conveniente, come nei corner degli ipermercati, il prezzo scende anche del %. I prezzi infatti sono in frenata: dall’anno della liberalizzazione, cinque anni fa, l’aumento è stato al massimo del , %, mentre tra il e l’incremento era stato del %. Questo quanto emerge dall’indagine condotta da Altroconsumo in dieci città italiane (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Verona). Se si fa “giocare” la concorrenza, visitando diverse farmacie, il prezzo medio di uno stesso farmaco può variare del %; nelle parafarmacie del % e nei corner della grande distribuzione del %. Sono stati confrontati i prezzi di farmaci senza obbligo di ricetta rilevati in punti vendita tra farmacie, parafarmacie e iper- Il metodo – Sotto la lente ͪͨͨͱͪͨͩͨ Parafarmacie ͭǡͨΨ Ipermercati ͩǡͰΨ Farmacie ͨǡͨΨ ͪǡͯΨ ͩǡͨΨ ͪǡͨΨ ͫǡͨΨ ͬǡͨΨ ͭǡͨΨ mercati. La liberalizzazione del settore, partita nel , e l’allargamento dei canali di vendita ha stimolato la concorrenza tra il punto vendita tradizionale, la farmacia, e i nuovi entrati nel gioco, parafarmacie e iper, ampliando la forbice di prezzo che arriva a registrare differenze di + %, per uno stesso farmaco. A fronte delle possibilità di risparmio persiste però ancora una certa opacità nel presentare il prezzo finale del prodotto al consumatore. Dal gennaio sono stati aboliti i prezzi massimi di riferimento sui farmaci senza ricetta, lasciando libertà al farmacista di stabilirne l’entità. Dovrebbe esserci in esposizione un listino prezzi, obbligatorio per legge dal , purtroppo spesso inesistente: solo nel % dei punti vendita visitati esiste un elenco dei prezzi dei farmaci aggiornato al , e solo nel % il consumatore ha la possibilità di consultarlo. Quindi se la liberalizzazione ha funzionato, la piena trasparenza è ancora lontana. ͮǡͨΨ SANTA COLELLA punti vendita I consigli – C’è anche una banca dati gratuita Bari fra le esaminate I prezzi a confronto L’ inchiesta di Altroconsumo fa il punto sul costo dei farmaci dopo l’avvento della liberalizzazione del mercato, analizzando i prezzi dei tre diversi canali di vendita oggi disponibili: farmacie (sono state visitate ), parafarmacie ( ) e ipermercati ( ). In totale quindi sono stati esaminati punti vendita. I farmaci selezionati sono senza obbligo di ricetta, tutti molto utilizzati e venduti. Sono in tutto le città oggetto della rilevazione: Milano, Roma, Torino, Napoli, Genova, Verona, Bologna, Firenze, Bari e Palermo. Sono stati confrontati i prezzi applicati agli stessi farmaci nei tre diversi canali in modo da valutare la convenienza per tipologia di punto vendita e confrontato anche i prezzi del con quelli praticati lo scorso anno sugli stessi farmaci. Un ulteriore raffronto ha riguardato il prezzo praticato sullo stesso farmaco nei diversi punti vendita dello stesso canale, al fine di valutarne la s.c. variabilità. O ltre all’indagine, Altroconsumo pubblica anche utili consigli orientati al risparmio e a trarre al meglio gli effetti positivi della liberalizzazione. Perché se è vero che grazie a questa l’ascesa dei prezzi rallenta è ancora più vero che i consumatori faticano a godere della concorrenza Questi alcuni consigli: “Contro disturbi lievi come mal di testa o raffreddore, aprite l’armadietto dei farmaci a casa, prima di precipitarvi ad acquistare un nuovo prodotto. È possibile che abbiate già ciò che fa per voi: molti farmaci hanno le stesse proprietà controllate il foglietto informativo” ed ancora “per i farmaci da banco memorizzate il punto vendita dove il prezzo è più conveniente. I risparmi che si possono realizzare sono interessanti, se non avete urgenze”. Inoltre “consultate le banche-dati internet di confronto prezzi: su www.altroconsumo.it sono disponibili i prezzi e i diversi nomi commerciali che corrispondono a s.c. uno stesso principio attivo”. Attualmente la GDO può distribuire solo la fascia C senza ricetta Grande risparmio negli iper “E se si vendessero tutti...” A nche se di poco, oggi i farmaci costano di più rispetto al , in particolare i prezzi sono aumentati nelle parafarmacie (più %), ma anche in farmacia il costo dei medicinali è cresciuto, meno però (più , % rispetto a un anno fa). Il posto in cui conviene di più comprare medicine è l’ipermercato. La concorrenza alle farmacie, però, funziona solo in parte. Parafarmacie e ipermercati possono competere più che altro sul versante del benessere e della cura del corpo, potendo Clienti poco informati Ignorata la legge vendere solo i medicinali di fascia C senza ricetta. “Se, invece, anche qui approdassero i farmaci vendibili con ricetta (sempre sotto la vigilanza di un farmacista) il vantaggio sarebbe duplice: le farmacie sarebbero costrette a combattere la concorrenza abbassando i prezzi” dice Altroconsumo. Come in passato, colpisce la grande variabilità dei prezzi da un negozio all’altro. La liberalizzazione del settore e l’ampliamento dei canali di vendita ha permesso di S coprire qual è il punto vendita più economico è dura, questo perché manca la trasparenza. I commercianti devono esporre un listino, visibile a tutti, che riporti il prezzo dei farmaci: ma questo accade di rado. Nell’inchiesta molte volte i prezzi dei farmaci non sono esposti, anche se dal questo è un obbligo di legge. So- allargare la forbice dei prezzi: uno stesso farmaco può costare il % in più cambiando negozio. In media, comunque, i prezzi variano del %. A convenire di più sono ancora una volta i corner degli ipermercati. Comprare medicine nella gdo costa in media il , % in meno rispetto alla farmacia, e il , % in meno della para farmacia. Si assottiglia sempre più la possibilità di risparmio tra questi ultimi due canali, ormai solo il , % (l’anno scorso era il , %). s.c. lo il % dei punti vendita visitati ha un elenco aggiornato al dei farmaci. L’elenco è direttamente consultabile dal cliente in casi su ( % del totale dei punti vendita visitati) e negli altri casi bisogna chiederlo al farmacista, cosa che non permette un confronto immediato e chiaro tra prodotti analoghi. s.c. 10 23-29 ottobre 2010 Rapporti Rispetto al 2008, il Pil è calato del 6% nel NordOvest, del 5,6% nel Nord-Est, del 5,3% nel Centro-Nord, del 3,9% nel Centro e del 4,3% nel Mezzogiorno (media nazionale: -5%) Gli effetti della crisi e le prospettive di ripresa Effetto crisi Ripresa (ritorno Apice (arretramento ai all’apice previsto economico Recessione livelli dell’anno…) per l’anno…) Settore Valore aggiunto totale - di cui industria in senso stretto - di cui costruzioni - di cui commercio, alberghi, trasporti - di cui credito, immobiliare e servizi professionali - Fonte: elaborazione Ufficio Studi Cgia Mestre su dati Istat Puglia e Basilicata fanno segnare, rispettivamente, un -5% ed un -4,5%. Peggio di tutti sono andati l’Abruzzo (-6,9%), la Lombardia (-6,3%) e il Piemonte (-6,2%). ISTAT – Diffusi i dati dello studio sui principali aggregati dei conti economici regionali Prodotto interno lordo del 2009 Puglia in media, Lucania arretra N el il Prodotto Interno Lordo (PIL) si è ridotto più a Nord che a Sud. Nonostante questo, però, il dato della Puglia è in linea con la media nazionale, mentre la Basilicata, pur facendo registrare una performance lievemente migliore, non brilla, discostandosi in peggio (seppur di poco) dalla media delle regioni meridionali. A rilevarlo è l’Istat, nello studio “Principali aggregati dei conti economici regionali”, contenente le stime riguardanti i seguenti aggregati economici: Pil, unità di lavoro, spesa per consumi finali delle famiglie, valore aggiunto e redditi da lavoro dipendente. Rispetto al , il Pil è calato del % nel Nord-Ovest, del , % nel Nord-Est, del , % nel Centro-Nord, del , % nel Centro e del , % nel Mezzogiorno (media nazionale: - %). Puglia e Basilicata fanno segnare, rispettivamente, un - % ed un - , %. Peggio di tutti sono andati l’Abruzzo (- , %), la Lombardia (- , %) e il Piemonte (- , %). A far da paracadute per il Sud, invece, ci sono state Sicilia (- , %) e Calabria (- , %), mentre a pesare sul dato complessivo negativo (per quanto migliore di quello del Settentrione) è soprattutto l’industria (valore aggiunto caduto dell’ , %, del , % solo in Puglia, anche se in Italia è sceso del , %). In termini assoluti, tuttavia, la musica cambia, dato che il Sud contribuisce al Pil nazionale per il , % (Centro-Nord , %, Nord-Ovest , %, Nord-Est , %, Centro %). A livello regionale, la Lombardia produce da sola il % della ricchezza del Paese: solo il Lazio tiene botta alle sue spalle ( , %). La Puglia è al , %, la Basilicata allo , %. Il Pil per abitante ai prezzi di mercato (calcolato aggiungendo al valore aggiunto, espresso ai prezzi base, l’Iva, le altre imposte Variazione percentuale PIL su Nord-Ovest - % Nord-Est - , % Centro-Nord - , % Centro - , % Mezzogiorno - , % ITALIA - % Puglia - % Basilicata - , % sui prodotti, le imposte sulle importazioni e sottraendo i contributi sui prodotti, dove per valore aggiunto si intende la differenza fra il valore della produzione e quello dei costi intermedi) segna una flessione del , % a livello nazionale, con una diminuzione più contenuta a Sud (- , %; ma Puglia - , %) e al Centro (- , %) e più marcata a Nord-Ovest (- , %), Nord-Est (- , %) e Centro-Nord (- , %). In assoluto, però, il Pil pro capite ai prezzi di mercato del Centro-Nord resta sensibilmente più elevato di quello del Mezzogiorno: . euro nel Nord-Ovest, . euro nel Nord-Est, . nel CentroNord e . euro nel Centro, contro gli appena . euro del Mezzogiorno (Basilicata . , Puglia . , col dato più basso dopo la Campania). In controtendenza, rispetto ai dati sin qui analizzati, vi sono i numeri sulle unità di lavoro: a fronte di una contrazione media nazionale del , %, è il Sud a perdere maggior terreno (- %) rispetto al resto d’Italia (tranne il Nord-Ovest, che cede il , %). Allo stesso modo, le cifre sulla spesa delle famiglie mettono in evidenza una maggiore “austerity” adottata al Sud (- , % rispetto al ) rispetto a tutte le altre macro-aree (la media nazionale si attesta al - , %). Calabria (- , %) e Puglia (- , %) guidano la corsa al risparmio. Il valore aggiunto ai prezzi base per unità di lavoro, invece, pur essendo più alto al Centro e al Nord, ha subìto una riduzione meno marcata al Sud (- , % a fronte di una media nazionale del - , %). Crescono, infine, i redditi da lavoro dipendente (+ , % Italia, + , % Sud, ma nel Mezzogiorno sono più bassi che altrove). Fonte dati: Istat ANDREA BUONO Il confronto con i dati dell’Osservatorio a luglio La denuncia di Artigiani e piccole imprese I conti non tornano dall’OBI altri risultati Il “valore aggiunto” è al livello del 2001 Foto Grzegorz Margol_fotolia D i diverso tenore erano state le indicazioni emergenti dal Rapporto Pil Occupazione Valore Aggiunto, pubblicato lo scorso luglio dall’Osservatorio Regionale Banche-Imprese (OBI). I dati forniti riferivano di un aumento del divario già esistente tra regioni meridionali e settentrionali tra il e il . In particolare, si era evidenziata una riduzione complessiva più consistente del Pil del Mezzogiorno rispetto alla media nazionale (- , % contro - %). Basilicata e Abruzzo (- %) avrebbero contribuito maggiormente alla performance negativa, de- terminata anche da Puglia (- , %) e Campania (- , %) e mitigata (come secondo l’Istat) dalla Calabria (“solo” - , %). Tuttavia, in termini assoluti, l’Abruzzo faceva segnare il Pil pro capite più alto del Sud ( . euro, dato in linea con quelli diffusi dall’Istat). Proprio Obi segnala, intanto, nel recente Rapporto “Congiuntura Mezzogiorno” relativo al terzo trimestre , il consolidamento della ripresa della fiducia di famiglie e imprese in Europa e in Italia (ma non nel Nord-Ovest e a Sud). a.b. “I l valore aggiunto delle imprese italiane è sceso ai livelli del . Drammatica la situazione del settore manifatturiero: la ricchezza prodotta da questo comparto è precipitata su valori che avevamo nel ”. A dirlo è Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA (Associazione Artigiani Piccole Imprese) di Mestre, il cui Ufficio Studi ha analizzato gli effetti della recessione economica sul sistema produttivo nazionale. Ebbene, ne emerge che, tra la fine del e il giugno , il valore aggiunto reale (ov- vero la ricchezza prodotta dalle imprese italiane) è calato del , %, con punte del - , % nell’industria manifatturiera e del - % nel settore delle costruzioni. Commercio, alberghi e trasporti fanno registrare un - , %, mentre per agricoltura, silvicoltura e pesca (- , %), per il credito (- , %) e per i servizi (- , %) gli effetti negativi sono stati contenuti. “Solo nel il valore aggiunto dell’intero sistema produttivo – sottolinea Bortolussi – si riporterà ai livelli del ”. a.b. Edilizia 11 23-29 ottobre 2010 L’iniziativa – Il primo passo dei costruttori edili è l’immediata collaborazione con Interfidi Crediti con le Pa: l’Ance a Taranto “studia” nuovi modelli di business T aranto è alla ricerca di un via d’uscita dalla crisi, e guarda al di fuori dei canali di business tradizionali. L’edilizia è uno dei settori più colpiti nella zona ionica. Contrazioni negli appalti, difficoltà di pagamento da parte del pubblico e del privato: anche le aziende sane ne stanno risentendo. Per questo, l’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) di Taranto è scesa in campo mettendo in essere una serie di azioni – che i singoli non possono di certo svolgere – per far ripartire un meccanismo economico oramai inceppato da troppo tempo. Dare respiro alle imprese che, sia pure in attività, sono in sofferenza. Il primo passo dell’ANCE è stato un incontro col presidente di Interfidi Francesco Marangi. L’obiettivo? Avviare concrete collaborazioni per sostenere sotto il profilo finanziario le imprese creditrici della pubblica amministrazione: un vero e proprio paradosso, lavorano per lo Stato, non vengono pagate in tempi ragionevoli, e rischiano di andare a gambe all’aria. Al centro del confronto, lo stato di profonda sofferenza di tante imprese costrette da un lato a fronteggiare una dura stretta creditizia imposta dal sistema bancario e dall’altro a subire il peso dei ritardati pagamenti delle amministrazioni appaltanti, frutto di inefficienze e soprattutto dei vincoli imposti dal patto di stabilità. La soluzione? Visto il muro burocratico ed amministrativo che le aziende si trovano di fronte, a Taranto l’ANCE ed Interfidi hanno convenuto sull’opportunità di un dialogo più stretto per costruire soluzioni su misura per le anticipazioni sui crediti delle imprese edili appaltatrici nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Le modalità, a tutto campo, sono basate sullo stringere intese, avviare collaborazioni e far conoscere al sistema imprenditoriale nuove opportunità di business. ANTONELLA MILLARTE Svanite le grandi commesse, si cambia rotta Allo studio anche insediamento industriale di Pmi Dal navale alla sanità Le idee: rifiuti e scuole C almierati i debiti, con la speranza che i crediti si sblocchino al più presto, l’edilizia tarantina orfana delle grandi commesse del passato legate all’industria e al settore navale, ora cercano di indirizzare il know how accumulato e le loro maestranze professionali in altre direzioni. Ma quali? Fuori dai denti la situazione che l’ANCE di Taranto descrive per i principali problemi del settore delle costruzioni è quella di “ricercare nuove opportunità di business in grado di prospettare nuovi percorsi produttivi ad un sistema imprenditoriale alle prese con il perdurare di una crisi senza precedenti”. Si guarda a orizzonti finora inesplorati come quello della sanità di eccellenza, ed in proposito i giovani imprenditori edili l’ANCE di Taranto hanno incontrato i vertici del San Raffaele del Mediterraneo, situato nel quartiere Paolo VI che ha gli spazi per crescere ancora. a.m. A ltro passo di apertura c’è stato dalla città guardando alle cosiddette periferie del tarantino dove, a quanto pare, c’è un maggiore fermento imprenditoriale. Una di queste potrebbe arrivare dalla borgata di Talsano con il Consorzio Impretal, un moderno insediamento industriale di PMI. Innovazione, un altro spazio da esplorare con il supporto tecnico-scientifico del Distretto Produttivo dell’Ambiente e del Riutilizzo DIPAR. Saranno realizzati studi per l’individuazione delle opportunità imprenditoriali connesse al recupero e alla valorizzazione dei rifiuti edili ed alla questione amianto. Con ISPREDIL si valuteranno le possibilità di applicazione sul territorio di modelli sperimentali che introducono la partnership pubblico-privata nella modernizzazione dei patrimoni di edilizia scolastica troppo a lungo negletti, e che necessitano interventi spesso non più rinviabili. a.m. etta la Gazz /10 24w ne Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Anno XV - 06 / 12 febbraio 2010 - € 1,15 Se venduto in abbinamento con “La Gazzetta del Mezzogiorno” € 0,90 di Dionisio Ciccarese Le chiacchiere non servono Puglia svegliati! V ia via i sospetti stanno prendendo forma: questa campagna elettorale rischia di non dare alcun valore aggiunto alle prospettive della Puglia. La situazione diventa paradossale perché ci fa rimpiangere persino la stagione della comunicazione politica intrisa di promesse. Quella politica dell’annuncio che porta i vari esponenti a spararla sempre più grossa nel tentativo (spesso riuscito) di incantare un elettorato credulone e smarrito. Cambiali mai portate all’incasso. Ma oggi non è più così. I modelli di rappresentazione della TV e l’autoreferenzialità con gli altri media hanno innescato un meccanismo di circolarità dell’informazione che imprigiona le notizie in un paradigma sempre più lontano mana Federico Pirro, docente di Storia dell’industria nell’Università barese, in un editoriale sul nostro giornale ha rotto gli indugi e, con l’eleganza che lo caratterizza, ha rivolto ai candidati una di quelle domande che una volta tra i banchi di scuola si definiva “a piacere”: per favore, diteci qualcosa di economico. Diteci, insomma: quale idea della Puglia avete in testa per i prossimi anni? Quali sono le strategie su cui si deve puntare per lo sviluppo? Come la Puglia intende allinearsi all’Europa? E se non bastasse in un altro articolo il prof. Giovanni Ancona, docente di Economia Politica nella medesima Università, con eguale accuratezza e interpretando i dati della crisi ha “stroncato” facili entusiasmi sottolineando che sarà la ripresa Sì la Gazzetta 13/10 new Carte “revolver” Adobe erla per ricev il via e-ma Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Anno XV - 3 / 9 aprile 2010 - Settimanale di informazione economica - Sped. in abb. post. 45% Art 2 c. 20/B L. 662/96 - Filiale di Bari Dati inquietanti dalla ricerca Assofin-Crif-Eurisko sulle “revolving” 21/10 new PDF i su Registrat € 1,15 Se venduto in abbinamento con “La Gazzetta del Mezzogiorno” € 0,90 Settimanale di informazione economica - Sped. in abb. post. 45% Art 2 c. 20/B L. 662/96 - Filiale di Bari Elezioni regionali – Scelte strategiche e operative fondamentali attendono il Governatore Vendola, una vittoria palese di Dionisio Ciccarese E Comunicazione, potere e governance h sì, è stata una vittoria palese. E anche annunciata. A dispetto dei giochini paracomunicativi che in preda alla disperazione si è tentato di fare per ribaltare un rapporto che non è mai stato in discussione. Vendola ha vinto, ma in realtà non è solo Palese ad aver perso. Piuttosto è stato il centrodestra. Si può dire quel che si vuole e cercare con le parole di camuffare la realtà: Palese non ha mai avuto alcuna chance. Qui accanto pubblichiamo la riproduzione delle tre prime pagine de “La Gazzetta dell’Economia” che riportano i dati cui parte. Piepoli ne aveva sorriso e aveva sottolineato: “Bisogna solo aspettare qualche settimana. Vedremo”. Abbiamo visto. Non è certo questo il fulcro del nostro ragionamento, ma ne esprime perfettamente l’atteggiamento. Una miscela di ignoranza e supponenza con un esito scontato: il disastro elettorale. Ora si discute dei “se” e dei “ma”. Di una diversa possibile configurazione dei candidati. È troppo tardi. Vendola non solo ha vinto, ma ha già disegnato il “framing” nel cui recinto si giocherà la nuova discussione politica: la fine dei partiti. la Gazzetta 08/10 new La vostra nuova ed esclusiva concessionaria di spazi pubblicitari Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Anno XV - 27 febbraio / 5 marzo 2010 - € 1,15 Se venduto in abbinamento con “La Gazzetta del Mezzogiorno” € 0,90 Tel. 080.5857450 Fax 080.5857426 [email protected] Settimanale di informazione economica - Sped. in abb. post. 45% Art 2 c. 20/B L. 662/96 - Filiale di Bari Vendola al comando aio bbr 27 fe L’esito del nostro sondaggio: il Governatore uscente al 46,5%. A 6 punti di distanza Palese. La Poli Bortone all’11%. Servizi, grafici e tabelle alle pagine 15-16-17 e 18 A proposito di debito pubblico Turismo – Una regione leader Foto: Carlo Cofano/Iesseppi Confindustria – Ecco le “tesi” L’ora di sirtaki e flamenco BIT di Milano: Il Sud ora deve E la tarantella? Puglia sbanca voltare pagina N ell’autunno del in molti dissero “niente sarà più come prima” quando, nell’occhio del ciclone della crisi finanziaria più grave degli ultimi sessanta anni, persino i giganti di Wall Street mostravano piedi d’argilla. I governi di tutto il mondo venivano allora sollecitati al di GIOVANNI FERRI da quel turbinio, le gengive dei salvati addentano ora le mani dei salvatori pubblici. La memoria è breve, le situazioni cambiano rapidamente, occorre stare al passo con i tempi. Oggi, dunque, molti di quei governi che venivano lodati – si pensi all’Irlanda – per la celerità con cui si erano mossi L a Puglia in fatto di turismo è certamente una regione leader. È quanto merso con chiarezza nei giorni scorsi alla BIT di Milano., importante rassegna fieristica di settore. La regione ha fatto grandi passi in avanti sul piano della destagionalizzazione offrendo un ampio ventaglio di offerte che vanno ben oltre il “bel mare” che per troppi anni ha B urocrazia, criminalità e utilizzo fruttuoso dei fondi europei. Questi i temi al centro del confronto al Petruzzelli di Bari nel convegno “Il Sud aiuta il Sud”, organizzato per celebrare i anni della Confindustria. In quattro pagine l’analisi dei dati sull’economia del Mezzogiorno e le strategie di sviluppo pianificate da mondo delle imprese e isti- la Gazzetta 09/10 new Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Anno XV - 6 / 12 marzo 2010 - € 1,15 Se venduto in abbinamento con “La Gazzetta del Mezzogiorno” € 0,90 Il presidente Nichi Vendola resta saldamente alla guida della Puglia. Gli elettori lo hanno confermato assegnandogli oltre il % delle preferenze. Più di punti rispetto al suo principale antagonista, Rocco Palese. Alla Poli Bortone è andato invece l’ , % dei voti. Un esito in totale sintonia con i risultati dei tre sondaggi che l’Istituto Piepoli aveva realizzato per il nostro giornale (e di cui pubblichiamo la riproduzione delle prime pagine). Ora dopo una breve pausa (che andrà qualche giorno oltre le festività) il presidente Vendola dovrà nominare la Giunta. Il che dovrebbe accadere intorno al aprile. È questa una fase delicata e il suo esito è tanto più atteso per i molti significati che avrà la composizione della nuova Giunta. Una lezione Ventura sale in cattedra Settimanale di informazione economica - Sped. in abb. post. 45% Art 2 c. 20/B L. 662/96 - Filiale di Bari Sondaggio – Il Governatore sempre in vantaggio anche nel secondo round dell’indagine Vendola tiene il passo Palese insegue (-5,5%) la Gazzetta 10/10 new Tel. 080.5857450 Fax 080.5857426 [email protected] La vostra nuova ed esclusiva concessionaria di spazi pubblicitari Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Anno XV - 13 / 19 marzo 2010 - € 1,15 Se venduto in abbinamento con “La Gazzetta del Mezzogiorno” € 0,90 rzo Tel. 080.5857450 Fax 080.5857426 [email protected] Adobe Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Settimanale di informazione economica - Sped. in abb. post. 45% Art 2 c. 20/B L. 662/96 - Filiale di Bari Vendola sempre in testa 13 ma Resta netto il vantaggio su Palese (4,5%). Cala la Poli Bortone. Il prof. Nicola Piepoli ci spiega i perché di tanti consensi per il Governatore uscente Ȃ° I ( numeri) , ( numeri) Nome_______________________Cognome __________________ Via ___________________________________ Cap _____________ erla per ricev il via e-ma ŶŶŽysʹϮϵŵĂŐŐŝŽͬϰŐŝƵŐŶŽϮϬϭϬʹΦϭ͕ϬϬʹ^Ğƫ ŵĂŶĂůĞĚŝŝŶĨŽƌŵĂnjŝŽŶĞĞĐŽŶŽŵŝĐĂʹǁǁǁ͘ŐĂnjĞĐŽ͘ŝƚʹ^ƉĞĚŝnjŝŽŶĞŝŶĂďď͘ƉŽƐƚĂůĞϰϱйƌƚϮĐ͘ϮϬͬ>͘ϲϲϮͬϵϲʹ&ŝůŝĂůĞĚŝĂƌŝ ntervista a “cuore aperto” de La Gazzetta dell’Economia a Giampiero Ventura, allenatore genovese, anni, artefice del miracolo Bari, la squadra-sorpresa che in A è decima davanti ad alcune grandi. Ventura parla della sua capacità di “motivatore” che fa gioco di squadra G. 6 E E PAG ACI ALL LEVANT PDF i su Registrat zeco.it www.ga GIAMPIERO VENTURA La vostra nuova ed esclusiva concessionaria di spazi pubblicitari desidero sottoscrivere un abbonamento annuale a La Gazzetta dell’ Economia Tariffa per l’ Italia € , Tariffa per l’ Europa € la Gazzetta Inferno usura ana che gr Grano, zeco.it www.ga Tel. 080.5857450 Fax 080.5857426 [email protected] ricev per e-mail via Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata La vostra nuova ed esclusiva concessionaria di spazi pubblicitari ŵĂŶĂůĞ ƫ ϭ͕ϬϬʹ^Ğ ϬϭϬʹΦ ŐŝƵŐŶŽϮ ʹϭϵͬϮϱ la Gazzetta e Adob azec w.g erla a Basilicat ͬ>͘ϲϲϮͬϵϲʹ&ŝůŝĂůĞĚŝĂƌŝ Puglia e ƌƚϮĐ͘ϮϬ sociali di ^ƉĞĚŝnjŝŽŶĞŝŶĂďď͘ƉŽƐƚĂůĞϰϱй omici e ͘ŝƚʹ on ec ǁ͘ŐĂnjĞĐŽ i ǁǁ ĐĂʹ ĐŽŶŽŵŝ Sistem ĂnjŝŽŶĞĞ ĚŝŝŶĨŽƌŵ ŶŶŽys 05/10 new PDF ti su stra Regi o.it ww ǯ SA TRAVER 7 ete io in R Territor EBREO 19 ǯȂ PAG ALLE ƤǦ ǡ Ǥ Ǥ Ǧ ° ǯ ǡ ° Ǥ ǯ Ǧ Ǥ1 ǡ Ǥ î ǯ Ǥ Ǧ ǡ Ǧ ¿ Ǥ 2E3 ǡ ǡ PAGG. E ǡ ALL NE ǤǦ SCHIRO ǡ ǡ ȋ Ƥ Ǧ ǡ Ǧ Ȍȋ ǡ ǡ ǯƥ Ƥǡ ȌǤǡƤ îǤ Ǧ ǡ Ǥ î Ǧ ǡ Ǧ ǯȂ Ǧ ǯ Ȃ dzǡ Ƭǯ Ǥ Dz Ǧ ǡ Ȍ ǯ . 21 A PAG rtuosa lia è vi risorse g u P a i L orto d ma a c G. 18 E renza Traspa nche ba test e stress Le difficoltà di accesso al credito bancario espongono famiglie e imprese al rischio di finire nelle mani di organizzazioni sempre più isi alla cr Calcio rno zzogio re a... Me te Ricetta re per compe innova ǣ° Ȃ e Pescam l coinvo 12 Pae Ǥ ǡ ǡ Ƥ ǡ ǡ Ǧ ǡ Forme di pagamento: versamento su CCP n° intestato a Sedit Srl - Servizi Editoriali Via delle Orchidee, Z.I. Modugno-Bari assegno non trasferibile Codice Fiscale o Partita IVA Città __________________________________ Provincia ________ (se si richiede fattura) Recapito telefonico ______________________________________ Data________________Firma_____________________________ Invii il coupon al fax I suoi dati nel rispetto della Legge o tramite posta indirizzandolo a Sedit Srl – Servizi Editoriali – Via delle Orchidee, – / Z.I. Modugno-Bari non saranno comunicati o diffusi a terzi e potrà richiederne, in qualsiasi momento la modifica o la cancellazione. Solo se Lei non desiderasse ricevere nostre comunicazioni lo segnali barrando l’apposita casella 12 23-29 ottobre 2010 Servizi Regole – Un impiegato ne gestisce in media fra trenta e quaranta Che caos le password e la privacy è a rischio Si utilizzano ogni giorno ma per paura di dimenticarle, si scelgono quelle più banali mettendo così a rischio la propria sicurezza C odici pin e password sono sempre più presenti nella nostra vita lavorativa e quotidiana: acquisti on-line, prelievi al bancomat, home banking, consultazione di data-base, eccetera. I rischi legati alla sicurezza impongono di usare password e codici sempre più complessi, ma spesso si finisce per utilizzare sempre gli stessi per paura di dimenticarli o di dimenticare dove li si annota. Si calcola che un impiegato, in qualsiasi parte del mondo, gestisce in media tra le trenta e le quaranta password. Per non parlare poi di codici che vengono assegnati da terzi, come ad esempio il numero di matricola per gli studenti. E se all’improvviso si perdessero tutti i codici? Si avrebbe la brutta sensazione di aver perso l’identità. Le password sono le vere custodi della nostra esistenza nella rete, ma anche su ogni tipo di tecnologia che includa un microchip. Esse però si stanno moltiplicando nell’uso quotidiano, richiedendo una utilizzazione sempre più frequente. L’identità e la privacy vanno protette necessariamente da chiavi digitali, ma come fare se a disposizione c’è la sola memoria o una quantità di foglietti e appunti introvabili proprio quando servono? Peggio della dimenticanza sono alcune soluzioni mnemoniche, che sembrano geniali ma in realtà sono state pensate anche ad altri milioni di persone. Si tratta del % degli utenti in rete che, credendo di essere unici, usano come password “ ”, oppure il proprio nome seguito dall’anno di nascita o quello dei propri figli, dei propri cari o dell’animale domestico. Per questo motivo gli esperti della rete suggeriscono regole minime di sicurezza: usare password diverse per le diverse applicazioni, crearne una piuttosto lunga (almeno di otto lettere), aggiornarla spesso (ogni tre mesi), usare diversi tipi di caratteri (maiuscole e minuscole accompagnati da numeri, simboli, eccetera), evitare di utilizzare riferimenti personali o a persone care. ALICE MILIA I-MEMO – Sistema con accesso a impronte digitali Colpito su on line Database made in Italy per custodire le “chiavi” Identità rubate più pericoli per le “carte” I N ella nostra quotidianità diamo i numeri. È vero: a cominciare dal codice pin per accendere il cellulare, al bancomat per prelevare, alla password per accedere al computer dell’ufficio, poi all’e-mail e ai social network (sempre più numerosi), poi per accedere al conto delle poste, per fare acquisti on-line, per vedere la bolletta, a volte anche per entrare nel portone di casa o mettere l’allarme al garage. Internet, in primis, ci ha imposto codici di sicurezza e privacy, il resto è tutta una conseguenza tecnologica. Ricordare codici, password, nomi utente e numeri di telefono diventa sempre più difficile ai giorni nostri. La soluzione c’è, ed è diventata “a portata di mano”: è stato infatti inventato un prodotto Made in Italy, ad oggi ancora unico nel suo genere (attualmente non ci sono prodotti uguali sul mercato nazionale ed internazionale). Si chiama I-Memo ed è un dispositivo di piccole dimensioni, facile da usare, maneggevole e colorato che permette di archiviare Pin, password e codici vari nel suo database. Tutto qui? La sua genialità è racchiusa in per millimetri: per attivarlo non serve inserire una password, ma basta il riconoscimento della propria impronta digitale, grazie ad un sensore biometrico, che permette in meno di un secondo l’accesso ai dati personali. Il primo prodotto di Menstecnica Srl, nato nel dall’idea di cinque ricercatori italiani con l’obiettivo di sviluppare e realizzare prodotti innovativi e creativi di elettronica. La principale peculiarità del piccolo dispositivo salva memoria, portatile ed autosufficiente, risponde alla necessità di memorizzare e consultare in modo semplice anche le password e i codici più complessi in qualsiasi situazione, assicurando la massima protezione dei dati. Il sensore biometrico per il riconoscimento dell’impronta digitale permette di personalizzare l’utilizzo di IMemo e di accenderlo. Può memorizzare fino a otto impronte diverse e più di mila tra codici, password e pin; ogni scheda contiene caratteri in quanto non ci sono solo la user e la password da ricordare ma anche le domande e le risposte di sicurezza, gli ordini, le scadenze eccetera. È dotato di porta Usb in modo da poter trasferire i dati del pc direttamente sull’I-Memo. La Menstecnica Srl, poi, ha depositato una richiesta di brevetto all’European Patent Office di Monaco ed ha protetto il marchio. Ad oggi sono già in circolazione circa prototipi di I-Memo, al costo di euro. Così l’I-Memo, più piccolo di un cellulare, si candida a diventare un prolungamento della nostra memoria che grazie al riconoscimento dell’impronta digitale che lo rende unico come noi e sicuro agli attacchi dei malintenzionati. Si potrà anche avere una memoria di ferro ma un aiuto fa sempre comodo, specialmente oggigiorno. È consigliato l’I-Memo soprattutto per più giovani che, al tempo dei social network e delle e-mail, usano tantissime chiavi d’accesso ogni giorno per la vita in rete. Considerando che tutto quello che si mette on-line, in un modo o nell’altro, può essere rintracciato, è bene prevenire il furto d’identità scegliendo password lunghe piene di numeri o simboli. Inoltre, ci sono chiavi d’accesso più importanti ed altre meno importanti: ad esempio quella della propria banca o dell’account di posta elettronica sono tra quelle importanti, per questo gli esperti consigliano di non usare sempre le stesse password. Archiviarle in un luogo sicuro e cambiarle con una certa frequenza è sicuramente un buon metodo. a.m. l furto d’identità è un rischio in crescita e le informazioni per la prevenzione sono insufficienti. Questo il tema del rapporto annuale dell’Osservatorio Permanente sul Furto d’identità promosso da Adconsum, associazione difesa consumatori e ambiente. Il furto d’identità viene scoperto nel % dei casi controllando il proprio estratto conto bancario, per il % su segnalazione del proprio istituto di credito e per il % su avviso delle forze dell’ordine. Infatti, pur migliorando la consapevolezza dei consumatori derivanti dalla frode d’identità, in Italia resta un forte gap normativo che si accompagna ad un insufficiente livello di informazione dei consumatori, soprattutto se giovani, riguardo le modalità attraverso cui viene attuato il furto d’identità e su come è possibile difendersi e prevenirlo. Si ha un furto d’identità ogni qualvolta un’informazione individuale, relativa ad una persona fisica o ad un’azienda, è ottenuta in modo fraudolento da un malintenzionato per compiere atti illeciti. La frode d’identità, infatti, riguarda principalmente l’apertura dei conto correnti bancari, la richiesta di una nuova carta di credito, o l’utilizzo dei dati personali della vittima nell’acquisto di beni e servizi o altri vantaggi finanziari. Riguardo alle modalità di autotutela, emerge dal rapporto dell’Osservatorio che solo il % distrugge i dati sensibili rilevabili da bollette, fatture e comunicazioni bancarie, mentre il % ha attivato il servizio di segnalazione tramite sms per prelievi o acquisti effettuati con carta di credito. Per quanto riguarda il mondo informatico e on-line, il % degli utenti usa carte prepagate per acquisti via Internet, ma il % adotta comportamenti rischiosi, come salvare password e user sul proprio pc. Il furto d’identità colpisce un italiano su quattro e circa il % delle vittime subisce un danno fino a euro, che sale fino a . euro per il % delle stesse. Il % degli utenti, inoltre, non è in grado di quantificare il danno subito. a. m. Servizi 23-29 ottobre 2010 13 Un falsa e-mail che ha tratto in inganno molti utenti Intervista – Rutigliano (APROweb.it): “Attenti alle e-mail false” “Il phishing resta il primo nemico” N el , secondo l’indagine di Verizon Business società che si occupa di sicurezza digitale, ci sono stati oltre un miliardo di casi di furti d’identità digitale su Internet, ma per gli addetti ai non è una novità. Nomi, codici di carte di credito, password, informazioni personali, conti bancari, numeri di telefono, indirizzi di posta elettronica e tutto quello che gli archivi on line possono contenere sono a rischio se non protetti come si deve. Per navigare sicuri su internet sentiamo il parere dell’esperto: Daniele Rutigliano, titolare della web agency barese APROweb.it, creatore di siti web. Secondo lei, quali sono i lati positivi e negativi di un sito web, come ad esempio Clipperz.it, che racchiude tutte le password degli utenti? “Clipperz.com è sicuramente uno strumento molto utile per archiviare le proprie password e non è neanche l’unico ad offrire un servizio gratuito di store password (esistono anche Passpack. com, passwordsafe.com, lastpass.com, passlet.com e tanti altri sicuri). Se da un lato siti web come questi semplificano la nostra vita quotidiana, dall’altro vengono presi di mira dai cracker, dei veri e propri criminali informatici (spesso chiamati erroneamente hacker). I cracker cercano di impossessarsi delle credenziali altrui per fini economici personali (acquisto online di beni e servizi, trasferimento di denaro, eccetera.). Bisogna ammettere che, sebbene un sito web sia dotato di tutte le misure di sicurezza possibili, esiste sempre una percentuale – molto bassa – di possibili accessi non autorizzati. Questo può accadere per la presenza dei famosi bug, delle ‘falle’ nella fasi di progettazione e programmazione di un sito web o del sistema operativo installato sul server che ospita il sito. Col passare degli anni l’Ingegneria del software ed i costanti test di sicurezza hanno notevolmente ridotto le probabilità di vulnerabilità dei sistemi informatici, per tanto gli utenti possono stare tranquilli. Tuttavia il punto critico della questione non è di per sé la sicurezza del sito ma paradossalmente la possibilità che un utente sia tratto in inganno. Lo scorso febbraio sono state rubate migliaia di password per l’accesso a Twitter. Non si è trattato di una vulnerabilità del famoso strumento di microblogging ma di un attacco informatico detto phishing. Sebbene se ne parli già da diverso tem- po, questa tecnica riscuote ancora molto successo online. Basta una semplice email come ‘esca’ per catturare il mal capitato e portarlo in sito web graficamente uguale a quello in cui l’utente è registrato. Una volta che questi inserisce volontariamente le proprie credenziali nel sito contraffatto, le password vengono inviate al cracker che, a sua volta, le usa per i propri scopi illegali”. Come è possibile proteggere la propria privacy on-line? “Le regole per una navigazione sicura sono sempre le stesse: aver installato un buon antivirus e tenerlo sempre aggiornato (uno solo, non due poiché entrano in conflitto), possedere anche un firewall per impedire l’accesso di malintenzionati nel proprio pc, effettuare sempre gli aggiornamenti del sistema operativo (come il Windows Update), acquistare software originali (evitare quindi l’uso di file-sharing come Emule, Bittorrent poiché diffondono virus in grado di dare a terzi il pieno controllo del computer) e controllare sempre l’indirizzo del sito web nel quale si stanno inserendo le proprie credenziali. Infine si consiglia anche l’uso di un browser più sicuro di Internet Explorer per la navigazione online, a mio parere Firefox è probabilmente il migliore”. Quali rischi corre chi subisce un furto d’identità in rete? “Chi perde le proprie password potrebbe vedere diffuse le proprie informazioni personali o notare delle transazioni bancarie non autorizzate sul proprio conto online. Con un semplice furto della propria casella di posta elettronica, un malintenzionato potrebbe anche inviare delle minacce a terzi o acquistare dei servizi online a vostro nome”. È meglio salvare le password più importanti su dispositivi elettronici (pc, ipod eccetera) o sulla classica agendina? “È sempre meglio scrivere le proprie password su un foglio di carta e conservarlo in un cassetto chiuso a chiave. Naturalmente sono da evitare i post-it sul monitor o sotto la tastiera o tappetino del mouse con le proprie password. La navigazione online è sicura ma, come nella vita quotidiana, è sempre necessaria un po’ di attenzione ed accortezza”. a.m. DANIELE RUTIGLIANO Clipperz Frodi Casseforti Scoperte sicure solo 6 sul web su 100 Q uotidianamente usiamo decine di password per accedere ai servizi internet e la maggior parte delle persone di solito utilizza password generiche per poterle facilmente ricordare ma questo, per motivi di privacy potrebbe essere pericoloso. Alcuni esperti della rete consigliano Clipperz, un servizio per gestire le proprie password, e il tutto direttamente online. Ma quanto è affidabile un sito internet che racchiude le password di tutti gli utenti? Nessun problema per la sicurezza, dicono gli intenditori: i dati che vengono visualizzati o inviati col il proprio browser vengono criptati così nessuno sarà in grado di decifrarli se intercettati, inclusi i gestori del servizio. Inoltre, il sito può essere utilizzato anche in offline. Per accedere al sito bisogna solo inserire una frase segreta: questo sistema sostituisce l’uso di una semplice password per ridurre al minimo le possibilità di accesso esterno. Il sistema è talmente infallibile che non è possibile in alcun modo recuperarla. a.m. T ra clonazioni di carte di credito e la sottrazione dei dati bancari, le frodi creditizie continuano a colpire migliaia di persone anche per effetto dei furti di identità. Lo rileva la ricerca condotta dall’Osservatorio sulle Frodi Creditizie di Crif, da cui è possibile delineare un profilo di vittima tipica: uomo, con un età compresa tra i e anni e residente principalmente in Campania, Lombardia, Lazio, Puglia e Sicilia. Inoltre, liberi professionisti (annoverando tra questi anche avvocati, ingegneri eccetera) risultano essere i soggetti maggiormente esposti a frode. Ma, se attraverso l’analisi delle denunce è possibile delineare il quadro socio demografico delle vittime di frodi creditizie, è invece quasi impossibile avere informazioni sui colpevoli, in quanto vengono scoperti solo nel % dei casi. a.m. 14 Servizi 23-29 ottobre 2010 Il vicepresidente Laforgia: “È nostro compito sostenere le imprese, incoraggiarle e assisterle affinché acquisiscano una maggiore pratica della finanza d’impresa” ANTONIO LAFORGIA MASSIMO LEONE SPORA – Presentata a Bari un’interessante iniziativa della Camera di Commercio di Bari Sportello per risanamenti aziendali gratis gli strumenti per il “rilancio” P revenire e curare le crisi aziendali. È questo l’obbiettivo di SPORA, lo Sportello Risanamenti Aziendali, presentato ieri mattina in conferenza stampa alla Camera di Commercio di Bari. Il nuovo servizio, assolutamente gratuito, metterà a disposizione delle aziende tutti gli strumenti utili a delineare tempestivamente un eventuale deterioramento della posizione competitiva dell’impresa, attraverso una diagnosi dello stato di crisi realizzata da un team di esperti. “È nostro compito – ha detto Antonio Laforgia, vice presidente della Camera di Commercio di Bari – sostenere le imprese, incoraggiarle e assisterle affinché acquisiscano una maggiore pratica della finanza d’impresa. Alle aziende in difficoltà – ha aggiunto – chiediamo di correggere la rotta per salvaguardare quel complesso di valori umani ed economici che nelle imprese trovano espressione”. Lo Sportello Risanamenti Aziendali sarà a disposizione degli operatori tutti i martedì e i giovedì dalle alle . Qui le imprese potranno confrontarsi con commercialisti, avvocati ed esperti di tematiche economiche e finanziarie. La strategia è quella di individuare ipotesi di lavoro che ogni impresa dovrà sviluppare con altre figure professionali. In più SPORA avrà come obbiettivo la promozione della cultura di prevenzione della crisi d’impresa, sviluppando anche attività di formazione e informazione attraverso corsi, seminari, strumenti informativi e newsletter. “Vogliamo diffondere – ha spiegato Laforgia – la cultura del risanamento e degli strumenti che si possono utilizzare in tale direzione, creando sinergie strategiche e operative per fare emergere le criticità e risolverle. È questo – ha aggiunto – lo spirito che sta alla base PUGLIA SETTORI PERSONALE DOMESTICO ESTRAZ. MANIFATT. COMMERCIO ACQUA e RIFIUTI Imprese non classificate COSTRUZIONI TRASPORTO INFORMAZ. E COMUNICAZ. SANITA’ NOLEGGIO e AG. VIAGGIO ALLOGGI E RISTORAZ. PROFESSIONI ATTIVITA’ IMMOBILIARI ATTIVITÀ FINANZIARIE E ASS. ARTE e SPORT ISTRUZIONE ENERGIA ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI AGRICOLTURA PA ORGANISMI EXTRATERRITORIALI TUTTI I SETTORI , % del progetto SPORA: fare acquisire alle imprese della terra di Bari una maggiore cultura finanziaria e agevolarle nel ricorrere ai nuovi strumenti di risanamento e rilancio dell’impresa”. A gestire lo Sportello Risanamenti, prendendo per mano le aziende in difficoltà e guidandole oltre la crisi sarà la Promem Sud Est, la società di cui fanno parte alcune Camere di Commercio – tra cui quella del capoluogo pugliese – oltre a Confindustria Bari e a un solido gruppo di banche. Il tutto con il supporto di sindacati e associazioni di categoria come CISL, UIL, CNA e Confartigianato e la collaborazione della Provincia di Bari. SPORA potrà contare anche sulle professionalità dell’Università degli Studi Aldo Moro e della LUM Jean Monnet. Attiva dal , Promem Sud Est elabora studi di fattibilità economicofinanziaria ed effettua valutazione degli investimenti, assistendo le imprese nella ricerca delle migliori fonti di finanziamento. Inoltre fornisce ad aziende ed enti pubblici consulenza finanziaria per agevolarne il percorso di crescita e di riorganizzazione. Di qui l’idea dello Sportello Risanamenti Aziendali. “Le probabilità di risolvere una crisi aziendale – ha spiegato l’Amministrato Delegato di Promem Sud Est Massimo Leone – sono tanto più elevate quanto prima essa viene rilevata e misurata allo scopo di intervenire tempestivamente per attivare interventi strategici finalizzati a superarla. Riteniamo SPORA un servizio davvero utile – ha aggiunto – soprattutto in questo momento particolarmente sfavorevole per il sistema economico locale, nazionale e mondiale”. , % DARIO BISSANTI Procedure Imprese Imprese Tutte le concorsuali + sottoposte sottoposte a imprese Scioglimento a Procedure Scioglimento registrate + Liquidazione concorsuali o Liquidazione n. % n. % n. % , % , % , % , % , % , % . , % . , % . , % . , % . , % . , % , % , % , % , % . , % , % . . , % . , % . , % , % , % . , % , % , % . , % , % , % . , % , % , % . , % , % , % , % . , % , % . , % , % , % . , % , % , % . , % , % , % . , % , % , % . , % , % , % , % . , % , % , % , % , % . , % , % , % , % , % , % . , . % , % . Cosa emerge dal Rapporto sulle crisi aziendali Ecco quali sono i settori colpiti dalla crisi Due aziende su cento sono nei guai in Puglia Pure Comunicazione è Sanità col… fiatone STATUS PUGLIA E PROVINCE Imprese sottoposte a Procedure concorsuali PROVINCE BARI BRINDISI FOGGIA LECCE TARANTO PUGLIA B n. . . . . . % , , , , , , % % % % % % Imprese sottoposte a Scioglimento o Liquidazione n. . . . . . . ancarotta semplice o fraudolenta, fallimento, amministrazione controllata, straordinaria o giudiziaria, insolvenza, liquidazione amministrativa coatta: sono . le imprese pugliesi sottoposte a procedure concorsuali, pari al , % del totale delle aziende. Le imprese sottoposte a scioglimento o liquidazione sono invece . ( , %). Questi i primi dati emersi dal “Rapporto sulle crisi aziendali in Puglia”, illustrato ieri mattina in occasione della presentazione di % , , , , , , % % % % % % Tutte le imprese registrate n. . . . . . . Procedure concorsuali + Scioglimento + Liquidazione % , % , % , % , % , % , % SPORA, lo Sportello Risanamenti Aziendali messo a punto dalla Camera di Commercio di Bari. Spetta proprio alla provincia di Bari il primato per numero di imprese sottoposte a procedure concorsuali, a scioglimento o liquidazione: sono . , pari al , % del totale. A seguire la provincia di Brindisi con il , %. Considerando le sole procedure concorsuali è però Taranto a primeggiare, con il , % delle imprese coinvolte. d.b. I n Puglia sono le imprese estrattive e manifatturiere quelle che registrano le dinamiche economiche peggiori, rispettivamente con il , e il , % di aziende sottoposte a procedure concorsuali. Questi sono i dati che emergono dall’analisi settoriale del “Rapporto sulle crisi aziendali in Puglia” presentato ieri mattina alla Camera di Commercio di Bari. Tra i dati elaborati da Movimprese – Infocamere e aggiornati al giugno scorso spicca anche il , % di impre- se del settore costruzioni. Se poi si aggregano anche i dati relativi alle aziende sottoposte a scioglimento o liquidazione, le percentuali salgono al , % per le estrazioni e al , % per il manifatturiero. A seguire le imprese di uno dei settori chiave per battere la crisi: le aziende che si occupano di informazione e comunicazione, con il , %. Vittima della congiuntura economica sfavorevole anche il settore sanitario ( , %). d.b. Dal sabato in edicola a1€ “Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario” George Orwell www.gazeco.it 16 23-29 ottobre 2010 Media GIULIANO NOCI “Big G” presto alla ribalta sul piccolo schermo Google Vs Apple la sfida ora è su Internet in TV I n un contesto che vede la mobilità al centro del dibattito sulle nuove tecnologie, con iPad e simili a farla da padrone, bisogna evidenziare l’emergere di un nuovo modello di convergenza. All’orizzonte c’è la rivalutazione di un media relativamente vecchio: la televisione. La seconda vita dello schermo televisivo passa attraverso la Rete e si chiama Google TV. Di Google TV si parlava già da maggio, dalla I/O Conference della società di Mountain View. Solo adesso, col sito ufficiale del progetto finalmente online, arrivano informazioni più dettagliate. Si tratta di una piattaforma, basata sul sistema operativo Android, pensata per l’integrazione negli apparecchi televisivi più moderni e nei set-top box, decoder che arricchiscono la tivù di funzioni che questa originariamente non ha. Il sito www.google.com/tv illustra le principali possibilità offerte dal sistema, che consente di portare sul televisore applicazioni Web normalmente fruibili tramite il computer: navigazione (con Google Chrome), ricerca di informazioni (anche offline, nella memoria del dispositivo), visualizzazione di contenuti multimediali (YouTube), social networking (Twitter). E ancora: videogiochi realizzati con tecnologia Flash, programmi concepiti per Android e scaricabili dall’Android Market. Ambarish Kenghe, developer product manager del progetto, ha spiegato che tra gli obiettivi primari c’è quello di aprire a contributi esterni, mettendo a disposizione di sviluppatori, inserzionisti e fornitori di contenuti una piattaforma promettente e innovativa. Per gli utenti, la possibilità di creare un palinsesto personalizzato, di giocare un ruolo decisivo, trasformando la tradizionale fruizione passiva dello schermo televisivo in dinamica interattiva. Google ha già stretto accordi con importanti partner statunitensi: emittenti televisive (Hbc, Cnbc, Turner Broadcasting) e siti d’informazione come quelli del New York Times e di Usa Today. Importanti fornitori di contenuti audio/ video in Rete (Vevo, Pandora, Napster, Netflix, Blip.tv, Amazon) sono al lavoro per mettere a punto un’offerta dedicata. La National Basketball Association, Nba, ha sviluppato un’applicazione che consente di seguire, in tempo reale, i risultati degli incontri e di ottenere una serie di dati statistici. Interessante la possibilità di controllo remoto della TV tramite device con sistema operativo Android: uno smartphone Htc o Samsung, ad esempio, può fungere da telecomando. L’interfaccia del sistema è intuitiva e completamente personalizzabile. Così, installazione e configura- zione risultano particolarmente semplici. L’opzione dual view permette la visualizzazione contemporanea di due contenuti, uno dei quali nell’angolo in basso a destra dello schermo. I programmi possono essere registrati e archiviati in memoria. Il cuore pulsante di Google TV è nel chip Intel CE , che integra tutte le “abilità” del sistema. Due, al momento, i partner di Google per la realizzazione dell’hardware appropriato: Sony e Logitech. Sony supporta la nuova tecnologia a bordo di alcuni televisori della linea Bravia (primo, in ordine di tempo, il modello NSX- GT ), mentre Logitech Revue è il primo set-top box realizzato ad hoc ( dollari, tastiera qwerty inclusa). Stando ai rumors, sarebbe in dirittura d‘arrivo anche un accordo con Samsung. Gli smart TV, i televisori con supporto per Google TV, dovranno supportare sia Html che la tecnologia Adobe Flash. Con la propria piattaforma TV, Google punta a diventare leader nel mercato dei teleschermi collegati a Internet. Un mercato che, negli Stati Uniti, secondo le stime dell’istituto di ricerca Forrester Research, dovrebbe raggiungere milioni di utenze entro il . La concorrenza non manca: Apple innanzitutto. Mentre iPhone e Android si dividono il mercato degli smartphone, la rivalità si rinnova sullo schermo televisivo. La casa di Cupertino ha appena lanciato sul mercato americano la seconda generazione di Apple TV (prezzo dollari), presentata a inizio settembre. In pratica, una TV on-demand a noleggio: si paga per la singola fruizione e non per il downolad del contenuto, tanto più che il dispositivo non è dotato di hard disk. Vista la risposta di Google, presto la Apple TV potrebbe essere arricchita di nuove funzionalità. Per ora, gli utenti hanno a disposizione una vasta raccolta di film (a , dollari l’uno) in alta definizione e di trasmissioni TV ( centesimi di dollaro a episodio) delle emittenti Abc, Abc Family, Fox, Disney Channel e Bbc America. Apple TV esegue pure lo streaming di contenuti da Netflix, YouTube, Flickr e MobileMe, oltre a musica, foto e video da Pc o Mac al televisore. A Google e ad Apple si affiancano Microsoft e Sony, che puntano a rendere le TV più intelligenti tramite le proprie consolle da gioco, rispettivamente Xbox e Playstation . Sony gioca su più fronti: implementazione di Google TV, evoluzione del sistema Playstation e sviluppo di una propria piattaforma, già disponibile sui televisori Bravia Internet TV. GIANDOMENICO SPINELLI Noci – Docente di Marketing “Fruizione diversa siamo spettautori” G iuliano Noci è professore ordinario di Marketing presso il Politecnico di Milano. Con Andrea Boaretto e Fabrizio Maria Pini è autore di “Open Marketing. Strategia e strumenti di marketing multicanale” (Etas, ). Con Google TV ed Apple TV il Web arriva sullo schermo televisivo. Internet garantisce un futuro alla televisione o questa è in grado di camminare sulle proprie gambe? “C’è una differenza tra Google TV ed Apple TV, che poi sta alla base del fallimento di quest’ultima. Jobs e soci propongono di aggiungere un apparato al mezzo televisivo. Google, invece, prevede l’inserimento della piattaforma nel televisore. E credo sia la strategia vincente. Detto questo, Internet è il grande canale su cui, da qui in avanti, saranno veicolati i contenuti. I device saranno strumentali, trasmetteranno quello che viene dalla Rete. E, attenzione, la TV tradizionale non perderà di significato: l’utente avrà ancora bisogno, in privato, di passività”. Integrando il Web, la televisione cambia, diventa un medium interattivo. “Sostanzialmente è quello che si verificherà. L’utente avrà la possibilità di usare la Sofà TV cui è abituato, ma anche di partecipare al processo di creazione del valore (con palinsesti personalizzati e feedback). Lo spettatore diventa ‘spettautore’”. Un unico grande schermo nelle nostre casa, per Internet e per la TV: è uno scenario futuribile? “Mi pare eccessivo. In un nucleo familiare tipo ci sono molteplici esigenze e non possono essere soddisfatte tutte da un unico apparato. Ogni individuo avrà a che fare con tre schermi: TV, Pc, telefonino. Andiamo verso una società multicanale, in cui l’individuo fruirà, in modo sempre più integrato, contenuti diversi a seconda del contesto in cui si trova”. Da un lato la tendenza alla mobilità, dall’altro la seconda vita dello schermo televisivo. C’è contraddizione? “No. Il trend alla mobilità è ineludibile. Ma nella vita di ognuno ci sono molti contesti. Nei momenti privati, l’individuo ha bisogno di passività. Cambieranno due cose: i criteri di programmazione dei contenuti, che dovranno tener conto della fruizione senza più orari. E le logiche pubblicitarie. Se l’utente acquisisce il potere di stabilire cosa vedere e quando, la pubblicità deve diventare contestuale, in relazione alla specifica istanza attivata”. g.s. Media 23-29 ottobre 2010 17 Scettico – Menduni, esperto di media “Solo per nicchie perché sul web c’è bassa qualità” nrico Menduni, studioso di radio, televisione e linguagIn breve – Windows per mobile E gi multimediali, dopo molti Con WebP si punta a rimpiazzare Jpeg Altra novità da Google: WebP L’impegno del colosso di Mountain View nella ridefinizione degli strumenti tecnologici di utilizzo quotidiano non si ferma a Google TV. “The Big G” ha lanciato anche WebP (si legge “webby”), un nuovo formato di compressione per le immagini in Rete, che punta a sostituire lo storico standard Jpeg. WebP consentirebbe un risparmio del % in termini di “peso” rispetto a Jpeg e ad altri formati. In pratica: stessa qualità, meno byte. Riducendo significativamente il carico portato dalle immagini e, quindi, il tempo richiesto per il caricamento delle pagine Internet, WebP permetterebbe una navigazione più veloce e snella anche a chi non possiede connessioni particolarmente veloci. Un nuovo Windows per il cellulare L’ ottobre ha finalmente visto la luce Windows Phone , il nuovo sistema operativo per smartphone firmato Microsoft. Con ogni probabilità, già a fine mese arriveranno sul mercato i primi terminali dedicati. Si tratterà, probabilmente, di apparecchi Samsung, Acer e Lg. La nuova interfaccia utente si distingue per pulizia e semplicità. Performanti le funzioni produttività/business, con la suite Office in versione tascabile. A bordo anche un application market, come già su Symbian, Android e iOS. Tanto non basterà a garantire il successo. Windows Phone dovrà sgomitare, perché la concorrenza ha fatto il vuoto alle sue spalle. Novità dal Ceatec di Chibu L’edizione della fiera giapponese della tecnologia non ha tradito le aspettative. Tra le novità più interessanti, Lumix Phone di Panasonic, un cellulare con fotocamera da , megapixel, zoom ottico e stabilizzatore di immagine. Viste le caratteristiche, si tratta più che altro di una digitale compatta con funzioni di telefono. Da Fujitsu, invece, uno smartphone bivalve con due display touchscreen, uno ottimizzato per le funzioni di intrattenimento (musica, social network) e l’altro dedicato al business. Con la gamma Galapagos, Sharp entra nel mercato dei tablet: i due dispositivi, basati su Android, hanno display grandi rispettivamente , e , pollici. Grande protagonista del Ceatec è stato il D. Toshiba ha svelato Glasses-less D REGZA GL e GL , i primi due modelli di televisore da utilizzare senza gli occhialini. Schermi piccoli per ora, da e pollici. g.s. anni trascorsi all’Università di Siena, è oggi professore ordinario al Dams dell’Università Roma Tre (settore scientificodisciplinare Cinema, Fotografia e Televisione). È membro del Consiglio superiore delle Comunicazioni e vicepresidente dell’ISIMM (Istituto per lo Studio dell’Innovazione Media Economia Società Istituzioni), alle cui attività di ricerca e di riflessione collabora da molti anni. Il suo ultimo libro è Televisioni. Dallo spettacolo televisivo alle piattaforme multimediali (edizioni: Il Mulino). Google TV punta a diventare leader nel mercato dei televisori collegati a internet. In Italia può avere successo? “Google è un operatore globale che vuole essere presente su tutti i mercati. In alcuni ambiti è più forte (tra i motori di ricerca non ha rivali), in altri è più debole e cerca di conquistare nuovi spazi, anche televisivi. Deve però guardarsi da competitor importanti, come You Tube. Le possibilità, però, che Google TV si affermi come ‘prodotto di massa’ sono abbastanza ristrette. La visione televisiva, infatti, è legata oggi a un apprezzamento crescente per la spettacolarità, il D e tutto quanto riguarda la qualità dell’immagine ma è un atteggiamento diverso da parte di chi va a cercare i video in Rete e scarica filmati prescindendo dalla qualità. Secondo me, allora, Google TV sarà una piattaforma di nicchia per chi sceglierà di collegare il proprio televisore a internet. Una possibilità, peraltro, ridotta visto che i televisori che dispongono di una presa Usb sono ancora pochi e non abbondano coloro disposti a spendere euro per acquistare una presa che colleghi i due apparecchi”. ENRICO MENDUNI “Il pubblico televisivo, con il 3D, è orientato alla spettacolarità delle immagini” Di sicuro, se in passato era la TV a inseguire il web, adesso è il web che utilizza anche la TV per rilanciarsi. Come mai? “La TV prima si è comportata nei confronti di internet come competitore e poi ha cercato di portar via tutto quello che le poteva servire per fare spettacolo. Il successo della Rete si è, invece, costruito innanzitutto sul rapporto interattivo con il pubblico. Poi il web ha sperimentato anche forme televisive ma non è facile avere fortuna con esse”. Cosa ne pensa, a tal proposito, della causa che vede contrapposti You Tube e Mediaset in tema di copyright? “Ha ragione, dal punto di vi- sta legale, chi vede delle violazioni del diritto d’autore nell’inserimento di clip da parte di chi non ne è proprietario. C’è, però, una tendenza inarrestabile verso la riproduzione accelerata di filmati e You Tube resta uno straordinario strumento promozionale”. L’interazione tra web e TV sta portando a una moltiplicazione di offerte e piattaforme. Ma non c’è il rischio di un abbassamento della qualità dei contenuti? “In realtà la televisione e il web sono ancora molto lontani. Chi ha cercato di realizzare web TV o IPTV si è dovuto ricredere. In passato fui ingaggiato da Tiscali per uno studio ad hoc in occasione del lancio di una nuova televisione sul web ma il progetto è durato solo due mesi: sono molto più attraenti le offerte sul satellite o sul digitale terrestre. Discorso analogo per Yalp, dietro la quale c’è Telecom Italia, che non ha avuto successo. Fastweb resiste con il sistema di video on demand ma l’appeal è minore rispetto a Sky o Mediaset Premium. In più c’è, purtroppo, da sottolineare che molta gente non sa assemblare contenuti perché non ha alcuna esperienza di broadcasting”. FABIO TRAVERSA 18 23-29 ottobre 2010 Media Come le nuove tecnologie hanno cambiato il linguaggio dei giovani Una vita in 160 caratteri È la “texting generation” Lo spazio ristretto di sms e chat ha generato una nuova grammatica molto utilizzata dal popolo di Internet e dei cellulari S ilenzio parlano gli sms. Con la texting generation nasce un nuovo linguaggio, composto di parole mozze, abbreviazioni, acronimi e formule alfanumeriche, per comunicare tutto in caratteri. I ritmi frenetici con cui la texting generation si scambia messaggini impone nuove regole linguistiche che per comunicare emozioni e stati d’animo ricorre anche all’uso di emoticons o degli smiley. Le esigenze dei giovani che devono fare tutto all’insegna della velocità e rispettando l’economia degli spazi ha permesso il fiorire di nuove regole e nuovi modi di relazionarsi. Nella vita di gruppo cambiano anche gli approcci e i rapporti personali, la gestualità del vecchio faccia a fac- cia tra i giovani oggi che è filtrato dallo schermo del cellulare, viene meno. Con i telefonini gli occhi non comunicano più, il sorriso non si vede e nessuno potrà capire se arrossisci, così si esprimono i sentimenti. Con gli sms si può chiacchierare con gli amici, si può raccontare di cosa è successo nella giornata, si fissano appuntamenti, si fanno pettegolezzi, si chiedono e danno consigli, si fanno domande, si chiede scusa, si corteggia, si scambiano sentimenti e quando dall’altra parte c’è un fidanzato o una fidanzata il messaggio diventa un momento intimo. Con gli sms si comunica ma soprattutto si dice o meglio si scrive quello che il contatto e lo sguardo blocca e inibisce. Ai ragazzi piacciono molto i simboli e quelli scritti più frequentemente sono “cmq” per comunque, “tvb” per ti voglio bene, “xchè” per perchè, “tat” per ti amo tanto, a cui va aggiunto il campionario di affettuosità come baci e abbracci ([]), baci (:*), arrabbiature (:-II), depressioni (:[), e pure linguacce (:-p). Questa nuova forma di comunicazione risparmia in caratteri, intriga e lascia ai destinatari una libera interpretazione del testo. Le regole di brevità dei cellulari le troviamo anche nelle e-mail e nelle sessioni delle chat, luoghi di costruzione dell’identità. GIULIA MUROLO Carlo Bosna – Docente di Informatica a Bari Dizionario dei messaggi “Italiano in pericolo? No è solo un nuovo codice” Un’identità disegnata da linguaggio C arlo Bosna è docente a contratto di informatica presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Aldo Moro di Bari e ricercatore in “Progettazione e valutazione di processi formativi”. Ha pubblicato “Profili di psicopedagogia del linguaggio e della comunicazione”. I giovani inviano molti sms al giorno, come cambiano i modi di comunicare? “Il sistema degli SMS, ormai arcinoti come “messaggini”, ha trovato ormai grande diffusione soprattutto tra i giovanissimi. Il suo successo sta nella possibilità di poter conciliare un mezzo di comunicazione economico, scritto e indiretto quanto una lettera, ma senza i tempi di attesa di una missiva. Inviare SMS è divenuta una vera necessità, portando allo sviluppo di un nuovo linguaggio, sintetico, fatto di abbreviazioni e codici, compressi in caratteri, spazi inclusi. Per gli studiosi si è di fronte alla nascita di una nuova forma di comunicazione interessante per età, genere e per la sua connotazione di linguaggio globale”. Che gli sms avessero inventato un nuovo slang, specie tra i giovanissimi, si sapeva “La particolarità sta nel fatto che il linguaggio degli SMS si modifica in conseguenza del suo utilizzo, dando ad ognuno la possibilità di escogitare nuovi e più originali metodi per una comunicazione sempre più efficace. Merita, attenzione il caso, municare ha posto le basi per la creazione di un nuovo stile di vita. Si creano quindi gruppi trasversali di neo messaggiatori, sempre più veloci e sempre online”. CARLO BOSNA delle scuole superiori inglesi, dove gli studenti sarebbero stati autorizzati a utilizzare la lingua “personalizzata” degli SMS anche nei test valutativi. Gli studenti dovevano dar prova di conoscere i rudimenti della grammatica anche scrivendo in modo sintetico”. La Texting generation crea nuovi modi di scrivere, quali sono gli aspetti linguistici? “Tvtb! Se avete ricevuto, almeno una volta, questo strano codice via sms, sappiate che si tratta di un grande slancio emotivo, un attestato di affetto molto diffuso tra i giovani della “texting generation”. Non aspettatevi che questi novelli copywriter rispondano al telefono, ma, subito dopo arriverà in messaggino: “dimmi” e se vuoi interagire con loro, devi calarti anche tu in questa forma nuova di oralità scritta dove scrivere così è diventato un’abitudine”. Quali significati sociali e funzioni simboliche ha il linguaggio degli sms? “Questo nuovo modo di co- Quali sono le regole generative del linguaggio della texting generation? “Non credo si possa parlare di un unico sistema codificato di sigle, abbreviazioni e simboli che si diffonde e a cui aderiscono sempre più membri, ma di molteplici microsistemi che si costituiscono gradualmente; sviluppati inizialmente negli scambi privati, che si diffondono in ambiti circoscritti”. Qual’è il futuro della lingua italiana che comunica in caratteri? “Un adagio diffuso recita preoccupato: i messaggi testuali, con tutte quelle abbreviazioni, stanno rovinando la purezza della lingua italiana. Il presidente dell’Accademia della Crusca, Francesco Sabatini, afferma come basti avere coscienza della differenza tra la scrittura abbreviata e super veloce degli SMS e le parole ben dosate e quindi dell’utilizzo consapevole dell’uno o dell’altro. Dovendo fare i conti con lo spazio ridotto dei caratteri, le abbreviazioni, sono da considerare uno strumento comunicativo a pieno titolo e non un delitto. Già i copisti medievali, avendo necessità di risparmiare tempo e costosissima pergamena, ne facevano g.m. ampio uso”. L a lingua degli sms funziona come uno strumento di costruzione identitaria. Delinea la differenza tra il mondo degli adulti e il mondo dei giovani e come linguaggio comune determina pratiche comunicative condivise e crea coesione nella comunità dei pari. Nei messaggi degli adolescenti si ritrovano abbreviazioni, nelle parole più brevi e frequenti sono eliminate le vocali, si creano ad hoc simboli che indicano il suono di alcune componenti di una parola come quando si scrive “k” per dire ch, per gli aggettivi quantitativi o per la loro pronuncia si usano i simboli matematici; infine per le formule di apertura e di chiusura sono utilizzati molto gli acrostici infatti per dire ti voglio troppo bene si scrive “tvtrb”. È molto importante rispondere agli sms, infatti l’assenza di un messaggio di ritorno costituisce per il mittente un’assenza, quindi la regola preferita stabilisce che ad un sms inviato occorre un sms di replica. Gli adolescenti anche attraverso il sistema dei messaggi riproducono il formato tipico della conversazione con alternanze e turni di parola coordinati. Xké = perché; Tt/ttt = tutto/tutti; Bn = bene; Xò = però; Cm = come; Ke = che; Sl = solo; Kiedi = chiedi; Tnt = tanto; X = per; Cn = con; Cs = cosa; Doma = domani; Qnd = quando; Nn = non; Sn = sono; Anke = anche; Ankio = anch’io; = sei; Siam = siamo; Cmq = comunque; Tvtb = ti voglio tanto bene; Tvb = ti voglio bene ; Tv kdb = ti voglio un casino di bene; Tv mdb = ti voglio un mondo di bene; Qlcs = qualcosa; Qlc = qualcuno; Qualke = qualche; Qll = quello; Dll = delle; Al = almeno; Risp = rispondi; Biz = baci; Cpt = capito; fame = ho tanta fame; bugia = se dici una bugia; C = ci sei; Tel = telefonami; Pom = pomeriggio; Stas = stasera. Al dizionario si aggiungono gli emoticons, che si realizzano con la tastiera del telefonino, sono segni che vanno visti ruotati di gradi e di solito esprimono sentimenti e stati d’animo, -]= innamorato; :-[[= arrabbiato; L= triste; :----) bugiardo. g.m. Media 23-29 ottobre 2010 19 Foto Jana Lumley_fotolia SMS – Ascesa accompagnata dalle offerte delle compagnie telefoniche Foto Frank Spin_flickr Foto ntr _flickr Non si parla, si scrive e i gestori gongolano C hiamata no, meglio sms. L’ultima passione dei giovani si concentra in caratteri, le nuove generazioni per “dire” qualcosa di rapido ed economico inviano un sms o meglio ne inviano almeno al giorno. Il dato è risultato da un’ indagine effettuata dal Pew Internet and American Life Project con la collaborazione dell’Università del Michigan; oggetto della ricerca un campione di giovani americani tra i ei anni. Nell’ultimo biennio la media mensile delle chiamate vocali nella fascia d’età tra i e i anni è drasticamente diminuita da a minuti. Nello stesso periodo invece è aumentato il numero degli sms da a al mese, questo incremento porta all’affermarsi con grande successo del “Texting”, letteralmente si intende l’invio di messaggi testuali tra telefoni cellulari. La storia ci racconta che il primo sms fu inviato alla Vigilia di Natale del , tramite Vodafone, da Neil Papworth, giovane ingegnere di anni che inviò un banale augurio di ”Buon Natale”. Il messaggino ha molti pregi: resta memorizzato sul cellulare, si può condividere con gli amici, consente ai ragazzi un controllo dei costi invece una telefonata non si sa mai quanto dura e quindi quanto si spenderà. Nel la lunghezza media di una telefonata è stata di minuti e secondi mentre nel la telefonata più lunga è stata di minuto e secondi; non solo la ricerca evidenzia come i giovani tra i ei anni nel hanno inviato mensilmente circa messaggi, media che nel è salita a . I maggiori utilizzatori di cellulari sono gi adolescenti in particolare quelli compresi in un’età tra i e i anni. Questa fascia di consumatori rappresenta per le compagnie telefoniche una fetta di mercato e di guadagno importante perché passano il maggior tempo con il telefonino in mano. Secondo i teenager, tutti i loro coetanei possiedono un telefonino, quattro su cinque lo portano con sé acceso nel letto anche quando dormono. Gli sms-dipendenti digitano sempre, infatti il % manda sms mentre guida, il % mentre si laurea o durante le sessioni d’esame, il % durante il matrimonio e l’ % mentre fa sesso. Insomma la “Mobile Generation”, si trasforma in “Texting Generation” e con l’utilizzo di Facebook dal cellulare diventa Digital e Social. Fonti Vodafone hanno dichiarato che in Italia quasi milioni sono gli utenti che usano Facebook dal cellulare. A testimonianza della frenetica attività di comunicazione le compagnie telefoniche si sfidano tra loro con campagne pubblicitarie e promozioni sempre nuove. L’obiettivo è invogliare i consumatori ad acquistare pacchetti per comunicare spendendo pochissimo, telefonando e massaggiando a volontà. Non c’è che l’imbarazzo della scelta; Vodafone punta a convenienza e qualità, e dal settembre ha lanciato la campagna “ Cent”: opzioni pensate per chiamare o mandare sms verso tutti a partire da centesimo. In particolare “ Cent Messaggi” è la soluzione ideale per tutti i clienti Vodafone che utilizzano principalmente i messaggi e che consente di inviare SMS al costo di cent verso tutti i numeri Vodafone e di cent verso tutti gli altri numeri, senza limiti. Tim invece propone “Tim x Tutti Messaggi“ è possibile inviare Sms ed Mms a cent, senza limiti verso tutti i numeri TIM a solo € a settimana. Wind invece presenta “Wind Limited Edition” per chiamare e inviare Sms verso tutti a centesimi. A dimostrazione dell’efficacia delle campagne promozionali ci sono i dati per cui il volume di traffico di Vodafone è stimato per milioni di sms al giorno, quota che si abbassa a milioni per Tim e milioni per Wind. Niente più chiacchiere faccia a faccia allora, attualmente la metà degli adolescenti invia oltre sms e ben il % supera quotidianamente l’invio di sms. Le più attive sono le ragazze che ne inviano almeno al giorno contro i spediti dai maschi, a ruota seguono anche i genitori che restano favorevoli all’acquisito dei cellulari; il % di loro lo vedono come mezzo per restare in contatto con i propri figli. Per difendersi sono stati progettati i software per sorvegliare a distanza i comportamenti a rischio dei figli. La novità arriva dall’America, si tratta di programmi da installare sui cellulari dei figli, anche a loro insaputa, capaci di intercettare frasi a rischio, o parole pericolose con allusioni alla violenza o al suicidio, contenuto che poi viene spostato sul telefonino della mamma. g.m. Foto Hummy_flickr L’allarme Con i messaggi L’abuso provoca ansia A Anche news e servizi nsia, depressione, apatia, disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione. Sono gli effetti indesiderati per gli sms dipendenti. Principalmente creano dipendenza e influenzano la vita sociale dei giovani. Un utilizzo prolungato degli SMS provoca stress alle articolazioni e quindi sindrome del tunnel carpale, borsiti, tendiniti, dolori al collo e al gomito; sono le conseguenze di un eccesso di digitazione anche dovuta a tasti sempre più piccoli che provocano movimenti più dannosi. Ai problemi fisici si aggiungono quelli di linguaggio per i ragazzini troppo assuefatti dal bisogno di essere sempre connessi, per cui la voglia di comunicare ore su è collegata alla paura di essere isolati dal giro dei propri amici Per ridurre i danni e prevenire l’insorgere dei sintomi, gli specialisti consigliano di digitare più lentamente, e di fare stretching a collo, braccia e mani e ovviamente di cercare di ridurre il tempo passato ad utilizzare cellulari e console. g.m. L unga vita agli sms. Lo strumento di comunicazione preferito dai giovani, arriva in borsa, in posta, e in banca. Il fenomeno sms ha permesso di sviluppare una serie di iniziative come quelle legate all’informazione infatti sono stati sviluppati servizi che permettono di ricevere sul cellulare news personalizzate a seconda dei propri interessi come sport, media, oroscopo del giorno e meteo. Ora anche i fornitori di contenuti finanziari permettono di ricevere le quotazioni di borsa dei titoli e i cambi delle valute, ultima frontiera nel mondo della finanza per cui alcune società di brokeraggio online hanno iniziato ad accettare commissioni tramite sms, addebitate sulla sim telefonica. Per ricordare le scadenze fiscali il Ministero delle Finanze invia comunicazioni sms ai contribuenti che ne danno il consenso. g.m. 20 23-29 ottobre 2010 Media Nella ripartizione del time budget dedicato ad internet, il primato è delle community. A seguire instant messaging, giochi, e-mail, software e portali La ripartizione del time budget dedicato a internet communities altri news videos/movies ͪͰΨ ͫΨ ͫΨ ͫΨ ͪͫΨ ͩͨΨ instant messaging ͯΨ ͬΨ ͯΨ gambling/sweepstalkes online games ͭΨ ͮΨ portals search e-mail software manufactures Secondo fonti Audiweb il popolo dei navigatori italiani per il 50% ha il diploma, per il 26% ha la laurea e per il 24% ha la licenza media inferiore L’indagine – Tra gli utenti del web è molto radicata l’abitudine agli strumenti gratuiti Posta, video, social network e giochi ecco perché si “tollera” la pubblicità C on la pubblicità purché siano gratis. Stiamo parlando dei servizi web come email, social network, mappe, giochi, musica, traduttori, instant messaging e motori di ricerca. Uno studio realizzato dalla McKinsey & Company e commissionato dallo IAB Europe (Associazione internazionale dedicata all’advertising interattivo), ha analizzato i comportamenti degli utenti internet in Europa e USA. Lo studio ha evidenziato come una volta pagato l’accesso a internet, gli Europei si collegano mediamente alla rete ore al mese, utilizzando tutti servizi web purché siano gratuiti. Gli utenti usufruiscono di tutte le prestazioni free grazie gli incassi generati tramite la pubblicità online. Si chiama “consumer surplus” e rappresenta il valore dei servizi erogati gratuitamente all’utente sul web, al netto dei costi di connessione e accesso alla rete. Le aziende che investono in pubblicità online, quindi finanziano tutti i servizi gratuiti a cui accedono i consumatori ogni giorno. Per ogni euro investito in advertising online, gli utenti ricevono l’equivalente di euro in servizi web. Attualmente il “consumer surplus” generato in Europa e in particolare nei mercati di Uk, Francia, Spagna, Italia e in Usa entro la fine del raggiungerà un valore di miliardi di euro, ma si prevede una crescita annuale pari al %, quindi il “consumer surplus” nel potrebbe toccare i miliardi di euro. Oltre il % degli utenti interpellati, è disposto quindi a subire il disturbo generato dalla pubblicità detto “advertising disturbance” legato a pop-up, banner, o a problematiche legate alla privacy. Secondo l’utente medio, il valore dei servizi gratuiti utilizzati è volte superiore alla cifra che pagherebbe pur di eliminare il Su Internet Le categorie di siti più visitate search ͪͨǤͩͨͯ portals ͩͰǤͮͰͭ member communities ͩͯǤͬͱͬή͵ǡͱά e-mail ͩͬǤͬͪͭ videos/movies ͩͫǤͬͬͱή͵ǡͲά software manufactures ͩͫǤͫͪͮ news ͩͫǤͩͬͨήͳǡͳά internet tools ͩͫǤͨͪͨήͲǡ͵ά research tools ͩͪǤͫͭͫήͱǡͭά government ͩͩǤͪͭͩ GULIA MUROLO milioni, in TV , miliardi La fascia oraria più trafficata è la - Inserzionisti italiani minori investimenti G li inserzionisti italiani spendono troppo poco per la pubblicità sul web. È il risultato della ricerca Nielsen sull’andamento dell’advertising market in Italia. Tra gennaio e luglio le aziende italiane hanno speso miliardi e milioni di euro per la pubblicità in TV e soli milioni di euro per la pubblicità sul web. Il futuro dell’advertising prevede nei prossimi due anni un aumento degli investimenti online per quasi il % delle imprese italiane. Tra le diverse tipologie di pubblicità primeg- giano le forme display come banners, buttons, pop-up, pop under, rich media, interstitial e superstitial, a seguire i formati tradizionali e le iniziative “speciali”. Le aziende big spender nell’advertising online si trovano nel settore alimentare, automobilistico e nelle telecomunicazioni. Attualmente l’accesso alla rete da parte degli utenti è diretto alla ricerca di servizi utili e di intrattenimento, nel rispetto delle tendenze social. g.m disturbo generato dalle pubblicità, insomma i consumatori traggono un beneficio maggiore rispetto ai produttori. La ricerca contiene anche stime sul valore dei servizi a pagamento. Solo il % degli utenti internet è abbonato ad un servizio a pagamento, come per la comunicazione o per l’intrattenimento; l’ipotesi di rendere a pagamento quelli che sono attualmente i servizi gratuiti sul web comporterebbe un “negative consumer surplus”; per cui circa il % degli utenti attuali smetterebbe di utilizzare internet. In alternativa una crescita degli utenti disposti a pagare si avrebbe unicamente con un abbassamento dei prezzi. Le novità dedicate all’advertising online sono già in agguato e a pensarci è Google. Secondo la multinazionale americana nei prossimi anni il % dei banner sarà ‘social’ ossia le persone potranno condividerli e commentarli con gli amici sui social network (Twitter e Facebook) e rimanere aggiornati sulle campagne. I banner useranno, sia la tecnologia di ‘real-time bidding’, quasi delle aste in tempo reale, che il formato video che gli advertiser pagheranno per numero di visualizzazioni. In collaborazione con You Tube, Google ha anche progettato il “True View”, video banner interattivi, progettati per la piattaforma video. Si darà agli utenti la possibilità di scartare un video promozionale e di scegliere quello da cliccare e guardare. Insomma la ricerca delinea un profilo intelligente dei consumatori web capaci di fare scelte ragionate, in merito all’impiego dei servizi gratuiti e di quelli che invece è opportuno pagare. On line in settimana meno nel weekend A udiweb rileva la distribuzione dell’utilizzo di internet. Gli utenti italiani si collegano maggiormente nei giorni lavorativi (lunedì – venerdì) con una media giornaliera di , milioni di utenti attivi. Il dato diminuisce nel week end per cui sabato e domenica l’audience cala registrando , milioni di utenti attivi. Diverso è il dato relativo all’uso del web nelle fasce orarie del giorno, per cui gli italiani preferiscono la mattina dalle ore : alle : per cui risultano online in media , milioni di utenti attivi, dato abbastanza stabile fino alle ore infatti , milioni sono gli utenti collegati dalle ore : alle : , presenza che si abbassa leggermente tra le ore : e la mezzanotte con , milioni di utenti. Nella distribuzione per aree geografiche Audiweb rileva ad agosto milioni gli utenti collegati nelle regioni Nord-Ovest, , milioni nell’area Nord-Est, , milioni nel Centro e , milioni dell’area Sud e Isole. g.m Interventi N arrano le cronache che Bari la sera del febbraio sembrava quasi deserta: i baresi erano assiepati in corso Cavour, ai due lati della strada, per guardare il via vai di carrozze, calessi, coppie eleganti che si dirigevano a piedi verso il nuovissimo Politeama Petruzzelli, in procinto di essere inaugurato con “Gli Ugonotti” di Giacomo Meyerbeer. Una grande festa di popolo, potremmo dire, pur se non goduta appieno da tutti ma solo da . fortunati spettatori. I fasti del Petruzzelli vengono rinnovati negli anni ’ da Ferdinando Pinto, figlio di Nicola (Ferdinando lo conosco perché mio coetaneo, il padre l’ho conosciuto perché gestiva fra gli altri il Cinema Ariston di Mola, proprietà di mio nonno paterno, il giudice Vitantonio Waldemaro): Ferdinando genialmente crea le “stagioni d’oro” del Petruzzelli, compresa una memorabile rappresentazione dell’Aida al Cairo ( ). Alle di mattina del ottobre tutto ciò si spegne bruscamente, per causa di un incendio devastatore, una vera e propria “bomba su Bari” come ha scritto efficacemente Sandro Provvisionato. Questa è la storia del passato. La storia del presente comincia il settembre con l’approvazione da parte della a Commissione del Senato, in sede deliberante, del disegno di legge n° costitutivo della Fondazione lirico-sinfonica, poi divenuto legge n° dell’ novembre . Dal ad oggi il Teatro Petruzzelli ha alimentato una lunga serie di libri e pamphlet; cito solo Vito Antonio Melchiorre e Giorgio Saponaro ( ), Sandro Provvisionato ( ), Luigi Quaranta ( ), Franco Chieco ( ), Egidio Pani ( ), Enzo Lattanzio ( ), Federico Pirro ( ), Antonio Rossano ( ), Antonio Cantoro ( ), Fabrizio Versienti ( ). A riprova del valore simbolico del Petruzzelli per la plasmazione Fondazione Petruzzelli – Serve più spessore culturale Un teatro nato vecchio coi privati giù dal palco dell’identità pugliese, Teca del Mediterraneo, con l’ausilio della RAI, ha trasformato in DVD alcuni dei più memorabili spettacoli di quella stagione d’oro proponendoli alla dirimpettaia Repubblica Ellenica nonché ad un network di biblioteche appulo-greche e ha dedicato ad alcuni di questi libri una intera sessione della propria rassegna annuale “Building Apulia”. Ho descritto un rapido “sfondo” in cui inserire la domanda su cui intendo ora cimentarmi: il presente è di buona speranza? Insomma, la Fondazione “Petruzzelli e Teatri di Bari”, così com’è, si sta meritando un buon futuro? Non intendo, chiarisco subito, soffermarmi sulla cronaca delle diatribe fra Comune-Regione-Provincia e gli ex proprietari privati, o dei tagli governativi ai fondi finanziari destinati alle Fondazioni lirico-sinfoniche italiane o dei contrasti politici interni alle istituzioni pubbliche locali coinvolte: penso che tutto ciò appartenga alla contingenza, mentre ciò che contingente non sta nella capacità strutturale, o meno, della società pugliese di ottenere, per l’oggi e per il futuro, una gestione eccellente della Fondazione Petruzzelli. Io credo che in Puglia vi sia un retaggio di “enfasi sul pubblico” difficile ad essere scalfito e penso che ciò accada perché la Puglia è stata per decenni un’area importante dell’intervento straordinario della Cassa (Agenzia) del Mezzogiorno e su questa “filosofia” del valore risolutore delle risorse finanziarie pubbliche è purtroppo cresciuta e si è consolidata una schiera di generazioni di governanti: infatti oggi la sanità regionale diventa “teatro” di inefficienti lievitazioni di personale pubblico attraverso le “internalizzazioni” e nelle istituzioni culturali si “estirpa” il privato perché fastidioso (la “espulsione” del socio privato della Fondazione Petruzzelli è più che emblematica). Non senza motivo il Sovrintendente Stéphane Lissner porta a vanto il fatto che la Scala di Milano è il teatro con la più alta percentuale di finanziamenti privati! Questa questione del corretto rapporto tra pubblico e privato l’ho sollevata già in passato, in un articolo apparso sul Corriere del Mezzogiorno del giugno , in cui ho sostenuto la utilità di virtuose “relazioni etiche di co-gestione” tra pubblico e privato. Mentre già nella legge n° istitutiva della Fondazione Petruzzelli vi è una “insufficienza” di base: il rafforzato trattamento, in controtendenza rispetto alla legislazione generale sulle Fondazioni lirico-sinfo- Fine tuning 23-29 ottobre 2010 21 niche, della presenza delle istituzioni pubbliche rispetto a quella privata. Il “tallone del pubblico” si è manifestato perfino sulla questione di come ricostruire l’edificio teatrale: se ad immagine e somiglianza perfetta dell’obsoleto schema “a palchi” ottocentesco (cioè così com’era) o se cogliere la “occasione” dell’incendio distruggitore per realizzare in quell’area ormai desolatamente vuota un esempio innovativo di Teatro-Auditorium confortevole ed efficiente, tecnologicamente avanzato. Il Ministero competente (il pubblico), tramite la Sovrintendenza, ha deciso e tutti si sono allineati. Una vera e propria occasione persa, a nostro avviso, sull’altare della riproduzione di un modellino artefatto (e posticcio) del passato. New York ha costruito nel un “Metropolitan Opera” tutto nuovo, Bari deve tenersi una struttura ricostruita così come fu pensata nel secolo scorso! Anche questa circostanza è emblematica di ciò che si è addensato sul Teatro Petruzzelli, fiaccandone le chances future! Ma il problema e la sventura più gravi della Fondazione Petruzzelli è il fatto che la “politica” oggi la asfissia per cui – specularmente e di conseguenza – manca di un management culturale di prestigio, all’altezza delle complicate esigenze di una istituzione culturale in fase di take-off: a chi scrive dispiace affermarlo, ma senza personalità culturali di grande spessore, a cominciare dal Sovrintendente, di fronte alle quali la “politica” abbia una ragione obiettiva per fare un passo indietro inchinandosi, la Fondazione Petruzzelli non decollerà come pur potrebbe e tutti noi vorremmo. WALDEMARO MORGESE Direttore di Teca del Mediterraneo – Professore a contratto di economia aziendale dell’Impresa culturale nell’Università degli Studi di Bari a cura di Fabio Poli Oggi i prodotti nascono e “muoiono” in poco tempo, così recuperare il “vecchio” diventa vincente Marketing “vintage”? È inevitabile L’ innovazione non è un valore tout court né l’obiettivo ultimo del marketing. Eppure, in un mondo così “smart”, in cui i cambiamenti si susseguono alla velocità del pensiero globale dell’uomo, ci aspetteremmo che il marketing guidasse il cambiamento, proponendo modelli sostenibili e nuovi per il futuro della comunità. È vero: stiamo presupponendo che il marketing sia una filosofia, un movimento di pensiero animato da sociologi guru piuttosto che una “semplice” strategia di business pianificata da manager ed orientata al business. In effetti, l’impatto che il marketing ha avuto sulla società di questo secolo ne ha fatto il fenomeno sociale più rappresentativo della cultura contemporanea. In tale quadro, come dicevamo all’inizio, l’innovazione, intesa come tendenza al futuro, assume un significato essenziale nelle strategie di crescita di una società. Il marketing, come fenomeno culturale, dovrebbe interpretare questa tendenza, tanto più che esso è uno degli elementi di maggiore innovatività della cultura stessa. Accade, invece, il processo inverso. Il marketing, piuttosto che proporre nuovi modelli o di sfornare nuovi prodotti, riprende vecchie idee, vecchi marchi, li rispolvera e li ripropone all’attenzione dei consumatori. K-Way, Moncler, Superga, Converse, Ray-Ban, per non parlare della Cedrata Tassoni o delle mitiche radio Brionvega ristilizzate e riproposte con moderne tecnologie. Solo per citarne alcuni. Un rifiorire di vecchi marchi, riproposti in salse più o meno riscaldate per solleticare la fantasia di quella fascia di consumatori troppo giovani per essere considerati “vecchi” e troppo “vecchi” per essere considerati “giovani”. Alcuni lo chiamano vintage, altri semplicemente mancanza di idee. La verità, ci pare di poter dire, sta nel mezzo, come sempre. Il ciclo di vita del prodotto diventa sempre più breve. I nuovi brand vengono consumati troppo velocemente. Grazie alle moderne tecnologie ed alla comunicazione a °, la fase di crescita del prodotto e quella di maturità sono sempre meno distanziate. In pratica, da quando un prodotto viene immesso sul mercato a quando il mercato lo considera “vecchio”, superato, consumato passa sempre meno tempo. L’esempio classico è quello degli apparecchi tecnologici [settore in cui, ovviamente, l’innovazione è il fine stesso del bene], che propongono continuamente serie aggiornate che sostituiscono le precedenti [pensate soltanto all’IPhone]. Ma il ragionamento appare calzante anche per il settore dell’automotive: i restyling delle auto sono sempre più ravvicinati nel tempo, persino per marchi che avevano fatto della durevolezza del bene l’elemento caratterizzante del loro marchio. Accade, così, che i brand “vecchi” siano preferiti a quelli nuovi, proprio per la loro “aura di storicità”. Poco conta, in tal senso, se il mercato ne ha già decretato la loro scomparsa o se li ha relegati ai punti meno frequentati degli store di periferie. Una bella spolverata, una nuova e coraggiosa strategia di comunicazione, un’immagine modern-vintage, ed il gioco è fatto. Al consumatore sembrerà di rivivere un passato fatto di valori, in cui i brand duravano perché erano diventati elementi di cultura essi stessi. Così la Citroen rispolvera il marchio “DS” per le sue auto più modaiole, richiamando alla mente la mitica DS esposta nei musei di arte moderna di tutto il mondo. La Fiat, per rilanciare il brand a livello globale, punta sul re-make della storica , riprendendone le linee, sulla scia di quanto aveva recentemente fatto [non con lo stesso successo, per la verità] la Volkswagen con il maggiolino. Belle operazioni di “dusting” [letteralmente “togliere via la polvere”] che, forse, denotano una carenza di forza propulsiva nelle strategie di marketing e che, certamente, lasciano trasparire una scarsa voglia di innovare. Opinioni di Vito RAIMONDO 23-29 ottobre 2010 23 Il fantasioso ministro Calderoli propone un incontro Berlusconi-Fini-Bossi Governo: senza il patto diciamolatutta si cade dal... trampolino Il “patto del trampolino”, l’impossibile tentativo di tenere in piedi il Governo si dimena, da tempo, il presidente Usa, Barack Obama, ha sostenuto che il capo della Casa Bianca dovrebbe proporre riduzioni delle imposte esclusivamente per rilanciare gli investimenti e l’occupazione. Invece, ha preferito puntare sugli sgravi fiscali a favore dei ricchi che non rilanciano la crescita in quanto – si sa – in certe congiunture preferiscono incrementare il cash. L’analisi, ovviamente, non fa una grinza. In Italia, invece, non si riduce il carico fiscale né per rilanciare gli investimenti né per agevolare i ricchi. Tranne qualche “scudo fiscale”! ROBERTO CALDEROLI Il Ministro Roberto Calderoli è notoriamente un tipo con molta fantasia e ironia. Fu lui a denominare l’attuale legge elettorale “una porcata”. Ora che fa? Vista l’empasse che regna nella coalizione di governo (caso Fini) ha lanciato il “patto del trampolino” che farebbe da controcanto al famoso slogan di Berlusconi con il discorso del “predellino”. L’ex dentista della Lega vorrebbe mettere attorno ad un tavolo Bossi, Berlusconi e Fini allo scopo di parlarsi e uscire dal pantano in cui si trova la coalizione del Centrodestra. E se il tentativo va male? Cade il Governo. Dal trampolino e non solo. Obama, le imposte e il caso italiano Joseph Stiglitz, Nobel dell’Economia – un guru della materia – parlando delle difficoltà in cui BARACK OBAMA Antigua, un polverone per una villa che non piace a chi l’ha acquistata Antigua e dintorni. D’accordo, l’acquisto del villone (che non piace al suo acquirente, Berlusconi!) nel condominio caraibico è regolare. Rimane però il fatto che quel Paese è stato inserito nella zona grigia dell’evasione fiscale internazionale e che il Ministro dell’Economia, decidono di restituire i compensi rinvenienti da (improbabili) consulenze fiorite attorno agli appalti. Si tratta di mila euro che tali Edgardo Azzopadi (avvocato) e Stefano Toro (figlio del giudice Achille) sarebbero disposti a restituire. Bravi. Un encomio sincero a due simpatici bricconi. Le strane designazioni all’interno del Popolo della Libertà GIULIO TREMONTI Giulio Tremonti, tempo fa, lo definì la “Caverna di Alì Babà” (dove i ladroni nascondevano i bottini). Quindi, quel tipo di investimento da parte del Presidente di un Governo in cui milita quel Ministro è, perlomeno, singolare (eccentrico?). Va da sé l’annotazione spontanea che in questa coalizione si è registrato il caso di un Ministro (Scajola) che acquista un appartamento a Roma senza sapere chi ha versato una parte dei soldi e un presidente che inserisce nel proprio patrimonio una grande villa di un posto fantastico e dica che non gli piace… Nel prossimo futuro, i coordinatori regionali del Pdl non saranno più designati dal capo del partito Silvio Berlusconi, ma suffragati dal voto degli eletti: sindaci, parlamentari e amministratori locali. E i tesserati semplici? Neanche a parlarne: stiano lì buoni ! Ma – attenzione – al capo del partito rimane l’ultima parola. Ergo, se il segretario territoriale non gli garba, non se ne fa niente. Si rivota… Applausi! Due bricconi si pentono e restituiscono i compensi di “consulenze” sospette Il buonismo è un atteggiamento tipico dell’italiano medio. Lo Stato ha bisogno di risorse, com’è noto. E quale notizia captiamo? Che alcuni componenti delle “cricche” sorte attorno ai Grani Eventi (gestiti dalla …benemerita Protezione Civile) “Non vi offendo, perché io non vi ho insultato, ma vi ho descritto” Prossimamente in libreria DICIAMOLA TUTTA Indro Montanelli Vito Raimondo Vito Raimondo DICIAMOLA TUTTA Un giornalista racconta i VIP e le loro malizie... Un giornalista racconta e le loro malizie... VIP i SILVIO BERLUSCONI 24 23-29 ottobre 2010 Imprese&Mercati N el i brasiliani hanno destinato ad acquisti nel mercato del lusso , mld di dollari, che nel sono cresciuti del %, raggiungendo la cifra di , mld di dollari. Non si è trattato solo di beni, ma anche di viaggi, moltissimi all’estero, cifre considerevoli che aprono prospettive interessanti anche per la Puglia, regione-meta turistica in grande ascesa negli ultimi anni, soprattutto il anno record per le presenze. È quanto è emerso nel workshop “Opportunità del mercato brasiliano del lusso per il turismo in Puglia”, promosso dall’Aicai, azienda speciale della Camera di Commercio di Bari, in collaborazione con le associazioni “Cultour – Brazil” e la “Mediterranean Life”, ospitato dall’ente camerale barese. Vi hanno preso parte quattro tour operator brasiliani molto attivi nel mercato del lusso e un giornalista di settore, oltre a numerosi tour operator pugliesi, titolari di alberghi e strutture ricettive quattro o cinque stelle lusso. “È un educational tour a tutti gli effetti – ha spiegato Rocky Malatesta che ha introdotto il workshop e moderato gli interventi – che vedrà la delegazione brasiliana impegnata in una visita H anno fatto visita alla Camera di Commercio di Bari del Console Generale di Francia in Italia, Denis Barbet e del Primo Segretario dell’Ambasciata francese, Lionel Fabre. A fare gli onori di casa è stato il vicepresidente dell’ente camerale, on. Antonio Laforgia, presidente della Comunità delle PMI del Mediterraneo, il quale ha rappresentato la situazione congiunturale delle imprese della Terra di Bari e “la necessità di realizzare azioni di promozione a sostegno dell’innovazione, della ricerca, dello sviluppo economico, puntando soprattutto sulle piccole e micro imprese che costituiscono la componete più dinamica e flessibile del sistema economico europeo”. Laforgia ha sottolineato che “occorre intensificare la cooperazione e l’integrazione tra le piccole imprese dell’area del Mediterrane- Aicai – Un workshop per gli operatori Il Brasile riserva di turisti di lusso di conoscenza delle principali mete turistiche regionali da Nord a Sud, con un occhio di riguardo per la provincia di Bari: Castel del Monte, Trani, Alberobello, Conversano, Polignano, Locorotondo, Ostuni, Lecce, Otranto, Grottaglie, Martina Franca. Visita dei territori ma anche di strutture per l’ospitalità d’eccellenza a quattro o cinque stelle lusso. Una full immersion insomma, che promette bene per la nostra economia turistica e per i settori connessi”. Sui recenti successi della Puglia nel turismo si sono soffermati Alfredo De Liguori, responsabile ufficio promozione dell’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, il vice presidente della Provincia di Bari, Nuccio Altieri che ha spiegato “una meta di gran moda ormai che deve cavalcare l’onda degli straordinari risultati conseguiti, ampliando sempre di più le prospettive dell’accoglienza”, e Nicola Pertuso, consigliere di amministrazione dell’Aicai, secondo il quale “un’ennesima iniziativa questa nel turismo che dimostra l’attenzione della Camera di Commercio di Bari nel promuovere il territorio barese e pugliese nei mercati più interessanti ed emergenti, nonché la A Parigi – Unioncamere ha radunato capacità di cogliere il momento giusto per farsi avanti con un’offerta eccellente e con un prodotto differenziato, sia in termini di ambiente e cultura che di qualità dell’accoglienza”. Il Brasile è un Paese in corsa, i segnali positivi ci sono tutti. Con milioni di abitanti è la .a economia al mondo per Pil, mila brasiliani nel (fonte Enit) hanno visitato l’Italia e “nell’ultimo anno – ha aggiunto Marco Tardio, presidente dell’associazione “Cultour – Brazil” e tour operator barese da anni residente in Brasile – l’incremento dei viaggi all’estero dei brasiliani è stato del %. Lo Stato di San Paolo realizza il % del Pil del Paese. Il mercato del lusso brasiliano, nel quale ci sono investimenti per milioni di dollari, chiede viaggi personalizzati, su misura, e la Puglia deve intercettare questa domanda di alto livello che consiste mediamente in - viaggi l’anno costruiti ad personam, potendo contare su un’offerta eccellente. Questo educational sarà per gli operatori brasiliani una scoperta-rivelazione di luoghi e contesti inediti, perfettamente coerenti con una nuova filosofia del viaggiare, quello slow travel che fa di ogni singolo viaggio un’importante esperienza di vita”. aziende Alimentare pugliese al Sial o con apposite iniziative per sviluppare ed agevolare l’accesso al credito. La collaborazione di Paesi come l’Italia e la Francia, dove la tradizione delle piccole e medie imprese è particolarmente sviluppata, è fondamentale per sostenere l’integrazione tra tutte le diverse realtà economiche che operano sulle sponde del Mediterraneo”. Al Sial di Parigi, l’importante Salone biennale dell’alimentazione, in tal senso, la Puglia è stata presente con aziende pugliesi. Sono stati cinquemila e seicento gli espositori, le nazioni presenti. La partecipazione è stata or- ganizzata da Unioncamere Puglia in convenzione operativa con l’Assessorato alle Risorse Agro-alimentari della Regione. Il sistema camerale pugliese è rappresentato dal vicepresidente nonché presidente della Camera di Commercio di Foggia, Eliseo Zanasi. La manifestazione, giunta alla a edizione, si rivolge esclusivamente agli operatori del settore ed è ormai diventata un autentico punto di riferimento per tutto il comparto del food. “La partecipazione al Sial è frutto di una efficiente intesa operativa con l’Assessorato alle Risorse agro-alimentari della Regione Puglia, che ha consentito alle aziende pugliesi di essere presenti ai più importanti eventi fieristici nazionali ed internazionali. Il Sial rappresenta un vero e proprio barometro dei trend di consumo – spiega il presidente dell’Unioncamere Puglia, Luigi Farace – nonché un efficace cassa di risonanza dell’industria agro-alimentare europea ed internazionale oltre ad essere fedele osservatorio sulle innovazioni nel ramo alimentare globale. Per le aziende pugliesi è una grande opportunità e per Unioncamere Puglia, a livello istituzionale, è un’occasione importante per far sentire il proprio supporto e contribuire concretamente a sostenere l’export regionale. C’è bisogno di dar fiato alla competitività del manifatturiero sui mercati esteri ed in particolare su quello europeo. Le iniziative promozionali, quindi, hanno la loro importanza, soprattutto se riferite ad eventi-vetrina di fama internazionale, nei quali offrire occasioni di business ai nostri operatori”. Durante la kermesse parigina le industrie pugliesi hanno avuto numerose occasioni per incontrare partners d’affari. L’ % dei visitatori della fiera, infatti, ha un ruolo decisionale importante nei processi d’acquisto: si tratta per lo più di buyer della distribuzione, del commercio, della ristorazione, del catering, della ristorazione e delle industrie agro-alimentari, provenienti da tutto il mondo. ilPianetaCdcBari La Camera di Commercio di Bari, allo scopo di fornire all’utente la migliore assistenza nell’esercizio del diritto a ottenere informazioni sullo stato di avanzamento dei procedimenti e delle pratiche, ha istituito un Ufficio per le Relazioni con il Pubblico. UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO Presidente: Luigi Farace Primo piano Orari di apertura al pubblico della C.C.I.A.A. Tel. . / (Capo Servizio/Responsabile) Fax . / e-mail: [email protected] *** A.I.C.A.I. Presidente: Carlo Maria Martino Assistenza Imprese Commerciali, Artigiane e Industriali Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n. BARI Quinto piano Tel. . / Fax . e-mail: [email protected] *** I.F.O.C. Presidente: Pietro Di Cillo Secondo piano – Terzo piano Agenzia di Formazione – Istituto di Formazione CCIAA Bari Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n. – BARI Tel. . / . Fax . e-mail: [email protected] *** S.A.M.E.R. Presidente: Michele Di Benedetto Piano terra – Primo piano Servizio Analisi Chimico-Merceologiche Palazzo dei Servizi, Via Emanuele Mola n. BARI Tel. . Fax . e-mail: [email protected] – ORARI DI APERTURA SPORTELLI MATTINA – tutti gli uffici dal lunedì al venerdì dalle ore . alle ore . POMERIGGIO – Registro Imprese – Diritto Annuale dal lunedì al giovedì dalle ore . alle ore . POMERIGGIO – altri uffici lunedì e giovedì dalle ore . alle ore . Rubriche 23-29 ottobre 2010 25 segue dalla prima È facile dare i numeri tekeepers” (i… portieri) stabilendo quante, quali, in che modo e al servizio di chi gestire le informazioni. Pura follia i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’istinto di conservazione in realtà sta uccidendo un mestiere incapace di comprendere i cambiamenti di scenario. Un esempio a proposito di statistiche. A Palazzo di Città a Bari qualche giorno fa hanno fatto un triplo salto mortale con avvitamento quando hanno scoperto che nella classifica di Legambiente hanno guadagnato sette posti nella graduatoria nazionale piazzandosi, pensate un po’, ben… esimi. Mamma mia che record! Peraltro il “salto” è stato spiegato con il fatto che i venerati compilatori di Legambiente hanno attribuito l’incremento all’adozione del “bike sharing” (quelle biciclette pubbliche per cui sparivano i sellini, ricordate?). E l’inquinamento? Beh, l’inquinamento a Bari è sparito. O per lo meno sono spariti tutti quei simpatici girotondi che hanno costellato le campagne elettorali e che segnalavano il capoluogo sotto una cappa di polveri di ogni genere. L’inquinamento in realtà è rimasto in tutto il suo devastante potenziale, ma sono sparite le proteste e se qualcuno se ne ricorda e viene in possesso dei dati ecco che si scopre che la centralina è stata posizionata male e tutto torna nel dimenticatoio. Ma ora a dire che Bari è una specie di paradiso ci si è messo anche l’ex direttore dell’Economist, Bill Emmott. Lucida la visione, chiara la motivazione: “Bari ha risolto il suo storico problema con la criminalità urbana, usando il turismo per vanza tempo pensi un po’ anche a noi. Perché l’affollamento di dichiarazioni, di promesse, di annunci è solo una clamorosa presa in giro che aiuta a… sbarcare la giornata, ma non genera sviluppo. Nel tempio delle chiacchiere, infatti, non si progettano il futuro e l’economia di territorio. La mancanza di senso critico, di approfondimento e di documentazione sono un grande alleato per una classe politica (indipendentemente dagli orientamenti, sia chiaro) incapace di visione, di progettazione e di priorità. D’altra parte il “segno distintivo” della Bari dei nostri giorni (al contrario di quella di fine Ottocento e inizio Novecento) non è in quel che ha costruito, ma in quel che ha abbattuto. diversificare l’economia”. Bravo, bravo, bravo. I negozi chiusi quando arrivano i turisti (peraltro in transito) sono il frutto di immaginazione, dunque. Non è vero che le tariffe dei nostri alberghi siano più esose di vere capitali del turismo europeo. E la mobilità è un vero… vantaggio competitivo del capoluogo regionale. Ancora più visionaria è la sequenza di sparatorie tra i clan cittadini per la quale il Procuratore della Repubblica Laudati ha recentemente lanciato un onesto allarme. Ma Emmott di quali notizie è in possesso? Non potrei dirmi sorpreso se a Palazzo di Città a Bari decideranno di assegnare la cittadinanza onoraria a Bill Emmott (magari scoprendo che il britannico per una ragione o per l’altra è devoto di… San Nicola). Dio salvi la regina, ma se gli a- DIONISIO CICCARESE leNewsdaTerritorioeImprese inviate le vostre notizie a [email protected] PUGLIA Monte dei Paschi di Siena per le imprese vitivinicole Banca Monte dei Paschi di Siena sostiene lo sviluppo delle imprese attive sul territorio, con dei prodotti specifici a sostegno dell’export e finanziamenti a medio termine concessi alle imprese esportatrici. Nell’ottica di questa missione, in particolare, la Banca sta accompagnando le aziende vitivinicole del territorio pugliese nella progettazione e realizzazione di progetti di promozione e internazionalizzazione. Il progetto “Vini di Puglia – So Puglia So Wine” ha permesso la costituzione di un’ Associazione temporanea di Imprese tra aziende vitivinicole pugliesi, che si sono impegnate in iniziative promozionali negli Stati Uniti, in Canada ed in Svizzera: allo scopo di sostenere tali iniziative Monte dei Paschi ha messo a disposizione un insieme di prodotti di finanziamento tra questi il finanziamento con garanzia SACE strutturalmente dedicato alle PMI che intendono effettuare investimenti all’estero perseguendo un processo di internazionalizzazione. questi sono i vincitori della XXXI edizione del Premio Guido Dorso, attribuito ogni anno a persone che con la loro attività, “hanno contribuito a sostenere le esigenze di sviluppo e di progresso del Sud”. Contestualmente la targa del presidente della Repubblica, destinata a un’istituzione scientifico-culturale del Mezzogiorno, è stata assegnata alla SRM, l’Associazione studi e ricerche per il Mezzogiorno, presieduta da Federico Pepe, che ha raccolto e arricchito l’eredità del centro studi del Banco di Napoli. Le pietre di Puglia a Dubai dal 22 al 25 novembre Si svolgerà a Dubai, dal al novembre, “The Big Five ”, la principale manifestazione fieristica nel settore dell’edilizia e dei materiali da costruzione dell’area del Medio-Oriente. La Regione Puglia, in collaborazione con il Distretto Produttivo Lapideo Pugliese, propone di riconfermare la partecipazione alla manifestazione fieristica The Big Five, con uno spazio espositivo regionale, “Spazio Puglia” con l’obiettivo di presentare e valorizzare i punti di forza del sistema produttivo pugliese dei materiali lapidei. Nuove imprese operative ecco i nuovi requisiti Contro i “tarocchi” più tecnologia L’innovazione tecnologica contro i prodotti falsi. Tutela della proprietà industriale e soluzioni innovative e tecnologiche avanzate al supporto della lotta alla contraffazione sono le premesse dell’intesa stipulata tra la Direzione generale per la Lotta alla contraffazione-UIBM del Ministero dello Sviluppo Economico e l’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato. Con la firma di un protocollo di durata biennale è riconosciuto il rilevante contributo che l’Istituto Poligrafico può dare per il potenziamento di specifici strumenti innovativi allo scopo di arginare il fenomeno della contraffazione. Premio Guido Dorso per lo sviluppo del Sud Il vicepresidente vicario del Parlamento europeo Gianni Pittella, il sottosegretario agli Esteri Enzo Scotti, la direttrice dei laboratori del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare Lucia Votano, il direttore del TG Mario Orfeo, l’ex-rettore dell’Università Federico II di Napoli Guido Trombetti, il direttore della stazione zoologica Dohrn di Napoli Roberto Di Lauro, l’editore tunisino Mohamed Sakhr, Max Rienzi, e per la sezione tesi di laurea Silvia La Mura: www.gazeco.it Direttore responsabile: Dionisio Ciccarese Direttore editoriale: Vito Raimondo Redazione: Via delle Orchidee, 3 - 70026 - Z.I. Modugno-Bari – Tel. 0805857444 Fax 0805857428 - [email protected] Responsabile trattamento dati personali: Dionisio Ciccarese Semplice richiesta di brevetto e solo sede operativa in Puglia: cambia così l’avviso per le nuove imprese operative e il relativo regolamento regionale (n. del ). In seguito alla modifica dell’Avviso, l’agevolazione potrà essere ottenuta non solo dalle imprese che hanno già ricevuto il rilascio di un brevetto, ma anche da parte delle aziende che hanno fatto la semplice richiesta di brevetto e ottenuto la pubblicazione della documentazione tecnica. Le domande di ammissione devono essere inviate secondo la procedura telematica prevista su questo portale e trasmessa con raccomandata A.R., corredata dagli allegati obbligatori a Puglia Sviluppo SpA, Via Amendola / , Bari. BASILICATA Credito imprese intesa Bpm e Cciaa Matera Camera di commercio di Matera e Banca popolare del Mezzogiorno lavoreranno insieme per sottoscrivere, in tempi brevi, un protocollo di intesa per facilitare l’accesso e la concessione di crediti alle imprese locali. L’impegno comune è emerso a Matera nel corso di un incontro tra il presidente Angelo Tortorelli e dell’Istituto di credito Francesco Lucifero che hanno delegato il segretario generale della Camera di commercio, Federico Sisti, e il direttore generale della Banca, Roberto Vitti, per raggiungere il comune obiettivo. “La Banca Popolare del Mezzogiorno – ha detto il presidente Angelo Tortorelli - prende atto della disponibilità a lavorare da subito per venire incontro alle legittime esigenze delle aziende e,in particolare, delle microimprese che stanno soffrendo in modo particolare i costi della crisi. Occorre,infatti, garantire loro tempi certi di risposta e piena disponibilità nei servizi al credito”. Al via il “Reddito Ponte” per 680 giovani lucani Con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata numero / , prende il via il programma del “Reddito ponte”, un intervento destinato a giovani lucani di età compresa tra i ei anni, metà donne, metà uomini, per cento laureati, per cento diplomati (compresa laurea triennale), che prevede un programma di formazione retribuita ( euro al mese) di due anni con stage in azienda e, al termine, un “voucher occupazione” da spendere presso un’azienda come incentivo all’assunzione o per dar vita ad un’autonoma iniziativa imprenditoriale. L’investimento totale per ogni giovane ammesso al programma è di . euro a cui, per le donne che siano nella condizione di dover assistere familiari di età non superiore a anni, disabili o anziani, vanno aggiunti altri i . euro di un “voucher conciliazione” con cui pagare quei servizi (asilo nido, assistenza ecc.) per conciliare le attività familiari con quelle del programma. Borsa europea turismo sportivo soddisfatta l’Apt Soddisfazione e ottimismo hanno accompagnato la Basilicata al rientro dalla sua prima esperienza alla Borsa Europea del Turismo Sportivo, Attivo e del Benessere Termale, a Montecatini. Il e ottobre, con lo stand dell’Agenzia di Promozione Territoriale e della Regione Basilicata allestito nello splendido scenario delle Terme di Montecatini, – spiega un comunicato stampa dell’Apt – l’offerta lucana ha incuriosito buyers stranieri e italiani, molti dei quali nei propri cataloghi già indicano la regione come meta irrinunciabile per la pratica di cicloturismo, mountain bike, parapendio ed escursioni. Ogni riproduzione anche parziale è vietata ai termini di legge – Chiuso in tipografia il 21 ottobre 2010 Società editrice: Via delle Orchidee, 1 70026 - Z.I. Modugno-Bari Tel. 0805857439 - Fax 0805857427 [email protected] Registrazione Trib. Bari n. 1276 del 19/4/1996 Certificato ADS n. 6793 del 1/12/2009 Pubblicità: Area 4 S.r.l., Impaginazione grafica e prestampa: Fotolito38 Via delle Margherite n. 20/22 70026 Modugno (BA) tel. 080.5857450 fax 080.5857426 e-mail: [email protected] Unione Stampa Periodica Italiana Abbonamenti: Tariffa per l’Italia € 48,00 Tariffa per l’Europa € 144,00 (48 numeri) da versare sul ccp n. 11019700 intestato a: SEDIT srl - Servizi Editoriali Via delle Orchidee, 1 70026 - Z.I. Modugno-Bari Numero arretrato € 2,77 26 23-29 ottobre 2010 Itinerari Prodotti tipici – Nato nella tradizione pastorale del Gargano, oggi è presidio di Slow Food Muschiska di Rignano carne secca di qualità M uschiska (o mesciscke, muscisch’ka, muscisca), nome esotico foriero di sapori pastorali. La parola ha origine araba derivando, infatti, da mosammed, cosa dura. O anche da mosciame, che indica, in questo caso, l’essiccazione del pesce. Si comunica ai “curiosi viaggiatori” che la muschiska è un salume di carne secca di capra, pecora o vitello podolico (a volte anche di cavallo) che i pastori del Gargano preparavano sino a pochi decenni fa con metodi non più accettabili, ma ripresi oggi con sistemi igienici, sono un prodotto di nicchia di prim’ordine. Il prodotto, secondo alcuni storici, era preparato dai pastori dell’antica Roma, per altri l’origine risalirebbe alla Regia Dogana della Mena delle pecore e alla Locazione d’Arignano di quando gli Aragonesi attivarono in Puglia una posta di controllo e dazio della transumanza. Gli esperti gastronomi apprezzano la muschiska di Rignano Garganico, il più piccolo Comune del Parco Nazionale del Gargano. Dimenticata l’essiccazione che i pastori facevano infilando a uno spago teso, tra un albero e l’altro, al vento e al sole (e alle mosche) pezzi di carni magre, disossate, salate condite di semi di finocchio, peperoncino ed aglio, a Rignano si ricorre a speciali essiccatoi ad umidità e temperatura controllati. I condimenti per insaporire la carne secca, invece, sono sempre gli stessi dei tempi andati. Il salume acquista così un sapore bucolico…garganico, unico tanto da essere sempre più richiesto per essere consumato crudo o arrostito. E per di più quando si preferisce essendo a lunghissima conservazione. Carne secca della cultura pastorale che costituiva un’integrazione alimentare durante i periodi di transumanza nelle contrade più aspre e isolate del Promontorio. I pastori che si nutrivano a pane e formaggio, non erano autorizzati dal padrone a macellare gli animali se non in caso di eventi traumatici e allora le carni servivano per preparare i famosi pastorali (brodo di pecora con erbe selvatiche come il finocchietto e le cicorie) oppure se ne faceva muschiska. Prodotto oggi di nicchia tanto da essere dal Presidio di Slow Food ed è elencato nell’”Atlante dei prodotti tipici agroalimentari di Puglia” e nella “Carta d’identità dei prodotti tradizionali pugliesi” a cura di Giuseppina M.Tantillo. Per non dire delle attenzioni di Slow Food che ha tra i suoi Presìdi non pochi altri prodotti del Gargano: il caciocavallo podolico, la vacca podolica, la capra del Gargano, la fava di Carpino. Per la cronaca i Presìdi di Slow Food hanno lo scopo di recuperare e salvaguardare le piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall’agricoltura industriale e dal degrado ambientale. Anche se questa certificazione non è ufficiale (è assegnata da un comitato scientifico di Slow Food), i criteri di definizione sono simili a quelli di certificazioni come IGP e DOP. Slow Food, con i suoi venti anni di attività, lavora oggi perché tutti possano permettersi e apprezzare cibo buono, pulito e giusto, nel mondo. Altri prodotti che caratterizzano il Promontorio essendo in odore di nicchia, sono le anguille di Lesina, la paposcia (o paposciola) di Vico del Gargano, i capperi, le arance bionde e i limoni di Vico e di Rodi, il pane di Monte Sant’Angelo. Per conoscenza dei “curiosi viaggiatori” la paposcia non è altro che massa di pane cotta al forno. Ha forma allungata e gonfia molto simile a quella di una pantofola. Di qui forse il nome: babbuccia, babouche (in francese). Color sabbia con macchioline nere là dove la cottura è stata più intensa, mollica a piccoli fori. Quando si faceva il pane in casa e si portava al forno pubblico, il fornaio testava la temperatura cocendo una striscia di massa di pane. Quando cotta si dava come merenda ai bambini. Così, nuda e…cotta. La paposcia, infine, tagliata per lungo, condita con un filo d’olio, con rucola e pomodoro, impreziosita con peperoncino oppure farcirla con ricotta fresca o con una fetta caciocavallo podolico garganico, era (ed è) una leccornia. Quella tradizionale è di carni ovi-caprine C’è dolce o piccante L a muschiska è commercializzata nelle versioni dolci e piccanti, sottovuoto per una conservazione garantita da tre a dieci mesi. Le parti di carne, dopo averle disossate e private del grasso per evitare irrancidimenti, sono tagliate in pezzi di cm di lunghezza e / di larghezza, condite e lasciate a macerare in contenitori d’acciaio sino a ventiquattro ore in celle frigorifere poi si passa ad una prima essiccazione a ° C per tre, quattro giorni. L’essiccazione è ripetuta poi per una settimana a ° C sino ad asciugare del tutto la muschiska tanto da essere callosa e soda. Da un chilogrammo di carne si ottiene un prodotto finito di gr. La colorazione più scura rispetto alla carne fresca è dovuta al processo di disidratazione e di ossidazione prodottesi durante il processo di essiccamento in appositi forni, che hanno sostituito la tradizionale asciugatura al sole. Talvolta è trattata con nitrati per darle una colorazione rosa e renderla così più commerciabile e per prevenire la germinazione di batteri. La muschiska più tradizionale è quella di carni ovi-caprine ma il mercato oggi richiede anche quella di carni suine o bovine più accettabili per delicatezza di sapori e consistenza tenera. Costa, sia piccante sia dolce, € al chilogrammo. L’ agosto a Rignano Garganico la muschiska è onorata con una sagra tutta sua. È fatto con latte delle omonime vacche Caciocavallo podolico L e vacche podoliche sono di razza ormai rara. Ne esistono venticinquemila mila capi contro i di un decennio fa in Puglia, Campania, Calabria e Sicilia. Di stazza imponente, sono giunte sino a noi per misteriose vie dai Balcani. Discendono dai preistorici Bos primigenius o Uro ed erano utilizzare per i lavori più duri. Hanno carne sapida per le erbe brucate andando a zonzo tra boschi, radure e garighe. È però per il latte, e di conseguenza per il caciocavallo, che le nostre, sono tenute in alta considerazione. Se ne fa poco, pochissimo e solo in primavera. Per modellare il caciocavallo podolico la pasta di latte coagulato con caglio naturale, si taglia a fettine e la si bagna in acqua bollente. Il casaro impasta la cagliata a mano dandole una forma a fiasco, da tenere in salamoia per qualche ora e poi disposta a coppie a cavallo di un’asta posta vicino al camino perché il cacio assuma un velo di affumicatura. È un formaggio nobile da tavola e mai da usare in cucina. Quando è ben maturo, per essere stato stagionato dai cinque a sei anni, ha pasta color paglierino con piccolissime occhiature, profumi complessi, ampi, di pascolo e spezie e una persistenza gustativa inimitabile. Un modo di gustare il podolico è anche con il miele dopo averlo tagliato a fette non troppo sottili e leggermente abbrustolite sulla brace. Quali i pascoli e le masserie dove preparano il caciocavallo? “Palagano” di Francesco Demajo, a Rignano Garganico ( - / ) e “Bramante” di Giuseppe Bramante ( / ) in contrada Matine, a San Giovanni Rotondo. Un’altra indicazione è masseria “Sgarrazza” (Pietro Massimiliano de Vita ), in località S. Salvatore a sette chilometri da Vieste. Sui sentieri del Podolico anche l’azienda agrituristica “La Torre Taronna” a Monte Sant’Angelo ( / ). Responsabile Slow Food del Presidio Giuseppe Placentino ( , ). fraBoschi,SentierieTorrenti Da Potenza al Salento *Il con il Cat (Club amici del trekking) di Bari si va nel Bosco di Rifreddo (Pz). Escursione di quindici chilometri, dislivello + nell’incantevole scenario dei colori autunnali. CT Corrado . . * Sempre il con le Speleo Trekking Salento di Lecce, escursione negli uliveti di Leverano. Partenza alle . dal Catasto e alle . dal bar Stazione API a Leverano. Durante il cammino si incontreranno aziende agrituristiche, masserie-torri, antichi pozzi, aziende agricole con attività casearia. Tracciato di circa km. pianeggiante misto asfalto-sterrato, ideato da Stefano De Donatis. Info: Riccardo Rella . . Nel promontorio garganico molti luoghi di culto Sperone d’Italia culla dell’anima I n appena . chilometri quadrati, il Parco Nazionale del Gargano noto anche come il Promontorio, Sperone d’Italia o Montagna del Sole offre paesaggi di foreste, lagune, valloni, coste frastagliate, lunghe spiagge, doline, villaggi rupestri, picchi alti sino a . metri, come il monte Calvo e monasteri. In più eventi storici, feste patronali, sagre e fiere. Lungo le coste vestite di macchia mediterranea, il Gargano esibisce veri e propri monumenti dell’uomo al mare e all’ingegno dei pescatori: i ragni di legno, ovvero i trabucchi ingegnose strutture le cui origini si fanno risalire all’età del Bronzo. Una roccaforte il Gargano per com’era, ed è, selvaggio e isolato. E forse proprio per questi aspetti fu meta di eremiti, di ordini religiosi o di crociati in partenza per la Terra Santa. E con loro nacquero grandi e piccoli centri di culto facendo del Gargano un sito ideale dove rifocillare lo spirito, specie dopo lunghi e faticosi pellegrinaggi come quelli lungo gli impietosi tratturi Jumitit, Malipassi Stampurlande, per raggiungere il santuario dedicato all’Arcangelo Michele. Il Vallone di Pulsano alla cui sommità fu costruita nel XII secolo l’abbazia di Santa Maria, è uno stupendo complesso monastico sino a qualche anno fa raggiungibile solo a piedi percorrendo un sentiero tra la macchia mediterranea. A Santa Maria di Pulsano si recarono anche papi e crociati che, dopo essere stati in pellegrinaggio al Santuario di Monte Sant’Angelo, andavano a ritemprarsi dalle fatiche del viaggio a Pulsano. San Giovanni Rotondo e San Marco in Lamis, queste le altre due località che più hanno dato al Promontorio fama di Terra Santa. Nelle grotte dei valloni hanno vissuto gli uomini della preistoria (da a undicimila anni fa). In quella detta di “Paglicci” è stato accertato che vi si realizzavano, e forse si barattavano, strumenti e armi in selce: una vera e proPagina a cura pria industria litica. di Vittorio Stagnani Sanità 23-29 ottobre 2010 27 Italiani agli ultimi posti per consumi in Europa. Rischio fratture e osteoporosi Latte fresco caro? Si beve meno ma le ossa presentano il conto G li italiani consumano sempre meno latte fresco ( litri, formaggi kg, burro kg pro capite l’anno), e si piazzano agli ultimi posti nella classifica europea che vede inglesi, tedeschi, francesi e austriaci in pole position con consumo quasi doppio. Ma la salute della popolazione attuale e, soprattutto, dei più giovani ne risente collocandosi in una zona a rischio specie di fratture, osteoporosi, crescita squilibrata. Preferiti, in Italia, per la maggiore facilità d’uso, yogurt e probiotici ( % del mercato), formaggi freschi e molli. La filiera lattiero-casearia nel ha prodotto in allevamento , miliardi €, nella fase di trasformazione , miliardi € e un ricavo dai consumi di miliardi €. Nei . allevamenti, un milione mila bovine da latte e piccole e medie aziende con - capi con produzione di , Mln di tonnellate (dati Ismea). La spesa media della famiglia italiana in un anno è di circa euro per il latte e € per il formaggio. Il % del latte acquistato è a lunga conservazione; % latte fresco ed a media conservazione. Chiamato in causa il modificato stile di vita che, in Italia, vede trascurata la prima colazione a casa, succhi di frutta e merendine preferiti dai bambini e favoriti dalle mamme che comprano sempre più latte a lunga conservazione. Un litro di latte fresco pastorizzato Alta Qualità in bottiglia PVC da un litro costa , / , euro mentre un cartone di UHT, centesimi – euro in meno. Il prezzo alla stalla è di centesimi €/kg, tra i più alti d’Europa penalizzando la nostra competitività rispetto specie a Cina, India, Australia, Nuova Zelanda: produzione mondiale Mln di tonnellate). Noi ne importiamo il % circa; abbiamo enti di controllo. “La SIVAR (Società veterinaria per gli animali da reddito) tende a definire una moderna figura professionale: il veterinario aziendale che potrà dare – dice Medardo Cammi, presidente SIVAR, che ha organizzato, con Pfizer Animal Health un tavolo di confronto trasversale – una svolta in veste di consulente sanitario dell’allevatore e come tramite tra stalla e servizi di controllo ufficiali, garantendo la salute dell’animale produttore di latte”. Si ricorderà, a Bari, l’opera precorritrice del dr. De Angelis il quale, garantendo la salute dell’animale, offriva latte “sano e gustoso”. Recenti i casi di cronaca di mozzarella blu e formaggio giallo, di latti in polvere di incerta provenienza mescolati con il latte della stalla. Dito puntato contro l’etichetta: “Troppo complessa per consumatore poco istruito in materia di nutrizione, frettoloso, orientato al risparmio che – dice Franca Braga (Altroconsumo) – deve scegliere tra - o più tipologie dello stesso prodotto, tra prezzi sempre più alti e ne è lo disorientato”. Tra l’altro, il latte continua a mostrare i suoi lati salutari. Un recente studio della prof.Carla Favaro (università Milano) dimostra che il latte a ridotto contenuto di grassi ha ruolo di particolare importanza per un programma dimagrante: apporto calorico modesto (latte e yogurt scremati kcal/etto), ottima fonte di sostanze nutritive (calcio, proteine di elevata qualità, zinco, potassio, vitamine del gruppo B). Ricercatori del dipartimento di nutrizione dell’Università del Tennessee, Knoxville (USA) hanno dimostrato che calcio e prodotti lattiero caseari hanno un ruolo antiobesità. Foto Olga Lyubkina_fotolia Costi abbattuti con diagnosi precoce Il prof. Colucci sui tumori stromali gastrointestinali Nella sclerosi multipla la chiave è la mobilità Per la terapia dei Gist “Effetti tutti da indagare” S clerosi multipla, “tra le malattie socialmente più costose” (OMS): colpisce giovani adulti, destinati a convivere in media anni con questa affezione cronica ad andamento progressivamente invalidante e sintomi di tipo motorio, cognitivo e neuropsichiatrico con ripercussioni anche sulla vita sociale del paziente e dei suoi familiari. Il costo sociale annuo della sclerosi multipla supera i miliardi di euro. Per l’Italia, ogni malato costa in media . euro l’anno cui si aggiungono gli elevati costi dell’assistenza a domicilio che, gravano, in massima parte, su malati e famiglie. Il peggioramento della qualità della vita è direttamente correlato al livello di disabilità; il % dei pazienti modifica la vita di relazione e molti abbandonano l’impiego. Il danno cognitivo, correlato a danno cerebrale (sostanza grigia, demielinizzazione, perdita assonale) colpisce - % dei pazienti con forma più frequente (recidivante-remittente) è predittivo di peggioramento. Una ricerca internazionale, commissionata da Biogen Idec, sulla perdita di mobilità da Sclerosi Multipla (SM), ha evidenziato un divario tra l’importanza attribuita, a questo aspetto, dal malato e dagli operatori sanitari. Solo % di questi ultimi ritiene che i malati siano, in qualche misura, colpiti da perdita di mobilità anche se gli studi riportano che è l’ % a soffrirne. Ne derivano incongruenze come quella denunciata, nei giorni scorsi, a Bari, dalla sig. Maria Elena Barile, convocata dall’Inps, con linguaggio “burocratico ed offensivo”, per accertare se l’invalidità già documentata, fosse ancora in atto. I risultati della ricerca sottolineano il divario tra medico e paziente nella per- cezione dell’impatto della malattia sulla qualità della vita. È stato dimostrato che la deambulazione non risulta essere sufficientemente monitorata dagli operatori sanitari e che il % dei malati SM e il % dei familiari non parlano mai o solo raramente con il medico dei problemi di mobilità che può presentarsi nella fase iniziale della malattia (per % già nel mese successivo alla diagnosi). Per problemi di mobilità, % hanno subito pesante impatto sulla vita lavorativa, % riduzione del reddito, % perdita di amicizie; % ha pensato al suicidio. “Necessari maggior dialogo tra i pazienti e medico o neurologo e valutazioni più frequenti e accurate per monitorare lo stato di mobilità dei pazienti. “Emerge chiaramente dalla ricerca – dice il Dr. Shibeshih Belachew, università, Liegi (Belgio) – che la perdita di mobilità è una delle preoccupazioni principali dei pazienti, ma non ancora molto considerata tale da tutti i medici. “La perdita di mobilità può incidere enormemente su tutti gli aspetti della vita. In qualità di medici dovremo fornire informazioni su come affrontare correttamente le problematiche legate alla mobilità e aiutare le persone affette da SM a mantenere la propria produttività così come il proprio benessere sociale, fisico e psicologico”. L’individuazione e il trattamento tempestivi (approccio integrato, esercizi, fisioterapia) dei disturbi della mobilità possono contribuire al miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti da SM. Biogen Idec definisce nuovi standard di cura per gli ambiti terapeutici in cui le esigenze mediche non sono ancora state soddisfatte. T umori stromali gastrointestinali (GIST), una forma rara ma insidiosa di neoplasia che in Italia colpisce -. persone ogni anno. I GIST, caratterizzati fino a pochi anni fa da un esito particolarmente rapido ed infausto, con una sopravvivenza non superiore a mesi in fase metastatica, dopo l’uso di imatinib nel trattamento o nella strategia terapeutica – dice il prof. Giuseppe Colucci (Oncologico di Bari) – sono diventati malattie controllabili dal farmaco. Questo costa . , a . , € per anno di trat- tamento che deve essere protratto per lunghi periodi. C’è necessità – dice Colucci – di conoscere al meglio i possibili effetti collaterali legati al suo impiego. Di qui il bisogno di informazione che caratterizza tutta l’oncologia e in particolare le forme di tumore più rare fornendo ai pazienti informazioni di tipo diagnostico e terapeutico sulla malattia e conoscenze adeguate per affrontare al meglio il suo trattamento nell’ottica di una stretta collaborazione tra medico e paziente per ottimizzare anche la qualità di vita del malato”. Il ministro della Salute alla presentazione di un libro sul tema Farmacisti nell’epoca del web Fazio: “Un ruolo ancora chiave” O ttantamila farmacisti di cui . donne. È realtà italiana della professione che garantisce la vendita controllata ed assistita dei farmaci in . farmacie. Le farmacie – dice il sen. Luigi d’Ambrosio Lettieri, presidente ordine farmacisti provincia Bari – danno rilevante contributo al contenimento della spesa, con la diffusione degli equivalenti e con la tempestiva fornitura dei dati analitici dei medicinali erogati in regime di SSN. In un trimestre, le farmacie hanno garantito allo Stato, con lo sconto SSN, un risparmio di milioni €, più milioni derivanti dal pay-back attivato a carico delle farmacie e milioni di contributo aggiuntivo temporaneo. La farmacia ha una lunga storia che è stata compendiata dal dr. Giacomo Leopardi nel volume Foto ramon_perez_terrassa_flickr “Noi farmacisti – dal secondo dopoguerra al web”. Il volume percorre la strada compiuta dalla farmacia italiana dalla rinascita degli ordini professionali ad oggi. “Non è solo un valido contributo di sistematizzazione e di conoscenza della vita istituzionale de- gli Enti farmaceutici – ha detto il Ministro Fazio – nel suo puntuale raccordarsi alle tappe di sviluppo della politica sanitaria italiana e al più ampio orizzonte dei mutevoli equilibri politici della storia nazionale, prezioso strumento di comprensione delle trasformazioni culturali che hanno investito l’esercizio della professione farmaceutica in Italia”. “Queste pagine – dice Leopardi – vogliono essere anche la testimonianza di come l’operato delle istituzioni preposte alla tutela della categoria dei farmacisti abbia lavorato per smascherare certi clichè, contribuendo a difendere e rilanciare gli aspetti etici, scientifici, sociali della professionalità di colui che si fa carico della grande responsabilità di dispensare farmaci”. Pagina a cura di Nicola Simonetti 28 23-29 ottobre 2010 uni Università curriculum latesisulgiornale G In questa pagina, dedicata ai laureati di Puglia e Basilicata, pubblichiamo le migliori tesi su temi di economia, marketing e comunicazione che vengono discusse nelle Università di tutto il mondo allo scopo di far conoscere all’imprenditoria le energie più vivaci dei giovani che affrontano il delicato periodo post-universitario. Studenti e docenti che volessero segnalare tesi attinenti ai temi dell’economia, del marketing, della comunicazione, della gestione e della strategia d’impresa possono inviare il materiale direttamente all’indirizzo [email protected]. Il materiale deve essere costituito da un articolo che vada da . a . battute (spazi bianchi compresi), una fotografia in buona risoluzione ( dpi) e una breve scheda biografica ( battute). ianluca Palma, anni di Botrugno (LE), si è laureato con lode in Scienze dello sviluppo presso l’Università del Salento discutendo una tesi in Economia Politica dal titolo “Economia cognitiva e capitale sociale”. Attualmente frequenta il master in Management e governance del territorio e collabora con il Centro Studi Economici dell’Università del Salento e l’Associazione Programma Sviluppo di Taranto. Un approccio “cognitivista” per interpretare scelte non sempre legate alla razionalità All’economista non basta l’economia Il capitale umano è fattore essenziale I HERBERT SIMON l lavoro di tesi si origina a partire da due riflessioni di fondo. Una legata all’imperfetta razionalità che caratterizza le decisioni individuali, meglio definita dal premio Nobel Herbert Simon con l’espressione razionalità limitata. L’altra magistralmente espressa dalle parole di Friedrick von Hayek, secondo il quale un economista che è solo un economista non può essere un buon economista. Pertanto, per coniugare queste due questioni, ci si è avvalsi dell’economia cognitiva che fa propri strumenti di analisi interdisciplinari. Nello specifico, questa disciplina è quella branca dell’economia, affermatasi nell’ultimo ventennio del secolo scorso, che studia le operazioni di ragionamento e i processi di adattamento assunti dagli attori economici nel corso delle loro interazioni. La tesi è strutturata in tre sezioni. Nella prima parte si passa in rassegna lo sviluppo e l’evoluzione dell’economia cognitiva come disciplina scientifica. Si è tentato di individuarne le radici storiche, rintracciabili già nelle considerazioni di illustri filosofi del Settecento come David Hume ed Adam Smith. Quest’ultimo, nello studio della naturale socialità umana, dimostrò come la condotta dell’uomo non persegua unicamente fini razionali ed egoistici. Nell’Ottocento il fondatore della scuola di Cambridge, Alfred Marshall, diede un forte impulso alla nascita dell’approccio cognitivo, dedicandosi allo studio della filosofia e della neurobiologia. Successivamente Carl Menger, promotore della scuola Austriaca, in critica all’approccio neoclassico (nello specifico all’equilibrio economico generale walrasiano) evidenziò l’importanza delle istituzioni e della conoscenza nelle dinamiche di apprendimento e di scelta economica. Nello stesso periodo gli istituzionalisti americani, fra i quali va ricordato Veblen, adottavano un approccio diacronico e rimarcavano il ruolo delle istituzioni formali ed informali nei processi socio-economici. Nei primi anni del Novecento l’economista Frank Knight mise in evi- FRIEDRICK VON HAYEK denza il ruolo che riveste l’incertezza nelle decisioni economiche. Anche Keynes, quando abbracciò la prospettiva marshalliana che proponeva una scienza economica basata sulla logica ma anche sull’induzione e su un’ampia conoscenza dei fatti, riconobbe di non aver dato la giusta rilevanza alla vagueness che caratterizza tutta la conoscenza ed impedisce di fondare logicamente la probabilità. Ma è solo a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta che due fondamentali contributi rendono possibile il consolidamento dell’approccio cognitivo in economia. Da una parte, il survey method dello psicologo americano George Katona apre la strada alla cooperazione fra la psicologia e l’economia; dall’altra, l’economista francese Maurice Allais, introducendo la pratica della sperimentazione in ambito economico, minò il paradigma neoclassico e in particolar modo la teoria dell’utilità attesa. Sempre in quegli anni, grazie anche all’affermazione del cognitivismo in psicologia, due illustri studiosi analizzarono il modo in cui gli esseri umani percepiscono il loro ambiente e, più in generale, la rilevanza degli aspetti psicologici nelle dinamiche socio-economiche. I due economisti in questione furono l’americano Simon e l’austriaco Hayek. Per i due scienziati è molto difficile, se non in situazioni estremamente semplici, che i soggetti costruiscano la conoscenza in un mondo non ergodico caratterizzato spesso da incertezza e asimmetrie informative. Inoltre, date le limitate capacità cognitive e di calcolo, gli individui sono incapaci di realizzare scelte “ottime” e quindi agire in base a criteri di razionalità assoluta. Nella seconda metà del XX secolo, Daniel Kahneman ed il suo più giovane collega psicologo Amos Tversky, pubblicarono decine di lavori scientifici in cui fu ampiamente discussa una nuova modalità di studio su come le persone valutino l’incertezza e prendano decisioni. Di particolare rilievo a tal riguardo, appare il loro contributo nell’elaborazione dei principi psicologici che governano il determinarsi delle alternative nel processo di decision–making, mostrando come le nostre preferenze varino sensibilmente in base alle modalità con cui esse si presentano e vengono identificate. Negli ultimi anni alcuni studiosi, fra i quali Vernon Smith, Alvin Roth, Charles Plott, John Hey e James Andreoni, ricorrendo in maniera sistematica alle attività sperimentali, hanno consapevolmente infranto più di una regola imposta dall’approccio metodologico “modernista” dominante in ambito economico. Tale impostazione, come nota McCloskey, mette al bando l’uso di questionari individuali, ritenendoli assolutamente inutili perché gli esseri umani possono mentire e rigetta ogni forma di introspezione da parte dell’attore, ritenendola incapace di produrre conoscenza scientifica, perché non c’è modo DANIEL KAHNEMAN di collegare il soggettivo all’oggettivo. Va detto che sul fronte della critica agli assunti delle impostazioni “ortodosse”, negli ultimi anni si sono impegnati numerosi autori appartenenti a scuole diverse da quelle che fanno capo all’economia cognitiva. Tuttavia, gli economisti cognitivi hanno offerto un approccio interdisciplinare fondato sull’uso della psicologia cognitiva per lo studio del problem solving, del decision–making e del cambiamento, nonché per la spiegazione della natura e dell’evoluzione di organizzazioni e istituzioni economiche in situazioni caratterizzate da incertezza strutturale. Partendo dall’idea di Karl Polanyi, secondo cui l’economia dell’uomo, di regola, è immersa nei suoi rapporti sociali, ci si è soffermati sul ruolo cruciale che rivestono le relazioni intersoggettive nella formazione della cognizione sociale individuale e del framework collettivo. Nello specifico, nella seconda parte viene presentata una critica, elaborata tramite gli strumenti dell’economia cognitiva, mossa all’uso strumentale che l’economia neoclassica fa del capitale sociale. Secondo Robert Solow, gli economisti che si sono occupati di capitale sociale hanno cercato: “to get at something difficult, complicated, and important: the way a society’s institutions and shared attitudes interact with the way the economy works. It is a dirty job, but someone has do it; and mainstream economics has puristically shied away KARL POLANYI from the task” (Solow , p. ). Questo lavoro sporco, come lo definisce Solow, è stato fatto ancora una volta con un atteggiamento colonialistico, in quanto il capitale sociale è diventato per essi una nuova impresa del cosiddetto imperialismo economico. Nella terza ed ultima parte della tesi si presentano i risultati conseguiti mediante una ricerca sul campo riguardante i significati che i giovani attribuiscono al lavoro, ponendo attenzione a rilevare le possibili differenze di percezione fra un laureando del Nord Italia e uno del Sud Italia, in particolare degli studenti delle Università del Salento e del Piemonte Orientale. Si è provato a raccontare i loro livelli di aspirazione, ma anche il loro stato d’animo e le sensazioni provate in questa delicata fase della loro vita. Inoltre si è chiesto loro di comparare la propria situazione con quella dei coetanei, muovendosi secondo una prospettiva di analisi diacronica e spaziale. Dalle testimonianze è emerso che il lavoro costituisce un’esperienza centrale per un giovane in quanto è indispensabile nei progetti di vita. Esso incorpora elementi non solo economici, ma anche relativi agli aspetti culturali, psicologici e sociali. Il lavoro diventa fatto sociale perché c’è, perché manca, perché è difficile da trovare, perché occupa tempo di vita, molto o poco che sia, perché costituisce un forte elemento identitario individuale e collettivo. In questa accezione, esso diviene un’indispensabile chiave di lettura dei legami e, soprattutto, delle trasformazioni sociali. È dunque plausibile, parlare di un senso intimo del lavoro che nasce e influenza la coscienza di ogni singolo individuo. Condividendo l’idea di Polanyi secondo cui we know more then we can tell, scopo della tesi non è quello di fornire una soluzione definitiva a qualcosa, ma piuttosto proporre un criterio di osservazione alternativo, magari più complesso e criticabile rispetto ad altri, da adottare in futuro nella lettura dei fenomeni economici. GIANLUCA PALMA Libri&Riviste Territorio – Ecco come farsi “ricordare” “È Beauty Report Primo rapporto sul valore dell’industria cosmetica in Italia Autore: Ermeneia. Studi & Strategie di Sistema Editore: Franco Angeli Pubblicazione: Numero di pagine: Prezzo: € ri condivisi fecondato da una passione che per la prima volta ha unito un Paese spaccato, reduce dagli anni oscuri dell’apartheid. Non manca un avvertimento: “Ridisegnare la mappa urbana, risollevare aree marginali, costruire nuove infrastrutture, accelerare processi di cambiamento e attrarre investimenti, creare valore. Se, per un verso, l’organizzazione di un evento può contribuire sensibilmente al raggiungimento di tali finalità, non va sottovalutato il rischio di attribuire agli eventi un valore taumaturgico”. Scongiurato il pericolo di un approccio superficiale, la strategia event-based genera molteplici benefici per un territorio: migliora l’immagine dell’area; attira flussi turistici e quindi risorse economiche; promuove investimenti per il po- I network, gli attori e le dinamiche relazionali Autore: Raffaele Cercola, Francesco Izzo, Enrico Bonetti Editore: Franco Angeli Pubblicazione: Numero di pagine: Prezzo: € tenziamento delle infrastrutture e dei servizi; attrae talenti, finanziamenti e imprese dall’estero; sostiene il recupero e la riqualificazione ambientale e storica; reca impulso allo sviluppo di attività imprenditoriali e alla creazione di associazioni locali; moltiplica abilità e competenze della comunità; contribuisce a creare identità culturale e a rafforzare il capitale sociale. L’industria della cosmetica fa meno brutta pure la crisi n settore più pesante rispetto alla sua apparente leggerezza. Fattura più di miliardi di euro l’anno, occupa mila addetti, oltre mila quelli impiegati nell’intero indotto, associa più di imprese che rappresentano il % del fatturato del settore. Ecco alcuni numeri dell’industria cosmetica italiana, riassunti in Beauty Report , il primo rapporto del settore promosso da Unipro, associazione italiana delle imprese cosmetiche e realizzato da Ermeneia, società di studi e strategie di sistema. Il volume, diviso in quattro parti, quante sono le strade metodologiche utilizzate, analizza la situazione delle imprese cosmetiche nel nostro Paese, attraverso le aziende e gli addetti, l’andamento dei consumi, la produzione e l’export, gli investimenti pubblicitari, la dimensione internazio- nale. Dati oggettivi e opinioni degli imprenditori convergono nell’affermare che il settore cosmetico ha reagito meglio alla crisi rispetto alla media dell’industria. Interessante scoprire che dalle indagini sull’atteggiamento dei consumatori verso i prodotti emerge che l’orientamento all’acquisto è condizionato soprattutto dallo stile di vita delle persone. Non di secondaria importanza la convinzione secondo cui se la medicina ha dato anni alla vita, la cosmetica è in grado di dare qualità alla vita stessa. La cura del corpo dunque come preoccupazione condivisa della maggioranza, che giustifica la presenza di punta dei cosmetici nel pacchetto delle spese per “star bene”. NICA RUGGIERO Bellelli – Consigli pratici per non farsi… rapinare Mani in alto siete in banca una guida per autodifesa N on conosci la realtà di un banca, i termini sono solo in inglese, le condizioni di un contratto sono confuse? Mani in Alto questa è una banca di Gabriele Bellelli è una guida pratica pensata e scritta per clienti inesperti e non. Ideale per apprendere il minimo di conoscenze sui servizi bancari e investimenti; è un vademecum per acquisire nozioni, fare domande e non trovarsi disorientati. Il libro ci illustra dove e come guadagnano le banche ma anche come contrattare costi e servizi. Dal conto corrente, alla carta di credito, ai prodotti di risparmio gestito, l’autore ci conduce nel mondo banca con l’obiettivo di farci capire cosa è da evitare e cosa invece conviene Economia e management dell’innovazione Governo e intermediazione della conoscenza come leva di competitività Autore: Stefano Denicolai Editore: FrancoAngeli Pubblicazione: Numero di pagine: Prezzo: € GIANDOMENICO SPINELLI Rapporto – Il settore ha retto meglio all’impatto recessivo U sottoscrivere. Un modo per muoversi da soli, per chiedere informazioni sui servizi e prodotti offerti e sulle modalità di erogazione, ma soprattutto per capire chi abbiamo di fronte facendo le domande giuste. È un libro che vi insegna a far fruttare meglio i vostri risparmi, spendendo meno, guadagnando di più e rischiando al minimo. Semplice e concreta, è la guida ideale per chi si è già fatto fregare una volta, per chi preferisce mettere i soldi sotto il materasso e per chi vuole finalmente capire come funziona il sistema. GIULIA MUROLO La conoscenza fondamentale leva competitiva Le aziende ora a un bivio l’innovazione o la… morte D a uno studio del di Pricewaterhouse Coopers emerge che le aziende “non hanno scelta: nonostante l’esiguo margine d’errore, l’attenzione per il breve termine, che garantisce la sopravvivenza durante la crisi, deve essere attentamente bilanciata con una pianificazione orientata all’innovazione e allo sviluppo di nuovi mercati”. Tuttavia chi è impegnato nel concretizzare questi obiettivi necessita di un budget adeguato e deve impegnarsi in termini di tempo, attenzione, sperimentazioni, processi di apprendimento, ricerca di alleanze, sviluppo di talenti, e così via. Il giusto livello di flessibilità strategico-organizzativa deve, poi, sposarsi con “best practices” ben precise e un presidio mirato, consape- 29 Eventi e strategie di marketing territoriale Il marketing con gli eventi un evento – l’esperienza di un evento, il suo ricordo – che ci lega a un luogo, che ci fa innamorare di una città, che ci spinge a tornarvi, come spettatori e attori di un rito da con-celebrare”. Un evento può innescare meccanismi di creazione di valore determinanti per lo sviluppo locale, in prospettiva economica, ambientale, culturale e sociale. Cercola, Izzo e Bonetti esplorano le relazioni fra gli eventi e il marketing territoriale in un anno significativo nella geografia mondiale dei grandi avvenimenti. L’anno del Mondiale di calcio in Sudafrica, il primo nel Continente, disputatosi a distanza di quindici anni dalla Coppa del Mondo di rugby. Un evento, quello del , che ha fatto la storia, diventando strumento di integrazione, seme di nuovi valo- 23-29 ottobre 2010 vole e strutturato dei processi di innovazione. Il libro di Stefano Denicolai, docente di Management dell’Innovazione all’Università degli Studi di Pavia, analizza i modelli strategici per un’innovazione continua e focalizza due dimensioni: “generazione versus intermediazione della conoscenza” e “open-innovation versus ego-innovation”. Tra gli esempi riportati il caso di Che banca! che ha saputo sfruttare la domanda di investimenti alternativi e nuovi players a cui affidarsi: oggi la sua raccolta ammonta a , miliardi (il % di quella complessiva del gruppo Mediobanca). FABIO TRAVERSA Mani in alto questa è una Banca Guida pratica per gestire i risparmi senza farsi fregare Autore: Gabriele Bellelli Editore: De Agostini Pubblicazione: Numero di pagine: Prezzo: € 30 23-29 ottobre 2010 Fiscalmente Agenzia delle Entrate – Esentati dalle concessioni governative Per i praticanti avvocati non c’è tassa al 1° anno S ono esentati dalla tassa di concessione governativa i laureati in legge che si iscrivono al primo anno nel registro dei praticanti avvocati. Il tributo è invece dovuto per gli anni successivi, in quanto i praticanti procuratori possono essere nominati difensori d’ufficio o svolgere le funzioni di pubblico ministero. A chiarirlo è l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione /E/ , per effetto di specifica richiesta di un Consiglio dell’ordine degli avvocati. La risoluzione precisa che la tassa è dovuta nella misura fissa di euro e si applica a partire dal secondo anno di iscrizione all’albo dei praticanti, perché solo da quel momento si può sostanzialmente esercitare la professione forense nei limiti di cui sopra. Normativa Il R.D.L. novembre , n. convertito con modificazioni dalla legge gennaio , n. - “ Legge professionale Forense”, all’articolo stabilisce che “Nessuno può assumere il titolo, né esercitare le funzioni di avvocato o di procuratore se non è iscritto nell’albo professionale”. “Per ogni tribunale civile e penale è costituito un albo di avvocati” (articolo ). L’articolo del RDL citato prevede, inoltre, che “I laureati in giurisprudenza, che svolgono la pratica (…), sono iscritti, a domanda e previa cer- tificazione del procuratore di cui frequentano lo studio, in un registro speciale tenuto dal consiglio dell’ordine degli avvocati e dei procuratori presso il tribunale nel cui circondario hanno la residenza, e sono sottoposti al potere disciplinare del consiglio stesso. I praticanti procuratori, dopo un anno dalla iscrizione nel registro di cui al primo comma, sono ammessi, per un periodo non superiore a sei anni, ad esercitare il patrocinio davanti ai tribunali del distretto nel quale è compreso l’ordine circondariale che ha la tenuta del registro suddetto, limitatamente ai procedimenti che, in base alle norme vigenti anteriormente alla data di efficacia del decreto legislativo di attuazione della legge luglio , n. , rientravano nelle competenze del pretore. Davanti ai medesimi tribunali e negli stessi limiti, in sede penale, essi possono essere nominati difensori d’ufficio, esercitare le funzioni di pubblico ministero e proporre dichiarazione di impugnazione sia come difensori sia come rappresentanti del pubblico ministero”. Tanto premesso, l’applicazione della tassa sulle concessioni governative è disciplinata dal DPR del n. / . E l’articolo della tariffa allegata allo stesso prevede il pagamento del tributo citato per l’“Esercizio di attività industriali o commerciali e di professioni, arti o mestieri …” nella misura di euro , . Dalla normativa su citata emerge, tuttavia, che durante il primo anno di iscrizione del soggetto, questi non è ammesso all’esercizio della professione forense che invece può essere svolta dai “… praticanti procuratori, dopo un anno dalla iscrizione nel registro…”, i quali possono “… essere nominati difensori d’ufficio, esercitare le funzioni di pubblico ministero e proporre dichiarazione di impugnazione sia come difensori sia come rappresentanti del pubblico ministero”. Occorre determinare se all’attività svolta dal praticante procuratore possa essere attribuita la qualificazione di “professione”, sì da ritenere integrato il presupposto per l’applicazione della tassa sulle concessioni governative. La questione non risulta definita né in un senso né nell’altro dalla pronuncia della Consulta (ordinanza n. del ) richiamata dall’Ordine istante. Inoltre, ai sensi dell’articolo del codice civile – “esercizio delle professioni intellettuali”– “La legge determina le professioni intellettuali per l’esercizio delle quali è necessaria la iscrizione in appositi albi o elenchi…”, e che ai sensi dell’articolo c.c. “Quando l’esercizio di un’attività professionale è condizionato alla iscrizione in un albo o elenco, la prestazione eseguita da chi non è iscritto non gli dà azione per il pagamento della retribuzione…”. L’azione per il pagamento della retribuzione invece è prevista, ai sensi dell’articolo del DM aprile , n. , per i praticanti avvocati autorizzati al patrocinio ai quali “… deve essere liquidata la metà degli onorari e dei diritti spettanti all’avvocato”. Il Fisco ricorda che per l’esercizio del patrocinio e delle funzioni stabilite a norma di legge – eppure con le limitazioni evidenziate nel secondo comma dell’articolo del R.D.L n. del – solo dopo il secondo anno di iscrizione sussiste la condizione di “… aver prestato giuramento davanti al presidente del tribunale del circondario in cui il praticante procuratore è iscritto secondo la formula seguente: ‘Consapevole dell’alta dignità della professione forense, giuro di adempiere ai doveri ad essa inerenti e ai compiti che la legge mi affida con lealtà, onore e diligenza per i fini della giustizia’ ”. Anche dalla formula enunciata dal giuramento, che espressamente richiama l’esercizio di una professione, in questo caso forense, si evince, quindi, che nel caso di iscrizione nell’albo in esame per gli anni successivi al primo, sussista esercizio di una professione con conseguente riconducibilità alle previsioni del citato articolo , punto , della tariffa allegata al DPR n. / . Pertanto, torna applicabile la tassa sulle concessioni governative nei modi e nelle misure evidenziate da tale norma. EMILIA CIMINIELLO CHIARA DAMMACCO a cura di Giuseppe Ciminiello FiscoinAula Q ualora il contribuente dimostri all’Agenzia delle Entrate di aver percepito redditi al netto delle ritenute d’acconto, anche attraverso documentazione diversa dalla tipica “attestazione” rilasciata dai sostituti d’imposta, compete poi all’Amministrazione finanziaria assicurarsi, attraverso l’esercizio delle facoltà di controllo e dei poteri autoritativi, dell’effettivo versamento delle ritenute operate, non essendo nel potere dei contribuenti “imporre” il versamento di tali somme e/o il rilascio di dette certificazioni. A queste conclusioni è giunta, da ultimo, la Commissione Tributaria provinciale di Treviso (Pres. La Valle, Rel. Fadel) su di un tema di particolare attualità. Il fatto Una contribuente veneta riceveva una cartella esattoriale relativa ad Irpef per l’anno di imposta emessa, dall’Agenzia delle Entrate di Treviso, in conseguenza dell’omessa certificazione di talune ritenute d’acconto con conseguente determinazione dell’imposta Irpef gravante sul reddito. Nei Come può essere provata la ritenuta d’acconto? confronti della cartella veniva proposto rituale ricorso, ove era eccepita la violazione dell’art. del D.P.R. n. / che consente di scomputare le ritenute operate, senza condizionare tale scomputo a un possesso o alla produzione della certificazione rilasciata dal sostituto. Ed infatti la ricorrente già in sede di autotutela aveva richiesto all’Ufficio l’annullamento della pretesa tributaria documentando di avere ricevuto solamente il pagamento delle parcelle al netto della ritenuta d’acconto. Inoltre, la ricorrente contestava, contrariamente a quanto sostenuto dall’Ufficio, che l’unica documentazione valida fosse la certificazione proveniente dal sostituto, potendo darsi la prova “anche con altra documentazione”. Richiamava a tal proposito la giurisprudenza di merito che confermava come la certificazione rilasciata dal sostituto costituisca “uno” dei molteplici mezzi di prova documentale al fine di comprovare da parte del sostituito di aver subito la ritenuta. Richiamava altresì la risoluzione n. / con la quale l’Agenzia delle Entrate aveva regolato il caso in cui il sostituito non sia in grado di esibire la documentazione attestante l’avvenuto pagamento della ritenuta d’acconto da parte del sostituto. E proprio in conformità a detta circolare la ricorrente faceva presente di aver presentato le dichiarazioni rilasciate dai sostituti ove si attestava che l’importo pagato era al netto della ritenuta d’acconto. Tale documentazione, non considerata in sede di controllo, era stata poi nuovamente allegata in sede giudiziale. La decisione Il ricorso è stato ritenuto fondato e, quindi, accolto. Secondo i giudici trevigiani, infatti, la ricorrente “si è correttamente portata in detrazione l’Irpef trattenuta dai clienti sulle fatture di cui è causa. Essa si è fatta parte diligente nel richiedere ai sostituti l’invio delle relative attestazioni di versamento. È noto che in alcuni casi capita che il sostituto d’imposta per i motivi più svariati non trasmetta neppure tale attestato pur essendosi trattenuto l’importo dell’Irpef dovuta all’Erario”. In questi casi, tuttavia, è il sostituto che “detiene” tale importo oltre ad essere tenuto per Legge al suo versamento all’Agenzia delle Entrate. Resta del tutto estraneo – chiarisce ancora il Collegio – rispetto a questi obblighi e a tali adempimento il sostituito. Quest’ultimo, infatti, in tali casi può solo comprovare di aver ricevuto il pagamento delle proprie prestazioni al netto della ritenuta d’acconto. Del resto nessun elemento l’Agenzia delle Entrate aveva fornito per poter sostenere che la ricorrente avesse ricevuto tali importi, né aveva contestato le fatture dove la ritenuta d’acconto era stata regolarmente esposta e non corrisposta alla ricorrente – quale soggetto sostituito. Del resto, quest’ultima, come qualsiasi altro soggetto che versi nella stessa situazione non aveva nessun potere autoritativo per rivolgersi al sostituto d’imposta. Poteri che ha invece l’Ufficio e cioè di richiedere al sostituto se effettivamente ha effettuato il pagamento, e se ha corrisposto somme ulteriori o meno rispetto a quelle indicate nella fattura e segnatamente gli importi relativo al tributo. Oltre a ciò, l’Ufficio ha anche il dovere giuridico di perseguire il sostituto che non abbia versato la ritenuta d’acconto a tutela degli interessi erariali. Non solo. Il Collegio ha poi chiarito che oggi l’A.F. ha anche gli strumenti informatici e giuridici per verificare se effettivamente tale versamento è avvenuto o meno e se la mancata trasmissione della certificazione corrisponda a una negligenza a un disguido postale o ad un effettivo mancato versamento. La conclusione Il Collegio di merito, alla luce delle considerazioni che precedono, ha ritenuto non giustificabile “l’accanimento nei confron- ti del mero sostituto”, mentre nulla l’Ufficio aveva riferito di quanto avrebbe dovuto porre in essere nei confronti dei sostituti d’imposta. In ogni caso, è stato ritenuto che “il contribuente è comunque legittimato allo scomputo delle ritenute subite sul semplice presupposto di aver documentato, ...di aver ricevuto l’importo indicato nelle fatture ed esibendo le fatture medesime. Va peraltro altresì fatto rilevare che la negazione di tale diritto alla ricorrente, da parte dell’Ufficio, sul presupposto del mancato versamento non sarebbe comunque legittima poiché lo stesso non sarebbe comunque definitivo ben potendo l’Ufficio, nell’ipotesi di omesso versamento da parte del sostituto, recuperare in seguito il relativo tributo a carico di chi non lo ha versato all’erario. Non si tratta quindi in nessun caso di una omissione che fa capo al sostituito, bensì al sostituto”. In conclusione, la Commissione ha accolto le doglianze della contribuente che,peraltro, si era anche uniformata alla risoluzione dell’Agenzia citata e condannato quest’ultima alle spese di lite. LE SCADENZE FISCALI LUNEDÌ OTTOBRE Presentazione, da parte degli operatori comunitari, degli elenchi riepilogativi intrastat delle cessioni e degli acquisti di beni e delle prestazioni di servizi effettuati nel mese di settembre e nel terzo trimestre. SABATO OTTOBRE (rinviata a martedì novembre) Pagamento dell’imposta di registro e registrazione dei contratti di locazione dei beni immobili stipu- lati o rinnovati con decorrenza ° ottobre. Il versamento va effettuato a mezzo mod. F utilizzando i seguenti codici tributo e causale contributo: T – imposta di registro per prima annualità contratti di locazione fabbricati; T – imposta di registro per annualità successive contratti di locazione fabbricati; T – imposta di registro per intero periodo contratti di locazione fabbricati; T – imposta di registro per proroghe contratti di locazione e affitti; T – imposta di registro per affitto fondi rustici. Per la registrazione dei nuovi contratti, per le proroghe e per le cessazioni anticipate, anche a seguito di cessione dell’immobile, è obbligatorio comunicare all’Agenzia delle Entrate gli estremi catastali: la novità è prescritta dall’art. , comma , del D.L. maggio , n. . DOMENICA OTTOBRE (rinviata a martedì novembre) Termine per l’invio delle comunicazioni, in via telematica all’Agenzia delle Entrate, da parte dei soggetti mensili, relativamente alle operazioni effettuate nei mesi di luglio e agosto nei confronti di operatori economici aventi sede nei Paesi inseriti nella black list. Le scadenze originarie erano rispettivamente agosto (operazioni di luglio) e settembre (operazioni di agosto). Termine per procedere, da parte dei contribuenti esercenti attività d’impresa, alla rilevazione, sulla scheda carburanti mensile degli autoveicoli, del numero dei chilometri percorsi. Chi va&Chi viene Destinazione Compagnia Berlino Txl Airberlin Bologna Bratislava Brussels Charleroi Bucarest Partenze da BARI Volo Partenza Arrivo AB : Frequenza : M : : L MM G S D da / a / : : L M M G V S D da / a / da / a / da / a / Ryanair FR : : M G Ryanair FR : : M G Ryanair FR : : Ryanair FR : : Tarom RO : : L : : : : L Cagliari Ryanair FR : : L Airberlin AB : : Airberlin AB : : Londra Stansted Malta Milano Lin Parigi Beauvais Pisa Praga Roma Fiumicino Stoccarda Timisoara Tirana Torino Treviso Valencia Venezia Verona da / a / / a / da / a / D da / a / S / a / da / a / Ryanair FR : : da / a / Ryanair FR : : da a / M V : : Ryanair FR : : Ryanair FR : : D da M M G S M L V a / a / Karlsruhe a / da / a / Londra Gatwick da / a / : : : : Ryanair FR : : Air One AP Alitalia XM : : Alitalia VE : : L M M G V S D da Alitalia VE : : L Air One AP : : L MM G V Alitalia AZ : : AZ : : Easyjet U : : Easyjet U Lufthansa Air One da / a / da / a / da / a / da / a / L M M G V S D da / a / / a / D da / a / L M M G V S D da / a / da / a D da / a M S L MM G V G V : : M G : : M G Ryanair FR : Ryanair FR : : Tarom RO : : V : : W : : : : : : : : Ryanair FR : : M G Ryanair FR : : M G Ryanair FR : : Ryanair FR : : Ryanair FR : : Ryanair FR : : British Airways BA : : Ryanair FR : : Ryanair FR : Ryanair FR : : FR : : Alitalia XM : : : : Ryanair FR : : : : AP : : da L M M V G S L / L M G V D da Milano MXP Air One / a / Torino a / Treviso da / a / U : : D da FR : : FR : : Ryanair FR : : Ryanair FR : : Ryanair FR : : : : da / a / D da / a / L M V M D da / a / da / a / da / a / L M V D da / a / da / a / / da / a da / a / da / a / / a / L M M G V S D da / a / L MM G V S S G / a / / a / da / a / : L M M G V S D da / a / / a / D da / a / M Alitalia AZ : : L M M G V S D da Alitalia AZ : : L MM G V L L MM G V Ryanair FR : : L M : S FR : Ryanair FR : : Ryanair FR : : Ryanair FR : : Ryanair FR : : L Ryanair FR : : L Ryanair FR : : Ryanair FR : : Ryanair FR : : Air One AP : : Air One AP : : G V S M M M G M G S V S Meridiana IG : : L Alitalia AZ : : L MM G V Air Italy I : : Air Italy I : : L L MM G V I : : : : : : L Airberlin AB : Airberlin AB : ORARI IN VIGORE dal / / AL / / note: ) Il volo IG è cancellato i giorni - - - - : M V S L S ottobre. 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Vi invitiamo a consultare per conferma le compagnie aeree o le agenzie di viaggio. / S ottobre. a / / a / / a / da / a / da Pisa a / / Trapani Milano Orio al Serio AZ LZ / Milano MXP AZ V a Milano Lin Alitalia Carpatair a Ginevra / : a Colonia Eindhoven a : / Brussels Charleroi a AB da / Bologna / Airberlin da / Billund / / D da Destinazione da / Timisoara Zurigo ORARI IN VIGORE dal Alitalia Alitalia Stoccarda Venezia D da a da M / a L M M G V S D da : - - V a / D da S L MM G V / / D da V da da / / : / D da a : a L / : / L M M G V S D da da : da L V AP / : M AP a : / Air One / : / Air One da : a V S / : a M a : / : / AZ / : D da AZ da : / AB D da : M G V M a Alitalia V : L / Airberlin M LZ L da / L LZ MM G V S / / / L M M G V S D da AP Roma Fiumicino S a a a : : Air One Praga G / D da / a : : Belleair Pisa M V / AZ AB L Parigi Beauvais M da / Alitalia Airberlin G Monaco L S : da I : : D da Air Italy : FR : Air Italy FR FR : : Ryanair Ryanair AZ : Ryanair Ryanair V Stoccarda D da / / M 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