Nuova sfida - Open-co
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16/2/2015 Nuova sfida | Modena Industria Ricerca Intervista a Daniele Sitta, Direttore Generale di Coop Legno di Castelvetro di Modena Nuova sfida Luigi Zanti Il manager che ha alternato esperienze aziendali a incarichi politici racconta le difficoltà e le aspettative del suo nuovo incarico professionale. Edilizia E’ indubbio che il settore dell’edilizia risente in modo particolare dell’attuale, difficile, contesto economico e sociale. Per resistere e per continuare ad operare in modo efficace sul mercato sono dunque necessari capacità impenditoriali, visione e determinazione. Talenti che Daniele Sitta, ex assessore all’urbanistica del Comune di Modena, sta mettendo in campo nel suo nuovo ruolo di direttore generale di COOP LEGNO di Castelvetro di Modena, storica cooperativa produttrice di porte e serramenti d’arredo classici e moderni per l’edilizia residenziale e professionale. Qual è, in sintesi, la storia di Coop Legno? «È, come per molte cooperative, la storia di un piccolo gruppo di coraggiosi e capaci lavoratori che nel primo dopoguerra, nel 1947, decidono di fare impresa con pochissimi mezzi a disposizione ma tanta passione ed abnegazione ed una incredibile fiducia nel futuro e negli uomini. È anche una storia di solidarietà cooperativa, che nel caso di Coop Legno si è sostanziata nel supporto avuto dalla locale cooperativa edile, la CEA di Spilamberto, che l’ha sostenuta nei passaggi più complessi della sua vita. È, in sintesi, la storia di un successo imprenditoriale che ha portato un gruppo di lavoratori che ha iniziato oltre 60 anni fa a produrre cassette di legno con una sega ricavata dai pezzi di un Panzer tedesco (è ancora in mostra all’ingresso di Coop Legno) ad una azienda leader in Italia nella produzione di porte». Quali sono stati i più significativi step di crescita dell’azienda? http://www.modenaindustria.it/nuovasfida/ 2/9 16/2/2015 Nuova sfida | Modena Industria «La cooperativa ha iniziato a lavorare come falegnameria per la produzione di materiali per imballaggi, soprattutto per l’agricoltura, nel piccolo laboratorio di Spilamberto. Il salto di qualità è avvenuto nel 1962 con l’apertura della tranceria per la produzione di compensati. Un investimento rilevante per quei tempi, avvenuto acquisendo il terreno nell’area di Castelvetro dove poi in seguito si svilupperà tutta l’azienda. L’attività della tranceria che ha portato la cooperativa a fornire non solo il mercato italiano, ma anche diversi paesi europei, ha rappresentato il salto da piccola impresa artigiana ad industria. L’altro momento fondamentale è costituito dalla decisione di costruire a fianco della tranceria, la falegnameria per la produzione delle porte. Siamo nel 1977 quando si inaugura il nuovo stabilimento e contemporaneamente cessa l’attività di falegnameria nel vecchio fabbricato di Spilamberto, ormai in piena zona residenziale. Scelta coraggiosa e lungimirante con impianti pensati per una produzione di 100.000 porte quando all’epoca se ne produceva nemmeno un decimo. Coraggio premiato dai risultati perché in seguito la cooperativa è arrivata a produrre negli anni del boom edilizio dell’inizio del nuovo secolo, anche oltre 200.000 porte». Coop Legno opera in un comparto di nicchia, le porte d’arredo, che a sua volta si alimenta dalle dinamiche del settore edilizio ed immobiliare. La crisi di questi ultimi ambiti come ha condizionato l’attività di Coop Legno? «La crisi che ha colpito il Paese ed in particolare l’edilizia dal 2008 è drammatica. È letteralmente scomparso il 60% del mercato. Si sono dimezzati i fatturati ed il rischio di insolvenze sui pagamenti è aumentato in modo esponenziale. Se le imprese edili non riusciranno a riscuotere in tempi celeri i loro crediti sui lavori pubblici, assisteremo nei prossimi mesi ad un effetto domino di fallimenti a catena di dimensioni ingestibili. Spero che chi di dovere se ne renda conto, così come spero ci si renda conto della necessità di rilanciare questo comparto che, insieme all’indotto, rappresenta il 27% del PIL e che, purtroppo, in questi cinque anni di crisi ha perso quasi 700.000 occupati e altrettanti ne ha in CIG.». Quali sono le caratteristiche competitive necessarie per operare con efficacia in un contesto di mercato complesso e difficile come quello attuale? «Le riassumerei in tre punti fondamentali: il primo è la continua attività di ricerca e sviluppo sui prodotti e sui processi per migliorare la competitività aziendale su qualità e costi. Occorre poi puntare decisamente sui mercati internazionali, gli unici in grado di garantire futuro ad una azienda industriale. Infine ritengo decisivi i processi di aggregazione tra aziende: la dimensione è fondamentale per investire in ricerca e per promuovere prodotti e mercati». Essere cooperativa oggi è ancora un valore o un limite? Non è assolutamente un limite. La partecipazione diretta dei lavoratori alla gestione dell’azienda è un valore che, se ben gestito e correttamente interpretato, si traduce in un maggior attaccamento alle sorti dell’impresa ed in un impegno collettivo per il suo miglioramento che porta a maggior qualità ed efficienza. Non è un caso se importanti aziende industriali stanno adottando il modello della cogestione per valorizzare l’apporto non solo di lavoro ma anche di idee dei lavoratori nella gestione strategica e operativa dell’azienda (vedi l’esperienza di Volkswagen, ndr): questo “modello organizzativo” è nel DNA della cooperazione. Lei è stato prima manager, poi amministratore pubblico con importanti deleghe e, oggi, http://www.modenaindustria.it/nuovasfida/ 3/9 16/2/2015 Nuova sfida | Modena Industria ancora uomo d’impresa. Come descrive questi passaggi? «Io sono un uomo di impresa con la passione per la politica, convinto che la buona amministrazione della cosa pubblica sia indispensabile per garantire efficienza ad un sistema paese. Lo spiego meglio con un esempio: le piccole e medie aziende italiane non hanno nulla da invidiare a quelle tedesche, anzi. Ma alla fine risultano meno forti nella sfida competitiva globale perché lo stato tedesco è un valore aggiunto mentre quello italiano, arretrato, burocratico ed inefficiente, un peso. È per questo che pur avendo dedicato 26 anni della mia vita all’impresa, ho voluto affrontare due importanti esperienze di amministratore. La prima, molto giovane quando avevo 33 anni, come Sindaco di Campogalliano e poi quella più recente di Assessore del Comune di Modena alla pianificazione territoriale e mobilità e nella ultima fase allo sviluppo economico». Coop Legno rappresenta una sfida professionale e personale. Con quali strumenti tecnici e quali emotivi sta affrontando questo impegno? «Lo strumento tecnico è rappresentato dalle tante esperienze professionali fatte nella mia vita in imprese di svariati settori, dall’edilizia alla metalmeccanica e anche nell’amministrazione pubblica che mi onoro di avere servito nel campo dell’urbanistica e dei trasporti. Dal punto di vista emotivo vi è il piacere di tornare nel mio mondo, quello dell’impresa e confrontarmi con persone vere che faticano e lottano per cose concrete e cioè per garantire un futuro alle loro aziende e una possibilità di lavoro per le nuove generazioni. Infine la preoccupazione e la consapevolezza che abbiamo di fronte una sfida durissima, senza certezze, senza paracadute e senza riferimenti. Non vi sono più certezze nè garanzie ne diritti acquisiti e se non si affronta la sfida del cambiamento con determinazione e passione le possibilità di successo sono praticamente inesistenti». Quale futuro intravede per l’azienda che amministra? «Vedo la possibilità di uscire da questo terribile periodo di crisi se lavoreremo con coraggio e pragmatismo sui punti che ho prima indicato: innovazione, ampliamento dei mercati razionalizzazione dei costi, aggregazione con altre imprese. Stiamo facendo dei concreti passi in avanti. Abbiamo già avviato il processo di unificazione con la “Lavoranti in legno” di Ferrara, produttrice di finestre, al fine di proporre al mercato una gamma completa di prodotti per i serramenti interni ed esterni. Stiamo lavorando per rafforzare la presenza nei mercati esteri della “Master” di Piacenza, leader nei portoni di sicurezza, di cui deteniamo la proprietà insieme ad altre due cooperative romagnole. Abbiamo rafforzato l’ufficio estero e stiamo promuovendo le aziende del gruppo non solo in Francia dove siamo già presenti, soprattutto nella GDO, con una nostra società, ma soprattutto per entrare nei nuovi mercati del medioriente, della Russia e dell’America del Nord. Stiamo immettendo nel mercato nuovi prodotti che seguano le tendenze del design in questo campo che è quello dell’arredo. Ovviamente ci aspettiamo anche un minimo di ripresa del mercato italiano dal 2014, senza la quale diventerebbe tutto più difficile». Quali obiettivi si è posto per il suo futuro professionale e personale? «Ora ho una missione prioritaria: aiutare le 3 aziende delle quali mi occupo e cioè Coop Legno, Lavoranti in legno di Ferrara e la Master di Piacenza a ritrovare la via della crescita e dell’equilibrio economico. http://www.modenaindustria.it/nuovasfida/ 4/9 16/2/2015 Nuova sfida | Modena Industria Poi, visto che la passione politica non è certo scomparsa, spero di avere il tempo di occuparmi anche della mia città ,cercando di portare un contributo di idee per sollecitarla a ritrovare un percorso di innovazione e crescita che garantisca il lavoro e un futuro di benessere alle nuove generazioni. Oggi, purtroppo, non lo stiamo facendo e vedo che si sta sempre più sostituendo al saggio e pragmatico riformismo emiliano, la demagogia irresponsabile di politicanti incapaci e di elite intellettuali appagate e garantite. Il risultato è la conservazione e l’immobilismo che portano al declino. Lotterò perchè ciò non avvenga, spero insieme a tanti altri modenesi, soprattutto imprenditori e lavoratori, che pensano ancora che i fatti contano molto più degli slogan vuoti». COOP LEGNO – i numeri Il gruppo di imprese collegate a Coop Legno esprime un volume d’affari di quasi cinquanta milioni di euro ed impiega oltre quattrocento dipendenti. Opera sia sul mercato nazionale, nei settori delle imprese/ immobiliari, rivendite e GDO, sia internazionali: sono importanti le presenze in Francia e in alcuni paesi del Nord Africa, Israele ed est europeo. I principali prodotti sono le porte per interni tradizionali e di design, porte di sicurezza blindate e finestre La struttura organizzativa e produttiva è allestita in tre stabilimenti produttivi: Castelvetro per le porte da interni, Ferrara per le finestre e Piacenza per le porte blindate. La Governance: Coop Legno e Lavoranti in Legno sono due cooperative con un presidente e un direttore generale. Dall’aprile 2013 sono legate da un “contratto di rete” Master è gestita da una direzione composta dal direttore generale di Coop Legno, dal presidente di Cocif (coop. di Cesena) e dal direttore di 3 Elle (coop. di Imola). FOTO Potrebbe interessarti anche: Intervista a Daniele Sitta a capo di Open.Co Ecco Open.co, il colosso dei serramenti http://www.modenaindustria.it/nuovasfida/ 5/9