scuola in ospedale - Scuola Ospedale dei Bambini
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scuola in ospedale - Scuola Ospedale dei Bambini
ISTITUTO COMPRENSIVO CENTRO 3 DI BRESCIA Via Dei Mille n. 4b - Brescia - telefono 030 3753253 fax 030 3759618 e-mail: [email protected] - PEC: [email protected] sito web http://www.iccentro3.gov.it/ SCUOLA IN OSPEDALE Progetto allegato al Piano dell’Offerta Formativa Aggiornamento anno scolastico 2014-2015 “I fanciulli ammalati devono godere di ogni assistenza scolastica… avente soprattutto carattere ludico e lavorativo in relazione e nella misura consentita dalla loro infermità…” dall’Art. 6 della Carta dei Diritti del Fanciullo al gioco e al lavoro (1967): Al 13 maggio 1986 risale la Risoluzione che ha adottato la Carta Europea dei diritti dei bambini degenti in ospedale, tuttavia la scuola istituita in ambito ospedaliero ha avuto solo in tempi recenti con una serie di decreti e circolari ministeriali una sua specifica collocazione all’interno della legislazione scolastica sia per quanto riguarda la valenza dell’iniziativa, sia in riferimento alla sua organizzazione, aperta ora alle frontiere dell’informatica e della telematica anche in vista del potenziamento dell’istruzione domiciliare. Le circolari ministeriali (= C.M.) n. 108/2007 e n. 87/2008 esplicitano in modo chiaro la funzione del docente nelle strutture ospedaliere e nel servizio domiciliare oltre che ribadire la finalità dell’intervento scolastico in ospedale e garantire il diritto allo studio e alla formazione della persona. L’istituzione scolastica operante nell’ambito dei presidi ospedalieri ha spazi limitati di autonomia in quanto l’attività è condizionata dalle strutture, dalla vita di reparto nonché dallo stato di salute del bambino degente. Si tratta, quindi, per il personale scolastico di realizzare una presenza ed una convivenza all’interno della struttura ospedaliera non sempre facili; la scuola rischia spesso di trovarsi relegata in un ruolo di difficile mediazione che per lo più si esplica in interventi episodici e frammentari. Per questo è stato ed è importante definire un quadro operativo preciso che sia trasparente anche per la struttura sanitaria. Il bambino ospedalizzato, per il suo stato particolare, può configurarsi come portatore temporaneo di handicap psicofisico. Per consentirgli di gettare un ponte tra l’esperienza passata e quella presente, per quanto dolorosa e sorgente di notevole preoccupazione, è necessario che venga a contatto con docenti che abbiano la chiara consapevolezza di lavorare nell’ambito di un’équipe multidisciplinare che attua una alleanza terapeutica fra medico, infermiere, psicologo, assistente sociale, insegnante. Il lavoro degli insegnanti, quindi, può contribuire con le specifiche competenze, a realizzare il “progetto di guarigione” che è l’obiettivo qualificante di tutti gli operatori del reparto. L’attività ludico-didattica è per lo più individualizzata, avviene compatibilmente con le terapie e in relazione allo stato psico-fisico del paziente; talvolta è possibile creare interazioni fra più bambini/ragazzi di età e conoscenze affini. Oltre alla scuola statale sono presenti associazioni di volontariato che garantiscono particolari e diversificate forme di assistenza ai degenti e ai familiari. La presenza di tale personale è assidua e numericamente rilevante, soprattutto per il reparto di Oncoematologia (Pediatria est). Settimanalmente intervengono i clown per l’intrattenimento dei degenti. Bambini/ragazzi in ospedale e didattica Un ricovero ospedaliero è sempre un evento traumatizzante per un bambino/ragazzo anche se vissuto insieme ad un genitore. Infatti essere malato e trovarsi in un ambiente di sofferenza condiziona molto la sua disponibilità verso gli altri. I ritmi di vita vengono condizionati dalla routine dell’ospedale e dalle limitazioni imposte dalla malattia . Il bambino/ragazzo ospedalizzato deve, in relazione alla sua malattia, affrontare: - l’immobilità forzata - il dolore - una serie di divieti - il fantasma della propria malattia - il distacco dal proprio ambiente - nuove relazioni L’incontro con la malattia rappresenta un evento particolare che investe tutta la persona con una incidenza significativa con la sfera emotiva e relazionale. È possibile che nel bambino/ragazzo si sviluppino meccanismi di difesa quali: - dipendenza - passività - regressione - insicurezza - aggressività - auto svalutazione 2 Il bambino/ragazzo ospedalizzato ha quindi bisogno di aiuti, di stimoli per dominare il disagio della malattia e ritrovare il desiderio, la voglia di imparare, di fare progetti personali e di mantenere contatti con l’ambiente di appartenenza. Gli utenti della scuola ospedaliera sono bambini e ragazzi con un’età che va dai 3 ai 16 anni, provenienti in gran parte dal Comune capoluogo e dalla provincia di Brescia, ma, date le specializzazioni presenti, sono sempre più frequenti i bambini ed i ragazzi provenienti da tutte le province d’Italia ed anche dall’estero. Sempre maggiore è la presenza di alunni stranieri giunti in Italia per ricongiungimento familiare i quali necessitano di interventi di alfabetizzazione individualizzati. I gruppi di allievi che si formano sono perciò eterogenei per età, interessi, zona di provenienza, condizioni psicologiche e di salute. La presenza di tante variabili impone, quindi, interventi diversificati, personalizzati e mirati; richiede elasticità sul piano del rapporto educativo ed identificazione di obiettivi didattici a breve o medio termine, legati sempre e comunque allo stato di salute del bambino/ragazzo. Il tipo di approccio al bambino e/o al ragazzo ricoverato dipendono da: a) età b) patologia e durata del ricovero c) disponibilità della famiglia a) Età da 3 a 16 anni Fino a 5 anni: il rapporto del bambino con il genitore di riferimento è molto stretto, pertanto l’insegnante deve proporsi in modo discreto per ottenere la partecipazione del bambino alle attività. Dai 6 ai 12 anni: mediamente i rapporti con i bambini di questa età sono tendenzialmente caratterizzati da schiettezza, sincerità e da una buona motivazione al lavoro e al gioco. Rispetto agli adolescenti ospedalizzati però questi bambini/ragazzi possiedono meno strumenti conoscitivi e cognitivi a loro sostegno, perciò la motivazione al lavoro passa attraverso una buona relazione alunno-insegnante. L’età dell’adolescenza: questa età orienta il ragazzo che vive una realtà di ospedalizzazione verso rapporti più riservati; egli tende a vivere la sofferenza in solitudine e privilegia i rapporti individuali piuttosto che quelli di gruppo. L’approccio con l’adolescente non è immediato, il docente deve trovare i giusti canali di comunicazione. b) Patologia e durata del ricovero Differenze sostanziali nel modo di relazionarsi all’ambiente circostante si riscontrano tra i bambini/ragazzi per i quali l’ospedalizzazione è un fatto episodico e bambini/ragazzi che sono costretti a vivere una lunga malattia. Per i primi, l’esperienza del ricovero è vissuta come una parentesi che non inciderà più di tanto sulla loro vita di relazione; anche in ospedale non perdono la loro vivacità e la ricettività agli stimoli proposti. Quando la malattia è lunga o cronica la fase di accettazione di questa nuova realtà è più lenta; l’approccio richiede particolare attenzione alla condizione psicologica del paziente e capacità di adattamento alle sue esigenze anche di carattere pratico. 3 c) Disponibilità della famiglia Affinché il bambino/ragazzo abbia la capacità di affrontare in tutte le sue componenti l’esperienza della malattia, è necessario che i genitori riescano ad elaborare questa situazione. È quindi fondamentale instaurare con i genitori un rapporto basato sulla fiducia reciproca, improntato al rispetto ed alla correttezza, favorire un loro più consapevole coinvolgimento affinché incoraggino a loro volta la partecipazione del bambino ai momenti di attività. La Scuola in Ospedale La specificità della scuola in ospedale è data dalla necessità di integrare la componente didattica con le esigenze della componente terapeutica; la scuola deve, quindi, gestire la complessità dovuta a: - discontinuità dei gruppi - variabile temporale (tempi brevissimi, brevi, lunghi) - spazio didattico non strutturato - verticalizzazione - progettualità che coinvolge: insegnanti - bambino/ragazzo - personale sanitario genitori - educatori - volontari. La scuola ospedaliera nei suoi vari ordini si deve far carico di garantire: - accoglienza: l’insegnante ha il compito non facile di accompagnare il primo impatto, infondendo fiducia, tranquillizzando, rendendo l’atmosfera serena, evitando che i pazienti/scolari trascorrano troppe ore passivamente nei loro letti. Soprattutto ha il compito di dar senso a quello che può essere definito come “un incidente di percorso”, traducendolo in un’occasione di apprendimento, al fine di ridurre la vulnerabilità del sé, la quale varia a seconda della possibilità che il singolo ha di elaborare la sofferenza. Sono buone prassi gli spazi resi accoglienti, le attività educative e ricreative di durata breve, mutevoli e adeguate all’età, il gioco come strumento di approccio relazionale soprattutto nelle prime fasce d’età, attività che aiutino i soggetti a scaricare tensioni e paure 1; 1 Indicazioni utili per i diversi ordini di scuola: Scuola dell’infanzia: - Prima osservazione finalizzata a conoscere e comprendere l’atteggiamento del bambino verso il nuovo ambiente: disponibilità, ritrosia, diffidenza, paura, smarrimento, inconsapevolezza… - Nella prima fase di accoglienza vengono fornite le necessarie informazioni relative alla presenza della scuola, degli insegnanti e delle opportunità per i piccoli pazienti di svolgere all’interno del reparto attività ludiche, didattiche… - Valutazione della disponibilità del genitore nei confronti dell’insegnante (atteggiamento di apertura, di cauto avvicinamento o di rifiuto). - Osservazione attenta del rapporto genitore/bambino volta a stabilire l’adeguata relazione insegnante/bambino e a delineare il tipo di intervento idoneo alle necessità individuali. - L’osservazione del piccolo paziente e degli eventuali giocattoli o oggetti personali con i quali entra in ospedale possono essere iniziale approccio relazionale e strumento di lettura per l’insegnante che a questo punto formalizzerà le proposte operative. - Offerta di proposte e attività individualizzate accompagnate da materiali adeguati alle stesse (materiale ludico, grafico, libri...), sia nella sala gioco, sia nelle stanze di degenza. Per la scuola primaria: 4 - continuità del processo formativo: non interrompere i vissuti scolastici per assicurare un naturale reinserimento; - costruire percorsi/esperienze che abbiano carattere di “progetto”: dove il bambino/ragazzo possa assumere un ruolo attivo in relazione alle sue condizioni, che abbiano carattere di spendibilità e trasversalità, che superino la sensazione di frammentarietà e casualità; - rispondere ai bisogni formativi individuali: recuperi disciplinari specifici, approfondimenti, valorizzazione delle attitudini. Gli insegnanti dei vari ordini di scuola condividono le finalità sotto elencate che si ritengono alla base di tutti le attività comuni organizzate nei vari reparti pediatrici: - stimolare la conoscenza di sé e delle proprie risorse - riconoscere, esprimere, valorizzare le emozioni - utilizzare conoscenze e competenze per agire in contesti diversi - scoprire e valorizzare, attraverso i vari linguaggi, attitudini e passioni - arricchire le conoscenze relative ai linguaggi mediante esperienze che abbiano carattere di trasversalità. - alfabetizzazione: in base ai bisogni vengono realizzati percorsi di alfabetizzazione per i degenti non italofoni Il presidio Ospedale dei Bambini La scuola statale opera nei cinque reparti del Presidio “Ospedale dei Bambini” funzionante presso gli “Spedali Civili” di Brescia; essi hanno un numero variabile di posti letto e di degenza per cure in regime di day-hospital e si occupano delle seguenti patologie: Oncoematologia Pediatrica (Pediatria est) patologie emato-oncologiche - 11 posti letto e 6 posti di trapianto di midollo osseo - 7 posti di day-hospital terapeutico I bambini/ragazzi presentano patologie che richiedono ricoveri lunghi e ricorrenti. Sono in condizione di isolamento e obbligati a letto; è sempre presente un familiare. - Favorire il dialogo con il bambino/ragazzo e i familiari per raccogliere informazioni e creare un clima relazionale positivo. - Informare della presenza degli insegnanti in reparto e della possibilità di effettuare attività scolastiche anche attraverso percorsi ludici. - Informarsi circa i tempi di degenza previsti al fine di attivare strategie che favoriscano la continuità educativo-didattica. - Ridurre il disagio e l’isolamento favorendo la conoscenza dell’ambiente ospedaliero. - Coinvolgere i bambini/ragazzi in attività di laboratorio finalizzate alla realizzazione dei progetti in atto. Per la Scuola Secondaria di I Grado - Conoscenza: rispondere ai bisogni attraverso un colloquio con ragazzo/a e famiglia; dare informazioni sulla scuola in ospedale; dare riferimenti normativi sul diritto allo studio del bambino/ragazzo malato. - Rassicurare rispetto al percorso scolastico, il ragazzo e la famiglia facendosi carico di tutte le problematiche legate al diritto allo studio. - Attivare per i lungodegenti i contatti con la scuola di provenienza. - Fornire stimoli per dominare il disagio della malattia e riattivare il desiderio di apprendere/fare. - Orientamento per i ragazzi che iniziano un nuovo ordine di scuola. 5 Il centro di degenze protette, riservato ai bambini/ragazzi destinati al trapianto di midollo osseo oppure in isolamento, esige lo scambio visivo e verbale attraverso monitor e/o citofono. Una parte dei bambini che afferiscono al reparto in regime di day-hospital è accolto in spazi appositamente dedicati e attrezzati, che risultano spesso molto affollati. Le lungo-degenze esigono rapporti frequenti con la scuola di appartenenza e l’attivazione dell’istruzione domiciliare. Sono presenti in reparto due psicologhe stabili e una psicoterapeuta a tempo parziale che si occupa in particolare del reinserimento scolastico e dei disturbi dell'apprendimento. Pediatria ovest: patologie diversificate (medicina generale) - 18 posti letto - 6 posti di osservazione breve diagnostica Le degenze sono di durata variabile, generalmente medie e brevi; in questo reparto sono trattati anche i bambini/ragazzi diabetici. Per ridurre al minimo il passaggio di infezioni da paziente a paziente, i bambini/ragazzi sono invitati a rimanere nella propria stanza. I sussidi usati necessitano di essere adeguatamente disinfettati; talora si è costretti a ricorrere a materiali monouso. Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza: trauma cranico, epilessia, psicosi dell’infanzia e anoressia dell’adolescenza - 16 posti letto - 5 posti di day-hospital diagnostico Il reparto è dislocato su due piani: al primo piano c’è uno specifico day-hospital per i pazienti con epilessia e altre patologie; al secondo piano vi sono le stanze di degenza per i pazienti i cui ricoveri variano da pochi giorni a vari mesi, per patologie di natura organica o psichica che implicano per i bambini/ragazzi regressioni anche gravi. Una parte dei degenti rientra per controlli e variazioni della terapia. In reparto sono presenti due educatori e una riabilitatrice psichiatrica, tutti a tempo parziale. La scuola può utilizzare uno spazio arredato con tavoli di dimensioni diverse in cui sono stati organizzati angoli per i ragazzi dei vari ordini scolastici. È possibile proporre attività in piccolo gruppo. Rispetto alle esigenze, detto spazio risulta esiguo. Chirurgia Pediatrica: chirurgia generale e terapia intensiva - 21 posti letto - 4 posti letto per degenze protette Lo spazio denominato “scuola-gioco” si trova in fondo alla corsia di degenza, è arredato con armadi colorati per la custodia del materiale didattico e ludico. È uno spazio aperto e polifunzionale, accessibile a tutti i degenti in ogni ora della giornata; qui si svolgono le attività scolastiche di gruppo con i bambini/ragazzi ricoverati che possono deambulare. A questo stesso spazio possono accedere i pazienti in dayhospital e quelli in attesa di ricovero, se lo desiderano; diversamente, stazionano nella zona d’ingresso del reparto. 6 In reparto è presente in forma stabile uno psicologo che opera anche sul reparto di Ortopedia e Otorino-Laringoiatria a richiesta dei genitori. Ortopedia, traumatologia pediatrica e otorino-laringoiatria pediatrica - 11 posti letto ortopedia - 9 posti letto otorino-laringoiatria Lo spazio per la scuola è collocato in una piccolissima area di passaggio in fondo al corridoio, senza finestre. La zona è fornita di armadietti, di un tavolino e sedie adatti a bambini di scuola dell’infanzia. Il personale docente L’attività didattica si svolge cinque giorni la settimana, dal lunedì al venerdì con un orario concordato con la Direzione sanitaria, che si articola in fasce antimeridiane e pomeridiane rispettando i tempi ed i ritmi di cura dei vari reparti. Gli insegnanti della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria sono assegnati ai reparti annualmente, mentre gli insegnanti della Scuola Secondaria di I Grado sono presenti in tutti i reparti. Nella definizione del monte ore si ha particolare attenzione per i ragazzi lungodegenti, ricoveri ricorrenti o con un protocollo di cura che ostacola la normale partecipazione alla vita scolastica e sociale. La necessità di articolare l’intervento didattico in modo adeguato alle particolari esigenze di tipo strutturale, organizzativo e terapeutico costituisce un vincolo ed una sfida alla ricerca di una didattica nuova marcata da: flessibilità dell’insegnamento percorsi formativi individualizzati ottimizzazione del tempo ottimizzazione delle strategie didattiche. La consapevolezza di operare in una realtà di assoluta variabilità porta l’insegnante a valorizzare il lavoro sul frammento garantendo motivazione e senso relativamente all’attività nel suo insieme. L’intervento educativo e didattico si muove così in una cornice progettuale di ampio respiro, sebbene attraverso unità di lavoro brevi e significative. La consapevolezza di confrontarsi con bambini/ragazzi che vivono il disagio della malattia porta l’insegnante ad assumere un comportamento rispettoso della condizione emotiva e relazionale degli allievi. Le strategie e gli stili d’insegnamento sono calibrati sulle esigenze e sulle condizioni reali di ciascun allievo. L’insegnante nel gestire i processi di apprendimento si propone come persona: capace di ascoltare attenta al vissuto affettivo-emotivo discreta e propositiva sul versante educativo esperta di improvvisazione “apparente” (bensì programmata). Verifica e Valutazione La verifica e la valutazione delle attività svolte si effettua nei casi di lunghe o medie degenze e riguarda in particolare gli alunni della Scuola Secondaria di I Grado e della Scuola Primaria. 7 Data la situazione emotiva molto carica che un alunno degente vive, si individueranno con i docenti della classe di appartenenza solo le indispensabili valutazioni da effettuare affinché il percorso di apprendimento sia considerato valido. La scuola di appartenenza è invitata a fornire i criteri di valutazione utilizzati a livello di Istituto e di singola classe. Il docente ospedaliero può richiedere le prove di verifica utilizzate nella classe di appartenenza e concordare, se necessario, un loro adeguamento in relazione all'attività svolta. Vista la normativa vigente, le valutazioni espresse dai docenti ospedalieri sono da ritenersi valide a tutti gli effetti previsti dalla legge. La condivisione delle stesse avviene tramite i canali di comunicazione instaurati fra le scuole, ma in alcuni casi è auspicabile un intervento autorizzato di un docente ospedaliero all'interno del consiglio dei docenti della classe di appartenenza. Al termine della degenza, i docenti ospedalieri forniscono alla scuola di appartenenza la documentazione dell'attività svolta in ospedale e relative valutazioni, validate dalle rispettive dirigenze. I docenti ospedalieri comunicano alle famiglie i risultati raggiunti dall'alunno nel corso dell'attività didattica svolta durante il ricovero, rimandando ad una valutazione complessiva più articolate del percorso scolastico ai docenti della classe di appartenenza. Sviluppo delle nuove tecnologie Le nuove tecnologie, in particolare Skype, consentono di creare dei ponti tra scuola in ospedale e scuole di appartenenza per gli allievi ricoverati per periodi lunghi nonché di potenziare il servizio di istruzione domiciliare. Ciò consente di realizzare pienamente il diritto allo studio di ogni bambino e ragazzo a prescindere da qualsiasi condizione nella quale il soggetto si venga a trovare. Le risorse tecnologicamente avanzate consentono non solo di fornire un supporto per seguire nel migliore dei modi il proprio percorso scolastico, ma anche di avere una motivazione in più per relazionare con i coetanei e con l’esterno. Purtroppo non in tutti i reparti pediatrici è accessibile una rete wifi e la strumentazione dei docenti copre solo parzialmente i bisogni. Un po’ di storia Nell’anno 1978 su richiesta del primario della Chirurgia pediatrica Prof. Guido Caccia, viene istituita presso l’Ospedale dei Bambini “Umberto I”, Via Vittorio Emanuele II, n. 50, ospedale non di lungo degenza, la scuola elementare, la quale sino all’anno 1990-1991 svolgerà alle dipendenze della direzione didattica del 4° Circolo di Brescia, il servizio scolastico nella fascia antimeridiana 8.30-12.30 nei reparti della Chirurgia pediatrica e dell’Ortopedia pediatrica. Nell’anno 1990, su interessamento del Prof. Caccia, l’Ispettore scolastico centrale Dott. Mantovani fa approvare ed autorizzare dal Ministero della Pubblica Istruzione il progetto di sperimentazione che prevede l’estensione del servizio scolastico in ospedale per 44 ore settimanali. Dall’anno 1990-1991 la scuola elementare ospedaliera “Umberto I” passa alle dipendenze della direzione didattica del 7° circolo che dovrebbe dare attuazione al 8 progetto di sperimentazione triennale, progetto che non avrà mai corso per la mancata assegnazione delle unità di personale richiesto. Per rimediare a questa particolare situazione, la direzione didattica del 7° circolo, ottiene dal Provveditorato agli Studi, la possibilità di applicare alla scuola ospedaliera, pur in assenza di normativa specifica, la riforma prevista per la scuola elementare in base alla quale è possibile utilizzare più docenti per classe (tre ogni due-tre classi). È così possibile estendere il servizio scolastico per la fascia antimeridiana e pomeridiana dal Lunedì al Venerdì (8.30-12.30, 14.30-16.30) considerando il funzionamento di tre pluriclassi con l’assegnazione di quattro docenti. Un’altra scuola materna ed un’altra scuola elementare ospedaliere erano nel frattempo state istituite negli anni Ottanta presso la Clinica pediatrica non di lungo degenza “Nava Contrini” funzionante all’interno degli Spedali Civili di Brescia. Tali scuole facevano capo all’8° circolo didattico. Nell’anno 1999-2000, in seguito alla chiusura definitiva, dello storico Ospedale dei Bambini “Umberto I” ed in seguito al trasferimento dei reparti pediatrici presso la Clinica pediatrica costituitasi in un’ala degli Spedali Civili di Brescia, venivano unificate, sotto la direzione didattica del 7° Circolo, le due realtà scolastiche. Dall’anno 2000-2001 veniva proposta all’Azienda Ospedaliera ed agli enti locali interessati, la stipula di una nuova convenzione, sulla scorta della normativa più recente in materia di funzionamento delle scuole in ospedale. In base al protocollo d’intesa, l’Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia ha attivato la Scuola Secondaria di I Grado dall’anno scolastico 1999-2000, assegnando il relativo organico alla dirigenza della Scuola Media “Foscolo-Virgilio-Villaggio Prealpino”, e la Scuola Secondaria di II Grado dall’anno 2005. Dall’anno scolastico 2003-2004 cinque docenti di Scuola dell’Infanzia, cinque di Scuola Primaria, sei della Scuola Secondaria di I Grado fanno capo interamente al 2° Istituto Comprensivo di Brescia, denominato dal 2010-2011 Istituto Comprensivo Centro 3, mentre quattro docenti di Scuola Secondaria di II Grado fanno capo alla Dirigenza dell’Istituto ITIS “B. Castelli”. La programmazione degli interventi metodologici didattici costituisce un momento essenziale volto a qualificare il servizio scolastico nel suo complesso. Associazioni di volontariato presenti in ospedale Dalla carta dei servizi ospedaliera: “L’Ospedale assicura l’assistenza diretta ai piccoli con personale qualificato. Tuttavia all’interno della struttura sono presenti associazioni di volontariato che garantiscono particolari forme di assistenza ai degenti in conformità a specifici accordi.” Tra le associazioni di volontariato presenti si segnalano le seguenti: Associazione Bambino Emopatico (ABE) L’ABE è sorta nel 1981 e promuove iniziative intese ad assicurare ad ogni soggetto il diritto ad un trattamento ottimale sotto vari aspetti e che permetta un inserimento nella vita “normale”. Promuove anche la formazione del personale medico e paramedico, la ricerca scientifica, la diffusione di informazioni a tutti coloro che, privati o enti 9 pubblici, desiderano venire a conoscenza delle problematiche relative alle emopatie attraverso l’organizzazione di congressi, l’assistenza psicologica e psicomotoria. Gestirà dal febbraio 2015 la nuova casa del bambino: "Casa Alma". Ha sede a Brescia presso gli Spedali Civili (Pediatria). Casa di accoglienza “Ronald McDonald” In collaborazione con l'ABE offre ospitalità alle famiglie provenienti da ogni parte d’Italia, ma soprattutto dal Sud e famiglie straniere immigrate dai paesi balcanici, ma anche dal Medio Oriente, dall’Asia e dall’Africa. Il tempo di permanenza delle famiglie varia da un minimo di tre giorni fino ad alcuni mesi. Ogni famiglia è ospitata in un alloggio esclusivo e può contare su una serie di servizi. Associazione immunodeficienze primitive Dal 1991 l’associazione annovera in Italia le famiglie e i pazienti portatori di malattie d’origine genetica legate al sistema immunitario. Sostiene la ricerca, diffonde informazioni, garantisce un’assistenza ottimale ai pazienti ricoverati, assicura ai pazienti il riconoscimento dei loro diritti sul piano sanitario, scolastico e lavorativo. Non ha una sede presso gli Spedali Civili di Brescia; è contattabile al seguente numero di telefono 030 3386557. Associazione di volontariato nelle Aziende locali dei servizi sociali e sanitari a livello di territorio e di quartiere (AVULSS) È sorta nel 1999 a Brescia ed offre un servizio di sostegno scolastico alle famiglie di bambini e ragazzi che non possono frequentare regolarmente la scuola per problemi dovuti a malattie di lunga durata. I volontari, in base alle risorse disponibili, seguono i bambini a casa, presso la “Casa dei bambini”, in ospedale qualora sia necessario, in collaborazione con il personale scolastico istituzionale. Non ha una sede legale, ma indirizzi di volontari referenti. Essere bambino L’associazione è sorta nel 1989 per far fronte alle più disparate esigenze del bambino malato e della sua famiglia. In seguito ha rivolto l’attenzione e i propri sforzi sull’assistenza ai bambini affetti da sindrome d’immunodeficenza acquisita in collaborazione con gli Spedali Civili di Brescia (Pediatria). Conta su una rete di volontari e di un’équipe medica e psico-sociale che aiutano i bambini e le loro famiglie ad affrontare e risolvere una serie di problemi: sanitari, sociali, di relazione. Ha sede a Brescia presso gli Spedali Civili (Pediatria). Sono presenti anche l'A.V.O. (Associazione Volontari Ospedalieri), l’associazione per l’aiuto ai giovani diabetici, l’Associazione italiana celiachia e l’Associazione “Osteogenesi imperfetta”, l’Associazione che con il progetto Trampolino si occupa di bambini che hanno subito il trapianto di fegato ed organizza vacanze estive in struttura protetta e altre associazioni per cui si rinvia al sito dell'Ospedale: www.spedalicivili.brescia.it. 10 Testi consigliati - CAMPANA, Educazione e salute del bambino - L’ospedalizzazione pediatrica - Lo - sviluppo integrale del bambino in situazione di malattia, Centro Editoriale Carroccio, Padova, 1992 CENTRO ONCOLOGICO DI AVIANO, Non chiedermi come sto ma dimmi cosa c’è fuori, Mondadori, 2008 ESPINOSA, Braccialetti rossi, Salani, 2014 Gioco e studio in ospedale a cura di Michele Capurso, Erickson, 2001 É.-E. SCHMITT, Oscar e la dama in rosa, BUR RIZZOLI, 2005 S. LOOS, Novantanove giochi, Edizioni Gruppo Abele, Torino VENERA, Il Gioco in Corsia, Junior, 2009 11