Jands Vista

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Jands Vista
prodotto
di
Douglas Cole
Jands Vista
I
tempi cambiano, e di certo
le tecnologie e le abitudini di
chi ne fa un uso professionale
non stanno ferme a guardare.
Anche il mondo delle console ha
dunque cambiato le carte in tavola, tanto che oggi l’oggetto fisico in sé ha perso molta della sua
importanza: è più una questione
di filosofia d’uso piuttosto che di
“attrezzi” a disposizione.
Software
Il software di Jands Vista è l’innovazione che la differenzia rispetto
agli altri sistemi. L’obiettivo principale della casa australiana è stato quello di fornire all’operatore
uno strumento in cui tutte le informazioni necessarie a programmazione e playback apparissero
in un’interfaccia completamente
grafica e visuale.
Vista non è dunque solo una
console, ma rappresenta una
nuova filosofia di lavoro. Come recita il suo
nome,
questa
tecnologia si
concretizza
in
un’interfaccia costruita intorno all’utilizzo di controlli visivi
su un touch-screen (Wacom, ad altissima sensibilità e precisione), molto rapida per chiunque sia abituato ad usare un
computer. Le consuete operazioni di programmazione con
l’ausilio della tastiera non sono più strettamente necessarie.
La conoscenza di comandi specifici quali copia, muovi, duplica, incolla, clona non serve; in Vista si eseguono attraverso
ovvie operazioni di drag&drop o semplicemente utilizzando
gli stessi shortcut che si utilizzano nei PC (es: ctrl+C, ctrl+V).
Il Patch
Il primo “incontro” con il software avviene nell’ambito del
Patch. Dalla libreria disponibile a bordo basterà “trascinare” le fixture interessate in una delle 16 griglie da 512 canali
che rappresentano gli universi che Vista può gestire. Proprio
questa rappresentazione grafica permette di vedere tutti i
canali DMX a disposizione e quelli richiesti da ogni singolo proiettore anche nel dettaglio. Per modificare il proprio
patch basterà trascinare uno o più fixture ad un indirizzo
diversamente scelto su un qualsiasi universo. Esiste comunque un tastierino numerico per realizzare il patch in maniera tradizionale.
Il Layout
Una volta terminato il patching, l’utente può organizzare
visivamente le icone che rappresentano le fixture su uno o
più fogli (Layouts) nella stessa maniera in cui i proiettori
stessi sono posizionati rispetto alla scena (Plot). Ci si può
“scordare” l’ID di ogni singolo proiettore: la selezione singola o multipla avviene in maniera visuale attraverso il classico “drag” della penna o del mouse.
È inoltre possibile creare più visualizzazioni dello stesso
parco luci – globali o in dettaglio – secondo le necessità
dell’operatore.
Durante la programmazione, l’icona di ciascun proiettore mostra dinamicamente la manipolazione
che l’operatore sta eseguendo sulla fixture
stessa. Questo consente di identificare
in un solo “colpo d’occhio” lo stato dei
proiettori in scena, compresi i suoi parametri di intensità, posizione, colore e forma
(gobo e iris), senza dover fare riferimento a
complicate schermate costituite da stringhe
numeriche.
La Programmazione
Unitamente al Layout che rappresenta il plot luci attraverso icone, sono a disposizione tutti gli strumenti grafici
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per manipolare i parametri dei proiettori stessi, senza aprire
ulteriori finestre dedicate. Le aree dedicate alla manipolazione dei canali sono tre: intensità e posizione, colore e forma del fascio.
I colori miscelati si impostano selezionandoli direttamente
su uno spettrogramma HSV, oppure con slider di livelli CMY
e/o RGB, o semplicemente scegliendoli da una tavolozza preimpostata di filtri standard Lee. È poi previsto un menù apposito per la selezione di un colore da una ruota di colori fissi.
In alternativa è possibile miscelare i colori, utilizzando controlli diretti (raw) DMX per i vari canali che gestiscono i parametri colore (es. C-M-Y-CTO-ruota colori). Vista opera una
scelta “intelligente” di color match (cioè per somiglianza) se
si usano palette Lee o HSV qualora i proiettori che si stanno
utilizzando siano dotati di sola ruota/e colore.
I parametri di puntamento pan e tilt si controllano con la
penna su un grafico cartesiano di tipo X/Y, mentre intensità,
strobo e shutter sono modificabili tramite degli slider virtuali nella stessa parte della schermata. Ogni componente
relativa al fascio – zoom, frost, focus, iris e prisma – possiede
una propria unità di controllo. Il software supporta fino a
quattro ruote di gobo per ogni proiettore, con controlli intuitivi anche per rotazione ed indicizzazione dei gobo stessi.
Per quanto riguarda i proiettori con lame di sagomatura, il
software permette di disegnare la sagoma richiesta trascinando e ruotando le lame, anch’esse rappresentate graficamente, con la penna.
Fixture Replace
La Timeline
La programmazione su Vista è definita in Clip. Ciascuna
clip contiene uno o più Step. Queste istanze sono rappresentate e quindi manipolabili per via grafica attraverso una
timeline, che graficamente è una barra orizzontale lungo
una ascissa temporale. L’utente ha perciò la possibilità di
regolare la lunghezza della barra (come in qualsiasi altro
software basato su timeline) per impostare il tempo di fade
della clip. La semplice osservazione delle linee di tempo che
compongono una clip fanno intuire quale sarà l’andamento
dei singoli parametri durante il crossfade della clip stessa,
mentre la gestione grafica dei tempi di fade consente di
creare movimenti complessi di transizione dei parametri in
maniera visiva.
Il sistema consente di programmare in maniera grafico-temporale come si usa fare, per esempio, nei montaggi video:
inserita la traccia audio sulla linea di tempo principale, Vista
offre tutti gli strumenti marcatori per definire lunghezze
e intersezioni tra le diverse clip che “rappresenteranno” il
disegno luci del brano.
Uno dei problemi più consueti in
tour senza produzione al seguito,
o in caso di festival, è la necessità
di adattare la programmazione
dello show al tipo di proiettori disponibili, cosa che spesso richiede
svariate ore di programmazione.
Per ovviare il più possibile a questo problema, Vista memorizza
colori, beam ed altri dettagli della
fixture, così che, quando si sostituisce un proiettore, la console confronta le somiglianze “piu vicine”
a quelle delle fixture precedenti,
adattandole alle nuove, anche se
non dispongono esattamente delle stesse caratteristiche. Il risultato
rimane quindi praticamente immutato al variare dei proiettori.
1. La schermata della
programmazione, con le icone
dinamiche dei proiettori e gli
strumenti per la manipolazione
dei parametri.
2. La schermata della Timeline.
Hardware
Il sistema hardware di Vista è dimensionabile secondo le esigenze della specifica applicazione.
Lo stesso software (liberamente
scaricabile) installato nelle console può lavorare in ambiente PC o
Mac dando all’operatore la possibilità di dimensionare un sistema secondo le proprie esigenze,
attraverso l’ausilio di superfici di
controllo esterne dedicate, più o
meno grandi, collegabili al computer via USB.
La configurazione hardware di
base per l’utilizzo di Vista comprende l’uso di una chiavetta
(dongle) collegata al PC che abilita
il numero di canali DMX richiesto,
e di un’interfaccia di conversione
USB/DMX per la comunicazione
del segnale. I dongle disponibili
sono da 128, 256, 512, 1024, 2048
e 8192 canali.
La gamma di prodotti Vista comprende tre superfici di controllo
progettate per l’utilizzo con PC
www.soundlite.it
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prodotto
la sezione di programmazione. Offre quattro uscite DMX,
interfaccia MIDI ed ingresso Timecode, cinque porte
USB ed un connettore per una lampada.
esterno e
tre console vere
e proprie con computer a bordo.
La superficie di controllo M1 è
un modulo molto compatto per il
controllo del solo playback che dispone di cinque fader di playback
e relativi pulsanti, configurabili
per il controllo di clip, gruppi e altre funzioni accessorie. Incorpora
il grandmaster su un encoder rotativo e pulsanti flash configurabili, si interfaccia con il computer
tramite USB (dal quale viene anche alimentata) e dispone di due
porte DMX XLR5.
S1 aggiunge ai controlli di M1
una sezione Super Playback, con
due fader e controlli di “trasporto” per le timeline (go, pause,
skip forward, skip back, ecc), ed
una sezione di programmazione
con tre ruote assegnabili, pulsanti di navigazione e sei pulsanti
multifunzione. Due display LCD,
uno sulla sezione playback ed uno
sulla sezione di programmazione,
forniscono informazioni direttamente associate ai controlli e permettono all’utente di distogliere
lo sguardo dallo schermo del software quando utilizza i controlli
tradizionali. S1 dispone di due
uscite DMX e quattro porte USB,
e offre un ingresso per Timecode
lineare e MIDI in/out/thru.
Jands Vista è distribuito in Italia da:
Robe Multimedia
Via S. Mercadante, 25
47841 Cattolica (RN)
tel. 0541 833103 – fax 0541 833074
www.robemultimedia.it
[email protected]
S3 è una potente superficie di controllo, a cui l’utente deve aggiungere un PC e relativi display. Incorpora 20 controlli playback, 10 con
fader e pulsanti flash e 10 senza,
la sezione Super Playback e la sezione di programmazione. Incorpora inoltre cinque display LCD,
quattro per i playback ed uno per
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La console stand-alone di base è
I3, che essenzialmente rispetto alla
superficie S3 incorpora direttamente
il computer (2,13 GHz Intel Core 2) e la
gestione degli schermi. Supporta due monitor (DVI e VGA) e l’utente può aggiungere
come schermo principale anche un tablet per la
gestione della programmazione con la “penna”.
Dispone di sette porte USB, che si possono sfruttare per aggiungere altri playback con l’aggiunta di
una superficie di controllo M1 o S1. L’utente può anche telecomandare I3 tramite Ethernet utilizzando VNC.
Il numero dei canali DMX che si possono gestire con M1,
S1, S3 o I3 è determinato dal tipo di dongle, fornito separatamente.
Le console ammiraglie della serie sono T4 e T2. La principale
superficie di controllo di queste due console è uno schermo
Wacom touchscreen da 15” con una tastiera qwerty completa ed un touchpad. Dodici pulsanti multifunzione configurabili sono disposti sopra lo schermo e due set di quattro
pulsanti modificatori permettono il controllo istantaneo
della funzione della penna sul touchscreen. Il processore a
bordo è un Pentium 4 da 2,8 GHz, con HD da 40 GB. Queste
console incorporano inoltre un drive CDRW. Offrono supporto integrato per due monitor esterni (VGA).
La principale differenza tra l’hardware della T4 e quello della T2 è il numero di moduli Playback, Super Playback e Programmazione. T2 dispone di una sezione di programmazione con tre encoder rotativi, 12 pulsanti multifunzione per la
programmazione e due fader Super Playback, con i relativi
display LCD. Incorpora anche un modulo playback con 15
controlli playback, dieci con fader e pulsanti flash e cinque
senza, e in modalità split gestisce fino a 40 clip. T4, invece,
offre il doppio di ciascuna di queste sezioni, il che la rende
molto più agile nella applicazioni che richiedono un maggiore controllo live. Non necessitano di dongle in quanto
vengono già fornite con il numero massimo di canali DMX.
I3, T2 e T4 posseggono una porta Ethernet compatibile con
ArtNet e Pathport, una porta seriale DB9, trigger in/out su jack
6,3 mm, ingresso e uscita audio di linea e ingresso microfonico.
Byron
Byron rappresenta il prossimo salto verso il futuro di Vista.
Notevoli saranno gli sviluppi del software sia da un punto di
vista delle funzioni sia della praticità grafica.
Tra queste novità ci sono la possibilità di salvare come preset un punto qualsiasi della timeline; una barra aggiuntiva
nella timeline per la navigazione rapida tra gli step delle
clip; una funzione di ricerca nella libreria dei proiettori; la
possibilità di inserire punti specifici di sincronizzazione degli effetti preprogrammati, generatore di effetti dedicati a
proiettori montati in matrice (pixel mapping); una rappresentazione visiva più dettagliata dei gobo; controllo integrato di qualsiasi mediaserver con importazione automatica
dei contenuti video e relative thumbnail nella timeline; programmazione da linea di comando e networking.
Byron sarà del tutto compatibile con tutti i tipi di hardware
esistenti.
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