COMUNICATO STAMPA

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COMUNICATO STAMPA
COMUNICATO STAMPA
24 gennaio 1944
La fuga da Regina Coeli di
Sandro Pertini e Giuseppe Saragat
Casa Circondariale di Regina Coeli
Con
Francesca Ciocchetti, Francesco Colella, Gianluigi Fogacci, Blas Roca Rey
Elaborazione testi di
Ermelinda Bonifacio
Illuminotecnica
STAS srl
Costumi di
Bice Minori
Direzione artistica di
Roberto Lucifero
A cura di
Gioia Costa
Casa Circondariale di Regina Coeli
5 dicembre 2011 ore 16,00
Con il Patrocinio della Fondazione Pertini
il Patrocinio della Fondazione Giuseppe Saragat
del Museo della Liberazione di Via Tasso
dell’Associazione Nazionale Partigiani
lunedì 5 dicembre, alle 16.00 presso la Rotonda della Casa Circondariale di
Regina Coeli a Via della Lungara 29 andrà in scena lo spettacolo teatrale “24 gennaio
1944, la fuga da Regina Coeli di Sandro Pertini e Giuseppe Saragat” con il sostegno
dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale
prodotto dal Centro Studi Cappella Orsini a cura di Gioia Costa e la direzione
Artistica di Roberto Lucifero e con la partecipazione di: Francesca Ciocchetti nella
parte di Marcella Monaco, Francesco Colella nella parte di Sandro Pertini,
Gianluigi Fogacci nella parte di Giuseppe Saragat e Blas Roca Rey nella parte di
Giuliano Vassalli, Roberto Latini nella parte di Ugo Gala .
Via di San Salvatore in Campo 43 - Roma - 00186
Tel 06 6877965 – 06 6896277 Fax [email protected]
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Il testo racconta la fuga da Regina Coeli, organizzata dal futuro Presidente della
Corte Costituzionale Giuliano Vassalli, di Sandro Pertini e Giuseppe Saragat,
entrambi poi futuri presidenti della nostra Repubblica. Erano stati arrestati durante
l’occupazione nazi-fascista di Roma e Giuliano Vassalli ideò il piano, che riuscì
grazie alla collaborazione del medico di Regina Coeli Alfredo Monaco, di sua moglie
Marcella Monaco e dell’agente di Polizia Penitenziaria Ugo Gala. Lo spettacolo vuole
rievocare un evento importante per il futuro della Repubblica ma vuole anche,
attraverso il ruolo dell’agente Ugo Gala, far riflettere sulla funzione della Polizia
Penitenziaria nell’attuazione dell’art. 27 della Carta Costituzionale (dove si dice che
“L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene
non possono essere contrarie al senso di umanità e devono tendere alla
rieducazione del condannato”) quanto far riflettere sul contributo che questa
ebbe nella rinascita dello Stato democratico all’indomani della sconfitta del nazifascismo da parte dei partigiani del Comitato di Liberazione Nazionale.
Parteciperanno gli eredi: Vassalli, Maria Natalia e Francesco Vassalli, gli eredi
Saragat, Augusto Santacaterina.
Il progetto fa seguito al convegno che il Centro Studi Cappella Orsini ha tenuto a
Roma nella rotonda della Casa Circondariale di Regina Coeli nel novembre 2010 dal
titolo: “L’emergenza sanitaria nei penitenziari italiani a 18 mesi dall’entrata in vigore
della legge” . In quell’occasione cittadini, detenuti, medici, personale penitenziario e
associazioni del terzo settore si sono riuniti per confrontarsi sulle problematiche
della sanità in ambiente penitenziario e per trattare l’applicazione della legge
approvata già nel 2002. Nel convegno del 5 aprile 2011 presso la Biblioteca del
Senato è stato presentato il volume “Garantire la Speranza è il nostro compito:
La tutela della salute del detenuto e il ruolo della Polizia Penitenziaria”
realizzato dal Centro Studi Cappella Orsini. Il volume offre numerose informazioni
rivolte agli agenti di Polizia Penitenziaria nella gestione delle malattie infettive:
dalla semplice pediculosi alla scabbia, dall’epatite alla tubercolosi. Cinquanta opere,
realizzate da altrettanti artisti contemporanei, costituiscono l’apparato iconografico
del manuale.
La Polizia Penitenziaria svolge il suo compito in una situazione di grande
tensione e difficoltà la cui causa principale è il sovraffollamento delle carceri e un
numero di agenti inferiore a quanto previsto dalla pianta organica, gli agenti
pagano un caro prezzo come dimostrano gli ultimi due drammatici eventi di
cronaca: il suicidio dell’ispettore capo Sergio C. di 47anni avvenuto il 19 ottobre
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2011 e la morte dell’assistente capo Salvatore Corrias schiacciato dal cancello
del reparto detentivo dell’ospedale Sandro Pertini avvenuto il 20 ottobre 2011.
L’iniziativa vuole essere un riconoscimento dell’azione svolta dagli agenti
all’interno del Carcere. L’investimento sulla formazione e sulla professionalità
degli agenti di Polizia Penitenziaria contribuirà a rendere effettivo il dettato
costituzionale.
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Parteciperanno:
On. Dino Gasperini
Assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico del Comune di Roma
Dott. Giuseppe Emanuele Cangemi
Assessore ai Rapporti con gli Enti Locali e Politiche per la sicurezza
Cons. Simonetta Matone
Il vice Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia
Cons. Pier Ernesto Irmici
Vice Presidente Commissione Affari Costituzionali della Regione Lazio
Avv. Angiolo Marroni
Garante dei Detenuti del Lazio
Dott. Mauro Mariani
Direttore della Casa Circondariale di Regina Coeli
dott. Donato Capece
Segretario Nazionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria
Dott. Roberto Martinelli
Segretario Nazionale del Settore Penitenziario della CONFSAL UNSA
Dott. Enrico Sbriglia
Segretario Nazionale del Sindacato dei Direttori e Dirigenti Nazionali
Ufficio Stampa: Fabio De Paolis
mail: [email protected]. Cell 347 4381399
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CARCERI “MALATE”: NUMERI, DATI E STATISTICHE
DI UN DISAGIO IN CONTINUO AUMENTO
La situazione delle carceri: tra sovraffollamento e suicidi. L’Italia è il paese europeo che ha avuto
l’aumento più consistente di popolazione carceraria dal 2007 ad oggi. Secondo i dati del Ministero
della Giustizia, a fine 2010, il numero totale dei detenuti presenti nelle “patrie galere” era pari a
67.961 soggetti. La capienza regolamentare complessiva sarebbe pari a 45.022 condannati, ma si
calcola che, al momento dell’ultima rilevazione effettuata, le presenze siano 22.939 in più rispetto
a quelle stimate. Ne consegue che in media, 151 persone devono dividersi lo spazio previsto per
100.
Uno studio condotto dall’associazione “Ristretti Orizzonti” ha evidenziato una stretta relazione tra
il tasso di sovraffollamento e il numero delle persone che si sono tolte la vita in carcere. Nelle nove
carceri analizzate, dove l’affollamento medio è del 22% superiore alla media nazionale, si è
registrata una frequenza dei suicidi più che doppia rispetto al complesso della popolazione
detenuta. Il picco massimo dei suicidi si è raggiunto nel 2009 quando, su un totale di 177 detenuti
deceduti, 72 persone hanno volontariamente deciso di togliersi la vita. Nell’ultimo anno, invece, i
casi di suicidio sono scesi a 66, sebbene il livello di incidenza sul totale dei decessi (173) resti
ancora alto. La salute dietro le sbarre. Appare chiaro che nelle condizioni di sovraffollamento in
cui versano le carceri del nostro Paese, garantire le condizioni minime di salute e prevenzione a
tutti i detenuti non è cosa che si possa realizzare facilmente. La promiscuità favorisce la diffusione
di infezioni e malattie. Così, accanto a patologie da sempre predominanti – sessualmente
trasmesse, epatite B e C, Aids – stanno riaffiorando patologie che sembravano ormai superate
come la tubercolosi. Una delle vere e proprie emergenze sanitarie del sistema penale sono i casi di
tossicodipendenza. Da non sottovalutare, nel suo complesso, è il 15,9% dei detenuti nei quali si
riscontrano dei problemi a livello psichico, quali depressione (9,9%) e malattie mentali di varia
natura (6%) per le quali sarebbe opportuno (e in alcuni casi fondamentale) il supporto
specialistico di uno psicologo o psichiatra, figure che, allo stato attuale, tendono anch’esse a
scarseggiare.
Buona parte delle inefficienze del sistema carcerario dipendono dalle irrisorie finanze a
disposizione. Se si prende come riferimento iniziale il valore massimo di risorse messe a
disposizione di ciascun detenuto per l’anno 2007, si può facilmente constatare che nell’ultimo
anno esse sono state decurtate considerevolmente, anche a seguito degli effetti prodotti dai tagli
imposti dalle Leggi finanziarie degli anni precedenti, nonché della recente decisione di affidare
alcuni servizi, quali ad esempio l’assistenza sanitaria, ad altri Ministeri. Così, nel 2007 lo
stanziamento previsto per la gestione dell’intero sistema è stato di 3.095.506.362 euro, mentre nel
2010 le risorse disponibili sono state di appena 2.770.841.742 euro. La spesa media pro capite, nel
2007, è stata stimata in 198,4 euro per 44.587 soggetti detenuti. A fine 2010, invece, il costo
medio giornaliero è stato calcolato in 113,04 euro (85,4 euro in meno rispetto all’anno di
maggiore investimento) a fronte di una popolazione detenuta aumentata invece di 22.569
unità. La parte del leone nella distribuzione delle risorse spetta al personale (polizia
penitenziaria, personale amministrativo, dirigenti, educatori, ecc.) che assorbe il 98,49% del
capitale disponibile. I costi per il mantenimento dei detenuti (vitto, corredo, istruzione,
assistenza sociale, ecc.) prendono il 7,58% degli investimenti previsti (7,36 euro al giorno). La
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manutenzione e il funzionamento delle strutture costano complessivamente 10,34 euro, mentre
nel 2007 per tali voci era stato stimata una cifra pari a 14,23 euro al giorno.
Un detenuto su tre nelle carceri italiane è straniero: su 65 mila persone ospitate nei penitenziari
della penisola, 24 mila sono cittadini stranieri (il 37%).
Su 67.000 carcerati italiani, 26.000 sono tossicodipendenti, di cui il 40% condannati per possesso
di droga.
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