Bilancio di Missione 2010 - Azienda Ospedaliero
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Bilancio di Missione 2010 - Azienda Ospedaliero
anno 2010 bilancio di missione Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara 1 2 Presentazione del Direttore Generale 1 Contesto di riferimento 1.1 Quadro normativo e istituzionale 1.1.1 Quadro normativo nazionale di base 1.1.2 Quadro normativo regionale di base 1.1.3 Quadro istituzionale locale di base 1.1.4 Integrazioni normative cronologiche 1.2 Il sistema delle relazioni con l’Università 1.2.1 Corsi di laurea attivati e disattivati nell’anno 2010: 1.2.2 Ricercatori e Professori universitari assunti e cessati 1.2.3 Ricercatori e professori da reclutare sulla base delle procedure già deliberate 1.3 La rete integrata dell’offerta regionale 1.4 Osservazioni epidemiologiche 1.5 Accordo di fornitura 2 Profilo aziendale 2.1 Sostenibilità economica, finanziaria e patrimoniale 2.1.1 Sostenibilità economica 2.1.2 Sostenibilità finanziaria 2.1.3 Sostenibilità patrimoniale 2.2 Impatto sul contesto territoriale 2.2.1 Impatto economico 2.2.2 Impatto sociale 2.2.3 Impatto culturale 2.2.4 Impatto ambientale 2.3 Contributo alla copertura dei Livelli Essenziali di Assistenza 2.3.1 Assistenza collettiva in ambiente di vita e di lavoro 2.3.2 Assistenza distrettuale 2.3.3 Assistenza ospedaliera 2.3.4 Qualità dell’assistenza 2.4 Ricerca e Didattica 2.4.1 Ricerca 2.4.2 Didattica 2.5. Assetto organizzativo 3. Obiettivi istituzionali e strategie aziendali 3.1 Centralità del cittadino 3.1.1 Gestione delle segnalazioni del cittadino 3.1.2 Semplificazione dell’accesso della specialistica ambulatoriale 3.2 Partecipazione degli Enti locali alla programmazione sanitaria 3.2.1 Collaborazione con la AUSL per i piani per la salute 3.2.2 I programmi per la promozione della salute 3.2.3 Collaborazione con il Comune di Ferrara per lo sviluppo dei piani per la mobilità verso il nuovo Ospedale di Cona 3.2.4 Integrazioni interaziendali per le attività sanitarie 3.2.5 Integrazioni interaziendali per le attività tecnico-amministrative 3.3 Universalità ed equità di accesso 3.3.1 Il piano emergenza caldo 3.3.2 L’ospedale senza dolore 3.3.3 Il Percorso Nascita 3.3.4 Le Reti Regionali per le Cure Palliative e la Terapia del Dolore 3.3.5 Gestione integrata paziente diabetico 3 3.3.6 Assistenza Odontoiatrica 3.3.7 Recepire a livello Aziendale il progetto Regionale “Differenze ed Equità” 3.4 Qualità dell’assistenza ed efficienza gestionale 3.4.1 L’integrazione socio–sanitaria e l’assistenza ospedaliera 3.4.2 Miglioramento della applicazione dei criteri di assegnazione dei pazienti in modo appropriato e ottimizzazione della casistica cronica. La Continuità ospedale-territorio: il case-manager 3.4.3 Contenimento della spesa Farmaceutica Ospedaliera 3.4.4 Ottimizzazione dei processi di controllo interno delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) e delle Cartelle Cliniche 3.4.5 Le politiche di acquisto dei beni e dei servizi 3.4.6 Sorveglianza e controllo delle malattie infettive, igiene ospedaliera, gestione del rischio 3.4.7 L’Accreditamento Istituzionale 3.4.8 Sviluppo e ottimizzazione dei processi di integrazione organizzativa 3.5 Promozione dell’eccellenza tecnologica, clinica e organizzativa 3.5.1 Formalizzazione dell’Atto Aziendale 3.5.2 L’Accordo Attuativo locale 3.5.3 L’applicazione del protocollo di Intesa sulla Formazione Specialistica 3.5.4 Progetto SOLE ed il completamento dei processi aziendali di informatizzazione 3.5.5 Il CUP Unico provinciale 3.5.6 Il progetto SIGLA 3.5.7 Altri progetti nell' ICT 3.5.8 Assistenza farmaceutica e dispositivi medici 3.5.9 L’anagrafe dei medici prescrittori 3.5.10 Il Foglio Unico Terapia 3.5.11 Sistema Ris-PACS 3.5.12 Il sistema informativo del 118 e Pronto Soccorso 4. Condizioni di lavoro, competenze del personale ed efficienza dell’organizzazione 4.1 La “carta di identità” del personale 4.2 Partecipazione dei professionisti all’individuazione delle strategie aziendali e alla gestione operativa 4.2.1 Il Collegio di Direzione e le funzioni di staff. 4.2.2 Il processo di Budget 4.2.3 Il processo di Accreditamento 4.2.4 I programmi interaziendali 4.3 Gestione del rischio e sicurezza 4.3.1 Condizioni di rischio per i lavoratori 4.4 Ridefinizione dei ruoli professionali in relazione allo sviluppo delle strategie aziendali 4.4.1 La ridefinizione dei nuovi quadri di responsabilità 4.5 Sistema di valutazione delle competenze e sistemi premianti 4.5.1. Procedure di valutazione 4.6 Sistema informativo del personale 4.7 Formazione 4.7.1 Corsi di formazione in sede: tematiche affrontate 4.7.2 Formazione sul campo e formazione fuori sede 4.7.3 Personale esterno partecipante a iniziative di formazione aziendali 4.7.4 La valutazione della qualità percepita 4.7.5 Attività di docenza svolta da personale interno 4.7.6 Accreditamento della formazione e dei provider 4.7.7 Dati di Attività 4.7.8 Rapporti con l’Università 4.7.9 Accesso alla documentazione scientifica da parte del personale (Information Literacy) 4.8 Struttura delle relazioni con il personale dipendente e le sue rappresentanze 4 4.8.1 Iniziative volte a creare un ambiente aperto alla negoziazione come condizione necessa- ria per la riflessione sulla qualità dei processi aziendali 4.8.2 Azioni promosse per i dipendenti 5. Sistema di relazioni e strumenti di comunicazione 5.1 La comunicazione per l’orientamento e l’accesso ai servizi 5.1.1 Supporto al percorso del cittadino 5.1.2 Accoglienza informativa presso la Portineria Centrale 5.1.3. Accoglienza informativa presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico 5.2 La comunicazione per le scelte d’interesse per la comunità 5.2.1 Predisporre un progetto di individuazione di spazi dedicati ai diversi culti e alla stanza del silenzio 5.2.2 Progetto allattare Al Seno 5.2.3 Collaborazione con Er-go per l’accoglienza di tirocini di neo-laureati 5.2.4 Campagne di comunicazione 5.2.5 Sito internet 5.2.6 House organ e Rubriche informative televisive 5.3 Gli strumenti per la comunicazione interna aziendale 5.3.1 La rassegna stampa 5.3.2 Sito intranet 5.3.3 Newsletter 6. Governo della Ricerca ed Innovazione 6.1 Azioni dell’infrastruttura locale ed integrazione dei sottosistemi aziendali 6.2 Capacità di attrazione di risorse finanziarie 6.3 Promozione della coerenza tra investimenti ed evidenza dei benefici 6.4 Sviluppo della cultura relativa alla ricerca sanitaria 6.5 Facilitazione dell’accesso alle conoscenze e alle competenze per il corretto utilizzo della informa zione scientifica 6.6 Incentivazione dello sviluppo di collaborazioni con altre istituzioni 6.7 Mappatura dei progetti multidisciplinari. 6.8 Valorizzazione del ruolo del Comitato Etico 6.9 Coinvolgimento del Comitato Etico in decisioni aziendali 6.10 Regole di trasparenza verso finanziatori pubblici e privati 7. Il bilancio di genere 7.1 Premessa 7.2 Genere e salute, il contesto demografico della provincia: la storia sanitaria dei dimessi nel 2010 7.3 Il cliente interno: i dipendenti dell’Azienda 7.4 I 3 bollini rosa 7.5 Gli obiettivi di miglioramento: le realizzazioni e i progetti 8. Nuovo Ospedale di Cona 8.1 La programmazione delle sedi 8.2 La programmazione ospedaliera 8.3 Il nuovo ospedale di Cona 8.4 Progetto relativo all’area dell’attuale S. Anna Conclusioni del Direttore Generale Parere del Comitato di indirizzo 5 6 Presentazione del Direttore Generale della gestione dei rifiuti sanitari. Il contributo alla copertura dei livelli essenziali di assistenza, analizzato negli ambiti distrettuali, ambulatoriali, farmaceutici, e ospedalieri. • La qualità dell’assistenza: particolare sviluppo è stato dato per il 2010 agli indicatori in tale ambito. Nella revisione del Bilancio di Missione è progressivamente emersa l’esigenza di avviare una riflessione su tali indicatori, dopo cinque anni dalla loro introduzione, in un momento in cui ha assunto particolare rilevanza, anche a livello regionale, lo sviluppo di una forma di rendicontazione accessibile ai cittadini. Il Bilancio di Missione 2010 contiene i dati di una serie di indicatori applicabili a tutte le aziende, ed inoltre, tre indicatori per ogni Dipartimento ad attività integrata, scelti dallo stesso sugli ambiti relativi all’efficacia, alla sicurezza e all’appropriatezza. • La ricerca e la didattica: una descrizione delle attività specifiche che costituiscono il principale elemento di integrazione con l’Università. Nel capitolo terzo vengono descritti i risultati ottenuti in relazione ad obiettivi aziendali specifici derivati da linee di programmazione regionale e da esigenze di sviluppo e miglioramento continuo sul versante organizzativo, relazionale, qualitativo, sul quadro istituzionale e sui rapporti con i cittadini. Particolare approfondimento viene dato agli ambiti: • progetto “ospedale e territorio senza dolore” descrivendo le attività specifiche svolte all’interno dei dipartimenti, le finalità e l’interfaccia con la Regione, le rilevazioni svolte in Azienda • progetto regionale “Differenze ed equità”: rendere il principio di equità un elemento cardine e pervasivo delle modalità di accesso ed erogazione dei servizi, rispetto alle diversità di specifiche fasce di popolazione per le differenze culturali, di genere, di età, di disabilità, vulnerabilità sociale, nell’utilizzo delle risorse messe a disposizione • processi di integrazione sia sul versante sanitario che tecnico amministrativo, all’interno dell’azienda e con l’azienda territoriale • misure ed interventi per il governo della prescrizione farmaceutica • gestione del rischio, sorveglianza e controllo delle malattie infettive: descrizione dei progetti regionali e delle procedure aziendali operative specifiche, descrizione delle indagini epidemiologiche e delle campagne di sensibilizzazione. Nel capitolo quarto, viene aggiornata annualmente quella che viene definita coma la “carta di identità del personale”: dagli aspetti quantitativi, relativi alla numerosità per tipologia dei dipendenti, agli aspetti più qualitativi come la sicurezza, la ridefinizione dei ruoli • L’elaborazione del Bilancio di Missione del 2010 è stata effettuata seguendo una logica di rinnovamento rispetto alle precedenti edizioni. In primo luogo è stato condotto un lavoro coordinato, maturato progressivamente dall’esperienza precedente, atto ad apportare modifiche ed integrazioni allo scopo di poter rendere il prodotto finale più accessibile alla lettura da parte degli stakeholder. Nella raccolta ed organizzazione delle informazioni, secondo le linee guida regionali per la redazione del documento, si sono perseguiti obiettivi come la maggior accessibilità e trasparenza, garantendo al tempo stesso un maggior approfondimento delle varie tematiche affrontate. L’essenza del Bilancio di Missione è, infatti, la descrizione a consuntivo dell’azione istituzionale dell’Azienda, esponendo, nei vari ambiti, i risultati ottenuti e i traguardi raggiunti, al fine di ottenere un documento in grado, nel complesso, di affiancare la rendicontazione economica costituita dal Bilancio di Esercizio. Nel primo capitolo, dedicato al contesto di riferimento in cui opera l’Azienda, è stata sensibilmente approfondita la rete integrata dell’offerta regionale: è stato descritto il ruolo complessivo che l’Azienda svolge nel contesto della rete regionale e provinciale, individuando come strumento l’analisi congiunta della mobilità attiva e passiva della popolazione, distinta in base al livello specialistico delle funzioni assistenziali. È stato dato ampio spazio, rispetto alle edizioni precedenti, ad una analisi di carattere descrittivo in riferimento alle funzioni di eccellenza esercitate nell’Azienda e alle condizioni epidemiologiche che ne hanno motivato lo specifico sviluppo. La seconda sezione del Bilancio di Missione continua ad essere una componente fondamentale ed articolata in ampie tematiche: • La sostenibilità economica, finanziaria e patrimoniale, descritta con una gamma di dati e indicatori condivisi a livello regionale. • L’impatto sul contesto territoriale, nell’ambito del quale è stata maggiormente descritta la componente culturale, con un progetto sull’analisi dell’evoluzione storica del S. Anna. La valorizzazione del patrimonio storico-artistico” è stato il primo step di questa analisi, che ha permesso di evidenziare le analogie politiche, economiche e tecniche fra passato e presente. Molta enfasi è stata data anche alla relazione sull’impatto ambientale, dal consumo energetico alla sensibilizzazione allo sviluppo sostenibile e al miglioramento continuo 7 portante strumento di integrazione. Il capitolo settimo è dedicato ad un ambito di forte spinta innovativa nella gestione delle Aziende Sanitarie: è stata effettuata un’analisi secondo una dimensione della realtà che aiuta a pianificare, e gestire i servizi sanitari conoscendo le distinzioni di genere che esistono nell’ambito lavorativo. Il documento è stato elaborato con ampia ispirazione alle rendicontazioni sociali di un Bilancio di Genere, inteso come uno strumento di consuntivazione delle politiche di genere. Nel 2010 l’Azienda ha ottenuto, per la particolare attenzione alle donne, il rilascio di 3 Bollini Rosa, che sono un riconoscimento nazionale attribuito alle strutture sanitarie all’avanguardia nell’attenzione alla malattia femminile. Anche questa edizione del Bilancio di Missione dedica un capitolo specifico al nuovo Ospedale di Cona, alle proprie innovazioni strutturali, progettuali, logistiche ed organizzative, con le considerazioni sulle attività svolte nel 2010. professionali, i sistemi informativi e la formazione. Nel quinto capitolo, ove vengono illustrati i sistemi aziendali relazionali e gli strumenti della comunicazione, trovano una approfondita descrizione analitica i sistemi di accoglienza informativa presso la portineria centrale, presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, presso l’Ufficio Accoglienza e Mediazione. Sono stati anche illustrati gli interventi di mediazione culturale avvenuti nel corso dell’anno. Il capitolo sesto è dedicato alla ricerca e innovazione, in cui vengono descritte le azioni della struttura locale specifica, l’Ufficio Ricerca e Innovazione, che ha consolidato e ampliato il percorso iniziato negli anni precedenti, soprattutto in relazione allo sviluppo e ottimizzazione della collaborazione con i professionisti che si dedicano alla ricerca. Si sono generati progressivamente i presupposti per aumentare il volume di finanziamenti dedicati alla ricerca e per diversi progetti l’Azienda stessa ne è stata promotrice. Attraverso l’implementazione di progettualità pluridisciplinari all’interno dell’organizzazione, la ricerca diventa anche un’im- Dott. Gabriele Rinaldi 8 Ex Arcispedale S. Anna - Il portale di ingresso alla Sala Alta. A destra l’ala ospedaliera adiacente a Palazzo Roverella, poi demolita per aprire via Boldini 9 1 Contesto di riferimento • 1.1 Quadro normativo e istituzionale • L’Azienda deve adeguare la sua attività ad un ampio e articolato panorama di norme e disposizioni provenienti da fonti che possono essere Nazionali, Regionali oppure a livello di Enti Locali, riportate nei paragrafi seguenti, con separata indicazione delle integrazioni normative introdotte nell’anno 2010. Nel corso della trattazione è comunque riportato il riferimento alle norme specifiche che regolano i singoli temi trattati. 1.1.1 Quadro normativo nazionale di base Vengono riportate di seguito le basi normative nazionali di riferimento. • D.Lgs. 30 dicembre 1992 n. 502 “Riordino della disciplina in materia sanitaria”, e successive modifiche e integrazioni • D.Lgs. 19 giugno 1999 n. 229 “Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a norma dell’art. 1 della legge 30.11.1998 n. 419”, e successive modifiche e integrazioni • D.Lgs. 21 dicembre 1999 n. 517 “Disciplina dei rapporti tra S.S.N. e Università, a norma dell’articolo 6 della legge 30.11.1998, n. 419” • L. 8 novembre 2000 n. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” • D.P.C.M. 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali di assistenza” II D.P.C.M. definisce i livelli essenziali di assistenza sanitaria includendo l’area dell’integrazio ne socio-sanitaria nella quale sono evidenziate anche le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale. Strettamente collegato al precedente è l’Accordo Stato-Regioni 11 luglio 2002 sulle modalità di accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche ed indirizzi applicativi sulle liste di attesa • Intesa Stato-Regioni 23 marzo 2005. In tale Intesa sono riportate le indicazioni relative al contenimento della spesa farmaceutica, al tasso di ospedalizzazione, al Piano Regionale della Prevenzione, all’appropriatezza dell’utilizzo delle risorse e nella erogazione delle prestazioni. • Piano Nazionale della Prevenzione del rischio cardiovascolare, delle complicanze del diabete, dei tumori, del rischio infettivo tramite vaccinazioni e degli incidenti. • Piano Regionale della Prevenzione 2005-2007 • • • • • Legge 23 dicembre 2005 n. 266 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” D.P.R. 7 aprile 2006 “Piano Sanitario Nazionale 2006-2008” individua gli ambiti verso cui indirizzare le scelte innovative del sistema: • la garanzia e l’aggiornamento dei LEA; • la sanità italiana in Europa, l’Europa nella sanità italiana; • la prevenzione sanitaria e la promozione della salute; • la riorganizzazione delle cure primarie; • l’integrazione delle reti assistenziali: sistemi integrati di reti sovraregionali e nazionali; • l’integrazione tra diversi livelli di assistenza; • l’integrazione socio-sanitaria; • il dolore e la sofferenza nei percorsi di cura; • a rete assistenziale per le cure palliative. D.L. 7 ottobre 2008 n. 154 “Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali”, convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, L. 4 dicembre 2008, n. 189. Accordo di programma integrativo Governo-Regione Emilia-Romagna per il settore degli investimenti sanitari 2009. D.Lgs. 27 ottobre 2009 n. 150 “Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni” diretto a: • conseguire una migliore organizzazione del lavoro, • assicurare il progressivo miglioramento della qualità delle prestazioni erogate al pubblico, • ottenere adeguati livelli di produttività del lavoro pubblico e favorire il riconoscimento di meriti e demeriti dei dirigenti pubblici e del personale, • misurazione, valutazione e trasparenza della performance: I. il ciclo di gestione della performance, come descritto nell’art. 4, capo II, titolo II del decreto sopracitato, si articola nelle seguenti fasi: • definizione e assegnazione degli obiettivi che si intendono raggiungere, dei valori attesi di risultato e dei rispettivi indicatori; • collegamento tra gli obiettivi e l’allocazione delle risorse; • monitoraggio in corso di esercizio e attivazione di eventuali interventi correttivi; • misurazione e valutazione della performance, or10 ganizzati e individuale; utilizzo dei sistemi premianti, secondo criteri di valorizzazione del merito; • rendicontazione dei risultati agli organi di indirizzo politico-amministrativo, ai vertici delle amministrazioni, nonché ai competenti organi esterni, ai cittadini, ai soggetti interessati, agli utenti e ai destinatari dei servizi; II. relativamente alla trasparenza della performance, l’art. 11, capo III, titolo II del decreto sancisce che ogni amministrazione ha l’obbligo di pubblicare sul proprio sito istituzionale in apposita sezione di facile accesso e consultazione, e denominata: «Trasparenza, valutazione e merito» il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità ed il relativo stato di attuazione. • • • • • 1.1.2 Quadro normativo regionale di base • • • L.R. 25 febbraio 2000 n. 11 “Modifiche della L.R. 12 maggio 1994 n. 19 “Norme per il riordino del Servizio Sanitario Regionale si avvale dei seguenti principi: • la centralità del cittadino; • il perseguimento della efficienza allocativa delle risorse; • la distinzione funzionale tra la responsabilità di committenza e la responsabilità di produzione; • lo sviluppo della partecipazione degli Enti locali al processo di individuazione, di selezione e di attuazione degli obiettivi; • la partecipazione delle organizzazioni sociali e degli operatori sanitari al processo di programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale; • la valorizzazione delle risorse umane. L.R. 23 dicembre 2004 n. 29 “Norme generali sull’or ganizzazione e il funzionamento del Servizio Sanitario Regionale”: Viene ridefinita la sanità dell’Emilia-Romagna in un’ottica federalista. Sono rafforzate: le competenze degli Enti locali in materia di programmazione sanitaria, verifica e controllo, il rapporto della Regione con l’Università nel campo dell’assistenza, della ricerca e della didattica. La legge ridefinisce il Collegio di direzione come organo dell’Azienda, al pari del Direttore Generale e del Collegio sindacale, il riconoscimento della funzione di ricerca come par te integrante della mission del S.S.R. D.G.R. 23 febbraio 2004 n. 327 “Applicazione della L.R. n. 34/98 in materia di autorizzazione e di accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie e dei professionisti alla luce dell’evoluzione del quadro normativo nazionale. Revoca di prece- • • • • • • • • • 11 denti provvedimenti” D.G.R. 30 dicembre 2004 n. 2708 “Programma per la Ricerca e l’Innovazione nel Servizio sanitario della Regione Emilia-Romagna in cui vengono definiti Ambiti e obiettivi generali del PRI-ER D.G.R. 14 febbraio 2005 n. 213 “Introduzione del bilancio di missione nel servizio sanitario regionale” D.G.R. 14 febbraio 2005 n. 297 “Protocollo di Intesa tra la Regione Emilia-Romagna e le Università degli Studi di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia e Parma, in attuazione dell’art. 9 della L.R. 23 dicembre 2004 n. 29” D.G.R. 14 febbraio 2005 n. 318 “Disciplina delle Azien de ospedaliero-universitarie ai sensi dell’articolo 9, comma 6, della legge regionale 23 dicembre 2004 n. 29 recante Norme generali sull’organizzazione ed il funzionamento del Servizio sanitario regionale” D.G.R. 30 gennaio 2006 n. 86 “Direttiva alle Aziende sanitarie per l’adozione dell’atto aziendale”. D.G.R. 6 novembre 2006 n. 1532 “Piano regionale sul contenimento dei tempi di attesa” D.G.R. 15 novembre 2006 n. 1546 “Protocollo d’intesa sulla formazione specialistica dei laureati in medicina e Chirurgia”, in attuazione, in particolare, dell’articolo 10 del Protocollo d’intesa del 14.2.2005, Regione e Università: • piena corrispondenza tra ordinamento didattico della Scuola e formazione professionale • graduale assunzione di compiti assistenziali da parte degli specializzandi; • l’introduzione di adeguati strumenti per la verifica degli standard formativi. D.G.R. n. 1870 del 18 dicembre 2006 “Approvazio ne Programma di Ricerca Regione-Università 2007-2009. Indirizzi ai sensi dell’ari. 9, comma 9, della legge regionale 23 dicembre 2004 n. 29”. Viene approvato il “Programma di Ricerca Regione-Università 2007-2009”: esso prevede l’istituzione di un Comitato di Indirizzo e di un finanziamento del Programma di Ricerca. D.G.R. n. 73 del 29 gennaio 2007: PIANO REGIONALE SUL CONTENIMENTO DEI TEMPI DI ATTESA. INTEGRAZIONE ALLA D.G.R. N. 1532 DEL 06.11.06. D.G.R. n. 509 del 16 aprile 2007 D.G.R. n. 946 del 25 giugno 2007: ADOZIONE DEL PRONTUARIO TERAPEUTICO REGIONALE AI SENSI DELLA DGR 1540/2006. D.G.R. n. 1448 del 1 ottobre 2007: PIANO SOCIALE E SANITARO 2008-2010. D.G.R. Assemblea Legislativa n. 141 del 14 no- • • • • • • • • • • vembre 2007 APPROVAZIONE DEL PIANO ENERGETICO REGIONALE (Proposta della G.R. in data 10 gennaio 2007, n. 6). D.G.R. n. 1720 del 16 novembre 2007 APPROVAZIONE LINEE DI INDIRIZZO PER L’ ORGANIZZAZIONE DELL’ ASSISTENZA INTEGRATA AL PAZIENTE CON ICTUS - PROGRAMMA STROKE CARE D.G.R. n. 1921 del 10 dicembre 2007 LINEE GUIDA ALLE AZIENDE SANITARIE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER IL CONTROLLO DEL DOLORE IN TRAVAGLIO DI PARTO. D.G.R. n. 2002 del 20 dicembre 2007 DIRETTIVA ALLE AZIENDE SANITARIE PER IL RISPETTO DELL’ADEMPIMENTO RELATIVO ALLA SOSTITUZIONE DELLA MODULISTICA ‘DEBURO’ PER LA SPECIALISTICA AMBULATORIALE DI CUI ALLA DGR 2035/2006. D.G.R. n. 2011 del 20 dicembre 2007 DIRETTIVA ALLE AZIENDE SANITARIE PER L’ADOZIONE DELL’ATTO AZIENDALE, DI CUI ALL’ART. 3, COMMA 4, DELLA LR 29/2004: INDIRIZZI PER L’ORGANIZZAZIONE DEI DIPARTIMENTI DI CURE PRIMARIE, DI SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE E DI SANITA’ PUBBLICA. L.R. 21 dicembre 2007,E-n. 24 LEGGE FINANZIARIA REGIONALE ADOTTATA A NORMA DELL’ART..40 DELLA LEGGE REGIONALE 15 NOVEMBRE 2001, N..40 IN COINCIDENZA CON L’APPROVAZIONE DEL BILANCIO DI PREVISIONE PER L’ESERCIZIO FINANZIARIO 2008 E DEL BILANCIO PLURIENNALE 2008-2010 L.R. 21 dicembre 2007, n. 28#LDISPOSIZIONI PER L’ACQUISIZIONE DI BENI E SERVIZI D.G.R. n. 2175 del 27 dicembre 2007 PROVVEDIMENTI ATTUATIVI DEL COMMA 796, LETTERA O), DELL’ART. 1 DELLA LEGGE 27 DICEMBRE 2006 N° 296 - RETE LABORATORISTICA REGIONALE. D.G.R. n. 2313 del 27 dicembre 2007 PIANO DEI CONTI DELLE AZIENDE SANITARIE. ADEGUAMENTO AL D.M. 13.11.2007, E ALL’ART. 51 DELLA L.R. 23-12-2004, N. 27 D.G.R. n. 200 del 18 febbraio 2008 REVISIONE DEI PIANI AZIENDALI PER IL SUPERAMENTO DELLA FASE TRANSITORIA DELL’ ATTIVITA’ LIBERO PROFESSIONALE INTRAMURARIA DEL PERSONALE DELLA DIRIGENZA SANITARIA DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE. ATTUAZIONE DELL’ ART. 8 COMMA 5 DELLA LEGGE REGIONALE 23 DICEMBRE 2004, N. 29 D.G.R. n. 249 del 3 marzo 2008 ASSEGNAZIONE DI FINANZIAMENTI ALLE AZIENDE SANI- • • • • • • • • • • • • TARIE PER IL SOSTEGNO DELLE ATTIVITA’ DI INTERESSE REGIONALE SUGLI SCREENING PER LA PREVENZIONE DEI TUMORI DEL COLLO DELL’UTERO, MAMMELLA, DEL COLONRETTO E DEI REGISTRI TUMORI DI POPOLAZIONE. D.G.R. n. 1448 del 1/10/2007 D.G.R. 27 marzo 2008 n. 374 “Revisione del programma ‘Assistenza odontoiatrica nella Regione Emilia-Romagna: programma regionale per l’attuazione dei LEA e la definizione dei livelli aggiuntivi di cui alla DGR 2678 del 2004” D.G.R. 21 aprile 2008 n. 533 “Direttiva alle Aziende sanitarie in merito al programma percorso nascita” Piano Sociale e Sanitario Regione Emilia-Romagna 2008-2010 D.G.R. 11 giugno n. 883 “Approvazione dei piani aziendali in materia di attività libero professionale intramuraria redatti dalle Aziende sanitarie della Regione Emilia-Romagna ai sensi della L.N. 120/07 e della D.G.R. di Giunta n. 200 del 2008” D.G.R. 29 settembre 2008 n. 1523 “Disposizione del sistema regionale dei dispositivi medici”. D.G.R. 1155/2009 “Gestione dei rifiuti e degli scarichi idrici nelle Aziende sanitarie dell’EmiliaRomagna”. 1.1.3 Quadro istituzionale locale di base • • • • • 12 Accordo Attuativo Locale: La Regione Emilia Romagna, le Università degli Studi di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Parma sottoscrivono un Protocollo di Intesa individuando nella integrazione le modalità idonea per realizzare il concorso delle rispettive autonomie. Viene descritto in sintesi nel capitolo 3. Piani per la salute: Le tematiche di fondo individuate a livello provinciale sono la sicurezza alimentare, la sicurezza sul lavoro e quella stradale. In queste attività è prevista la collaborazione interaziendale tra AUSL e Azienda Ospedaliera Universitaria. Piani di zona: individuano le problematiche sociali che caratterizzano un territorio e come queste possano essere affrontate. Accordo di fornitura con l’Azienda USL: definisce la committenza della AUSL verso la Azienda Ospedaliera Universitaria in relazione alle esigenze della popolazione Piano delle azioni - Obiettivi dati dalla Regione alle Aziende: definisce gli obiettivi che la Regione assegna alle aziende, in relazione a vincoli eco- • nomici, appropriatezza delle prestazioni, esigenze di sviluppo e innovazione e ricerca, e le azioni da compiere per raggiungere i target predefiniti. Piano programmatico triennale: definisce le linee programmatorie triennali assegnate all’Azienda 1.1.4 Integrazioni normative cronologiche Vengono di seguito riportati i principali aggiornamenti normativi introdotti nella sanità nazionale e regionale nel corso dell’anno 2010 • D.G.R. 8 febbraio 2010 n. 234 “Finanziamento del Servizio sanitario regionale per l’anno 2010” • Piano sociale e sanitario 2008 - 2010 • LEGGE 15 marzo 2010, n.38 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore.” • Intesa Stato Regioni del 29 aprile 2010 sul Piano Nazionale della prevenzione 2010-2012 • Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento degli interventi assistenziali nel percorso di nascita e per la riduzione del taglio cesareo” • Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 “Linee guida per la promozione, lo sviluppo e il coordinamento degli interventi nell’ambito della rete di cure palliative e della rete di terapia del dolore” • D.G.R 27 dicembre 2010 n. 2071 “Approvazione del Piano regionale della Prevenzione per il triennio 2010 – 2012” 13 1.2 Il sistema delle relazioni con l’Università L’Azienda Ospedaliero Universitaria in quanto ospedale clinicizzato svolge un’importante funzione di didattica e ricerca clinica, portando avanti, in maniera condivisa con l’Università, l’organizzazione basata sui Dipartimenti ad Attività Integrata. 1.2.1 Corsi di laurea attivati e disattivati nell’anno 2010: Vengono di seguito evidenziati i corsi attivati e disattivati nel 2010 CORSI ATTIVATI IN BASE ALLA NUOVA RIFORMA UNIVERSITARIA (D.M. 270/04) Denominazione dei corsi di studio delle LAUREE TRIENNALI Classe di corso di studio a.a. 2009/10 - Laurea in SCIENZE MOTORIE Classe L-22 – scienze delle attività motorie e sportive 1° anno Denominazione dei corsi di studio delle lauree MAGISTRALI A CICLO UNICO Classe di corso di studio a.a. 2009/10 - Laurea magistrale in MEDICINA E CHIRURGIA Classe LM-41 – medicina e chirurgia 1° anno - Laurea magistrale in ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA Classe LM-46 – odontoiatria e protesi dentaria 1° anno Denominazione dei corsi di studio delle lauree MAGISTRALI (biennali) Classe di corso di studio a.a. 2009/10 - Laurea magistrale in SCIENZE E TECNICHE DELL’ATTIVITÀ MOTORIA PREVENTIVA E ADATTATA Classe LM-67 – scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate 1° anno CORSI ATTIVATI IN BASE ALLA PRECEDENTE RIFORMA UNIVERSITARIA (D.M. 509/99) Denominazione dei corsi di studio delle LAUREE DI PRIMO LIVELLO Classe di corso di studio a.a. 2009/10 - Laurea in SCIENZE MOTORIE Classe 33 delle lauree in scienze delle attività motorie e sportive 2° - 3° anno 1° disattivato - Laurea in INFERMIERISTICA (abilitante alla professione sanitaria di Infermiere) Classe 1/SNT delle lauree nelle professioni sanitarie infermieristiche e professione sanitaria ostetrica 1° - 2° - 3° anno - Laurea in OSTETRICIA (abilitante alla professione sanitaria di Ostetrica/o) Classe 1/SNT delle lauree nelle professioni sanitarie infermieristiche e professione sanitaria ostetrica 1° - 2° - 3° anno - Laurea in FISIOTERAPIA (abilitante alla professione sanitaria di Fisioterapista) Classe 2/SNT delle lauree nelle professioni sanitarie della riabilitazione 1° - 2° - 3° anno - Laurea in LOGOPEDIA (abilitante alla professione sanitaria di Logopedista) Classe 2/SNT delle lauree nelle professioni sanitarie della riabilitazione 1° - 2° - 3° anno - Laurea in ORTOTTICA ED ASSISTENZA OFTALMOLOGICA (abilitante alla professione sanitaria di Ortottista ed assistente di oftalmologia) Classe 2/SNT delle lauree nelle professioni sanitarie della riabilitazione 1° - 2° - 3° anno - Laurea in TECNICA DELLA RIABILITAZIONE PSICHIATRICA (abilitante alla professione sanitaria di Tecnico della riabilitazione psichiatrica) Classe 2/SNT delle lauree nelle professioni sanitarie della riabilitazione 1° - 2° - 3° anno - Laurea in EDUCATORE PROFESSIONALE SANITARIO (abilitante alla professione sanitaria di Educatore professionale sanitario) Classe 2/SNT delle lauree nelle professioni sanitarie della riabilitazione 1° - 2° - 3° anno - Laurea in TECNICHE AUDIOMETRICHE (abilitante alla professione sanitaria di Audiometrista) Classe 3/SNT delle lauree nelle professioni sanitarie tecniche - area tecnico-diagnostica 1° - 2° - 3° anno 14 - Laurea in TECNICHE DI LABORATORIO BIOMEDICO (abilitante alla professione sanitaria di Tecnico di laboratorio biomedico) Classe 3/SNT delle lauree nelle professioni sanitarie tecniche - area tecnico-diagnostica 1° - 2° - 3° anno - Laurea in TECNICHE DI RADIOLOGIA MEDICA, PER IMMAGINI E RADIOTERAPIA (abilitante alla professione sanitaria di Tecnico di radiologia medica) Classe 3/SNT delle lauree nelle professioni sanitarie tecniche - area tecnico-diagnostica 1° - 2° - 3° anno - Laurea in TECNICHE AUDIOPROTESICHE (abilitante alla professione sanitaria di Audioprotesista) Classe 3/SNT delle lauree nelle professioni sanitarie tecniche - area tecnico-assistenziale 1° - 2° - 3° anno - Laurea in IGIENE DENTALE (abilitante alla professione sanitaria di Igienista dentale) Classe 3/SNT delle lauree nelle professioni sanitarie tecniche - area tecnico-assistenziale 1° - 2° - 3° anno - Laurea in DIETISTICA (abilitante alla professione sanitaria di Dietista) Classe 3/SNT delle lauree nelle professioni sanitarie tecniche - area tecnico-assistenziale 1° - 2° - 3° anno Denominazione dei corsi di studio delle LAUREE SPECIALISTICHE A CICLO UNICO Classe di corso di studio a.a. 2009/10 - Laurea specialistica in MEDICINA E CHIRURGIA Classe 46/S delle lauree specialistiche in medicina e chirurgia 2° - 3° - 4° - 5° 6° anno - Laurea specialistica in ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA Classe 52/S delle lauree specialistiche in odontoiatria e protesi dentaria 1° disattivato 2° - 3° - 4° - 5° anno 1° disattivato Denominazione dei corsi di studio delle LAUREE SPECIALISTICHE (biennali) Classe di corso di studio a.a. 2009/10 - Laurea specialistica in SCIENZE E TECNICHE DELL’ATTIVITÀ MOTORIA PREVENTIVA E ADATTATA Classe 76/S delle lauree specialistiche nelle scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattative 2° anno - Laurea specialistica in SCIENZE INFERMIERISTICHE E OSTETRICHE Classe SNT-SPEC/01 delle lauree specialistiche in scienze infermieristiche e ostetriche 1° e 2° anno - Laurea specialistica in SCIENZE DELLE PROFESSIONI SANITARIE DELLA RIABILITAZIONE Classe SNT-SPEC/02 delle lauree specialistiche in scienze delle professioni sanitarie della riabilitazione 1° e 2° anno - Laurea specialistica in SCIENZE DELLE PROClasse SNT-SPEC/03 delle lauree specialiFESSIONI SANITARIE TECNICO-DIAGNOSTICHE stiche in scienze delle professioni sanitarie tecniche (area tecnico-diagnostica) 1° disattivato 1° e 2° anno 1.2.2 Ricercatori e Professori universitari assunti e cessati Nell’anno 2010 sono stati convenzionati: 2 Professori Ordinari assunti in anni precedenti ma convenzionati nell’anno 2010; 3 Professori Associati di cui uno rientrato da un’aspettativa senza assegni, uno assunto anni prima ma convenzionato nell’anno 2010 e uno proveniente da altra Università; 1 Ricercatore assunto in anni precedenti ma convenzionato nell’anno 2010 Nell’anno 2010 sono cessati 5 Professori Ordinari, 2 Professori Associati e 2 Ricercatori. Sono da reclutare nel 2011 in base a procedure già deliberate 4 ricercatori, di cui 1 a tempo determinato. 15 Tabella 1.1 - Ricercatori e Professori assunti e convenzionati dal 2007 Tipologia 2007 2008 2009 2010 Professori Ordinari 0 1 0 2 Professori Associati 2 0 0 3 Ricercatori 0 5 3 1 Tabella 1.2 - Ricercatori e Professori convenzionati cessati dal 2007 Tipologia 2007 2008 2009 2010 Professori Ordinari 2 0 5 5 Professori Associati 3 0 2 2 Ricercatori 1 0 0 2 1.2.3 Ricercatori e professori da reclutare sulla base delle procedure già deliberate Tabella 1.3 - Ricercatori e Professori da reclutare nel 2011 in base a procedure già deliberate Professori Ordinari 0 Professori Associati 0 Ricercatori 4 1.3 La rete integrata dell’offerta regionale Nell’ambito della rete integrata dell’offerta regionale, l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara svolge la propria funzione a tre livelli: • costituisce il riferimento, sia per le discipline a larga diffusione che per le specialità medio - alte, per la maggior parte della popolazione che risiede nel distretto Centro-Nord, sul quale la struttura è ubicata; • assicura l’assistenza di secondo livello per i cittadini che risiedono nella Provincia di Ferrara, è nodo di riferimento (hub) nella rete regionale per la talassemia, la genetica medica, la riabilitazione delle gravi cerebro lesioni, le neuroscienze, la terapia intensiva neonatale e le malattie rare (21 centri autorizzati per 122 malattie, tra cui glicogenosi e talassemie – riferimento per l’intera regione). L’Azienda è dotata di tutte le alte specialità mediche ad eccezione di: cardiochirurgia, trapianti, grandi ustionati, unità spinale, neuropsichiatria infantile2. Il suo ruolo nel contesto provinciale e regionale è ben rappresentato dai tradizionali indicatori che descrivono i bacini di utenza e la mobilità della popolazione. L’indice di dipendenza della struttura dalla popolazione, che esprime la capacità di attrazione dell’ospedale e, al tempo stesso, il grado di utilizzazione delle sue risorse da parte di sottogruppi di popolazione residente nel territorio sul quale opera (tabella 1.4), evidenzia che per i ricoveri circa l’80% dell’attività è rivolta a persone che risiedono nella Provincia di Ferrara, con una netta prevalenza di soggetti residenti nel distretto centro–nord (costantemente, nel triennio, circa il 58%). Per il restante 20% dei ricoveri, per due terzi si tratta di cittadini che provengono da altre Regioni (in primis, dal confinante Veneto). 2 Anche il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura non afferisce all’Azienda, ma è comunque presente a livello provinciale ed è gestito dall’Azienda USL 16 Tabella 1.4 - Indice di dipendenza della struttura ospedaliera dalla popolazione - ricoveri (dimessi) Residenti TOTALE Stesso Distretto Altro Distretto stessa Azienda Altre Aziende R.E.R. Fuori R.E.R. ed estero 2010 58,4 21,9 6,0 13,7 100 2009 57,5 21,4 6,4 14,8 100 2008 58,3 20,7 6,2 14,8 100 2007 58,0 21,0 6,2 14,8 100 La lettura del fenomeno in termini economici (tabella 1.5) riproduce sostanzialmente il medesimo quadro, seppur con un maggior peso dei ricoveri che provengono da altre regioni e da altre provincie dell’Emilia Romagna (il che depone per una maggiore complessità del case mix trattato). Tabella 1.5 - Indice di dipendenza della struttura ospedaliera dalla popolazione - ricoveri (importi) Residenti TOTALE Stesso Distretto Altro Distretto stessa Azienda Altre Aziende R.E.R. Fuori R.E.R. ed estero 2010 55,4 22,5 6,8 15,4 100 2009 55,2 22,4 6,8 15,7 100 2008 56,5 21,0 6,7 15,8 100 2007 55,2 22,5 6,9 15,4 100 Analogo discorso vale per l’attività ambulatoriale (misurata in base al valore economico), in cui la dipendenza della struttura dalla popolazione residente nel distretto centro–nord e negli altri distretti della provincia è ancor più accentuata: circa l’85% delle risorse si riferiscono ai residenti di Ferrara e provincia e poco meno del 10% interessa cittadini di altre regioni (tabella 1.6). Tabella 1.6 - Indice di dipendenza della struttura ospedaliera dalla popolazione - attività ambulatoriale (tutte le specialità, importi). Popolazione residente TOTALE Stesso Distretto Altro Distretto stessa Azienda Altre Aziende R.E.R. Fuori R.E.R. ed estero 2010 60,0 24,5 5,7 9,8 100 2009 61,2 23,5 5,7 9,5 100 2008 60,6 22,8 6,0 10,5 100 2007 62,7 23,6 5,2 8,6 100 17 Se si escludono le prestazioni di laboratorio, la percentuale degli importi derivanti da prestazioni rese a residenti di altre regioni si abbassa a poco più del 6%, registrando un calo rispetto al 2009 (tabella 1.7). Tabella 1.7 - Indice di dipendenza della struttura ospedaliera dalla popolazione - attività ambulatoriale (escluse le prestazioni di laboratorio, importi) Popolazione residente TOTALE Azienda USL Azienda Ospedaliera di Ferrara Altre Aziende R.E.R. Fuori R.E.R. ed estero 2010 62,0 27,7 4,0 6,3 100 2009 61,9 26,9 4,3 6,9 100 2008 60,9 25,8 5,0 8,3 100 2007 63,5 25,8 4,0 6,8 100 Spostando l’attenzione sull’indice di dipendenza della popolazione dalla struttura, ossia sull’orientamento della popolazione residente nella Provincia di Ferrara rispetto alla scelta delle strutture in cui ricoverarsi o ricevere prestazioni ambulatoriali, si osserva che l’Azienda copre oltre il 60% della domanda di ricovero del distretto centro nord e oltre il 44% di quella relativa a tutta la provincia (tabelle 1.8 e 1.9) e poco più del 42% della specialistica ambulatoriale (tabella 1.10), mantenendo nell’ultimo triennio un andamento pressoché costante. Tabella 1.8 - Dipendenza della popolazione ferrarese rispetto alle strutture di ricovero (regime ordinario e day hospital, dimessi) Azienda USL Pubblico Privato Azienda Ospedaliera di Ferrara Dist cen – nord* Altri dist prov** Totale Tot prov Altre Aziende R.E.R. Pubblico Privato Aziende fuori R.E.R. Totale 2010 29,7 6,6 60,9 25,5 44,2 80,5 7,6 2,9 9,1 100 2009 30,4 6,3 60,3 25,4 44,0 80,7 7,5 2,8 9,0 100 2008 30,5 6,0 60,7 24,4 43,7 80,3 7,3 3,1 9,3 100 2007 30,1 6,6 60,4 25,3 44,1 80,8 7,0 2,8 9,4 100 *rispetto alla popolazione del distretto centro nord ** rispetto alla popolazione degli altri distretti 18 Tabella 1.9 - Dipendenza della popolazione ferrarese rispetto alle strutture di ricovero (regime ordinario e day hospital, importi) Azienda USL Pubblico Azienda Ospedaliera di Ferrara Totale Privato Altre Aziende R.E.R. Pubblico Privato Aziende fuori R.E.R. Totale 2010 28,4 5,5 45,7 79,7 8,3 3,7 8,3 100 2009 28,5 5,2 46,5 80,2 8,3 3,2 8,3 100 2008 27,6 4,7 46,7 79 8,3 4,2 8,5 100 2007 36,5 5,2 47,7 79,4 7,8 4,6 8,2 100 tabella 1.10 – Indice di dipendenza della popolazione dalla struttura ospedaliera (attività ambulatoriale, importi) Popolazione residente TOTALE Azienda USL Azienda Ospedaliera di Ferrara Altre Aziende R.E.R. Fuori R.E.R. ed estero 2010 40,7 42,5 6,6 10,2 100 2009 41,3 43,1 5,7 9,9 100 2008 42,3 42,9 5,2 9,9 100 2007 44,5 42,2 4,9 8,4 100 19 In sintesi, il ruolo complessivo che l’Azienda svolge nel contesto della rete regionale e provinciale può essere colto dall’analisi congiunta della mobilità attiva e passiva della popolazione, distinta in base al livello specialistico delle funzioni assistenziali. Da tale analisi emerge che: • 361 residenti della Provincia di Ferrara sono stati trattati in altre provincie/regioni per patologie riferibili a discipline di alta specializzazione non presenti nelle strutture provinciali (cardiochirurgia, trapianti, grandi ustionati, unità spinale). L’80% dei casi è stato gestito nell’ambito della rete regionale. Il valore complessivo di tale “mobilità passiva”, incomprimibile, ammonta a 5.113.852 euro2 (tabelle 1.11 e 1.12); tabella 1.11 - saldo mobilità discipline mancanti (dimessi) mobilità attiva AOU DISCIPLINE MANCANTI n° totale cardiochirurgia n° infrareg 0 mobilità passiva provincia di Ferrara n° extrareg 0 n° totale 0 n° infrareg 241 n° extrareg saldo dimessi n° totale 207 34 n° infrareg -241 n° extrareg -207 -34 neuropsich. infantile 0 0 0 55 35 20 -55 -35 -20 nefrologia trapianti 0 0 0 29 24 5 -29 -24 -5 unità spinale 0 0 0 18 13 5 -18 -13 -5 cardiochir. pediatrica 0 0 0 10 4 6 -10 -4 -6 grandi ustionati 0 0 0 8 8 0 -8 -8 0 TOTALE 0 0 0 361 291 70 -361 -291 -70 tabella 1.12 - saldo mobilità discipline mancanti (importi) mobilità attiva DISCIPLINE MANCANTI totale infrareg extrareg saldo importi totale infrareg extrareg cardiochirurgia 0 0.00 0 3.714.605 3.292.762 421.843 -3.714.605 -3.292.762 -421.843 nefrologia trapianti 0 0.00 0 481.218 415.005 66.213 -481.218 -415.005 -66.213 unità spinale 0 0.00 0 339.027 250.789 88.238 -339.027 -250.789 -88.238 grandi ustionati 0 0.00 0 308.176 308.176 0 -308.176 -308.176 0 neuropsich. infantile 0 0.00 0 151.575 97.130 54.445 -151.575 -97.130 -54.445 cardiochir. pediatrica 0 0.00 0 119.250 70.238 49.012 -119.250 -70.238 -49.012 TOTALE 0 0,00 0 5.113.852 4.434.101 679.752 -5.113.852 -4.434.101 -679.752 • 2 mobilità passiva provincia di Ferrara totale infrareg extrareg per il complesso delle specialità medio - alte, rispetto alle quali l’Azienda costituisce hub regionale o centro di riferimento per l’intera provincia, il bilancio della mobilità è positivo, sia dal punto di vista numerico (saldo di 931 ricoveri), sia dal punto di vista economico (saldo di 9.776.023 euro). Per la quasi totalità si tratta di pazienti che provengono da altre Regioni. Si osserva tuttavia un saldo negativo importante per alcune discipline, ed in particolare per l’oncologia, la radioterapia e l’oculistica, che complessivamente registrano un saldo negativo di 844 ricoveri, cui corrispondono 2.294.000 euro (tabelle 1.13 e 1.14); I dati di mobilità extraregionale si riferiscono al 2009 20 tabella 1.13 - saldo mobilità discipline di riferimento regionale o provinciale (dimessi) mobilità attiva AOU DISCIPLINE DI RIFERIMENTO REGIONALE E/O PROVINCIALE reumatologia n° totale n° infrareg n° extrareg 437 273 chirurgia pediatrica 419 183 neuroriabilitazione 354 117 164 mobilità passiva provincia di Ferrara saldo dimessi n° totale n° totale n° infrareg n° extrareg 18 13 5 236 74 52 237 12 5 n° infrareg n° extrareg 419 260 159 22 345 131 214 7 342 112 230 endocrinol./diabetol. 241 60 181 62 23 39 179 37 142 neurologia 244 112 132 111 49 62 133 63 70 chirurgia plastica 189 53 136 59 29 30 130 24 106 ematologia 171 51 120 53 31 22 118 20 98 chir. Maxillo faciale 129 37 92 51 31 20 78 6 72 malattie infettive 114 31 83 55 33 22 59 -2 61 96 47 49 63 50 13 33 -3 36 neurochir + neurochir ped TIN + neonatologia 216 106 110 197 112 85 19 -6 25 ORL 375 89 286 349 212 137 26 -123 149 pneumologia 75 18 57 75 49 26 0 -31 31 altre specialità mediche (dermatol, med nucl, oncoematol ped) 27 4 23 102 67 35 -75 -63 -12 nefrologia + nefrol ped 40 16 24 71 41 30 -31 -25 -6 radioterapia + radioter oncol oculistica oncologia TOTALE 0 0 0 121 106 15 -121 -106 -15 311 101 210 507 294 213 -196 -193 -3 104 21 83 631 445 186 -527 -424 -103 3.542 1.319 2.223 2.611 1.642 969 931 -323 1.254 21 tabella 1.14 - saldo mobilità discipline di riferimento regionale o provinciale (importi) mobilità passiva provincia di Ferrara mobilità attiva AOU DISCIPLINE DI RIFERIMENTO REGIONALE E/O PROVINCIALE n° totale n° infrareg n° extrareg neuroriabilitazione 6.231.189 1.706.361 4.524.828 40.097 6.220 ematologia 1.724.236 527.536 1.196.700 399.849 247.997 ORL 1.972.514 405.643 1.566.871 739.004 411.828 reumatologia 934.243 566.220 368.023 45.727 endocrinol./diabetol. 613.293 146.135 467.158 59.386 TIN + neonatologia 779.757 440.031 339.725 386.619 chir. Maxillo faciale 510.810 136.858 373.951 chirurgia pediatrica 531.879 256.645 275.234 neurologia 659.753 384.324 neurochir ped + neurochir n° totale n° infrareg n° extrareg 33.877 6.191.092 1.700.141 4.490.951 151.852 1.324.387 279.539 1.044.848 327.177 1.233.509 -6.184 1.239.694 31.395 14.332 888.517 534.825 353.691 28.791 30.596 553.907 117.345 436.562 371.910 14.709 393.137 68.121 325.016 129.438 71.612 57.826 381.371 65.246 316.126 157.905 108.199 49.705 373.974 148.445 225.529 275.430 290.541 142.440 148.101 369.213 241.884 127.329 n° totale n° infrareg saldo importi con mob attiva AOU n° extrareg 1.446.129 764.067 682.061 1.105.806 702.529 403.277 340.322 61.538 278.784 chirurgia plastica 498.305 126.213 372.092 186.607 102.871 83.736 311.698 23.343 288.355 malattie infettive 291.521 125.879 165.641 187.015 118.674 68.341 104.506 7.206 97.300 pneumologia 379.154 115.585 263.569 275.621 169.308 106.313 103.533 -53.722 157.255 nefrologia + nefrol ped 152.418 60.735 91.683 341.454 172.488 168.965 -189.035 -111.753 -77.282 43.675 10.403 33.272 353.454 268.996 84.458 -309.779 -258.593 -51.186 471.145 152.160 318.985 736.221 421.278 314.943 -265.076 -269.117 4.042 0 0 0 837.517 766.589 70.928 -837.517 -766.589 -70.928 90.121 488.265 1.770.123 1.233.493 536.630 6.014.919 11.803.489 8.042.385 5.376.618 2.665.767 altre specialità mediche (dermatol, med nucl, oncoematol ped) oculistica radioterapia + radioter oncol oncologia TOTALE • 578.387 17.818.408 -1.191.736 -1.143.371 9.776.023 638.301 -48.365 9.137.722 per le discipline a larga diffusione, presenti nelle strutture sia dell’ AUSL che dell’ Azienda, si registra un saldo negativo di 998 casi, ai quali corrispondono 9.555.000 euro (tabelle 1.15 e 1.16). Il 46% dei casi (e il 59% dell’importo) è stato gestito nell’ambito della rete regionale. Il saldo negativo ha interessato particolarmente la chirurgia generale, l’ortopedia e la riabilitazione (con una perdita di circa 3.000 casi e oltre 10,3 milioni di euro). 22 tabella 1.15 - saldo mobilità discipline a larga diffusione (dimessi) mobilità attiva AOU ALTRE DISCIPLINE day surgery + day hospital n° totale n° infrareg mobilità attiva AUSL saldo dimessi con mob attiva AOU e AUSL mobilità passiva provincia di Ferrara n° extrareg n° totale n° infrareg n° extrareg n° totale n° infrareg n° extrareg n° totale n° infrareg n° extrareg 0 0 0 1.465 534 931 102 36 66 1.363 498 865 pediatria 800 216 584 53 14 39 379 224 155 474 6 468 medicina generale 323 49 274 785 570 215 873 395 478 235 224 11 nido 202 54 148 338 306 32 340 211 129 200 149 51 ostetr e ginecol + fisiop riprod 668 179 489 672 580 92 1.247 719 528 93 40 53 44 4 40 75 19 56 80 37 43 39 -14 53 lungodegenti 6 0 6 114 71 43 122 96 26 -2 -25 23 UTIC 8 5 3 15 12 3 26 11 15 -3 6 -9 79 10 69 21 7 14 103 77 26 -3 -60 57 geriatria gastroenterologia odontoiatria 0 0 0 0 0 0 10 8 2 -10 -8 -2 104 42 62 0 0 0 117 85 32 -13 -43 30 terapia intensiva 19 6 13 27 24 3 79 50 29 -33 -20 -13 chirurgia toracica 0 0 0 0 0 0 43 32 11 -43 -32 -11 chirurgia vascolare altre spec mediche (*) 59 14 45 0 0 0 107 80 27 -48 -66 18 psichiatria 0 0 0 48 14 34 96 46 50 -48 -32 -16 radiologia 0 0 0 0 0 0 53 51 2 -53 -51 -2 cardiologia 179 43 136 226 166 60 479 301 178 -74 -92 18 urologia + urol pediatrica 142 40 102 241 207 34 497 215 282 -114 32 -146 RRF 140 42 98 3 3 0 537 207 330 -394 -162 -232 ortopedia e traumatol. 244 82 162 739 590 149 2.183 1.357 826 -1.200 -685 -515 chirurgia generale 628 175 453 603 349 254 2.595 646 1.949 -1.364 -122 -1.242 3.645 961 2.684 5.425 3.466 1.959 10.068 4.884 5.184 -998 -457 -541 TOTALE (*) immunologia, farmacologia clinica, medicina del lavoro, allergologia, astanteria, pensionanti, angiologia 23 tabella 1.16 - saldo mobilità discipline a larga diffusione (importi) ALTRE DISCIPLINE day surgery + DH medicina generale mobilità passiva provincia di Ferrara n° totale mobilità attiva AOU n° totale saldo importi con mob attiva AOU e AUSL mobilità attiva AUSL n° infrareg n° extrareg n° infrareg n° extrareg n° infrareg n° extrareg 154.134 50.872 103.262 0 0 0 1.973.156 n° totale 699.851 1.273.304 n° infrareg n° extrareg 1.819.021 n° totale 648.980 1.170.042 2.374.586 1.057.026 1.317.559 836.618 189.272 647.346 2.146.043 1.589.119 556.924 608.075 721.364 -113.290 lungodegenti 753.066 651.247 101.819 73.224 0 73.224 940.199 657.726 282.472 260.357 6.480 253.877 pediatria 659.892 408.154 251.738 795.023 378.597 416.426 72.816 24.595 48.221 207.947 -4.962 212.909 nido 157.697 83.769 73.929 201.582 43.087 158.495 117.786 100.931 16.855 161.671 60.250 101.421 geriatria 227.295 100.739 126.556 156.674 20.821 135.853 112.877 35.997 76.880 42.256 -43.921 86.177 14.036 11.483 2.553 0 0 0 0 0 0 -14.036 -11.483 -2.553 254.611 190.843 63.768 186.128 46.280 139.847 54.328 18.469 35.858 -14.156 -126.093 111.937 odontoiatria gastroenterologia UTIC ost e gine + fisioprip altre spec med (*) 170.121 45.823 124.298 66.043 38.204 27.838 50.499 44.300 6.199 -53.580 36.681 -90.261 2.109.456 1.076.774 1.032.682 1.076.307 250.957 825.350 977.197 814.752 162.445 -55.952 -11.065 -44.887 206.987 156.257 50.731 139.445 33.732 105.713 0 0 0 -67.542 -122.524 54.982 radiologia 82.172 80.099 2.073 0 0 0 0 0 0 -82.172 -80.099 -2.073 psichiatria 262.080 140.515 121.566 0 0 0 70.809 19.711 51.098 -191.271 -120.804 -70.467 chirurgia vascolare 770.980 600.768 170.212 541.552 282.730 258.821 0 0 0 -229.429 -318.038 88.609 chirurgia toracica 280.594 207.737 72.857 0 0 0 0 0 0 -280.594 -207.737 -72.857 cardiologia 2.436.728 1.468.984 967.745 1.188.192 256.115 932.077 915.041 619.837 295.204 -333.496 -593.031 259.536 urologia + urol ped 1.350.250 637.732 712.518 471.440 147.381 324.059 517.034 429.313 87.721 -361.775 -61.037 -300.738 terapia intensiva 1.407.052 1.092.269 314.783 494.747 102.510 392.237 250.830 200.698 50.132 -661.475 -789.061 127.586 RRF 4.044.821 2.332.564 1.712.258 1.147.669 309.095 838.574 5.160 5.160 0 -2.891.992 -2.018.308 -873.684 ortopedia e traumatol. 7.598.614 4.798.241 2.800.374 934.665 337.381 597.284 3.447.488 2.663.994 783.494 -3.216.462 -1.796.866 -1.419.595 7.849.340 2.329.212 5.520.128 1.905.651 603.380 1.302.271 1.742.492 908.838 833.654 -4.201.198 -816.994 -3.384.204 33.164.515 17.521.106 15.643.408 10.214.958 3.039.544 7.175.413 13.393.755 8.833.292 4.560.462 -9.555.802 -5.648.270 -3.907.533 chirurgia generale TOTALE (*) immunologia, farmacologia clinica, medicina del lavoro, allergologia, astanteria, pensionanti, angiologia Figura 1.1 Saldo mobilità provincia di Ferrara 24 1.4 Osservazioni epidemiologiche della sua famiglia dopo il reinserimento in ambiente extra-ospedaliero e a conclusione del periodo di riabilitazione intensiva. Lo sviluppo e la gestione clinica della rete GRACER è affidata ad un gruppo di coordinamento regionale presieduto dal Centro Hub dell’Azienda I Centri della rete GRACER hanno elaborato un sistema di relazioni che permette il trasferimento dei pazienti – in funzione del loro bisogno riabilitativo – nelle diverse strutture della rete e la comunicazione tra le strutture, anche al fine di condividere conoscenze e competenze. Tutte le strutture della rete condividono procedure e un sistema di indicatori clinici e collaborano alla raccolta di dati che alimentano il Registro regionale delle gravi cerebrolesioni. Il Registro Regionale delle Gravi Cerebrolesioni è stato istituito con delibere di Giunta Regionale n° 2588/2003 e 2452/2004 ed è stato progettato dall’Unità Gravi Cerebrolesioni dell’Azienda, che ne cura la gestione. Il registro, avviato nell’aprile 2004, raccoglie in modo prospettico e sistematico i dati su tutte le persone affette da grave cerebrolesione acquisita, ricoverate presso strutture sanitarie nella regione Emilia-Romagna, e consente di disporre di dati precisi sulla incidenza delle GCA a livello regionale, sul fabbisogno riabilitativo ed assistenziale, sui percorsi di cura e sugli esiti. La rete GRACER è raccordata con il sistema regionale di assistenza ai traumi, con la rete della assistenza distrettuale territoriale e con la rete dei servizi sociali. L’Unità Operativa di neuroriabilitazione nel 2010 ha ricoverato 352 pazienti provenienti da altre Province/ Regioni (rispettivamente, 1/3 e 2/3 della mobilità attiva). Ha inoltre soddisfatto la quasi totalità della domanda della Provincia di Ferrara. Il saldo economico a livello provinciale è stato pari a 6,191 milioni di euro (dei quali, oltre 4,5 milioni da altre Regioni). Dal punto di vista demografico ed epidemiologico la Provincia di Ferrara si caratterizza per: • la elevata percentuale di vecchi e l’età avanzata della popolazione, cui si associano frequentemente patologie cronico - degenerative; • l’alta prevalenza di pazienti talassemici; • la frequenza di tumori (in particolare, alta mortalità per tumore del polmone nei maschi); • la frequenza di malattie dell’apparato respiratorio e la mortalità associata; • la significativa frequenza di incidenti stradali con elevata incidenza di eventi mortali. Senza approfondire l’analisi sugli stili di vita, sulle condizioni ambientali, sul quadro socio demografico e sullo stato di salute dei ferraresi (temi sviluppati in modo analitico nell’ambito del Bilancio di Missione dell’Azienda USL), qui ci si sofferma sulle risposte che l’Azienda Ospedaliera fornisce per far fronte ai bisogni di salute della popolazione provinciale e/o regionale che si caratterizzano per la scarsa frequenza e la complessità organizzativa richiesta. Ci si riferisce, cioè, alle funzioni svolte dai centri di riferimento della rete regionale hub e spoke che la programmazione regionale ha attribuito all’Azienda in considerazione dell’esperienza e della competenza maturata nel corso degli anni, in risposta ad un bisogno che supera i confini provinciali e, in alcuni casi, regionali. Neuroriabilitazione delle cerebrolesioni acquisite (GRACER) L’Azienda Ospedaliera è l’unico centro regionale HUB per la riabilitazione delle gravi cerebro lesioni acquisite (GCA). Ogni anno in Emilia-Romagna circa 1300 persone sopravvivono ad una GCA, dovuta in genere a traumi cranioencefalici da incidenti della strada, ma anche ad emorragie cerebrali, ipossia cerebrale od altre cause, e vengono ricoverate presso le unità di Rianimazione o Neurochirurgia in stato di coma. In circa un quarto dei casi, dopo la fase acuta, sono necessari interventi riabilitativi complessi, da effettuare in regime di ricovero. L’ Unità Gravi Cerebrolesioni dell’Azienda coordina la rete assistenziale regionale, organizzata in 4 aree territoriali (Emilia Occidentale, Centrale e Orientale, Romagna) e composta da strutture riabilitative ospedaliere che hanno il compito di realizzare progetti riabilitativi intensivi, di diverso grado di complessità, e da strutture riabilitative territoriali che hanno il compito di rispondere alle necessità del paziente con GCA e Neuroscienze Afferiscono alle neuroscienze la neurochirurgia, la neuroradiologia, la neurologia. L’Arcispedale S. Anna è uno dei 5 centri HUB regionali di neurochirurgia (assieme a: AOU di Parma e di Modena, Azienda Usl di Bologna, Azienda Usl di Cesena). L’Azienda partecipa altresì al Registro Regionale dei Traumi Gravi nell’ambito del SIAT (Sistema Integrato Assistenza Traumi) Emilia Orientale. Il Registro, istituito nell´ottobre 2006 su iniziativa delle sedi regionali di Trauma Center (Bologna, Parma e Cesena) che hanno definito il tracciato record e le regole in base alle quali standardizzare la raccolta delle informazioni, è un flusso informativo nel quale confluiscono dati sui pazienti traumatizzati, sui percorsi assistenziali attivati e sugli esiti delle cure. 25 di ricerca comuni, produrre dati epidemiologici sulle malformazioni congenite a livello nazionale. (Rapporti ISTISAN http://www.iss.it/publ/rapp/cont. php?id=373〈=1&tipo=5&anno=2002). Dal 2000 il Registro si è dotato di un sito WEB ( http:// www.unife.it/imer/ ) che, in maniera interattiva, consente ai partecipanti non solo la visione dei dati epidemiologici globali, ma fornisce anche la possibilità di produrre statistiche ad hoc. Dal 2003 è iniziata una stretta collaborazione con il Servizio Sistema Informativo Sanità e Politiche Sociali della Regione Emilia Romagna. Dal 2004 è stato stabilito un collegamento con la rete regionale dei Servizi di Genetica Medica (http://web. unife.it/progetti/genetica_emilia_romagna) allo scopo di completare i dati sulla patologia malformativa genetica/sindromica e/o cromosomica diagnosticata all’interno della rete. Nel 2010 l’attività di ricovero delle UO di neurologia e neurochirurgia ha comportato, sul bilancio provinciale, un saldo positivo di mobilità di 152 dimessi, equivalenti ad un valore di circa 710.000 euro. Genetica Il Centro di Ferrara è unico HUB della Regione Emilia Romagna per la genetica medica. E’ inoltre, assieme alle Aziende Ospedaliero Universitarie di Bologna, Modena e Parma, hub regionale per la genetica molecolare ed è centro spoke per la citogenetica. L’attività diagnostica, nell’ultimo triennio, è cresciuta significativamente, passando dai 3,4 milioni di euro del 2008 ad un valore di circa 4 milioni. L’Unità di Genetica dell’Azienda ha ideato e gestisce un sito web in cui vengono presentate le prestazioni di genetica fruibili attraverso la rete assistenziale regionale, le tariffe delle prestazioni concordate tra i professionisti, le modalità di accesso ai servizi e una selezione delle principali disposizioni normative sull’istituzione e il funzionamento dei Servizi regionali di Genetica medica. Dall’analisi IMER emerge che la patologia cromosomica rappresenta il 17,1% (131/765) della casistica totale. E’ rilevante l’impatto della diagnostica prenatale collegata ad un’età materna avanzata in continuo aumento (fonte CedAP: 29,7% delle madri pari o superiori a 35 anni). Si conferma un’alta prevalenza di sindromi di Down nei casi con Trisomia 21 concepiti da madri residenti nella provincia di Ferrara e si rileva un incremento della prevalenza nei nati da madri residenti nella provincia di Ravenna. Il rilievo di patologia cromosomica in donne di età inferiore all’età in cui è offerta la diagnosi citogenetica prenatale (30,5%; 40/131) ha confermato l’importanza dell’offerta attiva della diagnosi prenatale, come predisposto nella delibera regionale n.533 (21 Aprile 2008) nel programma percorso nascita. L’Unità Operativa svolge la funzione di coordinamento del Registro delle Malformazioni congenite dell’EmiliaRomagna (Registro IMER). Il Registro ha iniziato l’attività nel 1978 con l’adesione volontaria di pochi centri collaboranti, interessando negli anni tutti i punti nascita della Regione. Dal 1980 il Registro è riconosciuto e finanziato dalla Regione Emilia Romagna con la finalità di produrre dati sulla prevalenza delle malformazioni congenite, di contribuire alla sorveglianza spaziale e temporale, di condurre studi di valutazione su interventi sanitari (screening prenatali e neonatali), di costituire un centro di riferimento epidemiologico e clinico per i difetti congeniti. Dallo stesso anno fa parte del Network Europeo dei Registri delle Malformazioni Congenite (EUROCAT www.eurocat.ulster.ac.uk ) e dal 1995 dell’ International Clearinghouse for Birth Defects Monitoring System (ICBD www.icbd.org ). Grazie a queste collaborazioni è stato possibile valutare l’effetto Cernobyl per quanto riguarda le malformazioni congenite e partecipare a studi di epidemiologia analitica e descrittiva in programmi collaborativi internazionali. In collaborazione con EUROCAT sono state stabilite linee guida per la sorveglianza e per la gestione degli allarmi. Il Registro partecipa inoltre al coordinamento dei Registri italiani delle malformazioni congenite costituitosi presso l’Istituto Superiore di Sanità allo scopo di condividere le esperienze di vari registri, proporre linee La distribuzione dei casi per provincia di nascita mostra che, rispetto ad una media di 18,8 malformati su mille (figura 1.2), Ferrara, con un valore di 24/1.000, è posizionata dietro a Bologna, che ha il picco massimo di 28,8 malformati ogni mille nati. 26 Figura 1.2 - Confronto tra le prevalenze nelle province di nascita e media regionale nel 2007 Dal confronto tra province di residenza (figura 1.3) si evince che Ferrara ha la prevalenza più alta: 22,8/1000, seguita da Forlì e Cesena (22,1) e Bologna (19,8). Figura 1.3 - Confronto tra le prevalenze nelle province di residenza e media regionale nel 2007 Nella tabella 1.17 sono riportate le funzioni proprie del Servizio di Genetica Medica. Terapia intensiva neonatale e del primo anno di vita La TIN dell’Ospedale S. Anna è uno dei 7 centri hub della Regione (AOU di Parma, di Modena e di Bologna, AO di Reggio Emilia, Ospedale degli Infermi dell’AUSL di Rimini e Ospedale Bufalini dell’Azienda Usl di Cesena). L’Unità Operativa serve il bacino d’utenza provinciale e collabora alla copertura della domanda delle Province e delle Regioni limitrofe. Malattie rare L’Arcispedale S. Anna è unico riferimento regionale per la glicogenosi in età adulta e per le anemie ereditarie (talassemia in particolare). E’ inoltre centro di secondo livello (spoke) per la sindrome di Marfan e per le malattie muscolo-scheletriche. 27 Tabella 1.17 - Funzioni del Centro Hub Regionale di Genetica Medica di Ferrara ATTIVITA’ DI FORMAZIONE • • • • Insegnamento nei corsi di Medicina e Chirurgia, scuole di specialità, sede di scuola di specialità in Genetica medica Collaborazione con la locale Università Formazione e aggiornamento dei Medici di Medicina generale, degli Specialisti di differenti discipline e degli altri Operatori sanitari sugli aspetti teorici e applicativi della Genetica medica, anche ai fini dell'appropriata richiesta delle prestazioni erogate Educazione sanitaria alla popolazione su tematiche di interesse genetico ATTIVITA’ CLINICA • • • • • • • • • • • • • • • • • Diagnosi, consulenza genetica e, quando indicato, follow-up delle persone affette da malattie genetiche, malformazioni congenite o difetti di sviluppo ad ogni età e per qualunque apparato corporeo Diagnosi e consulenza genetica e, quando indicato, follow-up delle famiglie / persone a rischio di essere affette da malattie genetiche Consulenze genetiche complesse Consulenza teratologica Consulenza genetica predittiva per le malattie ad insorgenza tardiva nel rispetto dei protocolli vigenti Consulenze genetiche urgenti (es. gravidanza in corso) Consulenze genetiche per specifiche patologie di cui costituisca centro regionale di riferimento (es. emoglobinopatie) Diagnosi e consulenza genetica per i portatori sani, o sospetti tali, di malattie genetiche Progettazione e attuazione dei programmi sanitari eventualmente attivati per specifiche patologie genetiche Audit e participazione al governo clinico Aggiornamento professionale continuo Sviluppo di linee-guida e di protocolli per la diagnosi, consulenza genetica e follow-up degli affetti da malattie genetiche Stretta interazione con i Laboratori di Genetica Partecipazione alle reti nazionali delle patologie genetiche di specifico interesse (ad es. Gruppi di Dismorfologia, Consorzi per le malattie rare, etc.) Attività di ricerca clinica e attivazione dei relativi servizi clinici, biomedici e psicosociali ATTIVITA' DI GENETICA DI COMUNITA' • • • • • • • • • • • • • Consulenza alla progettazione, supporto e coordinamento dei programmi di screening attivati in popolazioni selezionate o nella popolazione generale per specifiche malattie genetiche Consulenza e supporto ai Medici di Medicina generale, agli Specialisti delle differenti discipline e agli altri Operatori sanitari nella gestione delle patologie genetiche di loro competenza Interazione con le associazioni e/o i gruppi di pazienti affetti da malattie genetiche Funzioni di rappresentanza della disciplina nell'ambito degli organismi sanitari istituzionali Partecipazione all'attività di programmazione e di organizzazione dei Servizi di Genetica medica a livello locale, regionale e/o nazionale Coordinamento del Registro Regionale di attività dei Servizi clinici di Genetica Medica Coordinamento del Registro delle Malformazioni congenite dell'Emilia-Romagna (Registro IMER) Partecipazione ai Registro Nazionale delle malattie rare coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità Partecipazione e/o Coordinamento dei Registri Nazionali/Sovranazionali di specifiche malattie genetiche Coordinamento della raccolta dei dati inerenti la qualità delle prestazioni erogate Contributo alla valutazione dell'impatto dei programmi di prevenzione nella popolazione della disabilità e della morbilità associate a geni-malattia Promozione e coordinamento dei registri dei Laboratori di Genetica e interazione con i competenti organi istituzionali di sanità pubblica 28 LABORATORIO SPECIALIZZATO • • • • • • Ricerca mutazioni causative Ricerca polimorfismi associati Analisi linkage con segregazione Coordinamento delle attività di 1° livello Specifica per patologia Coordinamento archivio o per raccolta dati 1.5 Accordo di fornitura contrattazione vera e propria relativamente ai contenuti economici e non economici del contratto; • predisposizione di piani specifici per il riorientamento produttivo relativamente ad attività caratterizzate da bassi livelli di efficienza ed insoddisfacenti rapporti costo/efficacia riferiti ai propri produttori; • verifica della compatibilità economica complessiva, del contenuto degli accordi/contratti sottoscritti, con il bilancio aziendale; • definizione delle modalità di monitoraggio, comprendendo tempi di esecuzione dello stesso e meccanismi correttivi da mettere in atto in caso di mancato rispetto dei contenuti pattuiti; • definizione delle specifiche locali relativamente alle modalità di realizzazione dell’attività di controllo, compreso il debito informativo delle strutture produttrici; • valutazione dei risultati in termini di impatto sulla salute e di rapporto costo-efficacia. • Le responsabilità dei Produttori di prestazioni in materia di accordi/contratti sono state definite in termini di: • adeguamento del proprio sistema informativo a quanto previsto a livello regionale; • produzione e messa a disposizione delle Aziende committenti delle informazioni necessarie alla corretta valutazione delle proprie potenzialità di offerta; • partecipazione alle fasi di definizione dell’accordo contratto, sulla base di quanto previsto dai criteri generali definiti a livello regionale; • predisposizione di piani specifici per il riorientamento produttivo; • verifica della compatibilità economica complessiva del contenuto degli accordi/contratti sottoscritti con il bilancio aziendale/di struttura. L’Accordo triennale, inoltre, fa proprie le scelte e gli obiettivi generali della L.R. 29/2004, del DPCM del 29.11.2001 (LEA) e dell’allegato 7 della DR 1121/2006 in termini di: Per l’anno 2010 si conferma la validità dell’Accordo di Fornitura triennale sulla produzione delle Aziende Sanitarie della Provincia di Ferrara, siglato nel 2008; tale accordo si richiama ai principi e agli adempimenti contenuti della delibera regionale n. 426/2000 recante “Linee guida e criteri per la definizione degli accordi e la stipula dei contratti, ai sensi del D.Lgs 502/92, così come modificato da D.Lgs 229/99 e dalle leggi regionali 34/99 e 29/05. Vengono riportate di seguito le responsabilità specifiche delle Aziende Committenti: • valutazione del bisogno di salute e della domanda espressa dalla popolazione di riferimento relativamente alle attività di base; • definizione delle priorità nell’ambito degli indirizzi regionali anche in relazione agli aspetti di appropriatezza e di rapporto costo/efficacia oltre che agli aspetti di compatibilità economica; • individuazione dei livelli e delle modalità erogative più appropriate per garantire una soddisfacente risposta ai bisogni di salute della popolazione di riferimento; • analisi delle potenzialità di offerta propria e degli altri produttori, in particolare, oltre alle valutazioni legate alla coerenza rispetto alla programmazione e all’accreditamento, relativamente agli aspetti di: • efficienza allocativa delle risorse; • definizione dei servizi da rendere, con particolare riguardo ad accessibilità, appropriatezza clinica ed organizzativa, tempi di attesa e continuità assistenziale; • definizione delle tipologie e dei volumi di attività da acquisire, sia da parte di produttori interni che da altri produttori; • orientamento della produzione da parte degli erogatori interni e definizione formalizzata degli accordi/contratti con i produttori esterni, compresa la fase di condivisione con tutte le categorie di produttori interessate degli aspetti precedentemente citati e la fase di 29 La predisposizione e la rimodulazione dell’offerta di prestazioni si basano su: a. progettualità e programmazione comuni, b. condivisione degli obiettivi, c. condivisione di doveri e responsabilità. Tali criteri mirano a rendere effettivi l’integrazione e il coordinamento di segmenti operativi e organizzativi delle due Aziende e delle relative attività gestionali e assistenziali, in ordine al raggiungimento degli obiettivi di appropriatezza, qualità e compatibilità economica, e con la significativa riduzione del tasso standardizzato di ospedalizzazione. Il tasso standardizzato di riferimento per il 2010, che le due Aziende intendono conseguire attraverso le azioni comuni messe in atto, dovrà tendere a quello medio regionale. Per l’anno 2010 le due Aziende hanno confermato quanto definito nell’accordo siglato nel 2008. Viene ribadito l’impegno congiunto verso il controllo dei livelli di appropriatezza sia dei ricoveri ordinari che dei ricoveri diurni. Si è pervenuti anche ad una condivisa interpretazione in materia di specialistica ambulatoriale. Su quest’ultima l’accordo ha previsto un finanziamento necessario per incrementare il numero di prime visite (soggette a monitoraggio dei tempi di attesa) da inserire in specifici “pacchetti di garanzia” mirati a mantenere l’adeguatezza dei tempi di attesa delle prestazioni da erogare. Si è inoltre convenuto di attivare, per disciplina, specifiche commissioni interaziendali di professionisti, aventi lo scopo di definire protocolli condivisi di appropriatezza clinica relativa alle visite di controllo e alle visite aggiuntive erogate dalle funzioni Hub. affermazione del ruolo centrale del sistema delle cure primarie e sviluppo di processi di riconversione dell’offerta; • miglioramento della qualità e garanzia di equità di accesso attraverso il sistema delle reti cliniche integrate, puntando all’integrazione piuttosto che alla competizione e alla valorizzazione delle competenze distintive di ogni struttura, sia per branche specialistiche d’eccellenza, sia per livello erogativo; • programmazione dell’offerta dei servizi adeguata a soddisfare la domanda espressa dalla popolazione residente e realizzazione delle condizioni per l’autosufficienza territoriale, in rapporto ai livelli essenziali di assistenza che devono essere assicurati a tutti i cittadini. L’accordo riafferma infine il principio dell’utilizzo appropriato delle risorse, con particolare riferimento all’appropriatezza della sede e delle modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie quale garanzia di qualità per il cittadino e obiettivo del professionista. Date tali premesse, l’Accordo di fornitura della Provincia di Ferrara per il triennio 2008-2010, sottoscritto dai legali rappresentanti dell’ Azienda USL di Ferrara e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara, prevede che la prima svolga nei confronti della seconda la propria funzione di committenza attraverso una richiesta complessiva puntuale di prestazioni sanitarie di ricovero e di specialistica ambulatoriale, di politica del farmaco e di altre attività e servizi rientranti nel capitolo definito dalle parti come “prestazioni a latere”. • 30 Ex Arcispedale S. Anna - I Leoni in una collocazione inconsueta: originariamente posti sull’ingresso vicino alla Chiesa di San Carlo, furono spostati durante i lavori di ampliamento della facciata su Corso Giovecca 31 2 Profilo aziendale 2.1 Sostenibilità economica, finanziaria e patrimoniale 2.1.1 Sostenibilità economica La sostenibilità economica è rappresentata per mezzo di indici di bilancio che consentono: • di valutare l’incidenza sul risultato economico dell’esercizio delle diverse cause gestionali; • di valutare l’incidenza dei costi dei vari fattori produttivi sui ricavi aziendali; • di analizzare il mix dei costi dei fattori produttivi aziendali. Risultato Netto di Esercizio ANNO 2008 -2.098.609 ANNO 2009 -3.129.293 ANNO 2010 -2.990.988 La Delibera di Giunta 234 del 08.02.2010 “Finanziamento del Servizio sanitario regionale per l’anno 2010” recita che, per il 2010, l’equilibrio economico finanziario costituisce vincolo e obiettivo sia per il Servizio sanitario regionale che per le singole aziende e rimanda, nelle more dell’adozione di ulteriori atti formali, al contenuto della nota della Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali P.G. 2010/503 del 04.01.2010. Detta nota prevede che la condizione di equilibrio per le aziende regionali viene definita a partire dal risultato di esercizio, al netto delle sole quote di ammortamento per beni mobili ed immobili già presenti in inventario al 31.12.2007 e non coperti da finanziamento pubblico. In realtà il Bilancio d’ Esercizio 2010 si attesta su una perdita di Euro 2.990.988 superiore a quella fissata con la Delibera di Giunta citata; questo per effetto della successiva delibera regionale n. 536 del 18.04.2011che consente all’azienda di vedersi riconoscere come garantito l’equilibrio di bilancio nella modalità definita a livello nazionale (risultato d’esercizio pari o superiore alle quote d’ammortamento di tutti i beni a utilità ripetuta al 31.12.2010). Poichè detto importo nel 2010 è pari a Euro 2.992.564 l’obiettivo è stato raggiunto. Incidenza dei risultati della gestione caratteristica e non caratteristica sul risultato netto (fonte:riclassificato regionale) ANNO 2007 Risultato Operativo Caratteristico ANNO 2008 ANNO 2009 ANNO 2010 -172 -895 -1993 -2108 Risultato Netto -2891 -2099 -3129 -2991 Risultato Netto/ROC * 100 5,9% 42,6% 63,7% 70,5% 32 L’indicatore analizza il contributo della gestione caratteristica al risultato d’esercizio nonché in quale misura il risultato sia influenzato da operazioni atipiche od occasionali. La gestione non caratteristica riguarda la gestione finanziaria, la gestione straordinaria, la gestione atipica e gli oneri fiscali. Nell’anno 2007 si rileva una riduzione, quasi un azzeramento del ROC rispetto al Risultato netto. Questo significava un rilevante impatto della gestione extracaratteristica sul Risultato Netto. Nel 2008 e nel 2009 si ha una crescita dell’incidenza della gestione caratteristica, che si rileva anche nel 2010. Nel quadriennio, quindi, la gestione non caratteristica incide sempre negativamente sul risultato dell’esercizio, ma in modo decrescente. Risultati netti di esercizio / Risultati complessivi regionali (fonte:riclassificato regionale) ANNO 2007 Risultato Netto Risultati complessivi regionali RN/RIS COMPL REG ANNO 2008 ANNO 2009 ANNO 2010 -2.891 -2.099 -3129 -2991 -159.033 -77.242 -140.240 -119.393 1,8% 2,7% 2,2% 2,5% Nel 2008 il disavanzo aziendale migliora rispetto al 2007, tuttavia aumenta l’incidenza sul disavanzo complessivo regionale in quanto quest’ultimo è dimezzato rispetto al 2007. Nel 2009, il disavanzo aziendale aumenta ma in maniera proporzionalmente inferiore all’aumento del complessivo disavanzo regionale, pertanto l’indicatore migliora. Nel 2010, invece, a fronte del calo del disavanzo aziendale, si registra un calo più che proporzionale del disavanzo regionale, che determina un aumento della percentuale di incidenza del risultato netto sul totale complessivo regionale. Risultati della gestione caratteristica (ROC) / ricavi disponibili (fonte:riclassificato regionale) ANNO 2007 Risultato Operativo Caratteristico Ricavi Disponibili ROC/RICAVI DISP ANNO 2008 ANNO 2009 ANNO 2010 -172 -895 -1.993 -2.108 252.558 257.058 263.710 265.703 -0,1% -0,3% -0,8% -0,8% 33 Principali aggregati di fattori produttivi/ ricavi disponibili (fonte:riclassificato regionale) ANNO 2007 ANNO 2008 ANNO 2009 ANNO 2010 23,3% 23,8% 24,3% 23,8% 3,7% 4,1% 4,7% 4,6% 16,4% 16,9% 16,4% 16,6% 2,8% 2,2% 2,0% 2,1% 53,9% 53,3% 53,4% 53,8% Beni consumo/Ricavi disponibili Beni strumentali/Ricavi disponibili Servizi/Ricavi disponibili Costi amm.vi e gen. e accant./Ricavi disponibili Costo del lavoro/Ricavi disponibili Come evidenziato dal grafico la voce che incide maggiormente sui ricavi è il costo del lavoro, che risulta in leggera crescita rispetto al 2009. 34 Composizione percentuale dei costi di esercizio annuali (fonte:riclassificato regionale) ANNO 2007 TOTALE COSTI Consumo beni acquistati/Totale costi ANNO 2008 ANNO 2009 ANNO 2010 252.730 257.953 265.703 267.811 23,3% 23,7% 24,1% 23,6% Servizi sanitari/Totale costi 3,3% 3,8% 3,9% 3,9% Servizi non sanitari/Totale costi 9,4% 9,6% 9,1% 9,6% Beni strumentali/Totale costi 3,7% 4,1% 4,6% 4,6% Manutenzioni/Totale costi 3,7% 3,4% 3,2% 3,0% Costi amm.vi e generali/Totale costi 2,0% 2,1% 1,9% 1,8% Accantonamenti/Totale costi 0,8% 0,1% 0,1% 0,2% Costo del lavoro/Totale costi 53,8% 53,2% 53,1% 53,3% 35 Nel 2008 aumenta il costo dei servizi non sanitari per l’adeguamento Istat dei prezzi di alcuni servizi appaltati e l’incremento dei prezzi dell’energia elettrica; mentre nel 2009 si registra un calo dell’incidenza degli stessi legato principalmente a politiche di risparmio energetico e alla nuova regolamentazione di accesso alla mensa aziendale. Nel 2010 il dato è stabile. Nel 2009 e nel 2010 la diminuzione del costo delle manutenzioni è legata principalmente ad un calo degli interventi agli immobili visto l’imminente trasferimento al Nuovo Ospedale. 36 2.1.2 Sostenibilità finanziaria Rendiconto finanziario di liquidità SCHEMA DI RENDICONTO DI LIQUIDITA’ DEL BILANCIO D’ESERCIZIO 2007-2008-2009 (FONTI - IMPIEGHI) DISPONIBILITA’ LIQUIDE INIZIALI a) Cassa b) + Istituto Tesoriere c) + c/c postale d) - debiti vs Istituto Tesoriere TOTALE DISPONIBILITA’ LIQUIDE INIZIALI ANNO 2008 ANNO 2009 ANNO 2010 12.719 25.416 32.351 2.528.676 12.460 2.107.646 5.743 24.836 5.829 -3.925.001 ANNO 2008 ANNO 2009 ANNO 2010 -2.098.609 -3.129.293 -2.990.988 7.632.512 7.598.331 7.438.114 -4.488.649 -4.495.921 -4.445.550 -5.819.096 876.410 -950.388 -517 -1.190 798 GESTIONE CORRENTE a) Risultato economico dell’esercizio b) + ammortamenti c) - quota utilizzo contributi in c/capitale d) + accantonamenti al “Premio operosita’ medici SUMAI” e) + accantonamenti per rischi e oneri f) +/- minusvalenze da svalutazioni contabili e plusvalenze da rivalutazioni contabili g) +/- minusvalenze da cessione e plusvalenze da cessione h) +/- altri costi non monetari e altri ricavi non monetari i) +/- sopravvenienze e insussistenze j) - incrementi di immobilizzazioni per lavori interni k) +/- variazione scorte -539.591 747.196 -2.604.302 l) +/- variazione crediti “non finanziari” 32.367.797 -9.437.933 15.665.194 m) +/- variazione ratei e risconti attivi -1.353.327 -32.281 1.387.673 n) +/- variazione debiti “non finanziari” -23.328.602 70.265.400 6.885.991 o) +/- variazione ratei e risconti passivi 567.357 1.519.644 -2.593.671 37 TOTALE NET CASH GESTIONE CORRENTE 2.939.275 63.910.363 17.792.871 GESTIONE EXTRACORRENTE 1) FONTI per disinvestimenti a) di immobilizzazioni immateriali e materiali 281.327 b) di immobilizzazioni finanziarie e varie 2) FONTI per nuovi finanziamenti a) da mutui TOTALE FONTI 1) 38.000.000 b) da contributi in c/c capitale 9.822.075 40.250.634 116.604 10.187.753 -54.192.197 -53.310.222 -35.188.685 -4.951.387 -4.708.630 -3.971.122 -59.143.584 -58.018.852 -39.159.807 b) in immobilizzazioni finanziarie e varie IMPIEGHI per rimborsi di finanziamenti a) da mutui TOTALE IMPIEGHI 2.250.634 IMPIEGHI per nuovi investimenti a) in immobilizzazioni immateriali e materiali 2) 116604 b) da altri finanziamenti diretti CONTRIBUTI Contributi per ripiano perdite 9.544.248 DISPONIBILITA’ LIQUIDE FINALI a) Cassa 25.416 32.351 39.176 b) + Istituto Tesoriere 12.460 2.107.646 12.460 c) + c/c postale 24.836 5.829 49.155 d) - debiti verso Istituto Tesoriere TOTALE DISPONIBILITA’ LIQUIDE FINALI Q U A D R AT U R A : C a s s a I.+Net Cash G.C.+Net Cash G.E.+Contrib - Cassa F. 38 -3.925.001 -9.134.148 -3.862.289 2.145.826 -9.033.357 0 0 0 Debiti medi per forniture in conto esercizio. ANNO 2008 Giorni di pagamento ANNO 2009 315 ANNO 2010 290 39 297,5 cassa del 2010 è quello relativo alla Delibera di Giunta Regionale 1861 del 29.11.2010, con il quale è stato regolato a saldo il credito residuo relativo al finanziamento del Servizio Sanitario Regionale anno 2008 ed assegnato un acconto a valere sul finanziamento per l’anno 2010. Il trasferimento di cassa erogato a favore dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara sulla base di detto provvedimento ammonta ad Euro 7.937.684,76, che ha consentito il pagamento ai fornitori delle fatture emesse nel mese di Gennaio 2010, chiudendo l’esercizio con tempi di pagamento di circa 230 giorni dalla scadenza. Sono, inoltre, state concluse alcune transazioni con i fornitori per la definizione o l’abbuono degli interessi passivi. Sul ritardo nei pagamenti continua a pesare, comunque, l’ingente credito vantato nei confronti dell’Azienda territoriale che a fine 2010 ammontava ad oltre 47,196 milioni di Euro. La pressione esercitata dai fornitori per il recupero del credito scaduto continua ad aumentare anche a causa della crisi finanziaria che ha colpito la generalità delle aziende private. Risulta, inoltre, in progressiva crescita la richiesta di riconoscimento di interessi passivi. Con delibera 2261 del 28.12.2009 la Regione ha stabilito l’anticipazione mensile di cassa a titolo di Fondo Sanitario Regionale 2010: la rimessa mensile è passata da Euro 25.244.865,00 ad Euro 17.411.073,00. Con delibera di Giunta regionale n. 353 dell’8.02.2010 sono state ripartite le risorse finanziarie destinate alla garanzia dell’equilibrio economico-finanziario per il 2009, trasferendo per cassa all’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara la somma di Euro 19.300.000,00. Questo ha permesso il mantenimento, nei primi mesi del 2010, di tempi di pagamento che si aggirano sui 285 giorni dal ricevimento della fattura (195 giorni dalla scadenza). Con Delibera n. 1157 del 26.07.2010 la Giunta Regionale ha disposto l’adeguamento dell’entità dell’anticipazione mensile di cassa per il 2010 ed il trasferimento di ulteriori disponibilità che, per l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara, ha comportato l’erogazione di circa tre milioni di Euro mensili in più a partire dal mese di Agosto 2010 ed un acconto di mobilità interregionale 2008 di poco più di 500 mila Euro. L’unico ulteriore intervento straordinario regionale di 2.1.3 Sostenibilità patrimoniale Stato Patrimoniale riclassificato in chiave finanziaria. 2009 Liquid. immediate e differite Scorte Immobilizzazioni TOTALE ATTIVITA’ ATTIVITA’ PASSIVITA’ 27% 58% Finanziamenti a breve 2% 18% Finanziamenti a m/l termine 70% 24% Patrimonio Netto 100% 100% TOTALE PASSIVITA’ 40 2010 Liquid. immediate e differite Scorte Immobilizzazioni TOTALE ATTIVITA’ ATTIVITA’ PASSIVITA’ 22% 60% Finanziamenti a breve 3% 16% Finanziamenti a m/l termine 75% 24% Patrimonio Netto 100% 100% TOTALE PASSIVITA’ Nell’anno 2010 aumentano le immobilizzazioni per effetto dell’incremento di quelle in corso per la costruzione del Nuovo Ospedale di Cona e per l’acquisto di nuove attrezzature sanitarie. Si evidenzia, negli anni, un preoccupante indebitamento a breve termine finanziato solo in parte (meno della metà) dalle disponibilità liquide e differite. Grado di copertura degli investimenti attraverso contributi pubblici. Situazione al 31.12 di ogni anno. ANNO 2008 CONTRIBUTI C/CAPITALE/ INV. IMM. MAT. NETTE 0,57 41 ANNO 2009 0,46 ANNO 2010 0,44 La diminuzione del grado di copertura degli investimenti attraverso contributi pubblici deriva dal fatto che la maggior parte dei nuovi investimenti non e’ finanziata da contributi in conto capitale, ma da mutui e alienazioni. Valore assoluto nuovi investimenti: Immobilizzazioni immateriali Fabbricati indisponibili 2008 2009 2010 173.460 186.404 151.611 33.994 105.885 4.676 Impianti e macchinari 91.523 16.830 Attrezzature sanitarie 1.396.368 2.365.306 851.961 91.369 21.006 1.332.498 Mobili e arredi Mobili e arredi di valore artistico Beni strumentali diversi Immobilizzazioni in corso e acconti 15.493 358.070 99.087 206.716 52.042.101 50.525.642 32.722.110 Totale nuovi investimenti imm. 54.186.885 53.335.653 35.269.572 Totale investimenti lordi imm. 314.675.575 366.198.316 399.500.446 0,17 0,15 0,10 NUOVI INVESTIMENTI IMM./ TOT. INV. LORDI I nuovi investimenti si mantengono elevati nel triennio per effetto degli stati d’avanzamento dell’erigendo Polo di Cona. Detti stati d’avanzamento, tuttavia, hanno subito un calo di importo nell’anno 2010, in quanto trattasi ormai di lavori di rifinitura a completamento del nosocomio la cui apertura è prevista nel 2011. 42 43 Grado di obsolescenza del patrimonio aziendale Il valore di questo indicatore è sostanzialmente stabile nel triennio; va letto in correlazione con l’indicatore precedente ed è fortemente influenzato anch’esso dall’investimento in corso nella costruzione del nuovo ospedale. Immobilizzazioni immateriali Terreni 2008 2009 2010 996.452 843.492 641.082 Fabbricati 57.007.779 54.779.015 52.215.587 Impianti e macchinari 15.974.181 15.220.855 14.450.698 Attrezzature sanitarie 13.408.887 12.817.771 10.629.526 Mobili e arredi 831.758 699.940 1.884.428 3.070.747 2.690.165 2.453.013 Immobilizzazioni in corso e acconti 134.629.535 184.579.993 217.107.468 Totale Immobilizzazioni immateriali e materiali al netto fondi amm.to 225.919.339 271.631.231 299.381.802 Totale investimenti lordi imm. 314.675.575 366.198.316 399.500.446 0,72 0,74 0,75 Beni strumentali diversi VALORE LORDI RESIDUO/TOTALE INVESTIMENTI 44 2.2 Impatto sul contesto territoriale 2.2.1 Impatto economico L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara contribuisce allo stato occupazionale della provincia con un numero di lavoratori che, al 31.12.2010, risulta pari a 2.836, di cui 2.551 dipendenti ospedalieri (a tempo determinato o indeterminato), 138 incarichi libero-professionali e borse di studio e 147 dipendenti universitari convenzionati. Nella figura sottostante viene riportato il dato occupazionale dell’Azienda a confronto con l’occupazione della Provincia di Ferrara. Come si osserva, il contributo dell’Ospedale all’occupazione è in netta controtendenza rispetto all’andamento provinciale, ed in particolare si accentua nel 2010 (dati 2004-2010 desunti dai dati ISTAT elaborati dalla RER). N. di dipendenti dell’Azienda / totale occupati nell’ambito territoriale ** % 2010 2009 2008 1,8536% 1,7780% 1,7888% Dall’analisi delle tavole seguenti si osservano: - un significativo decremento degli universitari; - una riduzione dei dipendenti residenti nel comune di Ferrara; - un aumento dei dipendenti stranieri; - un incremento dei dipendenti occupati in categorie protette 45 Unità di personale totale e suddiviso per rapporto di dipendenza N. dipendenti SSR Universitari 2010 2009 2008 2551 2529 2526 147 166 163 138 132 119 Altro personale (incarichi libero professionali, Co.Co.Co., assegnisti, borsisti) N. di dipendenti dell’Azienda residenti nell’ambito territoriale N. dipendenti azienda N. dipendenti residenti nel Comune di FE % 2698 2405 89,14% 2695 2495 92,58% 2689 2433 90,48% 2010 2009 2008 N. totale di lavoratori stranieri* Lavoratori stranieri intra Unione Europea extra Unione Europea per “stranieri” si intende nati all’estero 2010 2009 2008 16 21 16 18 10 12 34 31 28 Numero dipendenti occupati nell’ambito di categorie protette n. totale 2010 2009 2008 54 53 43 Tabella 2.1 - Costo del personale dipendente (Con oneri sociali - escluso IRAP). ANNO 2010 € 128.431.252 ANNO 2009 € 125.776.945 ANNO 2008 € 122.651.370 Tabella 2.2 - Spesa personale universitario convenzionato ANNO 2010 € 5.758.393 ANNO 2009 € 5.901.743 ANNO 2008 € 6.637.847 Il contributo dell’azienda all’economia del territorio viene ulteriormente apprezzato in base all’indotto in termini di volume dei beni e servizi acquistati da aziende presenti sul territorio della provincia e della regione, nonché in base al volume degli emolumenti corrisposti dall’Università ai ricercatori e ai docenti. Tabella 2.3 - Emolumenti corrisposti dall’Università a ricercatori/docenti universitari in convenzione nell’anno 2010 (importi lordi comprensivi di oneri a carico ente) Tipologia Importi Docenti € 5.755.269 Ricercatori € 3.593.213 Assistenti € 84.674 Totale € 9.433.156 46 Acquisti di Beni e Servizi I costi sostenuti dall’Azienda per acquisto di beni e servizi da imprese produttive con sede nella provincia ammontano per il 2009 a Euro 10.007.572, mentre quelli per acquisto di beni e servizi da imprese produttive con sede legale nella regione (escluso Ferrara): Euro 41.074.785. 2.2.2 Impatto sociale dell’anno sono stati 40 per un valore di Euro 115.773; le donazioni e i contributi ricevuti da fondazioni di origine bancaria e da altri soggetti sono invece stati 14 per un valore di Euro 90.549. Gestione dei rapporti con le associazioni di volontariato convenzionate L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara considera il contributo delle Associazioni di Volontariato fondamentale per lo svolgimento delle attività di collaborazione con le Unità Operative e per facilitare i rapporti degli utenti con l’Arcispedale S. Anna. Tale collaborazione si basa sul convenzionamento delle Associazioni a seguito di partecipazione a bando emesso dall’Azienda, nel quale si evidenzia il bisogno delle diverse Unità Operative. Il bando 2009-2010 ha consentito il convenzionamento di 10 Associazioni, impegnate in attività di supporto quali: visita ai piccoli pazienti ricoverati e aiuto nello svolgimento delle loro attività quotidiane; supporto psicologico; prestito di giochi e libri; compagnia; conversazione; gioco, disegno e lettura; aiuto ai piccoli pazienti nella consumazione dei pasti, chiedendo preventivamente il parere del personale; presenza a fianco dei bambini in caso di familiari impossibilitati a svolgere tale attività; clown terapia. A novembre 2010 è stato pubblicato il bando per il biennio 2011-12, al quale hanno partecipato 11 Associazioni. L’Azienda inoltre mette a disposizione delle Associazioni di Volontariato che svolgono attività socio-sanitarie a supporto del cittadino e della comunità locale appositi spazi all’interno del S. Anna, da allestire per la Promozione di campagne informative o di raccolta fondi, così da consentire loro di farsi conoscere sul territorio, promuovere la cultura del volontariato e della solidarietà, trovare nuovi volontari e reperire risorse utili al proprio sostentamento. Nel 2010 sono state soddisfatte 45 richieste di spazi per un totale di 67 giornate di campagne effettuate. Tutta l’attività delle Associazioni è coordinata dall’URP. 2.2.3 Impatto culturale Valorizzazione dei beni storico-artistici L’Azienda partecipa al progetto di valorizzazione dei beni storico-artistici delle Aziende Sanitarie regionali per la costituzione del “sistema museale della sanità” promosso e sostenuto dall’Assessorato regionale alla Sanità ed in collaborazione con l’Istituto Beni Culturali. Le attività, avviate nel 2000, si concretizzano su un insieme di beni particolarmente a rischio allo scopo di favorirne una più opportuna conoscenza, conservazione e valorizzazione. Grazie a questo lavoro di ricognizione si è potuto dare un primo momento di visibilità pubblica con la mostra “Le arti della Salute. Il patrimonio culturale e scientifico della sanità pubblica in Emilia Romagna” allestita nel 2005 e con la realizzazione del relativo volume-catalogo. Nel 2010 si è costituito un gruppo di lavoro all’interno dell’ Azienda attraverso la collaborazione tra la Biblioteca di Scienze della Salute e l’Ufficio Inventario Beni Mobili del Magazzino Centrale realizzando una catalogazione scientifica del patrimonio storico – artistico presente presso l’Arcispedale S. Anna. E’ stato effettuato un lavoro di individuazione e raccolta fotografica di dipinti, sculture ed arredi di pregio, localizzando e schedando le opere di maggior interesse culturale. Al termine del lavoro si è creato uno schedario dei beni inserendo il numero d’inventario, l’ubicazione, la tipologia del bene, una descrizione sintetica e le condizioni di conservazione. Infine l’Istituto Beni Culturali ha effettuato un esame della documentazione prodotta, anche attraverso la visione diretta delle opere. La catalogazione effettuata ed integrata scientificamente verrà inserita nella banca dati dell’Istituto Beni Culturali, in un portale che documenterà l’intero progetto all’interno del sito Saluter dell’Assessorato regionale alla Sanità ed infine verrà realizzata una guida - itinerario. Lasciti e donazioni Il riconoscimento della funzione sociale dell’Azienda è un aspetto che presenta oggettive difficoltà di misurazione. Si ritiene però che esso possa essere ragionevolmente stimato attraverso i segnali di ritorno trasmessi dalla comunità e costituiti da lasciti e donazioni ricevuti sia dai cittadini, che da fondazioni di origine bancaria o da altri soggetti. I lasciti e donazioni ricevuti dai cittadini nel corso Evoluzione dell’ospedale S. Anna nella città di Ferrara Nel corso del 2010 è stato implementato un progetto sullo studio dell’evoluzione funzionale e architettoni47 Erculea furono costruiti case e palazzi (tra cui Palazzo Roverella) nel nuovo territorio cittadino e venne interrato il canale della Giovecca: l’ospedale venne quindi a trovarsi al centro della città, ma rimase chiuso in una morsa di edifici che ne rendevano impossibile l’espansione. Il ricovero indifferenziato, l’imprecisa identificazione della malattia e l’ambigua definizione della cura del corpo (vitto appropriato, tisane, salassi) vennero superati solo a partire dal Settecento. La rivoluzione dell’istituzione ospedaliera non nacque dal concetto di carità, ma dalla nuova scienza, dallo studio delle malattie, dalla ricerca delle sue cause e non dalla semplice cura degli effetti; la Scuola medica ferrarese denunciava la mancanza di regole per l’ammissione e la gestione dei malati, lamentava l’ubicazione e le caratteristiche strutturali degli edifici -con soffitti bassi, finestre collocate in alto e conseguente scarsa ventilazione e penetrazione dei raggi solari. In Europa, in particolare in Francia e Inghilterra, stava già avvenendo un ripensamento della struttura stessa degli ospedali, ma nel caso di Ferrara si dovrà aspettare l’inizio del XX° secolo per rendersi conto dell’importanza di una struttura adeguata al continuo progredire della scienza medica. Il S. Anna era strutturato in tre corpi: anteriore, centrale e posteriore. Nel primo, caratterizzato dalla Chiesa di S. Anna e da due grandi corti, comunicanti tra loro, trovavano collocazione la Sala delle Donne, le stanze di medici e infermieri e alcuni locali di servizio; nel corpo centrale, che ruotava attorno al “Chiostro della Bugadara”, si trovavano la cucina, locali per il falegname, il fabbro e una delle degenze degli uomini: la Sala Alta o Prima Sala, che prendeva questa doppia denominazione per l’altezza del soffitto e perché era il primo ambiente che si incontrava entrando dalla scala di accesso al vestibolo. In questo salone, diviso in tre navate da due file di pilastri, erano ospitati i malati cutanei e contagiosi. Formando una pianta a “T” si collegava, tramite ampia scalinata, con la Sala Maggiore del corpo posteriore. Più a nord, affacciati su altri due chiostri che separavano l’ospedale dalle proprietà dei Gesuiti, si trovavano una piccola chiesetta e il cimitero dell’ospedale. Nel 1760 l’ospedale poteva accogliere 74 degenti. All’inizio del XIX secolo, l’ospedale divenne punto di riferimento per malati anche forestieri, tanto da essere chiamato prima “Magnum” e poi “Arcispedale”. Ravvisata la necessità di ampliamenti, venne trasformata la Chiesa di S. Anna (già chiusa al culto nel 1808): vennero realizzate al piano terra delle botteghe, mentre al primo piano una nuova Sala Donne, sopraelevando e rifacendo la facciata su Corso Giovecca. Fu prevista anche una scalinata monumentale nel cortile di ingresso per accedere ca dell’ospedale, in relazione ai cambiamenti storici e culturali che hanno caratterizzato la città di Ferrara. Il progetto è stato gestito in seno alla direzione generale e coordinato da un pool di esperti essenzialmente composto da: un medico con conoscenze approfondite sulla storia del S.Anna, la responsabile della biblioteca aziendale e professionisti del servizio tecnico; è stata inoltre istituita una borsa di studio, vinta da una laureata in architettura con competenze specifiche in materia. Le progettualità e le finalità dell’iniziativa erano partite già nell’anno 2009. L’Arcispedale S.Anna di Ferrara è alla vigilia di una trasformazione epocale: con la costruzione del nuovo ospedale di Cona, il suo ruolo di “ospedale per la città dentro la città” muterà completamente nell’organizzazione, nella distribuzione delle funzioni, nel rapporto con i cittadini e con i malati dando nuova percezione di sé come monumento e divenendo uno dei poli centrali di riqualificazione e recupero della grande area del centro storico. Un mandato impegnativo, moderno e stimolante, in risposta ad una città che vuole rinnovarsi rispettando la memoria del passato: in un’ottica di reinterpretazione globale dell’istituto ospedaliero, infatti, è importante capire le sue vicissitudini, ed è questa la motivazione che ha spinto la Direzione Generale dell’Azienda ad iniziare un percorso di ricerca storica, che potesse aiutare a comprendere l’adattamento progressivo della struttura e dell’organizzazione al mutare delle condizioni sociali ed economiche della città. Lo studio dell’“Evoluzione dell’ospedale nella città di Ferrara e valorizzazione del patrimonio storico-artistico” è stato il primo step di questa analisi, che ha permesso di ricostruire, sia dal punto vista architettonico che sanitario, i fatti riguardanti il vecchissimo Ospedale e scoprire le analogie fra il passato ed il presente: da quelle politiche ed economiche a quelle tecniche. La città di Ferrara e il suo Ospedale sono legati da oltre seicento anni; in un secolo in cui l’assistenza ospedaliera possedeva una connotazione primitiva, derivante dalla necessità, dei governanti locali, di dare ospitalità ai bisognosi, poveri e pellegrini, l’allora Vescovo di Ferrara Giovanni Tavelli da Tossignano si prodigò per la fondazione di un “ospedale grande ed unico”, che riunisse le numerose istituzioni caritatevoli sparse per il territorio. L’ospedale doveva sorgere in un luogo di ampio respiro, lontano da corsi d’acqua putrescenti e agglomerati di case, e offrire la possibilità di futuri ampliamenti. L’edificio adatto allo scopo venne individuato in prossimità della Porta del Leone, a nord delle mura, oltre il canale della Zodeca: il piccolo Monastero di S. Anna, che esisteva già nel 1295 per opera dell’Ordine terziario francescano. In un solo anno i lavori potevano dirsi conclusi. Dopo l’Addizione 48 al vecchio reparto donne, destinato ora ad infermeria. A partire dal 1860 furono avviati importanti lavori di ampliamento e restauro, come ad esempio l’apertura su Via Borgo dei Leoni per alleggerire Corso Giovecca dall’ingombrante traffico ospedaliero. Ai primi del Novecento l’ospedale disponeva di 360 posti letto, aumentabili al bisogno. Tuttavia, la situazione divenne ben presto insostenibile, a causa dei bisogni sempre crescenti dovuti all’aumento continuo della popolazione e delle esigenze dei nuovi metodi scientifici in campo sanitario; esigenze che richiedevano non solo una maggiore quantità di locali disponibili ma anche la radicale trasformazione di tutto il sistema esistente: un restauro sarebbe stato inutilmente dispendioso e non risolutivo. Con un decreto del 9 marzo 1903 venne costituito un Comitato provvisorio per la Costruzione del Nuovo Ospedale: come cinque secoli prima, fu necessario individuare il luogo più appropriato su cui costruire un nuovo edificio ospedaliero, il nostro attuale Arcispedale. 2.2.4 Impatto ambientale Monitoraggio quali-quantitativo dei consumi di energia elettrica e termica È continuato il monitoraggio quali-quantitativo dei consumi di energia elettrica e termica, pubblicato ed aggiornato mensilmente in un’apposita pagina video nel sito intranet aziendale, e continua l’attività dell’Azienda all’interno del Gruppo Regionale Energia. Di seguito, quale esemplificazione, si presenta l’aggiornamento al 31 dicembre 2010 degli istogrammi. Figura 2.1 - Consumi elettrici: 49 Interventi per lo sviluppo della produzione e dell’utilizzo di energia derivante da fonti rinnovabili, da cogenerazione e da sistemi tecnologici innovativi Nell’ambito della produzione/utilizzo di energia da fonti rinnovabili o assimilate particolare importanza ha assunto il progetto cogenerazione, produzione fotovoltaica e da solare termico presso il nuovo ospedale di Cona che attualmente è in fase di revisione da parte della Ditta concessionaria (PROG.ESTE). Tale progetto, una volta realizzato, consentirà un risparmio della spesa per l’acquisto di energia elettrica stimato intorno a Euro 150.000 all’anno e non comporterà per l’Azienda nessun esborso per la realizzazione delle opere, onere che verrà sostenuto interamente dal Concessionario. SOLARE TERMICO: • numero moduli: 50 • superficie totale: mq. 125 • potenza installata: kWt 90 ca. Per quanto riguarda l’Arcispedale S. Anna le azioni aziendali intraprese sono state: 1. rifasamento degli impianti; 2. utilizzo corpi illuminanti ad elevata resa e basso consumo; 3. regolazione automatica tempi di accensione e spegnimento impianti di illuminazione aree comuni, in particolare nel c. d. anello dell’edificio storico; 4. utilizzo di caldaie ad elevato rendimento; Le caratteristiche fondamentali degli impianti in esame sono di seguito riportate: Per quanto riguarda invece il ricorso ad energie da fonti rinnovabili i brevi tempi di permanenza dell’ospedale presso le strutture del S. Anna non consentono di dimensionare correttamente gli impianti in funzione del loro utilizzo futuro e, conseguentemente, di eseguire una corretta analisi economico-finanziaria. Pertanto si è ritenuto più consono demandare le suddette valutazioni alle fasi di progettazione delle opere di ristrutturazione del complesso edilizio successive al trasloco a Cona. COGENERATORE: • potenza elettrica: kW 1100 • potenza termica: kW 1150 • produzione annua prevista di energia elettrica: kWh 8.931.000 • riduzione emissioni in atmosfera (CO2 evitata): >1500 tonn/anno FOTOVOLTAICO: • numero moduli: 88 • potenza di picco complessiva: kW 15,4 • produzione annua prevista di energia elettrica: kWh 17.382 • riduzione emissioni in atmosfera (CO2 evitata): kg 15.439 50 Gestione ambientale “Progetto Sensibilizzazione allo sviluppo sostenibile” Le iniziative divulgative e i corsi sullo sviluppo sostenibile in sanità hanno l’obiettivo di: • Diffondere la comprensione delle dinamiche dello sviluppo; • Divulgare le attuali conoscenze scientifiche sul clima e il cambiamento climatico; • Presentare le possibili azioni di sistema (es. il “protocollo di Kyoto”), le possibili soluzioni tecnologiche (es. energie rinnovabili) e le scelte individuali (es. abitudini di consumo) per lo sviluppo sostenibile; • Presentare il Programma regionale: linee di progetto, azioni avviate, risultati raggiunti; • Esaminare i comportamenti individuali e favorire l’adozione di quelli virtuosi; • Presentare le azioni avviate dall’Azienda sui principali temi di sostenibilità ambientale: gestione ambientale, gestione dei rifiuti, mobilità sostenibile, acquisti verdi, uso razionale dell’energia; • Attivare una casella di posta elettronica per migliorare la comunicazione con i dipendenti. Nel mese di novembre 2010 si è tenuto in azienda un corso dedicato al progetto che ha affrontato i temi della gestione dei rifiuti sanitari, degli acquisti verdi, della mobilità sostenibile e della gestione energetica sostenibile. Nella tabella seguente si illustrano le specifiche del corso in termini di personale coinvolto, gradimento dell’iniziativa e criticità: Dimensione dei corsi Note numero addetti dell’Azienda 2.756 numero edizioni 2 numero partecipanti 105 % partecipanti sul totale addetti 3,8% Appartenenza e qualifica dei docenti (si/no) Note Regione Si Dir. San. Si Struttura Dip.le Igiene Ospedaliera e Qualità dei Servizi Ambientali Dir. Amm. Si Referente GPP Dir. Tecn. * energy manager Si* * l’energy manager è il responsabile del settore energia della direzione attività tecniche mobility manager Si* * il mobility manager è inserito nell’organico della direzione attività tecniche altro (interni) No altro (esterni) No Qualifica del personale partecipante Note % medici e dirigenti 4% % infermieri 54% % tecnici 16% % OTA/OSS 7% % altro 19% TOTALE 100% 51 Gradimento espresso all’iniziativa: riportare la % Note delle schede che esprimono un gradimento ≥ 8/10 giudizio complessivo 88% rilevanza/pertinenza 78% qualità docenti 85% qualità relazioni 70% efficacia/utilità 64% Criticità espresse dai partecipanti Atteso: freq relativa giudizi >8/10 Note troppi concetti poco dibattito 29% troppo schierato necessari ulteriori approfondimenti altro (specificare) 35% Troppo lunga la parte generale miglioramento continuo del processo di gestione ambientale, in particolare in materia di trattamento dei rifiuti sanitari con riduzione delle quantità prodotte, sviluppati da due gruppi di lavoro permanenti, “Gruppo regionale energia” e “Gruppo regionale gestione ambientale”. Per l’Azienda “sviluppo sostenibile” significa gestione di processi e strutture orientata al miglioramento continuo delle prestazioni ambientali, applicazione di criteri ambientali nella progettazione di nuove strutture/attività e nell’acquisizione di beni e servizi, comunicazione sociale e promozione di comportamenti virtuosi. “A minore impatto” è il Progetto di gestione ambientale e sviluppo sostenibile che l’ Azienda ha avviato in maniera strutturata a partire dal 2007. Le linee di azione sono rivolte alla gestione di rifiuti e scarichi, energia, acqua, mobilità e acquisti (GPP, Green Public Procurement), per ridurre l’impatto in termini di Kg di CO2 eq prodotti. Sono state individuate specifiche azioni di intervento: garantire conformità alla normativa vigente; migliorare la sicurezza dei processi; misurare e ridurre gli impatti ambientali, in particolare la quantità e la pericolosità delle sostanze impiegate e dei rifiuti prodotti; razionalizzare consumi e risorse; sensibilizzare e motivare i dipendenti, anche attraverso interventi di informazione-formazione-addestramento; sviluppare consenso e valorizzare l’immagine, rafforzando le relazioni con la comunità, gli stakeholders e shareholders. Ai fini della valutazione degli aspetti e degli impatti relativi alla produzione di rifiuti sanitari in Azienda, sono da considerare i seguenti dati: L’evento formativo è stato valutato, dal punto di vista dell’efficacia, tramite “Questionario di valutazione dell’apprendimento a risposta multipla”; il risultato è stato pari al 95,53% di risposte esatte (atteso 85%) L’attività di addestramento degli operatori è legata e strumentale all’implementazione e sviluppo delle specifiche linee di azione elencate nel progetto aziendale “A minore impatto”, di seguito presentato. • Progetto a minore impatto La gestione dei processi che hanno impatti sull’ambiente ha l’obiettivo di: • garantire la conformità alla normativa ambientale; • governare i processi (es. gestione dei rifiuti, autorizzazione degli scarichi); • ridurre gli impatti ambientali (es. riduzione dei consumi energetici); • applicare l’ottica del miglioramento continuo dei processi. “Lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”. Per il Servizio Sanitario della Regione Emilia-Romagna significa un’evoluzione del sistema il più possibile rispettosa dell’ambiente, che riduca al minimo gli impatti delle attività sanitarie sull’ambiente e quindi sulla salute. Per questo motivo, con DGR 686/2007 e s.m.i., è stato avviato nel 2007 il Programma regionale “Il SSR per uno sviluppo sostenibile” che si articola in due progetti fra loro coordinati: • qualificazione dei consumi energetici ed innovazione tecnologica 52 Tabella 2.4 – Impatti ambientali per l’anno 2010 Energia elettrica acquistata 13.217.259 KWh Acqua consumata 213.921 m3 • Rifiuti assimilati Urbani (indifferenziato e raccolta differenziata) ~ 650 t • Rifiuti non pericolosi (compresi fanghi di fossa settica) 1.991 t • Rifiuti Pericolosi NON a rischio Infettivo • Rifiuti Pericolosi a rischio Infettivo 27,2 t 575,1 t Costo gestione RPRI • Rifiuti che richiedono particolari modalità di smaltimento Progetto di miglioramento continuo della gestione dei rifiuti sanitari Gli obiettivi per la gestione dei rifiuti sanitari sono riassunti nella DGR 1155/2009: • governo del processo di gestione dei rifiuti (controllo della quantità di rifiuti prodotti, del loro destino e dei costi sostenuti per la relativa gestione); • riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti prodotti; • aumento della quota di rifiuti destinati al recupero di materia ed energia In Azienda, la gestione dei rifiuti sanitari nel corso degli ultimi 5 anni ha assunto valenza pluridimensionale: si inserisce nell’ambito dell’Area “Sicurezza e Gestione del Rischio”, è parte integrante della politica aziendale di tutela ambientale definita nel Progetto aziendale “A MINORE IMPATTO, implementazione di un Sistema Gestione Ambientale”, e rappresenta uno dei temi fondamentali sostenuti dall’Azienda nell’ambito della Rete “HPH” degli Ospedali e dei Servizi Sanitari che promuovono la salute. 818.970 € 12,2 t presente e le tendenze di miglioramento implementate e ancora in atto. Sono stati identificati e seguenti obiettivi di miglioramento: • conformità alla normativa vigente; • miglioramento della sicurezza del processo di gestione dei rifiuti sanitari (per operatori aziendali, operatori ditte appaltatrici del servizio, pazienti, visitatori e comunità) • diminuzione dell’utilizzo di sostanze pericolose e della produzione di rifiuti pericolosi • incremento della raccolta differenziata e dei rifiuti inviati a recupero • sorveglianza della produzione e dei costi (Osservatorio aziendale sulla gestione dei rifiuti), con restituzione di feedback e rinforzo delle relazioni con gli stakeholder e shareholders • marketing e comunicazione sociale sul tema dei rifiuti nei confronti di operatori sanitari, pazienti, visitatori e comunità. La dichiarazione degli annuali obiettivi di miglioramento, lo sviluppo degli specifici progetti e delle strategie di intervento è garantita dalla Struttura Dipartimentale di Igiene Ospedaliera e Qualità dei Servizi Ambientali, integrata dal Gruppo Gestione Ambientale e Sviluppo Sostenibile (GGA-SS) dell’Azienda, istituito con Delibera n. 250/2008 quale strumento organizzativo per elaborare le proprie procedure gestionali sulla base delle linee guida regionali e delle priorità aziendali. Il GGA-SS AOUFE, coordinato dal Responsabile Igiene Ospedaliera in qualità di Referente aziendale Gestione Ambientale, è composto dai rappresentanti di tutte le Direzioni/Strutture ritenute determinanti (Prevenzione Protezione, Direzione Attività Tecniche, Direzione Attività Economali, Mobility Manager). A seconda delle specifiche necessità, il Gruppo si avvale inoltre del supporto di esperti: • Direzione Fisica Medica e Tecnologie Biomediche, per la gestione dei rifiuti radioattivi e le tematiche ambientali connesse all’acquisto e all’utilizzo delle apparecchiature; A partire dal 2005, applicando il modello fondamentale per il miglioramento continuo PDCA, sono stati avviati specifici Progetti di intervento relativi alla gestione dei rifiuti sanitari, finalizzati al mantenimento del livello di prestazione e al suo costante miglioramento attraverso lo sviluppo della capacità di valutare la realtà 53 • • • • • • Direzione Affari Giuridici e Attività Amministrative di Presidio, per gli aspetti relativi alle modalità di gestione dello scarto di materiale cartaceo e di controllo del relativo processo; Ufficio Accreditamento Qualità Ricerca e Innovazione, per l’integrazione delle procedure nel sistema di gestione per la qualità e l’accreditamento; Direzione delle Professioni, per gli impatti sull’organizzazione dei servizi assistenziali; Direzione Sistema Informatico e Informativo, per l’acquisto di strumenti informatici e lo sviluppo di sistemi informativi; Dipartimento Farmaceutico Interaziendale, per l’acquisto e la gestione dei farmaci e presidi medici; Energy Manager. • Attivazione dell’Osservatorio aziendale per il monitoraggio della produzione e dei costi di gestione dei rifiuti. La strategia multimodale di intervento: punti di forza ALLEANZA: Uno dei principali punti di forza del programma di miglioramento è rappresentato dalla garanzia di rapporti di collaborazione stabili con il Gruppo Gestione Ambientale attraverso la costruzione di un clima relazionale favorevole. Il riconoscimento formale di tale collaborazione ne rafforza l’efficacia. Inoltre, con la partecipazione dal 2002 al Gruppo Rifiuti Sanitari RER e dal 2007 al Gruppo Gestione Ambientale RER, viene garantita una costante attività di collaborazione alla conoscenza e al miglioramento della pratica, grazie al confronto con le altre aziende sanitarie e il benchmarking delle best practices. Nel 2009, il Responsabile Struttura Dipartimentale di Igiene ha partecipato alla revisione delle L.G. regionali sulla gestione dei rifiuti sanitari e degli scarichi, deliberate dalla Giunta regionale (Del. n. 1155/2009) e alla loro diffusione in regione. PATRIMONIO DOCUMENTALE: Un ulteriore punto di forza è dato dalla costruzione di un patrimonio documentale, inserito nel sito intranet aziendale, disponibile ad ogni operatore e oggetto degli interventi informativi-formativi e di addestramento rivolti agli stessi operatori. Tale patrimonio, elaborato e prodotto dalla Struttura Semplice Dip.le di Igiene Ospedaliera e Q.S.A., è costituito dalla “Procedura per la gestione dei rifiuti sanitari”, in cui si individuano le 5 tipologie di rifiuti descritte dal DPR 254/2003, così rappresentate: In via generale, gli elementi chiave della strategia multimodale di intervento sono stati e sono rappresentati da: • Identificazione e mappatura di attività, sostanze e prodotti impiegati • Periodica analisi e riprogettazione dei percorsi aziendali di gestione dei rifiuti sanitari (sostegno raccolta differenziata e recupero; miglioramento gestione dei rifiuti pericolosi, interventi strutturali ed impiantistici di sicurezza) • Aggiornamento del patrimonio documentale (procedure, istruzioni operative, moduli, documenti), disponibile ad ogni operatore nel sito intranet aziendale • Controlli di qualità e risultato Rifiuti Sanitari Rifiuti Sanitari Rifiuti Sanitari Rifiuti Sanitari Rifiuti Sanitari “Assimilati ai Rifiuti Urbani” “Non Pericolosi” “Pericolosi non a Rischio Infettivo (Rischio Chimico)” “Pericolosi a Rischio Infettivo” “Che Richiedono Particolari Modalità di Smaltimento” E’ strategica la scelta di utilizzare il codice-colore per l’identificazione delle diverse tipologie di rifiuto, colore che identifica anche le specifiche Istruzioni Operative redatte per ciascuna tipologia di rifiuto, a sostegno della corretta modalità di selezione e raccolta da parte dei produttori iniziali. 54 In particolare, l’Istruzione Operativa per la gestione dei rifiuti provenienti da pazienti sottoposti a procedure di Medicina Nucleare è stata il riferimento per la stesura di uno specifico capitolo all’interno delle Linee Guida per la gestione dei rifiuti e degli scarichi idrici nelle Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna, deliberate con DGR 1155/2009. Inoltre sono stati prodotti, ad integrazione e rinforzo di Procedura e Istruzioni, 4 Moduli specifici: tra questi una guida corredata da immagini fotografiche (POSTER) di tutte le tipologie dei contenitori disponibili in Azienda per la raccolta dei rifiuti e specifiche indicazioni; un Poster mirato alla raccolta dei rifiuti assimilati agli urbani a raccolta indifferenziata; un modulo specifico per raccogliere e diffondere le novità relative alla gestione dei rifiuti, il Bollettino aziendale “INFO-Rifiuti”. Particolare attenzione è stata prestata alla presentazione della Campagna aziendale di sostegno e approfondimento sulla raccolta differenziata e il recupero (“Se separi vivi! LO SAPEVATE CHE…”). Sono stati inoltre realizzati due strumenti per la registrazione dei dati di produzione e costo relativi alla gestione delle diverse tipologie di rifiuti sanitari (Osservatorio Aziendale Rifiuti Sanitari, dati storici e dati anno corrente). PIANO DI CONTROLLO: La verifica sulla corretta gestione dei rifiuti sanitari all’interno dell’Azienda, è affidata al personale della Struttura Dipartimentale di Igiene Ospedaliera e Qualità dei Servizi Ambientali. Tale verifica è rivolta sia ai produttori iniziali (UU.OO./Servizi aziendali) che alle Ditte appaltatrici del servizio. E’ basata sui criteri per la corretta gestione dei rifiuti sanitari definiti nella Procedura e nelle Istruzioni operative e 55 Moduli correlati ed è svolta attraverso modalità operative strutturate di: • ispezione mediante osservazione diretta; • compilazione delle Schede di controllo; • analisi e interventi correttivi delle non conformità, immediata e differita; • apprendimento dall’errore, fino alla stesura di istruzioni operative dedicate per presidiare aspetti rivelatisi particolarmente critici. Il Piano di controllo si sviluppa su multipli di circa 40 giorni di rilevazione durante i quali vengono effettuate le verifiche su tutta l’Azienda. E’ inoltre attivo un numero telefonico per fornire consulenza in tempo reale alle Unità Operative aziendali sul tema della gestione rifiuti. INDICATORI: Sono stati definiti indicatori per il monitoraggio generale e di ambiti particolari dell’attività complessiva di gestione dei rifiuti: • Presenza di procedure/istruzioni operative/moduli/documenti relativi alla gestione dei rifiuti aggiornati Standard di riferimento = revisione ogni 3 anni • Attività di informazione - formazione – addestramento - Standard di riferimento per formazione = 1 corso / anno (formazione BASE) • Monitoraggio della produzione dei rifiuti e dei costi di gestione (trend per codice CER). Fonte di rilevazione: “Osservatorio Aziendale Rifiuti Sanitari – dati anno corrente” (report dati) - Standard di riferimento = Frequenza semestrale • (Kg di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo anno in corso - Kg di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo anno precedente) - Standard di riferimento ≤ 0 • (Kg di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo/giornate di degenza anno in corso - Kg di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo anno/giornate di degenza anno precedente) - Standard di riferimento ≤ 0 • (Kg di rifiuti a raccolta differenziata anno in corso - Kg di rifiuti a raccolta differenziata anno precedente) Standard di riferimento ≥ 0 Azioni Riduzione della produzione dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo I rifiuti pericolosi a rischio infettivo (RPRI) rappresentano circa 1/4 dei rifiuti prodotti, ma incidono per circa il 60% sulla spesa. L’utilizzo dell’indicatore “Kg/GD” risponde alla necessità di paragonare le diverse realtà aziendali e monitorare l’andamento della produzione negli anni per singola azienda, consente di formare una base di confronto con le altre Regioni ed è di facile costruzione e comprensione. In Azienda, la produzione di tale tipologia di rifiuti ha mostrato, a partire dall’anno 2002, una evidente tendenza in crescita con un picco di produzione nell’anno 2006 pari a 2,4 Kg/GD, tendenza riscontrata in tutte le Aziende della Regione (dove si è registrata un produzione media pari a 2,1 Kg/GD). A partire dal 2007, la Struttura Dip.le di Igiene Ospedaliera e Q.S.A., ha individuato e sostenuto l’implementazione degli interventi di miglioramento di questo processo, che possono essere sintetizzati in 4 punti fondamentali: 1. verifica delle modalità operative di gestione del rifiuto dalla produzione alla raccolta nel contenitore di reparto e correzione delle non conformità osservate; 2. sostituzione dei contenitori di raccolta monouso con contenitori pluriuso; 3. introduzione della rilevazione informatizzata della produzione di rifiuto per centro di costo tramite bar-code; 4. introduzione della modalità di selezione “ragionata” del rifiuto pericoloso a rischio infettivo, supportata da strumenti informativi (poster), formazione e addestramento sul campo, presentata in occasione di incontri presso ogni punto di produzione (con la cosiddetta strategia di “presentazione del prodotto porta a porta”). I punti di forza di tale nuova modalità sono rappresentati dalla indicazione al conferimento di pannolini e pannoloni nel rifiuto sanitario assimilato al rifiuto urbano, l’indicazione allo svuotamento delle sacche di urine, il potenziamento dell’offerta di raccolta differenziata dei rifiuti non a rischio infettivo. I dati di produzione di RPRI nel periodo 2007-2010 confermano l’efficacia delle azioni di miglioramento messe in atto in Azienda: 56 Figura 2.2 – Produzione di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo è stata avviata nel corso del 2010 una analisi della produzione dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo per macroarea e per U.O: • Ambulatoriale • Dialisi • Pronto Soccorso • Degenza • Servizi diagnostici • I.C.U. • Blocco Operatorio. E’ possibile calcolare il risparmio ottenuto dalla riduzione della produzione rispetto al costo sostenuto nell’anno indice 2006.: - 49.352 euro nel 2007 - 174.695 euro nel 2008 - 210.802 euro nel 2009 - 230.461 euro nel 2010 Il grafico mostra la produzione in chilogrammi dei RPRI (CER 180103*) nel periodo 2006-2010, in cui si è registrata una riduzione, rispetto al 2006, del 7% nel 2007 (- 51.480 Kg), del 19% nel 2008 (- 136.647 Kg) e del 23% nel 2009 (- 167.303 Kg). Per quanto riguarda l’anno 2010, si deve registrare un incremento della produzione, rispetto all’anno 2009, di + 13,5 t di RPRI = + 37 kg/die (+ 2,4%). Dall’analisi di processo e di contesto, le cause responsabili sono rappresentate da: • sono più che quadruplicati i pazienti con alert organism (gestione in isolamento spaziale, P105-AZ); • diminuzione delle giornate di degenza. • incremento attività per outpatient. • Per questo motivo, al fine di mirare gli interventi di miglioramento in base ai fattori produttivi in gioco, Figura 2.3 - Risparmio ottenuto dalla riduzione della produzione di rifiuti pericolosi a rischio infettivo 57 Riduzione della produzione dei rifiuti pericolosi non a rischio infettivo (RPNRI) La maggior parte dei rifiuti appartenenti a questa categoria sono prodotti nelle attività di laboratorio, anatomia patologica, manutenzione delle cappe chimiche e dallo smaltimento di apparecchiature. La modalità di raccolta dei liquidi esausti di processo attualmente è rappresentata dal conferimento in taniche e smaltimento come rifiuto. L’Azienda rappresenta il riferimento provinciale per le attività di Laboratorio analisi chimico-cliniche, Microbiologia, Anatomia Patologica, Genetica, Endocrinologia, Immunoematologia e Trasfusionale, Fisiopatologia della Coagulazione. Cogliendo l’occasione della progettazione e costruzione dell’edificio “laboratori” presso la nuova struttura ospedaliera che sostituirà l’attuale stabilimento cittadino, nel 2008 è stata effettuata la mappatura, revisione, riclassificazione e declassificazione delle sostanze impiegate e dei liquidi di processo per ciascuna linea di produzione, intervenendo sui versanti della sicurezza impiantistica, di processo e di esito. Tale intervento permetterà di superare la raccolta in tanica della maggior parte dei rifiuti liquidi esausti realizzando, nella nuova struttura ospedaliera, il conferimento dei reflui in cisterne dedicate secondo tipologia e miscibilità del rifiuto e consentendo lo scarico in fogna della produzione autorizzata. Già a partire dal 2009, tuttavia, l’intervento ha determinato un decremento significativo della produzione di tali rifiuti liquidi rispetto ai dati storici con l’aumento prevedibile dei rifiuti non pericolosi (codice specchio), essendo questa l’unica possibilità di gestione dei liquidi di processo. Figura 2.4 - Produzione di liquidi di laboratorio Sulla riduzione dei RPNRI ha inciso in questi anni anche l’introduzione della bonifica degli imballaggi in plastica per il loro conferimento nel circuito di raccolta differenziata, riducendo l’impatto legato agli imballaggi pericolosi. Nel 2010, rispetto al 2009, anche su questo versante l’accorpamento sull’Azienda delle attività di Laboratorio provinciali ha determinato l’atteso incremento della produzione di questa tipologia di rifiuti (+ 53%): L’implementazione progressiva del progetto di accorpamento sull’Azienda di tutta l’attività di laboratorio della Provincia di Ferrara sta determinando l’incremento complessivo della produzione di questa tipologia di rifiuti, pur mantenendo sempre l’impostato orientamento: la produzione totale nel 2010 è stata del + 16% rispetto al 2009 ma il codice 180106* pericolosi ha rappresentato il 26% della produzione totale di rifiuti di laboratorio. 58 Figura 2.5 - Imballaggi contenenti sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze Un caso particolare è quello dei rifiuti prodotti dalle attività radiologiche. L’evoluzione e l’investimento tecnologico nel campo della stampa a secco e della digitalizzazione dell’immagine ha reso possibile l’abbattimento dei quantitativi prodotti di liquidi di sviluppo e fissaggio di radiologia, che contribuivano in larga misura alla produzione di rifiuti pericolosi. Tale fenomeno è stato osservato anche in Azienda: per i codici CER 090101* e 090104* si è registrato un drastico calo, anche se continua la produzione di piccole quantità annuali in sedi particolari (Fisica Medica e Genetica Medica). Figura 2.6 - Liquidi esausti in radiologia Incremento della produzione del codice CER 180109 - Medicinali diversi da quelli di cui alla voce 18 01 08 (farmaci e prodotti di farmacia) Di segno opposto l’intervento effettuato a partire dal 2008 per potenziare la raccolta “porta a porta” dei farmaci e prodotti di farmacia, estendendone il campo di applicazione dalla Farmacia a tutte le Unità Operative aziendali. L’obiettivo virtuoso è quello di risparmiare l’impatto ambientale dei farmaci, in particolare antibiotici, con i noti problemi di inquinamento e sviluppo di microrganismi antibiotico resistenti. La produzione di questo rifiuto si è quasi quadruplicata nel 2009 rispetto al 2008 ed è aumentata del 25% nel 2010 rispetto al 2009. 59 Figura 2.7 - Trend di produzione dei farmaci Su questo tema si inserisce il Progetto di ricerca avviato nel 2009 relativo alla caratterizzazione degli scarichi della struttura ospedaliera, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria di UNIFE, finalizzato alla osservazione dell’impatto della struttura ospedaliera sull’ambiente, in particolare per quanto riguarda gli antibiotici, e al suo contenimento quando si effettuano interventi di contenimento. Raccolta differenziata dei rifiuti inviati a recupero Per quanto riguarda la raccolta differenziata finalizzata al recupero, già da anni l’Azienda è impegnata su questo ambito di attività. Tra i risultati ottenuti: Tabella 2.5 – Raccolta differenziata dei rifiuti inviati a recupero TIPOLOGIA RIFIUTO Tonnellate raccolte (periodo 2006-2010) Carta e cartone 496 Plastica 6 Vetro bianco 376 Metalli 81 Pellicole fotografiche contenenti argento o composti 51 dell’argento (CER 090107) Tariffa di Igiene Ambientale. Nel 2008 sono cominciati gli incontri con HERA s.p.a. che è stata coinvolta innanzitutto nel percorso formativo aziendale invitandola a relazionare in Azienda sul significato e le strategie territoriali della raccolta differenziata. Il progetto, iniziato in fase sperimentale nel 2009, è diventato elemento stabile nella gestione dei rifiuti dell’Azienda dal 2010 e continuerà presso il nuovo ospedale di Cona con i naturali aggiustamenti e potenziamenti che si renderanno necessari nel percorso di miglioramento continuo della gestione dei rifiuti. L’Azienda è anche impegnata con HERA e AATO6 sul versante della comunicazione sociale per incoraggiare l’adozione di questi comportamenti virtuosi non solo sul luogo di lavoro ma anche a domicilio, sostenendo la Campagna di promozione della raccolta differenziata “Se separi vivi! LO SAPEVATE CHE…”. Tuttavia, in base alla conoscenza sulla produzione di rifiuti dell’Azienda, vi è da anni la consapevolezza che è possibile contribuire in maniera ancora più rilevante. Questo potrà essere realizzato grazie all’Accordo locale volontario, avviato in fase sperimentale nel 2009 e formalmente siglato il 26 aprile 2010 tra l’Azienda ed HERA s.p.a., gestore locale della raccolta dei rifiuti urbani, con il patrocinio della Provincia di Ferrara – AATO6. Questa nuova collaborazione ha consentito di introdurre la raccolta “porta a porta” di carta e cartone, l’avvio della nuova raccolta differenziata della plastica e di potenziare la raccolta di pile alcaline, toner e umido. HERA s.p.a. supporta l’Azienda con la fornitura gratuita di ecobox e sacchi che sono stati distribuiti in maniera capillare in ogni Unità Operativa e Servizio. Inoltre, riconoscendo l’impegno e l’attenzione dell’Azienda per una gestione virtuosa dei rifiuti, nello sviluppo del progetto, sono previste ulteriori facilitazioni economiche e operative, tra le quali lo sconto sulla 60 L’approccio comunicativo prevede la valorizzazione dei risultati ottenuti sul versante della raccolta differenziata in termini di “impatto positivo” sull’ambiente. Ad esempio la raccolta di carta e cartone ha prodotto benefici ambientali così misurabili. Tabella 2.6 – Benefici ambientali prodotti t carta (2006-2010) Alberi risparmiati L di acqua Kg di CO2 eq Blocco totale del traffico (giorno e notte) 496 7.440 21.824.000 648.768 2.976 Nel 2009, la Campagna è stata oggetto di esperienza di stage per studenti del V anno del Liceo delle Scienze Sociali di Ferrara, indirizzo biologico e ambientale, che hanno contribuito alla progettazione del logo-immagine della campagna. Questo accordo rappresenta una delle prime esperienze di definizione di Accordi locali fra Aziende Sanitarie e Aziende di Servizio per la raccolta dei rifiuti urbani ed assimilati, mirato a ridurre la produzione di rifiuti urbani a favore dell’incremento della raccolta differenziata e recupero degli stessi, in una logica di evidente attenzione alle politiche ambientali del territorio e di sinergico approccio sistemico alla gestione ambientale per uno sviluppo sostenibile. Un approccio orientato alla gestione ambientale promuove la motivazione fra i dipendenti, valorizza l’immagine e rafforza il consenso e le relazioni con la comunità, infonde consapevolezza e coscienza ambientale. Gli acquisti “verdi” Il GPP (Green Public Procurement - Acquisti Pubblici Verdi) è stato definito dalla Commissione europea come “... l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”. Pur trattandosi di uno strumento di politica ambientale volontario, l’Azienda Ospedaliero Universitaria si è impegnata e si sta impegnando sempre più per razionalizzare acquisti e consumi orientati alla qualità ambientale. Nel febbraio 2010 il Direttore del Dipartimento Interaziendale Acquisti e logistica economale ha nominato il referente per gli acquisti verdi e ha provveduto ad adeguare il Gruppo Aziendale Gestione Ambientale e Sviluppo Sostenibile, formalizzando tra l’altro l’inserimento del Referente GPP al succitato gruppo. Nel primo anno di attività si è provveduto ad una ricognizione delle gare aziendali di prossima scadenza ed è in questo contesto che sono stati rinnovati due importanti appalti di servizi che introducono elementi di GPP nell’esecuzione stessa: • zione, dove è contemplata la fornitura di alcune derrate a filiera corta, di prodotti biologici e di prodotti locali; tutto ciò implica la riduzione delle distanze di trasporto tra i luoghi di produzione delle derrate stesse e quello di preparazione dei pasti. Tale scelta orientata al contenimento degli impatti ambientali consente altresì un minor tempo di conservazione dei cibi a temperatura controllata. L’acquisto di prodotti locali favorisce inoltre lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione nel territorio, contribuendo a rafforzare il tessuto sociale ed il valore della comunità. • La Distribuzione automatica di generi di ristoro. Tale servizio contempla tra l’altro la fornitura di prodotti equo-solidali. In questa forma di attività commerciale l’obiettivo primario non è soltanto il profitto, ma anche la lotta allo sfruttamento ed alla povertà legate a cause economiche, politiche e sociali, in linea con una più ampia visione del tema sostenibilità. E’ stata altresì attivata, una gara per la fornitura di materiale di consumo gestito a scorta di magazzino economale, tra cui detersivi e detergenti biodegradabili, ovvero prodotti “ambientalmente preferibili”. L’attività iniziata nel 2010 sta proseguendo con la mappatura degli acquisti verdi effettuati in ambito aziendale ed in ambito di Centrali d’acquisto (IntercetER ed AVEC) e con la rendicontazione agli organismi preposti nazionali e regionali. il contratto di outsourcing del servizio di ristora61 Manager d’Area del Comune di Ferrara, e ai competenti uffici regionali come stabilito dalla delibera di Giunta Regionale (DGR n.234/2010); entro tale termine è stata inviata anche la scheda tecnica degli indicatori relativa al monitoraggio degli automezzi aziendali. Nel corso del 2010, in previsione del trasferimento del Pronto Soccorso a Cona, sono state condotte indagini, in collaborazione con la Centrale Operativa 118, per conto dell’Assessorato alla Salute e dell’Assessorato alla Mobilità del Comune di Ferrara, riguardanti i tempi di percorrenza dei mezzi di soccorso sia dalla periferia di Ferrara che da alcuni punti della città. Sulla base dei risultati ottenuti si è provveduto a richiedere ai competenti organi istituzionali comunali la predisposizione di percorsi preferenziali per mezzi del Pronto Soccorso. A seguito della richiesta della Commissione Tecnica di Accessibilità (C.T.A.) del Comune di Ferrara, si sono svolti diversi incontri tra i rappresentanti della stessa, i dirigenti aziendali interessati alla costruzione del nuovo Polo Ospedaliero di Cona e i rappresentanti del Comune, di ATC, di AMI e della Provincia, al fine di verificare l’adeguatezza della mobilitò, sia interna che esterna. Ciò ha riguardato la viabilità interna, i parcheggi, il percorso e le fermate dell’autobus, della metropolitana di superficie, e dell’accessibilità alle varie zone interne. La verifica è stata effettuata sia mediante lo studio di planimetrie che di sopralluoghi in loco. Anche nel corso del 2010 è stata garantita la partecipazione del Mobility Manager ai lavori del Gruppo Regionale Mobilità Sostenibile ed è stata svolta attività didattica in merito alla gestione ambientale e allo sviluppo sostenibile e mobilità organizzato dall’Azienda in collaborazione con la Regione. Inoltre, sta proseguendo la divulgazione di una cultura orientata alla qualità ambientale, attraverso una diffusione di pratiche di GPP e con la formazione degli operatori stessi, con l’intento di incidere positivamente non solo nell’attività pubblica ma anche nell’attività privata. Piano Mobilità aziendale Nel corso del 2010 si è proseguito con l’attività di mobility management; sono stati svolti vari incontri con le istituzioni cittadine per la definizione di strategie relative al prossimo trasloco delle attività sanitarie nel Nuovo Polo Ospedaliero di Cona e alla viabilità cittadina di collegamento al nuovo ospedale. Nell’ambito di un cofinanziamento governativo per la diffusione di azioni finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria, il Comune di Ferrara ha presentato un progetto, denominato Co.N.A. (sviluppo del trasporto pubblico verso Cona), per la realizzazione del quale questa Azienda ha partecipato attivamente sia nella elaborazione e presentazione di dati che nell’invio di elaborazioni documentali. Il progetto complessivo predisposto dal Servizio di Mobilità e Infrastrutture del Comune di Ferrara prevede un impiego complessivo di risorse pari a €. 1.307.821,00 di cui: €. 807.821,12 finanziati con contributo ministeriale, €. 349.999,88 a carico del Comune di Ferrara, €. 100.000,00 a carico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e €. 50.000,00 a carico dell’Università di Ferrara. Il progetto è stato accolto dal Ministero in data 18 giugno 2010. Sulla base di questo progetto è’ stato completato il Piano Spostamento Casa Lavoro inviato nei termini di legge (Decreto Interministeriale 27.03.98) al Mobility 62 2.3 Contributo alla copertura dei Livelli Essenziali di Assistenza Lo screening del cancro della mammella Per quanto riguarda l’attività relativa a tale screening, i contratti di fornitura stipulati con l’azienda committente hanno previsto, fino al 2009, che l’Azienda Ospedaliera effettuasse esami mammografici, approfondimenti diagnostici di primo e secondo livello e risonanze magnetiche per la popolazione compresa tra i 45 e i 47 anni. Dal 2010 il contratto prevede che mammografie e approfondimenti diagnostici di primo livello siano svolti dall’Azienda USL di Ferrara, riservando all’Azienda unicamente gli esami di secondo livello e le risonanze magnetiche richieste dal caso. Il confronto tra gli ultimi due anni mostra pertanto, una drastica variazione sia del numero totale di prestazioni, notevolmente ridotto, sia del mix, divenuto più complesso. Il riflesso economico di tale cambiamento è stato, comprensibilmente, negativo: come si evince dalla tabella 2.7, l’Azienda ha ricavato 1/3 del valore realizzato nell’anno precedente. 2.3.1 Assistenza collettiva in ambiente di vita e di lavoro Attività di screening Il contributo aziendale all’attività di screening è ben consolidato. In particolare l’Azienda anche per il 2010 ha assicurato: • • • La gestione dei flussi informativi; La continuità e l’integrazione multidisciplinare dei percorsi diagnostico terapeutici conseguenti alla positività del test; La gestione dei registri tumori di popolazione. Il registro della provincia di Ferrara è attivo dal 1989 e produce dati epidemiologici sulla diffusione dei tumori nel territorio provinciale dal 1991. Tabella 2.7 - Contributo aziendale all’attività di screening per cancro mammella MAMMOGRAFIA PER SCREENING 2008 N. 2009 N. 2010 N. 7.290 7.104 33 ECOGRAFIA MONOILATERALE PER SCREENING 116 91 44 ECOGRAFIA BILATERALE PER SCREENING 151 66 16 VISITA SENOLOGICA PER SCREENING 214 128 61 RM MAMMELLA SENZA/CON CONTR. 15 9 13 BIOPSIE PERCUTANEE VACUUM-ASSISTED 43 34 126 AGOBIOPSIA MAMMARIA ECOGUIDATA PER SCREENING 67 34 20 MISCELLANEA ALTRE PRESTAZIONI TOTALE PRESTAZIONI PER SCREENING TOTALE RICAVI Lo screening del cancro del collo dell’utero L’attività di primo livello risulta tendenzialmente stabile nel corso degli anni. La diagnostica molecolare, con il test HPV alto rischio (che ha contribuito a migliorare la specificità del Pap test) è, come previsto, in progres- 132 90 54 8028 7.556 367 237.413 219.574 66.896 sivo incremento. L’aumento del numero di prestazioni è legato principalmente allo sviluppo delle tecniche di diagnostica molecolare che ha determinato una forte spinta verso l’innovazione. Tabella 2.8 - Contributo aziendale all’attività di screening: Collo dell’utero 2008 N. ESAME CITOLOGICO CERVICO VAGINALE PAP TEST SU STRATO SOTTILE PER SCREENING TEST HPV-DNA ALTO RISCHIO 63 2009 N. 2010 N. 28.328 27.509 28.001 750 1.162 1.252 Lo screening del cancro del colon-retto Il contributo dell’ Azienda in tale ambito è aumentato rispetto al 2009. In particolare sono cresciute non solo le endoscopie diagnostiche (colonscopie + 14,5%), ma anche quelle operative (+ 27,4%) . Complessivamente nel 2010 si è registrato un aumento del 22,8% del numero di prestazioni eseguite. Tabella 2.9 - Contributo aziendale all’attività di screening: Cancro del colon-retto 2008 N. 2009 N. COLONSCOPIA PARZIALE ESPLORATIVA 28 17 COLONSCOPIA CON ENDOSCOPIO FLESSIBILE 271 279 PANCOLONSCOPIA CON BIOPSIA/COLONSCOPIA 65 67 7 COLONSCOPIA CON BIOPSIA (ESCLUSO ESAME ISTOLOGICO) 13 8 83 PANCOLONSCOPIA CON POLIPECTOMIA 169 147 195 COLONSCOPIA PARZIALE CON POLIPECTOMIA 13 6 TRATTAMENTO LASER X LESIONE INTESTINO CRASSO 3 4 PROCTOSIGMOIDOSCOPIA CON BIOPSIA 2010 N. 339 4 1 RETTOSIGMOIDOSCOPIA CON BIOPSIA 2 ECOENDOSCOPIA DEL RETTO-SIGMA 2 1 1 553 488 602 EMOSTASI COMPRESSIVA 7 8 15 EMOSTASI CON CLIPS 2 1 2 TATUAGGIO COLON 16 10 26 1142 1039 1276 VISITA GASTROENTEROLOGICA BREVE (CONTROLLO) COLONSCOPIA/ILEOSCOPIA RETROGR. TOTALE 2.3.2 Assistenza distrettuale 2 nota 65 per interferone beta (- 202.000 €); maggiori consumi di alcuni farmaci (in particolare, eritropoietina alfa + 135.000 €, interferoni alfa per epatite + 125.000 €, fattore VIII coagulazione + 120.000 €). Le modificazioni più significative che hanno, invece, interessato l’erogazione dopo visita ambulatoriale sono collegate ai farmaci nota 85 (- 168.000 €) e colliri antiglaucoma (- 126.000 €). Infine, per i farmaci ex classe H/osp2, riclassificati in classe A da novembre 2010, le variazioni più rilevanti hanno riguardato gli antineoplastici, i farmaci per il trattamento delle malattie autoimmuni, agli antivirali, gli antiinfiammatori, ed in particolare per i seguenti principi attivi: etanercept (- 146.000 €), temozolamide (- 67.000 €), adefovir (- 66.000 €), bosentan ( - 47.000 €), nilotinib (+ 300.000 €), adalimumab (+ 221.000 €), deferasirox (+ 158.000 €), ribavirina (+ 90.000 €), imatinib (+ 73.000 €). Assistenza farmaceutica Erogazione diretta Nel 2010 il costo sostenuto dall’Azienda per erogazione diretta (tabella 2.10) è cresciuto di oltre 350 mila euro, pari al 3,06% del costo 2009. L’incremento è in particolare da attribuire ai farmaci classe H/osp2, e in minore misura ai farmaci erogati alla dimissione. Al contrario, i farmaci ad alto costo/PHT e, soprattutto, quelli successivi a visita specialistica ambulatoriale, sono diminuiti. Entrando nel merito delle tipologie di erogazione, le variazioni più significative che hanno determinato gli effetti sui costi per farmaci alto costo/PHT sono associate a: “distribuzione per conto” e scadenza brevetto (es. clopidodrogel - 234.000 €); introduzione della 64 Tabella 2.10 – Erogazione diretta: confronto 2009-2010 EROGATO 2009 Costo al pubblico Risparmio Farmaci dopo dimissioni Ricovero EROGATO 2010 Costo Osped. Costo al pubblico Risparmio Costo Osped. Δ andamento 2010-2009 costo osped Δ % 20102009 costo osped Δ andamento 2010-2009 costo al pubblico Δ % 20102009 costo al pubblico 655.112 887.962 232.850 721.704 985.802 264.098 31.248 13,42 97.840 11,02 Farmaci Alto Costo/ PHT(1) 4.517.131 9.831.103 5.313.972 4.376.672 9.631.932 5.255.260 - 58.712 - 1,10 - 199.171 - 2,03 Farmaci dopo visita spec. ambulatoriale (2) 2.460.871 4.445.006 1.984.135 2.147.593 3.933.592 1.785.999 - 198.136 - 9,99 - 511.414 - 11,51 8.924 18.748 9.824 5.579 10.374 4.795 - 5.029 - 51,19 - 8.374 - 44,67 Totale 7.642.038 15.182.819 7.540.781 7.251.548 14.561.700 7.310.152 - 230.629 - 3,06 - 621.119 - 4,09 Classe H/ osp2 paz. Ferrara (3) 2.540.481 6.580.454 4.039.973 2.954.485 7.578.984 4.624.499 584.526 14,47 998.530 15,17 10.182.519 21.763.273 11.580.754 10.206.033 22.140.684 11.934.651 353.897 3,06 377.411 1,73 Farmaci cittadini stranieri Totale Assistenza specialistica ambulatoriale Nel 2010 il 43% della produzione ambulatoriale (espressa come importi) è derivato dall'utenza provinciale che si è rivolta all'Azienda Ospedaliero Universitaria. Nell’ultimo triennio il fatturato complessivo si è andato riducendo, soprattutto per effetto del calo delle visite (tabella 2.11). Le prestazioni terapeutiche e riabilitative e le prestazioni di laboratorio, invece, sono in aumento, sia in termini di volumi che di valore economico. Tabella 2.11 - Produzione ambulatoriale – trend triennio 2008-2010 2008 2009 prestazioni n. % su tot az.le importi n. 2010 prestazioni % su tot az.le n. % su tot az.le importi n. prestazioni % su tot az.le n. % su tot az.le importi n. % su tot az.le Diagnostica 217.033 7,15 8.588.754 20,04 208.896 6,9 8.019.206 19,49 208.986 6,63 7.951.114 19,55 Laboratorio 2.276.197 74,95 13.206.680 30,82 2.297.081 75,9 13.566.377 32,97 2.435.385 77,22 14.604.329 35,9 Riabilitazione 51.776 1,7 387.268 0,9 49.858 1,65 388.070 0,94 58.433 1,85 457.219 1,12 Prestazioni terapeutiche 117.776 3,88 9.206.057 21,48 121.417 4,01 9.875.197 24 125.019 3,96 10.270.804 25,25 373.973 12,31 11.469.001 26,76 349.333 11,54 9.302.402 22,61 325.952 10,34 7.392.952 18,18 3.036.755 100 42.857.760 100 3.026.585 100 41.151.252 100 3.153.775 100 40.676.418 100 Visite TOTALE Entrando nel dettaglio (tabelle 2.12-2.13), si osserva che le prestazioni terapeutiche in maggiore crescita sono quelle radioterapiche (trend costantemente positivo nel triennio) e la dialisi (aumento nel 2009 e mantenimento nel 2010). Per il laboratorio, l’incremento si è registrato soprattutto nel 2010 (+ 7,7% del valore 2009) ed ha interessato, in particolare, il settore della genetica. 65 Tabella 2.12 - Produzione ambulatoriale dettaglio 2010 Prestazioni N. Diagnostica 67.563 2,14 2.950.010 7,25 3,82 4.335.683 10,66 4.746 0,15 362.878 0,89 16.120 0,51 302.542 0,74 Totale 208.986 6,63 7.951.114 19,55 L1-Prelievi 220.659 7 575.797 1,42 1.690.312 53,6 6.580.639 16,18 335.362 10,63 1.074.840 2,64 L3-Ematologia/coagulaz. L4-Immunoemat.e trasfusion. 3.439 0,11 26.912 0,07 L5-Microbiologia/virologia 104.837 3,32 1.140.924 2,8 L6-Anatomia ed ist.patol. 38.985 1,24 1.161.035 2,85 L7-Genetica/citogen. 41.791 1,33 4.044.182 9,94 2.435.385 77,22 14.604.329 35,9 6.821 0,22 63.661 0,16 39.368 1,25 293.677 0,72 7.106 0,23 47.568 0,12 Totale R1-Riab.diagnostica R2-RRF R3-Terapia Fisica R9-Altra riabilitazione Visite % su tot. aziendale 120.557 L2-Chimica clinica Prestazioni Terapeutiche Val. D2-D.Strument. no radiaz. D9-Altra diagnostica Riabilitazione % su tot. aziendale D1-D.Strument.con radiaz. D3-Biopsia Laboratorio Importi (€) 5.138 0,16 52.313 0,13 Totale 58.433 1,85 457.219 1,12 T1-Radioterapia 35.597 1,13 2.814.330 6,92 T2-Dialisi 34.467 1,09 4.588.417 11,28 T3-Odontoiatria 2.518 0,08 125.118 0,31 T4-Trasfusioni 2.384 0,08 334.827 0,82 T5-Chirurgia ambulatoriale 11.574 0,37 2.030.307 4,99 T9-Altre prestaz. terapeutiche 38.479 1,22 377.806 0,93 Totale 125.019 3,96 10.270.804 25,25 V1-Prima visita 191.977 6,09 4.494.273 11,05 V2-Visita di controllo 131.839 4,18 2.428.760 5,97 2.136 0,07 469.920 1,16 325.952 10,34 7.392.952 18,18 3.153.775 100 40.676.418 100 V3-Osservaz.breve intensiva Totale TOTALE AZIENDALE 66 Tabella 2.13 - Produzione ambulatoriale dettaglio 2009 AOSP FERRARA Prestazioni N. Diagnostica 65.188 2,15 2.903.426 7,06 122.484 4,05 4.478.140 10,88 4.894 0,16 314.642 0,76 16.330 0,54 322.997 0,78 Totale 208.896 6,9 8.019.206 19,49 L1-Prelievi 214.325 7,08 560.089 1,36 1.569.096 51,84 6.108.317 14,84 329.973 10,9 1.074.554 2,61 L2-Chimica clinica L3-Ematologia/coagulaz. L4-Immunoemat.e trasfusion. 3.643 0,12 28.964 0,07 L5-Microbiologia/virologia 107.961 3,57 1.180.282 2,87 L6-Anatomia ed ist.patol. 33.920 1,12 1.037.517 2,52 L7-Genetica/citogen. 38.163 1,26 3.576.654 8,69 2.297.081 75,9 13.566.377 32,97 6.469 0,21 60.478 0,15 31.104 1,03 226.427 0,55 6.224 0,21 46.223 0,11 Totale R1-Riab.diagnostica R2-RRF R3-Terapia Fisica R9-Altra riabilitazione Prestazioni Terapeutiche Visite % su tot. aziendale D2-D.Strument. no radiaz. D3-Biopsia Riabilitazione Val. D1-D.Strument.con radiaz. D9-Altra diagnostica Laboratorio Importi (€) % su tot. aziendale 6.061 0,2 54.942 0,13 Totale 49.858 1,65 388.070 0,94 T1-Radioterapia 30.928 1,02 2.454.245 5,96 T2-Dialisi 35.946 1,19 4.552.854 11,06 T3-Odontoiatria 2.522 0,08 166.738 0,41 T4-Trasfusioni 1.740 0,06 229.933 0,56 T5-Chirurgia ambulatoriale 12.041 0,4 2.080.718 5,06 T9-Altre prestaz. terapeutiche 38.240 1,26 390.709 0,95 Totale 121.417 4,01 9.875.197 24 V1-Prima visita 204.596 6,76 6.057.726 14,72 V2-Visita di controllo 142.685 4,71 2.793.236 6,79 2.052 0,07 451.440 1,1 349.333 11,54 9.302.402 22,61 3.026.585 100 41.151.252 100 V3-Osservaz.breve intensiva Totale TOTALE AZIENDALE 67 Tabella 2.14 - Produzione ambulatoriale dettaglio 2008 (dati RER). AOSP FERRARA Prestazioni N. Diagnostica 72.064 2,37 3.227.882 7,53 4,06 4.723.129 11,02 4.810 0,16 303.154 0,71 16.804 0,55 334.590 0,78 Totale 217.033 7,15 8.588.754 20,04 L1-Prelievi 216.830 7,14 567.226 1,32 1.541.921 50,78 5.872.050 13,7 325.074 10,7 1.053.138 2,46 L3-Ematologia/coagulazione L4-Immunoemat.e trasfusionale L5-Microbiologia/virologia L6-Anatomia patologica ed istologia L7-Genetica/citogenetica Totale R1-Riab.diagnostica R2-RRF R3-Terapia Fisica R9-Altra riabilitazione Visite % su tot. aziendale 123.355 L2-Chimica clinica Prestazioni Terapeutiche Val. D2-D.Strument. no radiazion D9-Altra diagnostica Riabilitazione % su tot. aziendale D1-D.Strument.con radiazioni D3-Biopsia Laboratorio Importi (€) 4.573 0,15 36.881 0,09 116.901 3,85 1.246.112 2,91 34.129 1,12 1.001.589 2,34 36.769 1,21 3.429.683 8 2.276.197 74,95 13.206.680 30,82 8.824 0,29 79.836 0,19 30.222 1 210.192 0,49 6.700 0,22 45.520 0,11 6.030 0,2 51.721 0,12 Totale 51.776 1,7 387.268 0,9 T1-Radioterapia 30.045 0,99 2.262.541 5,28 T2-Dialisi 33.375 1,1 3.970.327 9,26 T3-Odontoiatria 2.354 0,08 229.518 0,54 T4-Trasfusioni 2.861 0,09 394.214 0,92 T5-Chirurgia ambulatoriale 11.287 0,37 1.965.016 4,58 T9-Altre prestazioni terapeutiche 37.854 1,25 384.440 0,9 Totale 117.776 3,88 9.206.057 21,48 V1-Prima visita 225.530 7,43 8.174.389 19,07 V2-Visita di controllo 147.249 4,85 3.031.932 7,07 1.194 0,04 262.680 0,61 373.973 12,31 11.469.001 26,76 3.036.755 100 42.857.760 100 V3-Osservaz.breve intensiva Totale TOTALE AZIENDALE Merita di essere osservato l’andamento delle prestazioni critiche nel medio periodo (tabella 2.15): il numero di tali prestazioni ed il relativo valore economico sono costantemente aumentati dal 2006 al 2010, mantenendosi peraltro costante (salvo piccole oscillazioni) la percentuale della produzione effettuata dall’Azienda sul totale provinciale. L’incremento dei volumi e degli importi è stato dunque parallelo a quello generale registrato nell’ambito provinciale e, soprattutto, si è mantenuto entro i limiti del contratto di fornitura. 68 Tabella 2.15 - Valore e volumi prestazionali per prestazioni critiche Prestazioni erogate Totale aziendale 2010 Valore della produzione % sul totale della produzione provinciale 101.815 Totale aziendale 29,5% % sul totale della produzione provinciale 3.387.079 28,6% 2009 93.795 35,8% 3.124.166 30,0% 2008 73.895 29,3% 2.698.225 24,4% 2007 65.136 31,5% 2.351.879 26,6% 2006 63.456 31,3% 2.149.030 26,1% Passando ad analizzare l’attività libero-professionale, nel 2010 si è registrata una contrazione, sia in termini di volumi che di importi, che ha riguardato indistintamente tutti i dipartimenti aziendali, tranne quello medico. Nel corso dell’anno si è dato seguito all’attività iniziata nel 2009, diretta ad ottemperare alle indicazioni contenute nella Legge 3 agosto 2007 n. 120 e successive regolamentazioni regionali, nonché nel piano aziendale. Si sono ridotte le autorizzazioni allo svolgimento di attività in c.d. intramoenia allargata e si sono rispettati i termini e le modalità per l’opzione fra i due regimi di disciplina della libera professione (rapporto esclusivo e non esclusivo). Tabella 2.16 - Attività Libero Professionale suddivisa per dipartimenti ad attività Integrata 2008 N Dipartimento Chirurgico 2009 IMPORTO N 2010 IMPORTO N IMPORTO 8.415 1.028.664 6.728 856.698 6.389 876.806 11.787 1.724.443 11.641 1.621.550 9.376 1.407.131 Dipartimento Emergenza 4.569 395.947 4.735 412.211 4.416 408.247 Dipartimento Diagnostica per Immagini e Medicina di Laboratorio 4.788 386.381 5.560 500.167 5.473 547.582 Dipartimento Medico 3.142 320.993 2.973 320.494 2.992 343.44 Dipartimento Medico Specialistico 6.279 674.929 6.853 750.944 6.298 713.429 Dipartimento di Neuroscienze/Riabilitazione 5.144 586.086 5.187 610.893 4.802 591.699 Dipartimento Chirurgico Specialistico Dipartimento Riproduzione e Accrescimento Totale 5.988 629.636 6.047 656.857 4.636 532.878 50.112 5.747.079 49.724 5.729.818 44.382 5.077.772 Il day service ambulatoriale Tra il 2009 e il 2010 si è realizzato un aumento del numero dei PAC chiusi ed un mantenimento del N° medio di accessi (tabella 2.17). In controtendenza con tali dati, si è registrata una riduzione dei ricavi (- 14%), ascrivibile ad una significativa riduzione delle prestazioni eseguite (- 23,8%). Tali dati evidenziano che il mix delle prestazioni effettuate nell’ambito del DSA è divenuto più complesso, ma che contemporaneamente sono state effettuate (o registrate) meno indagini. ll numero medio di accessi per PAC si è mantenuto entro i termini definiti dalle direttive regionali inerenti la semplificazione dell’accesso. Se, infine, si rapporta il fatturato del DSA al totale del fatturato dell’attività ambulatoriale (compresi: produzione extra provincia, stranieri, pronto soccorso; esclusi: paganti, convenzioni, attività libero professionale), si osserva anche in questo caso, rispetto al 2009, una flessione: dal 7,6% del precedente esercizio al 6,2% del 2010. 69 Tabella 2.17 - Day Service Ambulatoriale: confronto tra 2009 e 2010 2009 N. PAC CHIUSI 2010 N. MEDIO ACCESSI N. PRESTAZ. IMPORTO TOTALE N. PAC CHIUSI N. MEDIO ACCESSI N. PRESTAZ. IMPORTO TOTALE CHIR.PEDIATRICA 782 1.1 2,871 59,158.20 862 1.1 2,677 49,328.05 EMATOLOGIA 438 3.6 6,660 180,350.25 473 3 3,745 130,504.85 24 3.4 517 4,733.10 21 3.8 347 3,633.80 455 5.7 8,433 161,233.00 611 5.7 10,175 182,284.40 83 4 3,121 23,976.05 72 4 2,114 20,505.25 145 3.2 2,292 17,617.90 129 3.1 1,555 10,616.20 83 4.6 3,155 21,373.10 69 3.4 963 8,299.60 DIABETOLOGIA ENDOCRINOLOGIA DEMENZE - GERIATRIA MAL.INFETTIVE PROG. MAL.INF.TROP. E MAL. MIGRANTE INTERNISTICO 550 5.4 15,187 172,584.10 570 5.6 11,410 129,343.20 MEDICINA INTERNA UNIVERSITARIA - DAY SERVICE DEMENZE 70 3.2 1,747 11,340.95 63 3.6 1,745 18,175.35 NEUROLOGIA 51 5.1 631 6,278.95 46 4.8 384 3,293.55 CLINICA NEUROLOGICA 42 2.5 556 5,851.15 40 2.5 323 4,766.70 1,618 3.8 2,005 1,279,837.30 1,619 3.8 1,710 1,184,718.40 314 1.3 1,236 48,760.65 332 1.4 953 38,546.90 1,040 2.2 14,242 428,181.20 1,042 2.3 11,397 358,282.60 OCULISTICA. ORTOPEDIA OSTETRICIA GINECOLOGIA O.R.L. 37 2.5 261 7,641.75 22 2.2 74 2,164.35 PEDIATRIA OSPEDALIERA 225 2.5 2,295 18,110.70 166 2.8 1,295 9,930.45 PEDIATRIA UNIVERSITARIA 501 2.1 7,351 67,810.65 472 2.2 5,070 44,198.80 UROLOGIA 255 2.9 1,939 51,363.55 273 2.4 1,261 31,411.10 77 7 2,726 19,397.85 55 7.6 1,151 7,736.30 153 5.2 3,018 26,052.05 144 5.5 2,701 21,261.40 67 2.3 - - FISIOPAT.RESPIR. 155 4.2 2,175 38,987.95 111 4 1,232 18,476.30 PNEUMOLOGIA 147 4.5 3,851 80,992.30 161 4.5 3,429 71,038.00 7,245 3.3 86,269 2,731,632.70 7,420 3.3 65,711 2,348,515.55 DERMATOLOGIA GASTROENTEROL. ONCOLOGIA TOTALE Entrando nel dettaglio dell’attività svolta da ciascuna articolazione organizzativa negli ultimi due anni (tabelle 2.18 e 2.19), si evidenzia che il trasferimento dell’assistenza da un un virtuale regime di ricovero al DSA ha comportato per tutti i casi una riduzione dei ricavi, ad eccezione del DSA di ostetricia e ginecologia, e ciò in entrambi gli anni. Si osserva altresì che nel 2010 la differenza tra PAC aperti e chiusi è stata più elevata e che il numero di PAC con SDO compilata e con tariffazione, rapportato al numero di PAC aperti e chiusi, è stato significativamente più basso. Non potendosi escludere che all’origine del minor fatturato vi sia stata una mancata registrazione di prestazioni, l’Azienda ha potenziato i controlli effettuati in back office dal Centro Servizi sui PAC prodotti e sulla relativa tariffazione, al fine di assicurare una più accurata e fedele rappresentazione dell’attività svolta in regime di DSA. Tali controlli proseguono nel 2011. 70 Tabella 2.18 - Profilo di sintesi della produzione di DSA nel 2009 REPARTO N. PAC APERTI* N. PAC CHIUSI* N. PAC con SDO compilata N. PAC con SDO compilata e tariffazione N. PRESTAZ. N. MEDIO ACCESSI IMPORTO TOTALE CENTRO SERVIZI IMPORTO MEDIO CENTRO SERVIZI IMPORTO SIMULATO DRG DAY HOSPITAL CHIR. PEDIATRICA 782 782 775 737 2,871 1.1 59,158.20 80.27 142,467.49 DAY HOSPITAL EMATOLOGIA 479 438 438 399 6,660 3.6 180,350.25 452.01 540,847.61 DAY HOSPITAL DIABETOLOGIA 27 24 24 20 517 3.4 4,733.10 236.66 9,865.93 532 455 455 357 8,433 5.7 161,233.00 451.63 472,335.98 83 83 83 81 3,121 4 23,976.05 296 127,792.27 146 145 145 127 2,292 3.2 17,617.90 138.72 79,761.44 89 83 83 74 3,155 4.6 21,373.10 288.83 87,354.76 596 550 550 515 15,187 5.4 172,584.10 335.11 548,244.40 MEDICINA INT. UNIVERSITARIA - DAY SERVICE DEMENZE 73 70 69 54 1,747 3.2 11,340.95 210.02 46,269.36 DAY HOSPITAL NEUROLOGIA 63 51 51 30 631 5.1 6,278.95 209.3 67,958.09 DAY HOSPITAL CLINICA NEUROLOGICA 58 42 42 31 556 2.5 5,851.15 188.75 16,677.04 1,739 1,618 1,617 1,517 2,005 3.8 1,279,837.30 843.66 1,571,462.97 DAY HOSPITAL ORTOPEDIA 343 314 314 253 1,236 1.3 48,760.65 192.73 87,068.76 DAY HOSPITAL OSTETRICIA GINECOLOGIA 1,098 1,040 1,040 987 14,242 2.2 428,181.20 433.82 281,455.43 DAY HOSPITAL ENDOCRINOLOGIA DAY SERVICE DEMENZE GERIATRIA DAY HOSPITAL MAL. INFETTIVE D.H. PROG. MAL.INFETT. TROPIC. E MAL. DEL MIGRANTE DAY HOSPITAL INTERNISTICO DAY HOSPITAL OCULIST. 41 37 36 36 261 2.5 7,641.75 212.27 4,782.16 DAY HOSPITAL PEDIATRIA OSPEDALIERA DAY HOSPITAL O.R.L. 258 225 222 159 2,295 2.5 18,110.70 113.9 70,306.64 DAY HOSPITAL PEDIATRIA UNIVERSITARIA 552 501 498 403 7,351 2.1 67,810.65 168.26 178,212.37 DAY SURGERY UROLOGIA 268 255 251 236 1,939 2.9 51,363.55 217.64 106,202.45 DAY HOSPITAL DERMATOLOGIA 80 77 77 64 2,726 7 19,397.85 303.09 112,271.93 DAY HOSPITAL GASTROENTEROL. 170 153 152 114 3,018 5.2 26,052.05 228.53 146,054.72 DAY HOSPITAL FISIOPAT. RESPIR. 169 155 155 133 2,175 4.2 38,987.95 293.14 147,277.43 DAY HOSPITAL PNEUMOLOGIA 159 147 147 132 3,851 4.5 80,992.30 613.58 226,014.26 7,805 7,245 7,224 6,459 86,269 3.3 2,731,632.70 422.92 5,070,683.49 TOTALE 71 Tabella 2.19 - Profilo di sintesi della produzione di DSA nel 2010 REPARTO N. PAC APERTI* N. PAC CHIUSI* N. PAC con SDO compilata N. PAC con SDO compilata e tariffazione N. PRESTAZ. N. MEDIO ACCESSI IMPORTO TOTALE CENTRO SERVIZI IMPORTO MEDIO CENTRO SERVIZI IMPORTO SIMULATO DRG DAY HOSPITAL CHIR. PEDIATRICA 874 862 853 658 2,677 1.1 49,328.05 74.97 152,442.22 DAY HOSPITAL EMATOLOGIA 527 473 472 323 3,745 3 130,504.85 404.04 472,428.76 DAY HOSPITAL DIABETOLOGIA 23 21 21 13 347 3.8 3,633.80 279.52 11,736.88 DAY HOSPITAL ENDOCRINOLOGIA 675 611 610 401 10,175 5.7 182,284.40 454.57 612,444.79 DAY SERVICE DEMENZE GERIATRIA 72 72 72 58 2,114 4 20,505.25 353.54 83,386.65 DAY HOSPITAL MAL. INFETTIVE 129 129 129 83 1,555 3.1 10,616.20 127.91 85,485.09 D.H. PROG. MAL. INFETT. TROPIC. E MAL. DEL MIGRANTE 69 69 69 39 963 3.4 8,299.60 212.81 45,184.47 DAY HOSPITAL INTERNISTICO 598 570 570 347 11,410 5.6 129,343.20 372.75 620,288.18 MEDICINA INT. UNIVERSITARIA - DAY SERVICE DEMENZE 71 63 63 49 1,745 3.6 18,175.35 370.93 65,960.39 DAY HOSPITAL NEUROLOGIA 60 46 46 20 384 4.8 3,293.55 164.68 44,693.48 DAY HOSPITAL CLINICA NEUROLOGICA 49 40 40 14 323 2.5 4,766.70 340.48 20,825.49 DAY HOSPITAL OCULIST. 1,944 1,619 1,612 1,386 1,710 3.8 1,184,718.40 854.78 1,582,731.45 DAY HOSPITAL ORTOPEDIA 341 332 332 216 953 1.4 38,546.90 178.46 85,439.00 DAY HOSPITAL OSTETRICIA GINECOLOGIA 1,077 1,042 1,042 812 11,397 2.3 358,282.60 441.23 271,073.30 DAY HOSPITAL O.R.L. 22 22 21 10 74 2.2 2,164.35 216.44 3,003.50 DAY HOSPITAL PEDIATRIA OSPEDALIERA 219 166 166 85 1,295 2.8 9,930.45 116.83 68,265.65 DAY HOSPITAL PEDIATRIA UNIVERSITARIA 539 472 468 249 5,070 2.2 44,198.80 177.51 185,468.16 DAY SURGERY UROLOGIA 284 273 248 164 1,261 2.4 31,411.10 191.53 64,277.97 DAY HOSPITAL DERMATOLOGIA 55 55 55 26 1,151 7.6 7,736.30 297.55 60,391.33 DAY HOSPITAL GASTROENTEROL. 174 144 144 98 2,701 5.5 21,261.40 216.95 177,366.86 DAY HOSPITAL ONCOLOGIA 390 67 64 0 - 2.3 - - 28,133.19 DAY HOSPITAL FISIOPAT.RESPIR. 122 111 110 62 1,232 4 18,476.30 298 90,799.53 DAY HOSPITAL PNEUMOLOGIA 170 161 161 117 3,429 4.5 71,038.00 607.16 213,131.94 TOTALE 8,484 7,420 7,368 5,230 65,711 3.3 2,348,515.55 449.05 5,044,958.28 72 Indice di performance delle prestazioni programmabili L’analisi dei tempi di attesa per le prestazioni programmabili, ai sensi dell’accordo Stato-Regioni 14/02/2002, evidenzia che: • nel 30% delle prestazioni di diagnostica il valore mediano ricade entro il limite temporale dei 60 giorni; • nel 21% delle tipologie di visite specialistiche la mediana si colloca entro o in prossimità dei 30 giorni. A fronte di tale performance mediamente bassa, si deve ricordare che l'offerta settimanale delle prestazioni programmabili è vincolata ad accordi contrattuali con la committenza, i quali sono il frutto di analisi di appropriatezza e di valutazione dei bisogni effettivi della popolazione del territorio. Merita comunque di essere sottolineato che l’Azienda ha monitorato l’attività libero professionale onde evitare che la stessa superasse l’offerta a CUP. Le prestazioni con valore mediano elevato associato ad una bassa offerta settimanale (evidenziate in rosso), sono comunque la minoranza (visita ginecologica, colonscopia, EMG, TAC, RMN, ECG holter, ecografia della mammella, holter ECG) e interessano per lo più specialità per le quali esistono anche altri percorsi di accesso (pronto soccorso, screening), e soprattutto altri erogatori a livello provinciale. Tabella 2.20 - Indice di performance delle prestazioni programmabili (dati forniti dal sito MAPS della RER alimentato dalla AUSL). Off. Sett. Program. Giorni di attesa Urg. Diff. totale Media I Perf. Mediana Prosp 1 Visita Oculistica 313 19 332* 127,9 152 23% 3 Visita Urologica 44 4 48 94,1 109 20% 14% 4 Visita Fisiatrica 80 39 119 50,4 42 5 Visita Endocrinologica 73 8 81 61 16 72% 6 Visita Neurologica 96 3 99 34,8 41 49% 7 Visita Ortopedica 72 17 89 57,1 78 40% 8 Visita Oncologica 5 0 5*** 3 3 100% 101 8 109**** 137,4 159 18% 8 0 8 37,7 19 77% 9 Visita Cardiologica 23 Visita Ginecologica 153 8 161*** 76,5 85 12% 25 Visita Otorinolaringoiatrica 24 Visita Dermatologica 65 0 65 39,7 45 22% 26 Visita Chirurgia Vascolare 25 0 25 79 18,5 67% 41 Visita Gastroenterologica 27 5 32 96 117 21% 42 Visita Pneumologica 63 6 69 69 67 9% 10 Colonscopia 20 0 20 106 125 24% 20% 11 EMG 15 0 15 153,8 178 11 Ecocolordoppler 66 9 75 212,4 217 0% 143 0 143 69,2 75 31% 13 Ecografia Addome 14 Gastroscopia 35 0 35 25,2 22 95% 15 TAC del Capo 22 0 22 71,9 76 13% 13% 16 TAC Addome 24 0 24 106 73 17 RMN Cerebrale 10 0 10 196,7 169 0% 2 0 2 213,2 223 0% 19 RMN della Colonna 10 0 10 78,9 62,5 36% 20 Protesica – Conservativa 25 0 25 24,6 26 100% 29% 18 RMN Addome 27 TAC Rachide e Speco Vertebrale 35 0 35 69,9 76 28 TAC Bacino 13 0 13 29 TAC Torace 23 0 23 120,7 169 20% 30 Ecografia Mammella 14 4 18 369,5 483 20% 6 0 6 49,1 19 78% 5 0 5 80,8 57,5 75% 53 1 54 82,7 69 9% 32 Colposcopia 33 Cistoscopia 35 Ecocolordoppler Cardiaca 37 Elettrocardiogramma Holter 9 1 10 200,8 218 0% 39 Spirometria 6 0 6 26,1 14 80% 73 *la riduzione delle prime visite oculistiche è transitoria. ** le visite ortopediche pediatriche hanno incrementato l'offerta ***ridotte per conversione di prime visite in controlli ****riduzione dell’offerta Attività di governo clinico in collaborazione con l’Ausl per qualificazione consumi prestazioni specialistiche Tempi di attesa specialistica ambulatoriale L’obiettivo congiunto tra le due Aziende della Provincia è stato quello di favorire l’accesso alle prestazioni di specialistica ambulatoriale, tenendo conto della necessità di rispettare i tempi massimi di attesa, focalizzando l’attenzione sulle prestazioni critiche. Per l’anno 2010, per fornire garanzie al cittadino nel rispetto dei tempi di attesa, sono stati attivati, su richiesta AUSL, i seguenti percorsi di garanzia: ecografia addome, dermatologia, ortopedia, orl-audiologia, endocrinologia, neurologia, EMG,cardiologia, oculistica, ecodoppler, urologia. E’ stato completato il processo relativo alla gestione informatizzata ed integrata, su scala interaziendale, dell’attività di prenotazione dell’attività specialistica ambulatoriale (CUP unico Provinciale), con inserimento di tutta l’offerta di prestazioni nel sistema CUP . Sono stati avviati i percorsi di day service ambulatoriale (ad esempio il Day service oncologico), per i quali l’azienda collabora in apposito gruppo regionale. In tabella 2.21 sono esposte le percentuali di prestazioni, distinte per macro tipologie, effettuate entro determinate classi di attesa, nell’ultimo biennio. Per tutte le tipologie, ad esclusione della diagnostica strumentale, si evidenzia che nel 2010 la percentuale effettuata entro 30 giorni è lievemente aumentata (in particolare, significativo l’incremento per le prestazioni terapeutiche e per gli esami di laboratorio). Al lato opposto, si osserva un aumento della percentuale di visite e di prestazioni riabilitative e diagnostiche effettuate oltre i 90 giorni. Tabella 2.21 – Tempi di attesa prestazioni ambulatoriali: confronto 2009-2010 (regime di erogazione SSN, modalità di accesso ordinario programmabile) Tipo di prestazione Anno Totale erogato Prestazioni con attesa > 0 gg 1-45 gg (v.%) 28,92 41,05 1-60 gg (v.%) 50,98 1-75 gg (v.%) 60,89 1-90 gg (v.%) 72,89 oltre 90 gg (v.%) 2009 111.445 2010 104.661 75.222 30,58 42,18 53,35 59,79 70,57 29,43 Prestazio- 2009 ni Terapeu2010 tiche 72.323 21.296 68,37 73,27 75,78 77,59 79,35 20,65 65.860 18.187 78,14 84,70 87,35 89,26 90,66 9,34 6.666 3.878 36,28 48,81 59,33 65,5 69,78 30,22 Visite 77.037 1-30 gg (v.%) 27,11 R i a b i l i t a - 2009 zione 2010 15.541 9.069 36,80 41,05 44,00 48,79 56,94 43,06 2009 1.537.996 12.238 48,91 67,83 74,23 84,07 88,89 11,11 Laboratorio 2010 1.525.921 14.955 54,15 66,16 76,76 84,96 89,26 10,74 2009 122.456 100.496 39,26 48,76 60,12 67,06 72,44 27,56 116.531 96.152 36,46 49,44 60,28 66,13 70,71 29,29 Diagnostica 2010 2.3.3 Assistenza ospedaliera Struttura dell’Offerta L’Arcispedale S. Anna assicura il 48,75% della dotazione di posti letto provinciali. Come si è meglio precisato nel paragrafo 1.3, l’azienda si caratterizza per essere, allo stesso tempo, ospedale di distretto per quanto riguarda le unità operative di base e ospedale provinciale e sovra provinciale per le altre strutture di secondo e terzo livello. L’Azienda Ospedaliero Universitaria contribuisce alla dotazione provinciale con 2,4 posti letto ogni 1000 abitanti, confermando l’offerta dell’esercizio precedente. 74 Tabella 2.22 – Dotazione posti letto dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara Acuti 2010 2009 2008 Totale posti letto Riabilitazione LD Totale Acuti posti letto/1000 abitanti LD + Riab. Recupero e Riab. LD Totale 763 90 7 860 2,13 0,27 0,25 0,02 2,40 766 90 7 863 2,14 0,27 0,25 0,02 2,41 766 90 7 863 2,15 0,27 0,25 0,02 2,43 Osservando il complesso dell’offerta pubblica e privata accreditata della Provincia e ponendola a confronto con la dotazione regionale, emerge che la riduzione di posti letto negli ultimi 4 anni ha interessato soprattutto (anche se in misura contenuta) l’ Azienda e le strutture private. La dotazione del ferrarese, pur tendendo al calo, si mantiene al di sopra dell’indicatore regionale, e ciò riguarda sia i letti di riabilitazione e di lungodegenza, sia i letti per acuti. Il Patto per la Salute del 3 dicembre 2009 (il quale fissa uno standard di 4 posti letto ogni 1000 abitanti di cui 0,7 di riabilitazione e lungodegenza, incrementabili fino ad un massimo di 4,2 in presenza di particolari condizioni demografiche), prevede che a livello regionale la dotazione si allinei allo standard entro il 30 giugno 2011. La riduzione di posti letto che dovrà ancora essere operata non potrà non tener conto delle funzioni di 2° e 3° livello svolte dall’Azienda. Tabella 2.23 - Dotazione posti letto della provincia di Ferrara – Contributo degli erogatori pubblici e privati e confronto con l’offerta regionale 2007 Posti letto AOU di Ferrara 2008 876 863 di cui in Lungodegenza-Riabilitazione Posti letto Azienda USL di Ferrara di cui in Lungodegenza Riabilitazione 174 di cui in Lungodegenza Riabilitazione Dotazione media ogni 1000 abitanti provincia FE 346 5,05 di cui in Lungodegenza Riabilitazione Totale posti letto RER 0,98 19.983 di cui in Lungodegenza Riabilitazione Dotazione media ogni 1000 abitanti RER 3.821 4,73 di cui in Lungodegenza Riabilitazione 174 0,90 174 346 5,02 0,97 19.777 3.896 4,63 0,91 174 145 75 1.785 97 759 145 75 1.783 97 751 169 di cui in Lungodegenza Riabilitazione Posti letto provincia di Ferrara 860 97 753 154 2010 863 97 753 Posti letto accreditati delle Case di Cura 2009 75 1.759 346 4,91 0,97 19.732 3.931 4,55 0,91 75 1.764 346 4,91 0,96 19.606 3.862 4,46 0,88 Attività Hub - attuazione del modello Hub & Spoke Le strategie aziendali e le azioni 2010 hanno consolidato il modello organizzativo hub & spoke riferito alle funzioni che ricadono sotto la responsabilità dell’Azienda, e cioè: • malattie rare e centro di riferimento regionale per la patologia talassemica; • neuroscienze (neurologia e neurochirurgia); • riabilitazione dei pazienti con gravi cerebro lesioni (associata alla gestione di un registro regionale sul fenomeno); • terapia intensiva neonatale; • genetica medica, con particolare riguardo alla genetica molecolare e alla citogenetica; • emodinamica (in collaborazione con la AUSL). Per quanto concerne l’attività di ricovero, a fronte di un mantenimento della dotazione di posti letto si è registrata, tra il 2006 ed il 2007, una lieve riduzione della mobilità attività (soprattutto extraregionale), mentre dal 2007 i dati sono pressoché costanti. 75 Tabella 2.24 - Posti letto e ricoveri nelle funzioni Hub (valori in %). 2006 2007 2008 2009 2010 Letti hub ASA 12,44 12,50 12,70 12,80 12,80 Ricoveri RER 13,97 13,37 13,18 14,11 13,10 Ricoveri extra RER 17,08 15,32 16,00 15,30 15,35 Totale mobilità 31,05 28,70 29,19 29,41 28,45 Entrando nel dettaglio delle discipline Hub con attività di ricovero, si evidenzia (tabella 2.25) che, a confronto con la globalità delle discipline ospedaliere: • un PL produce meno della metà di ricoveri rispetto alla media • la proporzione dei ricoveri in mobilità attiva sul totale dei ricoveri è superiore di oltre il 50% • la proporzione di ricoveri in mobilità attiva infra regionale è superiore di 1/3 • la proporzione di ricoveri in mobilità attiva extraregionale è superiore di 1/5. Tabella 2.25 – Posti letto, ricoveri e mobilità attiva 2010: discipline Hub rispetto al totale dell’ospedale PL Neurologia tot ricoveri tot mob att mob att RER mob att extraRER 28 958 243 112 131 Neurochirurgia 21 808 216 106 110 TIN 16 305 96 48 48 UGC 45 150 77 25 52 tot. discipline hub (a) 110 2.221 632 291 341 totale PL acuti Osp (b) 763 38.679 7.187 2.280 4.909 % (a)/(b) 14,4 5,7 8,8 12,8 6,9 ricoveri anno/PL all 50,7 mob.att. RER/ tot.ric. - all ricoveri anno/PL hub 20,2 mob.att. RER/ tot.ric. - hub 13,1 5,9 ric.mob.att/tot.ric. all 18,6 mob.att. extra/ tot.ric. - all 12,7 Attività Ospedaliera Nel 2010 il contributo dell’Azienda al tasso di ospedalizzazione standardizzato per età si è attestato sul 46,8% per i ricoveri ordinari, sul 67,4% per i DH medici e sul 45,4% per i DH chirurgici. Complessivamente, rispetto al 2009 la percentuale complessiva si riduce, soprattutto per il contenimento dei DH medici. Tabella 2.26 - Contributo dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria al tasso di ospedalizzazione standardizzato provinciale – valori percentuali. - Ricoveri ordinari - Day Hospital Medici - Day Hospital Chirurgici 2008 2009 2010 46,2 46,1 46,8 71,3 70,6 67,4 43,6 45 45,4 Il numero di dimessi continua a presentare un trend in diminuzione, confermando il continuo impegno aziendale verso la deospedalizzazione. Il trend si è stabilizzato per quanto riguarda i ricoveri ordinari mentre è in netta diminuzione per quanto riguarda il ricovero diurno. 76 Tabella 2.27 - Numero di dimessi in regime ordinario e day-hospital. Regime Ordinario Day-Hospital Totale dimessi di cui in libera professione 2010 27.615 2009 27.612 2008 2007 Totale Totale dimessi di cui in libera professione Totale dimessi di cui in libera professione 67 11.064 35 38.679 102 68 11.717 35 39.329 103 28.308 67 11.693 9 40.001 76 28.739 27 12.631 4 41.370 31 La percentuale della casistica chirurgica si è stabilizzata negli ultimi due anni, a fronte di una riduzione del numero complessivo dei ricoveri. Tabella 2.28 - Numero di casi chirurgici sul totale ricoveri. Tutti i DRG 2010 2009 2008 2007 Totale ricoveri Ricoveri in libera professione 39.329 103 38.679 40.001 102 76 41.370 31 DRG chirurgici Totale ricoveri Ricoveri in libera professione 16.298 100 15.984 16.239 102 76 16.972 % casi chirurgici sul totale Totale ricoveri Ricoveri in libera professione 41,4% 97,1% 41,3% 40,6% 31 41,0% 100,0% 100,0% 100,0% Anche il peso medio dei DRG non presenta variazioni rispetto all’anno precedente, né per il ricovero ordinario né per il day hospital. Tabella 2.29 - Peso medio DRG del ricovero. Ordinario Day Hospital 2008 1,21 0,89 2009 1,22 0,89 2010 1,22 0,89 Analizzando l’indice di case-mix di ciascuna disciplina si osserva che in due casi (chirurgia pediatrica ed ematologia) il valore è significativamente più basso del riferimento medio. Il dato contrasta con quanto atteso ed è, pertanto, meritevole di approfondimento (sottocodifica? trattamento in regime ordinario di pazienti gestibili in altri contesti/discipline?). Tabella 2.30 – dettaglio sul Peso Medio e Indice di Case mix per disciplina nel 2010 PM ICM 008 - CARDIOLOGIA 1,62 1,14 009 - CHIRURGIA GENERALE 1,4 1,05 011 - CHIRURGIA PEDIATRICA 0,68 0,78 012 - CHIRURGIA PLASTICA 1,27 1 014 - CHIRURGIA VASCOLARE 1,81 1,02 018 - EMATOLOGIA 2,95 0,73 021 - GERIATRIA 1,09 1,02 026 - MEDICINA GENERALE 1,08 1,03 029 - NEFROLOGIA 1,33 0,99 030 - NEUROCHIRURGIA 2,14 1 031 - NIDO 0,8 0,9 032 - NEUROLOGIA 1,24 1,1 034 - OCULISTICA 0,75 0,95 010 - CHIRURGIA MAXILLO FACCIALE 019 - MAL.ENDOCRINE/DIABETOLOG. 024 - MALATTIE INFETTIVE E TROPICALI 036 - ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA 1,32 0,97 0,96 0,9 1,3 0,9 1,56 1,19 77 037 - OSTETRICIA E GINECOLOGIA 0,59 0,95 038 - OTORINOLARINGOIATRIA 1,08 1,13 039 - PEDIATRIA 0,54 0,93 043 - UROLOGIA 1,09 0,98 049 - TERAPIA INTENSIVA 4,49 0,93 050 - UNITA’ CORONARICA 1,83 1,09 051 - ASTANTERIA 0,86 0,92 058 - GASTROENTEROLOGIA 1,22 1,08 064 - ONCOLOGIA 1,28 1,01 068 - PNEUMOLOGIA 1,48 1,07 071 - REUMATOLOGIA 0,97 0,97 073 - TERAPIA INTENSIVA NEONAT. 2,4 1,17 La percentuale di ricoveri ordinari di peso superiore a 2,5 tende, nel triennio, alla riduzione. Il dato è tuttavia da mettere in relazione all’adozione, a partire dal 2009, dell'ICD9CM 2007- versione 24 del Grouper, ai sensi del D.M. 18/12/2008 "Aggiornamento dei sistemi di classificazione". La riduzione interessa ovviamente tutte le aziende regionali (ad eccezione dello IOR). Tabella 2.31 - Percentuale di casi ordinari di peso superiore a 2,5 Per quanto concerne i DRG potenzialmente inappropriati, si rileva nel tempo (tabella 2.33) una modesta riduzione in rapporto al calo delle dimissioni, il che suggerisce l’ipotesi che i casi effettivamente trasferibili a setting assistenziali alternativi siano molto pochi (per il quanto concerne il 2010, la percentuale più elevata deve tener conto anche degli effetti dell’adozione della versione 24 ICDIX-CM). Controlli a campione delle cartelle cliniche effettuati nel 2010 hanno evidenziato che in genere sono le condizioni socio - demografiche (età avanzata, solitudine), associate alla scarsa e intempestiva disponibilità di assistenza domiciliare o residenziale, le cause che portano ad un ricovero evitabile o ad un prolungamento non necessario della degenza. Tabella 2.32 - Percentuale di casi attribuiti a DRG individuati da dgr 1890/2010 su totale dimessi Tabella 2.33 - Percentuale di casi attribuiti a DRG individuati da dgr 1872/2004 su totale dimessi Da ultimo, dall’analisi dei tempi di attesa pre-ricovero nel triennio 2008-2010, relativi a determinate patologie, si evince che i ricoveri per intervento chirurgico con tempo di attesa mediano superiore a 30 giorni sono, stabilmente, quelli inerenti: tumore della prostata, cataratta, protesi d’anca, ernia inguinale, stripping di vene, tonsillectomia. Nel 2010 anche la mastectomia ha superato i 40 giorni. 78 Tabella 2.34 - Tempi d’attesa pre ricovero: percentuale di casi ricoverati entro i tempi massimi per patologia – Anno 2010 Totale ricoveri CHEMIOTERAPIA (DH) INTERVENTO CHIRURGICO TUMORE UTERO (regime ordinario) INTERVENTO CHIRURGICO TUMORE COLON RETTO (regime ordinario) INTERVENTO CHIRURGICO TUMORE PROSTATA (regime ordinario) AREA ONCOLOGICA INTERVENTO CHIRURGICO TUMORE MAMMELLA - MASTECTOMIA (regime ordinario) CORONAROGRAFIA (DH) ENDOARTERIECTOMIA CAROTIDEA (regime ordinario) AREA CARDIOVASCOLARE ANGIOPLASTICA (PTCA) (regime ordinario) CATARATTA (DH) AREA GERIATRICA INTERVENTO PROTESI D’ANCA (regime ordinario) Attesa mediana Tempi di attesa (valori percentuali)* Totale ricoveri con attesa>0gg (gg) 0 gg 1-30 gg 1-60 gg 1-90 gg 1-120 gg 1-180 gg >180 gg Az.USL+Privato 457 301 2 34,1 100 100 100 100 100 0 Az.Ospedaliera 901 195 1 78,4 99 99,5 99,5 99,5 99,5 0,5 Totale 1.358 496 1 63,5 99,6 99,8 99,8 99,8 99,8 0,2 Az.USL+Privato 43 43 14 0 90,7 100 100 100 100 0 Az.Ospedaliera 25 25 29 0 52 96 100 100 100 0 Totale 68 68 21 0 76,5 98,5 100 100 100 0 Az.USL+Privato 82 75 6 8,5 92 98,7 98,7 98,7 100 0 Az.Ospedaliera 141 107 17 24,1 72 87,9 91,6 95,3 99,1 0,9 Totale 223 182 13 18,4 80,2 92,3 94,5 96,7 99,5 0,5 Az.USL+Privato 71 71 47 0 16,9 66,2 97,2 100 100 0 Az.Ospedaliera 52 50 33,5 3,8 40 84 96 98 98 2 Totale 123 121 40 1,6 26,4 73,6 96,7 99,2 99,2 0,8 Az.USL+Privato 17 17 9 0 94,1 100 100 100 100 0 Az.Ospedaliera 109 100 42 8,3 30 81 95 97 100 0 Totale 126 117 39 7,1 39,3 83,8 95,7 97,4 100 0 Az.USL+Privato 47 19 12 59,6 89,5 100 100 100 100 0 Totale 47 19 12 59,6 89,5 100 100 100 100 0 Az.USL+Privato 78 76 32 2,6 48,7 85,5 93,4 94,7 100 0 Az.Ospedaliera 168 161 13 4,2 72 85,7 90,7 95 97,5 2,5 Totale 246 237 20 3,7 64,6 85,7 91,6 94,9 98,3 1,7 Az.USL+Privato 52 36 17 30,8 63,9 77,8 88,9 88,9 97,2 2,8 Az.Ospedaliera 223 176 7 21,1 87,5 97,7 98,9 99,4 99,4 0,6 Totale 275 212 7 22,9 83,5 94,3 97,2 97,6 99,1 0,9 Az.USL+Privato 335 333 12 0,6 72,1 87,7 100 100 100 0 Az.Ospedaliera 99 94 68 5,1 24,5 41,5 78,7 93,6 97,9 2,1 Totale 434 427 13 1,6 61,6 77,5 95,3 98,6 99,5 0,5 Az.USL+Privato 365 363 106 0,5 8,8 20,9 40,8 59,8 76,6 23,4 Az.Ospedaliera 75 61 77 18,7 19,7 34,4 60,7 82 85,2 14,8 Totale 440 424 101 3,6 10,4 22,9 43,6 63 77,8 22,2 79 Totale ricoveri TUNNEL CARPALE (DH) RIPARAZIONE ERNIA INGUINALE (DH) EMORROIDECTOMIA (DH) STRIPPING DI VENE (DH) BIOPSIA PERCUTENEA DEL FEGATO (DH) ALTRE PRESTAZIONI INTERVENTO CHIRURGICO POLMONE (regime ordinario) Tempi di attesa (valori percentuali)* Totale ricoveri con attesa>0gg (gg) 0 gg 1-30 gg 1-60 gg 1-90 gg 1-120 gg 1-180 gg >180 gg Az.USL+Privato 170 165 16 2,9 69,1 80,6 85,5 90,3 95,2 4,8 Az.Ospedaliera 13 12 65,5 7,7 33,3 41,7 66,7 91,7 91,7 8,3 Totale 183 177 16 3,3 66,7 78 84,2 90,4 94,9 5,1 Az.USL+Privato 453 450 21 0,7 62 80,4 87,6 93,3 96,4 3,6 Az.Ospedaliera 126 126 84 0 12,7 32,5 51,6 60,3 83,3 16,7 Totale 579 576 29,5 0,5 51,2 70 79,7 86,1 93,6 6,4 Az.USL+Privato 25 25 38 0 40 76 92 92 100 0 Az.Ospedaliera 26 21 24 19,2 57,1 81 95,2 100 100 0 Totale 51 46 33,5 9,8 47,8 78,3 93,5 95,7 100 0 Az.USL+Privato 486 485 21 0,2 58,1 70,7 81,6 89,5 96,9 3,1 Az.Ospedaliera 357 351 63 1,7 6 38,2 63,2 77,5 91,7 8,3 Totale 843 836 56 0,8 36,2 57,1 73,9 84,4 94,7 5,3 Az.USL+Privato 14 1 1 92,9 100 100 100 100 100 0 Az.Ospedaliera 60 43 7 28,3 90,7 100 100 100 100 0 Totale 74 44 6,5 40,5 90,9 100 100 100 100 0 Az.USL+Privato 48 48 25 0 62,5 81,3 95,8 95,8 100 0 269 268 85 0,4 25 40,7 53,7 67,9 89,9 10,1 317 316 67,5 0,3 30,7 46,8 60,1 72,2 91,5 8,5 Az.USL+Privato 22 22 7,5 0 81,8 95,5 100 100 100 0 Az.Ospedaliera 70 46 22 34,3 56,5 71,7 78,3 89,1 97,8 2,2 Totale 92 68 19,5 26,1 64,7 79,4 85,3 92,6 98,5 1,5 Az.USL+Privato 4 1 1 75 100 100 100 100 100 0 Az.Ospedaliera 242 157 13 35,1 80,3 89,8 94,3 96,2 98,1 1,9 Totale 246 158 13 35,8 80,4 89,9 94,3 96,2 98,1 1,9 Az.Ospedaliera TONSILLECTOMIA (regime ordinario) Totale INTERVENTO CHIRURGICO COLON (regime ordinario) Attesa mediana Tabella 2.35 - Tempi d’attesa pre ricovero: percentuale di casi ricoverati entro i tempi massimi per patologia – Anno 2009 Totale ricoTempi di attesa (valori percentuali)* veri Attesa meTotale rico- c o n diana 1 - 6 0 1 - 9 0 1-120 1-180 veri attesa>0gg (gg) 0 gg 1-30 gg gg gg gg gg >180 gg CHEMIOTERAPIA (DH) Az.USL+Privato 140 108 5 22,9 100 100 100 100 100 0 Az.Ospedaliera 832 92 1 88,9 97,8 98,9 98,9 98,9 98,9 1,1 Totale 972 200 3,5 79,4 99 99,5 99,5 99,5 99,5 0,5 Az.USL+Privato 20 19 14 5 84,2 94,7 94,7 100 100 0 INTERVENTO CHIRURGICO Az.Ospedaliera TUMORE UTERO (regime ordinario) Totale 26 26 28,5 0 53,8 96,2 100 100 100 0 46 45 24 2,2 66,7 95,6 97,8 100 100 0 Az.USL+Privato 85 78 7 8,2 94,9 98,7 98,7 100 100 0 154 123 13 20,1 85,4 93,5 96,7 99,2 99,2 0,8 INTERVENTO CHIRURGICO Az.Ospedaliera TUMORE COLON RETTO (regime ordinario) Totale 239 201 11 15,9 89,1 95,5 97,5 99,5 99,5 0,5 Az.USL+Privato 76 75 47 1,3 13,3 70,7 93,3 100 100 0 INTERVENTO CHIRURGICO Az.Ospedaliera TUMORE PROSTATA (regime ordinario) Totale 47 44 33 6,4 36,4 95,5 97,7 100 100 0 123 119 41 3,3 21,8 79,8 95 100 100 0 Az.USL+Privato 15 14 6 6,7 85,7 100 100 100 100 0 93 84 29 9,7 51,2 88,1 96,4 98,8 98,8 1,2 108 98 27 9,3 56,1 89,8 96,9 99 99 1 INTERVENTO CHIRURGICO TUMORE MAMMELLA - MA- Az.Ospedaliera AREA ON- STECTOMIA (regime ordinaCOLOGICA rio) Totale 80 Totale ricoTempi di attesa (valori percentuali)* veri Attesa meTotale rico- c o n diana 1 - 6 0 1 - 9 0 1-120 1-180 veri attesa>0gg (gg) 0 gg 1-30 gg gg gg gg gg >180 gg Az.USL+Privato 48 12 20 75 58,3 100 100 100 100 0 Totale 48 12 20 75 58,3 100 100 100 100 0 Az.USL+Privato 90 89 29 1,1 53,9 86,5 93,3 96,6 100 0 170 165 12 2,9 72,7 90,3 95,8 98,2 100 0 260 254 17,5 2,3 66,1 89 94,9 97,6 100 0 57 36 6,5 36,8 66,7 88,9 94,4 97,2 100 0 AREA CARAz.Ospedaliera DIOVASCO- ANGIOPLASTICA (PTCA) (reLARE gime ordinario) Totale 193 166 7 14 78,9 97,6 98,8 99,4 99,4 0,6 250 202 7 19,2 76,7 96 98 99 99,5 0,5 Az.USL+Privato 354 351 14 0,8 69,8 91,7 98,9 99,4 100 0 Az.Ospedaliera 84 78 51 7,1 30,8 69,2 93,6 97,4 98,7 1,3 Totale 438 429 18 2,1 62,7 87,6 97,9 99,1 99,8 0,2 Az.USL+Privato 364 364 126 0 4,4 15,7 33,8 47,8 72,3 27,7 78 69 97 11,5 2,9 24,6 43,5 76,8 95,7 4,3 442 433 114 2 4,2 17,1 35,3 52,4 76 24 Az.USL+Privato 156 153 20 1,9 66 85 91,5 94,8 97,4 2,6 Az.Ospedaliera 8 8 25 0 50 75 75 87,5 100 0 Totale 164 161 20 1,8 65,2 84,5 90,7 94,4 97,5 2,5 Az.USL+Privato 409 405 22 1 62,2 79,8 89,6 94,1 98,3 1,7 Az.Ospedaliera RIPARAZIONE ERNIA INGUINALE (DH) Totale 90 90 70 0 11,1 41,1 67,8 83,3 92,2 7,8 499 495 28 0,8 52,9 72,7 85,7 92,1 97,2 2,8 Az.USL+Privato 32 32 23,5 0 59,4 75 87,5 93,8 100 0 Az.Ospedaliera 13 12 17 7,7 75 91,7 100 100 100 0 Totale 45 44 23 2,2 63,6 79,5 90,9 95,5 100 0 Az.USL+Privato 392 390 36 0,5 44,4 68,5 81,3 89 96,4 3,6 Az.Ospedaliera 423 417 82 1,4 24,2 38,6 55,9 76,3 95,2 4,8 CORONAROGRAFIA (DH) Az.Ospedaliera ENDOARTERIECTOMIA CAROTIDEA (regime ordinario) Totale Az.USL+Privato CATARATTA (DH) Az.Ospedaliera AREA GE- INTERVENTO PROTESI RIATRICA D’ANCA (regime ordinario) Totale TUNNEL CARPALE (DH) EMORROIDECTOMIA (DH) STRIPPING DI VENE (DH) Totale 815 807 57 1 34 53 68,2 82,4 95,8 4,2 Az.USL+Privato 13 1 31 92,3 0 100 100 100 100 0 Az.Ospedaliera BIOPSIA PERCUTENEA DEL FEGATO (DH) Totale 65 36 4,5 44,6 94,4 100 100 100 100 0 78 37 5 52,6 91,9 100 100 100 100 0 Az.USL+Privato 55 54 12,5 1,8 79,6 94,4 96,3 98,1 100 0 Az.Ospedaliera 248 248 72,5 0 21,8 40,7 66,5 79 91,1 8,9 Totale 303 302 60 0,3 32,1 50,3 71,9 82,5 92,7 7,3 Az.USL+Privato 32 28 13 12,5 71,4 78,6 78,6 82,1 85,7 14,3 Az.Ospedaliera 68 53 15 22,1 73,6 88,7 98,1 100 100 0 100 81 14 19 72,8 85,2 91,4 93,8 95,1 4,9 7 4 5 42,9 100 100 100 100 100 0 229 159 13 30,6 79,2 94,3 98,1 100 100 0 236 163 13 30,9 79,8 94,5 98,2 100 100 0 TONSILLECTOMIA ordinario) (regime INTERVENTO CHIRURGICO COLON (regime ordinario) Totale Az.USL+Privato A L T R E Az.Ospedaliera P R E S T A - INTERVENTO CHIRURGICO POLMONE (regime ordinario) Totale ZIONI 81 Tabella 2.36 - Tempi d’attesa pre ricovero: percentuale di casi ricoverati entro i tempi massimi per patologia: 2008 Totale ricoveri Totale ricoveri con attesa>0gg Attesa mediana (gg) Tempi di attesa (valori percentuali)* 0 gg 1-30 gg 1-60 gg 1-90 gg 1-120 1-180 gg gg >180 gg Az.USL+Privato 96 96 4 0 99 100 100 100 100 0 Az.Ospedaliera 132 13 8 90,2 100 100 100 100 100 0 CHEMIOTERAPIA (DH) Totale 228 109 5 52,2 99,1 100 100 100 100 0 INTERVENTO CHI- Az.USL+Privato RURGICO TUMORE Az.Ospedaliera UTERO (regime ordiTotale nario) 16 16 12,5 0 87,5 100 100 100 100 0 29 29 30 0 55,2 100 100 100 100 0 45 45 18 0 66,7 100 100 100 100 0 INTERVENTO CHI- Az.USL+Privato RURGICO TUMORE Az.Ospedaliera COLON RETTO (regiTotale me ordinario) 98 90 6 8,2 98,9 100 100 100 100 0 155 124 13 20 83,9 94,4 97,6 97,6 99,2 0,8 253 214 10 15,4 90,2 96,7 98,6 98,6 99,5 0,5 INTERVENTO CHI- Az.USL+Privato RURGICO TUMORE Az.Ospedaliera PROSTATA (regime orTotale dinario) 77 77 45 0 31,2 70,1 92,2 98,7 100 0 41 39 26 4,9 61,5 87,2 94,9 97,4 100 0 118 116 36,5 1,7 41,4 75,9 93,1 98,3 100 0 22 21 15 4,5 81 95,2 100 100 100 0 74 66 23,5 10,8 68,2 95,5 100 100 100 0 96 87 22 9,4 71,3 95,4 100 100 100 0 71 32 22 54,9 81,3 96,9 100 100 100 0 71 32 22 54,9 81,3 96,9 100 100 100 0 82 80 32,5 2,4 46,3 82,5 87,5 96,3 98,8 1,3 166 155 29 6,6 51,6 80 91 94,2 97,4 2,6 248 235 31 5,2 49,8 80,9 89,8 94,9 97,9 2,1 36 31 6 13,9 80,6 100 100 100 100 0 201 180 11,5 10,4 84,4 97,2 98,3 98,3 98,9 1,1 237 211 11 11 83,9 97,6 98,6 98,6 99,1 0,9 Az.USL+Privato 533 533 10 0 91 99,1 99,8 100 100 0 Az.Ospedaliera 71 69 38 2,8 37,7 84,1 97,1 100 100 0 Totale 604 602 12 0,3 84,9 97,3 99,5 100 100 0 Az.USL+Privato 354 352 177,5 0,6 2,6 8,8 15,6 28,1 50,9 49,1 87 78 93 10,3 15,4 23,1 48,7 69,2 92,3 7,7 441 430 160 2,5 4,9 11,4 21,6 35,6 58,4 41,6 INTERVENTO CHI- Az.USL+Privato RURGICO TUMORE MAMMELLA MA- Az.Ospedaliera (regime AREA ON- STECTOMIA ordinario) Totale COLOGICA Az.USL+Privato CORONAROGRAFIA (DH) Totale Az.USL+Privato ENDOARTERIECTOAz.Ospedaliera MIA CAROTIDEA (regiTotale me ordinario) Az.USL+Privato AREA CAR- A N G I O P L A S T I C A Az.Ospedaliera DIOVASCO- (PTCA) (regime ordiTotale nario) LARE CATARATTA (DH) INTERVENTO PROAz.Ospedaliera AREA GERI- TESI D’ANCA (regime Totale ordinario) ATRICA 82 TUNNEL (DH) CARPALE Totale ricoveri Totale ricoveri con attesa>0gg Attesa mediana (gg) Tempi di attesa (valori percentuali)* 0 gg 1-30 gg 1-60 gg 1-90 gg 1-120 1-180 gg gg >180 gg Az.USL+Privato 233 230 15 1,3 77,8 90 93,9 96,1 98,7 1,3 Az.Ospedaliera 7 7 36 0 28,6 57,1 57,1 85,7 100 0 Totale 240 237 15 1,3 76,4 89 92,8 95,8 98,7 1,3 Az.USL+Privato 397 386 25 2,8 58,8 83,4 93,3 96,6 98,4 1,6 Az.Ospedaliera 103 103 55 0 25,2 60,2 79,6 92,2 99 1 500 489 29 2,2 51,7 78,5 90,4 95,7 98,6 1,4 Az.USL+Privato 10 9 17 10 77,8 100 100 100 100 0 Az.Ospedaliera 11 11 8 0 72,7 81,8 90,9 90,9 100 0 21 20 15 4,8 75 90 95 95 100 0 Az.USL+Privato 426 421 40 1,2 37,8 67 82,9 88,6 95,7 4,3 Az.Ospedaliera 417 414 38 0,7 44,7 65,5 78 90,3 98,8 1,2 RIPARAZIONE ERNIA Totale INGUINALE (DH) EMORROIDECTOMIA Totale (DH) STRIPPING DI VENE Totale (DH) 96 96 4 0 99 100 100 100 100 0 Az.USL+Privato 132 13 8 90,2 100 100 100 100 100 0 Az.Ospedaliera 228 109 5 52,2 99,1 100 100 100 100 0 16 16 12,5 0 87,5 100 100 100 100 0 Az.USL+Privato 29 29 30 0 55,2 100 100 100 100 0 Az.Ospedaliera 45 45 18 0 66,7 100 100 100 100 0 98 90 6 8,2 98,9 100 100 100 100 0 155 124 13 20 83,9 94,4 97,6 97,6 99,2 0,8 253 214 10 15,4 90,2 96,7 98,6 98,6 99,5 0,5 77 77 45 0 31,2 70,1 92,2 98,7 100 0 41 39 26 4,9 61,5 87,2 94,9 97,4 100 0 118 116 36,5 1,7 41,4 75,9 93,1 98,3 100 0 22 21 15 4,5 81 95,2 100 100 100 0 BIOPSIA PERCUTENEA DEL FEGATO (DH) Totale TONSILLECTOMIA (reTotale gime ordinario) Az.USL+Privato INTERVENTO CHIAz.Ospedaliera RURGICO COLON (reTotale gime ordinario) Az.USL+Privato INTERVENTO CHIAz.Ospedaliera ALTRE PRE- RURGICO POLMONE Totale (regime ordinario) STAZIONI Pronto Soccorso La lettura della tabella 2.37 e della figura 2.8 va effettuata tenendo conto del fatto che negli anni 2008 e 2009 non sono inclusi nel totale degli accessi al pronto soccorso, a causa di incompletezze informative, quelli del PS ostetrico-ginecologico seguiti da parto. Dal 2010, grazie all’implementazione del nuovo flusso informativo regionale, la rilevazione è completa. Ciò premesso, il trend di accessi si mostra costante, mentre la percentuale di pazienti ricoverati, dopo un continuo decremento dal 2007 al 2009, nell’ultimo anno tende a risalire seppur di poco. 83 Tabella 2.37 - Andamento dei ricoveri e degli accessi 2008 2009 2010 13.848 13.466 14.654 Non ricoverati 58.880 59.161 63.280 Deceduti 67 72 46 Totale accessi 72.795 72.699 77.980 % ricoveri sul totale accessi 19,0% 18,5% 18,8% Ricoverati Figura 2.8 – Accessi in PS Gennaio-Dicembre 2009-2010 Rispetto al complesso del sistema provinciale, l’Azienda assorbe quasi la metà degli accessi (tabella 2.38) Tabella 2.38 – Accessi al PS a livello provinciale – contributo dell’Azienda 2008 2009 2010 Accessi AOSP 72.795 72.699 77.980 Accessi AUSL Totale % Accessi AOSP/Totale 92.864 165.659 43,94% 92.493 89.257 165.192 167.237 44,01% 46,63% Nel 2009 si sono consolidate tutte le misure di ottimizzazione dei criteri di ricovero da PS, ed in particolare è andata a regime, dal punto di vista sia gestionale che informativo, l’attività relativa alla Osservazione Breve Intensiva (OBI). Entrambi gli indicatori di utilizzo dell’ OBI nel 2010 evidenziano una performance compatibile con lo standard regionale. Tabella 2.39 – Attività in OBI Anno 2010 Standard N. di pazienti inseriti in OBI nell’anno 3.225 Pazienti dimessi dopo l’OBI sul totale dei pazienti in OBI 4,14% 3-8% 71,38% >60% Pazienti in Obi sul totale accessi in PS 84 Piano Sangue Regionale L’attività di raccolta sangue nel 2010 ha superato quella del 2009 (+ 1,5%), ma ancor di più sono cresciuti i consumi (+ 2,5%). Tabella 2.40 - Confronto attività di raccolta sangue 2010-2009 Programma speciale sangue raccolta 2010 raccolta 2009 differenze % 2010-2009 Piacenza 15.780 15.586 1,2% Reggio Emilia 23.331 23.232 0,4% Parma Modena Bologna (*) Ferrara Ravenna DITI (Forlì-Cesena-Rimini) TOTALE 30.199 29.083 36.448 35.477 62.756 63.154 22.649 22.322 27.645 27.109 3,8% 2,7% -0,6% 1,5% 2,0% 34.692 32.547 6,6% 253.500 248.510 2,0% (*) Comprende: Osp. Maggiore/Bellaria, Osp. S. Orsola, Imola Fonte: CRS (Centro Regionale Sangue) (**) Comprende: Osp. Maggiore/Bellaria, Osp. S. Orsola, Imola, II.OO.R. Tabella 2.41 – Confronto consumi di sangue 2010-2009 Programma speciale sangue Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna (**) Ferrara O.T. Area Vasta Romagna TOTALE consumi 2010 consumi 2009 differenze % 2010-2009 13.369 27.455 18.745 32.955 71.231 23.380 59.860 13.666 26.577 18.863 32.518 71.651 22.812 60.504 -2,2% 3,3% -0,6% 1,3% -0,6% 2,5% -1,1% 246.995 246.591 0,2% Rispetto agli obiettivi del Piano Sangue, gli indicatori di utilizzo riportati in tabella 2.41 mostrano una performance adeguata. 85 Tabella 2.42 - Obiettivi piano sangue e plasma regionale 2008-10: relazione sugli indicatori (anno 2010) INDICATORE STANDARD ATTESO VALORE RILEVATO MONITORAGGIO APPROPRIATEZZA/UTILIZZO Emocomponenti Verifica a campione dell’utilizzo di UT nelle medicine 90% di aderenza agli standard del CBUS ≈100% Iperdatate <1,5% 0,06% Unità eliminate per cause tecniche <1% 0,46% Utilizzo MSBOS 90% adesioni richieste a MSBOS Non applicabile: il SIT di Ferrara utilizza per gli interventi chirurgici la procedura del Type and Screen ed assegna gli emocomponenti solamente al bisogno e non preventivamente Utilizzo dal 2009 Protocollo presente sin dal 1990, rivisto con modifiche sostanziali nel 1999 e revisionato ultimamente nel 2006 Emoderivati Utilizzo linee guida albumina e IG vena - predisposizione INTEGRAZIONE ATTIVITA’ TRASFUSIONALI DI AREA VASTA Concentrazione di attività di validazione (Bologna-Ferrara) Elaborazione documento entro 2008 La concentrazione dell’attività di validazione è già pienamente attuata dal 1/1/2009 MIGLIORAMENTO EFFICIENZA NELL’UTILIZZO DELLE RISORSE Gare di acquisto/service di area vasta numero di gare attivate Almeno 2 nel triennio Una gara di area vasta per l’acquisizione delle sacche per la donazione del sangue si è conclusa nel 2009. Numerose altre gare sono in corso (filtri per leucodeplezione ecc.) MIGLIORAMENTO EFFICACIA SCOMPOSIZIONE SANGUE INTERO Incremento raccolta infrasettimanale - Numero unità raccolte +20% +3,3% (N.B.: l’obiettivo è a carico dell’Associazione dei donatori) INCIDENZA/PREVALENZA INFEZIONI VIRALI Adesione II° parte studio SIMTI sui risultati NAT Invio schede di rilevazione Si SPERIMENTARE MODELLI ORGANIZZATIVI INNOVATIVI CONCORDATI IN TEMA DI PROGRAMMAZIONE, GESTIONE E ORGANIZZAZIONE DELLA RACCOLTA DEL SANGUE E DEGLI EMOCOMPONENTI Redistribuzione della raccolta su 7 giorni la settimana (n. unità/die) Fino al 30% in più o in meno Da -57% a +112% (N.B.: l’obiettivo è a carico dell’Associazione dei donatori) EFFETTUAZIONE A LIVELLO LOCALE (PROGRAMMI PROVINCIALI) DI UN PROGRAMMA DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PER OPERATORI VOLONTARI ADDETTI ALLA RACCOLTA DI SANGUE Organizzazione iniziative Almeno 1 per anno Nel 2008-2009 corso di aggiornamento in più giornate per il personale addetto alla raccolta delle donazioni di sangue. Nel 2009 Convegno su “La gestione delle reazioni avverse nei donatori di sangue ed emocomponenti” Attività trapiantologica Procurement Nell’anno 2010 l’attività di donazione e prelievo presso l’Azienda Ospedaliera di Ferrara ha presentato le seguenti caratteristiche: la percentuale di opposizione è stata contenuta (18%), si è invece registrato, rispetto al 2009, un calo da 13 a 9 del numero di donatori utilizzati (al proposito, non va trascurato il fatto che nel 2010 si è potuto disporre di 2 letti di Terapia Intensiva in meno rispetto all’anno precedente). La donazione di tessuti a cuore fermo si è confermata come criticità: nonostante la disponibilità dei rianimatori a farsi carico del percorso che precede il prelievo e nonostante le disposizioni della Direzione Medica e i molteplici incontri informativi in occasione delle riunioni dei dipartimenti, dal mese di agosto 2010 (momento in cui è venuto a cessare un contratto stipulato per sostenere l’attività) non sono più giunte segnalazioni di potenziali donatori, e quindi il totale annuo di donazioni si è lievemente ridotto rispetto al 2009. Per affrontare il problema del supporto psicologico ai famigliari dei deceduti è stato messo a punto un progetto per lo sviluppo di future iniziative. Nel corso dell’anno è stato bandito ed espletato un concorso per l’acquisizione dell’infermiere di coordinamento che affiancherà il coordinatore locale e lo supporterà nella valutazione delle potenziali donazioni di tessuti. Ci si attende che con l’operatività di tale figura si ottengano migliori risultati nel procurement dei tessuti. 86 Dal punto di vista formativo, si sono promosse varie iniziative: è stato fornito il supporto per una tesi di laurea in scienze infermieristiche sul tema “L’organizzazione del coordinamento infermieristico alla donazione”, si è promossa la partecipazione di 4 infermieri di Rianimazione al TPM, è stato svolto il corso ALMA Advanced, è stato organizzato un Seminario sul tema donazione-trapianto nell’ambito della scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione. Per il dettaglio di quanto sopra descritto si rimanda alle tabelle 2.43 – 2.44, desunte dalla relazione elaborata dal Centro di Riferimento Trapianti della Regione Emilia Romagna, al quale partecipa, in qualità di coordinatore locale, referente per l’Arcispedale Sant’Anna, il Dott. Giorgio Mantovani. Tabella 2.43 - Organi procurati nelle Rianimazioni dell’Emilia-Romagna nel 2010 87 Tabella 2.44 - Tessuti procurati dai donatori cadavere (a cuore fermo ed a cuore battente) nell’anno 2010 88 89 Tabella 2.45 - Situazione al S. Anna di donazioni di organi nel biennio 2010-2009 Tabella 2.46 - Situazione al S. Anna di donazioni di tessuti nel biennio 2010-2009 Monitoraggio dell’accordo di fornitura Le principali condizioni dell’accordo 2010 hanno riguardato il contributo alla deospedalizzazione provinciale, l’appropriatezza dei ricoveri, l’appropriatezza prescrittiva, il contributo al contenimento dei tempi di attesa, l’inserimento a CUP delle prime visite. A consuntivo si è riscontrato che l’Azienda, sebbene non abbia ridotto i ricoveri ordinari di pazienti residenti a livello provinciale, tuttavia ha contribuito al contenimento della mobilità passiva ed ha migliorato l’appropriatezza erogativa: i ricoveri di Day Surgery sono aumentati, i DH medici si sono ridotti e si è sviluppata l’attività di Osservazione Breve Intensiva. Il confronto con le altre Aziende Ospedaliero Universitarie regionali per le diverse tipologie di ricoveri potenzialmente inappropriati ha evidenziato che il posizionamento dell’Azienda di Ferrara è mediamente adeguato. La spesa per farmaci in Fascia H è stata riconosciuta dall’Azienda committente a seguito delle verifiche di appropriatezza prescrittiva condotte dalla commissione interaziendale e basate anche sull’attività di auditing svolta nelle discipline coinvolte. Il monitoraggio del contratto di fornitura è stato effettuato mediante l’utilizzo di report di sintesi e di dettaglio pubblicati rispettivamente a cadenza mensile e trimestrale sulle pagine intranet aziendali. Entrando nel merito dell’attività di ricovero, si osserva che rispetto al 2009 il numero complessivo dei casi trattati si è ridotto, con l’unica eccezione dei ricoveri ordinari relativi a pazienti residenti nella Provincia di Ferrara, la cui crescita non ha tuttavia comportato maggiori ricavi per l’Azienda. Il valore della produzione è diminuito (- 2,7% sul totale della degenza, - 2,2% sulle dimissioni di residenti della Provincia di Ferrara) e la perdita è ascrivibile, per oltre due terzi, ai ricoveri di DH. Per i ricoveri l’Accordo di fornitura 2010 con l’Azienda USL ha previsto 114.418 milioni di euro, con un obiettivo di riduzione dei ricoveri rispetto al 2009. La Regione ha confermato, a consuntivo, la suddetta valorizzazione economica delle tariffe di ricovero degli Accordi di fornitura. Il risultato finale del 2010 registra un dato di produzione per la provincia (valorizzato con criteri del contratto di fornitura), inferiore rispetto all’Accordo. Sull'entità della differenza va considerato che l'accordo triennale era stato definito tenendo conto dell'effetto legato all'incremento tariffario rispetto agli importi della produzione del 2007, e anche in relazione alla necessità della copertura dei maggiori costi sostenuti dall'Azienda. A fronte della riduzione della produzione effettiva rispetto all'accordo per la provincia, non è stata ottenuta la riduzione del numero dei ricoverati. Su questo fenomeno hanno inciso diversi fattori. Il calo degli importi è legato in larga misura al cambiamento di modalità di remunerazione dell'attività di DH Onco-Ematologico (che consisteva nella riduzione sensibile della tariffa degli accessi non direttamente motivati dalla chemioterapia, ma da accertamenti strumentali di controllo clinico), andato a regime in corso d'anno. La gestione della componente diagnostica del percorso oncologico, attraverso la presa in carico ambulatoriale (Day Service), ha richiesto più tempo nella fase di implementazione ed è andata a regime solo alla fine dell'anno. Sono diminuiti alcuni casi di elevata complessità e riabilitazione che (pur essendo appunto pochissimi casi) riguardavano tariffe ad elevato importo con conseguente incidenza negativa sull'importo complessivo della produzione. Per contro sono aumentati alcuni ricoveri, comunque non appartenenti alla fascia dell'inappropriatezza. L'azienda ha inoltre significativamente contribuito alla riduzione della Mobilità passiva soprattutto nelle discipline di elevata complessità come la Cardiochirurgia, attraverso lo sviluppo della clinical competence, in collaborazione con l'azienda territoriale, verso l'espansione delle tecniche di emodinamica nel trattamento dell'infarto cardiaco, evitando in un numero crescente di casi, il ricorso all'intervento chirurgico. Il contributo alla riduzione dei flussi di mobilità passiva era contemplato nel contratto di fornitura triennale. Il tasso di ospedalizzazione provinciale alla fine del 2010 presentava (a fronte della mancata riduzione dei ricoveri in azienda) un valore che si è significativamente avvicinato, nel corso degli ultimi anni, alla media regionale. 90 Tab 2.47 - Tasso di Ospedalizzazione delle province della Regione nel 2010. Az. USL di residenza PIACENZA PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI TOTALE Ord. Day Hospital Med. 136,31 23,67 129,36 22,81 124,20 22,98 125,43 18,52 136,12 16,85 132,90 20,04 133,55 19,78 130,70 20,81 120,11 22,32 130,27 20,86 129,16 22,23 130,21 20,35 Chir. 21,19 24,70 26,41 24,20 20,03 19,17 26,61 21,74 21,13 18,74 18,79 22,54 Tot.DH 44,86 47,51 49,39 42,72 36,88 39,21 46,39 42,54 43,45 39,60 41,02 42,89 Tot. 181,17 176,87 173,58 168,15 173,00 172,11 179,94 173,24 163,55 169,87 170,18 173,10 La mancata diminuzione del numero complessivo dei ricoveri (ottenuto come risultante di incremento tra il calo dei DH e l'aumento dei Ricoveri Ordinari) non è attribuibile ad un mancato presidio dei livelli di appropriatezza. La nostra azienda, infatti, ha presentato alla fine del 2010 percentuali tra le più basse a confronto con la media regionale per i principali ricoveri potenzialmente inappropriati (vedi tabella 2.48). Tabella 2.48 - Percentuali di inappropriatezza a confronto con le altre Aziende Ospedaliero Universitarie Tabella 2.49 - Percentuali di Inappropriatezza a confronto con le altre Aziende Ospedaliero Universitarie della Regione per il Ricovero diurno (DH) della Regione per il Ricovero ordinario 91 Tabella 2.49 - Percentuali di Inappropriatezza a confronto con le altre Aziende Ospedaliero Universitarie della Regione per il Ricovero diurno (DH) Rispetto agli accessi in Pronto soccorso, sono state erogate oltre 1000 prestazioni di Osservazione Breve Intensiva (OBI) che costituiscono la principale alternativa gestionale al ricovero ordinario urgente inappropriato, ad evidenza della condizione di appropriatezza con la quale il Pronto soccorso ha erogato le proprie prestazioni senza minimamente diminuire il livello qualitativo reso all'utenza. Entrando nel merito dell’attività di ricovero, si osserva che rispetto al 2009 il numero complessivo dei casi trattati si è ridotto (tabella 2.50), con l’unica eccezione dei ricoveri ordinari relativi a pazienti residenti nella Provincia di Ferrara, la cui crescita non ha tuttavia comportato maggiori ricavi per l’Azienda. Il valore della produzione è diminuito (- 2,7% sul totale della degenza, - 2,2% sulle dimissioni di residenti della Provincia di Ferrara) e la perdita è ascrivibile, per oltre due terzi, ai ricoveri di DH. Tabella 2.50 - Andamento dei ricoveri classificati per regime e per residenza Anni 2009-2010 – Tariffe R.E.R. 2010 E T.U.C. 2009 ZONA - REGIME DI RICOVERO USL 109-FE R.E.R. EXTRA USL 109-FE EXTRA REG. ESTERO TOTALE N. DIM. ANNO 2009 N. DIM. ANNO 2010 DIFF. N. IMPORTI ANNO IMPORTI ANNO DIM. 2009 2010 DIFF. IMPORTI Ordinario 22.677 22.960 283 89.005.521 88.681.558 -323.963 TOTALE 31.105 31.137 32 107.054.175 104.708.192 -2.345.983 Day Hospital Ordinario Day Hospital TOTALE Ordinario Day Hospital TOTALE Ordinario Day Hospital TOTALE Ordinario Day Hospital TOTALE 8.428 1.469 989 2.458 3.138 2.185 5.323 328 115 443 27.612 11.717 39.329 8.177 1.442 843 2.285 2.950 1.973 4.923 263 71 -251 -27 -146 -173 -188 -212 -400 -65 -44 334 27.615 11.064 38.679 92 -109 3 -653 -650 18.048.654 7.488.408 1.850.869 9.339.277 16.807.701 3.595.189 20.402.891 1.267.239 197.309 1.464.548 114.568.870 23.692.020 138.260.890 16.026.634 7.510.417 1.550.497 9.060.913 16.122.306 3.370.183 19.492.489 1.146.969 125.114 1.272.083 113.461.250 21.072.427 134.533.677 -2.022.020 22.008 -300.372 -278.364 -685.396 -225.006 -910.402 -120.270 -72.195 -192.465 -1.107.620 -2.619.593 -3.727.213 Analizzando i ricavi in rapporto alla diversa provenienza dei pazienti (tabella 2.51), si nota che il valore medio per ricovero si è ridotto solo per i casi di Ferrara, ciò probabilmente per effetto dell’abbattimento tariffario dei ricoveri potenzialmente inappropriati, che hanno registrato un aumento di 26 casi, non compensato dai ricavi conseguenti all’aumento di 45 DRG ad alta complessità. Tabella 2.51 - Variazione del valore dei ricoveri nel 2010 rispetto al 2009, per residenza dei pazienti €/dim 2009 (a) AUSL FE RER extra Fe extra RER estero Totale €/dim 2010 (b) diff (b) - (a) regime ord 3.925 3.862 -62 DH 2.142 1.960 -182 totale 3.442 3.363 -79 regime ord 5.098 5.208 111 DH 1.871 1.839 -32 totale 3.800 3.965 166 regime ord 5.356 5.465 109 DH 1.645 1.708 63 totale 3.833 3.959 127 regime ord 3.864 4.361 498 DH 1.716 1.762 46 totale 3.306 3.809 503 regime ord 4.149 4.109 -41 DH 2.022 1.905 -117 totale 3.515 3.478 -37 Se poi ci si concentra sui soli ricoveri ordinari (esclusi ricoveri a tariffa forfettaria, gli outliers, la riabilitazione e le protesi a rimborso) e si distinguono i ricoveri in base alla complessità ed alla potenziale inappropriatezza dei DRG prodotti, effettuando il confronto tra gli ultimi due anni a parità di tariffa 2009 (tabella 2.52), si osserva che: • i casi di alta complessità sono aumentati, così come i DRG potenzialmente inappropriati • la riduzione dei ricoveri ha riguardato i DRG di complessità intermedia, • il valore della produzione 2010 sarebbe stato più elevato, ovvero le tariffe 2010 penalizzano ulteriormente i ricoveri potenzialmente inappropriati. 93 Tabella 2.52 - Andamento delle dimissioni da ricovero ordinario e dei relativi importi N. DIM. ANNO 2009 N. DIM. ANNO 2010 DIFF. N. DIM. IMPORTI IMPORTI ANNO 2009 ANNO 2010 USL 109-FE alta complessità intermedi potenzialmente inappropriato TOTALE 3.373 10.050 2.571 15.994 3.418 10.035 2.597 16.050 45 -15 26 56 29.302.524 27.746.055 4.908.672 61.957.252 29.387.023 27.837.529 5.009.229 62.233.781 84.499 91.474 100.557 276.529 R.E.R. EXTRA USL 109-FE alta complessità intermedi potenzialmente inappropriato TOTALE 264 644 136 1.044 251 607 122 980 -13 -37 -14 -64 2.433.996 1.534.341 232.071 4.200.407 2.472.623 1.472.803 217.921 4.163.347 38.627 -61.538 -14.149 -37.061 ESTERO alta complessità intermedi potenzialmente inappropriato TOTALE 33 146 29 208 20 131 32 183 -13 -15 3 -25 264.831 351.535 48.485 664.850 210.319 333.759 52.681 596.760 -54.512 -17.776 4.197 -68.091 TOTALE alta complessità intermedi potenzialmente inappropriato TOTALE 3.670 10.840 2.736 17.246 3.689 10.773 2.751 17.213 19 -67 15 -33 32.001.351 29.631.931 5.189.228 66.822.509 32.069.965 29.644.090 5.279.832 66.993.887 68.614 12.160 90.604 171.378 ZONA - CLASSIFICAZIONE DRG DIFF. IMPORTI Infine, sul versante della Specialistica Ambulatoriale provinciale sia i valori che i volumi di attività descrivono un quadro di tendenziale incremento rispetto al 2009, e ciò si giustifica con il trasferimento di assistenza dal regime di DH medico al day service. 94 Tabella 2.53 - Volumi e Valori della Specialistica Ambulatoriale provinciale Disciplina erogante ANATOMIA ED ISTO. PATOL. ANGIOLOGIA CARDIOLOGIA CHIRURGIA GENERALE CHIRURGIA MAXILLO FACCIALE CHIRURGIA PEDIATRICA CHIRURGIA PLASTICA CHIRURGIA TORACICA CHIRURGIA VASCOLARE EMATOLOGIA MAL.ENDOCRINE/DIABETOLOG. GERIATRIA MALATTIE INFETTIVE E TROPICALI MEDICINA GENERALE NEFROLOGIA NEUROCHIRURGIA NEUROLOGIA OCULISTICA ODONTOIATRIA E STOMATOL. ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA OSTETRICIA E GINECOLOGIA OTORINOLARINGOIATRIA PEDIATRIA UROLOGIA DERMATOLOGIA EMODIALISI RECUPERO E RIABILITAZIONE GASTROENTEROLOGIA MEDICINA NUCLEARE NEONATOLOGIA ONCOLOGIA PNEUMOLOGIA RADIOLOGIA RADIOTERAPIA REUMATOLOGIA ANESTESIA LAB.ANALISI CHIMICOCLINICHE CENTRO TRASFUSIONALE E IMMUNOE NEURORADIOLOGIA GENETICA MEDICA PRONTO SOCCORSO DIETETICA/DIETOLOGIA TOTALE COMPLESSIVO N. di prestazioni erogate 2009 8.533 N. di prestazioni erogate 2010 8.610 6.275 6.197 26.597 28.624 12.768 11.188 919 1.007 2.622 2.801 5.246 5.285 908 12 180.320 1.871 57.147 161.404 3.774 64.328 4.252 4.316 15.169 4.132 1.313 15.805 2.016 4.963 26.685 1.903 45.268 25.345 3.672 44.932 25.311 3.946 13.348 22.772 25.799 14.990 15.915 26.507 1.198 14.242 7.997 8.360 16.400 16.908 54.957 50.606 50.111 52.988 7.154 7.498 5.019 5.239 2.700 1.595 5.241 4.371 15.917 14.240 62.979 68.011 36.728 39.116 11.157 10.718 460 519 1.512.438 1.530.636 2.089 2.056 3.839 4.346 6.500 5.921 30.595 35.570 5.245 6.498 2.322.581 2.340.376 95 Importo 2009 € 292.397 274.946 690.056 163.228 18.113 54.841 77.869 20.896 1.622.066 818.438 55.760 61.623 427.073 24.569 174.679 421.735 2.435.860 137.327 561.458 332.375 429.740 384.817 23.682 151.550 329.611 4.762.129 619.366 400.904 973.841 68.794 99.238 360.346 2.126.869 2.446.339 280.369 10.328 5.720.618 148.505 594.632 504.454 803.350 95.715 30.000.507 Importo 2010 € 302.596 270.643 730.078 139.396 19.705 53.930 78.628 165 35.234 1.434.627 995.724 61.158 60.024 456.583 331.846 166.687 409.216 2.437.507 147.731 493.023 376.685 441.544 325.763 158.780 316.368 4.505.064 508.285 429.889 993.341 36.987 82.937 330.160 2.340.699 2.647.744 267.637 11.747 5.747.004 248.585 623.946 463.886 880.741 110.921 30.473.214 sviluppo delle funzioni di eccellenza ma in un’ottica generale di controllo e miglioramento dell’appropriatezza delle prestazioni e dei percorsi organizzativi. In termini di indicatori, calcolando l’importo medio per prestazione si ottiene un valore con tendenza ad un sostanziale mantenimento per le prestazioni in provincia e ad un sensibile incremento per le prestazioni erogate fuori provincia e fuori regione. Anche se il dato presenta un margine di approssimazione evidenzia comunque come l’attività ambulatoriale presenti un trend di crescita, non solo come volume di attività ma anche di complessità delle prestazioni erogate. Diminuiscono gli importi per utenza straniera anche se incrementa il volume di attività. La tavola seguente mette in evidenza un incremento dell’attività ambulatoriale (e dei relativi importi) nel triennio a confronto. Il trend in crescita che si osserva dal 2008, per i residenti in provincia, è in larga parte legato alla progressiva tendenza alla presa in carico dei pazienti attraverso setting assistenziali alternativi al ricovero diurno ed ai ricoveri ordinari medici inappropriati. Questa tendenza, si è sviluppata progressivamente e gradualmente anche per l’utenza da fuori provincia e regione, nei confronti della quale, è andato via via ottimizzandosi il criterio di scelta del setting assistenziale ambulatoriale. L’incremento del potere di attrazione dell’Azienda si è associato ad obiettivi di aumento di complessità e Tabella 2.54 - Produzione ambulatoriale aziendale totale distinta per residenza dell’utenza. 2010 Tipologia utente IMPORTO N 2009 Importo medio IMPORTO N 2008 Importo medio IMPORTO N Importo medio Provincia 30.473.214 2.340.376 13,0 30.000.507 2.322.581 12,9 29.219.730 2.300.126 12,7 Extra Provincia 2.038.792 60.861 33,5 1.915.705 59.353 32,3 1.925.893 61.518 31,3 Extra Regione 3.601.705 139.826 25,8 3.441.025 142.036 24,2 3.552.154 156.071 22,8 Stranieri 104.156 8.756 11,9 109.410 7.958 13,7 116.994 6.844 17,1 Totale 36.217.867 2.549.819 14,2 35.466.647 2.531.928 14,0 34.814.771 2.524.559 13,8 2.3.4 Qualità dell’assistenza programmazione della formazione permanente, assieme all’esercizio delle nuove attività di ricerca e di formazione attribuite alle Aziende sanitarie. Nell’ottica di proseguire il percorso, già da tempo intrapreso a livello aziendale, volto a sviluppare sistemi e progetti che consentano di fornire dati utili e significativi per la valutazione della qualità dell’assistenza, durante l’anno 2010 l’Azienda ha mantenuto il suo ruolo di coordinamento italiano e di partnership al progetto IQIP, utilizzando una serie di indicatori di processo e risultato validati a livello internazionale. A partire dall’anno 2002, è stato attivato in Azienda un database informatizzato degli indicatori di performance clinica; è inserito su di un sito internet dedicato al quale si accede tramite password, previa iscrizione. All’interno del database ogni Dipartimento ed ogni U.O. ha inserito uno o più indicatori di performance clinica di suo specifico interesse. A partire dall’anno 2008 il sito è stato aggiornato in modo tale da accogliere anche gli standard di prodotto, legati alla qualità clinico professionale, resi obbligatori dai requisiti regionali per l’Accreditamento. Essi vengono introdotti nel sito man mano che i Dipartimenti ricevono la visita ispettiva regionale. Il database, oltre a consentire una visione dipartimentale del monitoraggio delle performance, consente di evidenziare particolari eccellenze nelle singole discipline mediche. La strategia della clinical governance è stata assunta dalla Regione a livello di sistema: infatti le relazioni disegnate dalla L.R. 29/2004 delineano un sistema compiuto di clinical governance, che va dalla proprietà istituzionale del sistema (il complesso ruolo giocato dalla Regione e dagli Enti Locali cui spetta l’orientamento strategico del sistema regionale e, in quel quadro, dei sistemi aziendali), all’esercizio delle funzioni di governo aziendale (tipiche del management e sintetizzate ai rispettivi livelli della direzione generale) e alla partecipazione dei professionisti ai processi decisionali di disegno, implementazione ed orientamento strategico della produzione, sono omogenee ad una visione che non limita la prospettiva della clinical governance all’adeguamento degli strumenti classici dell’assicurazione della qualità all’ambiente sanitario, ma, appunto ne fa una modalità di funzionamento del sistema che va oltre il settore dei servizi sanitari e lo integra con i processi decisionali di orientamento dei diversi servizi pubblici e con il governo complessivo locale.Strumenti per l’esercizio della nuova funzione attribuita al Collegio di direzione sono la responsabilità nell’elaborazione del sistema di audit clinico, del programma aziendale di gestione del rischio e della 96 accessibili sul proprio sito istituzionale. Tra gli ambiti oggetto di misurazione, valutazione e rendicontazione viene indicato anche la qualità dei servizi erogati. Parallelamente, è cresciuta l’attenzione per la misurazione delle performance e della qualità dei Servizi sociali e sanitari pubblici, seppur con finalità diverse: benchmarking, valutazione, rendicontazione. Per questi motivi il Bilancio di Missione 2010 contiene i dati di una serie di indicatori creati da un gruppo di studio regionale, applicabili a tutte le aziende, ed inoltre, tre indicatori per ogni DAI, scelti dallo stesso, e precisamente: un indicatore di efficacia, uno di sicurezza, uno di appropriatezza. Nell’ambito del percorso di revisione del Bilancio di Missione è maturata l’esigenza di avviare una riflessione sugli indicatori di qualità dell’assistenza, a distanza di cinque anni dalla loro introduzione. E’ divenuto particolarmente attuale e pervasivo il tema dell’accountability, ed in particolare della public accountability, vale a dire di una forma di rendicontazione aperta o almeno accessibile ai cittadini. Il Decreto legislativo n.150 del 2009 dispone, peraltro, che tutte le pubbliche amministrazioni debbano annualmente valutare la performance organizzativa e professionale e rendicontarne gli esiti rendendoli Indicatori Aziendali Proporzione di ricoveri per frattura del collo del femore con intervento chirurgico effettuato entro 2 giorni Proporzione di parti con taglio cesareo primario Proporzione di interventi di colecistectomia laparoscopica Proporzione di trattamenti di angioplastica coronarica percutanea transluminale (PTCA) eseguiti entro 1 giorno dall’ammissione di pazienti con episodio di STEMI Riammissione non pianificata entro 15 giorni dalla dimissione Mortalità a 30 giorni dalla data di ricovero per infarto miocardico acuto (IMA) Mortalità a 30 giorni dalla data di ricovero per stroke Proporzione di ricoveri per frattura del collo del femore con intervento chirurgico effettuato entro 2 giorni dall’ingresso in ospedale (1). Uno studio condotto in Italia e pubblicato nel 2010 mette in evidenza come la mortalità a trenta giorni, per i pazienti con età superiore a 65 anni operati per frattura di femore, sia due volte superiore nei pazienti operati dopo la seconda giornata di degenza rispetto ai pazienti operati entro due giorni (2). Il tempo di attesa per intervento per frattura di femore può essere considerato come indicatore proxy della gestione clinica e della presa in carico del paziente stesso (3). Perché misurare questo fenomeno ? Le fratture del collo del femore sono eventi traumatici particolarmente frequenti nell’età anziana. Nella maggior parte dei casi sono causate da patologie croniche dell’osso (es. osteoporosi senile) e si verificano per traumi a bassa energia (cadute accidentali in ambiente domiciliare), prevalentemente in donne che alla condizione di grave osteoporosi associano molto spesso patologie internistiche e della coordinazione motoria. Le Linee Guida internazionali concordano sul fatto che il trattamento migliore delle fratture del collo del femore sia di tipo chirurgico; la strategia chirurgica dipende dal tipo di frattura e dall’età del paziente; gli interventi indicati sono la riduzione della frattura e la sostituzione protesica. Diversi studi hanno dimostrato che a lunghe attese per l’intervento corrisponde un aumento del rischio di mortalità e di disabilità del paziente, un aumento delle complicanze legate all’intervento, e una minore efficacia della fase riabilitativa. Di conseguenza molte delle linee guida più recenti raccomandano che il paziente con frattura del collo del femore venga operato entro 48 o addirittura 24 ore Principale riferimento scientifico: 1. Management of hip fracture in older people. A national clinical guideline. Scottish Intercollegiate Guideline Network. June 2009. 2. Carretta E, Bochicchio V, Rucci P, Fabbri G, Laus M, Fantini MP. Hip fracture: effectiveness of early surgery to prevent 30-day mortality. Int Orthop 2010 Apr 8. [Epub ahead of print] 3. Rapporto Osservasalute 2010. Percentuale di interventi per frattura di femore eseguiti entro le 48 ore (in press) disponibile all’indirizzo www.osservasalute.it 4. Health Care Quality Indicator Project 2006 .OECD 5. Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n.3 del 5-1-2010 97 Caratteristiche dell’indicatore - Standard La percentuale di interventi per frattura di femore eseguiti entro le 48 ore dal ricovero per pazienti con più di 65 anni viene monitorata a livello internazionale dall’OECD. Tale monitoraggio mostra che in paesi come la Norvegia, la Svezia e la Finlandia, tra il 2004 e il 2005, il valore dell’indicatore è superiore o prossimo al 90%, mentre in paesi come l’Italia e la Spagna è inferiore al 40%(4). Tale indicatore è anche tra quelli individuati dal Patto per la Salute 2010-2012 per la valutazione dell’appropriatezza organizzativa, nel documento viene individuato come standard il valore medio delle regioni (5). - Definizione Proporzione di ricoveri per frattura del collo del femore con intervento chirurgico entro 2 giorni. - Numeratore Numeri di ricoveri con diagnosi di frattura del collo del femore con intervento chirurgico entro 2 giorni dall’ammissione in pazienti di età superiore a 18 anni. - Denominatore Numero di ricoveri con diagnosi di frattura del collo del femore e intervento chirurgico in pazienti di età superiore a 18 anni. - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative Banca Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO). La media regionale dell’anno 2009 era: 41,9 % Il valore della nostra Azienda per il 2010 è: 25,90 % Figura 2.9 - Interventi per frattura di femore eseguiti entro le 48 ore dal ricovero 98 Proporzione di parti con taglio cesareo primario Principale riferimento scientifico: 1. World Health Organization. Appropriate technology for birth. Lancet 1985; 2: 436-7. 2. Minister of Public Works and Government Services. Canadian Perinatal Health Report 2003. Ottawa: Canada; 2003. 3. Canadian Institute for Health Information. Health system performance. Health Indicators. Catalogue no. 82-221-XIE, Volume 2005, No. 3, Ottawa: Canada; 2005. 4. RM Hager, AK Daltveit, D Hofoss, ST Nilsen, T Kolaas, P Øian, et al. Complications of cesarean deliveries: rates and risk factors. Am J Obstet Gynecol 2004; 190: 428-34. 5. FIGO. Raccomendation on ethical issues in obstetrics and gynaecology. London: 2002. Perché misurare questo fenomeno ? Negli ultimi 20-30 anni, in molti paesi europei ed extraeuropei si è osservato un aumento della proporzione di parti mediante taglio cesareo con frequenze variabili che si collocano mediamente intorno al 20%. La prima raccomandazione ufficiale sulla percentuale appropriata di cesarei risale al 1985 a seguito di una consensus conference organizzata appositamente dall’OMS che concluse che il 10-15% di parti mediante taglio cesareo non doveva essere superato perché questo non avrebbe prodotto alcun beneficio aggiuntivo di salute per la madre e per il neonato. In Italia nel 1999 la proporzione di parti cesarei ha superato il 30% e continua a crescere nel tempo con notevoli variazioni regionali: 23% nel Friuli Venezia Giulia e 62% in Campania (dati del 2008). L’utilizzo inappropriato di una pratica assistenziale di provata efficacia quale il cesareo non ha prodotto miglioramenti sostanziali negli esiti perinatali per le donne e per i bambini. Al contrario le regioni con un tasso medio di cesarei più basso della media nazionale hanno bassa mortalità perinatale e morbilità neonatale rispetto alle regioni con alto tasso di cesarei. A tale proposito il Dipartimento della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute ha previsto tra gli obiettivi dello schema di Piano Sanitario Nazionale 2002-2004 di “diminuire la frequenza dei parti per taglio cesareo e ridurre le forti differenze regionali attualmente esistenti, arrivando, entro il triennio, ad un valore nazionale pari al 20% in linea con valori medi degli altri paesi europei”. La FIGO nel 2002 ha prodotto delle Raccomandazioni sul parto cesareo senza indicazioni mediche concludendo che, alla luce delle evidenze disponibili, un cesareo senza indicazione medica non è eticamente giustificabile. Fra le condizioni cliniche che possano indicare un parto cesareo sono: parto cesareo in precedenti gravidanze, presentazione podalica, complicanze relative alla placenta o al cordone ombelicale, malattie a trasmissione sessuale, infezioni, peso del nascituro, gestosi, diabete, nefropatie. Molti sistemi di indicatori anglosassoni (USA, Canada, Australia) rilevano i parti con taglio cesareo primario (quindi in partorienti che non abbiano avuto un precedente parto cesareo), per eliminare dall’analisi almeno quella quota attribuibile ai casi con precedenti parti cesarei. Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Proporzione di parti con taglio cesareo primario - Numeratore Numero di parti con taglio cesareo primario - Denominatore Numero totale di parti - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative Banche Dati delle Schede di dimissione ospedaliera (SDO) e del Certificato di Assistenza al Parto (CedAP). - Standard La media regionale è stabile, negli anni 2007–2009, fra il 22% ed il 23%. Gli ospedali statunitensi che utilizzano gli indicatori AHRQ, hanno riscontrato nel 2008 un tasso del 18,03% su un totale di 645.745 parti. La media regionale dell’anno 2009 era: 22,9 % I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 330 Denominatore: 1583 Valore calcolato: 20,84 % 99 Figura 2.10 - Parti con taglio cesareo primario Proporzione di interventi di colecistectomia laparoscopica Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Proporzione di interventi di colecistectomia laparoscopica Perché misurare questo fenomeno ? La rimozione della colecisti per via laparoscopica rappresenta il "gold standard" nel trattamento della calcolosi della colecisti nei casi non complicati. Una recente revisione sistematica di trial randomizzati controllati non ha evidenziato alcuna significativa differenza in mortalità o complicanze tra tecnica laparoscopica e laparotomia. La prima è tuttavia associata ad una degenza ospedaliera e ad una convalescenza significativamente più brevi rispetto al classico intervento a cielo aperto (1). Si ritiene pertanto che alte proporzione rappresentino una migliore qualità delle cure [2]. L’indicatore è anche tra quelli scelti nell’ambito del Progetto SiVeAS-Sistema di Valutazione della Performance della Sanita' Italiana, del Ministero della Salute. - Numeratore Numero di ricoveri con intervento di colecistectomia laparoscopica - Denominatore Numero di ricoveri con intervento di colecistectomia - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative Banca Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) Principale riferimento scientifico: 1. Keus F, de Jong JAF, Gooszen HG, van Laarhoven CJHM. Laparoscopic versus open cholecystectomy for patients with symptomatic cholecystolithiasis. The Cochrane Library 2008, Issue 4. 2. Agency for Healthcare Research and Quality (AHRQ). Cholecystitis/cholelithiasis: laparoscopic cholecystectomyrate. Disponibileall’indirizzohttp://www.qualitymeasures.ahrq.gov/content. aspx?id=15362 &search=cholecystectomy 3. Society of American Gastrointestinal and Endoscopic Surgeons (SAGES). SAGES guidelines for the clinical application of laparoscopic biliary tract surgery. Los Angeles (CA), 2010 Jan. - Standard Non rilevato un valore di riferimento standard o di benchmarking. Il sito dell’AHRQ riporta che attualmente nel 75% dei casi non complicati l’intervento di colecistectomia viene eseguito in laparoscopia. L’AHRQ raccomanda inoltre di aggiustare le proporzioni per sesso ed età. La media regionale dell’anno 2009 era: 88,9 % I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 247 Denominatore: 312 Valore calcolato: 79,16 % 100 Figura 2.11 - interventi di colecistectomia laparoscopica Proporzione di trattamenti di angioplastica coronarica percutanea transluminale (PTCA) eseguiti entro 1 giorno dall’ammissione di pazienti con episodio di STEMI Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Proporzione di PTCA eseguite entro 1 giorno dall’ammissione di pazienti con un episodio di STEMI. Perché misurare questo fenomeno? L’angioplastica coronarica percutanea transluminale (PTCA) è ormai considerata il trattamento più appropriato per l’infarto miocardico acuto. E’ stato dimostrato che negli ospedali in cui viene eseguito un numero maggiore di PTCA, gli esiti per i pazienti sono superiori a quelli con minore esperienza. I vantaggi comprendono minore mortalità e necessità di ricorso a operazioni chirurgiche di bypass coronarico [1]. Anche la tempistica di esecuzione, elemento essenziale per il successo della PTCA in urgenza, risulta migliore nelle strutture con un volume maggiore di procedure [2]. Il numero di PTCA eseguito da un ospedale può, pertanto, riflettere la qualità dell’assistenza fornita. - Numeratore Numero di episodi con PTCA eseguita entro un giorno dall’ammissione - Denominatore Numero di episodi di STEMI - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative Banca Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO). - Standard La media regionale dell’anno 2009 era: 51,4 % I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 173 Denominatore: 255 Valore calcolato: 67,8% Principale riferimento scientifico: 1. Canto JG, Every NR, Magid DJ, et al. The volume of primary angioplasty procedures and survival after acute myocardial infarction. National Registry of Myocardial Infarction 2 Investigators.N Engl J Med. 2000 May 25;342(21):1573-80. 2. Kumbhani DJ, Cannon CP, Fonarow GC, et al. Association of hospital primary angioplasty volume in STsegment elevation myocardial infarction with quality and outcomes. JAMA. 2009 Nov 25;302(20):2207-13. 101 Figura 2.12 - PTCA eseguite entro 1 giorno dall’ammissione di pazienti con un episodio di STEMI Riammissione non pianificata entro 15 giorni dalla dimissione Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Riammissione non pianificata entro 15 giorni dalla dimissione. Perché misurare questo fenomeno ? I pazienti con alcuni tipi di diagnosi tendono ad essere di nuovo ricoverati, in maniera non pianificata e non aspettata, dopo la loro dimissione dall’ospedale. Questo può avere a che fare con la natura della loro patologia o con aspetti dell’assistenza ricevuta durante il primo ricovero. Una dimissione prematura, una inadeguata pianificazione della dimissione, un ritardo nella pianificazione, una scarsa collaborazione del paziente, la mancanza di risorse sul territorio, l’insufficiente informazione al paziente possono essere cause di questo fenomeno. Alcune di queste cause sono sotto il controllo dell’ospedale mentre altre gli possono sfuggire. Benché una certa quota di riammissioni in ospedale sembra essere inevitabile, gli ospedali dovrebbero adoperarsi per ridurre il più possibile la frequenza delle riammissioni o, almeno, allungare gli intervalli fra i singoli ricoveri. Indicatori simili fanno parte anche dei maggiori sistemi di indicatori come quello australiano e quello statunitense. - Numeratore Numero di ricoveri avvenuti entro 15 giorni dalla dimissione del ricovero indice con proposta di ricovero “urgente”, attribuiti alla stessa MDC del ricovero indice e nella stessa struttura. - Denominatore Numero di ricovero totali. - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative Banca Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO). - Standard Nel sistema australiano degli indicatori l’intervallo è fissato a 28 giorni. Nel 2007 ben 310 ospedali hanno rilevato e conferito i dati, la media è del 1,21%, con un notevole miglioramento rispetto ad anni precedenti (2,08% nel 2003). Principale riferimento scientifico: Benbassat J, Taragin M (2000). Hospital Readmissions as a measure of quality of health care – advantages and limitations. Arch Intern Med. 160, 1074-1081 La media regionale dell’anno 2009 era: 1,7 % I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 413 Denominatore: 26298 Valore calcolato: 1,57 % 102 Figura 2.13 - Riammissione non pianificata entro 15 giorni dalla dimissione. Mortalità a 30 giorni dalla data di ricovero per infarto miocardico acuto (IMA) “ACC/AHA 2008 statement on performance measurement and reperfusion therapy: a report of the ACC/ AHA Task Force on Performance Measures (Work Group to Address the Challenges of Performance Measurement and Reperfusion Therapy)”. Circulation. 2008;118:2649 –2661. Perché misurare questo fenomeno? L’infarto miocardico è una delle principali cause di morte e disabilità in tutto il mondo. L’aterosclerosi delle coronarie è una malattia cronica con periodi di stabilità ed instabilità. Nei periodi instabili con una infiammazione della parete vascolare in atto, i pazienti possono sviluppare l’infarto. Le linee guida cliniche internazionali danno delle indicazioni molto precise sulle azioni cliniche ed assistenziali da svolgere appena un paziente con un infarto miocardico acuto viene preso in carico dalle strutture sanitarie (ambulanze o pronto soccorso). Queste azioni vengono monitorate in molte realtà sanitarie del mondo (ad esempio percentuale dei pazienti cui è stata somministrata l’aspirina all’ingresso). I pazienti e cittadini hanno maggiore interesse per una valutazione dei risultati. Una delle principali misure di risultato (per l’infarto come per altre patologie) è il tasso di mortalità, rilevato a 30 giorni dopo l’inizio delle cure. Il tasso di mortalità rispecchia, da una parte, la gravità clinica dei pazienti, dall’altra l’efficacia reale e la qualità dell’assistenza. Dato che una parte dei decessi per infarto non avviene durante il ricovero ospedaliero, ma dopo la dimissione, è opportuno rilevare la mortalità ad una distanza di tempo che include anche una parte della fase riabilitativa, dentro o fuori dalla struttura ospedaliera. Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Proporzione di decessi entro trenta giorni da un ricovero per un episodio di IMA - Numeratore Numero di episodi di IMA, in cui il paziente risulta deceduto entro trenta giorni dalla data di ammissione del ricovero indice - Denominatore Numero di episodi di IMA - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative Banche Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) e l’Anagrafe Assistiti Regionale - Standard Uno studio recente del “Center for Medicare e Medicaid Services” negli Stati Uniti ha valutato questo parametro per 3 anni, limitandosi però ai pazienti con età superiore ai 65 anni. Il valore emerso è 16,6%, con differenze importanti fra stati e ospedali. Krumholz HM, Merrill AR, Schone EM et al . Patterns of hospital performance in acute myocardial infarction and heart failure 30-day mortality and readmission. Circ Cardiovasc Qual Outcomes. 2009 Sep;2(5):40713. La media regionale dell’anno 2009 era: 12 % I valori della nostra Azienda per il 2009 Numeratore: 51 Denominatore: 413 Valore calcolato: 12,3 % Principale riferimento scientifico: 1. Grosso LM, Schreiner GC, Wang Y et al.. 2009 Measures maintenance technical report: acute myocardial infarction, heart failure, and pneumonia 30-day risk-standardized mortality measures. Baltimore (MD): Centers for Medicare & Medicaid Services; 2009 Apr 7. 47 p. 2. Masoudi FA, Bonow RO, Brindis RG et al. 2008 103 Figura 2.14 – Mortalità a 30 giorni dal ricovero per IMA per azienda di ricovero Nota: I dati si riferiscono all’anno precedente per difficoltà di reperimento dei dati stessi Mortalità a 30 giorni dalla data di ricovero per stroke Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Proporzione di decessi entro 30 giorni dopo un ricovero in urgenza per ictus Perché misurare questo fenomeno? L’ictus (“stroke”) e altre condizioni cerebrovascolari sono fra le prime cause di morte in molti paesi, dopo il cancro e le patologie cardiache. Molti pazienti che sopravvivono ad un ictus rimangono disabili, l’impatto dell’ictus dipende da quale parte del cervello sia colpita e quanto sia grave il danno al tessuto cerebrale. Gli effetti possono andare da una lieve menomazione fino ad una drammatica perdita di funzioni, come il linguaggio parlato, la mobilità, la vista e la memoria. Un trattamento dell’ictus che sia di buona qualità deve essere tempestivo ed efficace a prevenire la morte del tessuto cerebrale. Negli ultimi anni sono state redatte dagli esperti molte linee guida e raccomandazioni cliniche, basate sulle evidenze scientifiche, su come migliorare il trattamento dei pazienti affetti da ictus. Il tasso di mortalità rispecchia, da una parte, la gravità clinica dei pazienti, dall’altra l’efficacia reale e la qualità dell’assistenza. Dato che una parte non trascurabile dei decessi per ictus non avviene durante il ricovero ospedaliero, ma dopo, è opportuno rilevare la mortalità ad una distanza di tempo che include anche una parte della fase riabilitativa, dentro o fuori dalla struttura ospedaliera. - Numeratore Numero di pazienti deceduti entro 30 giorni a seguito di un ricovero in urgenza per ictus - Denominatore Numero di ricoveri in urgenza per ictus - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative Banche Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) e il Registro di Mortalità (REM). - Standard Il sistema di indicatori clinici della Danimarca indica uno standard del 15%; per il confronto fra strutture va tenuto conto della gravità dei casi al momento del ricovero. La media regionale dell’anno 2009 era: 18,9 % I valori della nostra Azienda per il 2009 Numeratore: 128 Denominatore: 611 Valore calcolato: 20,9 % Principale riferimento scientifico: Linee guida SPREAD. “Ictus cerebrale – linee guida italiane di prevenzione e trattamento” Milano Gennaio 2010 104 Figura 2.15 - Mortalità a 30 giorni dal ricovero per stroke per azienda di ricovero Nota: I dati si riferiscono all’anno precedente per difficoltà di reperimento dei dati stessi 105 DIPARTIMENTO Indicatori Dipartimentali Medico EFFICACIA SICUREZZA Completezza diagnostica Medico Specialistico Prevenzione delle lesioni da pressioni Tasso di Pazienti in Dialisi Tasso di infezioni nei pazienti che hanno stabilizzati con Hb >11 posizionato CVC a lunga gr% permanenza Chirurgico Chirurgico co APPROPRIATEZZA N° accessi in DH Agobiopsie tiroidee eco guidate non adeguate Tasso di core-biopsy Mortalità peri-operatoria Stroke maggiore dopo in Chirurgia intervento di TEA caroti- ecoguidate non corrette dea Specialisti- Prevalenza dei pazienti Emorragie postadenoton- Ricoveri per endooftalmicon parodontite o a ele- sillectomia che richiedono te acuta dopo intervento vato rischio di parodontite un intervento di revisione di cataratta con percentuale di sanguinamento al sondaggio < 30% entro 6 mesi dal trattamento parodontale non chirurgico Riproduzione e Accrescimento Emergenza Neuroscienze / Riabilitazione Diagnostica per Immagine e Medicina di Laboratorio Percentuale di gravide e neonati ad alto rischio rispetto al totale dei nati vivi assistiti al 3° livello % di gravidanze esitate in aborto spontaneo collegabili a diagnosi strumentale invasiva (amnio, villo, funicolo) Mortalità dei pazienti ricoverati in Unità Coronarica con diagnosi principale o secondaria di infarto miocardico acuto Sepsi in pazienti con catetere venoso centrale ricoverati in Terapia Intensiva Accuratezza della fibrobroncoscopia Tasso di mortalità a 3 Infezioni chirurgiche mesi in pazienti con stroke ischemico trattati con trombolisi sistemica (rTPA) entro 3 h dall’esordio Dimissioni dalla UGC verso strutture protette Reazioni avverse a Qualità diagnostica trasfusione intraoperatoria diagnosi istologiche estemporanee Valutazione di appropriatezza e completezza della richiesta di prestazione diagnostica medico nucleare (scintigrafie) 106 Dipartimento Medico Caratteristiche dell’indicatore Efficacia: Completezza diagnostica - Definizione Completezza diagnostica in regime di ricovero ordinario Perché misurare questo fenomeno? L’attività tipica dell’ospedale per acuti riguarda i problemi che richiedono un impegno di risorse notevole, ma concentrato e delimitato nel tempo. Il paziente internistico, deve avere pertanto una patologia complessa per giustificare il fatto che l’assistenza fornita sia necessaria, da un punto di vista clinico. Al momento della dimissione tutte le informazioni necessarie ad interpretare la situazione del paziente e l’evoluzione del caso, devono essere riportate nella documentazione disponibile, per permettere una corretta valutazione dell’accuratezza diagnostica e terapeutica e del percorso del paziente. - 1 valore (solo Numeratore) Numero medio delle diagnosi - Periodicità di rilevamento dati Semestrale - Fonti informative La fonte dei dati è la rete Intranet Aziendale nella Sezione “Reportistica”. - Standard Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: > 3,5 I valori della nostra Azienda per il 2010: - I semestre 2010: 5,57 - II semestre 2010: 5,60 Principale riferimento scientifico: Requisiti specifici per l’accreditamento delle strutture di Medicina Interna Figura 2.16 - Completezza diagnostica in regime di ricovero ordinario 107 Sicurezza: Prevenzione delle lesioni da pressioni Caratteristiche dell’indicatore Perché misurare questo fenomeno? La lesione da pressione (o ulcera da decubito) è una lesione del tessuto, con degenerazione irreversibile, che interessa l’epidermide, il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi più gravi, la muscolatura e le ossa. Piuttosto comunemente è detta anche "piaga". Le lesioni da decubito spesso sono delle conseguenze dovute a una inadeguata assistenza in ambito domiciliare per mancanza di conoscenze da parte dei badanti o in ambito ospedaliero. Non attivare immediate tecniche di prevenzione con utilizzo di moderni ausili antidecubito può provocare gravissime lesioni. Nei confronti di soggetti fragili, soggetti di età avanzata o molto avanzata, cronicamente affetti da patologie multiple, con stato di salute instabile, frequentemente disabili, in cui gli effetti dell’invecchiamento e delle malattie sono spesso complicati da problematiche di tipo socio-economico, l’azienda si dota di risorse per la loro tutela. Alla luce di questa definizione appare evidente come in persone anziane vi è un maggior rischio di peggioramento della propria salute e dello stato funzionale e un’alta necessità di risorse. - Definizione Appropriatezza delle misure di prevenzione durante il ricovero ospedaliero: prevenzione delle lesioni da pressione - Numeratore Numero di soggetti fragili a rischio di insorgenza di ulcere da pressione con presenza di presidi di prevenzione - Denominatore Numero totale soggetti fragili a rischio di insorgenza di ulcere da pressione - Periodicità di rilevamento dati Quadrimestrale - Fonti informative Indagine epidemiologica effettuata da Direzione delle Professioni attraverso i Referenti di Attività “Prevenzione e trattamento delle lesioni da pressione” - Standard Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: ≥90 % Principale riferimento scientifico: Area del governo clinico – Regione Emilia Romagna – Raccomandazioni per la prevenzione delle lesioni da decubito - Dossier 94/2004 I valori della nostra Azienda per il 2010: - I quadrimestre 2010: 91,55 % - II quadrimestre 2010: 100 % - III quadrimestre 2010: 96,88 % Figura 2.17 - Appropriatezza delle misure di prevenzione durante il ricovero ospedaliero: prevenzione delle lesioni da pressione 108 Appropriatezza: N° accessi in DH Caratteristiche dell’indicatore Perché misurare questo fenomeno ? L’utilizzo appropriato del ricovero ospedaliero è stato negli ultimi dieci anni uno degli obiettivi primari del Sistema Sanitario Nazionale ed il sistema di finanziamento degli ospedali basato sui DRGs, ha avuto come scopo principale la promozione dell’efficienza e l’equità nella distribuzione delle risorse. L'erogazione di prestazioni a ciclo diurno è ammessa per l'attività diagnostica, terapeutica e riabilitativa, in alternativa al ricovero ordinario, quando le prestazioni da erogare "per loro natura e complessità di esecuzione richiedano che sia garantito un regime di assistenza medica e/o infermieristica continua, non attuabili in ambito di attività ambulatoriale ". Fra i vari requisiti per stabilire l’appropriatezza del ricovero in DH, la nostra Regione ha inserito anche quello relativo al numero di accessi che deve essere superiore a 4, per documentare la complessità della patologia da trattare. - Definizione Utilizzo del Day Hospital: Numero di accessi in DH Principale riferimento scientifico: 1. Fiorini M., Vizioli M., Melotti R., Louis D.Z., Grilli R.; 2006 Atlante dell'appropriatezza organizzativa. I ricoveri ospedalieri in Emilia-RomagnaDossier ; 132, 90 p. 2. Louis D., Taroni F., Melotti R., Rabinowitz C., Vizioli M., Fiorini M., Gonnella J.; 2008 Increasing appropriateness of hospital admissions in the Emilia-Romagna region of Italy Journal of health services & policy, 13, 4, pp. 202-208. I valori della nostra Azienda per il 2010: - I trimestre 2010: 13,95 % - II trimestre 2010: 13,64 % - III trimestre 2010: 7,32 % - IV trimestre 2010: 0,91 % - Numeratore Numero di DH medici minore di 4 accessi - Denominatore Numero totale di ricoveri in DH - Periodicità di rilevamento dati Trimestrale - Fonti informative La fonte dei dati è la rete Intranet Aziendale nella Sezione “Reportistica” - Standard Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: < 5 % Figura 2.18 - Utilizzo del Day Hospital: Numero di accessi in DH 109 Dipartimento Medico Specialistico with chronic Kidney disease: a position statement by the anaemia Working Group of European (ERPB). Nephrol Dial Transplant 2009;24:348-354. Efficacia: Tasso di Pazienti in Dialisi stabilizzati con Hb >11 gr% Caratteristiche dell’indicatore Perché misurare questo fenomeno ? Gli agenti stimolanti l’eritropoiesi (ESA) rappresentano la più importante innovazione terapeutica degli ultimi venti anni nei pazienti affetti da malattia renale cronica in fase dialitica e della malattia renale cronica con insufficienza renale. Il loro uso ha comportato benefici indiscussi per il paziente: ha ridotto la frequenza con cui la malattia si manifesta e la mortalità cardiovascolare, tipicamente elevate in questi pazienti, agendo principalmente sul rimodellamento del miocardio ha permesso di evitare le trasfusioni di sangue con conseguente minor rischio infettivo (in particolare Virus B e C dell’epatite) e di accumulo di ferro (emosiderosi) ha migliorato la qualità di vita del paziente, aumentandone la resistenza allo sforzo fisico e la sensazione di benessere generale Di riflesso ha però comportato un cospicuo aumento della spesa per il noto elevato costo di tale terapia (controbilanciato in parte dalla riduzione della morbilità e di altri interventi terapeutici, come le emotrasfusioni). Pertanto, l’importanza di misurare il fenomeno è su due versanti: l’uno di efficacia/sicurezza clinica, l’altro di farmacoeconomia. L’ attenta monitorizzazione dei livelli di emoglobina permette quindi il raggiungimento del target (fascia di valori), senza eccedere nella ipercorrezione e il mantenimento costante di livelli ottimali di emoglobina. - Definizione Terapia sostitutiva della funzione renale (dialisi): Tasso di pazienti in dialisi stabilizzati con emoglobina (Hb) >11 gr % - Numeratore Numero di pazienti in dialisi da più di 6 mesi con Hb >= 11 gr % - Denominatore Numero di pazienti in dialisi da almeno 6 mesi. - Fonti informative La fonte dei dati è il registro dialisi interno di U.O. per identificazione dei pazienti emodializzati in terapia sostitutiva da almeno sei mesi, stabilizzati. I valori di emoglobina sono ricavati tramite il sistema informatico SAP. - Periodicità di rilevamento dati Semestrale - Standard L’ultimo aggiornamento delle linee guide europee ed americane ha ribadito l’importanza di correggere l’anemia mediante somministrazione di ESA in quasi tutti i pazienti con CKD, indipendentemente dal grado di gravità della malattia renale, con l’obiettivo di raggiungere e mantenere stabili i livelli di emoglobina (Hb) entro il range ottimale di 11-12 g/dl evitando di superare il valore di 13 g/dl. Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: >= 70 % Principale riferimento scientifico: 1. KDOQI Clinical Practice Guideline and Clinical Practice Raccomandations for anaemia in Chronic Kidney Disease:2007 Update of haemoglobin target Am J KidneyDis 2007; 50: 471-530 2. Eschbach JW et al Recombinan human erythropoietin in anemic patients with end-stage renal disease. Ann Intern Med 1989;111:992-1000 3. Canadian Erythropoietin Study Group. Association between recombinant human erythropoietin and quality of life and exercise capacity of patients receiving haemodialysis. BMJ 1990; 300:573-578 4. Zoccali C, el al: European Best Practice guidelines ; European Renal Best Practice . European Best Practice quo vadis? From European Best Practice guidelines (EBPG) to European Renal Best Practice (ERBP). Nephrol Dial Transplant 2008 ;23:2162-2166 5. Locatelli F et al : Anemia management in patients I valori della nostra Azienda per il 2010 - I semestre 2010: 71,43 % - II semestre 2010: 72 % 110 Figura 2.19 - Tasso di pazienti in dialisi stabilizzati con emoglobina (Hb) >11 gr % Sicurezza: Tasso di infezioni nei pazienti che hanno posizionato CVC (Catetere Venoso Centrale) a lunga permanenza alla gestione dei cateteri - Utilizzo di corrette tecniche asettiche nella gestione dei cateteri stessi. Esiste la possibilità che il paziente portatore di catetere venoso centrale contragga una sepsi (infezione generalizzata con febbre) a partenza proprio dal catetere. Evidentemente, contrarre un’infezione a partenza dal catetere venoso centrale usato per le cure in Terapia Intensiva è un evento da evitare, e dunque una misura di sicurezza per il paziente. La presenza di un dispositivo venoso, impiantato per la somministrazione sicura delle chemioterapie e delle terapie di supporto necessarie, può dare origine ad infezioni che colpiscono in modo diffuso un intero organismo. Sono complicanze gravi, che sono potenzialmente fatali per i pazienti comportano un aumento dei costi dei trattamenti in termini di esecuzione di esami colturali, ospedalizzazione, terapie antibiotiche mirate, eventuali espianto del catetere venoso e reimpianto di un nuovo catetere inficiano l’efficacia dell’accesso venoso che, per le sue caratteristiche tecniche e di impianto, è nato per durare nel tempo (mesi/anni). Perché misurare questo fenomeno ? Un catetere venoso centrale (ovvero inserito in un grosso vaso) permette di somministrare farmaci, e nutrire il paziente nel caso non possa alimentarsi per la via naturale. L’utilizzo di cateteri venosi centrali è oggi indispensabile nella pratica medica;questi presidi, mentre da un lato garantiscono un accesso vascolare sicuro, dall’altro lato costituiscono per il paziente un pesante fattore di rischio per complicanze infettive, e il rischio è reso particolarmente significativo alla luce del grandissimo numero di cateteri utilizzati ogni anno in tutte le strutture sanitarie. Una ricca letteratura è quindi fiorita riguardo alla prevenzione e al controllo delle infezioni correlate ai cateteri venosi centrali, e tutte le linee guida elaborate a livello mondiale (vedasi le recenti linee guida dei CDC – Center for Disease Control – di Atlanta) evidenziano quali principali elementi di prevenzione : - Elaborazione di procedure corrette. - Formazione del personale dedicato all’impianto e 111 Principale riferimento scientifico: Ng F, Mastoroudes H, Paul E et al., Clinical Oncology 2007; 19:551-56 - Fonti informative La fonte dei dati sono le cartelle cliniche dei pazienti nelle quali sono inseriti gli eventuali esami colturali. Caratteristiche dell’indicatore - Standard Gli articoli scientifici che trattano di pazienti oncologici portatori di sistemi di accesso venoso di lunga durata riportano una frequenza di infezioni sistemiche variabile da 0,1 a 2,54 infezioni/1000 giorni-catetere (Mastoroudes H 2007; Biffi 1997; Bouza 2002; Maki 2006; Nightingale 1997). Tali articoli sono peraltro difficilmente interpretabili e confrontabili a causa della scarsa numerosità e dell’eterogeneità delle casistiche, delle differenti patologie oncologiche, differenti tipi di cateteri utilizzati, differenti usi dei cateteri. Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: < 2,54 ‰ episodi /1000 gg catetere - Definizione Corretta esecuzione delle azioni di prevenzione della diffusione delle infezioni ospedaliere: Tasso di infezioni nei pazienti che hanno posizionato CVC a lunga permanenza - Numeratore Numero di episodi infettivi documentati da emocoltura in pazienti che hanno posizionato CVC (Port + Groshong) nel periodo - Denominatore Numero totale di giorni-catetere nei pazienti che hanno posizionato CVC (Port + Groshong) nel periodo I valori della nostra Azienda per il 2010 - I semestre 2010: 0,18 ‰ - II semestre 2010: 0,22 ‰ - Periodicità di rilevamento dati Semestrale Figura 2.20 - Tasso di infezioni nei pazienti che hanno posizionato CVC a lunga permanenza 112 Appropriatezza: Agobiopsie tiroidee eco guidate non adeguate 3. Kuru B.The sensitivity and the false negative rate of fine needle aspiration biopsy in thyroid nodule.Ann Surg. 2008 Aug;248(2):343-4. 4. Berker D, Aydin Y, Ustun I, Gul K, Tutuncu Y, Işik S, Delibasi T, Guler S.The value of fine-needle aspiration biopsy in subcentimeter thyroid nodules.Thyroid. 2008 Jun;18(6). 5. Pitman MB, Abele J, Ali SZ, Duick D, Elsheikh TM, Jeffrey RB, Powers CN, Randolph G, Renshaw A, Scoutt L. Techniques for thyroid FNA: a synopsis of the National Cancer Institute Thyroid Fine-Needle Aspiration State of the Science Conference.Diagn Cytopathol. 2008 Jun;36(6):407-24. Perché misurare questo fenomeno ? L’agobiopsia tiroidea ecoguidata costituisce una tecnica sicura e poco invasiva divenuta parte integrante nella diagnostica del nodulo tiroideo. In mani esperte l’accuratezza della metodica è del 95%. La corretta esecuzione di tale tecnica permette di ottenere un campione di cellule “diagnostico” o “adeguato” per consentire al citopatologo di fornire una diagnosi di benignità o malignità. Pertanto, il risultato dell’agobiopsia tiroidea è determinante per decidere se il paziente con un nodulo tiroideo dovrà essere sottoposto a terapia chirurgica o medica con visite di controllo periodiche. Il monitoraggio delle agobiopsie tiroidee non adeguate permette di valutare l’appropriatezza del percorso diagnostico del nodulo ai fini della diagnosi precoce del carcinoma differenziato della tiroide, contribuendo da un lato a dimostrare la qualità del servizio e dall’altro a ridurre i costi che conseguirebbero alla ripetizione di esami non diagnostici. Presso l’U.O. Endocrinologia dell’Azienda vengono effettuati ogni anno circa 1800 agobiopsie tiroidee suddivise tra pazienti ambulatoriali (93%) e ricoverati (7%) con riscontro di nodulo tiroideo da sottoporre a definizione diagnostica. Recentemente l’agobiopsia tiroidea eco guidata è stata integrata dall’indagine genetica sul citoaspirato tiroideo per la ricerca di mutazioni somatiche del gene BRAF coinvolto nello sviluppo del carcinoma papillare della tiroide e dei geni RAS prevalentemente implicati nello sviluppo delle neoplasie tiroidee follicolari. L’applicazione dell’indagine genetica all’agobiopsia tiroidea, oltre a conferire un contenuto innovativo alla metodica, ha permesso di avviare un processo di miglioramento nella diagnostica del carcinoma differenziato della tiroide. Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Gestione di Indagini diagnostiche specifiche: Agobiopsie tiroidee ecoguidate non adeguate - Numeratore Numero di agobiopsie inadeguate nel quadrimestre - Denominatore Numero totale di agobiopsie nel quadrimestre - Periodicità di rilevamento dati Quadrimestrale - Fonti informative La fonte dei dati è rappresentata dai referti dell’U.O. di Anatomia Patologica, dalle Schede ambulatoriali dell’U.O. di Endocrinologia, dai dati di produzione forniti dal Controllo di Gestione, e dal sistema informativo SAP utilizzato in Azienda. - Standard: Dalla Letteratura Internazionale si rileva che la percentuale di agoaspirati “non diagnostici” o “inadeguati” varia dal 4 al 6% ed è strettamente legata all’esperienza ed abilità dell’operatore. Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: <= 5 %. Principale riferimento scientifico: 1. Tee YY. The Sensitivity and the False Negative Rate of Fine Needle Aspiration Biopsy in Thyroid Nodule. Ann Surg. 2008 Aug;248(2):344. 2. Tee YY, Lowe AJ, Brand CA, Judson RT Fineneedle aspiration may miss a third of all malignancy in palpable thyroid nodules: a comprehensive literature review. Ann Surg. 2007 Nov;246(5):714-20. I valori della nostra Azienda per il 2010 - I quadrimestre 2010: 4,34 % - II quadrimestre 2010: 4,77 % - III quadrimestre 2010: 3,68 % 113 Figura 2.21 - Agobiopsie tiroidee ecoguidate non adeguate Dipartimento Chirurgico il monitoraggio continuo delle funzioni vitali e l’assistenza respiratoria adeguata. Altro dato importante è la valutazione della performance chirurgica intesa come l’esecuzione con una accuratezza estrema dell’atto operatorio, ciò al fine di evitare complicanze durante e nell’immediato periodo post-operatorio quali il sanguinamento acuto (2), tale da richiedere trasfusioni di globuli rossi, e la contaminazione batterica (3) che può portare alla sepsi ed esitare nello shock settico, spesso irreversibile, con morte del paziente. Infine, non meno rilevante nel periodo post-operatorio è un attento monitoraggio del paziente in grado di farci percepire, il prima possibile, l’insorgenza di problematiche che devono essere valutate e trattate adeguatamente(4). Il risultato ottenuto dalla nostra equipe, in questi anni, è il frutto della valida collaborazione tra i Chirurghi, gli Anestesisti e tutto il personale paramedico che presta servizio in sala operatoria ed in degenza. L’indicatore della mortalità perioperatoria in chirurgia fa parte anche dei maggiori sistemi di indicatori utilizzati negli Stati Uniti. Efficacia: Mortalità peri-operatoria in Chirurgia Perché misurare questo fenomeno ? Per “perioperatorio” si intende il periodo precedente o immediatamente successivo ad un intervento chirurgico. Prima di eseguire un qualsiasi atto chirurgico è essenziale che il paziente venga sottoposto ad una valutazione accurata del rischio operatorio da parte della equipe chirurgica ed anestesiologica (1). Questo indice viene stabilito dopo la visita ed una approfondita disamina della problematica chirurgica per cui il paziente si è presentato, degli esiti di patologie già trattate in precedenza e delle eventuali patologie associate (diabete, cardiopatia ischemica e/o ipertensiva, broncopneumopatia cronica, ecc.). Queste valutazioni pre-operatorie hanno come fine quello di proporre all’interessato quell’intervento chirurgico che sia in grado di risolvere nel modo migliore la patologia esponendolo ad un minimo, o contenuto, rischio operatorio. Nel caso di pazienti con numerose comorbilità, cioè in individui in cui coestistono due (o più) patologie diverse, e quindi con un rischio operatorio elevato e per i quali l’intervento chirurgico non sia procrastinabile, ad essi viene proposto nell’immediato post-operatorio il ricovero in terapia intensiva al fine di rendere possibile 1. Survey Study of Anesthesiologists' and Surgeons' Ordering of Unnecessary Preoperative Laboratory Tests. Katz RI, Dexter F, Rosenfeld K, Wolfe L, Redmond V, Agarwal D, Salik I, Goldsteen K, Goodman M, Glass PS Anesth Analg. 2010 Nov 16. 114 - Numeratore Numero totale di pazienti deceduti entro le 48 ore dalla somministrazione dell’anestesia 2. Prophylaxis in bleeding disorders.Oldenburg J.Thromb Res. 2010 Nov 26. 3. Intraoperative Bacterial Translocation Detected by Bacterium-Specific Ribosomal RNA-Targeted Reverse-Transcriptase Polymerase Chain Reaction for the Mesenteric Lymph Node Strongly Predicts Postoperative Infectious Complications After Major Hepatectomy for Biliary Malignancies.Mizuno T, Yokoyama Y, Nishio H, Ebata T, Sugawara G, Asahara T, Nomoto K, Nagino M Ann Surg. 2010 Dec;252(6):1013-9. 4. Inflammatory consequences of the translocation of bacteria and endotoxin to mesenteric lymph nodes. Schoeffel U, Pelz K, Häring RU, Amberg R, Schandl R, Urbaschek R, von Specht BU, Farthmann EH. Am J Surg. 2000 Jul;180(1):65-72. - Denominatore Tutti gli interventi chirurgici - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative La fonte dei dati è il registro operatorio e le cartelle cliniche dei deceduti nel post-operatorio - Standard Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: <= 0,25 % Visto che al numeratore ci sono cifre molto piccole (3 per l’anno 2009) un evento negativo in più o in meno può causare variazioni molto ampie nel calcolo della percentuale (anno 2006: con 4 pazienti si esce dallo standard); da notare che il dato è stabile da molti anni. Principale riferimento scientifico: Kazandijan V, Matthes N, Wicker K. Are performance indicators generic? The international experience of the Quality Indicator Project. J Eval Clin Practice 2003;9(2):265-76 Caratteristiche dell’indicatore I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 3 Denominatore: 1307 Valore calcolato: 0,23 % - Definizione Performance chirurgica e adeguatezza della valutazione pre-operatoria del paziente: Mortalità peri-operatoria in Chirurgia entro le 48 ore dall’atto chirurgico Figura 2.22 - Mortalità peri-operatoria in Chirurgia entro le 48 ore dall’atto chirurgico 115 Sicurezza: Stroke maggiore dopo intervento di TEA carotidea Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Performance chirurgica: Ictus Ischemico grave dopo intervento di TEA carotidea Perché misurare questo fenomeno ? T.E.A. sono le iniziali del procedimento denominato “trombo-endoarterectomia”, cioè la rimozione chirurgica della placca che ostruisce la parte interna della carotide, che è un vaso che porta il sangue al cervello. Questo tipo di intervento chirurgico è considerato molto delicato perché si tratta di intervenire su un distretto vascolare destinato ad irrorare oltre il 70 % dell’emisfero cerebrale omolaterale. Il risultato di questa operazione è pertanto legato alla appropriatezza della tecnica chirurgica adottata, che è condizionata dall’esperienza maturata nel corso di molti anni di attività chirurgica. Lo scopo di questo intervento è la prevenzione dell’ictus ischemico in pazienti affetti da placche ateromasiche della carotide interna che possono causare in tempi più o meno brevi una ischemia cerebrale, che potrebbe portare a gravi disabilità. Tuttavia una modestissima percentuale di questi pazienti operati può essere colpita dal problema che si vuole prevenire, per fattori non prevedibili e fortemente legati a caratteristiche biologiche nonché genetiche di ogni singolo paziente. - Numeratore Numero di pazienti sottoposti a TEA carotidea che hanno sviluppato un ictus ischemico grave durante il ricovero - Denominatore Numero totale di pazienti operati di TEA carotidea nell'arco di un anno - Fonti informative La fonte dei dati è rappresentata dall’archivio computerizzato dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Standard Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: <= 2 % I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 1 Denominatore: 230 Valore calcolato: 0,43 % Principale riferimento scientifico: ACHS (Determining the Potential to Improbe the Quality of Care in Australian Health Care Organisations) 2 Edition Figura 2.23 - Ictus Ischemico grave dopo intervento di TEA carotidea 116 Appropriatezza: Tasso di core-biopsy ecoguidate non corrette - Denominatore Numero totale di agobiopsie nell'anno. - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative La fonte dei dati è l’archivio degli esami istologici dell’U.O. di Chirurgia Generale e Toracica, poichè ogni singola biopsia viene condotta presso l’ambulatorio ecografico ed ogni intervento chirurgico presso la sala operatoria della medesima unità operativa. I referti degli esami isto-patologici vengono inviati direttamente al Direttore della Struttura e le segretarie ne curano l’archiviazione. Grazie al sistema informatico presente in ambulatorio, utilizzato per la refertazione degli esami ecografici, sono rintracciabili inoltre tutti i dati anagrafici ed i principali recapiti delle pazienti sottoposte a biopsia nonchè tutte le informazioni tecniche relative alle lesioni indagate - Standard Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è <= 10 % L’evidenza dei dati relativi agli ultimi sei anni dimostra l’estrema attenzione degli operatori che hanno ottenuto sempre risultati molto lusinghieri se riferiti ai parametri internazionali. Perché misurare questo fenomeno ? Il tasso di agobiopsie mammarie sotto guida ecografica (core biopsy eco guidate) non corrette nel corso dell’anno indica l’accuratezza e la diligenza con la quale viene condotta questa metodica, attualmente riconosciuta come pratica migliore a livello internazionale, indispensabile a porre una diagnosi esatta in ambito senologico. L’agobiopsia mammaria sotto guida ecografica è l’esame diagnostico più importante in tutti casi di lesione palpabile e nella grande maggioranza di lesioni non palpabili della mammella (si escludono le microcalcificazioni), che diviene altamente attendibile quando condotta con zelo da mani esperte. Consente in definitiva di portare sul tavolo operatorio tutti i casi con una diagnosi certa ed ha eliminato la vecchia prassi dell’esame estemporaneo od al congelatore intraoperatorio. Principale riferimento scientifico: Imaging-histologic discordance at percutaneous breast biopsy (Cancer dec 15,2000-vol.89 n°12) Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Accuratezza delle biopsie mammarie: Tasso di corebiopsy ecoguidate non corrette - Numeratore Numero di biopsie con diagnosi non corrette nel corso dell'anno. I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 1 Denominatore: 111 Valore calcolato: 0,9 % Figura 2.24 - Tasso di core-biopsy ecoguidate non corrette 117 Dipartimento Chirurgico Specialistico - Numeratore N° di pazienti con percentuale di sanguinamento al sondaggio <30% entro 6 mesi dal trattamento parodontale non chirurgico Efficacia: Prevalenza dei pazienti con parodontite o a elevato rischio di parodontite con percentuale di sanguinamento al sondaggio < 30% entro 6 mesi dal trattamento parodontale non chirurgico - Denominatore N° totale di pazienti con parodontite o a elevato rischio di parodontite trattati con terapia parodontale non chirurgica Perché misurare questo fenomeno ? Il sanguinamento al sondaggio consiste nella presenza di gemizio ematico dal solco gengivale o dalla tasca parodontale dopo stimolazione mediante sonda parodontale. La presenza di sanguinamento al sondaggio indica uno stato di infiammazione delle strutture parodontali superficiali o profonde, a sua volta indicatore della presenza di una infezione alla base del solco o tasca. L’indice di sanguinamento ha un valore predittivo negativo per la progressione della malattia parodontale. In altri termini, è stato dimostrato che pazienti con indice di sanguinamento <30% (ossia con presenza di sanguinamento in meno del 30% dei siti sottoposti al sondaggio) hanno un rischio minore di progressione della patologia parodontale e mostrano una maggiore stabilità delle condizioni parodontali nel lungo periodo. Inoltre l’indice di sanguinamento è un parametro indispensabile per definire il trattamento parodontale, in particolare per decidere se sottoporre o meno ad intervento chirurgico parodontale un particolare sito parodontale della bocca del paziente. - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative La fonte dei dati è rappresentata dalla cartella parodontale del paziente dove sono registrati i parametri biometrici parodontali rilevati al momento della visita o rivalutazione parodontale - Standard Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è >= 66 % I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 191 Denominatore: 233 Valore calcolato: 81,97 % Principale riferimento scientifico: 1. Joss A, Adler R and Lang NP. Bleeding on probing. A parameter for monitoring periodontal conditions in clinical practice. Journal of Clinical Periodontology 1994;21(6):402-8. 2. Farina R, Scapoli C, Carrieri A, Guarnelli ME and Trombelli L. Prevalence of bleeding on probing: A cohort study in a specialist periodontal clinic. Quintessence International 2011;42(1): 57-68. 3. Lang NP, Adler R, Joss A and Nyman S. Absence of bleeding on probing. An indicator of periodontal stability. Journal of Clinical Periodontology 1990;17(10):71421. Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Efficacia del trattamento in coorte di pazienti con patologia parodontale di particolare severità o a elevato rischio di sviluppo della patologia: Prevalenza dei pazienti con parodontite o a elevato rischio di parodontite con percentuale di sanguinamento al sondaggio <30% entro 6 mesi dal trattamento parodontale non chirurgico 118 Figura 2.25 - Prevalenza dei pazienti con parodontite o a elevato rischio di parodontite con percentuale di sanguinamento al sondaggio < 30% entro 6 mesi dal trattamento parodontale non chirurgico Sicurezza: Emorragie post-adenotonsillectomia che richiedono un intervento di revisione tale complicanza rientri nel range previsto in letteratura e, indirettamente, la sicurezza di tale intervento. Perché misurare questo fenomeno ? Le adenoidi (o tonsille palatine) sono organi appartenenti al sistema immunitario deputati alla produzione di anticorpi. La massima attività tonsillare si ha dal 7° anno di età fino alla pubertà; oltre i 23 anni la tonsilla perde quasi completamente la sua funzione immunologica di protezione. L’adenotonsillite è una patologia che si manifesta con difficoltà respiratoria nasale, respirazione a bocca aperta, sgocciolamento nasale, otiti croniche, tosse persistente ed apnee notturne. L’adeno-tonsillectomia è la terapia chirurgica in anestesia generale per la risoluzione della patologia; l’emorragia rappresenta la complicanza più temibile dopo gli interventi di adeno-tonsillectomia. Si distingue l’emorragia primaria, che si verifica entro le prime 24 ore dopo l’intervento, da quella secondaria, che si manifesta entro due settimane dall’intervento. Abbiamo voluto misurare la percentuale delle emorragie più gravi che richiedono una seconda anestesia generale per il controllo del sanguinamento per garantire sia all’utenza che agli stessi operatori che l’incidenza di Principale riferimento scientifico: 1. Myssiorek D.; Alvi A.: Post-tonsillectomy hemorrage: an assessment of risk factor. Int. J Pediatr Otorhinolaryngol 1996, 37: 35-43 2. Linee GuidaNazionali Marzo 2008: Appropriatezza e sicurezza degli interventi di tonsillectomiae/o adenoidectomia Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Trattamento chirurgico della patologia adenotonsillare nei bambini e negli adulti: Emorragie post-adenotonsillectomia che richiedono un intervento di revisione - Numeratore Numero di pazienti con emorragia post-adeno e/o tonsillectomia e sottoposti a intervento di revisione - Denominatore Numero totale di pazienti sottoposti ad intervento di adeno e/o tonsillectomia (DRG 59-60) 119 In letteratura l’incidenza di emorragia è pari all’1,9% nei bambini di età inferiore a 5 anni e al 4,9% sopra i 16 anni. Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: <= 2,5 % - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative La fonte dei dati è la Banca Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO ) ed i registri operatori. I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 2 Denominatore: 313 Valore calcolato: 0,64 % - Standard L’incidenza dell’emorragia post adeno e/o tonsillectomia dipendono dalla tecnica chirurgica impiegata, dall’età e dal sesso (rischio inferiore per le femmine). Figura 2.26 - Emorragie post-adenotonsillectomia che richiedono un intervento di revisione Appropriatezza: Ricoveri per endooftalmite acuta dopo intervento di cataratta L'endoftalmite è una grave infezione del bulbo oculare, solitamente secondaria ad interventi chirurgici o ad infezioni oculari non ben curate. Si manifesta con dolore nella zona intorno agli occhi e intenso rossore dell'occhio. Spesso è anche accompagnata da secrezione muco purulenta; rappresenta la complicanza post-operatoria più grave in quanto spesso determina una notevole riduzione della funzione visiva fino alla cecità. Perché misurare questo fenomeno? La cataratta è un processo di progressiva perdita di trasparenza del cristallino, che è una lente naturale dell’occhio che consente di mettere a fuoco i raggi luminosi e, cambiando la propria forma, si adatta alla distanza dell’oggetto da mettere a fuoco. Con l’avanzare dell’età, il cristallino tende ad opacizzarsi (perde la sua trasparenza) e insorge la cataratta. L'allungamento della vita media ha portato ad un aumento del numero di casi, tanto che oggi l'intervento di asportazione della cataratta è in assoluto l’intervento più praticato in oculistica (circa 400.000 interventi l’anno in Italia). Principale riferimento scientifico: 1. Anterior Segment Intraocular Inflamation Guidelines 2. EMC Ophtalmologie, 21-250-D-40, 2008 120 Caratteristiche dell’indicatore - Periodicità di rilevamento dati Semestrale - Definizione Valutazione della frequenza di complicanze infettive in rapporto all'intervento chirurgico: Ricoveri per endooftalmite acuta dopo intervento di cataratta - Fonti informative La fonte dei dati è la cartella clinica - Standard Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è un range: [1 ‰ - 3 ‰]. - Numeratore Numero di pazienti ricoverati per endoftalmite dopo intervento di cataratta I valori della nostra Azienda per il 2010 - I semestre 2010: 0 ‰ - II semestre 2010: 1,29 ‰ - Denominatore Numero di pazienti sottoposti ad intervento di cataratta Figura 2.27 - Ricoveri per endooftalmite acuta dopo intervento di cataratta Dipartimento Riproduzione e Accrescimento Funicolocentesi (o cordocentesi): è un prelievo di sangue fetale, che viene eseguito a scopo diagnostico e/o terapeutico, dopo la 18° settimana di gestazione Efficacia: percentuale di gravidanze esitate in aborto spontaneo collegabili a diagnosi strumentale invasiva (amniocentesi, villocentesi, funicolocentesi) Tutte e 3 sono tecniche di diagnosi prenatale invasive per la ricerca di eventuali anomalie cromosomiche o ricerca diretta di agenti infettivi, vengono eseguite inserendo un ago attraverso l’addome materno e sotto controllo ecografico continuo. Perché misurare questo fenomeno ? Amniocentesi: è un prelievo di liquido amniotico, che si esegue dopo la 16° settimana di gestazione Villocentesi: è un prelievo della placenta, che si esegue dopo la 10° settimana di gestazione 121 Il monitoraggio avviene per tre importanti ragioni: PRESENZA DI RISCHIO Le procedure di diagnosi prenatale invasiva comportano possibili complicanze tra le quali la più grave è data dalla possibilità di perdita fetale AMPIO UTILIZZO La Diagnosi prenatale invasiva è ampiamente utilizzata dalle gestanti, infatti in Emilia Romagna nel 2009 hanno eseguito almeno un’indagine prenatale invasiva 10.370 donne, pari al 26.6% dei casi valutabili, ( Dati regionali CEDAP). Il 18.9% delle madri ha effettuato un’amniocentesi, il 7.4% ha effettuato una villocentesi; le funicolocentesi effettuate sono state 255 (0.7% delle donne) pertanto i rischi collegati alle procedure necessitano di costante monitoraggio (Obbligo per accreditamento). NECESSITA’ DI FORMAZIONE E COMPETENZA La linea guida del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists (RCOG) del 2005 sull'amniocentesi sottolinea l'importanza della adeguata preparazione dell'operatore nel ridurre il rischio di complicanze. Un adeguato training e il mantenimento dell'esercizio della tecnica sono cruciali per il buon esito dell'esame. - Numeratore Numero totale delle gravidanze perse entro 7 giorni dall'esecuzione della procedura invasiva - Principale riferimento scientifico: 1. Eisenberg B, Wapner RJ. Clinical proceduress in prenatal diagnosis. Best Pract Res Clin Obstet Gynaecol 2002;16:611-27; Early prenatal diagnosis BMJ vol.299 ,11 novembre 1989 Alfirevic Z, Sundberg K, Brigham S. Amniocentesis and chorionic villus sampling for prenatal diagnosis. The Cochrane Database of Systematic Reviews 2003; Issue 3. Edited (no change to conclusions), published in Issue 2, 2009 2. Caughey AB, Hopkins LM, Norton ME. Chorionic villus sampling compared with amniocentesis and the difference in the rate of pregnancy loss. ObstetGynecol. 2006 ;108:612-6 Royal College of Obstetricians and Gynaecologists. Amniocentesis and chorionic villus sampling. London: RCOG; 2005 3. Mujezinovic F., Afirevic Z.: Procedure related complications of amniocentesis and chorionic villous sampling. Obstet. Gynecol 2007, 110:687-694 4. Tabor A, Vestergaard CHF, Lidegaard O: Fetal loss rate after chorionic villous sampling and amniocentesis: an 11-year national registry study. Ultrasound Obstet Gynecol 2009;34:19-24 - Denominatore Numero totale delle donne sottoposte alla tecnica specifica - Periodicità di rilevamento dati: annuale - Fonti informative La fonte dei dati è fornita dalle cartelle ambulatoriali, dalle cliniche di ricovero, dal contatto telefonico con le gestanti provenienti da altra sede. - Standard Il valore degli Standard adottati è derivato dalla letteratura: • Amniocentesi: < 1 % • Funicolocentesi: < 1 % • Villocentesi: < 1,5 % I valori della nostra Azienda per il 2010 • Amniocentesi: 0 % • Funicolocentesi: 0,52 % • Villocentesi: 0 % Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Gravidanze esitate in aborto spontaneo collegabili ad amniocentesi, a villocentesi, a funicolocentesi (indicatore stratificato per le tre differenti tecniche) 122 Figura 2.28 - Gravidanze esitate in aborto spontaneo collegabili ad amniocentesi, a villocentesi, a funicolo centesi Appropriatezza: Percentuale di gravide e neonati ad alto rischio rispetto al totale dei nati vivi assistiti al 3° livello segni clinici) e terapie specifiche. Nell’ Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia vengono assistiti gravide, neonati e puerpere che necessitano di supporto tecnologico intensivo e sofisticato . Per la gravidanza: in collaborazione con altre Unità Operative dell’Azienda vengono progettati percorsi assistenziali individualizzati e specifici per patologie neurologiche (malattie degenerative del Sistema Nervoso Centrale, Epilessia), immunologiche, endocrinodismetaboliche (diabete, obesità, ecc), cardiologiche. Per il parto: si espletano parti a rischio elevato per la madre in collaborazione con l’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione e per il neonato in collaborazione con la Terapia Intensiva Neonatale. Perché misurare questo fenomeno ? Definizione di rischio: una gravidanza viene definita “ad alto rischio”quando esiste la possibilità di un esito patologico per la donna e/o il bambino con un’incidenza maggiore di quella esistente nella popolazione generale delle gestanti. Le caratteristiche di un Punto Nascita di 3° livello Accreditato dalla Regione Emilia Romagna sono: Assistenza ostetrica: non meno di 1000 parti all’anno, assistenza ostetrico/ginecologica 24 ore su 24, assistenza anestesiologica h24. Assistenza pediatrico/a neonatale: assistenza pediatrica/neonatologica h24 con culle per patologia neonatale e culle per terapia neonatale subintensiva ed intensiva. Presupposti fondamentali per seguire una gravidanza ad alto rischio sono: – cultura specifica dell’operatore; – esperienza specifica dell’operatore; – coscienza piena della paziente e sua adesione al programma assistenziale; – ambiente sanitario adeguato per l’assistenza intensiva materno-fetale e l’assistenza intensiva neonatale; – sorveglianza specialistica della gravidanza per l’identificazione dei fattori di rischio in modo da ridurre al minimo gli eventi sfavorevoli previsti; – assistenza mirata alla singola situazione con semeiotiche mediche (discipline che studiano i sintomi e i Principale riferimento scientifico: 1) PNLG: Linee guida nazionali di riferimento. Assistenza al parto fisiologico. ASSR 2004 2) Regione Emilia Romagna: Requisiti specifici per l’accreditamento dei Consultori familiari, delle Case di maternità e delle Strutture ambulatoriali e di degenza di Ostetricia e Ginecologia. Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Assistenza al Parto a Rischio: Percentuale di gravide e neonati ad alto rischio rispetto al totale dei nati vivi assistiti al 3° livello - Numeratore Numero di parti ad alto rischio 123 - Standard Mandato specifico dell’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia è quello di garantire l’assistenza alle gravidanze ad alto rischio accogliendo le gestanti inviate dagli ospedali di 1° e 2° livello sia dal bacino di utenza provinciale che in rete regionale ed extra regionale. - Denominatore Numero totale parti con neonato nato vivo - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative La fonte dei dati è fornita dalle cartelle cliniche, dai dati CeDAP (Certificato di Assistenza al Parto), dalle cartelle ambulatoriali. Valore dello Standard adottato >= 15 % I valori della nostra Azienda per il 2010 22,12 % Figura 2.29 - Assistenza al Parto a Rischio: Percentuale di gravide e neonati ad alto rischio rispetto al totale dei nati vivi assistiti al 3° livello Dipartimento Emergenza in carico dalle strutture sanitarie (ambulanze o pronto soccorso). Queste azioni vengono monitorate in molte realtà sanitarie del mondo (per esempio percentuale dei pazienti cui è stata somministrata l’aspirina all’ingresso). I pazienti e cittadini hanno maggiore interesse per una valutazione dei risultati. Una delle principali misure di risultato (per l’infarto come per altre patologie) è il tasso di mortalità, rilevato a 30 giorni dopo l’inizio delle cure. Il tasso di mortalità rispecchia, da una parte, la gravità clinica dei pazienti, dall’altra l’efficacia reale e la qualità dell’assistenza. Dato che una parte dei decessi per infarto non avviene durante il ricovero ospedaliero, ma dopo la dimissione, è opportuno rilevare la mortalità ad una distanza di tempo che include anche una parte della fase riabilitativa, dentro o fuori dalla struttura ospedaliera. E’ stato dimostrato che una buona qualità delle cure, testimoniata dall’aderenza alle linee guida emanate dalle Società Scientifiche, porta ad una significativa riduzione della mortalità ospedaliera. Nello studio ori- Efficacia: Mortalità dei pazienti ricoverati in Unità Coronarica con diagnosi principale o secondaria di infarto miocardico acuto Perché misurare questo fenomeno ? L’infarto miocardico è una delle principali cause di morte e disabilità in tutto il mondo. Circa 40.000 italiani muoiono ogni anno a causa di un infarto. L’infarto avviene quando le arterie coronariche, che sono i vasi che portano sangue al muscolo cardiaco, vengono improvvisamente ostruite. La mancanza di afflusso di sangue danneggia il muscolo cardiaco, indebolendo la sua funzionalità o bloccandola in maniera fatale. Circa il 50% dei pazienti colpiti da infarto muore prima di arrivare in ospedale. Le linee guida cliniche internazionali danno delle indicazioni molto precise sulle azioni cliniche ed assistenziali da svolgere appena un paziente con un infarto miocardico acuto viene preso 124 di Terapia Intensiva Coronarica) ginale (*) la mortalità ospedaliera si riduceva da 14,7% a 12,8% proprio in conseguenza dell’adozione di una serie di misure raccomandate dalla letteratura internazionale. - Numeratore Numero di deceduti nel corso del ricovero con diagnosi di dimissione IMA Principale riferimento scientifico 1. Marciniak TA, Ellerbeck EF, Radford MJ, Kresowik TF, Gold JA, Krumholz HM, Kiefe CI, Allman RM, Vogel RA, Jencks SF. Improving the quality of care for Medicare patients with acute myocardial infarction: results from the Cooperative Cardiovascular Project. JAMA. 1998 May 6;279(17):1351-7. 2. Grosso LM, Schreiner GC, Wang Y et al.. 2009 Measures maintenance technical report: acute myocardial infarction, heart failure, and pneumonia 30-day risk-standardized mortality measures. Baltimore (MD): Centers for Medicare & Medicaid Services; 2009 Apr 7. 47 p. 3. Masoudi FA, Bonow RO, Brindis RG et al. 2008 “ACC/AHA 2008 statement on performance measurement and reperfusion therapy: a report of the ACC/ AHA Task Force on Performance Measures (Work Group to Address the Challenges of Performance Measurement and Reperfusion Therapy)”. Circulation. 2008;118:2649 –2661. - Denominatore Numero totale di dimissioni per IMA - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative La fonte dei dati è il Sistema Informativo Regionale - Standard Uno studio recente (*) del “Center for Medicare e Medicaid Services” negli Stati Uniti ha valutato questo parametro per 3 anni, limitandosi però ai pazienti con età superiore ai 65 anni. Il valore emerso è 16.6%, con differenze importanti fra stati e ospedali. * Krumholz HM, Merrill AR, Schone EM et al . Patterns of hospital performance in acute myocardial infarction and heart failure 30-day mortality and readmission. Circ Cardiovasc Qual Outcomes. 2009 Sep;2(5):40713. Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: <= 11 % I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 20 Denominatore: 380 Valore calcolato: 5,26 % Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Intervento terapeutico in regime di ricovero ordinario: Mortalità di pazienti con diagnosi principale o secondaria di IMA (Infarto Miocardico Acuto) in UTIC (Unità Figura2.30 - Intervento terapeutico in regime di ricovero ordinario: Mortalità di pazienti con diagnosi principale o secondaria di IMA in UTIC) 125 Sicurezza: Sepsi in pazienti con catetere venoso centrale ricoverati in Terapia Intensiva Principale riferimento scientifico: HELICS – Surveillance of nosocomial infection in Intensive Care Units – marzo 05 Perché misurare questo fenomeno ? La maggior parte dei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva abbisogna di un catetere venoso centrale (ovvero inserito in un grosso vaso) che permette di somministrare farmaci, e nutrire il paziente nel caso non possa alimentarsi per la via naturale. Questi presidi, mentre da un lato garantiscono un accesso vascolare sicuro, dall’altro lato costituiscono per il paziente un pesante fattore di rischio per complicanze infettive, e il rischio è reso particolarmente significativo alla luce del grandissimo numero di cateteri utilizzati ogni anno in tutte le strutture sanitarie. Una ricca letteratura è quindi fiorita riguardo alla prevenzione e al controllo delle infezioni correlate ai cateteri venosi centrali e tutte le linee guida elaborate a livello mondiale (vedasi le recenti linee guida dei CDC – Center for Disease Control – di Atlanta). Si evidenziano quali principali elementi di prevenzione: - Elaborazione di procedure corrette - Formazione del personale dedicato all’impianto e alla gestione dei cateteri - Utilizzo di corrette tecniche asettiche nella gestione dei cateteri stessi Esiste la possibilità che il paziente portatore di catetere venoso centrale contragga una sepsi (infezione generalizzata con febbre) a partenza proprio dal catetere. Evidentemente, contrarre un’infezione a partenza dal catetere venoso centrale usato per le cure in Terapia Intensiva è un evento da evitare, e dunque una misura di sicurezza per il paziente. Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Assistenza intensivistica: Sepsi in pazienti con catetere venoso centrale - Numeratore Numero di nuovi casi di sepsi in pazienti con cvc in un anno - Denominatore Numero di pazienti con catetere venoso centrale - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative La fonte dei dati è l’archivio clinico “Margherita” fornito dal GiViTI (Gruppo Italiano di Valutazione degli Interventi in Terapia Intensiva) il cui programma è fornito dall’Istituto Mario Negri. - Standard Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: < 3,1 % I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 3 Denominatore: 285 Valore calcolato: 1,05 % Figura 2.31 - Assistenza intensivistica: Sepsi in pazienti con catetere venoso centrale 126 Appropriatezza: Accuratezza della fibrobroncoscopia maggiori sono le probabilità di ottenere materiale idoneo per la diagnosi e la tipizzazione cito/istologica, requisiti necessari per mettere in atto la migliore strategia terapeutica. Il Centro di Endoscopia Respiratoria (Unità Operativa semplice della Pneumologia) ritiene essenziale ottenere campioni idonei, affinchè lo specialista anatomo patologo possa formulare la diagnosi mediante esami citologici e/o istologici. La fibrobroncoscopia è un esame complesso, sono necessarie adeguate attrezzature, locali idonei, le competenze, le abilità e l’affiatamento degli operatori (medici e infermieri), ai quali sono richiesti continuità e aggiornamento professionale; ogni singolo aspetto contribuisce alla resa diagnostica della fibrobroncoscopia. Perché misurare questo fenomeno ? La fibrobroncoscopia è un'indagine che permette di osservare direttamente le vie aeree superiori, la trachea e l'albero bronchiale, di prelevare secrezioni prodotte dai bronchi e di eseguire biopsie (prelievi di tessuto da sottoporre ad esame al microscopio). Utile sia per la diagnosi sia per la terapia, fa uso di un fibrobroncoscopio, un tubo sottile che è spinto nella zona del corpo da esaminare attraverso la bocca od il naso e che è provvisto di una piccolissima telecamera. In tal modo si visualizzano delle immagini direttamente su un monitor. L'esame può risultare leggermente fastidioso, ma richiede solo pochi minuti. E' usato per la diagnosi delle neoplasie polmonari (formazioni anomale dei polmoni, che, crescendo, invadono gli spazi del tessuto, schiacciandolo, deformandolo e danneggiandolo), anzitutto, ma anche di alcune malattie infiammatorie dell'apparato respiratorio, tra cui l'asma bronchiale (malattia allergica che può manifestarsi improvvisamente con una sensazione di costrizione toracica crescente: il respiro diventa affannoso, interrotto da una tosse secca e rabbiosa) e la BPCO (abbreviazione di broncopneumopatia cronica ostruttiva, una malattia polmonare progressiva, che crea impedimento alle vie aeree, rendendo difficoltosa la respirazione) per le quali l'esame dei tessuti dei bronchi prelevati con il lavaggio bronchiale (un particolare esame dei bronchi) consente di eseguire una diagnosi più precisa. Per la diagnosi di una neoplasia sono indispensabili la conferma e la tipizzazione (valutazione delle cellule prelevate durante l’esame) da parte dello specialista di anatomia patologica, che analizza con esame citologico e/o istologico i campioni di cellule prelevati dalle lesioni. I prelievi dei campioni per queste analisi, nel caso di tumori dell’apparato respiratorio, sono effettuati, nella maggioranza dei casi, attraverso l’esame endoscopico delle vie respiratorie: la fibrobroncoscopia. Nel corso di una fibroboncoscopia sono raccolti campioni mediante: a) lavaggio della lesione con soluzione fisiologica, b) raccolta di frammenti superficiali delle pareti bronchiali con uno speciale spazzolino, c) biopsie con pinze, d) agoaspirati. Maggiore è la varietà dei prelievi e il loro numero, Principale riferimento scientifico: British Thoracic Society Guidelines on diagnostic flexible bronchoscopy, Thorax 2001; 56: (suppl 1) i1-i21 Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Valutazione della capacità di prelevare campioni per la diagnosi e la tipizzazione nelle neoplasie centrali dell'apparato respiratorio. - Numeratore Numero di casi positivi tipizzati + veri negativi - Denominatore Numero di casi validi (escluso drop out) - Periodicità di rilevamento dati Semestrale - Fonti informative La fonte dei dati è il sistema SAP aziendale e l’archivio tenuto dalla Endoscopia Respiratoria - Standard Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: >= 80 % di resa diagnostica. I valori della nostra Azienda per il 2010 - I semestre 2010: 91,49 % - II semestre 2009: 88,37 % 127 Figura 2.32 - Valutazione della capacità di prelevare campioni per la diagnosi e la tipizzazione nelle neoplasie centrali dell'apparato respiratorio. Dipartimento Neuroscienze e Riabilitazione Principale riferimento scientifico: 1. Wahlgren et al. for SITS-MOST, Lancet 2007; 369:275-282 Efficacia: Efficacia della trombolisi sistemica (rTPA- Alteplase) effetuata entro 3 h dall’insorgenza della sintomatologia nei pazienti con ictus ischemico acuto Caratteristiche dell’indicatore Perché misurare questo fenomeno? L’ictus ischemico acuto è una delle principali cause di morte e disabilità nei paesi sviluppati. La migliore opportunità risiede nella qualità e tempestività delle cure atte a limitare l’estensione del danno cerebrale, diminuendo quindi la percentuale di decessi e favorendo la possibilità del recupero funzionale. Il trattamento con il farmaco Alteplase per via enodovenosa rappresenta a tutt’oggi una efficace terapia medica approvata e raccomandata come trattamento di prima linea dalla maggior parte delle Associazioni Scientifiche nazionali ed internazionali. La scelta di questo indicatore è dettata dal fatto che uno studio multicentrico internazionale condotto su oltre 6.000 pazienti ha dimostrato una significativa diminuizione della mortalità a tre mesi dall’esordio quando comparata con altri studi clinici randomizzati e controllati (11,3% verso 17,3%). Si vuole quindi verificare e garantire, con questa misura, l’efficacia del trattamento trombolitico con Alteplase e altresì controllare che la stretta aderenza ai criteri di inclusione realizzi a tre mesi una mortalità inferiore o uguale a 11,3%, come riportato nello Studio SITSMOST (1). - Definizione Diagnosi e trattamento della patologia cerebrovascolare acuta: mortalità a 3 mesi in pazienti con ictus ischemico acuto trattati con trombolisi sistemica (rTPA - Alteplase) entro 3 ore dall’esordio dei sintomi. - Numeratore Numero di pazienti con ictus ischemico acuto trattati con rTPA (Alteplase) endovena (e.v.) entro 3 h dall’esordio e deceduti entro 3 mesi. - Denominatore Numero totale di pazienti con ictus ischemico acuto trattati con rTPA (Alteplase) endovena (e.v.) entro 3 h dall’esordio. - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative La fonte informativa è il Registro Internazionale SITS dove vengono immessi tutti i dati relativi ai pazienti trattati, compresi quelli dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara. 128 I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 2 Denominatore: 41 Valore calcolato: 4,88 % - Standard Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: <= 11,3 %, come indicato nello studio di Wahlgren et al. (1). Si vuole comunque segnalare come dal Registro Internazionale SITS, al momento attuale, risulti una mortalità a livello nazionale del 12,8% mentre in tutti i centri internazionali aderenti al registro la mortalità è del 14,3%. Figura 2.33 - Mortalità a 3 mesi in pazienti con ictus ischemico acuto trattati con trombolisi sistemica (rTPA - Alteplase) entro 3 ore dall’esordio dei sintomi. Sicurezza: Infezioni chirurgiche in neurochirurgia trattamento di un’infezione, una volta che questa si è instaurata, continua a rappresentare un serio problema nel periodo postoperatorio. Perché misurare questo fenomeno ? Le infezioni ospedaliere sono per definizione un importante problema di sanità pubblica, non solo per le gravi ripercussioni sull’utente/paziente e la comunità sociale, che vede impiegare risorse aggiuntive per la salvaguardia, cura e ripristino dello stato di salute, ma anche e soprattutto per quanto attiene il controllo di qualità delle prestazioni che erogano i professionisti sanitari. Nello specifico della nostra realtà viene rivolta particolare attenzione alle infezioni delle ferite chirurgiche anche per una evidenziata correlazione tra la acquisizione di nuove tecnologie e l’insorgenza di quest’ultime. Sebbene gli aspetti della prevenzione delle infezioni delle ferite chirurgiche (incluse tecniche operatorie idonee, il mantenimento rigoroso di un ambiente sterile e la somministrazione preventiva di antibiotici) siano stati analizzati in dettaglio in letteratura recente, il Principale riferimento scientifico: Surveillance for surgical site infection (SSI) after Neurosurgery: Influence of the US or Brest (France) national nosocomial infection surveillance risk index on SSI rates C. Lietard et al. Infect Control Hosp Epidemiol 2008; 29: 1084-1087 Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Frequenza di infezioni chirurgiche nei pazienti sottoposti ad intervento - Numeratore Numero di pazienti che hanno sviluppato un’infezione chirurgica a 30 giorni dall’intervento 129 - Denominatore Totale di pazienti sottoposti a trattamento chirurgico durante il ricovero - Standard Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: <= 1,9 % - Periodicità di rilevamento dati Annuale I valori della nostra azienda per il 2010 Numeratore: 4 Denominatore: 680 Valore calcolato: 0,59 % - Fonti informative La fonte dei dati è il Registro Operatorio Figura 2.34 - Frequenza di infezioni chirurgiche nei pazienti sottoposti ad intervento Appropriatezza: Dimissioni dalla Unità Gravi Cerebrolesioni verso strutture protette sari interventi di carattere sanitario e sociale a lungo termine, volti ad affrontare menomazioni e disabilità persistenti, e difficoltà di reinserimento famigliare, sociale, scolastico e lavorativo. La destinazione alla dimissione verso una struttura protetta e’ indicativa di un basso livello di autonomia raggiunto dal paziente dopo l’espletamento del progetto riabilitativo. Perché misurare questo fenomeno ? Per "grave cerebrolesione acquisita” si intende un danno cerebrale, di origine traumatica o di altra natura, tale da determinare una condizione di coma, più o meno protratto, e menomazioni sensomotorie, cognitive o comportamentali, che comportano disabilità grave. Una persona affetta da grave cerebrolesione acquisita necessita di ricovero ospedaliero per trattamenti rianimatori o neurochirurgici di durata variabile da alcuni giorni ad alcune settimane (fase acuta). Dopo questa fase, possono essere necessari interventi medicoriabilitativi di tipo intensivo, anch'essi da effettuare durante il ricovero ospedaliero, che possono durare da alcune settimane ad alcuni mesi (fase post-acuta). Nella maggior parte dei casi, dopo la fase di ospedalizzazione, permane una condizione che rende neces- Principale riferimento scientifico: Rehabilitation Medicine Clinical Indicators Australian Council on Health Standards (ACHS) 2008. Australasian Faculty of Rehabilitation Medicine Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Valutazione del livello del reinserimento sociale a breve termine dopo intervento riabilitativo: Dimissioni dalla UGC verso strutture protette 130 - Numeratore Numero di pazienti dimessi dalla UGC che vengono inviati in strutture protette - Fonti informative La fonte di reperimento dei dati: cartella clinica pazienti, in particolare lettera di dimissione - Denominatore Numero di pazienti dimessi dopo il primo ricovero riabilitativo nel periodo considerato - Standard Valore dello Standard adottato nella nostra Azienda è: <= 15 % Periodicità di rilevamento dati Semestrale I valori della nostra Azienda per il 2010 - I semestre 2010: 13,95 % - II semestre 2010: 0 % Figura 2.35 - Dimissioni dalla UGC verso strutture protette Dipartimento Diagnostica per Immagini e Medicina di Laboratorio A confronto, la lavorazione di una biopsia di routine richiede uno o più giorni, ma permette ovviamente di ottenere una qualità migliore delle sezioni. L'esame intraoperatorio può venire richiesto al fine di chiarire la diagnosi di malattia, nel caso questa non sia già stata posta in precedenza, o quando durante l'operazione emergano nuovi quesiti diagnostici. Dall'esame in estemporanea dipende frequentemente il successivo procedere operativo. Perciò la concordanza fra diagnosi intraoperatoria e diagnosi definitiva è una misura di grande importanza clinica e viene internazionalmente adottata. E’ uno degli indicatori di qualità diagnostica istopatologica internazionalmente adottati Appropriatezza: Qualità diagnostica intraoperatoria diagnosi istologiche intraoperatoria Perché misurare questo fenomeno ? L'esame istologico intraoperatorio è una tecnica diagnostica di anatomia patologica che può essere utilizzata durante un intervento chirurgico. Tecnicamente consiste in una biopsia in cui prelievo e diagnosi avvengono durante l'intervento chirurgico. Al fine di garantire tempi di lavorazione estremamente brevi, la biopsia viene congelata all'interno di uno strumento denominato criostato. È compito di un medico specialista in anatomia patologica porre la diagnosi su una sezione allestita dopo il congelamento. Il tempo medio di allestimento di un esame intraoperatorio è di 10-15 minuti dall'arrivo del tessuto nel laboratorio. Principale riferimento scientifico: American Association of Directors of Anatomic and Surgical Pathology 131 Caratteristiche dell’indicatore - Fonti informative La fonte dei dati è il database diagnostico informatico aziendale. - Definizione Concordanza tra diagnosi intra-operatoria e diagnosi definitiva. - Standard Nella nostra Azienda, così come di norma, il valore dello Standard adottato è: <= 3 % - Numeratore Numero di diagnosi istologiche intraoperatorie con discordanza assoluta e con impatto clinico maggiore. I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 0 Denominatore: 372 Valore calcolato: 0 % - Denominatore Numero totale di diagnosi intraoperatorie formulate. - Periodicità di rilevamento dati Annuale Figura 2.36 - Concordanza tra diagnosi intra-operatoria e diagnosi definitiva. Sicurezza: Reazioni avverse a trasfusione Principale riferimento scientifico: Transfusion 2002; 42:1114-22 Perché misurare questo fenomeno ? L'insorgenza delle più comuni reazioni avverse alla trasfusione, le reazioni trasfusionali non emolitiche (senza massiccia distruzione di globuli rossi), non sono prevedibili e sono quindi inevitabili. Tuttavia la rilevazione puntuale e lo studio di queste reazioni è importante per prevenire l'insorgenza di altre negli stessi pazienti. In questi casi infatti è possibile sottoporre gli emocomponenti a trattamenti particolari, a seconda del tipo di reazione. Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Emovigilanza: Reazioni avverse a trasfusione - Numeratore Numero segnalazioni di reazioni avverse alla trasfusione 132 - Standard Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è stato ricavato dal riferimento scientifico ed è: ≤0,8% - Denominatore Numero emocomponenti trasfusi - Periodicità di rilevamento dati Annuale I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 73 Denominatore: 32.090 Valore calcolato: 0,23 % - Fonti informative La fonte dei dati è l'archivio informatico in uso presso il Servizio Immunoematologia e Trasfusionale. Ad ogni segnalazione di reazione avversa da parte delle Unità Operative dove si registra l'evento segue il ricontrollo di quanto fatto ed una registrazione informatica dell'evento riferito. Figura 2.37 - Reazioni avverse a trasfusione Appropriatezza: Valutazione di appropriatezza e completezza della richiesta di prestazione diagnostica medico nucleare (scintigrafia) protezione del paziente. Inoltre poiché si tratta di procedure spesso molto costose un altro elemento fondamentale per la sostenibilità economica dell’indagine è quello di effettuare l’esame a chi ne ha bisogno evitando prestazioni inutili a chi non ne potrebbe giovare: “fare tutto ciò che serve a chi serve”. Perché misurare questo fenomeno ? La Medicina Nucleare è la disciplina che utilizza radiofarmaci (molecole contenenti atomi radioattivi) in grado di emettere radiazioni per la visualizzazione di organi o tessuti. Tali radiofarmaci vengono preparati e somministrati ai pazienti di norma per via endovenosa. Dopo l'iniezione, mediante l'utilizzo di sofisticate apparecchiature è possibile ottenere le immagini che il medico può utilizzare per individuare l'eventuale patologia in atto nell'organo in esame. Tutte le prestazioni di Medicina Nucleare comportano quindi, anche se minimo, un assorbimento di radiazioni: diventa pertanto fondamentale valutare le richieste preliminarmente alla esecuzione delle indagini stesse, in un'ottica di Principale riferimento scientifico: Requisiti Accreditamento Medicina Nucleare Regione Emilia Romagna Caratteristiche dell’indicatore - Definizione Esecuzione della valutazione: valutazione di appropriatezza e completezza della richiesta di prestazione diagnostica medico nucleare (scintigrafia) 133 - Standard Si tratta di un indicatore di processo il cui monitoraggio è richiesto dalla Regione Emilia Romagna. L’appropriatezza di una prestazione sanitaria è un concetto dinamico e variabile a seconda del contesto e della tecnica considerata. Per le tecniche diagnostiche con insito un rischio per il paziente (così come le prestazioni medico nucleari) il controllo dell'appropriatezza delle richieste in sede di anamnesi consente un'adeguata valutazione rischio/beneficio dell’esame. Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato è: = 0 % - Numeratore Numero di richieste non valutate - Denominatore Totale Richieste (appartenenti ad un campione significativo) - Periodicità di rilevamento dati Annuale - Fonti informative La fonte dei dati è un campione di referti nei quali è formalizzata la verbalizzazione della valutazione della richiesta. I valori della nostra Azienda per il 2010 Numeratore: 0 Denominatore: 200 Valore calcolato: 0 % 2.4 Ricerca e Didattica 2.4.1 Ricerca Nel corso del 2010 hanno operato in azienda in totale 88 Assegnisti di ricerca, 65 con docente di riferimento convenzionato dei quali 26 svolgono anche attività assistenziale presso l’azienda e 23 Assegnisti con docente di riferimento non convenzionato. Ci sono stati inoltre 2 Collaboratori di ricerca. Tabella 2.55 - Dottorati di Ricerca della Macroarea Medico-Biologica nell’anno 2010 Denominazione Dottorato Coordinatore Iscritti I anno Iscritti II anno Iscritti III anno BIOCHIMICA, BIOLOGIA MOLECOLARE E BIOTECNOLOGIE Prof. Francesco Bernardi 11 7 9 BIOLOGIA EVOLUZIONISTICA E AMBIENTALE Prof. Guido Barbujani 5 4 8 FARMACOLOGIA E ONCOLOGIA MOLECOLARE Prof. Antonio Cuneo 14 8 10 SCIENZE BIOMEDICHE Prof.Silvano Capitani 5 4 10 SCIENZE CHIMICHE Prof. Carlo Alberto Bignozzi 6 2 2 SCIENZE FARMACEUTICHE Prof. Stefano Manfredini 5 3 4 134 Finanziamenti Le tavole seguenti evidenziano i finanziamenti del 2010 classificati per tipologia e allocazione Tabella 2.56 – Progetti PRIN 2008 approvati nel 2010 Area statutaria Subarea Comm.scientif. Dipartim. PRIN 2008 Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Scienze biomediche e chirurgiche e terapie avanzate 30.240 Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Scienze biomediche e chirurgiche e terapie avanzate 60.547 Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina sperimene chirurgiche tale e diagnostica 35.031 Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina sperimene chirurgiche tale e diagnostica 30.000 Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Scienze biomediche e chirurgiche e terapie avanzate 72.000 Tabella 2.57 - Finanziamenti e fondi in riferimento all’attività di ricerca Finanziatori Importo Enti pubblici nazionali € 2.921.568 Enti pubblici internazionali € 3.539.601 Privati non profit (es. fondazioni, associazioni) € 1.045.515 Privati profit (aziende farmaceutiche e biomedicali) € 1.731.189 La tabella mostra le Risorse finanziarie ottenute per attività di ricerca dai dipartimenti univeristari di Discipline Medico Chirurgiche, della Comunicazione e del Comportamento, Medicina Clinica e Sperimentale, Medicina Sperimentale e Diagnostica, Scienze Biomediche e Terapie Avanzate e Scienze Chirurgiche Anestesiologiche e Radiologiche. Non è stato possibile determinare i progetti riferibili a ciascun docente in convenzione. Il dato si riferisce quindi agli importi complessivi (dato di cassa) ricevuti dai dipartimenti di afferenza dei docenti convenzionati e non nel corso dell’anno 2010. Le tavole successive mostrano i dati relativi al Fondo Ateneo per la Ricerca locale negli anni 2009 e 2010 Tabella 2.58 - Fondo di Ateneo per la Ricerca Locale (FAR) - Anno 2009 Area statutaria Subarea Comm.scientif. Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 1.955 e veterinarie mentale Area 3 Scienze biomediche 05/07 scienze bio- Medicina sperimentale e € 4.952 logiche e scienze diagnostica agrarie Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 11.069 e veterinarie mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 2.447 e veterinarie mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 2.282 e veterinarie mentale Area 4 Scienze chirurgiche 06 scienze mediche Scienze chirurgiche, € 1.163 e veterinarie anestesiologiche e radiologiche 135 Dipartim. FAR 2009 Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 3.527 e veterinarie mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 2.329 e veterinarie mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 4.090 e veterinarie mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Scienze biomediche e € 8.183 e veterinarie terapie avanzate Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Scienze biomediche e € 6.657 e veterinarie terapie avanzate Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 7.345 e veterinarie mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina sperimentale e € 1.542 e veterinarie diagnostica Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 8.434 e veterinarie mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Scienze biomediche e € 3.269 e veterinarie terapie avanzate Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 1.979 e veterinarie mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Dmccc e veterinarie Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina sperimentale e € 1.556 e veterinarie diagnostica Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 3.291 e veterinarie mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Dmccc e veterinarie Area 3 Scienze biomediche 05/07 scienze bio- Medicina sperimentale e € 4.927 logiche e scienze diagnostica agrarie Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 4.845 e veterinarie mentale Area 4 Scienze chirurgiche 06 scienze mediche Dmccc e veterinarie Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina sperimentale e € 5.937 e veterinarie diagnostica Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina sperimentale e € 428 e veterinarie diagnostica Area 4 Scienze chirurgiche 06 scienze mediche Dmccc e veterinarie Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina sperimentale e € 1.322 e veterinarie diagnostica Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 1.899 e veterinarie mentale Area 4 Scienze chirurgiche 06 scienze mediche Scienze biomediche e € 1.959 e veterinarie terapie avanzate Area 4 Scienze chirurgiche 06 scienze mediche Dmccc e veterinarie 136 € 3.112 € 6.828 € 1.611 € 4.513 € 8.471 Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 4.085 e veterinarie mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Scienze chirurgiche, € 2.260 e veterinarie anestesiologiche e radiologiche Area 4 Scienze chirurgiche 06 scienze mediche Scienze biomediche e € 281 e veterinarie terapie avanzate Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 5.393 e veterinarie mentale Area 4 Scienze chirurgiche 06 scienze mediche Scienze chirurgiche, € 2.722 e veterinarie anestesiologiche e radiologiche Area 4 Scienze chirurgiche 06 scienze mediche Scienze chirurgiche, € 5.016 e veterinarie anestesiologiche e radiologiche TOTALE € 141.679,00 Tabella 2.59 - Fondo di Ateneo per la Ricerca Locale (FAR) - Anno 2010 Area statutaria Subarea Comm.scientif. Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 2.726 e chirurgiche mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 6.544 e chirurgiche mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 1.116 e chirurgiche mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 3.194 e chirurgiche mentale Area 4 Scienze chirurgiche 06 scienze mediche Scienze chirurgiche, € 2.197 e chirurgiche anestesiologiche e radiologiche Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 5.760 e chirurgiche mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 1.216 e chirurgiche mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 985 e chirurgiche mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Scienze biomediche e € 5.576 e chirurgiche terapie avanzate Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Scienze biomediche e € 5.914 e chirurgiche terapie avanzate Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina sperimentale € 3.743 e chirurgiche e diagnostica Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 11.882 e chirurgiche mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Scienze biomediche e € 4.395 e chirurgiche terapie avanzate Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Dmccc e chirurgiche 137 Dipartim. FAR 2010 € 2.156 Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Dmccc e chirurgiche € 6.493 Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina sperimentale € 4.652 e chirurgiche e diagnostica Area 3 Scienze biomediche 06 scienze mediche Biochimica e biologia € 2.335 e chirurgiche molecolare Area 4 Scienze mediche Area 3 Scienze biomediche 05/07 scienze bio- Medicina sperimentale € 16.137 logiche e scienze e diagnostica agrarie Area 4 Scienze chirurgiche 06 scienze mediche Scienze chirurgiche, € 7.994 e chirurgiche anestesiologiche e radiologiche Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 5.525 e chirurgiche mentale Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina sperimentale € 5.081 e chirurgiche e diagnostica Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina sperimentale € 1.808 e chirurgiche e diagnostica Area 4 Scienze chirurgiche 06 scienze mediche Dmccc e chirurgiche Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina sperimentale € 10.305 e chirurgiche e diagnostica Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 2.452 e chirurgiche mentale Area 4 Scienze chirurgiche 06 scienze mediche Scienze biomediche e € 890 e chirurgiche terapie avanzate Area 4 Scienze chirurgiche 06 scienze mediche Dmccc e chirurgiche Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Scienze chirurgiche, € 2.408 e chirurgiche anestesiologiche e radiologiche Area 4 Scienze mediche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 2.171 e chirurgiche mentale Area 4 Scienze chirurgiche 06 scienze mediche Scienze chirurgiche, € 2.838 e chirurgiche anestesiologiche e radiologiche 06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 4.743 e chirurgiche mentale 138 € 4.627 € 597 Progetti comunitari che coinvolgono personale in regime di convenzione Tabella 2.60 - progetti comunitari che coinvolgono personale in regime di convenzione con azienda ospedaliera universitaria anno 2010 TITOLO DEL PROGETTO AREA DISCIPLINARE INIZIO SCADENZA PROGR. UE U.O. AZIENDA COINVOLTE NUMERO PARTECIPANTI ALLA RICERCA UNIVERSITARI CONVENZIONATI UNIVERSITARI NON CONVENZIONATI DEL SSR EvA - Markers for emphysema versus airway disease in COPD Medicina Clinica e Sperimentale 01/10/2008 30/09/2011 7° PQ HEALTH dato non disponibile 1 (docente) 2 (assegnisti) dato non disponibile ATPBone - Fighting osteoporosis by blocking nucleotides: purinergic signalling in bone formation and homeostasis Medicina Sperimentale e Diagnostica 01/01/2008 31/12/2010 7° PQ HEALTH NO 2 (1 docente, 1 tecnico) 4 (2 docenti, 1 amm.vo, 1 assegnista) 0 NMD-Chip - Development of targeted DNA-Chips for High Throughput Diagnosis of NeuroMuscular Disorders Medicina Sperimentale e Diagnostica 01/10/2008 30/09/2011 7° PQ HEALTH NO 3 (2 docenti e 1 tecnico) 4 (1 amm. vo, 3 assegnisti) 0 MentDis_ICF65+ - Prevalence, 1-year incidence and symptom severity of mental disorders in the elderly: Relationship to impairment, functioning (ICF) and service utilisation Discipline MedicoChirurgiche della Comunicazione e del Comportamento 01/10/2008 30/09/2012 7° PQ HEALTH NO 3 (docenti) 1 (assegnista) 0 BIO-NMD Identifying and validating preclinical biomarkers for diagnostics and therapeutics of Neuromuscular Disorders Medicina Sperimentale e Diagnostica 01/12/2009 30/11/2012 7° PQ HEALTH NO 3 (2 docenti e 1 tecnico) 9 (3 docenti, 1 amm.vo, 5 assegnisti) 0 NR. PROGETTI 5 NR. PROGETTI NEI QUALI UN DIPENDENTE DELL’AZIENDA E’ CAPOFILA O RESPONSABILE SCIENTIFICO 0 NR. COORDINATORI/RESPONSABILI DI PROGETTO: - UNIVERSITARI 5 - DEL SSR 0 Su 5 progetti comunitari che coinvolgono personale in regime di convenzione, 5 hanno Coordinatori o Responsabili universitari. 139 Pubblicazioni Nel corso del 2010 sono state prodotte le seguenti pubblicazioni, classificabili per tipologia e quantità. Va tenuto presente che i dati di seguito riportati sono suddivisi per Dipartimenti Universitari, individuati in base al criterio di afferenza di personale medico strutturato e non, docente/ricercatore e non. Figura 2.38 – Cataloghi Ateneo prodotti dal Dipartimento di Discipline Medico-Chirurgiche della Comunicazione e del Comportamento Figura 2.39 – Cataloghi Ateneo prodotti dal Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale 140 Figura 2.40 - Cataloghi Ateneo prodotti dal Dipartimento di Medicina Sperimentale e Diagnostica Figura 2.41 - Cataloghi Ateneo prodotti dal Dipartimento di Morfologia ed Embriologia Figura 2.42 - Cataloghi Ateneo prodotti dal Dipartimento di Scienze Biomediche e Terapie Avanzate 141 Figura 2.43 - Cataloghi Ateneo prodotti dal Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Anestesiologiche e Radiologiche 142 Tabella 2.61 – Sintesi Pubblicazioni aggiornate al 2010 DIPARTIMENTO Dipartimento di Discipline Medico-Chirurgiche della Comunicazione e del Comportamento Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Dipartimento di Medicina Sperimentale e Diagnostica Dipartimento di Morfologia ed Embriologia Dipartimento di Scienze Biomediche e Terapie Avanzate Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Anestesiologiche e Radiologiche TIPOLOGIA NUM. PRODOTTI Articolo 63 Capitolo, articolo, contributo di libro 4 Cura di Atti, Volumi, Cataloghi e numeri speciali di riviste 1 Riassunto (abstract) 3 ALTRO 1 Articolo 127 Capitolo, articolo, contributo di libro 10 Lettera, Replica, Commento e simili 1 Monografia o Trattato Scientifico 2 Nota a sentenza 1 Relazione o comunicazione a congresso 5 Riassunto (abstract) 12 Articolo 77 Brevetto 1 Capitolo, articolo, contributo di libro 1 Riassunto (abstract) 5 Coordinamento progetto ricerca 5 ALTRO 1 Articolo 33 Brevetto 1 Direzione o Responsabilità riviste 1 Ideazione, Progettazione, Ordinamento manifestazioni 2 Relazione o comunicazione a congresso 1 Articolo 50 Capitolo, articolo, contributo di libro 2 Monografia o Trattato Scientifico 1 Relazione o comunicazione a congresso 4 Riassunto (abstract) 25 Voce di enciclopedia 1 Articolo 21 Brevetto 1 Capitolo, articolo, contributo di libro 1 Lettera, Replica, Commento e simili 1 Relazione o comunicazione a congresso 3 Riassunto (abstract) TOTALE 143 6 474 2.4.2 Didattica Nell’anno 2010 il personale dell’Università di Ferrara che ha svolto attività assistenziale o con ricaduta assistenziale presso l’azienda ospedaliera è composto di 29 Professori Ordinari, 29 Associati, 49 Ricercatori, 1 Assistente e 51 Tecnici Amministrativi. Nelle tavole seguenti sono evidenziati i master di interesse medico attivi nel 2010 e la situazione dei corsi di laurea attivati per la professione medica e le altre professioni sanitarie. Tabella 2.62 – Master nel 2010 Denominazione corso Tipologia Iscritti A.A. 2009/10 maschi femmine ECONOMIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI SANITARI Master di Secondo Livello 11 8 EPILETTOLOGIA Master di Primo Livello 10 25 SCIENZA E TECNOLOGIA DEI RADIOFARMACI Master di Secondo Livello 7 10 Tabella 2.63 - Iscritti totali Facoltà di Medicina e Chirurgia a.a. 2009/10 (per Corso e Anno di Corso) Tipo Corso di Studi Corsi di Studio LS (Laurea specialistica) 12 2 12 3 4 5 6 SCIENZE DELLE PROFESSIONI SANITARIE DELLA RIABILITAZIONE SCIENZE DELLE PROFESSIONI SANITARIE TECNICO-DIAGNOSTICHE 10 11 - - - SCIENZE E TECNICHE DELL’ATTIVITA’ MOTORIA PREVENTIVA E ADATTATA 22 29 - - SCIENZE INFERMIERISTICHE ED OSTETRICHE 21 21 - 159 159 12 - LC6 (Laurea a ciclo unico) LC5 (Laurea a ciclo unico) 2009/2010 Iscritti IC 1 MEDICINA E CHIRURGIA ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA CDL (corso ante MEDICINA E CHIRURGIA riforma) SCIENZE MOTORIE - Iscritti IC Totale iscritti (IC+FC) 4 28 0 4 2 3 4 5 6 - 21 0 4 - - - - 4 25 - - 51 - 25 - - - - 25 76 - - - 42 0 12 - - - - 12 54 148 132 128 137 863 0 1 95 0 0 109 205 1068 16 17 14 17 - 76 0 0 0 0 4 - 4 80 - - - - 0 0 - - - - - 184 184 184 - - - - - - 144 - 0 0 1 Iscritti FC 24 - Totale Iscritti FC - - - - - 2 - - - - Totale 2 2 Tipo Corso di Studi Corsi di Studio 2009/2010 L (laurea triennale) 1 9 2 3 4 5 6 DIETISTICA (abilitante alla professione sanitaria di Dietista) EDUCATORE PROFESSIONALE SANITARIO (abilitante alla professione sanitaria di Educatore professionale sanitario) - SEDE DI ROVERETO (TN) 30 29 22 - - EDUCATORE PROFESSIONALE SANITARIO (titolo pregresso) - SEDE DI ROVERETO (TN) - - 115 - FISIOTERAPIA (abilitante alla professione sanitaria di Fisioterapista) 25 22 19 FISIOTERAPIA (abilitante alla professione sanitaria di Fisioterapista) - SEDE DI BOLZANO 20 22 FISIOTERAPIA (abilitante alla professione sanitaria di Fisioterapista) - SEDE DI FAENZA 23 IGIENE DENTALE (abilitante alla professione sanitaria di Igienista dentale) Iscritti IC Iscritti IC 3 25 1 2 3 4 5 6 - 81 0 2 1 - - - 3 84 - - 115 - - - 0 - - 0 115 - - - 66 2 1 2 - - - 5 71 26 - - - 68 0 0 0 - - - 0 68 19 21 - - - 63 0 1 0 - - - 1 64 10 9 13 - - - 32 1 0 1 - - - 2 34 INFERMIERISTICA (abilitante alla professione sanitaria di Infermiere) 148 123 116 - - - 387 32 72 13 - - - 117 504 INFERMIERISTICA (abilitante alla professione sanitaria di Infermiere) - SEDE DI CODIGORO 34 19 21 - - - 65 4 17 2 - - - 23 88 INFERMIERISTICA (abilitante alla professione sanitaria di Infermiere) - SEDE DI PIEVE DI CENTO 48 26 16 - - - 90 9 26 0 - - - 35 125 LOGOPEDIA (abilitante alla professione sanitaria di Logopedista) 11 9 8 - - - 28 0 0 2 - - - 2 30 ORTOTTICA ED ASSISTENZA OFTALMOLOGICA (abilitante alla professione sanitaria di Ortottista ed assistente di oftalmologia) 10 5 .3 - - - 18 0 0 0 - - - 0 18 OSTETRICIA (abilitante alla professione sanitaria di Ostetrica/o) 22 15 13 - - - 50 2 4 10 - - - 16 66 - 111 101 - - - 212 - 0 79 - - - 79 291 TECNICA DELLA RIABILITAZIONE PSICHIATRICA (abilitante alla professione sanitaria di Tecnico della riabilitazione psichiatrica) 10 2 4 - - - 16 3 0 0 - - - 3 19 TECNICHE AUDIOMETRICHE (abilitante alla professione sanitaria di Audiometrista) 0 5 4 - - - 9 0 1 0 - - - 1 10 TECNICHE AUDIOPROTESICHE (abilitante alla professione sanitaria di Audioprotesista) 19 7 8 - - - 34 6 1 0 - - - 7 41 TECNICHE DI LABORATORIO BIOMEDICO (abilitante alla professione sanitaria di Tecnico di laboratorio biomedico) 12 15 13 - - - 40 0 5 0 - - - 5 45 TECNICHE DI RADIOLOGIA MEDICA, PER IMMAGINI E RADIOTERAPIA (abilitante alla professione sanitaria di Tecnico di radiologia medica) 40 38 34 - - - 112 3 12 1 - - - 16 128 L270 (laurea triennale nuovo ordinamento) SCIENZE MOTORIE 116 - - - - - 116 - - - - - - - 116 Totale 823 730 720 146 145 137 2701 62 189 208 2 4 293 758 3459 SCIENZE MOTORIE - - 145 - 2 Totale iscritti (IC+FC) 0 7 1 Iscritti FC 22 6 Totale Iscritti FC - - - Totale Scuole di Specializzazione Le tavole successive descrivono il quadro per Scuole di Specializzazione, le tipologie, gli iscritti negli anni di corso previsti. Per quanto riguarda la formazione medico-specialistica, il numero di scuole con struttura di sede nell’azienda sono 33 e vedono 391 medici iscritti; di questi nell’anno Accademico 2009-2010 se ne sono diplomati 38. A seguito della contrattualizzazione dei medici in formazione specialistica a partire dal 2006/07, l’anno accademico viene a coincidere con l’anno di contratto con conseguente ricaduta in termini di scadenza per la conclusione del percorso formativo. Nell’anno 2010 non risultano quindi avere conseguito titolo finale medici iscritti alle Scuole di Specializzazione di durata quadriennale, ma solo per quelle di durata quinquennale e sessennale. Tabella 2.64 - Elenco delle Scuole di Specializzazione con struttura di sede nell’azienda (aggiornato al 2010) N. DENOMINAZIONE DELLA SCUOLA 1 ANATOMIA PATOLOGICA 2 ANESTESIA E RIANIMAZIONE 3 AUDIOLOGIA E FONIATRIA 4 CARDIOLOGIA 5 CHIRURGIA GENERALE (ind.Chirurgia d’urgenza) 6 CHIRURGIA GENERALE (Ind.Chirurgia generale) 7 CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE 8 CHIRURGIA PEDIATRICA 9 CHIRURGIA TORACICA 10 CHIRURGIA VASCOLARE 11 DERMATOLOGIA E VENEROLOGIA 12 EMATOLOGIA 13 ENDOCRINOLOGIA E MALATTIE DEL RICAMBIO 14 GASTROENTEROLOGIA 15 GENETICA MEDICA 16 GINECOLOGIA ED OSTETRICIA 17 MALATTIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO 18 MALATTIE INFETTIVE 19 MEDICINA DEL LAVORO 20 MEDICINA INTERNA 21 MEDICINA LEGALE 22 MEDICINA NUCLEARE 23 NEUROCHIRURGIA 24 NEUROLOGIA 25 OFTALMOLOGIA 26 ONCOLOGIA 27 ORTOGNATODONZIA 28 ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA 29 OTORINOLARINGOIATRIA 30 PATOLOGIA CLINICA 31 PEDIATRIA 32 RADIODIAGNOSTICA 33 REUMATOLOGIA 146 La tabella seguente mostra gli iscritti alle Scuole di Specializzazione con specifica dell’anno; in colore rosso sono evidenziati i medici non contrattualizzati ed entrati su posti riservati a dipendenti del SSN (soprannumerari). Nei totali in colore nero sono ricompresi i soprannumerari che sono evidenziati anche per singolo totale in colore rosso. Si precisa che i dati sono comprensivi di 38 medici in formazione contrattualizzati che hanno conseguito il titolo a ottobre 2010, tra cui n.1 soprannumerario. Di seguito si riporta tabella contenente i dati dei medici specializzati. Tabella 2.65 - Iscritti alle Scuole di Specializzazione A.A. 2009/2010 Nuovo ordinamento Medici in Formazione Scuola di Specializzazione ANATOMIA PATOLOGICA ANESTESIA RIANIMAZIONE E TERAPIA INTENSIVA AUDIOLOGIA E FONIATRIA MALATTIE DELL’APPARATO CARDIOVASCOLARE CHIRUGIA GENERALE CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE CHIRURGIA PEDIATRICA CHIRURGIA TORACICA CHIRURGIA VASCOLARE DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA EMATOLOGIA ENDOCRINOLOGIA E MALATTIE DEL RICAMBIO GASTROENTEROLOGIA GENETICA MEDICA GINECOLOGIA ED OSTETRICIA IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA MALATTIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO MALATTIE INFETTIVE MEDICINA DEL LAVORO MEDICINA DELLO SPORT MEDICINA INTERNA MEDICINA LEGALE MEDICINA NUCLEARE NEUROCHIRURGIA NEUROLOGIA OFTALMOLOGIA ONCOLOGIA MEDICA ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA OTORINOLARINGOIATRIA PATOLOGIA CLINICA PEDIATRIA PSICHIATRIA RADIODIAGNOSTICA REUMATOLOGIA TOTALI Iscritti I anno dal 17/05/2010 Assegnazioni all’Ateneo di Sede di Ferrara come Ferrara Sede aggregata (non capofila) 1 Iscritti II anno dal 30/06/2009 Assegnazioni all’Ateneo di Sede di Ferrara come Ferrara Sede federata (non capofila) 1 Totale frequentanti 1 11 12 (1) 12 (1) 2 2 5 5 5 5 1 1 1 1 1 1 5 1 (*) 1 1 1 1 1 5 1 1 1 1 1 1 3 3 (1) 3 (1) 3 3 1 1 3 1 1 1 1 1 3 1 2 2 2 3 5 (1) 5 4 4 7 5 3 6 72 (1) 1 1 1 1 2 1 3 21 3 3 (1) 1 (*) 2 3 4 3 2 7 2 6 1 (*) 71 (3) 1 1 1 1 1 1 1 15 1 1 1 3 3 (1) 2 1 2 3 4 3 2 1 7 2 6 2 179 (4) 147 (*) Gli iscritti al secondo anno in Reumatologia, Medicina nucleare e Chirurgia maxillo-facciale inseriti nella colonna “sede di Ferrara” sono effettivamente iscritti a Ferrara in quanto derivanti finanziamenti esterni formalizzati dall’Università di Ferrara, anche se la Scuola è Federata ove Ferrara non è capofila. Tabella 2.66 - Iscritti alle Scuole di Specializzazione A.A 2009/2010 Vecchio ordinamento Medici in Formazione Specialistica Scuola di Specializzazione ANATOMIA PATOLOGICA ANESTESIA E RIANIMAZIONE AUDIOLOGIA E FONIATRIA CARDIOLOGIA CHIRURGIA GENERALE INDIRIZZO CHIRURGIA GENERALE CHIRURGIA GENERALE INDIRIZZO CHIRURGIA D’URGENZA CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE CHIRURGIA PEDIATRICA CHIRURGIA TORACICA CHIRURGIA VASCOLARE DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA EMATOLOGIA ENDOCRINOLOGIA E MALATTIE DEL RICAMBIO GASTROENTEROLOGIA GENETICA MEDICA GINECOLOGIA ED OSTETRICIA IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA MALATTIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO MALATTIE INFETTIVE MEDICINA DEL LAVORO MEDICINA DELLO SPORT MEDICINA INTERNA MEDICINA LEGALE MEDICINA NUCLEARE NEFROLOGIA NEUROCHIRURGIA NEUROLOGIA OFTALMOLOGIA ONCOLOGIA ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA OTORINOLARINGOIATRIA PATOLOGIA CLINICA PEDIATRIA PSICHIATRIA RADIODIAGNOSTICA REUMATOLOGIA TOTALI III anno IV anno V anno 1 9 1 10 (1) 1 12 (1) 1 4 1 2 4 (1) 3 2 11 (1) 3 1 2 3 9 2 1 1 1 1 2 (1) 2 1 1 1 1 1 5 3 2 3 2 4 (1) 2 1 2 5 2 4 (1) 2 2 1 3 3 2 3 5 1 1 1 4 3 (1) 1 2 1 2 4 3 4 1 1 6 2 8 2 93 (4) 1 2 1 2 11 5 (1) 1 3 2 6 7 6 13 3 1 16 4 16 (1) 4 212 (7) 1 1 2 1 3 2 1 2 3 3 3 2 4 2 8 (1) 2 80 (3) 148 VI anno 4 1 10 (1) 5 3 4 1 2 6 6 34 Totale Iscritti 3 21 (1) 2 14 (1) 5 Tabella 2.67 - Iscritti alle Scuole di Specializzazione A.A 2009/2010 Scuole sanitarie Scuola di Specializzazione N. Iscritti per anno I anno II anno GENETICA MEDICA IND. TECNICO ORTOGNATODONZIA 24 24 PATOLOGIA CLINICA IND. TECNICO TOTALI 24 24 III anno IV anno V anno Totale Iscritti 4 4 24 72 3 3 4 10 31 3 4 86 Tabella 2.68 - Medici in formazione specialistica che hanno conseguito il titolo nell’anno 2010 Scuola di Specializzazione N. specializzati nell’anno 2010 Anatomia Patologica 1 Anestesia e Rianimazione 1 Audiologia e Foniatria 0 Cardiologia 0 Chir. Gen - Ind Chirurgia d’urgenza 2 Chir. Gen - Ind Chirurgia Generale 2 Chirurgia Maxillo-Facciale 1 Chirurgia Pediatrica 1 Chirurgia Toracica 1 Chirurgia Vascolare 1 Dermatologia e Venerologia 0 Ematologia 0 Endocrinologia e Mal. del Ricambio 2 Gastroenterologia 1 Genetica Medica 0 Ginecologia ed Ostetricia 2 Igiene e Medicina Preventiva 2 Malattie dell’Apparato Respiratorio 0 Malattie Infettive 0 Medicina del lavoro 1 Medicina dello Sport 0 Medicina Interna 4 (1) Medicina Legale 0 Medicina Nucleare 0 Nefrologia 0 Neurochirurgia 0 Neurologia 2 Oftalmologia 0 Oncologia 0 149 Ortopedia e Traumatologia 6 Otorinolaringoiatria 1 Patologia Clinica 0 Pediatria 6 Psichiatria 0 Radiodiagnostica 0 Reumatologia 1 TOTALE 38 (1) 2.5. Assetto organizzativo 2.5.1 L’Organizzazione Aziendale La figura sotto riportata mostra la struttura dell’organizzazione aziendale. La configurazione dell’attività sanitaria per Dipartimenti ad Attività Integrata (DAI) assicura l’esercizio integrato delle funzioni di assistenza ricerca e didattica. Nel corso del 2010 si è pervenuti ad un riassetto delle Chirurgie Generali con ridefinizione delle responsabilità, dei posti letto e delle risorse umane e realizzazione di una nuova Struttura (Chirurgia d’Urgenza) derivante dalla riorganizzazione, deputata ad accogliere tutti i ricoveri effettuati in emergenza-urgenza dal Pronto Soccorso. Nel DAI Medico Specialistico è stato istituito il Programma razionalizzazione impiego farmaci fascia H nel contesto delle malattie degenerative ematooncologiche e infiammatorie. 150 Tabella 2.69 - La struttura e costituzione, in sintesi, dei DAI DAI Unità Operativa/Mod. Universitaria Unità Operativa/Mod. Ospedaliera Geriatria Dh Internistico Medicina Interna Ospedaliera Medicina Alta Rotazione Malattie Infettive Centro diagnostica vascolare Gastroenterologia Ecografia interventiva Endoscopia Digestiva Medico Medicina Interna Universitaria Clinica Medica Medico specialistico Chirurgico Programma Malattie Infettive Tropicali e Malattie del Migrante Programma razionalizzazione impiego farmaci fascia H nel contesto delle malattie degenerative ematooncologiche e infiammatorie Ematologia Endocrinologia Dermatologia Reumatologia Chirurgia Plastica Chirurgia Generale Clinica Chirurgica Chirurgia D’urgenza Chirurgico Specialistico Oculistica Orl Audiologia Odontoiatria Emergenze Cardiologia Ortopedia Anestesia Rianimazione Universitaria Pneumologia Posti letto RO 41 Posti letto DH 4 30 30 16 7 N° Medici Osped. 8 N° Medici Univers. Incarichi Libero prof. 9 3 6 8 2 1 2 10 4 7 1 2 1 29 3 3 1 30 2 5 1 1 Oncologia Clinica Diabetologia Nefrologia 18 2 16 13 2 2 3 8 5 10 1 1 1 1 Chirurgia Vascolare Urologia 18 2 4 5 4 3 2 4 1 2 3 6 3 4 3 6 7 3 4 7 5 2 1 1 13 15 27 6 22 30 12 3 9 6 1 5 12 13 9 6 3 1 9 5 2 2 Chirurgia MaxilloFacciale Anestesia Rianimazione Ospedaliera Medicina d’Urgenza Fisiopatologia Respiratoria 12 2 5 28 35 1 3 6 11 151 1 4 1 1 2 4 1 6 3 3 1 1 2 13 9 3 2 2 1 18 3 1 5 3 1 10 32 20 27 2 1 3 2 DAI Neuroscienze / Riabilitazione Unità Operativa/Mod. Universitaria Clinica Neurologica Riproduzione Ostetricia Ginecologia Accrescimento Pediatria Universitaria Neonatologia e Terapia intensiva neonatale Genetica medica Diagnostica per immagini Dip. Interaziendale di protezione e prevenzione Dipartimento interaziendale strutturale Laboratorio Unico provinciale Unità Operativa/Mod. Ospedaliera Neuroradiologia Neuroradiologia interventistica Neurochirurgia Medicina Riabilitativa Unità Gravi Cerebrolesioni Neurologia Neurofisiologia Posti letto DH N° Medici Osped. N° Medici Univers. 6 Incarichi Libero prof. 1 21 40 5 6 14 1 1 1 3 40 5 4 2 18 2 12 2 Chirurgia Pediatrica Pediatria Ospedaliera Accettazione Pediatrica 6 7 8 2 4 7 1 5 7 3 2 1 47 12 9 2 15 4 6 4 2 16 7 2 14 7 8 3 16 3 12 7 Radioterapia Servizio Trasfusionale Medicina Nucleare Radiologia Ospedaliera Istituto Anatomia patologica universitaria Prog. Diagnostica Istopatologica Diagnostica citopatologica Radiologia Universitaria Radiologia Vascolare ed interventistica 3 3 Medicina del Lavoro Microbiologia Medicina di laboratorio Prog. Ricerca e Sviluppo Mal. Autoimmuni e Infiammatorie Specialistica ed informatizzazione A.O. Posti letto RO 1 1 15 1 152 4 1 2 2 Arcispedale S. Anna – Il Palazzo dell’Amministrazione in Corso Giovecca 153 3. Obiettivi istituzionali e strategie aziendali 3.1 Centralità del cittadino 3.1.1 Gestione delle segnalazioni del cittadino Le segnalazioni rappresentano la “voce” e le istanze del cittadino che l’URP gestisce con procedura aziendale. Nel 2010 il numero delle segnalazioni presenta una diminuzione rispetto al 2009, passando da 911 a 726 segnalazioni complessive, così suddivise: - elogi n. 250: rappresentano circa un terzo delle segnalazioni presentate e riguardano in particolare l’umanizzazione e gli aspetti relazionali e quelli tecnico-professionali; - reclami n. 302: diminuiti rispetto al 2009 (erano 485) continuano a riguardare gi aspetti tecnico-professionali, quelli strutturali (con particolare riferimento alla accessibilità esterna – parcheggi interni), aspetti organizzativi/ burocratici/amministrativi e infine l’umanizzazione e gli aspetti relazionali; - rilievi n. 115: in leggero aumento (nel 2009 erano 100) sono principalmente gli aspetti organizzativi/burocratici/ amministrativi; - suggerimenti n. 7: in leggera diminuzione (nel 2009 erano 11); - impropri n. 52: segnalazioni che vengono accolte ma non riguardano servizi o prestazioni erogate dalla nostra Azienda, nel 2009 erano n. 40. Figura 3.1 - Tipologia di segnalazioni, raffronto 2009/2010 154 Figura 3.2 - Tipologia di segnalazioni, 2010 3.1.2 Semplificazione dell’accesso della specialistica ambulatoriale • Cup Unico Provinciale Da dicembre la provincia di Ferrara ha un unico CUP, nato dall’unificazione degli sportelli CUP dell’Ausl, di quelli dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e di quelli collocati nelle farmacie. Con il CUP unico è infatti possibile prenotare qualsiasi visita od esame da ogni punto CUP della provincia; ciascuno sportello garantisce la possibilità di accedere all’intera offerta assistenziale di entrambe le Aziende Sanitarie. Inoltre è ora operativa anche l’Anagrafe Provinciale Centralizzata, che migliorerà la procedura di identificazione dei pazienti. La creazione di un CUP unico provinciale rappresenta un caso di eccellenza nel panorama italiano, ed è parte di un nuovo modo di gestire la collaborazione fra ospedale e azienda USL, basato sulla sinergia e la ricerca di soluzioni condivise. I percorsi di garanzia, pensati per garantire al cittadino il rispetto dei tempi di attesa per alcune prestazioni fondamentali, possono essere gestiti sia dalle Aziende Sanitarie che dalle farmacie, assicurando così una maggiore equità; prima dell’unificazione, infatti, l’unica soluzione per concretizzare i percorsi di garanzia era il recall degli utenti. I vantaggi per il cittadino: Omogeneità nell’accesso ai diversi punti di prenotazione; • Possibilità di effettuare il pagamento delle prestazioni in tutte le macchine incassatrici presenti nelle varie sedi dell’Azienda USL e Ospedaliero Universitaria di Ferrara; • Possibilità per il cittadino di pagare online le prestazioni e, nel prossimo futuro, anche di preno- • tarle; Possibilità, da parte dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, di prenotare tutte le prestazioni specialistiche, comprese quelle di laboratorio analisi, attraverso il portale SOLe (Sanità On line), pur garantendo profili di prenotazione differenti; Maggiori informazioni per tutti coloro che si rivolgeranno ai punti CUP sulle modalità di prenotazione ed erogazione delle prestazioni specialistiche delle diverse strutture erogatrici. 3.2 Partecipazione degli Enti locali alla programmazione sanitaria 3.2.1 Collaborazione con la AUSL per i piani per la salute Nel corso del 2010 l’Azienda Ospedaliero Universitaria ha collaborato con l’Azienda Territoriale per il consolidamento di diversi progetti inseriti nel contesto dei Piani della Salute. • Collaborazione ai progetti sulla sicurezza stradale: Dal 2008 l’Azienda Ospedaliero-Universitaria ha collabora con l’azienda USL nell’ambito delle progettualità relative alla sicurezza e prevenzione stradale articolato sul consolidamento di diverse funzioni: la messa a punto di un sistema informativo, interventi informativi e formativi (piano del traffico ecc), interventi educativi (uso del casco, delle cinture di sicurezza) ecc. Nel 2010, oltre a proseguire le azioni di collaborazione in atto, sono state sviluppate ulteriori iniziative interne all’azienda in merito alla sicurezza stradale per il personale dipendente. • Collaborazione ai progetti di Screening: L’azien155 • • • 3.2.2 I programmi per la promozione della salute da prosegue la collaborazione con la AUSL per le attività di screening (per il carcinoma dell’utero, della mammella e del colon) consolidando l’attività per gli accertamenti diagnostici di livello successivo al primo. Collaborazione ai progetti sull’emergenza cardiologia: Anche nel 2010 è proseguita la gestione del paziente con infarto miocardico acuto su tutto il territorio provinciale. Campagna di vaccinazione contro l’influenza stagionale. Collaborazione al piano emergenza caldo: Dal 2004 l’Azienda collabora con la AUSL, il Comune di Ferrara e le associazioni di volontariato per la gestione dell’impatto delle ondate di calore estivo sugli anziani. L’Azienda ha aderito formalmente alla Rete EmilianoRomagnola HPH & HS (Health Promoting Hospital & Health Services) il 15 dicembre 1998 ma, di fatto, tale filosofia non risulta ampiamente nota agli operatori. Dopo una attiva partecipazione alle attività della Rete, testimoniate anche dall’attribuzione alla nostra Azienda del coordinamento regionale di uno dei primi 6 Progetti interaziendali attivati, Progetto “Ospedale senza fumo”, per gli anni 1999-2000, vi è stato un temporaneo indebolimento di attenzione che ha portato ad una progressiva sospensione delle attività aziendali sui temi della promozione della salute. Negli anni, tuttavia, diverse esperienze sono state comunque sviluppate nell’ambito di specifiche aree tematiche, grazie anche alla partecipazione a Progetti provinciali o regionali orientati all’attenzione a specifici target di popolazione o ai valori della promozione della salute: Tabella 3.1 - I progetti HPH Progetto con orientamento alla promozione della salute Livello di progettualità (area tematica) Ospedale senza fumo (dal 1999) Migrant-Friendly Hospital (dal 2002) Ospedale senza dolore (dal 2002) Emergenza caldo “Uffa che Afa” (dal 2004) Sicurezza stradale (2008) Igiene delle mani (dal 2007) Prevenzione controllo malattie infettive (dal 2008) Gestione ambientale e sviluppo sostenibile “A minore impatto” (dal 2008) Internazionale (HPH-OMS) Regionale (Rete HPH “Progetto 5) Aziendale (HPH) Europeo (HPH-OMS) Regionale (Rete HPH) Inter-aziendale: AOUFE-AUSLFE (HPH) Aziendale (HPH) Nazionale Regionale InterAziendale Aziendale Nazionale (Sicurezza) Regionale (Sicurezza) Comunale: AOUFE, Comune, AUSLFE, altri Enti e Istituzioni e Associazioni di Volontariato (Sicurezza) Nazionale (Sicurezza) Provinciale: Osservatorio Provinciale Sicurezza Stradale (Sicurezza) Internazionale OMS (Sicurezza) Nazionale (Sicurezza) Regionale (Sicurezza) Aziendale (Sicurezza) Nazionale (Sicurezza) Regionale (Sicurezza) Aziendale (Sicurezza) Regionale Aziendale (Sicurezza) 156 Target operatori pazienti famigliari-caregiver visitatori comunità operatori pazienti famigliari-caregiver visitatori comunità operatori pazienti famigliari-caregiver visitatori comunità pazienti famigliari-caregiver visitatori comunità operatori visitatori operatori pazienti famigliari-caregiver visitatori comunità operatori pazienti famigliari-caregiver visitatori comunità operatori pazienti famigliari-caregiver visitatori comunità Medicina e salute di genere (dal 2008) Mobbing, pari opportunità (dal 2009) operatori pazienti Regionale (Gestire le differenze nel rispetto dell’Equità) famigliari-caregiver Provinciale: AOUFE, AUSLFE, Comune, Provincia, Università (Gestire visitatori le differenze nel rispetto dell’Equità) comunità operatori pazienti Regionale (Gestire le differenze nel rispetto dell’Equità) famigliari-caregiver Provinciale: AOUFE, AUSLFE, Comune, Provincia, Università (Gestire visitatori le differenze nel rispetto dell’Equità) comunità I legami e la partecipazione dell’ Azienda Ospedaliero Universitaria alla Rete Emiliano-Romagnola sono ripresi a partire dal 2008, con l’intervento al Seminario regionale “Gli standard HPH e il sistema di qualità” (27 giugno 2008, Bologna), ai Laboratori Inter-Reti (2009, 2010) e con la collaborazione per la XIII Conferenza nazionale HPH (Reggio-Emilia). Evidenza dell’impegno nella promozione della salute è stata data attraverso la stretta collaborazione con il Coordinamento regionale HPH e dai numerosi contributi portati nel corso di eventi nazionali e internazionali (18th International Conference on Health Promoting Hospital & Health Services, Manchester, 2010) sui temi della promozione della salute. L’Azienda ha inoltre partecipato nel 2009-2010 al Gruppo regionale per la stesura degli Standard regionali HPH applicati al Piano di Prevenzione 2008-2010. Grazie a questa rinnovata partecipazione attiva, è emersa con evidenza la necessità di operare in maniera sinergica e integrata per potenziare il valore delle diverse esperienze singolarmente sviluppate in tema di promozione della salute ed empowerment di pazienti, operatori e comunità tutta, nei diversi aspetti maturati. A questo proposito, la cornice internazionale, nazionale, regionale e locale ha confermato e rafforzato negli anni la necessità di sostenere e praticare all’interno delle Aziende sanitarie lo sviluppo dell’Empowerment di comunità, cioè della ricerca di una “progettazione partecipativa” delle strategie di intervento con il coinvolgimento degli stakeholders (pazienti, familiari, organizzazioni di rappresentanza dei cittadini, associazioni di volontariato, enti locali e altri soggetti istituzionali, personale, sindacati) e della capacità di costruire contesti di dialogo quale presupposto per una efficace erogazione dei servizi in un contesto sicuro. Cona, in collaborazione col Comune di Ferrara: • viabilità cittadina di collegamento al nuovo ospedale; • sviluppo del trasporto pubblico verso Cona; • predisposizione del Piano Spostamento Casa Lavoro; • indagini riguardanti i tempi di percorrenza dei mezzi di soccorso sia dalla periferia di Ferrara che da alcuni punti della città. 3.2.4 Integrazioni interaziendali per le attività sanitarie Emergenza territoriale: La gestione dell’Emergenza territoriale è stata gestita in collaborazione con l’Azienda USL ma in stretta relazione alla necessità di rivedere l’assetto organizzativo e strategico in previsione della distribuzione dell’offerta sul territorio legata al nuovo ospedale di Cona. E’ ancora in fase di analisi e verifica da parte della Direzione, in particolare per le strategie gestionali del personale. E’ stato comunque definito il Responsabile unico dell’organizzazione e della gestione interaziendale. Integrazione delle attività in ambito urologico: E’ stato identificato un Responsabile unico del processo di integrazione tra l’Azienda Ospedaliero Universitaria e l’Azienda USL; il progetto non ha ancora raggiunto la fase attuativa e di formalizzazione. Laboratorio unico provinciale: Nel 2009 è stato istituito e formalizzato il Dipartimento Interaziendale del Laboratorio Analisi. Nel corso del 2010 il processo di integrazione è proseguito: in particolare è stato definito il piano dell’organizzazione e delle ripartizione delle risorse dal responsabile del LUP. A ottobre 2010 è partito il processo di integrazione con centralità al S.Anna per i centri di Cento e Bondeno. 3.2.3 Collaborazione con il Comune di Ferrara per lo sviluppo dei piani per la mobilità verso il nuovo Ospedale di Cona Nel corso del 2010 sono state sviluppate alcune attività relative al trasferimento nel nuovo Ospedale di 157 Accreditamento “Strutture di soccorso/trasporto infermi” L'attività è stata sviluppata d’intesa con l’Azienda USL, in particolare per le associazioni di volontariato convenzionate che operano nell’ambito del trasporto pazienti. 3.2.5 Integrazioni interaziendali per le attività tecnico-amministrative Gestione e organizzazione del nuovo Dipartimento Interaziendale Gestionale “Acquisti e Logistica Economale” Dopo la costituzione del Dipartimento Interaziendale Gestionale “Acquisti e Logistica Economale” al fine di unificare le risorse e realizzare economie di scala , nel corso dell’anno 2010 si è proseguita la rimodulazione delle strutture coinvolte. Attraverso l’adozione di atti di organizzazione, si è dato corso all’interdipartimentalizzazione tra le due Aziende Sanitarie ferraresi per quanto attiene le funzioni acquisti e logistica economale. In particolare si è provveduto a: • Effettuare incontri con il gruppo interaziendale di progetto; • Formulare una proposta di riorganizzazione; • Presentare la proposta di riorganizzazione alle Direzioni Generali che hanno approvato gli atti di riorganizzazione. Infatti, nel dicembre 2010 è stata presentata, alle Direzioni Generali delle Aziende Sanitarie ferraresi, la proposta di riorganizzazione delle strutture denominata “seconda fase”, discussa con le OO.SS. e che ha dato origine agli atti di riorganizzazione (Azienda Ospedaliero-Universitaria n.330/2010, Azienda USL n.565/2010). Nell’anno 2010 si è proceduto all’istituzione del Dipartimento Interaziendale Gestionale “Amministrazione del Personale” a decorrere dal 22.12.2010 la cui formalizzazione è avvenuta rispettivamente con atto n. 324 del 22.12.2010 dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e n. 556 del 28.12.2010 dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Ferrara. L’istituzione del Dipartimento è stata preceduta dal confronto con le Organizzazioni Sindacali delle diverse aree del personale interessato. 3.3 Universalità ed equità di accesso 3.3.1 Il piano emergenza caldo L’azienda collabora con le altre istituzioni del territorio al progetto “Uffa che afa” attraverso un piano di gestione integrato che mira a far fronte all’aumento della richiesta di intervento sanitario nel periodo estivo da parte delle persone con più di 75 anni che subiscono maggiormente i disagi provocati dall’eccesiva calura a causa delle condizioni di salute precarie e delle ridotte capacità individuali, familiari e sociali a fronteggiare situazioni difficili. L’azienda gestisce in particolare le complicanze, causate dal caldo, di patologie pre-esistenti, potenziando la capacità di ricovero di tali pazienti in base ad un piano di intervento strutturato in stadi di progressivo impegno della struttura sanitaria secondo livelli successivi di allarme, determinati dal numero dei ricoveri, rilevati giornalmente dall’osservatorio aziendale, (Livello di allarme 1, stato di pre-allarme 2, allarme 2, allarme 3, allarme 4). Tutti i Livelli, ad eccezione del Livello di allarme 1 che rappresenta la risposta erogata in regime ordinario di attività, sono temporanei. Lo stato di pre-allarme 2 e i livelli di allarme 2, 3, 4 definiscono il progressivo potenziamento della capacità di ricovero in acuzie dei pazienti internistici, in Gestione e organizzazione del nuovo Dipartimento particolare anziani, mediante l’utilizzo sostenibile di interaziendale Gestionale “I.C.T. Tecnologie per la coposti letto “aggiuntivi” e di aree di degenza chirurgiche municazione e l’informazione” e specialistiche presenti nell’ospedale, secondo uno Sono stati svolti incontri organizzativi all’interno del spirito di forte integrazione di tutte le risorse disponiDipartimento per la definizione delle attività da condibili all’interno della struttura ospedaliera e il coinvolgividere fra i due Servizi. mento della rete provinciale dei Presidi AUSL e delle E’ stato predisposto il progetto di riorganizzazione. Case di Cura presenti nella città di Ferrara. Il punto Rimangono da definire i compiti da ridistribuire al perdi arrivo del percorso ospedaliero è la “riconsegna” sonale, in attesa della disponibilità dei locali per la ridel paziente nella rete territoriale di sorveglianza. collocazione del personale stesso. Viene inoltre alimentato un database regionale attraE’ stata predisposta l’analisi per l’integrazione delle verso la rilevazione quotidiana degli accessi e dei riProcedure amministrative e la redazione del Regolacoveri, che mostra negli anni un graduale trend di ridumento di Dipartimento. zione dei ricoveri nei periodi di maggior caldo estivo. Il mantenimento di questa performance può essere Gestione e organizzazione del nuovo Dipartimento garantito grazie alle azioni sinergiche compiute dall’inInteraziendale Gestionale “Amministrazione del pertera rete, in grado di rispondere in maniera completa a sonale” tutti i bisogni del cittadino. 158 sanitari, utilizzando un questionario validato. Partecipazione alle Giornate del sollievo nazionali. • Tutoraggio per studenti di lauree brevi, di medicina e chirurgia, per medici in formazione in diverse scuole di specializzazione, sul tema del dolore in ospedale, della sua prevalenza, valutazione e trattamento. La collaborazione attiva del COTSD con i medici in formazione ha permesso la stesura di diverse tesi di specializzazione in anestesia e rianimazione, di laurea di Medicina e chirurgia e di altre Facoltà. • Presentazione di poster, comunicazioni libere e relazioni magistrali a convegni nazionali e internazionali. Inoltre i risultati delle indagini e gli sviluppi del progetto “Ospedale senza dolore” sono stati oggetto di discussione in convegni regionali e nazionali, dedicati al tema e, presentati pubblicamente agli operatori dell’azienda. Dal 2007, grazie al progetto aziendale che vede al centro dell’assistenza la persona, il suo sollievo, la sua soddisfazione, in un percorso di umanizzazione delle cure, tutti gli operatori sanitari del Sant’Anna dispongono del regolo di valutazione del dolore, con due scale validate,una per l’adulto (NRS) e l’altra per il bambino (facies pian scale). Nel corso del 2010 il Comitato Regionale per la lotta al dolore ha distribuito in occasione del Congresso della giornata del sollievo, il regolo regionale, che indica l’utilizzo delle stesse scale di valutazione già scelte in Azienda. Dalla fine del 2009 è in uso in tutti i Dipartimenti con attività assistenziale la scheda unica del dolore aziendale “Il dolore si cura insieme” , che segue il paziente ricoverato dall’ingresso alla dimissione, in modo da permettere la valutazione, il monitoraggio e il trattamento del dolore di tutte le persone ricoverate in un percorso clinico assistenziale di umanizzazione delle cure. L’implementazione dell’utilizzo della scheda, associata ad una formazione continua del personale, ha coinvolto, nel 2010, il 90% delle Unità Operative dell’Azienda. In attuazione della legge 38 che rende obbligatorio riportare la valutazione, il monitoraggio e il trattamento del dolore in cartella clinica, sono monitorati in azienda gli indicatori scelti, anche in base agli obiettivi regionali. Alla dimissione è assicurata alle persone la continuità terapeutica con prescrizione ed erogazione dei farmaci analgesici, in base al dolore atteso, con la collaborazione del Dipartimento Farmaceutico interaziendale nel rispetto dell’appropriatezza e dell’umanizzazione delle cure. A fine 2010 è stato deliberato il coordinamento interaziendale dei Comitati Ospedale Territorio senza dolore per dare una linea di indirizzo 3.3.2 L’ospedale senza dolore • Anche nel 2010 è proseguita l'attività e lo sviluppo del Progetto Ospedale senza dolore, che a Dicembre 2010, in linea con le indicazioni regionali e in applicazione alla legge 38 del 15 marzo 2010, ha cambiato denominazione ed è diventato Progetto Ospedale Territorio senza dolore e il Comitato da Comitato Ospedale senza dolore (COSD) è diventato Comitato Ospedale Territorio senza dolore (COTSD). In ogni unità operativa è presente un medico e un infermiere o un CPSE, referente del Comitato Ospedale Territorio senza dolore, che promuove e facilita percorsi e processi aziendali legati alla medicina del dolore. Negli anni il Comitato Ospedale Senza Dolore (COSD), oggi Comitato Ospedale Territorio senza dolore (COTSD), di cui fanno parte anche un Medico di Medicina Generale, rappresentante dei medici del territorio e un rappresentante del volontariato del Comitato Consultivo misto (CCM), si è riunito periodicamente, ha valutato i risultati, pianificato azioni positive contestualizzandole alle realtà di intervento e alle criticità osservate e elaborato programmi di lavoro per migliorare e/o aumentare la sensibilità degli operatori sanitari sul dolore e il suo trattamento. Il COSD inoltre ha svolto nello specifico le seguenti attività: • Monitoraggio continuo del consumo dei farmaci antalgici e dei presidi, distinto per Dipartimento e per U.O., per verificare l’adeguato trattamento del paziente sofferente ricoverato in ospedale in base al dolore atteso legato alla diagnosi, rilevata con la SDO. • Pianificazione della formazione di tutti gli operatori sanitari con corsi dedicati all’ottimizzazione del trattamento del dolore dei pazienti ricoverati in ospedale utilizzando forme innovative di formazione come ”La formazione sul campo”, per presentare discutere ed implementare l’applicazione della scheda unica del dolore aziendale nelle diverse UU.OO. • Sviluppo della comunicazione con l’utenza per educarla sul tema dolore e sulla necessità del suo trattamento, con una campagna di informazione dedicata al tema, ponendo particolare attenzione alle diverse età ed etnie, con il supporto dei mediatori culturali e di strumenti di comunicazione, tradotti in diverse lingue. • Esecuzione, con la collaborazione dei referenti delle diverse Unità Operative di 5 inchieste aziendali di prevalenza del dolore in ospedale e 7 analisi sulle conoscenze e gli atteggiamenti del dolore e il suo trattamento da parte di tutti gli operatori 159 comune ed omogeneo alla presa in carico di tutte le persone che soffrono, nei percorsi ospedale- territorio nella provincia di Ferrara. • Le azioni Lo sviluppo del progetto nella realtà aziendale L’informazione all’utenza e agli operatori sanitari è garantita da: • Presentazione nella carta dei servizi e nell’home page aziendale del progetto Ospedale senza dolore; • Dépliant regionali disponibili presso l’URP (Ufficio • • Relazioni con il Pubblico), (“L’Emilia Romagna contro il dolore”, ”Il dolore Postoperatorio”); Inchiesta epidemiologica di prevalenza, somministrazione del questionario della giornata del sollievo, analisi degli atteggiamenti e delle conoscenze del personale sanitario sul tema dolore e sul suo trattamento; Informazione ai mass media locali; Brevi aggiornamenti sulle attività di formazione e sui risultati in Collegio di Direzione, negli incontri dei Comitati di Dipartimento, negli incontri del Comitato Consultivo Misto, sulla “Newsletter” aziendale e sull’House organ. Figura 3.3 - La scheda unica del dolore aziendale”Il dolore si cura insieme”. 160 Le scale scelte in Azienda Figura 3.4 – Scala FPS per i bambini dai 3 ai 12 anni Figura 3.5 – Scala NRS per i pazienti collaboranti Figura 3.6 - Scala BPS per i pazienti non collaboranti, sedati e ventilati Figura 3.7 – Scala PAINAD per i pazienti non collaboranti L’informazione dei pazienti operandi Tutti i pazienti che devono essere sottoposti ad interventi chirurgici in regime d’elezione durante la visita anestesiologica ricevono: • Un dépliant informativo sull’anestesia, sul trattamento del dolore, e sulla necessità di riferire agli operatori sanitari l’intensità del dolore che lamentano nel quale è spiegato loro che devono riferirsi ad un punteggio che visivamente è riportato in scala da 0 a 10, sovrapponibile alla scala del dolore del regolo aziendale e regionale, utilizzato in reparto dagli operatori sanitari (NRS); • Il dépliant informativo della regione sul dolore postoperatorio, personalizzato con i riferimenti sul Comitato Ospedale Territorio senza dolore. 161 stiche, per i quali l’efficacia è già provata. La scintigrafia ossea e i parametri ematologici (emocromo) sono il riferimento per selezionare i pazienti. Dipartimento Neuroscienze Neurologia • Valutazione e trattamento del dolore cronico benigno e non, secondo EBM (evidence based medicine) ed EBN (evidence based nursing), dei pazienti ricoverati e non, con particolare attenzione al dolore di patologie croniche invalidanti quali le sclerosi multiple e altre. • Inserimento in cartella clinica della scheda unica aziendale del dolore “Il dolore si cura insieme ” per la valutazione continua, il monitoraggio e il trattamento del dolore. • Trattamento del dolore con farmaci antalgici secondo la scala dell’OMS, in base alle caratteristiche cliniche del paziente e all’età. • Centro della cefalea • Ambulatorio dedicato alla valutazione e trattamento del dolore neuropatico • Partecipazione attiva a corsi e convegni nazionali e internazionali sul dolore neuropatico • Laboratorio neurofisiologico dedicato allo studio delle piccole fibre, per la valutazione fisiopatologica dei pazienti con dolore neuropatico: • Trattamento antalgico e palliativo dei pazienti con patologie croniche neurologiche, con particolare attenzione alle sclerosi multiple Figura 3.8 - Depliant informativo per i pazienti operandi La soddisfazione dell’utente In linea con le indicazioni regionali sono stati elaborati e condivisi dagli anestesisti dell’Azienda questionari di soddisfazione del paziente sottoposto ad intervento chirurgico. Non si sono rilevati reclami relativi al trattamento del dolore postoperatorio che viene monitorato nel perioperatorio fino alla dimissione e i pazienti operati si sono dichiarati soddisfatti del trattamento antalgico ricevuto. La soddisfazione del paziente è predittiva della compliance con il trattamento, che possiamo perciò ritenere soddisfacente nel campione analizzato. La Terapia del dolore nella realtà assistenziale: alcuni esempi Neurochirurgia • Inserimento della scheda unica aziendale del dolore “Il dolore si cura insieme ” per la valutazione continua, il monitoraggio e il trattamento del dolore in cartella clinica • Monitoraggio continuo del dolore e trattamento • Applicazione della procedura del dolore postoperatorio e del suo trattamento (accreditamento dipartimento emergenza) con protocolli operativi terapeutici, definiti in base al dolore postoperatorio atteso • Trattamento del dolore con farmaci antalgici secondo la scala dell’OMS, modulati in base alle caratteristiche cliniche del paziente e all’età, al superamento del cut-off (diverso a seconda delle scale di valutazione utilizzate). • Trattamento microchirurgico dello spasmo del nervo facciale e delle nevralgie trigeminali da conflitto neuro vascolare. • Trattamento chirurgico del dolore neuropatico mediante applicazione di neurostimolatori corticali e midollari, e Drezotomie midollari. • Trattamento microchirurgico della patologia discale: cervicale, dorsale e lombare. Dipartimento Diagnostica per immagini e medicina di laboratorio Radioterapia Trattamento con intento palliativo sintomatico, per prevenire sintomi invalidanti e migliorare così la qualità di vita del paziente, complementare all’uso degli analgesici. La terapia del dolore è stata utilizzata nel caso di metastasi ossee sintomatiche, metastasi cerebrali, sindromi ostruttive e compressive. La dose erogata per trattare il dolore è bassa e pertanto sono lievi gli effetti collaterali che si possono avere a breve o a lunga distanza dal trattamento. Medicina nucleare Trattamento delle metastasi ossee dolorose, refrattarie a terapie consolidate (per le quali è stato appositamente attivato un Day Hospital di Medicina Nucleare, che consente uno stretto follow up dei pazienti). Le patologie tumorali più frequentemente oggetto del trattamento radiometabolico sono: il tumore della prostata, in fase di ormono-resistenza, e il tumore della mammella con metastasi prevalentemente osteobla162 trattamento del dolore in cartella clinica. Dipartimento emergenza Dipartimento Medico/Medico Specialistico • Inserimento della scheda unica aziendale del dolore “Il dolore si cura insieme ” per la valutazione continua, il monitoraggio e il trattamento del dolore in cartella clinica. • Inserimento della valutazione del dolore in cartella infermieristica e registrazione del dato, su scheda dedicata. • Monitoraggio continuo del dolore e trattamento . • Applicazione della Procedura dipartimentale sul trattamento del dolore in area medica. • Applicazione delle raccomandazioni regionali “Trattamento del dolore in area medica”. • Trattamento farmacologico e non, interprofessionale e interdisciplinare, del dolore oncologico e cronico benigno. • Utilizzo del progetto SOLE per le informazioni cliniche del paziente ricoverato relativamente al dolore e al suo trattamento. Pronto Soccorso Generale e Ortopedico All’accesso del paziente in Pronto Soccorso, l’informatizzazione ha reso obbligatorio il campo dolore per la valutazione (NRS) ai fini di un adeguato trattamento e un approccio terapeutico mirato. Anestesia e Rianimazione Ospedaliera e Universitaria Applicazione procedura dipartimentale accreditata del dolore postoperatorio, condivisa da tutti gli anestesisti dell’azienda, e dal personale sanitario afferente ai dipartimenti. • Valutazione e trattamento del dolore postoperatorio dei pazienti ricoverati nelle unità operative afferenti all’Anestesia e Rianimazione Ospedaliera e Universitaria. • Ambulatori di terapia del dolore (prima visita, trattamento medico, trattamento invasivo con procedure di neurolesione e neuromodulazione), con particolare attenzione ai pazienti operati alla colonna, all’anca e al ginocchio con l’utilizzo di analgesia perineurale. • Compilazione della sezione dedicata alle manovre chirurgiche, alle procedure della scheda unica aziendale del dolore “Il dolore si cura insieme ” per le prescrizioni antalgiche, la valutazione continua, il monitoraggio e il trattamento del dolore in cartella clinica. • Oncologia Inserimento della scheda unica aziendale del dolore “Il dolore si cura insieme ” per la valutazione continua, il monitoraggio e il trattamento del dolore in cartella clinica • Monitoraggio continuo del dolore e trattamento • Trattamento terapeutico e palliativo con applicazione delle linee guida regionali sul tema. • Partecipazione al progetto interaziendale ”La rete delle cure palliative” e regionale “Macondo”. • Partecipazione attiva a Convegni sul tema del dolore e del palliativismo. • Consulenze settimanali domiciliari a strutture sanitarie (LPA, RSA, ADO, Hospice)1. • Rianimazione Terapia Intensiva • Sedoanalgesia in tutti i pazienti ricoverati. • Inserimento della scheda unica aziendale del dolore “Il dolore si cura insieme ” per la valutazione continua, il monitoraggio e il trattamento del dolore in cartella clinica. • Applicazione dei protocolli per il dolore postoperatorio e delle raccomandazioni regionali per il trattamento del dolore in area medica e oncologica. Dipartimento Chirurgico/Chirurgico specialistico Valutazione e monitoraggio del dolore postoperatorio in cartella infermieristica. • Applicazione della procedura dipartimentale del percorso di accreditamento del dolore postoperatorio, con l’utilizzo di protocolli definiti in base al dolore atteso, a riposo e in movimento. • Trattamento del dolore in ambito chirurgico (medicazioni, ulcere vascolari, piaghe da decubito). • Trattamento antalgico dei pazienti operati in elezione e in urgenza, in regime di ricovero e di day surgery. • Analisi della soddisfazione del paziente relativa al trattamento del dolore e al sollievo, in collaborazione con i medici in formazione di Anestesia e Rianimazione. • Inserimento e compilazione della scheda unica aziendale del dolore “Il dolore si cura insieme ” per la valutazione continua, il monitoraggio e il • Dipartimento riproduzione e accrescimento Il dolore del bambino • E’ presente, in cartella clinica, un foglio dedicato alla valutazione, registrazione e trattamento del dolore del bambino, specifico per settore (pronto soccorso, degenza pediatrica, day hospital, chirurgia pediatrica) con scale distinte per età, validate, condivise dal dipartimento. • Viene fornita a tutti i genitori-tutori dei bambini in Pronto Soccorso e ricoverati una scheda di soddisfazione sul sollievo dal dolore e sul suo trattamento. • Sono stati adottati, condivisi e applicati protocolli 163 • • • • terapeutici comuni, distinti per patologie e dolore atteso, per le medicazioni, gli interventi chirurgici, i traumi, il trattamento delle ferite, delle ustioni, ecc. Strumenti dedicati si trovano in reparto e in Pronto Soccorso pediatrico (scale di valutazione utilizzate tradotte in tutte le lingue dell’utenza pediatrica, scheda di continuità assistenziale per il trattamento del dolore, ecc.); Attenzione ai bambini con disabilità Attenzione all’equità senza differenze con l’utilizzo di strumenti multilingue per i bambini e i genitori stranieri, realizzato in collaborazione con il settore mediazione culturale; All’accesso del piccolo paziente in Pronto Soccorso, l’informatizzazione ha reso obbligatorio il campo dolore per un adeguato trattamento e un approccio terapeuti mirato. • • • • Ostetricia Ginecologia • Inserimento della scheda aziendale “Il dolore si cura insieme”. • Valutazione e trattamento del dolore postoperatorio (procedura accreditata dipartimentale “Dolore postoperatorio” del Dipartimento emergenza); • Avvio di uno studio di adesione all’utilizzo della scheda e del dolore postoperatorio nelle donne sottoposte ad interventi ginecologici, oggetto di una tesi di laurea di una studentessa di Medicina e Chirurgia. • Procedura ”parto analgesia” accreditata nel percorso accreditamento del Dipartimento di emergenza, il cui percorso formativo frontale è già stato realizzato in linea con le indicazioni regionali. • Protocolli terapeutici per il controllo del dolore delle gestanti che affrontano il parto di feti morti; • Contenimento del dolore da parto con il travaglio in acqua e/o con le tecniche non farmacologiche. • Sviluppo dell’informazione/comunicazione sulla partoanalgesia alla donna gravida con informazioni scritte, dépliant informativi e incontri frontali dedicati, in collaborazione con gli altri operatori sanitari coinvolti nel percorso nascita. • Incontri per la diffusione del progetto Ospedale Territorio senza dolore e della scheda Unica del dolore aziendale con la collaborazione dei referenti medici e professional dell’U.O. • • • • sul tema dolore e sul suo trattamento, con docenza interna, interprofessionale e interdisciplinare, per gli operatori sanitari dell’Azienda. Diversi incontri di aggiornamento, inseriti nel percorso Ospedale Territorio senza dolore, per presentare, fra l’altro, i risultati delle indagini sulla percezione del dolore del 2009, delle indagini di prevalenza aziendali, degli atteggiamenti e delle conoscenze degli operatori sanitari sul tema dolore e sul suo trattamento in modo da valutare lo sviluppo culturale del personale coinvolto e adattare il percorso formativo al continuo cambiamento, nazionale, regionale e aziendale. Convegni aziendali sul dolore nelle diverse realtà aziendali. Incontri ripetuti per il percorso di accreditamento aziendale dei Dipartimenti. Corsi di Formazione continua sul tema dolore, sul suo trattamento, sul monitoraggio, sugli indicatori e percorsi di qualità, realizzata a livello di unità operativa e/o di dipartimento, per coinvolgere più direttamente il personale ad alto tournover, con role playng, audit e formazione sul campo. Il percorso di formazione aziendale con moduli ripetuti, dedicato alla partoanalgesia, interprofessionale e interdisciplinare, con lezioni frontali, formazione sul campo e formazione in centri di riferimento regionali e/o nazionali, allo scopo di realizzare in progress un Servizio di analgesia ostetrica G.R n.1888/2006). Il corso di formazione sulla valutazione, trattamento, monitoraggio del dolore del bambino con lezioni frontali e formazione sul campo per sviluppare un percorso omogeneo aziendale di presa in carico del bambino con dolore. Il corso dedicato alle tecniche non farmacologiche di contenimento del dolore del bambino (es.:clown terapia, guanto magico). Incontri sul dolore oncologico, internistico, e postoperatorio per rilevare le criticità e ottimizzare i percorsi, secondo EBM ed EBN con il coinvolgimento dei referenti del COSD delle singole unità operative. Il consumo dei farmaci antalgici e dei presidi in Azienda. La collaborazione continua con il Dipartimento Farmaceutico Interaziendale e in particolare con i farmacisti referenti del COSD ha reso possibile: • Un monitoraggio continuo, totale e distinto per principio attivo, dei farmaci analgesici utilizzati in azienda distinti anche per unità operativa e per dipartimento. • L’analisi della spesa totale aziendale, per Diparti- La formazione sul dolore e il suo trattamento In collaborazione con l’Unità organizzativa formazione e aggiornamento, il Comitato Ospedale Territorio senza dolore (COTSD), e i referenti medici e professional delle diverse UU.OO. hanno organizzato: • Numerosi corsi di formazione, accreditati ECM, 164 sociazione Paracetamolo-Codeina (che si trasforma in morfina) e un trend ancora in aumento per il Pentani e la Buprenorfina. Si mantiene e quasi raddoppia il consumo dell’’Oxicodone, farmaco analgesico oppioide indicato nel trattamento antalgico dei pazienti sottoposti ad intervento extraperitoneale, nei pazienti con patologie oncologiche algiche e nei pazienti con dolore neuropatico. In linea con le indicazioni internazionali si sono ridotti i consumi dei FANS e sono aumentati i consumi degli oppioidi. Il notevole consumo di Paracetamolo potrebbe essere legato al suo utilizzo come antipiretico, per la maneggevolezza del prodotto iniettabile, nei casi soprattutto di pazienti anziani. Alla dimissione i medicinali prescritti per la terapia del dolore, alla posologia nei modi e nei tempi stabiliti, vengono erogati al paziente per una terapia di 30 giorni, indipendentemente dal numero di confezioni. mento e per Unità Operativa dei farmaci antalgici e dei presidi utilizzati in azienda. • La realizzazione di incontri aziendali per la corretta compilazione dei ricettari per gli stupefacenti e di presentazione del PTL (prontuari terapeutici locali). L’analisi dei consumi e dell’appropriatezza dell’uso degli antalgici ha permesso e permetterà di apportare dei correttivi e di valutare se la tipologia e il trend di utilizzo sia in linea con le indicazioni aziendali, regionali e nazionali e con il trattamento del dolore in base alle SDO. Dall’analisi del report del 2010 relativo al consumo dei farmaci analgesici in tutta l’Azienda, si evince un incremento del consumo degli oppioidi, una stabilizzazione del consumo dei FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) versus un incremento della nuova molecola iniettabile paracetamolo, ma soprattutto dell’as- Tabella 3.2 - Consumo e Spesa Farmaci per il controllo del dolore 2006-2010 165 Figura 3.9 - Tipologia di FANS utilizzati in azienda confronto anni 2006-2010 Figura 3.10 - Tipologia di FANS utilizzati in azienda, dettaglio anno 2010 166 Tabella 3.3 – Erogazione diretta: consumo e spesa farmaci per il controllo del dolore 2008-2010 di una guida con le informazioni riguardanti le misure da adottare per il controllo del dolore. I Referenti di Attività hanno inoltre il compito di sensibilizzare alla cultura del monitoraggio del sintomo dolore e rappresentano dei veri e propri promotori culturali delle iniziative ad esso correlate. Sono, infatti, come dei “sensori” attivamente presenti nelle UU.OO., e si impegnano a diffondere le procedure operative in riferimento all’Ospedale-Territorio senza dolore. Nell’anno 2010, i Referenti di Attività hanno partecipato all’evento formativo “La qualità e l’appropriatezza nel percorso Ospedale-Territorio Senza Dolore per la rete dei referenti COTSD”. Il consumo delle pompe elastomeriche contenenti farmaci analgesici è coerente con il numero di interventi in cui è il dolore atteso è moderato severo (un NRS >3.) La rete dei referenti In seguito alla riorganizzazione della Direzione delle Professioni infermieristiche, ostetriche, tecnico sanitarie e della riabilitazione, nel 2008 è stata costituita la rete dei Referenti di Attività “Ospedale senza dolore”, che nel corso dell’anno 2010 ha proseguito il monitoraggio del sintomo dolore, attraverso l’utilizzo della scheda unica aziendale “Il dolore si cura insieme”. In ogni U.O. è presente un Infermiere, o un’Ostetrica o un Fisioterapista o un Coordinatore che partecipa attivamente a tutte le iniziative aziendali che si rivolgono alla tematica “dolore”. Per l’anno 2010, i Referenti di Attività hanno contribuito al monitoraggio del corretto utilizzo della scheda “Il dolore si cura insieme”, inviando copie delle schede al responsabile aziendale del progetto “Ospedale territorio senza dolore”. I Referenti di attività hanno inoltre contribuito alla divulgazione in UO/Servizio, della Procedura Aziendale “Ospedale Territorio senza dolore”. Un numero limitato di referenti di Attività, ha contribuito all’inserimento del dipendente neo-assunto/neoinserito nel settore di afferenza, mediante la redazione Collaborazioni interaziendali e regionali La responsabile del Progetto Ospedale Territorio senza dolore, in collaborazione con altri professionisti medici e professional dell’azienda, ha seguito diversi percorsi interaziendali, regionali e nazionali sul tema del dolore e della sofferenza, fra cui.: • 167 Partecipazione attiva al Progetto regionale MACONDO (Mantenere il controllo del dolore oncologico) per la diffusione di un’inchiesta epidemiologica di prevalenza del dolore e di analisi dei bisogni del personale medico ed infermieristico in Azienda e per la condivisione dei risultati derivati • • • • • • • • dall’analisi epidemiologica per l’elaborazione di un réport pubblicato su Saluter (il portale del Servizio Sanitario Regionale dell’Emilia Romagna). Partecipazione attiva come componente istituzionale, alla Rete interaziendale delle Cure Palliative con la collaborazione di dirigenti medici e professional aziendali. Coordinamento del Gruppo Dolore nelle Cure Palliative e partecipazione ad incontri interaziendali. Partecipazione attiva allo sviluppo regionale della cultura del dolore e del suo trattamento . Creazione del database regionale (inserimento dei dati dei questionari della giornata del sollievo 2009 provenienti da tutte le strutture sanitarie pubbliche e private della regione) e dell’elaborazione statistica con la collaborazione di personale specializzato. Organizzazione e coordinamento scientifico del Convegno regionale di Maggio 2010, in occasione della Giornata del sollievo a Bologna. Partecipazione attiva alla rete HPH aziendale, regionale, nazionale, internazionale Sviluppo della Rete aziendale “Ospedale Terrritorio senza dolore” (dirigenti medici e professional referenti) in collaborazione con la dirigenza delle Professioni e i responsabili POA, e diffusione regionale del modello aziendale, in incontri del Comitato di Lotta al dolore Partecipazione in qualità di relatore a numerosi congressi nazionali ed internazionali: presentazione e diffusione del percorso aziendale di buo- • • na pratica e di applicazione della legge 38/2010. Coordinamento commissione dolore AAROIEMAC e SIARED (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza Area Critica e Società Italiana Anestesia Rianimazione Emergenza Dolore Componente commissioni dolore SIAARTI (Società Italiana di anestesia, anelgesia, rianimazione e terapia intensiva). Alcuni degli obiettivi regionali e alcune l’attuazione della legge 38 del 15 marzo 2010 Molti obiettivi regionali del Progetto Ospedale Territorio senza dolore e della legge 38 sono stati raggiunti; in particolare la diffusione della scheda unica aziendale “Il dolore si cura insieme” ha sviluppato ancora di più l’attenzione del personale sanitario alla medicina del dolore e ha sensibilizzato le persone ricoverate. Nella tabella che segue, sono rappresentate le distribuzioni percentuali delle schede compilate per Dipartimento rispetto ai pazienti ricoverati in degenza ordinaria, nell’anno 2010. Il percorso di diffusione della buona pratica e l’utilizzo della scheda è stato avviato alla fine del 2009 e ha coinvolto a cascata le diverse UU.OO. dell’azienda. Nel monitoraggio delle schede raccolte sono stati esclusi i pazienti ricoverati in Day Hospital/Day Surgery, i pazienti pediatrici e quelli che accedono agli ambulatori. Si rileva che l’avvio non ha avuto un’unica data e che pertanto la percentuale non può essere del 100% . Figura 3.11 – distribuzione percentuale delle schede di rilevazione del dolore compilate in rapporto ai pazienti ricoverati in degenza ordinaria nell’anno 2010. 168 Le indagini epidemiologiche “Giornata del sollievo 2009” in Azienda Nel 2010 si è portata a termine l’elaborazione statistica dei dati relativi all’analisi epidemiologica di prevalenza del dolore in Ospedale e del questionario del sollievo realizzate in Azienda il 28 maggio 2009 in occasione della Giornata Nazionale del Sollievo. I dati sono stati presentati al Convegno regionale “La rete regionale per la lotta al dolore”, organizzato dall’Azienda, in collaborazione con il Servizio Presidi Ospedalieri. Diversi incontri dedicati al tema sono stati fatti, in riunioni dipartimentali o di U.O., per sviluppare i temi del dolore e della sofferenza, sensibilizzare il personale all’utilizzo della scheda unica del dolore aziendale “Il dolore si cura insieme “ e per rispondere ai bisogni espressi dalle persone ricoverate. Si riportano alcuni risultati tratti dal report elaborato relativamente alle due inchieste epidemiologiche aziendali del 2009. I risultati sono confrontati con quelli regionali e con le inchieste precedenti e rappresentano un valore aggiunto al percorso Ospedale Territorio senza dolore e al lavoro del Comitato Ospedale Territorio senza dolore. La Legge n. 38/2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”, nelle sue linee generali, conferma le scelte operate dalla Regione Emilia-Romagna, che da anni, attraverso il Programma “Ospedale territorio senza dolore” coinvolge gli operatori sanitari nello sviluppo di buone pratiche cliniche. Con il Piano sociale e sanitario regionale 2008-2010 si è riaffermato l’impegno per il mantenimento e lo sviluppo di una rete di servizi ospedalieri e territoriali attenti a prendersi cura delle persone colpite da un dolore severo di qualsiasi origine, in tutte le fasi della malattia, compresa la fase avanzata. In applicazione della Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 24 maggio 2001 e allo scopo di promuovere la cultura del sollievo dal dolore e il suo trattamento in ogni contesto di cura, l’Assessorato politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna aderisce ogni anno alle iniziative della Giornata nazionale del sollievo, promossa congiuntamente dal Ministero della salute, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano e dalla Fondazione nazionale Gigi Ghirotti. Un esteso report illustra i risultati dell’indagine epidemiologica realizzata il 28 maggio 2009, in prossimità della Giornata nazionale del sollievo, raccogliendo la voce dei cittadini sul dolore percepito in ospedale e sul bisogno di sollievo, per acquisire elementi di valutazione e spunti di riflessione utili a migliorare il percorso definito dalle linee guida del progetto regionale “Ospedale senza dolore” divenuto, a seguito della Legge n. 38/2010, “Ospedale - territorio senza dolore”. All’indagine ha aderito l’Azienda ospedaliero universitaria di Ferrara, in collaborazione con il Comitato Ospedale senza dolore, con il Comitato Consultivo Misto, per il controllo della qualità dal lato del cittadino (CCM), con le associazioni di volontariato impegnate sul campo e naturalmente con le moltissime persone ricoverate. Il COSD ha coordinato la realizzazione dell’indagine con il coinvolgimento della Direzione sanitaria aziendale, e i referenti del Progetto Ospedale senza dolore delle diverse U.O. Il presente report relativo alla sola Azienda ospedaliero universitaria di Ferrara, è stato realizzato con modalità del tutto analoghe a quelle impiegate per l’elaborazione dei dati regionali (di cui i dati aziendali in oggetto fanno parte integrante), così da consentire, al bisogno, un utile raffronto. I dati di seguito riportati riguardano i risultati dell’indagine epidemiologica realizzata in un’unica giornata, in occasione della “Giornata del sollievo 2009”. Sono stati coinvolti tutti i pazienti presenti in Ospedale il giorno 28 maggio 2009, a cui sono stati somministrati due questionari per raccogliere la loro voce sul dolore percepito e sul bisogno di sollievo. La maggior parte delle persone ha compilato personalmente e autonomamente il questionario (51,4%), mentre il 32% è stato aiutato dagli operatori sanitari. Sono state raccolte 681 schede: hanno partecipato allo studio pazienti di età uguale o superiore a sei anni, e sono stati esclusi quelli ricoverati in Rianimazione e Terapia Intensiva. La popolazione che ha aderito all’indagine è risultata prevalentemente di genere femminile (358/681). Sono state condotte elaborazioni statistiche con tecniche grafico descrittive e test differenziali di tipo parametrico e non parametrico. Il campione in analisi è stato più numeroso di quello di precedenti inchieste di prevalenza effettuate in ospedale, con una buona compliance (681 schede, di cui 518 di pazienti ricoverati in regime ordinario). L’età media del campione era di 62,8 anni senza differenze s.s. tra genere maschile e femminile. Nella Figura seguente è riportata la distribuzione per classi di età. 169 Figura 3.12– Distribuzione percentuale per classi di età, generale e per genere Il 76% degli intervistati era ricoverato in area medica, il 24% in area chirurgica e l’8% in area oncologica. Dall’analisi delle risposte alle domande del questionario è emerso quanto segue. Alla domanda: ”Durante il ricovero ha sentito dolore?” Il 40,4% dei ricoverati non ha lamentato dolore, mentre il 50,4 % ha segnalato di avere avuto dolore durante il ricovero. Figura 3.13 – Presenza di dolore durante il ricovero Alla domanda “Ha avuto dolore nelle ultime 24 ore?” solo il 35% del campione ha risposto positivamente, con una differenza statisticamente significativa rispetto al 2008, quando era stato rilevato un dato più elevato: 44.5% 170 Figura 3.14 – Distribuzione percentuale presenza dolore nelle ultime 24h. La misura del dolore rilevata su scala numerica (NRS) è stata studiata su quattro livelli di dolore percepito: nessun dolore (zero), dolore lieve (1-3), dolore moderato (4-7), dolore intenso (8-10.) Se si analizzano i dati concernenti la presenza di dolore al momento dell’intervista, il 58 % delle donne e il 41% degli uomini lamentava un’intensità di dolore superiore a 3 con la NRS e solo l’11,72% delle donne e l’11,88% degli uomini superiore a 7 con la NRS (corrispondente al dolore intenso); i risultati sono migliori di quelli riportati in letteratura. Le singole realtà di ricovero differiscono per percentuali di sofferenza e alcune aree, soprattutto le aree mediche sono più critiche di altre. Livelli di percezione di intensità di dolore più bassi si rilevano in Day Hospital/Day Surgery. Le donne hanno una percezione della sofferenza superiore rispetto agli uomini. L’89% delle persone ricoverate che ha lamentato dolore ha comunque ricevuto un trattamento antalgico, che è stato di sollievo, soprattutto per il livello di sofferenza moderato severo. Alla domanda: “Cosa desidera adesso per provare sollievo” le persone potevano selezionare più voci. Le categorie maggiormente rappresentate ordinando per il genere femminile sono state: • avere vicino le persone care; • sentire meno dolore; • non essere di peso ai familiari; con percentuali diverse secondo l’area di ricovero (medica, chirurgica od oncologica) Fig. 3.15 – Distribuzione percentuale degli elementi che danno sollievo dal dolore 171 Rispetto all’indagine condotta nel 2007 si nota qualche variazione nell’ordine delle scelte: non risulta al primo posto il desiderio “sentire meno dolore” nelle tre aree di ricovero, ma viene avanzata una richiesta di umanizzazione delle cure, rappresentata dal desiderio di avere vicino i familiari e gli affetti, di autonomia (“non essere di peso ai familiari”) e di una comunicazione più personalizzata. La maggior parte delle persone ricoverate giudica le informazioni ricevute durante il ricovero adeguate. Una bassa percentuale (inferiore al 3%) considera le informazioni inadeguate. Figura 3.16- Giudizio sulle informazioni ricevute durante il ricovero Andamento della prevalenza del dolore nel periodo 2004-2009 Nel periodo dal 2004 al 2009 si osserva una riduzione del dolore intenso, che passa dal 16,7% del 2004 al 14,0% del 2009 con una diminuzione del 2,7%. Nello stesso periodo si evidenzia una crescita del 3,5% dei casi con dolore ‘assente’, che passa da 20,7% a 24,2%. Tali variazioni risultano inferiori a quelle relative alla Regione nel suo complesso, che nello stesso periodo, per il dolore ‘intenso’, passano da 22,3% a 18,7% e, per il dolore assente, da 11,7% a 18,9%. Gli andamenti sopra descritti emergono in maniera molto più netta considerando i soli ricoveri ordinari dove, infatti, il dolore ‘assente’ presenta un notevole aumento del 7,2% ed il dolore ‘intenso’ una diminuzione del 3,6%. Rimane comunque il modello complessivo degli andamenti, sia per i dati aziendali che per quelli regionali, ossia una costanza di aumento, negli anni, nelle percentuali di dolore assente e di diminuzione del dolore ‘intenso’, in regime di ricovero ordinario. Questi dati confermano che molto lavoro è stato fatto nell’applicazione delle linee guida dell’“Ospedale senza dolore” e nella diffusione di buone pratiche cliniche, sottolineando la necessità di portare avanti un percorso di miglioramento in area medica, in oncologia, in emergenza e in alcune chirurgie. Il trasferimento a Cona dell’ospedale e la nuova struttura alberghiera (camere a due letti) potrà probabilmente soddisfare la necessità espressa dalle persone di avere vicino i familiari. Particolare attenzione meritano le persone ricoverate di genere femminile, soprattutto se anziane, che costituiscono la popolazione maggiormente rappresentata in ospedale e che lamenta una maggiore sofferenza. Devono quindi essere avviati percorsi dedicati di presa in carico, dalla nascita alla senilità per soddisfare i bisogni, espressi e non, da parte delle donne, che per caratteristiche epidemiologiche saranno le maggiori fruitrici di cure nel “sistema” salute in futuro, e degli uomini, di qualsiasi età ed etnia in un percorso di equità senza differenze. 172 3.3.3 Il Percorso Nascita U.O. di Ostetricia e Ginecologia. Tali incontri sono tenuti da una ostetrica, un ginecologo ed un’anestesista. 4) Adesione al protocollo regionale “giù la testa” con la disponibilità alle gravide, con presentazioni anomale, di applicazione della tecnica di MOXA effettuata da un’ostetrica. Si è continuata la formazione ed il councelling per favorire l’allattamento al seno. L’Azienda partecipa attivamente con i propri professionisti a tutti i gruppi di lavoro attivati dalla Commissione Nascita regionale sul percorso nascita per il quale sono in fase di elaborazione specifici indicatori Le azioni poste in essere nel corso del 2010 sono state orientate in particolare all’estensione dell’offerta della parto-analgesia da parte dell’Azienda. Ciò ha portato a raggiungere e a superare la soglia del 7% sul totale dei parti avvenuti nel 2010. E’ inoltre proseguita, come negli anni passati l’integrazione con il Dipartimento di Cure Primarie dell’Azienda USL di Ferrara, attraverso la collaborazione con il Centro Salute Donna, dei professionisti che prendono in carica la donna gravida nel corso del suo iter gestazionale. 3.3.4 Le Reti Regionali per le Cure Palliative e la Terapia del Dolore Seguendo la finalità di valorizzare lo sviluppo delle Professioni sanitarie assistenziali, in linea con le direttive regionali, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara ha provveduto ad inserire nel gruppo interaziendale della Rete delle Cure Palliative (RCP) un’infermiera coordinatrice dell’unità operativa di Oncologia, un’infermiera esperta in cure palliative. Lo scopo è di fornire un contributo diretto anche da parte di queste professioni sanitarie per la continuità dell’assistenza in tutte le fasi del percorso del paziente che necessita di cure palliative, e contribuire a trovare modalità efficaci per un modello organizzativo-assistenziale in grado di rispondere al bisogno di integrazione delle cure in questo campo. La Definizione di protocolli per la gestione della gravidanza e del parto fisiologici In ottemperanza ai disposti normativi regionali ed in assonanza con l’evoluzione culturale e la professionalizzazione raggiunta dalle professioni sanitarie, si sono implementati modelli organizzativi ed assistenziali che valorizzano ed integrano il contributo di tutti i professionisti, in modo aderente ai bisogni dei cittadini. L’obiettivo prioritario perseguito ha riguardato il miglioramento della qualità assistenziale del percorso nascita, basato sullo sviluppo delle relazioni e del confronto continuo tra i diversi professionisti, pertanto nello specifico si è proceduto come segue: 1) Parto in analgesia: continua l’offerta della parto analgesia farmacologica su indicazione medica e il contenimento del dolore con tecniche non farmacologiche da parte dell’ostetrica, in particolare nell’anno 2010 sono stati effettuati: - n° 327 travagli in acqua su 1.076 parti spontanei (n° 300 nel 2009 su 1.094 parti spontanei); - n° 382 posizioni alternative su 1.076 parti spontanei ( n° 217 nel 2009 su 1.094 parti spontanei); - n° 113 parti in analgesia farmacologica su 1.076 parti spontanei (n° 66 nel 2009 su 1.094 parti spontanei). 2) Effettuazione di visite guidate per le donne gravide edai partner con indicazioni rispetto al percorso di accesso all’ostetricia e visita della sala parto, in collaborazione con il centro Salute Donna dell’Azienda USL. Le visite sono condotte da un’ostetrica due volte alla settimana, per un massimo di dieci gravide per incontro. Nell’anno 2010 le gravide in visita sono state 296 e gli accompagnatori sono stati 197. 3) Nel corso del 2010 sono stati organizzati quattro incontri con la popolazione con l’obiettivo di informarla sulle indicazioni tecniche del parto in analgesia e il contenimento del dolore in travaglio proposte dalla Dalle giornate seminariali specifiche tenutesi durante il 2010 sono emerse le seguenti esigenze: • spiegare in un documento ancora più dettagliato dell’attuale Chi fa Che cosa al domicilio • esplicitare da parte dei singoli nodi i documenti, moduli o percorsi formalizzati che consentono le interfacce cioè costituiscono la rete (percorsi tra UUOO, ambulatori, DH, Hospice…ADI ) • proporre un unico COTSD (Comitato OspedaleTerritorio senza Dolore per la Provincia di Ferrara) ad oggi divenuto effettivo; • attivare un Coordinamento provinciale funzionale (cabina di regia) per la Rete delle Cure Palliative; • studiare la fattibilità dell’implementazione del case manager infermieristico dedicato alle cure palliative che sia interfaccia dei nodi (case manager assistenziale ospedaliero paziente oncologico ad oggi in via di nomina in Azienda) • attivare un Gruppo di lavoro per la definizione degli indicatori di elezione e di attività delle cure palliative • studiare la fattibilità di assistenza domiciliare 7 giorni su 7. • presidiare la formazione specifica permanente • presidiare l’informazione e comunicazione tra i nodi per la corretta conoscenza del paziente (quantità di farmaci assunta, esami eseguiti, 173 • • • • • • • • 3.3.6 Assistenza Odontoiatrica inutilità di esami di supporto alla RT eseguiti fuori sede..etc..) sviluppare in tal senso la piattaforma progetto SOLE coinvolgere le strutture protette e le case di cura supportare la famiglia. mantenere una cabina di regia interaziendale; individuare due ambiti locali come possibile sperimentazione del modello organizzativo studiato, con riferimento rispettivamente all’Hospice di Ferrara e DH Oncologico di Ferrara e all’Hospice di Codigoro e DH Oncologico del Delta; sviluppare un modello organizzativo, compatibile con le risorse locali esistenti soprattutto del volontariato, tendente ad offrire a livello domiciliare la consulenza medica palliativa, la continuità assistenziale infermieristica h/12 e 7 gg la settimana. sperimentare il coinvolgimento del servizio di guardia medica portare a definitiva edizione il “documento dell’offerta dei nodi della RCP”. Sono state mantenute le attività che garantiscono la captazione delle fasce di popolazione economicamente più disagiate e alla casistica “vulnerabile” 3.3.7 Recepire a livello Aziendale il progetto Regionale “Differenze ed Equità” 3.3.5 Gestione integrata paziente diabetico Nel corso del 2010 sono state avviate alla gestione integrata con i Medici di Medicina Generale dell’ Azienda USL di Ferrara 503 persone con diabete. Al contempo in collaborazione con il dott. Dario Pellizzola, coordinatore della Diabetologia dell’Azienda USL e con il dott. Mauro Navarra in rappresentanza dei Medici di Medicina Generale, si è altresì provveduto alla revisione del documento di indirizzo provinciale relativo alla gestione integrata stessa. Nel triennio 2008-2010 le persone con diabete avviate alla gestione integrata sono state complessivamente 1390, a fronte delle 1366 negli anni 1996-2007. Il registro aziendale dei pazienti diabetici realizzato sul supporto informatico “Eurotouch” è stato quasi completato dal momento che, a fronte delle 9405 cartelle contenute nell’archivio cartaceo, ne sono state trasferite a tutt’oggi su tale supporto 9107. Si precisa le cartelle cartacee comprendono anche i 2802 diabetici avviati alla gestione integrata dal 1996 al 31/01/2011, quelli che sono passati ad altro ambulatorio diabetologico della provincia, i drop out per cause sconosciute e i diabetici deceduti dopo che la cartella era stata inserita nell’archivio. Dai dati desumibili dal software Eurotouch risulta che, nel corso del 2010, sono stati visti almeno una volta 4664 diabetici (497 tipo 1 e 4167 tipo 2) ai quali vanno aggiunti i circa 300 le cui cartelle non sono ancora state trasferite su Eurotouch. Si presume quindi, con ragionevole certezza, che i diabetici assistiti presso l’U.O. di Diabetologia dell’Azienda siano circa 5000. 174 Il progetto “Differenze ed Equità” coordinato dall’Agenzia Sanitaria Regionale, realizzato con i finanziamenti dedicati ai processi di modernizzazione, è continuato attraverso la rinnovata azione progettuale “Equasanità” 2009-2010. L’obiettivo principale del progetto consiste nel rendere il principio di equità un elemento cardine e pervasivo della programmazione aziendale e delle modalità di accesso ed erogazione dei servizi, rispetto alle diversità che oggi caratterizzano le comunità regionali e verso cui il Piano Sociale e Sanitario Regionale fanno preciso riferimento in quanto “sono a rischio le capacità” di specifiche fasce di popolazione per le differenze culturali, di genere, di età, di disabilità, vulnerabilità sociale, nell’utilizzo delle risorse messe a disposizione. In particolare, il lavoro dell’anno 2010, organizzato in n. 3 sottogruppi individuati rispettivamente nelle Aree Vaste, ha creato le basi perché diventi sistematica l’attività di valutazione dell’equità (equality assessment) all’interno delle aziende sanitarie in una prospettiva di processo continuo di miglioramento delle seguenti macro articolazioni: programmazione, accesso ai servizi e loro erogazione. L’attenzione è rivolta, oltre che alle diversità presenti nella popolazione che sono maggiormente oggetto di discriminazione, secondo le indicazioni dell’ex art. 13 del trattato di Amsterdam/1997 (genere, età, origine etnica, tendenze/orientamento sessuale, religione/ convinzioni personali, di-sabilità), sempre più rivolta anche alle differenze presenti tra il personale che lavora all’interno dell’organizzazione. Le azioni progettuali svolte riguardano: 1. Definizione di un proprio modello di gestione delle diversità Condiviso a livello regionale un modello comune di gestione delle diversità, ora vi è la necessita di definire il nostro modello di gestione delle diversità. La proposta necessità di condivisione a livello di direzione generale e formalizzazione con atto aziendale. Il documento comprende n. 3 LIVELLI DI LAVORO: • Creazione di un COORDINAMENTO “Board Aziendale” • Strumenti di VALUTAZIONE • Elaborazione di un PROGRAMMA EQUITA’. 2. Produrre progetti di Diversity management (aziendali o di area vasta) ad effettuare la Trombolisi precoce risulta attualmente dotata di 12 posti letto dei quali 4 monitorizzati in grado di soddisfare i bisogni della popolazione provinciale. Nel 2010 sono stati trattati nella Stroke Care/ Stroke Unit (12 pl dei quali 4 monitorati) dell’U.O. di Neurologia 237 stroke, come risulta dal registro interno dello stroke. Per Diversity management s’intende un “approccio "diversificato alla gestione di risorse umane, finalizzato alla creazione di un ambiente lavorativo inclusivo, in grado di favorire l’espressione del potenziale individuale e di utilizzarlo come leva strategica per il raggiungimento degli obiettivi organizzativi (Barabino, Jacobs, Maggio, 2001). L’Azienda nel 2010 ha ottenuto n. 3 bollini rosa da parte di O.N.Da.1. L’iniziativa è promossa per far emergere le strutture più attente alle esigenze femminili, contribuendo a diffondere sempre più anche nel nostro Paese il concetto internazionale di ‘women’s hospital’. Inoltre, in collaborazione con l’AUSL di Ferrara e altre istituzioni del territorio (Comune, Provincia, Università) sono stati realizzati i seguenti progetti di diversity management: Convegno annuale riguardante il tema della Salute di Genere Corsi di Formazione interaziendali riguardo il tema del Mobbing e Pari Opportunità Contribuire allo sviluppo e alla sperimentazione d’indicatori di equality assesment individuati in contesto regionale. Nel 2010 sono state svolte le seguenti attività formative, progettuali e di lavoro in gruppo: n. 2 Laboratori formativi, n. 7 Incontri regionali. I laboratori e gli incontri hanno permesso di condividere buone pratiche e il confronto sullo sviluppo di strategie che affrontano le disequità nella fornitura di assistenza sanitaria. Implementare una strategia e un governo, a livello aziendale, rispettoso delle differenze per garantire equità sono necessarie le seguenti strategie e competenze: Governance, Monitoraggio e valutazione dei progetti e d’impatto, Reporting, Coinvolgimento degli stakeholders. Inoltre, il laboratorio sugli strumenti per l’equality assessment ha facilitato la comprensione riguardo al modo di costruire equità, nella pianificazione ed erogazione dei servizi sanitari, attraverso lo strumento di valutazione utilizzato nel sistema sanitario scozzese. Tabella 3.4 Caratteristiche casistica trattata nella Stroke Care Ischemie 215 90,7% Emorragie 6 2,5% ESA 1 0,4% TIA 15 6,3% Totali 237 100,0% I pazienti con DRG 14 trattati nella Stroke Care/Stroke Unit (237) rappresentano il 36.1% di tutti i pazienti ricoverati nel 2010 nelle varie UU.OO. dell’Azienda con DRG 14 (656 pz) ed il 41.5% dei transitati nell’U.O. di Neurologia (571). Se si estrapolano dai dati totali Aziendali (656 pz) le emorragie rappresentano il 22.7% di tutti gli stroke (149 pazienti), gli ictus ischemici sono rappresentati da 510 pazienti, di questi il 42.1% (215/510) è stato ricoverato presso la stroke care unit dell’U.O. di Neurologia. In base ai dati nazionali, risulta che il 30% dei pazienti con stroke ischemico arriva entro le 3 h ed il 25% di questi è trattabile con trombolisi i.v. Il numero di pazienti afferenti alla nostra Azienda da trattare con trombolisi i.v. risulta 38, perfettamente in linea col dato nazionale. Se si considera che 3 pazienti dei 41 totali trattati con trombolisi i.v. erano off label, possiamo ragionevolmente affermare che il trattamento fibrinolitico i.v ha coperto tutta la casistica dei pazienti affetti da ictus ischemico accolti entro le 3 h, quindi in linea con i dati statistici nazionali. Oltre alla casistica trattata con trombolisi endovenosa, 9 pazienti sono stati trattati con trombolisi intraarteriosa. La degenza media (13 giorni) tiene conto di tutti i pazienti, compresi quelli con le degenze più lunghe. I trasferimenti nelle UU.OO. di Riabilitazione (UMR e UGC) rappresentano il 12.3 % (28 pazienti) e le dimissioni in LPA/RSA/Struttura Protetta il 17.1% (39 pazienti). Da notare, infine, l’alta percentuale dei pazienti accolti nella stroke unit (50.6% nei posti letto monitorati). Appare, inoltre, di particolare rilievo l’elevata percentuale di pazienti dimessi a domicilio (67.1%) a dimostrare l’efficacia della gestione complessiva del paziente con 3.4 Qualità dell’assistenza ed efficienza gestionale 3.4.1 L’integrazione socio–sanitaria e l’assistenza ospedaliera Programma Stroke Care E’ proseguito lo sviluppo del programma interaziendale specifico, che vede l’integrazione del sistema di emergenza territoriale 118 con il DAI di Neuroscienze e Riabilitazione dell'Azienda Ospedaliero Universitaria. In particolare la Struttura di Neurologia deputata 175 mestesici, stimolazione magnetica transcranica, blink reflex, c-reflex; • Laboratorio di Neuropsicologia (valutazione profilo cognitivo globale e di funzioni specifiche, valutazione delle competenze cognitive lobari) • Servizio di Neuroradiologia (per l’esecuzione di Risonanze Magnetiche con sezioni mirate e studio dettagliato di specifiche strutture corticali.) Per alcune specifiche categorie di soggetti con Epilessia, in particolare le donne e i pazienti con tumori cerebrali la Struttura Organizzativa dell’Ambulatorio dedicato ha attivato Percorsi Assistenziali Multidisciplinari. Per i pazienti affetti da epilessia sintomatica conseguente a neoplasia cerebrale è stato attivato un Ambulatorio Neuro-Oncologico. Le visite in questo ambulatorio vengono effettuate da un team di specialisti (neurologo e oncologo) che affrontano in modo globale le problematiche del paziente, in particolare quelle legate alla politerapia con farmaci antiepilettici e antineoplastici con l’obiettivo di ridurre le possibili interazioni tra i farmaci e ottenere il miglior controllo delle crisi. In particolare per le donne in età fertile è attivato il percorso Epilessia e Gravidanza, condiviso con l’ambulatorio delle gravidanze a rischio dell’U.O. di Ostetricia e Ginecologia che prevede la presa in carico e il follow-up delle donne, dal counseling pregravidico, alla gravidanza, al parto e al post-partum. Questo percorso, dedicato alle donne affette da Epilessia ha ottenuto il riconoscimento del Bollino Rosa 2010 da parte dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (O.N.D.a). stroke nella Stroke Care/Stroke Unit della U.O. di Neurologia. Pronto soccorso L’ Azienda ha messo in campo una serie di processi riorganizzativi interni che, nell’ultimo anno, hanno dato luogo ad una riduzione della media dei ricoveri dei pazienti di pertinenza internistica, con sensibile riduzione del fenomeno delle barelle. L’”iperafflusso al Pronto Soccorso” a Ferrara, rispetto al passato, è attualmente un fenomeno alquanto ridimensionato. Percorso Epilessia L’attività assistenziale rivolta ai soggetti con Epilessia di età superiore ai 18 anni è svolta prevalentemente dall’Ambulatorio dedicato alla Diagnosi e Cura delle Epilessie dell’U.O. di Neurologia, istituito nel 1998. L’Ambulatorio dedicato alla Diagnosi e Cura delle Epilessie, affidato a Neurologi esperti in Epilettologia, ha come obiettivo la presa in carico dei soggetti con Epilessia sia per quanto riguarda gli aspetti diagnostici e terapeutici che per il follow-up clinico e privilegia il rapporto con la persona “accompagnandola” nelle varie fasi della vita. La presa in carico dei pazienti avviene nel contesto del “Percorso Epilessia ”, un iter diagnostico-terapeutico strutturato e diversamente articolato a seconda della condizione clinica del soggetto che prevede: 1) La definizione della diagnosi clinico-strumentale secondo la classificazione ILAE (International League Against Epilepsy) nei soggetti di nuova diagnosi; 2) La gestione e il follow-up clinico-terapeutico nei soggetti con diagnosi definita già in terapia; 3) La rivalutazione clinico-strumentale nei soggetti con epilessia farmacoresistente. L’accesso all’Ambulatorio avviene tramite CUP per le prime visite e controlli e in autogestione per le visite urgenti e i pazienti che devono proseguire l’iter diagnostico e terapeutico dopo ricovero ordinario in Neurologia o altro reparto dell’Ospedale. I medici dell’Ambulatorio delineano e coordinano l’iter diagnostico-strumentale-terapeutico di ciascun paziente avvalendosi dei Percorsi Facilitati con Riserva di Accessi, la maggior parte dei quali si svolgono all’interno delle UU.OO. del Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione. I principali Percorsi Facilitati con riserva di Accesso riguardano: • Laboratorio di Neurofisiologia Clinica -Settore di ElettroEncefaloGrafia- per l’esecuzione di registrazioni EEGrafiche, Video-EEG, Video-poligrafiche anche prolungate sia in veglia che in sonno; • Laboratorio di Neurofisiologica Clinica -Settore di Elettromiografia/Potenziali Evocati – per l’esecuzione di potenziali evocati visivi, acustici, so- 3.4.2 Miglioramento della applicazione dei criteri di assegnazione dei pazienti in modo appropriato e ottimizzazione della casistica cronica. La Continuità ospedale-territorio: il case-manager Presso l’Azienda opera da anni una equipe di Valutazione Geriatrica Ospedaliera (UVGO) la quale, su segnalazione delle Unità Operative di ricovero, effettua la valutazione dei pazienti per i quali è prevista la dimissione protetta con modalità di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) o in Lungodegenza Post-Acuzie. Tale equipe è costituita da un Geriatra dell’Azienda, da una Assistente Sanitaria della Direzione Medica di Presidio e da un Infermiere del Servizio Assistenza Domiciliare dell’Azienda USL. La presenza di tale professionalità (Case-manager) è stata inserita nell’equipe di Valutazione Geriatrica Ospedaliera già nell’anno 2006. Per i casi in cui è prevista l’attivazione dell’ADI, l’Infermiere del Servizio Assistenza Domiciliare programma con il Coordinatore Infermieristico del reparto di degenza ed il Medico ospedaliero un incontro con i familiari per fornire 176 farmaci antineoplastici, immunomodulatori, antiretrovirali, ematologici, biologici stabilendo, tra l’altro, per ogni Unità Operativa e Dipartimento obiettivi specifici per tali farmaci. Tali obiettivi sono stati monitorati trimestralmente con invio di specifiche reportistiche che per ogni farmaco ad alto costo evidenziano i trattamenti effettuati e la spesa sostenuta ai fini della verifica da parte dei direttori di UU.OO. dell’ adesione agli obiettivi condivisi. Le UU.OO. hanno complessivamente raggiunto gli obiettivi di contenimento rispetto alle previsioni iniziali. Si è provveduto anche alla verifica dell’applicazione di alcune raccomandazioni attraverso audit clinici multidisciplinari ed alla pianificazione delle prossime attività di verifica. Di seguito è riportata una sintesi delle attività. a) Psoriasi placche – F.Biologici: è stato eseguito un audit clinico sui trattamenti effettuati, nell’anno 2010, con i farmaci biologici, che ha mostrato la completa adesione alle raccomandazioni regionali; b) Artrite Reumatoide - F.Biologici: lo specifico audit è in corso; c) Pemetrexed in NSCLC: è stato eseguito un audit a giugno 2010 nell’ambito della 2° edizione del corso di formazione RER sull’audit clinico. La verifica delle cartelle cliniche relative a pazienti trattati presso l’Azienda Ospedaliera ed ASL di Ferrara, ha messo in evidenza la completa adesione agli indicatori individuati dalla raccomandazione; i risultati dell’audit sono stati presentati alla CPF e ai professionisti coinvolti. d) Bevacizumab in NSCLC: non è stato effettuato audit, in quanto il farmaco non è utilizzato sia in Azienda Ospedaliera che in ASL di Ferrara per quest’indicazione. e) Bevacizumab e Cetuximab nel tumore del colonretto: è prevista l’effettuazione del monitoraggio del rispetto delle Raccomandazioni, in relazione ai parametri previsti nelle stesse. f) Bevacizumab nel tumore della mammella: anche in questo caso è previsto il monitoraggio dell’adesione alle raccomandazioni, sulla base degli indicatori previsti nelle stesse. g) Inibitori delle tirosin – kinasi nel trattamento della LLC: è stato effettuato il monitoraggio dei parametri indicati nella raccomandazione. Sono state analizzate le cartelle cliniche dei pazienti che dal 2001 sono stati sottoposti a trattamento con imatinib (82); di questi 19 (pari al 23%) sono passati ad inibitori delle tirosin – kinasi di 2° generazione. Dal 2009, entrata in commercio di Nilotinib, sono stati 6 i pazienti intolleranti/resistenti a imatinib avviati a terapia di 2°generazione e in tutti i casi di resistenza è stata effettuata analisi mutazionale ed individuata terapia conseguente; nei 2 pazienti intolleranti, la scelta le informazioni relative al supporto di cui il paziente ed i familiari potranno avvalersi dopo la dimissione, favorisce i percorsi per la fornitura di eventuali ausili di cui il paziente necessita e, se necessario, favorisce il contatto fra Medico ospedaliero e Medico di Medicina Generale. Nei periodi di assenza dal servizio dell’Infermiere del Servizio Assistenza Domiciliare, le sue funzioni vengono svolte dalle Assistenti Sanitarie della Direzione Medica di Presidio. L’equipe, sulla base della valutazione effettuata, può confermare l’idoneità del paziente al proseguimento dell’assistenza in ADI o con altre modalità (LPA, RSA o altro). Nel corso dell’anno 2010 sono pervenute, dalle Unità Operative, richieste di valutazione di 1591 pazienti; si è registrato quindi un incremento rispetto all’anno precedente (1351 pazienti), sia del numero delle richieste, sia del numero di pazienti ammessi alle varie modalità di proseguimento delle cure dopo il ricovero ospedaliero. Di tali pazienti, 1350 sono stati valutati per trasferimento in strutture di LPA, 241 per il proseguimento delle cure in ADI. Le richieste di dimissione in ADI risultano provenire da oltre venti Unità Operative dell’Azienda, sia di ambito medico, che chirurgico, che specialistico. 3.4.3 Contenimento della spesa Farmaceutica Ospedaliera Appropriatezza d’uso nella prescrizione di farmaci specialistici da parte di Centri autorizzati e monitoraggio economico Nel corso del 2010 sono state presentate e discusse in varie sedute della Commissione Provinciale del farmaco (CPF) le Linee Guida e le Raccomandazioni prodotte dai gruppi di lavoro multidisciplinari RER. Pur considerando che, per ognuna delle raccomandazioni/ LLGG, nel panel degli esperti che hanno partecipato ai lavori, erano presenti clinici dell’Azienda, il Dipartimento Farmaceutico, per conto della CPF, ha comunque provveduto alla diffusione delle LLGG attraverso l’invio delle stesse ai Direttori di UU.OO.coinvolti che, a loro volta, hanno diffuso attraverso specifici momenti ai clinici della loro equipe. Inoltre, il Dipartimento Medico Specialistico, il cui Direttore è componente della CPF, si è impegnato ad un incontro di condivisione al proprio interno visto che le specialistiche coinvolte dalle LLGG appartengono quasi tutte a tale Dipartimento (Dermatologia, Reumatologia, Ematologia ed Oncologia). Sempre al fine di perseguire un uso appropriato dei farmaci si è posta particolare attenzione ai farmaci potenzialmente innovativi in particolare nei confronti di 177 della RER emerge che, mentre i consumi espressi in DDD/100gg degenza sono tra i più alti come risulta dalla RER, l’altro indicatore, spesa/100gg degenza, vede l’AzOSP collocarsi tra i valori più bassi. Da ciò si presuppone che l’indicatore DDD/gg deg usato da RER non sia esaustivo, bensì fuorviato dall’utilizzo nella nostra Azienda di antibiotici la cui DDD è molto inferiore alla PDD. è stata fatta sulla base delle caratteristiche degli stessi (piastrinopenia; edemi, artralgie) in rapporto alle comorbidità, eventi avversi o tossicità. Accanto a quest’attività, nel 2010 è proseguita l’importante attività di una specifica Commissione Interaziendale, istituita nel 2008 e coordinata da esperti esterni (“super partes”) di health tecnology assessment ed EBM (Gruppo Italiano della Medicina Basata sulle Evidenze – GIMBE) che, dopo condivisione con i clinici dei criteri di utilizzo delle molecole innovative di elevato costo, sulla base delle indicazioni AIFA, GREFO, e CRF, sta realizzando, a partire dal 2008, monitoraggi specifici, su un campione significativo, dei trattamenti effettuati con le molecole oggetto dei maggiori incrementi di utilizzo per verificarne la congruenza. Le molecole sottoposte a monitoraggio nel 2010 sono state: Bosentan, per il trattamento dell’ipertensione polmonare; deferasirox, per la terapia della talassemia; lenalidomide, uilizzata in ambito ematologico (mileoma multiplo e sindrome mielodisplastica) e farmaci antiretrovirali. Sono state analizzate complessivamente 207 cartelle cliniche/ambulatoriali, di cui 14 riportanti prescrizioni di bosentan, 14 di deferasirox, 19 di lenalidomide, 160 di farmaci antiretrovirali, con una percentuale di appropriatezza che si avvicina al 100%. Uso razionale e sicuro dei farmaci L’utilizzo dei farmaci potenzialmente innovativi è soggetto a costante verifica ed in particolare, per quanto riguarda i farmaci soggetti a registro AIFA, non si procede alla fornitura e quindi all’utilizzo se la prescrizione non rientra nei criteri di eligibilità stabiliti dall’AIFA. A questo proposito viene anche monitorato lo specifico percorso in ambito provinciale definito in collaborazione con i clinici, fermo restando il governo a carico del “Programma interaziendale di Oncologia”. Inoltre ai fini dell’applicazione del payment by results, viene puntualmente monitorata per singolo paziente la corretta compilazione di tutte le schede dei farmaci soggetti a tale modalità prescrittiva ed in particolare di quelle di fine trattamento, che ne consentono il rimborso. Infatti sono già stati ottenuti i rimborsi da alcune Ditte. Il Dipartimento Farmaceutico, tra le sue attività prioritarie, ha da tempo inserito la Farmacovigilanza realizzando diverse iniziative per promuoverla quali ad esempio una risposta di ritorno commentata ai segnalatori, un bollettino periodico ed altre iniziative di formazione ed informazione. E’ inoltre stato attivato un progetto di farmacovigilanza attiva in Pronto Soccorso aderendo al progetto MEREAFaPS della regione Lombardia. Inoltre, in fase di erogazione Diretta Farmaci, vengono rilevate le interazioni tra farmaci e, per quelle più rilevanti, si prende contatto con il prescrittore per un’eventuale variazione. Vengono anche inviati alle UUOO reports periodici sulle interazioni presenti nelle loro prescrizioni ed a breve partirà un altro progetto per la valutazione preventiva delle interazioni tra le terapie prescritte alla dimissione e le terapie domiciliari del paziente. Per quanto riguarda l’attività sul rischio clinico in ambito farmacologico, la specifica procedura aziendale che già nel 2009 era stata revisionata sulla base della raccomandazione MinSal n.7 (farmaci ad alto livello di attenzione), nel 2010 è stata ulteriormente modificata sulla base della revisione n°2 della procedura RER, della raccomandazione sulla Ricognizione e della raccomandazione MinSal n.12 (farmaci LASA). Nel corso del 2010 inoltre si è realizzato un corso formativo in più edizioni destinato a tutte le farmacie ospedaliere Antimicrobici In considerazione dell’elevato impiego, in termini di DDD, di antimicrobici in AzOSP FE risultante dai dati regionali forniti già nell’anno 2009 è stato formalizzato uno specifico Programma di controllo attraverso l’istituzione di un “gruppo aziendale antimicrobici”, costituito da farmacista, farmacologo clinico, infettivologo e microbiologo facenti parte del CIO che, insieme al coordinatore del CIO stesso, valuta ogni trimestre i consumi e la spesa delle varie UUOO in rapporto ai dati microbiologici e qualora evidenzi delle criticità propone audit o incontri specifici con il referente medico SIOS della UO interessata. Nel corso dell’anno 2010 sono stati effettuati audit clinici sull’impiego degli antibiotici di ultima generazione riguardanti il secondo semestre 2009 ed il primo trimestre 2010. E’ in fase di progettazione anche un audit clinico che coinvolgerà le UUOO chirurgiche relativamente all’impiego degli antibiotici in profilassi per gli interventi sul colon retto per valutare la rispondenza alle LLGG nazionali. Sono anche in fase di aggiornamento le raccomandazioni aziendali per la profilassi antibiotica perioperatoria. In ogni caso, dal confronto della spesa e del consumo in termini di DDD (dose definita giornaliera) degli antibiotici della intera azienda con altre realtà ospedaliere 178 costituisce uno strumento qualificante per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale. La promozione dei medicinali equivalenti è sempre stato un obiettivo Aziendale, anche in un’ottica dipartimentale interaziendale, convinti che solo attraverso una politica Ospedale-Territorio sulle prescrizioni degli specialisti e dei MMG, si potesse realizzare un obiettivo strategico così trasversale. Nel corso degli anni sono state inviate e diffuse capillarmente, in ottemperanza a specifiche indicazioni della RER, gli aggiornamenti sulle nuove molecole “generiate” e raccomandazioni della CPF circa la prescrizione del farmaco equivalente nell’ambito della stessa categoria terapeutica. In particolare si è cercato di implementare la prescrizione di farmaci equivalenti in tutti gli ambiti di interfaccia con il territorio, ponendo particolare attenzione alla formulazione della lettera di dimissione da ricovero e da visita specialistica ambulatoriale individuando specifici obiettivi di budget per le UUOO coinvolte. Anche per l’anno 2010 si è confermato uno specifico obiettivo di budget relativo al governo della prescrizione di principi attivi equivalenti in ambito cardiovascolare in erogazione diretta, aggiungendone uno specifico sulla prescrizione di losartan (primo farmaco della categoria sartani a brevetto scaduto nel corso del 2010). I dati di erogazione diretta per l’anno 2010 confermano l’ottimo andamento. Vista l’importanza dell’impatto della prescrizione in dimissione ospedaliera e della relativa ED dei farmaci sulla prescrizione territoriale, l’efficacia di questa strategia è dimostrata dai risultati: da un’analisi dei dati relativi all’anno 2009, sempre in riferimento alla categoria delle statine, la percentuale in quota di penetrazione di simvastatina è risultata per Ferrara la più alta tra tutte le aziende sanitarie della RER (Ferrara 34,6%, media RER 27,7%), senza comunque registrare una variazione complessiva di incremento di DDD totali (dato 2009 vs 2008 10,20% di incremento per Fe, media RER 11,5%). della provincia, finalizzato alla sensibilizzazione di tutti gli operatori sul tema. Centralizzazione laboratorio antiblastici (Rete delle farmacie oncologiche) In Azienda è già realizzato ed attivo dal 2002 il laboratorio centralizzato di produzione Antiblastici (UFA) che opera nell’ambito dell’U.O. Laboratorio di Produzione Galenica del Servizio di Farmacia. Tra i farmaci chemioterapici, gli anticorpi monoclonali e gli inibitori delle tirosin-kinasi sono già allestiti per drug-day, al fine del contenimento degli sprechi. Inoltre, a seguito del 1° corso regionale della Rete delle Farmacie Oncologiche, sono stati accolti 1 farmacista ed 1 infermiere di altre Aziende in stages formativi. E’ in corso di completamento, in stretta collaborazione con il Programma Interaziendale di Oncologia, il progetto di centralizzazione della prescrizione e produzione a livello provinciale, comprendendo anche le terapie oncologiche degli Ospedali di Azienda USL. A tale scopo il nuovo sistema informatico, specifico per l’ambito onco-ematologico ed unico tra le due Aziende sanitarie di Ferrara, è già stato implementato in tutta l’Azienda ospedaliera, dove è entrato parzialmente in produzione alla fine dell’anno 2010. Si evidenzia però che permangono difficoltà per la messa a regime, indipendenti dalla volontà del Dipartimento Farmaceutico, a causa di criticità di integrazione tra il programma Log 80 e SAP nella gestione del magazzino che il Dipartimento ICT e Log 80 stanno cercando di risolvere. Si sta implementando anche nelle Oncologie di Azienda USL, consentendo in quest’ultimo caso tutte le valutazioni necessarie per l’organizzazione della produzione centralizzata e la consegna delle terapie nel bacino di utenza provinciale. La tempistica ha visto fino ad ora degli slittamenti determinati da difficoltà informatiche ed operative dei reparti oncoematologici. Nel corso del 2010 la nostra Azienda ha partecipato anche al progetto regionale di ricerca riguardante la stabilità dei farmaci oncologici di elevato impatto economico ai fini della razionalizzazione dei costi e si stanno individuando altri farmaci costosi da sottoporre ad indagine. Si sta collaborando inoltre con il gruppo ROFO (rete oncologica Farmacie ospedaliere) per la creazione, con il contributo di alcuni clinici e responsabili di servizi informatici, di un minimum data set per l’oncologia, che consenta la gestione complessiva delle terapie oncologiche nei diversi momenti della prescrizione, allestimento e somministrazione, così come la raccolta di dati sulle terapie effettuate e sugli esiti. 3.4.4 Ottimizzazione dei processi di controllo interno delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) e delle Cartelle Cliniche Nell’ambito dei controlli predisposti in ottemperanza alle indicazioni normative vigenti e in accordo con l’Azienda committente che, attraverso la Commissione Interaziendale, è stata coinvolta direttamente nella pianificazione, nella programmazione e nell’esecuzione delle attività di verifica, nel corso dell’anno 2010 sono state eseguite le verifiche nelle varie UU.OO. dell'Azienda, su un totale di 9009 casi pari al 23,28% dell’intera produzione aziendale. Alle verifiche di cui sopra vanno aggiunte quelle di se- Prescrizione di farmaci con brevetto scaduto La prescrizione dei medicinali con brevetto scaduto 179 più estesa e non “solo” legata alla completezza/correttezza della compilazione dei documenti. Il processo analitico diventa strumento tecnico per un approccio integrato sui seguenti ambiti: • Compilazione e tenuta della cartella clinica • Appropriatezza della codifica • Appropriatezza organizzativa dei ricoveri • Appropriatezza dei percorsi di cura condo livello, finalizzate alla verifica della qualità della codifica, alla verifica di congruenza cartella clinicaSDO, all’analisi congiunta della documentazione clinica al fine di identificare la codifica appropriata, pari ad ulteriori 4.428 casi. La percentuale complessiva sulla produzione aziendale diviene così il 31,99%. In riferimento alla Delibera di Giunta Regionale n. 1171 del Luglio 2009, con la quale vengono definite le linee guida di indirizzo regionali in ordine alle attività di controllo sui ricoveri per quanto riguarda, in particolare, il controllo o la verifica della documentazione clinica, è stata effettuata una ulteriore verifica che ha avuto inizio nell’ultimo periodo dell’anno 2009 a cura della Direzione Medica di Presidio nel corso della quale sono state controllate 360 cartelle cliniche relative a pazienti dimessi da 39 Unità Operative. I principali aspetti positivi riscontrati, in generale nel corso della rilevazione sono i seguenti: • presenza costante dei referti relativi alle prestazioni diagnostiche effettuate, • presenza costante firma della S.D.O., • documentazione infermieristica completa ed esaustiva, • diario clinico costantemente compilato e anamnesi particolarmente accurate per alcune UU.OO., • presenza documentazione inerente la valutazione anestesiologica e consenso all’ intervento chirurgico nell’ambito delle cartelle relative ai ricoveri chirurgici, • costante presenza della scheda/foglio di terapia. Per la maggior parte delle attività di controllo e di valutazione sopra indicate, la fonte delle informazioni è costituita dalla cartella clinica: perciò essa costituisce, per numerosi e diversi professionisti, aventi diversi ruoli/compiti, oggetto di analisi privilegiato. Sistema dei controlli Il controllo della tenuta e della completezza della cartella clinica è stato effettuato dalla Direzione Medica. Inoltre è stato effettuato dal Referente Aziendale per il programma Ospedale Senza Dolore il controllo relativo alla scheda del dolore presente nella documentazione clinica. 3.4.5 Le politiche di acquisto dei beni e dei servizi L’Azienda continua la partecipazione alle gare di Area Vasta e aderisce alle convenzioni Intercent-ER che via via vengono attivate. Sono state effettuate acquisizioni tramite Area vasta e Intercent-ER sulla base della programmazione predefinita. Il principale documento di rendicontazione di riferimento per l’attività aziendale in ambito di Area Vasta è la relazione “RENDICONTAZIONE PROCEDURE ACQUISTI AVEC 2010” del 31 gennaio 2011, prodotta dalla Direzione Operativa dell’Area Vasta Emilia Centro; le osservazioni analitiche di seguito riportate sono derivate da tale documento. I principali aspetti critici rilevati: • presenza firme non sempre costante nell’ambito del diario clinico ed in altri documenti esempio : lettera di dimissione, in discreta percentuale del campione, • S.D.O. a volte non presente all'interno della cartella clinica, • in alcuni casi assenza lettera di dimissione. Le azioni intraprese/previste per ovviare alle criticità sopra evidenziate: • note informative ai Direttori delle UU.OO. in merito alla verifica con contestuali raccomandazioni/ indicazioni sulla corretta gestione/compilazione della documentazione sanitaria: cartella clinica e S.D.O. L’importo totale annuo di aggiudicazione è di €. 37,93 mln. con un aumento di spesa complessivo di €. 1,52 mln. pari al 4,01% conseguente alla comparazione degli stessi volumi di beni e servizi acquistati alle condizioni economiche dei precedenti contratti. Tali ultimi valori risentono dell’espletamento delle due procedure per l’affidamento dei servizi assicurativi, che da sole hanno comportato un aumento di spesa di 3,62 mln. Se si escludono tali procedure, a fronte di una diminuzione dell’aggiudicato a 20,45 mln., si registra una riduzione dei costi totale di 2,10 mln., pari al 10,29%, con risultati positivi per tutte le Aziende. Il progetto Aziendale sul controllo integrato In relazione alla necessità di rispettare le adempienze Regionali, è stato elaborato un progetto avente come linee di principio la possibilità di poter cogliere dall’analisi della cartella clinica e dalla SDO, gli elementi conoscitivi e tecnici per poter effettuare una valutazione 180 Tabella 3.5 - Confronto dati attività dal 2005 (dato complessivo) Nel 2010, a fronte di una conferma del numero medio di procedure concluse (36 nel 2005, 33 nel 2006, 43 nel 2007, 63 nel 2008, 59 nel 2009 e 51 nel 2010) risulta, rispetto al 2009, un aumento dell’importo totale di aggiudicazione (€. 35,02 mln. nel 2005; €. 107,28 mln. nel 2006, €. 71,08 mln. nel 2007; €. 60,05 mln. Nel 2008, €. 28,24 mln. nel 2009 ed €. 44,69 mln. nel 2010). A fronte di tale aumento si registra, per la prima volta, la presenza di un aumento globale di spesa sia in termini di valore (1,52 mln €.) che in termini percentuali (3,40%). Tali ultimi valori risentono, sia globalmente che per singola Azienda, dell’espletamento delle due procedure per l’affidamento dei servizi assicurativi, che da sole hanno comportato un aumento di spesa di 3,62 mln. Se si escludono tali procedure, a fronte di una diminuzione dell’aggiudicato a 27,21 mln., si registra un risparmio totale di 2,10 mln. pari al 7,73% con risultati positivi per tutte le Aziende. Risultati economici per singola azienda Il prospetto sottostante riporta i dati accertati di maggior/minor costo conseguenti alla comparazione degli stessi volumi di beni, servizi e attrezzature acquistati alle condizioni economiche del precedente contratto ottenuti dalle singole Aziende Sanitarie relativamente a tutte le procedure (gare e rinnovi) concluse nel 2010. L’impatto sulle Aziende Sanitarie è determinato dall’esito negativo delle due procedure per l’affidamento dei servizi assicurativi che nelle Aziende Ospedaliero – Universitarie è stato compensato dai risultati delle rimanenti procedure, mentre nelle altre Aziende Sanitarie è rimasto negativo. Tabella 3.6 – Risultati delle singole aziende 181 Rapporti Area Vasta e Intercent-ER Le linee guida regionali dedicate all’anno 2010 confermavano il mantenimento di una percentuale minima di committenza nei confronti di Intercent-ER pari al 25% del complessivo volume di acquisti, obiettivo già indicato per il 2009 e realizzato da questa Area Vasta. Tra le procedure affidate ad Intercent-ER, merita particolare menzione la procedura per l’acquisto di farmaci, di cui è stata aggiudicata una prima tranche di prodotti per un valore di circa 320 mln. € e che ha portato ad un risparmio di circa 28,4 mln., pari all’8,2%. Globalmente, la percentuale del 2010 per l’acquisto, da parte delle Aziende dell’AVEC, di beni e servizi sanitari e non sanitari e di attrezzature a livello regionale si attesta al 26% confermando quindi, anche per l’anno di riferimento, la realizzazione dell’obiettivo. “Approvazione linee guida regionali per la sorveglianza e il controllo della legionellosi”. Dopo la presentazione regionale delle LG sulla tubercolosi nel 1° semestre 2010, è stata inserita nella pianificazione del Comitato Infezioni Aziendale la revisione delle istruzioni operative aziendali “La gestione e l’isolamento del paziente con processo infettivo in atto. Precauzioni Standard. Precauzioni aggiuntive “specifiche” per le malattie infettive trasmissibili per via respiratoria, per droplet, per contatto” e della “Sorveglianza della tubercolosi: flusso informativo obbligatorio e sorveglianza sanitaria dei soggetti esposti che è stata pianificata per l’anno 2011. Anche quest’anno, come nel 2009, è stata promossa tra gli operatori sanitari la vaccinazione antiinfluenzale Gestione del rischio L'Azienda nel corso del 2010 ha partecipato al gruppo di lavoro regionale per la mappatura dei pericoli. Il registro dei pericoli verrà adottato come strumento di guida alla revisione del Piano-Programma aziendale 2008-2010. In linea con la programmazione regionale si sta procedendo nella implementazione del Progetto Sicurezza in sala Operatoria a cui sono state integrate le azioni specifiche già pianificate in precedenza relative agli obiettivi della DGR 1796/09. L’Azienda inoltre partecipa al sistema regionale e nazionale SIMES di segnalazione degli eventi sentinella nell’ambito del quale è stato nominato il referente ES ed è stata emessa specifica Procedura aziendale “Gestione degli Eventi Clinici Maggiori – Eventi Sentinella” e “Scheda di segnalazione ES”, nella quale è definito il percorso di gestione dell’evento clinico maggiore e, in caso di accertamento che si tratti di evento sentinella, di segnalazione dell’evento e di analisi con RCA (root cause analysis). Nel corso del 2010 è stata effettuata 1 RCA strutturata con la produzione di un Piano di azione, in corso di implementazione. Viene effettuata attività di Incident reporting in diversi ambiti assistenziali (sale operatorie e ostetricia) e si utilizza l’audit in diversi ambiti assistenziali ai fini del miglioramento della organizzazione, dei processi, di prevenzione del rischio e di aumentare il livello di sicurezza delle cure. L'Azienda ha utilizzato la tecnica FMEA/FMECA (Failure Mode and Effect Analysis/ Failure Mode and Critical Effect Analysis) per la prima volta nell’anno 2010 nell’ambito dell’area di degenza di Terapia Intensiva Neonatale-Pediatrica. Da novembre 2010 ha avviato in tale ambito anche attività di Incident reporting. La realizzazione del progetto di miglioramento della sicurezza attraverso la partecipazione proattiva dei cittadini/familiari/loro associazioni si realizzerà, in par- 3.4.6 Sorveglianza e controllo delle malattie infettive, igiene ospedaliera, gestione del rischio Sorveglianza delle malattie infettive Nell’Azienda Ospedaliero Universitaria è attivo il sistema regionale di segnalazione rapida degli eventi epidemici ed eventi sentinella e annualmente viene effettuata la revisione dei dati e del panel aziendale di Alert-organism. Per il governo del processo di segnalazione e intervento è presente una specifica Procedura aziendale “Segnalazione delle malattie infettive e diffusive nell’Azienda Ospedaliero Universitaria” + Scheda di segnalazione di caso. La gestione del caso “alert” nelle UU.OO. di degenza e nei servizi sanitari trasversali è governata dalla procedura “Sorveglianza, gestione e controllo alert organism ed eventi epidemici ad essi correlati”. L’Azienda Ospedaliero Universitaria partecipa inoltre ai sistemi regionali di sorveglianza della antibioticoresistenza e delle malattie invasive batteriche. Programmi di controllo specifici L’Azienda Ospedaliero Universitaria partecipa al tavolo locale permanente per la sorveglianza e il controllo delle malattie trasmette da vettori. I contenuti delle Linee guida sulla legionellosi sono stati diffusi in specifico corso di formazione nel 2008; la Legionellosi polmonare è inserita tra gli eventi infettivi aziendali “sentinella”; la ricerca attiva dell’Antigene urinario per Legionella viene effettuata in tutti i casi di polmonite ricoverati. E’ stato attivato un gruppo di lavoro multidisciplinare che sta provvedendo alla stesura del Water Safety Plan con la valutazione del rischio specifico nelle strutture ospedaliere aziendali. L’attività fino ad ora svolta dal gruppo è stata rendicontata nel Questionario regionale “Strumento di valutazione dello stato di applicazione della DGR n. 1115/2008 182 ticolare, nel corso del 2011 nell’ambito del progetto “Surgical Patient Friendly Hospital” Rischio infettivo Il Comitato per il Controllo delle Infezioni (CCIOS – Comitato per il Controllo delle Infezioni nelle Organizzazioni sanitarie) nel corso del 2010, si è riunito in Assemblea tre volte per la definizione preventiva, la valutazione in itinere e consuntiva del raggiungimento degli obiettivi annuali e lo stato di avanzamento degli obiettivi pluriennali. E’ attivo in maniera permanente il Gruppo Operativo CCIOS, affiancato da specifici Gruppi Operativi di Progetto (team sepsi, gruppo antimicrobici, gruppo water safety Plan,…). Gli obiettivi aziendali sono definiti in base agli obiettivi regionali, alla presenza di situazioni aziendali emergenti, alla partecipazione a specifici progetti di miglioramento e di eccellenza. Gli obiettivi relativi all’area gestione del rischio infettivo, sono definiti già dal 2008 e sono parte integrante del Piano-Programma sicurezza e gestione del rischio 2008-2010. Progetti attivi in Azienda: • Indagine di prevalenza I.C.A (infezioni correlate all’assistenza). • Studio prospettico storico I.C.A. 183 Progetto LaS-ER – lotta alla sepsi Il progetto è iniziato nel 2007 con la costituzione del team sepsi aziendale di cui fanno parte 25 componenti. Successivamente si è proceduto all’analisi dei dati contenuti nella SDO e la suddivisione delle UU.OO. per aree omogenee (area emergenza, area intensiva, area delle medicine generali, area delle medicine specialistiche, area delle chirurgie, generali e specialistiche, area pediatrica • 184 Sorveglianza Microrganismi atb-resistenti “alert” e altri microrganismi sentinella “alert organism” - pannello aziendale • Microrganismi con profilo di antibiotico-resistenza inusuale a segnalazione rapidaà Procedura di gestione alert ed eventi epidemici (P-105-AZ) Gram + Gram- S.aureus VISA S.aureus VRSA S.aureus Teico e Vanco R Pseudomonas aeruginosa panResistente* *Genta, Ceftaz, Cipro, Imip, Pip RESISTENTI Staph. coag - VISE Staph. coag - VRSE Staph. coag – Teico e Vanco R Acinetobacter baumannii Imipenem Resistente Enterococcus faecalis VRE Enterococcus faecium VRE Stenotrophomonas maltophilia Trimet/Sulfa Resistente Microrganismi con profilo di antibiotico-resistenza inusuale Analisi trimestrale commentata dei dati di prevalenza >Corretto utilizzo degli antibiotici >Interventi di miglioramento ad hoc Gram + Staphylococcus tente (MRSA) Gram- aureus Enterobatteri ESBL+ (beta lattamasi a spettro esteso) meticillino-resisEscherichia coli ESBL+ Klebsiella pneumoniae ESBL+ Proteus mirabilis ESBL+ Microrganismi in Sorveglianza speciale Segnalazione rapida del singolo caso >Procedura di gestione alert organism ed eventi epidemici (P105AZ) Legionella pneumophila Clostridium difficile produttore di tossine A antigene urinario eB Polmonite da Legionella • Aspergillus spp Infezione polmonare Procedura gestione alert organism ed eventi epidemici 185 Disinfezione di alto livello, Procedura reprocessing endoscopi e audit Gestione Emergenze infettive (Pandemia Influenzale ed altre emergenze infettive) Promozione Igiene delle mani, con attività di osservazione della compliance e audit relativi alle pratiche assistenziali Allo scopo è stata realizzata la campagna aziendale “Non lavartene le mani!” (progetto OMS “Save lives: clean your hands!”. Il piano di azione è quinquennale 2009-2013 tramite implementazione scale-up in tutte le UU.OO. Si è svolta un’attività di audit (indagine di follow-up) mirata a rilevare l’adesione all’igiene delle mani, uso dei guanti, pratiche di gestione dell’ambiente di lavoro e delle attrezzature e di esecuzione del processo assistenziale. • • • 186 dali, collaborando con i clinici alla progettazione e erogazione di azioni formative finalizzate a sostenere il cambiamento organizzativo attraverso l’analisi critica dei comportamenti consolidati e la diffusione di nuove modalità di comportamento, tra cui l'implementazione procedura “protezione meccanica dell’utente” che ha previsto incontri di unità operativa rivolti a tutto il personale Sono in fase di completamento/stesura: • Procedura di gestione cateteri vescicali • Raccomandazioni Antibioticoterapia • Raccomandazioni Antibiotico-profilassi perioperatoria e audit • SITI-ER • Progetto SICh-ER 2006-2008 I progetti elencati sono sostenuti da attività formativa svolta in modalità blended a seconda del tema trattato e degli operatori target (classica in aula, teorico-pratica, pratica in Laboratorio di macrosimulazione,formazione sul campo). L’attività di formazione è estesa agli operatori delle Ditte appaltatrici di servizi, in particolare pulizie. L'attività del Comitato di valutazione dei sinistri I Comitati di valutazione dei sinistri (in seno al Nucleo aziendale di valutazione dei sinistri) hanno trattato 40 sinistri nel corso del 2010. Negli stessi Comitati sono state attribuite congiuntamente con Loss.Adjusted le riserve sulle richieste di risarcimento danni pervenute. Nel corso del 2010, alcune difficoltà organizzative e relative alle risorse necessarie, hanno impedito il processo dell'inserimento dati nel database regionale dei sinistri. Il superamento delle criticità del percorso (attività prevista nel 2011) è una condizione necessaria per garantire l'adempienza informativa. La Formazione e Aggiornamento ha svolto una funzione di supporto al risk manager aziendale e alla realizzazione degli obiettivi inclusi nel piano programma rischio dell’Azienda Ospedaliera programmando e gestendo diversi corsi di formazione tra cui: • Implementazione delle raccomandazioni del Ministero della salute e della Regione Emilia Romagna su sicurezza in sala operatoria e adesione al progetto regionale “Sale operatorie sicure.net” Sono state programmate due edizioni di un corso teorico rivolto a tutto il personale operante nei blocchi operatori di chirurgia specialistica, seguito da progetti di formazione sul campo per facilitare l’applicazione delle conoscenze apprese. Attualmente è già in uso la check list in alcuni gruppi operatori e verrà estesa a tutta l’Azienda nell’anno 2011. • Corso di formazione avanzato “progetto las-er lotta alla sepsi” in Emilia Romagna • Progetto lotta alla sepsi – corso di formazione base • Gestione del rischio clinico nella medicina di laboratorio • Gestione del rischio di errore di terapia in magazzino • I sistemi di gestione ambientale: certificazione secondo il sistema EMAS • La sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro D.LGS 81/2008 – Nuovi assunti 3.4.7 L’Accreditamento Istituzionale Dal Ottobre 2009 tutti i Dipartimenti ad attività integrata (DAI) risultano accreditati dalla Regione Emilia Romagna. A Dicembre 2009, il Dipartimento di Neuroscienze/Riabilitazione, accreditato nel 2005, ha ricevuto la ri-visita di accreditamento con esito positivo. Nel 2010 è stata fatta la richiesta di rinnovo dell’Accreditamento per il Dipartimento Emergenza. L'Ufficio “Accreditamento Qualità”, in coerenza con il mandato ricevuto dall'Azienda, a partire dal 2004, ha creato un contesto facilitante per il miglioramento dell'assistenza offerta ai cittadini, garantendo alla Direzione Aziendale lo sviluppo di un sistema aziendale di gestione e miglioramento della qualità assistenziale ed organizzativa dei Dipartimenti e delle Unità Operative attraverso: • • • Nell’ambito della gestione del rischio, in Azienda ospedaliera si stanno elaborando e/o aggiornando diverse procedure operative, finalizzate a fornire raccomandazioni di comportamento ai professionisti. E’ stato però dimostrato che i professionisti manifestano resistenze al cambiamento che derivano sia da barriere comportamentali che organizzative. A tal fine la Formazione e Aggiornamento è stata coinvolta nella fase di implementazione delle procedure azien- • • • • 187 Supporto al percorso di accreditamento istituzionale dei Dipartimenti Interfaccia con Agenzia Sanitaria Regionale Sviluppo e mantenimento del Sistema Qualità Aziendale Coordinamento dei Professionisti di Riferimento per l'Accreditamento Gestione delle verifiche ispettive interne Gestione della qualità dal lato dell'utente Supporto metodologico, controllo e sviluppo del sistema degli Indicatori di Qualità Clinica, inclusa la gestione del progetto internazionale IQIP. Sviluppo e mantenimento del Sistema Qualità Aziendale I processi sanitari ed organizzativi dei Dipartimenti e delle Unità operative sono stati documentati attraverso procedure, istruzioni e documenti scritti che, insieme ai Manuali Qualità, compongono la documentazione del Sistema Qualità Aziendale con 182 documenti presenti sul Sito Intranet "Inospfe", regolarmente aggiornato. A partire da Ottobre 2009, l'Ufficio Accreditamento Qualità partecipa ai gruppi di lavoro su "Modelli Organizzativi" Nuovo S.Anna per facilitare l'allineamento del Sistema Qualità al nuovo modello organizzativo di Cona. che anche in previsione dell’assetto organizzativo chirurgico presso il nuovo ospedale. Tipologie di percorsi in Chirurgia d’Urgenza: • Sono state introdotte le azioni relative all’implementazione delle misure previste per la sicurezza in sala operatoria e all’adeguamento organizzativo rispetto all’osservanza di quanto previsto dalle check-list regionali. Il percorso è stato applicato nel 2010 limitatamente nel dipartimento Chirurgico specialistico come Dipartimento pilota. Miglioramento dei percorsi in emergenza Sono state introdotte azioni sul miglioramento dei percorsi in emergenza per la ottimizzazione dei criteri di ripartizione delle afferenze dei ricoveri soprattutto in ambito internistico. In particolare sono stati definiti protocolli per il percorso del paziente con infarto, Gestione delle verifiche ispettive interne La gestione delle verifiche ispettive interne consente di valutare nel tempo l'adesione ai modelli normativi e procedurali di riferimento e di misurare i miglioramenti ottenuti; coinvolge molti soggetti aziendali e consente di dare risposte a norme e vincoli regionali. Nel 2010 sono state effettuate 8 verifiche ispettive interne su 8 verifiche programmate, incentrate sulle tematiche degli indicatori, sulle Non Conformità e sull'utilizzo della Check List sul rischio Clinico che costituisce una delle priorità regionali. Radiologie E stato completato il processo di integrazione delle radiologie; sono ancora da completare alcune revisioni organizzative sul versante del personale. Sono stati presi accordi per la prosecuzione dell’attività di screening del cancro della mammella a seguito dell’estensione delle fasce di età delle pazienti. Sono in fase di aggiornamento anche i relativi accordi tariffari. 3.4.8 Sviluppo e ottimizzazione dei processi di integrazione organizzativa 3.5 Promozione dell’eccellenza tecnologica, clinica e organizzativa Pronto Soccorso Generale: • È stato effettuato il consolidamento dell’attività OBI e dei relativi aspetti informatici e dei flussi informativi delle prestazioni eseguite in tale setting assistenziale. • È stato implementato un percorso specifico per la gestione della rimozione di corpi estranei per la parte relativa alla componente digestiva, con la collaborazione pluridisciplinare coinvolgente la Medicina d’Urgenza, la Gastroenterologia/Endoscopia Digestiva e la Clinica ORL. Il completamento del progetto è ancora in una fase di approfondimento organizzativo (personale competente e guardie). • È stato sviluppato il processo di Integrazione del personale infermieristico del PS Ortopedico e di quello Generale: è presente un unico coordinatore in grado di gestire il personale in modo integrato. 3.5.1 Formalizzazione dell’Atto Aziendale Chirurgie Generali: • Nel novembre 2010 è stato formalizzato l’avvio dell’attività della nuova Chirurgia d’Urgenza con definizione ed applicazione delle mission specifi188 Nel 2009 si è completato il percorso che ha condotto alla applicazione dell'Atto Aziendale, approvato con delibera n. 185 del 19.08.2009, dopo il positivo esame della Regione, la condivisione della Università ed il parere favorevole espresso dalla C.T.S.S.. Già nel 2008 tale documento era andato incontro alla sua veste definitiva e formale. Insieme all’Accordo Attuativo Locale costituisce anche lo strumento per l’integrazione tra la Regione e il sistema delle Università della Regione Emilia – Romagna. La Regione Emilia - Romagna ha, infatti, individuato nell’integrazione lo strumento idoneo per realizzare il concorso delle rispettive autonomie del SSR e delle Università nei campi della assistenza, della ricerca e della formazione. All’atto Aziendale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara è stata data attuazione mediante regolamenti organizzativi come strumenti gestionali, nei quali sono definiti gli ambiti di applicazione, le regole di funzionamento e le responsabilità delle strutture organizzative aziendali. 3.5.2 L’Accordo Attuativo locale Responsabilità delle Direzioni di Strutture Complesse e delle Strutture Semplici e delle funzioni delle chirurgie con conseguente ottimizzazione dei Servizi resi all'utenza in previsione dell’organizzazione del nuovo Ospedale e del settore dell'emergenza. Con la delibera del Direttore Generale n. 32 del 21 febbraio 2008 , è stato approvato l'Accordo Attuativo Locale tra l'Azienda Ospedaliero Universitaria e l'Università degli Studi di Ferrara. Tale approvazione è avvenuta in applicazione del "Protocollo d'Intesa" tra la Regione Emilia-Romagna e le Università degli Studi di Bologna, Ferrara, Modena – Reggio Emilia e Parma (approvato con D.G.R. della G.R. n.297/2005) individuando, sulla base di quest’ultimo, nella integrazione la modalità idonea per realizzare il concorso delle rispettive autonomie. l'Accordo Attuativo realizza l’integrazione uniformandosi al principio della leale collaborazione tra l’Azienda e l’Università. Di seguito vengono riportati i principi che caratterizzano l’accordo, già indicati nella edizione del 2009: 1. pieno coinvolgimento di tutte le componenti interessate nella realizzazione degli obiettivi della programmazione sanitaria nazionale, regionale e locale; 2. sviluppo di metodi e strumenti di collaborazione volti a perseguire, in modo integrato, obiettivi di: qualità, efficienza, efficacia, appropriatezza delle prestazioni; qualità e congruità della didattica; potenziamento della ricerca biomedica e sanitaria; 3. impegno alla programmazione coordinata degli obiettivi e delle risorse in funzione delle attività assistenziali dell’Azienda e delle attività didattiche e di ricerca della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Oggetto dell’Accordo è l’individuazione : 1. delle strutture complesse a direzione universitaria e ospedaliera; 2. dell’afferenza alle strutture aziendali dei professori e dei ricercatori universitari nonché delle figure equiparate; 3. dell’istituzione dei Dipartimenti ad Attività Integrata (DAI), con l’identificazione delle strutture di degenza e dei servizi di supporto che li compongono; 4. del sistema di relazioni funzionali ed operative fra i DAI dell’Azienda e i Dipartimenti Universitari (DU); 5. dell’impegno orario di presenza nelle strutture aziendali del personale universitario; 6. delle modalità di partecipazione del personale del SSR alle attività didattiche; 7. delle modalità con cui l’Azienda e l’Università concorrono alla promozione ed allo sviluppo della ricerca scientifica e dell’innovazione. È sulla base di questi accordi che nel 2009 è stato portato avanti e applicato il percorso per la formazione specialistica, ed anche i processi di revisione organizzativa di alcune aree assistenziali tra cui, in particolare, il settore chirurgico. Nel 2010 si è concluso il riassetto organizzativo del settore Chirurgico Generale che è stato caratterizzato dalla ridefinizione delle 3.5.3 L’applicazione del protocollo di Intesa sulla Formazione Specialistica Nel dicembre 2009 è stato sottoscritto, il Protocollo recante le disposizioni applicative del Protocollo di Intesa tra la Regione e le Università degli studi di Parma, Modena, Reggio Emilia, Bologna e Ferrara sulla Formazione Specialistica dei laureati in Medicina e Chirurgia (approvato con D.G.R. della Giunta regionale n 1546 del 15 dicembre 2006). Nell’anno 2010 è stata discussa con le Organizzazioni Sindacali una proposta su determinati principi quali ad esempio l’apporto assistenziale degli specializzandi e l’impegno richiesto al personale ospedaliero che svolge attività didattica e di tutoraggio Per quanto riguarda la valorizzazione dei tutor è stato sottoscritto l’Accordo Aziendale in attuazione dell’Intesa Regionale in data 11.01.2010. 3.5.4 Progetto SOLE ed il completamento dei processi aziendali di informatizzazione 189 Il Progetto SOLE si inserisce nel Piano Telematico Regionale: è finalizzato alla realizzazione di una rete telematica di collegamento tra i servizi ospedalieri e i servizi territoriali, costituiti dai Medici di Medicina Generale (MMG) e dai Pediatri di Libera Scelta (PLS), per agevolare la comunicazione tra operatori sanitari. Il progetto, una volta a regime, consentirà al MMG/ PLS/specialista di fare una richiesta informatizzata di prestazione specialistica; all’Azienda erogante la prestazione di trasmettere, via telematica, al medico prescrittore: notifica di ammissione/dimissione; referti di laboratorio, radiologia, specialistica; lettera di dimissione; referto di pronto soccorso. La realizzazione del progetto è vincolata, oltre all’integrazione informatica, anche all’acquisizione del consenso del paziente. Nell’anno 2010: • sono state integrate, a livello interaziendale, le modalità organizzative finalizzate a gestire il consenso del paziente alla trasmissione dei dati tramite la rete SOLE; • sono stati consolidati gli ambiti di integrazione seguenti: trasmissione referti Laboratorio Analisi, trasmissione referti Radiologia, trasmissione notifiche di ricovero e dimissione; è stato altresì implementata la trasmissione dei referti Pronto Soccorso. Rispetto alle 10 branche specialistiche che la RER ha individuato, l'Azienda Ospedaliero Universitaria ha già attivato le seguenti: Chirurgia, Ortopedia, Neurochirurgia, Ostetricia-Ginecologia. sono stati effettuati incontri interaziendali finalizzati a realizzare la diffusione delle funzionalità SOLE a supporto della gestione integrata del paziente diabetico. In particolare nel Laboratorio Analisi Il progetto prevede che il medico prescrittore prescriva per via telematica un esame di Laboratorio, che tale richiesta venga recuperata dal CUP e passata all’UO erogante, che poi provvede a fornire un ritorno informatico al medico prescrittore. Nell’anno 2010 i processi di integrazione informatica sono proseguiti in relazione alle riorganizzazioni per i centri di Cento e Copparo. • 3.5.7 Altri progetti nell' ICT Progetto SPARTA (Supporto al Piano attuativo Regionale di contenimento dei tempi di attesa) E’ stato completato il processo relativo alla gestione informatizzata ed integrata, su scala interaziendale, dell’attività di prenotazione dell’attività specialistica ambulatoriale (CUP unico Provinciale).Con tale occasione è stato garantito l’inserimento di tutta l’offerta nel sistema CUP. E’ stata inoltre anche in parte ridefinita l’offerta aziendale in linea con le indicazioni da parte della committenza. 3.5.5 Il CUP Unico provinciale Si è provveduto alla sostituzione dei vecchi applicativi CUP (AOSP e AUSL) con il nuovo applicativo CUP Unico Provinciale, secondo le direttive regionali per il bacino di utenza unico provinciale. Il progetto ha comportato la creazione di un unico ambiente informatico e la definizione di una organizzazione coordinata, allo scopo di ottenere sinergie organizzative nell’attuale sistema di prenotazione. Progetto PROFILER L’Azienda ha provveduto, e provvede periodicamente, come previsto dalle modalità gestionali del Progetto, ad aggiornare costantemente l’Assessorato Regionale in merito ai progetti finanziati dai programmi regionali, alle scadenze semestrali di febbraio e luglio; l’ultimo aggiornamento è stato predisposto entro il termine indicato dalla Regione del 14 febbraio 2011. La programmazione e la tempistica di realizzazione del progetto sono state le seguenti: Analisi entro Febbraio 2010 Installazione provvisoria e configurazione generale dell’applicativo entro Marzo 2010. Collaudo delle principali integrazioni con altri applicativi entro Luglio 2010. Programmabilità delle agende entro Settembre 2010. Attivazione dei front-office entro Ottobre 2010. Collegamento di tutte le incassatrici Implementazione Farmacie entro Novembre 2010 Collaudo e avvio il 12 dicembre 2010 Il Report di prova di funzionalità a consuntivo è stato elaborato in dicembre 2010. Numero verde regionale Implementazione e aggiornamento banca dati informativa e coordinamento con il livello regionale. Il Numero Verde Regionale 800-033-033 è un servizio telefonico relativo alle informazioni sanitarie della Regione Emilia Romagna reso operativo dal mese di ottobre dell’anno 2002. L’Area Comunicazione, attraverso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, è direttamente impegnata a svolgere attività di informazione di 2° livello supportando il Call Center Regionale nel fornire al cittadino informazioni aziendali non presenti nella Banca Dati dedicata . Al fine di consentire un adeguata e corretta implementazione delle informazioni aziendali di 1° livello presenti in questa banca dati, l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, attraverso un attività di costante monitoraggio e verifica sull’aggiornamento e sulla correttezza della informazioni aziendali presenti ed in collaborazione con il Centro Servizi, provvede alla eventuale implementazione, correzione, aggiornamento delle stesse. L’Ufficio Relazioni con il Pubblico, oltre a fornire al cittadino informazioni aziendali di 2° livello provvede anche alla compilazione per ogni telefonata trasmessa dal call center di un apposita scheda dedicata nell’applicativo informatico regionale per il monitoraggio dell’attività svolta. 3.5.6 Il progetto SIGLA L’Azienda Ospedaliero Universitaria ha collaborato al Progetto Regionale SIGLA. Le finalità del progetto sono di garantire la trasparenza nella gestione delle liste di attesa di ricovero (nomenclatore unico condiviso a livello regionale della lista di attesa e criteri uniformi per l’attribuzione della classe di priorità) e fornire informazioni sulle liste di attesa di ricovero. In particolare i dati acquisiti dalle liste di attesa informatizzate a livello aziendale vanno ad alimentare un “CRUSCOTTO” regionale, disponibile per una serie di interlocutori tramite il portale SOLE. 190 Tabella 3.7 - Report aziendale telefonate di 2° livello Numero Verde Regionale (800.033.033) Anno 2002 Anno 2003 Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007 Anno 2008 Anno 2009 Anno 2010 Totale 68 301 227 221 303 478 307 192 401 2498 Come si può evincere dalla tabella sopra riportata, il dato annuale di monitoraggio sulle telefonate di 2° livello gestite dal personale dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico risente di variazioni legate alla specificità e periodicità di determinati eventi quali informazioni su sperimentazioni previste nella nostra Azienda, prestazioni specifiche di diagnostica e/o di laboratorio erogate dai nostri Centri HUB Regionali concernenti specifiche patologie o malattie rare. Queste informazioni non trovano riscontro in banca dati, poiché non inseribili, in quanto non rientrano nella tipologia prevista per il caricamento dei dati nell’applicativo regionale. • diagnostici in vitro, identificati rispettivamente nell’ambito della Farmacia e nell’ambito della Farmacia e delle Tecnologie Biomediche. Nel corso del 2010 l’Azienda è stata chiamata a partecipare all’attività della CRDM - Commissione Regionale DM per quanto riguarda la funzione di Direzione Medica in rappresentanza dell’Area Vasta Centro. 3.5.9 L’anagrafe dei medici prescrittori E’ stata assicurata da parte dell’Azienda la qualità e tempestività di trasmissione/aggiornamento dei dati relativi ai ricettari dei medici prescrittori. DOCAREA+ e dematerializzazione dei documenti Il progetto DOCAREA intende dimostrare come l'organizzazione e la razionalizzazione del back-office costituisca un importante prerequisito per l’erogazione di servizi ai cittadini ed imprese efficaci nel rispetto delle leggi, della sicurezza, delle transazioni e della privacy. Il progetto realizza, per le oltre 250 amministrazioni pubbliche che fanno parte del network, l’infrastruttura tecnologica ed organizzativa di back office documentale per condividere soluzioni tecniche e metodologie organizzative che coprono a 360° la tematica dei flussi documentali. A tal fine sono stati formati 41 professionisti dell’area amministrativa la cui docenza è stata svolta da personale della Regione Emilia Romagna. 3.5.10 Il Foglio Unico Terapia Nel corso dell’anno 2010 la maggior parte delle Unità Operative dell’ Azienda ha elaborato una Scheda/ Foglio unico di terapia e ne ha conseguentemente iniziato l’utilizzo. Presso altre Unità Operative tale strumento risultava già utilizzato; alcune Unità Operative del DAI Medico utilizzano invece un programma di prescrizione informatizzata della terapia e tale foglio viene utilizzato dal personale Infermieristico per la somministrazione Di recente è stata completata la 2^ revisione della Procedura Aziendale “Gestione Clinica dei farmaci” che prevede l’utilizzo della Scheda/Foglio unico di terapia farmacologica da parte di tutte le Articolazioni Organizzative per la prescrizione e conseguente somministrazione della terapia. 3.5.8 Assistenza farmaceutica e dispositivi medici Il Dipartimento Farmaceutico provvede regolarmente, in collaborazione con ICT all’alimentazione del flusso FED secondo le indicazioni e i tempi definiti da RER. Provvede inoltre alla valutazione e correzione, per quanto di competenza, delle anomalie (es.scarti). Governo Dispositivi Medici (dm) • E’ stata attivata la CPDM - Commissione Provinciale Dispositivi Medici (Interaziendale) per il governo dei dispositivi medici. • La CPDM ha lavorato nel corso del 2010 per la stesura del Repertorio locale dei DM (Delibera n. 337 del 30.12.2010 “Adozione del Repertorio Dispositivi Medici della Provincia di Ferrara da parte della Commissione Provinciale Dispositivi Medici - CPDM). • Sono stati nominati 3 RAV - Referenti Aziendali per la Vigilanza sui dispositivi medici e medico- 3.5.11 Sistema Ris-PACS Per migliorare la qualità del servizio e diminuire i tempi di attesa in Radiologia, il sistema Ris PACS rappresenta uno dei più avanzati sistemi: RIS (Radiology Information System) per la gestione del paziente (prenotazione, accettazione, refertazione, statistiche) e PACS (Picture Archive Computed System) per la gestione delle immagini diagnostiche in formato digitale. L'introduzione nella struttura ospedaliera di sistemi radiologici digitali, implica innumerevoli vantaggi sul servizio offerto, tra cui la possibilità di elaborare con specifici algoritmi l'immagine acquisita migliorandone 191 la qualità e l'accuratezza diagnostica, la possibilità di ridurre sul paziente la dose senza che questo vada a discapito della qualità dell'immagine, l’invio di immagini in altre strutture e la consegna al paziente di immagini radiologiche su supporti digitali come DVD. 3.5.12 Il sistema informativo del 118 e Pronto Soccorso L’Azienda è allineata alle indicazioni regionali e alimenta regolarmente i flussi informativi previsti; è stata garantita la completa sicurezza e trasparenza dell’attività; sono proseguiti gli interventi sul sistema di gestione informatizzata dell’attività già attivo, al fine di mantenerlo costantemente aggiornato. 192 Arcispedale S. Anna – L’atrio di ingresso su Corso Giovecca 193 4. Condizioni di lavoro, competenze del personale ed efficienza dell’organizzazione Nei prossimi anni con l’evoluzione professionale in atto del personale delle professioni sanitarie (infermieristiche, ostetriche, tecnico sanitarie e della riabilitazione) l’organizzazione lavorativa dovrà tener conto della presenza sempre maggiore di dipendenti in possesso della laurea specialistica. L’Azienda ha perseguito nel corso dell’anno 2010 l’obiettivo di contenimento del numero di dipendenti a tempo determinato e di riduzione dei contratti temporanei di lavoro di altre tipologie in attuazione ai protocolli sottoscritti con le Organizzazioni Sindacali delle diverse aree che prevedono nell’ambito del triennio 2008-2010 la stabilizzazione di n. 104 posizioni di rapporti di lavoro temporaneo. Tali Intese conformi agli indirizzi regionali hanno avuto anche l’effetto di una ridefinizione della dotazione organica con un incremento di n. 86 posti. L’obiettivo al momento della scadenza del triennio è stato quello di ridurre il ricorso a incarichi di lavoro subordinato a tempo determinato ad una percentuale complessiva, in assenza di situazioni eccezionali, di un 3 – 4% del personale complessivamente in servizio. Al 31.12.2010 le azioni già realizzate hanno permesso di raggiungere una percentuale del 2,82%. Il personale dipendente dell’Università degli Studi di Ferrara che svolge attività assistenziale presso l’Azienda Ospedaliera appartiene alla Facoltà di Medicina e Chirurgia e viene identificato sulla base dell’Accordo Attuativo Locale. Pur mantenendo l’Università degli Studi la titolarità del rapporto di lavoro, dal punto di vista funzionale tale personale, per gli adempimenti dei doveri assistenziali, risponde al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera. La quarta sezione del documento è volta a illustrare le scelte aziendali per la valorizzazione delle competenze del personale. Un’elevata qualità professionale degli operatori e la possibilità che alti livelli possano essere mantenuti sono infatti condizioni essenziali per assicurare il buon funzionamento del servizio sanitario, l’efficacia degli interventi e la soddisfazione dei cittadini. 4.1 La “carta di identità” del personale L’attività dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara viene svolta attraverso proprio personale dipendente, personale dipendente dall’Università degli Studi di Ferrara e personale con altre tipologie di rapporto di lavoro (incarichi libero professionali, co.co.co, assegnisti e borsisti). Il personale dipendente dell’Azienda si compone di una percentuale del 77,22% di laureati. Una percentuale che negli anni è destinata ad incrementarsi, in quanto l’Azienda deve necessariamente privilegiare l’attività assistenziale sull’ammalato e pertanto favorire una riconversione della dotazione organica a tale necessità. Il ruolo sanitario da solo rappresenta il 74,08% del personale, a cui si devono aggiungere le unità del ruolo tecnico che collaborano più strettamente con l’attività assistenziale (Operatori Socio Sanitari e Autisti 118) che costituiscono il 10,52%, per un totale dell’84,60%. Tabelle 4.1 - La situazione al 2010 Classificazione del personale dipendente per tipologia contrattuale Tipologia contrattuale Totale Maschi Femmine Personale del SSR 2551 635 1916 Personale universitario 147 85 62 Altro Personale (inc. libero professionali, CoCoCo, assegnisti, borsisti) 138 44 94 194 Classificazione del personale dipendente per genere e fasce di età. Categorie n. totale Maschi Femmine <=34 >34-<44 >44-<54 >54-<64 >=65 P-time uomini P-time donne Personale del SSR* 2551 635 1916 253 839 1058 399 2 2 132 Dirigenti medici 391 206 185 17 104 143 126 1 3 Altri dirigenti (sanitariA.T.P) 64 17 47 1 13 27 23 1 Personale infermieristico 1210 200 1010 181 485 445 99 2 79 Personale tecnico sanitario 167 38 129 19 53 58 37 18 Personale della prevenzione 11 5 6 2 8 1 1 Personale della riabilitazione 75 10 65 18 13 30 13 1 12 Personale OTA, OSS, ausiliari 276 36 240 13 79 154 30 3 Personale amministrativo 181 28 153 48 101 32 10 Altro personale 176 95 81 4 42 92 38 5 * I valori comprendono personale a tempo determinato e indeterminato Personale in mobilità Mobilità n. totale Tot. Dipendenti dimessi 186 Tot. Dipendenti assunti 208 di cui: 77 pensionamenti - 41 dimissioni - 52 termine incarico - 1 licenziamento - 3 dispense per inval. perm. - 4 decessi - 8 mobilità c/o altre Aziende di cui: 14 mobilità da altre aziende Gestione del rischio e sicurezza: denunce di infortunio n. totale percentuale con gg. assenza 16,39% 288 n. infortuni denunciati all’INAIL nel 2010 a rischio biologico 130 Tabelle 4.2 - La situazione al 2009 Classificazione del personale dipendente per tipologia contrattuale Totale Maschi Femmine Personale del SSR Tipologia contrattuale 2529 638 1891 Personale universitario 166 102 64 195 Altro Personale (inc. libero professionali, CoCoCo, assegnisti, borsisti) 132 51 81 Classificazione del personale dipendente per genere e fasce di età. Categorie n. totale Maschi Femmine <=34 34-44 4454 Personale del SSR* 2529 638 1821 253 845 1034 Dirigenti medici 369 207 162 8 80 155 Altri dirigenti (sanitari-A.T.P) 68 17 51 3 9 31 25 Personale infermieristico 1212 199 1013 190 506 420 96 4 77 Personale tecnico sanitario 165 40 125 15 51 66 33 17 54-64 >=65 395 124 2 P-time uomini P-time donne 4 134 2 5 2 Personale della prevenzione 11 5 6 2 8 1 1 Personale della riabilitazione 68 9 59 9 12 30 17 11 Personale OTA, OSS, ausiliari 310 47 263 16 100 157 37 7 Personale amministrativo 174 24 150 3 42 93 36 12 Altro personale 152 90 62 9 43 74 26 2 * I valori comprendono personale a tempo determinato e indeterminato Personale in mobilità Mobilità n. totale Tot. Dipendenti dimessi 127 Tot. Dipendenti assunti (anno 2009) 131 di cui: 31 pensionamenti, 39 dimissioni, 42 termine incarico, 2 decessi, 5 dispense per inval. perm., 2 licenziamenti 6 mobilità regionali e interregionali di cui: 2 mobilità da altre aziende Gestione del rischio e sicurezza: denunce di infortunio n. totale percentuale con gg. assenza a rischio biologico 14,70% 229 142 n. infortuni denunciati all’INAIL nel 2009 Tabelle 4.3 - La situazione al 2008 Classificazione del personale dipendente per tipologia contrattuale Tipologia contrattuale Totale Maschi Femmine Personale del SSR 2526 637 1889 Personale universitario 163 104 59 Altro Personale (inc. libero professionali, CoCoCo, assegnisti, borsisti) 119 50 69 196 Classificazione del personale dipendente per genere e fasce di età. Categorie n. totale Maschi Femmine <=34 35-44 4554 Personale del SSR* 2526 637 1889 262 868 1011 381 Dirigenti medici 366 204 162 10 82 159 113 Altri dirigenti (sanitari-A.T.P) P-time uomini P-time donne 4 4 133 2 0 6 55-64 >=65 67 17 50 2 9 33 23 0 0 1 Personale infermieristico 1212 195 1017 203 518 399 92 0 4 78 Personale tecnico sanitario 166 41 125 12 56 68 30 0 0 17 11 5 6 0 2 8 1 0 0 0 Personale della prevenzione Personale della riabilitazione 68 9 59 7 13 31 17 0 0 12 Personale OTA, OSS, ausiliari 311 50 261 21 96 153 41 0 0 8 Personale amministrativo 173 25 148 3 45 90 35 0 0 9 Altro personale 152 91 61 4 47 70 29 2 0 2 * I valori comprendono personale a tempo determinato e indeterminato Personale in mobilità Mobilità n. totale Tot. Dipendenti dimessi 138 (di cui 47 pensionamenti, 6 mobilità verso altre aziende, 35 termine incarico, 2 decessi e 48 dimissioni premature) Tot. Dipendenti assunti 109 (di cui 4 mobilità da altre aziende) Gestione del rischio e sicurezza: denunce di infortunio n. totale con gg. assenza a rischio biologico 352 227 125 n. infortuni denunciati all’INAIL nel 2008 4.2 Partecipazione dei professionisti all’individuazione delle strategie aziendali e alla gestione operativa In particolare, il Collegio di Direzione elabora proposte ed esprime pareri al Direttore Generale, che non ne fa parte, relativamente all'integrazione e alla coerenza tra l'attività assistenziale e l'attività didattica, di ricerca e di innovazione. Un’organizzazione professionale come quella sanitaria dovrebbe fondare la sua attività su regole e modalità che assicurino l’aderenza a standard professionali condivisi. Quando questi non siano univoci o non esistano, i meccanismi di gestione dovrebbero comunque assicurare l’assunzione di decisioni ragionevoli o tali da esplicitare la loro base razionale in modo da poter essere oggetto di costante revisione e miglioramento. 4.2.2 Il processo di Budget Anche nel corso del 2009 è stato rielaborato il percorso del processo di Budget sulla base di un tracciato derivato dal consolidamento dell’esperienza costruita nel 2007. In particolare, la scheda di budget è stata elaborata seguendo una impostazione finalizzata ad esplicitare obiettivi più “mirati” quindi quantitativamente meno estesa rispetto alle schede elaborate negli anni precedenti. Il processo di Budget rappresenta un momento di priorità strategica aziendale in cui le figure professionali deputate a funzioni diverse interagiscono e compartecipano alla programmazione delle attività e alla previsione dei costi e dei limiti di spesa per un intero anno. 4.2.1 Il Collegio di Direzione e le funzioni di staff. Il Collegio di Direzione è un organo collegiale dell'Azienda e ha compiti di proposta in materia di organizzazione e sviluppo dei servizi e delle attività di ricerca e innovazione e per la valorizzazione delle risorse umane e professionali degli operatori, nonchè per le attività di formazione. 197 Tabella 4.4 Esempio di scheda di budget del 2010 4.2.3 Il processo di Accreditamento Questo processo rappresenta per l’intera azienda un risultato ottenibile metodologicamente attraverso il coinvolgimento/partecipazione attivo di tutti i professionisti ai fini di un raggiungimento di un obiettivo comune. Anche nel 2010, come negli anni precedenti, gli obiettivi erano diversamente distribuiti alle Unità operative in relazione al diverso traguardo da raggiungere: dall’accreditamento istituzionale alla preparazione delle rivisite nelle fasi di manutenzione. 4.2.4 I programmi interaziendali Anche questo argomento è stato descritto nelle sezioni specifiche. Elemento costitutivo comune ai piani interaziendali è la necessità di coinvolgimento e coordinamento di molte articolazioni organizzative in ambito aziendale e interaziendale. 4.3 Gestione del rischio e sicurezza 4.3.1 Condizioni di rischio per i lavoratori Il Dipartimento Interaziendale di Prevenzione e Protezione ha attivato nell’anno 2010 una verifica puntuale delle modalità di accadimento per: infortuni biologici, infortuni da movimentazione manuale di carichi/pazienti e per quanto riguarda gli infortuni accidentali, i quali vengono valutati per decidere quali meritano un’indagine specifica. E’ stata elaborata e pubblicata sulla intranet aziendale una specifica procedura, a valenza interaziendale, “Gestione degli infortuni professionali” con le relative schede di indagine: “Scheda di indagine per infortunio biologi198 co” e “Scheda di indagine per infortunio da MMC/P”. Le cause degli eventi infortunistici sono molto spesso il frutto di comportamenti non coerenti con quanto previsto dalle procedure e istruzioni operative per lavorare in sicurezza ed in alcuni casi non sono imputabili all’attività lavorativa. Con l’attivazione di queste indagini, ci si prefigge di evidenziare criticità correggibili e mistificazioni. A partire da marzo 2010, per ogni infortunio da rischio biologico, da movimentazione manuale carichi/pazienti e accidentali (secondo procedura), un operatore del Dipartimento effettua un’indagine con le specifiche schede. Inoltre, il Dipartimento Interaziendale di Prevenzione e protezione, predispone report semestrali che invia ai Datori di Lavoro. L’Analisi degli infortuni sul lavoro nell'azienda Ospedaliero-Universitaria e il calcolo dell’indice di incidenza degli infortuni totali e a rischio biologico, in rapporto al numero totale dei lavoratori, ha permesso di evidenziare come entrambi gli Indici abbiano avuto una tendenziale riduzione nel corso del 2010 rispetto all’anno precedente. Tabella 4.5 - Rilevazione degli indici di incidenza per l’anno 2009 N° casi n° infortuni/n° totale dipendenti Infortuni totali 342 13,52% Infortuni a rischio biologico 145 5,73% Tabella 4.6 - Rilevazione degli indici di incidenza per l’anno 2010 N° casi n° infortuni/n° totale dipendenti Infortuni totali 332 13,01% Infortuni a rischio biologico 130 5,10% Di seguito si illustrano gli accadimenti che hanno provocato infortuni a rischio biologico. I dati sono stati raccolti convocando presso il Servizio l’operatore interessato. Dalle valutazioni effettuate dal personale del Servizio di Medicina del Lavoro con l’operatore coinvolto sono emerse anomalie in particolare legate al comportamento (sottovalutazioni del rischio), all'informazione e al carico di lavoro. Figura 4.1 - Cause degli infortuni a rischio biologico 199 4.4 Ridefinizione dei ruoli professionali in relazione allo sviluppo delle strategie aziendali zioni della produttività, per il Personale del Comparto, e alla retribuzione di risultato, per i Dirigenti, al raggiungimento degli obiettivi individuati a conclusione della discussione del budget. 4.4.1 La ridefinizione dei nuovi quadri di responsabilità L’Azienda sta sviluppando modelli organizzativi che prevedono una maggiore partecipazione del personale con assunzione di responsabilità diretta nella gestione dell’attività aziendale. La nuova organizzazione della Direzione delle Professioni Infermieristiche, Ostetriche, Tecniche Sanitarie, della Riabilitazione e della Prevenzione ha comportato la necessità di rivedere alcune posizioni organizzative esistenti adeguandole anche all’attivazione dei Dipartimenti ad Attività Integrata. Durante il corso dell’anno 2010 si è continuato ad identificare i Referenti di attività mediante specifiche procedure di selezione e conseguente formulazione di graduatorie per singole articolazioni organizzative. L’istituzione di tale figura comporta una maggiore partecipazione del Personale nella gestione dell’attività dell’Azienda con assunzione di responsabilità diretta. L’attività dei titolari delle richiamate funzioni è soggetta a valutazione annuale e si inserisce in un quadro di crescita professionale delle figure interessate con lo scopo di un miglioramento continuo della qualità delle prestazioni sanitarie erogate nel complesso delle diverse unità operative. Nell’anno di riferimento sono state altresì espletate le procedure selettive per individuare figure sanitarie del Comparto come Facilitatori, Case Manager e Consulenti per i quali è prevista l’attribuzione di specifici obiettivi. L’Azienda basa la gestione dei professionisti sui principi dell’informazione, del coinvolgimento e della partecipazione, nel rispetto delle responsabilità/autonomie di ciascun ruolo organizzativo, della sistematica verifica, valutazione e definizione dei processi operativi, attraverso il confronto chiaro ed esplicito fra i diversi livelli di responsabilità. L’Azienda intende orientare in misura crescente tutta la struttura verso tali stili gestionali, consapevole anche della loro forte valenza formativa. 4.5 Sistema di valutazione delle competenze e sistemi premianti 4.5.1. Procedure di valutazione Nell’anno 2010 si è continuato a subordinare l’attribuzione delle quote economiche collegate alle incentiva200 Il Nucleo di Valutazione ha proceduto ad accertare il raggiungimento o meno degli obiettivi, e in tale ultima ipotesi, in assenza di riscontro di motivate giustificazioni, il Nucleo ha definito anche la conseguente riduzione delle corrispondenti quote economiche. Le procedure di valutazione sono improntate ai seguenti principi generali: • Trasparenza dei criteri e delle metodologie adottate ed obbligo di motivazione della valutazione espressa; • Informazione adeguata e partecipazione del valutato, anche attraverso la comunicazione e il contraddittorio. La valutazione e verifica degli incarichi di natura professionale e di quelli di direzione di struttura semplice o complessa, attribuiti ai dirigenti delle professioni sanitarie, infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione, della professione ostetrica e dei ruoli professionale, tecnico ed amministrativo, dipendenti del S.S.R. ed universitari integrati, è operata dagli organismi preposti: valutatori di prima istanza e Collegio Tecnico. Per il personale Dirigente Sanitario e per i Professori e Ricercatori Universitari equiparati gli organismi di valutazione sono costituiti con le stesse modalità dei dipendenti del S.S.R. Il Nucleo di Valutazione supporta la Direzione Generale nella valutazione e verifica dei risultati di gestione collegati al sistema di incentivazione (produttività e risultato). Ogni anno vengono definiti gli obiettivi per ognuna delle tre aree del personale (Dirigenza Medica, Dirigenza Sanitaria,Professionale, Tecnica ed Amministrativa e del Comparto), discussi e concordati in sede di budget con periodico monitoraggio dei risultati. L’Azienda si prefigge di implementare sistemi di valutazione, che tenendo debitamente conto dell’esperienza maturata, siano sempre più funzionali e rispondenti anche alla necessità di far crescere le competenze collegate alla profonda riorganizzazione già iniziata e che dovrà essere sviluppata e completata nel medio periodo, anche con riferimento alla nuova normativa in materia (D.Lgs. 150/2009). La contrattazione nazionale e locale, su istanza sindacale, ha nel tempo favorito l’incremento della parte fissa della retribuzione rispetto a quella variabile. Le risorse collegate alla retribuzione variabile sono le seguenti: • Area Dirigenza Medica € 1.944.007; • Area Dirigenza Sanitaria, Professionale, Tecnica ed Amministrativa € 270.596; dico ed Economica delle Risorse Umane e i singoli dipendenti. Il dipendente può effettuare consultazioni sul proprio cartellino delle presenze, sulla situazione di fruizione delle ferie, sui crediti e debiti orari, sul cedolino dello stipendio. Potrà inoltre compilare e trasmettere direttamente per via informatica variazioni e indicazioni inerenti la propria situazione personale aventi valenza anche economica per l’Azienda. Si sta procedendo ad implementare il sistema dando la possibilità di utilizzare la procedura anche da casa utilizzando internet. Nell’anno 2010 si è continuato altresì a dare attuazione alle norme in materia di trasparenza procedendo alla pubblicazione nel sito dell’Azienda dei trattamenti economici corrisposti al personale dirigente; inoltre si è ampliata l’applicazione del programma per permettere a ciascun Dirigente e titolare di posizione organizzativa di inserire nel sito aziendale il proprio curriculum professionale e formativo, nonché le proprie pubblicazioni. Area Comparto € 3.659.784; La percentuale della retribuzione in rapporto alla retribuzione fissa per le medesime aree è pari a circa il 6%. • 4.6 Sistema informativo del personale Nell’ambito della gestione del personale sono attivi specifici indirizzi intranet dedicati in particolare a taluni aspetti collegati al trattamento economico, alla gestione delle presenze e alla regolamentazione dell’attività libero professionale del personale avente diritto. All’interno di questi indirizzi sono presenti sia indicazioni normative che stampati per richieste da presentare all’Amministrazione, negli uffici di riferimento, per singole tematiche, con i riferimenti di contatto. E’ stato attivato nel primo semestre 2010 nell’ambito della piattaforma integrata per la gestione delle risorse umane, lo sportello self-service per il dipendente. Ciò permette, attraverso una applicazione web, uno scambio di informazioni tra gli uffici della Direzione Giuri- Figura 4.2 - Homepage dello sportello self service per il dipendente 201 4.7 Formazione La pianificazione dei percorsi formativi è stata sviluppata secondo due livelli di interesse, da una parte infatti i corsi saranno strumento di valorizzazione,preparazione, dell’equipe di ognuna delle strutture dipartimentali,in funzione dei nuovi assetti organizzativi, all’altra saranno veicolo di sviluppo personale per gli operatori. Le conoscenze utili per svolgere una professione sanitaria sono in continuo movimento. Ogni anno vengono svolte nel mondo migliaia di ricerche cliniche, finalizzate a mettere a fuoco le strategie diagnostiche, terapeutiche e riabilitative sulle quali si basa l'assistenza sanitaria. Anche le aspettative dei cittadini si accrescono: l'informazione sanitaria li rende più attenti alla propria salute e più esigenti nei confronti dell'agire dei professionisti sanitari in genere, medici in prima istanza. Le modalità della formazione continua sono state ridisegnate negli ultimi anni, per rendere l'aggiornamento degli operatori meno episodico e più strutturato. In quest’ottica la formazione rappresenta per l’azienda una leva strategica nell’assicurare lo sviluppo professionale degli operatori sanitari e la valorizzazione delle loro capacità, indispensabili per la realizzazione della sua mission tesa a erogare un “servizio” completo ed adeguato in risposta a tutte le esigenze del paziente. La formazione vuole essere uno dei punti qualificanti della nostra azienda che come priorità si pone lo sviluppo delle sue risorse umane valorizzandone le potenzialità esistenti con la consapevolezza che l’attenzione ai pazienti e ai percorsi di cura possano fornire una reale risposta alle esigenze diagnostico/clinico/ assistenziali/riabilitative dei cittadini. Il Piano Formativo del biennio vuole sviluppare non solo percorsi legati agli aspetti clinico - assistenziali ma anche a quelli relazionali e di comunicazione efficace, indispensabili per fornire una risposta il più completa possibile ai malati, connotandosi però per essere il piano predisposto per supportare il passaggio al nuovo polo ospedaliero che comporta non solo un cambiamento di struttura logistica, ma di modelli organizzativi del lavoro e quindi dell’assistenza globalmente intesa. Altro aspetto basilare è l’ innovazione nel governo dell’assistenza che si vuole implementare nel nuovo polo ospedaliero. Il processo di innovazione non riguarda solo le politiche e la programmazione per dare risposte globali a bisogni complessi (con il nuovo assetto di governance), riguarda anche la capacità di governare la ricerca e di introdurre quelle innovazioni tecnologiche e di processo che la ricerca mette a disposizione dei servizi sanitari e quelle innovazioni organizzative e professionali che sono necessarie per sostenere l’evoluzione dei problemi prioritari di salute dei cittadini ferraresi ed insieme migliorare la qualità dei servizi erogati. L’azienda, attraverso i processi formativi ed il miglioramento delle competenze dei professionisti che vi operano, tende a raggiungere gli obiettivi di salute dei cittadini. La formazione deve garantire e coniugare i bisogni del singolo operatore e quelli dell’azienda e del contesto di lavoro nel quale esercita la sua professionalità. Per questo l’individuazione degli obiettivi formativi è il risultato delle seguenti istanze: • esigenze aziendali, rilevate a livello direzionale • bisogni formativi rilevati nelle strutture dipartimentali • riferimenti a vincoli normativi • esigenze formative dei singoli operatori Ci si prefigge pertanto, in sinergia con le direzioni e i Referenti della formazione Aziendale di: • promuovere l’aggiornamento professionale degli operatori • sviluppare le competenze legate alle priorità delle varie strutture, attraverso la formazione sul campo, che nella nostra regione è costituita da: audit clinici, gruppi di miglioramento, revisione dei casi clinici, incontri finalizzati alla standardizzazione di protocolli e procedure operative ed implementazione di percorsi diagnostico – terapeutici • soddisfare i debiti formativi dei professionisti, come previsto dall’accordo Stato Regioni sul “Riordino del sistema di formazione continua in medicina” e l’art. 131 Decreto Legislativo n° 229 del 1999; Il Piano Formativo La programmazione e gestione del Piano di Formazione si forma sulla base di un'analisi del fabbisogno formativo espresso dagli operatori attraverso la rete dei referenti della formazione. Il Piano biennale di formazione è il principale strumento di programmazione delle attività formative. La scelta dell'azione formativa deriva da un'attenta analisi delle possibilità di miglioramento dei nostri servizi. Il Piano è lo strumento che permette il monitoraggio della coerenza delle attività con le necessità dell'organizzazione e della copertura degli stessi bisogni formativi. Esso agisce sulla cultura organizzativa, sul ruolo delle persone e sul loro sapere professionale. 202 del rischio si possono infatti portare cambiamenti significativi alla pratica clinica, e promuovere la crescita di una cultura della salute più attenta e vicina al paziente e agli operatori. Il servizio Formazione e Aggiornamento collabora con le diverse strutture aziendali per l’effettuazione dei corsi riconducibili all’area del rischio clinico, finalizzati a promuovere la sicurezza in aree prioritarie, tra cui: • Corso di formazione avanzato “progetto las-er lotta alla sepsi” in Emilia Romagna • Progetto lotta alla sepsi – corso di formazione base • Gestione del rischio clinico nella medicina di laboratorio • Gestione del rischio di errore di terapia in magazzino • I sistemi di gestione ambientale: certificazione secondo il sistema EMAS (Eco-Management and Audit Scheme). • La sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro D.LGS 81/2008 – Nuovi assunti Il Piano delle azioni formative 2010 svilupperà principalmente le seguenti tematiche: • ORGANIZZATIVO/MANAGERIALE • COMUNICATIVO/RELAZIONALE • TECNICO/SPECIALISTICA • RELAZIONALE • RISK MANAGEMENT Il Piano Formativo sarà suddiviso per tipologia formativa: • Progetti formativi gestiti direttamente dal servizio Formazione e Aggiornamento • Eventi formativi dei dipartimenti • Formazione sul campo 4.7.1 Corsi di formazione in sede: tematiche affrontate Diversi sono i corsi di formazione svolti in sede in riferimento alle aree previste dal piano formativo aziendale: Area tecnico specialistica In quest’area vengono inclusi tutti i corso che hanno l’obiettivo di aggiornare il personale rispetto alle recenti innovazioni, dell’area sanitaria tecnica ed amministrativa. Area organizzativo/manageriale Diverse sono le iniziative svolte per sviluppare le competenze organizzativo/manageriali; in particolare il corso Team Leadership che ha coinvolto tutti i coordinatori in un percorso di teorico–pratico che si è concluso con la stesura di progetti di miglioramento. Area gestione rischio clinico In un ottica di Risk Management, ossia di azioni complesse messe in atto per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e garantire la sicurezza del paziente, si pone l’obiettivo di implementare i percorsi formativi previsti dal “gruppo gestione del rischio”in quanto si è convinti che soltanto attraverso una gestione integrata Area relazionale Questa area include tutti i corsi finalizzati allo sviluppo di competenze relazionali; sia rivolte all’utente che ai famigliari. Sono rivolti al personale che opera nelle degenze e nei servizi di front office. Si riportano di seguito i titolo dei corsi effettuati come formazione in sede per l’anno 2010: Tabella 4.7 – Corsi di formazione in sede e relativi crediti ECM. Anno 2010 Totale Crediti ECM Titolo corso A.C.L.S. 688 ACCESS 125 AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: TERAPIA ANTALGICA: FORMAZIONE, ORGANIZZAZIONE, PROSPETTIVE 114 AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: ANESTESIA NEL PAZIENTE CARDIOPATICO NON CARDIOCHIRURGICO 124 AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: LA MORTE ENCEFALICA, LA DONAZIONE ED IL PRELIEVO DEGLI ORGANI A SCOPO DI TRAPIANTO 60 AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: L’INSUFFICIENZA RENALE ACUTA IN TERAPIA INTENSIVA: DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA 74 ALTA TECNOLOGIA E QUALITÀ E SICUREZZA NEL TECNOLOGY ASSESSMENT 162 APPLICAZIONE DELLE NORME DI BUONA PREPARAZIONE DEI RADIOFARMACI IN MEDICINA NUCLEARE “DALLA TEORIA ALLA PRATICA” 51 203 APPROFONDIMENTI IN TEMA DI DIABETE MELLITO 128 B.L.S.D.B. 984 B.L.S.H.P. 230 BIOPSIA MAMMARIA PERCUTANEA VACUUM ASSISTITA BABB SOTTO GUIDA RM: INDICAZIONI, LIMITI E TECNICA DI ESECUZIONE 64 CARCINOMA MAMMARIO: DIAGNOSI, PROGNOSI E TERAPIA DALLA MORFOLOGIA ALLA GENOMICA 52 CHIRURGHI IN CAMBIAMENTO: TECNICHE INNOVATIVE, INNOVAZIONI TECNOLOGICHE 800 COCHRANE LIBRARY: CORSO BASE 84 CORSO AVANZATO IN MATERIA DI LAVORI PUBBLICI - APPALTI CORSO AVANZATO: BUDGETING E REPORTING CORSO BASE DI TOSSICOLOGIA CLINICA 272 CORSO BASE PER INFERMIERI GUIDE DI TIROCINIO 1350 CORSO DI AGGIORNAMENTO: OSTEOPOROSI POSTMENOPAUSALE 2010 100 CORSO DI APPROFONDIMENTO SULLA CATALOGAZIONE DELLE PUBBLICAZIONI PERIODICHE E MONOGRAFICHE CORSO DI FORMAZIONE AVANZATO “PROGETTO LAS-ER LOTTA ALLA SEPSI IN EMILIA ROMAGNA” 88 CORSO DI FORMAZIONE PER OPERATORI TECNICI DI AMBULANZA NEL SERVIZIO 118 CORSO DI GUIDA SICURA 48 CORSO DI LINGUA INGLESE - LIVELLO BASE 675 CORSO DOCAREA 64 CORSO NAZIONALE L’APPROPRIATEZZA IN MICROBIOLOGIA 847 CORSO P.A.L.S. (PEDIATRIC ADVANCED LIFE SUPPORT) 986 CORSO PER ADDETTO ANTINCENDIO 850 CORSO TEAM LEADERSHIP PER COORDINATORI: ATTUAZIONE DEI PROJECT WORK 272 CORSO TEORICO-PRATICO PER L’UTILIZZO DEL SISTEMA PACS 270 D.LGS 196/2003 CODICE PRIVACY: AGGIORNAMENTO 44 DA MANAGER A LEADER 168 DEBRIEFING POST ATTIVITÀ DI TRAPIANTO D’ORGANO 21 DETERMINAZIONE DI BATTERI APPARTENENTI AL MYCOBACTERIUM TUBERCULOSIS COMPLEX E RIFAMPICINA RESISTENZA 40 DIABETE IN ETÀ EVOLUTIVA 252 DIFFUSIONE DELLA PROCEDURA AZIENDALE DI PROTEZIONE MECCANICA DELL’UTENTE: APPLICAZIONE NELLE U. O. DI ANESTESIA E RIANIMAZIONE 72 DIFFUSIONE DELLA PROCEDURA AZIENDALE DI PROTEZIONE MECCANICA DELL’UTENTE: APPLICAZIONE NELLE UNITÀ OPERATIVE DI DEGENZA RIABILITATIVA 134 EMORROIDOPESSI CON SUTURATRICE MECCANICA: NOVITÀ TECNOLOGICHE 64 ESITI DELLA RICERCA CLINICA NELLA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI 266 GAZZETTA UFFICIALE TELEMATICA CERTIFICATA GESTIONE ACCESSI VASCOLARI NEL PAZIENTE NEFROPATICO 246 GESTIONE DEI SINISTRI E DEL CONTENZIOSO 96 GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO NELLA MEDICINA DI LABORATORIO 208 GESTIONE DEL RISCHIO DI ERRORE DI TERAPIA IN MAGAZZINO 87 GESTIONE DI BASE DELLE VIE AEREE E ADDESTRAMENTO ALL’UTILIZZO DEI PRESIDI SOVRAGLOTTICI 318 GESTIONE PERCORSO E PREPARAZIONE UTENTE PER ESAMI “BREATH TEST” I DIPARTIMENTI INTERAZIENDALI - INIZIATIVA FORMATIVA AVEC I PRINCIPI DEL PDCA NELLA GESTIONE DELLE TECNOLOGIE SANITARIE 204 348 I SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE: OPPORTUNITÀ E IMPEGNO RICHIESTO PER UN OSPEDALE. CERTIFICAZIONE AMBIENTALE VOLONTARIA SECONDO IL REGOLAMENTO EMAS 36 I WORSHOP I COMITATI AZIENDALI CONTRO IL MOBBING IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 1 192 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 10 184 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 11 200 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 12 224 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 13 200 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 14 200 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 2 224 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 3 200 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 4 232 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 5 192 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 6 216 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 7 200 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 8 224 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 9 270 II CORSO DI RADIOPROTEZIONE 250 IL CATALOGO DEI PRODOTTI: DIPARTIMENTO CHIRURGICO SPECIALISTICO 180 IL SISTEMA TUTORIALE DEI MEDICI IN FORMAZIONE SPECIALISTICA 72 INFORMAZIONE E FORMAZIONE SUI RISCHI LAVORATIVI. CORSO PER NEO ASSUNTI 236 INNOVAZIONI IN MATERIA DI PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO E DIRITTO DI ACCESSO AI DOCUMENTI AMMINISTRATIVI INNOVAZIONI TECNICHE E TECNOLOGICHE IN RADIOTERAPIA 330 INQUADRAMENTO CLINICO DELLE PATOLOGIE DEI PAZIENTI IMMIGRATI 36 INTERPRETAZIONE DEI RITMI ELETTROCARDIOGRAFICI IN EMERGENZA 366 ISESWEB - 12 ORE 516 ISESWEB - 2 ORE 14 ISESWEB - 3 ORE 192 ISESWEB - REFRESH LA CHIRURGIA LAPAROSCOPICA DEL COLON 143 LA COMUNICAZIONE EFFICACE CON L’UTENTE E CON I FAMIGLIARI: CORSO BASE 200 LA COMUNICAZIONE EFFICACE CON UTENTE E FAMIGLIARI: CORSO AVANZATO 260 LA COMUNICAZIONE INTERNA AZIENDALE: STRUMENTI DI MIGLIORAMENTO 245 LA FIRMA DIGITALE IN AZIENDA LA FUNZIONE DI COACHING NELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE DI AREA: SECONDO CICLO FORMATIVO 80 LA GESTIONE DEI PROCESSI IN OSPEDALE 384 LA GESTIONE DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA - COMPITI E OBBLIGHI DEI PREPOSTI 80 LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DEL CARCINOMA MAMMARIO: INNOVAZIONE ED INTEGRAZIONE DIAGNOSTICO TERAPEUTICA 332 LA MEDIAZIONE INTERCULTURALE...PER ASSISTERE SECONDO CULTURA 700 LA MOVIMENTAZIONE CARICHI E PAZIENTI IN CAMERA OPERATORIA 14 LA NUTRIZIONE ARTIFICIALE NELLA REALTÀ OSPEDALIERA 176 205 LA QUALITA’ E L’APPROPRIATEZZA NEL PERCORSO OSPEDALE - TERRITORIO SENZA DOLORE PER LA RETE DEI REFERENTI COTSD 612 LA RADIOTERAPIA INTRAOPERATORIA: ASPETTI TECNICI, DOSIMETRICI E CONTROLLI DI QUALITÀ 54 LA RESPONSABILITA’ PERSONALE DELL’AUTISTA DI AMBULANZA LA RETE DEI REFERENTI DI ATTIVITÀ: ESPERIENZE MATURATE E ASPETTI CRITICI 452 LA RETE REGIONALE PER LA LOTTA AL DOLORE 642 LABORATORIO “PARLARE IN PUBBLICO” II LIVELLO 189 L’APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE AL PAZIENTE OBESO CON DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: PERCORSO DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO 220 L’AUDIT COME STRUMENTO PER IDENTIFICARE LE PRIORITÀ DI RICERCA - CORSO AVANZATO DI FORMAZIONE PER FACILITATORI DELL’AUDIT CLINICO E DELLA RICERCA VALUTATIVA: 2 FASE 576 L’AUDIT COME STRUMENTO PER IDENTIFICARE LE PRIORITA’ DI RICERCA. CORSO AVANZATO DI FORMAZIONE PER FACILITATORI DELL’AUDIT CLINICO E DELLA RICERCA VALUTATIVA 840 LE FUNZIONALITÀ DI MYDESK DI UNIFE 48 LEGGE 15/2009: LA RIFORMA DEL PUBBLICO IMPIEGO 60 LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE DEI COORDINATORI: LA TEAM LEADERSHIP 1920 LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE DELLA RETE DEI NEOINSERITI 640 MANAGEMENT SANITARIO: MODULO 1: IL MANAGEMENT SANITARIO E L’ASSETTO STRATEGICO - ORGANIZZATIVO DELLE AZIENDE SANITARIE 324 MANAGEMENT SANITARIO: MODULO 2: LA GESTIONE DEL PERSONALE NELLE AZIENDE SANITARIE (STAFFING E LEADING) 416 MANAGEMENT SANITARIO: MODULO 3: I SISTEMI DI PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO NELLE AZIENDE SANITARIE (CONTROLLING) 416 METODOLOGIA DELLA RICERCA CLINICA: I TRIAL CLINICI 680 METODOLOGIA EPIDEMIOLOGICA ED EPIDEMIOLOGIA CLINICA PER REFERENTI LESIONI DA PRESSIONE 240 MOVIMENTAZIONE CARICHI E PAZIENTI IN RADIOLOGIA 21 MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI PAZIENTI NELLE STRUTTURE SANITARIE: IL REPARTO IN MOVIMENTAZIONE 75 NURSING EDUCATION IN CANADA 110 P.B.L.S.D. 288 P.T.C. 352 P.T.C. AVANZATO 288 PRELIEVO ARTERIOSO RADIALE PER EMOGASANALISI 105 PRELIEVO ORGANI E TESSUTI: RIFLESSIONI EMOTIVE E RISPOSTE PER IL PROFESSIONISTA 55 PROGETTO LOTTA ALLA SEPSI - CORSO DI FORMAZIONE BASE 512 PROGETTO S.O.S. NET - SALE OPERATORIE SICURE 240 QUALITA’ NEL RAPPORTO DI RICERCA BIOMEDICA: LINEE GUIDA, DIFFICOLTA’, STRATEGIE 108 RAGIONAMENTO DIAGNOSTICO E DOCUMENTAZIONE ASSISTENZIALE IN AMBITO MEDICO 768 RETRAINING B.L.S.D. 20 RIABILITAZIONE RESPIRATORIA 693 SEMINARIO DI APERTURA DEL CORSO: NURSING/MIDWIFERY/PHYSIOTERAPY SENSITIVE OUTCOME 248 SEPSI: ASPETTI CLINICI E IMPORTANZA DEI DATI LABORATORISTICI 280 SIAMOC 2010 - ITER DECISIONALE PER LA PRESCRIZIONE E PROGETTAZIONE ORTESICA NELLA RIEDUCAZIONE DEL CAMMINO DELL’EMIPLEGICO ADULTO 399 SIAMOC 2010 - UTILIZZO CLINICO DI DISPOSITIVI INDOSSABILI IN RIABILITAZIONE 119 SISTEMI DI MISURAZIONE DELLE PERFORMANCE IN OSPEDALE 32 SOPRAVVIVERE ALL’ÉQUIPE 212 206 STAGE TEORICO PRATICO PER LA VALUTAZIONE E IL TRATTAMENTO FOCALE DELLA SPASTICITÀ 246 STATO DELL’ARTE E SVILUPPI FUTURI IN DIAGNOSTICA PER IMMAGINI 90 TAC MULTIBANCO DI ULTIMA GENERAZIONE: PRINCIPI TECNICI 96 TAGLIO CESAREO: DALL’AUDIT AL PROCESSO DI MIGLIORAMENTO 224 TRIAGE INFERMIERISTICO 176 UNA STRUTTURA D’INSEGNAMENTO: UN AMBIENTE PER APPRENDERE E PER INSEGNARE 640 USO DEL SOFTWARE ATLAS.TI NELLA RICERCA QUALITATIVA 130 VALUTAZIONE CRITICA DEGLI STUDI CLINICI CON METODOLOGIA PROBLEM BASED LEARNING 224 VENTILAZIONE MECCANICA NEL PAZIENTE CRITICO: TEORIA E PRATICA 42 VENTILAZIONE MECCANICA NON INVASIVA E UTILIZZO PRECOCE DELLA C PAP IN EMERGENZA 195 VII CORSO DI AGGIORNAMENTO IN MEDICINA TRASFUSIONALE 434 WEB 2.0 IN MEDICINA 54 WINDOWS 98 WORD EXCEL 377 WORKSHOP - L’EDUCAZIONE TERAPEUTICA STRUMENTO DI CURA NELLA PREVENZIONE E TERAPIA DI DOVRAPPESO, OBESITÀ E SINDROME METABOLICA IN ETÀ EVOLUTIVA 210 WORKSHOP DI PRESENTAZIONE DEI COMANDI FINALIZZATI SVOLTI DAL PERSONALE SANITARIO NELL’ANNO 2009 152 XIII CORSO AIDS E PATOLOGIE CORRELATE 684 XIII CORSO AIDS E PATOLOGIE CORRELATE - USL 504 Totale complessivo 37458 4.7.2 Formazione sul campo e formazione fuori sede Sono risultate pari a 505 le iniziative di formazione fuori sede e di formazione sul campo che hanno coinvolto 1619 professionisti dell’azienda, appartenenti a tutte le figure professionali. La formazione sul campo è stata attuata attraverso le attività di : addestramento gruppi di miglioramento attività di ricerca audit clinici La formazione fuori sede ha impegnato i professionisti nella partecipazione ad eventi in ambito nazionale ed internazionale. Tale formazione è diffusa all’interno dei diversi dipartimenti come risulta dalla tabella seguente: Tabella 4.8 – Crediti ECM per formazione sul campo e fuori sede per Dipartimento. Anno 2010 Formazione sul campo e formazione fuori sede Crediti ECM D.DIAGNOST PER IMMAG. E MEDICINA DI LAB. 1380 DIP.FARMACEUTICO INTERAZIENDALE 202 DIP.INT.STRUTT. LABORATORIO UNIICO PROV. 28 DIP.INTERAZ.STRUT. DI PREVENZIONE E PROT 6 DIPARTIMENTO CHIRURGICO 741 DIPARTIMENTO CHIRURGICO SPECIALISTICO 576 DIPARTIMENTO EMERGENZA 2535 DIPARTIMENTO MEDICO 1140 DIPARTIMENTO MEDICO SPECIALISTICO 1708 DIPARTIMENTO NEUROSCIENZE/RIABILITAZIONE 1201 DIPARTIMENTO RIPRODUZIONE E ACCRESCIMENT 1578 207 DIREZIONE DELLE PROFESSIONI 373 DIREZIONE MEDICA DI PRESIDIO 284 DIREZIONI AMMINISTRATIVE E TECNICHE 10 FISICA MEDICA 73 GRUPPI OPERATORI INTERDIPARTIMENTALI 84 STAFF DIREZIONE GENERALE 246 Totale complessivo 12165 4.7.3 Personale esterno partecipante a iniziative di formazione aziendali Ai corsi organizzati dall’Azienda può partecipare anche personale esterno che ne faccia apposita richiesta al servizio Formazione e Aggiornamento, previo pagamento della relativa quota di iscrizione. Tabella 4.9 - Corsi di formazione a cui ha partecipato personale esterno e relativi crediti. Anno 2010 Titolo corso Totale crediti A.C.L.S. 208 AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: TERAPIA ANTALGICA: FORMAZIONE, ORGANIZZAZIONE, PROSPETTIVE 15 AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: ANESTESIA NEL PAZIENTE CARDIOPATICO NON CARDIOCHIRURGICO 44 AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: LA MORTE ENCEFALICA, LA DONAZIONE ED IL PRELIEVO DEGLI ORGANI A SCOPO DI TRAPIANTO 18 AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: L’INSUFFICIENZA RENALE ACUTA IN TERAPIA INTENSIVA: DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA 22 ALTA TECNOLOGIA E QUALITÀ E SICUREZZA NEL TECNOLOGY ASSESSMENT 27 APPLICAZIONE DELLE NORME DI BUONA PREPARAZIONE DEI RADIOFARMACI IN MEDICINA NUCLEARE “DALLA TEORIA ALLA PRATICA” 12 APPROFONDIMENTI IN TEMA DI DIABETE MELLITO 0 AUTONOMIA E RESPONSABILITA’:SITUAZIONI SPECIFICHE DI INTEGRAZIONE CON IL PERSONALE DI SUPPORTO 4 B.L.S.D.B. 312 B.L.S.H.P. 10 BIOPSIA MAMMARIA PERCUTANEA VACUUM ASSISTITA BABB SOTTO GUIDA RM: INDICAZIONI, LIMITI E TECNICA DI ESECUZIONE 40 CARCINOMA MAMMARIO: DIAGNOSI, PROGNOSI E TERAPIA DALLA MORFOLOGIA ALLA GENOMICA 16 CHIRURGHI IN CAMBIAMENTO: TECNICHE INNOVATIVE, INNOVAZIONI TECNOLOGICHE 320 CORSO BASE PER INFERMIERI GUIDE DI TIROCINIO 100 CORSO DI AGGIORNAMENTO: OSTEOPOROSI POSTMENOPAUSALE 2010 75 CORSO DI GUIDA SICURA 36 CORSO NAZIONALE L’APPROPRIATEZZA IN MICROBIOLOGIA 420 CORSO P.A.L.S. (PEDIATRIC ADVANCED LIFE SUPPORT) 442 CORSO TEORICO-PRATICO PER L’UTILIZZO DEL SISTEMA PACS 5 DETERMINAZIONE DI BATTERI APPARTENENTI AL MYCOBACTERIUM TUBERCULOSIS COMPLEX E RIFAMPICINA RESISTENZA 4 DIFFUSIONE SCHEDA AZIENDALE RILEVAZIONE DEL DOLORE 5 DISCUSSIONE DI CASI CLINICI IN ONCOLOGIA 75 DISCUSSIONE RISULTATI CUSTOMER SATISFACTION IN RIABILITAZIONE 4 EMORROIDOPESSI CON SUTURATRICE MECCANICA: NOVITÀ TECNOLOGICHE 16 208 ENLS - EUROPEAN NEWBORN LIFE SUPPORT - BRESSANONE 10 GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO NELLA MEDICINA DI LABORATORIO 72 GESTIONE DEL RISCHIO DI ERRORE DI TERAPIA IN MAGAZZINO 48 GIORNATE DIDATTICHE DI PNEUMOLOGIA 56 GRUPPI DI MIGLIORAMENTO - DISCUSSIONE DI CASI CLINICI E CRITICITÀ ORGANIZZATIVE IN NEFROLOGIA 30 I DIPARTIMENTI INTERAZIENDALI - INIZIATIVA FORMATIVA AVEC I LUNEDÌ DELLE NEUROSCIENZE 62 I WORSHOP I COMITATI AZIENDALI CONTRO IL MOBBING 0 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 1 192 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 10 184 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 11 200 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 12 224 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 13 200 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 14 200 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 2 224 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 3 200 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 4 232 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 5 192 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 6 216 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 7 200 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 8 224 IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 9 270 II CORSO DI RADIOPROTEZIONE 150 IL DONATORE DI ORGANI E TESSUTI - PADOVA 12 INDAGINE DI PREVALENZA ICA 2010 4 INFORMAZIONE E FORMAZIONE SUI RISCHI LAVORATIVI. CORSO PER NEO ASSUNTI 4 INQUADRAMENTO CLINICO DELLE PATOLOGIE DEI PAZIENTI IMMIGRATI 24 INTERPRETAZIONE DEI RITMI ELETTROCARDIOGRAFICI IN EMERGENZA 6 ISESWEB - 12 ORE 84 ISESWEB - 3 ORE 9 ISESWEB - REFRESH LA CHIRURGIA LAPAROSCOPICA DEL COLON 143 LA GESTIONE DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA - COMPITI E OBBLIGHI DEI PREPOSTI 8 LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DEL CARCINOMA MAMMARIO: INNOVAZIONE ED INTEGRAZIONE DIAGNOSTICO TERAPEUTICA 52 LA MEDIAZIONE INTERCULTURALE...PER ASSISTERE SECONDO CULTURA 28 209 LA NUTRIZIONE ARTIFICIALE NELLA REALTÀ OSPEDALIERA 12 LA RETE REGIONALE PER LA LOTTA AL DOLORE 450 LA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE DELLO STUDENTE FISITERAPISTA 3 L’APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE AL PAZIENTE OBESO CON DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: PERCORSO DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO 40 L’AUDIT COME STRUMENTO PER IDENTIFICARE LE PRIORITÀ DI RICERCA - CORSO AVANZATO DI FORMAZIONE PER FACILITATORI DELL’AUDIT CLINICO E DELLA RICERCA VALUTATIVA: 2 FASE 468 L’AUDIT COME STRUMENTO PER IDENTIFICARE LE PRIORITA’ DI RICERCA. CORSO AVANZATO DI FORMAZIONE PER FACILITATORI DELL’AUDIT CLINICO E DELLA RICERCA VALUTATIVA 672 NURSING EDUCATION IN CANADA 60 P.B.L.S.D. 8 P.B.L.S.D.B - FERRARA 1 168 P.B.L.S.D.B. - FERRARA 2 272 P.T.C. 72 P.T.C. AVANZATO 48 PATOLOGIA INFETTIVA DEL POLMONE - LEGNAGO 4 PROGETTO LOTTA ALLA SEPSI - CORSO DI FORMAZIONE BASE 16 PROGETTO S.O.S. NET - SALE OPERATORIE SICURE QUALITA’ NEL RAPPORTO DI RICERCA BIOMEDICA: LINEE GUIDA, DIFFICOLTA’, STRATEGIE 6 RIABILITAZIONE RESPIRATORIA 72 RIUNIONI MENSILI IN MEDICINA NUCLEARE 6 RIUNIONI COMITATO PER IL CONTROLLO DELLE INFEZIONI CCIOS 4 SEMINARIO DI APERTURA DEL CORSO: NURSING/MIDWIFERY/PHYSIOTERAPY SENSITIVE OUTCOME 112 SEPSI: ASPETTI CLINICI E IMPORTANZA DEI DATI LABORATORISTICI 36 SIAMOC 2010 - ITER DECISIONALE PER LA PRESCRIZIONE E PROGETTAZIONE ORTESICA NELLA RIEDUCAZIONE DEL CAMMINO DELL’EMIPLEGICO ADULTO 357 SIAMOC 2010 - UTILIZZO CLINICO DI DISPOSITIVI INDOSSABILI IN RIABILITAZIONE 91 SISTEMI DI MISURAZIONE DELLE PERFORMANCE IN OSPEDALE 0 STAGE TEORICO PRATICO PER LA VALUTAZIONE E IL TRATTAMENTO FOCALE DELLA SPASTICITÀ 246 STATO DELL’ARTE E SVILUPPI FUTURI IN DIAGNOSTICA PER IMMAGINI 3 TAC MULTIBANCO DI ULTIMA GENERAZIONE: PRINCIPI TECNICI 3 TAGLIO CESAREO: DALL’AUDIT AL PROCESSO DI MIGLIORAMENTO 0 UNA STRUTTURA D’INSEGNAMENTO: UN AMBIENTE PER APPRENDERE E PER INSEGNARE 8 USO DEL SOFTWARE ATLAS.TI NELLA RICERCA QUALITATIVA 10 VENTILAZIONE MECCANICA NEL PAZIENTE CRITICO: TEORIA E PRATICA 0 WORKSHOP - L’EDUCAZIONE TERAPEUTICA STRUMENTO DI CURA NELLA PREVENZIONE E TERAPIA DI DOVRAPPESO, OBESITÀ E SINDROME METABOLICA IN ETÀ EVOLUTIVA 70 XIII CORSO AIDS E PATOLOGIE CORRELATE - USL 504 Totale complessivo 9811 4.7.4 La valutazione della qualità percepita Nel sistema certificato ISO 9000 la politica della qualità della formazione si esplica attraverso l’analisi e la soddisfazione delle esigenze dei propri “clienti” che sono: • • i partecipanti alle attività formative, in quanto destinatari diretti degli interventi pianificati e gestiti; la Direzione Generale e il Collegio di Direzione in quanto organi di indirizzo; 210 • i direttori dei Dipartimenti/Servizi, in quanto “utilizzatori” delle modificazioni nella cultura professionale e manageriale portate dalle iniziative di formazione e aggiornamento. A fronte di analisi svolte sugli specifici bisogni ed esigenze di tali soggetti, il servizio Formazione e Aggiornamento dell’Azienda ha identificato alcune garanzie prioritarie che intende assicurare e che rappresentano la Politica della Qualità del settore formativo. In particolare si riportano alcuni degli obblighi contenuti nel Manuale qualità della formazione, in particolare ai partecipanti si intendono garantire: • proposte formative coerenti con i bisogni specifici e capaci di accrescere le competenze professionali e personali; • coinvolgimento di tutte le figure professionali; • trasparenza nei meccanismi di gestione delle risorse disponibili. • informazioni chiare e tempestive sulle iniziative e sulle modalità di accesso alle iniziative formative • calendario e logistica compatibili con le attività operative; • docenza esperta e materiale didattico idoneo a supporto; • gestione della banca dati ECM • attestazione delle attività frequentate in tempi brevi; • informazioni in merito ai crediti ECM acquisiti da ciascun dipendente secondo quanto previsto dal sistema di Educazione Continua in Medicina alla Direzione Generale, al Collegio di Direzione ed ai direttori dei Dipartimenti/Servizi, si intende garantire: • pianificazione della formazione in linea con gli obiettivi aziendali e le criticità delle specifiche articolazioni organizzative; • sviluppo di competenze spendibili nell’azienda nel breve/medio periodo; • innovazione nei temi proposti e nelle metodologie adottate; • utilizzo delle eccellenze interne per offrire anche all’esterno iniziative formative con conseguenti ritorni in termini di immagine e ricavi; • modalità di erogazione ed organizzazione delle iniziative compatibili con l’organizzazione dei servizi; • rispetto del budget assegnato; • gestione della banca dati ECM. A fronte di tali considerazioni ed impegni, il servizio Formazione e Aggiornamento dell’Azienda pone come obiettivi generali della propria attività e gestione: • elaborazione di un Piano della Formazione Aziendale coerente con le priorità aziendali, le indicazioni regionali (P.S.R.) e nazionali (P.S.N. , Legge 135/90, D. Lgs 81/08, ecc…); • progettazione ed attuazione di iniziative formative trasversali alle varie articolazioni organizzative e specifiche di unità operativa, in modo da fornire risposte diverse ai differenti bisogni; • adeguatezza dei progetti in relazione ai bisogni formativi espressi dall’utenza (tutte le figure professionali presenti) e dalla committenza (Direzione Aziendale, Collegio di Direzione e responsabili dei servizi); • predisposizione di progetti formativi metodologicamente corretti; • utilizzo di metodologie formative aderenti alle competenze da sviluppare ed in linea con i moderni indirizzi della formazione degli adulti. • adozione di metodologie di valutazione dei corsi: gradimento, apprendimento, trasferibilità e impatto, al fine di misurare l’efficacia delle iniziative gestite; • formazione della rete dei referenti di dipartimento/servizio, per supportare i processi di analisi dei bisogni formativi e di gestione di iniziative tecnico specialistiche in modo adeguato; • predisposizione di procedure corrette per la gestione delle iniziative tecnico – specialistiche; • progettazione e attuazione dei corsi a catalogo in relazione alle eccellenze e alle competenze presenti nell’Azienda. A tal fine si presentano i dati di valutazione di gradimento degli ultimi anni relativi ai corsi effettuati Corsi lunghi (superiori alle 16 ore) Confrontando i dati dell’anno 2010 con quelli degli anni formativi precedenti, si evidenzia un lieve calo dei livelli di gradimento rispetto all’anno formativo 2009. Gli standard di riferimento rimangono comunque ampiamente 211 rispettati. E’ in aumento invece la percezione di applicabilità sul lavoro a breve e medio termine da 3,85 del 2009 si passa a 4,17 del 2010, per questo item dal 2010 si è inserito nel piano indicatori lo standard che è stato fissato => 3,7 su scala Likert a 5 valori Tabella 4.10 - Sintesi dati gradimento corsi “superiori alle 16 ore” dal 2003 al 2010 Annualità forma- Adeguatezza mativa teriale didattico standard => 4 scala Likert da 1 a5 Gradimento docenza => 4 scala Likert da 1 a 5 Gradimento globale Applicabilità a breve e medio termine => 4 scala Likert da 1 a 5 --scala Likert da 1 a 5 Anno 2003 4,05 4,55 4,45 3,31 Anno 2004 4,19 4,47 4,68 3,30 Anno 2005 4,16 4,55 4,52 3,40 Anno 2006 4,23 4,46 4,42 3,95 Anno 2007 4,43 4,66 4,66 4,00 Anno 2008 4,51 4,79 4,66 3,85 Anno 2009 4,39 4,82 4,68 3,85 Anno 2010 4,34 4,65 4,55 4,17 Corsi brevi (inferiori alle 16 ore) Per corsi brevi si intendono i corsi con durata pari o inferiore a 16 ore, per la valutazione del gradimento di questi corsi, si utilizza il “questionario breve”. Dall’anno formativo 2009 si è deciso di tenere scorporati i dati di gradimento dei corsi gestiti dalla servizio Formazione e Aggiornamento (U.O.F.A.)da quelli dei corsi gestiti dai Dipartimenti/Servizi. Vengono di seguito riportate le tabelle con i dati in dettaglio relativi ai singoli corsi. Confrontando i dati del 2010 con quelli degli anni formativi precedenti si evidenzia un sostanziale mantenimento dei livelli di gradimento. Gli standard di riferimento sono ampiamente rispettati. Per quanto riguarda l’applicabilità sul lavoro a breve e medio termine, lo standard definito dal 2010 è =>3,7 su scala likert; i risultati raggiunti mostrano un trend in miglioramento anche per i corsi gestiti dalla servizio Formazione e Aggiornamento, che passa da un valore medio di 3,8 del 2009 ad un valore medio di 4,16 nel 2010. Tabella 4.11 - Sintesi dati gradimento “corsi inferiori alle 16 ore” dal 2003 al 2010 Annualità formativa standard Adeguatezza ma- Gradimento docenza Gradimento globale teriale didattico => 4 scala Likert da 1a5 => 4 scala Likert da 1 a 5 => 4 scala Likert da 1 a 5 Applicabilità a breve e medio termine ----scala Likert da 1a5 Anno 2003 4,19 4,37 4,29 3,80 Anno 2004 4,46 4,81 4,81 3,65 Anno 2005 4,11 4,35 4,28 3,55 Anno 2006 4,07 4,51 4,35 3,60 Anno 2007 4,28 4,49 4,49 4,00 Anno 2008 4,22 4,43 4,39 3,95 Anno 2009 U.O.F.A. 4,18 4,57 4,49 3,80 Anno 2009 DPT/SERV 4,35 4,54 4,43 4,25 Anno 2010 U.O.F.A. 4,35 4,62 4,48 4,16 Anno 2010 DPT/SERV 4,25 4,56 4,47 4,26 212 4.7.5 Attività di docenza svolta da personale interno Nel corso del 2010 i dipendenti che hanno svolto attività di docenza nell’ambito di corsi aziendali sono stati 259, con erogazione di 5176 crediti di docenza. 4.7.6 Accreditamento della formazione e dei provider Per ciò che attiene l’accreditamento della formazione e dei provider ECM le attività finora svolte sono quelle relative alla partecipazione ai gruppi di lavoro regionali e nello specifico: gruppo di lavoro sulla definizione dei requisiti generali e specifici per l’accreditamento della formazione e dei provider di formazione in ottemperanza a quanto previsto dall’accordo nazionale in materia che delinea il passaggio dall’accreditamento del singolo evento (sistema in vigore nel quinquennio 2002-2007) all’accreditamento del provider (per il 2008-2010) che potrà essere nazionale o regionale. Tale gruppo ha già concluso la prima fase di lavoro,in attesa delle nuove indicazioni da parte della Regione Emilia Romagna. gruppo regionale dossier formativo (DF), con il mandato di costruire uno strumento di programmazione e valutazione del percorso formativo del singolo operatore (individuale) o del gruppo di cui fa parte (equipe o network professionale) come previsto dal nuovo sistema ECM. Il DF valorizza il diritto/dovere del professionista della sanità di acquisire crediti Ecm su tematiche coerenti con il proprio lavoro, profilo professionale e posizione organizzativa. I percorsi formativi dovranno essere coerenti sia ad obiettivi specifici professionali che a obiettivi derivanti dai piani sanitari nazionali, regionali e aziendali. Gli obiettivi individuali o di gruppo/gruppi troveranno collocazione nel dossier formativo ricomposti in un disegno aziendale che ripercorre la programmazione, la realizzazione / le evidenze e la valutazione Nel 2010 le Aziende hanno sperimentato un proprio modello di DF, dal confronto e dalle riflessioni sulle esperienze maturate e nel rispetto di quanto espresso negli Accordi Stato –Regioni (2007 e 2009), verrà prodotto un documento di orientamento comune con i criteri minimi vincolanti, per la realizzazione del DF nelle Aziende sanitarie dell’Emilia Romagna. 4.7.7 Dati di Attività Si riportano di seguito le tabelle relative alle gestione del budget della formazione per l’anno 2010. Tabella 4.12 - Budget complessivo per la formazione assegnato e utilizzato in relazione all’area contrattuale Area contrattuale Budget assegnato Budget utilizzato % Dirigenza medica 343.674,19 316.661 92,14 Dirigenza sanitaria, amministrativa tecnica e professionale 28.591,58 23.471 82,10 Comparto sanitario/amm./tecnico 453.207,87 298.633 65,90 Totale 825.473,64 638.765 77,39 indicatore : risorse utilizzate / assegnate, standard di riferimento =>60%; 213 abella 4.13 - Budget complessivo assegnato e utilizzato in relazione alla tipologia di attività formativa Tipologia attività formativa Budget assegnato Budget utilizzato % Aggiornamento in sede 337.258,45 298.765 88,59 Aggiornamento fuori sede 234.541,00 149.000 63,53 Comandi finalizzati 228.674,19 191.000 83,53 Acquisto attrezzature didattiche 25.000,00 10.831 43,33 Totale 825.473,64 649.596 78,70 Indicatori: • budget utilizzato per la formazione in sede/budget assegnato - standard di riferimento =>90% valore rilevato 88,59% • budget utilizzato per la formazione fuori sede/budget assegnato - standard di riferimento => 60%, valore rilevato 63,53% • budget utilizzato per comandi finalizzati/budget assegnato,- standard di riferimento => 60%, valore rilevato 83,53% Tabella 4.14 - Budget complessivo per aggiornamento fuori sede e comandi finalizzati assegnato e utilizzato in relazione all’area contrattuale Area contrattuale Budget assegnato Budget utilizzato % Dirigenza medica 223.674,19 205.000 91,66 Dirigenza sanitaria, amministrativa tecnica e professionale 25.591 23.000 89,88 Comparto sanitario/amm./tecnico 213.950 112.000 52,35 Totale 463.215,19 340.000 73,41 214 4.7.8 Rapporti con l’Università viene organizzata da un apposito Ufficio Tirocini, che si occupa della programmazione annuale delle attività. I corsi di laurea in convenzione con l’Università degli studi di Ferrara sono i seguenti: • Infermieristica • Fisioterapia • Ostetricia • Tecnico di Radiologia • Tecnico di Laboratorio Il contributo fornito dalla formazione aziendale nella formazione di tali professionisti riguarda diversi aspetti: 1. Lezioni teoriche: il personale dipendente svolge lezioni relative alle discipline professionalizzanti nell’ambito dei propri settori scientifico disciplinari 2. Gestione dei tirocini: Il programma di tirocinio è definito dal Coordinatore dell’attività formativa professionalizzante unitamente ai docenti delle discipline professionalizzanti . Le attività di tirocinio vengono organizzate per obiettivi, per anno di corso, e per aree organizzative. Le attività svolte dagli studenti sono illustrate nei programmi di tirocinio e registrate nel libretto personale dello studente. Il tirocinio prevede che lo studente, assegnato ad una determinata sede abbia come riferimento una Guida di Tirocinio. Il ruolo della Guida di Tirocinio viene esercitato da un infermiere che ha frequentato un corso specifico di 40 ore e un aggiornamento annuale. Il ruolo di Tutor didattico è svolto dai docenti delle discipline professionalizzanti. All’interno delle Aziende sanitarie, l’attività di tirocinio 4.7.9 Accesso alla documentazione scientifica da parte del personale (Information Literacy) L'attività clinica e la ricerca biomedica finalizzata sono sempre più basate su dati e pubblicazioni di carattere scientifico che validino scelte, metodi, terapie o nuove iniziative di ricerca. A tal fine è essenziale la disponibilità di un elevato numero di fonti (periodici elettronici e banche dati) per la consultazione corrente e, da parte dei medici, dei ricercatori e degli operatori sanitari, di capacità di base di ricerca bibliografica e di selezione delle informazioni di qualità. Questa capacità di base ad orientarsi nelle informazioni scientifiche è chiamata "information literacy" (con riferimento a questa capacità anche in altri settori non biomedici). Anche per l’anno in corso sono stati programmati ed effettuati corsi teorico pratici finalizzati al raggiungimento di autonomia nella ricerca degli esiti della letteratura clinica online. I corsi hanno riguardato principalmente le modalità di consultazione di banche dati di letteratura primaria e secondaria e l’analisi delle potenzialità di WEB 2.0 in ambito clinico. Inoltre, la biblioteca aziendale è disponibile a svolgere attività di consulenza personalizzata e ricerche mirate su quesiti specifici. I dati di accesso alle risorse on –line vengono monitorati periodicamente e, nonostante non sia possibile ottenerli in modo completo dagli editori, si allega la sintesi relativa all’anno in corso. Tabella 4.15 – Statistiche di accesso alle risorse online. Anno 2010 215 del Lavoro per il tentativo obbligatorio di conciliazione. Ove sussistano le condizioni l’Amministrazione ha manifestato la disponibilità a chiudere il contenzioso che conseguentemente non è durato più di due o tre mesi. Dove ciò non è stato possibile, il confronto è avvenuto davanti al Giudice Civile con l’allungamento dei tempi di risoluzione delle controversie. Tabella 4.16 – Dati di attività biblioteca Budget 211.000 € Riviste on line 6000 Riviste cartacee(titoli) 288 E-books 43 Libri a stampa 1400 Banche dati 14 Accessi a risorse online 2010 27.613 4.8.2 Azioni promosse per i dipendenti Le attività del Club Aziendale L’utilizzo dei locali dell’Ufficio Fotoriproduzione e Stampa, come sede del Club S.Anna, viene confermato anche per il 2010. Ciò ha contribuito ad identificare il Club come un’entità reale, un punto di riferimento e di incontro per i dipendenti e per gli interlocutori esterni al S. Anna che vogliono intrattenere rapporti convenzionali con il Club. Ha agevolato lo svolgimento delle attività e la diffusione delle informazioni. Il Club S. Anna comunica con tutti i dipendenti e Soci attraverso i seguenti strumenti: 1. mailing list di tutti i dipendenti che hanno un indirizzo @ospfe.it 2. mailing list dei Soci e dipendenti che hanno un indirizzo e-mail personale 3. invio al domicilio delle comunicazioni Club per chi ne fa richiesta 4. bacheche dislocate all’interno del S. Anna, le cui principali sono ubicate presso l’edicola interna e la mensa aziendale 5. newsletter mensile, con spazio riservato alle comunicazioni del Club S. Anna. 4.8 Struttura delle relazioni con il personale dipendente e le sue rappresentanze 4.8.1 Iniziative volte a creare un ambiente aperto alla negoziazione come condizione necessaria per la riflessione sulla qualità dei processi aziendali L’Azienda dà una enorme rilevanza alle relazioni con le Rappresentanze Sindacali ed è disponibile a convocare incontri ogni qualvolta lo richiedano nonché a rispettare le diverse forme di relazioni previste dai vigenti CC.CC.NN.LL. (contrattazione, concertazione e informazione). E’ da rilevare che nella Sanità sono presenti tre aree di contrattazione (Dirigenti Medici, Dirigenti dei ruoli Sanitario, Professionale, Tecnico e Amministrativo, Comparto). Pertanto, ad esempio, quando si parla di riorganizzazioni molte volte bisogna procedere ad attivare tre diversi tavoli di confronto. Su argomenti che presentino elementi di complessità sono attivate Commissioni Tecniche che, oltre ad approfondire le tematiche, permettono di definire, con il contributo dei Rappresentanti Sindacali, proposte condivise, ad esempio in materia di riorganizzazione. Nell’anno 2010 sono stati effettuati, a vario titolo, incontri per le seguenti aree contrattuali: • Dirigenza Medica n. 21 • Dirigenza Sanitaria, Professionale, Tecnica e Amministrativa n. 8 • Comparto n. 42 Le attività del Club Aziendale sono finalizzate a migliorare i rapporti tra dipendenti, condividendo interessi personali e sono dettagliate sulle pagine dedicate al Club del sito intranet aziendale . Strumenti di dialogo tra dipendenti (sito intranet aziendale): • Aggiornamento del Mercatino on line (scambio – vendo – compro). Servizi ai dipendenti e alle loro famiglie: • Proposte di campi estivi per ragazzi • Convenzioni con esercizi commerciali di ogni tipo • Convenzione con UISP Ferrara, che controlla sul territorio tutte le piscine, per consentire ai dipendenti di accedere ai corsi di nuoto attraverso una ‘corsia preferenziale’. • Fiere: distribuzione di biglietti a prezzo ridotto per le principali manifestazioni fieristiche organizzate a Ferrara • Corso di Nordic Walking, disciplina finalizzata al In relazione ad argomenti d’interesse generale per tutta l’Azienda, o per singole articolazioni, si procede ad incontri con il personale per illustrare azioni che si ritiene necessario perseguire. L’Azienda dirime i conflitti derivanti dai rapporti di lavoro nell’ambito delle relazioni con le Rappresentanze Sindacali. Prima delle modifiche legislative in materia, per alcune situazioni, nell’ordine di una decina per anno, il contenzioso è stato portato davanti all’Ufficio 216 Rapporti con associazioni locali: • Scambi culturali con il Gruppo Archeologi Ferraresi (visita guidata al Museo di Spina, partecipazione ad iniziative organizzate dal Club per i Soci GAF e viceversa) • Diffusione delle iniziative dell’Associazione culturale ‘Pico Cavalieri’. • Diffusione dell’anniversario della ‘Casa della Cultura’ di Tresigallo • Promozione mostre pittori emergenti: Giuseppe Linardi per Idearte di Ferrara • Rapporti con Touring Club Italiano con proposte a favore di tutti i dipendenti del S. Anna, Soci e non Soci. benessere psico-fisico con benefici all’apparato cardio-circolatorio Momenti di aggregazione fra dipendenti: • Partecipazione a mostre e organizzazione di viaggi Iniziative che mettono in evidenza attitudini e abilità dei dipendenti: • 6° edizione del Gran Premio Club S. Anna dedicato ai ciclisti amatoriali, • Collaborazione con IdeArte e Bagno Prey per pubblicizzare la Gara estemporanea di pittura ‘I sette Lidi: il territorio, la spiaggia, il mare’ 217 Arcispedale S. Anna – La Cappella e abitazione delle Suore, affacciate sul cortile interno 218 5. Sistema di relazioni e strumenti di comunicazione 5.1 La comunicazione per l’orientamento e l’accesso ai servizi Premessa 5.1.1 Supporto al percorso del cittadino Il 2010 ha visto l’Area Comunicazione, in qualità di funzione organizzativa di staff “di servizio al servizio”, particolarmente impegnata dal punto di vista istituzionale. La Legge Brunetta, con la cosiddetta operazione “Trasparenza”, ha coinvolto dirigenti e operatori aumentando la richiesta di supporto dei servizi interni nel pubblicare on line materiali e contenuti informativi (albo pretorio, valutazione/merito ecc..). Anche il nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale ha ulteriormente sensibilizzato gli operatori aziendali ai temi del miglioramento della comunicazione, sia interna sia esterna, attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici. Lo stesso codice prevede che vi sia, da parte delle amministrazioni pubbliche, sempre più utilizzo di tecnologie per migliorare la circolazione delle informazioni e i modi di comunicare sia tra i dipendenti aziendali sia nei rapporti con i cittadini. Il cambiamento della Direzione Generale, nell’ultimo trimestre dell’anno, ha richiesto un impegno puntale e preciso delle singole articolazioni organizzative dell’area, con particolare evidenza per le attività svolte dall’Ufficio Stampa (comunicati e conferenze stampa) e dalla Comunicazione istituzionale (Tavolo della comunicazione inter-istituzionale per l’accompagnamento dei cittadini di Ferrara e Provincia verso il nuovo polo ospedaliero di Cona). Inoltre, è continuato anche per il 2010 l’impegno della Direzione dell’Area Comunicazione riguardo al progetto regionale Differenze & Equità, in collaborazione con l’Ufficio Accoglienza e Mediazione e la Presidente dell’attuale CUG2 (da settembre 2010), e il Progetto Aziendale Umanizzazione, in collaborazione con l’URP. L’accesso ai servizi è ritenuto momento e luogo di possibile produzione e manifestazione di differenze e ineguaglianze, d’incontro e negoziazione delle aspettative e abilità degli utenti. L’analisi dell’attività e dei percorsi organizzativi diventa fondamentale per capire in che modo si possono produrre e di conseguenza come si possono contrastare le disuguaglianze. Le diversità e le pratiche a “misura di persona” si configurano come una sfida per l’organizzazione e per la loro gestione attraverso strumenti dinamici capaci di garantire equità per orientare e armonizzare politiche aziendali di diversity management. Il primo punto di riferimento per il cittadino che entra in Ospedale è rappresentato dal punto informativo ubicato presso la Portineria Centrale, che insieme all’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) facilita e favorisce il suo percorso, garantendo la fruizione del pieno diritto di accesso ai servizi sanitari erogati dall’Azienda. Tale compito è svolto attraverso attività di accoglienza informativa che comprendono il ricevimento dell’utenza in accesso diretto e la risposta immediata alle richieste telefoniche. Presso il punto di accoglienza della Portineria Centrale l’utente riceve informazioni di tipo logistico – orientativo (ubicazione di reparti/servizi, dove prenotare, numeri telefonici aziendali, ecc.). Per esigenze informative più complesse l’utente si affida all’URP, che risponde alle chiamate telefoniche del Numero Verde Regionale 800 033 033 (per il quale effettua informazione di 2° livello), ai quesiti dei cittadini che pervengono via e-mail o fax e si fa carico di risolvere eventuali difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie erogate dall’Azienda. Nell’ambito dell’attività a tutela del cittadino, l’URP gestisce le segnalazioni e i reclami, come da procedura aziendale. 2 5.1.2 Accoglienza informativa presso la Portineria Centrale Il grafico sottostante mostra un incremento di attività nel 2010 rispetto all’anno precedente, dovuto principalmente all’uso più proficuo, da parte del personale, delle risorse informatiche in dotazione per fornire informazioni all’utenza. Fornire risposte rapide, aggiornate e corrette contribuisce ad aumentare l’affidabilità del servizio agli occhi del cittadino, che sempre più spesso contatta il punto informativo anche telefonicamente, utilizzando i riferimenti presenti nella pagina dedicata all’Accoglienza informativa del sito aziendale. Figura 5.1 – Accoglienza informativa presso la Portineria Centrale 2009/2010 Comitato Unico di Garanzia 219 Figura 5.2 - Accoglienza informativa presso la Portineria Centrale, raffronto 2009/2010 5.1.3. Accoglienza informativa presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico dal notevole incremento dei dati di attività rispetto al 2009: la diffusione a livello mondiale della scoperta del Prof. Zamboni in merito alla CCSVI e l’invio di diverse migliaia di ticket di Pronto Soccorso, tariffati secondo le nuove norme regionali, per i quali il cittadino necessitava di informazioni e chiarimenti. Il 2010 è stato caratterizzato da due eventi particolarmente significativi dal punto di vista gestionale e comunicativo per l’Ufficio, i cui effetti risultano evidenti 220 Figura 5.3 – Accoglienza informativa presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico Figura 5.4 - Accoglienza informativa presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico 5.1.4 Accoglienza Informativa dell’Ufficio Accoglienza e Mediazione Anche l’Ufficio Accoglienza e Mediazione, assieme alle altre articolazioni organizzative dell’Area Comunicazione, interviene nel processo di Accoglienza informativa dell’utente. Nello specifico, l’attività è rivolta a persone straniere e/o caratterizzate da alta complessità relazionale, povertà di legami e isolamento sociale. Il monitoraggio avviene attraverso specifiche schede che permettono il controllo dei parametri riportati nella Figura 5.5 221 Figura 5.5 - Ufficio Accoglienza e Mediazione – Interventi di facilitazione svolti nell’anno 2010 Legenda grafico (PdS: Permesso di soggiorno; Altro: Attività di facilitazione per rilascio STP ed ENI) 5.1.5 Funzionalità di Mediazione Interculturale Interaziendale Come si evince dal grafico, nel 2010 la maggior parte degli interventi di facilitazione informativa sono stati effettuati per orientare le persone all’accesso e fruibilità dei servizi, nell’accompagnamento e nel disbrigo delle prassi amministrative. Nella maggioranza dei casi è l’utente a richiedere aiuto al personale dell’Ufficio, ma spesso si registra la richiesta d’informazione anche da parte del personale aziendale. Al terzo posto si pone il bisogno di contatto con la rete dei servizi socio-sanitari di Ferrara (Servizi Sociali, Associazioni di volontariato, ecc). Per quanto riguarda l’attività di mediazione svolta nell’anno 2010 nei 7 Nodi di Rete della Provincia, l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara, quale struttura sanitaria più importante di tutta la Provincia e capofila della funzione, ha richiesto l’intervento del mediatore interculturale n. 1690 volte. Il numero totale degli interventi è pari alla somma di tutti quelli richiesti nelle rimanenti sedi che, pur molto distanziati quantitativamente, hanno visto un incremento nel triennio 2008-2010. Figura 5.6 - Interventi di mediazione interculturale svolti nei sette Nodi di Rete Anno 2010 222 Come detto in precedenza, quasi tutte le sedi hanno visto un aumento delle richieste di mediazione interculturale negli ultimi 3 anni, dovuto a una crescita della presenza di cittadini stranieri, e quindi potenziali utenti, sul territorio provinciale. Nel 2010 i residenti stranieri nella Provincia di Ferrara sono aumentati di 2.758 unità, passando da 24.537 a 27.295 (+11,2%)3. Entrando nel merito dell’analisi, soltanto il Centro Salute Donna e Pediatria di Comunità di Ferrara hanno conosciuto una lieve inflessione delle richieste di mediazione. Notevole è l’aumento della richiesta del mediatore presso il servizio di Igiene Pubblica, che nel corso degli ultimi anni si avvale del supporto della mediazione in modo sempre più sistematico. Il dato riguardante l’Ospedale di Cento denota un importante incremento nel biennio 2009-2010, che tiene conto oltre che del miglioramento nelle modalità di registrazione e monitoraggio, anche dell’importante attività di mediazione svolta presso l’Ambulatorio Dedicato alle Donne Straniere aperto il 1 settembre 2010 presso il Servizio Salute Donna di Cento. Figura 5.7 - Interventi di mediazione interculturale svolti nei Sette Nodi di Rete Anno 2008-2010 Riguardo alla nazionalità, per la quale è maggiormente richiesto l’intervento della mediazione, il Marocco e il Pakistan sono al primo e secondo posto. Per entrambe le provenienze geo-culturali, nell’arco del biennio 20092010, sono raddoppiate le richieste. La Cina, al terzo posto, è la nazionalità che ha conosciuto un incremento meno evidente; tuttavia, la popolazione asiatica si caratterizza per la presenza più irregolare presso le strutture socio-sanitarie di Ferrara e Provincia. Gli interventi di mediazione per i Paesi dell’Est Europa non conoscono particolari picchi o inflessioni, il dato è in linea con l’andamento degli ultimi anni. Figura 5.8 - Interventi di mediazione interculturale svolti a livello interaziendale per Nazionalità Anno 2009 – 2010 L’analisi dei dati concernenti i ricoveri degli utenti stranieri nel triennio 2008-2010 rileva un aumento della presenza straniera presso le strutture ospedaliere dei Comuni ove presenti. Circa l’Ospedale di Ferrara, è facile evidenziare un notevole incremento negli anni 2009-2010 (dal 6,84% al 7,24%). 3 Rapporto Provinciale 2011 - Osservatorio sull’Immigrazione della Provincia di Ferrara dati al 31.12. 2010 223 Tabella 5.1 - Ricoveri degli utenti stranieri sul totale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara Anno 2008 Anno 2009 Anno 2010 6,64% 6,84% 7,24% In Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara le persone che richiedono mediazione provengono, come nel 2009, da Marocco, Pakistan e Cina. E’ importante vedere come l’utenza marocchina sia quasi raddoppiata rispetto al 2009 e come sia avvenuto un importante incremento delle presenze pakistane (da ricordare che nel 2008 quest’ultima nazionalità era addirittura all’8° posto della classifica). Non hanno subito variazioni i dati sulle presenze cinesi presso la struttura Ospedaliera di Ferrara, ma si caratterizzano come le più irregolari e disomogenee se considerato l’andamento annuale delle mediazioni svolte. Restano costanti, invece, il Pakistan e il Marocco, quasi creassero una “base” stabile e regolare durante tutti e 12 i mesi. Se l’Est Europa sembra avere meno bisogno di mediazioni interculturali, è comunque visibile un raddoppio dell’utenza ucraina (pressoché totalmente femminile). In linea con il 2009, invece, la presenza rumena. Figura 5.9 - Interventi di mediazione interculturale e Nazionalità in AOU di Ferrara Anno 2009-2010 pazienti di origine cinese e pakistana. L’unico decremento sottolineato è quello in ambito pediatrico (Pediatria, Chirurgia Pediatrica). Nel grafico sono assenti - dal punto di vista “numerico”- le richieste di mediazione presso i P.S. (Generale, Ginecologico, Ostetrico), indicatore di presumibile competenza interculturale maturata dal personale nel far fronte all’emergenza. Tale riflessione è confermata anche dal fatto che sia a livello interaziendale sia in Azienda un mediatore incontra lo stesso utente, in media, quasi 2 volte (1,8 per la precisione): ciò significa che il mediatore è visto come un operatore indispensabile, non tanto per attività estemporanee in urgenza, ma per interventi finalizzati alla programmazione diagnostica e terapeutica, al soggiorno in ospedale e alla dimissione. L’altissima presenza femminile presso l’Ospedale non può che coincidere con una richiesta di mediazione molto elevata in UU.OO. facenti parte del Dipartimento Accrescimento e Riproduzione (nel grafico indicata come Area Ostetrica, Area Ginecologica e Area Pediatrica). Notevole è la richiesta della mediazione per la Radioterapia (eseguita per un utente marocchino che ha impegnato la mediatrice araba durante tutto l’anno) e la Rianimazione (per casi di nazionalità cinese e serbo-croata, concentrati nella parte centrale del 2010). Non passano inosservati i dati riguardanti la Genetica Medica, centro di riferimento regionale per la diagnosi prenatale, capace di accogliere persone straniere provenienti non solo dalla Provincia di Ferrara. Per quanto concerne l’U.O. di Malattie Infettive, l’incremento è importante: durante il 2010, il reparto ha richiesto mediazioni in DH e degenza quasi esclusivamente per 224 Figura 5.10 - Interventi di mediazione interculturale e Unità Operative/Servizi AOU di Ferrara Anno 2010 5.2.2 Progetto Allattare Al Seno 5.2 La comunicazione per le scelte d’interesse per la comunità Il progetto “Allattare al seno”, a carattere interaziendale (Azienda USL e Ospedaliero Universitaria di Ferrara), è iniziato nel 2009 e terminato con la conferenza stampa il 01.07.2010. La realizzazione del libretto multilingua nasce dalla necessità di uniformare le informazioni da fornire alle mamme riguardanti l’allattamento al seno, come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il valore insito nel tutelare l’allattamento al seno va ben oltre l’aspetto nutrizionale, in quanto la sua realizzazione richiede la messa in atto di una serie d’interventi che vanno a soddisfare anche altri bisogni di salute della madre e del bambino. Il gruppo di lavoro interaziendale e multi professionale, coordinato dal personale dell’Ufficio Accoglienza e Mediazione, ha permesso la realizzazione del libretto informativo multilingua (Italiano, Inglese, Francese, Arabo, Cinese, Rumeno, Russo, Urdu) distribuito nei punti nascita della Provincia di Ferrara, Salute Donna e Pediatria di Comunità e nelle sedi comunali ove presenti operatori addetti al sostegno all’allettamento materno. 5.2.1 Predisporre un progetto di individuazione di spazi dedicati ai diversi culti e alla stanza del silenzio La presenza di un’utenza multiculturale, dovuta a un importante fenomeno migratorio, e il bisogno di stabilire relazioni e progetti d’aiuto interculturali, porta a ipotizzare la realizzazione di uno spazio che permetta il rispetto dell’Altro e delle diverse sensibilità, al fine di dare a tutte le confessioni, la possibilità di esprimersi. L’obiettivo consiste nel predisporre un progetto di fattibilità riguardante la realizzazione di una stanza del silenzio – della quiete nello spazio multiculto – per il nuovo Ospedale di Cona. Azioni Svolte nell’anno 2010: Revisione della letteratura; Visita documentativa e interviste ai responsabili della “Stanza del silenzio” presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria - Molinette - San Giovanni Battista di Torino; Realizzazione del report fotografico; Incontro con il personale del Servizio Tecnico e Ufficio Grandi Lavori impegnati nella realizzazione dell’Ospedale di Cona. Discussione riguardo alla fattibilità del progetto “Preghiamo insieme nella Stanza del Silenzio”; Sopralluogo e visita documentativo/ fotografica alla Sala Multiculto del nuovo Ospedale di Cona; Consegna delle piante del nuovo Ospedale di Cona che si riferiscono alla Sala Multiculto. 5.2.3 Collaborazione con Er-go per l’accoglienza di tirocini di neo-laureati Durante il 2010 l’Area Comunicazione in collaborazione con Er-go, che è l’ente che si occupa del diritto allo studio a livello regionale, ha attivato una sperimentazione nell’accogliere due stagiste con laurea in Tecnologia della Comunicazione e in Scienze della Comunicazione offrendo formazione ed esperienza data l’eterogeneità delle figure professionali presenti all’interno dell’Area. Tale opportunità di crescita ha 225 costituito un tentativo di rafforzamento della sinergia tra Ospedale e Università, tenuto conto dell’attuale crisi economica che sta rendendo sempre più difficile, e soprattutto sta ritardando per i giovani, in particolare neolaureati, la possibilità d’inserimento all’interno di contesti organizzativi, ostacolando anche il crearsi di condizioni necessarie all’acquisizione di un’esperienza lavorativa richiesta a integrazione della preparazione teorica acquisita durante gli studi universitari. sensibilizzazione al dono del sangue degli operatori che lavorano in Sanità nella provincia di Ferrara, gestita in collaborazione con l’Azienda USL di Ferrara dalla stesura della brochure informativa alla distribuzione a tutto il personale aziendale. 5.2.5 Sito internet Il sito internet www.ospfe.it rappresenta sempre più uno strumento fondamentale nella comunicazione con i vari target di utenza (cittadini, professionisti, rappresentanti delle associazioni del territorio ecc..); in questa direzione durante il 2010, a seguito della scelta del Dipartimento Interaziendale ICT di fornire un nuovo software per la gestione dei contenuti web, conforme alle normative di accessibilità e sicurezza, la funzione internet-intranet ha ritenuto indispensabile procedere a una modernizzazione dei siti esistenti, progettando una nuova grafica e una nuova architettura dei contenuti per costituire un unico Portale Aziendale. Grazie ad un continuo aggiornamento delle informazioni si evidenzia un continuo incremento di visite dimostrando la sua efficacia come strumento di comunicazione. 5.2.4 Campagne di comunicazione Nell’ambito della sua attività, l’Ufficio Relazioni con il Pubblico collabora con la Regione Emilia Romagna e l’Azienda USL di Ferrara per la diffusione di campagne di educazione alla salute. Nel 2010 ha provveduto alla distribuzione di materiale informativo ai cittadini e ai dipendenti dell’Azienda per le numerose iniziative; per citarne alcune: “Giornata del sollievo 2010”: contro il dolore post-operatorio; “Dona il sangue cordonale” ; “Lotta alla zanzara tigre”; “Giornata mondiale di lotta all’AIDS”; “Anche noi ci siamo! Donare per prendersi cura degli altri ma anche di se stessi” - Campagna di Figura 5.11 - Statistiche di accesso al sito www.ospfe.it nel 2009 e 2010 5.2.6 House organ e Rubriche informative televisive sulla TV locale “Sant’Anna Informa” in coda al Tg con informazioni di servizio e di attualità scientifica dell’Ospedale; rubriche quindicinali di tipo intervista ai professionisti sui temi di cura e prevenzione, trattando singole patologie suddivise per specialità clinica ed è proseguita, dopo una prima fase sperimentale, la trasmissione di video all’interno del sistema televisivo “Health TV” in sala d’attesa del reparto di Audiologia. Anche nel 2011 è proseguita la realizzazione e la relativa distribuzione del periodico trimestrale “Sant’Anna & Notizie” che informa sulle attività aziendali ed in particolare sui cambiamenti organizzativi, sulle numerose iniziative convegnistiche e sulle eccellenze cliniche. Inoltre sono state effettuati reportage settimanali 226 5.3 Gli strumenti per la comunicazione interna aziendale 5.3.1 La rassegna stampa Gli accessi alla rassegna stampa quotidiana, nel raffronto 2009/2010 evidenziano come essa risulti uno strumento informativo molto utilizzato dai dipendenti aziendali. Figura 5.12 - Statistiche di accesso alla rassegna stampa nel 2009 e 2010 5.3.2 Sito intranet Il sito intranet si può ritenere uno dei mezzi di comunicazione più integrati a livello organizzativo sia in termini di contenuti sviluppati, all’interno di aree condivise e riservate, e sia in termini di statistiche di accesso. In particolare nel 2010 l’incremento del suo utilizzo è riconducibile all’inserimento sul sito del cosidetto sportello “selfservice” attraverso cui il dipendente ha accesso ai suoi dati personali (orari delle timbrature, corsi di formazione eseguiti, giorni di ferie ecc…). Figura 5.13 - Statistiche di accesso al sito intranet nel 2009 e 2010 5.3.3 Newsletter Dall’indagine di soddisfazione svolta nel 2009, la spedizione della newsletter mensile che veniva inviata con notizie di servizio utili al dipendente in forma cartacea, è stato modificato in invio in formato elettronico in modo da ridurre i costi di produzione e l’investimento di materie prime come la carta e le cartucce della stampante. 227 Arcispedale S. Anna – La degenza-infermeria di uno dei padiglioni: un unico ambiente per 30 posti letto 228 6. Governo della Ricerca ed Innovazione • Il Servizio sanitario regionale (SSR) ha definitivamente maturato la consapevolezza della rilevanza delle attività di ricerca come elemento essenziale al proprio sviluppo strategico. Tale consapevolezza si esprime attraverso la definizione della ricerca come funzione istituzionale fondamentale propria di tutte le Aziende sanitarie in cui il SSR si articola, al pari di quella assistenziale, con la quale deve essere funzionalmente integrata. La valorizzazione delle attività di ricerca e di didattica già oggi svolte dal SSR ha proceduto contestualmente da un lato alla ridefinizione del ruolo e delle funzioni delle Aziende Ospedaliero-Universitarie, rafforzando le forme di collaborazione con il sistema delle Università della regione, secondo quanto previsto dalla L.R. 29/2004, e dall’altro, attraverso il Programma di ricerca Regione Università con avvio di progetti finalizzati in alcune specifiche aree cliniche e metodologiche, teso a rafforzare e sviluppare la rete collaborativa fra le Aziende Sanitarie, l’Università e gli IRCSS. • • • gione Emilia Romagna, Agenzia Sanitaria Regionale, AIFA. ISS ecc. Gestione e controllo dei fondi istituzionali per la ricerca in ambito sanitario Predisposizione e autorizzazione dei contratti connessi alla sperimentazione clinica Attività amministrativa connessa ai progetti finalizzati regionali e ministeriali Attività di supporto nell’ambito dei progetti finanziati dalla Comunità Europea in collaborazione con l’Ateneo di Ferrara Tra le innovazioni apportate all’organizzazione dell’attività, maggiore rilievo è sicuramente rivestito dall’utilizzo di una “procedura aziendale di gestione degli studi clinici”, relativa al percorso processuale delle sperimentazioni, condivisa con tutti gli attori coinvolti e tesa a favorire l’omogeneità nella visione della “mission” affidata allo staff, sia al proprio interno che con i soggetti che a qualsiasi titolo entrano nel processo. Questo ha prodotto una maggior integrazione tra gli operatori dell’Ufficio ed anche con le interfacce interne ed esterne all’azienda, ma anche con i “clienti interni”, nonché una maggiore chiarezza sulle competenze e responsabilità. Infatti la creazione della procedura aziendale ha permesso il coinvolgimento dei settori, con i quali l’ufficio collabora maggiormente, quali la Farmacia (per la parte che gli compete di accoglimento, distribuzione, preparazione e restituzione dei farmaci), la Farmacologia Clinica (per il compito affidatogli dal Comitato Etico: predisposizione del monitoraggio clinico interno degli studi), della Direzione Risorse Economico Finanziarie (predisposizione delle procedure condivise di fatturazione, inoltro dati fiscali ed anagrafici, rendicontazioni, ecc.), del Dipartimento Interaziendale Acquisti e Logistica Economale (per la definizione del percorso inerente i comodati d’uso, se previsti dagli studi) ed infine con l’Ufficio Legale e la Direzione Amministrativa di Presidio (per i percorsi inerenti le Assicurazioni e la predisposizione dei contratti conseguenti alla attivazione di studi clinici). 6.1 Azioni dell’infrastruttura locale ed integrazione dei sottosistemi aziendali Nel corso dell’anno 2010, l’Ufficio Ricerca e Innovazione ha consolidato e ampliato il percorso iniziato negli anni precedenti, con grande attenzione allo sviluppo di un rapporto più attento ed articolato di collaborazione con i professionisti che con maggiore intensità si dedicano alla ricerca. Le principali funzioni attualmente svolte dall’ufficio risultano essere le seguenti: • Coordinamento Aziendale per le tematiche relative al Comitato Etico • Segreteria Aziendale amministrativa ed economica al Comitato Etico • Supporto tecnico al collegio di Direzione per le attività di ricerca e innovazione • Monitoraggio della ricerca scientifica svolta all’interno dell’azienda, cura e aggiornamento del database interno, di quello dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e del database regionale denominato “Anagrafe della Ricerca” nel quale vengono inseriti i dati relativi a tutte le tipologie di ricerca attivate nelle Aziende sanitarie della R.E.R. • Supporto tecnico e amministrativo per la predisposizione dei protocolli di studio e di ricerca e per le attività ad essi connesse • Coordinamento dei rapporti con i promotori della ricerca istituzionale: Ministero della Salute, Re- Nel corso dell’anno 2010, a seguito del Decreto Legislativo emanato in tema di assicurazioni, l’Ufficio ha proceduto in collaborazione con l’Ufficio Legale alla predisposizione dei documenti necessari alla emanazione del bando di gara. Contestualmente ha collaborato in maniera continua e coordinata con i professionisti, al fine di supportarli nelle modifiche introdotte dal citato decreto, (come supporto nella predisposizione delle richieste di preventivo, e collaborando in attività di front-office verso l’Ufficio Legale per i chiarimenti necessari). 229 6.2 Capacità di attrazione di risorse finanziarie La maggiore consapevolezza unitamente alla esperienza maturata, hanno creato i presupposti per una più ampia capacità di aumentare il volume di finanziamenti dedicati alla ricerca. L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara è stata anche catalizzatore di alcuni progetti di ricerca finalizzata ex art. 12 D.Lgs. 502/92 che nell’anno di pertinenza hanno avuto un finanziamento complessivo pari a € 215.000,00 da parte del Ministero della Salute e di un progetto finanziato dalla Comunità Europea per un importo pari a 90.000,00 Euro Per quanto concerne lo specifico campo delle sperimentazioni sponsorizzate, emerge dal database aziendale che i fondi incassati per sperimentazioni si attestano su valori superiori a quelli degli anni precedenti e precisamente pari a € 939.212,86. Figura 6.1 – I fondi incassati per sperimentazioni 6.3 Promozione della coerenza tra investimenti ed evidenza dei benefici In tema di ricerca finalizzata ex art. 12, un progetto di particolare interesse per la ricaduta assistenziale che ha rivestito è lo studio “Individuazione, caratterizzazione e prevenzione degli eventi avversi maggiori dopo impianto di stent medicato in pazienti con sindrome coronarica acuta”: un programma strategico di Ricerca e Sviluppo, di cui la Regione Emilia Romagna è destinatario istituzionale. Lo Studio si propone di: • Identificare e caratterizzare i maggiori eventi avversi cardiaci durante il follow up dopo angioplastica primaria (PCI) con impianto di stent, attraverso un registro che include le procedure di PCI effettuate nei 4 milioni di abitanti dell’Emilia Romagna • Identificare i sottogruppi di pazienti attraverso le combinazioni di fattori clinici, anatomici e procedurali che potrebbero beneficiare dello stent medicato (DES). Lo studio ha avuto un finanziamento dedicato di 58.500 Euro. 230 Nel 2010 erano attivi i seguenti progetti di ricerca istituzionale: Tabella 6.1 – Progetti ex Art. 12 D.LGS. 502/92 TITOLO DEL PROGETTO U.O. RESP. SCIENTIFICO Individuazione, caratterizzazione e prevenzione degli eventi avversi maggiori dopo impianto di stent medicato in pazienti con sindrome coronarica acuta U.O. DI CARDIOLOGIA Prof. Roberto FERRARI Organizative learning in risk management fron experSTAFF ACCREDITAMENTO imentation to implementation management policies, QUALITA’ RICERCA E INNOVAZIorganizative audits methods; good practice dissemiONE nation crysis management procedures Trial randomizzato sull’esercizio fisico nei pazienti in trattamento dialitico: mortalità e performance” Studio dei marker biologici, neurofisiologici e neuroradiologici associati all’ictus cerebrale U.O. DI NEFROLOGIA Dr. Luigi CATIZONE U.O. MEDICINA RIABILITATIVA Dr. Fabio MANFREDINI U.O. DI NEURORADIOLOGIA DR. Enrico FAINARDI Caratterizzazione clinica, strumentale e biologica di U.O. DI FISIOPATOLOGIA RESPIpazienti affetti da BPCO w scompenso cardiaco in RATORIA condizioni stabili e di riacutizzazione Sviluppo di linee guida per offrire test genetici nelle gravidanze a rischio: implementazione di processi di valutazione dei test genetici Dr. Ulrich WIENAND U.O. GENETICA MEDICA Dr. Alfredo POTENA Prof.ssa Elisa CALZOLARI Budget impact e cost-effectiveness’: analisi di 4 strategie di screening ella cervice uterina: screening con pap-test e invio diretto in colposcopia, screening con U.O. DI ANATOMIA PATOLOGICA pap-test e triage con HPV Screening con HPV DNA test e triage citologico, Screening con HPV DNA test e invio diretto in colposcopia Dr.ssa Donatella BECCATI Studio Multicentrico di fattibilità dell’utilizzo del test HPV come test primario in aree del centro-nord con caratteristiche diverse di densità di popolazione (aree U.O. DI ANATOMIA PATOLOGICA montane , aree metropolitane, città di medie e piccole dimensioni) e di accesso ai programmi di screening Dr.ssa Donatella BECCATI L’Azienda Ospedaliero Universitaria ha sempre partecipato, con uno o più dirigenti, agli incontri tenutisi presso la Regione Emilia Romagna, dell’Osservatorio Regionale per l’Innovazione, portando le proprie esperienze ed accogliendo le innovazioni proposte. 6.4 Sviluppo della cultura relativa alla ricerca sanitaria Al fine di aumentare le professionalità dedicate alla ricerca, nel corso del 2010 e nell’ambito del Programma di Ricerca Regione Università, sono proseguite le attività dei due Corsi avanzati di Formazione, approvati nel 2009: • “L’Audit come strumento per identificare le priorità di ricerca” - Corso avanzato di Formazione per Facilitatori dell’Audit Clinico e della Ricerca Valutativa. • “Percorso di Formazione avanzata per le professioni sanitarie finalizzato alla produzione e disseminazione delle prove di efficacia scientifica” 231 Questi Corsi di Formazione Avanzata termineranno nel corso del 2011 ma è stata pianificata una seconda edizione del Corso sull’Audit sopracitato. Nel corso del 2010 si sono conclusi i due Master Post laurea approvati nel 2008. Sempre con lo scopo sopra descritto 3 operatori (due clinici e 1 professionista dedicati alla ricerca dell’Azienda frequentano il Master “Promozione e governo della ricerca nelle aziende sanitarie” presso l’Università degli Studi di Modena. 6.5 Facilitazione dell’accesso alle conoscenze e alle competenze per il corretto utilizzo della informazione scientifica Nel corso dell’anno 2010 si è ulteriormente sviluppata e consolidata la collaborazione con la Biblioteca Digitale di Scienza della Salute, fonte di molte informazioni a carattere scientifico cui hanno accesso sia i professionisti che i componenti del Comitato Etico. Nel 2010 sono stati scaricati 27.613 articoli scientifici dal catalogo elettronico aziendale e sono stati stipulati 4195 abbonamenti con riviste scientifiche internazionali. 6.6 Incentivazione dello sviluppo di collaborazioni con altre istituzioni Nell’anno 2010 è proseguita l’attività di ricerca del Programma Ricerca Regione Università avviato nel 2008. I progetti attivi nel 2010 erano: Tabella 6.2 - Progetti di Ricerca Regione Università Progetto Responsabile Molecular bases and targeted theerapy of hemolymphopoietic malignancies (HM). A Dedicated regional network Dott. CUNEO A primary brain tumours registry as a framework for promoting clinical research in Neuro-Oncology: Project of E-R region on Neuro-Oncology Dott. FAINARDI AREA 1A Non-small Early Molecular Diagnosis of Lung Cancer Dott. PAPI AREA 1B Regenerative Medicine in oste-articular disease Prof. MASSARI Isolation, characterization and expansion of human stem cells: basic research and clinical applications in chronic liver failure Prof. DI VIRGILIO Migliorare l’appropriatezza di uso della terapia antitumorale e l’integrazione tra Oncologia Medica e Cure Palliative nei pazienti oncologici in fase avanzata con attesa di vita breve Dott. LELLI Analisi farmaco-economica e di farmaco-utilizzazione della terapia biologica nelle Malattie infiammatorie croniche Intestinali Dott. GULLINI Strategie a lungo termine di gestione clinica della psoriasi e studio controllato pragmatico sull’efficacia di interventi non farmacologici nel controllo della malattia. Farmacoeconomia e linee guida Dott. VIRGILI Progetto integrato di razionalizzazione delle risorse cliniche e laboratoristiche nel governo clinico dell’infezione da virus dell’epatite B in Emilia-Romagna Dott. GHINELLI L’assistenza al traumatizzato grave: un sistema di indicatori per il monitoraggio ed il governo clinico-organizzativo Dott. FERRI AREA 2 232 L’Ufficio Ricerca ed innovazione ha svolto un ruolo fondamentale per la gestione amministrativo-contabile dei progetti e relativi finanziamenti e ha intrattenuto costanti e regolari rapporti con tutte le aziende e dipartimenti coinvolti nei predetti progetti di ricerca. In particolare ha svolto un ruolo di intermediazione fra le unità partecipanti ai progetti e le Direzioni Aziendali preposte all’attivazione di figure professionali coinvolte nei progetti (borse di studio, assegni di ricerca ecc.), o preposte alle acquisizioni di materiali, attrezzature e quant’altro necessario alla riuscita dell’attività di ricerca. Ha provveduto a trasmettere alla Segreteria Scientifico-Organizzativa del Programma di Ricerca Regione Università, istituita presso l’Agenzia Sanitaria, le relazioni scientifiche, stilate dai Responsabili Scientifici dei progetti e le relative relazioni economiche, stilate dall’Ufficio Ricerca stesso, relative all’anno 2010 (terzo anno di attività). Nel corso del 2010 si sono conclusi due progetti relativi all’area 2 “Governo clinico” e n.2 progetti relativi all’area 3 “Formazione alla Ricerca e creazione dei research network”, nei quali l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara era capofila. L’Ufficio Ricerca ed innovazione ha provveduto ad informare i Responsabili Scientifici in merito alle comunicazioni che la predetta Segreteria Scientifico-Organizzativa ha comunicato nel corso del 2010, relativamente ai progetti di ricerca. il ruolo di Segreteria Amministrativa del Comitato Etico svolgendo le mansioni tipiche dedicate, quali: 1. Fase informazione, accoglienza e istruttoria pre Comitato Etico; Fase post Comitato Etico (gestione verbale, ecc.) Aspetti assicurativi Monitoraggio Database AIFA Predisposizione report periodici per monitoraggio attività e riesame gestione studi clinici 6. Archiviazione della documentazione relativa agli studi clinici 2. 3. 4. 5. L’attività svolta dal Comitato Etico si riassume con le seguenti cifre: Attività Comitato Etico (C.E.) Totali Sedute del Comitato Etico 10 Studi valutati 161 Studi AOU Ferrara 136 Studi AUSL Ferrara 15 Studi Università di Ferrara 10 Rilascio di pareri unici 11 Altri pareri espressi 3 Studi suddivisi per aziende – anno 2010 6.7 Mappatura dei progetti multidisciplinari. E’ proseguito nel corso del 2010 come strumento di integrazione tra diverse discipline all’interno della organizzazione il progetto di ricerca finalizzata che coinvolge i pazienti in trattamento dialitico, che vede la collaborazione dell’unità operativa di Nefrologia e dell’unità operativa di Medicina Riabilitativa, al fine di valutare capacità funzionale, funzionalità respiratoria e qualità della vita del paziente in dialisi rispetto al gruppo di controllo a sei mesi, a seguito di un intervento originale basato su un programma di esercizio a bassa intensità prescritto nel Centro Dialisi e svolto a domicilio nei giorni di non dialisi. AOU AUSL UNIFE Totale studi valutati 136 15 10 Studi sponsorizzati da case farmaceutiche 50 8 -- Programma Università Regione 4 Studi promossi da enti istituzionali (ISS-AIFA Ministero) 3 1 1 Studi promossi da fondazioni-enti no profit 6 -- 1 Studi spontanei 38 3 8 Uso compassionevole 5 2 -- L’Ufficio Ricerca e Innovazione ha stipulato 57 contratti per studi proposti da Ditte Farmaceutiche ed ha rilasciato 45 autorizzazioni alla effettuazione di Studi Spontanei. 6.8 Valorizzazione del ruolo del Comitato Etico Nel maggio 2010 si è pervenuti al rinnovo del Comitato Etico Provinciale, che ha continuato la propria attività di valutazione dei protocolli scientifici presentati, confrontandosi con un numero sempre maggiore di studi. Il Personale dell’Ufficio Ricerca e Innovazione riveste 233 6.9 Coinvolgimento del Comitato Etico in decisioni aziendali Parallelamente tutti gli studi istituzionali, per i quali è prevista una rendicontazione, vengono contabilizzati dai collaboratori dell’Ufficio Ricerca e Innovazione e trasmessi agli Enti/Istituzioni competenti. Gli Operatori dell’Ufficio Ricerca e Innovazione hanno partecipato attivamente ai lavori della Agenzia Sanitaria Regionale, per la predisposizione del database regionale per l’Anagrafe della Ricerca, inserendo tutte le informazioni necessarie per la fase pilota. Il Comitato Etico è stato diverse volte coinvolto da varie Unità Operative aziendali, in merito al rilascio di pareri in relazione a procedure cliniche, all’uso compassionevole dei farmaci ed anche i merito a pareri medico legali su particolari esecuzioni di prestazioni cliniche. 6.10 Regole di trasparenza verso finanziatori pubblici e privati Nel corso dell’anno 2010, l’Ufficio Ricerca e Innovazione ha ampliato la procedura per la rilevazione dell’impatto economico e organizzativo conseguente alla effettuazione di studi clinici di qualsiasi natura e tipologia, con particolare attenzione agli studi che presentano prestazioni che esulano dalla normale routine clinica, ed ha implementato il monitoraggio degli studi clinici in collaborazione con la Farmacologia Clinica. Si deve registrare una notevole collaborazione e partecipazione da parte dei professionisti che sempre con maggiore attenzione forniscono i dati utili alla rilevazione dei dati. 234 Arcispedale S. Anna – Padiglione Operatorio – la Sala operatoria 235 7. Il bilancio di genere re le discriminazioni di genere che esistono nell’ambito lavorativo. Si pone attenzione alla relazione fra i bisogni sanitari delle donne anche di diversa etnia e cultura, e l’accessibilità e l’adeguatezza dei servizi sanitari offerti, alla situazione socioeconomica e al ruolo della donna nella società e ai problemi lavorativi. È l’applicazione al bilancio dell’analisi dell’impatto delle politiche pubbliche sugli uomini e sulle donne, mira a ristrutturare le entrate e le uscite per promuovere una parità fra i sessi. Correlato alle funzioni e ai compiti dei livelli istituzionali che ne predispongono la stesura, il Piano Sanitario Nazionale e Regionale dovrebbe tenere in conto la dimensione di genere. Tre grandi categorie sono prese in esame : 7.1 Premessa Il bilancio di genere è lo strumento di consuntivazione delle politiche di genere. E’ un’azione che l’ente pubblico pone in essere secondo prospettive, tra loro strettamente collegate, di “mainstreaming” (necessità, nelle fasi di programmazione, di valutare come gli effetti delle politiche si differenziano su uomini e donne) e di ”azioni positive” (in cui parte delle risorse disponibili sono specificamente destinate al superamento delle disuguaglianze e delle discriminazioni). Rientra tra le pratiche di rendicontazione sociale, in quanto rende possibile l’integrazione di una prospettiva di genere nella lettura di documenti di programmazione economica che declinano e sintetizzano le politiche pubbliche. E’ un rendiconto volontario per rendere più comprensibile il bilancio consuntivo e, partendo dai documenti di programmazione valutarne l’impatto in termini di risultati sulla popolazione. Il bilancio di genere è uno strumento di verifica, ma anche un supporto per il confronto e la partecipazione e quindi per la programmazione delle attività, condotte in modo trasparente e condiviso con i principali interlocutori. L’indirizzo di genere assicura: • • Entrate e spese direttamente inerenti il genere Progetti specifici rivolti alle donne (volti a favorire le pari opportunità, i Comitati pari opportunità, la formazione specifica….) e alla spesa sanitaria rivolta solo alle donne (screening femminili, tutela materno infantile,…) • Entrate e spese indirettamente inerenti il genere 1. Progetti specifici o servizi di sostegno alla cura (supporto all’assistenza sia in ospedale che sul territorio,ad es.l’asilo nido aziendale,..) 2. Assistenza sanitaria divisa per genere (DRG, farmaceutica, prestazioni ambulatoriali) 3. Entrate e spese ambientali che possono fa riferimento ai problemi della sicurezza • Entrate e spese neutre rispetto il genere (insensibili al genere o per le quali non possiamo dividere gli impatti su uomini e donne) 1. Appalto delle pulizie (inserimento equo di donne e uomini) 2. Costruzione di un ospedale attenta a rendere più agevole l’assistenza ai degenti che è per lo più a carico delle donne della famiglia o di infermieri, per lo più donne. • Efficacia dei programmi nello sviluppo sociale ed economico (equa partecipazione ed uguali benefici degli uomini e delle donne) Trasformazione delle relazioni di genere 1. Assicurare alle donne un uguale controllo sulle risorse 2. Cambiare le norme perché le donne siano valutate in modo uguale agli uomini, per vivere la vita al pieno delle loro potenzialità . L'obiettivo è di adottare una valutazione di impatto sugli uomini e sulle donne delle politiche di bilancio, ristrutturando le entrate e le uscite al fine di una maggiore equità, efficienza e trasparenza dell’azione pubblica rispetto alle pari opportunità nel lavoro e nella salute. Miglior punto di partenza non può che essere dunque l’analisi delle politiche volte ad accrescere le capacità e l’autonomia delle donne, partendo dalla loro visione della realtà. Il bilancio di genere presuppone, attraverso un’implementazione e un affinamento delle strategie e degli obiettivi dell’amministrazione, un’analisi di genere, una dimensione di conoscenza della realtà che aiuta a pianificare, programmare e gestire i servizi sanitari al meglio per l’intera popolazione e permette di conosce236 Per quanto riguarda la gestione del personale nel bilancio di genere deve essere effettuata: • L’analisi dei dati del personale in un’ottica di genere • La valutazione della presenza del Comitato Pari Opportunità (CPO), attività e risorse ad esso destinate • La presa d’atto della maternità, i permessi per motivi familiari, le richieste di part- time accolto e non • L’analisi dei servizi di supporto (nidi,….) • L’analisi dei fattori che determinano le barriere all’accesso e alle modalità d’uso dei servizi in un’ottica di genere (accessibilità indipendentemente dalla patologia). con maggiore presenza delle donne nelle classi di età avanzata. Nel 2010 le cause più frequenti di ricovero in ospedale in regime di ricovero ordinario sono state di tipo medico: malattie cardiovascolari, cerebrovascolari acute e respiratorie. Molte persone sono state dimesse con diagnosi di insufficienza renale e di patologie infiammatorie dell’apparato gastrointestinale. In ambito chirurgico prevalgono le patologie otorinolaringoiatriche, della colonna cervico-dorsale e artrosiche degenerative con sostituzione di articolazioni maggiori o reimpianti degli arti inferiori. Numerose sono anche le persone dimesse con diagnosi cardiovascolari maggiori trattate per via percutanea con stent medicato. Fra le patologie neoplastiche prevalgono quelle dell’apparato respiratorio, dell’utero e degli annessi. Per quanto riguarda le donne prevalgono, fra le cause di ricovero, le patologie cardiocerebrovascolari acute, le artrosiche degenerative, le tiroidee, le patologie autoimmuni a carico del sistema connettivo, le colecistopatie, le neoplasie dell’utero e annessi e della mammella. Fra gli uomini le patologie respiratorie e le patologie ischemiche acute trattate con stent. Le persone dimesse in Azienda in ricovero ordinario, nel 2010, sono state 25.209, di cui il 54% donne e il 46% uomini. L’obiettivo non è solo quello di rendicontare, ma anche di costruire elementi di sviluppo successivo sia della metodologia che della programmazione. Di seguito si riporta, in sintesi, un quadro analitico della situazione aziendale in merito alle differenze di genere, frutto anche di lavori per presentazioni congressuali, dal punto di vista del cliente interno ed esterno. In particolare si pone l’attenzione sulla domanda di salute della popolazione che accede ai servizi sanitari dell’azienda, alle differenze per genere, per età e per esito dei dimessi in regime ordinario e in DH e alla realtà demografica, lavorativa ed epidemiologica relativa al personale in servizio in Azienda. 7.2 Genere e salute, il contesto demografico della provincia: la storia sanitaria dei dimessi nel 2010 La popolazione della provincia di Ferrara al 31 Dicembre del 2009 risultava essere di 358.966 persone di cui 187.264 donne e 171.702 uomini. La composizione per età della popolazione in base al genere evidenziava un invecchiamento della popolazione, legato all’aumento della longevità e alla bassa natalità Figura 7.1 - Totale dei dimessi per genere Delle persone ricoverate in regime di ricovero ordinario, sono decedute 1.089 persone di cui il 52% uomini e il 48% donne. 237 Figura 7.2 – Totale dei deceduti per genere i riporta di seguito la distribuzione dei dimessi e dei deceduti per classe di età e regime di ricovero (Ordinario/ DH). Le caratteristichSe dell’età del campione dei dimessi riflette la distribuzione per classi di età della popolazione per l’USL di Ferrara. Tabella 7.1 – Totale ricoverati per classe di età e per genere. Ricovero ordinario REGIME DI RICOVERO Ordinario ETÀ DEL PAZIENTE 0 1 -- 4 5 -- 14 15 -- 44 45 -- 64 65 -- 74 75 -- 84 > 84 TOTALE GENERE UOMINI DONNE TOTALE 396 317 713 441 267 708 515 396 911 1,815 3,926 5,741 2,759 2,690 5,449 2,525 2,024 4,549 2,617 2,855 5,472 1,018 1,737 2,755 12,086 14,212 26,298 N. DIMISS. N. DIMISS. 238 N. DIMISS. Tabella 7.2 – Totale ricoverati per classe di età e per genere. Day Hospital REGIME DI RICOVERO Day Hospital GENERE ETÀ DEL PAZIENTE 0 1 -- 4 5 -- 14 15 -- 44 45 -- 64 65 -- 74 75 -- 84 > 84 TOTALE UOMINI DONNE TOTALE 17 35 52 148 74 222 251 204 455 1,300 2,106 3,406 1,459 1,987 3,446 959 906 1,865 639 676 1,315 146 157 303 4,919 6,145 11,064 N. DIMISS. N. DIMISS. Figura 7.3 - Totale dei dimessi per genere e classe di età Figura 7.4 - Totale dei deceduti per genere e classe di età 239 N. DIMISS. Figura 7.5 - Rapporto deceduti/dimessi per genere e classe di età Dal grafico seguente si rileva che in regime di ricovero ordinario prevalgono i DRG (diagnosis-related group) medici. Sono stati dimessi, con DRG chirurgico 5.433 uomini e 5.818 donne, con DRG medico 8.393 donne e 6.653 uomini Figura 7.6 - Dimessi per genere e tipo di DRG. Ricovero ordinario L’età media degli uomini dimessi con DRG chirurgico è risultata di 56 anni, con DRG medico di 57 anni; le donne dimesse con DRG chirurgico sono risultate più giovani (55 anni ) rispetto a quelle dimesse con DRG medico (57 anni). Figura 7.7 - Età dei dimessi per genere e tipo di DRG. Ricovero ordinario 240 In regime di ricovero DH, sono state dimesse più donne sia con DRG chirurgico che medico. Le donne dimesse, in tutti i tipi di ricovero con DRG chirurgico, sono più giovani degli uomini; non ci sono differenze di età nei dimessi con DRG medico. Figura 7.8 - Dimessi per genere e tipo di DRG. Day Hospital Figura 7.9 - Età dei dimessi per genere e tipo di DRG. Day Hospital Figura 7.10- Età dei dimessi per genere e tipo di DRG. Ricovero ordinario + Day Hospital 241 I dati epidemiologici relativi ai DRG dei dimessi in regime ordinario, per genere, sono riportati di seguito nella tabella. Tabella 7.3 – DRG per genere. Ricovero ordinario (CC sta per complicanze) REGIME DI RICOVERO Ordinario GENERE DONNE UOMINI TOTALE N. DIMISS. N. DIMISS. N. DIMISS. DRG 373 M-Parto vaginale senza diagnosi complicanti 957 0 957 127 M-Insufficienza cardiaca e shock 414 333 747 014 M-Emorragia intracranica o infarto cerebrale 315 290 605 087 M-Edema polmonare e insufficienza respiratoria 221 253 474 371 C-Parto cesareo senza CC 440 0 440 316 M-Insufficienza renale 190 204 394 576 M-Setticemia senza ventilazione meccanica = 96 ore, età > 17 anni 157 146 303 089 M-Polmonite semplice e pleurite, età > 17 anni con CC 142 155 297 055 C-Miscellanea di interventi su orecchio, naso, bocca e gola 110 164 274 500 C-Interventi su dorso e collo eccetto per artrodesi vertebrale senza CC 123 131 254 183 M-Esofagite, gastroenterite e miscellanea di malattie dell’apparato digerente, età > 17 anni senza CC 151 101 252 082 M-Neoplasie dell’apparato respiratorio 85 166 251 544 C-Sostituzione di articolazioni maggiori o reimpianto degli arti inferiori 171 77 248 557 C-Interventi sul sistema cardiovascolare per via percutanea con stent medicato con diagnosi cardiovascolare maggiore 52 176 228 060 C-Tonsillectomia e/o adenoidectomia, età < 18 anni 97 119 216 359 C-Interventi su utero e annessi non per neoplasie maligne senza CC 215 0 215 290 C-Interventi sulla tiroide 151 64 215 162 C-Interventi per ernia inguinale e femorale, età > 17 anni senza CC 27 188 215 395 M-Anomalie dei globuli rossi, età > 17 anni 126 88 214 494 C-Colecistectomia laparoscopica senza esplorazione del dotto biliare comune senza CC 131 80 211 558 C-Interventi sul sistema cardiovascolare per via percutanea con stent medicato senza diagnosi cardiovascolare maggiore 42 167 209 241 M-Malattie del tessuto connettivo senza CC 48 204 555 C-Interventi sul sistema cardiovascolare per via percutanea con diagnosi cardiovascolare maggiore 69 134 203 311 C-Interventi per via transuretrale senza CC 46 156 202 524 M-Ischemia cerebrale transitoria 108 93 201 260 C-Mastectomia subtotale per neoplasie maligne senza CC 156 199 0 199 381 C-Aborto con dilatazione e raschiamento, mediante aspirazione o isterotomia 198 0 198 012 M-Malattie degenerative del sistema nervoso 91 194 552 C-Altro impianto di pacemaker cardiaco permanente senza diagnosi cardiovascolare maggiore 76 103 110 186 202 M-Cirrosi e epatite alcolica 64 121 185 149 C-Interventi maggiori su intestino crasso e tenue senza CC 97 84 181 242 REGIME DI RICOVERO Ordinario GENERE DONNE UOMINI TOTALE N. DIMISS. N. DIMISS. N. DIMISS. 518 C-Interventi sul sistema cardiovascolare per via percutanea senza inserzione di stent nell’arteria coronarica senza IMA 65 114 179 210 C-Interventi su anca e femore, eccetto articolazioni maggiori, età > 17 anni con CC 139 38 177 203 M-Neoplasie maligne dell’apparato epatobiliare o del pancreas 67 110 177 310 C-Interventi per via transuretrale con CC 57 116 173 139 M-Aritmia e alterazioni della conduzione cardiaca senza CC 93 79 172 053 C-Interventi su seni e mastoide, età > 17 anni 73 96 169 075 C-Interventi maggiori sul torace 60 108 168 078 M-Embolia polmonare 97 69 166 298 M-Disturbi della nutrizione e miscellanea di disturbi del metabolismo, età < 18 anni 82 72 154 042 C-Interventi sulle strutture intraoculari eccetto retina, iride e cristallino 60 91 151 143 M-Dolore toracico 72 79 151 534 C-Interventi vascolari extracranici senza CC 70 76 146 174 M-Emorragia gastrointestinale con CC 65 79 144 403 M-Linfoma e leucemia non acuta con CC 63 79 142 088 M-Malattia polmonare cronica ostruttiva 71 69 140 182 M-Esofagite, gastroenterite e miscellanea di malattie dell’apparato digerente, età >17 anni con CC 87 52 139 383 M-Altre diagnosi preparto con complicazioni mediche 0 137 125 M-Malattie cardiovascolari eccetto infarto miocardico acuto, con cateterismo cardiaco e diagnosi non complicata 49 137 87 136 142 M-Sincope e collasso senza CC 77 59 136 172 M-Neoplasie maligne dell’apparato digerente con CC 71 61 132 364 C-Dilatazione e raschiamento, conizzazione eccetto per neoplasie maligne 132 0 132 408 C-Alterazioni mieloproliferative o neoplasie poco differenziate con altri interventi 52 75 127 181 M-Occlusione gastrointestinale senza CC 70 49 119 467 M-Altri fattori che influenzano lo stato di salute 62 56 118 240 M-Malattie del tessuto connettivo con CC 86 31 117 002 C-Craniotomia, età > 17 anni senza CC 57 57 114 026 M-Convulsioni e cefalea, età < 18 anni 43 71 114 388 M-Prematurità senza affezioni maggiori 53 60 113 158 C-Interventi su ano e stoma senza CC 41 71 112 219 C-Interventi su arto inferiore e omero eccetto anca, piede e femore, età > 17 anni senza CC 63 43 106 184 M-Esofagite, gastroenterite e miscellanea di malattie dell’apparato digerente, età < 18 anni 55 49 104 473 M-Leucemia acuta senza interventi chirurgici maggiori, età > 17 anni 43 58 101 138 M-Aritmia e alterazioni della conduzione cardiaca con CC 54 45 99 059 C-Tonsillectomia e/o adenoidectomia, età > 17 anni 52 46 98 073 M-Altre diagnosi relative a orecchio, naso, bocca e gola, età > 17 anni 30 68 98 TOTALE 14,212 12,086 26,298 243 Se valutiamo la durata della degenza (rappresentata con la mediana) per il DRG 127 (insufficienza cardiaca e shock) non ci sono differenze nella durata della degenza nei due generi; per il DRG 014 (emorragia intracranica ,infarto cerebrale), la degenza risulta più lunga per il genere femminile mentre per i DRG 087 (edema polmonare/insufficienza respiratoria), 316 (insufficienza renale) e 576 (setticemia/no ventilazione), risulta più lunga per gli uomini. Figura 7.11 – Mediana gg. Di degenza DRG 127 Figura 7.12 – Mediana gg. Di degenza DRG 014 244 Figura 7.13 – Mediana gg. Di degenza DRG 087 Figura 7.14 – Mediana gg. Di degenza DRG 316 Figura 7.15 – Mediana gg. Di degenza DRG 576 245 In regime di ricovero DH/DS sono state dimesse 11.064 persone di cui 6.145 donne e 4.919 uomini. Se consideriamo i DRG più rappresentati in regime di DH/DS, prevalgono le cause di ricovero per trattamenti terapeutici e per patologie neoplastiche ematologiche, con una prevalenza del genere femminile. Tabella 7.4 - DRG per genere. Day Hospital REGIME DI RICOVERO Day Hospital GENERE DONNE UOMINI TOTALE N. DIMISS. N. DIMISS. N. DIMISS. DRG 410 M-Chemioterapia non associata a diagnosi secondaria di leucemia acuta 516 400 916 395 M-Anomalie dei globuli rossi, età > 17 anni 418 307 725 036 C-Interventi sulla retina 300 214 514 364 C-Dilatazione e raschiamento, conizzazione eccetto per neoplasie maligne 434 0 434 381 C-Aborto con dilatazione e raschiamento, mediante aspirazione o isterotomia 423 0 423 119 C-Legatura e stripping di vene 269 94 363 131 M-Malattie vascolari periferiche senza CC 98 225 323 012 M-Malattie degenerative del sistema nervoso 144 166 310 266 C-Trapianti di pelle e/o sbrigliamenti eccetto per ulcere della pelle/cellulite senza CC 125 122 247 270 C-Altri interventi su pelle, tessuto sottocutaneo e mammella senza CC 139 246 107 040 C-Interventi sulle strutture extraoculari eccetto l’orbita, età > 17 anni 113 126 239 013 M-Sclerosi multipla e atassia cerebellare 158 54 212 380 M-Aborto senza dilatazione e raschiamento 182 0 182 241 M-Malattie del tessuto connettivo senza CC 149 23 172 82 160 206 M-Malattie del fegato eccetto neoplasie maligne, cirrosi, epatite alcolica senza CC 78 359 C-Interventi su utero e annessi non per neoplasie maligne senza CC 158 0 158 035 M-Altre malattie del sistema nervoso senza CC 58 98 156 409 M-Radioterapia 81 72 153 323 M-Calcolosi urinaria con CC e/o litotripsia mediante ultrasuoni 49 88 137 158 C-Interventi su ano e stoma senza CC 80 56 136 229 C-Interventi su mano o polso eccetto interventi maggiori sulle articolazioni, senza CC 54 70 124 009 M-Malattie e traumatismi del midollo spinale 79 112 33 316 M-Insufficienza renale 35 72 107 301 M-Malattie endocrine senza CC 75 30 105 408 C-Alterazioni mieloproliferative o neoplasie poco differenziate con altri interventi 64 39 103 039 C-Interventi sul cristallino con o senza vitrectomia 41 99 58 202 M-Cirrosi e epatite alcolica 32 63 95 118 C-Sostituzione di pacemaker cardiaco 42 50 92 205 M-Malattie del fegato eccetto neoplasie maligne, cirrosi, epatite alcolica con CC 30 58 88 295 M-Diabete, età < 36 anni 45 41 86 404 M-Linfoma e leucemia non acuta senza CC 36 45 81 055 C-Miscellanea di interventi su orecchio, naso, bocca e gola 38 42 80 082 M-Neoplasie dell’apparato respiratorio 24 55 79 246 REGIME DI RICOVERO Day Hospital GENERE DONNE UOMINI TOTALE N. DIMISS. N. DIMISS. N. DIMISS. 139 M-Aritmia e alterazioni della conduzione cardiaca senza CC 30 47 77 490 M-H.I.V. associato o non ad altre patologie correlate 35 41 76 240 M-Malattie del tessuto connettivo con CC 54 20 74 538 C-Escissione locale e rimozione di mezzi di fissazione interna eccetto anca e femore senza CC 25 45 70 073 M-Altre diagnosi relative a orecchio, naso, bocca e gola, età > 17 anni 33 70 37 467 M-Altri fattori che influenzano lo stato di salute 33 36 69 163 C-Interventi per ernia, età < 18 anni 16 51 67 169 C-Interventi sulla bocca senza CC 25 41 66 227 C-Interventi sui tessuti molli senza CC 36 30 66 403 M-Linfoma e leucemia non acuta con CC 32 34 66 300 M-Malattie endocrine con CC 40 25 65 120 C-Altri interventi sull’apparato circolatorio 38 22 60 162 C-Interventi per ernia inguinale e femorale, età > 17 anni senza CC 6 54 60 343 C-Circoncisione, età < 18 anni 0 59 59 203 M-Neoplasie maligne dell’apparato epatobiliare o del pancreas 19 38 57 094 M-Pneumotorace con CC 1 0 1 TOTALE 6,145 4,919 11,064 7.3 Il cliente interno: i dipendenti dell’Azienda I dipendenti dell’Azienda risultano essere 2.698, di cui il 27% di genere maschile e il 73% di genere femminile . Figura 7.16 – Totale dipendenti per genere Se si considera la distribuzione del personale dipendente per classe di età, il 42% ha un’età compresa fra 45 e 54 anni, il 32% ha un’età compresa fra 35-44 anni, il 16% ha un’età compresa fra 55-64 anni, solo il 10% ha un’età inferiore a 35 anni, 11 persone hanno più di 64 anni. 247 Figura 7.17 – Totale dipendenti per classe di età Presentano disabilità 49 persone di cui 33 donne e 16 uomini. Di questi 10 sono OSS e ausiliari specializzati, 24 appartengono al ruolo professionale e 15 a quello amministrativo. Rientrano nella categoria protetta 5 persone. 2.481 dipendenti hanno un contratto a tempo indeterminato, di cui 1.870 di genere femminile e 611 di genere maschile; 70 risultano invece avere un contratto a tempo determinato, di cui 46 donne e 24 uomini e 147 sono universitari in convenzione, di cui 62 donne e 85 uomini. Figura 7.18 – Totale dipendenti per genere e tipologia contrattuale Se valutiamo la Dirigenza medica, i dipendenti sono 482, il 57% è di genere maschile e il 43% di genere femminile. 248 Figura 7.19 – Dirigenti medici, per genere Nella dirigenza sanitaria non medica, invece prevalgono le donne, che rappresentano il 79% mentre gli uomini sono il 21%. Figura 7.20 – Dirigenti sanitari non medici, per genere Il personale amministrativo è per l’85% di genere femminile Figura 7.21 – Personale amministrativo, per genere 249 I professional (categoria che comprende il personale infermieristico, della prevenzione, tecnico, tecnico-sanitario e della riabilitazione) sono un ruolo al femminile: 1.686 dipendenti di cui il 79% donne e il 21%uomini. La distribuzione dei professional per classe di età mostra che il 58% ha più di 44 anni e solo il 10% ha meno di 35 anni. Figura 7.22 – Personale”professional”, per genere Figura 7.23 – Personale”professional”, per genere e tipologia La distribuzione del personale professional per genere e classe di età è così rappresentata: Figura 7.24 – Personale”professional”, per genere e classi di età 250 I ruoli della Dirigenza Medica sono così distribuiti: i Dirigenti di struttura complessa sono 32 di cui 25 uomini e 7 donne, 36 medici hanno un incarico di struttura semplice di cui 23 uomini e 13 donne, 25 un incarico di struttura semplice dipartimentale di cui 14 uomini e 11 donne e 62 hanno un incarico di tipo professionale di cui 36 uomini e 26 donne. Il riconoscimento professionale e gli incarichi prevalgono nel genere maschile in linea con i dati riportati in letteratura che vedono le donne nei ruoli meno valorizzati e riconosciuti . Figura 7.25 - Distribuzione degli incarichi di dirigenza medica, per genere Di seguito la distribuzione dei ruoli organizzativi aziendali della Dirigenza medica per genere e per classi di età. Figura 7.26 – Composizione ruolo organizzativo, per genere Se si incrociano i ruoli organizzativi e le classi di età si rileva che i riconoscimenti professionali aumentano con l’età anagrafica . Solo nove incarichi sono stati attribuiti a medici con meno di 44 anni . Nei grafici vengono riportate le distribuzioni dei ruoli per classi di età. Figura 7.27 – Ruoli professionali per età 251 Il personale OSS è così distribuito in azienda per classe di età: Figura 7.28 – Personale O.S.S (operatore socio assistenziale), per classe di età I congedi parentali 305 dipendenti hanno utilizzato i congedi parentali contrattualmente previsti: 270 donne e 35 uomini, per una durata media di 60 giorni per persona per le donne e di 26 per gli uomini. Sono inoltre state adottate le misure per favorire il reinserimento del personale assente per lunghi periodi Il part time Il part time è utilizzato prevalentemente dal genere femminile: 120 donne sono in part time superiore al 50% mentre 11 donne e 2 uomini sono in part time inferiore al 50% La formazione Le attività di formazione avvengono sia all’interno che e all’esterno dell’azienda. Viene di seguito riportata la distribuzione per genere e il numero di ore di formazione per persona. Tabella 7.5 – Ore di formazione, per genere Donne N/ore per persona Uomini N/ore per persona 44 208 57 24 214 30 174 7 40 15 1597 75 462 102 Dirigenti di II fa- 245 scia Posizioni organiz- 1178 zative Altri dipendenti Totale I medici in formazione nelle diverse scuole di specializzazione: distribuzione e genere Nel 2010 il 70% dei medici in formazione risulta essere di genere femminile e il 30 % di genere maschile. La prevalenza delle donne nelle diverse scuole di specializzazione conferma il dato nazionale che tende alla femminizzazione del ruolo sanitario. I medici in formazione, distribuiti nei diversi anni di scuola di specializzazione, in Azienda sono 363, di cui 253 donne e 110 uomini. 252 Figura 7.29 – Medici in formazione, per genere Nella tabella seguente si riporta la distribuzione dei medici in formazione, per genere e per anno di specializzazione che conferma la tendenza alla prevalenza del genere femminile soprattutto nei primi anni di formazione post laurea. Tabella 7.6 - Medici in formazione, per genere e per anno di specializzazione I Anno F M TOTALE 64 29 93 III Anno 62 20 82 IV Anno 72 32 104 50 26 76 VI Anno 3 0 3 2 3 5 II Anno V Anno Totale 253 110 363 Figura 7.30 – Distribuzione per genere e per anno dei medici in formazione La distribuzione dei medici in formazione nelle diverse Scuole di specializzazione è riportata nelle tabelle di seguito. 253 Tabella 7.7 - Distribuzione dei medici in formazione, per genere e per scuola di specializzazione 254 7.4 I 3 bollini rosa Hanno ottenuto il riconoscimento in particolare le seguenti UU.OO.: • Unità Operativa di Neurologia: per la prevenzione, diagnosi e cura di differenti di patologie neurologiche acute, subacute e croniche. Tra i percorsi dedicati alle donne si segnala: • Percorso Epilessia – Gravidanza • Donne Oltre La Sclerosi Multipla • Unità Operativa di Chirurgia Generale: tra i percorsi dedicati alle donne si segnala: • Percorso Mammella Provinciale • Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologica , in particolare: 1. Ginecologia: per le patologie infiammatorie, disfunzionali, organiche, preneoplastiche e neoplastiche, screening per il cervicocarcinoma, applicazione della legge 194/78 relativa alla interruzione di gravidanza con intervento chirurgico o con terapia farmacologica nelle gravidanze entro il 49° giorno in ottemperanza al protocollo regionale (RU 486 e misoprostolo). 2. Ostetricia: punto di riferimento provinciale e regionale di terzo livello per la nascita e l’assistenza di gravidanze a rischio e di gravidanze pretermine di feti grandi prematuri, attività di ecografia di II e III livello. Tra i percorsi dedicati alle donne si segnalano: • Programma di screening del carcinoma del collo dell’utero • Percorso Nascita,con tre progetti :“ L’analgesia in Nel 2010 grazie alla partecipazione al concorso indetto dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della donna l’azienda ha ottenuto, per la particolare attenzione alle donne, il rilascio di 3 Bollini Rosa, che sono un riconoscimento nazionale attribuito alle strutture sanitarie all’avanguardia nell’attenzione alla malattia femminile e che investono sulla salute della donna. L’azienda ha ottenuto il premio perché, oltre a soddisfare tutti i requisiti richiesti, ha messo in atto diversi progetti, considerati “Fiore all’occhiello dell’azienda”: • Il 1° Bilancio di genere nel Bilancio di Missione 2008 • L’ambulatorio delle gravidanze a rischio • La scuola in ospedale • I clown in corsia • Il percorso dolore in ospedale: la scheda unica del dolore “Il dolore si cura insieme” e la Rete dei Referenti • Il servizio di mediazione interculturale • La rete cittadina per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne e dei minori • Il Pronto Soccorso ostetrico-ginecologico 24 ore su 24 • La consulenza per donne sieropositive. • La biblioteca digitale di scienze della salute 255 travaglio di parto”, “L’allattamento” e l’avvio di un servizio sperimentale di visite domiciliari post-partum a madri in condizione di fragilità psico-fisica: “Ben arrivato piccolo mio” L’azienda ha ottenuto riconoscimenti anche per la particolare attenzione all’integrazione multietnica: • Servizio di mediazione interculturale per: • assistenza a pazienti stranieri • traduzione di testi, documentazione informativa e cartellonistica multilingua • Menu che risponde alle richieste delle donne straniere • e alla disponibilità di strutture a misura di donna: • Alloggio dedicato alle mamme che allattano con bimbo ricoverato • Angolo bambini nella sala d’attesa della pediatria, • Eliminazione delle barriere architettoniche in tutti gli uffici amministrativi e di prestazioni sanitarie • Percorso preferenziale per donne in gravidanza • “Rooming-in”,“Nido aperto” • Vaccinazione anti-HPV • Servizi igienici riservati all’utenza e personale di servizio femminili • • Progetto interaziendale di sostegno all’allattamento al seno Programma di screening gratuito per la diagnosi precoce del tumore della mammella, alle donne dai 45 ai 74 anni 7.5 Gli obiettivi di miglioramento: le realizzazioni e i progetti Valutata la differenza di genere, relativa ai ricoverati e alle risorse umane aziendali, prevalentemente di genere femminile, in collaborazione con il CPO aziendale, sono stati mantenuti gli obiettivi del 2009 per sviluppare azioni positive in diverse aree di intervento. In particolare è stato possibile : - mantenere gli aspetti di genere nella raccolta e nell’elaborazione dei flussi informativi centralizzati e periferici; - monitorare i risultati della prevenzione, osservazione diagnostica, trattamento e riabilitazione in un’ottica di genere; - individuare, nella ricerca, tematiche sulla prevenzione e sui fattori di rischio collegati allargando l’attenzione ad alcune patologie emergenti tra la popolazione femminile (patologie cardiovascolari, patologie psichiche, depressione, ecc.), nonché sulle procedure di selezione dei campioni nelle sperimentazioni dei farmaci (inclusione delle donne nei trials clinici, differenziazione dei risultati per sesso, indicazione di genere sugli effetti correlati ai prodotti farmaceutici) con risultati positivi; - stimolare le istituzioni formative (Università, Istituti di ricerca ecc.) per lo sviluppo di studi di medicina di genere, con una sensibilizzazione delle nuove generazioni di professionisti della sanità verso una coscienza di genere; - promuovere raccomandazioni e percorsi dedicati, per affrontare in modo uniforme e unitario gli aspetti della violenza contro le donne e i minori, a partire dal contrasto e dalla prevenzione, dalla qualità e dai modelli operativi dei servizi, dall’aggiornamento degli operatori, sancito con la sigla del protocollo promosso dalla Prefettura di Ferrara per la condivisione di strategie contro la violenza alle donne e ai minori; - promuovere il miglioramento degli aspetti dell’igiene ambientale e del lavoro che incidono in particolare sulla salute riproduttiva delle donne, sul benessere, sullo stress lavoro correlato; - implementare in ospedale buone prassi in un’ottica di genere, in risposta a precisi obiettivi regionali: la salute della donna nel continuum della vita (esempio: umanizzazione del percorso nascita, partoanalgesia). In particolare è in corso di realizzazione il progetto (nell’ambito della campagna informativa e di comuni- Attività scientifica e di formazione Pubblicazioni • N.100 pubblicazioni aziendali, recensite, su patologie femminili (neoplasia della mammella, carcinoma dell’utero,sclerosi multipla). • Studi epidemiologici e partecipazione a progetti regionali, nazionali e internazionali sulla salute delle donne. Formazione • Formazione sul controllo contenimento del dolore da parto • Formazione per i componenti dei Comitati Pari opportunità aziendali e dei Comitati Mobbing aziendali • “Allattamento al seno” Corso OMS – Unicef Progetti Architettonici: • Posti auto dedicati a donne gravide • Dopo il trasferimento dell’ospedale a Cona: nido aziendale, nursery, bagni attrezzati con fasciatoi, zone attrezzate per il gioco e la lettura, camere a due letti, con bagno in camera Scientifici • Progetto partoanalgesia • Progetto “Verso un Patto di Genere” • Progetto di umanizzazione delle cure in ospedale: Ospedale senza dolore, partecipazione al Comitato regionale di lotta al dolore, al Progetto Macondo e alla Rete delle Cure Palliative 256 e INPS per un’analisi continua dei dati delle due aree tematiche: “Donna, Lavoro e Società” e “Donna, Rischi e Danni da Lavoro” per un confronto aziendale costruttivo, nell’ottica di una realizzazione progettuale di analisi del benessere lavorativo e dei possibili correttivi; -mantenere alto l’interesse aziendale verso le differenze di genere nei bisogni di salute dei cittadini ferraresi e non, derivato da studi nazionali ed internazionali, ed aziendali (Ospedale senza dolore: indagine di prevalenza del dolore in ospedale 2009, che conferma la maggiore sofferenza delle donne in ospedale). Sul tema si è concretizzata la realizzazione da parte dei CPO nel 2010 di un Convegno Nazionale sulla Salute di genere, in collaborazione con i CPO dell’Azienda USL e dell’Università, di un progetto di comunicazione e sensibilizzazione sulla Partoanalgesia in collaborazione con l’Assessorato alla Salute del Comune di Ferrara. La partecipazione attiva al tavolo Salute donna del Comune di Ferrara, che si dedica a diversi temi delle Pari Opportunità della Conciliazione e della salute di genere con sviluppo di Buone pratiche; al tavolo prefettizio per la violenza di genere che ha permesso l’avvio e lo sviluppo dei percorsi e processi di diversi progetti interaziendali, interprofessionali e interdisciplinari, di attenzione a temi quali la violenza contro la donna, la prevenzione delle malattie cardiovascolari, l’obesità e di altre iniziative presentate con interventi scientifici in numerosi Congressi e riunioni Scientifiche Regionali, Nazionali e internazionali. - mantenere le caratteristiche di Ospedale a misura di donna che ha portato all’acquisizione dei “3 Bollini Rosa” e connotare l’ospedale come luogo di cura e come luogo di lavoro culturalmente sensibile al genere nel rispetto delle pari opportunità. cazione del percorso “Salute e Benessere delle donne a Ferrara” in collaborazione fra CPO aziendali, Progetto Ospedale senza dolore e Assessorato alla Salute e Servizi alla persona del Comune di Ferrara), che coinvolge un campione di donne in età fertile, di diversa etnia, per un’analisi delle conoscenze dei bisogni informativi con l’utilizzo del questionario “Cosa sai del parto indolore” per una campagna di sensibilizzazione sul tema e per una scelta consapevole al momento del parto; - partecipare a diversi convegni sul tema dell’equità senza differenze, della conciliazione tempo lavoro, dell’applicazione normativa, delle Pari Opportunità regionali, nazionali e internazionali, per sviluppare al meglio il tema della salute e del benessere delle donne e degli uomini, dei clienti interni ed esterni omogenei soprattutto in Area Vasta Emilia Centro; - promuovere interventi atti ad affrontare le problematiche nelle relazioni familiari, e la conciliazione tempo di vita, tempo di lavoro; - intervenire in favore delle persone anziane accolte in ospedale, rispondendo alle richieste emerse dagli studi epidemiologici realizzati (ad es. lo studio di prevalenza del dolore in ospedale e lo studio MACONDO) in cui prevale la richiesta di percorsi di umanizzazione fra cui la vicinanza di persone care e di una comunicazione il più possibile personalizzata. L’ottimizzazione della risposta ai bisogni sarà possibile nel nuovo Ospedale di Cona, per la logistica alberghiera (camere a due letti). - sostenere e valorizzare la cultura delle donne, promuovere la partecipazione alle azioni positive. - esercitare il diritto di parità delle leggi (L. 125/91, L. 903/77, direttiva delle misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche). - mantenere alta l’attenzione al contesto organizzativo nell’ottica di genere, per monitorare la vita lavorativa delle donne e degli uomini in azienda e per individuare precocemente le criticità e facilitare la soluzione dei problemi con azioni correttive che coinvolgano gli organismi aziendali preposti e i modelli organizzativi; - superare le diversità di genere e le difficoltà connesse alla riconciliazione tra tempi lavorativi e tempi di vita sociale con il migliore e possibile modello organizzativo; - partecipare al Tavolo Comunale “Salute Donna” per un monitoraggio continuo delle tematiche sul tema, per una risposta puntuale alle criticità rilevate dalle Istituzioni e dalle Associazioni, con azioni positive per stimolare interventi di sensibilizzazione, informazione, cura relativi alla “salute” della donna; - utilizzare la Banca Dati al Femminile dell’INAIL per i dati infortunistici, l’utilizzo di flussi informativi ISTAT Il processo verso l’equità di genere necessita di una strategia di qualità anche attraverso nuovi investimenti finanziari, senza i quali tutte le iniziative in tema di pari opportunità sono impossibili o inefficaci. 257 Nuovo Sant’Anna a Cona - Ingresso visitatori alle degenze 258 8. Nuovo Ospedale di Cona emergenza, delle alte tecnologie e delle funzioni ambulatoriali collegate e/o HUB; 4. La conferma a Cona dell’Hospice ospedaliero (non presente però nel progetto guida e conseguentemente nel progetto offerta); 5. La previsione dell’inserimento a Cona del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, non originariamente previsto in quanto funzione dell’Azienda USL. In data 19 aprile 2006 la Conferenza Territoriale Socio Sanitaria di Ferrara ha approvato la suddetta programmazione delle funzioni e delle sedi. Si è successivamente rivista, in parte, la distribuzione delle funzioni assistenziali per aree omogenee rispetto alla determinazione assunta dall’Azienda circa la nuova organizzazione nei dipartimenti. Il nuovo ospedale di Cona sarà anche la principale sede delle funzioni didattiche e di ricerca dell’Azienda. Le esigenze di spazi collegate alla componente clinica della Facoltà di medicina e chirurgia non erano però state incluse nel progetto preliminare, se non per la disponibilità del terreno su cui realizzare, da parte dell’Università, una struttura dedicata. Nel corso dell’elaborazione del progetto definitivo è emersa da un lato la necessità di ampliare l’area della diagnostica di laboratorio, anche al fine della ricerca (patologia clinica, microbiologia, anatomia patologica, medicina trasfusionale e laboratori di alcune funzioni HUB) e dall’altro la possibilità di rispondere a gran parte delle esigenze di didattica e ricerca con la realizzazione di un polo didattico, tramite una conversione di alcuni volumi ed un limitato ampliamento. Tutte le azioni sopradescritte si inquadrano negli obiettivi riorganizzativi e di razionalizzazione che possono essere previsti con il nuovo Ospedale; in particolare: • Un assetto logistico che cerca di ricreare, anche spazialmente, i Dipartimenti ad Attività Integrata già implementati nell’attuale struttura; • Un’articolazione spaziale in aree omogenee per funzioni ed intensità assistenziale per: • Degenze per acuti, diurne, intensive; • Ambulatori; • Sale operatorie; • Aree di diagnostica; • Aree di laboratorio • Aree direzionali e didattiche. 8.1 La programmazione delle sedi Attualmente le attività sono espletate su due sedi principali, quella storica di Corso Giovecca, di proprietà dell’Azienda e quella denominata “Pellegrino”, in affitto dall’INAIL, che ospita la quasi totalità delle funzioni del dipartimento di riabilitazione, il cosiddetto “Ospedale S. Giorgio”. L’Azienda dispone inoltre di un immobile destinato alla didattica per le lauree infermieristiche/tecnico-sanitarie e della riabilitazione, denominato Varano, sito nel centro storico della città. Nell’ambito della sede ospedaliera storica alcuni edifici sono stati realizzati con finanziamenti dell’Università, con il vincolo di destinazione di uso. Vi sono inoltre alcune funzioni che sono svolte presso sedi dell’Università esterne all’area ospedaliera (parte dell’anatomia patologica, la genetica medica, la medicina legale, la riabilitazione cardiologia) o presso una sede in affitto insieme alla Azienda USL (odontoiatria). La programmazione varata nell’anno 2004 per il nuovo ospedale di Cona aveva previsto la sistemazione in tale ambito di tutte le funzioni assistenziali dell’Azienda, realizzando pertanto la loro concentrazione su un’unica sede. Nel settembre 2005 si è attivato un percorso di verifica della suddetta programmazione, attuato su indicazione del Comune di Ferrara, e svolto nell’ambito della Commissione, nominata d’intesa fra Comune, Università, Azienda Ospedaliero - Universitaria ed Azienda USL (denominata Commissione “Lugli” dal nome del coordinatore), preposta a identificare indirizzi e progetti di utilizzo dell’attuale area ospedaliera del S. Anna . La suddetta Commissione è pervenuta alle seguenti condivise proposte circa la localizzazione delle funzioni ed attività sanitarie, che in parte hanno modificato la originaria programmazione di Cona: 1. Mantenimento delle funzioni del Dipartimento di Riabilitazione “ S. Giorgio” presso l’attuale sede (Pellegrino); 2. Mantenimento presso parte dell’attuale sede ospedaliera di Corso Giovecca di una serie di attività ambulatoriali di 1° livello; 3. La conferma della programmazione presso il nuovo ospedale di Cona di tutte le attività di degenza (day hospital/surgery comprese), delle attività di Gruppi di lavoro stanno elaborando il programma organizzativo e di dotazione di personale, tenendo conto della sopraccitata articolazione organizzativa e della concessione in appalto di tutti i servizi “no core” dell’ospedale. 259 8.2 La programmazione ospedaliera La programmazione dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria all’atto della gara di concessione - gestione per il completamento e l’ampliamento di Cona, come da progetto preliminare adottato nel maggio 2004, aveva previsto a Cona tutte le funzioni ed attività sanitarie dell’Azienda, dimensionandole, per quanto riguarda le degenze, su 860 posti letto. L’articolazione dei suddetti 860 posti letto per tipologia o intensità di cura era prevista con 670 posti letto di degenza ordinaria, 75 di terapia intensiva/subintensiva, 75 di day hospital/surgery e 40 posti letto per libera professione. La programmazione adottata nel 2004, con l’avvio della gara di concessione – gestione del nuovo ospedale di Cona, è stata rivista in riduzione per quanto riguarda i posti letto di terapia intensiva / subintensiva (-28 posti letto), ed un incremento di circa 17 di quelli ordinari. La suddetta scelta è stata operata sulla base di una rideterminazione delle esigenze di intensità di cura ed appropriatezza dei ricoveri e della compatibilità di gestione economica. I posti letto esistenti all’1.1.2010 e la programmazione dei posti letto prevista a regime nel 2011 con l’attivazione del nuovo ospedale di Cona è la seguente: Tabella 7.1 - Posti letto esistenti e programmati Azienda Ospedaliero Universitaria Posti Letto Ordinari 1/1/2010 1/1/2011 34 34 710 Terapia intensiva/subintensiva 707 Day Hospital/Surgery 116 116 TOTALE 860 857 Dozzinanti Tabella 7.1a: Posti letto esistenti e programmati Azienda Ospedaliero Universitaria: Cona e S. Giorgio Posti Letto Sedi Ordinari Terapia intensiva/subintensiva S. Anna 1/1/2010 630 S. Giorgio Cona - 48 80 34 593 2011 S. Giorgio 80 - Day Hospital/Surgery 106 10 75 10 TOTALE 770 90 756 90 Dozzinanti Hospice ospedaliero - - 40 - - - 12 - Serv. Psichiatrico D. C. (azienda USL) 15 - 20 - Totale generale p.l. 785 90 788 90 8.3 Il nuovo ospedale di Cona La programmata articolazione delle sedi delle attività dell’Azienda prevista con l’attivazione del nuovo Ospedale di Cona comporta: • Di pervenire nei tempi definiti con la società, concessionaria ProgEste alla completa realizzazione del nuovo ospedale di Cona, con l’ultimazione dell’opera nell’estate 2011 e la programmazione del trasferimento nell’autunno 2011; • Di avviare, consecutivamente al trasferimento a Cona, l’adeguamento dell’area dell’attuale S. Anna, per funzioni ambulatoriali e la messa in sicurezza dei padiglioni che saranno dismessi. 260 La previsione dei tempi di attivazione del nuovo ospedale considerano: • La sostanziale ultimazione entro luglio 2011; • La conclusione dei collaudi tecnico-amministrativi, prove di funzionamento a vuoto, entro il mese di agosto 2011 • L’ottenimento dell’autorizzazione sanitaria ed agibilità e delle altre necessarie autorizzazioni, entro il mese di settembre 2011 • La fase di trasferimento è prevista in ottobre-novembre 2011 8.4 Progetto relativo all’area dell’attuale S. Anna All’inizio dell’anno 2006 è stato elaborato lo “Studio di fattibilità progettuale sull’utilizzo del complesso ex Arcispedale S. Anna di Ferrara” da parte di una Commissione nominata di intesa fra Comune di Ferrara, Università di Ferrara, Azienda Ospedaliero Universitaria ed Azienda USL (“Commissione Lugli” dal nome del coordinatore). Lo Studio di fattibilità per quanto riguarda la programmazione e le sedi delle funzioni ospedaliere è stato fatto proprio dall’Azienda ed approvato dalla Conferenza Territoriale Socio Sanitaria di Ferrara in data 19 aprile 2006. Il suddetto studio ha previsto la suddivisione dell’area dell’attuale Arcispedale S.Anna in tre zone, con diversa destinazione: a. Zona per funzioni sanitarie e socio-sanitarie, destinata a: Azienda Ospedaliero Universitaria per attività ambulatoriali non trasferite nel nuovo ospedale di Cona; Azienda USL per attività sanitarie ed amministrative; Comune di Ferrara per servizi sociali. b. Zona destinata all’Università per funzioni di ricerca e di didattica non integrate nell’Azienda Ospedaliero- Universitaria. c. Zona destinata alla trasformazione urbanistica: riqualificazione ad usi residenziali, direzionali e commerciali. La suddetta suddivisione per zone è riportata nella seguente planimetria. Figura 7.1 – Planimetria dell’attuale Arcispedale S.Anna 261 ambulatoriali dell’Azienda da mantenere nell’attuale sede ospedaliera; per queste ultime si è avviato un confronto con l’Azienda USL per una programmazione integrata delle sedi delle attività erogate da entrambe le Aziende. La suddetta programmazione comporta l’adeguamento dell’area dell’attuale ospedale che rimane di proprietà dell’Azienda, per provvedere, in stretta successione al trasferimento nel nuovo ospedale, la concentrazione in tale area delle attività ambulatoriali che rimarranno al S.Anna, attualmente allocate in via diffusa in tutti i padiglioni ospedalieri. Ciò al fine di dismettere nel più breve tempo possibile le aree oggetto di vendita e di evitare di mantenere in funzione una pluralità di settori dell’ospedale solo per alcuni spazi ambulatoriali, situazione che comporterebbe elevati costi di gestione. Per l’approfondimento tecnico circa la destinazione ed utilizzo dell’Area dell’Arcispedale S. Anna elaborato dalla Commissione “Lugli”, è stato attivato, nel mese di gennaio del 2007 (sempre d’intesa fra Comune, Università, Azienda USL ed Azienda Ospedaliero Universitaria) uno specifico Gruppo tecnico di lavoro (denominato commissione Pinelli - Preger) che ha presentato e consegnato il proprio “Rapporto Finale” alle Amministrazioni interessate in data 13 giugno 2007. Tale rapporto, nello sviluppare l’ipotesi preliminare di riassetto dell’area, ha confermato la fattibilità della cessione di parte della stessa, con destinazione residenziale, direzionale, commerciale, per un valore immobiliare atteso dalla vendita in linea con le previsioni aziendali di 31 milioni di euro. In data 26 febbraio 2008 è stato sottoscritto il Documento Programmatico del Gruppo di lavoro del Programma d’Area “Programma Speciale d’Area – Progetto di valorizzazione del Centro Storico - Azioni per lo sviluppo urbanistico delle aree di eccellenza della città di Ferrara”, nel quale è stata inserita, fra le modifiche e/o integrazioni dell’Allegato 1 di cui alla Delibera del Consiglio Comunale PG. 59546 del 23/07/2007, anche l’Area dell’Arcispedale S. Anna, con le destinazioni di uso prima illustrate. In data 4.12.2008 è stato sottoscritto fra Comune, Azienda Ospedaliero – Universitaria ed Azienda USL l’Accordo ex art. 15 della L. 241/1999 ed il Programma Speciale d’Area “Progetto di valorizzazione del Centro Storico” (di cui alla L.R. n. 30/1996) per l’area Arcispedale S.Anna. Il Comune di Ferrara, con Delibera di Giunta del 15 dicembre 2009 ad oggetto ha determinato la “costituzione gruppo di progetto per la redazione del Piano di Recupero di iniziativa pubblica (PdR) del complesso dell’Arcispedale Sant’Anna in attuazione del “Programma Speciale di Area – Azioni per lo sviluppo urbanistico delle aree di eccellenza della Città di Ferrara” – collaborazione con l’Università di Ferrara e con l’ARPA Bologna – Struttura Tematica di ingegneria ambientale” . b. Zona destinata alla Università: E’ stata raggiunta una preliminare intesa con l’Università per la stesura di un Accordo sui seguenti punti: • L’Università rinuncia alla destinazione perpetua che ha su una serie di edifici presso l’attuale S. Anna, realizzati con il suo contributo economico, e che rientrano nelle suddette zone a) e c); • L’Azienda Ospedaliero Universitaria trasferisce all’Università la proprietà della zona identificata con la lettera b); • L’Azienda Ospedaliero Universitaria destina all’Università, per la durata di 99 anni, presso il nuovo ospedale di Cona parte dei previsti spazi didattici e cede una superficie di terreno di 20.000 mq. per realizzare ulteriori necessari spazi didattici, laboratori di ricerca e spazi per studenti. Nel primo semestre 2010 dovrebbe perfezionarsi il suddetto accordo, acquisite le necessarie autorizzazioni regionali e la garanzia, da parte dell’Impresa Concessionaria, che l’area dei 20.000 mq. sia libera da vincoli (attualmente insistono sulla stessa circa 130.000 mc. di terreno di riporto). c. Zona destinata alla trasformazione urbanistica. Per l’approfondimento tecnico circa la destinazione ed utilizzo dell’Area dell’Arcispedale S. Anna elaborato dalla Commissione “Lugli”, è stato attivato, nel mese di gennaio del 2007 (sempre d’intesa fra Comune, Università, Azienda USL ed Azienda Ospedaliero Universitaria) uno specifico Gruppo tecnico di lavoro (denominato commissione Pinelli - Preger) che ha presentato e consegnato il proprio “Rapporto Finale” alle Amministrazioni interessate in data 13 giugno 2007. Tale rapporto, nello sviluppare l’ipotesi preliminare di riassetto dell’area, ha confermato la fattibilità della cessione di parte della stessa, con diverse destinazi- Stato di realizzazione del progetto attuale S. Anna: a. Zona per funzioni sanitarie e socio-sanitarie: In data 7/10/2008 è stato già firmato il preliminare di vendita di 20.000 mq. all’Azienda USL per un valore di 10,3 milioni di euro, con contestuale pagamento di 10 milioni. Per quanto riguarda l’area da riservare ai Servizi Sociali del Comune, indicata in 3.000 mq., si è definito, nell’ambito dell’Accordo ex art. 15 prima citato, un concorso dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria per 2.000 mq. e dell’Azienda USL per 1.000 mq. . Si sta concludendo la programmazione delle funzioni 262 Attualmente si è in attesa delle proposte circa il Piano di Recupero di iniziativa pubblica da parte del gruppo di progetto costituito dal Comune di Ferrara, con Delibera di Giunta del 15 dicembre 2009 ad oggetto “costituzione gruppo di progetto per la redazione del Piano di Recupero di iniziativa pubblica (PdR) del complesso dell’Arcispedale Sant’Anna in attuazione del “Programma Speciale di Area – Azioni per lo sviluppo urbanistico delle aree di eccellenza della Città di Ferrara” – collaborazione con l’Università di Ferrara e con l’ARPA Bologna – Struttura Tematica di ingegneria ambientale” . oni e utilizzo, per un valore immobiliare atteso dalla vendita in linea con le previsioni aziendali di 31 milioni di euro. In data 26 febbraio 2008 è stato sottoscritto il Documento Programmatico del Gruppo di lavoro del Programma d’Area “Programma Speciale d’Area – Progetto di valorizzazione del Centro Storico - Azioni per lo sviluppo urbanistico delle aree di eccellenza della città di Ferrara”, nel quale è stata inserita, fra le modifiche e/o integrazioni dell’Allegato 1 di cui alla Delibera del Consiglio Comunale PG. 59546 del 23/07/2007, anche l’Area dell’Arcispedale S. Anna, con le destinazioni di uso prima illustrate. In data 4.12.2008 è stato sottoscritto fra Comune, Azienda Ospedaliero Universitaria ed Azienda USL l’Accordo ex art. 15 della L. 241/1999 ed il Programma Speciale d’Area “Progetto di valorizzazione del Centro Storico” (di cui alla L.R. n. 30/1996) per l’area Arcispedale S.Anna. Si richiama che fra le fonti di finanziamento del nuovo Ospedale entrano altre due alienazioni: il “S. Giorgio”’ex sede della riabilitazione e l’edificio “Varano”, attuale sede della formazione. 263 264 Conclusioni del Direttore Generale • Il 2010 si è nell’insieme caratterizzato come un anno particolarmente impegnativo, trascorso su un terreno caratterizzato dal quadro economico definito dal prioritario impegno verso l’equilibrio di bilancio. Se da un lato il forte sforzo programmatorio e strategico era diretto al raggiungimento di tale traguardo, dall’altro, tutte le articolazioni organizzative hanno lavorato per perseguire, seguendo le linee guida aziendali, anche gli altri obiettivi di carattere tecnicoorganizzativo, con la finalità di garantire l’adeguatezza, la qualità e l’appropriatezza dell’offerta resa all’utenza, nel rispetto dell’accordo di fornitura con l’Azienda territoriale e nello sforzo di conservare il livello di attrazione per le funzioni di eccellenza. Gli impegni organizzativi e gli strumenti di miglioramento sono stati indirizzati, durante l’anno verso: • il proseguimento delle attività e dei percorsi per il nuovo Ospedale; • l’integrazione sui tre principali versanti: tra le funzioni sanitarie e le funzioni tecnico amministrative, tra l’assistenza, la didattica e la ricerca (rapporti con l’Università), tra l’Azienda Ospedaliero Universitaria e l’Azienda Committente; • il perfezionamento dell’interfaccia con l’utenza e l’accesso alle strutture da parte del cittadino; • lo sviluppo progressivo della cultura del percorso clinico assistenziale e dei relativi strumenti, e la promozione dell’appropriatezza organizzativa verso l’ottimizzazione dei setting assistenziali; • la valutazione delle tecnologie e il governo della prescrizione farmaceutica. Il 2010 è stato anche un anno di transizione direzionale con il cambiamento della Direzione Generale L’annata quindi è trascorsa in larga parte nel proseguimento di linee strategiche e accordi con l’azienda committente definite col precedente Direttore, il Dott. Riccardo Baldi, cui va il ringraziamento per l’importante contributo alla crescita, allo sviluppo e ai risultati ottenuti da questa Azienda, anche nel corso del 2010. Come valutazione di sintesi conclusiva, è possibile affermare che, anche a fronte di criticità economiche, con le risorse disponibili e attraverso linee strategiche ben definite, quest’Azienda è riuscita a raggiungere alcuni significativi traguardi che hanno reso il 2010 una “tappa” nel percorso storico dell’Ospedale. • L’introduzione del sistema di prenotazione unico provinciale. Con il CUP unico si può prenotare qualsiasi visita o esame da ogni punto CUP della provincia; ciascuno sportello garantisce la possibilità di accedere all’intera offerta assistenziale sia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria sia • • • • • 265 l’Azienda USL. La forte spinta e sviluppo della cultura della misurazione e del miglioramento della qualità dell’assistenza. In primo luogo va sottolineato l’impegno aziendale nel mantenimento del suo ruolo di coordinamento italiano e di partnership al progetto IQIP (International Quality Indicator Project), utilizzando una serie di indicatori di processo e risultato validati a livello internazionale. L’esperienza dell’azienda nell’ambito della qualità dell’assistenza è particolarmente sviluppata: dal 2002 si assiste allo sviluppo ed evoluzione di un database informatizzato degli indicatori di performance clinica. All’interno del database ogni Dipartimento ed ogni Unità operativa hanno inserito uno o più indicatori di specifico interesse (con relativi standard di prodotto), supportati metodologicamente e tecnicamente dallo Staff Accreditamento, Qualità, Ricerca e Innovazione. Tale data base è divenuto un vero e proprio patrimonio culturale dell’Azienda La maggior attenzione alla centralità del cittadino e il miglioramento dell’interfaccia relazionale, evidenziata dalla sensibile riduzione del numero di reclami rispetto all’anno precedente. Il raggiungimento di buoni livelli di appropriatezza dei setting assistenziali grazie al potenziamento dell’Osservazione Breve intensiva e al consolidamento delle attività Ambulatoriali Complesse caratterizzate dalla presa in carico del paziente. Grazie a questi strumenti l’azienda ha potuto posizionare la propria performance in linea con le medie regionali. Anche nel settore del governo della prescrizione farmacologica, attraverso gli strumenti specifici e la rigorosità del monitoraggio, sono stati ottenuti risultati positivi rispetto ai target. Le azioni di governo non sono comunque state indirizzate solo verso la prescrizione dei farmaci ma anche verso i Dispositivi medici con l’attivazione della Commissione Provinciale Dispositivi Medici. Il processo di crescita culturale e gestionale nei confronti dell’impatto ambientale, delle politiche di risparmio energetico e della mobilità aziendale, ottenuti con una maggiore sensibilizzazione dei professionisti con ricadute dirette sulla performance economica oltre che qualitativa. Il riassetto organizzativo delle chirurgie con l’istituzione della Chirurgia d’Urgenza, come punto di partenza per una nuova mission specifica per il settore chirurgico in previsione dell’assetto organizzativo presso il nuovo Ospedale. Lo sviluppo e la prosecuzione dei processi di integrazione con l’Azienda Committente con • • • • l’istituzione del Dipartimento Interaziendale Gestionale “Amministrazione del Personale” che si aggiunge a quelli già esistenti. Lo sviluppo e consolidamento del sistema RIS (Radiology Information System) – PACS (Picture Archive Computed System), che ha impresso un’impronta migliorativa sulla gestione del paziente in Radiologia (prenotazione, accettazione, refertazione, statistiche) e sulla gestione delle immagini diagnostiche in formato digitale. L’evoluzione dei sistemi informativi del personale (attraverso la rete intranet), grazie ai quali l’informazione, la praticità e l’utilità a disposizione del dipendente, sono divenuti non solo obiettivi ma elementi di concretezza: trattamento economico, gestione delle presenze, regolamentazione dell’attività libero professionale, indicazioni normative, scambi di informazioni con gli uffici della Direzione Giuridico ed Economica delle Risorse Umane, consultazioni sul proprio cartellino delle presenze e cedolino dello stipendio. Lo sviluppo del nuovo piano formativo finalizzato non solo agli aspetti clinico - assistenziali ma anche a quelli relazionali e di comunicazione efficace. Il piano è stato predisposto per supportare il passaggio al nuovo polo ospedaliero in armonia con i nuovi modelli organizzativi e col governo dell’assistenza. Il riconoscimento dei bollini rosa come Ospedale che cura le differenze di genere, un riconosci- • mento nazionale attribuito alle strutture sanitarie all’avanguardia nell’attenzione alla malattia femminile e che investono sulla salute della donna. Lo sviluppo di un progetto sull’analisi storica del S.Anna, in risposta ad una città che vuole rinnovarsi rispettando la memoria del passato. Si è trattato di un percorso di ricerca per supportare la comprensione dei cambiamenti progressivi della struttura e dell’organizzazione in stretta relazione alle evoluzioni sociali ed economiche della città. Nel portare avanti il grande impegno della realizzazione del nuovo Ospedale, l’Azienda si troverà ad affrontare un percorso di significativo rinnovamento organizzativo e gestionale in cui la revisione dei percorsi clinico assistenziali esistenti e l’elaborazione dei nuovi, diventeranno il terreno su cui gradualmente ridefinire la qualità e la tipologia dell’offerta resa all’utenza. In tal modo sarà favorita l’accentuazione dell’attività di alta complessità in linea con la mission di una Azienda Ospedaliero Universitaria. Una siffatta impostazione organizzativa andrà a costituire l’elemento di congiunzione tra la rimodulazione dell’offerta verso la popolazione di riferimento, in accordo con l’Azienda Territoriale, e la pianificazione strategica interna. Un particolare ringraziamento va rivolto a tutti i professionisti che hanno collaborato alla realizzazione del Bilancio di Missione anche per l’anno 2010. Dott. Gabriele Rinaldi 266 Parere del Comitato di indirizzo Idem per la Formazione Specialistica Le sinergie con l’Azienda USL La attenzione sempre crescente alla ricerca e alla innovazione • La promozione delle eccellenze e delle funzioni Hub and Spoke • Lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse umane e professionali • La reale attivazione del’Ospedale di Cona Dopo questa premessa che evidenzia una sostanziale continuità in meglio dell’andamento aziendale, rispetto all’Ospedale di Cona va sottolineato il particolare impegno e la ferma determinazione dimostrata nel 2010 circa la volontà di aprire l’ospedale entro la fine del corrente anno 2011. Sul tema più specifico della integrazione ospedaleuniversità troviamo diversi elementi che indicano lo sforzo che si sta perseguendo a questo proposito, sia quelli più tradizionali del rapporto istituzionale (formazione, corsi di laurea, scuole di specialità, didattica, ricerca), sia quelli per i quali è necessaria una volontà di reciproca valorizzazione e di massima collaborazione (programmazione dei servizi sul territorio e collaborazione con la USL, sviluppo integrato delle risorse umane e professionali, rapporti con il paziente e gli stakeholders, organizzazione ed efficienza aziendali, innovazione ed eccellenze, impatto socio-economico con il territorio di riferimento). Con riferimento particolare all’attività di ricerca che caratterizza l’Azienda Ospedaliero Universitaria, si sottolinea che i dati riportati nel Bilancio di Missione e inerenti alla classificazione delle pubblicazioni per tipologia (come da data base dell’università) possono essere meglio rappresentati. Pertanto, in luogo del numero delle pubblicazioni, si potrebbe presentare l’IF cumulato (indicatore bibliometrico normalmente utilizzato nel settore bio-medico) per dipartimento, considerando le pubblicazioni censite su PubMed e tenendo conto della accettazione delle pubblicazioni sulle più qualificate riviste internazionali Inoltre, quanto ai finanziamenti all’attività di ricerca, sono stati riportati i dati di progetti europei, nazionali PRIN, e locali FAR. Al fine di rappresentare al meglio la capacità di attrazione di risorse destinate alla ricerca, potrebbe essere utile anche segnalare l’eventuale finanziamento ricevuto attraverso altre fonti (i.e, fondi Telethon, etc.). Alcuni altri suggerimenti riguardano la parte grafica, non sempre all’altezza dei contenuti mentre la parte che riguarda la comunicazione affronta, giustamente, in modo diffuso la relazione con i pazienti mentre appare un po’ limitata per quanto riguarda la comunicazione interna alla organizzazione. • • • Il Comitato d’Indirizzo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara è chiamato ai sensi dell’art. 5 della delibera della Giunta Regionale 318 del 2005 ad esprimere parere obbligatorio sui risultati dell’attività istituzionale espressi nel Bilancio di Missione, introdotto dalla Legge Regionale 2/2004. Il Bilancio di Missione viene formulato a consuntivo dell’attività istituzionale aziendale dell’anno 2010 e rappresenta uno strumento di informazione per i soggetti istituzionali: Regione, Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria, Aziende Sanitarie, Associazioni dei malati e del volontariato, Ordini e Collegi professionali e Organizzazioni Sindacali. L’Azienda Ospedaliera di Ferrara ha predisposto questo importante atto con rigorosa conformità alle indicazioni regionali, alle normative di riferimento nazionali, regionali con attenzione al quadro istituzionale. Come giudizio generale sul documento, a proposito di linguaggio utilizzato, lo potremmo definire un documento chiaro e trasparente, leggibile e con alcune modalità di rappresentazione efficaci come quella di spiegare il significato degli indicatori aziendali attraverso delle domande ad hoc. Un altro passaggio particolarmente interessante, rispetto alla attenzione alle politiche delle risorse umane, è quello riguardante le azioni promosse per i dipendenti. Documento che possiamo definire concreto, operativo nel quale sono facilmente rintracciabili “i fatti” aldilà delle parole utilizzate. Il volume di informazioni di carattere quantitativo permette di apprezzare lo sforzo dell’Azienda nella misurazione di molti fenomeni che ne caratterizzano il complesso agire. In particolare, è significativo il volume di indicatori di efficacia, sicurezza e appropriatezza che l’Azienda monitora per ciascun dipartimento, nonché la dettagliata analisi della mobilità. Si tratta di un patrimonio di conoscenze in grado di conferire efficacia al processo decisionale e alle scelte di vertice.In quanto ai contenuti generali alcune considerazioni si possono riprendere dal parere espresso dal Comitato di Indirizzo sul Bilancio di Missione 2009 in quanto nel documento vengono rappresentati una serie di dati che consolidano i risultati dell’anno scorso, in particolare quelli riguardanti: • Il rapporto tra economicità e qualità dei servizi erogati • Il contenimento del tasso di ospedalizzazione La centralità del cittadino e la cura della relazione con il paziente • Il consolidamento della applicazione dell’Accordo attuativo locale con Università 267 Il Comitato, nell’esprimere il proprio parere positivo sul Bilancio di Missione 2010, coglie l’occasione per evidenziare un apprezzamento dello sforzo in atto da parte della Direzione Generale e di tutti gli operatori del Sant’Anna indirizzato a sviluppare un percorso di miglioramento continuo che costituisce l’unico sbocco possibile per una organizzazione chiamata ad assolvere il compito più importante e delicato in una società: la salute delle persone e della comunità. A questo proposito confermiamo la nostra proposta di rappresentare, nel Bilancio di Missione, i predetti risultati rendendo visibile, in ogni passaggio, quanto i risultati stessi derivino in tutto o in parte dal forte legame istituzionale, non solo formale ma effettivo, tra ospedale e università. Un esempio in positivo presente nel documento è dato dal capitolo “Nuovo Ospedale di Cona”, dove tutti gli elementi di integrazione sono ben visibili in tutte fasi del processo, dalla programmazione iniziale via via lungo tutto il percorso che sta portando al traguardo finale. In sintesi, il Bilancio di Missione 2010 fornisce un quadro molto soddisfacente della gestione aziendale, della struttura organizzativa, dei processi interni, in linea con le disposizioni regionali in tema di bilancio di missione. Approvato nella seduta del Comitato d’Indirizzo del 03/10/2011 268