Bilancio di Missione 2010 - Azienda Ospedaliero

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Bilancio di Missione 2010 - Azienda Ospedaliero
anno 2010
bilancio di missione
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara
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Presentazione del Direttore
Generale
1 Contesto di riferimento
1.1 Quadro normativo e istituzionale
1.1.1 Quadro normativo nazionale di base
1.1.2 Quadro normativo regionale di base
1.1.3 Quadro istituzionale locale di base
1.1.4 Integrazioni normative cronologiche
1.2 Il sistema delle relazioni con l’Università
1.2.1 Corsi di laurea attivati e disattivati nell’anno 2010:
1.2.2 Ricercatori e Professori universitari assunti e cessati
1.2.3 Ricercatori e professori da reclutare sulla base delle procedure già deliberate
1.3 La rete integrata dell’offerta regionale
1.4 Osservazioni epidemiologiche
1.5 Accordo di fornitura
2 Profilo aziendale
2.1 Sostenibilità economica, finanziaria e patrimoniale
2.1.1 Sostenibilità economica
2.1.2 Sostenibilità finanziaria
2.1.3 Sostenibilità patrimoniale
2.2 Impatto sul contesto territoriale
2.2.1 Impatto economico
2.2.2 Impatto sociale
2.2.3 Impatto culturale
2.2.4 Impatto ambientale
2.3 Contributo alla copertura dei Livelli Essenziali di Assistenza
2.3.1 Assistenza collettiva in ambiente di vita e di lavoro
2.3.2 Assistenza distrettuale
2.3.3 Assistenza ospedaliera
2.3.4 Qualità dell’assistenza
2.4 Ricerca e Didattica
2.4.1 Ricerca
2.4.2 Didattica
2.5. Assetto organizzativo
3. Obiettivi istituzionali e strategie aziendali
3.1 Centralità del cittadino
3.1.1 Gestione delle segnalazioni del cittadino
3.1.2 Semplificazione dell’accesso della specialistica ambulatoriale
3.2 Partecipazione degli Enti locali alla programmazione sanitaria
3.2.1 Collaborazione con la AUSL per i piani per la salute
3.2.2 I programmi per la promozione della salute
3.2.3 Collaborazione con il Comune di Ferrara per lo sviluppo dei piani per la mobilità verso il nuovo Ospedale di Cona
3.2.4 Integrazioni interaziendali per le attività sanitarie
3.2.5 Integrazioni interaziendali per le attività tecnico-amministrative
3.3 Universalità ed equità di accesso
3.3.1 Il piano emergenza caldo
3.3.2 L’ospedale senza dolore
3.3.3 Il Percorso Nascita
3.3.4 Le Reti Regionali per le Cure Palliative e la Terapia del Dolore
3.3.5 Gestione integrata paziente diabetico 3
3.3.6 Assistenza Odontoiatrica
3.3.7 Recepire a livello Aziendale il progetto Regionale “Differenze ed Equità”
3.4 Qualità dell’assistenza ed efficienza gestionale
3.4.1 L’integrazione socio–sanitaria e l’assistenza ospedaliera
3.4.2 Miglioramento della applicazione dei criteri di assegnazione dei pazienti in modo appropriato e ottimizzazione della casistica cronica. La Continuità ospedale-territorio: il case-manager
3.4.3 Contenimento della spesa Farmaceutica Ospedaliera
3.4.4 Ottimizzazione dei processi di controllo interno delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) e delle Cartelle Cliniche
3.4.5 Le politiche di acquisto dei beni e dei servizi
3.4.6 Sorveglianza e controllo delle malattie infettive, igiene ospedaliera, gestione del rischio
3.4.7 L’Accreditamento Istituzionale
3.4.8 Sviluppo e ottimizzazione dei processi di integrazione organizzativa
3.5 Promozione dell’eccellenza tecnologica, clinica e organizzativa
3.5.1 Formalizzazione dell’Atto Aziendale
3.5.2 L’Accordo Attuativo locale
3.5.3 L’applicazione del protocollo di Intesa sulla Formazione Specialistica
3.5.4 Progetto SOLE ed il completamento dei processi aziendali di informatizzazione
3.5.5 Il CUP Unico provinciale
3.5.6 Il progetto SIGLA
3.5.7 Altri progetti nell' ICT
3.5.8 Assistenza farmaceutica e dispositivi medici
3.5.9 L’anagrafe dei medici prescrittori
3.5.10 Il Foglio Unico Terapia
3.5.11 Sistema Ris-PACS
3.5.12 Il sistema informativo del 118 e Pronto Soccorso
4. Condizioni di lavoro, competenze del personale
ed efficienza dell’organizzazione
4.1 La “carta di identità” del personale
4.2 Partecipazione dei professionisti all’individuazione delle strategie aziendali e alla gestione
operativa
4.2.1 Il Collegio di Direzione e le funzioni di staff.
4.2.2 Il processo di Budget
4.2.3 Il processo di Accreditamento
4.2.4 I programmi interaziendali
4.3 Gestione del rischio e sicurezza
4.3.1 Condizioni di rischio per i lavoratori
4.4 Ridefinizione dei ruoli professionali in relazione allo sviluppo delle strategie aziendali
4.4.1 La ridefinizione dei nuovi quadri di responsabilità
4.5 Sistema di valutazione delle competenze e sistemi premianti
4.5.1. Procedure di valutazione
4.6 Sistema informativo del personale
4.7 Formazione
4.7.1 Corsi di formazione in sede: tematiche affrontate
4.7.2 Formazione sul campo e formazione fuori sede
4.7.3 Personale esterno partecipante a iniziative di formazione aziendali
4.7.4 La valutazione della qualità percepita
4.7.5 Attività di docenza svolta da personale interno
4.7.6 Accreditamento della formazione e dei provider
4.7.7 Dati di Attività
4.7.8 Rapporti con l’Università
4.7.9 Accesso alla documentazione scientifica da parte del personale (Information Literacy)
4.8 Struttura delle relazioni con il personale dipendente e le sue rappresentanze
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4.8.1 Iniziative volte a creare un ambiente aperto alla negoziazione come condizione necessa-
ria per la riflessione sulla qualità dei processi aziendali
4.8.2 Azioni promosse per i dipendenti
5. Sistema di relazioni e strumenti di comunicazione
5.1 La comunicazione per l’orientamento e l’accesso ai servizi
5.1.1 Supporto al percorso del cittadino
5.1.2 Accoglienza informativa presso la Portineria Centrale
5.1.3. Accoglienza informativa presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico
5.2 La comunicazione per le scelte d’interesse per la comunità
5.2.1 Predisporre un progetto di individuazione di spazi dedicati ai diversi culti e alla stanza
del silenzio
5.2.2 Progetto allattare Al Seno
5.2.3 Collaborazione con Er-go per l’accoglienza di tirocini di neo-laureati
5.2.4 Campagne di comunicazione
5.2.5 Sito internet
5.2.6 House organ e Rubriche informative televisive
5.3 Gli strumenti per la comunicazione interna aziendale
5.3.1 La rassegna stampa
5.3.2 Sito intranet
5.3.3 Newsletter
6. Governo della Ricerca ed Innovazione
6.1 Azioni dell’infrastruttura locale ed integrazione dei sottosistemi aziendali
6.2 Capacità di attrazione di risorse finanziarie
6.3 Promozione della coerenza tra investimenti ed evidenza dei benefici
6.4 Sviluppo della cultura relativa alla ricerca sanitaria
6.5 Facilitazione dell’accesso alle conoscenze e alle competenze per il corretto utilizzo della informa
zione scientifica
6.6 Incentivazione dello sviluppo di collaborazioni con altre istituzioni
6.7 Mappatura dei progetti multidisciplinari.
6.8 Valorizzazione del ruolo del Comitato Etico
6.9 Coinvolgimento del Comitato Etico in decisioni aziendali
6.10 Regole di trasparenza verso finanziatori pubblici e privati
7. Il bilancio di genere
7.1 Premessa
7.2 Genere e salute, il contesto demografico della provincia: la storia sanitaria dei dimessi nel 2010
7.3 Il cliente interno: i dipendenti dell’Azienda
7.4 I 3 bollini rosa
7.5 Gli obiettivi di miglioramento: le realizzazioni e i progetti
8. Nuovo Ospedale di Cona
8.1 La programmazione delle sedi
8.2 La programmazione ospedaliera
8.3 Il nuovo ospedale di Cona
8.4 Progetto relativo all’area dell’attuale S. Anna
Conclusioni del Direttore Generale
Parere del Comitato di indirizzo
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Presentazione del Direttore
Generale
della gestione dei rifiuti sanitari.
Il contributo alla copertura dei livelli essenziali
di assistenza, analizzato negli ambiti distrettuali,
ambulatoriali, farmaceutici, e ospedalieri.
• La qualità dell’assistenza: particolare sviluppo è
stato dato per il 2010 agli indicatori in tale ambito.
Nella revisione del Bilancio di Missione è progressivamente emersa l’esigenza di avviare una riflessione su tali indicatori, dopo cinque anni dalla
loro introduzione, in un momento in cui ha assunto particolare rilevanza, anche a livello regionale,
lo sviluppo di una forma di rendicontazione accessibile ai cittadini. Il Bilancio di Missione 2010
contiene i dati di una serie di indicatori applicabili
a tutte le aziende, ed inoltre, tre indicatori per ogni
Dipartimento ad attività integrata, scelti dallo stesso sugli ambiti relativi all’efficacia, alla sicurezza
e all’appropriatezza.
• La ricerca e la didattica: una descrizione delle
attività specifiche che costituiscono il principale
elemento di integrazione con l’Università.
Nel capitolo terzo vengono descritti i risultati ottenuti
in relazione ad obiettivi aziendali specifici derivati da
linee di programmazione regionale e da esigenze di
sviluppo e miglioramento continuo sul versante organizzativo, relazionale, qualitativo, sul quadro istituzionale e sui rapporti con i cittadini. Particolare approfondimento viene dato agli ambiti:
• progetto “ospedale e territorio senza dolore” descrivendo le attività specifiche svolte all’interno
dei dipartimenti, le finalità e l’interfaccia con la
Regione, le rilevazioni svolte in Azienda
• progetto regionale “Differenze ed equità”: rendere
il principio di equità un elemento cardine e pervasivo delle modalità di accesso ed erogazione dei
servizi, rispetto alle diversità di specifiche fasce di
popolazione per le differenze culturali, di genere,
di età, di disabilità, vulnerabilità sociale, nell’utilizzo delle risorse messe a disposizione
• processi di integrazione sia sul versante sanitario
che tecnico amministrativo, all’interno dell’azienda e con l’azienda territoriale
• misure ed interventi per il governo della prescrizione farmaceutica
• gestione del rischio, sorveglianza e controllo delle
malattie infettive: descrizione dei progetti regionali e delle procedure aziendali operative specifiche,
descrizione delle indagini epidemiologiche e delle
campagne di sensibilizzazione.
Nel capitolo quarto, viene aggiornata annualmente
quella che viene definita coma la “carta di identità del
personale”: dagli aspetti quantitativi, relativi alla numerosità per tipologia dei dipendenti, agli aspetti più
qualitativi come la sicurezza, la ridefinizione dei ruoli
•
L’elaborazione del Bilancio di Missione del 2010 è
stata effettuata seguendo una logica di rinnovamento
rispetto alle precedenti edizioni. In primo luogo è stato
condotto un lavoro coordinato, maturato progressivamente dall’esperienza precedente, atto ad apportare
modifiche ed integrazioni allo scopo di poter rendere il
prodotto finale più accessibile alla lettura da parte degli stakeholder. Nella raccolta ed organizzazione delle
informazioni, secondo le linee guida regionali per la
redazione del documento, si sono perseguiti obiettivi
come la maggior accessibilità e trasparenza, garantendo al tempo stesso un maggior approfondimento
delle varie tematiche affrontate. L’essenza del Bilancio di Missione è, infatti, la descrizione a consuntivo
dell’azione istituzionale dell’Azienda, esponendo, nei
vari ambiti, i risultati ottenuti e i traguardi raggiunti, al
fine di ottenere un documento in grado, nel complesso, di affiancare la rendicontazione economica costituita dal Bilancio di Esercizio.
Nel primo capitolo, dedicato al contesto di riferimento
in cui opera l’Azienda, è stata sensibilmente approfondita la rete integrata dell’offerta regionale: è stato
descritto il ruolo complessivo che l’Azienda svolge nel
contesto della rete regionale e provinciale, individuando come strumento l’analisi congiunta della mobilità
attiva e passiva della popolazione, distinta in base al
livello specialistico delle funzioni assistenziali. È stato
dato ampio spazio, rispetto alle edizioni precedenti, ad
una analisi di carattere descrittivo in riferimento alle
funzioni di eccellenza esercitate nell’Azienda e alle
condizioni epidemiologiche che ne hanno motivato lo
specifico sviluppo.
La seconda sezione del Bilancio di Missione continua
ad essere una componente fondamentale ed articolata in ampie tematiche:
• La sostenibilità economica, finanziaria e patrimoniale, descritta con una gamma di dati e indicatori
condivisi a livello regionale.
• L’impatto sul contesto territoriale, nell’ambito del
quale è stata maggiormente descritta la componente culturale, con un progetto sull’analisi dell’evoluzione storica del S. Anna. La valorizzazione
del patrimonio storico-artistico” è stato il primo
step di questa analisi, che ha permesso di evidenziare le analogie politiche, economiche e tecniche
fra passato e presente. Molta enfasi è stata data
anche alla relazione sull’impatto ambientale, dal
consumo energetico alla sensibilizzazione allo
sviluppo sostenibile e al miglioramento continuo
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portante strumento di integrazione.
Il capitolo settimo è dedicato ad un ambito di forte
spinta innovativa nella gestione delle Aziende Sanitarie: è stata effettuata un’analisi secondo una dimensione della realtà che aiuta a pianificare, e gestire i
servizi sanitari conoscendo le distinzioni di genere che
esistono nell’ambito lavorativo. Il documento è stato
elaborato con ampia ispirazione alle rendicontazioni
sociali di un Bilancio di Genere, inteso come uno strumento di consuntivazione delle politiche di genere. Nel
2010 l’Azienda ha ottenuto, per la particolare attenzione alle donne, il rilascio di 3 Bollini Rosa, che sono
un riconoscimento nazionale attribuito alle strutture
sanitarie all’avanguardia nell’attenzione alla malattia
femminile.
Anche questa edizione del Bilancio di Missione dedica
un capitolo specifico al nuovo Ospedale di Cona, alle
proprie innovazioni strutturali, progettuali, logistiche
ed organizzative, con le considerazioni sulle attività
svolte nel 2010.
professionali, i sistemi informativi e la formazione.
Nel quinto capitolo, ove vengono illustrati i sistemi
aziendali relazionali e gli strumenti della comunicazione, trovano una approfondita descrizione analitica
i sistemi di accoglienza informativa presso la portineria centrale, presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico,
presso l’Ufficio Accoglienza e Mediazione. Sono stati
anche illustrati gli interventi di mediazione culturale
avvenuti nel corso dell’anno.
Il capitolo sesto è dedicato alla ricerca e innovazione, in cui vengono descritte le azioni della struttura
locale specifica, l’Ufficio Ricerca e Innovazione, che
ha consolidato e ampliato il percorso iniziato negli anni
precedenti, soprattutto in relazione allo sviluppo e ottimizzazione della collaborazione con i professionisti
che si dedicano alla ricerca. Si sono generati progressivamente i presupposti per aumentare il volume di
finanziamenti dedicati alla ricerca e per diversi progetti
l’Azienda stessa ne è stata promotrice. Attraverso l’implementazione di progettualità pluridisciplinari all’interno dell’organizzazione, la ricerca diventa anche un’im-
Dott. Gabriele Rinaldi
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Ex Arcispedale S. Anna - Il portale di ingresso alla Sala Alta.
A destra l’ala ospedaliera adiacente a Palazzo Roverella, poi demolita per aprire via Boldini
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1 Contesto di riferimento
•
1.1 Quadro normativo e istituzionale
•
L’Azienda deve adeguare la sua attività ad un ampio
e articolato panorama di norme e disposizioni provenienti da fonti che possono essere Nazionali, Regionali oppure a livello di Enti Locali, riportate nei paragrafi
seguenti, con separata indicazione delle integrazioni
normative introdotte nell’anno 2010.
Nel corso della trattazione è comunque riportato il riferimento alle norme specifiche che regolano i singoli
temi trattati.
1.1.1 Quadro normativo nazionale di base
Vengono riportate di seguito le basi normative nazionali di riferimento.
• D.Lgs. 30 dicembre 1992 n. 502 “Riordino della
disci­plina in materia sanitaria”, e successive modifiche e integrazioni
• D.Lgs. 19 giugno 1999 n. 229 “Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a
norma dell’art. 1 della legge 30.11.1998 n. 419”, e
successi­ve modifiche e integrazioni
• D.Lgs. 21 dicembre 1999 n. 517 “Disciplina dei
rap­porti tra S.S.N. e Università, a norma dell’articolo 6 della legge 30.11.1998, n. 419”
• L. 8 novembre 2000 n. 328 “Legge quadro per la
rea­lizzazione del sistema integrato di interventi e
servizi sociali”
• D.P.C.M. 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali di assistenza” II D.P.C.M. definisce i
livelli essenziali di assistenza sanitaria includendo l’area dell’integrazio­
ne socio-sanitaria nella
quale sono evidenziate anche le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale. Strettamente collegato
al precedente è l’Accordo Stato-Regioni 11 luglio
2002 sulle modalità di accesso alle prestazioni
diagnostiche e terapeutiche ed indirizzi applicativi
sulle liste di attesa
• Intesa Stato-Regioni 23 marzo 2005. In tale Intesa sono riportate le indicazioni relati­ve al contenimento della spesa farmaceutica, al tasso di
ospedaliz­zazione, al Piano Regionale della Prevenzione, all’appropriatezza dell’utilizzo delle risorse e nella erogazione delle prestazioni.
• Piano Nazionale della Prevenzione del rischio
cardiovascolare, delle com­plicanze del diabete,
dei tumori, del rischio infettivo tramite vaccinazioni e degli incidenti.
• Piano Regio­nale della Prevenzione 2005-2007
•
•
•
•
•
Legge 23 dicembre 2005 n. 266 “Disposizioni per
la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato”
D.P.R. 7 aprile 2006 “Piano Sanitario Nazionale
2006-2008” individua gli ambiti verso cui indirizzare le scelte innovative del si­stema:
• la garanzia e l’aggiornamento dei LEA;
• la sanità italiana in Europa, l’Europa nella sanità italiana;
• la prevenzione sanitaria e la promozione della salute;
• la riorganizzazione delle cure primarie;
• l’integrazione delle reti assistenziali: sistemi
integrati di reti sovraregionali e nazionali;
• l’integrazione tra diversi livelli di assistenza;
• l’integrazione socio-sanitaria;
• il dolore e la sofferenza nei percorsi di cura;
• a rete assistenziale per le cure palliative.
D.L. 7 ottobre 2008 n. 154 “Disposizioni urgenti
per il contenimento della spesa sanitaria e in
materia di regolazioni contabili con le autonomie
locali”, convertito in legge, con
modificazioni, dall’art. 1, comma 1, L. 4 dicembre
2008, n. 189.
Accordo di programma integrativo Governo-Regione Emilia-Romagna per il settore degli investimenti sanitari 2009.
D.Lgs. 27 ottobre 2009 n. 150 “Attuazione della
legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di
efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni” diretto a:
• conseguire una migliore organizzazione del
lavoro,
• assicurare il progressivo miglioramento della
qualità delle prestazioni erogate al pubblico,
• ottenere adeguati livelli di produttività del lavoro pubblico e favorire il riconoscimento di
meriti e demeriti dei dirigenti pubblici e del
personale,
• misurazione, valutazione e trasparenza della
performance:
I. il ciclo di gestione della performance, come descritto
nell’art. 4, capo II, titolo II del decreto sopracitato, si
articola nelle seguenti fasi:
• definizione e assegnazione degli obiettivi che si
intendono raggiungere, dei valori attesi di risultato
e dei rispettivi indicatori;
• collegamento tra gli obiettivi e l’allocazione delle
risorse;
• monitoraggio in corso di esercizio e attivazione di
eventuali interventi correttivi;
• misurazione e valutazione della performance, or10
ganizzati e individuale;
utilizzo dei sistemi premianti, secondo criteri di
valorizzazione del merito;
• rendicontazione dei risultati agli organi di indirizzo politico-amministrativo, ai vertici delle amministrazioni, nonché ai competenti organi esterni,
ai cittadini, ai soggetti interessati, agli utenti e ai
destinatari dei servizi;
II. relativamente alla trasparenza della performance,
l’art. 11, capo III, titolo II del decreto sancisce che ogni
amministrazione ha l’obbligo di pubblicare sul proprio
sito istituzionale in apposita sezione di facile accesso
e consultazione, e denominata: «Trasparenza, valutazione e merito» il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità ed il relativo stato di attuazione.
•
•
•
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1.1.2 Quadro normativo regionale di base
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•
L.R. 25 febbraio 2000 n. 11 “Modifiche della L.R.
12 maggio 1994 n. 19 “Norme per il riordino del
Servizio Sanitario Regionale si avvale dei seguenti principi:
• la centralità del cittadino;
• il perseguimento della efficienza allocativa
delle risor­se;
• la distinzione funzionale tra la responsabilità
di com­mittenza e la responsabilità di produzione;
• lo sviluppo della partecipazione degli Enti locali al pro­cesso di individuazione, di selezione e di attuazione degli obiettivi;
• la partecipazione delle organizzazioni sociali
e degli operatori sanitari al processo di programmazione sa­nitaria e socio-sanitaria regionale;
• la valorizzazione delle risorse umane.
L.R. 23 dicembre 2004 n. 29 “Norme generali
sull’or­
ganizzazione e il funzionamento del Servizio Sanita­rio Regionale”: Viene ridefinita la sanità dell’Emilia-Romagna in un’ot­tica federalista.
Sono rafforzate: le competenze degli Enti locali
in materia di programmazione sanitaria, verifica
e controllo, il rapporto della Regione con l’Università nel campo dell’assisten­za, della ricerca e
della didattica. La legge ridefinisce il Collegio di
direzione come organo dell’Azienda, al pari del
Direttore Generale e del Collegio sindacale, il riconoscimento della funzione di ricerca come par­
te integrante della mission del S.S.R.
D.G.R. 23 febbraio 2004 n. 327 “Applicazione
della L.R. n. 34/98 in materia di autorizzazione e
di accre­ditamento istituzionale delle strutture sanitarie e dei professionisti alla luce dell’evoluzione
del quadro normativo nazionale. Revoca di prece-
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denti provvedimenti”
D.G.R. 30 dicembre 2004 n. 2708 “Programma
per la Ricerca e l’Innovazione nel Servizio sanitario della Regione Emilia-Romagna in cui vengono
definiti Ambiti e obiettivi generali del PRI-ER
D.G.R. 14 febbraio 2005 n. 213 “Introduzione del
bi­lancio di missione nel servizio sanitario regionale”
D.G.R. 14 febbraio 2005 n. 297 “Protocollo di
Intesa tra la Regione Emilia-Romagna e le Università degli Studi di Bologna, Ferrara, Modena
e Reggio Emilia e Parma, in attuazione dell’art. 9
della L.R. 23 dicem­bre 2004 n. 29”
D.G.R. 14 febbraio 2005 n. 318 “Disciplina delle Azien­
de ospedaliero-universitarie ai sensi
dell’articolo 9, comma 6, della legge regionale
23 dicembre 2004 n. 29 recante Norme generali
sull’organizzazione ed il funzionamento del Servizio sanitario regionale”
D.G.R. 30 gennaio 2006 n. 86 “Direttiva alle
Aziende sanitarie per l’adozione dell’atto aziendale”.
D.G.R. 6 novembre 2006 n. 1532 “Piano regionale sul contenimento dei tempi di attesa”
D.G.R. 15 novembre 2006 n. 1546 “Protocollo
d’inte­sa sulla formazione specialistica dei laureati
in me­dicina e Chirurgia”, in attuazione, in particolare, dell’articolo 10 del Protocol­lo d’intesa del
14.2.2005, Regione e Università:
• piena corrispondenza tra ordinamento didattico del­la Scuola e formazione professionale
• graduale assunzione di compiti assistenziali
da par­te degli specializzandi;
• l’introduzione di adeguati strumenti per la verifica degli standard formativi.
D.G.R. n. 1870 del 18 dicembre 2006 “Approvazio­
ne Programma di Ricerca Regione-Università
2007-2009. Indirizzi ai sensi dell’ari. 9, comma 9,
della leg­ge regionale 23 dicembre 2004 n. 29”.
Viene approvato il “Pro­gramma di Ricerca Regione-Università 2007-2009”: esso prevede l’istituzione di un Comitato di Indirizzo e di un finanziamento del Programma di Ricerca.
D.G.R. n. 73 del 29 gennaio 2007: PIANO REGIONALE SUL CONTENIMENTO DEI TEMPI DI
ATTESA. INTEGRAZIONE ALLA D.G.R. N. 1532
DEL 06.11.06.
D.G.R. n. 509 del 16 aprile 2007
D.G.R. n. 946 del 25 giugno 2007: ADOZIONE
DEL PRONTUARIO TERAPEUTICO REGIONALE AI SENSI DELLA DGR 1540/2006.
D.G.R. n. 1448 del 1 ottobre 2007: PIANO SOCIALE E SANITARO 2008-2010.
D.G.R. Assemblea Legislativa n. 141 del 14 no-
•
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vembre 2007 APPROVAZIONE DEL PIANO
ENERGETICO REGIONALE (Proposta della
G.R. in data 10 gennaio 2007, n. 6).
D.G.R. n. 1720 del 16 novembre 2007 APPROVAZIONE LINEE DI INDIRIZZO PER L’ ORGANIZZAZIONE DELL’ ASSISTENZA INTEGRATA AL PAZIENTE CON ICTUS - PROGRAMMA
STROKE CARE
D.G.R. n. 1921 del 10 dicembre 2007 LINEE GUIDA ALLE AZIENDE SANITARIE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER IL CONTROLLO
DEL DOLORE IN TRAVAGLIO DI PARTO.
D.G.R. n. 2002 del 20 dicembre 2007 DIRETTIVA
ALLE AZIENDE SANITARIE PER IL RISPETTO
DELL’ADEMPIMENTO RELATIVO ALLA SOSTITUZIONE DELLA MODULISTICA ‘DEBURO’
PER LA SPECIALISTICA AMBULATORIALE DI
CUI ALLA DGR 2035/2006.
D.G.R. n. 2011 del 20 dicembre 2007 DIRETTIVA
ALLE AZIENDE SANITARIE PER L’ADOZIONE
DELL’ATTO AZIENDALE, DI CUI ALL’ART. 3,
COMMA 4, DELLA LR 29/2004: INDIRIZZI PER
L’ORGANIZZAZIONE DEI DIPARTIMENTI DI
CURE PRIMARIE, DI SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE E DI SANITA’ PUBBLICA.
L.R. 21 dicembre 2007,E-n. 24 LEGGE FINANZIARIA REGIONALE ADOTTATA A NORMA
DELL’ART..40 DELLA LEGGE REGIONALE 15
NOVEMBRE 2001, N..40 IN COINCIDENZA CON
L’APPROVAZIONE DEL BILANCIO DI PREVISIONE PER L’ESERCIZIO FINANZIARIO 2008 E
DEL BILANCIO PLURIENNALE 2008-2010
L.R. 21 dicembre 2007, n. 28#LDISPOSIZIONI
PER L’ACQUISIZIONE DI BENI E SERVIZI
D.G.R. n. 2175 del 27 dicembre 2007 PROVVEDIMENTI ATTUATIVI DEL COMMA 796, LETTERA O), DELL’ART. 1 DELLA LEGGE 27 DICEMBRE 2006 N° 296 - RETE LABORATORISTICA
REGIONALE.
D.G.R. n. 2313 del 27 dicembre 2007 PIANO DEI
CONTI DELLE AZIENDE SANITARIE. ADEGUAMENTO AL D.M. 13.11.2007, E ALL’ART. 51 DELLA L.R. 23-12-2004, N. 27
D.G.R. n. 200 del 18 febbraio 2008 REVISIONE
DEI PIANI AZIENDALI PER IL SUPERAMENTO
DELLA FASE TRANSITORIA DELL’ ATTIVITA’
LIBERO PROFESSIONALE INTRAMURARIA
DEL PERSONALE DELLA DIRIGENZA SANITARIA DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE.
ATTUAZIONE DELL’ ART. 8 COMMA 5 DELLA
LEGGE REGIONALE 23 DICEMBRE 2004, N. 29
D.G.R. n. 249 del 3 marzo 2008 ASSEGNAZIONE DI FINANZIAMENTI ALLE AZIENDE SANI-
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TARIE PER IL SOSTEGNO DELLE ATTIVITA’ DI
INTERESSE REGIONALE SUGLI SCREENING
PER LA PREVENZIONE DEI TUMORI DEL COLLO DELL’UTERO, MAMMELLA, DEL COLONRETTO E DEI REGISTRI TUMORI DI POPOLAZIONE.
D.G.R. n. 1448 del 1/10/2007
D.G.R. 27 marzo 2008 n. 374 “Revisione del programma ‘Assistenza odontoiatrica nella
Regione Emilia-Romagna: programma regionale
per l’attuazione dei LEA e la definizione dei
livelli aggiuntivi di cui alla DGR 2678 del 2004”
D.G.R. 21 aprile 2008 n. 533 “Direttiva alle Aziende sanitarie in merito al programma percorso
nascita”
Piano Sociale e Sanitario Regione Emilia-Romagna 2008-2010
D.G.R. 11 giugno n. 883 “Approvazione dei piani
aziendali in materia di attività libero
professionale intramuraria redatti dalle Aziende
sanitarie della Regione Emilia-Romagna ai
sensi della L.N. 120/07 e della D.G.R. di Giunta
n. 200 del 2008”
D.G.R. 29 settembre 2008 n. 1523 “Disposizione
del sistema regionale dei dispositivi medici”.
D.G.R. 1155/2009 “Gestione dei rifiuti e degli
scarichi idrici nelle Aziende sanitarie dell’EmiliaRomagna”.
1.1.3 Quadro istituzionale locale di base
•
•
•
•
•
12
Accordo Attuativo Locale: La Regione Emilia Romagna, le Università degli Studi di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Parma sottoscrivono un Protocollo di Intesa individuando nella
integrazione le modalità idonea per realizzare il
concorso delle rispettive autonomie. Viene descritto in sintesi nel capitolo 3.
Piani per la salute: Le tematiche di fondo individuate a livello provinciale sono la sicurezza alimentare, la sicurezza sul lavoro e quella stradale. In queste attività è prevista la collaborazione
interaziendale tra AUSL e Azienda Ospedaliera
Universitaria.
Piani di zona: individuano le proble­matiche sociali che caratterizzano un territorio e come queste
possano essere affrontate.
Accordo di fornitura con l’Azienda USL: definisce la committenza della AUSL verso la Azienda
Ospedaliera Universitaria in relazione alle esigenze della popolazione
Piano delle azioni - Obiettivi dati dalla Regione
alle Aziende: definisce gli obiettivi che la Regione
assegna alle aziende, in relazione a vincoli eco-
•
nomici, appropriatezza delle prestazioni, esigenze di sviluppo e innovazione e ricerca, e le azioni
da compiere per raggiungere i target predefiniti.
Piano programmatico triennale: definisce le linee
programmatorie triennali assegnate all’Azienda
1.1.4 Integrazioni normative cronologiche
Vengono di seguito riportati i principali aggiornamenti
normativi introdotti nella sanità nazionale e regionale
nel corso dell’anno 2010
• D.G.R. 8 febbraio 2010 n. 234 “Finanziamento
del Servizio sanitario regionale per l’anno 2010”
• Piano sociale e sanitario 2008 - 2010
• LEGGE 15 marzo 2010, n.38 “Disposizioni per
garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore.”
• Intesa Stato Regioni del 29 aprile 2010 sul Piano
Nazionale della prevenzione 2010-2012
• Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento degli interventi assistenziali nel percorso di
nascita e per la riduzione del taglio cesareo”
• Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 “Linee guida per la promozione, lo sviluppo e il coordinamento degli interventi nell’ambito della rete
di cure palliative e della rete di terapia del dolore”
• D.G.R 27 dicembre 2010 n. 2071 “Approvazione
del Piano regionale della Prevenzione per il triennio 2010 – 2012”
13
1.2 Il sistema delle relazioni con l’Università
L’Azienda Ospedaliero Universitaria in quanto ospedale clinicizzato svolge un’importante funzione di didattica e
ricerca clinica, portando avanti, in maniera condivisa con l’Università, l’organizzazione basata sui Dipartimenti
ad Attività Integrata.
1.2.1 Corsi di laurea attivati e disattivati nell’anno 2010:
Vengono di seguito evidenziati i corsi attivati e disattivati nel 2010
CORSI ATTIVATI IN BASE ALLA NUOVA RIFORMA UNIVERSITARIA (D.M. 270/04)
Denominazione dei corsi di studio delle LAUREE TRIENNALI
Classe di corso di studio
a.a. 2009/10
- Laurea in SCIENZE MOTORIE
Classe L-22 – scienze delle attività motorie e
sportive
1° anno
Denominazione dei corsi di studio delle lauree
MAGISTRALI A CICLO UNICO
Classe di corso di studio
a.a. 2009/10
- Laurea magistrale in MEDICINA E CHIRURGIA
Classe LM-41 – medicina e chirurgia
1° anno
- Laurea magistrale in ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA
Classe LM-46 – odontoiatria e protesi dentaria
1° anno
Denominazione dei corsi di studio
delle lauree MAGISTRALI (biennali)
Classe di corso di studio
a.a. 2009/10
- Laurea magistrale in SCIENZE E TECNICHE
DELL’ATTIVITÀ MOTORIA PREVENTIVA E ADATTATA
Classe LM-67 – scienze e tecniche delle attività
motorie preventive e adattate
1° anno
CORSI ATTIVATI IN BASE ALLA PRECEDENTE RIFORMA UNIVERSITARIA (D.M. 509/99)
Denominazione dei corsi di studio
delle LAUREE DI PRIMO LIVELLO
Classe di corso di studio
a.a. 2009/10
- Laurea in SCIENZE MOTORIE
Classe 33 delle lauree in scienze delle attività
motorie e sportive
2° - 3° anno
1° disattivato
- Laurea in INFERMIERISTICA (abilitante alla
professione sanitaria di Infermiere)
Classe 1/SNT delle lauree nelle professioni
sanitarie infermieristiche e professione sanitaria
ostetrica
1° - 2° - 3° anno
- Laurea in OSTETRICIA (abilitante alla professione sanitaria di Ostetrica/o)
Classe 1/SNT delle lauree nelle professioni
sanitarie infermieristiche e professione sanitaria
ostetrica
1° - 2° - 3° anno
- Laurea in FISIOTERAPIA (abilitante alla professione sanitaria di Fisioterapista)
Classe 2/SNT delle lauree nelle professioni
sanitarie della riabilitazione
1° - 2° - 3° anno
- Laurea in LOGOPEDIA (abilitante alla professione
sanitaria di Logopedista)
Classe 2/SNT delle lauree nelle professioni
sanitarie della riabilitazione
1° - 2° - 3° anno
- Laurea in ORTOTTICA ED ASSISTENZA OFTALMOLOGICA (abilitante alla professione sanitaria di
Ortottista ed assistente di oftalmologia)
Classe 2/SNT delle lauree nelle professioni
sanitarie della riabilitazione
1° - 2° - 3° anno
- Laurea in TECNICA DELLA RIABILITAZIONE
PSICHIATRICA (abilitante alla professione sanitaria
di Tecnico della riabilitazione psichiatrica)
Classe 2/SNT delle lauree nelle professioni
sanitarie della riabilitazione
1° - 2° - 3° anno
- Laurea in EDUCATORE PROFESSIONALE
SANITARIO (abilitante alla professione sanitaria di
Educatore professionale sanitario)
Classe 2/SNT delle lauree nelle professioni
sanitarie della riabilitazione
1° - 2° - 3° anno
- Laurea in TECNICHE AUDIOMETRICHE (abilitante alla professione sanitaria di Audiometrista)
Classe 3/SNT delle lauree nelle professioni
sanitarie tecniche - area tecnico-diagnostica
1° - 2° - 3° anno
14
- Laurea in TECNICHE DI LABORATORIO BIOMEDICO (abilitante alla professione sanitaria di
Tecnico di laboratorio biomedico)
Classe 3/SNT delle lauree nelle professioni
sanitarie tecniche - area tecnico-diagnostica
1° - 2° - 3° anno
- Laurea in TECNICHE DI RADIOLOGIA MEDICA,
PER IMMAGINI E RADIOTERAPIA (abilitante
alla professione sanitaria di Tecnico di radiologia
medica)
Classe 3/SNT delle lauree nelle professioni
sanitarie tecniche - area tecnico-diagnostica
1° - 2° - 3° anno
- Laurea in TECNICHE AUDIOPROTESICHE (abilitante alla professione sanitaria di Audioprotesista)
Classe 3/SNT delle lauree nelle professioni
sanitarie tecniche - area tecnico-assistenziale
1° - 2° - 3° anno
- Laurea in IGIENE DENTALE (abilitante alla professione sanitaria di Igienista dentale)
Classe 3/SNT delle lauree nelle professioni
sanitarie tecniche - area tecnico-assistenziale
1° - 2° - 3° anno
- Laurea in DIETISTICA (abilitante alla professione
sanitaria di Dietista)
Classe 3/SNT delle lauree nelle professioni
sanitarie tecniche - area tecnico-assistenziale
1° - 2° - 3° anno
Denominazione dei corsi di studio
delle LAUREE SPECIALISTICHE A CICLO
UNICO
Classe di corso di studio
a.a. 2009/10
- Laurea specialistica in MEDICINA E CHIRURGIA
Classe 46/S delle lauree specialistiche in medicina e chirurgia
2° - 3° - 4° - 5° 6° anno
- Laurea specialistica in ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA
Classe 52/S delle lauree specialistiche in odontoiatria e protesi dentaria
1° disattivato
2° - 3° - 4° - 5°
anno
1° disattivato
Denominazione dei corsi di studio
delle LAUREE SPECIALISTICHE (biennali)
Classe di corso di studio
a.a. 2009/10
- Laurea specialistica in SCIENZE E TECNICHE
DELL’ATTIVITÀ MOTORIA PREVENTIVA E ADATTATA
Classe 76/S delle lauree specialistiche nelle
scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattative
2° anno
- Laurea specialistica in SCIENZE INFERMIERISTICHE E OSTETRICHE
Classe SNT-SPEC/01 delle lauree specialistiche in scienze infermieristiche e ostetriche
1° e 2° anno
- Laurea specialistica in SCIENZE DELLE PROFESSIONI SANITARIE DELLA RIABILITAZIONE
Classe SNT-SPEC/02 delle lauree specialistiche in scienze delle professioni sanitarie della
riabilitazione
1° e 2° anno
- Laurea specialistica in SCIENZE DELLE PROClasse SNT-SPEC/03 delle lauree specialiFESSIONI SANITARIE TECNICO-DIAGNOSTICHE stiche in scienze delle professioni sanitarie
tecniche (area tecnico-diagnostica)
1° disattivato
1° e 2° anno
1.2.2 Ricercatori e Professori universitari assunti e cessati
Nell’anno 2010 sono stati convenzionati: 2 Professori Ordinari assunti in anni precedenti ma convenzionati
nell’anno 2010; 3 Professori Associati di cui uno rientrato da un’aspettativa senza assegni, uno assunto anni
prima ma convenzionato nell’anno 2010 e uno proveniente da altra Università; 1 Ricercatore assunto in anni
precedenti ma convenzionato nell’anno 2010
Nell’anno 2010 sono cessati 5 Professori Ordinari, 2 Professori Associati e 2 Ricercatori.
Sono da reclutare nel 2011 in base a procedure già deliberate 4 ricercatori, di cui 1 a tempo determinato.
15
Tabella 1.1 - Ricercatori e Professori assunti e convenzionati dal 2007
Tipologia
2007
2008
2009
2010
Professori Ordinari
0
1
0
2
Professori Associati
2
0
0
3
Ricercatori
0
5
3
1
Tabella 1.2 - Ricercatori e Professori convenzionati cessati dal 2007
Tipologia
2007
2008
2009
2010
Professori Ordinari
2
0
5
5
Professori Associati
3
0
2
2
Ricercatori
1
0
0
2
1.2.3 Ricercatori e professori da reclutare sulla base delle procedure già deliberate
Tabella 1.3 - Ricercatori e Professori da reclutare nel 2011 in base a procedure già deliberate
Professori Ordinari
0
Professori Associati
0
Ricercatori
4
1.3 La rete integrata dell’offerta regionale
Nell’ambito della rete integrata dell’offerta regionale, l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara svolge la
propria funzione a tre livelli:
• costituisce il riferimento, sia per le discipline a larga diffusione che per le specialità medio - alte, per la maggior parte della popolazione che risiede nel distretto Centro-Nord, sul quale la struttura è ubicata;
• assicura l’assistenza di secondo livello per i cittadini che risiedono nella Provincia di Ferrara,
è nodo di riferimento (hub) nella rete regionale per la talassemia, la genetica medica, la riabilitazione delle gravi
cerebro lesioni, le neuroscienze, la terapia intensiva neonatale e le malattie rare (21 centri autorizzati per 122
malattie, tra cui glicogenosi e talassemie – riferimento per l’intera regione).
L’Azienda è dotata di tutte le alte specialità mediche ad eccezione di: cardiochirurgia, trapianti, grandi ustionati,
unità spinale, neuropsichiatria infantile2.
Il suo ruolo nel contesto provinciale e regionale è ben rappresentato dai tradizionali indicatori che descrivono i
bacini di utenza e la mobilità della popolazione.
L’indice di dipendenza della struttura dalla popolazione, che esprime la capacità di attrazione dell’ospedale e,
al tempo stesso, il grado di utilizzazione delle sue risorse da parte di sottogruppi di popolazione residente nel
territorio sul quale opera (tabella 1.4), evidenzia che per i ricoveri circa l’80% dell’attività è rivolta a persone che
risiedono nella Provincia di Ferrara, con una netta prevalenza di soggetti residenti nel distretto centro–nord (costantemente, nel triennio, circa il 58%).
Per il restante 20% dei ricoveri, per due terzi si tratta di cittadini che provengono da altre Regioni (in primis, dal
confinante Veneto).
2
Anche il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura non afferisce all’Azienda, ma è comunque presente a livello provinciale ed è gestito dall’Azienda USL
16
Tabella 1.4 - Indice di dipendenza della struttura ospedaliera dalla popolazione - ricoveri (dimessi)
Residenti
TOTALE
Stesso Distretto
Altro Distretto
stessa Azienda
Altre Aziende
R.E.R.
Fuori R.E.R. ed
estero
2010
58,4
21,9
6,0
13,7
100
2009
57,5
21,4
6,4
14,8
100
2008
58,3
20,7
6,2
14,8
100
2007
58,0
21,0
6,2
14,8
100
La lettura del fenomeno in termini economici (tabella 1.5) riproduce sostanzialmente il medesimo quadro, seppur
con un maggior peso dei ricoveri che provengono da altre regioni e da altre provincie dell’Emilia Romagna (il che
depone per una maggiore complessità del case mix trattato).
Tabella 1.5 - Indice di dipendenza della struttura ospedaliera dalla popolazione - ricoveri (importi)
Residenti
TOTALE
Stesso Distretto
Altro Distretto
stessa Azienda
Altre Aziende
R.E.R.
Fuori R.E.R. ed
estero
2010
55,4
22,5
6,8
15,4
100
2009
55,2
22,4
6,8
15,7
100
2008
56,5
21,0
6,7
15,8
100
2007
55,2
22,5
6,9
15,4
100
Analogo discorso vale per l’attività ambulatoriale (misurata in base al valore economico), in cui la dipendenza
della struttura dalla popolazione residente nel distretto centro–nord e negli altri distretti della provincia è ancor
più accentuata: circa l’85% delle risorse si riferiscono ai residenti di Ferrara e provincia e poco meno del 10%
interessa cittadini di altre regioni (tabella 1.6).
Tabella 1.6 - Indice di dipendenza della struttura ospedaliera dalla popolazione - attività ambulatoriale (tutte le
specialità, importi).
Popolazione residente
TOTALE
Stesso Distretto
Altro Distretto
stessa Azienda
Altre Aziende
R.E.R.
Fuori R.E.R. ed
estero
2010
60,0
24,5
5,7
9,8
100
2009
61,2
23,5
5,7
9,5
100
2008
60,6
22,8
6,0
10,5
100
2007
62,7
23,6
5,2
8,6
100
17
Se si escludono le prestazioni di laboratorio, la percentuale degli importi derivanti da prestazioni rese a residenti
di altre regioni si abbassa a poco più del 6%, registrando un calo rispetto al 2009 (tabella 1.7).
Tabella 1.7 - Indice di dipendenza della struttura ospedaliera dalla popolazione - attività ambulatoriale (escluse
le prestazioni di laboratorio, importi)
Popolazione residente
TOTALE
Azienda USL
Azienda Ospedaliera di Ferrara
Altre Aziende
R.E.R.
Fuori R.E.R. ed
estero
2010
62,0
27,7
4,0
6,3
100
2009
61,9
26,9
4,3
6,9
100
2008
60,9
25,8
5,0
8,3
100
2007
63,5
25,8
4,0
6,8
100
Spostando l’attenzione sull’indice di dipendenza della popolazione dalla struttura, ossia sull’orientamento della
popolazione residente nella Provincia di Ferrara rispetto alla scelta delle strutture in cui ricoverarsi o ricevere
prestazioni ambulatoriali, si osserva che l’Azienda copre oltre il 60% della domanda di ricovero del distretto centro nord e oltre il 44% di quella relativa a tutta la provincia (tabelle 1.8 e 1.9) e poco più del 42% della specialistica
ambulatoriale (tabella 1.10), mantenendo nell’ultimo triennio un andamento pressoché costante.
Tabella 1.8 - Dipendenza della popolazione ferrarese rispetto alle strutture di ricovero (regime ordinario e day
hospital, dimessi)
Azienda USL
Pubblico
Privato
Azienda Ospedaliera di
Ferrara
Dist cen –
nord*
Altri dist
prov**
Totale
Tot prov
Altre Aziende
R.E.R.
Pubblico
Privato
Aziende
fuori
R.E.R.
Totale
2010
29,7
6,6
60,9
25,5
44,2
80,5
7,6
2,9
9,1
100
2009
30,4
6,3
60,3
25,4
44,0
80,7
7,5
2,8
9,0
100
2008
30,5
6,0
60,7
24,4
43,7
80,3
7,3
3,1
9,3
100
2007
30,1
6,6
60,4
25,3
44,1
80,8
7,0
2,8
9,4
100
*rispetto alla popolazione del distretto centro nord
** rispetto alla popolazione degli altri distretti
18
Tabella 1.9 - Dipendenza della popolazione ferrarese rispetto alle strutture di ricovero (regime ordinario e day
hospital, importi)
Azienda USL
Pubblico
Azienda Ospedaliera di
Ferrara
Totale
Privato
Altre Aziende
R.E.R.
Pubblico
Privato
Aziende
fuori
R.E.R.
Totale
2010
28,4
5,5
45,7
79,7
8,3
3,7
8,3
100
2009
28,5
5,2
46,5
80,2
8,3
3,2
8,3
100
2008
27,6
4,7
46,7
79
8,3
4,2
8,5
100
2007
36,5
5,2
47,7
79,4
7,8
4,6
8,2
100
tabella 1.10 – Indice di dipendenza della popolazione dalla struttura ospedaliera (attività ambulatoriale, importi)
Popolazione residente
TOTALE
Azienda USL
Azienda Ospedaliera di Ferrara
Altre Aziende
R.E.R.
Fuori R.E.R. ed
estero
2010
40,7
42,5
6,6
10,2
100
2009
41,3
43,1
5,7
9,9
100
2008
42,3
42,9
5,2
9,9
100
2007
44,5
42,2
4,9
8,4
100
19
In sintesi, il ruolo complessivo che l’Azienda svolge nel contesto della rete regionale e provinciale può essere
colto dall’analisi congiunta della mobilità attiva e passiva della popolazione, distinta in base al livello specialistico
delle funzioni assistenziali.
Da tale analisi emerge che:
• 361 residenti della Provincia di Ferrara sono stati trattati in altre provincie/regioni per patologie riferibili a
discipline di alta specializzazione non presenti nelle strutture provinciali (cardiochirurgia, trapianti, grandi
ustionati, unità spinale). L’80% dei casi è stato gestito nell’ambito della rete regionale. Il valore complessivo
di tale “mobilità passiva”, incomprimibile, ammonta a 5.113.852 euro2 (tabelle 1.11 e 1.12);
tabella 1.11 - saldo mobilità discipline mancanti (dimessi)
mobilità attiva AOU
DISCIPLINE MANCANTI
n°
totale
cardiochirurgia
n°
infrareg
0
mobilità passiva provincia
di Ferrara
n°
extrareg
0
n°
totale
0
n°
infrareg
241
n°
extrareg
saldo dimessi
n°
totale
207
34
n°
infrareg
-241
n°
extrareg
-207
-34
neuropsich. infantile
0
0
0
55
35
20
-55
-35
-20
nefrologia trapianti
0
0
0
29
24
5
-29
-24
-5
unità spinale
0
0
0
18
13
5
-18
-13
-5
cardiochir. pediatrica
0
0
0
10
4
6
-10
-4
-6
grandi ustionati
0
0
0
8
8
0
-8
-8
0
TOTALE
0
0
0
361
291
70
-361
-291
-70
tabella 1.12 - saldo mobilità discipline mancanti (importi)
mobilità attiva
DISCIPLINE
MANCANTI
totale
infrareg
extrareg
saldo importi
totale
infrareg
extrareg
cardiochirurgia
0
0.00
0
3.714.605
3.292.762
421.843
-3.714.605
-3.292.762
-421.843
nefrologia trapianti
0
0.00
0
481.218
415.005
66.213
-481.218
-415.005
-66.213
unità spinale
0
0.00
0
339.027
250.789
88.238
-339.027
-250.789
-88.238
grandi ustionati
0
0.00
0
308.176
308.176
0
-308.176
-308.176
0
neuropsich. infantile
0
0.00
0
151.575
97.130
54.445
-151.575
-97.130
-54.445
cardiochir. pediatrica
0
0.00
0
119.250
70.238
49.012
-119.250
-70.238
-49.012
TOTALE
0
0,00
0
5.113.852
4.434.101
679.752
-5.113.852
-4.434.101
-679.752
•
2
mobilità passiva provincia di
Ferrara
totale
infrareg
extrareg
per il complesso delle specialità medio - alte, rispetto alle quali l’Azienda costituisce hub regionale o centro
di riferimento per l’intera provincia, il bilancio della mobilità è positivo, sia dal punto di vista numerico (saldo
di 931 ricoveri), sia dal punto di vista economico (saldo di 9.776.023 euro). Per la quasi totalità si tratta di
pazienti che provengono da altre Regioni. Si osserva tuttavia un saldo negativo importante per alcune discipline, ed in particolare per l’oncologia, la radioterapia e l’oculistica, che complessivamente registrano un
saldo negativo di 844 ricoveri, cui corrispondono 2.294.000 euro (tabelle 1.13 e 1.14);
I dati di mobilità extraregionale si riferiscono al 2009
20
tabella 1.13 - saldo mobilità discipline di riferimento regionale o provinciale (dimessi)
mobilità attiva AOU
DISCIPLINE DI
RIFERIMENTO
REGIONALE E/O
PROVINCIALE
reumatologia
n° totale
n°
infrareg
n°
extrareg
437
273
chirurgia pediatrica
419
183
neuroriabilitazione
354
117
164
mobilità passiva provincia di Ferrara
saldo dimessi
n°
totale
n°
totale
n°
infrareg
n°
extrareg
18
13
5
236
74
52
237
12
5
n°
infrareg
n°
extrareg
419
260
159
22
345
131
214
7
342
112
230
endocrinol./diabetol.
241
60
181
62
23
39
179
37
142
neurologia
244
112
132
111
49
62
133
63
70
chirurgia plastica
189
53
136
59
29
30
130
24
106
ematologia
171
51
120
53
31
22
118
20
98
chir. Maxillo faciale
129
37
92
51
31
20
78
6
72
malattie infettive
114
31
83
55
33
22
59
-2
61
96
47
49
63
50
13
33
-3
36
neurochir + neurochir ped
TIN + neonatologia
216
106
110
197
112
85
19
-6
25
ORL
375
89
286
349
212
137
26
-123
149
pneumologia
75
18
57
75
49
26
0
-31
31
altre specialità mediche (dermatol, med nucl, oncoematol
ped)
27
4
23
102
67
35
-75
-63
-12
nefrologia + nefrol ped
40
16
24
71
41
30
-31
-25
-6
radioterapia + radioter oncol
oculistica
oncologia
TOTALE
0
0
0
121
106
15
-121
-106
-15
311
101
210
507
294
213
-196
-193
-3
104
21
83
631
445
186
-527
-424
-103
3.542
1.319
2.223
2.611
1.642
969
931
-323
1.254
21
tabella 1.14 - saldo mobilità discipline di riferimento regionale o provinciale (importi)
mobilità passiva provincia di
Ferrara
mobilità attiva AOU
DISCIPLINE DI
RIFERIMENTO
REGIONALE E/O
PROVINCIALE
n° totale
n° infrareg n° extrareg
neuroriabilitazione
6.231.189
1.706.361
4.524.828
40.097
6.220
ematologia
1.724.236
527.536
1.196.700
399.849
247.997
ORL
1.972.514
405.643
1.566.871
739.004
411.828
reumatologia
934.243
566.220
368.023
45.727
endocrinol./diabetol.
613.293
146.135
467.158
59.386
TIN + neonatologia
779.757
440.031
339.725
386.619
chir. Maxillo faciale
510.810
136.858
373.951
chirurgia pediatrica
531.879
256.645
275.234
neurologia
659.753
384.324
neurochir
ped
+
neurochir
n° totale
n° infrareg
n° extrareg
33.877
6.191.092
1.700.141
4.490.951
151.852
1.324.387
279.539
1.044.848
327.177
1.233.509
-6.184
1.239.694
31.395
14.332
888.517
534.825
353.691
28.791
30.596
553.907
117.345
436.562
371.910
14.709
393.137
68.121
325.016
129.438
71.612
57.826
381.371
65.246
316.126
157.905
108.199
49.705
373.974
148.445
225.529
275.430
290.541
142.440
148.101
369.213
241.884
127.329
n° totale
n° infrareg
saldo importi con mob attiva
AOU
n° extrareg
1.446.129
764.067
682.061
1.105.806
702.529
403.277
340.322
61.538
278.784
chirurgia plastica
498.305
126.213
372.092
186.607
102.871
83.736
311.698
23.343
288.355
malattie infettive
291.521
125.879
165.641
187.015
118.674
68.341
104.506
7.206
97.300
pneumologia
379.154
115.585
263.569
275.621
169.308
106.313
103.533
-53.722
157.255
nefrologia + nefrol ped
152.418
60.735
91.683
341.454
172.488
168.965
-189.035
-111.753
-77.282
43.675
10.403
33.272
353.454
268.996
84.458
-309.779
-258.593
-51.186
471.145
152.160
318.985
736.221
421.278
314.943
-265.076
-269.117
4.042
0
0
0
837.517
766.589
70.928
-837.517
-766.589
-70.928
90.121
488.265
1.770.123 1.233.493
536.630
6.014.919 11.803.489
8.042.385 5.376.618
2.665.767
altre specialità mediche
(dermatol, med nucl, oncoematol ped)
oculistica
radioterapia + radioter
oncol
oncologia
TOTALE
•
578.387
17.818.408
-1.191.736 -1.143.371
9.776.023
638.301
-48.365
9.137.722
per le discipline a larga diffusione, presenti nelle strutture sia dell’ AUSL che dell’ Azienda, si registra un
saldo negativo di 998 casi, ai quali corrispondono 9.555.000 euro (tabelle 1.15 e 1.16). Il 46% dei casi (e
il 59% dell’importo) è stato gestito nell’ambito della rete regionale. Il saldo negativo ha interessato particolarmente la chirurgia generale, l’ortopedia e la riabilitazione (con una perdita di circa 3.000 casi e oltre 10,3
milioni di euro).
22
tabella 1.15 - saldo mobilità discipline a larga diffusione (dimessi)
mobilità attiva
AOU
ALTRE DISCIPLINE
day surgery + day hospital
n°
totale
n°
infrareg
mobilità attiva
AUSL
saldo dimessi con
mob attiva AOU e
AUSL
mobilità passiva
provincia di Ferrara
n°
extrareg
n°
totale
n°
infrareg
n°
extrareg
n°
totale
n°
infrareg
n°
extrareg
n°
totale
n°
infrareg
n°
extrareg
0
0
0
1.465
534
931
102
36
66
1.363
498
865
pediatria
800
216
584
53
14
39
379
224
155
474
6
468
medicina generale
323
49
274
785
570
215
873
395
478
235
224
11
nido
202
54
148
338
306
32
340
211
129
200
149
51
ostetr e ginecol + fisiop riprod
668
179
489
672
580
92
1.247
719
528
93
40
53
44
4
40
75
19
56
80
37
43
39
-14
53
lungodegenti
6
0
6
114
71
43
122
96
26
-2
-25
23
UTIC
8
5
3
15
12
3
26
11
15
-3
6
-9
79
10
69
21
7
14
103
77
26
-3
-60
57
geriatria
gastroenterologia
odontoiatria
0
0
0
0
0
0
10
8
2
-10
-8
-2
104
42
62
0
0
0
117
85
32
-13
-43
30
terapia intensiva
19
6
13
27
24
3
79
50
29
-33
-20
-13
chirurgia toracica
0
0
0
0
0
0
43
32
11
-43
-32
-11
chirurgia vascolare
altre spec mediche (*)
59
14
45
0
0
0
107
80
27
-48
-66
18
psichiatria
0
0
0
48
14
34
96
46
50
-48
-32
-16
radiologia
0
0
0
0
0
0
53
51
2
-53
-51
-2
cardiologia
179
43
136
226
166
60
479
301
178
-74
-92
18
urologia + urol pediatrica
142
40
102
241
207
34
497
215
282
-114
32
-146
RRF
140
42
98
3
3
0
537
207
330
-394
-162
-232
ortopedia e traumatol.
244
82
162
739
590
149
2.183
1.357
826
-1.200
-685
-515
chirurgia generale
628
175
453
603
349
254
2.595
646
1.949
-1.364
-122
-1.242
3.645
961
2.684
5.425
3.466
1.959
10.068
4.884
5.184
-998
-457
-541
TOTALE
(*) immunologia, farmacologia clinica, medicina del lavoro, allergologia, astanteria, pensionanti, angiologia
23
tabella 1.16 - saldo mobilità discipline a larga diffusione (importi)
ALTRE DISCIPLINE
day surgery + DH
medicina generale
mobilità passiva
provincia di Ferrara
n° totale
mobilità attiva AOU
n° totale
saldo importi con mob
attiva AOU e AUSL
mobilità attiva AUSL
n° infrareg
n° extrareg
n° infrareg
n° extrareg
n° infrareg
n° extrareg
154.134
50.872
103.262
0
0
0
1.973.156
n° totale
699.851
1.273.304
n° infrareg
n° extrareg
1.819.021
n° totale
648.980
1.170.042
2.374.586
1.057.026
1.317.559
836.618
189.272
647.346
2.146.043
1.589.119
556.924
608.075
721.364
-113.290
lungodegenti
753.066
651.247
101.819
73.224
0
73.224
940.199
657.726
282.472
260.357
6.480
253.877
pediatria
659.892
408.154
251.738
795.023
378.597
416.426
72.816
24.595
48.221
207.947
-4.962
212.909
nido
157.697
83.769
73.929
201.582
43.087
158.495
117.786
100.931
16.855
161.671
60.250
101.421
geriatria
227.295
100.739
126.556
156.674
20.821
135.853
112.877
35.997
76.880
42.256
-43.921
86.177
14.036
11.483
2.553
0
0
0
0
0
0
-14.036
-11.483
-2.553
254.611
190.843
63.768
186.128
46.280
139.847
54.328
18.469
35.858
-14.156
-126.093
111.937
odontoiatria
gastroenterologia
UTIC
ost e gine + fisioprip
altre spec med (*)
170.121
45.823
124.298
66.043
38.204
27.838
50.499
44.300
6.199
-53.580
36.681
-90.261
2.109.456
1.076.774
1.032.682
1.076.307
250.957
825.350
977.197
814.752
162.445
-55.952
-11.065
-44.887
206.987
156.257
50.731
139.445
33.732
105.713
0
0
0
-67.542
-122.524
54.982
radiologia
82.172
80.099
2.073
0
0
0
0
0
0
-82.172
-80.099
-2.073
psichiatria
262.080
140.515
121.566
0
0
0
70.809
19.711
51.098
-191.271
-120.804
-70.467
chirurgia vascolare
770.980
600.768
170.212
541.552
282.730
258.821
0
0
0
-229.429
-318.038
88.609
chirurgia toracica
280.594
207.737
72.857
0
0
0
0
0
0
-280.594
-207.737
-72.857
cardiologia
2.436.728
1.468.984
967.745
1.188.192
256.115
932.077
915.041
619.837
295.204
-333.496
-593.031
259.536
urologia + urol ped
1.350.250
637.732
712.518
471.440
147.381
324.059
517.034
429.313
87.721
-361.775
-61.037
-300.738
terapia intensiva
1.407.052
1.092.269
314.783
494.747
102.510
392.237
250.830
200.698
50.132
-661.475
-789.061
127.586
RRF
4.044.821
2.332.564
1.712.258
1.147.669
309.095
838.574
5.160
5.160
0
-2.891.992
-2.018.308
-873.684
ortopedia e traumatol.
7.598.614
4.798.241
2.800.374
934.665
337.381
597.284
3.447.488
2.663.994
783.494
-3.216.462
-1.796.866
-1.419.595
7.849.340
2.329.212
5.520.128
1.905.651
603.380
1.302.271
1.742.492
908.838
833.654
-4.201.198
-816.994
-3.384.204
33.164.515 17.521.106 15.643.408 10.214.958
3.039.544
7.175.413 13.393.755
8.833.292
4.560.462
-9.555.802
-5.648.270
-3.907.533
chirurgia generale
TOTALE
(*) immunologia, farmacologia clinica, medicina del lavoro, allergologia, astanteria, pensionanti, angiologia
Figura 1.1 Saldo mobilità provincia di Ferrara
24
1.4 Osservazioni epidemiologiche
della sua famiglia dopo il reinserimento in ambiente
extra-ospedaliero e a conclusione del periodo di riabilitazione intensiva.
Lo sviluppo e la gestione clinica della rete GRACER
è affidata ad un gruppo di coordinamento regionale
presieduto dal Centro Hub dell’Azienda
I Centri della rete GRACER hanno elaborato un sistema di relazioni che permette il trasferimento dei pazienti – in funzione del loro bisogno riabilitativo – nelle
diverse strutture della rete e la comunicazione tra le
strutture, anche al fine di condividere conoscenze e
competenze. Tutte le strutture della rete condividono
procedure e un sistema di indicatori clinici e collaborano alla raccolta di dati che alimentano il Registro regionale delle gravi cerebrolesioni.
Il Registro Regionale delle Gravi Cerebrolesioni è stato
istituito con delibere di Giunta Regionale n° 2588/2003
e 2452/2004 ed è stato progettato dall’Unità Gravi Cerebrolesioni dell’Azienda, che ne cura la gestione.
Il registro, avviato nell’aprile 2004, raccoglie in modo
prospettico e sistematico i dati su tutte le persone affette da grave cerebrolesione acquisita, ricoverate presso strutture sanitarie nella regione Emilia-Romagna,
e consente di disporre di dati precisi sulla incidenza
delle GCA a livello regionale, sul fabbisogno riabilitativo ed assistenziale, sui percorsi di cura e sugli esiti.
La rete GRACER è raccordata con il sistema regionale di assistenza ai traumi, con la rete della assistenza
distrettuale territoriale e con la rete dei servizi sociali.
L’Unità Operativa di neuroriabilitazione nel 2010 ha
ricoverato 352 pazienti provenienti da altre Province/
Regioni (rispettivamente, 1/3 e 2/3 della mobilità attiva). Ha inoltre soddisfatto la quasi totalità della domanda della Provincia di Ferrara. Il saldo economico
a livello provinciale è stato pari a 6,191 milioni di euro
(dei quali, oltre 4,5 milioni da altre Regioni).
Dal punto di vista demografico ed epidemiologico la
Provincia di Ferrara si caratterizza per:
• la elevata percentuale di vecchi e l’età avanzata della popolazione, cui si associano frequentemente patologie cronico - degenerative;
• l’alta prevalenza di pazienti talassemici;
• la frequenza di tumori (in particolare, alta mortalità per tumore del polmone nei maschi);
• la frequenza di malattie dell’apparato respiratorio
e la mortalità associata;
• la significativa frequenza di incidenti stradali con
elevata incidenza di eventi mortali.
Senza approfondire l’analisi sugli stili di vita, sulle
condizioni ambientali, sul quadro socio demografico
e sullo stato di salute dei ferraresi (temi sviluppati in
modo analitico nell’ambito del Bilancio di Missione
dell’Azienda USL), qui ci si sofferma sulle risposte che
l’Azienda Ospedaliera fornisce per far fronte ai bisogni
di salute della popolazione provinciale e/o regionale che si caratterizzano per la scarsa frequenza e la
complessità organizzativa richiesta.
Ci si riferisce, cioè, alle funzioni svolte dai centri di
riferimento della rete regionale hub e spoke che la
programmazione regionale ha attribuito all’Azienda
in considerazione dell’esperienza e della competenza
maturata nel corso degli anni, in risposta ad un bisogno che supera i confini provinciali e, in alcuni casi,
regionali.
Neuroriabilitazione delle cerebrolesioni acquisite
(GRACER)
L’Azienda Ospedaliera è l’unico centro regionale HUB
per la riabilitazione delle gravi cerebro lesioni acquisite (GCA).
Ogni anno in Emilia-Romagna circa 1300 persone sopravvivono ad una GCA, dovuta in genere a traumi
cranioencefalici da incidenti della strada, ma anche ad
emorragie cerebrali, ipossia cerebrale od altre cause,
e vengono ricoverate presso le unità di Rianimazione
o Neurochirurgia in stato di coma. In circa un quarto
dei casi, dopo la fase acuta, sono necessari interventi
riabilitativi complessi, da effettuare in regime di ricovero.
L’ Unità Gravi Cerebrolesioni dell’Azienda coordina
la rete assistenziale regionale, organizzata in 4 aree
territoriali (Emilia Occidentale, Centrale e Orientale,
Romagna) e composta da strutture riabilitative ospedaliere che hanno il compito di realizzare progetti riabilitativi intensivi, di diverso grado di complessità, e
da strutture riabilitative territoriali che hanno il compito
di rispondere alle necessità del paziente con GCA e
Neuroscienze
Afferiscono alle neuroscienze la neurochirurgia, la
neuroradiologia, la neurologia.
L’Arcispedale S. Anna è uno dei 5 centri HUB regionali di neurochirurgia (assieme a: AOU di Parma e di
Modena, Azienda Usl di Bologna, Azienda Usl di Cesena).
L’Azienda partecipa altresì al Registro Regionale dei
Traumi Gravi nell’ambito del SIAT (Sistema Integrato
Assistenza Traumi) Emilia Orientale.
Il Registro, istituito nell´ottobre 2006 su iniziativa delle sedi regionali di Trauma Center (Bologna, Parma
e Cesena) che hanno definito il tracciato record e le
regole in base alle quali standardizzare la raccolta
delle informazioni, è un flusso informativo nel quale
confluiscono dati sui pazienti traumatizzati, sui percorsi assistenziali attivati e sugli esiti delle cure.
25
di ricerca comuni, produrre dati epidemiologici sulle
malformazioni congenite a livello nazionale.
(Rapporti ISTISAN http://www.iss.it/publ/rapp/cont.
php?id=373〈=1&tipo=5&anno=2002).
Dal 2000 il Registro si è dotato di un sito WEB ( http://
www.unife.it/imer/ ) che, in maniera interattiva, consente ai partecipanti non solo la visione dei dati epidemiologici globali, ma fornisce anche la possibilità di
produrre statistiche ad hoc.
Dal 2003 è iniziata una stretta collaborazione con il
Servizio Sistema Informativo Sanità e Politiche Sociali
della Regione Emilia Romagna.
Dal 2004 è stato stabilito un collegamento con la rete
regionale dei Servizi di Genetica Medica (http://web.
unife.it/progetti/genetica_emilia_romagna) allo scopo
di completare i dati sulla patologia malformativa genetica/sindromica e/o cromosomica diagnosticata all’interno della rete.
Nel 2010 l’attività di ricovero delle UO di neurologia e
neurochirurgia ha comportato, sul bilancio provinciale,
un saldo positivo di mobilità di 152 dimessi, equivalenti ad un valore di circa 710.000 euro.
Genetica
Il Centro di Ferrara è unico HUB della Regione Emilia
Romagna per la genetica medica.
E’ inoltre, assieme alle Aziende Ospedaliero Universitarie di Bologna, Modena e Parma, hub regionale
per la genetica molecolare ed è centro spoke per la
citogenetica.
L’attività diagnostica, nell’ultimo triennio, è cresciuta
significativamente, passando dai 3,4 milioni di euro
del 2008 ad un valore di circa 4 milioni.
L’Unità di Genetica dell’Azienda ha ideato e gestisce
un sito web in cui vengono presentate le prestazioni di genetica fruibili attraverso la rete assistenziale
regionale, le tariffe delle prestazioni concordate tra i
professionisti, le modalità di accesso ai servizi e una
selezione delle principali disposizioni normative sull’istituzione e il funzionamento dei Servizi regionali di
Genetica medica.
Dall’analisi IMER emerge che la patologia cromosomica rappresenta il 17,1% (131/765) della casistica
totale. E’ rilevante l’impatto della diagnostica prenatale collegata ad un’età materna avanzata in continuo
aumento (fonte CedAP: 29,7% delle madri pari o superiori a 35 anni).
Si conferma un’alta prevalenza di sindromi di Down
nei casi con Trisomia 21 concepiti da madri residenti nella provincia di Ferrara e si rileva un incremento
della prevalenza nei nati da madri residenti nella provincia di Ravenna.
Il rilievo di patologia cromosomica in donne di età inferiore all’età in cui è offerta la diagnosi citogenetica
prenatale (30,5%; 40/131) ha confermato l’importanza
dell’offerta attiva della diagnosi prenatale, come predisposto nella delibera regionale n.533 (21 Aprile 2008)
nel programma percorso nascita.
L’Unità Operativa svolge la funzione di coordinamento
del Registro delle Malformazioni congenite dell’EmiliaRomagna (Registro IMER).
Il Registro ha iniziato l’attività nel 1978 con l’adesione volontaria di pochi centri collaboranti, interessando
negli anni tutti i punti nascita della Regione.
Dal 1980 il Registro è riconosciuto e finanziato dalla
Regione Emilia Romagna con la finalità di produrre
dati sulla prevalenza delle malformazioni congenite,
di contribuire alla sorveglianza spaziale e temporale,
di condurre studi di valutazione su interventi sanitari
(screening prenatali e neonatali), di costituire un centro di riferimento epidemiologico e clinico per i difetti
congeniti.
Dallo stesso anno fa parte del Network Europeo dei
Registri delle Malformazioni Congenite (EUROCAT
www.eurocat.ulster.ac.uk ) e dal 1995 dell’ International Clearinghouse for Birth Defects Monitoring System
(ICBD www.icbd.org ). Grazie a queste collaborazioni
è stato possibile valutare l’effetto Cernobyl per quanto riguarda le malformazioni congenite e partecipare
a studi di epidemiologia analitica e descrittiva in programmi collaborativi internazionali. In collaborazione
con EUROCAT sono state stabilite linee guida per la
sorveglianza e per la gestione degli allarmi.
Il Registro partecipa inoltre al coordinamento dei Registri italiani delle malformazioni congenite costituitosi
presso l’Istituto Superiore di Sanità allo scopo di condividere le esperienze di vari registri, proporre linee
La distribuzione dei casi per provincia di nascita mostra che, rispetto ad una media di 18,8 malformati su
mille (figura 1.2), Ferrara, con un valore di 24/1.000, è
posizionata dietro a Bologna, che ha il picco massimo
di 28,8 malformati ogni mille nati.
26
Figura 1.2 - Confronto tra le prevalenze nelle province di nascita e media regionale nel 2007
Dal confronto tra province di residenza (figura 1.3) si evince che Ferrara ha la prevalenza più alta:
22,8/1000, seguita da Forlì e Cesena (22,1) e Bologna (19,8).
Figura 1.3 - Confronto tra le prevalenze nelle province di residenza e media regionale nel 2007
Nella tabella 1.17 sono riportate le funzioni proprie del Servizio di Genetica Medica.
Terapia intensiva neonatale e del primo anno di vita
La TIN dell’Ospedale S. Anna è uno dei 7 centri hub della Regione (AOU di Parma, di Modena e di Bologna, AO
di Reggio Emilia, Ospedale degli Infermi dell’AUSL di Rimini e Ospedale Bufalini dell’Azienda Usl di Cesena).
L’Unità Operativa serve il bacino d’utenza provinciale e collabora alla copertura della domanda delle Province e
delle Regioni limitrofe.
Malattie rare
L’Arcispedale S. Anna è unico riferimento regionale per la glicogenosi in età adulta e per le anemie ereditarie
(talassemia in particolare). E’ inoltre centro di secondo livello (spoke) per la sindrome di Marfan e per le malattie
muscolo-scheletriche.
27
Tabella 1.17 - Funzioni del Centro Hub Regionale di Genetica Medica di Ferrara
ATTIVITA’ DI FORMAZIONE
•
•
•
•
Insegnamento nei corsi di Medicina e Chirurgia, scuole di specialità, sede di scuola di specialità in
Genetica medica
Collaborazione con la locale Università
Formazione e aggiornamento dei Medici di Medicina generale, degli Specialisti di differenti discipline
e degli altri Operatori sanitari sugli aspetti teorici e applicativi della Genetica medica, anche ai fini
dell'appropriata richiesta delle prestazioni erogate
Educazione sanitaria alla popolazione su tematiche di interesse genetico
ATTIVITA’ CLINICA
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Diagnosi, consulenza genetica e, quando indicato, follow-up delle persone affette da malattie genetiche,
malformazioni congenite o difetti di sviluppo ad ogni età e per qualunque apparato corporeo
Diagnosi e consulenza genetica e, quando indicato, follow-up delle famiglie / persone a rischio di essere
affette da malattie genetiche
Consulenze genetiche complesse
Consulenza teratologica
Consulenza genetica predittiva per le malattie ad insorgenza tardiva nel rispetto dei
protocolli vigenti
Consulenze genetiche urgenti (es. gravidanza in corso)
Consulenze genetiche per specifiche patologie di cui costituisca centro regionale di riferimento (es.
emoglobinopatie)
Diagnosi e consulenza genetica per i portatori sani, o sospetti tali, di malattie genetiche
Progettazione e attuazione dei programmi sanitari eventualmente attivati per specifiche
patologie genetiche
Audit e participazione al governo clinico
Aggiornamento professionale continuo
Sviluppo di linee-guida e di protocolli per la diagnosi, consulenza genetica e follow-up degli affetti da
malattie genetiche
Stretta interazione con i Laboratori di Genetica
Partecipazione alle reti nazionali delle patologie genetiche di specifico interesse (ad es. Gruppi di
Dismorfologia, Consorzi per le malattie rare, etc.)
Attività di ricerca clinica e attivazione dei relativi servizi clinici, biomedici e psicosociali
ATTIVITA' DI GENETICA DI COMUNITA'
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Consulenza alla progettazione, supporto e coordinamento dei programmi di screening attivati in
popolazioni selezionate o nella popolazione generale per specifiche malattie genetiche
Consulenza e supporto ai Medici di Medicina generale, agli Specialisti delle differenti discipline e agli altri
Operatori sanitari nella gestione delle patologie genetiche di loro competenza
Interazione con le associazioni e/o i gruppi di pazienti affetti da malattie genetiche
Funzioni di rappresentanza della disciplina nell'ambito degli organismi sanitari istituzionali
Partecipazione all'attività di programmazione e di organizzazione dei Servizi di Genetica medica a livello
locale, regionale e/o nazionale
Coordinamento del Registro Regionale di attività dei Servizi clinici di Genetica Medica
Coordinamento del Registro delle Malformazioni congenite dell'Emilia-Romagna (Registro IMER)
Partecipazione ai Registro Nazionale delle malattie rare coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità
Partecipazione e/o Coordinamento dei Registri Nazionali/Sovranazionali di specifiche malattie genetiche
Coordinamento della raccolta dei dati inerenti la qualità delle prestazioni erogate
Contributo alla valutazione dell'impatto dei programmi di prevenzione nella popolazione della disabilità e
della morbilità associate a geni-malattia
Promozione e coordinamento dei registri dei Laboratori di Genetica e interazione con i
competenti organi istituzionali di sanità pubblica
28
LABORATORIO SPECIALIZZATO
•
•
•
•
•
•
Ricerca mutazioni causative
Ricerca polimorfismi associati
Analisi linkage con segregazione
Coordinamento delle attività di 1° livello
Specifica per patologia
Coordinamento archivio o per raccolta dati
1.5 Accordo di fornitura
contrattazione vera e propria relativamente
ai contenuti economici e non economici del
contratto;
• predisposizione di piani specifici per il riorientamento produttivo relativamente ad attività
caratterizzate da bassi livelli di efficienza ed
insoddisfacenti rapporti costo/efficacia riferiti
ai propri produttori;
• verifica della compatibilità economica complessiva, del contenuto degli accordi/contratti
sottoscritti, con il bilancio aziendale;
• definizione delle modalità di monitoraggio,
comprendendo tempi di esecuzione dello
stesso e meccanismi correttivi da mettere in
atto in caso di mancato rispetto dei contenuti
pattuiti;
• definizione delle specifiche locali relativamente alle modalità di realizzazione dell’attività di
controllo, compreso il debito informativo delle
strutture produttrici;
• valutazione dei risultati in termini di impatto
sulla salute e di rapporto costo-efficacia.
• Le responsabilità dei Produttori di prestazioni
in materia di accordi/contratti sono state definite in termini di:
• adeguamento del proprio sistema informativo
a quanto previsto a livello regionale;
• produzione e messa a disposizione delle
Aziende committenti delle informazioni necessarie alla corretta valutazione delle proprie potenzialità di offerta;
• partecipazione alle fasi di definizione dell’accordo contratto, sulla base di quanto previsto
dai criteri generali definiti a livello regionale;
• predisposizione di piani specifici per il riorientamento produttivo;
• verifica della compatibilità economica complessiva del contenuto degli accordi/contratti
sottoscritti con il bilancio aziendale/di struttura.
L’Accordo triennale, inoltre, fa proprie le scelte e gli
obiettivi generali della L.R. 29/2004, del DPCM del
29.11.2001 (LEA) e dell’allegato 7 della DR 1121/2006
in termini di:
Per l’anno 2010 si conferma la validità dell’Accordo
di Fornitura triennale sulla produzione delle Aziende
Sanitarie della Provincia di Ferrara, siglato nel 2008;
tale accordo si richiama ai principi e agli adempimenti
contenuti della delibera regionale n. 426/2000 recante
“Linee guida e criteri per la definizione degli accordi e
la stipula dei contratti, ai sensi del D.Lgs 502/92, così
come modificato da D.Lgs 229/99 e dalle leggi regionali 34/99 e 29/05.
Vengono riportate di seguito le responsabilità specifiche delle Aziende Committenti:
• valutazione del bisogno di salute e della domanda espressa dalla popolazione di riferimento relativamente alle attività di base;
• definizione delle priorità nell’ambito degli indirizzi
regionali anche in relazione agli aspetti di appropriatezza e di rapporto costo/efficacia oltre che
agli aspetti di compatibilità economica;
• individuazione dei livelli e delle modalità erogative più appropriate per garantire una soddisfacente risposta ai bisogni di salute della popolazione
di riferimento;
• analisi delle potenzialità di offerta propria e degli
altri produttori, in particolare, oltre alle valutazioni
legate alla coerenza rispetto alla programmazione e all’accreditamento, relativamente agli aspetti
di:
• efficienza allocativa delle risorse;
• definizione dei servizi da rendere, con particolare riguardo ad accessibilità, appropriatezza clinica ed organizzativa, tempi di attesa
e continuità assistenziale;
• definizione delle tipologie e dei volumi di attività da acquisire, sia da parte di produttori
interni che da altri produttori;
• orientamento della produzione da parte degli erogatori interni e definizione formalizzata
degli accordi/contratti con i produttori esterni, compresa la fase di condivisione con tutte le categorie di produttori interessate degli
aspetti precedentemente citati e la fase di
29
La predisposizione e la rimodulazione dell’offerta di
prestazioni si basano su:
a. progettualità e programmazione comuni,
b. condivisione degli obiettivi,
c. condivisione di doveri e responsabilità.
Tali criteri mirano a rendere effettivi l’integrazione e il
coordinamento di segmenti operativi e organizzativi
delle due Aziende e delle relative attività gestionali e
assistenziali, in ordine al raggiungimento degli obiettivi di appropriatezza, qualità e compatibilità economica, e con la significativa riduzione del tasso standardizzato di ospedalizzazione. Il tasso standardizzato di
riferimento per il 2010, che le due Aziende intendono
conseguire attraverso le azioni comuni messe in atto,
dovrà tendere a quello medio regionale.
Per l’anno 2010 le due Aziende hanno confermato
quanto definito nell’accordo siglato nel 2008. Viene
ribadito l’impegno congiunto verso il controllo dei livelli di appropriatezza sia dei ricoveri ordinari che dei
ricoveri diurni. Si è pervenuti anche ad una condivisa
interpretazione in materia di specialistica ambulatoriale. Su quest’ultima l’accordo ha previsto un finanziamento necessario per incrementare il numero di prime
visite (soggette a monitoraggio dei tempi di attesa)
da inserire in specifici “pacchetti di garanzia” mirati a
mantenere l’adeguatezza dei tempi di attesa delle prestazioni da erogare. Si è inoltre convenuto di attivare,
per disciplina, specifiche commissioni interaziendali
di professionisti, aventi lo scopo di definire protocolli
condivisi di appropriatezza clinica relativa alle visite di
controllo e alle visite aggiuntive erogate dalle funzioni
Hub.
affermazione del ruolo centrale del sistema delle
cure primarie e sviluppo di processi di riconversione dell’offerta;
• miglioramento della qualità e garanzia di equità
di accesso attraverso il sistema delle reti cliniche integrate, puntando all’integrazione piuttosto
che alla competizione e alla valorizzazione delle competenze distintive di ogni struttura, sia per
branche specialistiche d’eccellenza, sia per livello
erogativo;
• programmazione dell’offerta dei servizi adeguata
a soddisfare la domanda espressa dalla popolazione residente e realizzazione delle condizioni
per l’autosufficienza territoriale, in rapporto ai livelli essenziali di assistenza che devono essere
assicurati a tutti i cittadini.
L’accordo riafferma infine il principio dell’utilizzo appropriato delle risorse, con particolare riferimento
all’appropriatezza della sede e delle modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie quale garanzia di
qualità per il cittadino e obiettivo del professionista.
Date tali premesse, l’Accordo di fornitura della Provincia di Ferrara per il triennio 2008-2010, sottoscritto
dai legali rappresentanti dell’ Azienda USL di Ferrara
e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara,
prevede che la prima svolga nei confronti della seconda la propria funzione di committenza attraverso una
richiesta complessiva puntuale di prestazioni sanitarie
di ricovero e di specialistica ambulatoriale, di politica
del farmaco e di altre attività e servizi rientranti nel capitolo definito dalle parti come “prestazioni a latere”.
•
30
Ex Arcispedale S. Anna - I Leoni in una collocazione inconsueta: originariamente posti sull’ingresso vicino alla
Chiesa di San Carlo, furono spostati durante i lavori di ampliamento della facciata su Corso Giovecca
31
2 Profilo aziendale
2.1 Sostenibilità economica, finanziaria e patrimoniale
2.1.1 Sostenibilità economica
La sostenibilità economica è rappresentata per mezzo di indici di bilancio che consentono:
• di valutare l’incidenza sul risultato economico dell’esercizio delle diverse cause gestionali;
• di valutare l’incidenza dei costi dei vari fattori produttivi sui ricavi aziendali;
• di analizzare il mix dei costi dei fattori produttivi aziendali.
Risultato Netto di Esercizio
ANNO 2008
-2.098.609
ANNO 2009
-3.129.293
ANNO 2010
-2.990.988
La Delibera di Giunta 234 del 08.02.2010 “Finanziamento del Servizio sanitario regionale per l’anno 2010” recita
che, per il 2010, l’equilibrio economico finanziario costituisce vincolo e obiettivo sia per il Servizio sanitario regionale che per le singole aziende e rimanda, nelle more dell’adozione di ulteriori atti formali, al contenuto della
nota della Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali P.G. 2010/503 del 04.01.2010. Detta nota prevede che
la condizione di equilibrio per le aziende regionali viene definita a partire dal risultato di esercizio, al netto delle
sole quote di ammortamento per beni mobili ed immobili già presenti in inventario al 31.12.2007 e non coperti
da finanziamento pubblico.
In realtà il Bilancio d’ Esercizio 2010 si attesta su una perdita di Euro 2.990.988 superiore a quella fissata con
la Delibera di Giunta citata; questo per effetto della successiva delibera regionale n. 536 del 18.04.2011che
consente all’azienda di vedersi riconoscere come garantito l’equilibrio di bilancio nella modalità definita a livello nazionale (risultato d’esercizio pari o superiore alle quote d’ammortamento di tutti i beni a utilità ripetuta al
31.12.2010). Poichè detto importo nel 2010 è pari a Euro 2.992.564 l’obiettivo è stato raggiunto.
Incidenza dei risultati della gestione caratteristica e non caratteristica sul risultato netto (fonte:riclassificato regionale)
ANNO 2007
Risultato Operativo Caratteristico
ANNO 2008
ANNO 2009
ANNO 2010
-172
-895
-1993
-2108
Risultato Netto
-2891
-2099
-3129
-2991
Risultato Netto/ROC * 100
5,9%
42,6%
63,7%
70,5%
32
L’indicatore analizza il contributo della gestione caratteristica al risultato d’esercizio nonché in quale misura il
risultato sia influenzato da operazioni atipiche od occasionali. La gestione non caratteristica riguarda la gestione
finanziaria, la gestione straordinaria, la gestione atipica e gli oneri fiscali.
Nell’anno 2007 si rileva una riduzione, quasi un azzeramento del ROC rispetto al Risultato netto. Questo significava un rilevante impatto della gestione extracaratteristica sul Risultato Netto. Nel 2008 e nel 2009 si ha una
crescita dell’incidenza della gestione caratteristica, che si rileva anche nel 2010.
Nel quadriennio, quindi, la gestione non caratteristica incide sempre negativamente sul risultato dell’esercizio,
ma in modo decrescente.
Risultati netti di esercizio / Risultati complessivi regionali (fonte:riclassificato regionale)
ANNO 2007
Risultato Netto
Risultati complessivi regionali
RN/RIS COMPL REG
ANNO 2008
ANNO 2009
ANNO 2010
-2.891
-2.099
-3129
-2991
-159.033
-77.242
-140.240
-119.393
1,8%
2,7%
2,2%
2,5%
Nel 2008 il disavanzo aziendale migliora rispetto al 2007, tuttavia aumenta l’incidenza sul disavanzo complessivo regionale in quanto quest’ultimo è dimezzato rispetto al 2007. Nel 2009, il disavanzo aziendale aumenta ma
in maniera proporzionalmente inferiore all’aumento del complessivo disavanzo regionale, pertanto l’indicatore
migliora. Nel 2010, invece, a fronte del calo del disavanzo aziendale, si registra un calo più che proporzionale
del disavanzo regionale, che determina un aumento della percentuale di incidenza del risultato netto sul totale
complessivo regionale.
Risultati della gestione caratteristica (ROC) / ricavi disponibili (fonte:riclassificato regionale)
ANNO 2007
Risultato Operativo Caratteristico
Ricavi Disponibili
ROC/RICAVI DISP
ANNO 2008
ANNO 2009
ANNO 2010
-172
-895
-1.993
-2.108
252.558
257.058
263.710
265.703
-0,1%
-0,3%
-0,8%
-0,8%
33
Principali aggregati di fattori produttivi/ ricavi disponibili (fonte:riclassificato regionale)
ANNO 2007
ANNO 2008
ANNO 2009
ANNO 2010
23,3%
23,8%
24,3%
23,8%
3,7%
4,1%
4,7%
4,6%
16,4%
16,9%
16,4%
16,6%
2,8%
2,2%
2,0%
2,1%
53,9%
53,3%
53,4%
53,8%
Beni consumo/Ricavi disponibili
Beni strumentali/Ricavi disponibili
Servizi/Ricavi disponibili
Costi amm.vi e gen. e accant./Ricavi disponibili
Costo del lavoro/Ricavi disponibili
Come evidenziato dal grafico la voce che incide maggiormente sui ricavi è il costo del lavoro, che risulta in leggera crescita rispetto al 2009.
34
Composizione percentuale dei costi di esercizio annuali (fonte:riclassificato regionale)
ANNO 2007
TOTALE COSTI
Consumo beni acquistati/Totale costi
ANNO 2008
ANNO 2009
ANNO 2010
252.730
257.953
265.703
267.811
23,3%
23,7%
24,1%
23,6%
Servizi sanitari/Totale costi
3,3%
3,8%
3,9%
3,9%
Servizi non sanitari/Totale costi
9,4%
9,6%
9,1%
9,6%
Beni strumentali/Totale costi
3,7%
4,1%
4,6%
4,6%
Manutenzioni/Totale costi
3,7%
3,4%
3,2%
3,0%
Costi amm.vi e generali/Totale costi
2,0%
2,1%
1,9%
1,8%
Accantonamenti/Totale costi
0,8%
0,1%
0,1%
0,2%
Costo del lavoro/Totale costi
53,8%
53,2%
53,1%
53,3%
35
Nel 2008 aumenta il costo dei servizi non sanitari per l’adeguamento Istat dei prezzi di alcuni servizi appaltati e
l’incremento dei prezzi dell’energia elettrica; mentre nel 2009 si registra un calo dell’incidenza degli stessi legato
principalmente a politiche di risparmio energetico e alla nuova regolamentazione di accesso alla mensa aziendale. Nel 2010 il dato è stabile.
Nel 2009 e nel 2010 la diminuzione del costo delle manutenzioni è legata principalmente ad un calo degli interventi agli immobili visto l’imminente trasferimento al Nuovo Ospedale.
36
2.1.2 Sostenibilità finanziaria
Rendiconto finanziario di liquidità
SCHEMA DI RENDICONTO DI LIQUIDITA’ DEL BILANCIO D’ESERCIZIO 2007-2008-2009
(FONTI - IMPIEGHI)
DISPONIBILITA’ LIQUIDE
INIZIALI
a)
Cassa
b)
+ Istituto Tesoriere
c)
+ c/c postale
d)
- debiti vs Istituto Tesoriere
TOTALE DISPONIBILITA’
LIQUIDE INIZIALI
ANNO 2008
ANNO 2009
ANNO 2010
12.719
25.416
32.351
2.528.676
12.460
2.107.646
5.743
24.836
5.829
-3.925.001
ANNO 2008
ANNO 2009
ANNO 2010
-2.098.609
-3.129.293
-2.990.988
7.632.512
7.598.331
7.438.114
-4.488.649
-4.495.921
-4.445.550
-5.819.096
876.410
-950.388
-517
-1.190
798
GESTIONE CORRENTE
a)
Risultato economico dell’esercizio
b)
+ ammortamenti
c)
- quota utilizzo contributi in
c/capitale
d)
+ accantonamenti al “Premio operosita’ medici SUMAI”
e)
+ accantonamenti per rischi
e oneri
f)
+/- minusvalenze da svalutazioni contabili e plusvalenze da rivalutazioni contabili
g)
+/- minusvalenze da cessione e plusvalenze da cessione
h)
+/- altri costi non monetari e
altri ricavi non monetari
i)
+/- sopravvenienze e insussistenze
j)
- incrementi di immobilizzazioni per lavori interni
k)
+/- variazione scorte
-539.591
747.196
-2.604.302
l)
+/- variazione crediti “non
finanziari”
32.367.797
-9.437.933
15.665.194
m)
+/- variazione ratei e risconti
attivi
-1.353.327
-32.281
1.387.673
n)
+/- variazione debiti “non finanziari”
-23.328.602
70.265.400
6.885.991
o)
+/- variazione ratei e risconti
passivi
567.357
1.519.644
-2.593.671
37
TOTALE NET CASH GESTIONE CORRENTE
2.939.275
63.910.363
17.792.871
GESTIONE EXTRACORRENTE
1)
FONTI per disinvestimenti
a) di immobilizzazioni immateriali e materiali
281.327
b) di immobilizzazioni finanziarie e varie
2)
FONTI per nuovi finanziamenti
a) da mutui
TOTALE FONTI
1)
38.000.000
b) da contributi in c/c capitale
9.822.075
40.250.634
116.604
10.187.753
-54.192.197
-53.310.222
-35.188.685
-4.951.387
-4.708.630
-3.971.122
-59.143.584
-58.018.852
-39.159.807
b) in immobilizzazioni finanziarie e varie
IMPIEGHI per rimborsi di
finanziamenti
a) da mutui
TOTALE IMPIEGHI
2.250.634
IMPIEGHI per nuovi investimenti
a) in immobilizzazioni immateriali e materiali
2)
116604
b) da altri finanziamenti diretti
CONTRIBUTI
Contributi per ripiano perdite
9.544.248
DISPONIBILITA’ LIQUIDE
FINALI
a)
Cassa
25.416
32.351
39.176
b)
+ Istituto Tesoriere
12.460
2.107.646
12.460
c)
+ c/c postale
24.836
5.829
49.155
d)
- debiti verso Istituto Tesoriere
TOTALE DISPONIBILITA’
LIQUIDE FINALI
Q U A D R AT U R A : C a s s a
I.+Net Cash G.C.+Net
Cash G.E.+Contrib - Cassa F.
38
-3.925.001
-9.134.148
-3.862.289
2.145.826
-9.033.357
0
0
0
Debiti medi per forniture in conto esercizio.
ANNO 2008
Giorni di pagamento
ANNO 2009
315
ANNO 2010
290
39
297,5
cassa del 2010 è quello relativo alla Delibera di Giunta
Regionale 1861 del 29.11.2010, con il quale è stato
regolato a saldo il credito residuo relativo al finanziamento del Servizio Sanitario Regionale anno 2008 ed
assegnato un acconto a valere sul finanziamento per
l’anno 2010. Il trasferimento di cassa erogato a favore dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara
sulla base di detto provvedimento ammonta ad Euro
7.937.684,76, che ha consentito il pagamento ai fornitori delle fatture emesse nel mese di Gennaio 2010,
chiudendo l’esercizio con tempi di pagamento di circa
230 giorni dalla scadenza. Sono, inoltre, state concluse alcune transazioni con i fornitori per la definizione o
l’abbuono degli interessi passivi.
Sul ritardo nei pagamenti continua a pesare, comunque, l’ingente credito vantato nei confronti dell’Azienda territoriale che a fine 2010 ammontava ad oltre
47,196 milioni di Euro.
La pressione esercitata dai fornitori per il recupero del
credito scaduto continua ad aumentare anche a causa
della crisi finanziaria che ha colpito la generalità delle
aziende private. Risulta, inoltre, in progressiva crescita la richiesta di riconoscimento di interessi passivi.
Con delibera 2261 del 28.12.2009 la Regione ha stabilito l’anticipazione mensile di cassa a titolo di Fondo
Sanitario Regionale 2010: la rimessa mensile è passata da Euro 25.244.865,00 ad Euro 17.411.073,00.
Con delibera di Giunta regionale n. 353 dell’8.02.2010
sono state ripartite le risorse finanziarie destinate
alla garanzia dell’equilibrio economico-finanziario
per il 2009, trasferendo per cassa all’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara la somma di Euro
19.300.000,00.
Questo ha permesso il mantenimento, nei primi mesi
del 2010, di tempi di pagamento che si aggirano sui
285 giorni dal ricevimento della fattura (195 giorni dalla scadenza).
Con Delibera n. 1157 del 26.07.2010 la Giunta Regionale ha disposto l’adeguamento dell’entità dell’anticipazione mensile di cassa per il 2010 ed il trasferimento
di ulteriori disponibilità che, per l’Azienda Ospedaliero
Universitaria di Ferrara, ha comportato l’erogazione
di circa tre milioni di Euro mensili in più a partire dal
mese di Agosto 2010 ed un acconto di mobilità interregionale 2008 di poco più di 500 mila Euro.
L’unico ulteriore intervento straordinario regionale di
2.1.3 Sostenibilità patrimoniale
Stato Patrimoniale riclassificato in chiave finanziaria.
2009
Liquid. immediate e differite
Scorte
Immobilizzazioni
TOTALE ATTIVITA’
ATTIVITA’
PASSIVITA’
27%
58% Finanziamenti a breve
2%
18% Finanziamenti a m/l termine
70%
24% Patrimonio Netto
100%
100% TOTALE PASSIVITA’
40
2010
Liquid. immediate e differite
Scorte
Immobilizzazioni
TOTALE ATTIVITA’
ATTIVITA’
PASSIVITA’
22%
60% Finanziamenti a breve
3%
16% Finanziamenti a m/l termine
75%
24% Patrimonio Netto
100%
100% TOTALE PASSIVITA’
Nell’anno 2010 aumentano le immobilizzazioni per effetto dell’incremento di quelle in corso per la costruzione
del Nuovo Ospedale di Cona e per l’acquisto di nuove attrezzature sanitarie. Si evidenzia, negli anni, un preoccupante indebitamento a breve termine finanziato solo in parte (meno della metà) dalle disponibilità liquide e
differite.
Grado di copertura degli investimenti attraverso contributi pubblici. Situazione al 31.12 di ogni anno.
ANNO 2008
CONTRIBUTI C/CAPITALE/ INV. IMM. MAT. NETTE
0,57
41
ANNO 2009
0,46
ANNO 2010
0,44
La diminuzione del grado di copertura degli investimenti attraverso contributi pubblici deriva dal fatto che la
maggior parte dei nuovi investimenti non e’ finanziata da contributi in conto capitale, ma da mutui e alienazioni.
Valore assoluto nuovi investimenti:
Immobilizzazioni immateriali
Fabbricati indisponibili
2008
2009
2010
173.460
186.404
151.611
33.994
105.885
4.676
Impianti e macchinari
91.523
16.830
Attrezzature sanitarie
1.396.368
2.365.306
851.961
91.369
21.006
1.332.498
Mobili e arredi
Mobili e arredi di valore artistico
Beni strumentali diversi
Immobilizzazioni in corso e acconti
15.493
358.070
99.087
206.716
52.042.101
50.525.642
32.722.110
Totale nuovi investimenti imm.
54.186.885
53.335.653
35.269.572
Totale investimenti lordi imm.
314.675.575
366.198.316
399.500.446
0,17
0,15
0,10
NUOVI INVESTIMENTI IMM./ TOT. INV. LORDI
I nuovi investimenti si mantengono elevati nel triennio per effetto degli stati d’avanzamento dell’erigendo Polo di
Cona. Detti stati d’avanzamento, tuttavia, hanno subito un calo di importo nell’anno 2010, in quanto trattasi ormai
di lavori di rifinitura a completamento del nosocomio la cui apertura è prevista nel 2011.
42
43
Grado di obsolescenza del patrimonio aziendale
Il valore di questo indicatore è sostanzialmente stabile nel triennio; va letto in correlazione con l’indicatore precedente ed è fortemente influenzato anch’esso dall’investimento in corso nella costruzione del nuovo ospedale. Immobilizzazioni immateriali
Terreni
2008
2009
2010
996.452
843.492
641.082
Fabbricati
57.007.779
54.779.015
52.215.587
Impianti e macchinari
15.974.181
15.220.855
14.450.698
Attrezzature sanitarie
13.408.887
12.817.771
10.629.526
Mobili e arredi
831.758
699.940
1.884.428
3.070.747
2.690.165
2.453.013
Immobilizzazioni in corso e acconti
134.629.535
184.579.993
217.107.468
Totale Immobilizzazioni immateriali e materiali al
netto fondi amm.to
225.919.339
271.631.231
299.381.802
Totale investimenti lordi imm.
314.675.575
366.198.316
399.500.446
0,72
0,74
0,75
Beni strumentali diversi
VALORE
LORDI
RESIDUO/TOTALE
INVESTIMENTI
44
2.2 Impatto sul contesto territoriale
2.2.1 Impatto economico
L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara contribuisce allo stato occupazionale della provincia con un numero di lavoratori che, al 31.12.2010, risulta pari a 2.836, di cui 2.551 dipendenti ospedalieri (a tempo determinato o indeterminato), 138 incarichi libero-professionali e borse di studio e 147 dipendenti universitari convenzionati. Nella figura sottostante viene riportato il dato occupazionale dell’Azienda a confronto con l’occupazione
della Provincia di Ferrara. Come si osserva, il contributo dell’Ospedale all’occupazione è in netta controtendenza
rispetto all’andamento provinciale, ed in particolare si accentua nel 2010 (dati 2004-2010 desunti dai dati ISTAT
elaborati dalla RER).
N. di dipendenti dell’Azienda / totale occupati nell’ambito territoriale **
%
2010
2009
2008
1,8536%
1,7780%
1,7888%
Dall’analisi delle tavole seguenti si osservano:
- un significativo decremento degli universitari;
- una riduzione dei dipendenti residenti nel comune di Ferrara;
- un aumento dei dipendenti stranieri;
- un incremento dei dipendenti occupati in categorie protette
45
Unità di personale totale e suddiviso per rapporto di dipendenza
N. dipendenti SSR
Universitari
2010
2009
2008
2551
2529
2526
147
166
163
138
132
119
Altro personale (incarichi libero professionali, Co.Co.Co.,
assegnisti, borsisti)
N. di dipendenti dell’Azienda residenti nell’ambito territoriale
N. dipendenti azienda
N. dipendenti residenti
nel Comune di FE
%
2698
2405
89,14%
2695
2495
92,58%
2689
2433
90,48%
2010
2009
2008
N. totale di lavoratori stranieri*
Lavoratori stranieri
intra Unione Europea
extra Unione Europea
per “stranieri” si intende nati all’estero
2010
2009
2008
16
21
16
18
10 12
34
31
28
Numero dipendenti occupati nell’ambito di categorie protette
n. totale
2010
2009
2008
54
53
43
Tabella 2.1 - Costo del personale dipendente (Con oneri sociali - escluso IRAP).
ANNO 2010
€ 128.431.252
ANNO 2009
€ 125.776.945
ANNO 2008
€ 122.651.370
Tabella 2.2 - Spesa personale universitario convenzionato
ANNO 2010
€ 5.758.393
ANNO 2009
€ 5.901.743
ANNO 2008
€ 6.637.847
Il contributo dell’azienda all’economia del territorio viene ulteriormente apprezzato in base all’indotto in termini
di volume dei beni e servizi acquistati da aziende presenti sul territorio della provincia e della regione, nonché in
base al volume degli emolumenti corrisposti dall’Università ai ricercatori e ai docenti.
Tabella 2.3 - Emolumenti corrisposti dall’Università a ricercatori/docenti universitari in convenzione nell’anno
2010 (importi lordi comprensivi di oneri a carico ente)
Tipologia
Importi
Docenti
€ 5.755.269
Ricercatori
€ 3.593.213
Assistenti
€ 84.674
Totale
€ 9.433.156
46
Acquisti di Beni e Servizi
I costi sostenuti dall’Azienda per acquisto di beni e servizi da imprese produttive con sede nella provincia ammontano per il 2009 a Euro 10.007.572, mentre quelli per acquisto di beni e servizi da imprese produttive con
sede legale nella regione (escluso Ferrara): Euro 41.074.785.
2.2.2 Impatto sociale
dell’anno sono stati 40 per un valore di Euro 115.773;
le donazioni e i contributi ricevuti da fondazioni di origine bancaria e da altri soggetti sono invece stati 14 per
un valore di Euro 90.549.
Gestione dei rapporti con le associazioni di volontariato convenzionate
L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara considera il contributo delle Associazioni di Volontariato
fondamentale per lo svolgimento delle attività di collaborazione con le Unità Operative e per facilitare i
rapporti degli utenti con l’Arcispedale S. Anna. Tale
collaborazione si basa sul convenzionamento delle Associazioni a seguito di partecipazione a bando
emesso dall’Azienda, nel quale si evidenzia il bisogno
delle diverse Unità Operative.
Il bando 2009-2010 ha consentito il convenzionamento di 10 Associazioni, impegnate in attività di supporto
quali: visita ai piccoli pazienti ricoverati e aiuto nello
svolgimento delle loro attività quotidiane; supporto
psicologico; prestito di giochi e libri; compagnia; conversazione; gioco, disegno e lettura; aiuto ai piccoli pazienti nella consumazione dei pasti, chiedendo
preventivamente il parere del personale; presenza a
fianco dei bambini in caso di familiari impossibilitati a
svolgere tale attività; clown terapia. A novembre 2010
è stato pubblicato il bando per il biennio 2011-12, al
quale hanno partecipato 11 Associazioni.
L’Azienda inoltre mette a disposizione delle Associazioni di Volontariato che svolgono attività socio-sanitarie a supporto del cittadino e della comunità locale
appositi spazi all’interno del S. Anna, da allestire per
la Promozione di campagne informative o di raccolta
fondi, così da consentire loro di farsi conoscere sul
territorio, promuovere la cultura del volontariato e della solidarietà, trovare nuovi volontari e reperire risorse utili al proprio sostentamento. Nel 2010 sono state
soddisfatte 45 richieste di spazi per un totale di 67
giornate di campagne effettuate. Tutta l’attività delle
Associazioni è coordinata dall’URP.
2.2.3 Impatto culturale
Valorizzazione dei beni storico-artistici
L’Azienda partecipa al progetto di valorizzazione dei
beni storico-artistici delle Aziende Sanitarie regionali
per la costituzione del “sistema museale della sanità”
promosso e sostenuto dall’Assessorato regionale alla
Sanità ed in collaborazione con l’Istituto Beni Culturali.
Le attività, avviate nel 2000, si concretizzano su un
insieme di beni particolarmente a rischio allo scopo
di favorirne una più opportuna conoscenza, conservazione e valorizzazione. Grazie a questo lavoro di
ricognizione si è potuto dare un primo momento di visibilità pubblica con la mostra “Le arti della Salute. Il
patrimonio culturale e scientifico della sanità pubblica
in Emilia Romagna” allestita nel 2005 e con la realizzazione del relativo volume-catalogo.
Nel 2010 si è costituito un gruppo di lavoro all’interno
dell’ Azienda attraverso la collaborazione tra la Biblioteca di Scienze della Salute e l’Ufficio Inventario Beni
Mobili del Magazzino Centrale realizzando una catalogazione scientifica del patrimonio storico – artistico
presente presso l’Arcispedale S. Anna.
E’ stato effettuato un lavoro di individuazione e raccolta fotografica di dipinti, sculture ed arredi di pregio,
localizzando e schedando le opere di maggior interesse culturale. Al termine del lavoro si è creato uno
schedario dei beni inserendo il numero d’inventario,
l’ubicazione, la tipologia del bene, una descrizione sintetica e le condizioni di conservazione.
Infine l’Istituto Beni Culturali ha effettuato un esame
della documentazione prodotta, anche attraverso la
visione diretta delle opere. La catalogazione effettuata
ed integrata scientificamente verrà inserita nella banca dati dell’Istituto Beni Culturali, in un portale che documenterà l’intero progetto all’interno del sito Saluter
dell’Assessorato regionale alla Sanità ed infine verrà
realizzata una guida - itinerario.
Lasciti e donazioni
Il riconoscimento della funzione sociale dell’Azienda
è un aspetto che presenta oggettive difficoltà di misurazione. Si ritiene però che esso possa essere ragionevolmente stimato attraverso i segnali di ritorno trasmessi dalla comunità e costituiti da lasciti e donazioni
ricevuti sia dai cittadini, che da fondazioni di origine
bancaria o da altri soggetti.
I lasciti e donazioni ricevuti dai cittadini nel corso
Evoluzione dell’ospedale S. Anna nella città di Ferrara
Nel corso del 2010 è stato implementato un progetto
sullo studio dell’evoluzione funzionale e architettoni47
Erculea furono costruiti case e palazzi (tra cui Palazzo
Roverella) nel nuovo territorio cittadino e venne interrato il canale della Giovecca: l’ospedale venne quindi
a trovarsi al centro della città, ma rimase chiuso in una
morsa di edifici che ne rendevano impossibile l’espansione.
Il ricovero indifferenziato, l’imprecisa identificazione della malattia e l’ambigua definizione della cura
del corpo (vitto appropriato, tisane, salassi) vennero
superati solo a partire dal Settecento. La rivoluzione
dell’istituzione ospedaliera non nacque dal concetto
di carità, ma dalla nuova scienza, dallo studio delle
malattie, dalla ricerca delle sue cause e non dalla
semplice cura degli effetti; la Scuola medica ferrarese
denunciava la mancanza di regole per l’ammissione
e la gestione dei malati, lamentava l’ubicazione e le
caratteristiche strutturali degli edifici -con soffitti bassi,
finestre collocate in alto e conseguente scarsa ventilazione e penetrazione dei raggi solari. In Europa, in
particolare in Francia e Inghilterra, stava già avvenendo un ripensamento della struttura stessa degli ospedali, ma nel caso di Ferrara si dovrà aspettare l’inizio
del XX° secolo per rendersi conto dell’importanza di
una struttura adeguata al continuo progredire della
scienza medica.
Il S. Anna era strutturato in tre corpi: anteriore, centrale e posteriore. Nel primo, caratterizzato dalla Chiesa di S. Anna e da due grandi corti, comunicanti tra
loro, trovavano collocazione la Sala delle Donne, le
stanze di medici e infermieri e alcuni locali di servizio;
nel corpo centrale, che ruotava attorno al “Chiostro
della Bugadara”, si trovavano la cucina, locali per il
falegname, il fabbro e una delle degenze degli uomini:
la Sala Alta o Prima Sala, che prendeva questa doppia denominazione per l’altezza del soffitto e perché
era il primo ambiente che si incontrava entrando dalla
scala di accesso al vestibolo. In questo salone, diviso in tre navate da due file di pilastri, erano ospitati
i malati cutanei e contagiosi. Formando una pianta a
“T” si collegava, tramite ampia scalinata, con la Sala
Maggiore del corpo posteriore. Più a nord, affacciati
su altri due chiostri che separavano l’ospedale dalle
proprietà dei Gesuiti, si trovavano una piccola chiesetta e il cimitero dell’ospedale. Nel 1760 l’ospedale
poteva accogliere 74 degenti. All’inizio del XIX secolo,
l’ospedale divenne punto di riferimento per malati anche forestieri, tanto da essere chiamato prima “Magnum” e poi “Arcispedale”. Ravvisata la necessità di
ampliamenti, venne trasformata la Chiesa di S. Anna
(già chiusa al culto nel 1808): vennero realizzate al
piano terra delle botteghe, mentre al primo piano una
nuova Sala Donne, sopraelevando e rifacendo la facciata su Corso Giovecca. Fu prevista anche una scalinata monumentale nel cortile di ingresso per accedere
ca dell’ospedale, in relazione ai cambiamenti storici e
culturali che hanno caratterizzato la città di Ferrara. Il
progetto è stato gestito in seno alla direzione generale e coordinato da un pool di esperti essenzialmente
composto da: un medico con conoscenze approfondite sulla storia del S.Anna, la responsabile della biblioteca aziendale e professionisti del servizio tecnico; è
stata inoltre istituita una borsa di studio, vinta da una
laureata in architettura con competenze specifiche in
materia. Le progettualità e le finalità dell’iniziativa erano partite già nell’anno 2009.
L’Arcispedale S.Anna di Ferrara è alla vigilia di una
trasformazione epocale: con la costruzione del nuovo
ospedale di Cona, il suo ruolo di “ospedale per la città
dentro la città” muterà completamente nell’organizzazione, nella distribuzione delle funzioni, nel rapporto
con i cittadini e con i malati dando nuova percezione
di sé come monumento e divenendo uno dei poli centrali di riqualificazione e recupero della grande area
del centro storico.
Un mandato impegnativo, moderno e stimolante, in
risposta ad una città che vuole rinnovarsi rispettando
la memoria del passato: in un’ottica di reinterpretazione globale dell’istituto ospedaliero, infatti, è importante
capire le sue vicissitudini, ed è questa la motivazione
che ha spinto la Direzione Generale dell’Azienda ad
iniziare un percorso di ricerca storica, che potesse aiutare a comprendere l’adattamento progressivo della
struttura e dell’organizzazione al mutare delle condizioni sociali ed economiche della città.
Lo studio dell’“Evoluzione dell’ospedale nella città di
Ferrara e valorizzazione del patrimonio storico-artistico” è stato il primo step di questa analisi, che ha permesso di ricostruire, sia dal punto vista architettonico
che sanitario, i fatti riguardanti il vecchissimo Ospedale e scoprire le analogie fra il passato ed il presente:
da quelle politiche ed economiche a quelle tecniche.
La città di Ferrara e il suo Ospedale sono legati da
oltre seicento anni; in un secolo in cui l’assistenza
ospedaliera possedeva una connotazione primitiva,
derivante dalla necessità, dei governanti locali, di
dare ospitalità ai bisognosi, poveri e pellegrini, l’allora
Vescovo di Ferrara Giovanni Tavelli da Tossignano si
prodigò per la fondazione di un “ospedale grande ed
unico”, che riunisse le numerose istituzioni caritatevoli
sparse per il territorio. L’ospedale doveva sorgere in
un luogo di ampio respiro, lontano da corsi d’acqua
putrescenti e agglomerati di case, e offrire la possibilità di futuri ampliamenti. L’edificio adatto allo scopo
venne individuato in prossimità della Porta del Leone,
a nord delle mura, oltre il canale della Zodeca: il piccolo Monastero di S. Anna, che esisteva già nel 1295
per opera dell’Ordine terziario francescano. In un solo
anno i lavori potevano dirsi conclusi. Dopo l’Addizione
48
al vecchio reparto donne, destinato ora ad infermeria.
A partire dal 1860 furono avviati importanti lavori di
ampliamento e restauro, come ad esempio l’apertura
su Via Borgo dei Leoni per alleggerire Corso Giovecca dall’ingombrante traffico ospedaliero. Ai primi del
Novecento l’ospedale disponeva di 360 posti letto, aumentabili al bisogno. Tuttavia, la situazione divenne
ben presto insostenibile, a causa dei bisogni sempre
crescenti dovuti all’aumento continuo della popolazione e delle esigenze dei nuovi metodi scientifici in
campo sanitario; esigenze che richiedevano non solo
una maggiore quantità di locali disponibili ma anche
la radicale trasformazione di tutto il sistema esistente:
un restauro sarebbe stato inutilmente dispendioso e
non risolutivo. Con un decreto del 9 marzo 1903 venne costituito un Comitato provvisorio per la Costruzione del Nuovo Ospedale: come cinque secoli prima, fu
necessario individuare il luogo più appropriato su cui
costruire un nuovo edificio ospedaliero, il nostro attuale Arcispedale.
2.2.4 Impatto ambientale
Monitoraggio quali-quantitativo dei consumi di energia elettrica e termica
È continuato il monitoraggio quali-quantitativo dei consumi di energia elettrica e termica, pubblicato ed aggiornato mensilmente in un’apposita pagina video nel sito intranet aziendale, e continua l’attività dell’Azienda all’interno
del Gruppo Regionale Energia.
Di seguito, quale esemplificazione, si presenta l’aggiornamento al 31 dicembre 2010 degli istogrammi.
Figura 2.1 - Consumi elettrici:
49
Interventi per lo sviluppo della produzione e dell’utilizzo di energia derivante da fonti rinnovabili, da cogenerazione e da sistemi tecnologici innovativi
Nell’ambito della produzione/utilizzo di energia da
fonti rinnovabili o assimilate particolare importanza ha
assunto il progetto cogenerazione, produzione fotovoltaica e da solare termico presso il nuovo ospedale
di Cona che attualmente è in fase di revisione da parte
della Ditta concessionaria (PROG.ESTE). Tale progetto, una volta realizzato, consentirà un risparmio della
spesa per l’acquisto di energia elettrica stimato intorno
a Euro 150.000 all’anno e non comporterà per l’Azienda nessun esborso per la realizzazione delle opere,
onere che verrà sostenuto interamente dal Concessionario.
SOLARE TERMICO:
• numero moduli: 50
• superficie totale: mq. 125
• potenza installata: kWt 90 ca.
Per quanto riguarda l’Arcispedale S. Anna le azioni
aziendali intraprese sono state:
1. rifasamento degli impianti;
2. utilizzo corpi illuminanti ad elevata resa e basso
consumo;
3. regolazione automatica tempi di accensione e
spegnimento impianti di illuminazione aree comuni, in particolare nel c. d. anello dell’edificio
storico;
4. utilizzo di caldaie ad elevato rendimento;
Le caratteristiche fondamentali degli impianti in esame
sono di seguito riportate:
Per quanto riguarda invece il ricorso ad energie da
fonti rinnovabili i brevi tempi di permanenza dell’ospedale presso le strutture del S. Anna non consentono
di dimensionare correttamente gli impianti in funzione
del loro utilizzo futuro e, conseguentemente, di eseguire una corretta analisi economico-finanziaria.
Pertanto si è ritenuto più consono demandare le suddette valutazioni alle fasi di progettazione delle opere
di ristrutturazione del complesso edilizio successive al
trasloco a Cona.
COGENERATORE:
• potenza elettrica: kW 1100
• potenza termica: kW 1150
• produzione annua prevista di energia elettrica:
kWh 8.931.000
• riduzione emissioni in atmosfera (CO2 evitata):
>1500 tonn/anno
FOTOVOLTAICO:
• numero moduli: 88
• potenza di picco complessiva: kW 15,4
• produzione annua prevista di energia elettrica:
kWh 17.382
• riduzione emissioni in atmosfera (CO2 evitata):
kg 15.439
50
Gestione ambientale
“Progetto Sensibilizzazione allo sviluppo sostenibile”
Le iniziative divulgative e i corsi sullo sviluppo sostenibile in sanità hanno l’obiettivo di:
• Diffondere la comprensione delle dinamiche dello sviluppo;
• Divulgare le attuali conoscenze scientifiche sul clima e il cambiamento climatico;
• Presentare le possibili azioni di sistema (es. il “protocollo di Kyoto”), le possibili soluzioni tecnologiche (es.
energie rinnovabili) e le scelte individuali (es. abitudini di consumo) per lo sviluppo sostenibile;
• Presentare il Programma regionale: linee di progetto, azioni avviate, risultati raggiunti;
• Esaminare i comportamenti individuali e favorire l’adozione di quelli virtuosi;
• Presentare le azioni avviate dall’Azienda sui principali temi di sostenibilità ambientale: gestione ambientale,
gestione dei rifiuti, mobilità sostenibile, acquisti verdi, uso razionale dell’energia;
• Attivare una casella di posta elettronica per migliorare la comunicazione con i dipendenti.
Nel mese di novembre 2010 si è tenuto in azienda un corso dedicato al progetto che ha affrontato i temi della
gestione dei rifiuti sanitari, degli acquisti verdi, della mobilità sostenibile e della gestione energetica sostenibile.
Nella tabella seguente si illustrano le specifiche del corso in termini di personale coinvolto, gradimento dell’iniziativa e criticità:
Dimensione dei corsi
Note
numero addetti dell’Azienda
2.756
numero edizioni
2
numero partecipanti
105
% partecipanti sul totale addetti
3,8%
Appartenenza e qualifica dei docenti (si/no)
Note
Regione
Si
Dir. San.
Si
Struttura Dip.le Igiene Ospedaliera e Qualità dei Servizi
Ambientali
Dir. Amm.
Si
Referente GPP
Dir. Tecn.
*
energy manager
Si*
* l’energy manager è il responsabile del settore energia
della direzione attività tecniche
mobility manager
Si*
* il mobility manager è inserito nell’organico della direzione attività tecniche
altro (interni)
No
altro (esterni)
No
Qualifica del personale partecipante
Note
% medici e dirigenti
4%
% infermieri
54%
% tecnici
16%
% OTA/OSS
7%
% altro
19%
TOTALE
100%
51
Gradimento espresso all’iniziativa: riportare la % Note
delle schede che esprimono un gradimento ≥ 8/10
giudizio complessivo
88%
rilevanza/pertinenza
78%
qualità docenti
85%
qualità relazioni
70%
efficacia/utilità
64%
Criticità espresse dai partecipanti
Atteso: freq relativa giudizi >8/10
Note
troppi concetti
poco dibattito
29%
troppo schierato
necessari ulteriori approfondimenti
altro (specificare)
35%
Troppo lunga la parte generale
miglioramento continuo del processo di gestione
ambientale, in particolare in materia di trattamento dei rifiuti sanitari con riduzione delle quantità
prodotte,
sviluppati da due gruppi di lavoro permanenti, “Gruppo
regionale energia” e “Gruppo regionale gestione ambientale”.
Per l’Azienda “sviluppo sostenibile” significa gestione
di processi e strutture orientata al miglioramento continuo delle prestazioni ambientali, applicazione di criteri
ambientali nella progettazione di nuove strutture/attività e nell’acquisizione di beni e servizi, comunicazione
sociale e promozione di comportamenti virtuosi.
“A minore impatto” è il Progetto di gestione ambientale
e sviluppo sostenibile che l’ Azienda ha avviato in maniera strutturata a partire dal 2007. Le linee di azione
sono rivolte alla gestione di rifiuti e scarichi, energia,
acqua, mobilità e acquisti (GPP, Green Public Procurement), per ridurre l’impatto in termini di Kg di CO2 eq
prodotti. Sono state individuate specifiche azioni di intervento: garantire conformità alla normativa vigente;
migliorare la sicurezza dei processi; misurare e ridurre gli impatti ambientali, in particolare la quantità e la
pericolosità delle sostanze impiegate e dei rifiuti prodotti; razionalizzare consumi e risorse; sensibilizzare
e motivare i dipendenti, anche attraverso interventi di
informazione-formazione-addestramento; sviluppare
consenso e valorizzare l’immagine, rafforzando le relazioni con la comunità, gli stakeholders e shareholders.
Ai fini della valutazione degli aspetti e degli impatti relativi alla produzione di rifiuti sanitari in Azienda, sono
da considerare i seguenti dati:
L’evento formativo è stato valutato, dal punto di vista dell’efficacia, tramite “Questionario di valutazione
dell’apprendimento a risposta multipla”; il risultato è
stato pari al 95,53% di risposte esatte (atteso 85%)
L’attività di addestramento degli operatori è legata e
strumentale all’implementazione e sviluppo delle specifiche linee di azione elencate nel progetto aziendale
“A minore impatto”, di seguito presentato.
•
Progetto a minore impatto
La gestione dei processi che hanno impatti sull’ambiente ha l’obiettivo di:
• garantire la conformità alla normativa ambientale;
• governare i processi (es. gestione dei rifiuti, autorizzazione degli scarichi);
• ridurre gli impatti ambientali (es. riduzione dei
consumi energetici);
• applicare l’ottica del miglioramento continuo dei
processi.
“Lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente, senza
compromettere la possibilità che le generazioni future
riescano a soddisfare i propri”.
Per il Servizio Sanitario della Regione Emilia-Romagna significa un’evoluzione del sistema il più possibile rispettosa dell’ambiente, che riduca al minimo gli
impatti delle attività sanitarie sull’ambiente e quindi
sulla salute. Per questo motivo, con DGR 686/2007 e
s.m.i., è stato avviato nel 2007 il Programma regionale
“Il SSR per uno sviluppo sostenibile” che si articola in
due progetti fra loro coordinati:
• qualificazione dei consumi energetici ed innovazione tecnologica
52
Tabella 2.4 – Impatti ambientali per l’anno 2010
Energia elettrica acquistata
13.217.259 KWh
Acqua consumata
213.921 m3
•
Rifiuti assimilati Urbani (indifferenziato e raccolta differenziata)
~ 650 t
•
Rifiuti non pericolosi (compresi fanghi di fossa settica)
1.991 t
•
Rifiuti Pericolosi NON a rischio Infettivo
•
Rifiuti Pericolosi a rischio Infettivo
27,2 t
575,1 t
Costo gestione RPRI
•
Rifiuti che richiedono particolari modalità di smaltimento
Progetto di miglioramento continuo della gestione dei
rifiuti sanitari
Gli obiettivi per la gestione dei rifiuti sanitari sono riassunti nella DGR 1155/2009:
• governo del processo di gestione dei rifiuti (controllo della quantità di rifiuti prodotti, del loro destino e dei costi sostenuti per la relativa gestione);
• riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti prodotti;
• aumento della quota di rifiuti destinati al recupero
di materia ed energia
In Azienda, la gestione dei rifiuti sanitari nel corso degli
ultimi 5 anni ha assunto valenza pluridimensionale: si
inserisce nell’ambito dell’Area “Sicurezza e Gestione
del Rischio”, è parte integrante della politica aziendale
di tutela ambientale definita nel Progetto aziendale “A
MINORE IMPATTO, implementazione di un Sistema
Gestione Ambientale”, e rappresenta uno dei temi
fondamentali sostenuti dall’Azienda nell’ambito della
Rete “HPH” degli Ospedali e dei Servizi Sanitari che
promuovono la salute.
818.970 €
12,2 t
presente e le tendenze di miglioramento implementate
e ancora in atto.
Sono stati identificati e seguenti obiettivi di miglioramento:
• conformità alla normativa vigente;
• miglioramento della sicurezza del processo di gestione dei rifiuti sanitari (per operatori aziendali,
operatori ditte appaltatrici del servizio, pazienti,
visitatori e comunità)
• diminuzione dell’utilizzo di sostanze pericolose e
della produzione di rifiuti pericolosi
• incremento della raccolta differenziata e dei rifiuti
inviati a recupero
• sorveglianza della produzione e dei costi (Osservatorio aziendale sulla gestione dei rifiuti), con
restituzione di feedback e rinforzo delle relazioni
con gli stakeholder e shareholders
• marketing e comunicazione sociale sul tema dei
rifiuti nei confronti di operatori sanitari, pazienti,
visitatori e comunità.
La dichiarazione degli annuali obiettivi di miglioramento, lo sviluppo degli specifici progetti e delle strategie
di intervento è garantita dalla Struttura Dipartimentale
di Igiene Ospedaliera e Qualità dei Servizi Ambientali,
integrata dal Gruppo Gestione Ambientale e Sviluppo
Sostenibile (GGA-SS) dell’Azienda, istituito con Delibera n. 250/2008 quale strumento organizzativo per
elaborare le proprie procedure gestionali sulla base
delle linee guida regionali e delle priorità aziendali. Il
GGA-SS AOUFE, coordinato dal Responsabile Igiene
Ospedaliera in qualità di Referente aziendale Gestione Ambientale, è composto dai rappresentanti di tutte
le Direzioni/Strutture ritenute determinanti (Prevenzione Protezione, Direzione Attività Tecniche, Direzione
Attività Economali, Mobility Manager). A seconda delle specifiche necessità, il Gruppo si avvale inoltre del
supporto di esperti:
• Direzione Fisica Medica e Tecnologie Biomediche, per la gestione dei rifiuti radioattivi e le tematiche ambientali connesse all’acquisto e all’utilizzo delle apparecchiature;
A partire dal 2005, applicando il modello fondamentale
per il miglioramento continuo PDCA, sono stati avviati
specifici Progetti di intervento relativi alla gestione dei
rifiuti sanitari, finalizzati al mantenimento del livello
di prestazione e al suo costante miglioramento attraverso lo sviluppo della capacità di valutare la realtà
53
•
•
•
•
•
•
Direzione Affari Giuridici e Attività Amministrative
di Presidio, per gli aspetti relativi alle modalità di
gestione dello scarto di materiale cartaceo e di
controllo del relativo processo;
Ufficio Accreditamento Qualità Ricerca e Innovazione, per l’integrazione delle procedure nel sistema di gestione per la qualità e l’accreditamento;
Direzione delle Professioni, per gli impatti sull’organizzazione dei servizi assistenziali;
Direzione Sistema Informatico e Informativo, per
l’acquisto di strumenti informatici e lo sviluppo di
sistemi informativi;
Dipartimento Farmaceutico Interaziendale, per
l’acquisto e la gestione dei farmaci e presidi medici;
Energy Manager.
•
Attivazione dell’Osservatorio aziendale per il monitoraggio della produzione e dei costi di gestione
dei rifiuti.
La strategia multimodale di intervento: punti di forza
ALLEANZA: Uno dei principali punti di forza del programma di miglioramento è rappresentato dalla garanzia di rapporti di collaborazione stabili con il Gruppo
Gestione Ambientale attraverso la costruzione di un
clima relazionale favorevole. Il riconoscimento formale
di tale collaborazione ne rafforza l’efficacia.
Inoltre, con la partecipazione dal 2002 al Gruppo
Rifiuti Sanitari RER e dal 2007 al Gruppo Gestione
Ambientale RER, viene garantita una costante attività
di collaborazione alla conoscenza e al miglioramento
della pratica, grazie al confronto con le altre aziende
sanitarie e il benchmarking delle best practices. Nel
2009, il Responsabile Struttura Dipartimentale di Igiene ha partecipato alla revisione delle L.G. regionali
sulla gestione dei rifiuti sanitari e degli scarichi, deliberate dalla Giunta regionale (Del. n. 1155/2009) e alla
loro diffusione in regione.
PATRIMONIO DOCUMENTALE: Un ulteriore punto di forza è dato dalla costruzione di un patrimonio
documentale, inserito nel sito intranet aziendale, disponibile ad ogni operatore e oggetto degli interventi informativi-formativi e di addestramento rivolti agli
stessi operatori. Tale patrimonio, elaborato e prodotto
dalla Struttura Semplice Dip.le di Igiene Ospedaliera
e Q.S.A., è costituito dalla “Procedura per la gestione
dei rifiuti sanitari”, in cui si individuano le 5 tipologie di
rifiuti descritte dal DPR 254/2003, così rappresentate:
In via generale, gli elementi chiave della strategia multimodale di intervento sono stati e sono rappresentati
da:
• Identificazione e mappatura di attività, sostanze e
prodotti impiegati
• Periodica analisi e riprogettazione dei percorsi
aziendali di gestione dei rifiuti sanitari (sostegno
raccolta differenziata e recupero; miglioramento
gestione dei rifiuti pericolosi, interventi strutturali
ed impiantistici di sicurezza)
• Aggiornamento del patrimonio documentale (procedure, istruzioni operative, moduli, documenti),
disponibile ad ogni operatore nel sito intranet
aziendale
• Controlli di qualità e risultato
Rifiuti
Sanitari
Rifiuti
Sanitari
Rifiuti
Sanitari
Rifiuti
Sanitari
Rifiuti
Sanitari
“Assimilati ai
Rifiuti Urbani”
“Non
Pericolosi”
“Pericolosi non a
Rischio Infettivo
(Rischio Chimico)”
“Pericolosi a Rischio
Infettivo”
“Che Richiedono
Particolari Modalità
di Smaltimento”
E’ strategica la scelta di utilizzare il codice-colore per l’identificazione delle diverse tipologie di rifiuto,
colore che identifica anche le specifiche Istruzioni Operative redatte per ciascuna tipologia di rifiuto, a
sostegno della corretta modalità di selezione e raccolta da parte dei produttori iniziali.
54
In particolare, l’Istruzione Operativa per la gestione dei rifiuti provenienti da pazienti sottoposti a procedure di
Medicina Nucleare è stata il riferimento per la stesura di uno specifico capitolo all’interno delle Linee Guida per
la gestione dei rifiuti e degli scarichi idrici nelle Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna, deliberate con DGR
1155/2009.
Inoltre sono stati prodotti, ad integrazione e rinforzo di Procedura e Istruzioni, 4 Moduli specifici: tra questi una
guida corredata da immagini fotografiche (POSTER) di tutte le tipologie dei contenitori disponibili in Azienda
per la raccolta dei rifiuti e specifiche indicazioni; un Poster mirato alla raccolta dei rifiuti assimilati agli urbani a
raccolta indifferenziata; un modulo specifico per raccogliere e diffondere le novità relative alla gestione dei rifiuti,
il Bollettino aziendale “INFO-Rifiuti”.
Particolare attenzione è stata prestata alla presentazione della Campagna aziendale di sostegno e approfondimento sulla raccolta differenziata e il recupero (“Se separi vivi! LO SAPEVATE CHE…”).
Sono stati inoltre realizzati due strumenti per la registrazione dei dati di produzione e costo relativi alla gestione
delle diverse tipologie di rifiuti sanitari (Osservatorio Aziendale Rifiuti Sanitari, dati storici e dati anno corrente).
PIANO DI CONTROLLO: La verifica sulla corretta gestione dei rifiuti sanitari all’interno dell’Azienda, è affidata al
personale della Struttura Dipartimentale di Igiene Ospedaliera e Qualità dei Servizi Ambientali.
Tale verifica è rivolta sia ai produttori iniziali (UU.OO./Servizi aziendali) che alle Ditte appaltatrici del servizio. E’
basata sui criteri per la corretta gestione dei rifiuti sanitari definiti nella Procedura e nelle Istruzioni operative e
55
Moduli correlati ed è svolta attraverso modalità operative strutturate di:
• ispezione mediante osservazione diretta;
• compilazione delle Schede di controllo;
• analisi e interventi correttivi delle non conformità, immediata e differita;
• apprendimento dall’errore, fino alla stesura di istruzioni operative dedicate per presidiare aspetti rivelatisi
particolarmente critici.
Il Piano di controllo si sviluppa su multipli di circa 40 giorni di rilevazione durante i quali vengono effettuate le
verifiche su tutta l’Azienda.
E’ inoltre attivo un numero telefonico per fornire consulenza in tempo reale alle Unità Operative aziendali sul
tema della gestione rifiuti.
INDICATORI: Sono stati definiti indicatori per il monitoraggio generale e di ambiti particolari dell’attività complessiva di gestione dei rifiuti:
• Presenza di procedure/istruzioni operative/moduli/documenti relativi alla gestione dei rifiuti aggiornati Standard di riferimento = revisione ogni 3 anni
• Attività di informazione - formazione – addestramento - Standard di riferimento per formazione = 1 corso /
anno (formazione BASE)
• Monitoraggio della produzione dei rifiuti e dei costi di gestione (trend per codice CER). Fonte di rilevazione:
“Osservatorio Aziendale Rifiuti Sanitari – dati anno corrente” (report dati) - Standard di riferimento = Frequenza semestrale
• (Kg di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo anno in corso - Kg di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo anno precedente) - Standard di riferimento ≤ 0
• (Kg di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo/giornate di degenza anno in corso - Kg di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo anno/giornate di degenza anno precedente) - Standard di riferimento ≤ 0
• (Kg di rifiuti a raccolta differenziata anno in corso - Kg di rifiuti a raccolta differenziata anno precedente) Standard di riferimento ≥ 0
Azioni
Riduzione della produzione dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo
I rifiuti pericolosi a rischio infettivo (RPRI) rappresentano circa 1/4 dei rifiuti prodotti, ma incidono per circa il 60%
sulla spesa. L’utilizzo dell’indicatore “Kg/GD” risponde alla necessità di paragonare le diverse realtà aziendali e
monitorare l’andamento della produzione negli anni per singola azienda, consente di formare una base di confronto con le altre Regioni ed è di facile costruzione e comprensione.
In Azienda, la produzione di tale tipologia di rifiuti ha mostrato, a partire dall’anno 2002, una evidente tendenza
in crescita con un picco di produzione nell’anno 2006 pari a 2,4 Kg/GD, tendenza riscontrata in tutte le Aziende
della Regione (dove si è registrata un produzione media pari a 2,1 Kg/GD). A partire dal 2007, la Struttura Dip.le
di Igiene Ospedaliera e Q.S.A., ha individuato e sostenuto l’implementazione degli interventi di miglioramento di
questo processo, che possono essere sintetizzati in 4 punti fondamentali:
1. verifica delle modalità operative di gestione del rifiuto dalla produzione alla raccolta nel contenitore di reparto
e correzione delle non conformità osservate;
2. sostituzione dei contenitori di raccolta monouso con contenitori pluriuso;
3. introduzione della rilevazione informatizzata della produzione di rifiuto per centro di costo tramite bar-code;
4. introduzione della modalità di selezione “ragionata” del rifiuto pericoloso a rischio infettivo, supportata da strumenti informativi (poster), formazione e addestramento sul campo, presentata in occasione di incontri presso
ogni punto di produzione (con la cosiddetta strategia di “presentazione del prodotto porta a porta”). I punti di
forza di tale nuova modalità sono rappresentati dalla indicazione al conferimento di pannolini e pannoloni nel
rifiuto sanitario assimilato al rifiuto urbano, l’indicazione allo svuotamento delle sacche di urine, il potenziamento
dell’offerta di raccolta differenziata dei rifiuti non a rischio infettivo.
I dati di produzione di RPRI nel periodo 2007-2010 confermano l’efficacia delle azioni di miglioramento messe
in atto in Azienda:
56
Figura 2.2 – Produzione di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo
è stata avviata nel corso del 2010 una analisi della produzione dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo per macroarea e per U.O:
• Ambulatoriale
• Dialisi
• Pronto Soccorso
• Degenza
• Servizi diagnostici
• I.C.U.
• Blocco Operatorio.
E’ possibile calcolare il risparmio ottenuto dalla riduzione della produzione rispetto al costo sostenuto
nell’anno indice 2006.:
- 49.352 euro nel 2007
- 174.695 euro nel 2008
- 210.802 euro nel 2009
- 230.461 euro nel 2010
Il grafico mostra la produzione in chilogrammi dei
RPRI (CER 180103*) nel periodo 2006-2010, in cui si
è registrata una riduzione, rispetto al 2006, del 7% nel
2007 (- 51.480 Kg), del 19% nel 2008 (- 136.647 Kg) e
del 23% nel 2009 (- 167.303 Kg).
Per quanto riguarda l’anno 2010, si deve registrare un
incremento della produzione, rispetto all’anno 2009, di
+ 13,5 t di RPRI = + 37 kg/die (+ 2,4%).
Dall’analisi di processo e di contesto, le cause responsabili sono rappresentate da:
• sono più che quadruplicati i pazienti con alert
organism (gestione in isolamento spaziale, P105-AZ);
• diminuzione delle giornate di degenza.
• incremento attività per outpatient.
• Per questo motivo, al fine di mirare gli interventi di
miglioramento in base ai fattori produttivi in gioco,
Figura 2.3 - Risparmio ottenuto dalla riduzione della produzione di rifiuti pericolosi a rischio infettivo
57
Riduzione della produzione dei rifiuti pericolosi non a
rischio infettivo (RPNRI)
La maggior parte dei rifiuti appartenenti a questa categoria sono prodotti nelle attività di laboratorio, anatomia patologica, manutenzione delle cappe chimiche e
dallo smaltimento di apparecchiature.
La modalità di raccolta dei liquidi esausti di processo
attualmente è rappresentata dal conferimento in taniche e smaltimento come rifiuto. L’Azienda rappresenta il riferimento provinciale per le attività di Laboratorio
analisi chimico-cliniche, Microbiologia, Anatomia Patologica, Genetica, Endocrinologia, Immunoematologia
e Trasfusionale, Fisiopatologia della Coagulazione.
Cogliendo l’occasione della progettazione e costruzione dell’edificio “laboratori” presso la nuova struttura
ospedaliera che sostituirà l’attuale stabilimento cittadino, nel 2008 è stata effettuata la mappatura, revisione,
riclassificazione e declassificazione delle sostanze impiegate e dei liquidi di processo per ciascuna linea di
produzione, intervenendo sui versanti della sicurezza
impiantistica, di processo e di esito.
Tale intervento permetterà di superare la raccolta in
tanica della maggior parte dei rifiuti liquidi esausti realizzando, nella nuova struttura ospedaliera, il conferimento dei reflui in cisterne dedicate secondo tipologia
e miscibilità del rifiuto e consentendo lo scarico in fogna della produzione autorizzata.
Già a partire dal 2009, tuttavia, l’intervento ha determinato un decremento significativo della produzione
di tali rifiuti liquidi rispetto ai dati storici con l’aumento
prevedibile dei rifiuti non pericolosi (codice specchio),
essendo questa l’unica possibilità di gestione dei liquidi di processo.
Figura 2.4 - Produzione di liquidi di laboratorio
Sulla riduzione dei RPNRI ha inciso in questi anni
anche l’introduzione della bonifica degli imballaggi in
plastica per il loro conferimento nel circuito di raccolta
differenziata, riducendo l’impatto legato agli imballaggi
pericolosi.
Nel 2010, rispetto al 2009, anche su questo versante
l’accorpamento sull’Azienda delle attività di Laboratorio provinciali ha determinato l’atteso incremento della
produzione di questa tipologia di rifiuti (+ 53%):
L’implementazione progressiva del progetto di accorpamento sull’Azienda di tutta l’attività di laboratorio
della Provincia di Ferrara sta determinando l’incremento complessivo della produzione di questa tipologia di rifiuti, pur mantenendo sempre l’impostato orientamento: la produzione totale nel 2010 è stata del +
16% rispetto al 2009 ma il codice 180106* pericolosi
ha rappresentato il 26% della produzione totale di rifiuti di laboratorio.
58
Figura 2.5 - Imballaggi contenenti sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze
Un caso particolare è quello dei rifiuti prodotti dalle attività radiologiche. L’evoluzione e l’investimento tecnologico
nel campo della stampa a secco e della digitalizzazione dell’immagine ha reso possibile l’abbattimento dei quantitativi prodotti di liquidi di sviluppo e fissaggio di radiologia, che contribuivano in larga misura alla produzione di
rifiuti pericolosi.
Tale fenomeno è stato osservato anche in Azienda: per i codici CER 090101* e 090104* si è registrato un drastico calo, anche se continua la produzione di piccole quantità annuali in sedi particolari (Fisica Medica e Genetica
Medica).
Figura 2.6 - Liquidi esausti in radiologia
Incremento della produzione del codice CER 180109 - Medicinali diversi da quelli di cui alla voce 18 01
08 (farmaci e prodotti di farmacia)
Di segno opposto l’intervento effettuato a partire dal 2008 per potenziare la raccolta “porta a porta” dei farmaci e
prodotti di farmacia, estendendone il campo di applicazione dalla Farmacia a tutte le Unità Operative aziendali.
L’obiettivo virtuoso è quello di risparmiare l’impatto ambientale dei farmaci, in particolare antibiotici, con i noti
problemi di inquinamento e sviluppo di microrganismi antibiotico resistenti. La produzione di questo rifiuto si è
quasi quadruplicata nel 2009 rispetto al 2008 ed è aumentata del 25% nel 2010 rispetto al 2009.
59
Figura 2.7 - Trend di produzione dei farmaci
Su questo tema si inserisce il Progetto di ricerca avviato nel 2009 relativo alla caratterizzazione degli scarichi
della struttura ospedaliera, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria di UNIFE, finalizzato alla osservazione dell’impatto della struttura ospedaliera sull’ambiente, in particolare per quanto riguarda gli antibiotici, e al
suo contenimento quando si effettuano interventi di contenimento.
Raccolta differenziata dei rifiuti inviati a recupero
Per quanto riguarda la raccolta differenziata finalizzata al recupero, già da anni l’Azienda è impegnata su questo
ambito di attività. Tra i risultati ottenuti:
Tabella 2.5 – Raccolta differenziata dei rifiuti inviati a recupero
TIPOLOGIA RIFIUTO Tonnellate raccolte
(periodo 2006-2010)
Carta e cartone 496
Plastica 6
Vetro bianco 376
Metalli 81
Pellicole fotografiche contenenti argento o composti 51
dell’argento (CER 090107)
Tariffa di Igiene Ambientale.
Nel 2008 sono cominciati gli incontri con HERA s.p.a.
che è stata coinvolta innanzitutto nel percorso formativo aziendale invitandola a relazionare in Azienda sul
significato e le strategie territoriali della raccolta differenziata.
Il progetto, iniziato in fase sperimentale nel 2009, è
diventato elemento stabile nella gestione dei rifiuti
dell’Azienda dal 2010 e continuerà presso il nuovo
ospedale di Cona con i naturali aggiustamenti e potenziamenti che si renderanno necessari nel percorso
di miglioramento continuo della gestione dei rifiuti.
L’Azienda è anche impegnata con HERA e AATO6 sul
versante della comunicazione sociale per incoraggiare l’adozione di questi comportamenti virtuosi non solo
sul luogo di lavoro ma anche a domicilio, sostenendo
la Campagna di promozione della raccolta differenziata “Se separi vivi! LO SAPEVATE CHE…”.
Tuttavia, in base alla conoscenza sulla produzione di
rifiuti dell’Azienda, vi è da anni la consapevolezza che
è possibile contribuire in maniera ancora più rilevante.
Questo potrà essere realizzato grazie all’Accordo locale volontario, avviato in fase sperimentale nel 2009
e formalmente siglato il 26 aprile 2010 tra l’Azienda
ed HERA s.p.a., gestore locale della raccolta dei rifiuti
urbani, con il patrocinio della Provincia di Ferrara –
AATO6. Questa nuova collaborazione ha consentito di
introdurre la raccolta “porta a porta” di carta e cartone,
l’avvio della nuova raccolta differenziata della plastica e di potenziare la raccolta di pile alcaline, toner e
umido. HERA s.p.a. supporta l’Azienda con la fornitura
gratuita di ecobox e sacchi che sono stati distribuiti in
maniera capillare in ogni Unità Operativa e Servizio.
Inoltre, riconoscendo l’impegno e l’attenzione dell’Azienda per una gestione virtuosa dei rifiuti, nello sviluppo del progetto, sono previste ulteriori facilitazioni
economiche e operative, tra le quali lo sconto sulla
60
L’approccio comunicativo prevede la valorizzazione dei risultati ottenuti sul versante della raccolta differenziata
in termini di “impatto positivo” sull’ambiente. Ad esempio la raccolta di carta e cartone ha prodotto benefici ambientali così misurabili.
Tabella 2.6 – Benefici ambientali prodotti
t carta
(2006-2010)
Alberi
risparmiati
L di acqua
Kg di CO2
eq
Blocco totale del traffico
(giorno e notte)
496
7.440
21.824.000
648.768
2.976
Nel 2009, la Campagna è stata oggetto di esperienza di stage per studenti del V anno del Liceo
delle Scienze Sociali di Ferrara, indirizzo biologico e ambientale, che hanno contribuito alla progettazione del logo-immagine della campagna.
Questo accordo rappresenta una delle prime esperienze di definizione di Accordi locali fra Aziende Sanitarie e Aziende di Servizio per la raccolta dei rifiuti urbani ed assimilati, mirato a ridurre la
produzione di rifiuti urbani a favore dell’incremento della raccolta differenziata e recupero degli
stessi, in una logica di evidente attenzione alle politiche ambientali del territorio e di sinergico
approccio sistemico alla gestione ambientale per uno sviluppo sostenibile.
Un approccio orientato alla gestione ambientale promuove la motivazione fra i dipendenti, valorizza l’immagine e rafforza il consenso e le relazioni con la comunità, infonde consapevolezza e
coscienza ambientale.
Gli acquisti “verdi”
Il GPP (Green Public Procurement - Acquisti Pubblici
Verdi) è stato definito dalla Commissione europea
come “... l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi
del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione
di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la
scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore
impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di
vita”. Pur trattandosi di uno strumento di politica ambientale volontario, l’Azienda Ospedaliero Universitaria si è impegnata e si sta impegnando sempre più per
razionalizzare acquisti e consumi orientati alla qualità
ambientale.
Nel febbraio 2010 il Direttore del Dipartimento Interaziendale Acquisti e logistica economale ha nominato
il referente per gli acquisti verdi e ha provveduto ad
adeguare il Gruppo Aziendale Gestione Ambientale e
Sviluppo Sostenibile, formalizzando tra l’altro l’inserimento del Referente GPP al succitato gruppo.
Nel primo anno di attività si è provveduto ad una ricognizione delle gare aziendali di prossima scadenza
ed è in questo contesto che sono stati rinnovati due
importanti appalti di servizi che introducono elementi
di GPP nell’esecuzione stessa:
•
zione, dove è contemplata la fornitura di alcune
derrate a filiera corta, di prodotti biologici e di prodotti locali; tutto ciò implica la riduzione delle distanze di trasporto tra i luoghi di produzione delle
derrate stesse e quello di preparazione dei pasti.
Tale scelta orientata al contenimento degli impatti ambientali consente altresì un minor tempo di conservazione dei cibi a temperatura controllata. L’acquisto di
prodotti locali favorisce inoltre lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione nel territorio, contribuendo a
rafforzare il tessuto sociale ed il valore della comunità.
• La Distribuzione automatica di generi di ristoro.
Tale servizio contempla tra l’altro la fornitura di
prodotti equo-solidali. In questa forma di attività
commerciale l’obiettivo primario non è soltanto
il profitto, ma anche la lotta allo sfruttamento ed
alla povertà legate a cause economiche, politiche
e sociali, in linea con una più ampia visione del
tema sostenibilità.
E’ stata altresì attivata, una gara per la fornitura di materiale di consumo gestito a scorta di magazzino economale, tra cui detersivi e detergenti biodegradabili,
ovvero prodotti “ambientalmente preferibili”.
L’attività iniziata nel 2010 sta proseguendo con la
mappatura degli acquisti verdi effettuati in ambito
aziendale ed in ambito di Centrali d’acquisto (IntercetER ed AVEC) e con la rendicontazione agli organismi
preposti nazionali e regionali.
il contratto di outsourcing del servizio di ristora61
Manager d’Area del Comune di Ferrara, e ai competenti uffici regionali come stabilito dalla delibera di
Giunta Regionale (DGR n.234/2010); entro tale termine è stata inviata anche la scheda tecnica degli indicatori relativa al monitoraggio degli automezzi aziendali.
Nel corso del 2010, in previsione del trasferimento del
Pronto Soccorso a Cona, sono state condotte indagini, in collaborazione con la Centrale Operativa 118,
per conto dell’Assessorato alla Salute e dell’Assessorato alla Mobilità del Comune di Ferrara, riguardanti i
tempi di percorrenza dei mezzi di soccorso sia dalla
periferia di Ferrara che da alcuni punti della città.
Sulla base dei risultati ottenuti si è provveduto a richiedere ai competenti organi istituzionali comunali la
predisposizione di percorsi preferenziali per mezzi del
Pronto Soccorso.
A seguito della richiesta della Commissione Tecnica di
Accessibilità (C.T.A.) del Comune di Ferrara, si sono
svolti diversi incontri tra i rappresentanti della stessa, i
dirigenti aziendali interessati alla costruzione del nuovo Polo Ospedaliero di Cona e i rappresentanti del
Comune, di ATC, di AMI e della Provincia, al fine di
verificare l’adeguatezza della mobilitò, sia interna che
esterna.
Ciò ha riguardato la viabilità interna, i parcheggi, il percorso e le fermate dell’autobus, della metropolitana di
superficie, e dell’accessibilità alle varie zone interne.
La verifica è stata effettuata sia mediante lo studio di
planimetrie che di sopralluoghi in loco.
Anche nel corso del 2010 è stata garantita la partecipazione del Mobility Manager ai lavori del Gruppo
Regionale Mobilità Sostenibile ed è stata svolta attività
didattica in merito alla gestione ambientale e allo sviluppo sostenibile e mobilità organizzato dall’Azienda
in collaborazione con la Regione.
Inoltre, sta proseguendo la divulgazione di una cultura
orientata alla qualità ambientale, attraverso una diffusione di pratiche di GPP e con la formazione degli
operatori stessi, con l’intento di incidere positivamente non solo nell’attività pubblica ma anche nell’attività
privata.
Piano Mobilità aziendale
Nel corso del 2010 si è proseguito con l’attività di mobility management; sono stati svolti vari incontri con le
istituzioni cittadine per la definizione di strategie relative al prossimo trasloco delle attività sanitarie nel Nuovo Polo Ospedaliero di Cona e alla viabilità cittadina di
collegamento al nuovo ospedale.
Nell’ambito di un cofinanziamento governativo per la
diffusione di azioni finalizzate al miglioramento della
qualità dell’aria, il Comune di Ferrara ha presentato un
progetto, denominato Co.N.A. (sviluppo del trasporto
pubblico verso Cona), per la realizzazione del quale
questa Azienda ha partecipato attivamente sia nella
elaborazione e presentazione di dati che nell’invio di
elaborazioni documentali.
Il progetto complessivo predisposto dal Servizio di
Mobilità e Infrastrutture del Comune di Ferrara prevede un impiego complessivo di risorse pari a €.
1.307.821,00 di cui: €. 807.821,12 finanziati con contributo ministeriale, €. 349.999,88 a carico del Comune di Ferrara, €. 100.000,00 a carico dell’Azienda
Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e €. 50.000,00 a
carico dell’Università di Ferrara.
Il progetto è stato accolto dal Ministero in data 18 giugno 2010.
Sulla base di questo progetto è’ stato completato il
Piano Spostamento Casa Lavoro inviato nei termini di
legge (Decreto Interministeriale 27.03.98) al Mobility
62
2.3 Contributo alla copertura dei Livelli Essenziali
di Assistenza
Lo screening del cancro della mammella
Per quanto riguarda l’attività relativa a tale screening, i
contratti di fornitura stipulati con l’azienda committente
hanno previsto, fino al 2009, che l’Azienda Ospedaliera effettuasse esami mammografici, approfondimenti diagnostici di primo e secondo livello e risonanze
magnetiche per la popolazione compresa tra i 45 e i
47 anni. Dal 2010 il contratto prevede che mammografie e approfondimenti diagnostici di primo livello
siano svolti dall’Azienda USL di Ferrara, riservando
all’Azienda unicamente gli esami di secondo livello e
le risonanze magnetiche richieste dal caso.
Il confronto tra gli ultimi due anni mostra pertanto, una
drastica variazione sia del numero totale di prestazioni, notevolmente ridotto, sia del mix, divenuto più
complesso. Il riflesso economico di tale cambiamento
è stato, comprensibilmente, negativo: come si evince
dalla tabella 2.7, l’Azienda ha ricavato 1/3 del valore
realizzato nell’anno precedente.
2.3.1 Assistenza collettiva in ambiente di vita e di
lavoro
Attività di screening
Il contributo aziendale all’attività di screening è ben
consolidato. In particolare l’Azienda anche per il 2010
ha assicurato:
•
•
•
La gestione dei flussi informativi;
La continuità e l’integrazione multidisciplinare dei
percorsi diagnostico terapeutici conseguenti alla
positività del test;
La gestione dei registri tumori di popolazione.
Il registro della provincia di Ferrara è attivo dal
1989 e produce dati epidemiologici sulla diffusione dei tumori nel territorio provinciale dal 1991.
Tabella 2.7 - Contributo aziendale all’attività di screening per cancro mammella
MAMMOGRAFIA PER SCREENING
2008
N.
2009
N.
2010
N.
7.290
7.104
33
ECOGRAFIA MONOILATERALE PER SCREENING
116
91
44
ECOGRAFIA BILATERALE PER SCREENING
151
66
16
VISITA SENOLOGICA PER SCREENING
214
128
61
RM MAMMELLA SENZA/CON CONTR.
15
9
13
BIOPSIE PERCUTANEE VACUUM-ASSISTED
43
34
126
AGOBIOPSIA MAMMARIA ECOGUIDATA PER SCREENING
67
34
20
MISCELLANEA ALTRE PRESTAZIONI
TOTALE PRESTAZIONI PER SCREENING
TOTALE RICAVI
Lo screening del cancro del collo dell’utero
L’attività di primo livello risulta tendenzialmente stabile
nel corso degli anni. La diagnostica molecolare, con il
test HPV alto rischio (che ha contribuito a migliorare la
specificità del Pap test) è, come previsto, in progres-
132
90
54
8028
7.556
367
237.413
219.574
66.896
sivo incremento. L’aumento del numero di prestazioni
è legato principalmente allo sviluppo delle tecniche di
diagnostica molecolare che ha determinato una forte
spinta verso l’innovazione.
Tabella 2.8 - Contributo aziendale all’attività di screening: Collo dell’utero
2008 N.
ESAME CITOLOGICO CERVICO VAGINALE PAP TEST SU
STRATO SOTTILE PER SCREENING
TEST HPV-DNA ALTO RISCHIO
63
2009 N.
2010 N.
28.328
27.509
28.001
750
1.162
1.252
Lo screening del cancro del colon-retto
Il contributo dell’ Azienda in tale ambito è aumentato rispetto al 2009. In particolare sono cresciute non solo le
endoscopie diagnostiche (colonscopie + 14,5%), ma anche quelle operative (+ 27,4%) . Complessivamente nel
2010 si è registrato un aumento del 22,8% del numero di prestazioni eseguite.
Tabella 2.9 - Contributo aziendale all’attività di screening: Cancro del colon-retto
2008 N.
2009 N.
COLONSCOPIA PARZIALE ESPLORATIVA
28
17
COLONSCOPIA CON ENDOSCOPIO FLESSIBILE
271
279
PANCOLONSCOPIA CON BIOPSIA/COLONSCOPIA
65
67
7
COLONSCOPIA CON BIOPSIA (ESCLUSO ESAME ISTOLOGICO)
13
8
83
PANCOLONSCOPIA CON POLIPECTOMIA
169
147
195
COLONSCOPIA PARZIALE CON POLIPECTOMIA
13
6
TRATTAMENTO LASER X LESIONE INTESTINO CRASSO
3
4
PROCTOSIGMOIDOSCOPIA CON BIOPSIA
2010 N.
339
4
1
RETTOSIGMOIDOSCOPIA CON BIOPSIA
2
ECOENDOSCOPIA DEL RETTO-SIGMA
2
1
1
553
488
602
EMOSTASI COMPRESSIVA
7
8
15
EMOSTASI CON CLIPS
2
1
2
TATUAGGIO COLON
16
10
26
1142
1039
1276
VISITA GASTROENTEROLOGICA BREVE (CONTROLLO)
COLONSCOPIA/ILEOSCOPIA RETROGR.
TOTALE
2.3.2 Assistenza distrettuale
2
nota 65 per interferone beta (- 202.000 €); maggiori
consumi di alcuni farmaci (in particolare, eritropoietina
alfa + 135.000 €, interferoni alfa per epatite + 125.000
€, fattore VIII coagulazione + 120.000 €).
Le modificazioni più significative che hanno, invece,
interessato l’erogazione dopo visita ambulatoriale
sono collegate ai farmaci nota 85 (- 168.000 €) e colliri
antiglaucoma (- 126.000 €).
Infine, per i farmaci ex classe H/osp2, riclassificati in
classe A da novembre 2010, le variazioni più rilevanti hanno riguardato gli antineoplastici, i farmaci per il
trattamento delle malattie autoimmuni, agli antivirali,
gli antiinfiammatori, ed in particolare per i seguenti
principi attivi: etanercept (- 146.000 €), temozolamide
(- 67.000 €), adefovir (- 66.000 €), bosentan ( - 47.000
€), nilotinib (+ 300.000 €), adalimumab (+ 221.000
€), deferasirox (+ 158.000 €), ribavirina (+ 90.000 €),
imatinib (+ 73.000 €).
Assistenza farmaceutica
Erogazione diretta
Nel 2010 il costo sostenuto dall’Azienda per erogazione diretta (tabella 2.10) è cresciuto di oltre 350 mila
euro, pari al 3,06% del costo 2009. L’incremento è in
particolare da attribuire ai farmaci classe H/osp2, e in
minore misura ai farmaci erogati alla dimissione. Al
contrario, i farmaci ad alto costo/PHT e, soprattutto,
quelli successivi a visita specialistica ambulatoriale,
sono diminuiti.
Entrando nel merito delle tipologie di erogazione, le
variazioni più significative che hanno determinato gli
effetti sui costi per farmaci alto costo/PHT sono associate a: “distribuzione per conto” e scadenza brevetto
(es. clopidodrogel - 234.000 €); introduzione della
64
Tabella 2.10 – Erogazione diretta: confronto 2009-2010
EROGATO 2009
Costo al
pubblico
Risparmio
Farmaci
dopo
dimissioni
Ricovero
EROGATO 2010
Costo
Osped.
Costo al
pubblico
Risparmio
Costo
Osped.
Δ andamento
2010-2009
costo
osped
Δ % 20102009 costo
osped
Δ andamento
2010-2009
costo al
pubblico
Δ % 20102009 costo
al pubblico
655.112
887.962
232.850
721.704
985.802
264.098
31.248
13,42
97.840
11,02
Farmaci
Alto Costo/
PHT(1)
4.517.131
9.831.103
5.313.972
4.376.672
9.631.932
5.255.260
- 58.712
- 1,10
- 199.171
- 2,03
Farmaci
dopo visita
spec. ambulatoriale
(2)
2.460.871
4.445.006
1.984.135
2.147.593
3.933.592
1.785.999
- 198.136
- 9,99
- 511.414
- 11,51
8.924
18.748
9.824
5.579
10.374
4.795
- 5.029
- 51,19
- 8.374
- 44,67
Totale
7.642.038
15.182.819
7.540.781
7.251.548
14.561.700
7.310.152
- 230.629
- 3,06
- 621.119
- 4,09
Classe H/
osp2 paz.
Ferrara (3)
2.540.481
6.580.454
4.039.973
2.954.485
7.578.984
4.624.499
584.526
14,47
998.530
15,17
10.182.519
21.763.273
11.580.754
10.206.033
22.140.684
11.934.651
353.897
3,06
377.411
1,73
Farmaci
cittadini
stranieri
Totale
Assistenza specialistica ambulatoriale
Nel 2010 il 43% della produzione ambulatoriale (espressa come importi) è derivato dall'utenza provinciale che si
è rivolta all'Azienda Ospedaliero Universitaria. Nell’ultimo triennio il fatturato complessivo si è andato riducendo,
soprattutto per effetto del calo delle visite (tabella 2.11). Le prestazioni terapeutiche e riabilitative e le prestazioni
di laboratorio, invece, sono in aumento, sia in termini di volumi che di valore economico.
Tabella 2.11 - Produzione ambulatoriale – trend triennio 2008-2010
2008
2009
prestazioni
n.
% su tot
az.le
importi
n.
2010
prestazioni
% su tot
az.le
n.
% su tot
az.le
importi
n.
prestazioni
% su tot
az.le
n.
% su tot
az.le
importi
n.
% su tot
az.le
Diagnostica
217.033
7,15
8.588.754
20,04
208.896
6,9
8.019.206
19,49
208.986
6,63
7.951.114
19,55
Laboratorio
2.276.197
74,95
13.206.680
30,82
2.297.081
75,9
13.566.377
32,97
2.435.385
77,22
14.604.329
35,9
Riabilitazione
51.776
1,7
387.268
0,9
49.858
1,65
388.070
0,94
58.433
1,85
457.219
1,12
Prestazioni
terapeutiche
117.776
3,88
9.206.057
21,48
121.417
4,01
9.875.197
24
125.019
3,96
10.270.804
25,25
373.973
12,31
11.469.001
26,76
349.333
11,54
9.302.402
22,61
325.952
10,34
7.392.952
18,18
3.036.755
100
42.857.760
100
3.026.585
100
41.151.252
100
3.153.775
100
40.676.418
100
Visite
TOTALE
Entrando nel dettaglio (tabelle 2.12-2.13), si osserva che le prestazioni terapeutiche in maggiore crescita sono
quelle radioterapiche (trend costantemente positivo nel triennio) e la dialisi (aumento nel 2009 e mantenimento
nel 2010). Per il laboratorio, l’incremento si è registrato soprattutto nel 2010 (+ 7,7% del valore 2009) ed ha interessato, in particolare, il settore della genetica.
65
Tabella 2.12 - Produzione ambulatoriale dettaglio 2010
Prestazioni
N.
Diagnostica
67.563
2,14
2.950.010
7,25
3,82
4.335.683
10,66
4.746
0,15
362.878
0,89
16.120
0,51
302.542
0,74
Totale
208.986
6,63
7.951.114
19,55
L1-Prelievi
220.659
7
575.797
1,42
1.690.312
53,6
6.580.639
16,18
335.362
10,63
1.074.840
2,64
L3-Ematologia/coagulaz.
L4-Immunoemat.e trasfusion.
3.439
0,11
26.912
0,07
L5-Microbiologia/virologia
104.837
3,32
1.140.924
2,8
L6-Anatomia ed ist.patol.
38.985
1,24
1.161.035
2,85
L7-Genetica/citogen.
41.791
1,33
4.044.182
9,94
2.435.385
77,22
14.604.329
35,9
6.821
0,22
63.661
0,16
39.368
1,25
293.677
0,72
7.106
0,23
47.568
0,12
Totale
R1-Riab.diagnostica
R2-RRF
R3-Terapia Fisica
R9-Altra riabilitazione
Visite
% su tot.
aziendale
120.557
L2-Chimica clinica
Prestazioni Terapeutiche
Val.
D2-D.Strument. no radiaz.
D9-Altra diagnostica
Riabilitazione
% su tot.
aziendale
D1-D.Strument.con radiaz.
D3-Biopsia
Laboratorio
Importi (€)
5.138
0,16
52.313
0,13
Totale
58.433
1,85
457.219
1,12
T1-Radioterapia
35.597
1,13
2.814.330
6,92
T2-Dialisi
34.467
1,09
4.588.417
11,28
T3-Odontoiatria
2.518
0,08
125.118
0,31
T4-Trasfusioni
2.384
0,08
334.827
0,82
T5-Chirurgia ambulatoriale
11.574
0,37
2.030.307
4,99
T9-Altre prestaz. terapeutiche
38.479
1,22
377.806
0,93
Totale
125.019
3,96
10.270.804
25,25
V1-Prima visita
191.977
6,09
4.494.273
11,05
V2-Visita di controllo
131.839
4,18
2.428.760
5,97
2.136
0,07
469.920
1,16
325.952
10,34
7.392.952
18,18
3.153.775
100
40.676.418
100
V3-Osservaz.breve intensiva
Totale
TOTALE AZIENDALE
66
Tabella 2.13 - Produzione ambulatoriale dettaglio 2009
AOSP FERRARA
Prestazioni
N.
Diagnostica
65.188
2,15
2.903.426
7,06
122.484
4,05
4.478.140
10,88
4.894
0,16
314.642
0,76
16.330
0,54
322.997
0,78
Totale
208.896
6,9
8.019.206
19,49
L1-Prelievi
214.325
7,08
560.089
1,36
1.569.096
51,84
6.108.317
14,84
329.973
10,9
1.074.554
2,61
L2-Chimica clinica
L3-Ematologia/coagulaz.
L4-Immunoemat.e trasfusion.
3.643
0,12
28.964
0,07
L5-Microbiologia/virologia
107.961
3,57
1.180.282
2,87
L6-Anatomia ed ist.patol.
33.920
1,12
1.037.517
2,52
L7-Genetica/citogen.
38.163
1,26
3.576.654
8,69
2.297.081
75,9
13.566.377
32,97
6.469
0,21
60.478
0,15
31.104
1,03
226.427
0,55
6.224
0,21
46.223
0,11
Totale
R1-Riab.diagnostica
R2-RRF
R3-Terapia Fisica
R9-Altra riabilitazione
Prestazioni Terapeutiche
Visite
% su tot.
aziendale
D2-D.Strument. no radiaz.
D3-Biopsia
Riabilitazione
Val.
D1-D.Strument.con radiaz.
D9-Altra diagnostica
Laboratorio
Importi (€)
% su tot.
aziendale
6.061
0,2
54.942
0,13
Totale
49.858
1,65
388.070
0,94
T1-Radioterapia
30.928
1,02
2.454.245
5,96
T2-Dialisi
35.946
1,19
4.552.854
11,06
T3-Odontoiatria
2.522
0,08
166.738
0,41
T4-Trasfusioni
1.740
0,06
229.933
0,56
T5-Chirurgia ambulatoriale
12.041
0,4
2.080.718
5,06
T9-Altre prestaz. terapeutiche
38.240
1,26
390.709
0,95
Totale
121.417
4,01
9.875.197
24
V1-Prima visita
204.596
6,76
6.057.726
14,72
V2-Visita di controllo
142.685
4,71
2.793.236
6,79
2.052
0,07
451.440
1,1
349.333
11,54
9.302.402
22,61
3.026.585
100
41.151.252
100
V3-Osservaz.breve intensiva
Totale
TOTALE AZIENDALE
67
Tabella 2.14 - Produzione ambulatoriale dettaglio 2008 (dati RER).
AOSP FERRARA
Prestazioni
N.
Diagnostica
72.064
2,37
3.227.882
7,53
4,06
4.723.129
11,02
4.810
0,16
303.154
0,71
16.804
0,55
334.590
0,78
Totale
217.033
7,15
8.588.754
20,04
L1-Prelievi
216.830
7,14
567.226
1,32
1.541.921
50,78
5.872.050
13,7
325.074
10,7
1.053.138
2,46
L3-Ematologia/coagulazione
L4-Immunoemat.e trasfusionale
L5-Microbiologia/virologia
L6-Anatomia
patologica
ed
istologia
L7-Genetica/citogenetica
Totale
R1-Riab.diagnostica
R2-RRF
R3-Terapia Fisica
R9-Altra riabilitazione
Visite
% su tot.
aziendale
123.355
L2-Chimica clinica
Prestazioni Terapeutiche
Val.
D2-D.Strument. no radiazion
D9-Altra diagnostica
Riabilitazione
% su tot.
aziendale
D1-D.Strument.con radiazioni
D3-Biopsia
Laboratorio
Importi (€)
4.573
0,15
36.881
0,09
116.901
3,85
1.246.112
2,91
34.129
1,12
1.001.589
2,34
36.769
1,21
3.429.683
8
2.276.197
74,95
13.206.680
30,82
8.824
0,29
79.836
0,19
30.222
1
210.192
0,49
6.700
0,22
45.520
0,11
6.030
0,2
51.721
0,12
Totale
51.776
1,7
387.268
0,9
T1-Radioterapia
30.045
0,99
2.262.541
5,28
T2-Dialisi
33.375
1,1
3.970.327
9,26
T3-Odontoiatria
2.354
0,08
229.518
0,54
T4-Trasfusioni
2.861
0,09
394.214
0,92
T5-Chirurgia ambulatoriale
11.287
0,37
1.965.016
4,58
T9-Altre prestazioni terapeutiche
37.854
1,25
384.440
0,9
Totale
117.776
3,88
9.206.057
21,48
V1-Prima visita
225.530
7,43
8.174.389
19,07
V2-Visita di controllo
147.249
4,85
3.031.932
7,07
1.194
0,04
262.680
0,61
373.973
12,31
11.469.001
26,76
3.036.755
100
42.857.760
100
V3-Osservaz.breve intensiva
Totale
TOTALE AZIENDALE
Merita di essere osservato l’andamento delle prestazioni critiche nel medio periodo (tabella 2.15): il numero di
tali prestazioni ed il relativo valore economico sono costantemente aumentati dal 2006 al 2010, mantenendosi
peraltro costante (salvo piccole oscillazioni) la percentuale della produzione effettuata dall’Azienda sul totale provinciale. L’incremento dei volumi e degli importi è stato dunque parallelo a quello generale registrato nell’ambito
provinciale e, soprattutto, si è mantenuto entro i limiti del contratto di fornitura.
68
Tabella 2.15 - Valore e volumi prestazionali per prestazioni critiche
Prestazioni erogate
Totale aziendale
2010
Valore della produzione
% sul totale della
produzione provinciale
101.815
Totale aziendale
29,5%
% sul totale della
produzione provinciale
3.387.079
28,6%
2009
93.795
35,8%
3.124.166
30,0%
2008
73.895
29,3%
2.698.225
24,4%
2007
65.136
31,5%
2.351.879
26,6%
2006
63.456
31,3%
2.149.030
26,1%
Passando ad analizzare l’attività libero-professionale, nel 2010 si è registrata una contrazione, sia in termini di
volumi che di importi, che ha riguardato indistintamente tutti i dipartimenti aziendali, tranne quello medico.
Nel corso dell’anno si è dato seguito all’attività iniziata nel 2009, diretta ad ottemperare alle indicazioni contenute
nella Legge 3 agosto 2007 n. 120 e successive regolamentazioni regionali, nonché nel piano aziendale. Si sono
ridotte le autorizzazioni allo svolgimento di attività in c.d. intramoenia allargata e si sono rispettati i termini e le
modalità per l’opzione fra i due regimi di disciplina della libera professione (rapporto esclusivo e non esclusivo).
Tabella 2.16 - Attività Libero Professionale suddivisa per dipartimenti ad attività Integrata
2008
N
Dipartimento Chirurgico
2009
IMPORTO
N
2010
IMPORTO
N
IMPORTO
8.415
1.028.664
6.728
856.698
6.389
876.806
11.787
1.724.443
11.641
1.621.550
9.376
1.407.131
Dipartimento Emergenza
4.569
395.947
4.735
412.211
4.416
408.247
Dipartimento Diagnostica per Immagini e
Medicina di Laboratorio
4.788
386.381
5.560
500.167
5.473
547.582
Dipartimento Medico
3.142
320.993
2.973
320.494
2.992
343.44
Dipartimento Medico Specialistico
6.279
674.929
6.853
750.944
6.298
713.429
Dipartimento di Neuroscienze/Riabilitazione
5.144
586.086
5.187
610.893
4.802
591.699
Dipartimento Chirurgico Specialistico
Dipartimento Riproduzione e Accrescimento
Totale
5.988
629.636
6.047
656.857
4.636
532.878
50.112
5.747.079
49.724
5.729.818
44.382
5.077.772
Il day service ambulatoriale
Tra il 2009 e il 2010 si è realizzato un aumento del numero dei PAC chiusi ed un mantenimento del N° medio di
accessi (tabella 2.17). In controtendenza con tali dati, si è registrata una riduzione dei ricavi (- 14%), ascrivibile
ad una significativa riduzione delle prestazioni eseguite (- 23,8%). Tali dati evidenziano che il mix delle prestazioni effettuate nell’ambito del DSA è divenuto più complesso, ma che contemporaneamente sono state effettuate
(o registrate) meno indagini.
ll numero medio di accessi per PAC si è mantenuto entro i termini definiti dalle direttive regionali inerenti la
semplificazione dell’accesso.
Se, infine, si rapporta il fatturato del DSA al totale del fatturato dell’attività ambulatoriale (compresi: produzione
extra provincia, stranieri, pronto soccorso; esclusi: paganti, convenzioni, attività libero professionale), si osserva
anche in questo caso, rispetto al 2009, una flessione: dal 7,6% del precedente esercizio al 6,2% del 2010.
69
Tabella 2.17 - Day Service Ambulatoriale: confronto tra 2009 e 2010
2009
N. PAC
CHIUSI
2010
N. MEDIO
ACCESSI
N.
PRESTAZ.
IMPORTO
TOTALE
N. PAC
CHIUSI
N. MEDIO
ACCESSI
N.
PRESTAZ.
IMPORTO
TOTALE
CHIR.PEDIATRICA
782
1.1
2,871
59,158.20
862
1.1
2,677
49,328.05
EMATOLOGIA
438
3.6
6,660
180,350.25
473
3
3,745
130,504.85
24
3.4
517
4,733.10
21
3.8
347
3,633.80
455
5.7
8,433
161,233.00
611
5.7
10,175
182,284.40
83
4
3,121
23,976.05
72
4
2,114
20,505.25
145
3.2
2,292
17,617.90
129
3.1
1,555
10,616.20
83
4.6
3,155
21,373.10
69
3.4
963
8,299.60
DIABETOLOGIA
ENDOCRINOLOGIA
DEMENZE - GERIATRIA
MAL.INFETTIVE
PROG. MAL.INF.TROP.
E MAL. MIGRANTE
INTERNISTICO
550
5.4
15,187
172,584.10
570
5.6
11,410
129,343.20
MEDICINA INTERNA
UNIVERSITARIA - DAY
SERVICE DEMENZE
70
3.2
1,747
11,340.95
63
3.6
1,745
18,175.35
NEUROLOGIA
51
5.1
631
6,278.95
46
4.8
384
3,293.55
CLINICA
NEUROLOGICA
42
2.5
556
5,851.15
40
2.5
323
4,766.70
1,618
3.8
2,005
1,279,837.30
1,619
3.8
1,710
1,184,718.40
314
1.3
1,236
48,760.65
332
1.4
953
38,546.90
1,040
2.2
14,242
428,181.20
1,042
2.3
11,397
358,282.60
OCULISTICA.
ORTOPEDIA
OSTETRICIA
GINECOLOGIA
O.R.L.
37
2.5
261
7,641.75
22
2.2
74
2,164.35
PEDIATRIA
OSPEDALIERA
225
2.5
2,295
18,110.70
166
2.8
1,295
9,930.45
PEDIATRIA
UNIVERSITARIA
501
2.1
7,351
67,810.65
472
2.2
5,070
44,198.80
UROLOGIA
255
2.9
1,939
51,363.55
273
2.4
1,261
31,411.10
77
7
2,726
19,397.85
55
7.6
1,151
7,736.30
153
5.2
3,018
26,052.05
144
5.5
2,701
21,261.40
67
2.3
-
-
FISIOPAT.RESPIR.
155
4.2
2,175
38,987.95
111
4
1,232
18,476.30
PNEUMOLOGIA
147
4.5
3,851
80,992.30
161
4.5
3,429
71,038.00
7,245
3.3
86,269
2,731,632.70
7,420
3.3
65,711
2,348,515.55
DERMATOLOGIA
GASTROENTEROL.
ONCOLOGIA
TOTALE
Entrando nel dettaglio dell’attività svolta da ciascuna articolazione organizzativa negli ultimi due anni (tabelle
2.18 e 2.19), si evidenzia che il trasferimento dell’assistenza da un un virtuale regime di ricovero al DSA ha comportato per tutti i casi una riduzione dei ricavi, ad eccezione del DSA di ostetricia e ginecologia, e ciò in entrambi
gli anni.
Si osserva altresì che nel 2010 la differenza tra PAC aperti e chiusi è stata più elevata e che il numero di PAC
con SDO compilata e con tariffazione, rapportato al numero di PAC aperti e chiusi, è stato significativamente più
basso.
Non potendosi escludere che all’origine del minor fatturato vi sia stata una mancata registrazione di prestazioni,
l’Azienda ha potenziato i controlli effettuati in back office dal Centro Servizi sui PAC prodotti e sulla relativa tariffazione, al fine di assicurare una più accurata e fedele rappresentazione dell’attività svolta in regime di DSA.
Tali controlli proseguono nel 2011.
70
Tabella 2.18 - Profilo di sintesi della produzione di DSA nel 2009
REPARTO
N. PAC
APERTI*
N. PAC
CHIUSI*
N. PAC
con SDO
compilata
N. PAC
con SDO
compilata
e tariffazione
N. PRESTAZ.
N. MEDIO
ACCESSI
IMPORTO
TOTALE
CENTRO
SERVIZI
IMPORTO
MEDIO
CENTRO
SERVIZI
IMPORTO
SIMULATO
DRG
DAY HOSPITAL CHIR.
PEDIATRICA
782
782
775
737
2,871
1.1
59,158.20
80.27
142,467.49
DAY HOSPITAL
EMATOLOGIA
479
438
438
399
6,660
3.6
180,350.25
452.01
540,847.61
DAY HOSPITAL DIABETOLOGIA
27
24
24
20
517
3.4
4,733.10
236.66
9,865.93
532
455
455
357
8,433
5.7
161,233.00
451.63
472,335.98
83
83
83
81
3,121
4
23,976.05
296
127,792.27
146
145
145
127
2,292
3.2
17,617.90
138.72
79,761.44
89
83
83
74
3,155
4.6
21,373.10
288.83
87,354.76
596
550
550
515
15,187
5.4
172,584.10
335.11
548,244.40
MEDICINA INT.
UNIVERSITARIA - DAY
SERVICE DEMENZE
73
70
69
54
1,747
3.2
11,340.95
210.02
46,269.36
DAY HOSPITAL
NEUROLOGIA
63
51
51
30
631
5.1
6,278.95
209.3
67,958.09
DAY HOSPITAL CLINICA
NEUROLOGICA
58
42
42
31
556
2.5
5,851.15
188.75
16,677.04
1,739
1,618
1,617
1,517
2,005
3.8
1,279,837.30
843.66
1,571,462.97
DAY HOSPITAL
ORTOPEDIA
343
314
314
253
1,236
1.3
48,760.65
192.73
87,068.76
DAY HOSPITAL
OSTETRICIA
GINECOLOGIA
1,098
1,040
1,040
987
14,242
2.2
428,181.20
433.82
281,455.43
DAY HOSPITAL
ENDOCRINOLOGIA
DAY SERVICE DEMENZE GERIATRIA
DAY HOSPITAL MAL.
INFETTIVE
D.H. PROG. MAL.INFETT.
TROPIC. E MAL. DEL
MIGRANTE
DAY HOSPITAL
INTERNISTICO
DAY HOSPITAL OCULIST.
41
37
36
36
261
2.5
7,641.75
212.27
4,782.16
DAY HOSPITAL PEDIATRIA
OSPEDALIERA
DAY HOSPITAL O.R.L.
258
225
222
159
2,295
2.5
18,110.70
113.9
70,306.64
DAY HOSPITAL PEDIATRIA
UNIVERSITARIA
552
501
498
403
7,351
2.1
67,810.65
168.26
178,212.37
DAY SURGERY UROLOGIA
268
255
251
236
1,939
2.9
51,363.55
217.64
106,202.45
DAY HOSPITAL
DERMATOLOGIA
80
77
77
64
2,726
7
19,397.85
303.09
112,271.93
DAY HOSPITAL
GASTROENTEROL.
170
153
152
114
3,018
5.2
26,052.05
228.53
146,054.72
DAY HOSPITAL FISIOPAT.
RESPIR.
169
155
155
133
2,175
4.2
38,987.95
293.14
147,277.43
DAY HOSPITAL
PNEUMOLOGIA
159
147
147
132
3,851
4.5
80,992.30
613.58
226,014.26
7,805
7,245
7,224
6,459
86,269
3.3
2,731,632.70
422.92
5,070,683.49
TOTALE
71
Tabella 2.19 - Profilo di sintesi della produzione di DSA nel 2010
REPARTO
N. PAC
APERTI*
N. PAC
CHIUSI*
N. PAC
con SDO
compilata
N. PAC
con SDO
compilata
e tariffazione
N. PRESTAZ.
N. MEDIO
ACCESSI
IMPORTO
TOTALE
CENTRO
SERVIZI
IMPORTO
MEDIO
CENTRO
SERVIZI
IMPORTO
SIMULATO
DRG
DAY HOSPITAL CHIR.
PEDIATRICA
874
862
853
658
2,677
1.1
49,328.05
74.97
152,442.22
DAY HOSPITAL
EMATOLOGIA
527
473
472
323
3,745
3
130,504.85
404.04
472,428.76
DAY HOSPITAL DIABETOLOGIA
23
21
21
13
347
3.8
3,633.80
279.52
11,736.88
DAY HOSPITAL
ENDOCRINOLOGIA
675
611
610
401
10,175
5.7
182,284.40
454.57
612,444.79
DAY SERVICE
DEMENZE GERIATRIA
72
72
72
58
2,114
4
20,505.25
353.54
83,386.65
DAY HOSPITAL MAL.
INFETTIVE
129
129
129
83
1,555
3.1
10,616.20
127.91
85,485.09
D.H. PROG. MAL.
INFETT. TROPIC. E
MAL. DEL MIGRANTE
69
69
69
39
963
3.4
8,299.60
212.81
45,184.47
DAY HOSPITAL
INTERNISTICO
598
570
570
347
11,410
5.6
129,343.20
372.75
620,288.18
MEDICINA INT.
UNIVERSITARIA - DAY
SERVICE DEMENZE
71
63
63
49
1,745
3.6
18,175.35
370.93
65,960.39
DAY HOSPITAL
NEUROLOGIA
60
46
46
20
384
4.8
3,293.55
164.68
44,693.48
DAY HOSPITAL
CLINICA
NEUROLOGICA
49
40
40
14
323
2.5
4,766.70
340.48
20,825.49
DAY HOSPITAL
OCULIST.
1,944
1,619
1,612
1,386
1,710
3.8
1,184,718.40
854.78
1,582,731.45
DAY HOSPITAL
ORTOPEDIA
341
332
332
216
953
1.4
38,546.90
178.46
85,439.00
DAY HOSPITAL
OSTETRICIA
GINECOLOGIA
1,077
1,042
1,042
812
11,397
2.3
358,282.60
441.23
271,073.30
DAY HOSPITAL O.R.L.
22
22
21
10
74
2.2
2,164.35
216.44
3,003.50
DAY HOSPITAL
PEDIATRIA
OSPEDALIERA
219
166
166
85
1,295
2.8
9,930.45
116.83
68,265.65
DAY HOSPITAL
PEDIATRIA
UNIVERSITARIA
539
472
468
249
5,070
2.2
44,198.80
177.51
185,468.16
DAY SURGERY UROLOGIA
284
273
248
164
1,261
2.4
31,411.10
191.53
64,277.97
DAY HOSPITAL
DERMATOLOGIA
55
55
55
26
1,151
7.6
7,736.30
297.55
60,391.33
DAY HOSPITAL
GASTROENTEROL.
174
144
144
98
2,701
5.5
21,261.40
216.95
177,366.86
DAY HOSPITAL
ONCOLOGIA
390
67
64
0
-
2.3
-
-
28,133.19
DAY HOSPITAL
FISIOPAT.RESPIR.
122
111
110
62
1,232
4
18,476.30
298
90,799.53
DAY HOSPITAL
PNEUMOLOGIA
170
161
161
117
3,429
4.5
71,038.00
607.16
213,131.94
TOTALE
8,484
7,420
7,368
5,230
65,711
3.3
2,348,515.55
449.05
5,044,958.28
72
Indice di performance delle prestazioni programmabili
L’analisi dei tempi di attesa per le prestazioni programmabili, ai sensi dell’accordo Stato-Regioni 14/02/2002,
evidenzia che:
• nel 30% delle prestazioni di diagnostica il valore mediano ricade entro il limite temporale dei 60 giorni;
• nel 21% delle tipologie di visite specialistiche la mediana si colloca entro o in prossimità dei 30 giorni.
A fronte di tale performance mediamente bassa, si deve ricordare che l'offerta settimanale delle prestazioni programmabili è vincolata ad accordi contrattuali con la committenza, i quali sono il frutto di analisi di appropriatezza
e di valutazione dei bisogni effettivi della popolazione del territorio.
Merita comunque di essere sottolineato che l’Azienda ha monitorato l’attività libero professionale onde evitare
che la stessa superasse l’offerta a CUP.
Le prestazioni con valore mediano elevato associato ad una bassa offerta settimanale (evidenziate in rosso),
sono comunque la minoranza (visita ginecologica, colonscopia, EMG, TAC, RMN, ECG holter, ecografia della
mammella, holter ECG) e interessano per lo più specialità per le quali esistono anche altri percorsi di accesso
(pronto soccorso, screening), e soprattutto altri erogatori a livello provinciale.
Tabella 2.20 - Indice di performance delle prestazioni programmabili (dati forniti dal sito MAPS della RER alimentato dalla AUSL).
Off. Sett.
Program.
Giorni di attesa
Urg. Diff.
totale
Media
I Perf.
Mediana
Prosp
1 Visita Oculistica
313
19
332*
127,9
152
23%
3 Visita Urologica
44
4
48
94,1
109
20%
14%
4 Visita Fisiatrica
80
39
119
50,4
42
5 Visita Endocrinologica
73
8
81
61
16
72%
6 Visita Neurologica
96
3
99
34,8
41
49%
7 Visita Ortopedica
72
17
89
57,1
78
40%
8 Visita Oncologica
5
0
5***
3
3
100%
101
8
109****
137,4
159
18%
8
0
8
37,7
19
77%
9 Visita Cardiologica
23 Visita Ginecologica
153
8
161***
76,5
85
12%
25 Visita Otorinolaringoiatrica
24 Visita Dermatologica
65
0
65
39,7
45
22%
26 Visita Chirurgia Vascolare
25
0
25
79
18,5
67%
41 Visita Gastroenterologica
27
5
32
96
117
21%
42 Visita Pneumologica
63
6
69
69
67
9%
10 Colonscopia
20
0
20
106
125
24%
20%
11 EMG
15
0
15
153,8
178
11 Ecocolordoppler
66
9
75
212,4
217
0%
143
0
143
69,2
75
31%
13 Ecografia Addome
14 Gastroscopia
35
0
35
25,2
22
95%
15 TAC del Capo
22
0
22
71,9
76
13%
13%
16 TAC Addome
24
0
24
106
73
17 RMN Cerebrale
10
0
10
196,7
169
0%
2
0
2
213,2
223
0%
19 RMN della Colonna
10
0
10
78,9
62,5
36%
20 Protesica – Conservativa
25
0
25
24,6
26
100%
29%
18 RMN Addome
27 TAC Rachide e Speco Vertebrale
35
0
35
69,9
76
28 TAC Bacino
13
0
13
29 TAC Torace
23
0
23
120,7
169
20%
30 Ecografia Mammella
14
4
18
369,5
483
20%
6
0
6
49,1
19
78%
5
0
5
80,8
57,5
75%
53
1
54
82,7
69
9%
32 Colposcopia
33 Cistoscopia
35 Ecocolordoppler Cardiaca
37 Elettrocardiogramma Holter
9
1
10
200,8
218
0%
39 Spirometria
6
0
6
26,1
14
80%
73
*la riduzione delle prime visite oculistiche è transitoria.
** le visite ortopediche pediatriche hanno incrementato l'offerta
***ridotte per conversione di prime visite in controlli
****riduzione dell’offerta
Attività di governo clinico in collaborazione con l’Ausl per qualificazione consumi prestazioni specialistiche
Tempi di attesa specialistica ambulatoriale
L’obiettivo congiunto tra le due Aziende della Provincia è stato quello di favorire l’accesso alle prestazioni di
specialistica ambulatoriale, tenendo conto della necessità di rispettare i tempi massimi di attesa, focalizzando
l’attenzione sulle prestazioni critiche.
Per l’anno 2010, per fornire garanzie al cittadino nel rispetto dei tempi di attesa, sono stati attivati, su richiesta
AUSL, i seguenti percorsi di garanzia: ecografia addome, dermatologia, ortopedia, orl-audiologia, endocrinologia, neurologia, EMG,cardiologia, oculistica, ecodoppler, urologia.
E’ stato completato il processo relativo alla gestione informatizzata ed integrata, su scala interaziendale, dell’attività di prenotazione dell’attività specialistica ambulatoriale (CUP unico Provinciale), con inserimento di tutta
l’offerta di prestazioni nel sistema CUP .
Sono stati avviati i percorsi di day service ambulatoriale (ad esempio il Day service oncologico), per i quali l’azienda collabora in apposito gruppo regionale.
In tabella 2.21 sono esposte le percentuali di prestazioni, distinte per macro tipologie, effettuate entro determinate classi di attesa, nell’ultimo biennio. Per tutte le tipologie, ad esclusione della diagnostica strumentale, si evidenzia che nel 2010 la percentuale effettuata entro 30 giorni è lievemente aumentata (in particolare, significativo
l’incremento per le prestazioni terapeutiche e per gli esami di laboratorio). Al lato opposto, si osserva un aumento
della percentuale di visite e di prestazioni riabilitative e diagnostiche effettuate oltre i 90 giorni.
Tabella 2.21 – Tempi di attesa prestazioni ambulatoriali: confronto 2009-2010 (regime di erogazione SSN, modalità di accesso ordinario programmabile)
Tipo
di
prestazione
Anno
Totale
erogato
Prestazioni con
attesa >
0 gg
1-45 gg
(v.%)
28,92
41,05
1-60 gg
(v.%)
50,98
1-75 gg
(v.%)
60,89
1-90 gg
(v.%)
72,89
oltre 90
gg
(v.%)
2009
111.445
2010
104.661
75.222
30,58
42,18
53,35
59,79
70,57
29,43
Prestazio- 2009
ni Terapeu2010
tiche
72.323
21.296
68,37
73,27
75,78
77,59
79,35
20,65
65.860
18.187
78,14
84,70
87,35
89,26
90,66
9,34
6.666
3.878
36,28
48,81
59,33
65,5
69,78
30,22
Visite
77.037
1-30 gg
(v.%)
27,11
R i a b i l i t a - 2009
zione
2010
15.541
9.069
36,80
41,05
44,00
48,79
56,94
43,06
2009
1.537.996
12.238
48,91
67,83
74,23
84,07
88,89
11,11
Laboratorio
2010
1.525.921
14.955
54,15
66,16
76,76
84,96
89,26
10,74
2009
122.456
100.496
39,26
48,76
60,12
67,06
72,44
27,56
116.531
96.152
36,46
49,44
60,28
66,13
70,71
29,29
Diagnostica
2010
2.3.3 Assistenza ospedaliera
Struttura dell’Offerta
L’Arcispedale S. Anna assicura il 48,75% della dotazione di posti letto provinciali.
Come si è meglio precisato nel paragrafo 1.3, l’azienda si caratterizza per essere, allo stesso tempo, ospedale
di distretto per quanto riguarda le unità operative di base e ospedale provinciale e sovra provinciale per le altre
strutture di secondo e terzo livello.
L’Azienda Ospedaliero Universitaria contribuisce alla dotazione provinciale con 2,4 posti letto ogni 1000 abitanti,
confermando l’offerta dell’esercizio precedente.
74
Tabella 2.22 – Dotazione posti letto dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara
Acuti
2010
2009
2008
Totale posti letto
Riabilitazione
LD
Totale
Acuti
posti letto/1000 abitanti
LD +
Riab.
Recupero e
Riab.
LD
Totale
763
90
7
860
2,13
0,27
0,25
0,02
2,40
766
90
7
863
2,14
0,27
0,25
0,02
2,41
766
90
7
863
2,15
0,27
0,25
0,02
2,43
Osservando il complesso dell’offerta pubblica e privata accreditata della Provincia e ponendola a confronto con
la dotazione regionale, emerge che la riduzione di posti letto negli ultimi 4 anni ha interessato soprattutto (anche se in misura contenuta) l’ Azienda e le strutture private. La dotazione del ferrarese, pur tendendo al calo,
si mantiene al di sopra dell’indicatore regionale, e ciò riguarda sia i letti di riabilitazione e di lungodegenza, sia i
letti per acuti.
Il Patto per la Salute del 3 dicembre 2009 (il quale fissa uno standard di 4 posti letto ogni 1000 abitanti di cui 0,7
di riabilitazione e lungodegenza, incrementabili fino ad un massimo di 4,2 in presenza di particolari condizioni
demografiche), prevede che a livello regionale la dotazione si allinei allo standard entro il 30 giugno 2011.
La riduzione di posti letto che dovrà ancora essere operata non potrà non tener conto delle funzioni di 2° e 3°
livello svolte dall’Azienda.
Tabella 2.23 - Dotazione posti letto della provincia di Ferrara – Contributo degli erogatori pubblici e privati e
confronto con l’offerta regionale
2007
Posti letto AOU di Ferrara
2008
876
863
di cui in Lungodegenza-Riabilitazione
Posti letto Azienda USL di Ferrara
di cui in Lungodegenza Riabilitazione
174
di cui in Lungodegenza Riabilitazione
Dotazione media ogni 1000 abitanti provincia FE
346
5,05
di cui in Lungodegenza Riabilitazione
Totale posti letto RER
0,98
19.983
di cui in Lungodegenza Riabilitazione
Dotazione media ogni 1000 abitanti RER
3.821
4,73
di cui in Lungodegenza Riabilitazione
174
0,90
174
346
5,02
0,97
19.777
3.896
4,63
0,91
174
145
75
1.785
97
759
145
75
1.783
97
751
169
di cui in Lungodegenza Riabilitazione
Posti letto provincia di Ferrara
860
97
753
154
2010
863
97
753
Posti letto accreditati delle Case di Cura
2009
75
1.759
346
4,91
0,97
19.732
3.931
4,55
0,91
75
1.764
346
4,91
0,96
19.606
3.862
4,46
0,88
Attività Hub - attuazione del modello Hub & Spoke
Le strategie aziendali e le azioni 2010 hanno consolidato il modello organizzativo hub & spoke riferito alle funzioni che ricadono sotto la responsabilità dell’Azienda, e cioè:
• malattie rare e centro di riferimento regionale per la patologia talassemica;
• neuroscienze (neurologia e neurochirurgia);
• riabilitazione dei pazienti con gravi cerebro lesioni (associata alla gestione di un registro regionale sul fenomeno);
• terapia intensiva neonatale;
• genetica medica, con particolare riguardo alla genetica molecolare e alla citogenetica;
• emodinamica (in collaborazione con la AUSL).
Per quanto concerne l’attività di ricovero, a fronte di un mantenimento della dotazione di posti letto si è registrata,
tra il 2006 ed il 2007, una lieve riduzione della mobilità attività (soprattutto extraregionale), mentre dal 2007 i dati
sono pressoché costanti.
75
Tabella 2.24 - Posti letto e ricoveri nelle funzioni Hub (valori in %).
2006
2007
2008
2009
2010
Letti hub ASA
12,44
12,50
12,70
12,80
12,80
Ricoveri RER
13,97
13,37
13,18
14,11
13,10
Ricoveri extra RER
17,08
15,32
16,00
15,30
15,35
Totale mobilità
31,05
28,70
29,19
29,41
28,45
Entrando nel dettaglio delle discipline Hub con attività di ricovero, si evidenzia (tabella 2.25) che, a confronto con
la globalità delle discipline ospedaliere:
• un PL produce meno della metà di ricoveri rispetto alla media
• la proporzione dei ricoveri in mobilità attiva sul totale dei ricoveri è superiore di oltre il 50%
• la proporzione di ricoveri in mobilità attiva infra regionale è superiore di 1/3
• la proporzione di ricoveri in mobilità attiva extraregionale è superiore di 1/5.
Tabella 2.25 – Posti letto, ricoveri e mobilità attiva 2010: discipline Hub rispetto al totale dell’ospedale
PL
Neurologia
tot ricoveri
tot mob att
mob att RER
mob att
extraRER
28
958
243
112
131
Neurochirurgia
21
808
216
106
110
TIN
16
305
96
48
48
UGC
45
150
77
25
52
tot. discipline hub (a)
110
2.221
632
291
341
totale PL acuti Osp (b)
763
38.679
7.187
2.280
4.909
% (a)/(b)
14,4
5,7
8,8
12,8
6,9
ricoveri anno/PL all
50,7
mob.att. RER/ tot.ric. - all
ricoveri anno/PL hub
20,2
mob.att. RER/ tot.ric. - hub
13,1
5,9
ric.mob.att/tot.ric. all
18,6
mob.att. extra/ tot.ric. - all
12,7
Attività Ospedaliera
Nel 2010 il contributo dell’Azienda al tasso di ospedalizzazione standardizzato per età si è attestato sul 46,8%
per i ricoveri ordinari, sul 67,4% per i DH medici e sul 45,4% per i DH chirurgici. Complessivamente, rispetto al
2009 la percentuale complessiva si riduce, soprattutto per il contenimento dei DH medici.
Tabella 2.26 - Contributo dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria al tasso di ospedalizzazione standardizzato
provinciale – valori percentuali.
- Ricoveri ordinari
- Day Hospital Medici
- Day Hospital Chirurgici
2008
2009
2010
46,2
46,1
46,8
71,3
70,6
67,4
43,6
45
45,4
Il numero di dimessi continua a presentare un trend in diminuzione, confermando il continuo impegno aziendale
verso la deospedalizzazione. Il trend si è stabilizzato per quanto riguarda i ricoveri ordinari mentre è in netta
diminuzione per quanto riguarda il ricovero diurno.
76
Tabella 2.27 - Numero di dimessi in regime ordinario e day-hospital.
Regime Ordinario
Day-Hospital
Totale dimessi
di cui in libera
professione
2010
27.615
2009
27.612
2008
2007
Totale
Totale dimessi
di cui in libera
professione
Totale dimessi
di cui in libera
professione
67
11.064
35
38.679
102
68
11.717
35
39.329
103
28.308
67
11.693
9
40.001
76
28.739
27
12.631
4
41.370
31
La percentuale della casistica chirurgica si è stabilizzata negli ultimi due anni, a fronte di una riduzione
del numero complessivo dei ricoveri.
Tabella 2.28 - Numero di casi chirurgici sul totale ricoveri.
Tutti i DRG
2010
2009
2008
2007
Totale ricoveri
Ricoveri in libera
professione
39.329
103
38.679
40.001
102
76
41.370
31
DRG chirurgici
Totale ricoveri
Ricoveri in libera
professione
16.298
100
15.984
16.239
102
76
16.972
% casi chirurgici sul totale
Totale ricoveri
Ricoveri in libera
professione
41,4%
97,1%
41,3%
40,6%
31
41,0%
100,0%
100,0%
100,0%
Anche il peso medio dei DRG non presenta variazioni rispetto all’anno precedente, né per il ricovero ordinario
né per il day hospital.
Tabella 2.29 - Peso medio DRG del ricovero.
Ordinario
Day Hospital
2008
1,21
0,89
2009
1,22
0,89
2010
1,22
0,89
Analizzando l’indice di case-mix di ciascuna disciplina si osserva che in due casi (chirurgia pediatrica ed ematologia) il valore è significativamente più basso del riferimento medio. Il dato contrasta con quanto atteso ed è,
pertanto, meritevole di approfondimento (sottocodifica? trattamento in regime ordinario di pazienti gestibili in altri
contesti/discipline?).
Tabella 2.30 – dettaglio sul Peso Medio e Indice di Case mix per disciplina nel 2010
PM
ICM
008 - CARDIOLOGIA
1,62
1,14
009 - CHIRURGIA GENERALE
1,4
1,05
011 - CHIRURGIA PEDIATRICA
0,68
0,78
012 - CHIRURGIA PLASTICA
1,27
1
014 - CHIRURGIA VASCOLARE
1,81
1,02
018 - EMATOLOGIA
2,95
0,73
021 - GERIATRIA
1,09
1,02
026 - MEDICINA GENERALE
1,08
1,03
029 - NEFROLOGIA
1,33
0,99
030 - NEUROCHIRURGIA
2,14
1
031 - NIDO
0,8
0,9
032 - NEUROLOGIA
1,24
1,1
034 - OCULISTICA
0,75
0,95
010 - CHIRURGIA MAXILLO FACCIALE
019 - MAL.ENDOCRINE/DIABETOLOG.
024 - MALATTIE INFETTIVE E TROPICALI
036 - ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
1,32
0,97
0,96
0,9
1,3
0,9
1,56
1,19
77
037 - OSTETRICIA E GINECOLOGIA
0,59
0,95
038 - OTORINOLARINGOIATRIA
1,08
1,13
039 - PEDIATRIA
0,54
0,93
043 - UROLOGIA
1,09
0,98
049 - TERAPIA INTENSIVA
4,49
0,93
050 - UNITA’ CORONARICA
1,83
1,09
051 - ASTANTERIA
0,86
0,92
058 - GASTROENTEROLOGIA
1,22
1,08
064 - ONCOLOGIA
1,28
1,01
068 - PNEUMOLOGIA
1,48
1,07
071 - REUMATOLOGIA
0,97
0,97
073 - TERAPIA INTENSIVA NEONAT.
2,4
1,17
La percentuale di ricoveri ordinari di peso superiore a 2,5 tende, nel triennio, alla riduzione. Il dato è tuttavia
da mettere in relazione all’adozione, a partire dal 2009, dell'ICD9CM 2007- versione 24 del Grouper, ai sensi
del D.M. 18/12/2008 "Aggiornamento dei sistemi di classificazione". La riduzione interessa ovviamente tutte le
aziende regionali (ad eccezione dello IOR).
Tabella 2.31 - Percentuale di casi ordinari di peso superiore a 2,5
Per quanto concerne i DRG potenzialmente inappropriati, si rileva nel tempo (tabella 2.33) una modesta riduzione in rapporto al calo delle dimissioni, il che suggerisce l’ipotesi che i casi effettivamente trasferibili a setting
assistenziali alternativi siano molto pochi (per il quanto concerne il 2010, la percentuale più elevata deve tener
conto anche degli effetti dell’adozione della versione 24 ICDIX-CM).
Controlli a campione delle cartelle cliniche effettuati nel 2010 hanno evidenziato che in genere sono le condizioni
socio - demografiche (età avanzata, solitudine), associate alla scarsa e intempestiva disponibilità di assistenza
domiciliare o residenziale, le cause che portano ad un ricovero evitabile o ad un prolungamento non necessario
della degenza.
Tabella 2.32 - Percentuale di casi attribuiti a DRG individuati da dgr 1890/2010 su totale dimessi
Tabella 2.33 - Percentuale di casi attribuiti a DRG individuati da dgr 1872/2004 su totale dimessi
Da ultimo, dall’analisi dei tempi di attesa pre-ricovero nel triennio 2008-2010, relativi a determinate patologie, si
evince che i ricoveri per intervento chirurgico con tempo di attesa mediano superiore a 30 giorni sono, stabilmente, quelli inerenti: tumore della prostata, cataratta, protesi d’anca, ernia inguinale, stripping di vene, tonsillectomia. Nel 2010 anche la mastectomia ha superato i 40 giorni.
78
Tabella 2.34 - Tempi d’attesa pre ricovero: percentuale di casi ricoverati entro i tempi massimi per
patologia – Anno 2010
Totale
ricoveri
CHEMIOTERAPIA (DH)
INTERVENTO CHIRURGICO TUMORE UTERO
(regime ordinario)
INTERVENTO CHIRURGICO TUMORE COLON
RETTO (regime ordinario)
INTERVENTO CHIRURGICO TUMORE PROSTATA
(regime ordinario)
AREA ONCOLOGICA
INTERVENTO CHIRURGICO TUMORE MAMMELLA
- MASTECTOMIA (regime
ordinario)
CORONAROGRAFIA (DH)
ENDOARTERIECTOMIA
CAROTIDEA (regime
ordinario)
AREA
CARDIOVASCOLARE
ANGIOPLASTICA (PTCA)
(regime ordinario)
CATARATTA (DH)
AREA GERIATRICA
INTERVENTO PROTESI
D’ANCA (regime ordinario)
Attesa
mediana
Tempi di attesa (valori percentuali)*
Totale
ricoveri
con
attesa>0gg
(gg)
0 gg
1-30 gg
1-60
gg
1-90
gg
1-120
gg
1-180
gg
>180 gg
Az.USL+Privato
457
301
2
34,1
100
100
100
100
100
0
Az.Ospedaliera
901
195
1
78,4
99
99,5
99,5
99,5
99,5
0,5
Totale
1.358
496
1
63,5
99,6
99,8
99,8
99,8
99,8
0,2
Az.USL+Privato
43
43
14
0
90,7
100
100
100
100
0
Az.Ospedaliera
25
25
29
0
52
96
100
100
100
0
Totale
68
68
21
0
76,5
98,5
100
100
100
0
Az.USL+Privato
82
75
6
8,5
92
98,7
98,7
98,7
100
0
Az.Ospedaliera
141
107
17
24,1
72
87,9
91,6
95,3
99,1
0,9
Totale
223
182
13
18,4
80,2
92,3
94,5
96,7
99,5
0,5
Az.USL+Privato
71
71
47
0
16,9
66,2
97,2
100
100
0
Az.Ospedaliera
52
50
33,5
3,8
40
84
96
98
98
2
Totale
123
121
40
1,6
26,4
73,6
96,7
99,2
99,2
0,8
Az.USL+Privato
17
17
9
0
94,1
100
100
100
100
0
Az.Ospedaliera
109
100
42
8,3
30
81
95
97
100
0
Totale
126
117
39
7,1
39,3
83,8
95,7
97,4
100
0
Az.USL+Privato
47
19
12
59,6
89,5
100
100
100
100
0
Totale
47
19
12
59,6
89,5
100
100
100
100
0
Az.USL+Privato
78
76
32
2,6
48,7
85,5
93,4
94,7
100
0
Az.Ospedaliera
168
161
13
4,2
72
85,7
90,7
95
97,5
2,5
Totale
246
237
20
3,7
64,6
85,7
91,6
94,9
98,3
1,7
Az.USL+Privato
52
36
17
30,8
63,9
77,8
88,9
88,9
97,2
2,8
Az.Ospedaliera
223
176
7
21,1
87,5
97,7
98,9
99,4
99,4
0,6
Totale
275
212
7
22,9
83,5
94,3
97,2
97,6
99,1
0,9
Az.USL+Privato
335
333
12
0,6
72,1
87,7
100
100
100
0
Az.Ospedaliera
99
94
68
5,1
24,5
41,5
78,7
93,6
97,9
2,1
Totale
434
427
13
1,6
61,6
77,5
95,3
98,6
99,5
0,5
Az.USL+Privato
365
363
106
0,5
8,8
20,9
40,8
59,8
76,6
23,4
Az.Ospedaliera
75
61
77
18,7
19,7
34,4
60,7
82
85,2
14,8
Totale
440
424
101
3,6
10,4
22,9
43,6
63
77,8
22,2
79
Totale
ricoveri
TUNNEL CARPALE (DH)
RIPARAZIONE ERNIA
INGUINALE (DH)
EMORROIDECTOMIA
(DH)
STRIPPING DI VENE (DH)
BIOPSIA PERCUTENEA
DEL FEGATO (DH)
ALTRE
PRESTAZIONI
INTERVENTO CHIRURGICO POLMONE (regime
ordinario)
Tempi di attesa (valori percentuali)*
Totale
ricoveri
con
attesa>0gg
(gg)
0 gg
1-30 gg
1-60
gg
1-90
gg
1-120
gg
1-180
gg
>180 gg
Az.USL+Privato
170
165
16
2,9
69,1
80,6
85,5
90,3
95,2
4,8
Az.Ospedaliera
13
12
65,5
7,7
33,3
41,7
66,7
91,7
91,7
8,3
Totale
183
177
16
3,3
66,7
78
84,2
90,4
94,9
5,1
Az.USL+Privato
453
450
21
0,7
62
80,4
87,6
93,3
96,4
3,6
Az.Ospedaliera
126
126
84
0
12,7
32,5
51,6
60,3
83,3
16,7
Totale
579
576
29,5
0,5
51,2
70
79,7
86,1
93,6
6,4
Az.USL+Privato
25
25
38
0
40
76
92
92
100
0
Az.Ospedaliera
26
21
24
19,2
57,1
81
95,2
100
100
0
Totale
51
46
33,5
9,8
47,8
78,3
93,5
95,7
100
0
Az.USL+Privato
486
485
21
0,2
58,1
70,7
81,6
89,5
96,9
3,1
Az.Ospedaliera
357
351
63
1,7
6
38,2
63,2
77,5
91,7
8,3
Totale
843
836
56
0,8
36,2
57,1
73,9
84,4
94,7
5,3
Az.USL+Privato
14
1
1
92,9
100
100
100
100
100
0
Az.Ospedaliera
60
43
7
28,3
90,7
100
100
100
100
0
Totale
74
44
6,5
40,5
90,9
100
100
100
100
0
Az.USL+Privato
48
48
25
0
62,5
81,3
95,8
95,8
100
0
269
268
85
0,4
25
40,7
53,7
67,9
89,9
10,1
317
316
67,5
0,3
30,7
46,8
60,1
72,2
91,5
8,5
Az.USL+Privato
22
22
7,5
0
81,8
95,5
100
100
100
0
Az.Ospedaliera
70
46
22
34,3
56,5
71,7
78,3
89,1
97,8
2,2
Totale
92
68
19,5
26,1
64,7
79,4
85,3
92,6
98,5
1,5
Az.USL+Privato
4
1
1
75
100
100
100
100
100
0
Az.Ospedaliera
242
157
13
35,1
80,3
89,8
94,3
96,2
98,1
1,9
Totale
246
158
13
35,8
80,4
89,9
94,3
96,2
98,1
1,9
Az.Ospedaliera
TONSILLECTOMIA (regime
ordinario)
Totale
INTERVENTO CHIRURGICO COLON (regime
ordinario)
Attesa
mediana
Tabella 2.35 - Tempi d’attesa pre ricovero: percentuale di casi ricoverati entro i tempi massimi per
patologia – Anno 2009
Totale ricoTempi di attesa (valori percentuali)*
veri
Attesa meTotale rico- c
o
n diana
1 - 6 0 1 - 9 0 1-120 1-180
veri
attesa>0gg
(gg)
0 gg
1-30 gg gg
gg
gg
gg
>180 gg
CHEMIOTERAPIA (DH)
Az.USL+Privato
140
108
5
22,9
100
100
100
100
100
0
Az.Ospedaliera
832
92
1
88,9
97,8
98,9
98,9
98,9
98,9
1,1
Totale
972
200
3,5
79,4
99
99,5
99,5
99,5
99,5
0,5
Az.USL+Privato
20
19
14
5
84,2
94,7
94,7
100
100
0
INTERVENTO CHIRURGICO Az.Ospedaliera
TUMORE UTERO (regime
ordinario)
Totale
26
26
28,5
0
53,8
96,2
100
100
100
0
46
45
24
2,2
66,7
95,6
97,8
100
100
0
Az.USL+Privato
85
78
7
8,2
94,9
98,7
98,7
100
100
0
154
123
13
20,1
85,4
93,5
96,7
99,2
99,2
0,8
INTERVENTO CHIRURGICO Az.Ospedaliera
TUMORE COLON RETTO
(regime ordinario)
Totale
239
201
11
15,9
89,1
95,5
97,5
99,5
99,5
0,5
Az.USL+Privato
76
75
47
1,3
13,3
70,7
93,3
100
100
0
INTERVENTO CHIRURGICO Az.Ospedaliera
TUMORE PROSTATA (regime
ordinario)
Totale
47
44
33
6,4
36,4
95,5
97,7
100
100
0
123
119
41
3,3
21,8
79,8
95
100
100
0
Az.USL+Privato
15
14
6
6,7
85,7
100
100
100
100
0
93
84
29
9,7
51,2
88,1
96,4
98,8
98,8
1,2
108
98
27
9,3
56,1
89,8
96,9
99
99
1
INTERVENTO CHIRURGICO
TUMORE MAMMELLA - MA- Az.Ospedaliera
AREA ON- STECTOMIA (regime ordinaCOLOGICA rio)
Totale
80
Totale ricoTempi di attesa (valori percentuali)*
veri
Attesa meTotale rico- c
o
n diana
1 - 6 0 1 - 9 0 1-120 1-180
veri
attesa>0gg
(gg)
0 gg
1-30 gg gg
gg
gg
gg
>180 gg
Az.USL+Privato
48
12
20
75
58,3
100
100
100
100
0
Totale
48
12
20
75
58,3
100
100
100
100
0
Az.USL+Privato
90
89
29
1,1
53,9
86,5
93,3
96,6
100
0
170
165
12
2,9
72,7
90,3
95,8
98,2
100
0
260
254
17,5
2,3
66,1
89
94,9
97,6
100
0
57
36
6,5
36,8
66,7
88,9
94,4
97,2
100
0
AREA CARAz.Ospedaliera
DIOVASCO- ANGIOPLASTICA (PTCA) (reLARE
gime ordinario)
Totale
193
166
7
14
78,9
97,6
98,8
99,4
99,4
0,6
250
202
7
19,2
76,7
96
98
99
99,5
0,5
Az.USL+Privato
354
351
14
0,8
69,8
91,7
98,9
99,4
100
0
Az.Ospedaliera
84
78
51
7,1
30,8
69,2
93,6
97,4
98,7
1,3
Totale
438
429
18
2,1
62,7
87,6
97,9
99,1
99,8
0,2
Az.USL+Privato
364
364
126
0
4,4
15,7
33,8
47,8
72,3
27,7
78
69
97
11,5
2,9
24,6
43,5
76,8
95,7
4,3
442
433
114
2
4,2
17,1
35,3
52,4
76
24
Az.USL+Privato
156
153
20
1,9
66
85
91,5
94,8
97,4
2,6
Az.Ospedaliera
8
8
25
0
50
75
75
87,5
100
0
Totale
164
161
20
1,8
65,2
84,5
90,7
94,4
97,5
2,5
Az.USL+Privato
409
405
22
1
62,2
79,8
89,6
94,1
98,3
1,7
Az.Ospedaliera
RIPARAZIONE ERNIA INGUINALE (DH)
Totale
90
90
70
0
11,1
41,1
67,8
83,3
92,2
7,8
499
495
28
0,8
52,9
72,7
85,7
92,1
97,2
2,8
Az.USL+Privato
32
32
23,5
0
59,4
75
87,5
93,8
100
0
Az.Ospedaliera
13
12
17
7,7
75
91,7
100
100
100
0
Totale
45
44
23
2,2
63,6
79,5
90,9
95,5
100
0
Az.USL+Privato
392
390
36
0,5
44,4
68,5
81,3
89
96,4
3,6
Az.Ospedaliera
423
417
82
1,4
24,2
38,6
55,9
76,3
95,2
4,8
CORONAROGRAFIA (DH)
Az.Ospedaliera
ENDOARTERIECTOMIA CAROTIDEA (regime ordinario)
Totale
Az.USL+Privato
CATARATTA (DH)
Az.Ospedaliera
AREA GE- INTERVENTO
PROTESI
RIATRICA
D’ANCA (regime ordinario)
Totale
TUNNEL CARPALE (DH)
EMORROIDECTOMIA (DH)
STRIPPING DI VENE (DH)
Totale
815
807
57
1
34
53
68,2
82,4
95,8
4,2
Az.USL+Privato
13
1
31
92,3
0
100
100
100
100
0
Az.Ospedaliera
BIOPSIA PERCUTENEA DEL
FEGATO (DH)
Totale
65
36
4,5
44,6
94,4
100
100
100
100
0
78
37
5
52,6
91,9
100
100
100
100
0
Az.USL+Privato
55
54
12,5
1,8
79,6
94,4
96,3
98,1
100
0
Az.Ospedaliera
248
248
72,5
0
21,8
40,7
66,5
79
91,1
8,9
Totale
303
302
60
0,3
32,1
50,3
71,9
82,5
92,7
7,3
Az.USL+Privato
32
28
13
12,5
71,4
78,6
78,6
82,1
85,7
14,3
Az.Ospedaliera
68
53
15
22,1
73,6
88,7
98,1
100
100
0
100
81
14
19
72,8
85,2
91,4
93,8
95,1
4,9
7
4
5
42,9
100
100
100
100
100
0
229
159
13
30,6
79,2
94,3
98,1
100
100
0
236
163
13
30,9
79,8
94,5
98,2
100
100
0
TONSILLECTOMIA
ordinario)
(regime
INTERVENTO CHIRURGICO
COLON (regime ordinario)
Totale
Az.USL+Privato
A L T R E
Az.Ospedaliera
P R E S T A - INTERVENTO CHIRURGICO
POLMONE (regime ordinario) Totale
ZIONI
81
Tabella 2.36 - Tempi d’attesa pre ricovero: percentuale di casi ricoverati entro i tempi massimi per patologia: 2008
Totale
ricoveri
Totale
ricoveri
con
attesa>0gg
Attesa
mediana
(gg)
Tempi di attesa (valori percentuali)*
0 gg
1-30
gg
1-60
gg
1-90
gg
1-120 1-180
gg
gg
>180
gg
Az.USL+Privato
96
96
4
0
99
100
100
100
100
0
Az.Ospedaliera
132
13
8
90,2
100
100
100
100
100
0
CHEMIOTERAPIA (DH) Totale
228
109
5
52,2
99,1
100
100
100
100
0
INTERVENTO
CHI- Az.USL+Privato
RURGICO
TUMORE
Az.Ospedaliera
UTERO (regime ordiTotale
nario)
16
16
12,5
0
87,5
100
100
100
100
0
29
29
30
0
55,2
100
100
100
100
0
45
45
18
0
66,7
100
100
100
100
0
INTERVENTO
CHI- Az.USL+Privato
RURGICO
TUMORE
Az.Ospedaliera
COLON RETTO (regiTotale
me ordinario)
98
90
6
8,2
98,9
100
100
100
100
0
155
124
13
20
83,9
94,4
97,6
97,6
99,2
0,8
253
214
10
15,4
90,2
96,7
98,6
98,6
99,5
0,5
INTERVENTO
CHI- Az.USL+Privato
RURGICO
TUMORE
Az.Ospedaliera
PROSTATA (regime orTotale
dinario)
77
77
45
0
31,2
70,1
92,2
98,7
100
0
41
39
26
4,9
61,5
87,2
94,9
97,4
100
0
118
116
36,5
1,7
41,4
75,9
93,1
98,3
100
0
22
21
15
4,5
81
95,2
100
100
100
0
74
66
23,5
10,8
68,2
95,5
100
100
100
0
96
87
22
9,4
71,3
95,4
100
100
100
0
71
32
22
54,9
81,3
96,9
100
100
100
0
71
32
22
54,9
81,3
96,9
100
100
100
0
82
80
32,5
2,4
46,3
82,5
87,5
96,3
98,8
1,3
166
155
29
6,6
51,6
80
91
94,2
97,4
2,6
248
235
31
5,2
49,8
80,9
89,8
94,9
97,9
2,1
36
31
6
13,9
80,6
100
100
100
100
0
201
180
11,5
10,4
84,4
97,2
98,3
98,3
98,9
1,1
237
211
11
11
83,9
97,6
98,6
98,6
99,1
0,9
Az.USL+Privato
533
533
10
0
91
99,1
99,8
100
100
0
Az.Ospedaliera
71
69
38
2,8
37,7
84,1
97,1
100
100
0
Totale
604
602
12
0,3
84,9
97,3
99,5
100
100
0
Az.USL+Privato
354
352
177,5
0,6
2,6
8,8
15,6
28,1
50,9
49,1
87
78
93
10,3
15,4
23,1
48,7
69,2
92,3
7,7
441
430
160
2,5
4,9
11,4
21,6
35,6
58,4
41,6
INTERVENTO
CHI- Az.USL+Privato
RURGICO
TUMORE
MAMMELLA MA- Az.Ospedaliera
(regime
AREA ON- STECTOMIA
ordinario)
Totale
COLOGICA
Az.USL+Privato
CORONAROGRAFIA
(DH)
Totale
Az.USL+Privato
ENDOARTERIECTOAz.Ospedaliera
MIA CAROTIDEA (regiTotale
me ordinario)
Az.USL+Privato
AREA CAR- A N G I O P L A S T I C A
Az.Ospedaliera
DIOVASCO- (PTCA) (regime ordiTotale
nario)
LARE
CATARATTA (DH)
INTERVENTO
PROAz.Ospedaliera
AREA GERI- TESI D’ANCA (regime
Totale
ordinario)
ATRICA
82
TUNNEL
(DH)
CARPALE
Totale
ricoveri
Totale
ricoveri
con
attesa>0gg
Attesa
mediana
(gg)
Tempi di attesa (valori percentuali)*
0 gg
1-30
gg
1-60
gg
1-90
gg
1-120 1-180
gg
gg
>180
gg
Az.USL+Privato
233
230
15
1,3
77,8
90
93,9
96,1
98,7
1,3
Az.Ospedaliera
7
7
36
0
28,6
57,1
57,1
85,7
100
0
Totale
240
237
15
1,3
76,4
89
92,8
95,8
98,7
1,3
Az.USL+Privato
397
386
25
2,8
58,8
83,4
93,3
96,6
98,4
1,6
Az.Ospedaliera
103
103
55
0
25,2
60,2
79,6
92,2
99
1
500
489
29
2,2
51,7
78,5
90,4
95,7
98,6
1,4
Az.USL+Privato
10
9
17
10
77,8
100
100
100
100
0
Az.Ospedaliera
11
11
8
0
72,7
81,8
90,9
90,9
100
0
21
20
15
4,8
75
90
95
95
100
0
Az.USL+Privato
426
421
40
1,2
37,8
67
82,9
88,6
95,7
4,3
Az.Ospedaliera
417
414
38
0,7
44,7
65,5
78
90,3
98,8
1,2
RIPARAZIONE ERNIA
Totale
INGUINALE (DH)
EMORROIDECTOMIA
Totale
(DH)
STRIPPING DI VENE
Totale
(DH)
96
96
4
0
99
100
100
100
100
0
Az.USL+Privato
132
13
8
90,2
100
100
100
100
100
0
Az.Ospedaliera
228
109
5
52,2
99,1
100
100
100
100
0
16
16
12,5
0
87,5
100
100
100
100
0
Az.USL+Privato
29
29
30
0
55,2
100
100
100
100
0
Az.Ospedaliera
45
45
18
0
66,7
100
100
100
100
0
98
90
6
8,2
98,9
100
100
100
100
0
155
124
13
20
83,9
94,4
97,6
97,6
99,2
0,8
253
214
10
15,4
90,2
96,7
98,6
98,6
99,5
0,5
77
77
45
0
31,2
70,1
92,2
98,7
100
0
41
39
26
4,9
61,5
87,2
94,9
97,4
100
0
118
116
36,5
1,7
41,4
75,9
93,1
98,3
100
0
22
21
15
4,5
81
95,2
100
100
100
0
BIOPSIA
PERCUTENEA DEL FEGATO (DH) Totale
TONSILLECTOMIA (reTotale
gime ordinario)
Az.USL+Privato
INTERVENTO
CHIAz.Ospedaliera
RURGICO COLON (reTotale
gime ordinario)
Az.USL+Privato
INTERVENTO
CHIAz.Ospedaliera
ALTRE PRE- RURGICO POLMONE
Totale
(regime ordinario)
STAZIONI
Pronto Soccorso
La lettura della tabella 2.37 e della figura 2.8 va effettuata tenendo conto del fatto che negli anni 2008 e 2009
non sono inclusi nel totale degli accessi al pronto soccorso, a causa di incompletezze informative, quelli del PS
ostetrico-ginecologico seguiti da parto. Dal 2010, grazie all’implementazione del nuovo flusso informativo regionale, la rilevazione è completa. Ciò premesso, il trend di accessi si mostra costante, mentre la percentuale di pazienti ricoverati, dopo un continuo decremento dal 2007 al 2009, nell’ultimo anno tende a risalire seppur di poco.
83
Tabella 2.37 - Andamento dei ricoveri e degli accessi
2008
2009
2010
13.848
13.466
14.654
Non ricoverati
58.880
59.161
63.280
Deceduti
67
72
46
Totale accessi
72.795
72.699
77.980
% ricoveri sul totale accessi
19,0%
18,5%
18,8%
Ricoverati
Figura 2.8 – Accessi in PS Gennaio-Dicembre 2009-2010
Rispetto al complesso del sistema provinciale, l’Azienda assorbe quasi la metà degli accessi (tabella 2.38)
Tabella 2.38 – Accessi al PS a livello provinciale – contributo dell’Azienda
2008
2009
2010
Accessi AOSP
72.795
72.699
77.980
Accessi AUSL
Totale
% Accessi AOSP/Totale
92.864
165.659
43,94%
92.493
89.257
165.192
167.237
44,01%
46,63%
Nel 2009 si sono consolidate tutte le misure di ottimizzazione dei criteri di ricovero da PS, ed in particolare è
andata a regime, dal punto di vista sia gestionale che informativo, l’attività relativa alla Osservazione Breve Intensiva (OBI). Entrambi gli indicatori di utilizzo dell’ OBI nel 2010 evidenziano una performance compatibile con
lo standard regionale.
Tabella 2.39 – Attività in OBI
Anno 2010
Standard
N. di pazienti inseriti in OBI nell’anno
3.225
Pazienti dimessi dopo l’OBI sul totale dei pazienti in OBI
4,14%
3-8%
71,38%
>60%
Pazienti in Obi sul totale accessi in PS
84
Piano Sangue Regionale
L’attività di raccolta sangue nel 2010 ha superato quella del 2009 (+ 1,5%), ma ancor di più sono cresciuti i
consumi (+ 2,5%).
Tabella 2.40 - Confronto attività di raccolta sangue 2010-2009
Programma speciale sangue
raccolta 2010
raccolta 2009
differenze %
2010-2009
Piacenza
15.780
15.586
1,2%
Reggio Emilia
23.331
23.232
0,4%
Parma
Modena
Bologna (*)
Ferrara
Ravenna
DITI (Forlì-Cesena-Rimini)
TOTALE
30.199
29.083
36.448
35.477
62.756
63.154
22.649
22.322
27.645
27.109
3,8%
2,7%
-0,6%
1,5%
2,0%
34.692
32.547
6,6%
253.500
248.510
2,0%
(*) Comprende: Osp. Maggiore/Bellaria, Osp. S. Orsola, Imola Fonte: CRS (Centro Regionale Sangue)
(**) Comprende: Osp. Maggiore/Bellaria, Osp. S. Orsola, Imola, II.OO.R.
Tabella 2.41 – Confronto consumi di sangue 2010-2009
Programma speciale sangue
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna (**)
Ferrara
O.T. Area Vasta Romagna
TOTALE
consumi 2010
consumi 2009
differenze %
2010-2009
13.369
27.455
18.745
32.955
71.231
23.380
59.860
13.666
26.577
18.863
32.518
71.651
22.812
60.504
-2,2%
3,3%
-0,6%
1,3%
-0,6%
2,5%
-1,1%
246.995
246.591
0,2%
Rispetto agli obiettivi del Piano Sangue, gli indicatori di utilizzo riportati in tabella 2.41 mostrano una performance
adeguata.
85
Tabella 2.42 - Obiettivi piano sangue e plasma regionale 2008-10: relazione sugli indicatori (anno 2010)
INDICATORE
STANDARD ATTESO
VALORE RILEVATO
MONITORAGGIO APPROPRIATEZZA/UTILIZZO
Emocomponenti
Verifica a campione dell’utilizzo di UT nelle
medicine
90% di aderenza agli standard
del CBUS
≈100%
Iperdatate
<1,5%
0,06%
Unità eliminate per cause tecniche
<1%
0,46%
Utilizzo MSBOS
90% adesioni richieste a
MSBOS
Non applicabile: il SIT di Ferrara utilizza per gli interventi chirurgici la procedura
del Type and Screen ed assegna gli emocomponenti solamente al bisogno e non
preventivamente
Utilizzo dal 2009
Protocollo presente sin dal 1990, rivisto con modifiche sostanziali nel 1999 e
revisionato ultimamente nel 2006
Emoderivati
Utilizzo linee guida albumina e IG vena
- predisposizione
INTEGRAZIONE ATTIVITA’ TRASFUSIONALI DI AREA VASTA
Concentrazione di attività di validazione
(Bologna-Ferrara)
Elaborazione documento entro
2008
La concentrazione dell’attività di validazione è già pienamente attuata dal 1/1/2009
MIGLIORAMENTO EFFICIENZA NELL’UTILIZZO DELLE RISORSE
Gare di acquisto/service di area vasta numero di gare attivate
Almeno 2 nel triennio
Una gara di area vasta per l’acquisizione delle sacche per la donazione del sangue
si è conclusa nel 2009. Numerose altre gare sono in corso (filtri per leucodeplezione ecc.)
MIGLIORAMENTO EFFICACIA SCOMPOSIZIONE SANGUE INTERO
Incremento raccolta infrasettimanale - Numero unità raccolte
+20%
+3,3%
(N.B.: l’obiettivo è a carico dell’Associazione dei donatori)
INCIDENZA/PREVALENZA INFEZIONI VIRALI
Adesione II° parte studio SIMTI sui risultati
NAT
Invio schede di rilevazione
Si
SPERIMENTARE MODELLI ORGANIZZATIVI INNOVATIVI CONCORDATI IN TEMA DI PROGRAMMAZIONE, GESTIONE E ORGANIZZAZIONE DELLA RACCOLTA DEL SANGUE E DEGLI EMOCOMPONENTI
Redistribuzione della raccolta su 7 giorni la
settimana (n. unità/die)
Fino al 30% in più o in meno
Da -57% a +112%
(N.B.: l’obiettivo è a carico dell’Associazione dei donatori)
EFFETTUAZIONE A LIVELLO LOCALE (PROGRAMMI PROVINCIALI) DI UN PROGRAMMA DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PER OPERATORI VOLONTARI ADDETTI ALLA RACCOLTA DI SANGUE
Organizzazione iniziative
Almeno 1 per anno
Nel 2008-2009 corso di aggiornamento in più giornate per il personale addetto
alla raccolta delle donazioni di sangue. Nel 2009 Convegno su “La gestione delle
reazioni avverse nei donatori di sangue ed emocomponenti”
Attività trapiantologica
Procurement
Nell’anno 2010 l’attività di donazione e prelievo presso l’Azienda Ospedaliera di Ferrara ha presentato le seguenti caratteristiche: la percentuale di opposizione è stata contenuta (18%), si è invece registrato, rispetto al
2009, un calo da 13 a 9 del numero di donatori utilizzati (al proposito, non va trascurato il fatto che nel 2010 si è
potuto disporre di 2 letti di Terapia Intensiva in meno rispetto all’anno precedente).
La donazione di tessuti a cuore fermo si è confermata come criticità: nonostante la disponibilità dei rianimatori a
farsi carico del percorso che precede il prelievo e nonostante le disposizioni della Direzione Medica e i molteplici
incontri informativi in occasione delle riunioni dei dipartimenti, dal mese di agosto 2010 (momento in cui è venuto
a cessare un contratto stipulato per sostenere l’attività) non sono più giunte segnalazioni di potenziali donatori,
e quindi il totale annuo di donazioni si è lievemente ridotto rispetto al 2009.
Per affrontare il problema del supporto psicologico ai famigliari dei deceduti è stato messo a punto un progetto
per lo sviluppo di future iniziative.
Nel corso dell’anno è stato bandito ed espletato un concorso per l’acquisizione dell’infermiere di coordinamento
che affiancherà il coordinatore locale e lo supporterà nella valutazione delle potenziali donazioni di tessuti. Ci si
attende che con l’operatività di tale figura si ottengano migliori risultati nel procurement dei tessuti.
86
Dal punto di vista formativo, si sono promosse varie iniziative: è stato fornito il supporto per una tesi di laurea in
scienze infermieristiche sul tema “L’organizzazione del coordinamento infermieristico alla donazione”, si è promossa la partecipazione di 4 infermieri di Rianimazione al TPM, è stato svolto il corso ALMA Advanced, è stato
organizzato un Seminario sul tema donazione-trapianto nell’ambito della scuola di Specializzazione in Anestesia
e Rianimazione.
Per il dettaglio di quanto sopra descritto si rimanda alle tabelle 2.43 – 2.44, desunte dalla relazione elaborata
dal Centro di Riferimento Trapianti della Regione Emilia Romagna, al quale partecipa, in qualità di coordinatore
locale, referente per l’Arcispedale Sant’Anna, il Dott. Giorgio Mantovani.
Tabella 2.43 - Organi procurati nelle Rianimazioni dell’Emilia-Romagna nel 2010
87
Tabella 2.44 - Tessuti procurati dai donatori cadavere (a cuore fermo ed a cuore battente) nell’anno 2010
88
89
Tabella 2.45 - Situazione al S. Anna di donazioni di organi nel biennio 2010-2009
Tabella 2.46 - Situazione al S. Anna di donazioni di tessuti nel biennio 2010-2009
Monitoraggio dell’accordo di fornitura
Le principali condizioni dell’accordo 2010 hanno riguardato il contributo alla deospedalizzazione provinciale, l’appropriatezza dei ricoveri, l’appropriatezza
prescrittiva, il contributo al contenimento dei tempi di
attesa, l’inserimento a CUP delle prime visite.
A consuntivo si è riscontrato che l’Azienda, sebbene
non abbia ridotto i ricoveri ordinari di pazienti residenti
a livello provinciale, tuttavia ha contribuito al contenimento della mobilità passiva ed ha migliorato l’appropriatezza erogativa: i ricoveri di Day Surgery sono
aumentati, i DH medici si sono ridotti e si è sviluppata
l’attività di Osservazione Breve Intensiva.
Il confronto con le altre Aziende Ospedaliero Universitarie regionali per le diverse tipologie di ricoveri
potenzialmente inappropriati ha evidenziato che il posizionamento dell’Azienda di Ferrara è mediamente
adeguato. La spesa per farmaci in Fascia H è stata
riconosciuta dall’Azienda committente a seguito delle
verifiche di appropriatezza prescrittiva condotte dalla
commissione interaziendale e basate anche sull’attività di auditing svolta nelle discipline coinvolte.
Il monitoraggio del contratto di fornitura è stato effettuato mediante l’utilizzo di report di sintesi e di dettaglio pubblicati rispettivamente a cadenza mensile e
trimestrale sulle pagine intranet aziendali.
Entrando nel merito dell’attività di ricovero, si osserva
che rispetto al 2009 il numero complessivo dei casi
trattati si è ridotto, con l’unica eccezione dei ricoveri ordinari relativi a pazienti residenti nella Provincia
di Ferrara, la cui crescita non ha tuttavia comportato
maggiori ricavi per l’Azienda. Il valore della produzione è diminuito (- 2,7% sul totale della degenza,
- 2,2% sulle dimissioni di residenti della Provincia di
Ferrara) e la perdita è ascrivibile, per oltre due terzi,
ai ricoveri di DH. Per i ricoveri l’Accordo di fornitura
2010 con l’Azienda USL ha previsto 114.418 milioni di
euro, con un obiettivo di riduzione dei ricoveri rispetto
al 2009. La Regione ha confermato, a consuntivo, la
suddetta valorizzazione economica delle tariffe di ricovero degli Accordi di fornitura. Il risultato finale del
2010 registra un dato di produzione per la provincia
(valorizzato con criteri del contratto di fornitura), inferiore rispetto all’Accordo. Sull'entità della differenza va
considerato che l'accordo triennale era stato definito
tenendo conto dell'effetto legato all'incremento tariffario rispetto agli importi della produzione del 2007, e
anche in relazione alla necessità della copertura dei
maggiori costi sostenuti dall'Azienda. A fronte della
riduzione della produzione effettiva rispetto all'accordo
per la provincia, non è stata ottenuta la riduzione del
numero dei ricoverati. Su questo fenomeno hanno inciso diversi fattori. Il calo degli importi è legato in larga
misura al cambiamento di modalità di remunerazione
dell'attività di DH Onco-Ematologico (che consisteva
nella riduzione sensibile della tariffa degli accessi non
direttamente motivati dalla chemioterapia, ma da accertamenti strumentali di controllo clinico), andato a
regime in corso d'anno. La gestione della componente
diagnostica del percorso oncologico, attraverso la presa in carico ambulatoriale (Day Service), ha richiesto
più tempo nella fase di implementazione ed è andata
a regime solo alla fine dell'anno. Sono diminuiti alcuni casi di elevata complessità e riabilitazione che (pur
essendo appunto pochissimi casi) riguardavano tariffe
ad elevato importo con conseguente incidenza negativa sull'importo complessivo della produzione. Per
contro sono aumentati alcuni ricoveri, comunque non
appartenenti alla fascia dell'inappropriatezza. L'azienda ha inoltre significativamente contribuito alla riduzione della Mobilità passiva soprattutto nelle discipline di
elevata complessità come la Cardiochirurgia, attraverso lo sviluppo della clinical competence, in collaborazione con l'azienda territoriale, verso l'espansione delle tecniche di emodinamica nel trattamento dell'infarto
cardiaco, evitando in un numero crescente di casi, il
ricorso all'intervento chirurgico. Il contributo alla riduzione dei flussi di mobilità passiva era contemplato nel
contratto di fornitura triennale.
Il tasso di ospedalizzazione provinciale alla fine del
2010 presentava (a fronte della mancata riduzione
dei ricoveri in azienda) un valore che si è significativamente avvicinato, nel corso degli ultimi anni, alla
media regionale.
90
Tab 2.47 - Tasso di Ospedalizzazione delle province della Regione nel 2010.
Az. USL di residenza
PIACENZA
PARMA
REGGIO EMILIA
MODENA
BOLOGNA
IMOLA
FERRARA
RAVENNA
FORLÌ
CESENA
RIMINI
TOTALE
Ord.
Day Hospital
Med.
136,31
23,67
129,36
22,81
124,20
22,98
125,43
18,52
136,12
16,85
132,90
20,04
133,55
19,78
130,70
20,81
120,11
22,32
130,27
20,86
129,16
22,23
130,21
20,35
Chir.
21,19
24,70
26,41
24,20
20,03
19,17
26,61
21,74
21,13
18,74
18,79
22,54
Tot.DH
44,86
47,51
49,39
42,72
36,88
39,21
46,39
42,54
43,45
39,60
41,02
42,89
Tot.
181,17
176,87
173,58
168,15
173,00
172,11
179,94
173,24
163,55
169,87
170,18
173,10
La mancata diminuzione del numero complessivo dei ricoveri (ottenuto come risultante di incremento tra il calo
dei DH e l'aumento dei Ricoveri Ordinari) non è attribuibile ad un mancato presidio dei livelli di appropriatezza.
La nostra azienda, infatti, ha presentato alla fine del 2010 percentuali tra le più basse a confronto con la media
regionale per i principali ricoveri potenzialmente inappropriati (vedi tabella 2.48).
Tabella 2.48 - Percentuali di inappropriatezza a confronto con le altre Aziende Ospedaliero Universitarie Tabella
2.49 - Percentuali di Inappropriatezza a confronto con le altre Aziende Ospedaliero Universitarie
della Regione per il Ricovero diurno (DH) della Regione per il Ricovero ordinario
91
Tabella 2.49 - Percentuali di Inappropriatezza a confronto con le altre Aziende Ospedaliero Universitarie della
Regione per il Ricovero diurno (DH)
Rispetto agli accessi in Pronto soccorso, sono state erogate oltre 1000 prestazioni di Osservazione Breve
Intensiva (OBI) che costituiscono la principale alternativa gestionale al ricovero ordinario urgente inappropriato,
ad evidenza della condizione di appropriatezza con la quale il Pronto soccorso ha erogato le proprie prestazioni
senza minimamente diminuire il livello qualitativo reso all'utenza.
Entrando nel merito dell’attività di ricovero, si osserva che rispetto al 2009 il numero complessivo dei casi trattati
si è ridotto (tabella 2.50), con l’unica eccezione dei ricoveri ordinari relativi a pazienti residenti nella Provincia di
Ferrara, la cui crescita non ha tuttavia comportato maggiori ricavi per l’Azienda. Il valore della produzione è diminuito (- 2,7% sul totale della degenza, - 2,2% sulle dimissioni di residenti della Provincia di Ferrara) e la perdita
è ascrivibile, per oltre due terzi, ai ricoveri di DH.
Tabella 2.50 - Andamento dei ricoveri classificati per regime e per residenza Anni 2009-2010 – Tariffe R.E.R.
2010 E T.U.C. 2009
ZONA - REGIME DI RICOVERO
USL 109-FE
R.E.R. EXTRA USL 109-FE
EXTRA REG.
ESTERO
TOTALE
N. DIM.
ANNO
2009
N. DIM.
ANNO
2010
DIFF. N. IMPORTI ANNO IMPORTI ANNO
DIM.
2009
2010
DIFF. IMPORTI
Ordinario
22.677
22.960
283
89.005.521
88.681.558
-323.963
TOTALE
31.105
31.137
32
107.054.175
104.708.192
-2.345.983
Day Hospital
Ordinario
Day Hospital
TOTALE
Ordinario
Day Hospital
TOTALE
Ordinario
Day Hospital
TOTALE
Ordinario
Day Hospital
TOTALE
8.428
1.469
989
2.458
3.138
2.185
5.323
328
115
443
27.612
11.717
39.329
8.177
1.442
843
2.285
2.950
1.973
4.923
263
71
-251
-27
-146
-173
-188
-212
-400
-65
-44
334
27.615
11.064
38.679
92
-109
3
-653
-650
18.048.654
7.488.408
1.850.869
9.339.277
16.807.701
3.595.189
20.402.891
1.267.239
197.309
1.464.548
114.568.870
23.692.020
138.260.890
16.026.634
7.510.417
1.550.497
9.060.913
16.122.306
3.370.183
19.492.489
1.146.969
125.114
1.272.083
113.461.250
21.072.427
134.533.677
-2.022.020
22.008
-300.372
-278.364
-685.396
-225.006
-910.402
-120.270
-72.195
-192.465
-1.107.620
-2.619.593
-3.727.213
Analizzando i ricavi in rapporto alla diversa provenienza dei pazienti (tabella 2.51), si nota che il valore medio
per ricovero si è ridotto solo per i casi di Ferrara, ciò probabilmente per effetto dell’abbattimento tariffario dei
ricoveri potenzialmente inappropriati, che hanno registrato un aumento di 26 casi, non compensato dai ricavi
conseguenti all’aumento di 45 DRG ad alta complessità.
Tabella 2.51 - Variazione del valore dei ricoveri nel 2010 rispetto al 2009, per residenza dei pazienti
€/dim 2009 (a)
AUSL FE
RER extra Fe
extra RER
estero
Totale
€/dim 2010 (b)
diff (b) - (a)
regime ord
3.925
3.862
-62
DH
2.142
1.960
-182
totale
3.442
3.363
-79
regime ord
5.098
5.208
111
DH
1.871
1.839
-32
totale
3.800
3.965
166
regime ord
5.356
5.465
109
DH
1.645
1.708
63
totale
3.833
3.959
127
regime ord
3.864
4.361
498
DH
1.716
1.762
46
totale
3.306
3.809
503
regime ord
4.149
4.109
-41
DH
2.022
1.905
-117
totale
3.515
3.478
-37
Se poi ci si concentra sui soli ricoveri ordinari (esclusi ricoveri a tariffa forfettaria, gli outliers, la riabilitazione e
le protesi a rimborso) e si distinguono i ricoveri in base alla complessità ed alla potenziale inappropriatezza dei
DRG prodotti, effettuando il confronto tra gli ultimi due anni a parità di tariffa 2009 (tabella 2.52), si osserva che:
• i casi di alta complessità sono aumentati, così come i DRG potenzialmente inappropriati
• la riduzione dei ricoveri ha riguardato i DRG di complessità intermedia,
• il valore della produzione 2010 sarebbe stato più elevato, ovvero le tariffe 2010 penalizzano ulteriormente i
ricoveri potenzialmente inappropriati.
93
Tabella 2.52 - Andamento delle dimissioni da ricovero ordinario e dei relativi importi
N. DIM.
ANNO
2009
N. DIM.
ANNO
2010
DIFF.
N.
DIM.
IMPORTI
IMPORTI
ANNO 2009 ANNO 2010
USL 109-FE
alta complessità
intermedi
potenzialmente inappropriato
TOTALE
3.373
10.050
2.571
15.994
3.418
10.035
2.597
16.050
45
-15
26
56
29.302.524
27.746.055
4.908.672
61.957.252
29.387.023
27.837.529
5.009.229
62.233.781
84.499
91.474
100.557
276.529
R.E.R. EXTRA
USL 109-FE
alta complessità
intermedi
potenzialmente inappropriato
TOTALE
264
644
136
1.044
251
607
122
980
-13
-37
-14
-64
2.433.996
1.534.341
232.071
4.200.407
2.472.623
1.472.803
217.921
4.163.347
38.627
-61.538
-14.149
-37.061
ESTERO
alta complessità
intermedi
potenzialmente inappropriato
TOTALE
33
146
29
208
20
131
32
183
-13
-15
3
-25
264.831
351.535
48.485
664.850
210.319
333.759
52.681
596.760
-54.512
-17.776
4.197
-68.091
TOTALE
alta complessità
intermedi
potenzialmente inappropriato
TOTALE
3.670
10.840
2.736
17.246
3.689
10.773
2.751
17.213
19
-67
15
-33
32.001.351
29.631.931
5.189.228
66.822.509
32.069.965
29.644.090
5.279.832
66.993.887
68.614
12.160
90.604
171.378
ZONA - CLASSIFICAZIONE DRG
DIFF.
IMPORTI
Infine, sul versante della Specialistica Ambulatoriale provinciale sia i valori che i volumi di attività descrivono un
quadro di tendenziale incremento rispetto al 2009, e ciò si giustifica con il trasferimento di assistenza dal regime
di DH medico al day service.
94
Tabella 2.53 - Volumi e Valori della Specialistica Ambulatoriale provinciale
Disciplina erogante
ANATOMIA ED ISTO. PATOL.
ANGIOLOGIA
CARDIOLOGIA
CHIRURGIA GENERALE
CHIRURGIA MAXILLO FACCIALE
CHIRURGIA PEDIATRICA
CHIRURGIA PLASTICA
CHIRURGIA TORACICA
CHIRURGIA VASCOLARE
EMATOLOGIA
MAL.ENDOCRINE/DIABETOLOG.
GERIATRIA
MALATTIE INFETTIVE E TROPICALI
MEDICINA GENERALE
NEFROLOGIA
NEUROCHIRURGIA
NEUROLOGIA
OCULISTICA
ODONTOIATRIA E STOMATOL.
ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
OSTETRICIA E GINECOLOGIA
OTORINOLARINGOIATRIA
PEDIATRIA
UROLOGIA
DERMATOLOGIA
EMODIALISI
RECUPERO E RIABILITAZIONE
GASTROENTEROLOGIA
MEDICINA NUCLEARE
NEONATOLOGIA
ONCOLOGIA
PNEUMOLOGIA
RADIOLOGIA
RADIOTERAPIA
REUMATOLOGIA
ANESTESIA
LAB.ANALISI CHIMICOCLINICHE
CENTRO TRASFUSIONALE E IMMUNOE
NEURORADIOLOGIA
GENETICA MEDICA
PRONTO SOCCORSO
DIETETICA/DIETOLOGIA
TOTALE COMPLESSIVO
N. di prestazioni
erogate 2009
8.533
N. di prestazioni
erogate 2010
8.610
6.275
6.197
26.597
28.624
12.768
11.188
919
1.007
2.622
2.801
5.246
5.285
908
12
180.320
1.871
57.147
161.404
3.774
64.328
4.252
4.316
15.169
4.132
1.313
15.805
2.016
4.963
26.685
1.903
45.268
25.345
3.672
44.932
25.311
3.946
13.348
22.772
25.799
14.990
15.915
26.507
1.198
14.242
7.997
8.360
16.400
16.908
54.957
50.606
50.111
52.988
7.154
7.498
5.019
5.239
2.700
1.595
5.241
4.371
15.917
14.240
62.979
68.011
36.728
39.116
11.157
10.718
460
519
1.512.438
1.530.636
2.089
2.056
3.839
4.346
6.500
5.921
30.595
35.570
5.245
6.498
2.322.581
2.340.376
95
Importo 2009
€
292.397
274.946
690.056
163.228
18.113
54.841
77.869
20.896
1.622.066
818.438
55.760
61.623
427.073
24.569
174.679
421.735
2.435.860
137.327
561.458
332.375
429.740
384.817
23.682
151.550
329.611
4.762.129
619.366
400.904
973.841
68.794
99.238
360.346
2.126.869
2.446.339
280.369
10.328
5.720.618
148.505
594.632
504.454
803.350
95.715
30.000.507
Importo 2010
€
302.596
270.643
730.078
139.396
19.705
53.930
78.628
165
35.234
1.434.627
995.724
61.158
60.024
456.583
331.846
166.687
409.216
2.437.507
147.731
493.023
376.685
441.544
325.763
158.780
316.368
4.505.064
508.285
429.889
993.341
36.987
82.937
330.160
2.340.699
2.647.744
267.637
11.747
5.747.004
248.585
623.946
463.886
880.741
110.921
30.473.214
sviluppo delle funzioni di eccellenza ma in un’ottica generale di controllo e miglioramento dell’appropriatezza
delle prestazioni e dei percorsi organizzativi. In termini
di indicatori, calcolando l’importo medio per prestazione si ottiene un valore con tendenza ad un sostanziale
mantenimento per le prestazioni in provincia e ad un
sensibile incremento per le prestazioni erogate fuori
provincia e fuori regione. Anche se il dato presenta
un margine di approssimazione evidenzia comunque
come l’attività ambulatoriale presenti un trend di crescita, non solo come volume di attività ma anche di
complessità delle prestazioni erogate. Diminuiscono
gli importi per utenza straniera anche se incrementa
il volume di attività.
La tavola seguente mette in evidenza un incremento
dell’attività ambulatoriale (e dei relativi importi) nel
triennio a confronto. Il trend in crescita che si osserva
dal 2008, per i residenti in provincia, è in larga
parte legato alla progressiva tendenza alla presa in
carico dei pazienti attraverso setting assistenziali
alternativi al ricovero diurno ed ai ricoveri ordinari medici inappropriati. Questa tendenza, si è sviluppata
progressivamente e gradualmente anche per l’utenza
da fuori provincia e regione, nei confronti della
quale, è andato via via ottimizzandosi il criterio di scelta del setting assistenziale ambulatoriale.
L’incremento del potere di attrazione dell’Azienda si
è associato ad obiettivi di aumento di complessità e
Tabella 2.54 - Produzione ambulatoriale aziendale totale distinta per residenza dell’utenza.
2010
Tipologia utente
IMPORTO
N
2009
Importo
medio
IMPORTO
N
2008
Importo
medio
IMPORTO
N
Importo
medio
Provincia
30.473.214
2.340.376
13,0
30.000.507
2.322.581
12,9
29.219.730
2.300.126
12,7
Extra Provincia
2.038.792
60.861
33,5
1.915.705
59.353
32,3
1.925.893
61.518
31,3
Extra Regione
3.601.705
139.826
25,8
3.441.025
142.036
24,2
3.552.154
156.071
22,8
Stranieri
104.156
8.756
11,9
109.410
7.958
13,7
116.994
6.844
17,1
Totale
36.217.867
2.549.819
14,2
35.466.647
2.531.928
14,0
34.814.771
2.524.559
13,8
2.3.4 Qualità dell’assistenza
programmazione della formazione permanente, assieme all’esercizio delle nuove attività di ricerca e di
formazione attribuite alle Aziende sanitarie.
Nell’ottica di proseguire il percorso, già da tempo intrapreso a livello aziendale, volto a sviluppare sistemi e
progetti che consentano di fornire dati utili e significativi per la valutazione della qualità dell’assistenza, durante l’anno 2010 l’Azienda ha mantenuto il suo ruolo
di coordinamento italiano e di partnership al progetto
IQIP, utilizzando una serie di indicatori di processo e
risultato validati a livello internazionale.
A partire dall’anno 2002, è stato attivato in Azienda un
database informatizzato degli indicatori di performance clinica; è inserito su di un sito internet dedicato al
quale si accede tramite password, previa iscrizione.
All’interno del database ogni Dipartimento ed ogni
U.O. ha inserito uno o più indicatori di performance
clinica di suo specifico interesse. A partire dall’anno
2008 il sito è stato aggiornato in modo tale da accogliere anche gli standard di prodotto, legati alla qualità
clinico professionale, resi obbligatori dai requisiti regionali per l’Accreditamento. Essi vengono introdotti
nel sito man mano che i Dipartimenti ricevono la visita
ispettiva regionale. Il database, oltre a consentire una
visione dipartimentale del monitoraggio delle performance, consente di evidenziare particolari eccellenze
nelle singole discipline mediche.
La strategia della clinical governance è stata assunta
dalla Regione a livello di sistema: infatti le relazioni
disegnate dalla L.R. 29/2004 delineano un sistema
compiuto di clinical governance, che va dalla proprietà istituzionale del sistema (il complesso ruolo giocato
dalla Regione e dagli Enti Locali cui spetta l’orientamento strategico del sistema regionale e, in quel quadro, dei sistemi aziendali), all’esercizio delle funzioni
di governo aziendale (tipiche del management e sintetizzate ai rispettivi livelli della direzione generale) e
alla partecipazione dei professionisti ai processi decisionali di disegno, implementazione ed orientamento
strategico della produzione, sono omogenee ad una
visione che non limita la prospettiva della clinical governance all’adeguamento degli strumenti classici
dell’assicurazione della qualità all’ambiente sanitario,
ma, appunto ne fa una modalità di funzionamento del
sistema che va oltre il settore dei servizi sanitari e lo
integra con i processi decisionali di orientamento dei
diversi servizi pubblici e con il governo complessivo
locale.Strumenti per l’esercizio della nuova funzione
attribuita al Collegio di direzione sono la responsabilità nell’elaborazione del sistema di audit clinico, del
programma aziendale di gestione del rischio e della
96
accessibili sul proprio sito istituzionale. Tra gli ambiti
oggetto di misurazione, valutazione e rendicontazione
viene indicato anche la qualità dei servizi erogati.
Parallelamente, è cresciuta l’attenzione per la misurazione delle performance e della qualità dei Servizi
sociali e sanitari pubblici, seppur con finalità diverse:
benchmarking, valutazione, rendicontazione.
Per questi motivi il Bilancio di Missione 2010 contiene i
dati di una serie di indicatori creati da un gruppo di studio regionale, applicabili a tutte le aziende, ed inoltre,
tre indicatori per ogni DAI, scelti dallo stesso, e precisamente: un indicatore di efficacia, uno di sicurezza,
uno di appropriatezza.
Nell’ambito del percorso di revisione del Bilancio di
Missione è maturata l’esigenza di avviare una riflessione sugli indicatori di qualità dell’assistenza, a distanza
di cinque anni dalla loro introduzione. E’ divenuto particolarmente attuale e pervasivo il tema dell’accountability, ed in particolare della public accountability, vale
a dire di una forma di rendicontazione aperta o almeno
accessibile ai cittadini.
Il Decreto legislativo n.150 del 2009 dispone, peraltro, che tutte le pubbliche amministrazioni debbano
annualmente valutare la performance organizzativa
e professionale e rendicontarne gli esiti rendendoli
Indicatori Aziendali
Proporzione di ricoveri per frattura del collo del femore con intervento chirurgico effettuato entro 2 giorni
Proporzione di parti con taglio cesareo primario
Proporzione di interventi di colecistectomia laparoscopica
Proporzione di trattamenti di angioplastica coronarica percutanea transluminale (PTCA) eseguiti entro 1
giorno dall’ammissione di pazienti con episodio di STEMI
Riammissione non pianificata entro 15 giorni dalla dimissione
Mortalità a 30 giorni dalla data di ricovero per infarto miocardico acuto (IMA)
Mortalità a 30 giorni dalla data di ricovero per stroke
Proporzione di ricoveri per frattura del collo del
femore con intervento chirurgico effettuato entro
2 giorni
dall’ingresso in ospedale (1).
Uno studio condotto in Italia e pubblicato nel 2010
mette in evidenza come la mortalità a trenta giorni,
per i pazienti con età superiore a 65 anni operati per
frattura di femore, sia due volte superiore nei pazienti
operati dopo la seconda giornata di degenza rispetto
ai pazienti operati entro due giorni (2).
Il tempo di attesa per intervento per frattura di femore
può essere considerato come indicatore proxy della
gestione clinica e della presa in carico del paziente
stesso (3).
Perché misurare questo fenomeno ?
Le fratture del collo del femore sono eventi traumatici particolarmente frequenti nell’età anziana. Nella
maggior parte dei casi sono causate da patologie croniche dell’osso (es. osteoporosi senile) e si verificano per traumi a bassa energia (cadute accidentali in
ambiente domiciliare), prevalentemente in donne che
alla condizione di grave osteoporosi associano molto
spesso patologie internistiche e della coordinazione
motoria.
Le Linee Guida internazionali concordano sul fatto
che il trattamento migliore delle fratture del collo del
femore sia di tipo chirurgico; la strategia chirurgica dipende dal tipo di frattura e dall’età del paziente; gli
interventi indicati sono la riduzione della frattura e la
sostituzione protesica.
Diversi studi hanno dimostrato che a lunghe attese
per l’intervento corrisponde un aumento del rischio di
mortalità e di disabilità del paziente, un aumento delle
complicanze legate all’intervento, e una minore efficacia della fase riabilitativa.
Di conseguenza molte delle linee guida più recenti
raccomandano che il paziente con frattura del collo
del femore venga operato entro 48 o addirittura 24 ore
Principale riferimento scientifico:
1. Management of hip fracture in older people. A national clinical guideline. Scottish Intercollegiate Guideline Network. June 2009.
2. Carretta E, Bochicchio V, Rucci P, Fabbri G, Laus
M, Fantini MP. Hip fracture: effectiveness of early surgery to prevent 30-day mortality. Int Orthop 2010 Apr
8. [Epub ahead of print]
3. Rapporto Osservasalute 2010. Percentuale di interventi per frattura di femore eseguiti entro le 48 ore (in
press) disponibile all’indirizzo www.osservasalute.it
4. Health Care Quality Indicator Project 2006 .OECD
5. Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n.3 del 5-1-2010
97
Caratteristiche dell’indicatore
- Standard
La percentuale di interventi per frattura di femore
eseguiti entro le 48 ore dal ricovero per pazienti con
più di 65 anni viene monitorata a livello internazionale dall’OECD. Tale monitoraggio mostra che in paesi
come la Norvegia, la Svezia e la Finlandia, tra il 2004
e il 2005, il valore dell’indicatore è superiore o prossimo al 90%, mentre in paesi come l’Italia e la Spagna è
inferiore al 40%(4).
Tale indicatore è anche tra quelli individuati dal Patto
per la Salute 2010-2012 per la valutazione dell’appropriatezza organizzativa, nel documento viene individuato come standard il valore medio delle regioni (5).
- Definizione
Proporzione di ricoveri per frattura del collo del femore
con intervento chirurgico entro 2 giorni.
- Numeratore
Numeri di ricoveri con diagnosi di frattura del collo
del femore con intervento chirurgico entro 2 giorni
dall’ammissione in pazienti di età superiore a 18 anni.
- Denominatore
Numero di ricoveri con diagnosi di frattura del collo del
femore e intervento chirurgico in pazienti di età superiore a 18 anni.
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
Banca Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera
(SDO).
La media regionale dell’anno 2009 era: 41,9 %
Il valore della nostra Azienda per il 2010 è: 25,90 %
Figura 2.9 - Interventi per frattura di femore eseguiti entro le 48 ore dal ricovero
98
Proporzione di parti con taglio cesareo primario
Principale riferimento scientifico:
1. World Health Organization. Appropriate technology
for birth. Lancet 1985; 2: 436-7.
2. Minister of Public Works and Government Services.
Canadian Perinatal Health Report 2003. Ottawa: Canada; 2003.
3. Canadian Institute for Health Information. Health
system performance. Health Indicators. Catalogue no.
82-221-XIE, Volume 2005, No. 3, Ottawa: Canada;
2005.
4. RM Hager, AK Daltveit, D Hofoss, ST Nilsen, T Kolaas, P Øian, et al. Complications of cesarean deliveries: rates and risk factors. Am J Obstet Gynecol 2004;
190: 428-34.
5. FIGO. Raccomendation on ethical issues in obstetrics and gynaecology. London: 2002.
Perché misurare questo fenomeno ?
Negli ultimi 20-30 anni, in molti paesi europei ed extraeuropei si è osservato un aumento della proporzione
di parti mediante taglio cesareo con frequenze variabili che si collocano mediamente intorno al 20%. La
prima raccomandazione ufficiale sulla percentuale
appropriata di cesarei risale al 1985 a seguito di una
consensus conference organizzata appositamente
dall’OMS che concluse che il 10-15% di parti mediante taglio cesareo non doveva essere superato perché
questo non avrebbe prodotto alcun beneficio aggiuntivo di salute per la madre e per il neonato. In Italia
nel 1999 la proporzione di parti cesarei ha superato il
30% e continua a crescere nel tempo con notevoli variazioni regionali: 23% nel Friuli Venezia Giulia e 62%
in Campania (dati del 2008). L’utilizzo inappropriato
di una pratica assistenziale di provata efficacia quale
il cesareo non ha prodotto miglioramenti sostanziali
negli esiti perinatali per le donne e per i bambini. Al
contrario le regioni con un tasso medio di cesarei più
basso della media nazionale hanno bassa mortalità
perinatale e morbilità neonatale rispetto alle regioni
con alto tasso di cesarei. A tale proposito il Dipartimento della Programmazione Sanitaria del Ministero
della Salute ha previsto tra gli obiettivi dello schema di
Piano Sanitario Nazionale 2002-2004 di “diminuire la
frequenza dei parti per taglio cesareo e ridurre le forti
differenze regionali attualmente esistenti, arrivando,
entro il triennio, ad un valore nazionale pari al 20%
in linea con valori medi degli altri paesi europei”. La
FIGO nel 2002 ha prodotto delle Raccomandazioni sul
parto cesareo senza indicazioni mediche concludendo
che, alla luce delle evidenze disponibili, un cesareo
senza indicazione medica non è eticamente giustificabile. Fra le condizioni cliniche che possano indicare
un parto cesareo sono: parto cesareo in precedenti
gravidanze, presentazione podalica, complicanze relative alla placenta o al cordone ombelicale, malattie
a trasmissione sessuale, infezioni, peso del nascituro,
gestosi, diabete, nefropatie. Molti sistemi di indicatori
anglosassoni (USA, Canada, Australia) rilevano i parti
con taglio cesareo primario (quindi in partorienti che
non abbiano avuto un precedente parto cesareo), per
eliminare dall’analisi almeno quella quota attribuibile
ai casi con precedenti parti cesarei.
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Proporzione di parti con taglio cesareo primario
- Numeratore
Numero di parti con taglio cesareo primario
- Denominatore
Numero totale di parti
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
Banche Dati delle Schede di dimissione ospedaliera
(SDO) e del Certificato di Assistenza al Parto (CedAP).
- Standard
La media regionale è stabile, negli anni 2007–2009,
fra il 22% ed il 23%. Gli ospedali statunitensi che utilizzano gli indicatori AHRQ, hanno riscontrato nel 2008
un tasso del 18,03% su un totale di 645.745 parti.
La media regionale dell’anno 2009 era: 22,9 %
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 330
Denominatore: 1583
Valore calcolato: 20,84 %
99
Figura 2.10 - Parti con taglio cesareo primario
Proporzione di interventi di colecistectomia laparoscopica
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Proporzione di interventi di colecistectomia laparoscopica
Perché misurare questo fenomeno ?
La rimozione della colecisti per via laparoscopica rappresenta il "gold standard" nel trattamento della calcolosi della colecisti nei casi non complicati. Una recente
revisione sistematica di trial randomizzati controllati
non ha evidenziato alcuna significativa differenza in
mortalità o complicanze tra tecnica laparoscopica e
laparotomia. La prima è tuttavia associata ad una degenza ospedaliera e ad una convalescenza significativamente più brevi rispetto al classico intervento a cielo
aperto (1). Si ritiene pertanto che alte proporzione rappresentino una migliore qualità delle cure [2]. L’indicatore è anche tra quelli scelti nell’ambito del Progetto
SiVeAS-Sistema di Valutazione della Performance
della Sanita' Italiana, del Ministero della Salute.
- Numeratore
Numero di ricoveri con intervento di colecistectomia
laparoscopica
- Denominatore
Numero di ricoveri con intervento di colecistectomia
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
Banca Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera
(SDO)
Principale riferimento scientifico:
1. Keus F, de Jong JAF, Gooszen HG, van Laarhoven
CJHM. Laparoscopic versus open cholecystectomy
for patients with symptomatic cholecystolithiasis. The
Cochrane Library 2008, Issue 4.
2. Agency for Healthcare Research and Quality (AHRQ). Cholecystitis/cholelithiasis: laparoscopic
cholecystectomyrate. Disponibileall’indirizzohttp://www.qualitymeasures.ahrq.gov/content.
aspx?id=15362 &search=cholecystectomy
3. Society of American Gastrointestinal and Endoscopic Surgeons (SAGES). SAGES guidelines for the clinical application of laparoscopic biliary tract surgery.
Los Angeles (CA), 2010 Jan.
- Standard
Non rilevato un valore di riferimento standard o di
benchmarking. Il sito dell’AHRQ riporta che attualmente nel 75% dei casi non complicati l’intervento
di colecistectomia viene eseguito in laparoscopia.
L’AHRQ raccomanda inoltre di aggiustare le proporzioni per sesso ed età.
La media regionale dell’anno 2009 era: 88,9 %
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 247
Denominatore: 312
Valore calcolato: 79,16 %
100
Figura 2.11 - interventi di colecistectomia laparoscopica
Proporzione di trattamenti di angioplastica coronarica percutanea transluminale (PTCA) eseguiti
entro 1 giorno dall’ammissione di pazienti con episodio di STEMI
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Proporzione di PTCA eseguite entro 1 giorno dall’ammissione di pazienti con un episodio di STEMI.
Perché misurare questo fenomeno?
L’angioplastica coronarica percutanea transluminale
(PTCA) è ormai considerata il trattamento più appropriato per l’infarto miocardico acuto. E’ stato dimostrato che negli ospedali in cui viene eseguito un numero
maggiore di PTCA, gli esiti per i pazienti sono superiori a quelli con minore esperienza. I vantaggi comprendono minore mortalità e necessità di ricorso a
operazioni chirurgiche di bypass coronarico [1]. Anche
la tempistica di esecuzione, elemento essenziale per il
successo della PTCA in urgenza, risulta migliore nelle
strutture con un volume maggiore di procedure [2]. Il
numero di PTCA eseguito da un ospedale può, pertanto, riflettere la qualità dell’assistenza fornita.
- Numeratore
Numero di episodi con PTCA eseguita entro un giorno
dall’ammissione
- Denominatore
Numero di episodi di STEMI
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
Banca Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera
(SDO).
- Standard
La media regionale dell’anno 2009 era: 51,4 %
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 173
Denominatore: 255
Valore calcolato: 67,8%
Principale riferimento scientifico:
1. Canto JG, Every NR, Magid DJ, et al. The volume
of primary angioplasty procedures and survival after
acute myocardial infarction. National Registry of Myocardial Infarction 2 Investigators.N Engl J Med. 2000
May 25;342(21):1573-80.
2. Kumbhani DJ, Cannon CP, Fonarow GC, et al. Association of hospital primary angioplasty volume in STsegment elevation myocardial infarction with quality
and outcomes. JAMA. 2009 Nov 25;302(20):2207-13.
101
Figura 2.12 - PTCA eseguite entro 1 giorno dall’ammissione di pazienti con un episodio di STEMI
Riammissione non pianificata entro 15 giorni dalla
dimissione
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Riammissione non pianificata entro 15 giorni dalla dimissione.
Perché misurare questo fenomeno ?
I pazienti con alcuni tipi di diagnosi tendono ad essere
di nuovo ricoverati, in maniera non pianificata e non
aspettata, dopo la loro dimissione dall’ospedale. Questo può avere a che fare con la natura della loro patologia o con aspetti dell’assistenza ricevuta durante il
primo ricovero. Una dimissione prematura, una inadeguata pianificazione della dimissione, un ritardo nella
pianificazione, una scarsa collaborazione del paziente, la mancanza di risorse sul territorio, l’insufficiente informazione al paziente possono essere cause di
questo fenomeno. Alcune di queste cause sono sotto
il controllo dell’ospedale mentre altre gli possono sfuggire. Benché una certa quota di riammissioni in ospedale sembra essere inevitabile, gli ospedali dovrebbero adoperarsi per ridurre il più possibile la frequenza
delle riammissioni o, almeno, allungare gli intervalli fra
i singoli ricoveri. Indicatori simili fanno parte anche dei
maggiori sistemi di indicatori come quello australiano
e quello statunitense.
- Numeratore
Numero di ricoveri avvenuti entro 15 giorni dalla dimissione del ricovero indice con proposta di ricovero “urgente”, attribuiti alla stessa MDC del ricovero indice e
nella stessa struttura.
- Denominatore
Numero di ricovero totali.
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
Banca Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera
(SDO).
- Standard
Nel sistema australiano degli indicatori l’intervallo è
fissato a 28 giorni. Nel 2007 ben 310 ospedali hanno
rilevato e conferito i dati, la media è del 1,21%, con
un notevole miglioramento rispetto ad anni precedenti
(2,08% nel 2003).
Principale riferimento scientifico:
Benbassat J, Taragin M (2000). Hospital Readmissions as a measure of quality of health care – advantages and limitations. Arch Intern Med. 160, 1074-1081
La media regionale dell’anno 2009 era: 1,7 %
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 413
Denominatore: 26298
Valore calcolato: 1,57 %
102
Figura 2.13 - Riammissione non pianificata entro 15 giorni dalla dimissione.
Mortalità a 30 giorni dalla data di ricovero per infarto miocardico acuto (IMA)
“ACC/AHA 2008 statement on performance measurement and reperfusion therapy: a report of the ACC/
AHA Task Force on Performance Measures (Work
Group to Address the Challenges of Performance Measurement and Reperfusion Therapy)”. Circulation.
2008;118:2649 –2661.
Perché misurare questo fenomeno?
L’infarto miocardico è una delle principali cause di
morte e disabilità in tutto il mondo. L’aterosclerosi
delle coronarie è una malattia cronica con periodi di
stabilità ed instabilità. Nei periodi instabili con una infiammazione della parete vascolare in atto, i pazienti
possono sviluppare l’infarto. Le linee guida cliniche internazionali danno delle indicazioni molto precise sulle
azioni cliniche ed assistenziali da svolgere appena un
paziente con un infarto miocardico acuto viene preso
in carico dalle strutture sanitarie (ambulanze o pronto
soccorso). Queste azioni vengono monitorate in molte
realtà sanitarie del mondo (ad esempio percentuale
dei pazienti cui è stata somministrata l’aspirina all’ingresso). I pazienti e cittadini hanno maggiore interesse per una valutazione dei risultati. Una delle principali
misure di risultato (per l’infarto come per altre patologie) è il tasso di mortalità, rilevato a 30 giorni dopo l’inizio delle cure. Il tasso di mortalità rispecchia, da una
parte, la gravità clinica dei pazienti, dall’altra l’efficacia
reale e la qualità dell’assistenza. Dato che una parte
dei decessi per infarto non avviene durante il ricovero
ospedaliero, ma dopo la dimissione, è opportuno rilevare la mortalità ad una distanza di tempo che include
anche una parte della fase riabilitativa, dentro o fuori
dalla struttura ospedaliera.
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Proporzione di decessi entro trenta giorni da un ricovero per un episodio di IMA
- Numeratore
Numero di episodi di IMA, in cui il paziente risulta deceduto entro trenta giorni dalla data di ammissione del
ricovero indice
- Denominatore
Numero di episodi di IMA
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
Banche Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera
(SDO) e l’Anagrafe Assistiti Regionale
- Standard
Uno studio recente del “Center for Medicare e Medicaid Services” negli Stati Uniti ha valutato questo parametro per 3 anni, limitandosi però ai pazienti con età
superiore ai 65 anni. Il valore emerso è 16,6%, con
differenze importanti fra stati e ospedali.
Krumholz HM, Merrill AR, Schone EM et al . Patterns
of hospital performance in acute myocardial infarction
and heart failure 30-day mortality and readmission.
Circ Cardiovasc Qual Outcomes. 2009 Sep;2(5):40713.
La media regionale dell’anno 2009 era: 12 %
I valori della nostra Azienda per il 2009
Numeratore: 51
Denominatore: 413
Valore calcolato: 12,3 %
Principale riferimento scientifico:
1. Grosso LM, Schreiner GC, Wang Y et al.. 2009
Measures maintenance technical report: acute myocardial infarction, heart failure, and pneumonia 30-day
risk-standardized mortality measures. Baltimore (MD):
Centers for Medicare & Medicaid Services; 2009 Apr
7. 47 p.
2. Masoudi FA, Bonow RO, Brindis RG et al. 2008
103
Figura 2.14 – Mortalità a 30 giorni dal ricovero per IMA per azienda di ricovero
Nota: I dati si riferiscono all’anno precedente per difficoltà di reperimento dei dati stessi
Mortalità a 30 giorni dalla data di ricovero per
stroke
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Proporzione di decessi entro 30 giorni dopo un ricovero in urgenza per ictus
Perché misurare questo fenomeno?
L’ictus (“stroke”) e altre condizioni cerebrovascolari
sono fra le prime cause di morte in molti paesi, dopo
il cancro e le patologie cardiache. Molti pazienti che
sopravvivono ad un ictus rimangono disabili, l’impatto
dell’ictus dipende da quale parte del cervello sia colpita e quanto sia grave il danno al tessuto cerebrale.
Gli effetti possono andare da una lieve menomazione fino ad una drammatica perdita di funzioni, come
il linguaggio parlato, la mobilità, la vista e la memoria.
Un trattamento dell’ictus che sia di buona qualità deve
essere tempestivo ed efficace a prevenire la morte del
tessuto cerebrale. Negli ultimi anni sono state redatte dagli esperti molte linee guida e raccomandazioni
cliniche, basate sulle evidenze scientifiche, su come
migliorare il trattamento dei pazienti affetti da ictus. Il
tasso di mortalità rispecchia, da una parte, la gravità
clinica dei pazienti, dall’altra l’efficacia reale e la qualità dell’assistenza. Dato che una parte non trascurabile
dei decessi per ictus non avviene durante il ricovero
ospedaliero, ma dopo, è opportuno rilevare la mortalità ad una distanza di tempo che include anche una
parte della fase riabilitativa, dentro o fuori dalla struttura ospedaliera.
- Numeratore
Numero di pazienti deceduti entro 30 giorni a seguito
di un ricovero in urgenza per ictus
- Denominatore
Numero di ricoveri in urgenza per ictus
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
Banche Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera
(SDO) e il Registro di Mortalità (REM).
- Standard
Il sistema di indicatori clinici della Danimarca indica
uno standard del 15%; per il confronto fra strutture va
tenuto conto della gravità dei casi al momento del ricovero.
La media regionale dell’anno 2009 era: 18,9 %
I valori della nostra Azienda per il 2009
Numeratore: 128
Denominatore: 611
Valore calcolato: 20,9 %
Principale riferimento scientifico:
Linee guida SPREAD. “Ictus cerebrale – linee guida
italiane di prevenzione e trattamento” Milano Gennaio
2010
104
Figura 2.15 - Mortalità a 30 giorni dal ricovero per stroke per azienda di ricovero
Nota: I dati si riferiscono all’anno precedente per difficoltà di reperimento dei dati stessi
105
DIPARTIMENTO
Indicatori Dipartimentali
Medico
EFFICACIA
SICUREZZA
Completezza diagnostica
Medico Specialistico
Prevenzione delle lesioni
da pressioni
Tasso di Pazienti in Dialisi Tasso di infezioni nei
pazienti che hanno
stabilizzati con Hb >11
posizionato CVC a lunga
gr%
permanenza
Chirurgico
Chirurgico
co
APPROPRIATEZZA
N° accessi in DH
Agobiopsie tiroidee eco
guidate non adeguate
Tasso di core-biopsy
Mortalità peri-operatoria Stroke maggiore dopo
in Chirurgia
intervento di TEA caroti- ecoguidate non corrette
dea
Specialisti- Prevalenza dei pazienti Emorragie postadenoton- Ricoveri per endooftalmicon parodontite o a ele- sillectomia che richiedono te acuta dopo intervento
vato rischio di parodontite un intervento di revisione di cataratta
con percentuale di
sanguinamento al sondaggio < 30% entro 6
mesi dal trattamento parodontale non chirurgico
Riproduzione e
Accrescimento
Emergenza
Neuroscienze /
Riabilitazione
Diagnostica per
Immagine e Medicina
di Laboratorio
Percentuale di gravide e
neonati ad alto rischio
rispetto al totale dei nati
vivi assistiti al 3° livello
% di gravidanze esitate in
aborto spontaneo
collegabili a diagnosi
strumentale invasiva
(amnio, villo, funicolo)
Mortalità dei pazienti
ricoverati in Unità
Coronarica con diagnosi
principale o secondaria di
infarto miocardico acuto
Sepsi in pazienti con
catetere venoso centrale
ricoverati in Terapia
Intensiva
Accuratezza della
fibrobroncoscopia
Tasso di mortalità a 3 Infezioni chirurgiche
mesi in pazienti con stroke ischemico trattati con
trombolisi
sistemica
(rTPA) entro 3 h dall’esordio
Dimissioni dalla UGC verso strutture protette
Reazioni avverse a
Qualità diagnostica
trasfusione
intraoperatoria diagnosi
istologiche estemporanee
Valutazione di
appropriatezza e
completezza della richiesta di prestazione diagnostica medico nucleare
(scintigrafie)
106
Dipartimento Medico
Caratteristiche dell’indicatore
Efficacia: Completezza diagnostica
- Definizione
Completezza diagnostica in regime di ricovero ordinario
Perché misurare questo fenomeno?
L’attività tipica dell’ospedale per acuti riguarda i problemi che richiedono un impegno di risorse notevole,
ma concentrato e delimitato nel tempo. Il paziente internistico, deve avere pertanto una patologia complessa per giustificare il fatto che l’assistenza fornita sia
necessaria, da un punto di vista clinico. Al momento
della dimissione tutte le informazioni necessarie ad interpretare la situazione del paziente e l’evoluzione del
caso, devono essere riportate nella documentazione
disponibile, per permettere una corretta valutazione
dell’accuratezza diagnostica e terapeutica e del percorso del paziente.
- 1 valore (solo Numeratore)
Numero medio delle diagnosi
- Periodicità di rilevamento dati
Semestrale
- Fonti informative
La fonte dei dati è la rete Intranet Aziendale nella Sezione “Reportistica”.
- Standard
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: > 3,5
I valori della nostra Azienda per il 2010:
- I semestre 2010: 5,57
- II semestre 2010: 5,60
Principale riferimento scientifico:
Requisiti specifici per l’accreditamento delle strutture
di Medicina Interna
Figura 2.16 - Completezza diagnostica in regime di ricovero ordinario
107
Sicurezza: Prevenzione delle lesioni da pressioni
Caratteristiche dell’indicatore
Perché misurare questo fenomeno?
La lesione da pressione (o ulcera da decubito) è una
lesione del tessuto, con degenerazione irreversibile,
che interessa l’epidermide, il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi più gravi, la muscolatura e le ossa. Piuttosto comunemente è detta
anche "piaga".
Le lesioni da decubito spesso sono delle conseguenze dovute a una inadeguata assistenza in ambito domiciliare per mancanza di conoscenze da parte dei
badanti o in ambito ospedaliero. Non attivare immediate tecniche di prevenzione con utilizzo di moderni
ausili antidecubito può provocare gravissime lesioni.
Nei confronti di soggetti fragili, soggetti di età avanzata o molto avanzata, cronicamente affetti da patologie
multiple, con stato di salute instabile, frequentemente disabili, in cui gli effetti dell’invecchiamento e delle
malattie sono spesso complicati da problematiche di
tipo socio-economico, l’azienda si dota di risorse per
la loro tutela. Alla luce di questa definizione appare
evidente come in persone anziane vi è un maggior
rischio di peggioramento della propria salute e dello
stato funzionale e un’alta necessità di risorse.
- Definizione
Appropriatezza delle misure di prevenzione durante
il ricovero ospedaliero: prevenzione delle lesioni da
pressione
- Numeratore
Numero di soggetti fragili a rischio di insorgenza di ulcere da pressione con presenza di presidi di prevenzione
- Denominatore
Numero totale soggetti fragili a rischio di insorgenza di
ulcere da pressione
- Periodicità di rilevamento dati
Quadrimestrale
- Fonti informative
Indagine epidemiologica effettuata da Direzione delle
Professioni attraverso i Referenti di Attività “Prevenzione e trattamento delle lesioni da pressione”
- Standard
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: ≥90 %
Principale riferimento scientifico:
Area del governo clinico – Regione Emilia Romagna –
Raccomandazioni per la prevenzione delle lesioni da
decubito - Dossier 94/2004
I valori della nostra Azienda per il 2010:
- I quadrimestre 2010: 91,55 %
- II quadrimestre 2010: 100 %
- III quadrimestre 2010: 96,88 %
Figura 2.17 - Appropriatezza delle misure di prevenzione durante il ricovero ospedaliero: prevenzione
delle lesioni da pressione
108
Appropriatezza: N° accessi in DH
Caratteristiche dell’indicatore
Perché misurare questo fenomeno ?
L’utilizzo appropriato del ricovero ospedaliero è stato negli ultimi dieci anni uno degli obiettivi primari del
Sistema Sanitario Nazionale ed il sistema di finanziamento degli ospedali basato sui DRGs, ha avuto come
scopo principale la promozione dell’efficienza e l’equità nella distribuzione delle risorse.
L'erogazione di prestazioni a ciclo diurno è ammessa
per l'attività diagnostica, terapeutica e riabilitativa, in
alternativa al ricovero ordinario, quando le prestazioni
da erogare "per loro natura e complessità di esecuzione richiedano che sia garantito un regime di assistenza medica e/o infermieristica continua, non attuabili in
ambito di attività ambulatoriale ".
Fra i vari requisiti per stabilire l’appropriatezza del
ricovero in DH, la nostra Regione ha inserito anche
quello relativo al numero di accessi che deve essere
superiore a 4, per documentare la complessità della
patologia da trattare.
- Definizione
Utilizzo del Day Hospital: Numero di accessi in DH
Principale riferimento scientifico:
1. Fiorini M., Vizioli M., Melotti R., Louis D.Z., Grilli R.;
2006 Atlante dell'appropriatezza organizzativa. I ricoveri ospedalieri in Emilia-RomagnaDossier ; 132, 90 p.
2. Louis D., Taroni F., Melotti R., Rabinowitz C., Vizioli
M., Fiorini M., Gonnella J.; 2008 Increasing appropriateness of hospital admissions in the Emilia-Romagna
region of Italy Journal of health services & policy, 13,
4, pp. 202-208.
I valori della nostra Azienda per il 2010:
- I trimestre 2010: 13,95 %
- II trimestre 2010: 13,64 %
- III trimestre 2010: 7,32 %
- IV trimestre 2010: 0,91 %
- Numeratore
Numero di DH medici minore di 4 accessi
- Denominatore
Numero totale di ricoveri in DH
- Periodicità di rilevamento dati
Trimestrale
- Fonti informative
La fonte dei dati è la rete Intranet Aziendale nella Sezione “Reportistica”
- Standard
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: < 5 %
Figura 2.18 - Utilizzo del Day Hospital: Numero di accessi in DH
109
Dipartimento Medico Specialistico
with chronic Kidney disease: a position statement by
the anaemia Working Group of European (ERPB).
Nephrol Dial Transplant 2009;24:348-354.
Efficacia: Tasso di Pazienti in Dialisi stabilizzati
con Hb >11 gr%
Caratteristiche dell’indicatore
Perché misurare questo fenomeno ?
Gli agenti stimolanti l’eritropoiesi (ESA) rappresentano
la più importante innovazione terapeutica degli ultimi
venti anni nei pazienti affetti da malattia renale cronica
in fase dialitica e della malattia renale cronica con insufficienza renale. Il loro uso ha comportato benefici
indiscussi per il paziente:
ha ridotto la frequenza con cui la malattia si manifesta
e la mortalità cardiovascolare, tipicamente elevate in
questi pazienti, agendo principalmente sul rimodellamento del miocardio
ha permesso di evitare le trasfusioni di sangue con
conseguente minor rischio infettivo (in particolare Virus B e C dell’epatite) e di accumulo di ferro (emosiderosi)
ha migliorato la qualità di vita del paziente, aumentandone la resistenza allo sforzo fisico e la sensazione di
benessere generale
Di riflesso ha però comportato un cospicuo aumento
della spesa per il noto elevato costo di tale terapia
(controbilanciato in parte dalla riduzione della morbilità e di altri interventi terapeutici, come le emotrasfusioni).
Pertanto, l’importanza di misurare il fenomeno è su
due versanti: l’uno di efficacia/sicurezza clinica, l’altro
di farmacoeconomia.
L’ attenta monitorizzazione dei livelli di emoglobina
permette quindi il raggiungimento del target (fascia di
valori), senza eccedere nella ipercorrezione e il mantenimento costante di livelli ottimali di emoglobina.
- Definizione
Terapia sostitutiva della funzione renale (dialisi): Tasso
di pazienti in dialisi stabilizzati con emoglobina (Hb)
>11 gr %
- Numeratore
Numero di pazienti in dialisi da più di 6 mesi con Hb
>= 11 gr %
- Denominatore
Numero di pazienti in dialisi da almeno 6 mesi.
- Fonti informative
La fonte dei dati è il registro dialisi interno di U.O.
per identificazione dei pazienti emodializzati in terapia
sostitutiva da almeno sei mesi, stabilizzati. I valori di
emoglobina sono ricavati tramite il sistema informatico
SAP.
- Periodicità di rilevamento dati
Semestrale
- Standard
L’ultimo aggiornamento delle linee guide europee ed
americane ha ribadito l’importanza di correggere l’anemia mediante somministrazione di ESA in quasi tutti i pazienti con CKD, indipendentemente dal grado di
gravità della malattia renale, con l’obiettivo di raggiungere e mantenere stabili i livelli di emoglobina (Hb) entro il range ottimale di 11-12 g/dl evitando di superare
il valore di 13 g/dl.
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: >= 70 %
Principale riferimento scientifico:
1. KDOQI Clinical Practice Guideline and Clinical
Practice Raccomandations for anaemia in Chronic
Kidney Disease:2007 Update of haemoglobin target
Am J KidneyDis 2007; 50: 471-530
2. Eschbach JW et al Recombinan human erythropoietin in anemic patients with end-stage renal disease.
Ann Intern Med 1989;111:992-1000
3. Canadian Erythropoietin Study Group. Association
between recombinant human erythropoietin and quality of life and exercise capacity of patients receiving
haemodialysis. BMJ 1990; 300:573-578
4. Zoccali C, el al: European Best Practice guidelines ; European Renal Best Practice . European Best
Practice quo vadis? From European Best Practice
guidelines (EBPG) to European Renal Best Practice
(ERBP). Nephrol Dial Transplant 2008 ;23:2162-2166
5. Locatelli F et al : Anemia management in patients
I valori della nostra Azienda per il 2010
- I semestre 2010: 71,43 %
- II semestre 2010: 72 %
110
Figura 2.19 - Tasso di pazienti in dialisi stabilizzati con emoglobina (Hb) >11 gr %
Sicurezza: Tasso di infezioni nei pazienti che hanno posizionato CVC (Catetere Venoso Centrale) a
lunga permanenza
alla gestione dei cateteri
- Utilizzo di corrette tecniche asettiche nella gestione
dei cateteri stessi.
Esiste la possibilità che il paziente portatore di catetere venoso centrale contragga una sepsi (infezione
generalizzata con febbre) a partenza proprio dal catetere.
Evidentemente, contrarre un’infezione a partenza dal
catetere venoso centrale usato per le cure in Terapia
Intensiva è un evento da evitare, e dunque una misura
di sicurezza per il paziente.
La presenza di un dispositivo venoso, impiantato per
la somministrazione sicura delle chemioterapie e delle terapie di supporto necessarie, può dare origine ad
infezioni che colpiscono in modo diffuso un intero organismo.
Sono complicanze gravi, che
sono potenzialmente fatali per i pazienti
comportano un aumento dei costi dei trattamenti in
termini di esecuzione di esami colturali, ospedalizzazione, terapie antibiotiche mirate, eventuali espianto
del catetere venoso e reimpianto di un nuovo catetere
inficiano l’efficacia dell’accesso venoso che, per le sue
caratteristiche tecniche e di impianto, è nato per durare nel tempo (mesi/anni).
Perché misurare questo fenomeno ?
Un catetere venoso centrale (ovvero inserito in un
grosso vaso) permette di somministrare farmaci, e nutrire il paziente nel caso non possa alimentarsi per la
via naturale.
L’utilizzo di cateteri venosi centrali è oggi indispensabile nella pratica medica;questi presidi, mentre da un
lato garantiscono un accesso vascolare sicuro, dall’altro lato costituiscono per il paziente un pesante fattore
di rischio per complicanze infettive, e il rischio è reso
particolarmente significativo alla luce del grandissimo
numero di cateteri utilizzati ogni anno in tutte le strutture sanitarie.
Una ricca letteratura è quindi fiorita riguardo alla prevenzione e al controllo delle infezioni correlate ai cateteri venosi centrali, e tutte le linee guida elaborate a
livello mondiale (vedasi le recenti linee guida dei CDC
– Center for Disease Control – di Atlanta) evidenziano
quali principali elementi di prevenzione :
- Elaborazione di procedure corrette.
- Formazione del personale dedicato all’impianto e
111
Principale riferimento scientifico:
Ng F, Mastoroudes H, Paul E et al., Clinical Oncology
2007; 19:551-56
- Fonti informative
La fonte dei dati sono le cartelle cliniche dei pazienti
nelle quali sono inseriti gli eventuali esami colturali.
Caratteristiche dell’indicatore
- Standard
Gli articoli scientifici che trattano di pazienti oncologici portatori di sistemi di accesso venoso di lunga durata riportano una frequenza di infezioni sistemiche
variabile da 0,1 a 2,54 infezioni/1000 giorni-catetere
(Mastoroudes H 2007; Biffi 1997; Bouza 2002; Maki
2006; Nightingale 1997). Tali articoli sono peraltro difficilmente interpretabili e confrontabili a causa della
scarsa numerosità e dell’eterogeneità delle casistiche,
delle differenti patologie oncologiche, differenti tipi di
cateteri utilizzati, differenti usi dei cateteri.
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: < 2,54 ‰ episodi /1000 gg catetere
- Definizione
Corretta esecuzione delle azioni di prevenzione della
diffusione delle infezioni ospedaliere: Tasso di infezioni nei pazienti che hanno posizionato CVC a lunga
permanenza
- Numeratore
Numero di episodi infettivi documentati da emocoltura
in pazienti che hanno posizionato CVC (Port + Groshong) nel periodo
- Denominatore
Numero totale di giorni-catetere nei pazienti che hanno posizionato CVC (Port + Groshong) nel periodo
I valori della nostra Azienda per il 2010
- I semestre 2010: 0,18 ‰
- II semestre 2010: 0,22 ‰
- Periodicità di rilevamento dati
Semestrale
Figura 2.20 - Tasso di infezioni nei pazienti che hanno posizionato CVC a lunga permanenza
112
Appropriatezza: Agobiopsie tiroidee eco guidate
non adeguate
3. Kuru B.The sensitivity and the false negative rate
of fine needle aspiration biopsy in thyroid nodule.Ann
Surg. 2008 Aug;248(2):343-4.
4. Berker D, Aydin Y, Ustun I, Gul K, Tutuncu Y, Işik S,
Delibasi T, Guler S.The value of fine-needle aspiration
biopsy in subcentimeter thyroid nodules.Thyroid. 2008
Jun;18(6).
5. Pitman MB, Abele J, Ali SZ, Duick D, Elsheikh
TM, Jeffrey RB, Powers CN, Randolph G, Renshaw
A, Scoutt L. Techniques for thyroid FNA: a synopsis
of the National Cancer Institute Thyroid Fine-Needle
Aspiration State of the Science Conference.Diagn
Cytopathol. 2008 Jun;36(6):407-24.
Perché misurare questo fenomeno ?
L’agobiopsia tiroidea ecoguidata costituisce una tecnica sicura e poco invasiva divenuta parte integrante
nella diagnostica del nodulo tiroideo.
In mani esperte l’accuratezza della metodica è del
95%. La corretta esecuzione di tale tecnica permette di ottenere un campione di cellule “diagnostico” o
“adeguato” per consentire al citopatologo di fornire
una diagnosi di benignità o malignità. Pertanto, il risultato dell’agobiopsia tiroidea è determinante per
decidere se il paziente con un nodulo tiroideo dovrà
essere sottoposto a terapia chirurgica o medica con
visite di controllo periodiche.
Il monitoraggio delle agobiopsie tiroidee non adeguate permette di valutare l’appropriatezza del percorso
diagnostico del nodulo ai fini della diagnosi precoce
del carcinoma differenziato della tiroide, contribuendo
da un lato a dimostrare la qualità del servizio e dall’altro a ridurre i costi che conseguirebbero alla ripetizione di esami non diagnostici.
Presso l’U.O. Endocrinologia dell’Azienda vengono
effettuati ogni anno circa 1800 agobiopsie tiroidee
suddivise tra pazienti ambulatoriali (93%) e ricoverati
(7%) con riscontro di nodulo tiroideo da sottoporre a
definizione diagnostica.
Recentemente l’agobiopsia tiroidea eco guidata è
stata integrata dall’indagine genetica sul citoaspirato
tiroideo per la ricerca di mutazioni somatiche del gene
BRAF coinvolto nello sviluppo del carcinoma papillare
della tiroide e dei geni RAS prevalentemente implicati nello sviluppo delle neoplasie tiroidee follicolari.
L’applicazione dell’indagine genetica all’agobiopsia
tiroidea, oltre a conferire un contenuto innovativo alla
metodica, ha permesso di avviare un processo di miglioramento nella diagnostica del carcinoma differenziato della tiroide.
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Gestione di Indagini diagnostiche specifiche: Agobiopsie tiroidee ecoguidate non adeguate
- Numeratore
Numero di agobiopsie inadeguate nel quadrimestre
- Denominatore
Numero totale di agobiopsie nel quadrimestre
- Periodicità di rilevamento dati
Quadrimestrale
- Fonti informative
La fonte dei dati è rappresentata dai referti dell’U.O.
di Anatomia Patologica, dalle Schede ambulatoriali
dell’U.O. di Endocrinologia, dai dati di produzione forniti dal Controllo di Gestione, e dal sistema informativo
SAP utilizzato in Azienda.
- Standard:
Dalla Letteratura Internazionale si rileva che la percentuale di agoaspirati “non diagnostici” o “inadeguati”
varia dal 4 al 6% ed è strettamente legata all’esperienza ed abilità dell’operatore.
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: <= 5 %.
Principale riferimento scientifico:
1. Tee YY. The Sensitivity and the False Negative Rate
of Fine Needle Aspiration Biopsy in Thyroid Nodule.
Ann Surg. 2008 Aug;248(2):344.
2. Tee YY, Lowe AJ, Brand CA, Judson RT Fineneedle aspiration may miss a third of all malignancy in
palpable thyroid nodules: a comprehensive literature
review. Ann Surg. 2007 Nov;246(5):714-20.
I valori della nostra Azienda per il 2010
- I quadrimestre 2010: 4,34 %
- II quadrimestre 2010: 4,77 %
- III quadrimestre 2010: 3,68 %
113
Figura 2.21 - Agobiopsie tiroidee ecoguidate non adeguate
Dipartimento Chirurgico
il monitoraggio continuo delle funzioni vitali e l’assistenza respiratoria adeguata.
Altro dato importante è la valutazione della performance chirurgica intesa come l’esecuzione con una
accuratezza estrema dell’atto operatorio, ciò al fine di
evitare complicanze durante e nell’immediato periodo
post-operatorio quali il sanguinamento acuto (2), tale
da richiedere trasfusioni di globuli rossi, e la contaminazione batterica (3) che può portare alla sepsi ed
esitare nello shock settico, spesso irreversibile, con
morte del paziente.
Infine, non meno rilevante nel periodo post-operatorio
è un attento monitoraggio del paziente in grado di farci
percepire, il prima possibile, l’insorgenza di problematiche che devono essere valutate e trattate adeguatamente(4).
Il risultato ottenuto dalla nostra equipe, in questi anni,
è il frutto della valida collaborazione tra i Chirurghi, gli
Anestesisti e tutto il personale paramedico che presta
servizio in sala operatoria ed in degenza.
L’indicatore della mortalità perioperatoria in chirurgia
fa parte anche dei maggiori sistemi di indicatori utilizzati negli Stati Uniti.
Efficacia: Mortalità peri-operatoria in Chirurgia
Perché misurare questo fenomeno ?
Per “perioperatorio” si intende il periodo precedente o
immediatamente successivo ad un intervento chirurgico.
Prima di eseguire un qualsiasi atto chirurgico è essenziale che il paziente venga sottoposto ad una valutazione accurata del rischio operatorio da parte della
equipe chirurgica ed anestesiologica (1).
Questo indice viene stabilito dopo la visita ed una approfondita disamina della problematica chirurgica per
cui il paziente si è presentato, degli esiti di patologie
già trattate in precedenza e delle eventuali patologie
associate (diabete, cardiopatia ischemica e/o ipertensiva, broncopneumopatia cronica, ecc.). Queste
valutazioni pre-operatorie hanno come fine quello di
proporre all’interessato quell’intervento chirurgico che
sia in grado di risolvere nel modo migliore la patologia esponendolo ad un minimo, o contenuto, rischio
operatorio.
Nel caso di pazienti con numerose comorbilità, cioè in
individui in cui coestistono due (o più) patologie diverse, e quindi con un rischio operatorio elevato e per i
quali l’intervento chirurgico non sia procrastinabile, ad
essi viene proposto nell’immediato post-operatorio il
ricovero in terapia intensiva al fine di rendere possibile
1. Survey Study of Anesthesiologists' and Surgeons'
Ordering of Unnecessary Preoperative Laboratory
Tests. Katz RI, Dexter F, Rosenfeld K, Wolfe L, Redmond V, Agarwal D, Salik I, Goldsteen K, Goodman M,
Glass PS Anesth Analg. 2010 Nov 16.
114
- Numeratore
Numero totale di pazienti deceduti entro le 48 ore dalla
somministrazione dell’anestesia
2. Prophylaxis in bleeding disorders.Oldenburg
J.Thromb Res. 2010 Nov 26.
3. Intraoperative Bacterial Translocation Detected by
Bacterium-Specific Ribosomal RNA-Targeted Reverse-Transcriptase Polymerase Chain Reaction for the
Mesenteric Lymph Node Strongly Predicts Postoperative Infectious Complications After Major Hepatectomy
for Biliary Malignancies.Mizuno T, Yokoyama Y, Nishio
H, Ebata T, Sugawara G, Asahara T, Nomoto K, Nagino M Ann Surg. 2010 Dec;252(6):1013-9.
4. Inflammatory consequences of the translocation of
bacteria and endotoxin to mesenteric lymph nodes.
Schoeffel U, Pelz K, Häring RU, Amberg R, Schandl
R, Urbaschek R, von Specht BU, Farthmann EH. Am J
Surg. 2000 Jul;180(1):65-72.
- Denominatore
Tutti gli interventi chirurgici
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
La fonte dei dati è il registro operatorio e le cartelle
cliniche dei deceduti nel post-operatorio
- Standard
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: <= 0,25 %
Visto che al numeratore ci sono cifre molto piccole (3
per l’anno 2009) un evento negativo in più o in meno
può causare variazioni molto ampie nel calcolo della
percentuale (anno 2006: con 4 pazienti si esce dallo
standard); da notare che il dato è stabile da molti anni.
Principale riferimento scientifico:
Kazandijan V, Matthes N, Wicker K. Are performance indicators generic? The international experience
of the Quality Indicator Project. J Eval Clin Practice
2003;9(2):265-76
Caratteristiche dell’indicatore
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 3
Denominatore: 1307
Valore calcolato: 0,23 %
- Definizione
Performance chirurgica e adeguatezza della valutazione pre-operatoria del paziente: Mortalità peri-operatoria in Chirurgia entro le 48 ore dall’atto chirurgico
Figura 2.22 - Mortalità peri-operatoria in Chirurgia entro le 48 ore dall’atto chirurgico
115
Sicurezza: Stroke maggiore dopo intervento di
TEA carotidea
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Performance chirurgica: Ictus Ischemico grave dopo
intervento di TEA carotidea
Perché misurare questo fenomeno ?
T.E.A. sono le iniziali del procedimento denominato
“trombo-endoarterectomia”, cioè la rimozione chirurgica della placca che ostruisce la parte interna della
carotide, che è un vaso che porta il sangue al cervello.
Questo tipo di intervento chirurgico è considerato
molto delicato perché si tratta di intervenire su un
distretto vascolare destinato ad irrorare oltre il 70 %
dell’emisfero cerebrale omolaterale. Il risultato di questa operazione è pertanto legato alla appropriatezza
della tecnica chirurgica adottata, che è condizionata
dall’esperienza maturata nel corso di molti anni di
attività chirurgica. Lo scopo di questo intervento è la
prevenzione dell’ictus ischemico in pazienti affetti da
placche ateromasiche della carotide interna che possono causare in tempi più o meno brevi una ischemia
cerebrale, che potrebbe portare a gravi disabilità. Tuttavia una modestissima percentuale di questi pazienti
operati può essere colpita dal problema che si vuole
prevenire, per fattori non prevedibili e fortemente legati a caratteristiche biologiche nonché genetiche di ogni
singolo paziente.
- Numeratore
Numero di pazienti sottoposti a TEA carotidea che
hanno sviluppato un ictus ischemico grave durante il
ricovero
- Denominatore
Numero totale di pazienti operati di TEA carotidea
nell'arco di un anno
- Fonti informative
La fonte dei dati è rappresentata dall’archivio computerizzato dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Standard
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: <= 2 %
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 1
Denominatore: 230
Valore calcolato: 0,43 %
Principale riferimento scientifico:
ACHS (Determining the Potential to Improbe the Quality of Care in Australian Health Care Organisations)
2 Edition
Figura 2.23 - Ictus Ischemico grave dopo intervento di TEA carotidea
116
Appropriatezza: Tasso di core-biopsy ecoguidate
non corrette
- Denominatore
Numero totale di agobiopsie nell'anno.
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
La fonte dei dati è l’archivio degli esami istologici
dell’U.O. di Chirurgia Generale e Toracica, poichè ogni
singola biopsia viene condotta presso l’ambulatorio
ecografico ed ogni intervento chirurgico presso la sala
operatoria della medesima unità operativa.
I referti degli esami isto-patologici vengono inviati direttamente al Direttore della Struttura e le segretarie
ne curano l’archiviazione.
Grazie al sistema informatico presente in ambulatorio, utilizzato per la refertazione degli esami ecografici, sono rintracciabili inoltre tutti i dati anagrafici ed
i principali recapiti delle pazienti sottoposte a biopsia
nonchè tutte le informazioni tecniche relative alle lesioni indagate
- Standard
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è <= 10 %
L’evidenza dei dati relativi agli ultimi sei anni dimostra
l’estrema attenzione degli operatori che hanno ottenuto sempre risultati molto lusinghieri se riferiti ai parametri internazionali.
Perché misurare questo fenomeno ?
Il tasso di agobiopsie mammarie sotto guida ecografica (core biopsy eco guidate) non corrette nel corso
dell’anno indica l’accuratezza e la diligenza con la
quale viene condotta questa metodica, attualmente
riconosciuta come pratica migliore a livello internazionale, indispensabile a porre una diagnosi esatta in
ambito senologico.
L’agobiopsia mammaria sotto guida ecografica è l’esame diagnostico più importante in tutti casi di lesione
palpabile e nella grande maggioranza di lesioni non
palpabili della mammella (si escludono le microcalcificazioni), che diviene altamente attendibile quando
condotta con zelo da mani esperte. Consente in definitiva di portare sul tavolo operatorio tutti i casi con
una diagnosi certa ed ha eliminato la vecchia prassi
dell’esame estemporaneo od al congelatore intraoperatorio.
Principale riferimento scientifico:
Imaging-histologic discordance at percutaneous breast biopsy (Cancer dec 15,2000-vol.89 n°12)
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Accuratezza delle biopsie mammarie: Tasso di corebiopsy ecoguidate non corrette
- Numeratore
Numero di biopsie con diagnosi non corrette nel corso
dell'anno.
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 1
Denominatore: 111
Valore calcolato: 0,9 %
Figura 2.24 - Tasso di core-biopsy ecoguidate non corrette
117
Dipartimento Chirurgico Specialistico
- Numeratore
N° di pazienti con percentuale di sanguinamento al
sondaggio <30% entro 6 mesi dal trattamento parodontale non chirurgico
Efficacia: Prevalenza dei pazienti con parodontite o a
elevato rischio di parodontite con percentuale di sanguinamento al sondaggio < 30% entro 6 mesi dal trattamento parodontale non chirurgico
- Denominatore
N° totale di pazienti con parodontite o a elevato rischio
di parodontite trattati con terapia parodontale non chirurgica
Perché misurare questo fenomeno ?
Il sanguinamento al sondaggio consiste nella presenza di gemizio ematico dal solco gengivale o dalla tasca parodontale dopo stimolazione mediante
sonda parodontale. La presenza di sanguinamento
al sondaggio indica uno stato di infiammazione delle strutture parodontali superficiali o profonde, a sua
volta indicatore della presenza di una infezione alla
base del solco o tasca. L’indice di sanguinamento ha
un valore predittivo negativo per la progressione della
malattia parodontale. In altri termini, è stato dimostrato
che pazienti con indice di sanguinamento <30% (ossia
con presenza di sanguinamento in meno del 30% dei
siti sottoposti al sondaggio) hanno un rischio minore
di progressione della patologia parodontale e mostrano una maggiore stabilità delle condizioni parodontali
nel lungo periodo. Inoltre l’indice di sanguinamento è
un parametro indispensabile per definire il trattamento
parodontale, in particolare per decidere se sottoporre
o meno ad intervento chirurgico parodontale un particolare sito parodontale della bocca del paziente.
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
La fonte dei dati è rappresentata dalla cartella parodontale del paziente dove sono registrati i parametri
biometrici parodontali rilevati al momento della visita o
rivalutazione parodontale
- Standard
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è >= 66 %
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 191
Denominatore: 233
Valore calcolato: 81,97 %
Principale riferimento scientifico:
1. Joss A, Adler R and Lang NP. Bleeding on probing.
A parameter for monitoring periodontal conditions in
clinical practice. Journal of Clinical Periodontology
1994;21(6):402-8.
2. Farina R, Scapoli C, Carrieri A, Guarnelli ME and
Trombelli L. Prevalence of bleeding on probing: A
cohort study in a specialist periodontal clinic. Quintessence International 2011;42(1): 57-68.
3. Lang NP, Adler R, Joss A and Nyman S. Absence of
bleeding on probing. An indicator of periodontal stability. Journal of Clinical Periodontology 1990;17(10):71421.
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Efficacia del trattamento in coorte di pazienti con patologia parodontale di particolare severità o a elevato
rischio di sviluppo della patologia: Prevalenza dei pazienti con parodontite o a elevato rischio di parodontite con percentuale di sanguinamento al sondaggio
<30% entro 6 mesi dal trattamento parodontale non
chirurgico
118
Figura 2.25 - Prevalenza dei pazienti con parodontite o a elevato rischio di parodontite con percentuale di sanguinamento al sondaggio < 30% entro 6 mesi dal trattamento parodontale non chirurgico
Sicurezza: Emorragie post-adenotonsillectomia
che richiedono un intervento di revisione
tale complicanza rientri nel range previsto in letteratura e, indirettamente, la sicurezza di tale intervento.
Perché misurare questo fenomeno ?
Le adenoidi (o tonsille palatine) sono organi appartenenti al sistema immunitario deputati alla produzione
di anticorpi. La massima attività tonsillare si ha dal 7°
anno di età fino alla pubertà; oltre i 23 anni la tonsilla
perde quasi completamente la sua funzione immunologica di protezione.
L’adenotonsillite è una patologia che si manifesta con
difficoltà respiratoria nasale, respirazione a bocca
aperta, sgocciolamento nasale, otiti croniche, tosse
persistente ed apnee notturne.
L’adeno-tonsillectomia è la terapia chirurgica in anestesia generale per la risoluzione della patologia;
l’emorragia rappresenta la complicanza più temibile
dopo gli interventi di adeno-tonsillectomia. Si distingue l’emorragia primaria, che si verifica entro le prime
24 ore dopo l’intervento, da quella secondaria, che si
manifesta entro due settimane dall’intervento. Abbiamo voluto misurare la percentuale delle emorragie più
gravi che richiedono una seconda anestesia generale per il controllo del sanguinamento per garantire sia
all’utenza che agli stessi operatori che l’incidenza di
Principale riferimento scientifico:
1. Myssiorek D.; Alvi A.: Post-tonsillectomy hemorrage: an assessment of risk factor. Int. J Pediatr Otorhinolaryngol 1996, 37: 35-43
2. Linee GuidaNazionali Marzo 2008: Appropriatezza
e sicurezza degli interventi di tonsillectomiae/o adenoidectomia
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Trattamento chirurgico della patologia adenotonsillare
nei bambini e negli adulti: Emorragie post-adenotonsillectomia che richiedono un intervento di revisione
- Numeratore
Numero di pazienti con emorragia post-adeno e/o tonsillectomia e sottoposti a intervento di revisione
- Denominatore
Numero totale di pazienti sottoposti ad intervento di
adeno e/o tonsillectomia (DRG 59-60)
119
In letteratura l’incidenza di emorragia è pari all’1,9%
nei bambini di età inferiore a 5 anni e al 4,9% sopra i
16 anni.
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: <= 2,5 %
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
La fonte dei dati è la Banca Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO ) ed i registri operatori.
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 2
Denominatore: 313
Valore calcolato: 0,64 %
- Standard
L’incidenza dell’emorragia post adeno e/o tonsillectomia dipendono dalla tecnica chirurgica impiegata,
dall’età e dal sesso (rischio inferiore per le femmine).
Figura 2.26 - Emorragie post-adenotonsillectomia che richiedono un intervento di revisione
Appropriatezza: Ricoveri per endooftalmite acuta
dopo intervento di cataratta
L'endoftalmite è una grave infezione del bulbo oculare, solitamente secondaria ad interventi chirurgici o
ad infezioni oculari non ben curate. Si manifesta con
dolore nella zona intorno agli occhi e intenso rossore
dell'occhio. Spesso è anche accompagnata da secrezione muco purulenta; rappresenta la complicanza
post-operatoria più grave in quanto spesso determina
una notevole riduzione della funzione visiva fino alla
cecità.
Perché misurare questo fenomeno?
La cataratta è un processo di progressiva perdita di
trasparenza del cristallino, che è una lente naturale
dell’occhio che consente di mettere a fuoco i raggi luminosi e, cambiando la propria forma, si adatta alla
distanza dell’oggetto da mettere a fuoco.
Con l’avanzare dell’età, il cristallino tende ad opacizzarsi (perde la sua trasparenza) e insorge la cataratta.
L'allungamento della vita media ha portato ad un aumento del numero di casi, tanto che oggi l'intervento di
asportazione della cataratta è in assoluto l’intervento
più praticato in oculistica (circa 400.000 interventi l’anno in Italia).
Principale riferimento scientifico:
1. Anterior Segment Intraocular Inflamation Guidelines
2. EMC Ophtalmologie, 21-250-D-40, 2008
120
Caratteristiche dell’indicatore
- Periodicità di rilevamento dati
Semestrale
- Definizione
Valutazione della frequenza di complicanze infettive in
rapporto all'intervento chirurgico: Ricoveri per endooftalmite acuta dopo intervento di cataratta
- Fonti informative
La fonte dei dati è la cartella clinica
- Standard
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è un range: [1 ‰ - 3 ‰].
- Numeratore
Numero di pazienti ricoverati per endoftalmite dopo
intervento di cataratta
I valori della nostra Azienda per il 2010
- I semestre 2010: 0 ‰
- II semestre 2010: 1,29 ‰
- Denominatore
Numero di pazienti sottoposti ad intervento di cataratta
Figura 2.27 - Ricoveri per endooftalmite acuta dopo intervento di cataratta
Dipartimento Riproduzione e Accrescimento
Funicolocentesi (o cordocentesi): è un prelievo di sangue fetale, che viene eseguito a scopo diagnostico e/o
terapeutico, dopo la 18° settimana di gestazione
Efficacia: percentuale di gravidanze esitate in aborto
spontaneo collegabili a diagnosi strumentale invasiva
(amniocentesi, villocentesi, funicolocentesi)
Tutte e 3 sono tecniche di diagnosi prenatale invasive
per la ricerca di eventuali anomalie cromosomiche o
ricerca diretta di agenti infettivi, vengono eseguite inserendo un ago attraverso l’addome materno e sotto
controllo ecografico continuo.
Perché misurare questo fenomeno ?
Amniocentesi: è un prelievo di liquido amniotico, che
si esegue dopo la 16° settimana di gestazione
Villocentesi: è un prelievo della placenta, che si esegue dopo la 10° settimana di gestazione
121
Il monitoraggio avviene per tre importanti ragioni:
PRESENZA DI
RISCHIO
Le procedure di diagnosi prenatale invasiva comportano possibili complicanze tra le quali la più grave è data dalla possibilità di perdita fetale
AMPIO
UTILIZZO
La Diagnosi prenatale invasiva è ampiamente utilizzata dalle gestanti, infatti in
Emilia Romagna nel 2009 hanno eseguito almeno un’indagine prenatale invasiva 10.370 donne, pari al 26.6% dei casi valutabili, ( Dati regionali CEDAP). Il
18.9% delle madri ha effettuato un’amniocentesi, il 7.4% ha effettuato una villocentesi; le funicolocentesi effettuate sono state 255 (0.7% delle donne) pertanto
i rischi collegati alle procedure necessitano di costante monitoraggio (Obbligo
per accreditamento).
NECESSITA’ DI
FORMAZIONE E
COMPETENZA
La linea guida del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists (RCOG)
del 2005 sull'amniocentesi sottolinea l'importanza della adeguata preparazione
dell'operatore nel ridurre il rischio di complicanze. Un adeguato training e il mantenimento dell'esercizio della tecnica sono cruciali per il buon esito dell'esame.
- Numeratore
Numero totale delle gravidanze perse entro 7 giorni
dall'esecuzione della procedura invasiva
- Principale riferimento scientifico:
1. Eisenberg B, Wapner RJ. Clinical proceduress in
prenatal diagnosis. Best Pract Res Clin Obstet Gynaecol 2002;16:611-27; Early prenatal diagnosis BMJ
vol.299 ,11 novembre 1989
Alfirevic Z, Sundberg K, Brigham S. Amniocentesis
and chorionic villus sampling for prenatal diagnosis.
The Cochrane Database of Systematic Reviews 2003;
Issue 3. Edited (no change to conclusions), published
in Issue 2, 2009
2. Caughey AB, Hopkins LM, Norton ME. Chorionic
villus sampling compared with amniocentesis and the
difference in the rate of pregnancy loss. ObstetGynecol. 2006 ;108:612-6
Royal College of Obstetricians and Gynaecologists.
Amniocentesis and chorionic villus sampling. London:
RCOG; 2005
3. Mujezinovic F., Afirevic Z.: Procedure related complications of amniocentesis and chorionic villous sampling. Obstet. Gynecol 2007, 110:687-694
4. Tabor A, Vestergaard CHF, Lidegaard O: Fetal loss
rate after chorionic villous sampling and amniocentesis: an 11-year national registry study. Ultrasound Obstet Gynecol 2009;34:19-24
- Denominatore
Numero totale delle donne sottoposte alla tecnica specifica
- Periodicità di rilevamento dati:
annuale
- Fonti informative
La fonte dei dati è fornita dalle cartelle ambulatoriali,
dalle cliniche di ricovero, dal contatto telefonico con le
gestanti provenienti da altra sede.
- Standard
Il valore degli Standard adottati è derivato dalla letteratura:
• Amniocentesi: < 1 %
• Funicolocentesi: < 1 %
• Villocentesi: < 1,5 %
I valori della nostra Azienda per il 2010
• Amniocentesi: 0 %
• Funicolocentesi: 0,52 %
• Villocentesi: 0 %
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Gravidanze esitate in aborto spontaneo collegabili ad
amniocentesi, a villocentesi, a funicolocentesi (indicatore stratificato per le tre differenti tecniche)
122
Figura 2.28 - Gravidanze esitate in aborto spontaneo collegabili ad amniocentesi, a villocentesi, a funicolo
centesi
Appropriatezza: Percentuale di gravide e neonati
ad alto rischio rispetto al totale dei nati vivi assistiti al 3° livello
segni clinici) e terapie specifiche.
Nell’ Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia vengono assistiti gravide, neonati e puerpere che necessitano di supporto tecnologico intensivo e sofisticato .
Per la gravidanza: in collaborazione con altre Unità
Operative dell’Azienda vengono progettati percorsi
assistenziali individualizzati e specifici per patologie
neurologiche (malattie degenerative del Sistema Nervoso Centrale, Epilessia), immunologiche, endocrinodismetaboliche (diabete, obesità, ecc), cardiologiche.
Per il parto: si espletano parti a rischio elevato per la
madre in collaborazione con l’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione e per il neonato in collaborazione con la Terapia Intensiva Neonatale.
Perché misurare questo fenomeno ?
Definizione di rischio: una gravidanza viene definita
“ad alto rischio”quando esiste la possibilità di un esito
patologico per la donna e/o il bambino con un’incidenza maggiore di quella esistente nella popolazione generale delle gestanti.
Le caratteristiche di un Punto Nascita di 3° livello Accreditato dalla Regione Emilia Romagna sono:
Assistenza ostetrica: non meno di 1000 parti all’anno,
assistenza ostetrico/ginecologica 24 ore su 24, assistenza anestesiologica h24.
Assistenza pediatrico/a neonatale: assistenza pediatrica/neonatologica h24 con culle per patologia neonatale e culle per terapia neonatale subintensiva ed
intensiva.
Presupposti fondamentali per seguire una gravidanza
ad alto rischio sono:
– cultura specifica dell’operatore;
– esperienza specifica dell’operatore;
– coscienza piena della paziente e sua adesione al
programma assistenziale;
– ambiente sanitario adeguato per l’assistenza intensiva materno-fetale e l’assistenza intensiva neonatale;
– sorveglianza specialistica della gravidanza per l’identificazione dei fattori di rischio in modo da ridurre
al minimo gli eventi sfavorevoli previsti;
– assistenza mirata alla singola situazione con semeiotiche mediche (discipline che studiano i sintomi e i
Principale riferimento scientifico:
1) PNLG: Linee guida nazionali di riferimento. Assistenza al parto fisiologico. ASSR 2004
2) Regione Emilia Romagna: Requisiti specifici per
l’accreditamento dei Consultori familiari, delle Case di
maternità e delle Strutture ambulatoriali e di degenza
di Ostetricia e Ginecologia.
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Assistenza al Parto a Rischio: Percentuale di gravide
e neonati ad alto rischio rispetto al totale dei nati vivi
assistiti al 3° livello
- Numeratore
Numero di parti ad alto rischio
123
- Standard
Mandato specifico dell’Unità Operativa di Ginecologia
e Ostetricia è quello di garantire l’assistenza alle gravidanze ad alto rischio accogliendo le gestanti inviate
dagli ospedali di 1° e 2° livello sia dal bacino di utenza
provinciale che in rete regionale ed extra regionale.
- Denominatore
Numero totale parti con neonato nato vivo
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
La fonte dei dati è fornita dalle cartelle cliniche, dai
dati CeDAP (Certificato di Assistenza al Parto), dalle
cartelle ambulatoriali.
Valore dello Standard adottato >= 15 %
I valori della nostra Azienda per il 2010
22,12 %
Figura 2.29 - Assistenza al Parto a Rischio: Percentuale di gravide e neonati ad alto rischio rispetto al totale dei
nati vivi assistiti al 3° livello
Dipartimento Emergenza
in carico dalle strutture sanitarie (ambulanze o pronto
soccorso). Queste azioni vengono monitorate in molte
realtà sanitarie del mondo (per esempio percentuale
dei pazienti cui è stata somministrata l’aspirina all’ingresso). I pazienti e cittadini hanno maggiore interesse per una valutazione dei risultati. Una delle principali
misure di risultato (per l’infarto come per altre patologie) è il tasso di mortalità, rilevato a 30 giorni dopo l’inizio delle cure. Il tasso di mortalità rispecchia, da una
parte, la gravità clinica dei pazienti, dall’altra l’efficacia
reale e la qualità dell’assistenza. Dato che una parte
dei decessi per infarto non avviene durante il ricovero
ospedaliero, ma dopo la dimissione, è opportuno rilevare la mortalità ad una distanza di tempo che include
anche una parte della fase riabilitativa, dentro o fuori
dalla struttura ospedaliera.
E’ stato dimostrato che una buona qualità delle cure,
testimoniata dall’aderenza alle linee guida emanate
dalle Società Scientifiche, porta ad una significativa
riduzione della mortalità ospedaliera. Nello studio ori-
Efficacia: Mortalità dei pazienti ricoverati in Unità Coronarica con diagnosi principale o secondaria di infarto miocardico acuto
Perché misurare questo fenomeno ?
L’infarto miocardico è una delle principali cause di
morte e disabilità in tutto il mondo. Circa 40.000 italiani muoiono ogni anno a causa di un infarto. L’infarto
avviene quando le arterie coronariche, che sono i vasi
che portano sangue al muscolo cardiaco, vengono
improvvisamente ostruite. La mancanza di afflusso di
sangue danneggia il muscolo cardiaco, indebolendo la
sua funzionalità o bloccandola in maniera fatale. Circa il 50% dei pazienti colpiti da infarto muore prima
di arrivare in ospedale. Le linee guida cliniche internazionali danno delle indicazioni molto precise sulle
azioni cliniche ed assistenziali da svolgere appena un
paziente con un infarto miocardico acuto viene preso
124
di Terapia Intensiva Coronarica)
ginale (*) la mortalità ospedaliera si riduceva da 14,7%
a 12,8% proprio in conseguenza dell’adozione di una
serie di misure raccomandate dalla letteratura internazionale.
- Numeratore
Numero di deceduti nel corso del ricovero con diagnosi di dimissione IMA
Principale riferimento scientifico
1. Marciniak TA, Ellerbeck EF, Radford MJ, Kresowik
TF, Gold JA, Krumholz HM, Kiefe CI, Allman RM, Vogel RA, Jencks SF. Improving the quality of care for
Medicare patients with acute myocardial infarction:
results from the Cooperative Cardiovascular Project.
JAMA. 1998 May 6;279(17):1351-7.
2. Grosso LM, Schreiner GC, Wang Y et al.. 2009
Measures maintenance technical report: acute myocardial infarction, heart failure, and pneumonia 30-day
risk-standardized mortality measures. Baltimore (MD):
Centers for Medicare & Medicaid Services; 2009 Apr
7. 47 p.
3. Masoudi FA, Bonow RO, Brindis RG et al. 2008
“ACC/AHA 2008 statement on performance measurement and reperfusion therapy: a report of the ACC/
AHA Task Force on Performance Measures (Work
Group to Address the Challenges of Performance Measurement and Reperfusion Therapy)”. Circulation.
2008;118:2649 –2661.
- Denominatore
Numero totale di dimissioni per IMA
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
La fonte dei dati è il Sistema Informativo Regionale
- Standard
Uno studio recente (*) del “Center for Medicare e Medicaid Services” negli Stati Uniti ha valutato questo
parametro per 3 anni, limitandosi però ai pazienti con
età superiore ai 65 anni. Il valore emerso è 16.6%, con
differenze importanti fra stati e ospedali.
* Krumholz HM, Merrill AR, Schone EM et al . Patterns
of hospital performance in acute myocardial infarction
and heart failure 30-day mortality and readmission.
Circ Cardiovasc Qual Outcomes. 2009 Sep;2(5):40713.
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: <= 11 %
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 20
Denominatore: 380
Valore calcolato: 5,26 %
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Intervento terapeutico in regime di ricovero ordinario:
Mortalità di pazienti con diagnosi principale o secondaria di IMA (Infarto Miocardico Acuto) in UTIC (Unità
Figura2.30 - Intervento terapeutico in regime di ricovero ordinario: Mortalità di pazienti con diagnosi principale o
secondaria di IMA in UTIC)
125
Sicurezza: Sepsi in pazienti con catetere venoso
centrale ricoverati in Terapia Intensiva
Principale riferimento scientifico:
HELICS – Surveillance of nosocomial infection in Intensive Care Units – marzo 05
Perché misurare questo fenomeno ?
La maggior parte dei pazienti ricoverati in Terapia
Intensiva abbisogna di un catetere venoso centrale
(ovvero inserito in un grosso vaso) che permette di
somministrare farmaci, e nutrire il paziente nel caso
non possa alimentarsi per la via naturale.
Questi presidi, mentre da un lato garantiscono un accesso vascolare sicuro, dall’altro lato costituiscono per
il paziente un pesante fattore di rischio per complicanze infettive, e il rischio è reso particolarmente significativo alla luce del grandissimo numero di cateteri
utilizzati ogni anno in tutte le strutture sanitarie.
Una ricca letteratura è quindi fiorita riguardo alla prevenzione e al controllo delle infezioni correlate ai cateteri venosi centrali e tutte le linee guida elaborate a
livello mondiale (vedasi le recenti linee guida dei CDC
– Center for Disease Control – di Atlanta).
Si evidenziano quali principali elementi di prevenzione:
- Elaborazione di procedure corrette
- Formazione del personale dedicato all’impianto e
alla gestione dei cateteri
- Utilizzo di corrette tecniche asettiche nella gestione
dei cateteri stessi
Esiste la possibilità che il paziente portatore di catetere venoso centrale contragga una sepsi (infezione
generalizzata con febbre) a partenza proprio dal catetere.
Evidentemente, contrarre un’infezione a partenza dal
catetere venoso centrale usato per le cure in Terapia
Intensiva è un evento da evitare, e dunque una misura
di sicurezza per il paziente.
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Assistenza intensivistica: Sepsi in pazienti con catetere venoso centrale
- Numeratore
Numero di nuovi casi di sepsi in pazienti con cvc in
un anno
- Denominatore
Numero di pazienti con catetere venoso centrale
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
La fonte dei dati è l’archivio clinico “Margherita” fornito
dal GiViTI (Gruppo Italiano di Valutazione degli Interventi in Terapia Intensiva) il cui programma è fornito
dall’Istituto Mario Negri.
- Standard
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: < 3,1 %
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 3
Denominatore: 285
Valore calcolato: 1,05 %
Figura 2.31 - Assistenza intensivistica: Sepsi in pazienti con catetere venoso centrale
126
Appropriatezza: Accuratezza della fibrobroncoscopia
maggiori sono le probabilità di ottenere materiale idoneo per la diagnosi e la tipizzazione cito/istologica,
requisiti necessari per mettere in atto la migliore strategia terapeutica.
Il Centro di Endoscopia Respiratoria (Unità Operativa
semplice della Pneumologia) ritiene essenziale ottenere campioni idonei, affinchè lo specialista anatomo
patologo possa formulare la diagnosi mediante esami citologici e/o istologici. La fibrobroncoscopia è un
esame complesso, sono necessarie adeguate attrezzature, locali idonei, le competenze, le abilità e l’affiatamento degli operatori (medici e infermieri), ai quali
sono richiesti continuità e aggiornamento professionale; ogni singolo aspetto contribuisce alla resa diagnostica della fibrobroncoscopia.
Perché misurare questo fenomeno ?
La fibrobroncoscopia è un'indagine che permette di
osservare direttamente le vie aeree superiori, la trachea e l'albero bronchiale, di prelevare secrezioni
prodotte dai bronchi e di eseguire biopsie (prelievi di
tessuto da sottoporre ad esame al microscopio). Utile
sia per la diagnosi sia per la terapia, fa uso di un fibrobroncoscopio, un tubo sottile che è spinto nella zona
del corpo da esaminare attraverso la bocca od il naso
e che è provvisto di una piccolissima telecamera. In
tal modo si visualizzano delle immagini direttamente
su un monitor. L'esame può risultare leggermente fastidioso, ma richiede solo pochi minuti. E' usato per
la diagnosi delle neoplasie polmonari (formazioni anomale dei polmoni, che, crescendo, invadono gli spazi
del tessuto, schiacciandolo, deformandolo e danneggiandolo), anzitutto, ma anche di alcune malattie infiammatorie dell'apparato respiratorio, tra cui l'asma
bronchiale (malattia allergica che può manifestarsi
improvvisamente con una sensazione di costrizione
toracica crescente: il respiro diventa affannoso, interrotto da una tosse secca e rabbiosa) e la BPCO
(abbreviazione di broncopneumopatia cronica ostruttiva, una malattia polmonare progressiva, che crea
impedimento alle vie aeree, rendendo difficoltosa la
respirazione) per le quali l'esame dei tessuti dei bronchi prelevati con il lavaggio bronchiale (un particolare
esame dei bronchi) consente di eseguire una diagnosi
più precisa.
Per la diagnosi di una neoplasia sono indispensabili
la conferma e la tipizzazione (valutazione delle cellule
prelevate durante l’esame) da parte dello specialista
di anatomia patologica, che analizza con esame citologico e/o istologico i campioni di cellule prelevati dalle
lesioni. I prelievi dei campioni per queste analisi, nel
caso di tumori dell’apparato respiratorio, sono effettuati, nella maggioranza dei casi, attraverso l’esame
endoscopico delle vie respiratorie: la fibrobroncoscopia. Nel corso di una fibroboncoscopia sono raccolti
campioni mediante: a) lavaggio della lesione con soluzione fisiologica, b) raccolta di frammenti superficiali
delle pareti bronchiali con uno speciale spazzolino, c)
biopsie con pinze, d) agoaspirati.
Maggiore è la varietà dei prelievi e il loro numero,
Principale riferimento scientifico:
British Thoracic Society Guidelines on diagnostic flexible bronchoscopy, Thorax 2001; 56: (suppl 1) i1-i21
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Valutazione della capacità di prelevare campioni per
la diagnosi e la tipizzazione nelle neoplasie centrali
dell'apparato respiratorio.
- Numeratore
Numero di casi positivi tipizzati + veri negativi
- Denominatore
Numero di casi validi (escluso drop out)
- Periodicità di rilevamento dati
Semestrale
- Fonti informative
La fonte dei dati è il sistema SAP aziendale e l’archivio
tenuto dalla Endoscopia Respiratoria
- Standard
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: >= 80 % di resa diagnostica.
I valori della nostra Azienda per il 2010
- I semestre 2010: 91,49 %
- II semestre 2009: 88,37 %
127
Figura 2.32 - Valutazione della capacità di prelevare campioni per la diagnosi e la tipizzazione nelle neoplasie
centrali dell'apparato respiratorio.
Dipartimento Neuroscienze e Riabilitazione
Principale riferimento scientifico:
1. Wahlgren et al. for SITS-MOST, Lancet 2007;
369:275-282
Efficacia: Efficacia della trombolisi sistemica (rTPA- Alteplase) effetuata entro 3 h dall’insorgenza della sintomatologia nei pazienti con ictus ischemico acuto
Caratteristiche dell’indicatore
Perché misurare questo fenomeno?
L’ictus ischemico acuto è una delle principali cause di
morte e disabilità nei paesi sviluppati. La migliore opportunità risiede nella qualità e tempestività delle cure
atte a limitare l’estensione del danno cerebrale, diminuendo quindi la percentuale di decessi e favorendo la
possibilità del recupero funzionale. Il trattamento con
il farmaco Alteplase per via enodovenosa rappresenta a tutt’oggi una efficace terapia medica approvata e
raccomandata come trattamento di prima linea dalla
maggior parte delle Associazioni Scientifiche nazionali ed internazionali. La scelta di questo indicatore
è dettata dal fatto che uno studio multicentrico internazionale condotto su oltre 6.000 pazienti ha dimostrato una significativa diminuizione della mortalità a
tre mesi dall’esordio quando comparata con altri studi
clinici randomizzati e controllati (11,3% verso 17,3%).
Si vuole quindi verificare e garantire, con questa misura, l’efficacia del trattamento trombolitico con Alteplase e altresì controllare che la stretta aderenza ai criteri
di inclusione realizzi a tre mesi una mortalità inferiore
o uguale a 11,3%, come riportato nello Studio SITSMOST (1).
- Definizione
Diagnosi e trattamento della patologia cerebrovascolare acuta: mortalità a 3 mesi in pazienti con ictus
ischemico acuto trattati con trombolisi sistemica (rTPA
- Alteplase) entro 3 ore dall’esordio dei sintomi.
- Numeratore
Numero di pazienti con ictus ischemico acuto trattati
con rTPA (Alteplase) endovena (e.v.) entro 3 h dall’esordio e deceduti entro 3 mesi.
- Denominatore
Numero totale di pazienti con ictus ischemico acuto
trattati con rTPA (Alteplase) endovena (e.v.) entro 3 h
dall’esordio.
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
La fonte informativa è il Registro Internazionale SITS
dove vengono immessi tutti i dati relativi ai pazienti
trattati, compresi quelli dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara.
128
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 2
Denominatore: 41
Valore calcolato: 4,88 %
- Standard
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: <= 11,3 %, come indicato nello studio di Wahlgren
et al. (1). Si vuole comunque segnalare come dal Registro Internazionale SITS, al momento attuale, risulti
una mortalità a livello nazionale del 12,8% mentre in
tutti i centri internazionali aderenti al registro la mortalità è del 14,3%.
Figura 2.33 - Mortalità a 3 mesi in pazienti con ictus ischemico acuto trattati con trombolisi sistemica (rTPA - Alteplase) entro 3 ore dall’esordio dei sintomi.
Sicurezza: Infezioni chirurgiche in neurochirurgia
trattamento di un’infezione, una volta che questa si è
instaurata, continua a rappresentare un serio problema nel periodo postoperatorio.
Perché misurare questo fenomeno ?
Le infezioni ospedaliere sono per definizione un importante problema di sanità pubblica, non solo per le
gravi ripercussioni sull’utente/paziente e la comunità
sociale, che vede impiegare risorse aggiuntive per la
salvaguardia, cura e ripristino dello stato di salute, ma
anche e soprattutto per quanto attiene il controllo di
qualità delle prestazioni che erogano i professionisti
sanitari.
Nello specifico della nostra realtà viene rivolta particolare attenzione alle infezioni delle ferite chirurgiche anche per una evidenziata correlazione tra la acquisizione di nuove tecnologie e l’insorgenza di quest’ultime.
Sebbene gli aspetti della prevenzione delle infezioni
delle ferite chirurgiche (incluse tecniche operatorie
idonee, il mantenimento rigoroso di un ambiente sterile e la somministrazione preventiva di antibiotici) siano stati analizzati in dettaglio in letteratura recente, il
Principale riferimento scientifico:
Surveillance for surgical site infection (SSI) after Neurosurgery: Influence of the US or Brest (France) national nosocomial infection surveillance risk index on SSI
rates C. Lietard et al. Infect Control Hosp Epidemiol
2008; 29: 1084-1087
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Frequenza di infezioni chirurgiche nei pazienti sottoposti ad intervento
- Numeratore
Numero di pazienti che hanno sviluppato un’infezione
chirurgica a 30 giorni dall’intervento
129
- Denominatore
Totale di pazienti sottoposti a trattamento chirurgico
durante il ricovero
- Standard
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: <= 1,9 %
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
I valori della nostra azienda per il 2010
Numeratore: 4
Denominatore: 680
Valore calcolato: 0,59 %
- Fonti informative
La fonte dei dati è il Registro Operatorio
Figura 2.34 - Frequenza di infezioni chirurgiche nei pazienti sottoposti ad intervento
Appropriatezza: Dimissioni dalla Unità Gravi Cerebrolesioni verso strutture protette
sari interventi di carattere sanitario e sociale a lungo
termine, volti ad affrontare menomazioni e disabilità
persistenti, e difficoltà di reinserimento famigliare, sociale, scolastico e lavorativo.
La destinazione alla dimissione verso una struttura
protetta e’ indicativa di un basso livello di autonomia
raggiunto dal paziente dopo l’espletamento del progetto riabilitativo.
Perché misurare questo fenomeno ?
Per "grave cerebrolesione acquisita” si intende un
danno cerebrale, di origine traumatica o di altra natura, tale da determinare una condizione di coma, più
o meno protratto, e menomazioni sensomotorie, cognitive o comportamentali, che comportano disabilità
grave.
Una persona affetta da grave cerebrolesione acquisita
necessita di ricovero ospedaliero per trattamenti rianimatori o neurochirurgici di durata variabile da alcuni
giorni ad alcune settimane (fase acuta). Dopo questa
fase, possono essere necessari interventi medicoriabilitativi di tipo intensivo, anch'essi da effettuare
durante il ricovero ospedaliero, che possono durare
da alcune settimane ad alcuni mesi (fase post-acuta).
Nella maggior parte dei casi, dopo la fase di ospedalizzazione, permane una condizione che rende neces-
Principale riferimento scientifico:
Rehabilitation Medicine Clinical Indicators
Australian Council on Health Standards (ACHS) 2008.
Australasian Faculty of Rehabilitation Medicine
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Valutazione del livello del reinserimento sociale a breve termine dopo intervento riabilitativo: Dimissioni dalla UGC verso strutture protette
130
- Numeratore
Numero di pazienti dimessi dalla UGC che vengono
inviati in strutture protette
- Fonti informative
La fonte di reperimento dei dati: cartella clinica pazienti, in particolare lettera di dimissione
- Denominatore
Numero di pazienti dimessi dopo il primo ricovero riabilitativo nel periodo considerato
- Standard
Valore dello Standard adottato nella nostra Azienda è:
<= 15 %
Periodicità di rilevamento dati
Semestrale
I valori della nostra Azienda per il 2010
- I semestre 2010: 13,95 %
- II semestre 2010: 0 %
Figura 2.35 - Dimissioni dalla UGC verso strutture protette
Dipartimento Diagnostica per Immagini e Medicina
di Laboratorio
A confronto, la lavorazione di una biopsia di routine
richiede uno o più giorni, ma permette ovviamente di
ottenere una qualità migliore delle sezioni. L'esame
intraoperatorio può venire richiesto al fine di chiarire
la diagnosi di malattia, nel caso questa non sia già
stata posta in precedenza, o quando durante l'operazione emergano nuovi quesiti diagnostici. Dall'esame
in estemporanea dipende frequentemente il successivo procedere operativo. Perciò la concordanza fra
diagnosi intraoperatoria e diagnosi definitiva è una
misura di grande importanza clinica e viene internazionalmente adottata.
E’ uno degli indicatori di qualità diagnostica istopatologica internazionalmente adottati
Appropriatezza: Qualità diagnostica intraoperatoria
diagnosi istologiche intraoperatoria
Perché misurare questo fenomeno ?
L'esame istologico intraoperatorio è una tecnica diagnostica di anatomia patologica che può essere utilizzata durante un intervento chirurgico.
Tecnicamente consiste in una biopsia in cui prelievo
e diagnosi avvengono durante l'intervento chirurgico.
Al fine di garantire tempi di lavorazione estremamente
brevi, la biopsia viene congelata all'interno di uno strumento denominato criostato. È compito di un medico
specialista in anatomia patologica porre la diagnosi su
una sezione allestita dopo il congelamento. Il tempo
medio di allestimento di un esame intraoperatorio è
di 10-15 minuti dall'arrivo del tessuto nel laboratorio.
Principale riferimento scientifico:
American Association of Directors of Anatomic and
Surgical Pathology
131
Caratteristiche dell’indicatore
- Fonti informative
La fonte dei dati è il database diagnostico informatico
aziendale.
- Definizione
Concordanza tra diagnosi intra-operatoria e diagnosi
definitiva.
- Standard
Nella nostra Azienda, così come di norma, il valore
dello Standard adottato è: <= 3 %
- Numeratore
Numero di diagnosi istologiche intraoperatorie con
discordanza assoluta e con impatto clinico maggiore.
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 0
Denominatore: 372
Valore calcolato: 0 %
- Denominatore
Numero totale di diagnosi intraoperatorie formulate.
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
Figura 2.36 - Concordanza tra diagnosi intra-operatoria e diagnosi definitiva.
Sicurezza: Reazioni avverse a trasfusione
Principale riferimento scientifico:
Transfusion 2002; 42:1114-22
Perché misurare questo fenomeno ?
L'insorgenza delle più comuni reazioni avverse alla
trasfusione, le reazioni trasfusionali non emolitiche
(senza massiccia distruzione di globuli rossi), non
sono prevedibili e sono quindi inevitabili. Tuttavia la rilevazione puntuale e lo studio di queste reazioni è importante per prevenire l'insorgenza di altre negli stessi
pazienti. In questi casi infatti è possibile sottoporre gli
emocomponenti a trattamenti particolari, a seconda
del tipo di reazione.
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Emovigilanza: Reazioni avverse a trasfusione
- Numeratore
Numero segnalazioni di reazioni avverse alla trasfusione
132
- Standard
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è stato ricavato dal riferimento scientifico ed è: ≤0,8%
- Denominatore
Numero emocomponenti trasfusi
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 73
Denominatore: 32.090
Valore calcolato: 0,23 %
- Fonti informative
La fonte dei dati è l'archivio informatico in uso presso
il Servizio Immunoematologia e Trasfusionale. Ad ogni
segnalazione di reazione avversa da parte delle Unità
Operative dove si registra l'evento segue il ricontrollo
di quanto fatto ed una registrazione informatica dell'evento riferito.
Figura 2.37 - Reazioni avverse a trasfusione
Appropriatezza: Valutazione di appropriatezza e
completezza della richiesta di prestazione diagnostica medico nucleare (scintigrafia)
protezione del paziente. Inoltre poiché si tratta di procedure spesso molto costose un altro elemento fondamentale per la sostenibilità economica dell’indagine
è quello di effettuare l’esame a chi ne ha bisogno evitando prestazioni inutili a chi non ne potrebbe giovare:
“fare tutto ciò che serve a chi serve”.
Perché misurare questo fenomeno ?
La Medicina Nucleare è la disciplina che utilizza radiofarmaci (molecole contenenti atomi radioattivi) in
grado di emettere radiazioni per la visualizzazione di
organi o tessuti. Tali radiofarmaci vengono preparati e
somministrati ai pazienti di norma per via endovenosa. Dopo l'iniezione, mediante l'utilizzo di sofisticate
apparecchiature è possibile ottenere le immagini che il
medico può utilizzare per individuare l'eventuale patologia in atto nell'organo in esame. Tutte le prestazioni
di Medicina Nucleare comportano quindi, anche se
minimo, un assorbimento di radiazioni: diventa pertanto fondamentale valutare le richieste preliminarmente
alla esecuzione delle indagini stesse, in un'ottica di
Principale riferimento scientifico:
Requisiti Accreditamento Medicina Nucleare Regione
Emilia Romagna
Caratteristiche dell’indicatore
- Definizione
Esecuzione della valutazione: valutazione di appropriatezza e completezza della richiesta di prestazione
diagnostica medico nucleare (scintigrafia)
133
- Standard
Si tratta di un indicatore di processo il cui monitoraggio
è richiesto dalla Regione Emilia Romagna. L’appropriatezza di una prestazione sanitaria è un concetto
dinamico e variabile a seconda del contesto e della
tecnica considerata. Per le tecniche diagnostiche con
insito un rischio per il paziente (così come le prestazioni medico nucleari) il controllo dell'appropriatezza
delle richieste in sede di anamnesi consente un'adeguata valutazione rischio/beneficio dell’esame.
Nella nostra Azienda il valore dello Standard adottato
è: = 0 %
- Numeratore
Numero di richieste non valutate
- Denominatore
Totale Richieste (appartenenti ad un campione significativo)
- Periodicità di rilevamento dati
Annuale
- Fonti informative
La fonte dei dati è un campione di referti nei quali è
formalizzata la verbalizzazione della valutazione della
richiesta.
I valori della nostra Azienda per il 2010
Numeratore: 0
Denominatore: 200
Valore calcolato: 0 %
2.4 Ricerca e Didattica
2.4.1 Ricerca
Nel corso del 2010 hanno operato in azienda in totale 88 Assegnisti di ricerca, 65 con docente di riferimento
convenzionato dei quali 26 svolgono anche attività assistenziale presso l’azienda e 23 Assegnisti con docente di
riferimento non convenzionato. Ci sono stati inoltre 2 Collaboratori di ricerca.
Tabella 2.55 - Dottorati di Ricerca della Macroarea Medico-Biologica nell’anno 2010
Denominazione Dottorato
Coordinatore
Iscritti I anno
Iscritti II
anno
Iscritti III
anno
BIOCHIMICA, BIOLOGIA MOLECOLARE E BIOTECNOLOGIE
Prof. Francesco
Bernardi
11
7
9
BIOLOGIA EVOLUZIONISTICA E AMBIENTALE
Prof. Guido Barbujani
5
4
8
FARMACOLOGIA E ONCOLOGIA
MOLECOLARE
Prof. Antonio
Cuneo
14
8
10
SCIENZE BIOMEDICHE
Prof.Silvano
Capitani
5
4
10
SCIENZE CHIMICHE
Prof. Carlo Alberto Bignozzi
6
2
2
SCIENZE FARMACEUTICHE
Prof. Stefano
Manfredini
5
3
4
134
Finanziamenti
Le tavole seguenti evidenziano i finanziamenti del 2010 classificati per tipologia e allocazione
Tabella 2.56 – Progetti PRIN 2008 approvati nel 2010
Area statutaria
Subarea
Comm.scientif.
Dipartim.
PRIN 2008
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Scienze biomediche
e chirurgiche
e terapie avanzate
30.240
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Scienze biomediche
e chirurgiche
e terapie avanzate
60.547
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina sperimene chirurgiche
tale e diagnostica
35.031
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina sperimene chirurgiche
tale e diagnostica
30.000
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Scienze biomediche
e chirurgiche
e terapie avanzate
72.000
Tabella 2.57 - Finanziamenti e fondi in riferimento all’attività di ricerca
Finanziatori
Importo
Enti pubblici nazionali
€ 2.921.568
Enti pubblici internazionali
€ 3.539.601
Privati non profit (es. fondazioni, associazioni)
€ 1.045.515
Privati profit (aziende farmaceutiche e biomedicali)
€ 1.731.189
La tabella mostra le Risorse finanziarie ottenute per attività di ricerca dai dipartimenti univeristari di Discipline
Medico Chirurgiche, della Comunicazione e del Comportamento, Medicina Clinica e Sperimentale, Medicina
Sperimentale e Diagnostica, Scienze Biomediche e Terapie Avanzate e Scienze Chirurgiche Anestesiologiche
e Radiologiche. Non è stato possibile determinare i progetti riferibili a ciascun docente in convenzione. Il dato si
riferisce quindi agli importi complessivi (dato di cassa) ricevuti dai dipartimenti di afferenza dei docenti convenzionati e non nel corso dell’anno 2010.
Le tavole successive mostrano i dati relativi al Fondo Ateneo per la Ricerca locale negli anni 2009 e 2010
Tabella 2.58 - Fondo di Ateneo per la Ricerca Locale (FAR) - Anno 2009
Area statutaria Subarea
Comm.scientif.
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 1.955
e veterinarie
mentale
Area 3
Scienze biomediche 05/07 scienze bio- Medicina sperimentale e € 4.952
logiche e scienze diagnostica
agrarie
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 11.069
e veterinarie
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 2.447
e veterinarie
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 2.282
e veterinarie
mentale
Area 4
Scienze chirurgiche
06 scienze mediche Scienze
chirurgiche, € 1.163
e veterinarie
anestesiologiche e radiologiche
135
Dipartim.
FAR 2009
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 3.527
e veterinarie
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 2.329
e veterinarie
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 4.090
e veterinarie
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Scienze biomediche e € 8.183
e veterinarie
terapie avanzate
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Scienze biomediche e € 6.657
e veterinarie
terapie avanzate
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 7.345
e veterinarie
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina sperimentale e € 1.542
e veterinarie
diagnostica
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 8.434
e veterinarie
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Scienze biomediche e € 3.269
e veterinarie
terapie avanzate
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 1.979
e veterinarie
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Dmccc
e veterinarie
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina sperimentale e € 1.556
e veterinarie
diagnostica
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 3.291
e veterinarie
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Dmccc
e veterinarie
Area 3
Scienze biomediche 05/07 scienze bio- Medicina sperimentale e € 4.927
logiche e scienze diagnostica
agrarie
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 4.845
e veterinarie
mentale
Area 4
Scienze chirurgiche
06 scienze mediche Dmccc
e veterinarie
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina sperimentale e € 5.937
e veterinarie
diagnostica
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina sperimentale e € 428
e veterinarie
diagnostica
Area 4
Scienze chirurgiche
06 scienze mediche Dmccc
e veterinarie
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina sperimentale e € 1.322
e veterinarie
diagnostica
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 1.899
e veterinarie
mentale
Area 4
Scienze chirurgiche
06 scienze mediche Scienze biomediche e € 1.959
e veterinarie
terapie avanzate
Area 4
Scienze chirurgiche
06 scienze mediche Dmccc
e veterinarie
136
€ 3.112
€ 6.828
€ 1.611
€ 4.513
€ 8.471
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 4.085
e veterinarie
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Scienze
chirurgiche, € 2.260
e veterinarie
anestesiologiche e radiologiche
Area 4
Scienze chirurgiche
06 scienze mediche Scienze biomediche e € 281
e veterinarie
terapie avanzate
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 5.393
e veterinarie
mentale
Area 4
Scienze chirurgiche
06 scienze mediche Scienze
chirurgiche, € 2.722
e veterinarie
anestesiologiche e radiologiche
Area 4
Scienze chirurgiche
06 scienze mediche Scienze
chirurgiche, € 5.016
e veterinarie
anestesiologiche e radiologiche
TOTALE
€ 141.679,00
Tabella 2.59 - Fondo di Ateneo per la Ricerca Locale (FAR) - Anno 2010
Area statutaria
Subarea
Comm.scientif.
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 2.726
e chirurgiche
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 6.544
e chirurgiche
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 1.116
e chirurgiche
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 3.194
e chirurgiche
mentale
Area 4
Scienze chirurgiche
06 scienze mediche Scienze
chirurgiche, € 2.197
e chirurgiche
anestesiologiche e radiologiche
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 5.760
e chirurgiche
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 1.216
e chirurgiche
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 985
e chirurgiche
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Scienze biomediche e € 5.576
e chirurgiche
terapie avanzate
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Scienze biomediche e € 5.914
e chirurgiche
terapie avanzate
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina sperimentale € 3.743
e chirurgiche
e diagnostica
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 11.882
e chirurgiche
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Scienze biomediche e € 4.395
e chirurgiche
terapie avanzate
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Dmccc
e chirurgiche
137
Dipartim.
FAR 2010
€ 2.156
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Dmccc
e chirurgiche
€ 6.493
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina sperimentale € 4.652
e chirurgiche
e diagnostica
Area 3
Scienze biomediche 06 scienze mediche Biochimica e biologia € 2.335
e chirurgiche
molecolare
Area 4
Scienze mediche
Area 3
Scienze biomediche 05/07 scienze bio- Medicina sperimentale € 16.137
logiche e scienze e diagnostica
agrarie
Area 4
Scienze chirurgiche
06 scienze mediche Scienze
chirurgiche, € 7.994
e chirurgiche
anestesiologiche e radiologiche
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 5.525
e chirurgiche
mentale
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina sperimentale € 5.081
e chirurgiche
e diagnostica
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina sperimentale € 1.808
e chirurgiche
e diagnostica
Area 4
Scienze chirurgiche
06 scienze mediche Dmccc
e chirurgiche
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina sperimentale € 10.305
e chirurgiche
e diagnostica
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 2.452
e chirurgiche
mentale
Area 4
Scienze chirurgiche
06 scienze mediche Scienze biomediche e € 890
e chirurgiche
terapie avanzate
Area 4
Scienze chirurgiche
06 scienze mediche Dmccc
e chirurgiche
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Scienze
chirurgiche, € 2.408
e chirurgiche
anestesiologiche e radiologiche
Area 4
Scienze mediche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 2.171
e chirurgiche
mentale
Area 4
Scienze chirurgiche
06 scienze mediche Scienze
chirurgiche, € 2.838
e chirurgiche
anestesiologiche e radiologiche
06 scienze mediche Medicina clinica e speri- € 4.743
e chirurgiche
mentale
138
€ 4.627
€ 597
Progetti comunitari che coinvolgono personale in regime di convenzione
Tabella 2.60 - progetti comunitari che coinvolgono personale in regime di convenzione con azienda ospedaliera
universitaria anno 2010
TITOLO DEL
PROGETTO
AREA
DISCIPLINARE
INIZIO
SCADENZA
PROGR. UE
U.O.
AZIENDA
COINVOLTE
NUMERO PARTECIPANTI ALLA
RICERCA
UNIVERSITARI
CONVENZIONATI
UNIVERSITARI NON
CONVENZIONATI
DEL
SSR
EvA - Markers
for emphysema
versus airway
disease in COPD
Medicina
Clinica e
Sperimentale
01/10/2008
30/09/2011
7° PQ HEALTH
dato non
disponibile
1
(docente)
2
(assegnisti)
dato
non
disponibile
ATPBone - Fighting osteoporosis
by blocking nucleotides: purinergic
signalling in bone
formation and
homeostasis
Medicina
Sperimentale e Diagnostica
01/01/2008
31/12/2010
7° PQ HEALTH
NO
2
(1 docente,
1 tecnico)
4
(2 docenti,
1 amm.vo,
1 assegnista)
0
NMD-Chip - Development of targeted DNA-Chips for
High Throughput
Diagnosis of
NeuroMuscular
Disorders
Medicina
Sperimentale e Diagnostica
01/10/2008
30/09/2011
7° PQ HEALTH
NO
3
(2 docenti
e 1 tecnico)
4
(1 amm.
vo, 3 assegnisti)
0
MentDis_ICF65+
- Prevalence,
1-year incidence
and symptom
severity of mental
disorders in the elderly: Relationship
to impairment,
functioning (ICF)
and service utilisation
Discipline
MedicoChirurgiche
della
Comunicazione e del
Comportamento
01/10/2008
30/09/2012
7° PQ HEALTH
NO
3
(docenti)
1
(assegnista)
0
BIO-NMD Identifying and
validating preclinical biomarkers
for diagnostics
and therapeutics
of Neuromuscular
Disorders
Medicina
Sperimentale e Diagnostica
01/12/2009
30/11/2012
7° PQ HEALTH
NO
3
(2 docenti
e 1 tecnico)
9
(3 docenti,
1 amm.vo,
5 assegnisti)
0
NR. PROGETTI
5
NR. PROGETTI NEI QUALI UN DIPENDENTE DELL’AZIENDA E’ CAPOFILA O
RESPONSABILE SCIENTIFICO
0
NR. COORDINATORI/RESPONSABILI DI PROGETTO:
- UNIVERSITARI
5
- DEL SSR
0
Su 5 progetti comunitari che coinvolgono personale in regime di convenzione, 5 hanno Coordinatori o Responsabili universitari.
139
Pubblicazioni
Nel corso del 2010 sono state prodotte le seguenti pubblicazioni, classificabili per tipologia e quantità. Va tenuto
presente che i dati di seguito riportati sono suddivisi per Dipartimenti Universitari, individuati in base al criterio di
afferenza di personale medico strutturato e non, docente/ricercatore e non.
Figura 2.38 – Cataloghi Ateneo prodotti dal Dipartimento di Discipline Medico-Chirurgiche della Comunicazione
e del Comportamento
Figura 2.39 – Cataloghi Ateneo prodotti dal Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale
140
Figura 2.40 - Cataloghi Ateneo prodotti dal Dipartimento di Medicina Sperimentale e Diagnostica
Figura 2.41 - Cataloghi Ateneo prodotti dal Dipartimento di Morfologia ed Embriologia
Figura 2.42 - Cataloghi Ateneo prodotti dal Dipartimento di Scienze Biomediche e Terapie Avanzate
141
Figura 2.43 - Cataloghi Ateneo prodotti dal Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Anestesiologiche e Radiologiche
142
Tabella 2.61 – Sintesi Pubblicazioni aggiornate al 2010
DIPARTIMENTO
Dipartimento di Discipline Medico-Chirurgiche della
Comunicazione e del Comportamento
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale
Dipartimento di Medicina Sperimentale e Diagnostica
Dipartimento di Morfologia ed Embriologia
Dipartimento di Scienze Biomediche e Terapie Avanzate
Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Anestesiologiche e
Radiologiche
TIPOLOGIA
NUM. PRODOTTI
Articolo
63
Capitolo, articolo, contributo di libro
4
Cura di Atti, Volumi, Cataloghi e numeri
speciali di riviste
1
Riassunto (abstract)
3
ALTRO
1
Articolo
127
Capitolo, articolo, contributo di libro
10
Lettera, Replica, Commento e simili
1
Monografia o Trattato Scientifico
2
Nota a sentenza
1
Relazione o comunicazione a
congresso
5
Riassunto (abstract)
12
Articolo
77
Brevetto
1
Capitolo, articolo, contributo di libro
1
Riassunto (abstract)
5
Coordinamento progetto ricerca
5
ALTRO
1
Articolo
33
Brevetto
1
Direzione o Responsabilità riviste
1
Ideazione, Progettazione, Ordinamento
manifestazioni
2
Relazione o comunicazione a
congresso
1
Articolo
50
Capitolo, articolo, contributo di libro
2
Monografia o Trattato Scientifico
1
Relazione o comunicazione a
congresso
4
Riassunto (abstract)
25
Voce di enciclopedia
1
Articolo
21
Brevetto
1
Capitolo, articolo, contributo di libro
1
Lettera, Replica, Commento e simili
1
Relazione o comunicazione a
congresso
3
Riassunto (abstract)
TOTALE
143
6
474
2.4.2 Didattica
Nell’anno 2010 il personale dell’Università di Ferrara che ha svolto attività assistenziale o con ricaduta assistenziale presso l’azienda ospedaliera è composto di 29 Professori Ordinari, 29 Associati, 49 Ricercatori, 1 Assistente e 51 Tecnici Amministrativi.
Nelle tavole seguenti sono evidenziati i master di interesse medico attivi nel 2010 e la situazione dei corsi di
laurea attivati per la professione medica e le altre professioni sanitarie.
Tabella 2.62 – Master nel 2010
Denominazione corso
Tipologia
Iscritti A.A. 2009/10
maschi
femmine
ECONOMIA E MANAGEMENT DEI SERVIZI
SANITARI
Master di Secondo Livello
11
8
EPILETTOLOGIA
Master di Primo Livello
10
25
SCIENZA E TECNOLOGIA DEI
RADIOFARMACI
Master di Secondo Livello
7
10
Tabella 2.63 - Iscritti totali Facoltà di Medicina e Chirurgia a.a. 2009/10 (per Corso e Anno di Corso)
Tipo Corso di
Studi
Corsi di Studio
LS
(Laurea
specialistica)
12
2
12
3
4
5
6
SCIENZE DELLE
PROFESSIONI SANITARIE
DELLA RIABILITAZIONE
SCIENZE DELLE
PROFESSIONI SANITARIE
TECNICO-DIAGNOSTICHE
10
11
-
-
-
SCIENZE E TECNICHE
DELL’ATTIVITA’ MOTORIA
PREVENTIVA E ADATTATA
22
29
-
-
SCIENZE INFERMIERISTICHE
ED OSTETRICHE
21
21
-
159
159
12
-
LC6
(Laurea a ciclo
unico)
LC5 (Laurea a
ciclo unico)
2009/2010
Iscritti IC
1
MEDICINA E CHIRURGIA
ODONTOIATRIA E PROTESI
DENTARIA
CDL (corso ante MEDICINA E CHIRURGIA
riforma)
SCIENZE MOTORIE
-
Iscritti
IC
Totale
iscritti
(IC+FC)
4
28
0
4
2
3
4
5
6
-
21
0
4
-
-
-
-
4
25
-
-
51
-
25
-
-
-
-
25
76
-
-
-
42
0
12
-
-
-
-
12
54
148
132
128
137
863
0
1
95
0
0
109
205
1068
16
17
14
17
-
76
0
0
0
0
4
-
4
80
-
-
-
-
0
0
-
-
-
-
-
184
184
184
-
-
-
-
-
-
144
-
0
0
1
Iscritti
FC
24
-
Totale
Iscritti FC
-
-
-
-
-
2
-
-
-
-
Totale
2
2
Tipo Corso di
Studi
Corsi di Studio
2009/2010
L (laurea
triennale)
1
9
2
3
4
5
6
DIETISTICA (abilitante alla
professione sanitaria di Dietista)
EDUCATORE
PROFESSIONALE SANITARIO
(abilitante alla professione
sanitaria di Educatore
professionale sanitario) - SEDE
DI ROVERETO (TN)
30
29
22
-
-
EDUCATORE
PROFESSIONALE SANITARIO
(titolo pregresso) - SEDE DI
ROVERETO (TN)
-
-
115
-
FISIOTERAPIA (abilitante
alla professione sanitaria di
Fisioterapista)
25
22
19
FISIOTERAPIA (abilitante
alla professione sanitaria di
Fisioterapista) - SEDE DI
BOLZANO
20
22
FISIOTERAPIA (abilitante
alla professione sanitaria di
Fisioterapista) - SEDE DI
FAENZA
23
IGIENE DENTALE (abilitante
alla professione sanitaria di
Igienista dentale)
Iscritti IC
Iscritti
IC
3
25
1
2
3
4
5
6
-
81
0
2
1
-
-
-
3
84
-
-
115
-
-
-
0
-
-
0
115
-
-
-
66
2
1
2
-
-
-
5
71
26
-
-
-
68
0
0
0
-
-
-
0
68
19
21
-
-
-
63
0
1
0
-
-
-
1
64
10
9
13
-
-
-
32
1
0
1
-
-
-
2
34
INFERMIERISTICA (abilitante
alla professione sanitaria di
Infermiere)
148
123
116
-
-
-
387
32
72
13
-
-
-
117
504
INFERMIERISTICA (abilitante
alla professione sanitaria
di Infermiere) - SEDE DI
CODIGORO
34
19
21
-
-
-
65
4
17
2
-
-
-
23
88
INFERMIERISTICA (abilitante
alla professione sanitaria di
Infermiere) - SEDE DI PIEVE
DI CENTO
48
26
16
-
-
-
90
9
26
0
-
-
-
35
125
LOGOPEDIA (abilitante
alla professione sanitaria di
Logopedista)
11
9
8
-
-
-
28
0
0
2
-
-
-
2
30
ORTOTTICA ED ASSISTENZA
OFTALMOLOGICA (abilitante
alla professione sanitaria di
Ortottista ed assistente di
oftalmologia)
10
5
.3
-
-
-
18
0
0
0
-
-
-
0
18
OSTETRICIA (abilitante
alla professione sanitaria di
Ostetrica/o)
22
15
13
-
-
-
50
2
4
10
-
-
-
16
66
-
111
101
-
-
-
212
-
0
79
-
-
-
79
291
TECNICA DELLA
RIABILITAZIONE
PSICHIATRICA (abilitante alla
professione sanitaria di Tecnico
della riabilitazione psichiatrica)
10
2
4
-
-
-
16
3
0
0
-
-
-
3
19
TECNICHE AUDIOMETRICHE
(abilitante alla professione
sanitaria di Audiometrista)
0
5
4
-
-
-
9
0
1
0
-
-
-
1
10
TECNICHE
AUDIOPROTESICHE (abilitante
alla professione sanitaria di
Audioprotesista)
19
7
8
-
-
-
34
6
1
0
-
-
-
7
41
TECNICHE DI LABORATORIO
BIOMEDICO (abilitante alla
professione sanitaria di Tecnico
di laboratorio biomedico)
12
15
13
-
-
-
40
0
5
0
-
-
-
5
45
TECNICHE DI RADIOLOGIA
MEDICA, PER IMMAGINI E
RADIOTERAPIA (abilitante alla
professione sanitaria di Tecnico
di radiologia medica)
40
38
34
-
-
-
112
3
12
1
-
-
-
16
128
L270 (laurea
triennale nuovo
ordinamento)
SCIENZE MOTORIE
116
-
-
-
-
-
116
-
-
-
-
-
-
-
116
Totale
823
730
720
146
145
137
2701
62
189
208
2
4
293
758
3459
SCIENZE MOTORIE
-
-
145
-
2
Totale
iscritti
(IC+FC)
0
7
1
Iscritti
FC
22
6
Totale
Iscritti FC
-
-
-
Totale
Scuole di Specializzazione
Le tavole successive descrivono il quadro per Scuole di Specializzazione, le tipologie, gli iscritti negli anni di
corso previsti.
Per quanto riguarda la formazione medico-specialistica, il numero di scuole con struttura di sede nell’azienda
sono 33 e vedono 391 medici iscritti; di questi nell’anno Accademico 2009-2010 se ne sono diplomati 38.
A seguito della contrattualizzazione dei medici in formazione specialistica a partire dal 2006/07, l’anno accademico viene a coincidere con l’anno di contratto con conseguente ricaduta in termini di scadenza per la conclusione del percorso formativo. Nell’anno 2010 non risultano quindi avere conseguito titolo finale medici iscritti alle
Scuole di Specializzazione di durata quadriennale, ma solo per quelle di durata quinquennale e sessennale.
Tabella 2.64 - Elenco delle Scuole di Specializzazione con struttura di sede nell’azienda (aggiornato al 2010)
N.
DENOMINAZIONE DELLA SCUOLA
1
ANATOMIA PATOLOGICA
2
ANESTESIA E RIANIMAZIONE
3
AUDIOLOGIA E FONIATRIA
4
CARDIOLOGIA
5
CHIRURGIA GENERALE (ind.Chirurgia d’urgenza)
6
CHIRURGIA GENERALE (Ind.Chirurgia generale)
7
CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE
8
CHIRURGIA PEDIATRICA
9
CHIRURGIA TORACICA
10
CHIRURGIA VASCOLARE
11
DERMATOLOGIA E VENEROLOGIA
12
EMATOLOGIA
13
ENDOCRINOLOGIA E MALATTIE DEL RICAMBIO
14
GASTROENTEROLOGIA
15
GENETICA MEDICA
16
GINECOLOGIA ED OSTETRICIA
17
MALATTIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO
18
MALATTIE INFETTIVE
19
MEDICINA DEL LAVORO
20
MEDICINA INTERNA
21
MEDICINA LEGALE
22
MEDICINA NUCLEARE
23
NEUROCHIRURGIA
24
NEUROLOGIA
25
OFTALMOLOGIA
26
ONCOLOGIA
27
ORTOGNATODONZIA
28
ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
29
OTORINOLARINGOIATRIA
30
PATOLOGIA CLINICA
31
PEDIATRIA
32
RADIODIAGNOSTICA
33
REUMATOLOGIA
146
La tabella seguente mostra gli iscritti alle Scuole di Specializzazione con specifica dell’anno; in colore rosso sono
evidenziati i medici non contrattualizzati ed entrati su posti riservati a dipendenti del SSN (soprannumerari). Nei
totali in colore nero sono ricompresi i soprannumerari che sono evidenziati anche per singolo totale in colore
rosso.
Si precisa che i dati sono comprensivi di 38 medici in formazione contrattualizzati che hanno conseguito il titolo
a ottobre 2010, tra cui n.1 soprannumerario.
Di seguito si riporta tabella contenente i dati dei medici specializzati.
Tabella 2.65 - Iscritti alle Scuole di Specializzazione A.A. 2009/2010 Nuovo ordinamento
Medici in Formazione
Scuola di Specializzazione
ANATOMIA PATOLOGICA
ANESTESIA RIANIMAZIONE E TERAPIA
INTENSIVA
AUDIOLOGIA E FONIATRIA
MALATTIE DELL’APPARATO
CARDIOVASCOLARE
CHIRUGIA GENERALE
CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE
CHIRURGIA PEDIATRICA
CHIRURGIA TORACICA
CHIRURGIA VASCOLARE
DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA
EMATOLOGIA
ENDOCRINOLOGIA E MALATTIE DEL
RICAMBIO
GASTROENTEROLOGIA
GENETICA MEDICA
GINECOLOGIA ED OSTETRICIA
IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA
MALATTIE DELL’APPARATO
RESPIRATORIO
MALATTIE INFETTIVE
MEDICINA DEL LAVORO
MEDICINA DELLO SPORT
MEDICINA INTERNA
MEDICINA LEGALE
MEDICINA NUCLEARE
NEUROCHIRURGIA
NEUROLOGIA
OFTALMOLOGIA
ONCOLOGIA MEDICA
ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
OTORINOLARINGOIATRIA
PATOLOGIA CLINICA
PEDIATRIA
PSICHIATRIA
RADIODIAGNOSTICA
REUMATOLOGIA
TOTALI
Iscritti I anno
dal 17/05/2010
Assegnazioni
all’Ateneo di
Sede di
Ferrara come
Ferrara
Sede aggregata
(non capofila)
1
Iscritti II anno
dal 30/06/2009
Assegnazioni
all’Ateneo di
Sede di
Ferrara come
Ferrara
Sede federata
(non capofila)
1
Totale
frequentanti
1
11
12 (1)
12 (1)
2
2
5
5
5
5
1
1
1
1
1
1
5
1 (*)
1
1
1
1
1
5
1
1
1
1
1
1
3
3 (1)
3 (1)
3
3
1
1
3
1
1
1
1
1
3
1
2
2
2
3
5 (1)
5
4
4
7
5
3
6
72 (1)
1
1
1
1
2
1
3
21
3
3 (1)
1 (*)
2
3
4
3
2
7
2
6
1 (*)
71 (3)
1
1
1
1
1
1
1
15
1
1
1
3
3 (1)
2
1
2
3
4
3
2
1
7
2
6
2
179 (4)
147
(*) Gli iscritti al secondo anno in Reumatologia, Medicina nucleare e Chirurgia maxillo-facciale inseriti nella colonna “sede di Ferrara” sono effettivamente iscritti a Ferrara in quanto derivanti finanziamenti esterni formalizzati
dall’Università di Ferrara, anche se la Scuola è Federata ove Ferrara non è capofila.
Tabella 2.66 - Iscritti alle Scuole di Specializzazione A.A 2009/2010 Vecchio ordinamento
Medici in Formazione Specialistica
Scuola di Specializzazione
ANATOMIA PATOLOGICA
ANESTESIA E RIANIMAZIONE
AUDIOLOGIA E FONIATRIA
CARDIOLOGIA
CHIRURGIA GENERALE INDIRIZZO
CHIRURGIA GENERALE
CHIRURGIA GENERALE INDIRIZZO
CHIRURGIA D’URGENZA
CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE
CHIRURGIA PEDIATRICA
CHIRURGIA TORACICA
CHIRURGIA VASCOLARE
DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA
EMATOLOGIA
ENDOCRINOLOGIA E MALATTIE DEL
RICAMBIO
GASTROENTEROLOGIA
GENETICA MEDICA
GINECOLOGIA ED OSTETRICIA
IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA
MALATTIE DELL’APPARATO
RESPIRATORIO
MALATTIE INFETTIVE
MEDICINA DEL LAVORO
MEDICINA DELLO SPORT
MEDICINA INTERNA
MEDICINA LEGALE
MEDICINA NUCLEARE
NEFROLOGIA
NEUROCHIRURGIA
NEUROLOGIA
OFTALMOLOGIA
ONCOLOGIA
ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
OTORINOLARINGOIATRIA
PATOLOGIA CLINICA
PEDIATRIA
PSICHIATRIA
RADIODIAGNOSTICA
REUMATOLOGIA
TOTALI
III anno
IV anno
V anno
1
9
1
10 (1)
1
12 (1)
1
4
1
2
4 (1)
3
2
11 (1)
3
1
2
3
9
2
1
1
1
1
2 (1)
2
1
1
1
1
1
5
3
2
3
2
4 (1)
2
1
2
5
2
4 (1)
2
2
1
3
3
2
3
5
1
1
1
4
3 (1)
1
2
1
2
4
3
4
1
1
6
2
8
2
93 (4)
1
2
1
2
11
5 (1)
1
3
2
6
7
6
13
3
1
16
4
16 (1)
4
212 (7)
1
1
2
1
3
2
1
2
3
3
3
2
4
2
8 (1)
2
80 (3)
148
VI anno
4
1
10 (1)
5
3
4
1
2
6
6
34
Totale
Iscritti
3
21 (1)
2
14 (1)
5
Tabella 2.67 - Iscritti alle Scuole di Specializzazione A.A 2009/2010 Scuole sanitarie
Scuola di Specializzazione
N. Iscritti per anno
I anno
II anno
GENETICA MEDICA IND.
TECNICO
ORTOGNATODONZIA
24
24
PATOLOGIA CLINICA IND.
TECNICO
TOTALI
24
24
III anno
IV anno
V anno
Totale
Iscritti
4
4
24
72
3
3
4
10
31
3
4
86
Tabella 2.68 - Medici in formazione specialistica che hanno conseguito il titolo nell’anno 2010
Scuola di Specializzazione
N. specializzati nell’anno 2010
Anatomia Patologica
1
Anestesia e Rianimazione
1
Audiologia e Foniatria
0
Cardiologia
0
Chir. Gen - Ind Chirurgia d’urgenza
2
Chir. Gen - Ind Chirurgia Generale
2
Chirurgia Maxillo-Facciale
1
Chirurgia Pediatrica
1
Chirurgia Toracica
1
Chirurgia Vascolare
1
Dermatologia e Venerologia
0
Ematologia
0
Endocrinologia e Mal. del Ricambio
2
Gastroenterologia
1
Genetica Medica
0
Ginecologia ed Ostetricia
2
Igiene e Medicina Preventiva
2
Malattie dell’Apparato Respiratorio
0
Malattie Infettive
0
Medicina del lavoro
1
Medicina dello Sport
0
Medicina Interna
4 (1)
Medicina Legale
0
Medicina Nucleare
0
Nefrologia
0
Neurochirurgia
0
Neurologia
2
Oftalmologia
0
Oncologia
0
149
Ortopedia e Traumatologia
6
Otorinolaringoiatria
1
Patologia Clinica
0
Pediatria
6
Psichiatria
0
Radiodiagnostica
0
Reumatologia
1
TOTALE
38 (1)
2.5. Assetto organizzativo
2.5.1 L’Organizzazione Aziendale
La figura sotto riportata mostra la struttura dell’organizzazione aziendale. La configurazione dell’attività sanitaria per Dipartimenti ad Attività Integrata (DAI) assicura l’esercizio integrato delle funzioni di assistenza ricerca e
didattica.
Nel corso del 2010 si è pervenuti ad un riassetto delle Chirurgie Generali con ridefinizione delle responsabilità,
dei posti letto e delle risorse umane e realizzazione di una nuova Struttura (Chirurgia d’Urgenza) derivante dalla
riorganizzazione, deputata ad accogliere tutti i ricoveri effettuati in emergenza-urgenza dal Pronto Soccorso.
Nel DAI Medico Specialistico è stato istituito il Programma razionalizzazione impiego farmaci fascia H nel contesto delle malattie degenerative ematooncologiche e infiammatorie.
150
Tabella 2.69 - La struttura e costituzione, in sintesi, dei DAI
DAI
Unità Operativa/Mod.
Universitaria
Unità Operativa/Mod.
Ospedaliera
Geriatria
Dh Internistico
Medicina Interna
Ospedaliera
Medicina Alta Rotazione
Malattie Infettive
Centro diagnostica
vascolare
Gastroenterologia
Ecografia interventiva
Endoscopia Digestiva
Medico
Medicina Interna
Universitaria
Clinica Medica
Medico
specialistico
Chirurgico
Programma Malattie
Infettive Tropicali e
Malattie del Migrante
Programma
razionalizzazione
impiego farmaci fascia
H nel contesto delle
malattie degenerative
ematooncologiche e
infiammatorie
Ematologia
Endocrinologia
Dermatologia
Reumatologia
Chirurgia Plastica
Chirurgia Generale
Clinica Chirurgica
Chirurgia D’urgenza
Chirurgico
Specialistico
Oculistica
Orl
Audiologia
Odontoiatria
Emergenze
Cardiologia
Ortopedia
Anestesia
Rianimazione
Universitaria
Pneumologia
Posti
letto
RO
41
Posti
letto
DH
4
30
30
16
7
N°
Medici
Osped.
8
N° Medici
Univers.
Incarichi
Libero prof.
9
3
6
8
2
1
2
10
4
7
1
2
1
29
3
3
1
30
2
5
1
1
Oncologia Clinica
Diabetologia
Nefrologia
18
2
16
13
2
2
3
8
5
10
1
1
1
1
Chirurgia Vascolare
Urologia
18
2
4
5
4
3
2
4
1
2
3
6
3
4
3
6
7
3
4
7
5
2
1
1
13
15
27
6
22
30
12
3
9
6
1
5
12
13
9
6
3
1
9
5
2
2
Chirurgia MaxilloFacciale
Anestesia Rianimazione
Ospedaliera
Medicina d’Urgenza
Fisiopatologia
Respiratoria
12
2
5
28
35
1
3
6
11
151
1
4
1
1
2
4
1
6
3
3
1
1
2
13
9
3
2
2
1
18
3
1
5
3
1
10
32
20
27
2
1
3
2
DAI
Neuroscienze /
Riabilitazione
Unità Operativa/Mod.
Universitaria
Clinica Neurologica
Riproduzione
Ostetricia Ginecologia
Accrescimento Pediatria Universitaria
Neonatologia e Terapia
intensiva neonatale
Genetica medica
Diagnostica
per immagini
Dip.
Interaziendale
di protezione e
prevenzione
Dipartimento
interaziendale
strutturale
Laboratorio
Unico
provinciale
Unità Operativa/Mod.
Ospedaliera
Neuroradiologia
Neuroradiologia
interventistica
Neurochirurgia
Medicina Riabilitativa
Unità Gravi
Cerebrolesioni
Neurologia
Neurofisiologia
Posti
letto
DH
N°
Medici
Osped.
N° Medici
Univers.
6
Incarichi
Libero prof.
1
21
40
5
6
14
1
1
1
3
40
5
4
2
18
2
12
2
Chirurgia Pediatrica
Pediatria Ospedaliera
Accettazione Pediatrica
6
7
8
2
4
7
1
5
7
3
2
1
47
12
9
2
15
4
6
4
2
16
7
2
14
7
8
3
16
3
12
7
Radioterapia
Servizio Trasfusionale
Medicina Nucleare
Radiologia Ospedaliera
Istituto Anatomia
patologica universitaria
Prog. Diagnostica
Istopatologica
Diagnostica
citopatologica
Radiologia
Universitaria
Radiologia Vascolare
ed interventistica
3
3
Medicina del Lavoro
Microbiologia
Medicina di laboratorio
Prog. Ricerca
e Sviluppo Mal.
Autoimmuni e
Infiammatorie
Specialistica ed
informatizzazione A.O.
Posti
letto
RO
1
1
15
1
152
4
1
2
2
Arcispedale S. Anna – Il Palazzo dell’Amministrazione in Corso Giovecca
153
3. Obiettivi istituzionali e strategie aziendali
3.1 Centralità del cittadino
3.1.1 Gestione delle segnalazioni del cittadino
Le segnalazioni rappresentano la “voce” e le istanze del cittadino che l’URP gestisce con procedura aziendale.
Nel 2010 il numero delle segnalazioni presenta una diminuzione rispetto al 2009, passando da 911 a 726 segnalazioni complessive, così suddivise:
- elogi n. 250: rappresentano circa un terzo delle segnalazioni presentate e riguardano in particolare l’umanizzazione e gli aspetti relazionali e quelli tecnico-professionali;
- reclami n. 302: diminuiti rispetto al 2009 (erano 485) continuano a riguardare gi aspetti tecnico-professionali,
quelli strutturali (con particolare riferimento alla accessibilità esterna – parcheggi interni), aspetti organizzativi/
burocratici/amministrativi e infine l’umanizzazione e gli aspetti relazionali;
- rilievi n. 115: in leggero aumento (nel 2009 erano 100) sono principalmente gli aspetti organizzativi/burocratici/
amministrativi;
- suggerimenti n. 7: in leggera diminuzione (nel 2009 erano 11);
- impropri n. 52: segnalazioni che vengono accolte ma non riguardano servizi o prestazioni erogate dalla nostra
Azienda, nel 2009 erano n. 40.
Figura 3.1 - Tipologia di segnalazioni, raffronto 2009/2010
154
Figura 3.2 - Tipologia di segnalazioni, 2010
3.1.2 Semplificazione dell’accesso della specialistica ambulatoriale
•
Cup Unico Provinciale
Da dicembre la provincia di Ferrara ha un unico CUP,
nato dall’unificazione degli sportelli CUP dell’Ausl, di
quelli dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e di quelli
collocati nelle farmacie.
Con il CUP unico è infatti possibile prenotare qualsiasi
visita od esame da ogni punto CUP della provincia;
ciascuno sportello garantisce la possibilità di accedere all’intera offerta assistenziale di entrambe le Aziende Sanitarie. Inoltre è ora operativa anche l’Anagrafe
Provinciale Centralizzata, che migliorerà la procedura
di identificazione dei pazienti.
La creazione di un CUP unico provinciale rappresenta un caso di eccellenza nel panorama italiano, ed è
parte di un nuovo modo di gestire la collaborazione
fra ospedale e azienda USL, basato sulla sinergia e la
ricerca di soluzioni condivise.
I percorsi di garanzia, pensati per garantire al cittadino
il rispetto dei tempi di attesa per alcune prestazioni
fondamentali, possono essere gestiti sia dalle Aziende Sanitarie che dalle farmacie, assicurando così una
maggiore equità; prima dell’unificazione, infatti, l’unica
soluzione per concretizzare i percorsi di garanzia era
il recall degli utenti.
I vantaggi per il cittadino:
Omogeneità nell’accesso ai diversi punti di prenotazione;
• Possibilità di effettuare il pagamento delle prestazioni in tutte le macchine incassatrici presenti
nelle varie sedi dell’Azienda USL e Ospedaliero
Universitaria di Ferrara;
• Possibilità per il cittadino di pagare online le prestazioni e, nel prossimo futuro, anche di preno-
•
tarle;
Possibilità, da parte dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, di prenotare tutte
le prestazioni specialistiche, comprese quelle di
laboratorio analisi, attraverso il portale SOLe (Sanità On line), pur garantendo profili di prenotazione differenti;
Maggiori informazioni per tutti coloro che si rivolgeranno ai punti CUP sulle modalità di prenotazione ed erogazione delle prestazioni specialistiche delle diverse strutture erogatrici.
3.2 Partecipazione degli Enti locali alla programmazione sanitaria
3.2.1 Collaborazione con la AUSL per i piani per
la salute
Nel corso del 2010 l’Azienda Ospedaliero Universitaria ha collaborato con l’Azienda Territoriale per il consolidamento di diversi progetti inseriti nel contesto dei
Piani della Salute.
• Collaborazione ai progetti sulla sicurezza stradale: Dal 2008 l’Azienda Ospedaliero-Universitaria
ha collabora con l’azienda USL nell’ambito delle
progettualità relative alla sicurezza e prevenzione
stradale articolato sul consolidamento di diverse
funzioni: la messa a punto di un sistema informativo, interventi informativi e formativi (piano del
traffico ecc), interventi educativi (uso del casco,
delle cinture di sicurezza) ecc. Nel 2010, oltre
a proseguire le azioni di collaborazione in atto,
sono state sviluppate ulteriori iniziative interne
all’azienda in merito alla sicurezza stradale per il
personale dipendente.
• Collaborazione ai progetti di Screening: L’azien155
•
•
•
3.2.2 I programmi per la promozione della salute
da prosegue la collaborazione con la AUSL per
le attività di screening (per il carcinoma dell’utero, della mammella e del colon) consolidando
l’attività per gli accertamenti diagnostici di livello
successivo al primo.
Collaborazione ai progetti sull’emergenza cardiologia: Anche nel 2010 è proseguita la gestione del
paziente con infarto miocardico acuto su tutto il
territorio provinciale.
Campagna di vaccinazione contro l’influenza stagionale.
Collaborazione al piano emergenza caldo: Dal
2004 l’Azienda collabora con la AUSL, il Comune
di Ferrara e le associazioni di volontariato per la
gestione dell’impatto delle ondate di calore estivo
sugli anziani.
L’Azienda ha aderito formalmente alla Rete EmilianoRomagnola HPH & HS (Health Promoting Hospital
& Health Services) il 15 dicembre 1998 ma, di fatto,
tale filosofia non risulta ampiamente nota agli operatori. Dopo una attiva partecipazione alle attività della
Rete, testimoniate anche dall’attribuzione alla nostra
Azienda del coordinamento regionale di uno dei primi
6 Progetti interaziendali attivati, Progetto “Ospedale
senza fumo”, per gli anni 1999-2000, vi è stato un temporaneo indebolimento di attenzione che ha portato
ad una progressiva sospensione delle attività aziendali sui temi della promozione della salute. Negli anni,
tuttavia, diverse esperienze sono state comunque
sviluppate nell’ambito di specifiche aree tematiche,
grazie anche alla partecipazione a Progetti provinciali
o regionali orientati all’attenzione a specifici target di
popolazione o ai valori della promozione della salute:
Tabella 3.1 - I progetti HPH
Progetto con
orientamento alla
promozione della salute Livello di progettualità (area tematica)
Ospedale senza fumo
(dal 1999)
Migrant-Friendly
Hospital (dal 2002)
Ospedale senza dolore
(dal 2002)
Emergenza caldo “Uffa
che Afa” (dal 2004)
Sicurezza stradale
(2008)
Igiene delle mani (dal
2007)
Prevenzione controllo
malattie infettive (dal
2008)
Gestione ambientale e
sviluppo sostenibile “A
minore impatto” (dal
2008)
Internazionale (HPH-OMS)
Regionale (Rete HPH “Progetto 5)
Aziendale (HPH)
Europeo (HPH-OMS)
Regionale (Rete HPH)
Inter-aziendale: AOUFE-AUSLFE (HPH)
Aziendale (HPH)
Nazionale
Regionale
InterAziendale
Aziendale
Nazionale (Sicurezza)
Regionale (Sicurezza)
Comunale: AOUFE, Comune, AUSLFE, altri Enti e Istituzioni e
Associazioni di Volontariato (Sicurezza)
Nazionale (Sicurezza)
Provinciale: Osservatorio Provinciale Sicurezza Stradale (Sicurezza)
Internazionale OMS (Sicurezza)
Nazionale (Sicurezza)
Regionale (Sicurezza)
Aziendale (Sicurezza)
Nazionale (Sicurezza)
Regionale (Sicurezza)
Aziendale (Sicurezza)
Regionale
Aziendale (Sicurezza)
156
Target
operatori
pazienti
famigliari-caregiver
visitatori
comunità
operatori
pazienti
famigliari-caregiver
visitatori
comunità
operatori
pazienti
famigliari-caregiver
visitatori
comunità
pazienti
famigliari-caregiver
visitatori
comunità
operatori
visitatori
operatori
pazienti
famigliari-caregiver
visitatori
comunità
operatori
pazienti
famigliari-caregiver
visitatori
comunità
operatori
pazienti
famigliari-caregiver
visitatori
comunità
Medicina e salute di
genere (dal 2008)
Mobbing, pari
opportunità (dal 2009)
operatori
pazienti
Regionale (Gestire le differenze nel rispetto dell’Equità)
famigliari-caregiver
Provinciale: AOUFE, AUSLFE, Comune, Provincia, Università (Gestire visitatori
le differenze nel rispetto dell’Equità)
comunità
operatori
pazienti
Regionale (Gestire le differenze nel rispetto dell’Equità)
famigliari-caregiver
Provinciale: AOUFE, AUSLFE, Comune, Provincia, Università (Gestire visitatori
le differenze nel rispetto dell’Equità)
comunità
I legami e la partecipazione dell’ Azienda Ospedaliero
Universitaria alla Rete Emiliano-Romagnola sono ripresi a partire dal 2008, con l’intervento al Seminario
regionale “Gli standard HPH e il sistema di qualità” (27
giugno 2008, Bologna), ai Laboratori Inter-Reti (2009,
2010) e con la collaborazione per la XIII Conferenza
nazionale HPH (Reggio-Emilia). Evidenza dell’impegno nella promozione della salute è stata data attraverso la stretta collaborazione con il Coordinamento
regionale HPH e dai numerosi contributi portati nel
corso di eventi nazionali e internazionali (18th International Conference on Health Promoting Hospital &
Health Services, Manchester, 2010) sui temi della promozione della salute. L’Azienda ha inoltre partecipato
nel 2009-2010 al Gruppo regionale per la stesura degli
Standard regionali HPH applicati al Piano di Prevenzione 2008-2010.
Grazie a questa rinnovata partecipazione attiva, è
emersa con evidenza la necessità di operare in maniera sinergica e integrata per potenziare il valore
delle diverse esperienze singolarmente sviluppate in
tema di promozione della salute ed empowerment di
pazienti, operatori e comunità tutta, nei diversi aspetti
maturati.
A questo proposito, la cornice internazionale, nazionale, regionale e locale ha confermato e rafforzato negli
anni la necessità di sostenere e praticare all’interno
delle Aziende sanitarie lo sviluppo dell’Empowerment
di comunità, cioè della ricerca di una “progettazione partecipativa” delle strategie di intervento con il
coinvolgimento degli stakeholders (pazienti, familiari,
organizzazioni di rappresentanza dei cittadini, associazioni di volontariato, enti locali e altri soggetti istituzionali, personale, sindacati) e della capacità di costruire contesti di dialogo quale presupposto per una
efficace erogazione dei servizi in un contesto sicuro.
Cona, in collaborazione col Comune di Ferrara:
• viabilità cittadina di collegamento al nuovo ospedale;
• sviluppo del trasporto pubblico verso Cona;
• predisposizione del Piano Spostamento Casa Lavoro;
• indagini riguardanti i tempi di percorrenza dei
mezzi di soccorso sia dalla periferia di Ferrara
che da alcuni punti della città.
3.2.4 Integrazioni interaziendali per le attività
sanitarie
Emergenza territoriale:
La gestione dell’Emergenza territoriale è stata gestita
in collaborazione con l’Azienda USL ma in stretta relazione alla necessità di rivedere l’assetto organizzativo
e strategico in previsione della distribuzione dell’offerta sul territorio legata al nuovo ospedale di Cona.
E’ ancora in fase di analisi e verifica da parte della
Direzione, in particolare per le strategie gestionali del
personale. E’ stato comunque definito il Responsabile
unico dell’organizzazione e della gestione interaziendale.
Integrazione delle attività in ambito urologico:
E’ stato identificato un Responsabile unico del processo di integrazione tra l’Azienda Ospedaliero Universitaria e l’Azienda USL; il progetto non ha ancora
raggiunto la fase attuativa e di formalizzazione.
Laboratorio unico provinciale:
Nel 2009 è stato istituito e formalizzato il Dipartimento Interaziendale del Laboratorio Analisi. Nel corso
del 2010 il processo di integrazione è proseguito: in
particolare è stato definito il piano dell’organizzazione
e delle ripartizione delle risorse dal responsabile del
LUP. A ottobre 2010 è partito il processo di integrazione con centralità al S.Anna per i centri di Cento e
Bondeno.
3.2.3 Collaborazione con il Comune di Ferrara
per lo sviluppo dei piani per la mobilità verso il
nuovo Ospedale di Cona
Nel corso del 2010 sono state sviluppate alcune attività relative al trasferimento nel nuovo Ospedale di
157
Accreditamento “Strutture di soccorso/trasporto infermi”
L'attività è stata sviluppata d’intesa con l’Azienda USL,
in particolare per le associazioni di volontariato convenzionate che operano nell’ambito del trasporto pazienti.
3.2.5 Integrazioni interaziendali per le attività
tecnico-amministrative
Gestione e organizzazione del nuovo Dipartimento
Interaziendale Gestionale “Acquisti e Logistica Economale”
Dopo la costituzione del Dipartimento Interaziendale
Gestionale “Acquisti e Logistica Economale” al fine di
unificare le risorse e realizzare economie di scala , nel
corso dell’anno 2010 si è proseguita la rimodulazione
delle strutture coinvolte.
Attraverso l’adozione di atti di organizzazione, si è
dato corso all’interdipartimentalizzazione tra le due
Aziende Sanitarie ferraresi per quanto attiene le funzioni acquisti e logistica economale.
In particolare si è provveduto a:
• Effettuare incontri con il gruppo interaziendale di
progetto;
• Formulare una proposta di riorganizzazione;
• Presentare la proposta di riorganizzazione alle
Direzioni Generali che hanno approvato gli atti di
riorganizzazione.
Infatti, nel dicembre 2010 è stata presentata, alle Direzioni Generali delle Aziende Sanitarie ferraresi, la
proposta di riorganizzazione delle strutture denominata “seconda fase”, discussa con le OO.SS. e che
ha dato origine agli atti di riorganizzazione (Azienda
Ospedaliero-Universitaria n.330/2010, Azienda USL
n.565/2010).
Nell’anno 2010 si è proceduto all’istituzione del Dipartimento Interaziendale Gestionale “Amministrazione del Personale” a decorrere dal 22.12.2010 la cui
formalizzazione è avvenuta rispettivamente con atto
n. 324 del 22.12.2010 dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e n. 556 del 28.12.2010 dell’Azienda Unità
Sanitaria Locale di Ferrara.
L’istituzione del Dipartimento è stata preceduta dal
confronto con le Organizzazioni Sindacali delle diverse aree del personale interessato.
3.3 Universalità ed equità di accesso
3.3.1 Il piano emergenza caldo
L’azienda collabora con le altre istituzioni del territorio al progetto “Uffa che afa” attraverso un piano di
gestione integrato che mira a far fronte all’aumento della richiesta di intervento sanitario nel periodo estivo da parte delle persone con più di 75 anni
che subiscono maggiormente i disagi provocati
dall’eccesiva calura a causa delle condizioni di salute precarie e delle ridotte capacità individuali, familiari e sociali a fronteggiare situazioni difficili.
L’azienda gestisce in particolare le complicanze, causate dal caldo, di patologie pre-esistenti, potenziando
la capacità di ricovero di tali pazienti in base ad un
piano di intervento strutturato in stadi di progressivo
impegno della struttura sanitaria secondo livelli successivi di allarme, determinati dal numero dei ricoveri,
rilevati giornalmente dall’osservatorio aziendale, (Livello di allarme 1, stato di pre-allarme 2, allarme 2,
allarme 3, allarme 4). Tutti i Livelli, ad eccezione del
Livello di allarme 1 che rappresenta la risposta erogata in regime ordinario di attività, sono temporanei.
Lo stato di pre-allarme 2 e i livelli di allarme 2, 3, 4
definiscono il progressivo potenziamento della capacità di ricovero in acuzie dei pazienti internistici, in
Gestione e organizzazione del nuovo Dipartimento
particolare anziani, mediante l’utilizzo sostenibile di
interaziendale Gestionale “I.C.T. Tecnologie per la coposti letto “aggiuntivi” e di aree di degenza chirurgiche
municazione e l’informazione”
e specialistiche presenti nell’ospedale, secondo uno
Sono stati svolti incontri organizzativi all’interno del
spirito di forte integrazione di tutte le risorse disponiDipartimento per la definizione delle attività da condibili all’interno della struttura ospedaliera e il coinvolgividere fra i due Servizi.
mento della rete provinciale dei Presidi AUSL e delle
E’ stato predisposto il progetto di riorganizzazione.
Case di Cura presenti nella città di Ferrara. Il punto
Rimangono da definire i compiti da ridistribuire al perdi arrivo del percorso ospedaliero è la “riconsegna”
sonale, in attesa della disponibilità dei locali per la ridel paziente nella rete territoriale di sorveglianza.
collocazione del personale stesso.
Viene inoltre alimentato un database regionale attraE’ stata predisposta l’analisi per l’integrazione delle
verso la rilevazione quotidiana degli accessi e dei riProcedure amministrative e la redazione del Regolacoveri, che mostra negli anni un graduale trend di ridumento di Dipartimento.
zione dei ricoveri nei periodi di maggior caldo estivo.
Il mantenimento di questa performance può essere
Gestione e organizzazione del nuovo Dipartimento
garantito grazie alle azioni sinergiche compiute dall’inInteraziendale Gestionale “Amministrazione del pertera rete, in grado di rispondere in maniera completa a
sonale”
tutti i bisogni del cittadino.
158
sanitari, utilizzando un questionario validato.
Partecipazione alle Giornate del sollievo nazionali.
• Tutoraggio per studenti di lauree brevi, di medicina e chirurgia, per medici in formazione in diverse
scuole di specializzazione, sul tema del dolore
in ospedale, della sua prevalenza, valutazione e
trattamento. La collaborazione attiva del COTSD
con i medici in formazione ha permesso la stesura di diverse tesi di specializzazione in anestesia
e rianimazione, di laurea di Medicina e chirurgia
e di altre Facoltà.
• Presentazione di poster, comunicazioni libere e
relazioni magistrali a convegni nazionali e internazionali. Inoltre i risultati delle indagini e gli sviluppi del progetto “Ospedale senza dolore” sono
stati oggetto di discussione in convegni regionali
e nazionali, dedicati al tema e, presentati pubblicamente agli operatori dell’azienda.
Dal 2007, grazie al progetto aziendale che vede al
centro dell’assistenza la persona, il suo sollievo, la
sua soddisfazione, in un percorso di umanizzazione
delle cure, tutti gli operatori sanitari del Sant’Anna dispongono del regolo di valutazione del dolore, con
due scale validate,una per l’adulto (NRS) e l’altra per il
bambino (facies pian scale).
Nel corso del 2010 il Comitato Regionale per la lotta al
dolore ha distribuito in occasione del Congresso della giornata del sollievo, il regolo regionale, che indica
l’utilizzo delle stesse scale di valutazione già scelte in
Azienda.
Dalla fine del 2009 è in uso in tutti i Dipartimenti con
attività assistenziale la scheda unica del dolore aziendale “Il dolore si cura insieme” , che segue il paziente
ricoverato dall’ingresso alla dimissione, in modo da
permettere la valutazione, il monitoraggio e il trattamento del dolore di tutte le persone ricoverate in un
percorso clinico assistenziale di umanizzazione delle cure. L’implementazione dell’utilizzo della scheda,
associata ad una formazione continua del personale,
ha coinvolto, nel 2010, il 90% delle Unità Operative
dell’Azienda.
In attuazione della legge 38 che rende obbligatorio riportare la valutazione, il monitoraggio e il trattamento
del dolore in cartella clinica, sono monitorati in azienda gli indicatori scelti, anche in base agli obiettivi regionali. Alla dimissione è assicurata alle persone la
continuità terapeutica con prescrizione ed erogazione
dei farmaci analgesici, in base al dolore atteso, con
la collaborazione del Dipartimento Farmaceutico interaziendale nel rispetto dell’appropriatezza e dell’umanizzazione delle cure. A fine 2010 è stato deliberato il
coordinamento interaziendale dei Comitati Ospedale
Territorio senza dolore per dare una linea di indirizzo
3.3.2 L’ospedale senza dolore
•
Anche nel 2010 è proseguita l'attività e lo sviluppo
del Progetto Ospedale senza dolore, che a Dicembre
2010, in linea con le indicazioni regionali e in applicazione alla legge 38 del 15 marzo 2010, ha cambiato
denominazione ed è diventato Progetto Ospedale Territorio senza dolore e il Comitato da Comitato Ospedale senza dolore (COSD) è diventato Comitato Ospedale Territorio senza dolore (COTSD).
In ogni unità operativa è presente un medico e un
infermiere o un CPSE, referente del Comitato Ospedale Territorio senza dolore, che promuove e facilita
percorsi e processi aziendali legati alla medicina del
dolore. Negli anni il Comitato Ospedale Senza Dolore (COSD), oggi Comitato Ospedale Territorio senza
dolore (COTSD), di cui fanno parte anche un Medico di Medicina Generale, rappresentante dei medici
del territorio e un rappresentante del volontariato del
Comitato Consultivo misto (CCM), si è riunito periodicamente, ha valutato i risultati, pianificato azioni positive contestualizzandole alle realtà di intervento e alle
criticità osservate e elaborato programmi di lavoro per
migliorare e/o aumentare la sensibilità degli operatori
sanitari sul dolore e il suo trattamento.
Il COSD inoltre ha svolto nello specifico le seguenti
attività:
• Monitoraggio continuo del consumo dei farmaci
antalgici e dei presidi, distinto per Dipartimento e
per U.O., per verificare l’adeguato trattamento del
paziente sofferente ricoverato in ospedale in base
al dolore atteso legato alla diagnosi, rilevata con
la SDO.
• Pianificazione della formazione di tutti gli operatori sanitari con corsi dedicati all’ottimizzazione
del trattamento del dolore dei pazienti ricoverati
in ospedale utilizzando forme innovative di formazione come ”La formazione sul campo”, per presentare discutere ed implementare l’applicazione
della scheda unica del dolore aziendale nelle diverse UU.OO.
• Sviluppo della comunicazione con l’utenza per
educarla sul tema dolore e sulla necessità del suo
trattamento, con una campagna di informazione
dedicata al tema, ponendo particolare attenzione
alle diverse età ed etnie, con il supporto dei mediatori culturali e di strumenti di comunicazione,
tradotti in diverse lingue.
• Esecuzione, con la collaborazione dei referenti
delle diverse Unità Operative di 5 inchieste aziendali di prevalenza del dolore in ospedale e 7 analisi sulle conoscenze e gli atteggiamenti del dolore
e il suo trattamento da parte di tutti gli operatori
159
comune ed omogeneo alla presa in carico di tutte le
persone che soffrono, nei percorsi ospedale- territorio
nella provincia di Ferrara.
•
Le azioni
Lo sviluppo del progetto nella realtà aziendale
L’informazione all’utenza e agli operatori sanitari è garantita da:
• Presentazione nella carta dei servizi e nell’home
page aziendale del progetto Ospedale senza dolore;
• Dépliant regionali disponibili presso l’URP (Ufficio
•
•
Relazioni con il Pubblico), (“L’Emilia Romagna
contro il dolore”, ”Il dolore Postoperatorio”);
Inchiesta epidemiologica di prevalenza, somministrazione del questionario della giornata del
sollievo, analisi degli atteggiamenti e delle conoscenze del personale sanitario sul tema dolore e
sul suo trattamento;
Informazione ai mass media locali;
Brevi aggiornamenti sulle attività di formazione e
sui risultati in Collegio di Direzione, negli incontri
dei Comitati di Dipartimento, negli incontri del Comitato Consultivo Misto, sulla “Newsletter” aziendale e sull’House organ.
Figura 3.3 - La scheda unica del dolore aziendale”Il dolore si cura insieme”.
160
Le scale scelte in Azienda
Figura 3.4 – Scala FPS per i bambini dai 3 ai 12 anni
Figura 3.5 – Scala NRS per i pazienti collaboranti
Figura 3.6 - Scala BPS per i pazienti non collaboranti,
sedati e ventilati
Figura 3.7 – Scala PAINAD per i pazienti non collaboranti
L’informazione dei pazienti operandi
Tutti i pazienti che devono essere sottoposti ad interventi chirurgici in regime d’elezione durante la visita anestesiologica ricevono:
• Un dépliant informativo sull’anestesia, sul trattamento del dolore, e sulla necessità di riferire agli operatori
sanitari l’intensità del dolore che lamentano nel quale è spiegato loro che devono riferirsi ad un punteggio
che visivamente è riportato in scala da 0 a 10, sovrapponibile alla scala del dolore del regolo aziendale e
regionale, utilizzato in reparto dagli operatori sanitari (NRS);
• Il dépliant informativo della regione sul dolore postoperatorio, personalizzato con i riferimenti sul Comitato
Ospedale Territorio senza dolore.
161
stiche, per i quali l’efficacia è già provata.
La scintigrafia ossea e i parametri ematologici (emocromo) sono il riferimento per selezionare i pazienti.
Dipartimento Neuroscienze
Neurologia
• Valutazione e trattamento del dolore cronico benigno e non, secondo EBM (evidence based medicine) ed EBN (evidence based nursing), dei pazienti ricoverati e non, con particolare attenzione
al dolore di patologie croniche invalidanti quali le
sclerosi multiple e altre.
• Inserimento in cartella clinica della scheda unica
aziendale del dolore “Il dolore si cura insieme ”
per la valutazione continua, il monitoraggio e il
trattamento del dolore.
• Trattamento del dolore con farmaci antalgici secondo la scala dell’OMS, in base alle caratteristiche cliniche del paziente e all’età.
• Centro della cefalea
• Ambulatorio dedicato alla valutazione e trattamento del dolore neuropatico
• Partecipazione attiva a corsi e convegni nazionali
e internazionali sul dolore neuropatico
• Laboratorio neurofisiologico dedicato allo studio
delle piccole fibre, per la valutazione fisiopatologica dei pazienti con dolore neuropatico:
• Trattamento antalgico e palliativo dei pazienti con
patologie croniche neurologiche, con particolare
attenzione alle sclerosi multiple
Figura 3.8 - Depliant informativo per i pazienti operandi
La soddisfazione dell’utente
In linea con le indicazioni regionali sono stati elaborati
e condivisi dagli anestesisti dell’Azienda questionari
di soddisfazione del paziente sottoposto ad intervento
chirurgico. Non si sono rilevati reclami relativi al trattamento del dolore postoperatorio che viene monitorato nel perioperatorio fino alla dimissione e i pazienti
operati si sono dichiarati soddisfatti del trattamento
antalgico ricevuto. La soddisfazione del paziente è
predittiva della compliance con il trattamento, che
possiamo perciò ritenere soddisfacente nel campione
analizzato.
La Terapia del dolore nella realtà assistenziale: alcuni
esempi
Neurochirurgia
• Inserimento della scheda unica aziendale del dolore “Il dolore si cura insieme ” per la valutazione
continua, il monitoraggio e il trattamento del dolore in cartella clinica
• Monitoraggio continuo del dolore e trattamento
• Applicazione della procedura del dolore postoperatorio e del suo trattamento (accreditamento
dipartimento emergenza) con protocolli operativi
terapeutici, definiti in base al dolore postoperatorio atteso
• Trattamento del dolore con farmaci antalgici secondo la scala dell’OMS, modulati in base alle
caratteristiche cliniche del paziente e all’età, al
superamento del cut-off (diverso a seconda delle
scale di valutazione utilizzate).
• Trattamento microchirurgico dello spasmo del
nervo facciale e delle nevralgie trigeminali da
conflitto neuro vascolare.
• Trattamento chirurgico del dolore neuropatico
mediante applicazione di neurostimolatori corticali e midollari, e Drezotomie midollari.
• Trattamento microchirurgico della patologia discale: cervicale, dorsale e lombare.
Dipartimento Diagnostica per immagini e medicina di
laboratorio
Radioterapia
Trattamento con intento palliativo sintomatico, per prevenire sintomi invalidanti e migliorare così la qualità
di vita del paziente, complementare all’uso degli analgesici. La terapia del dolore è stata utilizzata nel caso
di metastasi ossee sintomatiche, metastasi cerebrali,
sindromi ostruttive e compressive.
La dose erogata per trattare il dolore è bassa e pertanto sono lievi gli effetti collaterali che si possono avere a
breve o a lunga distanza dal trattamento.
Medicina nucleare
Trattamento delle metastasi ossee dolorose, refrattarie a terapie consolidate (per le quali è stato appositamente attivato un Day Hospital di Medicina Nucleare,
che consente uno stretto follow up dei pazienti).
Le patologie tumorali più frequentemente oggetto del
trattamento radiometabolico sono: il tumore della prostata, in fase di ormono-resistenza, e il tumore della
mammella con metastasi prevalentemente osteobla162
trattamento del dolore in cartella clinica.
Dipartimento emergenza
Dipartimento Medico/Medico Specialistico
• Inserimento della scheda unica aziendale del dolore “Il dolore si cura insieme ” per la valutazione
continua, il monitoraggio e il trattamento del dolore in cartella clinica.
• Inserimento della valutazione del dolore in cartella infermieristica e registrazione del dato, su
scheda dedicata.
• Monitoraggio continuo del dolore e trattamento .
• Applicazione della Procedura dipartimentale sul
trattamento del dolore in area medica.
• Applicazione delle raccomandazioni regionali
“Trattamento del dolore in area medica”.
• Trattamento farmacologico e non, interprofessionale e interdisciplinare, del dolore oncologico e
cronico benigno.
• Utilizzo del progetto SOLE per le informazioni
cliniche del paziente ricoverato relativamente al
dolore e al suo trattamento.
Pronto Soccorso Generale e Ortopedico
All’accesso del paziente in Pronto Soccorso, l’informatizzazione ha reso obbligatorio il campo dolore per la
valutazione (NRS) ai fini di un adeguato trattamento e
un approccio terapeutico mirato.
Anestesia e Rianimazione Ospedaliera e Universitaria
Applicazione procedura dipartimentale accreditata del dolore postoperatorio, condivisa da tutti gli
anestesisti dell’azienda, e dal personale sanitario
afferente ai dipartimenti.
• Valutazione e trattamento del dolore postoperatorio dei pazienti ricoverati nelle unità operative afferenti all’Anestesia e Rianimazione Ospedaliera
e Universitaria.
• Ambulatori di terapia del dolore (prima visita, trattamento medico, trattamento invasivo con procedure di neurolesione e neuromodulazione), con
particolare attenzione ai pazienti operati alla colonna, all’anca e al ginocchio con l’utilizzo di analgesia perineurale.
• Compilazione della sezione dedicata alle manovre chirurgiche, alle procedure della scheda unica
aziendale del dolore “Il dolore si cura insieme ”
per le prescrizioni antalgiche, la valutazione continua, il monitoraggio e il trattamento del dolore in
cartella clinica.
•
Oncologia
Inserimento della scheda unica aziendale del dolore “Il dolore si cura insieme ” per la valutazione
continua, il monitoraggio e il trattamento del dolore in cartella clinica
• Monitoraggio continuo del dolore e trattamento
• Trattamento terapeutico e palliativo con applicazione delle linee guida regionali sul tema.
• Partecipazione al progetto interaziendale ”La rete
delle cure palliative” e regionale “Macondo”.
• Partecipazione attiva a Convegni sul tema del dolore e del palliativismo.
• Consulenze settimanali domiciliari a strutture sanitarie (LPA, RSA, ADO, Hospice)1.
•
Rianimazione Terapia Intensiva
• Sedoanalgesia in tutti i pazienti ricoverati.
• Inserimento della scheda unica aziendale del dolore “Il dolore si cura insieme ” per la valutazione
continua, il monitoraggio e il trattamento del dolore in cartella clinica.
• Applicazione dei protocolli per il dolore postoperatorio e delle raccomandazioni regionali per il trattamento del dolore in area medica e oncologica.
Dipartimento Chirurgico/Chirurgico specialistico
Valutazione e monitoraggio del dolore postoperatorio in cartella infermieristica.
• Applicazione della procedura dipartimentale del
percorso di accreditamento del dolore postoperatorio, con l’utilizzo di protocolli definiti in base al
dolore atteso, a riposo e in movimento.
• Trattamento del dolore in ambito chirurgico (medicazioni, ulcere vascolari, piaghe da decubito).
• Trattamento antalgico dei pazienti operati in elezione e in urgenza, in regime di ricovero e di day
surgery.
• Analisi della soddisfazione del paziente relativa al
trattamento del dolore e al sollievo, in collaborazione con i medici in formazione di Anestesia e
Rianimazione.
• Inserimento e compilazione della scheda unica
aziendale del dolore “Il dolore si cura insieme ”
per la valutazione continua, il monitoraggio e il
•
Dipartimento riproduzione e accrescimento
Il dolore del bambino
• E’ presente, in cartella clinica, un foglio dedicato
alla valutazione, registrazione e trattamento del
dolore del bambino, specifico per settore (pronto
soccorso, degenza pediatrica, day hospital, chirurgia pediatrica) con scale distinte per età, validate, condivise dal dipartimento.
• Viene fornita a tutti i genitori-tutori dei bambini in
Pronto Soccorso e ricoverati una scheda di soddisfazione sul sollievo dal dolore e sul suo trattamento.
• Sono stati adottati, condivisi e applicati protocolli
163
•
•
•
•
terapeutici comuni, distinti per patologie e dolore
atteso, per le medicazioni, gli interventi chirurgici,
i traumi, il trattamento delle ferite, delle ustioni,
ecc.
Strumenti dedicati si trovano in reparto e in Pronto Soccorso pediatrico (scale di valutazione utilizzate tradotte in tutte le lingue dell’utenza pediatrica, scheda di continuità assistenziale per il
trattamento del dolore, ecc.);
Attenzione ai bambini con disabilità
Attenzione all’equità senza differenze con l’utilizzo di strumenti multilingue per i bambini e i genitori stranieri, realizzato in collaborazione con il
settore mediazione culturale;
All’accesso del piccolo paziente in Pronto Soccorso, l’informatizzazione ha reso obbligatorio il
campo dolore per un adeguato trattamento e un
approccio terapeuti mirato.
•
•
•
•
Ostetricia Ginecologia
• Inserimento della scheda aziendale “Il dolore si
cura insieme”.
• Valutazione e trattamento del dolore postoperatorio (procedura accreditata dipartimentale “Dolore
postoperatorio” del Dipartimento emergenza);
• Avvio di uno studio di adesione all’utilizzo della
scheda e del dolore postoperatorio nelle donne
sottoposte ad interventi ginecologici, oggetto di
una tesi di laurea di una studentessa di Medicina
e Chirurgia.
• Procedura ”parto analgesia” accreditata nel percorso accreditamento del Dipartimento di emergenza, il cui percorso formativo frontale è già stato realizzato in linea con le indicazioni regionali.
• Protocolli terapeutici per il controllo del dolore delle gestanti che affrontano il parto di feti morti;
• Contenimento del dolore da parto con il travaglio
in acqua e/o con le tecniche non farmacologiche.
• Sviluppo dell’informazione/comunicazione sulla
partoanalgesia alla donna gravida con informazioni scritte, dépliant informativi e incontri frontali
dedicati, in collaborazione con gli altri operatori
sanitari coinvolti nel percorso nascita.
• Incontri per la diffusione del progetto Ospedale
Territorio senza dolore e della scheda Unica del
dolore aziendale con la collaborazione dei referenti medici e professional dell’U.O.
•
•
•
•
sul tema dolore e sul suo trattamento, con docenza interna, interprofessionale e interdisciplinare,
per gli operatori sanitari dell’Azienda.
Diversi incontri di aggiornamento, inseriti nel percorso Ospedale Territorio senza dolore, per presentare, fra l’altro, i risultati delle indagini sulla
percezione del dolore del 2009, delle indagini di
prevalenza aziendali, degli atteggiamenti e delle
conoscenze degli operatori sanitari sul tema dolore e sul suo trattamento in modo da valutare lo
sviluppo culturale del personale coinvolto e adattare il percorso formativo al continuo cambiamento, nazionale, regionale e aziendale.
Convegni aziendali sul dolore nelle diverse realtà
aziendali.
Incontri ripetuti per il percorso di accreditamento
aziendale dei Dipartimenti.
Corsi di Formazione continua sul tema dolore, sul
suo trattamento, sul monitoraggio, sugli indicatori
e percorsi di qualità, realizzata a livello di unità
operativa e/o di dipartimento, per coinvolgere più
direttamente il personale ad alto tournover, con
role playng, audit e formazione sul campo.
Il percorso di formazione aziendale con moduli
ripetuti, dedicato alla partoanalgesia, interprofessionale e interdisciplinare, con lezioni frontali,
formazione sul campo e formazione in centri di
riferimento regionali e/o nazionali, allo scopo di
realizzare in progress un Servizio di analgesia
ostetrica G.R n.1888/2006).
Il corso di formazione sulla valutazione, trattamento, monitoraggio del dolore del bambino con
lezioni frontali e formazione sul campo per sviluppare un percorso omogeneo aziendale di presa in
carico del bambino con dolore.
Il corso dedicato alle tecniche non farmacologiche di contenimento del dolore del bambino
(es.:clown terapia, guanto magico).
Incontri sul dolore oncologico, internistico, e postoperatorio per rilevare le criticità e ottimizzare i
percorsi, secondo EBM ed EBN con il coinvolgimento dei referenti del COSD delle singole unità
operative.
Il consumo dei farmaci antalgici e dei presidi in Azienda.
La collaborazione continua con il Dipartimento Farmaceutico Interaziendale e in particolare con i farmacisti
referenti del COSD ha reso possibile:
• Un monitoraggio continuo, totale e distinto per
principio attivo, dei farmaci analgesici utilizzati in
azienda distinti anche per unità operativa e per
dipartimento.
• L’analisi della spesa totale aziendale, per Diparti-
La formazione sul dolore e il suo trattamento
In collaborazione con l’Unità organizzativa formazione
e aggiornamento, il Comitato Ospedale Territorio senza dolore (COTSD), e i referenti medici e professional
delle diverse UU.OO. hanno organizzato:
• Numerosi corsi di formazione, accreditati ECM,
164
sociazione Paracetamolo-Codeina (che si trasforma in
morfina) e un trend ancora in aumento per il Pentani
e la Buprenorfina. Si mantiene e quasi raddoppia il
consumo dell’’Oxicodone, farmaco analgesico oppioide indicato nel trattamento antalgico dei pazienti
sottoposti ad intervento extraperitoneale, nei pazienti
con patologie oncologiche algiche e nei pazienti con
dolore neuropatico.
In linea con le indicazioni internazionali si sono ridotti
i consumi dei FANS e sono aumentati i consumi degli
oppioidi. Il notevole consumo di Paracetamolo potrebbe essere legato al suo utilizzo come antipiretico, per
la maneggevolezza del prodotto iniettabile, nei casi
soprattutto di pazienti anziani. Alla dimissione i medicinali prescritti per la terapia del dolore, alla posologia
nei modi e nei tempi stabiliti, vengono erogati al paziente per una terapia di 30 giorni, indipendentemente
dal numero di confezioni.
mento e per Unità Operativa dei farmaci antalgici
e dei presidi utilizzati in azienda.
• La realizzazione di incontri aziendali per la corretta compilazione dei ricettari per gli stupefacenti
e di presentazione del PTL (prontuari terapeutici
locali).
L’analisi dei consumi e dell’appropriatezza dell’uso
degli antalgici ha permesso e permetterà di apportare
dei correttivi e di valutare se la tipologia e il trend di
utilizzo sia in linea con le indicazioni aziendali, regionali e nazionali e con il trattamento del dolore in base
alle SDO.
Dall’analisi del report del 2010 relativo al consumo dei
farmaci analgesici in tutta l’Azienda, si evince un incremento del consumo degli oppioidi, una stabilizzazione del consumo dei FANS (farmaci antinfiammatori
non steroidei) versus un incremento della nuova molecola iniettabile paracetamolo, ma soprattutto dell’as-
Tabella 3.2 - Consumo e Spesa Farmaci per il controllo del dolore 2006-2010
165
Figura 3.9 - Tipologia di FANS utilizzati in azienda confronto anni 2006-2010
Figura 3.10 - Tipologia di FANS utilizzati in azienda, dettaglio anno 2010
166
Tabella 3.3 – Erogazione diretta: consumo e spesa farmaci per il controllo del dolore 2008-2010
di una guida con le informazioni riguardanti le misure
da adottare per il controllo del dolore.
I Referenti di Attività hanno inoltre il compito di sensibilizzare alla cultura del monitoraggio del sintomo dolore
e rappresentano dei veri e propri promotori culturali
delle iniziative ad esso correlate. Sono, infatti, come
dei “sensori” attivamente presenti nelle UU.OO., e si
impegnano a diffondere le procedure operative in riferimento all’Ospedale-Territorio senza dolore.
Nell’anno 2010, i Referenti di Attività hanno partecipato all’evento formativo “La qualità e l’appropriatezza
nel percorso Ospedale-Territorio Senza Dolore per la
rete dei referenti COTSD”.
Il consumo delle pompe elastomeriche contenenti farmaci analgesici è coerente con il numero di interventi
in cui è il dolore atteso è moderato severo (un NRS
>3.)
La rete dei referenti
In seguito alla riorganizzazione della Direzione delle
Professioni infermieristiche, ostetriche, tecnico sanitarie e della riabilitazione, nel 2008 è stata costituita la
rete dei Referenti di Attività “Ospedale senza dolore”,
che nel corso dell’anno 2010 ha proseguito il monitoraggio del sintomo dolore, attraverso l’utilizzo della
scheda unica aziendale “Il dolore si cura insieme”. In
ogni U.O. è presente un Infermiere, o un’Ostetrica o
un Fisioterapista o un Coordinatore che partecipa attivamente a tutte le iniziative aziendali che si rivolgono
alla tematica “dolore”.
Per l’anno 2010, i Referenti di Attività hanno contribuito al monitoraggio del corretto utilizzo della scheda “Il
dolore si cura insieme”, inviando copie delle schede al
responsabile aziendale del progetto “Ospedale territorio senza dolore”. I Referenti di attività hanno inoltre
contribuito alla divulgazione in UO/Servizio, della Procedura Aziendale “Ospedale Territorio senza dolore”.
Un numero limitato di referenti di Attività, ha contribuito all’inserimento del dipendente neo-assunto/neoinserito nel settore di afferenza, mediante la redazione
Collaborazioni interaziendali e regionali
La responsabile del Progetto Ospedale Territorio senza dolore, in collaborazione con altri professionisti
medici e professional dell’azienda, ha seguito diversi
percorsi interaziendali, regionali e nazionali sul tema
del dolore e della sofferenza, fra cui.:
•
167
Partecipazione attiva al Progetto regionale MACONDO (Mantenere il controllo del dolore oncologico) per la diffusione di un’inchiesta epidemiologica di prevalenza del dolore e di analisi dei
bisogni del personale medico ed infermieristico in
Azienda e per la condivisione dei risultati derivati
•
•
•
•
•
•
•
•
dall’analisi epidemiologica per l’elaborazione di
un réport pubblicato su Saluter (il portale del Servizio Sanitario Regionale dell’Emilia Romagna).
Partecipazione attiva come componente istituzionale, alla Rete interaziendale delle Cure Palliative
con la collaborazione di dirigenti medici e professional aziendali.
Coordinamento del Gruppo Dolore nelle Cure Palliative e partecipazione ad incontri interaziendali.
Partecipazione attiva allo sviluppo regionale della
cultura del dolore e del suo trattamento .
Creazione del database regionale (inserimento
dei dati dei questionari della giornata del sollievo 2009 provenienti da tutte le strutture sanitarie
pubbliche e private della regione) e dell’elaborazione statistica con la collaborazione di personale
specializzato.
Organizzazione e coordinamento scientifico del
Convegno regionale di Maggio 2010, in occasione della Giornata del sollievo a Bologna.
Partecipazione attiva alla rete HPH aziendale, regionale, nazionale, internazionale
Sviluppo della Rete aziendale “Ospedale Terrritorio senza dolore” (dirigenti medici e professional
referenti) in collaborazione con la dirigenza delle
Professioni e i responsabili POA, e diffusione regionale del modello aziendale, in incontri del Comitato di Lotta al dolore
Partecipazione in qualità di relatore a numerosi
congressi nazionali ed internazionali: presentazione e diffusione del percorso aziendale di buo-
•
•
na pratica e di applicazione della legge 38/2010.
Coordinamento commissione dolore AAROIEMAC e SIARED (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza Area
Critica e Società Italiana Anestesia Rianimazione
Emergenza Dolore
Componente commissioni dolore SIAARTI (Società Italiana di anestesia, anelgesia, rianimazione e terapia intensiva).
Alcuni degli obiettivi regionali e alcune l’attuazione della legge 38 del 15 marzo 2010
Molti obiettivi regionali del Progetto Ospedale Territorio senza dolore e della legge 38 sono stati raggiunti;
in particolare la diffusione della scheda unica aziendale “Il dolore si cura insieme” ha sviluppato ancora
di più l’attenzione del personale sanitario alla medicina del dolore e ha sensibilizzato le persone ricoverate. Nella tabella che segue, sono rappresentate le
distribuzioni percentuali delle schede compilate per
Dipartimento rispetto ai pazienti ricoverati in degenza
ordinaria, nell’anno 2010. Il percorso di diffusione della
buona pratica e l’utilizzo della scheda è stato avviato
alla fine del 2009 e ha coinvolto a cascata le diverse
UU.OO. dell’azienda. Nel monitoraggio delle schede
raccolte sono stati esclusi i pazienti ricoverati in Day
Hospital/Day Surgery, i pazienti pediatrici e quelli che
accedono agli ambulatori. Si rileva che l’avvio non ha
avuto un’unica data e che pertanto la percentuale non
può essere del 100% .
Figura 3.11 – distribuzione percentuale delle schede di rilevazione del dolore compilate in rapporto ai pazienti
ricoverati in degenza ordinaria nell’anno 2010.
168
Le indagini epidemiologiche “Giornata del sollievo 2009” in Azienda
Nel 2010 si è portata a termine l’elaborazione statistica
dei dati relativi all’analisi epidemiologica di prevalenza
del dolore in Ospedale e del questionario del sollievo
realizzate in Azienda il 28 maggio 2009 in occasione
della Giornata Nazionale del Sollievo. I dati sono stati
presentati al Convegno regionale “La rete regionale
per la lotta al dolore”, organizzato dall’Azienda, in collaborazione con il Servizio Presidi Ospedalieri. Diversi
incontri dedicati al tema sono stati fatti, in riunioni dipartimentali o di U.O., per sviluppare i temi del dolore
e della sofferenza, sensibilizzare il personale all’utilizzo della scheda unica del dolore aziendale “Il dolore
si cura insieme “ e per rispondere ai bisogni espressi
dalle persone ricoverate.
Si riportano alcuni risultati tratti dal report elaborato relativamente alle due inchieste epidemiologiche aziendali del 2009. I risultati sono confrontati con quelli regionali e con le inchieste precedenti e rappresentano
un valore aggiunto al percorso Ospedale Territorio
senza dolore e al lavoro del Comitato Ospedale Territorio senza dolore.
La Legge n. 38/2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”,
nelle sue linee generali, conferma le scelte operate
dalla Regione Emilia-Romagna, che da anni, attraverso il Programma “Ospedale territorio senza dolore”
coinvolge gli operatori sanitari nello sviluppo di buone pratiche cliniche. Con il Piano sociale e sanitario
regionale 2008-2010 si è riaffermato l’impegno per il
mantenimento e lo sviluppo di una rete di servizi ospedalieri e territoriali attenti a prendersi cura delle persone colpite da un dolore severo di qualsiasi origine, in
tutte le fasi della malattia, compresa la fase avanzata.
In applicazione della Direttiva della Presidenza del
Consiglio dei Ministri del 24 maggio 2001 e allo scopo di promuovere la cultura del sollievo dal dolore e il
suo trattamento in ogni contesto di cura, l’Assessorato
politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna
aderisce ogni anno alle iniziative della Giornata nazionale del sollievo, promossa congiuntamente dal Ministero della salute, dalla Conferenza delle Regioni e
delle Province autonome di Trento e di Bolzano e dalla
Fondazione nazionale Gigi Ghirotti.
Un esteso report illustra i risultati dell’indagine epidemiologica realizzata il 28 maggio 2009, in prossimità
della Giornata nazionale del sollievo, raccogliendo la
voce dei cittadini sul dolore percepito in ospedale e sul
bisogno di sollievo, per acquisire elementi di valutazione e spunti di riflessione utili a migliorare il percorso
definito dalle linee guida del progetto regionale “Ospedale senza dolore” divenuto, a seguito della Legge n.
38/2010, “Ospedale - territorio senza dolore”.
All’indagine ha aderito l’Azienda ospedaliero universitaria di Ferrara, in collaborazione con il Comitato
Ospedale senza dolore, con il Comitato Consultivo
Misto, per il controllo della qualità dal lato del cittadino
(CCM), con le associazioni di volontariato impegnate
sul campo e naturalmente con le moltissime persone
ricoverate. Il COSD ha coordinato la realizzazione
dell’indagine con il coinvolgimento della Direzione sanitaria aziendale, e i referenti del Progetto Ospedale
senza dolore delle diverse U.O.
Il presente report relativo alla sola Azienda ospedaliero universitaria di Ferrara, è stato realizzato con
modalità del tutto analoghe a quelle impiegate per l’elaborazione dei dati regionali (di cui i dati aziendali in
oggetto fanno parte integrante), così da consentire, al
bisogno, un utile raffronto.
I dati di seguito riportati riguardano i risultati dell’indagine epidemiologica realizzata in un’unica giornata,
in occasione della “Giornata del sollievo 2009”. Sono
stati coinvolti tutti i pazienti presenti in Ospedale il
giorno 28 maggio 2009, a cui sono stati somministrati
due questionari per raccogliere la loro voce sul dolore
percepito e sul bisogno di sollievo. La maggior parte
delle persone ha compilato personalmente e autonomamente il questionario (51,4%), mentre il 32% è stato aiutato dagli operatori sanitari. Sono state raccolte
681 schede: hanno partecipato allo studio pazienti di
età uguale o superiore a sei anni, e sono stati esclusi
quelli ricoverati in Rianimazione e Terapia Intensiva.
La popolazione che ha aderito all’indagine è risultata
prevalentemente di genere femminile (358/681). Sono
state condotte elaborazioni statistiche con tecniche
grafico descrittive e test differenziali di tipo parametrico e non parametrico. Il campione in analisi è stato
più numeroso di quello di precedenti inchieste di prevalenza effettuate in ospedale, con una buona compliance (681 schede, di cui 518 di pazienti ricoverati in
regime ordinario).
L’età media del campione era di 62,8 anni senza differenze s.s. tra genere maschile e femminile. Nella
Figura seguente è riportata la distribuzione per classi
di età.
169
Figura 3.12– Distribuzione percentuale per classi di età, generale e per genere
Il 76% degli intervistati era ricoverato in area medica, il 24% in area chirurgica e l’8% in area oncologica.
Dall’analisi delle risposte alle domande del questionario è emerso quanto segue.
Alla domanda: ”Durante il ricovero ha sentito dolore?”
Il 40,4% dei ricoverati non ha lamentato dolore, mentre il 50,4 % ha segnalato di avere avuto dolore durante il
ricovero.
Figura 3.13 – Presenza di dolore durante il ricovero
Alla domanda “Ha avuto dolore nelle ultime 24 ore?” solo il 35% del campione ha risposto positivamente, con
una differenza statisticamente significativa rispetto al 2008, quando era stato rilevato un dato più elevato: 44.5%
170
Figura 3.14 – Distribuzione percentuale presenza dolore nelle ultime 24h.
La misura del dolore rilevata su scala numerica (NRS) è stata studiata su quattro livelli di dolore percepito: nessun dolore (zero), dolore lieve (1-3), dolore moderato (4-7), dolore intenso (8-10.)
Se si analizzano i dati concernenti la presenza di dolore al momento dell’intervista, il 58 % delle donne e il 41%
degli uomini lamentava un’intensità di dolore superiore a 3 con la NRS e solo l’11,72% delle donne e l’11,88%
degli uomini superiore a 7 con la NRS (corrispondente al dolore intenso); i risultati sono migliori di quelli riportati
in letteratura.
Le singole realtà di ricovero differiscono per percentuali di sofferenza e alcune aree, soprattutto le aree mediche sono più critiche di altre. Livelli di percezione di intensità di dolore più bassi si rilevano in Day Hospital/Day
Surgery.
Le donne hanno una percezione della sofferenza superiore rispetto agli uomini. L’89% delle persone ricoverate
che ha lamentato dolore ha comunque ricevuto un trattamento antalgico, che è stato di sollievo, soprattutto per
il livello di sofferenza moderato severo.
Alla domanda:
“Cosa desidera adesso per provare sollievo” le persone potevano selezionare più voci. Le categorie maggiormente rappresentate ordinando per il genere femminile sono state:
• avere vicino le persone care;
• sentire meno dolore;
• non essere di peso ai familiari;
con percentuali diverse secondo l’area di ricovero (medica, chirurgica od oncologica)
Fig. 3.15 – Distribuzione percentuale degli elementi che danno sollievo dal dolore
171
Rispetto all’indagine condotta nel 2007 si nota qualche variazione nell’ordine delle scelte: non risulta al primo
posto il desiderio “sentire meno dolore” nelle tre aree di ricovero, ma viene avanzata una richiesta di umanizzazione delle cure, rappresentata dal desiderio di avere vicino i familiari e gli affetti, di autonomia (“non essere di
peso ai familiari”) e di una comunicazione più personalizzata.
La maggior parte delle persone ricoverate giudica le informazioni ricevute durante il ricovero adeguate. Una
bassa percentuale (inferiore al 3%) considera le informazioni inadeguate.
Figura 3.16- Giudizio sulle informazioni ricevute durante il ricovero
Andamento della prevalenza del dolore nel periodo
2004-2009
Nel periodo dal 2004 al 2009 si osserva una riduzione
del dolore intenso, che passa dal 16,7% del 2004 al
14,0% del 2009 con una diminuzione del 2,7%. Nello stesso periodo si evidenzia una crescita del 3,5%
dei casi con dolore ‘assente’, che passa da 20,7% a
24,2%. Tali variazioni risultano inferiori a quelle relative alla Regione nel suo complesso, che nello stesso
periodo, per il dolore ‘intenso’, passano da 22,3% a
18,7% e, per il dolore assente, da 11,7% a 18,9%.
Gli andamenti sopra descritti emergono in maniera
molto più netta considerando i soli ricoveri ordinari
dove, infatti, il dolore ‘assente’ presenta un notevole
aumento del 7,2% ed il dolore ‘intenso’ una diminuzione del 3,6%. Rimane comunque il modello complessivo degli andamenti, sia per i dati aziendali che
per quelli regionali, ossia una costanza di aumento,
negli anni, nelle percentuali di dolore assente e di diminuzione del dolore ‘intenso’, in regime di ricovero
ordinario.
Questi dati confermano che molto lavoro è stato fatto
nell’applicazione delle linee guida dell’“Ospedale senza dolore” e nella diffusione di buone pratiche cliniche,
sottolineando la necessità di portare avanti un percorso di miglioramento in area medica, in oncologia, in
emergenza e in alcune chirurgie.
Il trasferimento a Cona dell’ospedale e la nuova struttura alberghiera (camere a due letti) potrà probabilmente soddisfare la necessità espressa dalle persone
di avere vicino i familiari.
Particolare attenzione meritano le persone ricoverate
di genere femminile, soprattutto se anziane, che costituiscono la popolazione maggiormente rappresentata
in ospedale e che lamenta una maggiore sofferenza.
Devono quindi essere avviati percorsi dedicati di presa in carico, dalla nascita alla senilità per soddisfare i
bisogni, espressi e non, da parte delle donne, che per
caratteristiche epidemiologiche saranno le maggiori
fruitrici di cure nel “sistema” salute in futuro, e degli
uomini, di qualsiasi età ed etnia in un percorso di equità senza differenze.
172
3.3.3 Il Percorso Nascita
U.O. di Ostetricia e Ginecologia. Tali incontri sono tenuti da una ostetrica, un ginecologo ed un’anestesista.
4) Adesione al protocollo regionale “giù la testa” con
la disponibilità alle gravide, con presentazioni anomale, di applicazione della tecnica di MOXA effettuata da
un’ostetrica.
Si è continuata la formazione ed il councelling per favorire l’allattamento al seno.
L’Azienda partecipa attivamente con i propri professionisti a tutti i gruppi di lavoro attivati dalla Commissione Nascita regionale sul percorso nascita per il
quale sono in fase di elaborazione specifici indicatori
Le azioni poste in essere nel corso del 2010 sono
state orientate in particolare all’estensione dell’offerta della parto-analgesia da parte dell’Azienda. Ciò ha
portato a raggiungere e a superare la soglia del 7% sul
totale dei parti avvenuti nel 2010.
E’ inoltre proseguita, come negli anni passati l’integrazione con il Dipartimento di Cure Primarie dell’Azienda USL di Ferrara, attraverso la collaborazione con il
Centro Salute Donna, dei professionisti che prendono
in carica la donna gravida nel corso del suo iter gestazionale.
3.3.4 Le Reti Regionali per le Cure Palliative e la
Terapia del Dolore
Seguendo la finalità di valorizzare lo sviluppo delle
Professioni sanitarie assistenziali, in linea con le direttive regionali, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria
di Ferrara ha provveduto ad inserire nel gruppo interaziendale della Rete delle Cure Palliative (RCP) un’infermiera coordinatrice dell’unità operativa di Oncologia, un’infermiera esperta in cure palliative.
Lo scopo è di fornire un contributo diretto anche da
parte di queste professioni sanitarie per la continuità
dell’assistenza in tutte le fasi del percorso del paziente
che necessita di cure palliative, e contribuire a trovare
modalità efficaci per un modello organizzativo-assistenziale in grado di rispondere al bisogno di integrazione delle cure in questo campo.
La Definizione di protocolli per la gestione della gravidanza e del parto fisiologici
In ottemperanza ai disposti normativi regionali ed in
assonanza con l’evoluzione culturale e la professionalizzazione raggiunta dalle professioni sanitarie, si sono
implementati modelli organizzativi ed assistenziali che
valorizzano ed integrano il contributo di tutti i professionisti, in modo aderente ai bisogni dei cittadini.
L’obiettivo prioritario perseguito ha riguardato il miglioramento della qualità assistenziale del percorso nascita, basato sullo sviluppo delle relazioni e del confronto
continuo tra i diversi professionisti, pertanto nello specifico si è proceduto come segue:
1) Parto in analgesia: continua l’offerta della parto
analgesia farmacologica su indicazione medica e il
contenimento del dolore con tecniche non farmacologiche da parte dell’ostetrica, in particolare nell’anno
2010 sono stati effettuati:
- n° 327 travagli in acqua su 1.076 parti spontanei (n°
300 nel 2009 su 1.094 parti spontanei);
- n° 382 posizioni alternative su 1.076 parti spontanei (
n° 217 nel 2009 su 1.094 parti spontanei);
- n° 113 parti in analgesia farmacologica su 1.076 parti
spontanei (n° 66 nel 2009 su 1.094 parti spontanei).
2) Effettuazione di visite guidate per le donne gravide
edai partner con indicazioni rispetto al percorso di accesso all’ostetricia e visita della sala parto, in collaborazione con il centro Salute Donna dell’Azienda USL.
Le visite sono condotte da un’ostetrica due volte alla
settimana, per un massimo di dieci gravide per incontro. Nell’anno 2010 le gravide in visita sono state 296
e gli accompagnatori sono stati 197.
3) Nel corso del 2010 sono stati organizzati quattro
incontri con la popolazione con l’obiettivo di informarla sulle indicazioni tecniche del parto in analgesia e
il contenimento del dolore in travaglio proposte dalla
Dalle giornate seminariali specifiche tenutesi durante
il 2010 sono emerse le seguenti esigenze:
• spiegare in un documento ancora più dettagliato
dell’attuale Chi fa Che cosa al domicilio
• esplicitare da parte dei singoli nodi i documenti,
moduli o percorsi formalizzati che consentono le
interfacce cioè costituiscono la rete (percorsi tra
UUOO, ambulatori, DH, Hospice…ADI )
• proporre un unico COTSD (Comitato OspedaleTerritorio senza Dolore per la Provincia di Ferrara) ad oggi divenuto effettivo;
• attivare un Coordinamento provinciale funzionale
(cabina di regia) per la Rete delle Cure Palliative;
• studiare la fattibilità dell’implementazione del
case manager infermieristico dedicato alle cure
palliative che sia interfaccia dei nodi (case manager assistenziale ospedaliero paziente oncologico ad oggi in via di nomina in Azienda)
• attivare un Gruppo di lavoro per la definizione
degli indicatori di elezione e di attività delle cure
palliative
• studiare la fattibilità di assistenza domiciliare 7
giorni su 7.
• presidiare la formazione specifica permanente
• presidiare l’informazione e comunicazione tra
i nodi per la corretta conoscenza del paziente (quantità di farmaci assunta, esami eseguiti,
173
•
•
•
•
•
•
•
•
3.3.6 Assistenza Odontoiatrica
inutilità di esami di supporto alla RT eseguiti fuori
sede..etc..)
sviluppare in tal senso la piattaforma progetto
SOLE
coinvolgere le strutture protette e le case di cura
supportare la famiglia.
mantenere una cabina di regia interaziendale;
individuare due ambiti locali come possibile sperimentazione del modello organizzativo studiato,
con riferimento rispettivamente all’Hospice di Ferrara e DH Oncologico di Ferrara e all’Hospice di
Codigoro e DH Oncologico del Delta;
sviluppare un modello organizzativo, compatibile
con le risorse locali esistenti soprattutto del volontariato, tendente ad offrire a livello domiciliare la
consulenza medica palliativa, la continuità assistenziale infermieristica h/12 e 7 gg la settimana.
sperimentare il coinvolgimento del servizio di
guardia medica
portare a definitiva edizione il “documento dell’offerta dei nodi della RCP”.
Sono state mantenute le attività che garantiscono la
captazione delle fasce di popolazione economicamente più disagiate e alla casistica “vulnerabile”
3.3.7 Recepire a livello Aziendale il progetto Regionale “Differenze ed Equità”
3.3.5 Gestione integrata paziente diabetico
Nel corso del 2010 sono state avviate alla gestione integrata con i Medici di Medicina Generale dell’ Azienda USL di Ferrara 503 persone con diabete.
Al contempo in collaborazione con il dott. Dario Pellizzola, coordinatore della Diabetologia dell’Azienda
USL e con il dott. Mauro Navarra in rappresentanza
dei Medici di Medicina Generale, si è altresì provveduto alla revisione del documento di indirizzo provinciale
relativo alla gestione integrata stessa.
Nel triennio 2008-2010 le persone con diabete avviate
alla gestione integrata sono state complessivamente
1390, a fronte delle 1366 negli anni 1996-2007.
Il registro aziendale dei pazienti diabetici realizzato sul
supporto informatico “Eurotouch” è stato quasi completato dal momento che, a fronte delle 9405 cartelle
contenute nell’archivio cartaceo, ne sono state trasferite a tutt’oggi su tale supporto 9107. Si precisa le
cartelle cartacee comprendono anche i 2802 diabetici
avviati alla gestione integrata dal 1996 al 31/01/2011,
quelli che sono passati ad altro ambulatorio diabetologico della provincia, i drop out per cause sconosciute
e i diabetici deceduti dopo che la cartella era stata inserita nell’archivio. Dai dati desumibili dal software Eurotouch risulta che, nel corso del 2010, sono stati visti
almeno una volta 4664 diabetici (497 tipo 1 e 4167 tipo
2) ai quali vanno aggiunti i circa 300 le cui cartelle non
sono ancora state trasferite su Eurotouch. Si presume
quindi, con ragionevole certezza, che i diabetici assistiti presso l’U.O. di Diabetologia dell’Azienda siano
circa 5000.
174
Il progetto “Differenze ed Equità” coordinato dall’Agenzia Sanitaria Regionale, realizzato con i finanziamenti
dedicati ai processi di modernizzazione, è continuato attraverso la rinnovata azione progettuale “Equasanità” 2009-2010. L’obiettivo principale del progetto
consiste nel rendere il principio di equità un elemento
cardine e pervasivo della programmazione aziendale
e delle modalità di accesso ed erogazione dei servizi,
rispetto alle diversità che oggi caratterizzano le comunità regionali e verso cui il Piano Sociale e Sanitario
Regionale fanno preciso riferimento in quanto “sono a
rischio le capacità” di specifiche fasce di popolazione
per le differenze culturali, di genere, di età, di disabilità, vulnerabilità sociale, nell’utilizzo delle risorse messe a disposizione. In particolare, il lavoro dell’anno
2010, organizzato in n. 3 sottogruppi individuati rispettivamente nelle Aree Vaste, ha creato le basi perché
diventi sistematica l’attività di valutazione dell’equità
(equality assessment) all’interno delle aziende sanitarie in una prospettiva di processo continuo di miglioramento delle seguenti macro articolazioni: programmazione, accesso ai servizi e loro erogazione.
L’attenzione è rivolta, oltre che alle diversità presenti
nella popolazione che sono maggiormente oggetto di
discriminazione, secondo le indicazioni dell’ex art. 13
del trattato di Amsterdam/1997 (genere, età, origine
etnica, tendenze/orientamento sessuale, religione/
convinzioni personali, di-sabilità), sempre più rivolta
anche alle differenze presenti tra il personale che lavora all’interno dell’organizzazione. Le azioni progettuali
svolte riguardano:
1. Definizione di un proprio modello di gestione delle
diversità
Condiviso a livello regionale un modello comune di gestione delle diversità, ora vi è la necessita di definire il
nostro modello di gestione delle diversità. La proposta
necessità di condivisione a livello di direzione generale e formalizzazione con atto aziendale. Il documento
comprende n. 3 LIVELLI DI LAVORO:
• Creazione di un COORDINAMENTO “Board
Aziendale”
• Strumenti di VALUTAZIONE
• Elaborazione di un PROGRAMMA EQUITA’.
2. Produrre progetti di Diversity management (aziendali o di area vasta)
ad effettuare la Trombolisi precoce risulta attualmente dotata di 12 posti letto dei quali 4 monitorizzati in
grado di soddisfare i bisogni della popolazione provinciale. Nel 2010 sono stati trattati nella Stroke Care/
Stroke Unit (12 pl dei quali 4 monitorati) dell’U.O. di
Neurologia 237 stroke, come risulta dal registro interno dello stroke.
Per Diversity management s’intende un “approccio
"diversificato alla gestione di risorse umane, finalizzato alla creazione di un ambiente lavorativo inclusivo, in grado di favorire l’espressione del potenziale
individuale e di utilizzarlo come leva strategica per il
raggiungimento degli obiettivi organizzativi (Barabino,
Jacobs, Maggio, 2001).
L’Azienda nel 2010 ha ottenuto n. 3 bollini rosa da parte di O.N.Da.1. L’iniziativa è promossa per far emergere le strutture più attente alle esigenze femminili, contribuendo a diffondere sempre più anche nel nostro
Paese il concetto internazionale di ‘women’s hospital’.
Inoltre, in collaborazione con l’AUSL di Ferrara e altre
istituzioni del territorio (Comune, Provincia, Università) sono stati realizzati i seguenti progetti di diversity
management:
Convegno annuale riguardante il tema della Salute di
Genere
Corsi di Formazione interaziendali riguardo il tema del
Mobbing e Pari Opportunità
Contribuire allo sviluppo e alla sperimentazione d’indicatori di equality assesment individuati in contesto
regionale.
Nel 2010 sono state svolte le seguenti attività formative, progettuali e di lavoro in gruppo: n. 2 Laboratori
formativi, n. 7 Incontri regionali. I laboratori e gli incontri hanno permesso di condividere buone pratiche e il
confronto sullo sviluppo di strategie che affrontano le
disequità nella fornitura di assistenza sanitaria. Implementare una strategia e un governo, a livello aziendale, rispettoso delle differenze per garantire equità
sono necessarie le seguenti strategie e competenze:
Governance, Monitoraggio e valutazione dei progetti e
d’impatto, Reporting, Coinvolgimento degli stakeholders.
Inoltre, il laboratorio sugli strumenti per l’equality assessment ha facilitato la comprensione riguardo al
modo di costruire equità, nella pianificazione ed erogazione dei servizi sanitari, attraverso lo strumento di
valutazione utilizzato nel sistema sanitario scozzese.
Tabella 3.4 Caratteristiche casistica trattata nella Stroke Care
Ischemie
215
90,7%
Emorragie
6
2,5%
ESA
1
0,4%
TIA
15
6,3%
Totali
237
100,0%
I pazienti con DRG 14 trattati nella Stroke Care/Stroke
Unit (237) rappresentano il 36.1% di tutti i pazienti ricoverati nel 2010 nelle varie UU.OO. dell’Azienda con
DRG 14 (656 pz) ed il 41.5% dei transitati nell’U.O. di
Neurologia (571).
Se si estrapolano dai dati totali Aziendali (656 pz) le
emorragie rappresentano il 22.7% di tutti gli stroke
(149 pazienti), gli ictus ischemici sono rappresentati
da 510 pazienti, di questi il 42.1% (215/510) è stato
ricoverato presso la stroke care unit dell’U.O. di Neurologia.
In base ai dati nazionali, risulta che il 30% dei pazienti con stroke ischemico arriva entro le 3 h ed il 25%
di questi è trattabile con trombolisi i.v. Il numero di
pazienti afferenti alla nostra Azienda da trattare con
trombolisi i.v. risulta 38, perfettamente in linea col dato
nazionale.
Se si considera che 3 pazienti dei 41 totali trattati con
trombolisi i.v. erano off label, possiamo ragionevolmente affermare che il trattamento fibrinolitico i.v ha
coperto tutta la casistica dei pazienti affetti da ictus
ischemico accolti entro le 3 h, quindi in linea con i dati
statistici nazionali.
Oltre alla casistica trattata con trombolisi endovenosa, 9 pazienti sono stati trattati con trombolisi intraarteriosa.
La degenza media (13 giorni) tiene conto di tutti i pazienti, compresi quelli con le degenze più lunghe.
I trasferimenti nelle UU.OO. di Riabilitazione (UMR e
UGC) rappresentano il 12.3 % (28 pazienti) e le dimissioni in LPA/RSA/Struttura Protetta il 17.1% (39
pazienti).
Da notare, infine, l’alta percentuale dei pazienti accolti
nella stroke unit (50.6% nei posti letto monitorati). Appare, inoltre, di particolare rilievo l’elevata percentuale
di pazienti dimessi a domicilio (67.1%) a dimostrare
l’efficacia della gestione complessiva del paziente con
3.4 Qualità dell’assistenza ed efficienza gestionale
3.4.1 L’integrazione socio–sanitaria e l’assistenza ospedaliera
Programma Stroke Care
E’ proseguito lo sviluppo del programma interaziendale specifico, che vede l’integrazione del sistema di
emergenza territoriale 118 con il DAI di Neuroscienze
e Riabilitazione dell'Azienda Ospedaliero Universitaria. In particolare la Struttura di Neurologia deputata
175
mestesici, stimolazione magnetica transcranica,
blink reflex, c-reflex;
• Laboratorio di Neuropsicologia (valutazione profilo cognitivo globale e di funzioni specifiche, valutazione delle competenze cognitive lobari)
• Servizio di Neuroradiologia (per l’esecuzione di
Risonanze Magnetiche con sezioni mirate e studio dettagliato di specifiche strutture corticali.)
Per alcune specifiche categorie di soggetti con Epilessia, in particolare le donne e i pazienti con tumori
cerebrali la Struttura Organizzativa dell’Ambulatorio
dedicato ha attivato Percorsi Assistenziali Multidisciplinari. Per i pazienti affetti da epilessia sintomatica
conseguente a neoplasia cerebrale è stato attivato
un Ambulatorio Neuro-Oncologico. Le visite in questo
ambulatorio vengono effettuate da un team di specialisti (neurologo e oncologo) che affrontano in modo
globale le problematiche del paziente, in particolare
quelle legate alla politerapia con farmaci antiepilettici
e antineoplastici con l’obiettivo di ridurre le possibili
interazioni tra i farmaci e ottenere il miglior controllo
delle crisi. In particolare per le donne in età fertile è
attivato il percorso Epilessia e Gravidanza, condiviso
con l’ambulatorio delle gravidanze a rischio dell’U.O.
di Ostetricia e Ginecologia che prevede la presa in
carico e il follow-up delle donne, dal counseling pregravidico, alla gravidanza, al parto e al post-partum.
Questo percorso, dedicato alle donne affette da Epilessia ha ottenuto il riconoscimento del Bollino Rosa
2010 da parte dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute
della Donna (O.N.D.a).
stroke nella Stroke Care/Stroke Unit della U.O. di Neurologia.
Pronto soccorso
L’ Azienda ha messo in campo una serie di processi
riorganizzativi interni che, nell’ultimo anno, hanno dato
luogo ad una riduzione della media dei ricoveri dei pazienti di pertinenza internistica, con sensibile riduzione
del fenomeno delle barelle. L’”iperafflusso al Pronto
Soccorso” a Ferrara, rispetto al passato, è attualmente
un fenomeno alquanto ridimensionato.
Percorso Epilessia
L’attività assistenziale rivolta ai soggetti con Epilessia
di età superiore ai 18 anni è svolta prevalentemente
dall’Ambulatorio dedicato alla Diagnosi e Cura delle
Epilessie dell’U.O. di Neurologia, istituito nel 1998.
L’Ambulatorio dedicato alla Diagnosi e Cura delle Epilessie, affidato a Neurologi esperti in Epilettologia, ha
come obiettivo la presa in carico dei soggetti con Epilessia sia per quanto riguarda gli aspetti diagnostici e
terapeutici che per il follow-up clinico e privilegia il
rapporto con la persona “accompagnandola” nelle varie fasi della vita.
La presa in carico dei pazienti avviene nel contesto del
“Percorso Epilessia ”, un iter diagnostico-terapeutico
strutturato e diversamente articolato a seconda della
condizione clinica del soggetto che prevede:
1) La definizione della diagnosi clinico-strumentale
secondo la classificazione ILAE (International League
Against Epilepsy) nei soggetti di nuova diagnosi;
2) La gestione e il follow-up clinico-terapeutico nei
soggetti con diagnosi definita già in terapia;
3) La rivalutazione clinico-strumentale nei soggetti con
epilessia farmacoresistente.
L’accesso all’Ambulatorio avviene tramite CUP per le
prime visite e controlli e in autogestione per le visite
urgenti e i pazienti che devono proseguire l’iter diagnostico e terapeutico dopo ricovero ordinario in Neurologia o altro reparto dell’Ospedale.
I medici dell’Ambulatorio delineano e coordinano l’iter diagnostico-strumentale-terapeutico di ciascun
paziente avvalendosi dei Percorsi Facilitati con Riserva di Accessi, la maggior parte dei quali si svolgono
all’interno delle UU.OO. del Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione. I principali Percorsi Facilitati
con riserva di Accesso riguardano:
• Laboratorio di Neurofisiologia Clinica -Settore di
ElettroEncefaloGrafia- per l’esecuzione di registrazioni EEGrafiche, Video-EEG, Video-poligrafiche anche prolungate sia in veglia che in sonno;
• Laboratorio di Neurofisiologica Clinica -Settore
di Elettromiografia/Potenziali Evocati – per l’esecuzione di potenziali evocati visivi, acustici, so-
3.4.2 Miglioramento della applicazione dei criteri
di assegnazione dei pazienti in modo appropriato
e ottimizzazione della casistica cronica. La Continuità ospedale-territorio: il case-manager
Presso l’Azienda opera da anni una equipe di Valutazione Geriatrica Ospedaliera (UVGO) la quale, su segnalazione delle Unità Operative di ricovero, effettua
la valutazione dei pazienti per i quali è prevista la dimissione protetta con modalità di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) o in Lungodegenza Post-Acuzie.
Tale equipe è costituita da un Geriatra dell’Azienda,
da una Assistente Sanitaria della Direzione Medica
di Presidio e da un Infermiere del Servizio Assistenza
Domiciliare dell’Azienda USL.
La presenza di tale professionalità (Case-manager)
è stata inserita nell’equipe di Valutazione Geriatrica
Ospedaliera già nell’anno 2006. Per i casi in cui è
prevista l’attivazione dell’ADI, l’Infermiere del Servizio
Assistenza Domiciliare programma con il Coordinatore Infermieristico del reparto di degenza ed il Medico ospedaliero un incontro con i familiari per fornire
176
farmaci antineoplastici, immunomodulatori, antiretrovirali, ematologici, biologici stabilendo, tra l’altro, per
ogni Unità Operativa e Dipartimento obiettivi specifici
per tali farmaci. Tali obiettivi sono stati monitorati trimestralmente con invio di specifiche reportistiche che
per ogni farmaco ad alto costo evidenziano i trattamenti effettuati e la spesa sostenuta ai fini della verifica da parte dei direttori di UU.OO. dell’ adesione
agli obiettivi condivisi. Le UU.OO. hanno complessivamente raggiunto gli obiettivi di contenimento rispetto
alle previsioni iniziali.
Si è provveduto anche alla verifica dell’applicazione di
alcune raccomandazioni attraverso audit clinici multidisciplinari ed alla pianificazione delle prossime attività di verifica.
Di seguito è riportata una sintesi delle attività.
a) Psoriasi placche – F.Biologici: è stato eseguito un
audit clinico sui trattamenti effettuati, nell’anno 2010,
con i farmaci biologici, che ha mostrato la completa
adesione alle raccomandazioni regionali;
b) Artrite Reumatoide - F.Biologici: lo specifico audit
è in corso;
c) Pemetrexed in NSCLC: è stato eseguito un audit
a giugno 2010 nell’ambito della 2° edizione del corso
di formazione RER sull’audit clinico. La verifica delle
cartelle cliniche relative a pazienti trattati presso l’Azienda Ospedaliera ed ASL di Ferrara, ha messo in
evidenza la completa adesione agli indicatori individuati dalla raccomandazione; i risultati dell’audit sono
stati presentati alla CPF e ai professionisti coinvolti.
d) Bevacizumab in NSCLC: non è stato effettuato audit, in quanto il farmaco non è utilizzato sia in Azienda
Ospedaliera che in ASL di Ferrara per quest’indicazione.
e) Bevacizumab e Cetuximab nel tumore del colonretto: è prevista l’effettuazione del monitoraggio del
rispetto delle Raccomandazioni, in relazione ai parametri previsti nelle stesse.
f) Bevacizumab nel tumore della mammella: anche in
questo caso è previsto il monitoraggio dell’adesione
alle raccomandazioni, sulla base degli indicatori previsti nelle stesse.
g) Inibitori delle tirosin – kinasi nel trattamento della
LLC: è stato effettuato il monitoraggio dei parametri
indicati nella raccomandazione. Sono state analizzate
le cartelle cliniche dei pazienti che dal 2001 sono stati
sottoposti a trattamento con imatinib (82); di questi 19
(pari al 23%) sono passati ad inibitori delle tirosin – kinasi di 2° generazione.
Dal 2009, entrata in commercio di Nilotinib, sono stati 6 i pazienti intolleranti/resistenti a imatinib avviati a
terapia di 2°generazione e in tutti i casi di resistenza è
stata effettuata analisi mutazionale ed individuata terapia conseguente; nei 2 pazienti intolleranti, la scelta
le informazioni relative al supporto di cui il paziente
ed i familiari potranno avvalersi dopo la dimissione,
favorisce i percorsi per la fornitura di eventuali ausili di
cui il paziente necessita e, se necessario, favorisce il
contatto fra Medico ospedaliero e Medico di Medicina
Generale. Nei periodi di assenza dal servizio dell’Infermiere del Servizio Assistenza Domiciliare, le sue
funzioni vengono svolte dalle Assistenti Sanitarie della
Direzione Medica di Presidio.
L’equipe, sulla base della valutazione effettuata, può
confermare l’idoneità del paziente al proseguimento
dell’assistenza in ADI o con altre modalità (LPA, RSA
o altro).
Nel corso dell’anno 2010 sono pervenute, dalle Unità
Operative, richieste di valutazione di 1591 pazienti;
si è registrato quindi un incremento rispetto all’anno
precedente (1351 pazienti), sia del numero delle richieste, sia del numero di pazienti ammessi alle varie
modalità di proseguimento delle cure dopo il ricovero
ospedaliero.
Di tali pazienti, 1350 sono stati valutati per trasferimento in strutture di LPA, 241 per il proseguimento
delle cure in ADI.
Le richieste di dimissione in ADI risultano provenire da
oltre venti Unità Operative dell’Azienda, sia di ambito
medico, che chirurgico, che specialistico.
3.4.3 Contenimento della spesa Farmaceutica
Ospedaliera
Appropriatezza d’uso nella prescrizione di farmaci
specialistici da parte di Centri autorizzati e monitoraggio economico
Nel corso del 2010 sono state presentate e discusse in varie sedute della Commissione Provinciale del
farmaco (CPF) le Linee Guida e le Raccomandazioni
prodotte dai gruppi di lavoro multidisciplinari RER. Pur
considerando che, per ognuna delle raccomandazioni/
LLGG, nel panel degli esperti che hanno partecipato
ai lavori, erano presenti clinici dell’Azienda, il Dipartimento Farmaceutico, per conto della CPF, ha comunque provveduto alla diffusione delle LLGG attraverso
l’invio delle stesse ai Direttori di UU.OO.coinvolti che,
a loro volta, hanno diffuso attraverso specifici momenti
ai clinici della loro equipe. Inoltre, il Dipartimento Medico Specialistico, il cui Direttore è componente della
CPF, si è impegnato ad un incontro di condivisione al
proprio interno visto che le specialistiche coinvolte dalle LLGG appartengono quasi tutte a tale Dipartimento
(Dermatologia, Reumatologia, Ematologia ed Oncologia).
Sempre al fine di perseguire un uso appropriato dei
farmaci si è posta particolare attenzione ai farmaci potenzialmente innovativi in particolare nei confronti di
177
della RER emerge che, mentre i consumi espressi in
DDD/100gg degenza sono tra i più alti come risulta
dalla RER, l’altro indicatore, spesa/100gg degenza,
vede l’AzOSP collocarsi tra i valori più bassi. Da ciò
si presuppone che l’indicatore DDD/gg deg usato da
RER non sia esaustivo, bensì fuorviato dall’utilizzo
nella nostra Azienda di antibiotici la cui DDD è molto
inferiore alla PDD.
è stata fatta sulla base delle caratteristiche degli stessi
(piastrinopenia; edemi, artralgie) in rapporto alle comorbidità, eventi avversi o tossicità.
Accanto a quest’attività, nel 2010 è proseguita l’importante attività di una specifica Commissione Interaziendale, istituita nel 2008 e coordinata da esperti esterni
(“super partes”) di health tecnology assessment ed
EBM (Gruppo Italiano della Medicina Basata sulle Evidenze – GIMBE) che, dopo condivisione con i clinici
dei criteri di utilizzo delle molecole innovative di elevato costo, sulla base delle indicazioni AIFA, GREFO, e
CRF, sta realizzando, a partire dal 2008, monitoraggi
specifici, su un campione significativo, dei trattamenti
effettuati con le molecole oggetto dei maggiori incrementi di utilizzo per verificarne la congruenza.
Le molecole sottoposte a monitoraggio nel 2010 sono
state: Bosentan, per il trattamento dell’ipertensione
polmonare; deferasirox, per la terapia della talassemia; lenalidomide, uilizzata in ambito ematologico
(mileoma multiplo e sindrome mielodisplastica) e farmaci antiretrovirali. Sono state analizzate complessivamente 207 cartelle cliniche/ambulatoriali, di cui 14
riportanti prescrizioni di bosentan, 14 di deferasirox,
19 di lenalidomide, 160 di farmaci antiretrovirali, con
una percentuale di appropriatezza che si avvicina al
100%.
Uso razionale e sicuro dei farmaci
L’utilizzo dei farmaci potenzialmente innovativi è soggetto a costante verifica ed in particolare, per quanto
riguarda i farmaci soggetti a registro AIFA, non si procede alla fornitura e quindi all’utilizzo se la prescrizione non rientra nei criteri di eligibilità stabiliti dall’AIFA.
A questo proposito viene anche monitorato lo specifico percorso in ambito provinciale definito in collaborazione con i clinici, fermo restando il governo a carico
del “Programma interaziendale di Oncologia”.
Inoltre ai fini dell’applicazione del payment by results,
viene puntualmente monitorata per singolo paziente
la corretta compilazione di tutte le schede dei farmaci
soggetti a tale modalità prescrittiva ed in particolare
di quelle di fine trattamento, che ne consentono il rimborso. Infatti sono già stati ottenuti i rimborsi da alcune
Ditte.
Il Dipartimento Farmaceutico, tra le sue attività prioritarie, ha da tempo inserito la Farmacovigilanza realizzando diverse iniziative per promuoverla quali ad
esempio una risposta di ritorno commentata ai segnalatori, un bollettino periodico ed altre iniziative di formazione ed informazione. E’ inoltre stato attivato un
progetto di farmacovigilanza attiva in Pronto Soccorso aderendo al progetto MEREAFaPS della regione
Lombardia.
Inoltre, in fase di erogazione Diretta Farmaci, vengono rilevate le interazioni tra farmaci e, per quelle
più rilevanti, si prende contatto con il prescrittore per
un’eventuale variazione. Vengono anche inviati alle
UUOO reports periodici sulle interazioni presenti nelle
loro prescrizioni ed a breve partirà un altro progetto
per la valutazione preventiva delle interazioni tra le terapie prescritte alla dimissione e le terapie domiciliari
del paziente.
Per quanto riguarda l’attività sul rischio clinico in ambito farmacologico, la specifica procedura aziendale
che già nel 2009 era stata revisionata sulla base della
raccomandazione MinSal n.7 (farmaci ad alto livello di
attenzione), nel 2010 è stata ulteriormente modificata
sulla base della revisione n°2 della procedura RER,
della raccomandazione sulla Ricognizione e della raccomandazione MinSal n.12 (farmaci LASA). Nel corso del 2010 inoltre si è realizzato un corso formativo
in più edizioni destinato a tutte le farmacie ospedaliere
Antimicrobici
In considerazione dell’elevato impiego, in termini di
DDD, di antimicrobici in AzOSP FE risultante dai dati
regionali forniti già nell’anno 2009 è stato formalizzato
uno specifico Programma di controllo attraverso l’istituzione di un “gruppo aziendale antimicrobici”, costituito da farmacista, farmacologo clinico, infettivologo
e microbiologo facenti parte del CIO che, insieme al
coordinatore del CIO stesso, valuta ogni trimestre
i consumi e la spesa delle varie UUOO in rapporto
ai dati microbiologici e qualora evidenzi delle criticità
propone audit o incontri specifici con il referente medico SIOS della UO interessata.
Nel corso dell’anno 2010 sono stati effettuati audit
clinici sull’impiego degli antibiotici di ultima generazione riguardanti il secondo semestre 2009 ed il primo
trimestre 2010. E’ in fase di progettazione anche un
audit clinico che coinvolgerà le UUOO chirurgiche relativamente all’impiego degli antibiotici in profilassi per
gli interventi sul colon retto per valutare la rispondenza
alle LLGG nazionali. Sono anche in fase di aggiornamento le raccomandazioni aziendali per la profilassi
antibiotica perioperatoria.
In ogni caso, dal confronto della spesa e del consumo
in termini di DDD (dose definita giornaliera) degli antibiotici della intera azienda con altre realtà ospedaliere
178
costituisce uno strumento qualificante per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale. La
promozione dei medicinali equivalenti è sempre stato
un obiettivo Aziendale, anche in un’ottica dipartimentale interaziendale, convinti che solo attraverso una politica Ospedale-Territorio sulle prescrizioni degli specialisti e dei MMG, si potesse realizzare un obiettivo
strategico così trasversale. Nel corso degli anni sono
state inviate e diffuse capillarmente, in ottemperanza
a specifiche indicazioni della RER, gli aggiornamenti
sulle nuove molecole “generiate” e raccomandazioni
della CPF circa la prescrizione del farmaco equivalente nell’ambito della stessa categoria terapeutica.
In particolare si è cercato di implementare la prescrizione di farmaci equivalenti in tutti gli ambiti di interfaccia con il territorio, ponendo particolare attenzione alla
formulazione della lettera di dimissione da ricovero e
da visita specialistica ambulatoriale individuando specifici obiettivi di budget per le UUOO coinvolte.
Anche per l’anno 2010 si è confermato uno specifico
obiettivo di budget relativo al governo della prescrizione di principi attivi equivalenti in ambito cardiovascolare in erogazione diretta, aggiungendone uno specifico
sulla prescrizione di losartan (primo farmaco della categoria sartani a brevetto scaduto nel corso del 2010).
I dati di erogazione diretta per l’anno 2010 confermano l’ottimo andamento.
Vista l’importanza dell’impatto della prescrizione in
dimissione ospedaliera e della relativa ED dei farmaci sulla prescrizione territoriale, l’efficacia di questa
strategia è dimostrata dai risultati: da un’analisi dei
dati relativi all’anno 2009, sempre in riferimento alla
categoria delle statine, la percentuale in quota di penetrazione di simvastatina è risultata per Ferrara la più
alta tra tutte le aziende sanitarie della RER (Ferrara
34,6%, media RER 27,7%), senza comunque registrare una variazione complessiva di incremento di DDD
totali (dato 2009 vs 2008 10,20% di incremento per
Fe, media RER 11,5%).
della provincia, finalizzato alla sensibilizzazione di tutti
gli operatori sul tema.
Centralizzazione laboratorio antiblastici (Rete delle
farmacie oncologiche)
In Azienda è già realizzato ed attivo dal 2002 il laboratorio centralizzato di produzione Antiblastici (UFA) che
opera nell’ambito dell’U.O. Laboratorio di Produzione
Galenica del Servizio di Farmacia. Tra i farmaci chemioterapici, gli anticorpi monoclonali e gli inibitori delle
tirosin-kinasi sono già allestiti per drug-day, al fine del
contenimento degli sprechi. Inoltre, a seguito del 1°
corso regionale della Rete delle Farmacie Oncologiche, sono stati accolti 1 farmacista ed 1 infermiere di
altre Aziende in stages formativi.
E’ in corso di completamento, in stretta collaborazione con il Programma Interaziendale di Oncologia, il
progetto di centralizzazione della prescrizione e produzione a livello provinciale, comprendendo anche le
terapie oncologiche degli Ospedali di Azienda USL.
A tale scopo il nuovo sistema informatico, specifico per
l’ambito onco-ematologico ed unico tra le due Aziende
sanitarie di Ferrara, è già stato implementato in tutta
l’Azienda ospedaliera, dove è entrato parzialmente in
produzione alla fine dell’anno 2010. Si evidenzia però
che permangono difficoltà per la messa a regime, indipendenti dalla volontà del Dipartimento Farmaceutico,
a causa di criticità di integrazione tra il programma Log
80 e SAP nella gestione del magazzino che il Dipartimento ICT e Log 80 stanno cercando di risolvere.
Si sta implementando anche nelle Oncologie di Azienda USL, consentendo in quest’ultimo caso tutte le
valutazioni necessarie per l’organizzazione della produzione centralizzata e la consegna delle terapie nel
bacino di utenza provinciale. La tempistica ha visto
fino ad ora degli slittamenti determinati da difficoltà informatiche ed operative dei reparti oncoematologici.
Nel corso del 2010 la nostra Azienda ha partecipato
anche al progetto regionale di ricerca riguardante la
stabilità dei farmaci oncologici di elevato impatto economico ai fini della razionalizzazione dei costi e si
stanno individuando altri farmaci costosi da sottoporre
ad indagine.
Si sta collaborando inoltre con il gruppo ROFO (rete
oncologica Farmacie ospedaliere) per la creazione,
con il contributo di alcuni clinici e responsabili di servizi informatici, di un minimum data set per l’oncologia,
che consenta la gestione complessiva delle terapie
oncologiche nei diversi momenti della prescrizione, allestimento e somministrazione, così come la raccolta
di dati sulle terapie effettuate e sugli esiti.
3.4.4 Ottimizzazione dei processi di controllo
interno delle Schede di Dimissione Ospedaliera
(SDO) e delle Cartelle Cliniche
Nell’ambito dei controlli predisposti in ottemperanza
alle indicazioni normative vigenti e in accordo con l’Azienda committente che, attraverso la Commissione
Interaziendale, è stata coinvolta direttamente nella
pianificazione, nella programmazione e nell’esecuzione delle attività di verifica, nel corso dell’anno 2010
sono state eseguite le verifiche nelle varie UU.OO.
dell'Azienda, su un totale di 9009 casi pari al 23,28%
dell’intera produzione aziendale.
Alle verifiche di cui sopra vanno aggiunte quelle di se-
Prescrizione di farmaci con brevetto scaduto
La prescrizione dei medicinali con brevetto scaduto
179
più estesa e non “solo” legata alla completezza/correttezza della compilazione dei documenti. Il processo
analitico diventa strumento tecnico per un approccio
integrato sui seguenti ambiti:
• Compilazione e tenuta della cartella clinica
• Appropriatezza della codifica
• Appropriatezza organizzativa dei ricoveri
• Appropriatezza dei percorsi di cura
condo livello, finalizzate alla verifica della qualità della
codifica, alla verifica di congruenza cartella clinicaSDO, all’analisi congiunta della documentazione clinica al fine di identificare la codifica appropriata, pari ad
ulteriori 4.428 casi. La percentuale complessiva sulla
produzione aziendale diviene così il 31,99%.
In riferimento alla Delibera di Giunta Regionale n.
1171 del Luglio 2009, con la quale vengono definite
le linee guida di indirizzo regionali in ordine alle attività
di controllo sui ricoveri per quanto riguarda, in particolare, il controllo o la verifica della documentazione
clinica, è stata effettuata una ulteriore verifica che ha
avuto inizio nell’ultimo periodo dell’anno 2009 a cura
della Direzione Medica di Presidio nel corso della quale sono state controllate 360 cartelle cliniche relative a
pazienti dimessi da 39 Unità Operative.
I principali aspetti positivi riscontrati, in generale nel
corso della rilevazione sono i seguenti:
• presenza costante dei referti relativi alle prestazioni diagnostiche effettuate,
• presenza costante firma della S.D.O.,
• documentazione infermieristica completa ed
esaustiva,
• diario clinico costantemente compilato e anamnesi particolarmente accurate per alcune UU.OO.,
• presenza documentazione inerente la valutazione anestesiologica e consenso all’ intervento chirurgico nell’ambito delle cartelle relative ai ricoveri
chirurgici,
• costante presenza della scheda/foglio di terapia.
Per la maggior parte delle attività di controllo e di valutazione sopra indicate, la fonte delle informazioni è
costituita dalla cartella clinica: perciò essa costituisce,
per numerosi e diversi professionisti, aventi diversi
ruoli/compiti, oggetto di analisi privilegiato.
Sistema dei controlli
Il controllo della tenuta e della completezza della cartella clinica è stato effettuato dalla Direzione Medica.
Inoltre è stato effettuato dal Referente Aziendale per il
programma Ospedale Senza Dolore il controllo relativo alla scheda del dolore presente nella documentazione clinica.
3.4.5 Le politiche di acquisto dei beni e dei servizi
L’Azienda continua la partecipazione alle gare di Area
Vasta e aderisce alle convenzioni Intercent-ER che via
via vengono attivate.
Sono state effettuate acquisizioni tramite Area vasta
e Intercent-ER sulla base della programmazione predefinita.
Il principale documento di rendicontazione di riferimento per l’attività aziendale in ambito di Area Vasta
è la relazione “RENDICONTAZIONE PROCEDURE
ACQUISTI AVEC 2010” del 31 gennaio 2011, prodotta
dalla Direzione Operativa dell’Area Vasta Emilia Centro; le osservazioni analitiche di seguito riportate sono
derivate da tale documento.
I principali aspetti critici rilevati:
• presenza firme non sempre costante nell’ambito
del diario clinico ed in altri documenti esempio :
lettera di dimissione, in discreta percentuale del
campione,
• S.D.O. a volte non presente all'interno della cartella clinica,
• in alcuni casi assenza lettera di dimissione.
Le azioni intraprese/previste per ovviare alle criticità
sopra evidenziate:
• note informative ai Direttori delle UU.OO. in merito alla verifica con contestuali raccomandazioni/
indicazioni sulla corretta gestione/compilazione
della documentazione sanitaria: cartella clinica e
S.D.O.
L’importo totale annuo di aggiudicazione è di €. 37,93
mln. con un aumento di spesa complessivo di €. 1,52
mln. pari al 4,01% conseguente alla comparazione
degli stessi volumi di beni e servizi acquistati alle condizioni economiche dei precedenti contratti. Tali ultimi
valori risentono dell’espletamento delle due procedure
per l’affidamento dei servizi assicurativi, che da sole
hanno comportato un aumento di spesa di 3,62 mln.
Se si escludono tali procedure, a fronte di una diminuzione dell’aggiudicato a 20,45 mln., si registra una
riduzione dei costi totale di 2,10 mln., pari al 10,29%,
con risultati positivi per tutte le Aziende.
Il progetto Aziendale sul controllo integrato
In relazione alla necessità di rispettare le adempienze
Regionali, è stato elaborato un progetto avente come
linee di principio la possibilità di poter cogliere dall’analisi della cartella clinica e dalla SDO, gli elementi conoscitivi e tecnici per poter effettuare una valutazione
180
Tabella 3.5 - Confronto dati attività dal 2005 (dato complessivo)
Nel 2010, a fronte di una conferma del numero medio di procedure concluse (36 nel 2005, 33 nel 2006, 43 nel
2007, 63 nel 2008, 59 nel 2009 e 51 nel 2010) risulta, rispetto al 2009, un aumento dell’importo totale di aggiudicazione (€. 35,02 mln. nel 2005; €. 107,28 mln. nel 2006, €. 71,08 mln. nel 2007; €. 60,05 mln. Nel 2008,
€. 28,24 mln. nel 2009 ed €. 44,69 mln. nel 2010). A fronte di tale aumento si registra, per la prima volta, la
presenza di un aumento globale di spesa sia in termini di valore (1,52 mln €.) che in termini percentuali (3,40%).
Tali ultimi valori risentono, sia globalmente che per singola Azienda, dell’espletamento delle due procedure per
l’affidamento dei servizi assicurativi, che da sole hanno comportato un aumento di spesa di 3,62 mln. Se si escludono tali procedure, a fronte di una diminuzione dell’aggiudicato a 27,21 mln., si registra un risparmio totale di
2,10 mln. pari al 7,73% con risultati positivi per tutte le Aziende.
Risultati economici per singola azienda
Il prospetto sottostante riporta i dati accertati di maggior/minor costo conseguenti alla comparazione degli stessi
volumi di beni, servizi e attrezzature acquistati alle condizioni economiche del precedente contratto ottenuti dalle
singole Aziende Sanitarie relativamente a tutte le procedure (gare e rinnovi) concluse nel 2010.
L’impatto sulle Aziende Sanitarie è determinato dall’esito negativo delle due procedure per l’affidamento dei
servizi assicurativi che nelle Aziende Ospedaliero – Universitarie è stato compensato dai risultati delle rimanenti
procedure, mentre nelle altre Aziende Sanitarie è rimasto negativo.
Tabella 3.6 – Risultati delle singole aziende
181
Rapporti Area Vasta e Intercent-ER
Le linee guida regionali dedicate all’anno 2010 confermavano il mantenimento di una percentuale minima di
committenza nei confronti di Intercent-ER pari al 25%
del complessivo volume di acquisti, obiettivo già indicato per il 2009 e realizzato da questa Area Vasta. Tra
le procedure affidate ad Intercent-ER, merita particolare menzione la procedura per l’acquisto di farmaci,
di cui è stata aggiudicata una prima tranche di prodotti
per un valore di circa 320 mln. € e che ha portato ad
un risparmio di circa 28,4 mln., pari all’8,2%. Globalmente, la percentuale del 2010 per l’acquisto, da
parte delle Aziende dell’AVEC, di beni e servizi sanitari
e non sanitari e di attrezzature a livello regionale si
attesta al 26% confermando quindi, anche per l’anno
di riferimento, la realizzazione dell’obiettivo.
“Approvazione linee guida regionali per la sorveglianza e il controllo della legionellosi”.
Dopo la presentazione regionale delle LG sulla tubercolosi nel 1° semestre 2010, è stata inserita nella
pianificazione del Comitato Infezioni Aziendale la revisione delle istruzioni operative aziendali “La gestione
e l’isolamento del paziente con processo infettivo in
atto. Precauzioni Standard. Precauzioni aggiuntive
“specifiche” per le malattie infettive trasmissibili per via
respiratoria, per droplet, per contatto” e della “Sorveglianza della tubercolosi: flusso informativo obbligatorio e sorveglianza sanitaria dei soggetti esposti che è
stata pianificata per l’anno 2011.
Anche quest’anno, come nel 2009, è stata promossa
tra gli operatori sanitari la vaccinazione antiinfluenzale
Gestione del rischio
L'Azienda nel corso del 2010 ha partecipato al gruppo
di lavoro regionale per la mappatura dei pericoli. Il
registro dei pericoli verrà adottato come strumento di
guida alla revisione del Piano-Programma aziendale
2008-2010.
In linea con la programmazione regionale si sta procedendo nella implementazione del Progetto Sicurezza
in sala Operatoria a cui sono state integrate le azioni
specifiche già pianificate in precedenza relative agli
obiettivi della DGR 1796/09.
L’Azienda inoltre partecipa al sistema regionale e nazionale SIMES di segnalazione degli eventi sentinella
nell’ambito del quale è stato nominato il referente ES
ed è stata emessa specifica Procedura aziendale “Gestione degli Eventi Clinici Maggiori – Eventi Sentinella”
e “Scheda di segnalazione ES”, nella quale è definito il
percorso di gestione dell’evento clinico maggiore e, in
caso di accertamento che si tratti di evento sentinella,
di segnalazione dell’evento e di analisi con RCA (root
cause analysis). Nel corso del 2010 è stata effettuata 1 RCA strutturata con la produzione di un Piano di
azione, in corso di implementazione.
Viene effettuata attività di Incident reporting in diversi
ambiti assistenziali (sale operatorie e ostetricia) e si
utilizza l’audit in diversi ambiti assistenziali ai fini del
miglioramento della organizzazione, dei processi, di
prevenzione del rischio e di aumentare il livello di sicurezza delle cure.
L'Azienda ha utilizzato la tecnica FMEA/FMECA (Failure Mode and Effect Analysis/ Failure Mode and Critical Effect Analysis) per la prima volta nell’anno 2010
nell’ambito dell’area di degenza di Terapia Intensiva
Neonatale-Pediatrica. Da novembre 2010 ha avviato
in tale ambito anche attività di Incident reporting.
La realizzazione del progetto di miglioramento della
sicurezza attraverso la partecipazione proattiva dei
cittadini/familiari/loro associazioni si realizzerà, in par-
3.4.6 Sorveglianza e controllo delle malattie infettive, igiene ospedaliera, gestione del rischio
Sorveglianza delle malattie infettive
Nell’Azienda Ospedaliero Universitaria è attivo il sistema regionale di segnalazione rapida degli eventi
epidemici ed eventi sentinella e annualmente viene
effettuata la revisione dei dati e del panel aziendale di
Alert-organism. Per il governo del processo di segnalazione e intervento è presente una specifica Procedura aziendale “Segnalazione delle malattie infettive
e diffusive nell’Azienda Ospedaliero Universitaria” +
Scheda di segnalazione di caso. La gestione del caso
“alert” nelle UU.OO. di degenza e nei servizi sanitari
trasversali è governata dalla procedura “Sorveglianza,
gestione e controllo alert organism ed eventi epidemici
ad essi correlati”.
L’Azienda Ospedaliero Universitaria partecipa inoltre
ai sistemi regionali di sorveglianza della antibioticoresistenza e delle malattie invasive batteriche.
Programmi di controllo specifici
L’Azienda Ospedaliero Universitaria partecipa al tavolo locale permanente per la sorveglianza e il controllo
delle malattie trasmette da vettori.
I contenuti delle Linee guida sulla legionellosi sono
stati diffusi in specifico corso di formazione nel 2008;
la Legionellosi polmonare è inserita tra gli eventi infettivi aziendali “sentinella”; la ricerca attiva dell’Antigene
urinario per Legionella viene effettuata in tutti i casi di
polmonite ricoverati. E’ stato attivato un gruppo di lavoro multidisciplinare che sta provvedendo alla stesura del Water Safety Plan con la valutazione del rischio
specifico nelle strutture ospedaliere aziendali. L’attività fino ad ora svolta dal gruppo è stata rendicontata
nel Questionario regionale “Strumento di valutazione
dello stato di applicazione della DGR n. 1115/2008
182
ticolare, nel corso del 2011 nell’ambito del progetto “Surgical Patient Friendly Hospital”
Rischio infettivo
Il Comitato per il Controllo delle Infezioni (CCIOS – Comitato per il Controllo delle Infezioni nelle Organizzazioni
sanitarie) nel corso del 2010, si è riunito in Assemblea tre volte per la definizione preventiva, la valutazione in
itinere e consuntiva del raggiungimento degli obiettivi annuali e lo stato di avanzamento degli obiettivi pluriennali.
E’ attivo in maniera permanente il Gruppo Operativo CCIOS, affiancato da specifici Gruppi Operativi di Progetto
(team sepsi, gruppo antimicrobici, gruppo water safety Plan,…). Gli obiettivi aziendali sono definiti in base agli
obiettivi regionali, alla presenza di situazioni aziendali emergenti, alla partecipazione a specifici progetti di miglioramento e di eccellenza.
Gli obiettivi relativi all’area gestione del rischio infettivo, sono definiti già dal 2008 e sono parte integrante del
Piano-Programma sicurezza e gestione del rischio 2008-2010. Progetti attivi in Azienda:
• Indagine di prevalenza I.C.A (infezioni correlate all’assistenza).
•
Studio prospettico storico I.C.A.
183
Progetto LaS-ER – lotta alla sepsi
Il progetto è iniziato nel 2007 con la costituzione del team sepsi aziendale di cui fanno parte 25 componenti.
Successivamente si è proceduto all’analisi dei dati contenuti nella SDO e la suddivisione delle UU.OO. per aree
omogenee (area emergenza, area intensiva, area delle medicine generali, area delle medicine specialistiche,
area delle chirurgie, generali e specialistiche, area pediatrica
•
184
Sorveglianza Microrganismi atb-resistenti “alert” e altri microrganismi sentinella
“alert organism” - pannello aziendale
•
Microrganismi con profilo di antibiotico-resistenza inusuale a segnalazione rapidaà Procedura di
gestione alert ed eventi epidemici (P-105-AZ)
Gram +
Gram-
S.aureus VISA
S.aureus VRSA
S.aureus Teico e Vanco R
Pseudomonas aeruginosa panResistente*
*Genta, Ceftaz, Cipro, Imip, Pip RESISTENTI
Staph. coag - VISE
Staph. coag - VRSE
Staph. coag – Teico e Vanco R
Acinetobacter baumannii
Imipenem Resistente
Enterococcus faecalis VRE
Enterococcus faecium VRE
Stenotrophomonas maltophilia Trimet/Sulfa Resistente
Microrganismi con profilo di antibiotico-resistenza inusuale
Analisi trimestrale commentata dei dati di prevalenza
>Corretto utilizzo degli antibiotici
>Interventi di miglioramento ad hoc
Gram +
Staphylococcus
tente (MRSA)
Gram-
aureus
Enterobatteri ESBL+ (beta lattamasi a spettro esteso)
meticillino-resisEscherichia coli ESBL+
Klebsiella pneumoniae ESBL+
Proteus mirabilis ESBL+
Microrganismi in Sorveglianza speciale
Segnalazione rapida del singolo caso
>Procedura di gestione alert organism ed
eventi epidemici (P105AZ)
Legionella pneumophila
Clostridium difficile produttore di tossine A
antigene urinario
eB
Polmonite da Legionella
•
Aspergillus spp
Infezione polmonare
Procedura gestione alert organism ed eventi epidemici
185
Disinfezione di alto livello, Procedura reprocessing endoscopi e audit
Gestione Emergenze infettive (Pandemia Influenzale ed altre emergenze infettive)
Promozione Igiene delle mani, con attività di osservazione della compliance e audit relativi alle pratiche
assistenziali
Allo scopo è stata realizzata la campagna aziendale “Non lavartene le mani!” (progetto OMS “Save lives: clean
your hands!”. Il piano di azione è quinquennale 2009-2013 tramite implementazione scale-up in tutte le UU.OO.
Si è svolta un’attività di audit (indagine di follow-up) mirata a rilevare l’adesione all’igiene delle mani, uso dei
guanti, pratiche di gestione dell’ambiente di lavoro e delle attrezzature e di esecuzione del processo assistenziale.
•
•
•
186
dali, collaborando con i clinici alla progettazione e erogazione di azioni formative finalizzate a sostenere il
cambiamento organizzativo attraverso l’analisi critica
dei comportamenti consolidati e la diffusione di nuove
modalità di comportamento, tra cui l'implementazione
procedura “protezione meccanica dell’utente” che ha
previsto incontri di unità operativa rivolti a tutto il personale
Sono in fase di completamento/stesura:
• Procedura di gestione cateteri vescicali
• Raccomandazioni Antibioticoterapia
• Raccomandazioni Antibiotico-profilassi perioperatoria e audit
• SITI-ER
• Progetto SICh-ER 2006-2008
I progetti elencati sono sostenuti da attività formativa
svolta in modalità blended a seconda del tema trattato
e degli operatori target (classica in aula, teorico-pratica,
pratica in Laboratorio di macrosimulazione,formazione
sul campo). L’attività di formazione è estesa agli operatori delle Ditte appaltatrici di servizi, in particolare
pulizie.
L'attività del Comitato di valutazione dei sinistri
I Comitati di valutazione dei sinistri (in seno al Nucleo
aziendale di valutazione dei sinistri) hanno trattato 40
sinistri nel corso del 2010. Negli stessi Comitati sono
state attribuite congiuntamente con Loss.Adjusted le
riserve sulle richieste di risarcimento danni pervenute.
Nel corso del 2010, alcune difficoltà organizzative e
relative alle risorse necessarie, hanno impedito il processo dell'inserimento dati nel database regionale dei
sinistri. Il superamento delle criticità del percorso (attività prevista nel 2011) è una condizione necessaria
per garantire l'adempienza informativa.
La Formazione e Aggiornamento ha svolto una funzione di supporto al risk manager aziendale e alla realizzazione degli obiettivi inclusi nel piano programma
rischio dell’Azienda Ospedaliera programmando e gestendo diversi corsi di formazione tra cui:
• Implementazione delle raccomandazioni del Ministero della salute e della Regione Emilia Romagna su sicurezza in sala operatoria e adesione
al progetto regionale “Sale operatorie sicure.net”
Sono state programmate due edizioni di un corso teorico rivolto a tutto il personale operante nei
blocchi operatori di chirurgia specialistica, seguito
da progetti di formazione sul campo per facilitare
l’applicazione delle conoscenze apprese. Attualmente è già in uso la check list in alcuni gruppi
operatori e verrà estesa a tutta l’Azienda nell’anno 2011.
• Corso di formazione avanzato “progetto las-er lotta alla sepsi” in Emilia Romagna
• Progetto lotta alla sepsi – corso di formazione
base
• Gestione del rischio clinico nella medicina di laboratorio
• Gestione del rischio di errore di terapia in magazzino
• I sistemi di gestione ambientale: certificazione secondo il sistema EMAS
• La sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro D.LGS 81/2008 – Nuovi assunti
3.4.7 L’Accreditamento Istituzionale
Dal Ottobre 2009 tutti i Dipartimenti ad attività integrata
(DAI) risultano accreditati dalla Regione Emilia Romagna. A Dicembre 2009, il Dipartimento di Neuroscienze/Riabilitazione, accreditato nel 2005, ha ricevuto la
ri-visita di accreditamento con esito positivo. Nel 2010
è stata fatta la richiesta di rinnovo dell’Accreditamento
per il Dipartimento Emergenza.
L'Ufficio “Accreditamento Qualità”, in coerenza con
il mandato ricevuto dall'Azienda, a partire dal 2004,
ha creato un contesto facilitante per il miglioramento
dell'assistenza offerta ai cittadini, garantendo alla Direzione Aziendale lo sviluppo di un sistema aziendale
di gestione e miglioramento della qualità assistenziale
ed organizzativa dei Dipartimenti e delle Unità Operative attraverso:
•
•
•
Nell’ambito della gestione del rischio, in Azienda ospedaliera si stanno elaborando e/o aggiornando diverse
procedure operative, finalizzate a fornire raccomandazioni di comportamento ai professionisti.
E’ stato però dimostrato che i professionisti manifestano resistenze al cambiamento che derivano sia
da barriere comportamentali che organizzative. A tal
fine la Formazione e Aggiornamento è stata coinvolta
nella fase di implementazione delle procedure azien-
•
•
•
•
187
Supporto al percorso di accreditamento istituzionale dei Dipartimenti
Interfaccia con Agenzia Sanitaria Regionale
Sviluppo e mantenimento del Sistema Qualità
Aziendale
Coordinamento dei Professionisti di Riferimento
per l'Accreditamento
Gestione delle verifiche ispettive interne
Gestione della qualità dal lato dell'utente
Supporto metodologico, controllo e sviluppo del
sistema degli Indicatori di Qualità Clinica, inclusa
la gestione del progetto internazionale IQIP.
Sviluppo e mantenimento del Sistema Qualità Aziendale
I processi sanitari ed organizzativi dei Dipartimenti e
delle Unità operative sono stati documentati attraverso procedure, istruzioni e documenti scritti che, insieme ai Manuali Qualità, compongono la documentazione del Sistema Qualità Aziendale con 182 documenti
presenti sul Sito Intranet "Inospfe", regolarmente aggiornato.
A partire da Ottobre 2009, l'Ufficio Accreditamento
Qualità partecipa ai gruppi di lavoro su "Modelli Organizzativi" Nuovo S.Anna per facilitare l'allineamento
del Sistema Qualità al nuovo modello organizzativo di
Cona.
che anche in previsione dell’assetto organizzativo
chirurgico presso il nuovo ospedale.
Tipologie di percorsi in Chirurgia d’Urgenza:
•
Sono state introdotte le azioni relative all’implementazione delle misure previste per la sicurezza
in sala operatoria e all’adeguamento organizzativo rispetto all’osservanza di quanto previsto dalle
check-list regionali. Il percorso è stato applicato
nel 2010 limitatamente nel dipartimento Chirurgico specialistico come Dipartimento pilota.
Miglioramento dei percorsi in emergenza
Sono state introdotte azioni sul miglioramento dei
percorsi in emergenza per la ottimizzazione dei criteri
di ripartizione delle afferenze dei ricoveri soprattutto
in ambito internistico. In particolare sono stati definiti
protocolli per il percorso del paziente con infarto,
Gestione delle verifiche ispettive interne
La gestione delle verifiche ispettive interne consente
di valutare nel tempo l'adesione ai modelli normativi e
procedurali di riferimento e di misurare i miglioramenti
ottenuti; coinvolge molti soggetti aziendali e consente
di dare risposte a norme e vincoli regionali. Nel 2010
sono state effettuate 8 verifiche ispettive interne su 8
verifiche programmate, incentrate sulle tematiche degli indicatori, sulle Non Conformità e sull'utilizzo della
Check List sul rischio Clinico che costituisce una delle
priorità regionali.
Radiologie
E stato completato il processo di integrazione delle radiologie; sono ancora da completare alcune revisioni
organizzative sul versante del personale. Sono stati
presi accordi per la prosecuzione dell’attività di screening del cancro della mammella a seguito dell’estensione delle fasce di età delle pazienti. Sono in fase di
aggiornamento anche i relativi accordi tariffari.
3.4.8 Sviluppo e ottimizzazione dei processi di
integrazione organizzativa
3.5 Promozione dell’eccellenza tecnologica, clinica e organizzativa
Pronto Soccorso Generale:
• È stato effettuato il consolidamento dell’attività
OBI e dei relativi aspetti informatici e dei flussi informativi delle prestazioni eseguite in tale setting
assistenziale.
• È stato implementato un percorso specifico per
la gestione della rimozione di corpi estranei per
la parte relativa alla componente digestiva, con
la collaborazione pluridisciplinare coinvolgente
la Medicina d’Urgenza, la Gastroenterologia/Endoscopia Digestiva e la Clinica ORL. Il completamento del progetto è ancora in una fase di approfondimento organizzativo (personale competente
e guardie).
• È stato sviluppato il processo di Integrazione del
personale infermieristico del PS Ortopedico e di
quello Generale: è presente un unico coordinatore in grado di gestire il personale in modo integrato.
3.5.1 Formalizzazione dell’Atto Aziendale
Chirurgie Generali:
• Nel novembre 2010 è stato formalizzato l’avvio
dell’attività della nuova Chirurgia d’Urgenza con
definizione ed applicazione delle mission specifi188
Nel 2009 si è completato il percorso che ha condotto
alla applicazione dell'Atto Aziendale, approvato con
delibera n. 185 del 19.08.2009, dopo il positivo esame
della Regione, la condivisione della Università ed il parere favorevole espresso dalla C.T.S.S..
Già nel 2008 tale documento era andato incontro alla
sua veste definitiva e formale. Insieme all’Accordo Attuativo Locale costituisce anche lo strumento per l’integrazione tra la Regione e il sistema delle Università
della Regione Emilia – Romagna. La Regione Emilia
- Romagna ha, infatti, individuato nell’integrazione lo
strumento idoneo per realizzare il concorso delle
rispettive autonomie del SSR e delle Università nei
campi della assistenza, della ricerca e della formazione.
All’atto Aziendale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara è stata data attuazione mediante regolamenti organizzativi come strumenti gestionali, nei
quali sono definiti gli ambiti di applicazione, le regole
di funzionamento e le responsabilità delle strutture organizzative aziendali.
3.5.2 L’Accordo Attuativo locale
Responsabilità delle Direzioni di Strutture Complesse
e delle Strutture Semplici e delle funzioni delle chirurgie con conseguente ottimizzazione dei Servizi resi
all'utenza in previsione dell’organizzazione del nuovo
Ospedale e del settore dell'emergenza.
Con la delibera del Direttore Generale n. 32 del 21
febbraio 2008 , è stato approvato l'Accordo Attuativo
Locale tra l'Azienda Ospedaliero Universitaria e l'Università degli Studi di Ferrara. Tale approvazione è
avvenuta in applicazione del "Protocollo d'Intesa"
tra la Regione Emilia-Romagna e le Università degli
Studi di Bologna, Ferrara, Modena – Reggio Emilia e
Parma (approvato con D.G.R. della G.R. n.297/2005)
individuando, sulla base di quest’ultimo, nella integrazione la modalità idonea per realizzare il concorso
delle rispettive autonomie. l'Accordo Attuativo realizza l’integrazione uniformandosi al principio della leale
collaborazione tra l’Azienda e l’Università. Di seguito
vengono riportati i principi che caratterizzano l’accordo, già indicati nella edizione del 2009:
1. pieno coinvolgimento di tutte le componenti interessate nella realizzazione degli obiettivi della programmazione sanitaria nazionale, regionale e locale;
2. sviluppo di metodi e strumenti di collaborazione volti
a perseguire, in modo integrato, obiettivi di: qualità,
efficienza, efficacia, appropriatezza delle prestazioni;
qualità e congruità della didattica; potenziamento della
ricerca biomedica e sanitaria;
3. impegno alla programmazione coordinata degli
obiettivi e delle risorse in funzione delle attività assistenziali dell’Azienda e delle attività didattiche e di ricerca della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Oggetto dell’Accordo è l’individuazione :
1. delle strutture complesse a direzione universitaria
e ospedaliera;
2. dell’afferenza alle strutture aziendali dei professori
e dei ricercatori universitari nonché delle figure equiparate;
3. dell’istituzione dei Dipartimenti ad Attività Integrata
(DAI), con l’identificazione delle strutture di degenza e
dei servizi di supporto che li compongono;
4. del sistema di relazioni funzionali ed operative fra
i DAI dell’Azienda e i Dipartimenti Universitari (DU);
5. dell’impegno orario di presenza nelle strutture
aziendali del personale universitario;
6. delle modalità di partecipazione del personale del
SSR alle attività didattiche;
7. delle modalità con cui l’Azienda e l’Università concorrono alla promozione ed allo sviluppo della ricerca
scientifica e dell’innovazione.
È sulla base di questi accordi che nel 2009 è stato
portato avanti e applicato il percorso per la formazione
specialistica, ed anche i processi di revisione organizzativa di alcune aree assistenziali tra cui, in particolare, il settore chirurgico. Nel 2010 si è concluso il
riassetto organizzativo del settore Chirurgico Generale che è stato caratterizzato dalla ridefinizione delle
3.5.3 L’applicazione del protocollo di Intesa sulla
Formazione Specialistica
Nel dicembre 2009 è stato sottoscritto, il Protocollo recante le disposizioni applicative del Protocollo di Intesa tra la Regione e le Università degli studi di Parma,
Modena, Reggio Emilia, Bologna e Ferrara sulla Formazione Specialistica dei laureati in Medicina e Chirurgia (approvato con D.G.R. della Giunta regionale n
1546 del 15 dicembre 2006).
Nell’anno 2010 è stata discussa con le Organizzazioni
Sindacali una proposta su determinati principi quali ad
esempio l’apporto assistenziale degli specializzandi e
l’impegno richiesto al personale ospedaliero che svolge attività didattica e di tutoraggio
Per quanto riguarda la valorizzazione dei tutor è stato
sottoscritto l’Accordo Aziendale in attuazione dell’Intesa Regionale in data 11.01.2010.
3.5.4 Progetto SOLE ed il completamento dei
processi aziendali di informatizzazione
189
Il Progetto SOLE si inserisce nel Piano Telematico
Regionale: è finalizzato alla realizzazione di una rete
telematica di collegamento tra i servizi ospedalieri e i
servizi territoriali, costituiti dai Medici di Medicina Generale (MMG) e dai Pediatri di Libera Scelta (PLS),
per agevolare la comunicazione tra operatori sanitari.
Il progetto, una volta a regime, consentirà al MMG/
PLS/specialista di fare una richiesta informatizzata
di prestazione specialistica; all’Azienda erogante la
prestazione di trasmettere, via telematica, al medico
prescrittore: notifica di ammissione/dimissione; referti
di laboratorio, radiologia, specialistica; lettera di dimissione; referto di pronto soccorso.
La realizzazione del progetto è vincolata, oltre all’integrazione informatica, anche all’acquisizione del consenso del paziente. Nell’anno 2010:
• sono state integrate, a livello interaziendale, le
modalità organizzative finalizzate a gestire il consenso del paziente alla trasmissione dei dati tramite la rete SOLE;
• sono stati consolidati gli ambiti di integrazione
seguenti: trasmissione referti Laboratorio Analisi, trasmissione referti Radiologia, trasmissione
notifiche di ricovero e dimissione; è stato altresì
implementata la trasmissione dei referti Pronto
Soccorso.
Rispetto alle 10 branche specialistiche che la RER ha
individuato, l'Azienda Ospedaliero Universitaria ha già
attivato le seguenti: Chirurgia, Ortopedia, Neurochirurgia, Ostetricia-Ginecologia.
sono stati effettuati incontri interaziendali finalizzati a realizzare la diffusione delle funzionalità
SOLE a supporto della gestione integrata del paziente diabetico.
In particolare nel Laboratorio Analisi Il progetto prevede che il medico prescrittore prescriva per via telematica un esame di Laboratorio, che tale richiesta venga
recuperata dal CUP e passata all’UO erogante, che
poi provvede a fornire un ritorno informatico al medico
prescrittore.
Nell’anno 2010 i processi di integrazione informatica
sono proseguiti in relazione alle riorganizzazioni per i
centri di Cento e Copparo.
•
3.5.7 Altri progetti nell' ICT
Progetto SPARTA (Supporto al Piano attuativo Regionale di contenimento dei tempi di attesa)
E’ stato completato il processo relativo alla gestione
informatizzata ed integrata, su scala interaziendale,
dell’attività di prenotazione dell’attività specialistica
ambulatoriale (CUP unico Provinciale).Con tale occasione è stato garantito l’inserimento di tutta l’offerta nel
sistema CUP.
E’ stata inoltre anche in parte ridefinita l’offerta aziendale in linea con le indicazioni da parte della committenza.
3.5.5 Il CUP Unico provinciale
Si è provveduto alla sostituzione dei vecchi applicativi CUP (AOSP e AUSL) con il nuovo applicativo CUP
Unico Provinciale, secondo le direttive regionali per il
bacino di utenza unico provinciale. Il progetto ha comportato la creazione di un unico ambiente informatico
e la definizione di una organizzazione coordinata, allo
scopo di ottenere sinergie organizzative nell’attuale sistema di prenotazione.
Progetto PROFILER
L’Azienda ha provveduto, e provvede periodicamente,
come previsto dalle modalità gestionali del Progetto,
ad aggiornare costantemente l’Assessorato Regionale in merito ai progetti finanziati dai programmi regionali, alle scadenze semestrali di febbraio e luglio; l’ultimo aggiornamento è stato predisposto entro il termine
indicato dalla Regione del 14 febbraio 2011.
La programmazione e la tempistica di realizzazione
del progetto sono state le seguenti:
Analisi entro Febbraio 2010
Installazione provvisoria e configurazione generale
dell’applicativo entro Marzo 2010.
Collaudo delle principali integrazioni con altri applicativi entro Luglio 2010.
Programmabilità delle agende entro Settembre 2010.
Attivazione dei front-office entro Ottobre 2010.
Collegamento di tutte le incassatrici
Implementazione Farmacie entro Novembre 2010
Collaudo e avvio il 12 dicembre 2010
Il Report di prova di funzionalità a consuntivo è stato
elaborato in dicembre 2010.
Numero verde regionale
Implementazione e aggiornamento banca dati informativa e coordinamento con il livello regionale.
Il Numero Verde Regionale 800-033-033 è un servizio telefonico relativo alle informazioni sanitarie della
Regione Emilia Romagna reso operativo dal mese di
ottobre dell’anno 2002. L’Area Comunicazione, attraverso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, è direttamente
impegnata a svolgere attività di informazione di 2° livello supportando il Call Center Regionale nel fornire
al cittadino informazioni aziendali non presenti nella
Banca Dati dedicata .
Al fine di consentire un adeguata e corretta implementazione delle informazioni aziendali di 1° livello
presenti in questa banca dati, l’Ufficio Relazioni con il
Pubblico, attraverso un attività di costante monitoraggio e verifica sull’aggiornamento e sulla correttezza
della informazioni aziendali presenti ed in collaborazione con il Centro Servizi, provvede alla eventuale
implementazione, correzione, aggiornamento delle
stesse. L’Ufficio Relazioni con il Pubblico, oltre a fornire al cittadino informazioni aziendali di 2° livello provvede anche alla compilazione per ogni telefonata trasmessa dal call center di un apposita scheda dedicata
nell’applicativo informatico regionale per il monitoraggio dell’attività svolta.
3.5.6 Il progetto SIGLA
L’Azienda Ospedaliero Universitaria ha collaborato al
Progetto Regionale SIGLA.
Le finalità del progetto sono di garantire la trasparenza
nella gestione delle liste di attesa di ricovero (nomenclatore unico condiviso a livello regionale della lista di
attesa e criteri uniformi per l’attribuzione della classe
di priorità) e fornire informazioni sulle liste di attesa
di ricovero. In particolare i dati acquisiti dalle liste di
attesa informatizzate a livello aziendale vanno ad alimentare un “CRUSCOTTO” regionale, disponibile per
una serie di interlocutori tramite il portale SOLE.
190
Tabella 3.7 - Report aziendale telefonate di 2° livello Numero Verde Regionale (800.033.033)
Anno
2002
Anno
2003
Anno
2004
Anno
2005
Anno
2006
Anno
2007
Anno
2008
Anno
2009
Anno
2010
Totale
68
301
227
221
303
478
307
192
401
2498
Come si può evincere dalla tabella sopra riportata, il
dato annuale di monitoraggio sulle telefonate di 2° livello gestite dal personale dell’Ufficio Relazioni con il
Pubblico risente di variazioni legate alla specificità e
periodicità di determinati eventi quali informazioni su
sperimentazioni previste nella nostra Azienda, prestazioni specifiche di diagnostica e/o di laboratorio erogate dai nostri Centri HUB Regionali concernenti specifiche patologie o malattie rare. Queste informazioni
non trovano riscontro in banca dati, poiché non inseribili, in quanto non rientrano nella tipologia prevista per
il caricamento dei dati nell’applicativo regionale.
•
diagnostici in vitro, identificati rispettivamente
nell’ambito della Farmacia e nell’ambito della Farmacia e delle Tecnologie Biomediche.
Nel corso del 2010 l’Azienda è stata chiamata a
partecipare all’attività della CRDM - Commissione Regionale DM per quanto riguarda la funzione
di Direzione Medica in rappresentanza dell’Area
Vasta Centro.
3.5.9 L’anagrafe dei medici prescrittori
E’ stata assicurata da parte dell’Azienda la qualità e
tempestività di trasmissione/aggiornamento dei dati
relativi ai ricettari dei medici prescrittori.
DOCAREA+ e dematerializzazione dei documenti
Il progetto DOCAREA intende dimostrare come l'organizzazione e la razionalizzazione del back-office costituisca un importante prerequisito per l’erogazione di
servizi ai cittadini ed imprese efficaci nel rispetto delle
leggi, della sicurezza, delle transazioni e della privacy.
Il progetto realizza, per le oltre 250 amministrazioni
pubbliche che fanno parte del network, l’infrastruttura
tecnologica ed organizzativa di back office documentale per condividere soluzioni tecniche e metodologie
organizzative che coprono a 360° la tematica dei flussi
documentali.
A tal fine sono stati formati 41 professionisti dell’area
amministrativa la cui docenza è stata svolta da personale della Regione Emilia Romagna.
3.5.10 Il Foglio Unico Terapia
Nel corso dell’anno 2010 la maggior parte delle Unità Operative dell’ Azienda ha elaborato una Scheda/
Foglio unico di terapia e ne ha conseguentemente iniziato l’utilizzo.
Presso altre Unità Operative tale strumento risultava già utilizzato; alcune Unità Operative del DAI
Medico utilizzano invece un programma di prescrizione informatizzata della terapia e tale foglio viene
utilizzato dal personale Infermieristico per la somministrazione
Di recente è stata completata la 2^ revisione della Procedura Aziendale “Gestione Clinica dei farmaci” che
prevede l’utilizzo della Scheda/Foglio unico di terapia
farmacologica da parte di tutte le Articolazioni Organizzative per la prescrizione e conseguente somministrazione della terapia.
3.5.8 Assistenza farmaceutica e dispositivi medici
Il Dipartimento Farmaceutico provvede regolarmente,
in collaborazione con ICT all’alimentazione del flusso FED secondo le indicazioni e i tempi definiti da
RER. Provvede inoltre alla valutazione e correzione,
per quanto di competenza, delle anomalie (es.scarti).
Governo Dispositivi Medici (dm)
• E’ stata attivata la CPDM - Commissione Provinciale Dispositivi Medici (Interaziendale) per il governo dei dispositivi medici.
• La CPDM ha lavorato nel corso del 2010 per la
stesura del Repertorio locale dei DM (Delibera n.
337 del 30.12.2010 “Adozione del Repertorio Dispositivi Medici della Provincia di Ferrara da parte
della Commissione Provinciale Dispositivi Medici
- CPDM).
• Sono stati nominati 3 RAV - Referenti Aziendali
per la Vigilanza sui dispositivi medici e medico-
3.5.11 Sistema Ris-PACS
Per migliorare la qualità del servizio e diminuire i tempi
di attesa in Radiologia, il sistema Ris PACS rappresenta uno dei più avanzati sistemi: RIS (Radiology
Information System) per la gestione del paziente (prenotazione, accettazione, refertazione, statistiche) e
PACS (Picture Archive Computed System) per la gestione delle immagini diagnostiche in formato digitale.
L'introduzione nella struttura ospedaliera di sistemi
radiologici digitali, implica innumerevoli vantaggi sul
servizio offerto, tra cui la possibilità di elaborare con
specifici algoritmi l'immagine acquisita migliorandone
191
la qualità e l'accuratezza diagnostica, la possibilità di
ridurre sul paziente la dose senza che questo vada a
discapito della qualità dell'immagine, l’invio di immagini in altre strutture e la consegna al paziente di immagini radiologiche su supporti digitali come DVD.
3.5.12 Il sistema informativo del 118 e Pronto
Soccorso
L’Azienda è allineata alle indicazioni regionali e alimenta regolarmente i flussi informativi previsti; è stata
garantita la completa sicurezza e trasparenza dell’attività; sono proseguiti gli interventi sul sistema di gestione informatizzata dell’attività già attivo, al fine di
mantenerlo costantemente aggiornato.
192
Arcispedale S. Anna – L’atrio di ingresso su Corso Giovecca
193
4. Condizioni di lavoro, competenze del personale ed efficienza
dell’organizzazione
Nei prossimi anni con l’evoluzione professionale in
atto del personale delle professioni sanitarie (infermieristiche, ostetriche, tecnico sanitarie e della riabilitazione) l’organizzazione lavorativa dovrà tener conto
della presenza sempre maggiore di dipendenti in possesso della laurea specialistica.
L’Azienda ha perseguito nel corso dell’anno 2010 l’obiettivo di contenimento del numero di dipendenti a
tempo determinato e di riduzione dei contratti temporanei di lavoro di altre tipologie in attuazione ai protocolli sottoscritti con le Organizzazioni Sindacali delle
diverse aree che prevedono nell’ambito del triennio
2008-2010 la stabilizzazione di n. 104 posizioni di rapporti di lavoro temporaneo.
Tali Intese conformi agli indirizzi regionali hanno avuto
anche l’effetto di una ridefinizione della dotazione organica con un incremento di n. 86 posti.
L’obiettivo al momento della scadenza del triennio è
stato quello di ridurre il ricorso a incarichi di lavoro
subordinato a tempo determinato ad una percentuale
complessiva, in assenza di situazioni eccezionali, di
un 3 – 4% del personale complessivamente in servizio.
Al 31.12.2010 le azioni già realizzate hanno permesso
di raggiungere una percentuale del 2,82%.
Il personale dipendente dell’Università degli Studi di
Ferrara che svolge attività assistenziale presso l’Azienda Ospedaliera appartiene alla Facoltà di Medicina e Chirurgia e viene identificato sulla base dell’Accordo Attuativo Locale. Pur mantenendo l’Università
degli Studi la titolarità del rapporto di lavoro, dal punto
di vista funzionale tale personale, per gli adempimenti
dei doveri assistenziali, risponde al Direttore Generale
dell’Azienda Ospedaliera.
La quarta sezione del documento è volta a illustrare
le scelte aziendali per la valorizzazione delle competenze del personale. Un’elevata qualità professionale
degli operatori e la possibilità che alti livelli possano
essere mantenuti sono infatti condizioni essenziali per
assicurare il buon funzionamento del servizio sanitario, l’efficacia degli interventi e la soddisfazione dei
cittadini.
4.1 La “carta di identità” del personale
L’attività dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di
Ferrara viene svolta attraverso proprio personale dipendente, personale dipendente dall’Università degli
Studi di Ferrara e personale con altre tipologie di rapporto di lavoro (incarichi libero professionali, co.co.co,
assegnisti e borsisti).
Il personale dipendente dell’Azienda si compone di
una percentuale del 77,22% di laureati. Una percentuale che negli anni è destinata ad incrementarsi, in
quanto l’Azienda deve necessariamente privilegiare
l’attività assistenziale sull’ammalato e pertanto favorire una riconversione della dotazione organica a tale
necessità.
Il ruolo sanitario da solo rappresenta il 74,08% del personale, a cui si devono aggiungere le unità del ruolo
tecnico che collaborano più strettamente con l’attività
assistenziale (Operatori Socio Sanitari e Autisti 118)
che costituiscono il 10,52%, per un totale dell’84,60%.
Tabelle 4.1 - La situazione al 2010
Classificazione del personale dipendente per tipologia contrattuale
Tipologia contrattuale
Totale
Maschi
Femmine
Personale del SSR
2551
635
1916
Personale universitario
147
85
62
Altro Personale (inc. libero professionali, CoCoCo, assegnisti, borsisti)
138
44
94
194
Classificazione del personale dipendente per genere e fasce di età.
Categorie
n.
totale
Maschi
Femmine
<=34
>34-<44
>44-<54
>54-<64
>=65
P-time
uomini
P-time
donne
Personale
del SSR*
2551
635
1916
253
839
1058
399
2
2
132
Dirigenti
medici
391
206
185
17
104
143
126
1
3
Altri dirigenti (sanitariA.T.P)
64
17
47
1
13
27
23
1
Personale
infermieristico
1210
200
1010
181
485
445
99
2
79
Personale
tecnico
sanitario
167
38
129
19
53
58
37
18
Personale
della prevenzione
11
5
6
2
8
1
1
Personale
della riabilitazione
75
10
65
18
13
30
13
1
12
Personale
OTA, OSS,
ausiliari
276
36
240
13
79
154
30
3
Personale
amministrativo
181
28
153
48
101
32
10
Altro personale
176
95
81
4
42
92
38
5
* I valori comprendono personale a tempo determinato e indeterminato
Personale in mobilità
Mobilità
n. totale
Tot. Dipendenti dimessi
186
Tot. Dipendenti assunti
208
di cui: 77 pensionamenti - 41 dimissioni - 52 termine incarico - 1 licenziamento - 3 dispense per inval.
perm. - 4 decessi - 8 mobilità c/o altre Aziende
di cui: 14 mobilità da altre aziende
Gestione del rischio e sicurezza: denunce di infortunio
n. totale percentuale
con gg. assenza
16,39%
288
n. infortuni denunciati all’INAIL nel 2010
a rischio biologico
130
Tabelle 4.2 - La situazione al 2009
Classificazione del personale dipendente per tipologia contrattuale
Totale
Maschi
Femmine
Personale del SSR
Tipologia contrattuale
2529
638
1891
Personale universitario
166
102
64
195
Altro Personale (inc. libero professionali, CoCoCo, assegnisti, borsisti)
132
51
81
Classificazione del personale dipendente per genere e fasce di età.
Categorie
n.
totale
Maschi
Femmine
<=34
34-44
4454
Personale del SSR*
2529
638
1821
253
845
1034
Dirigenti medici
369
207
162
8
80
155
Altri dirigenti (sanitari-A.T.P)
68
17
51
3
9
31
25
Personale infermieristico
1212
199
1013
190
506
420
96
4
77
Personale tecnico sanitario
165
40
125
15
51
66
33
17
54-64 >=65
395
124
2
P-time
uomini
P-time
donne
4
134
2
5
2
Personale della prevenzione
11
5
6
2
8
1
1
Personale della riabilitazione
68
9
59
9
12
30
17
11
Personale OTA, OSS, ausiliari
310
47
263
16
100
157
37
7
Personale amministrativo
174
24
150
3
42
93
36
12
Altro personale
152
90
62
9
43
74
26
2
* I valori comprendono personale a tempo determinato e indeterminato
Personale in mobilità
Mobilità
n. totale
Tot. Dipendenti dimessi
127
Tot. Dipendenti assunti (anno 2009)
131
di cui: 31 pensionamenti, 39 dimissioni, 42 termine
incarico, 2 decessi, 5 dispense per inval. perm., 2
licenziamenti
6 mobilità regionali e interregionali
di cui: 2 mobilità da altre aziende
Gestione del rischio e sicurezza: denunce di infortunio
n. totale percentuale
con gg. assenza
a rischio biologico
14,70%
229
142
n. infortuni denunciati all’INAIL nel 2009
Tabelle 4.3 - La situazione al 2008
Classificazione del personale dipendente per tipologia contrattuale
Tipologia contrattuale
Totale
Maschi
Femmine
Personale del SSR
2526
637
1889
Personale universitario
163
104
59
Altro Personale (inc. libero professionali, CoCoCo, assegnisti, borsisti)
119
50
69
196
Classificazione del personale dipendente per genere e fasce di età.
Categorie
n.
totale
Maschi
Femmine
<=34
35-44
4554
Personale del SSR*
2526
637
1889
262
868
1011
381
Dirigenti medici
366
204
162
10
82
159
113
Altri dirigenti (sanitari-A.T.P)
P-time
uomini
P-time
donne
4
4
133
2
0
6
55-64 >=65
67
17
50
2
9
33
23
0
0
1
Personale infermieristico
1212
195
1017
203
518
399
92
0
4
78
Personale tecnico sanitario
166
41
125
12
56
68
30
0
0
17
11
5
6
0
2
8
1
0
0
0
Personale della prevenzione
Personale della riabilitazione
68
9
59
7
13
31
17
0
0
12
Personale OTA, OSS, ausiliari
311
50
261
21
96
153
41
0
0
8
Personale amministrativo
173
25
148
3
45
90
35
0
0
9
Altro personale
152
91
61
4
47
70
29
2
0
2
* I valori comprendono personale a tempo determinato e indeterminato
Personale in mobilità
Mobilità
n. totale
Tot. Dipendenti dimessi
138
(di cui 47 pensionamenti, 6 mobilità verso altre
aziende, 35 termine incarico, 2 decessi e 48 dimissioni premature)
Tot. Dipendenti assunti
109
(di cui 4 mobilità da altre aziende)
Gestione del rischio e sicurezza: denunce di infortunio
n. totale
con gg.
assenza
a rischio biologico
352
227
125
n. infortuni denunciati all’INAIL nel 2008
4.2 Partecipazione dei professionisti all’individuazione delle strategie aziendali e alla gestione
operativa
In particolare, il Collegio di Direzione elabora proposte
ed esprime pareri al Direttore Generale, che non ne
fa parte, relativamente all'integrazione e alla coerenza
tra l'attività assistenziale e l'attività didattica, di ricerca
e di innovazione.
Un’organizzazione professionale come quella sanitaria dovrebbe fondare la sua attività su regole e modalità che assicurino l’aderenza a standard professionali
condivisi. Quando questi non siano univoci o non esistano, i meccanismi di gestione dovrebbero comunque assicurare l’assunzione di decisioni ragionevoli o
tali da esplicitare la loro base razionale in modo da
poter essere oggetto di costante revisione e miglioramento.
4.2.2 Il processo di Budget
Anche nel corso del 2009 è stato rielaborato il percorso del processo di Budget sulla base di un tracciato
derivato dal consolidamento dell’esperienza costruita
nel 2007. In particolare, la scheda di budget è stata
elaborata seguendo una impostazione finalizzata ad
esplicitare obiettivi più “mirati” quindi quantitativamente meno estesa rispetto alle schede elaborate negli
anni precedenti. Il processo di Budget rappresenta
un momento di priorità strategica aziendale in cui le
figure professionali deputate a funzioni diverse interagiscono e compartecipano alla programmazione delle
attività e alla previsione dei costi e dei limiti di spesa
per un intero anno.
4.2.1 Il Collegio di Direzione e le funzioni di staff.
Il Collegio di Direzione è un organo collegiale dell'Azienda e ha compiti di proposta in materia di organizzazione e sviluppo dei servizi e delle attività di ricerca e innovazione e per la valorizzazione delle risorse
umane e professionali degli operatori, nonchè per le
attività di formazione.
197
Tabella 4.4 Esempio di scheda di budget del 2010
4.2.3 Il processo di Accreditamento
Questo processo rappresenta per l’intera azienda un risultato ottenibile metodologicamente attraverso il coinvolgimento/partecipazione attivo di tutti i professionisti ai fini di un raggiungimento di un obiettivo comune. Anche
nel 2010, come negli anni precedenti, gli obiettivi erano diversamente distribuiti alle Unità operative in relazione
al diverso traguardo da raggiungere: dall’accreditamento istituzionale alla preparazione delle rivisite nelle fasi di
manutenzione.
4.2.4 I programmi interaziendali
Anche questo argomento è stato descritto nelle sezioni specifiche. Elemento costitutivo comune ai piani interaziendali è la necessità di coinvolgimento e coordinamento di molte articolazioni organizzative in ambito aziendale e interaziendale.
4.3 Gestione del rischio e sicurezza
4.3.1 Condizioni di rischio per i lavoratori
Il Dipartimento Interaziendale di Prevenzione e Protezione ha attivato nell’anno 2010 una verifica puntuale delle
modalità di accadimento per: infortuni biologici, infortuni da movimentazione manuale di carichi/pazienti e per
quanto riguarda gli infortuni accidentali, i quali vengono valutati per decidere quali meritano un’indagine specifica.
E’ stata elaborata e pubblicata sulla intranet aziendale una specifica procedura, a valenza interaziendale, “Gestione degli infortuni professionali” con le relative schede di indagine: “Scheda di indagine per infortunio biologi198
co” e “Scheda di indagine per infortunio da MMC/P”.
Le cause degli eventi infortunistici sono molto spesso il frutto di comportamenti non coerenti con quanto previsto
dalle procedure e istruzioni operative per lavorare in sicurezza ed in alcuni casi non sono imputabili all’attività
lavorativa. Con l’attivazione di queste indagini, ci si prefigge di evidenziare criticità correggibili e mistificazioni.
A partire da marzo 2010, per ogni infortunio da rischio biologico, da movimentazione manuale carichi/pazienti e
accidentali (secondo procedura), un operatore del Dipartimento effettua un’indagine con le specifiche schede.
Inoltre, il Dipartimento Interaziendale di Prevenzione e protezione, predispone report semestrali che invia ai
Datori di Lavoro.
L’Analisi degli infortuni sul lavoro nell'azienda Ospedaliero-Universitaria e il calcolo dell’indice di incidenza degli
infortuni totali e a rischio biologico, in rapporto al numero totale dei lavoratori, ha permesso di evidenziare come
entrambi gli Indici abbiano avuto una tendenziale riduzione nel corso del 2010 rispetto all’anno precedente.
Tabella 4.5 - Rilevazione degli indici di incidenza per l’anno 2009
N° casi
n° infortuni/n° totale dipendenti
Infortuni totali
342
13,52%
Infortuni a rischio biologico
145
5,73%
Tabella 4.6 - Rilevazione degli indici di incidenza per l’anno 2010
N° casi
n° infortuni/n° totale dipendenti
Infortuni totali
332
13,01%
Infortuni a rischio biologico
130
5,10%
Di seguito si illustrano gli accadimenti che hanno provocato infortuni a rischio biologico. I dati sono stati raccolti
convocando presso il Servizio l’operatore interessato. Dalle valutazioni effettuate dal personale del Servizio di
Medicina del Lavoro con l’operatore coinvolto sono emerse anomalie in particolare legate al comportamento
(sottovalutazioni del rischio), all'informazione e al carico di lavoro.
Figura 4.1 - Cause degli infortuni a rischio biologico
199
4.4 Ridefinizione dei ruoli professionali in relazione allo sviluppo delle strategie aziendali
zioni della produttività, per il Personale del Comparto,
e alla retribuzione di risultato, per i Dirigenti, al raggiungimento degli obiettivi individuati a conclusione
della discussione del budget.
4.4.1 La ridefinizione dei nuovi quadri di responsabilità
L’Azienda sta sviluppando modelli organizzativi che
prevedono una maggiore partecipazione del personale con assunzione di responsabilità diretta nella gestione dell’attività aziendale.
La nuova organizzazione della Direzione delle Professioni Infermieristiche, Ostetriche, Tecniche Sanitarie,
della Riabilitazione e della Prevenzione ha comportato
la necessità di rivedere alcune posizioni organizzative
esistenti adeguandole anche all’attivazione dei Dipartimenti ad Attività Integrata.
Durante il corso dell’anno 2010 si è continuato ad
identificare i Referenti di attività mediante specifiche
procedure di selezione e conseguente formulazione
di graduatorie per singole articolazioni organizzative.
L’istituzione di tale figura comporta una maggiore partecipazione del Personale nella gestione dell’attività
dell’Azienda con assunzione di responsabilità diretta.
L’attività dei titolari delle richiamate funzioni è soggetta a valutazione annuale e si inserisce in un quadro di
crescita professionale delle figure interessate con lo
scopo di un miglioramento continuo della qualità delle
prestazioni sanitarie erogate nel complesso delle diverse unità operative.
Nell’anno di riferimento sono state altresì espletate
le procedure selettive per individuare figure sanitarie
del Comparto come Facilitatori, Case Manager e Consulenti per i quali è prevista l’attribuzione di specifici
obiettivi.
L’Azienda basa la gestione dei professionisti sui principi dell’informazione, del coinvolgimento e della partecipazione, nel rispetto delle responsabilità/autonomie di ciascun ruolo organizzativo, della sistematica
verifica, valutazione e definizione dei processi operativi, attraverso il confronto chiaro ed esplicito fra i diversi livelli di responsabilità. L’Azienda intende orientare in misura crescente tutta la struttura verso tali stili
gestionali, consapevole anche della loro forte valenza
formativa.
4.5 Sistema di valutazione delle competenze e
sistemi premianti
4.5.1. Procedure di valutazione
Nell’anno 2010 si è continuato a subordinare l’attribuzione delle quote economiche collegate alle incentiva200
Il Nucleo di Valutazione ha proceduto ad accertare il
raggiungimento o meno degli obiettivi, e in tale ultima
ipotesi, in assenza di riscontro di motivate giustificazioni, il Nucleo ha definito anche la conseguente riduzione delle corrispondenti quote economiche.
Le procedure di valutazione sono improntate ai seguenti principi generali:
• Trasparenza dei criteri e delle metodologie adottate ed obbligo di motivazione della valutazione
espressa;
• Informazione adeguata e partecipazione del valutato, anche attraverso la comunicazione e il contraddittorio.
La valutazione e verifica degli incarichi di natura professionale e di quelli di direzione di struttura semplice
o complessa, attribuiti ai dirigenti delle professioni sanitarie, infermieristiche, tecniche, della riabilitazione,
della prevenzione, della professione ostetrica e dei
ruoli professionale, tecnico ed amministrativo, dipendenti del S.S.R. ed universitari integrati, è operata
dagli organismi preposti: valutatori di prima istanza e
Collegio Tecnico.
Per il personale Dirigente Sanitario e per i Professori e
Ricercatori Universitari equiparati gli organismi di valutazione sono costituiti con le stesse modalità dei dipendenti del S.S.R. Il Nucleo di Valutazione supporta
la Direzione Generale nella valutazione e verifica dei
risultati di gestione collegati al sistema di incentivazione (produttività e risultato).
Ogni anno vengono definiti gli obiettivi per ognuna delle tre aree del personale (Dirigenza Medica, Dirigenza
Sanitaria,Professionale, Tecnica ed Amministrativa e
del Comparto), discussi e concordati in sede di budget
con periodico monitoraggio dei risultati.
L’Azienda si prefigge di implementare sistemi di valutazione, che tenendo debitamente conto dell’esperienza maturata, siano sempre più funzionali e rispondenti
anche alla necessità di far crescere le competenze
collegate alla profonda riorganizzazione già iniziata e
che dovrà essere sviluppata e completata nel medio
periodo, anche con riferimento alla nuova normativa in
materia (D.Lgs. 150/2009).
La contrattazione nazionale e locale, su istanza sindacale, ha nel tempo favorito l’incremento della parte
fissa della retribuzione rispetto a quella variabile.
Le risorse collegate alla retribuzione variabile sono le
seguenti:
• Area Dirigenza Medica € 1.944.007;
• Area Dirigenza Sanitaria, Professionale, Tecnica
ed Amministrativa € 270.596;
dico ed Economica delle Risorse Umane e i singoli
dipendenti.
Il dipendente può effettuare consultazioni sul proprio
cartellino delle presenze, sulla situazione di fruizione
delle ferie, sui crediti e debiti orari, sul cedolino dello
stipendio. Potrà inoltre compilare e trasmettere direttamente per via informatica variazioni e indicazioni
inerenti la propria situazione personale aventi valenza
anche economica per l’Azienda.
Si sta procedendo ad implementare il sistema dando
la possibilità di utilizzare la procedura anche da casa
utilizzando internet.
Nell’anno 2010 si è continuato altresì a dare attuazione alle norme in materia di trasparenza procedendo
alla pubblicazione nel sito dell’Azienda dei trattamenti
economici corrisposti al personale dirigente; inoltre si
è ampliata l’applicazione del programma per permettere a ciascun Dirigente e titolare di posizione organizzativa di inserire nel sito aziendale il proprio curriculum professionale e formativo, nonché le proprie
pubblicazioni.
Area Comparto € 3.659.784;
La percentuale della retribuzione in rapporto alla retribuzione fissa per le medesime aree è pari a circa
il 6%.
•
4.6 Sistema informativo del personale
Nell’ambito della gestione del personale sono attivi
specifici indirizzi intranet dedicati in particolare a taluni
aspetti collegati al trattamento economico, alla gestione delle presenze e alla regolamentazione dell’attività
libero professionale del personale avente diritto. All’interno di questi indirizzi sono presenti sia indicazioni
normative che stampati per richieste da presentare
all’Amministrazione, negli uffici di riferimento, per singole tematiche, con i riferimenti di contatto.
E’ stato attivato nel primo semestre 2010 nell’ambito
della piattaforma integrata per la gestione delle risorse
umane, lo sportello self-service per il dipendente. Ciò
permette, attraverso una applicazione web, uno scambio di informazioni tra gli uffici della Direzione Giuri-
Figura 4.2 - Homepage dello sportello self service per il dipendente
201
4.7 Formazione
La pianificazione dei percorsi formativi è stata sviluppata secondo due livelli di interesse,
da una parte infatti i corsi saranno strumento di
valorizzazione,preparazione, dell’equipe di ognuna
delle strutture dipartimentali,in funzione dei nuovi assetti organizzativi, all’altra saranno veicolo di sviluppo
personale per gli operatori.
Le conoscenze utili per svolgere una professione sanitaria sono in continuo movimento. Ogni anno vengono
svolte nel mondo migliaia di ricerche cliniche, finalizzate a mettere a fuoco le strategie diagnostiche, terapeutiche e riabilitative sulle quali si basa l'assistenza
sanitaria.
Anche le aspettative dei cittadini si accrescono: l'informazione sanitaria li rende più attenti alla propria salute
e più esigenti nei confronti dell'agire dei professionisti
sanitari in genere, medici in prima istanza.
Le modalità della formazione continua sono state ridisegnate negli ultimi anni, per rendere l'aggiornamento
degli operatori meno episodico e più strutturato.
In quest’ottica la formazione rappresenta per l’azienda una leva strategica nell’assicurare lo sviluppo professionale degli operatori sanitari e la valorizzazione
delle loro capacità, indispensabili per la realizzazione
della sua mission tesa a erogare un “servizio” completo ed adeguato in risposta a tutte
le esigenze del paziente.
La formazione vuole essere uno dei punti qualificanti
della nostra azienda che come priorità si pone lo sviluppo delle sue risorse umane valorizzandone le potenzialità esistenti con la consapevolezza che l’attenzione ai pazienti e ai percorsi di cura possano fornire
una reale risposta alle esigenze diagnostico/clinico/
assistenziali/riabilitative dei cittadini.
Il Piano Formativo del biennio vuole sviluppare non
solo percorsi legati agli aspetti clinico - assistenziali ma anche a quelli relazionali e di comunicazione
efficace, indispensabili per fornire una risposta il più
completa possibile ai malati, connotandosi però per
essere il piano predisposto per supportare il passaggio al nuovo polo ospedaliero che comporta non solo
un cambiamento di struttura logistica, ma di modelli
organizzativi del lavoro e quindi dell’assistenza globalmente intesa.
Altro aspetto basilare è l’ innovazione nel governo
dell’assistenza che si vuole implementare nel nuovo
polo ospedaliero.
Il processo di innovazione non riguarda solo le politiche e la programmazione per dare risposte globali a
bisogni complessi (con il nuovo assetto di governance), riguarda anche la capacità di governare la ricerca e di introdurre quelle innovazioni tecnologiche e di
processo che la ricerca mette a disposizione dei servizi sanitari e quelle innovazioni organizzative e professionali che sono necessarie per sostenere l’evoluzione dei problemi prioritari di salute dei cittadini ferraresi
ed insieme migliorare la qualità dei servizi erogati.
L’azienda, attraverso i processi formativi ed il miglioramento delle competenze dei professionisti che vi
operano, tende a raggiungere gli obiettivi di salute dei
cittadini.
La formazione deve garantire e coniugare i bisogni del
singolo operatore e quelli dell’azienda e del contesto
di lavoro nel quale esercita la sua professionalità. Per
questo l’individuazione degli obiettivi formativi è il risultato delle seguenti istanze:
• esigenze aziendali, rilevate a livello direzionale
• bisogni formativi rilevati nelle strutture dipartimentali
• riferimenti a vincoli normativi
• esigenze formative dei singoli operatori
Ci si prefigge pertanto, in sinergia con le direzioni e i
Referenti della formazione Aziendale di:
• promuovere l’aggiornamento professionale degli
operatori
• sviluppare le competenze legate alle priorità delle
varie strutture, attraverso la formazione sul campo, che nella nostra regione è costituita da: audit
clinici, gruppi di miglioramento, revisione dei casi
clinici, incontri finalizzati alla standardizzazione di
protocolli e procedure operative ed implementazione di percorsi diagnostico – terapeutici
• soddisfare i debiti formativi dei professionisti,
come previsto dall’accordo Stato Regioni sul “Riordino del sistema di formazione continua in medicina” e l’art. 131 Decreto Legislativo n° 229 del
1999;
Il Piano Formativo
La programmazione e gestione del Piano di Formazione si forma sulla base di un'analisi del fabbisogno formativo espresso dagli operatori attraverso la rete dei
referenti della formazione. Il Piano biennale di formazione è il principale strumento di programmazione
delle attività formative. La scelta dell'azione formativa
deriva da un'attenta analisi delle possibilità di miglioramento dei nostri servizi.
Il Piano è lo strumento che permette il monitoraggio
della coerenza delle attività con le necessità dell'organizzazione e della copertura degli stessi bisogni
formativi. Esso agisce sulla cultura organizzativa, sul
ruolo delle persone e sul loro sapere professionale.
202
del rischio si possono infatti portare cambiamenti significativi alla pratica clinica, e promuovere la crescita
di una cultura della salute più attenta e vicina al paziente e agli operatori.
Il servizio Formazione e Aggiornamento collabora con
le diverse strutture aziendali per l’effettuazione dei
corsi riconducibili all’area del rischio clinico, finalizzati
a promuovere la sicurezza in aree prioritarie, tra cui:
• Corso di formazione avanzato “progetto las-er lotta alla sepsi” in Emilia Romagna
• Progetto lotta alla sepsi – corso di formazione
base
• Gestione del rischio clinico nella medicina di laboratorio
• Gestione del rischio di errore di terapia in magazzino
• I sistemi di gestione ambientale: certificazione
secondo il sistema EMAS (Eco-Management and
Audit Scheme).
• La sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro D.LGS 81/2008 – Nuovi assunti
Il Piano delle azioni formative 2010 svilupperà principalmente le seguenti tematiche:
• ORGANIZZATIVO/MANAGERIALE
• COMUNICATIVO/RELAZIONALE
• TECNICO/SPECIALISTICA
• RELAZIONALE
• RISK MANAGEMENT
Il Piano Formativo sarà suddiviso per tipologia formativa:
• Progetti formativi gestiti direttamente dal servizio
Formazione e Aggiornamento
• Eventi formativi dei dipartimenti
• Formazione sul campo
4.7.1 Corsi di formazione in sede: tematiche
affrontate
Diversi sono i corsi di formazione svolti in sede in riferimento alle aree previste dal piano formativo aziendale:
Area tecnico specialistica
In quest’area vengono inclusi tutti i corso che hanno
l’obiettivo di aggiornare il personale rispetto alle recenti innovazioni, dell’area sanitaria tecnica ed amministrativa.
Area organizzativo/manageriale
Diverse sono le iniziative svolte per sviluppare le
competenze organizzativo/manageriali; in particolare il corso Team Leadership che ha coinvolto tutti i
coordinatori in un percorso di teorico–pratico che si è
concluso con la stesura di progetti di miglioramento.
Area gestione rischio clinico
In un ottica di Risk Management, ossia di azioni complesse messe in atto per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e garantire la sicurezza del paziente,
si pone l’obiettivo di implementare i percorsi formativi
previsti dal “gruppo gestione del rischio”in quanto si è
convinti che soltanto attraverso una gestione integrata
Area relazionale
Questa area include tutti i corsi finalizzati allo sviluppo
di competenze relazionali; sia rivolte all’utente che ai
famigliari. Sono rivolti al personale che opera nelle degenze e nei servizi di front office.
Si riportano di seguito i titolo dei corsi effettuati come formazione in sede per l’anno 2010:
Tabella 4.7 – Corsi di formazione in sede e relativi crediti ECM. Anno 2010
Totale Crediti
ECM
Titolo corso
A.C.L.S.
688
ACCESS
125
AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: TERAPIA ANTALGICA: FORMAZIONE,
ORGANIZZAZIONE, PROSPETTIVE
114
AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: ANESTESIA NEL PAZIENTE CARDIOPATICO NON CARDIOCHIRURGICO
124
AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: LA MORTE ENCEFALICA, LA DONAZIONE ED IL PRELIEVO DEGLI ORGANI A SCOPO DI TRAPIANTO
60
AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: L’INSUFFICIENZA RENALE ACUTA IN
TERAPIA INTENSIVA: DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA
74
ALTA TECNOLOGIA E QUALITÀ E SICUREZZA NEL TECNOLOGY ASSESSMENT
162
APPLICAZIONE DELLE NORME DI BUONA PREPARAZIONE DEI RADIOFARMACI IN MEDICINA NUCLEARE “DALLA TEORIA ALLA PRATICA”
51
203
APPROFONDIMENTI IN TEMA DI DIABETE MELLITO
128
B.L.S.D.B.
984
B.L.S.H.P.
230
BIOPSIA MAMMARIA PERCUTANEA VACUUM ASSISTITA BABB SOTTO GUIDA RM: INDICAZIONI,
LIMITI E TECNICA DI ESECUZIONE
64
CARCINOMA MAMMARIO: DIAGNOSI, PROGNOSI E TERAPIA DALLA MORFOLOGIA ALLA GENOMICA
52
CHIRURGHI IN CAMBIAMENTO: TECNICHE INNOVATIVE, INNOVAZIONI TECNOLOGICHE
800
COCHRANE LIBRARY: CORSO BASE
84
CORSO AVANZATO IN MATERIA DI LAVORI PUBBLICI - APPALTI
CORSO AVANZATO: BUDGETING E REPORTING
CORSO BASE DI TOSSICOLOGIA CLINICA
272
CORSO BASE PER INFERMIERI GUIDE DI TIROCINIO
1350
CORSO DI AGGIORNAMENTO: OSTEOPOROSI POSTMENOPAUSALE 2010
100
CORSO DI APPROFONDIMENTO SULLA CATALOGAZIONE DELLE PUBBLICAZIONI PERIODICHE E
MONOGRAFICHE
CORSO DI FORMAZIONE AVANZATO “PROGETTO LAS-ER LOTTA ALLA SEPSI IN EMILIA ROMAGNA”
88
CORSO DI FORMAZIONE PER OPERATORI TECNICI DI AMBULANZA NEL SERVIZIO 118
CORSO DI GUIDA SICURA
48
CORSO DI LINGUA INGLESE - LIVELLO BASE
675
CORSO DOCAREA
64
CORSO NAZIONALE L’APPROPRIATEZZA IN MICROBIOLOGIA
847
CORSO P.A.L.S. (PEDIATRIC ADVANCED LIFE SUPPORT)
986
CORSO PER ADDETTO ANTINCENDIO
850
CORSO TEAM LEADERSHIP PER COORDINATORI: ATTUAZIONE DEI PROJECT WORK
272
CORSO TEORICO-PRATICO PER L’UTILIZZO DEL SISTEMA PACS
270
D.LGS 196/2003 CODICE PRIVACY: AGGIORNAMENTO
44
DA MANAGER A LEADER
168
DEBRIEFING POST ATTIVITÀ DI TRAPIANTO D’ORGANO
21
DETERMINAZIONE DI BATTERI APPARTENENTI AL MYCOBACTERIUM TUBERCULOSIS COMPLEX
E RIFAMPICINA RESISTENZA
40
DIABETE IN ETÀ EVOLUTIVA
252
DIFFUSIONE DELLA PROCEDURA AZIENDALE DI PROTEZIONE MECCANICA DELL’UTENTE: APPLICAZIONE NELLE U. O. DI ANESTESIA E RIANIMAZIONE
72
DIFFUSIONE DELLA PROCEDURA AZIENDALE DI PROTEZIONE MECCANICA DELL’UTENTE: APPLICAZIONE NELLE UNITÀ OPERATIVE DI DEGENZA RIABILITATIVA
134
EMORROIDOPESSI CON SUTURATRICE MECCANICA: NOVITÀ TECNOLOGICHE
64
ESITI DELLA RICERCA CLINICA NELLA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI
266
GAZZETTA UFFICIALE TELEMATICA CERTIFICATA
GESTIONE ACCESSI VASCOLARI NEL PAZIENTE NEFROPATICO
246
GESTIONE DEI SINISTRI E DEL CONTENZIOSO
96
GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO NELLA MEDICINA DI LABORATORIO
208
GESTIONE DEL RISCHIO DI ERRORE DI TERAPIA IN MAGAZZINO
87
GESTIONE DI BASE DELLE VIE AEREE E ADDESTRAMENTO ALL’UTILIZZO DEI PRESIDI SOVRAGLOTTICI
318
GESTIONE PERCORSO E PREPARAZIONE UTENTE PER ESAMI “BREATH TEST”
I DIPARTIMENTI INTERAZIENDALI - INIZIATIVA FORMATIVA AVEC
I PRINCIPI DEL PDCA NELLA GESTIONE DELLE TECNOLOGIE SANITARIE
204
348
I SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE: OPPORTUNITÀ E IMPEGNO RICHIESTO PER UN OSPEDALE. CERTIFICAZIONE AMBIENTALE VOLONTARIA SECONDO IL REGOLAMENTO EMAS
36
I WORSHOP I COMITATI AZIENDALI CONTRO IL MOBBING
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 1
192
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO
10
184
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO
11
200
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO
12
224
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO
13
200
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO
14
200
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 2
224
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 3
200
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 4
232
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 5
192
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 6
216
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 7
200
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 8
224
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 9
270
II CORSO DI RADIOPROTEZIONE
250
IL CATALOGO DEI PRODOTTI: DIPARTIMENTO CHIRURGICO SPECIALISTICO
180
IL SISTEMA TUTORIALE DEI MEDICI IN FORMAZIONE SPECIALISTICA
72
INFORMAZIONE E FORMAZIONE SUI RISCHI LAVORATIVI. CORSO PER NEO ASSUNTI
236
INNOVAZIONI IN MATERIA DI PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO E DIRITTO DI ACCESSO AI DOCUMENTI AMMINISTRATIVI
INNOVAZIONI TECNICHE E TECNOLOGICHE IN RADIOTERAPIA
330
INQUADRAMENTO CLINICO DELLE PATOLOGIE DEI PAZIENTI IMMIGRATI
36
INTERPRETAZIONE DEI RITMI ELETTROCARDIOGRAFICI IN EMERGENZA
366
ISESWEB - 12 ORE
516
ISESWEB - 2 ORE
14
ISESWEB - 3 ORE
192
ISESWEB - REFRESH
LA CHIRURGIA LAPAROSCOPICA DEL COLON
143
LA COMUNICAZIONE EFFICACE CON L’UTENTE E CON I FAMIGLIARI: CORSO BASE
200
LA COMUNICAZIONE EFFICACE CON UTENTE E FAMIGLIARI: CORSO AVANZATO
260
LA COMUNICAZIONE INTERNA AZIENDALE: STRUMENTI DI MIGLIORAMENTO
245
LA FIRMA DIGITALE IN AZIENDA
LA FUNZIONE DI COACHING NELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE DI AREA: SECONDO CICLO FORMATIVO
80
LA GESTIONE DEI PROCESSI IN OSPEDALE
384
LA GESTIONE DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA - COMPITI E OBBLIGHI DEI PREPOSTI
80
LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DEL CARCINOMA MAMMARIO: INNOVAZIONE ED INTEGRAZIONE DIAGNOSTICO TERAPEUTICA
332
LA MEDIAZIONE INTERCULTURALE...PER ASSISTERE SECONDO CULTURA
700
LA MOVIMENTAZIONE CARICHI E PAZIENTI IN CAMERA OPERATORIA
14
LA NUTRIZIONE ARTIFICIALE NELLA REALTÀ OSPEDALIERA
176
205
LA QUALITA’ E L’APPROPRIATEZZA NEL PERCORSO OSPEDALE - TERRITORIO SENZA DOLORE
PER LA RETE DEI REFERENTI COTSD
612
LA RADIOTERAPIA INTRAOPERATORIA: ASPETTI TECNICI, DOSIMETRICI E CONTROLLI DI QUALITÀ
54
LA RESPONSABILITA’ PERSONALE DELL’AUTISTA DI AMBULANZA
LA RETE DEI REFERENTI DI ATTIVITÀ: ESPERIENZE MATURATE E ASPETTI CRITICI
452
LA RETE REGIONALE PER LA LOTTA AL DOLORE
642
LABORATORIO “PARLARE IN PUBBLICO” II LIVELLO
189
L’APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE AL PAZIENTE OBESO CON DISTURBI DEL COMPORTAMENTO
ALIMENTARE: PERCORSO DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO
220
L’AUDIT COME STRUMENTO PER IDENTIFICARE LE PRIORITÀ DI RICERCA - CORSO AVANZATO
DI FORMAZIONE PER FACILITATORI DELL’AUDIT CLINICO E DELLA RICERCA VALUTATIVA: 2 FASE
576
L’AUDIT COME STRUMENTO PER IDENTIFICARE LE PRIORITA’ DI RICERCA. CORSO AVANZATO
DI FORMAZIONE PER FACILITATORI DELL’AUDIT CLINICO E DELLA RICERCA VALUTATIVA
840
LE FUNZIONALITÀ DI MYDESK DI UNIFE
48
LEGGE 15/2009: LA RIFORMA DEL PUBBLICO IMPIEGO
60
LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE DEI COORDINATORI: LA TEAM LEADERSHIP
1920
LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE DELLA RETE DEI NEOINSERITI
640
MANAGEMENT SANITARIO: MODULO 1: IL MANAGEMENT SANITARIO E L’ASSETTO STRATEGICO
- ORGANIZZATIVO DELLE AZIENDE SANITARIE
324
MANAGEMENT SANITARIO: MODULO 2: LA GESTIONE DEL PERSONALE NELLE AZIENDE SANITARIE (STAFFING E LEADING)
416
MANAGEMENT SANITARIO: MODULO 3: I SISTEMI DI PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO NELLE
AZIENDE SANITARIE (CONTROLLING)
416
METODOLOGIA DELLA RICERCA CLINICA: I TRIAL CLINICI
680
METODOLOGIA EPIDEMIOLOGICA ED EPIDEMIOLOGIA CLINICA PER REFERENTI LESIONI DA
PRESSIONE
240
MOVIMENTAZIONE CARICHI E PAZIENTI IN RADIOLOGIA
21
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI PAZIENTI NELLE STRUTTURE SANITARIE: IL REPARTO IN MOVIMENTAZIONE
75
NURSING EDUCATION IN CANADA
110
P.B.L.S.D.
288
P.T.C.
352
P.T.C. AVANZATO
288
PRELIEVO ARTERIOSO RADIALE PER EMOGASANALISI
105
PRELIEVO ORGANI E TESSUTI: RIFLESSIONI EMOTIVE E RISPOSTE PER IL PROFESSIONISTA
55
PROGETTO LOTTA ALLA SEPSI - CORSO DI FORMAZIONE BASE
512
PROGETTO S.O.S. NET - SALE OPERATORIE SICURE
240
QUALITA’ NEL RAPPORTO DI RICERCA BIOMEDICA: LINEE GUIDA, DIFFICOLTA’, STRATEGIE
108
RAGIONAMENTO DIAGNOSTICO E DOCUMENTAZIONE ASSISTENZIALE IN AMBITO MEDICO
768
RETRAINING B.L.S.D.
20
RIABILITAZIONE RESPIRATORIA
693
SEMINARIO DI APERTURA DEL CORSO: NURSING/MIDWIFERY/PHYSIOTERAPY SENSITIVE OUTCOME
248
SEPSI: ASPETTI CLINICI E IMPORTANZA DEI DATI LABORATORISTICI
280
SIAMOC 2010 - ITER DECISIONALE PER LA PRESCRIZIONE E PROGETTAZIONE ORTESICA NELLA
RIEDUCAZIONE DEL CAMMINO DELL’EMIPLEGICO ADULTO
399
SIAMOC 2010 - UTILIZZO CLINICO DI DISPOSITIVI INDOSSABILI IN RIABILITAZIONE
119
SISTEMI DI MISURAZIONE DELLE PERFORMANCE IN OSPEDALE
32
SOPRAVVIVERE ALL’ÉQUIPE
212
206
STAGE TEORICO PRATICO PER LA VALUTAZIONE E IL TRATTAMENTO FOCALE DELLA SPASTICITÀ
246
STATO DELL’ARTE E SVILUPPI FUTURI IN DIAGNOSTICA PER IMMAGINI
90
TAC MULTIBANCO DI ULTIMA GENERAZIONE: PRINCIPI TECNICI
96
TAGLIO CESAREO: DALL’AUDIT AL PROCESSO DI MIGLIORAMENTO
224
TRIAGE INFERMIERISTICO
176
UNA STRUTTURA D’INSEGNAMENTO: UN AMBIENTE PER APPRENDERE E PER INSEGNARE
640
USO DEL SOFTWARE ATLAS.TI NELLA RICERCA QUALITATIVA
130
VALUTAZIONE CRITICA DEGLI STUDI CLINICI CON METODOLOGIA PROBLEM BASED LEARNING
224
VENTILAZIONE MECCANICA NEL PAZIENTE CRITICO: TEORIA E PRATICA
42
VENTILAZIONE MECCANICA NON INVASIVA E UTILIZZO PRECOCE DELLA C PAP IN EMERGENZA
195
VII CORSO DI AGGIORNAMENTO IN MEDICINA TRASFUSIONALE
434
WEB 2.0 IN MEDICINA
54
WINDOWS 98 WORD EXCEL
377
WORKSHOP - L’EDUCAZIONE TERAPEUTICA STRUMENTO DI CURA NELLA PREVENZIONE E TERAPIA DI DOVRAPPESO, OBESITÀ E SINDROME METABOLICA IN ETÀ EVOLUTIVA
210
WORKSHOP DI PRESENTAZIONE DEI COMANDI FINALIZZATI SVOLTI DAL PERSONALE SANITARIO NELL’ANNO 2009
152
XIII CORSO AIDS E PATOLOGIE CORRELATE
684
XIII CORSO AIDS E PATOLOGIE CORRELATE - USL
504
Totale complessivo
37458
4.7.2 Formazione sul campo e formazione fuori sede
Sono risultate pari a 505 le iniziative di formazione fuori sede e di formazione sul campo che hanno coinvolto
1619 professionisti dell’azienda, appartenenti a tutte le figure professionali.
La formazione sul campo è stata attuata attraverso le attività di :
addestramento
gruppi di miglioramento
attività di ricerca
audit clinici
La formazione fuori sede ha impegnato i professionisti nella partecipazione ad eventi in ambito nazionale ed
internazionale.
Tale formazione è diffusa all’interno dei diversi dipartimenti come risulta dalla tabella seguente:
Tabella 4.8 – Crediti ECM per formazione sul campo e fuori sede per Dipartimento. Anno 2010
Formazione sul campo e formazione fuori sede
Crediti ECM
D.DIAGNOST PER IMMAG. E MEDICINA DI LAB.
1380
DIP.FARMACEUTICO INTERAZIENDALE
202
DIP.INT.STRUTT. LABORATORIO UNIICO PROV.
28
DIP.INTERAZ.STRUT. DI PREVENZIONE E PROT
6
DIPARTIMENTO CHIRURGICO
741
DIPARTIMENTO CHIRURGICO SPECIALISTICO
576
DIPARTIMENTO EMERGENZA
2535
DIPARTIMENTO MEDICO
1140
DIPARTIMENTO MEDICO SPECIALISTICO
1708
DIPARTIMENTO NEUROSCIENZE/RIABILITAZIONE
1201
DIPARTIMENTO RIPRODUZIONE E ACCRESCIMENT
1578
207
DIREZIONE DELLE PROFESSIONI
373
DIREZIONE MEDICA DI PRESIDIO
284
DIREZIONI AMMINISTRATIVE E TECNICHE
10
FISICA MEDICA
73
GRUPPI OPERATORI INTERDIPARTIMENTALI
84
STAFF DIREZIONE GENERALE
246
Totale complessivo
12165
4.7.3 Personale esterno partecipante a iniziative di formazione aziendali
Ai corsi organizzati dall’Azienda può partecipare anche personale esterno che ne faccia apposita richiesta al
servizio Formazione e Aggiornamento, previo pagamento della relativa quota di iscrizione.
Tabella 4.9 - Corsi di formazione a cui ha partecipato personale esterno e relativi crediti. Anno 2010
Titolo corso
Totale crediti
A.C.L.S.
208
AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: TERAPIA ANTALGICA: FORMAZIONE,
ORGANIZZAZIONE, PROSPETTIVE
15
AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: ANESTESIA NEL PAZIENTE CARDIOPATICO NON CARDIOCHIRURGICO
44
AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: LA MORTE ENCEFALICA, LA DONAZIONE ED IL PRELIEVO DEGLI ORGANI A SCOPO DI TRAPIANTO
18
AGGIORNAMENTI IN ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA: L’INSUFFICIENZA RENALE ACUTA IN
TERAPIA INTENSIVA: DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA
22
ALTA TECNOLOGIA E QUALITÀ E SICUREZZA NEL TECNOLOGY ASSESSMENT
27
APPLICAZIONE DELLE NORME DI BUONA PREPARAZIONE DEI RADIOFARMACI IN MEDICINA
NUCLEARE “DALLA TEORIA ALLA PRATICA”
12
APPROFONDIMENTI IN TEMA DI DIABETE MELLITO
0
AUTONOMIA E RESPONSABILITA’:SITUAZIONI SPECIFICHE DI INTEGRAZIONE CON IL PERSONALE DI SUPPORTO
4
B.L.S.D.B.
312
B.L.S.H.P.
10
BIOPSIA MAMMARIA PERCUTANEA VACUUM ASSISTITA BABB SOTTO GUIDA RM: INDICAZIONI, LIMITI E TECNICA DI ESECUZIONE
40
CARCINOMA MAMMARIO: DIAGNOSI, PROGNOSI E TERAPIA DALLA MORFOLOGIA ALLA GENOMICA
16
CHIRURGHI IN CAMBIAMENTO: TECNICHE INNOVATIVE, INNOVAZIONI TECNOLOGICHE
320
CORSO BASE PER INFERMIERI GUIDE DI TIROCINIO
100
CORSO DI AGGIORNAMENTO: OSTEOPOROSI POSTMENOPAUSALE 2010
75
CORSO DI GUIDA SICURA
36
CORSO NAZIONALE L’APPROPRIATEZZA IN MICROBIOLOGIA
420
CORSO P.A.L.S. (PEDIATRIC ADVANCED LIFE SUPPORT)
442
CORSO TEORICO-PRATICO PER L’UTILIZZO DEL SISTEMA PACS
5
DETERMINAZIONE DI BATTERI APPARTENENTI AL MYCOBACTERIUM TUBERCULOSIS COMPLEX E RIFAMPICINA RESISTENZA
4
DIFFUSIONE SCHEDA AZIENDALE RILEVAZIONE DEL DOLORE
5
DISCUSSIONE DI CASI CLINICI IN ONCOLOGIA
75
DISCUSSIONE RISULTATI CUSTOMER SATISFACTION IN RIABILITAZIONE
4
EMORROIDOPESSI CON SUTURATRICE MECCANICA: NOVITÀ TECNOLOGICHE
16
208
ENLS - EUROPEAN NEWBORN LIFE SUPPORT - BRESSANONE
10
GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO NELLA MEDICINA DI LABORATORIO
72
GESTIONE DEL RISCHIO DI ERRORE DI TERAPIA IN MAGAZZINO
48
GIORNATE DIDATTICHE DI PNEUMOLOGIA
56
GRUPPI DI MIGLIORAMENTO - DISCUSSIONE DI CASI CLINICI E CRITICITÀ ORGANIZZATIVE
IN NEFROLOGIA
30
I DIPARTIMENTI INTERAZIENDALI - INIZIATIVA FORMATIVA AVEC
I LUNEDÌ DELLE NEUROSCIENZE
62
I WORSHOP I COMITATI AZIENDALI CONTRO IL MOBBING
0
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 1
192
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 10
184
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 11
200
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 12
224
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 13
200
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 14
200
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 2
224
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 3
200
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 4
232
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 5
192
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 6
216
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 7
200
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 8
224
IDONEITA’ ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA’ DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE: MODULO 9
270
II CORSO DI RADIOPROTEZIONE
150
IL DONATORE DI ORGANI E TESSUTI - PADOVA
12
INDAGINE DI PREVALENZA ICA 2010
4
INFORMAZIONE E FORMAZIONE SUI RISCHI LAVORATIVI. CORSO PER NEO ASSUNTI
4
INQUADRAMENTO CLINICO DELLE PATOLOGIE DEI PAZIENTI IMMIGRATI
24
INTERPRETAZIONE DEI RITMI ELETTROCARDIOGRAFICI IN EMERGENZA
6
ISESWEB - 12 ORE
84
ISESWEB - 3 ORE
9
ISESWEB - REFRESH
LA CHIRURGIA LAPAROSCOPICA DEL COLON
143
LA GESTIONE DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA - COMPITI E OBBLIGHI DEI PREPOSTI
8
LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DEL CARCINOMA MAMMARIO: INNOVAZIONE ED INTEGRAZIONE DIAGNOSTICO TERAPEUTICA
52
LA MEDIAZIONE INTERCULTURALE...PER ASSISTERE SECONDO CULTURA
28
209
LA NUTRIZIONE ARTIFICIALE NELLA REALTÀ OSPEDALIERA
12
LA RETE REGIONALE PER LA LOTTA AL DOLORE
450
LA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE DELLO STUDENTE FISITERAPISTA
3
L’APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE AL PAZIENTE OBESO CON DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: PERCORSO DIAGNOSTICO E TERAPEUTICO
40
L’AUDIT COME STRUMENTO PER IDENTIFICARE LE PRIORITÀ DI RICERCA - CORSO AVANZATO DI FORMAZIONE PER FACILITATORI DELL’AUDIT CLINICO E DELLA RICERCA VALUTATIVA:
2 FASE
468
L’AUDIT COME STRUMENTO PER IDENTIFICARE LE PRIORITA’ DI RICERCA. CORSO AVANZATO DI FORMAZIONE PER FACILITATORI DELL’AUDIT CLINICO E DELLA RICERCA VALUTATIVA
672
NURSING EDUCATION IN CANADA
60
P.B.L.S.D.
8
P.B.L.S.D.B - FERRARA 1
168
P.B.L.S.D.B. - FERRARA 2
272
P.T.C.
72
P.T.C. AVANZATO
48
PATOLOGIA INFETTIVA DEL POLMONE - LEGNAGO
4
PROGETTO LOTTA ALLA SEPSI - CORSO DI FORMAZIONE BASE
16
PROGETTO S.O.S. NET - SALE OPERATORIE SICURE
QUALITA’ NEL RAPPORTO DI RICERCA BIOMEDICA: LINEE GUIDA, DIFFICOLTA’, STRATEGIE
6
RIABILITAZIONE RESPIRATORIA
72
RIUNIONI MENSILI IN MEDICINA NUCLEARE
6
RIUNIONI COMITATO PER IL CONTROLLO DELLE INFEZIONI CCIOS
4
SEMINARIO DI APERTURA DEL CORSO: NURSING/MIDWIFERY/PHYSIOTERAPY SENSITIVE
OUTCOME
112
SEPSI: ASPETTI CLINICI E IMPORTANZA DEI DATI LABORATORISTICI
36
SIAMOC 2010 - ITER DECISIONALE PER LA PRESCRIZIONE E PROGETTAZIONE ORTESICA
NELLA RIEDUCAZIONE DEL CAMMINO DELL’EMIPLEGICO ADULTO
357
SIAMOC 2010 - UTILIZZO CLINICO DI DISPOSITIVI INDOSSABILI IN RIABILITAZIONE
91
SISTEMI DI MISURAZIONE DELLE PERFORMANCE IN OSPEDALE
0
STAGE TEORICO PRATICO PER LA VALUTAZIONE E IL TRATTAMENTO FOCALE DELLA SPASTICITÀ
246
STATO DELL’ARTE E SVILUPPI FUTURI IN DIAGNOSTICA PER IMMAGINI
3
TAC MULTIBANCO DI ULTIMA GENERAZIONE: PRINCIPI TECNICI
3
TAGLIO CESAREO: DALL’AUDIT AL PROCESSO DI MIGLIORAMENTO
0
UNA STRUTTURA D’INSEGNAMENTO: UN AMBIENTE PER APPRENDERE E PER INSEGNARE
8
USO DEL SOFTWARE ATLAS.TI NELLA RICERCA QUALITATIVA
10
VENTILAZIONE MECCANICA NEL PAZIENTE CRITICO: TEORIA E PRATICA
0
WORKSHOP - L’EDUCAZIONE TERAPEUTICA STRUMENTO DI CURA NELLA PREVENZIONE E
TERAPIA DI DOVRAPPESO, OBESITÀ E SINDROME METABOLICA IN ETÀ EVOLUTIVA
70
XIII CORSO AIDS E PATOLOGIE CORRELATE - USL
504
Totale complessivo
9811
4.7.4 La valutazione della qualità percepita
Nel sistema certificato ISO 9000 la politica della qualità della formazione si esplica attraverso l’analisi e la soddisfazione delle esigenze dei propri “clienti” che sono:
•
•
i partecipanti alle attività formative, in quanto destinatari diretti degli interventi pianificati e gestiti;
la Direzione Generale e il Collegio di Direzione in quanto organi di indirizzo;
210
•
i direttori dei Dipartimenti/Servizi, in quanto “utilizzatori” delle modificazioni nella cultura professionale e
manageriale portate dalle iniziative di formazione e aggiornamento.
A fronte di analisi svolte sugli specifici bisogni ed esigenze di tali soggetti, il servizio Formazione e Aggiornamento dell’Azienda ha identificato alcune garanzie prioritarie che intende assicurare e che rappresentano la
Politica della Qualità del settore formativo.
In particolare si riportano alcuni degli obblighi contenuti nel Manuale qualità della formazione, in particolare ai
partecipanti si intendono garantire:
• proposte formative coerenti con i bisogni specifici e capaci di accrescere le competenze professionali e
personali;
• coinvolgimento di tutte le figure professionali;
• trasparenza nei meccanismi di gestione delle risorse disponibili.
• informazioni chiare e tempestive sulle iniziative e sulle modalità di accesso alle iniziative formative
• calendario e logistica compatibili con le attività operative;
• docenza esperta e materiale didattico idoneo a supporto;
• gestione della banca dati ECM
• attestazione delle attività frequentate in tempi brevi;
• informazioni in merito ai crediti ECM acquisiti da ciascun dipendente secondo quanto previsto dal sistema
di Educazione Continua in Medicina
alla Direzione Generale, al Collegio di Direzione ed ai direttori dei Dipartimenti/Servizi, si intende garantire:
• pianificazione della formazione in linea con gli obiettivi aziendali e le criticità delle specifiche articolazioni
organizzative;
• sviluppo di competenze spendibili nell’azienda nel breve/medio periodo;
• innovazione nei temi proposti e nelle metodologie adottate;
• utilizzo delle eccellenze interne per offrire anche all’esterno iniziative formative con conseguenti ritorni in
termini di immagine e ricavi;
• modalità di erogazione ed organizzazione delle iniziative compatibili con l’organizzazione dei servizi;
• rispetto del budget assegnato;
• gestione della banca dati ECM.
A fronte di tali considerazioni ed impegni, il servizio Formazione e Aggiornamento dell’Azienda pone come obiettivi generali della propria attività e gestione:
• elaborazione di un Piano della Formazione Aziendale coerente con le priorità aziendali, le indicazioni regionali (P.S.R.) e nazionali (P.S.N. , Legge 135/90, D. Lgs 81/08, ecc…);
• progettazione ed attuazione di iniziative formative trasversali alle varie articolazioni organizzative e specifiche di unità operativa, in modo da fornire risposte diverse ai differenti bisogni;
• adeguatezza dei progetti in relazione ai bisogni formativi espressi dall’utenza (tutte le figure professionali
presenti) e dalla committenza (Direzione Aziendale, Collegio di Direzione e responsabili dei servizi);
• predisposizione di progetti formativi metodologicamente corretti;
• utilizzo di metodologie formative aderenti alle competenze da sviluppare ed in linea con i moderni indirizzi
della formazione degli adulti.
• adozione di metodologie di valutazione dei corsi: gradimento, apprendimento, trasferibilità e impatto, al fine
di misurare l’efficacia delle iniziative gestite;
• formazione della rete dei referenti di dipartimento/servizio, per supportare i processi di analisi dei bisogni
formativi e di gestione di iniziative tecnico specialistiche in modo adeguato;
• predisposizione di procedure corrette per la gestione delle iniziative tecnico – specialistiche;
• progettazione e attuazione dei corsi a catalogo in relazione alle eccellenze e alle competenze presenti
nell’Azienda.
A tal fine si presentano i dati di valutazione di gradimento degli ultimi anni relativi ai corsi effettuati
Corsi lunghi (superiori alle 16 ore)
Confrontando i dati dell’anno 2010 con quelli degli anni formativi precedenti, si evidenzia un lieve calo dei livelli
di gradimento rispetto all’anno formativo 2009. Gli standard di riferimento rimangono comunque ampiamente
211
rispettati. E’ in aumento invece la percezione di applicabilità sul lavoro a breve e medio termine da 3,85 del 2009
si passa a 4,17 del 2010, per questo item dal 2010 si è inserito nel piano indicatori lo standard che è stato fissato
=> 3,7 su scala Likert a 5 valori
Tabella 4.10 - Sintesi dati gradimento corsi “superiori alle 16 ore” dal 2003 al 2010
Annualità forma- Adeguatezza mativa
teriale didattico
standard
=> 4
scala Likert da 1
a5
Gradimento docenza
=> 4
scala Likert da 1 a 5
Gradimento globale
Applicabilità a breve
e medio termine
=> 4
scala Likert da 1 a 5
--scala Likert da 1 a 5
Anno 2003
4,05
4,55
4,45
3,31
Anno 2004
4,19
4,47
4,68
3,30
Anno 2005
4,16
4,55
4,52
3,40
Anno 2006
4,23
4,46
4,42
3,95
Anno 2007
4,43
4,66
4,66
4,00
Anno 2008
4,51
4,79
4,66
3,85
Anno 2009
4,39
4,82
4,68
3,85
Anno 2010
4,34
4,65
4,55
4,17
Corsi brevi (inferiori alle 16 ore)
Per corsi brevi si intendono i corsi con durata pari o inferiore a 16 ore, per la valutazione del gradimento di
questi corsi, si utilizza il “questionario breve”. Dall’anno formativo 2009 si è deciso di tenere scorporati i dati di
gradimento dei corsi gestiti dalla servizio Formazione e Aggiornamento (U.O.F.A.)da quelli dei corsi gestiti dai
Dipartimenti/Servizi. Vengono di seguito riportate le tabelle con i dati in dettaglio relativi ai singoli corsi.
Confrontando i dati del 2010 con quelli degli anni formativi precedenti si evidenzia un sostanziale mantenimento
dei livelli di gradimento. Gli standard di riferimento sono ampiamente rispettati.
Per quanto riguarda l’applicabilità sul lavoro a breve e medio termine, lo standard definito dal 2010 è =>3,7 su
scala likert; i risultati raggiunti mostrano un trend in miglioramento anche per i corsi gestiti dalla servizio Formazione e Aggiornamento, che passa da un valore medio di 3,8 del 2009 ad un valore medio di 4,16 nel 2010.
Tabella 4.11 - Sintesi dati gradimento “corsi inferiori alle 16 ore” dal 2003 al 2010
Annualità formativa
standard
Adeguatezza ma- Gradimento docenza
Gradimento globale
teriale didattico
=> 4
scala Likert da
1a5
=> 4
scala Likert da 1 a 5
=> 4
scala Likert da 1 a 5
Applicabilità a
breve e medio
termine
----scala Likert da
1a5
Anno 2003
4,19
4,37
4,29
3,80
Anno 2004
4,46
4,81
4,81
3,65
Anno 2005
4,11
4,35
4,28
3,55
Anno 2006
4,07
4,51
4,35
3,60
Anno 2007
4,28
4,49
4,49
4,00
Anno 2008
4,22
4,43
4,39
3,95
Anno 2009 U.O.F.A.
4,18
4,57
4,49
3,80
Anno 2009 DPT/SERV
4,35
4,54
4,43
4,25
Anno 2010 U.O.F.A.
4,35
4,62
4,48
4,16
Anno 2010 DPT/SERV
4,25
4,56
4,47
4,26
212
4.7.5 Attività di docenza svolta da personale interno
Nel corso del 2010 i dipendenti che hanno svolto attività di docenza nell’ambito di corsi aziendali sono stati 259,
con erogazione di 5176 crediti di docenza.
4.7.6 Accreditamento della formazione e dei provider
Per ciò che attiene l’accreditamento della formazione e dei provider ECM le attività finora svolte sono quelle
relative alla partecipazione ai gruppi di lavoro regionali e nello specifico:
gruppo di lavoro sulla definizione dei requisiti generali e specifici per l’accreditamento della formazione e dei
provider di formazione in ottemperanza a quanto previsto dall’accordo nazionale in materia che delinea il passaggio dall’accreditamento del singolo evento (sistema in vigore nel quinquennio 2002-2007) all’accreditamento
del provider (per il 2008-2010) che potrà essere nazionale o regionale. Tale gruppo ha già concluso la prima fase
di lavoro,in attesa delle nuove indicazioni da parte della Regione Emilia Romagna.
gruppo regionale dossier formativo (DF), con il mandato di costruire uno strumento di programmazione e valutazione del percorso formativo del singolo operatore (individuale) o del gruppo di cui fa parte (equipe o network
professionale) come previsto dal nuovo sistema ECM. Il DF valorizza il diritto/dovere del professionista della
sanità di acquisire crediti Ecm su tematiche coerenti con il proprio lavoro, profilo professionale e posizione organizzativa. I percorsi formativi dovranno essere coerenti sia ad obiettivi specifici professionali che a obiettivi
derivanti dai piani sanitari nazionali, regionali e aziendali. Gli obiettivi individuali o di gruppo/gruppi troveranno
collocazione nel dossier formativo ricomposti in un disegno aziendale che ripercorre la programmazione, la realizzazione / le evidenze e la valutazione
Nel 2010 le Aziende hanno sperimentato un proprio modello di DF, dal confronto e dalle riflessioni sulle esperienze maturate e nel rispetto di quanto espresso negli Accordi Stato –Regioni (2007 e 2009), verrà prodotto
un documento di orientamento comune con i criteri minimi vincolanti, per la realizzazione del DF nelle Aziende
sanitarie dell’Emilia Romagna.
4.7.7 Dati di Attività
Si riportano di seguito le tabelle relative alle gestione del budget della formazione per l’anno 2010.
Tabella 4.12 - Budget complessivo per la formazione assegnato e utilizzato in relazione all’area contrattuale
Area contrattuale
Budget assegnato
Budget utilizzato
%
Dirigenza medica
343.674,19
316.661
92,14
Dirigenza sanitaria, amministrativa tecnica e
professionale
28.591,58
23.471
82,10
Comparto sanitario/amm./tecnico
453.207,87
298.633
65,90
Totale
825.473,64
638.765
77,39
indicatore : risorse utilizzate / assegnate, standard di riferimento =>60%;
213
abella 4.13 - Budget complessivo assegnato e utilizzato in relazione alla tipologia di attività formativa
Tipologia attività formativa
Budget assegnato
Budget utilizzato
%
Aggiornamento in sede
337.258,45
298.765
88,59
Aggiornamento fuori sede
234.541,00
149.000
63,53
Comandi finalizzati
228.674,19
191.000
83,53
Acquisto attrezzature didattiche
25.000,00
10.831
43,33
Totale
825.473,64
649.596
78,70
Indicatori:
• budget utilizzato per la formazione in sede/budget assegnato - standard di riferimento =>90% valore rilevato 88,59%
• budget utilizzato per la formazione fuori sede/budget assegnato - standard di riferimento => 60%, valore
rilevato 63,53%
• budget utilizzato per comandi finalizzati/budget assegnato,- standard di riferimento => 60%, valore rilevato
83,53%
Tabella 4.14 - Budget complessivo per aggiornamento fuori sede e comandi finalizzati assegnato e utilizzato in
relazione all’area contrattuale
Area contrattuale
Budget assegnato Budget utilizzato
%
Dirigenza medica
223.674,19
205.000
91,66
Dirigenza sanitaria, amministrativa tecnica e professionale
25.591
23.000
89,88
Comparto sanitario/amm./tecnico
213.950
112.000
52,35
Totale
463.215,19
340.000
73,41
214
4.7.8 Rapporti con l’Università
viene organizzata da un apposito Ufficio Tirocini, che
si occupa della programmazione annuale delle attività.
I corsi di laurea in convenzione con l’Università degli
studi di Ferrara sono i seguenti:
• Infermieristica
• Fisioterapia
• Ostetricia
• Tecnico di Radiologia
• Tecnico di Laboratorio
Il contributo fornito dalla formazione aziendale nella
formazione di tali professionisti riguarda diversi aspetti:
1. Lezioni teoriche: il personale dipendente svolge lezioni relative alle discipline professionalizzanti
nell’ambito dei propri settori scientifico disciplinari
2. Gestione dei tirocini: Il programma di tirocinio è definito dal Coordinatore dell’attività formativa professionalizzante unitamente ai docenti delle discipline professionalizzanti .
Le attività di tirocinio vengono organizzate per obiettivi, per anno di corso, e per aree organizzative.
Le attività svolte dagli studenti sono illustrate nei programmi di tirocinio e registrate nel libretto personale
dello studente.
Il tirocinio prevede che lo studente, assegnato ad una
determinata sede abbia come riferimento una Guida
di Tirocinio.
Il ruolo della Guida di Tirocinio viene esercitato da un
infermiere che ha frequentato un corso specifico di
40 ore e un aggiornamento annuale. Il ruolo di Tutor
didattico è svolto dai docenti delle discipline professionalizzanti.
All’interno delle Aziende sanitarie, l’attività di tirocinio
4.7.9 Accesso alla documentazione scientifica da
parte del personale (Information Literacy)
L'attività clinica e la ricerca biomedica finalizzata sono
sempre più basate su dati e pubblicazioni di carattere
scientifico che validino scelte, metodi, terapie o nuove
iniziative di ricerca. A tal fine è essenziale la disponibilità di un elevato numero di fonti (periodici elettronici e
banche dati) per la consultazione corrente e, da parte
dei medici, dei ricercatori e degli operatori sanitari, di
capacità di base di ricerca bibliografica e di selezione
delle informazioni di qualità. Questa capacità di base
ad orientarsi nelle informazioni scientifiche è chiamata "information literacy" (con riferimento a questa
capacità anche in altri settori non biomedici). Anche
per l’anno in corso sono stati programmati ed effettuati corsi teorico pratici finalizzati al raggiungimento
di autonomia nella ricerca degli esiti della letteratura
clinica online.
I corsi hanno riguardato principalmente le modalità di
consultazione di banche dati di letteratura primaria e
secondaria e l’analisi delle potenzialità di WEB 2.0 in
ambito clinico.
Inoltre, la biblioteca aziendale è disponibile a svolgere
attività di consulenza personalizzata e ricerche mirate
su quesiti specifici.
I dati di accesso alle risorse on –line vengono monitorati periodicamente e, nonostante non sia possibile
ottenerli in modo completo dagli editori, si allega la
sintesi relativa all’anno in corso.
Tabella 4.15 – Statistiche di accesso alle risorse online. Anno 2010
215
del Lavoro per il tentativo obbligatorio di conciliazione. Ove sussistano le condizioni l’Amministrazione ha
manifestato la disponibilità a chiudere il contenzioso
che conseguentemente non è durato più di due o tre
mesi. Dove ciò non è stato possibile, il confronto è
avvenuto davanti al Giudice Civile con l’allungamento
dei tempi di risoluzione delle controversie.
Tabella 4.16 – Dati di attività biblioteca
Budget
211.000 €
Riviste on line
6000
Riviste cartacee(titoli)
288
E-books
43
Libri a stampa
1400
Banche dati
14
Accessi a risorse online 2010
27.613
4.8.2 Azioni promosse per i dipendenti
Le attività del Club Aziendale
L’utilizzo dei locali dell’Ufficio Fotoriproduzione e
Stampa, come sede del Club S.Anna, viene confermato anche per il 2010. Ciò ha contribuito ad identificare il Club come un’entità reale, un punto di riferimento e di incontro per i dipendenti e per gli interlocutori
esterni al S. Anna che vogliono intrattenere rapporti
convenzionali con il Club. Ha agevolato lo svolgimento
delle attività e la diffusione delle informazioni.
Il Club S. Anna comunica con tutti i dipendenti e Soci
attraverso i seguenti strumenti:
1. mailing list di tutti i dipendenti che hanno un indirizzo @ospfe.it
2. mailing list dei Soci e dipendenti che hanno un indirizzo e-mail personale
3. invio al domicilio delle comunicazioni Club per chi
ne fa richiesta
4. bacheche dislocate all’interno del S. Anna, le cui
principali sono ubicate presso l’edicola interna e la
mensa aziendale
5. newsletter mensile, con spazio riservato alle comunicazioni del Club S. Anna.
4.8 Struttura delle relazioni con il personale dipendente e le sue rappresentanze
4.8.1 Iniziative volte a creare un ambiente aperto
alla negoziazione come condizione necessaria
per la riflessione sulla qualità dei processi aziendali
L’Azienda dà una enorme rilevanza alle relazioni con
le Rappresentanze Sindacali ed è disponibile a convocare incontri ogni qualvolta lo richiedano nonché a
rispettare le diverse forme di relazioni previste dai vigenti CC.CC.NN.LL. (contrattazione, concertazione e
informazione).
E’ da rilevare che nella Sanità sono presenti tre aree
di contrattazione (Dirigenti Medici, Dirigenti dei ruoli Sanitario, Professionale, Tecnico e Amministrativo,
Comparto).
Pertanto, ad esempio, quando si parla di riorganizzazioni molte volte bisogna procedere ad attivare tre diversi tavoli di confronto.
Su argomenti che presentino elementi di complessità sono attivate Commissioni Tecniche che, oltre ad
approfondire le tematiche, permettono di definire, con
il contributo dei Rappresentanti Sindacali, proposte
condivise, ad esempio in materia di riorganizzazione.
Nell’anno 2010 sono stati effettuati, a vario titolo, incontri per le seguenti aree contrattuali:
• Dirigenza Medica n. 21
• Dirigenza Sanitaria, Professionale, Tecnica e
Amministrativa n. 8
• Comparto n. 42
Le attività del Club Aziendale sono finalizzate a migliorare i rapporti tra dipendenti, condividendo interessi
personali e sono dettagliate sulle pagine dedicate al
Club del sito intranet aziendale .
Strumenti di dialogo tra dipendenti (sito intranet aziendale):
• Aggiornamento del Mercatino on line (scambio –
vendo – compro).
Servizi ai dipendenti e alle loro famiglie:
• Proposte di campi estivi per ragazzi
• Convenzioni con esercizi commerciali di ogni tipo
• Convenzione con UISP Ferrara, che controlla sul
territorio tutte le piscine, per consentire ai dipendenti di accedere ai corsi di nuoto attraverso una
‘corsia preferenziale’.
• Fiere: distribuzione di biglietti a prezzo ridotto per
le principali manifestazioni fieristiche organizzate
a Ferrara
• Corso di Nordic Walking, disciplina finalizzata al
In relazione ad argomenti d’interesse generale per
tutta l’Azienda, o per singole articolazioni, si procede
ad incontri con il personale per illustrare azioni che si
ritiene necessario perseguire.
L’Azienda dirime i conflitti derivanti dai rapporti di lavoro nell’ambito delle relazioni con le Rappresentanze
Sindacali. Prima delle modifiche legislative in materia,
per alcune situazioni, nell’ordine di una decina per
anno, il contenzioso è stato portato davanti all’Ufficio
216
Rapporti con associazioni locali:
• Scambi culturali con il Gruppo Archeologi Ferraresi (visita guidata al Museo di Spina, partecipazione ad iniziative organizzate dal Club per i Soci
GAF e viceversa)
• Diffusione delle iniziative dell’Associazione culturale ‘Pico Cavalieri’.
• Diffusione dell’anniversario della ‘Casa della Cultura’ di Tresigallo
• Promozione mostre pittori emergenti: Giuseppe
Linardi per Idearte di Ferrara
• Rapporti con Touring Club Italiano con proposte
a favore di tutti i dipendenti del S. Anna, Soci e
non Soci.
benessere psico-fisico con benefici all’apparato
cardio-circolatorio
Momenti di aggregazione fra dipendenti:
• Partecipazione a mostre e organizzazione di
viaggi
Iniziative che mettono in evidenza attitudini e abilità
dei dipendenti:
• 6° edizione del Gran Premio Club S. Anna dedicato ai ciclisti amatoriali,
• Collaborazione con IdeArte e Bagno Prey per
pubblicizzare la Gara estemporanea di pittura ‘I
sette Lidi: il territorio, la spiaggia, il mare’
217
Arcispedale S. Anna – La Cappella e abitazione delle Suore, affacciate sul cortile interno
218
5. Sistema di relazioni e strumenti
di comunicazione
5.1 La comunicazione per l’orientamento e l’accesso ai servizi
Premessa
5.1.1 Supporto al percorso del cittadino
Il 2010 ha visto l’Area Comunicazione, in qualità di
funzione organizzativa di staff “di servizio al servizio”,
particolarmente impegnata dal punto di vista istituzionale. La Legge Brunetta, con la cosiddetta operazione “Trasparenza”, ha coinvolto dirigenti e operatori
aumentando la richiesta di supporto dei servizi interni
nel pubblicare on line materiali e contenuti informativi
(albo pretorio, valutazione/merito ecc..).
Anche il nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale
ha ulteriormente sensibilizzato gli operatori aziendali ai temi del miglioramento della comunicazione, sia
interna sia esterna, attraverso l’utilizzo di strumenti
tecnologici. Lo stesso codice prevede che vi sia, da
parte delle amministrazioni pubbliche, sempre più utilizzo di tecnologie per migliorare la circolazione delle
informazioni e i modi di comunicare sia tra i dipendenti
aziendali sia nei rapporti con i cittadini.
Il cambiamento della Direzione Generale, nell’ultimo
trimestre dell’anno, ha richiesto un impegno puntale e preciso delle singole articolazioni organizzative
dell’area, con particolare evidenza per le attività svolte
dall’Ufficio Stampa (comunicati e conferenze stampa)
e dalla Comunicazione istituzionale (Tavolo della comunicazione inter-istituzionale per l’accompagnamento dei cittadini di Ferrara e Provincia verso il nuovo
polo ospedaliero di Cona).
Inoltre, è continuato anche per il 2010 l’impegno della
Direzione dell’Area Comunicazione riguardo al progetto regionale Differenze & Equità, in collaborazione
con l’Ufficio Accoglienza e Mediazione e la Presidente
dell’attuale CUG2 (da settembre 2010), e il Progetto Aziendale Umanizzazione, in collaborazione con
l’URP. L’accesso ai servizi è ritenuto momento e luogo
di possibile produzione e manifestazione di differenze e ineguaglianze, d’incontro e negoziazione delle
aspettative e abilità degli utenti.
L’analisi dell’attività e dei percorsi organizzativi diventa fondamentale per capire in che modo si possono
produrre e di conseguenza come si possono contrastare le disuguaglianze. Le diversità e le pratiche a
“misura di persona” si configurano come una sfida per
l’organizzazione e per la loro gestione attraverso strumenti dinamici capaci di garantire equità per orientare
e armonizzare politiche aziendali di diversity management.
Il primo punto di riferimento per il cittadino che entra in
Ospedale è rappresentato dal punto informativo ubicato presso la Portineria Centrale, che insieme all’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) facilita e favorisce
il suo percorso, garantendo la fruizione del pieno diritto di accesso ai servizi sanitari erogati dall’Azienda.
Tale compito è svolto attraverso attività di accoglienza informativa che comprendono il ricevimento dell’utenza in accesso diretto e la risposta immediata alle
richieste telefoniche. Presso il punto di accoglienza
della Portineria Centrale l’utente riceve informazioni di
tipo logistico – orientativo (ubicazione di reparti/servizi, dove prenotare, numeri telefonici aziendali, ecc.).
Per esigenze informative più complesse l’utente si affida all’URP, che risponde alle chiamate telefoniche del
Numero Verde Regionale 800 033 033 (per il quale
effettua informazione di 2° livello), ai quesiti dei cittadini che pervengono via e-mail o fax e si fa carico di
risolvere eventuali difficoltà di accesso alle prestazioni
sanitarie erogate dall’Azienda. Nell’ambito dell’attività
a tutela del cittadino, l’URP gestisce le segnalazioni e
i reclami, come da procedura aziendale.
2
5.1.2 Accoglienza informativa presso la Portineria Centrale
Il grafico sottostante mostra un incremento di attività
nel 2010 rispetto all’anno precedente, dovuto principalmente all’uso più proficuo, da parte del personale,
delle risorse informatiche in dotazione per fornire informazioni all’utenza.
Fornire risposte rapide, aggiornate e corrette contribuisce ad aumentare l’affidabilità del servizio agli occhi
del cittadino, che sempre più spesso contatta il punto
informativo anche telefonicamente, utilizzando i riferimenti presenti nella pagina dedicata all’Accoglienza
informativa del sito aziendale.
Figura 5.1 – Accoglienza informativa presso la Portineria Centrale 2009/2010
Comitato Unico di Garanzia
219
Figura 5.2 - Accoglienza informativa presso la Portineria Centrale, raffronto 2009/2010
5.1.3. Accoglienza informativa presso l’Ufficio
Relazioni con il Pubblico
dal notevole incremento dei dati di attività rispetto al
2009: la diffusione a livello mondiale della scoperta del
Prof. Zamboni in merito alla CCSVI e l’invio di diverse
migliaia di ticket di Pronto Soccorso, tariffati secondo
le nuove norme regionali, per i quali il cittadino necessitava di informazioni e chiarimenti.
Il 2010 è stato caratterizzato da due eventi particolarmente significativi dal punto di vista gestionale e
comunicativo per l’Ufficio, i cui effetti risultano evidenti
220
Figura 5.3 – Accoglienza informativa presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico
Figura 5.4 - Accoglienza informativa presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico
5.1.4 Accoglienza Informativa dell’Ufficio Accoglienza e Mediazione
Anche l’Ufficio Accoglienza e Mediazione, assieme alle altre articolazioni organizzative dell’Area Comunicazione, interviene nel processo di Accoglienza informativa dell’utente. Nello specifico, l’attività è rivolta a persone
straniere e/o caratterizzate da alta complessità relazionale, povertà di legami e isolamento sociale. Il monitoraggio avviene attraverso specifiche schede che permettono il controllo dei parametri riportati nella Figura 5.5
221
Figura 5.5 - Ufficio Accoglienza e Mediazione – Interventi di facilitazione svolti nell’anno 2010 Legenda grafico
(PdS: Permesso di soggiorno; Altro: Attività di facilitazione per rilascio STP ed ENI)
5.1.5 Funzionalità di Mediazione Interculturale Interaziendale
Come si evince dal grafico, nel 2010 la maggior parte
degli interventi di facilitazione informativa sono stati effettuati per orientare le persone all’accesso e fruibilità
dei servizi, nell’accompagnamento e nel disbrigo delle prassi amministrative. Nella maggioranza dei casi
è l’utente a richiedere aiuto al personale dell’Ufficio,
ma spesso si registra la richiesta d’informazione anche da parte del personale aziendale. Al terzo posto
si pone il bisogno di contatto con la rete dei servizi
socio-sanitari di Ferrara (Servizi Sociali, Associazioni
di volontariato, ecc).
Per quanto riguarda l’attività di mediazione svolta
nell’anno 2010 nei 7 Nodi di Rete della Provincia,
l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara, quale
struttura sanitaria più importante di tutta la Provincia
e capofila della funzione, ha richiesto l’intervento del
mediatore interculturale n. 1690 volte. Il numero totale
degli interventi è pari alla somma di tutti quelli richiesti
nelle rimanenti sedi che, pur molto distanziati quantitativamente, hanno visto un incremento nel triennio
2008-2010.
Figura 5.6 - Interventi di mediazione interculturale svolti nei sette Nodi di Rete Anno 2010
222
Come detto in precedenza, quasi tutte le sedi hanno visto un aumento delle richieste di mediazione interculturale negli ultimi 3 anni, dovuto a una crescita della presenza di cittadini stranieri, e quindi potenziali utenti, sul
territorio provinciale.
Nel 2010 i residenti stranieri nella Provincia di Ferrara sono aumentati di 2.758 unità, passando da 24.537 a
27.295 (+11,2%)3. Entrando nel merito dell’analisi, soltanto il Centro Salute Donna e Pediatria di Comunità di
Ferrara hanno conosciuto una lieve inflessione delle richieste di mediazione. Notevole è l’aumento della richiesta del mediatore presso il servizio di Igiene Pubblica, che nel corso degli ultimi anni si avvale del supporto
della mediazione in modo sempre più sistematico. Il dato riguardante l’Ospedale di Cento denota un importante
incremento nel biennio 2009-2010, che tiene conto oltre che del miglioramento nelle modalità di registrazione
e monitoraggio, anche dell’importante attività di mediazione svolta presso l’Ambulatorio Dedicato alle Donne
Straniere aperto il 1 settembre 2010 presso il Servizio Salute Donna di Cento.
Figura 5.7 - Interventi di mediazione interculturale svolti nei Sette Nodi di Rete Anno 2008-2010
Riguardo alla nazionalità, per la quale è maggiormente richiesto l’intervento della mediazione, il Marocco e il
Pakistan sono al primo e secondo posto. Per entrambe le provenienze geo-culturali, nell’arco del biennio 20092010, sono raddoppiate le richieste. La Cina, al terzo posto, è la nazionalità che ha conosciuto un incremento
meno evidente; tuttavia, la popolazione asiatica si caratterizza per la presenza più irregolare presso le strutture
socio-sanitarie di Ferrara e Provincia. Gli interventi di mediazione per i Paesi dell’Est Europa non conoscono
particolari picchi o inflessioni, il dato è in linea con l’andamento degli ultimi anni.
Figura 5.8 - Interventi di mediazione interculturale svolti a livello interaziendale per Nazionalità Anno 2009 – 2010
L’analisi dei dati concernenti i ricoveri degli utenti stranieri nel triennio 2008-2010 rileva un aumento della presenza straniera presso le strutture ospedaliere dei Comuni ove presenti. Circa l’Ospedale di Ferrara, è facile
evidenziare un notevole incremento negli anni 2009-2010 (dal 6,84% al 7,24%).
3
Rapporto Provinciale 2011 - Osservatorio sull’Immigrazione della Provincia di Ferrara dati al 31.12. 2010
223
Tabella 5.1 - Ricoveri degli utenti stranieri sul totale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara
Anno 2008
Anno 2009
Anno 2010
6,64%
6,84%
7,24%
In Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara le persone che richiedono mediazione provengono, come nel
2009, da Marocco, Pakistan e Cina. E’ importante vedere come l’utenza marocchina sia quasi raddoppiata
rispetto al 2009 e come sia avvenuto un importante incremento delle presenze pakistane (da ricordare che nel
2008 quest’ultima nazionalità era addirittura all’8° posto della classifica). Non hanno subito variazioni i dati sulle
presenze cinesi presso la struttura Ospedaliera di Ferrara, ma si caratterizzano come le più irregolari e disomogenee se considerato l’andamento annuale delle mediazioni svolte. Restano costanti, invece, il Pakistan e il
Marocco, quasi creassero una “base” stabile e regolare durante tutti e 12 i mesi. Se l’Est Europa sembra avere
meno bisogno di mediazioni interculturali, è comunque visibile un raddoppio dell’utenza ucraina (pressoché totalmente femminile). In linea con il 2009, invece, la presenza rumena.
Figura 5.9 - Interventi di mediazione interculturale e Nazionalità in AOU di Ferrara Anno 2009-2010
pazienti di origine cinese e pakistana. L’unico decremento sottolineato è quello in ambito pediatrico (Pediatria, Chirurgia Pediatrica). Nel grafico sono assenti
- dal punto di vista “numerico”- le richieste di mediazione presso i P.S. (Generale, Ginecologico, Ostetrico),
indicatore di presumibile competenza interculturale
maturata dal personale nel far fronte all’emergenza.
Tale riflessione è confermata anche dal fatto che sia
a livello interaziendale sia in Azienda un mediatore incontra lo stesso utente, in media, quasi 2 volte (1,8
per la precisione): ciò significa che il mediatore è visto
come un operatore indispensabile, non tanto per attività estemporanee in urgenza, ma per interventi finalizzati alla programmazione diagnostica e terapeutica, al
soggiorno in ospedale e alla dimissione.
L’altissima presenza femminile presso l’Ospedale non
può che coincidere con una richiesta di mediazione
molto elevata in UU.OO. facenti parte del Dipartimento Accrescimento e Riproduzione (nel grafico indicata
come Area Ostetrica, Area Ginecologica e Area Pediatrica). Notevole è la richiesta della mediazione per la
Radioterapia (eseguita per un utente marocchino che
ha impegnato la mediatrice araba durante tutto l’anno)
e la Rianimazione (per casi di nazionalità cinese e serbo-croata, concentrati nella parte centrale del 2010).
Non passano inosservati i dati riguardanti la Genetica
Medica, centro di riferimento regionale per la diagnosi
prenatale, capace di accogliere persone straniere provenienti non solo dalla Provincia di Ferrara. Per quanto concerne l’U.O. di Malattie Infettive, l’incremento
è importante: durante il 2010, il reparto ha richiesto
mediazioni in DH e degenza quasi esclusivamente per
224
Figura 5.10 - Interventi di mediazione interculturale e Unità Operative/Servizi AOU di Ferrara Anno 2010
5.2.2 Progetto Allattare Al Seno
5.2 La comunicazione per le scelte d’interesse per
la comunità
Il progetto “Allattare al seno”, a carattere interaziendale
(Azienda USL e Ospedaliero Universitaria di Ferrara),
è iniziato nel 2009 e terminato con la conferenza stampa il 01.07.2010. La realizzazione del libretto multilingua nasce dalla necessità di uniformare le informazioni da fornire alle mamme riguardanti l’allattamento
al seno, come indicato dall’Organizzazione Mondiale
della Sanità. Il valore insito nel tutelare l’allattamento
al seno va ben oltre l’aspetto nutrizionale, in quanto la
sua realizzazione richiede la messa in atto di una serie
d’interventi che vanno a soddisfare anche altri bisogni
di salute della madre e del bambino. Il gruppo di lavoro
interaziendale e multi professionale, coordinato dal
personale dell’Ufficio Accoglienza e Mediazione, ha
permesso la realizzazione del libretto informativo multilingua (Italiano, Inglese, Francese, Arabo, Cinese,
Rumeno, Russo, Urdu) distribuito nei punti nascita
della Provincia di Ferrara, Salute Donna e Pediatria di
Comunità e nelle sedi comunali ove presenti operatori
addetti al sostegno all’allettamento materno.
5.2.1 Predisporre un progetto di individuazione di
spazi dedicati ai diversi culti e alla stanza del silenzio
La presenza di un’utenza multiculturale, dovuta a un
importante fenomeno migratorio, e il bisogno di stabilire relazioni e progetti d’aiuto interculturali, porta a
ipotizzare la realizzazione di uno spazio che permetta
il rispetto dell’Altro e delle diverse sensibilità, al fine di
dare a tutte le confessioni, la possibilità di esprimersi.
L’obiettivo consiste nel predisporre un progetto di fattibilità riguardante la realizzazione di una stanza del
silenzio – della quiete nello spazio multiculto – per il
nuovo Ospedale di Cona.
Azioni Svolte nell’anno 2010: Revisione della letteratura; Visita documentativa e interviste ai responsabili della “Stanza del silenzio” presso l’Azienda
Ospedaliero Universitaria - Molinette - San Giovanni
Battista di Torino; Realizzazione del report fotografico; Incontro con il personale del Servizio Tecnico e
Ufficio Grandi Lavori impegnati nella realizzazione
dell’Ospedale di Cona. Discussione riguardo alla fattibilità del progetto “Preghiamo insieme nella Stanza
del Silenzio”; Sopralluogo e visita documentativo/
fotografica alla Sala Multiculto del nuovo Ospedale di
Cona; Consegna delle piante del nuovo Ospedale di
Cona che si riferiscono alla Sala Multiculto.
5.2.3 Collaborazione con Er-go per l’accoglienza
di tirocini di neo-laureati
Durante il 2010 l’Area Comunicazione in collaborazione con Er-go, che è l’ente che si occupa del diritto
allo studio a livello regionale, ha attivato una sperimentazione nell’accogliere due stagiste con laurea
in Tecnologia della Comunicazione e in Scienze della
Comunicazione offrendo formazione ed esperienza
data l’eterogeneità delle figure professionali presenti
all’interno dell’Area. Tale opportunità di crescita ha
225
costituito un tentativo di rafforzamento della sinergia
tra Ospedale e Università, tenuto conto dell’attuale
crisi economica che sta rendendo sempre più difficile,
e soprattutto sta ritardando per i giovani, in particolare
neolaureati, la possibilità d’inserimento all’interno di
contesti organizzativi, ostacolando anche il crearsi di
condizioni necessarie all’acquisizione di un’esperienza
lavorativa richiesta a integrazione della preparazione
teorica acquisita durante gli studi universitari.
sensibilizzazione al dono del sangue degli operatori
che lavorano in Sanità nella provincia di Ferrara, gestita in collaborazione con l’Azienda USL di Ferrara dalla
stesura della brochure informativa alla distribuzione a
tutto il personale aziendale.
5.2.5 Sito internet
Il sito internet www.ospfe.it rappresenta sempre più
uno strumento fondamentale nella comunicazione con
i vari target di utenza (cittadini, professionisti, rappresentanti delle associazioni del territorio ecc..); in questa direzione durante il 2010, a seguito della scelta del
Dipartimento Interaziendale ICT di fornire un nuovo
software per la gestione dei contenuti web, conforme
alle normative di accessibilità e sicurezza, la funzione
internet-intranet ha ritenuto indispensabile procedere
a una modernizzazione dei siti esistenti, progettando
una nuova grafica e una nuova architettura dei contenuti per costituire un unico Portale Aziendale. Grazie
ad un continuo aggiornamento delle informazioni si
evidenzia un continuo incremento di visite dimostrando la sua efficacia come strumento di comunicazione.
5.2.4 Campagne di comunicazione
Nell’ambito della sua attività, l’Ufficio Relazioni con il
Pubblico collabora con la Regione Emilia Romagna e
l’Azienda USL di Ferrara per la diffusione di campagne
di educazione alla salute. Nel 2010 ha provveduto alla
distribuzione di materiale informativo ai cittadini e ai
dipendenti dell’Azienda per le numerose iniziative; per
citarne alcune: “Giornata del sollievo 2010”: contro il
dolore post-operatorio; “Dona il sangue cordonale” ;
“Lotta alla zanzara tigre”; “Giornata mondiale di lotta
all’AIDS”; “Anche noi ci siamo! Donare per prendersi
cura degli altri ma anche di se stessi” - Campagna di
Figura 5.11 - Statistiche di accesso al sito www.ospfe.it nel 2009 e 2010
5.2.6 House organ e Rubriche informative televisive
sulla TV locale “Sant’Anna Informa” in coda al Tg
con informazioni di servizio e di attualità scientifica
dell’Ospedale; rubriche quindicinali di tipo intervista
ai professionisti sui temi di cura e prevenzione, trattando singole patologie suddivise per specialità clinica
ed è proseguita, dopo una prima fase sperimentale, la
trasmissione di video all’interno del sistema televisivo
“Health TV” in sala d’attesa del reparto di Audiologia.
Anche nel 2011 è proseguita la realizzazione e la relativa distribuzione del periodico trimestrale “Sant’Anna
& Notizie” che informa sulle attività aziendali ed in particolare sui cambiamenti organizzativi, sulle numerose
iniziative convegnistiche e sulle eccellenze cliniche.
Inoltre sono state effettuati reportage settimanali
226
5.3 Gli strumenti per la comunicazione interna aziendale
5.3.1 La rassegna stampa
Gli accessi alla rassegna stampa quotidiana, nel raffronto 2009/2010 evidenziano come essa risulti uno strumento informativo molto utilizzato dai dipendenti aziendali.
Figura 5.12 - Statistiche di accesso alla rassegna stampa nel 2009 e 2010
5.3.2 Sito intranet
Il sito intranet si può ritenere uno dei mezzi di comunicazione più integrati a livello organizzativo sia in termini
di contenuti sviluppati, all’interno di aree condivise e riservate, e sia in termini di statistiche di accesso. In particolare nel 2010 l’incremento del suo utilizzo è riconducibile all’inserimento sul sito del cosidetto sportello “selfservice” attraverso cui il dipendente ha accesso ai suoi dati personali (orari delle timbrature, corsi di formazione
eseguiti, giorni di ferie ecc…).
Figura 5.13 - Statistiche di accesso al sito intranet nel 2009 e 2010
5.3.3 Newsletter
Dall’indagine di soddisfazione svolta nel 2009, la spedizione della newsletter mensile che veniva inviata con
notizie di servizio utili al dipendente in forma cartacea, è stato modificato in invio in formato elettronico in modo
da ridurre i costi di produzione e l’investimento di materie prime come la carta e le cartucce della stampante.
227
Arcispedale S. Anna – La degenza-infermeria di uno dei padiglioni: un unico ambiente per 30 posti letto
228
6. Governo della Ricerca ed Innovazione
•
Il Servizio sanitario regionale (SSR) ha definitivamente
maturato la consapevolezza della rilevanza delle attività di ricerca come elemento essenziale al proprio
sviluppo strategico. Tale consapevolezza si esprime
attraverso la definizione della ricerca come funzione
istituzionale fondamentale propria di tutte le Aziende
sanitarie in cui il SSR si articola, al pari di quella assistenziale, con la quale deve essere funzionalmente
integrata. La valorizzazione delle attività di ricerca e
di didattica già oggi svolte dal SSR ha proceduto contestualmente da un lato alla ridefinizione del ruolo e
delle funzioni delle Aziende Ospedaliero-Universitarie,
rafforzando le forme di collaborazione con il sistema
delle Università della regione, secondo quanto previsto dalla L.R. 29/2004, e dall’altro, attraverso il Programma di ricerca Regione Università con avvio di
progetti finalizzati in alcune specifiche aree cliniche e
metodologiche, teso a rafforzare e sviluppare la rete
collaborativa fra le Aziende Sanitarie, l’Università e gli
IRCSS.
•
•
•
gione Emilia Romagna, Agenzia Sanitaria Regionale, AIFA. ISS ecc.
Gestione e controllo dei fondi istituzionali per la
ricerca in ambito sanitario
Predisposizione e autorizzazione dei contratti
connessi alla sperimentazione clinica
Attività amministrativa connessa ai progetti finalizzati regionali e ministeriali
Attività di supporto nell’ambito dei progetti finanziati dalla Comunità Europea in collaborazione con
l’Ateneo di Ferrara
Tra le innovazioni apportate all’organizzazione
dell’attività, maggiore rilievo è sicuramente rivestito
dall’utilizzo di una “procedura aziendale di gestione
degli studi clinici”, relativa al percorso processuale
delle sperimentazioni, condivisa con tutti gli attori coinvolti e tesa a favorire l’omogeneità nella visione della
“mission” affidata allo staff, sia al proprio interno che
con i soggetti che a qualsiasi titolo entrano nel processo. Questo ha prodotto una maggior integrazione
tra gli operatori dell’Ufficio ed anche con le interfacce
interne ed esterne all’azienda, ma anche con i “clienti
interni”, nonché una maggiore chiarezza sulle competenze e responsabilità.
Infatti la creazione della procedura aziendale ha permesso il coinvolgimento dei settori, con i quali l’ufficio
collabora maggiormente, quali la Farmacia (per la
parte che gli compete di accoglimento, distribuzione,
preparazione e restituzione dei farmaci), la Farmacologia Clinica (per il compito affidatogli dal Comitato
Etico: predisposizione del monitoraggio clinico interno
degli studi), della Direzione Risorse Economico Finanziarie (predisposizione delle procedure condivise di
fatturazione, inoltro dati fiscali ed anagrafici, rendicontazioni, ecc.), del Dipartimento Interaziendale Acquisti
e Logistica Economale (per la definizione del percorso
inerente i comodati d’uso, se previsti dagli studi) ed infine con l’Ufficio Legale e la Direzione Amministrativa
di Presidio (per i percorsi inerenti le Assicurazioni e la
predisposizione dei contratti conseguenti alla attivazione di studi clinici).
6.1 Azioni dell’infrastruttura locale ed integrazione dei sottosistemi aziendali
Nel corso dell’anno 2010, l’Ufficio Ricerca e Innovazione ha consolidato e ampliato il percorso iniziato negli
anni precedenti, con grande attenzione allo sviluppo di
un rapporto più attento ed articolato di collaborazione
con i professionisti che con maggiore intensità si dedicano alla ricerca.
Le principali funzioni attualmente svolte dall’ufficio risultano essere le seguenti:
• Coordinamento Aziendale per le tematiche relative al Comitato Etico
• Segreteria Aziendale amministrativa ed economica al Comitato Etico
• Supporto tecnico al collegio di Direzione per le attività di ricerca e innovazione
• Monitoraggio della ricerca scientifica svolta
all’interno dell’azienda, cura e aggiornamento del
database interno, di quello dell’Agenzia Italiana
del Farmaco (AIFA) e del database regionale denominato “Anagrafe della Ricerca” nel quale vengono inseriti i dati relativi a tutte le tipologie di ricerca attivate nelle Aziende sanitarie della R.E.R.
• Supporto tecnico e amministrativo per la predisposizione dei protocolli di studio e di ricerca e per
le attività ad essi connesse
• Coordinamento dei rapporti con i promotori della
ricerca istituzionale: Ministero della Salute, Re-
Nel corso dell’anno 2010, a seguito del Decreto Legislativo emanato in tema di assicurazioni, l’Ufficio
ha proceduto in collaborazione con l’Ufficio Legale
alla predisposizione dei documenti necessari alla
emanazione del bando di gara.
Contestualmente ha collaborato in maniera continua
e coordinata con i professionisti, al fine di supportarli
nelle modifiche introdotte dal citato decreto, (come
supporto nella predisposizione delle richieste di preventivo, e collaborando in attività di front-office verso
l’Ufficio Legale per i chiarimenti necessari).
229
6.2 Capacità di attrazione di risorse finanziarie
La maggiore consapevolezza unitamente alla esperienza maturata, hanno creato i presupposti per una più ampia capacità di aumentare il volume di finanziamenti dedicati alla ricerca.
L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara è stata anche catalizzatore di alcuni progetti di ricerca finalizzata ex art. 12 D.Lgs. 502/92 che nell’anno di pertinenza hanno avuto un finanziamento complessivo pari a
€ 215.000,00 da parte del Ministero della Salute e di un progetto finanziato dalla Comunità Europea per un
importo pari a 90.000,00 Euro
Per quanto concerne lo specifico campo delle sperimentazioni sponsorizzate, emerge dal database aziendale
che i fondi incassati per sperimentazioni si attestano su valori superiori a quelli degli anni precedenti e precisamente pari a € 939.212,86.
Figura 6.1 – I fondi incassati per sperimentazioni
6.3 Promozione della coerenza tra investimenti ed evidenza dei benefici
In tema di ricerca finalizzata ex art. 12, un progetto di particolare interesse per la ricaduta assistenziale che ha
rivestito è lo studio “Individuazione, caratterizzazione e prevenzione degli eventi avversi maggiori dopo impianto
di stent medicato in pazienti con sindrome coronarica acuta”: un programma strategico di Ricerca e Sviluppo, di
cui la Regione Emilia Romagna è destinatario istituzionale. Lo Studio si propone di:
• Identificare e caratterizzare i maggiori eventi avversi cardiaci durante il follow up dopo angioplastica primaria (PCI) con impianto di stent, attraverso un registro che include le procedure di PCI effettuate nei 4
milioni di abitanti dell’Emilia Romagna
• Identificare i sottogruppi di pazienti attraverso le combinazioni di fattori clinici, anatomici e procedurali che
potrebbero beneficiare dello stent medicato (DES). Lo studio ha avuto un finanziamento dedicato di 58.500
Euro.
230
Nel 2010 erano attivi i seguenti progetti di ricerca istituzionale:
Tabella 6.1 – Progetti ex Art. 12 D.LGS. 502/92
TITOLO DEL PROGETTO
U.O.
RESP. SCIENTIFICO
Individuazione, caratterizzazione e prevenzione degli
eventi avversi maggiori dopo impianto di stent medicato in pazienti con sindrome coronarica acuta
U.O. DI CARDIOLOGIA
Prof. Roberto FERRARI
Organizative learning in risk management fron experSTAFF ACCREDITAMENTO
imentation to implementation management policies,
QUALITA’ RICERCA E INNOVAZIorganizative audits methods; good practice dissemiONE
nation crysis management procedures
Trial randomizzato sull’esercizio fisico nei pazienti in
trattamento dialitico: mortalità e performance”
Studio dei marker biologici, neurofisiologici e neuroradiologici associati all’ictus cerebrale
U.O. DI NEFROLOGIA
Dr. Luigi CATIZONE
U.O. MEDICINA RIABILITATIVA
Dr. Fabio MANFREDINI
U.O. DI NEURORADIOLOGIA
DR. Enrico FAINARDI
Caratterizzazione clinica, strumentale e biologica di
U.O. DI FISIOPATOLOGIA RESPIpazienti affetti da BPCO w scompenso cardiaco in
RATORIA
condizioni stabili e di riacutizzazione
Sviluppo di linee guida per offrire test genetici nelle
gravidanze a rischio: implementazione di processi di
valutazione dei test genetici
Dr. Ulrich WIENAND
U.O. GENETICA MEDICA
Dr. Alfredo POTENA
Prof.ssa Elisa CALZOLARI
Budget impact e cost-effectiveness’: analisi di 4 strategie di screening ella cervice uterina: screening con
pap-test e invio diretto in colposcopia, screening con
U.O. DI ANATOMIA PATOLOGICA
pap-test e triage con HPV Screening con HPV DNA
test e triage citologico, Screening con HPV DNA test
e invio diretto in colposcopia
Dr.ssa Donatella BECCATI
Studio Multicentrico di fattibilità dell’utilizzo del test
HPV come test primario in aree del centro-nord con
caratteristiche diverse di densità di popolazione (aree U.O. DI ANATOMIA PATOLOGICA
montane , aree metropolitane, città di medie e piccole
dimensioni) e di accesso ai programmi di screening
Dr.ssa Donatella BECCATI
L’Azienda Ospedaliero Universitaria ha sempre partecipato, con uno o più dirigenti, agli incontri tenutisi presso
la Regione Emilia Romagna, dell’Osservatorio Regionale per l’Innovazione, portando le proprie esperienze ed
accogliendo le innovazioni proposte.
6.4 Sviluppo della cultura relativa alla ricerca sanitaria
Al fine di aumentare le professionalità dedicate alla ricerca, nel corso del 2010 e nell’ambito del Programma di
Ricerca Regione Università, sono proseguite le attività dei due Corsi avanzati di Formazione, approvati nel 2009:
•
“L’Audit come strumento per identificare le priorità di ricerca” - Corso avanzato di Formazione per Facilitatori
dell’Audit Clinico e della Ricerca Valutativa.
•
“Percorso di Formazione avanzata per le professioni sanitarie finalizzato alla produzione e disseminazione
delle prove di efficacia scientifica”
231
Questi Corsi di Formazione Avanzata termineranno nel corso del 2011 ma è stata pianificata una seconda edizione del Corso sull’Audit sopracitato.
Nel corso del 2010 si sono conclusi i due Master Post laurea approvati nel 2008.
Sempre con lo scopo sopra descritto 3 operatori (due clinici e 1 professionista dedicati alla ricerca dell’Azienda
frequentano il Master “Promozione e governo della ricerca nelle aziende sanitarie” presso l’Università degli
Studi di Modena.
6.5 Facilitazione dell’accesso alle conoscenze e alle competenze per il corretto utilizzo della informazione scientifica
Nel corso dell’anno 2010 si è ulteriormente sviluppata e consolidata la collaborazione con la Biblioteca Digitale di
Scienza della Salute, fonte di molte informazioni a carattere scientifico cui hanno accesso sia i professionisti che
i componenti del Comitato Etico. Nel 2010 sono stati scaricati 27.613 articoli scientifici dal catalogo elettronico
aziendale e sono stati stipulati 4195 abbonamenti con riviste scientifiche internazionali.
6.6 Incentivazione dello sviluppo di collaborazioni con altre istituzioni
Nell’anno 2010 è proseguita l’attività di ricerca del Programma Ricerca Regione Università avviato nel 2008.
I progetti attivi nel 2010 erano:
Tabella 6.2 - Progetti di Ricerca Regione Università
Progetto
Responsabile
Molecular bases and targeted theerapy of hemolymphopoietic malignancies (HM). A
Dedicated regional network
Dott. CUNEO
A primary brain tumours registry as a framework for promoting clinical research in
Neuro-Oncology: Project of E-R region on Neuro-Oncology
Dott. FAINARDI
AREA 1A
Non-small Early Molecular Diagnosis of Lung Cancer
Dott. PAPI
AREA 1B
Regenerative Medicine in oste-articular disease
Prof. MASSARI
Isolation, characterization and expansion of human stem cells: basic research and
clinical applications in chronic liver failure
Prof. DI VIRGILIO
Migliorare l’appropriatezza di uso della terapia antitumorale e l’integrazione tra Oncologia Medica e Cure Palliative nei pazienti oncologici in fase avanzata con attesa
di vita breve
Dott. LELLI
Analisi farmaco-economica e di farmaco-utilizzazione della terapia biologica nelle
Malattie infiammatorie croniche Intestinali
Dott. GULLINI
Strategie a lungo termine di gestione clinica della psoriasi e studio controllato pragmatico sull’efficacia di interventi non farmacologici nel controllo della malattia. Farmacoeconomia e linee guida
Dott. VIRGILI
Progetto integrato di razionalizzazione delle risorse cliniche e laboratoristiche nel
governo clinico dell’infezione da virus dell’epatite B in Emilia-Romagna
Dott. GHINELLI
L’assistenza al traumatizzato grave: un sistema di indicatori per il monitoraggio ed il
governo clinico-organizzativo
Dott. FERRI
AREA 2
232
L’Ufficio Ricerca ed innovazione ha svolto un ruolo
fondamentale per la gestione amministrativo-contabile
dei progetti e relativi finanziamenti e ha intrattenuto
costanti e regolari rapporti con tutte le aziende e dipartimenti coinvolti nei predetti progetti di ricerca.
In particolare ha svolto un ruolo di intermediazione fra
le unità partecipanti ai progetti e le Direzioni Aziendali
preposte all’attivazione di figure professionali coinvolte nei progetti (borse di studio, assegni di ricerca
ecc.), o preposte alle acquisizioni di materiali, attrezzature e quant’altro necessario alla riuscita dell’attività
di ricerca.
Ha provveduto a trasmettere alla Segreteria Scientifico-Organizzativa del Programma di Ricerca Regione
Università, istituita presso l’Agenzia Sanitaria, le relazioni scientifiche, stilate dai Responsabili Scientifici
dei progetti e le relative relazioni economiche, stilate
dall’Ufficio Ricerca stesso, relative all’anno 2010 (terzo anno di attività).
Nel corso del 2010 si sono conclusi due progetti relativi all’area 2 “Governo clinico” e n.2 progetti relativi
all’area 3 “Formazione alla Ricerca e creazione dei
research network”, nei quali l’Azienda Ospedaliero
Universitaria di Ferrara era capofila.
L’Ufficio Ricerca ed innovazione ha provveduto ad
informare i Responsabili Scientifici in merito alle comunicazioni che la predetta Segreteria Scientifico-Organizzativa ha comunicato nel corso del 2010, relativamente ai progetti di ricerca.
il ruolo di Segreteria Amministrativa del Comitato Etico
svolgendo le mansioni tipiche dedicate, quali:
1. Fase informazione, accoglienza e istruttoria pre
Comitato Etico;
Fase post Comitato Etico (gestione verbale, ecc.)
Aspetti assicurativi
Monitoraggio Database AIFA
Predisposizione report periodici per monitoraggio
attività e riesame gestione studi clinici
6. Archiviazione della documentazione relativa agli
studi clinici
2.
3.
4.
5.
L’attività svolta dal Comitato Etico si riassume con le
seguenti cifre:
Attività Comitato Etico (C.E.)
Totali
Sedute del Comitato Etico 10
Studi valutati 161
Studi AOU Ferrara
136
Studi AUSL Ferrara
15
Studi Università di Ferrara 10
Rilascio di pareri unici
11
Altri pareri espressi
3
Studi suddivisi per aziende – anno 2010
6.7 Mappatura dei progetti multidisciplinari.
E’ proseguito nel corso del 2010 come strumento di
integrazione tra diverse discipline all’interno della
organizzazione il progetto di ricerca finalizzata che
coinvolge i pazienti in trattamento dialitico, che vede
la collaborazione dell’unità operativa di Nefrologia e
dell’unità operativa di Medicina Riabilitativa, al fine di
valutare capacità funzionale, funzionalità respiratoria
e qualità della vita del paziente in dialisi rispetto al
gruppo di controllo a sei mesi, a seguito di un intervento originale basato su un programma di esercizio a
bassa intensità prescritto nel Centro Dialisi e svolto a
domicilio nei giorni di non dialisi.
AOU
AUSL
UNIFE
Totale studi valutati
136
15
10
Studi sponsorizzati da
case farmaceutiche
50
8
--
Programma
Università
Regione
4
Studi promossi da enti
istituzionali (ISS-AIFA
Ministero)
3
1
1
Studi promossi da fondazioni-enti no profit
6
--
1
Studi spontanei
38
3
8
Uso compassionevole
5
2
--
L’Ufficio Ricerca e Innovazione ha stipulato 57 contratti per studi proposti da Ditte Farmaceutiche ed ha
rilasciato 45 autorizzazioni alla effettuazione di Studi
Spontanei.
6.8 Valorizzazione del ruolo del Comitato Etico
Nel maggio 2010 si è pervenuti al rinnovo del Comitato
Etico Provinciale, che ha continuato la propria attività
di valutazione dei protocolli scientifici presentati, confrontandosi con un numero sempre maggiore di studi.
Il Personale dell’Ufficio Ricerca e Innovazione riveste
233
6.9 Coinvolgimento del Comitato Etico in decisioni aziendali
Parallelamente tutti gli studi istituzionali, per i quali è
prevista una rendicontazione, vengono contabilizzati
dai collaboratori dell’Ufficio Ricerca e Innovazione e
trasmessi agli Enti/Istituzioni competenti.
Gli Operatori dell’Ufficio Ricerca e Innovazione hanno
partecipato attivamente ai lavori della Agenzia Sanitaria Regionale, per la predisposizione del database
regionale per l’Anagrafe della Ricerca, inserendo tutte
le informazioni necessarie per la fase pilota.
Il Comitato Etico è stato diverse volte coinvolto da varie Unità Operative aziendali, in merito al rilascio di
pareri in relazione a procedure cliniche, all’uso compassionevole dei farmaci ed anche i merito a pareri
medico legali su particolari esecuzioni di prestazioni
cliniche.
6.10 Regole di trasparenza verso finanziatori
pubblici e privati
Nel corso dell’anno 2010, l’Ufficio Ricerca e Innovazione ha ampliato la procedura per la rilevazione
dell’impatto economico e organizzativo conseguente
alla effettuazione di studi clinici di qualsiasi natura e
tipologia, con particolare attenzione agli studi che presentano prestazioni che esulano dalla normale routine
clinica, ed ha implementato il monitoraggio degli studi
clinici in collaborazione con la Farmacologia Clinica.
Si deve registrare una notevole collaborazione e partecipazione da parte dei professionisti che sempre con
maggiore attenzione forniscono i dati utili alla rilevazione dei dati.
234
Arcispedale S. Anna – Padiglione Operatorio – la Sala operatoria
235
7. Il bilancio di genere
re le discriminazioni di genere che esistono nell’ambito lavorativo. Si pone attenzione alla relazione fra i
bisogni sanitari delle donne anche di diversa etnia e
cultura, e l’accessibilità e l’adeguatezza dei servizi sanitari offerti, alla situazione socioeconomica e al ruolo
della donna nella società e ai problemi lavorativi.
È l’applicazione al bilancio dell’analisi dell’impatto delle politiche pubbliche sugli uomini e sulle donne, mira
a ristrutturare le entrate e le uscite per promuovere
una parità fra i sessi.
Correlato alle funzioni e ai compiti dei livelli istituzionali che ne predispongono la stesura, il Piano Sanitario
Nazionale e Regionale dovrebbe tenere in conto la dimensione di genere.
Tre grandi categorie sono prese in esame :
7.1 Premessa
Il bilancio di genere è lo strumento di consuntivazione delle politiche di genere. E’ un’azione che l’ente
pubblico pone in essere secondo prospettive, tra loro
strettamente collegate, di “mainstreaming” (necessità,
nelle fasi di programmazione, di valutare come gli effetti delle politiche si differenziano su uomini e donne)
e di ”azioni positive” (in cui parte delle risorse disponibili sono specificamente destinate al superamento
delle disuguaglianze e delle discriminazioni). Rientra
tra le pratiche di rendicontazione sociale, in quanto
rende possibile l’integrazione di una prospettiva di
genere nella lettura di documenti di programmazione
economica che declinano e sintetizzano le politiche
pubbliche. E’ un rendiconto volontario per rendere
più comprensibile il bilancio consuntivo e, partendo
dai documenti di programmazione valutarne l’impatto in termini di risultati sulla popolazione. Il bilancio
di genere è uno strumento di verifica, ma anche un
supporto per il confronto e la partecipazione e quindi
per la programmazione delle attività, condotte in modo
trasparente e condiviso con i principali interlocutori.
L’indirizzo di genere assicura:
•
•
Entrate e spese direttamente inerenti il genere
Progetti specifici rivolti alle donne (volti a favorire le
pari opportunità, i Comitati pari opportunità, la formazione specifica….) e alla spesa sanitaria rivolta solo
alle donne (screening femminili, tutela materno infantile,…)
• Entrate e spese indirettamente inerenti il genere
1. Progetti specifici o servizi di sostegno alla cura (supporto all’assistenza sia in ospedale che sul territorio,ad
es.l’asilo nido aziendale,..)
2. Assistenza sanitaria divisa per genere (DRG, farmaceutica, prestazioni ambulatoriali)
3. Entrate e spese ambientali che possono fa riferimento ai problemi della sicurezza
• Entrate e spese neutre rispetto il genere (insensibili al genere o per le quali non possiamo dividere
gli impatti su uomini e donne)
1. Appalto delle pulizie (inserimento equo di donne e
uomini)
2. Costruzione di un ospedale attenta a rendere più
agevole l’assistenza ai degenti che è per lo più a carico delle donne della famiglia o di infermieri, per lo più
donne.
•
Efficacia dei programmi nello sviluppo sociale ed
economico (equa partecipazione ed uguali benefici degli uomini e delle donne)
Trasformazione delle relazioni di genere
1. Assicurare alle donne un uguale controllo sulle risorse
2. Cambiare le norme perché le donne siano valutate
in modo uguale agli uomini, per vivere la vita al pieno
delle loro potenzialità .
L'obiettivo è di adottare una valutazione di impatto
sugli uomini e sulle donne delle politiche di bilancio,
ristrutturando le entrate e le uscite al fine di una maggiore equità, efficienza e trasparenza dell’azione pubblica rispetto alle pari opportunità nel lavoro e nella
salute.
Miglior punto di partenza non può che essere dunque
l’analisi delle politiche volte ad accrescere le capacità
e l’autonomia delle donne, partendo dalla loro visione
della realtà.
Il bilancio di genere presuppone, attraverso un’implementazione e un affinamento delle strategie e degli
obiettivi dell’amministrazione, un’analisi di genere,
una dimensione di conoscenza della realtà che aiuta a
pianificare, programmare e gestire i servizi sanitari al
meglio per l’intera popolazione e permette di conosce236
Per quanto riguarda la gestione del personale nel bilancio di genere deve essere effettuata:
• L’analisi dei dati del personale in un’ottica di genere
• La valutazione della presenza del Comitato Pari
Opportunità (CPO), attività e risorse ad esso destinate
• La presa d’atto della maternità, i permessi per
motivi familiari, le richieste di part- time accolto
e non
• L’analisi dei servizi di supporto (nidi,….)
• L’analisi dei fattori che determinano le barriere
all’accesso e alle modalità d’uso dei servizi in
un’ottica di genere (accessibilità indipendentemente dalla patologia).
con maggiore presenza delle donne nelle classi di età
avanzata.
Nel 2010 le cause più frequenti di ricovero in ospedale
in regime di ricovero ordinario sono state di tipo medico: malattie cardiovascolari, cerebrovascolari acute
e respiratorie. Molte persone sono state dimesse con
diagnosi di insufficienza renale e di patologie infiammatorie dell’apparato gastrointestinale. In ambito chirurgico prevalgono le patologie otorinolaringoiatriche,
della colonna cervico-dorsale e artrosiche degenerative con sostituzione di articolazioni maggiori o reimpianti degli arti inferiori. Numerose sono anche le persone dimesse con diagnosi cardiovascolari maggiori
trattate per via percutanea con stent medicato. Fra le
patologie neoplastiche prevalgono quelle dell’apparato respiratorio, dell’utero e degli annessi. Per quanto
riguarda le donne prevalgono, fra le cause di ricovero,
le patologie cardiocerebrovascolari acute, le artrosiche degenerative, le tiroidee, le patologie autoimmuni
a carico del sistema connettivo, le colecistopatie, le
neoplasie dell’utero e annessi e della mammella. Fra
gli uomini le patologie respiratorie e le patologie ischemiche acute trattate con stent. Le persone dimesse
in Azienda in ricovero ordinario, nel 2010, sono state
25.209, di cui il 54% donne e il 46% uomini.
L’obiettivo non è solo quello di rendicontare, ma anche
di costruire elementi di sviluppo successivo sia della
metodologia che della programmazione.
Di seguito si riporta, in sintesi, un quadro analitico della situazione aziendale in merito alle differenze di genere, frutto anche di lavori per presentazioni congressuali, dal punto di vista del cliente interno ed esterno.
In particolare si pone l’attenzione sulla domanda di
salute della popolazione che accede ai servizi sanitari
dell’azienda, alle differenze per genere, per età e per
esito dei dimessi in regime ordinario e in DH e alla
realtà demografica, lavorativa ed epidemiologica relativa al personale in servizio in Azienda.
7.2 Genere e salute, il contesto demografico della
provincia: la storia sanitaria dei dimessi nel 2010
La popolazione della provincia di Ferrara al 31 Dicembre del 2009 risultava essere di 358.966 persone
di cui 187.264 donne e 171.702 uomini. La composizione per età della popolazione in base al genere
evidenziava un invecchiamento della popolazione, legato all’aumento della longevità e alla bassa natalità
Figura 7.1 - Totale dei dimessi per genere
Delle persone ricoverate in regime di ricovero ordinario, sono decedute 1.089 persone
di cui il 52% uomini e il 48% donne.
237
Figura 7.2 – Totale dei deceduti per genere
i riporta di seguito la distribuzione dei dimessi e dei deceduti per classe di età e regime di ricovero (Ordinario/
DH). Le caratteristichSe dell’età del campione dei dimessi riflette la distribuzione per classi di età della popolazione per l’USL di Ferrara.
Tabella 7.1 – Totale ricoverati per classe di età e per genere. Ricovero ordinario
REGIME DI RICOVERO Ordinario
ETÀ DEL PAZIENTE
0
1 -- 4
5 -- 14
15 -- 44
45 -- 64
65 -- 74
75 -- 84
> 84
TOTALE
GENERE
UOMINI
DONNE
TOTALE
396
317
713
441
267
708
515
396
911
1,815
3,926
5,741
2,759
2,690
5,449
2,525
2,024
4,549
2,617
2,855
5,472
1,018
1,737
2,755
12,086
14,212
26,298
N. DIMISS.
N. DIMISS.
238
N. DIMISS.
Tabella 7.2 – Totale ricoverati per classe di età e per genere. Day Hospital
REGIME DI RICOVERO Day Hospital
GENERE
ETÀ DEL PAZIENTE
0
1 -- 4
5 -- 14
15 -- 44
45 -- 64
65 -- 74
75 -- 84
> 84
TOTALE
UOMINI
DONNE
TOTALE
17
35
52
148
74
222
251
204
455
1,300
2,106
3,406
1,459
1,987
3,446
959
906
1,865
639
676
1,315
146
157
303
4,919
6,145
11,064
N. DIMISS.
N. DIMISS.
Figura 7.3 - Totale dei dimessi per genere e classe di età
Figura 7.4 - Totale dei deceduti per genere e classe di età
239
N. DIMISS.
Figura 7.5 - Rapporto deceduti/dimessi per genere e classe di età
Dal grafico seguente si rileva che in regime di ricovero ordinario prevalgono i DRG (diagnosis-related group)
medici. Sono stati dimessi, con DRG chirurgico 5.433 uomini e 5.818 donne, con DRG medico 8.393 donne e
6.653 uomini
Figura 7.6 - Dimessi per genere e tipo di DRG. Ricovero ordinario
L’età media degli uomini dimessi con DRG chirurgico è risultata di 56 anni, con DRG medico di 57 anni; le
donne dimesse con DRG chirurgico sono risultate più giovani (55 anni ) rispetto a quelle dimesse con DRG
medico (57 anni).
Figura 7.7 - Età dei dimessi per genere e tipo di DRG. Ricovero ordinario
240
In regime di ricovero DH, sono state dimesse più donne sia con DRG chirurgico che medico. Le donne dimesse, in tutti i tipi di ricovero con DRG chirurgico, sono più giovani degli uomini; non ci sono differenze di età nei
dimessi con DRG medico.
Figura 7.8 - Dimessi per genere e tipo di DRG. Day Hospital
Figura 7.9 - Età dei dimessi per genere e tipo di DRG. Day Hospital
Figura 7.10- Età dei dimessi per genere e tipo di DRG. Ricovero ordinario + Day Hospital
241
I dati epidemiologici relativi ai DRG dei dimessi in regime ordinario, per genere, sono riportati di seguito nella
tabella.
Tabella 7.3 – DRG per genere. Ricovero ordinario (CC sta per complicanze)
REGIME DI RICOVERO Ordinario
GENERE
DONNE
UOMINI
TOTALE
N. DIMISS. N. DIMISS. N. DIMISS.
DRG
373 M-Parto vaginale senza diagnosi complicanti
957
0
957
127 M-Insufficienza cardiaca e shock
414
333
747
014 M-Emorragia intracranica o infarto cerebrale
315
290
605
087 M-Edema polmonare e insufficienza respiratoria
221
253
474
371 C-Parto cesareo senza CC
440
0
440
316 M-Insufficienza renale
190
204
394
576 M-Setticemia senza ventilazione meccanica = 96 ore, età > 17 anni
157
146
303
089 M-Polmonite semplice e pleurite, età > 17 anni con CC
142
155
297
055 C-Miscellanea di interventi su orecchio, naso, bocca e gola
110
164
274
500 C-Interventi su dorso e collo eccetto per artrodesi vertebrale senza CC
123
131
254
183 M-Esofagite, gastroenterite e miscellanea di malattie dell’apparato digerente,
età > 17 anni senza CC
151
101
252
082 M-Neoplasie dell’apparato respiratorio
85
166
251
544 C-Sostituzione di articolazioni maggiori o reimpianto degli arti inferiori
171
77
248
557 C-Interventi sul sistema cardiovascolare per via percutanea con stent medicato con diagnosi cardiovascolare maggiore
52
176
228
060 C-Tonsillectomia e/o adenoidectomia, età < 18 anni
97
119
216
359 C-Interventi su utero e annessi non per neoplasie maligne senza CC
215
0
215
290 C-Interventi sulla tiroide
151
64
215
162 C-Interventi per ernia inguinale e femorale, età > 17 anni senza CC
27
188
215
395 M-Anomalie dei globuli rossi, età > 17 anni
126
88
214
494 C-Colecistectomia laparoscopica senza esplorazione del dotto biliare comune
senza CC
131
80
211
558 C-Interventi sul sistema cardiovascolare per via percutanea con stent medicato senza diagnosi cardiovascolare maggiore
42
167
209
241 M-Malattie del tessuto connettivo senza CC
48
204
555 C-Interventi sul sistema cardiovascolare per via percutanea con diagnosi cardiovascolare maggiore
69
134
203
311 C-Interventi per via transuretrale senza CC
46
156
202
524 M-Ischemia cerebrale transitoria
108
93
201
260 C-Mastectomia subtotale per neoplasie maligne senza CC
156
199
0
199
381 C-Aborto con dilatazione e raschiamento, mediante aspirazione o isterotomia 198
0
198
012 M-Malattie degenerative del sistema nervoso
91
194
552 C-Altro impianto di pacemaker cardiaco permanente senza diagnosi cardiovascolare maggiore
76
103
110
186
202 M-Cirrosi e epatite alcolica
64
121
185
149 C-Interventi maggiori su intestino crasso e tenue senza CC
97
84
181
242
REGIME DI RICOVERO Ordinario
GENERE
DONNE
UOMINI
TOTALE
N. DIMISS. N. DIMISS. N. DIMISS.
518 C-Interventi sul sistema cardiovascolare per via percutanea senza inserzione
di stent nell’arteria coronarica senza IMA
65
114
179
210 C-Interventi su anca e femore, eccetto articolazioni maggiori, età > 17 anni
con CC
139
38
177
203 M-Neoplasie maligne dell’apparato epatobiliare o del pancreas
67
110
177
310 C-Interventi per via transuretrale con CC
57
116
173
139 M-Aritmia e alterazioni della conduzione cardiaca senza CC
93
79
172
053 C-Interventi su seni e mastoide, età > 17 anni
73
96
169
075 C-Interventi maggiori sul torace
60
108
168
078 M-Embolia polmonare
97
69
166
298 M-Disturbi della nutrizione e miscellanea di disturbi del metabolismo, età <
18 anni
82
72
154
042 C-Interventi sulle strutture intraoculari eccetto retina, iride e cristallino
60
91
151
143 M-Dolore toracico
72
79
151
534 C-Interventi vascolari extracranici senza CC
70
76
146
174 M-Emorragia gastrointestinale con CC
65
79
144
403 M-Linfoma e leucemia non acuta con CC
63
79
142
088 M-Malattia polmonare cronica ostruttiva
71
69
140
182 M-Esofagite, gastroenterite e miscellanea di malattie dell’apparato digerente,
età >17 anni con CC
87
52
139
383 M-Altre diagnosi preparto con complicazioni mediche
0
137
125 M-Malattie cardiovascolari eccetto infarto miocardico acuto, con cateterismo
cardiaco e diagnosi non complicata
49
137
87
136
142 M-Sincope e collasso senza CC
77
59
136
172 M-Neoplasie maligne dell’apparato digerente con CC
71
61
132
364 C-Dilatazione e raschiamento, conizzazione eccetto per neoplasie maligne
132
0
132
408 C-Alterazioni mieloproliferative o neoplasie poco differenziate con altri interventi
52
75
127
181 M-Occlusione gastrointestinale senza CC
70
49
119
467 M-Altri fattori che influenzano lo stato di salute
62
56
118
240 M-Malattie del tessuto connettivo con CC
86
31
117
002 C-Craniotomia, età > 17 anni senza CC
57
57
114
026 M-Convulsioni e cefalea, età < 18 anni
43
71
114
388 M-Prematurità senza affezioni maggiori
53
60
113
158 C-Interventi su ano e stoma senza CC
41
71
112
219 C-Interventi su arto inferiore e omero eccetto anca, piede e femore, età > 17
anni senza CC
63
43
106
184 M-Esofagite, gastroenterite e miscellanea di malattie dell’apparato digerente,
età < 18 anni
55
49
104
473 M-Leucemia acuta senza interventi chirurgici maggiori, età > 17 anni
43
58
101
138 M-Aritmia e alterazioni della conduzione cardiaca con CC
54
45
99
059 C-Tonsillectomia e/o adenoidectomia, età > 17 anni
52
46
98
073 M-Altre diagnosi relative a orecchio, naso, bocca e gola, età > 17 anni
30
68
98
TOTALE
14,212
12,086
26,298
243
Se valutiamo la durata della degenza (rappresentata con la mediana) per il DRG 127 (insufficienza cardiaca
e shock) non ci sono differenze nella durata della degenza nei due generi; per il DRG 014 (emorragia intracranica ,infarto cerebrale), la degenza risulta più lunga per il genere femminile mentre per i DRG 087 (edema
polmonare/insufficienza respiratoria), 316 (insufficienza renale) e 576 (setticemia/no ventilazione), risulta più
lunga per gli uomini.
Figura 7.11 – Mediana gg. Di degenza DRG 127
Figura 7.12 – Mediana gg. Di degenza DRG 014
244
Figura 7.13 – Mediana gg. Di degenza DRG 087
Figura 7.14 – Mediana gg. Di degenza DRG 316
Figura 7.15 – Mediana gg. Di degenza DRG 576
245
In regime di ricovero DH/DS sono state dimesse 11.064 persone di cui 6.145 donne e 4.919 uomini. Se consideriamo i DRG più rappresentati in regime di DH/DS, prevalgono le cause di ricovero per trattamenti terapeutici e
per patologie neoplastiche ematologiche, con una prevalenza del genere femminile.
Tabella 7.4 - DRG per genere. Day Hospital
REGIME DI RICOVERO Day Hospital
GENERE
DONNE
UOMINI
TOTALE
N. DIMISS. N. DIMISS. N. DIMISS.
DRG
410 M-Chemioterapia non associata a diagnosi secondaria di leucemia acuta
516
400
916
395 M-Anomalie dei globuli rossi, età > 17 anni
418
307
725
036 C-Interventi sulla retina
300
214
514
364 C-Dilatazione e raschiamento, conizzazione eccetto per neoplasie maligne
434
0
434
381 C-Aborto con dilatazione e raschiamento, mediante aspirazione o isterotomia 423
0
423
119 C-Legatura e stripping di vene
269
94
363
131 M-Malattie vascolari periferiche senza CC
98
225
323
012 M-Malattie degenerative del sistema nervoso
144
166
310
266 C-Trapianti di pelle e/o sbrigliamenti eccetto per ulcere della pelle/cellulite
senza CC
125
122
247
270 C-Altri interventi su pelle, tessuto sottocutaneo e mammella senza CC
139
246
107
040 C-Interventi sulle strutture extraoculari eccetto l’orbita, età > 17 anni
113
126
239
013 M-Sclerosi multipla e atassia cerebellare
158
54
212
380 M-Aborto senza dilatazione e raschiamento
182
0
182
241 M-Malattie del tessuto connettivo senza CC
149
23
172
82
160
206 M-Malattie del fegato eccetto neoplasie maligne, cirrosi, epatite alcolica senza CC
78
359 C-Interventi su utero e annessi non per neoplasie maligne senza CC
158
0
158
035 M-Altre malattie del sistema nervoso senza CC
58
98
156
409 M-Radioterapia
81
72
153
323 M-Calcolosi urinaria con CC e/o litotripsia mediante ultrasuoni
49
88
137
158 C-Interventi su ano e stoma senza CC
80
56
136
229 C-Interventi su mano o polso eccetto interventi maggiori sulle articolazioni,
senza CC
54
70
124
009 M-Malattie e traumatismi del midollo spinale
79
112
33
316 M-Insufficienza renale
35
72
107
301 M-Malattie endocrine senza CC
75
30
105
408 C-Alterazioni mieloproliferative o neoplasie poco differenziate con altri interventi
64
39
103
039 C-Interventi sul cristallino con o senza vitrectomia
41
99
58
202 M-Cirrosi e epatite alcolica
32
63
95
118 C-Sostituzione di pacemaker cardiaco
42
50
92
205 M-Malattie del fegato eccetto neoplasie maligne, cirrosi, epatite alcolica con
CC
30
58
88
295 M-Diabete, età < 36 anni
45
41
86
404 M-Linfoma e leucemia non acuta senza CC
36
45
81
055 C-Miscellanea di interventi su orecchio, naso, bocca e gola
38
42
80
082 M-Neoplasie dell’apparato respiratorio
24
55
79
246
REGIME DI RICOVERO Day Hospital
GENERE
DONNE
UOMINI
TOTALE
N. DIMISS. N. DIMISS. N. DIMISS.
139 M-Aritmia e alterazioni della conduzione cardiaca senza CC
30
47
77
490 M-H.I.V. associato o non ad altre patologie correlate
35
41
76
240 M-Malattie del tessuto connettivo con CC
54
20
74
538 C-Escissione locale e rimozione di mezzi di fissazione interna eccetto anca
e femore senza CC
25
45
70
073 M-Altre diagnosi relative a orecchio, naso, bocca e gola, età > 17 anni
33
70
37
467 M-Altri fattori che influenzano lo stato di salute
33
36
69
163 C-Interventi per ernia, età < 18 anni
16
51
67
169 C-Interventi sulla bocca senza CC
25
41
66
227 C-Interventi sui tessuti molli senza CC
36
30
66
403 M-Linfoma e leucemia non acuta con CC
32
34
66
300 M-Malattie endocrine con CC
40
25
65
120 C-Altri interventi sull’apparato circolatorio
38
22
60
162 C-Interventi per ernia inguinale e femorale, età > 17 anni senza CC
6
54
60
343 C-Circoncisione, età < 18 anni
0
59
59
203 M-Neoplasie maligne dell’apparato epatobiliare o del pancreas
19
38
57
094 M-Pneumotorace con CC
1
0
1
TOTALE
6,145
4,919
11,064
7.3 Il cliente interno: i dipendenti dell’Azienda
I dipendenti dell’Azienda risultano essere 2.698, di cui il 27% di genere maschile e il 73% di genere femminile .
Figura 7.16 – Totale dipendenti per genere
Se si considera la distribuzione del personale dipendente per classe di età, il 42% ha un’età compresa fra 45
e 54 anni, il 32% ha un’età compresa fra 35-44 anni, il 16% ha un’età compresa fra 55-64 anni, solo il 10% ha
un’età inferiore a 35 anni, 11 persone hanno più di 64 anni.
247
Figura 7.17 – Totale dipendenti per classe di età
Presentano disabilità 49 persone di cui 33 donne e 16 uomini. Di questi 10 sono OSS e ausiliari specializzati, 24
appartengono al ruolo professionale e 15 a quello amministrativo. Rientrano nella categoria protetta 5 persone.
2.481 dipendenti hanno un contratto a tempo indeterminato, di cui 1.870 di genere femminile e 611 di genere
maschile; 70 risultano invece avere un contratto a tempo determinato, di cui 46 donne e 24 uomini e 147 sono
universitari in convenzione, di cui 62 donne e 85 uomini.
Figura 7.18 – Totale dipendenti per genere e tipologia contrattuale
Se valutiamo la Dirigenza medica, i dipendenti sono 482, il 57% è di genere maschile e il 43% di genere femminile.
248
Figura 7.19 – Dirigenti medici, per genere
Nella dirigenza sanitaria non medica, invece prevalgono le donne, che rappresentano il 79% mentre gli uomini
sono il 21%.
Figura 7.20 – Dirigenti sanitari non medici, per genere
Il personale amministrativo è per l’85% di genere femminile
Figura 7.21 – Personale amministrativo, per genere
249
I professional (categoria che comprende il personale infermieristico, della prevenzione, tecnico, tecnico-sanitario
e della riabilitazione) sono un ruolo al femminile: 1.686 dipendenti di cui il 79% donne e il 21%uomini.
La distribuzione dei professional per classe di età mostra che il 58% ha più di 44 anni e solo il 10% ha meno di
35 anni.
Figura 7.22 – Personale”professional”, per genere
Figura 7.23 – Personale”professional”, per genere e tipologia
La distribuzione del personale professional per genere e classe di età è così rappresentata:
Figura 7.24 – Personale”professional”, per genere e classi di età
250
I ruoli della Dirigenza Medica sono così distribuiti: i Dirigenti di struttura complessa sono 32 di cui 25 uomini e 7
donne, 36 medici hanno un incarico di struttura semplice di cui 23 uomini e 13 donne, 25 un incarico di struttura
semplice dipartimentale di cui 14 uomini e 11 donne e 62 hanno un incarico di tipo professionale di cui 36 uomini
e 26 donne. Il riconoscimento professionale e gli incarichi prevalgono nel genere maschile in linea con i dati
riportati in letteratura che vedono le donne nei ruoli meno valorizzati e riconosciuti .
Figura 7.25 - Distribuzione degli incarichi di dirigenza medica, per genere
Di seguito la distribuzione dei ruoli organizzativi aziendali della Dirigenza medica per genere e per classi di età.
Figura 7.26 – Composizione ruolo organizzativo, per genere
Se si incrociano i ruoli organizzativi e le classi di età si rileva che i riconoscimenti professionali aumentano con
l’età anagrafica . Solo nove incarichi sono stati attribuiti a medici con meno di 44 anni . Nei grafici vengono riportate le distribuzioni dei ruoli per classi di età.
Figura 7.27 – Ruoli professionali per età
251
Il personale OSS è così distribuito in azienda per classe di età:
Figura 7.28 – Personale O.S.S (operatore socio assistenziale), per classe di età
I congedi parentali
305 dipendenti hanno utilizzato i congedi parentali contrattualmente previsti: 270 donne e 35 uomini, per una
durata media di 60 giorni per persona per le donne e di 26 per gli uomini. Sono inoltre state adottate le misure
per favorire il reinserimento del personale assente per lunghi periodi
Il part time
Il part time è utilizzato prevalentemente dal genere femminile: 120 donne sono in part time superiore al 50%
mentre 11 donne e 2 uomini sono in part time inferiore al 50%
La formazione
Le attività di formazione avvengono sia all’interno che e all’esterno dell’azienda. Viene di seguito riportata la
distribuzione per genere e il numero di ore di formazione per persona.
Tabella 7.5 – Ore di formazione, per genere
Donne
N/ore per persona
Uomini
N/ore per persona
44
208
57
24
214
30
174
7
40
15
1597
75
462
102
Dirigenti di II fa- 245
scia
Posizioni organiz- 1178
zative
Altri dipendenti
Totale
I medici in formazione nelle diverse scuole di specializzazione: distribuzione e genere
Nel 2010 il 70% dei medici in formazione risulta essere di genere femminile e il 30 % di genere maschile. La
prevalenza delle donne nelle diverse scuole di specializzazione conferma il dato nazionale che tende alla femminizzazione del ruolo sanitario. I medici in formazione, distribuiti nei diversi anni di scuola di specializzazione,
in Azienda sono 363, di cui 253 donne e 110 uomini.
252
Figura 7.29 – Medici in formazione, per genere
Nella tabella seguente si riporta la distribuzione dei medici in formazione, per genere e per anno di specializzazione che conferma la tendenza alla prevalenza del genere femminile soprattutto nei primi anni di formazione
post laurea.
Tabella 7.6 - Medici in formazione, per genere e per anno di specializzazione
I Anno
F
M
TOTALE
64
29
93
III Anno
62
20
82
IV Anno
72
32
104
50
26
76
VI Anno
3
0
3
2
3
5
II Anno
V Anno
Totale
253
110
363
Figura 7.30 – Distribuzione per genere e per anno dei medici in formazione
La distribuzione dei medici in formazione nelle diverse Scuole di specializzazione è riportata nelle tabelle di
seguito.
253
Tabella 7.7 - Distribuzione dei medici in formazione, per genere e per scuola di specializzazione
254
7.4 I 3 bollini rosa
Hanno ottenuto il riconoscimento in particolare le seguenti UU.OO.:
• Unità Operativa di Neurologia: per la prevenzione, diagnosi e cura di differenti di patologie neurologiche acute, subacute e croniche. Tra i percorsi dedicati alle donne si segnala:
• Percorso Epilessia – Gravidanza
• Donne Oltre La Sclerosi Multipla
• Unità Operativa di Chirurgia Generale: tra i percorsi dedicati alle donne si segnala:
• Percorso Mammella Provinciale
• Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologica , in
particolare:
1. Ginecologia: per le patologie infiammatorie, disfunzionali, organiche, preneoplastiche e neoplastiche,
screening per il cervicocarcinoma, applicazione della
legge 194/78 relativa alla interruzione di gravidanza
con intervento chirurgico o con terapia farmacologica
nelle gravidanze entro il 49° giorno in ottemperanza al
protocollo regionale (RU 486 e misoprostolo).
2. Ostetricia: punto di riferimento provinciale e regionale di terzo livello per la nascita e l’assistenza di
gravidanze a rischio e di gravidanze pretermine di feti
grandi prematuri, attività di ecografia di II e III livello.
Tra i percorsi dedicati alle donne si segnalano:
• Programma di screening del carcinoma del collo
dell’utero
• Percorso Nascita,con tre progetti :“ L’analgesia in
Nel 2010 grazie alla partecipazione al concorso indetto dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della donna
l’azienda ha ottenuto, per la particolare attenzione alle
donne, il rilascio di 3 Bollini Rosa, che sono un riconoscimento nazionale attribuito alle strutture sanitarie
all’avanguardia nell’attenzione alla malattia femminile
e che investono sulla salute della donna. L’azienda
ha ottenuto il premio perché, oltre a soddisfare tutti
i requisiti richiesti, ha messo in atto diversi progetti,
considerati “Fiore all’occhiello dell’azienda”:
• Il 1° Bilancio di genere nel Bilancio di Missione
2008
• L’ambulatorio delle gravidanze a rischio
• La scuola in ospedale
• I clown in corsia
• Il percorso dolore in ospedale: la scheda unica
del dolore “Il dolore si cura insieme” e la Rete dei
Referenti
• Il servizio di mediazione interculturale
• La rete cittadina per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle
donne e dei minori
• Il Pronto Soccorso ostetrico-ginecologico 24 ore
su 24
• La consulenza per donne sieropositive.
• La biblioteca digitale di scienze della salute
255
travaglio di parto”, “L’allattamento” e l’avvio di un
servizio sperimentale di visite domiciliari post-partum a madri in condizione di fragilità psico-fisica:
“Ben arrivato piccolo mio”
L’azienda ha ottenuto riconoscimenti anche per la particolare attenzione all’integrazione multietnica:
• Servizio di mediazione interculturale per:
• assistenza a pazienti stranieri
• traduzione di testi, documentazione informativa e cartellonistica multilingua
• Menu che risponde alle richieste delle donne straniere
• e alla disponibilità di strutture a misura di donna:
• Alloggio dedicato alle mamme che allattano con
bimbo ricoverato
• Angolo bambini nella sala d’attesa della pediatria,
• Eliminazione delle barriere architettoniche in tutti
gli uffici amministrativi e di prestazioni sanitarie
• Percorso preferenziale per donne in gravidanza
• “Rooming-in”,“Nido aperto”
• Vaccinazione anti-HPV
• Servizi igienici riservati all’utenza e personale di
servizio femminili
•
•
Progetto interaziendale di sostegno all’allattamento al seno
Programma di screening gratuito per la diagnosi
precoce del tumore della mammella, alle donne
dai 45 ai 74 anni
7.5 Gli obiettivi di miglioramento: le realizzazioni
e i progetti
Valutata la differenza di genere, relativa ai ricoverati e
alle risorse umane aziendali, prevalentemente di genere femminile, in collaborazione con il CPO aziendale, sono stati mantenuti gli obiettivi del 2009 per sviluppare azioni positive in diverse aree di intervento. In
particolare è stato possibile :
- mantenere gli aspetti di genere nella raccolta e
nell’elaborazione dei flussi informativi centralizzati e
periferici;
- monitorare i risultati della prevenzione, osservazione
diagnostica, trattamento e riabilitazione in un’ottica di
genere;
- individuare, nella ricerca, tematiche sulla prevenzione e sui fattori di rischio collegati allargando l’attenzione ad alcune patologie emergenti tra la popolazione
femminile (patologie cardiovascolari, patologie psichiche, depressione, ecc.), nonché sulle procedure di selezione dei campioni nelle sperimentazioni dei farmaci
(inclusione delle donne nei trials clinici, differenziazione dei risultati per sesso, indicazione di genere sugli
effetti correlati ai prodotti farmaceutici) con risultati
positivi;
- stimolare le istituzioni formative (Università, Istituti di
ricerca ecc.) per lo sviluppo di studi di medicina di genere, con una sensibilizzazione delle nuove generazioni di professionisti della sanità verso una coscienza
di genere;
- promuovere raccomandazioni e percorsi dedicati,
per affrontare in modo uniforme e unitario gli aspetti della violenza contro le donne e i minori, a partire
dal contrasto e dalla prevenzione, dalla qualità e dai
modelli operativi dei servizi, dall’aggiornamento degli
operatori, sancito con la sigla del protocollo promosso
dalla Prefettura di Ferrara per la condivisione di strategie contro la violenza alle donne e ai minori;
- promuovere il miglioramento degli aspetti dell’igiene
ambientale e del lavoro che incidono in particolare sulla salute riproduttiva delle donne, sul benessere, sullo
stress lavoro correlato;
- implementare in ospedale buone prassi in un’ottica
di genere, in risposta a precisi obiettivi regionali: la
salute della donna nel continuum della vita (esempio:
umanizzazione del percorso nascita, partoanalgesia).
In particolare è in corso di realizzazione il progetto
(nell’ambito della campagna informativa e di comuni-
Attività scientifica e di formazione
Pubblicazioni
• N.100 pubblicazioni aziendali, recensite, su patologie femminili (neoplasia della mammella, carcinoma dell’utero,sclerosi multipla).
• Studi epidemiologici e partecipazione a progetti
regionali, nazionali e internazionali sulla salute
delle donne.
Formazione
• Formazione sul controllo contenimento del dolore
da parto
• Formazione per i componenti dei Comitati Pari
opportunità aziendali e dei Comitati Mobbing
aziendali
• “Allattamento al seno” Corso OMS – Unicef
Progetti
Architettonici:
• Posti auto dedicati a donne gravide
• Dopo il trasferimento dell’ospedale a Cona: nido
aziendale, nursery, bagni attrezzati con fasciatoi,
zone attrezzate per il gioco e la lettura, camere a
due letti, con bagno in camera
Scientifici
• Progetto partoanalgesia
• Progetto “Verso un Patto di Genere”
• Progetto di umanizzazione delle cure in ospedale:
Ospedale senza dolore, partecipazione al Comitato regionale di lotta al dolore, al Progetto Macondo e alla Rete delle Cure Palliative
256
e INPS per un’analisi continua dei dati delle due aree
tematiche: “Donna, Lavoro e Società” e “Donna, Rischi e Danni da Lavoro” per un confronto aziendale
costruttivo, nell’ottica di una realizzazione progettuale
di analisi del benessere lavorativo e dei possibili correttivi;
-mantenere alto l’interesse aziendale verso le differenze di genere nei bisogni di salute dei cittadini ferraresi
e non, derivato da studi nazionali ed internazionali, ed
aziendali (Ospedale senza dolore: indagine di prevalenza del dolore in ospedale 2009, che conferma la
maggiore sofferenza delle donne in ospedale). Sul
tema si è concretizzata la realizzazione da parte dei
CPO nel 2010 di un Convegno Nazionale sulla Salute
di genere, in collaborazione con i CPO dell’Azienda
USL e dell’Università, di un progetto di comunicazione e sensibilizzazione sulla Partoanalgesia in collaborazione con l’Assessorato alla Salute del Comune
di Ferrara. La partecipazione attiva al tavolo Salute
donna del Comune di Ferrara, che si dedica a diversi temi delle Pari Opportunità della Conciliazione e
della salute di genere con sviluppo di Buone pratiche;
al tavolo prefettizio per la violenza di genere che ha
permesso l’avvio e lo sviluppo dei percorsi e processi
di diversi progetti interaziendali, interprofessionali e
interdisciplinari, di attenzione a temi quali la violenza
contro la donna, la prevenzione delle malattie cardiovascolari, l’obesità e di altre iniziative presentate con
interventi scientifici in numerosi Congressi e riunioni
Scientifiche Regionali, Nazionali e internazionali.
- mantenere le caratteristiche di Ospedale a misura
di donna che ha portato all’acquisizione dei “3 Bollini
Rosa” e connotare l’ospedale come luogo di cura e
come luogo di lavoro culturalmente sensibile al genere
nel rispetto delle pari opportunità.
cazione del percorso “Salute e Benessere delle donne
a Ferrara” in collaborazione fra CPO aziendali, Progetto Ospedale senza dolore e Assessorato alla Salute e Servizi alla persona del Comune di Ferrara), che
coinvolge un campione di donne in età fertile, di diversa etnia, per un’analisi delle conoscenze dei bisogni
informativi con l’utilizzo del questionario “Cosa sai del
parto indolore” per una campagna di sensibilizzazione
sul tema e per una scelta consapevole al momento
del parto;
- partecipare a diversi convegni sul tema dell’equità
senza differenze, della conciliazione tempo lavoro,
dell’applicazione normativa, delle Pari Opportunità
regionali, nazionali e internazionali, per sviluppare al
meglio il tema della salute e del benessere delle donne e degli uomini, dei clienti interni ed esterni omogenei soprattutto in Area Vasta Emilia Centro;
- promuovere interventi atti ad affrontare le problematiche nelle relazioni familiari, e la conciliazione tempo
di vita, tempo di lavoro;
- intervenire in favore delle persone anziane accolte
in ospedale, rispondendo alle richieste emerse dagli
studi epidemiologici realizzati (ad es. lo studio di prevalenza del dolore in ospedale e lo studio MACONDO)
in cui prevale la richiesta di percorsi di umanizzazione
fra cui la vicinanza di persone care e di una comunicazione il più possibile personalizzata. L’ottimizzazione della risposta ai bisogni sarà possibile nel nuovo
Ospedale di Cona, per la logistica alberghiera (camere a due letti).
- sostenere e valorizzare la cultura delle donne, promuovere la partecipazione alle azioni positive.
- esercitare il diritto di parità delle leggi (L. 125/91, L.
903/77, direttiva delle misure per attuare parità e pari
opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni
pubbliche).
- mantenere alta l’attenzione al contesto organizzativo
nell’ottica di genere, per monitorare la vita lavorativa
delle donne e degli uomini in azienda e per individuare
precocemente le criticità e facilitare la soluzione dei
problemi con azioni correttive che coinvolgano gli organismi aziendali preposti e i modelli organizzativi;
- superare le diversità di genere e le difficoltà connesse alla riconciliazione tra tempi lavorativi e tempi di
vita sociale con il migliore e possibile modello organizzativo;
- partecipare al Tavolo Comunale “Salute Donna” per
un monitoraggio continuo delle tematiche sul tema,
per una risposta puntuale alle criticità rilevate dalle
Istituzioni e dalle Associazioni, con azioni positive per
stimolare interventi di sensibilizzazione, informazione,
cura relativi alla “salute” della donna;
- utilizzare la Banca Dati al Femminile dell’INAIL per
i dati infortunistici, l’utilizzo di flussi informativi ISTAT
Il processo verso l’equità di genere necessita di una
strategia di qualità anche attraverso nuovi investimenti
finanziari, senza i quali tutte le iniziative in tema di pari
opportunità sono impossibili o inefficaci.
257
Nuovo Sant’Anna a Cona - Ingresso visitatori alle degenze
258
8. Nuovo Ospedale di Cona
emergenza, delle alte tecnologie e delle funzioni
ambulatoriali collegate e/o HUB;
4. La conferma a Cona dell’Hospice ospedaliero
(non presente però nel progetto guida e conseguentemente nel progetto offerta);
5. La previsione dell’inserimento a Cona del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, non originariamente previsto in quanto funzione dell’Azienda
USL.
In data 19 aprile 2006 la Conferenza Territoriale Socio Sanitaria di Ferrara ha approvato la suddetta programmazione delle funzioni e delle sedi.
Si è successivamente rivista, in parte, la distribuzione
delle funzioni assistenziali per aree omogenee rispetto alla determinazione assunta dall’Azienda circa la
nuova organizzazione nei dipartimenti.
Il nuovo ospedale di Cona sarà anche la principale
sede delle funzioni didattiche e di ricerca dell’Azienda.
Le esigenze di spazi collegate alla componente clinica della Facoltà di medicina e chirurgia non erano
però state incluse nel progetto preliminare, se non per
la disponibilità del terreno su cui realizzare, da parte
dell’Università, una struttura dedicata.
Nel corso dell’elaborazione del progetto definitivo è
emersa da un lato la necessità di ampliare l’area della
diagnostica di laboratorio, anche al fine della ricerca
(patologia clinica, microbiologia, anatomia patologica,
medicina trasfusionale e laboratori di alcune funzioni
HUB) e dall’altro la possibilità di rispondere a gran
parte delle esigenze di didattica e ricerca con la realizzazione di un polo didattico, tramite una conversione
di alcuni volumi ed un limitato ampliamento.
Tutte le azioni sopradescritte si inquadrano negli obiettivi riorganizzativi e di razionalizzazione che possono
essere previsti con il nuovo Ospedale; in particolare:
• Un assetto logistico che cerca di ricreare, anche
spazialmente, i Dipartimenti ad Attività Integrata
già implementati nell’attuale struttura;
• Un’articolazione spaziale in aree omogenee per
funzioni ed intensità assistenziale per:
• Degenze per acuti, diurne, intensive;
• Ambulatori;
• Sale operatorie;
• Aree di diagnostica;
• Aree di laboratorio
• Aree direzionali e didattiche.
8.1 La programmazione delle sedi
Attualmente le attività sono espletate su due sedi principali, quella storica di Corso Giovecca, di proprietà
dell’Azienda e quella denominata “Pellegrino”, in affitto dall’INAIL, che ospita la quasi totalità delle funzioni
del dipartimento di riabilitazione, il cosiddetto “Ospedale S. Giorgio”.
L’Azienda dispone inoltre di un immobile destinato alla
didattica per le lauree infermieristiche/tecnico-sanitarie e della riabilitazione, denominato Varano, sito nel
centro storico della città.
Nell’ambito della sede ospedaliera storica alcuni edifici
sono stati realizzati con finanziamenti dell’Università,
con il vincolo di destinazione di uso.
Vi sono inoltre alcune funzioni che sono svolte presso
sedi dell’Università esterne all’area ospedaliera (parte
dell’anatomia patologica, la genetica medica, la medicina legale, la riabilitazione cardiologia) o presso
una sede in affitto insieme alla Azienda USL (odontoiatria).
La programmazione varata nell’anno 2004 per il nuovo ospedale di Cona aveva previsto la sistemazione in tale ambito di tutte le funzioni assistenziali
dell’Azienda, realizzando pertanto la loro concentrazione su un’unica sede.
Nel settembre 2005 si è attivato un percorso di verifica
della suddetta programmazione, attuato su indicazione del Comune di Ferrara, e svolto nell’ambito della
Commissione, nominata d’intesa fra Comune, Università, Azienda Ospedaliero - Universitaria ed Azienda
USL (denominata Commissione “Lugli” dal nome del
coordinatore), preposta a identificare indirizzi e progetti di utilizzo dell’attuale area ospedaliera del S.
Anna .
La suddetta Commissione è pervenuta alle seguenti
condivise proposte circa la localizzazione delle funzioni ed attività sanitarie, che in parte hanno modificato la
originaria programmazione di Cona:
1. Mantenimento delle funzioni del Dipartimento di
Riabilitazione “ S. Giorgio” presso l’attuale sede
(Pellegrino);
2. Mantenimento presso parte dell’attuale sede ospedaliera di Corso Giovecca di una serie di attività ambulatoriali di 1° livello;
3. La conferma della programmazione presso il nuovo ospedale di Cona di tutte le attività di degenza
(day hospital/surgery comprese), delle attività di
Gruppi di lavoro stanno elaborando il programma
organizzativo e di dotazione di personale, tenendo
conto della sopraccitata articolazione organizzativa e
della concessione in appalto di tutti i servizi “no core”
dell’ospedale.
259
8.2 La programmazione ospedaliera
La programmazione dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria all’atto della gara di concessione - gestione per il
completamento e l’ampliamento di Cona, come da progetto preliminare adottato nel maggio 2004, aveva previsto a Cona tutte le funzioni ed attività sanitarie dell’Azienda, dimensionandole, per quanto riguarda le degenze,
su 860 posti letto.
L’articolazione dei suddetti 860 posti letto per tipologia o intensità di cura era prevista con 670 posti letto di
degenza ordinaria, 75 di terapia intensiva/subintensiva, 75 di day hospital/surgery e 40 posti letto per libera
professione.
La programmazione adottata nel 2004, con l’avvio della gara di concessione – gestione del nuovo ospedale di
Cona, è stata rivista in riduzione per quanto riguarda i posti letto di terapia intensiva / subintensiva (-28 posti
letto), ed un incremento di circa 17 di quelli ordinari.
La suddetta scelta è stata operata sulla base di una rideterminazione delle esigenze di intensità di cura ed appropriatezza dei ricoveri e della compatibilità di gestione economica.
I posti letto esistenti all’1.1.2010 e la programmazione dei posti letto prevista a regime nel 2011 con l’attivazione
del nuovo ospedale di Cona è la seguente:
Tabella 7.1 - Posti letto esistenti e programmati Azienda Ospedaliero Universitaria
Posti Letto
Ordinari
1/1/2010
1/1/2011
34
34
710
Terapia intensiva/subintensiva
707
Day Hospital/Surgery
116
116
TOTALE
860
857
Dozzinanti
Tabella 7.1a: Posti letto esistenti e programmati Azienda Ospedaliero Universitaria:
Cona e S. Giorgio
Posti Letto
Sedi
Ordinari
Terapia intensiva/subintensiva
S. Anna
1/1/2010
630
S. Giorgio
Cona
-
48
80
34
593
2011
S. Giorgio
80
-
Day Hospital/Surgery
106
10
75
10
TOTALE
770
90
756
90
Dozzinanti
Hospice ospedaliero
-
-
40
-
-
-
12
-
Serv. Psichiatrico D. C.
(azienda USL)
15
-
20
-
Totale generale p.l.
785
90
788
90
8.3 Il nuovo ospedale di Cona
La programmata articolazione delle sedi delle attività dell’Azienda prevista con l’attivazione del nuovo Ospedale
di Cona comporta:
• Di pervenire nei tempi definiti con la società, concessionaria ProgEste alla completa realizzazione del nuovo
ospedale di Cona, con l’ultimazione dell’opera nell’estate 2011 e la programmazione del trasferimento
nell’autunno 2011;
• Di avviare, consecutivamente al trasferimento a Cona, l’adeguamento dell’area dell’attuale S. Anna, per
funzioni ambulatoriali e la messa in sicurezza dei padiglioni che saranno dismessi.
260
La previsione dei tempi di attivazione del nuovo ospedale considerano:
• La sostanziale ultimazione entro luglio 2011;
• La conclusione dei collaudi tecnico-amministrativi, prove di funzionamento a vuoto, entro il mese di agosto
2011
• L’ottenimento dell’autorizzazione sanitaria ed agibilità e delle altre necessarie autorizzazioni, entro il mese
di settembre 2011
• La fase di trasferimento è prevista in ottobre-novembre 2011
8.4 Progetto relativo all’area dell’attuale S. Anna
All’inizio dell’anno 2006 è stato elaborato lo “Studio di fattibilità progettuale sull’utilizzo del complesso ex Arcispedale S. Anna di Ferrara” da parte di una Commissione nominata di intesa fra Comune di Ferrara, Università
di Ferrara, Azienda Ospedaliero Universitaria ed Azienda USL (“Commissione Lugli” dal nome del coordinatore).
Lo Studio di fattibilità per quanto riguarda la programmazione e le sedi delle funzioni ospedaliere è stato fatto
proprio dall’Azienda ed approvato dalla Conferenza Territoriale Socio Sanitaria di Ferrara in data 19 aprile 2006.
Il suddetto studio ha previsto la suddivisione dell’area dell’attuale Arcispedale S.Anna in tre zone, con diversa
destinazione:
a.
Zona per funzioni sanitarie e socio-sanitarie, destinata a: Azienda Ospedaliero Universitaria per
attività ambulatoriali non trasferite nel nuovo ospedale di Cona; Azienda USL per attività sanitarie ed amministrative; Comune di Ferrara per servizi sociali.
b.
Zona destinata all’Università per funzioni di ricerca e di didattica non integrate nell’Azienda Ospedaliero- Universitaria.
c.
Zona destinata alla trasformazione urbanistica: riqualificazione ad usi residenziali, direzionali e
commerciali.
La suddetta suddivisione per zone è riportata nella seguente planimetria.
Figura 7.1 – Planimetria dell’attuale Arcispedale S.Anna
261
ambulatoriali dell’Azienda da mantenere nell’attuale
sede ospedaliera; per queste ultime si è avviato un
confronto con l’Azienda USL per una programmazione
integrata delle sedi delle attività erogate da entrambe
le Aziende.
La suddetta programmazione comporta l’adeguamento
dell’area dell’attuale ospedale che rimane di proprietà
dell’Azienda, per provvedere, in stretta successione al
trasferimento nel nuovo ospedale, la concentrazione
in tale area delle attività ambulatoriali che rimarranno
al S.Anna, attualmente allocate in via diffusa in tutti i
padiglioni ospedalieri. Ciò al fine di dismettere nel più
breve tempo possibile le aree oggetto di vendita e di
evitare di mantenere in funzione una pluralità di settori
dell’ospedale solo per alcuni spazi ambulatoriali, situazione che comporterebbe elevati costi di gestione.
Per l’approfondimento tecnico circa la destinazione ed
utilizzo dell’Area dell’Arcispedale S. Anna elaborato
dalla Commissione “Lugli”, è stato attivato, nel mese
di gennaio del 2007 (sempre d’intesa fra Comune,
Università, Azienda USL ed Azienda Ospedaliero Universitaria) uno specifico Gruppo tecnico di lavoro (denominato commissione Pinelli - Preger) che ha presentato e consegnato il proprio “Rapporto Finale” alle
Amministrazioni interessate in data 13 giugno 2007.
Tale rapporto, nello sviluppare l’ipotesi preliminare di
riassetto dell’area, ha confermato la fattibilità della
cessione di parte della stessa, con destinazione residenziale, direzionale, commerciale, per un valore immobiliare atteso dalla vendita in linea con le previsioni
aziendali di 31 milioni di euro.
In data 26 febbraio 2008 è stato sottoscritto il Documento Programmatico del Gruppo di lavoro del Programma d’Area “Programma Speciale d’Area – Progetto di valorizzazione del Centro Storico - Azioni per
lo sviluppo urbanistico delle aree di eccellenza della
città di Ferrara”, nel quale è stata inserita, fra le modifiche e/o integrazioni dell’Allegato 1 di cui alla Delibera
del Consiglio Comunale PG. 59546 del 23/07/2007,
anche l’Area dell’Arcispedale S. Anna, con le destinazioni di uso prima illustrate.
In data 4.12.2008 è stato sottoscritto fra Comune,
Azienda Ospedaliero – Universitaria ed Azienda USL
l’Accordo ex art. 15 della L. 241/1999 ed il Programma
Speciale d’Area “Progetto di valorizzazione del Centro Storico” (di cui alla L.R. n. 30/1996) per l’area Arcispedale S.Anna.
Il Comune di Ferrara, con Delibera di Giunta del 15
dicembre 2009 ad oggetto ha determinato la “costituzione gruppo di progetto per la redazione del Piano
di Recupero di iniziativa pubblica (PdR) del complesso dell’Arcispedale Sant’Anna in attuazione del
“Programma Speciale di Area – Azioni per lo sviluppo
urbanistico delle aree di eccellenza della Città di Ferrara” – collaborazione con l’Università di Ferrara e con
l’ARPA Bologna – Struttura Tematica di ingegneria
ambientale” .
b. Zona destinata alla Università:
E’ stata raggiunta una preliminare intesa con
l’Università per la stesura di un Accordo sui seguenti
punti:
• L’Università rinuncia alla destinazione perpetua
che ha su una serie di edifici presso l’attuale S.
Anna, realizzati con il suo contributo economico,
e che rientrano nelle suddette zone a) e c);
• L’Azienda Ospedaliero Universitaria trasferisce
all’Università la proprietà della zona identificata
con la lettera b);
• L’Azienda Ospedaliero Universitaria destina
all’Università, per la durata di 99 anni, presso il
nuovo ospedale di Cona parte dei previsti spazi
didattici e cede una superficie di terreno di 20.000
mq. per realizzare ulteriori necessari spazi didattici, laboratori di ricerca e spazi per studenti.
Nel primo semestre 2010 dovrebbe perfezionarsi il
suddetto accordo, acquisite le necessarie autorizzazioni regionali e la garanzia, da parte dell’Impresa
Concessionaria, che l’area dei 20.000 mq. sia libera
da vincoli (attualmente insistono sulla stessa circa
130.000 mc. di terreno di riporto).
c. Zona destinata alla trasformazione urbanistica.
Per l’approfondimento tecnico circa la destinazione ed
utilizzo dell’Area dell’Arcispedale S. Anna elaborato
dalla Commissione “Lugli”, è stato attivato, nel mese
di gennaio del 2007 (sempre d’intesa fra Comune,
Università, Azienda USL ed Azienda Ospedaliero Universitaria) uno specifico Gruppo tecnico di lavoro (denominato commissione Pinelli - Preger) che ha presentato e consegnato il proprio “Rapporto Finale” alle
Amministrazioni interessate in data 13 giugno 2007.
Tale rapporto, nello sviluppare l’ipotesi preliminare di
riassetto dell’area, ha confermato la fattibilità della
cessione di parte della stessa, con diverse destinazi-
Stato di realizzazione del progetto attuale S. Anna:
a. Zona per funzioni sanitarie e socio-sanitarie:
In data 7/10/2008 è stato già firmato il preliminare di
vendita di 20.000 mq. all’Azienda USL per un valore
di 10,3 milioni di euro, con contestuale pagamento di
10 milioni.
Per quanto riguarda l’area da riservare ai Servizi Sociali del Comune, indicata in 3.000 mq., si è definito,
nell’ambito dell’Accordo ex art. 15 prima citato, un
concorso dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria per
2.000 mq. e dell’Azienda USL per 1.000 mq. .
Si sta concludendo la programmazione delle funzioni
262
Attualmente si è in attesa delle proposte circa il Piano
di Recupero di iniziativa pubblica da parte del gruppo di progetto costituito dal Comune di Ferrara, con
Delibera di Giunta del 15 dicembre 2009 ad oggetto
“costituzione gruppo di progetto per la redazione del
Piano di Recupero di iniziativa pubblica (PdR) del
complesso dell’Arcispedale Sant’Anna in attuazione
del “Programma Speciale di Area – Azioni per lo sviluppo urbanistico delle aree di eccellenza della Città di
Ferrara” – collaborazione con l’Università di Ferrara e
con l’ARPA Bologna – Struttura Tematica di ingegneria
ambientale” .
oni e utilizzo, per un valore immobiliare atteso dalla
vendita in linea con le previsioni aziendali di 31 milioni
di euro.
In data 26 febbraio 2008 è stato sottoscritto il Documento Programmatico del Gruppo di lavoro del Programma d’Area “Programma Speciale d’Area – Progetto di valorizzazione del Centro Storico - Azioni per
lo sviluppo urbanistico delle aree di eccellenza della
città di Ferrara”, nel quale è stata inserita, fra le modifiche e/o integrazioni dell’Allegato 1 di cui alla Delibera
del Consiglio Comunale PG. 59546 del 23/07/2007,
anche l’Area dell’Arcispedale S. Anna, con le destinazioni di uso prima illustrate.
In data 4.12.2008 è stato sottoscritto fra Comune,
Azienda Ospedaliero Universitaria ed Azienda USL
l’Accordo ex art. 15 della L. 241/1999 ed il Programma
Speciale d’Area “Progetto di valorizzazione del Centro Storico” (di cui alla L.R. n. 30/1996) per l’area Arcispedale S.Anna.
Si richiama che fra le fonti di finanziamento del nuovo Ospedale entrano altre due alienazioni: il “S.
Giorgio”’ex sede della riabilitazione e l’edificio “Varano”, attuale sede della formazione.
263
264
Conclusioni del Direttore Generale
•
Il 2010 si è nell’insieme caratterizzato come un anno
particolarmente impegnativo, trascorso su un terreno
caratterizzato dal quadro economico definito dal prioritario impegno verso l’equilibrio di bilancio.
Se da un lato il forte sforzo programmatorio e strategico era diretto al raggiungimento di tale traguardo,
dall’altro, tutte le articolazioni organizzative hanno
lavorato per perseguire, seguendo le linee guida
aziendali, anche gli altri obiettivi di carattere tecnicoorganizzativo, con la finalità di garantire l’adeguatezza,
la qualità e l’appropriatezza dell’offerta resa all’utenza,
nel rispetto dell’accordo di fornitura con l’Azienda territoriale e nello sforzo di conservare il livello di attrazione per le funzioni di eccellenza. Gli impegni organizzativi e gli strumenti di miglioramento sono stati
indirizzati, durante l’anno verso:
• il proseguimento delle attività e dei percorsi per il
nuovo Ospedale;
• l’integrazione sui tre principali versanti: tra le funzioni sanitarie e le funzioni tecnico amministrative, tra l’assistenza, la didattica e la ricerca (rapporti con l’Università), tra l’Azienda Ospedaliero
Universitaria e l’Azienda Committente;
• il perfezionamento dell’interfaccia con l’utenza e
l’accesso alle strutture da parte del cittadino;
• lo sviluppo progressivo della cultura del percorso
clinico assistenziale e dei relativi strumenti, e la
promozione dell’appropriatezza organizzativa
verso l’ottimizzazione dei setting assistenziali;
• la valutazione delle tecnologie e il governo della
prescrizione farmaceutica.
Il 2010 è stato anche un anno di transizione direzionale
con il cambiamento della Direzione Generale L’annata
quindi è trascorsa in larga parte nel proseguimento di
linee strategiche e accordi con l’azienda committente
definite col precedente Direttore, il Dott. Riccardo Baldi, cui va il ringraziamento per l’importante contributo alla crescita, allo sviluppo e ai risultati ottenuti da
questa Azienda, anche nel corso del 2010.
Come valutazione di sintesi conclusiva, è possibile affermare che, anche a fronte di criticità economiche,
con le risorse disponibili e attraverso linee strategiche
ben definite, quest’Azienda è riuscita a raggiungere alcuni significativi traguardi che hanno reso il 2010 una
“tappa” nel percorso storico dell’Ospedale.
• L’introduzione del sistema di prenotazione unico
provinciale. Con il CUP unico si può prenotare
qualsiasi visita o esame da ogni punto CUP della
provincia; ciascuno sportello garantisce la possibilità di accedere all’intera offerta assistenziale
sia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria sia
•
•
•
•
•
265
l’Azienda USL.
La forte spinta e sviluppo della cultura della misurazione e del miglioramento della qualità
dell’assistenza. In primo luogo va sottolineato
l’impegno aziendale nel mantenimento del suo
ruolo di coordinamento italiano e di partnership
al progetto IQIP (International Quality Indicator
Project), utilizzando una serie di indicatori di processo e risultato validati a livello internazionale.
L’esperienza dell’azienda nell’ambito della qualità dell’assistenza è particolarmente sviluppata:
dal 2002 si assiste allo sviluppo ed evoluzione
di un database informatizzato degli indicatori di
performance clinica. All’interno del database ogni
Dipartimento ed ogni Unità operativa hanno inserito uno o più indicatori di specifico interesse
(con relativi standard di prodotto), supportati
metodologicamente e tecnicamente dallo Staff
Accreditamento, Qualità, Ricerca e Innovazione.
Tale data base è divenuto un vero e proprio patrimonio culturale dell’Azienda
La maggior attenzione alla centralità del cittadino
e il miglioramento dell’interfaccia relazionale, evidenziata dalla sensibile riduzione del numero di
reclami rispetto all’anno precedente.
Il raggiungimento di buoni livelli di appropriatezza
dei setting assistenziali grazie al potenziamento
dell’Osservazione Breve intensiva e al consolidamento delle attività Ambulatoriali Complesse
caratterizzate dalla presa in carico del paziente.
Grazie a questi strumenti l’azienda ha potuto posizionare la propria performance in linea con le
medie regionali. Anche nel settore del governo
della prescrizione farmacologica, attraverso gli
strumenti specifici e la rigorosità del monitoraggio, sono stati ottenuti risultati positivi rispetto ai
target. Le azioni di governo non sono comunque
state indirizzate solo verso la prescrizione dei
farmaci ma anche verso i Dispositivi medici con
l’attivazione della Commissione Provinciale Dispositivi Medici.
Il processo di crescita culturale e gestionale nei
confronti dell’impatto ambientale, delle politiche
di risparmio energetico e della mobilità aziendale,
ottenuti con una maggiore sensibilizzazione dei
professionisti con ricadute dirette sulla performance economica oltre che qualitativa.
Il riassetto organizzativo delle chirurgie con
l’istituzione della Chirurgia d’Urgenza, come punto di partenza per una nuova mission specifica
per il settore chirurgico in previsione dell’assetto
organizzativo presso il nuovo Ospedale.
Lo sviluppo e la prosecuzione dei processi di
integrazione con l’Azienda Committente con
•
•
•
•
l’istituzione del Dipartimento Interaziendale Gestionale “Amministrazione del Personale” che si
aggiunge a quelli già esistenti.
Lo sviluppo e consolidamento del sistema RIS
(Radiology Information System) – PACS (Picture
Archive Computed System), che ha impresso
un’impronta migliorativa sulla gestione del paziente in Radiologia (prenotazione, accettazione,
refertazione, statistiche) e sulla gestione delle immagini diagnostiche in formato digitale.
L’evoluzione dei sistemi informativi del personale (attraverso la rete intranet), grazie ai quali
l’informazione, la praticità e l’utilità a disposizione
del dipendente, sono divenuti non solo obiettivi
ma elementi di concretezza: trattamento economico, gestione delle presenze, regolamentazione
dell’attività libero professionale, indicazioni normative, scambi di informazioni con gli uffici della
Direzione Giuridico ed Economica delle Risorse
Umane, consultazioni sul proprio cartellino delle
presenze e cedolino dello stipendio.
Lo sviluppo del nuovo piano formativo finalizzato
non solo agli aspetti clinico - assistenziali ma anche a quelli relazionali e di comunicazione efficace. Il piano è stato predisposto per supportare
il passaggio al nuovo polo ospedaliero in armonia
con i nuovi modelli organizzativi e col governo
dell’assistenza.
Il riconoscimento dei bollini rosa come Ospedale
che cura le differenze di genere, un riconosci-
•
mento nazionale attribuito alle strutture sanitarie all’avanguardia nell’attenzione alla malattia
femminile e che investono sulla salute della donna.
Lo sviluppo di un progetto sull’analisi storica
del S.Anna, in risposta ad una città che vuole
rinnovarsi rispettando la memoria del passato. Si
è trattato di un percorso di ricerca per supportare la comprensione dei cambiamenti progressivi della struttura e dell’organizzazione in stretta
relazione alle evoluzioni sociali ed economiche
della città.
Nel portare avanti il grande impegno della realizzazione del nuovo Ospedale, l’Azienda si troverà ad affrontare un percorso di significativo rinnovamento organizzativo e gestionale in cui la revisione dei percorsi
clinico assistenziali esistenti e l’elaborazione dei nuovi,
diventeranno il terreno su cui gradualmente ridefinire
la qualità e la tipologia dell’offerta resa all’utenza. In
tal modo sarà favorita l’accentuazione dell’attività di
alta complessità in linea con la mission di una Azienda
Ospedaliero Universitaria. Una siffatta impostazione
organizzativa andrà a costituire l’elemento di congiunzione tra la rimodulazione dell’offerta verso la popolazione di riferimento, in accordo con l’Azienda Territoriale, e la pianificazione strategica interna.
Un particolare ringraziamento va rivolto a tutti i professionisti che hanno collaborato alla realizzazione del
Bilancio di Missione anche per l’anno 2010.
Dott. Gabriele Rinaldi
266
Parere del Comitato di indirizzo
Idem per la Formazione Specialistica
Le sinergie con l’Azienda USL
La attenzione sempre crescente alla ricerca e alla
innovazione
• La promozione delle eccellenze e delle funzioni
Hub and Spoke
• Lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse umane e professionali
• La reale attivazione del’Ospedale di Cona
Dopo questa premessa che evidenzia una sostanziale continuità in meglio dell’andamento
aziendale, rispetto all’Ospedale di Cona va sottolineato il particolare impegno e la ferma determinazione dimostrata nel 2010 circa la volontà di aprire l’ospedale entro la fine del corrente anno 2011.
Sul tema più specifico della integrazione ospedaleuniversità troviamo diversi elementi che indicano
lo sforzo che si sta perseguendo a questo proposito, sia quelli più tradizionali del rapporto istituzionale (formazione, corsi di laurea, scuole di specialità,
didattica, ricerca), sia quelli per i quali è necessaria
una volontà di reciproca valorizzazione e di massima collaborazione (programmazione dei servizi sul
territorio e collaborazione con la USL, sviluppo integrato delle risorse umane e professionali, rapporti
con il paziente e gli stakeholders, organizzazione ed
efficienza aziendali, innovazione ed eccellenze, impatto socio-economico con il territorio di riferimento).
Con riferimento particolare all’attività di ricerca che
caratterizza l’Azienda Ospedaliero Universitaria, si
sottolinea che i dati riportati nel Bilancio di Missione
e inerenti alla classificazione delle pubblicazioni per
tipologia (come da data base dell’università) possono essere meglio rappresentati. Pertanto, in luogo del
numero delle pubblicazioni, si potrebbe presentare l’IF
cumulato (indicatore bibliometrico normalmente utilizzato nel settore bio-medico) per dipartimento, considerando le pubblicazioni censite su PubMed e tenendo conto della accettazione delle pubblicazioni sulle
più qualificate riviste internazionali Inoltre, quanto ai
finanziamenti all’attività di ricerca, sono stati riportati i
dati di progetti europei, nazionali PRIN, e locali FAR.
Al fine di rappresentare al meglio la capacità di attrazione di risorse destinate alla ricerca, potrebbe essere
utile anche segnalare l’eventuale finanziamento ricevuto attraverso altre fonti (i.e, fondi Telethon, etc.).
Alcuni altri suggerimenti riguardano la parte grafica,
non sempre all’altezza dei contenuti mentre la parte
che riguarda la comunicazione affronta, giustamente,
in modo diffuso la relazione con i pazienti mentre appare un po’ limitata per quanto riguarda la comunicazione interna alla organizzazione.
•
•
•
Il Comitato d’Indirizzo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara è chiamato ai sensi dell’art.
5 della delibera della Giunta Regionale 318 del
2005 ad esprimere parere obbligatorio sui risultati dell’attività istituzionale espressi nel Bilancio di
Missione, introdotto dalla Legge Regionale 2/2004.
Il Bilancio di Missione viene formulato a consuntivo dell’attività istituzionale aziendale dell’anno 2010 e rappresenta uno strumento di informazione per i soggetti istituzionali: Regione,
Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria, Aziende Sanitarie, Associazioni dei malati e del volontariato, Ordini e Collegi professionali e Organizzazioni Sindacali.
L’Azienda Ospedaliera di Ferrara ha predisposto questo importante atto con rigorosa conformità alle indicazioni regionali, alle normative di riferimento nazionali, regionali con attenzione al quadro istituzionale.
Come giudizio generale sul documento, a proposito di linguaggio utilizzato, lo potremmo definire un documento chiaro e trasparente, leggibile e con alcune modalità di rappresentazione
efficaci come quella di spiegare il significato degli
indicatori aziendali attraverso delle domande ad hoc.
Un altro passaggio particolarmente interessante, rispetto alla attenzione alle politiche delle risorse umane, è
quello riguardante le azioni promosse per i dipendenti.
Documento
che
possiamo
definire
concreto, operativo nel quale sono facilmente rintracciabili “i fatti” aldilà delle parole utilizzate.
Il volume di informazioni di carattere quantitativo permette di apprezzare lo sforzo dell’Azienda nella misurazione di molti fenomeni che ne caratterizzano il complesso agire. In particolare, è significativo il volume di
indicatori di efficacia, sicurezza e appropriatezza che
l’Azienda monitora per ciascun dipartimento, nonché
la dettagliata analisi della mobilità. Si tratta di un patrimonio di conoscenze in grado di conferire efficacia al
processo decisionale e alle scelte di vertice.In quanto
ai contenuti generali alcune considerazioni si possono
riprendere dal parere espresso dal Comitato di Indirizzo sul Bilancio di Missione 2009 in quanto nel documento vengono rappresentati una serie di dati che
consolidano i risultati dell’anno scorso, in particolare
quelli riguardanti:
• Il rapporto tra economicità e qualità dei servizi
erogati
• Il contenimento del tasso di ospedalizzazione
La centralità del cittadino e la cura della relazione
con il paziente
• Il consolidamento della applicazione dell’Accordo
attuativo locale con Università
267
Il Comitato, nell’esprimere il proprio parere positivo
sul Bilancio di Missione 2010, coglie l’occasione per
evidenziare un apprezzamento dello sforzo in atto da
parte della Direzione Generale e di tutti gli operatori
del Sant’Anna indirizzato a sviluppare un percorso di
miglioramento continuo che costituisce l’unico sbocco
possibile per una organizzazione chiamata ad assolvere il compito più importante e delicato in una società: la salute delle persone e della comunità.
A questo proposito confermiamo la nostra proposta di rappresentare, nel Bilancio di Missione, i predetti risultati rendendo visibile, in ogni passaggio,
quanto i risultati stessi derivino in tutto o in parte
dal forte legame istituzionale, non solo formale ma
effettivo, tra ospedale e università. Un esempio in
positivo presente nel documento è dato dal capitolo “Nuovo Ospedale di Cona”, dove tutti gli elementi
di integrazione sono ben visibili in tutte fasi del processo, dalla programmazione iniziale via via lungo
tutto il percorso che sta portando al traguardo finale.
In sintesi, il Bilancio di Missione 2010 fornisce un quadro molto soddisfacente della gestione aziendale, della
struttura organizzativa, dei processi interni, in linea con
le disposizioni regionali in tema di bilancio di missione.
Approvato nella seduta del Comitato d’Indirizzo
del 03/10/2011
268