anello di fidanzamento in oro bianco

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anello di fidanzamento in oro bianco
SANVALENTINO
A volerlo guardare, da lontano, mentre gira l’angolo, o si ferma a guardare la vetrina di un negozio, fa pensare ad uno dei tanti,volti anonimi tra la folla.
Cammina con le mani sempre in tasca, a piccoli passi veloci, a volte si ferma ad osservare qualcosa, non capireste mai cosa.
Oggi per esempio, a volerlo seguire, lo si vedrebbe fermarsi alle vetrine delle pasticcerie. Guarda con attenzione le confezioni di cioccolatini per San Valentino, tutti
quei cuoricini rossi, i nastrini, le scritte d’amore.
Ecco, ora a vederlo da vicino si nota una caratteristica che da lontano sfuggiva, anche se qualcosa, nell’insieme, poteva suggerirlo.
Quest’uomo è brutto, è molto brutto, una bruttezza da manuale.
Non una bruttezza d’animo che coinvolga tutta la persona, anzi, gli occhi son teneri,
umidi, bovini. Il pover’uomo è proprio brutto nelle fattezze. Ed anche questa è una cosa
difficile a spiegarsi, perché presi singolarmente, i pezzi che ne compongono la fisionomia son normali, se non belli.
Forse è il colore del viso che non funziona, proprio giallo limone o le orecchie così
trasparenti ed attaccate al capo. E’ in generale, non si sa bene cosa, la forma la misura o
la disposizione dei singoli pezzi di questo viso, o tutto l’insieme fanno questo capolavoro di bruttezza.
Una bruttezza che ha sempre accompagnato quest’uomo per tutta la vita, anzi, che
ne è stata la vita.
Il brutto ha però un cuore, purtroppo per lui, ed una sensibilità esasperata per tutto
ciò che è bello.
Ora sta facendo il giro delle gioiellerie. Si ferma ad ogni vetrina e considera con
calma forma colore dimensione di ogni anello con diamante.
Torna alla seconda che aveva visitato, poi all’ultima.
Suona alla porta. Il commesso lo guarda con un po’ di diffidenza poi lo lascia entrare. L’uomo si ferma sulla porta, non è ricco, e si vede, potrebbe essere un impiegato di
ultimo livello di qualche nascosto magazzino della zona industriale, non un operaio,
poiché le mani sono chiare e delicate.
Si guardano, per il commesso è un intruso, al massimo vorrà una catenina per un
battesimo, farà perdere del tempo, sarà indeciso, non avrà abbastanza denaro.
Un anello di fidanzamento?
Il commesso guarda ora meglio l’intruso, avrà almeno quarant’anni, se non di più, e
poi non si riesce a credere che possa avere una fidanzata, che possa aver avuto addirittura una madre, non si riesco ad immaginarlo bambino. Ma l’uomo insiste, vuole l’anello
di fidanzamento, con il diamante, non troppo grande, è volgare. proprio così dice, “volgare”.
Il commesso prende il rotolo degli anelli e guarda l’uomo mentre li osserva sotto la
luce forte della lampada.
L’uomo vuole la lente, per vedere meglio, e si guadagna così un punto di rispetto.
Fra tutti ne sceglie tre, poi fra i tre sceglie il preferito, in oro bianco, con due foglioline in oro giallo che sorreggono un diamante a rosetta di forse tre, quattro punti di carato. Son trecentonovantamila lire.
L’uomo apre una busta gialla che sembra quella dello stipendio, e conta il denaro,
conta poi anche quello che resta.
Vuole una scatolina in velluto rosso, non quella di plastica. Va bene la misura? Dovrebbe andar bene accenna l’uomo, casomai siamo qua, cinguetta il commesso.
L’uomo esce e riprende la sua strada. Si ferma, estrae la mano dalla tasca ed osserva
come sia stata confezionata la scatolina, sorride con la metà inferiore del viso, continua
per la sua strada. Sì vede bene che sta pensando. Aspetta l’autobus.
Arriva l’autobus, vi sale automaticamente, si siede al suo solito posto.
Qualcuna lo guarda, ed al suo volgere dello sguardo velocemente distoglie gli occhi,
non sopportando nemmeno di essere guardata, da quello lì.
Scende dall’autobus, arriva al portone.
Un grande caseggiato con gli scuri a persiana, dei primi del novecento.
Attraversa il cortile, sale in casa, chiude la porta, si toglie il soprabito.
Entra in una piccola camera che si capisce sia molto vissuta: letto, radio, televisore.
un vassoio con del cibo, una piccola scrivania, riviste e libri sparsi con un certo disordine.
Si toglie il resto degli abiti ed indossa una veste da camera.
Torna nel corridoio scuro. Entra in un’altra stanza. E’ un soggiorno. Apre gli scuri.
Poltrone, divano, lampadario in cristallo, buffet e controbuffet, quadri alle pareti. Tutto
è avvolto in sacchi di nylon, ogni oggetto è protetto dalla polvere.
Al centro del gran tavolo delle rose hanno lasciato cadere i petali appassiti. Lui si
avvicina e raccoglie preoccupato i petali, toglie le rose appassite.
Va in bagno a prendere dell’acqua, un bagno particolare, con grandi fiocchi rosa, e
tutte le spazzole, i vasetti di crema, i profumi disposti ordinatamente, nuovi, nuovissimi.
Anche la camera è molto particolare, ed ha un aspetto di grande bomboniera perché
qui, chissà come, il nylon è azzurro, ed avvolge come in una nuvola il letto e le sedie ed
il comò.
Sul comò posa la scatolina con l’anello, vicino ad altre scatoline che contengono catenine, un orologino, degli orecchini. Sorride. Alzando lo sguardo sorprende se stesso
nello specchio sul comò ed ha come un gesto di ribellione, si volta di spalle di scatto.
Dopo un attimo l’attacco d’ira è passato.
Prende ad una ad una le altre scatole con i gioielli e ne soffia con forza la polvere.
Tasta la morbidezza del letto, sì siede in una nuvola azzurra.
Immagina che la porta della camera si apra e che lui che entri portando una sposa in
braccio. Non si vede bene il volto di lui, nemmeno quello di lei.
Intanto la casa è pronta, c’è proprio tutto, anche il freezer.
Una donna, una sposa, prima o poi verrà. Basta aver pazienza.