Dal gioco alla schiavitù. La dipendenza da azzardo vista dai giovani

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Dal gioco alla schiavitù. La dipendenza
da azzardo vista dai giovani videomaker
Si chiama “Quando il gioco si fa duro…” il video vincitore del concorso “Con
l’azzardo non si vince… scommetti sulla creatività”. Lacche (Libera Radio):
“La ludopatia distrugge non solo il giocatore ma anche i suoi rapporti con gli
altri”
17 dicembre 2014 - 16:23
BOLOGNA - Si comincia per gioco e si finisce schiavi del gioco. È il senso del concorso
“Con l'azzardo non si vince… scommetti sulla creatività!” conclusosi oggi, 17 dicembre, a
Bologna al Parco della Montagnola dove sono stati premiati i migliori tre video realizzati
da giovani videomaker sul tema dell’azzardo. Venti spot in tutto sul tema della ludopatia,
una dipendenza che in Emilia-Romagna colpisce circa 10mila persone senza distinzioni di
sesso, età o ceto sociale. Ai giovani video maker è stato chiesto di rappresentare il
demone del gioco e le conseguenze che può avere sulla vita delle persone e sui rispettivi
familiari o amici. Il concorso fa parte di “Associati con chiarezza”, un progetto sostenuto
da Acli, Aics, Ancescao, Anspi, Arci, Auser, Csi, Endas, Uisp, Mcl e Fitel in collaborazione
con la Regione Emilia-Romagna. Il primo premio è andato a “Quando il gioco si fa duro…”
del gruppo Emisfero digitale. “Nel video abbiamo cercato di sottolineare come la
dipendenza dal gioco non nasce all’improvviso – racconta Luigi Zambonelli, regista del
corto – ma si sviluppa lentamente. Giocando con i suoni, i 5 ragazzi hanno raccontato la
storia di un giovane giocatore che davanti a uno schermo passa le ore a inseguire vincite
che non arriveranno mai. E di come lentamente il ragazzo comincia a escludere tutto ciò
che riguarda il mondo esterno. “Una chiamata di un amico che lo invita a uscire di casa, il
bussare alla porta dei genitori preoccupati, il rumore della sigaretta sul posacenere –
continua Luigi – sono solo alcuni dei suoni della vita quotidiana che lentamente vanno
scemando, fino ad arrivare alla scena finale in cui lui indossa delle cuffie per isolarsi del
mondo che lo circonda”.
Guarda il video
Il secondo video a essere premiato dalla giuria è stato “All in”, un documentario in cui
Annalisa Bertasi e Chiara Pracucci hanno raccontato la dipendenza dal gioco anche
attraverso le voci di alcuni ex giocatori. Al terzo posto sono stati premiati invece due
video: “Il gioco è un azzardo” di Luca Tovoli e “Gioco” di Claudia Turchi. “La dipendenza
dal gioco d’azzardo è una patologia che distrugge non solo la persona in sé, ma anche i
rapporti che si possono avere con gli altri – dice Federico Lacche, uno dei giurati, nonché
responsabile della redazione di Libera Radio-Voci contro le mafie – è un qualcosa che ti
logora lentamente”. Oltre al tema della dipendenza legata al gioco c’è poi il volume d’affari
che il gioco d’azzardo produce in Italia e sul quale molto spesso si celano le mani della
criminalità organizzata. “Proprio a Bologna si sta celebrando il processo Black monkey,
dove alla sbarra c’è Rocco Femìa, che i magistrati antimafia ritengono vicino alle ‘ndrine
calabresi e a capo di una banda che gestiva in Emilia-Romagna il traffico di slot machine
truccate e il gioco online illegale”, conclude Lacche. (dino collazzo)
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Guarda il video "Quando il gioco si fa duro..." i duri smettono. Lo spot sull'azzardo
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