L`addioaSoniavestitadirosso “Sorelladellanostracittà”

Transcript

L`addioaSoniavestitadirosso “Sorelladellanostracittà”
12 45 67 18
52 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 29 GIUGNO 2015
Migranti e solidarietà
L’addio a Sonia vestita di rosso
“Sorella della nostra città”
La sua vita ricordata da Don Ciotti, oggi il funerale ai Santi Martiri
La storia
MARIA TERESA MARTINENGO
L’orchestra De Sono che suonerà sull’acqua del Po
Domani sera il concerto gratuito
«A
mava tanto il colore rosso, Sonia
John. Al dormitorio ho conservato i suoi vestiti». Suor Margherita Mauri la
ricorda per la sua solitudine,
per la sua inquietudine e per il
colore che prediligeva, Sonia
John, nigeriana, 33 anni, dieci
sulla strada, che da oggi, finalmente, avrà un cimitero in
cui riposare. Suor Margherita, volontaria al dormitorio
per le donne del Gruppo Abele, in via Pacini, è stata la persona che forse l’ha conosciuta
più da vicino e che, mobilitando quel mondo schierato al
fianco degli «ultimi», ha fatto
il possibile per aiutarla.
Note di Haendel sul Po
Dalla chiatta la classica
vuole arrivare a tutti
CORTEO IN CENTRO
Ipocrisie
Perché la giovane donna nigeriana della quale stamane alle
9, nella chiesa dei Santi Martiri, l’arcivescovo Cesare Nosiglia celebrerà il funerale e di
cui ha scritto sulla Stampa di
ieri don Luigi Ciotti nella sua
riflessione sulle ipocrisie dell’Occidente di fronte ai migranti, non aveva amici tra i
suoi connazionali. Non legami
d’affetto. E questo spiega perché il suo funerale avviene ad
oltre cinque mesi dalla sua
morte, avvenuta in gennaio.
Don Ciotti ha raccontato
che il tempo è passato nel tentativo di realizzare, almeno in
morte, il desiderio di tornare
in Nigeria che Sonia negli ultimi tempi della sua difficile
vita esprimeva. «Abbiamo
trovato una sorella - ricorda
suor Margherita - ma non ha
voluto saperne di sostenere
qualche spesa». Il Consolato
della Nigeria si è prodigato,
ma nella famiglia non si è trovato posto per un morto povero. Alla fine, le persone che
si erano occupate di lei hanno
deciso: Sonia sarebbe rimasta a Torino, la città dove ave-
Lenzuola bianche per ogni morto in mare
1 Solo lenzuola bianche, non gli striscioni o le bandiere. Lenzuola per ricordare i
migranti morti in mare, è stata questa la manifestazione che ieri ha percorso tutto il
centro storico. Il corteo ha avuto numerosi organizzatori, la marcia è stata silenziosa
dalle 17 da corso Giulio Cesare e ha ricordato le ottocento vittime migranti.
va vissuto, nel bene o nel male,
gli ultimi dieci anni della sua
tribolata vita. Avrà la sua tomba qui e qualcuno si ricorderà
di portarle un fiore.
Il dormitorio
«Sonia John era arrivata in
dormitorio malata, sieropositiva e con un’insufficienza renale
- ricorda suor Margherita -, arrivava dalla strada, aveva anche problemi psichiatrici. Sicuramente era una vittima dello
sfruttamento, delle paure indotte dai riti woodoo, nonostante frequentasse una delle
chiese evangeliche africane. Un
giorno, perché le sue condizioni
si erano aggravate, ho chiamato l’ambulanza che l’ha portata
al Giovanni Bosco. Dopo qualche tempo di ricovero, i medici
mi hanno chiesto di riportarla
in dormitorio, ma nelle sue con-
dizioni non era pensabile». E’
stato allora che don Ernesto
Vavassori ha accolto Sonia nella comunità per donne malate
di Aids «Panta Rei» a villa Gianotti di Cuceglio. «E’ rimasta
qui poco meno di un mese - ricorda il sacerdote -, poi ha deciso di andarsene. In 19 anni di
comunità è successo solo un
paio di volte che una donna se
ne sia andata. Ma lei non aveva
fatto amicizia con nessuna delle ospiti. sapevamo che non
aveva amici, che era isolata dalla comunità nigeriana. Aveva
molti problemi, anche di natura
psichiatrica, spesso non accettava la terapia».
Era ottobre. «Diceva che
voleva tornare nel suo Paese.
La sua malattia durava ormai
da cinque-sei anni. Le cure
non le voleva più, ha ripreso a
girare i dormitori», ricorda la
religiosa, da sempre al fianco
delle persone che faticano.
«Alla fine aveva solo noi, in via
Pacini, e qualcuno che probabilmente continuava ad usarla. Negli ultimi tempi la vedevo
ben vestita... Sonia è una delle
infinite vittime di politiche
che, come dice don Luigi, non
servono per aiutare le persone». Gli ultimi giorni Sonia
John li ha trascorsi all’Amedeo
di Savoia. I suoi abiti rossi sono rimasti in via Pacini.
Oggi ai Santi Martiri ci saranno tante persone. Suor
Margherita ha avvisato tutti.
Tutti quelli che sanno occuparsi con amore di una donna
nigeriana malata che non ha
nessuno. Ci saranno gli amici
del Gruppo Abele e della Comunità di Sant’Egidio. E finalmente Sonia avrà una tomba
con il suo nome.
Un concerto en plein air nella
cornice del tutto eccezionale
del fiume Po. E’ la proposta
della Fondazione Renzo Giubergia alla città di Torino: domani, alle 21, infatti, si esibiranno sulla sponda del Po, gli
Archi De Sono, sotto la guida
di Roberto Righetti, primo
violino concertatore.
Va nella direzione auspicata dall’arcivescovo nel giorno
di San Giovanni - offrire anche a chi non può permettersele occasioni di «cultura alta» - il concerto che domani
sera, solo posti in piedi, e per
tutti, per ascoltare la «Water
Music» di Georg Friedrich
Haendel davanti alla spettacolare visione del Castello del
Valentino. Il pubblico potrà
assistere dalla sponda del
fiume, nel tratto che fronteggia il Castello (vicino a corso
Moncalieri 80), ma grazie all’amplificazione calibrata
verso l’acqua, la musica potrà essere ascoltata anche
dalle Società dei canottieri
che si affacciano e dalle imbarcazioni. Con questo appuntamento la Fondazione
Renzo Giubergia abbandona
i luoghi storici come l’Accademia delle Scienze, il Museo
del Carcere Le Nuove, Palazzo Madama, Villa della Regina, o istituzionali, come la
Nuova Aula Magna dell’Università, selezionati finora dal
presidente Paola Giubergia e
dal direttore artistico Fran-
cesca Gentile Camerana per
altri eventi, per fare rivivere a
trecento anni di distanza musiche pensate per un contesto
molto simile a quello in cui si
terrà domani. Il 17 luglio 1717 il
re d’Inghilterra Giorgio I assistette, sul Tamigi, alla prima
esecuzione della Water Music
di Haendel da parte di 50 strumentisti su una chiatta. Domani, della «Water Music» saranno eseguite la II e la III Suite. A
completare il programma della serata sarà la Sinfonia in La
maggiore n. 87 di Franz Joseph Haydn. Nata nel 2012 per
onorare la memoria e rinnovare l’impegno del Presidente di
Ersel, la Fondazione si propone di aiutare e musicisti di talento valorizzando al tempo
stesso luoghi di interesse culturale, storico del torinese. «Il
nostro scopo è quello di diffondere la musica in luoghi insoliti
della città - spiega Paola Giubergia - per un pubblico il più
allargato possibile». Un progetto che s’inserisce nel progetto solleditato da monsignor
Nosiglia, di «animare e promuovere nella popolazione
meno abbiente e che vive situazioni difficili, quelle esigenze interiori e spirituali dell’anima e della gioia che nascono
dallo stare insieme per gustare
opere artistiche e culturali ricche di fascino e di valori interiori emozionanti». Il concerto
è a ingresso libero. Informazioni al 334/666.60.89.
[M. T. M. ]
1
Un lettore scrive:
2 «Su “La Stampa” leggo la
notizia che il costo della Tasi a
Torino è in assoluto il più caro
d’Italia! Il costo degli immobili
nella nostra città è decisamente inferiore a quello delle altre
grandi città del Centro-Nord e
altrettanto il redito pro capite
dei suoi abitanti. So che non
sono questi i parametri su cui
definire il costo dalla Tasi, ma
se ne dovrebbe tenere conto.
Per contro il Comune non ha i
soldi nemmeno per tagliare
l’erba nelle aiuole e nei giardini, per non parlare poi della realizzazione di opere utili quali,
tanto per citarne un paio, un
sottopasso sotto la “rotonda
Maroncelli” che eviterebbe
chilometriche code sia in entrata che in uscita da Torino
Sud; la manutenzione del “Palazzo del Lavoro” di Pierluigi
Nervi che è ormai un rudere
arrugginito e in completo stato di abbandono, ecc.
«I soldi si sono trovati inve-
12344567 936 A3B26
1
123 5367 879 A3B3C 7D E3DFB D7 3DDF7 ABFDD3 1BF3 13BA73877
AFBF D 3F 1D 8B677F F 766F 167 38B7 3A 7 D
1
letto su “La Stampa” che davanti alle palazzine ex Moi, è stato
istituito un presidio FISSO della
Polizia.
«Vi segnalo, però che in questo presidio “FISSO” gli agenti
se ne vanno alle 19 per tornare al
mattino successivo.
«Occorre che riveda la mia
definizione di “FISSO”.
ALESSANDRO
ce, per esempio, per pagare la
parcella all’architetto (pare oltre 18 milioni!) per il solo progetto della biblioteca centrale su
area ex Westinghouse mai realizzato e che mai si realizzerà.
Pare che la biblioteca centrale
verrà realizzata a Torino Esposizioni: nuovo progetto magari
altrettanto costoso.
«Io avrei una proposta molto
semplice da suggerire agli amministratori della nostra città:
prima di far fare costosi progetti
inutili pensare bene a che cosa si
vuole fare e se si riesce a trovare
i fondi per farla. Egregi amministratori torinesi, se riusciste a
non sprecare i soldi (o peggio…)
forse riuscireste a non avere il
record delle tasse più care d’Italia e potreste anche riuscire a
realizzare qualcosa di utile alla
città e a non fare tagli ai servizi
utili. Provate a fare finta che i
soldi che il Comune spreca escano dalle vostre tasche e non dalle nostre!».
ne aveva parlato mio marito,
che presta servizio come volontario alla Santa Sindone. La
scorsa settimana ho visto personalmente il degrado di questi
giardini e condivido il parere
della signora. E’ vergognoso che
questo patrimonio sia lasciato
andare allo sfacelo».
GABRIELLA BONETTO
ENZO ZANATTA
Un lettore scrive:
Una lettrice scrive:
2 «Sabato 13 giugno ho letto
la lettera scritta dalla signora
Loredana Muzzachi a “Specchio dei tempi”, riguardante il
degrado dei Giardini Reali. Me
2 «Dopo che corso Giulio Ce-
sare è stato ridotto ad una sola
corsia per ogni senso di marcia,
le auto provenienti dalle autostrade del Nord-Est percorrono
corso Palermo, larga e scorrevo-
le, per andare in centro di Torino. Adesso stanno costruendo
grandi e assurdi marciapiedi
che ridurranno anche corso Palermo ad una corsia per ogni
senso di marcia. Non so come
ragionino i nostri amministratori, che evidentemente hanno
qualche problema. Una volta,
quando tutti andavano a piedi, a
Torino c’erano strade larghe e
marciapiedi stretti; ora che tutti
vanno in auto, fanno strade
strette e marciapiedi larghi»
RICCARDO LEVI
Un lettore scrive:
2 «Buongiorno,
ho letto su
Una lettrice scrive:
seguito di visita a Torino di miei amici, desidero segnalare che la chiusura dei musei in città la giornata di lunedì
fissa non è all’altezza della promozione turistica di Torino, in
quanto proprio collegata a un fine settimana ideale per qualche
giorno di vacanza.»..
2 «A
MARGHERITA ZOPPI
[email protected]
via Lugaro 15, 10126 Torino
Forum lettere su
www.lastampa.it/specchio
www.facebook.com/specchiodeitempi