ICE. Rapporto 2010 sul Madagascar

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ICE. Rapporto 2010 sul Madagascar
Madagascar
AGGIORNAMENTO AL 1^ SEMESTRE 2010
MADAGASCAR
1.
QUADRO MACROECONOMICO
a)
Andamento congiunturale e rischio Paese
MADAGASCAR: PIL REALE
(variazioni percentuali)
15.0
10.0
4.7
5.0
4.5
9.8
5.3
6.0
4.6
5.0
6.2
7.1
3.7
0.0
-1.0
-5.0
-5.0
-10.0
-15.0
-12.4
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005 2006
2007
2008 2009
2010
(*)
2011
(**)
(*) stime
(**) previsioni
Fonte: FMI – World Economic Outlook – Aprile 2010
Il Madagascar, grande isola-stato dell’Oceano Indiano, con una popolazione di poco piu’ di 20
milioni di abitanti ed un reddito pro-capite di 461 dollari all’anno nel 2009, si colloca tra i paesi
piu’ poveri al mondo.
Negli ultimi dieci anni, l’economia del Madagascar e’ stata caratterizzata dall’evidente contrasto
tra un settore industriale in rapido sviluppo, concentrato ad Antananarivo, focalizzato nella
produzione di prodotti tessili e dell’abbigliamento destinati alle esportazioni, con associata
creazione di valore aggiunto, di indotto e di potere d’acquisto per la popolazione urbana e,
dall’altro lato, il settore rurale tradizionale, imperniato su un’agricoltura di sussistenza.
L’agricoltura (27% del PIL ma che occupa il 70% della popolazione attiva) rappresenta
l’attivita’ economica dominante e produce sia generi alimentari di sussistenza (riso, manioca,
mais, patate) che prodotti agricoli commerciali (caffe’, vaniglia, chiodi di garofano, pepe, cacao,
cotone e zucchero di canna). Circa tre quarti della popolazione vive in aree rurali ed e’ occupata
principalmente in attivita’ agricole di sussistenza. Tuttavia, l’economia agricola e’
sistematicamente ostacolata dalla frequente ricorrenza di cicloni ed inondazioni, dalla bassa
produttivita’, da opachi diritti di proprieta’ fondiaria, da scarso accesso al credito e dalle deboli
infrastrutture che limitano i processi di distribuzione e commercializzazione dei prodotti. Il
principale prodotto di base e’ il riso, che rappresenta il 70% della produzione agricola del paese,
coltivato nella zona meridionale del paese (Regione di Alaotra). Tuttavia, il Madagascar non e’
riuscito a conseguire autosufficienza nella produzione alimentare, data la preponderanza di
pratiche agricole tradizionali con il minimo utilizzo di fattori produttivi.
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero
1^ sem. 2010
Le attivita’ manifatturiere, di dimensione limitata (16% del PIL), sono concentrate nella
produzione alimentare e di bevande, nella produzione chimica, nella raffinazione petrolifera,
nella produzione di energia idro-elettrica, nelle industrie estrattive (grafite, cromite e zaffiri), nel
tabacco, nei prodotti tessili, nelle calzature, nella carta e nel cemento. Il Madagascar, a
differenza di altri paesi africani, ha ottenuto un significativo successo nello sviluppare attivita’
industriali dedicate all’esportazione, in particolare quelle tessili, concentrate nelle Export
Processing Zones, il cui contributo all’economia si e’ rivelato progressivamente crescente. I
servizi concorrono per quasi il 60% alla formazione del PIL. All’interno del settore, i segmenti
piu’ dinamici risultano quelli dei trasporti, della distribuzione commerciale al dettaglio e
all’ingrosso ma anche dei servizi finanziari.
Il paese ha sofferto per decenni di instabilita’ macroeconomica derivante da crisi politiche, dalla
strutturale vulnerabilita’ agli shock esogeni e da scarsa capacita’ di gestione dell’economia. A
partire dal 1994 e fino al 2001, ha sperimentato una costante accelerazione della propria crescita
economica, grazie anche alle riforme economiche attuate sulla base di programmi di supporto
della comunita’ internazionale, sebbene tale crescita non abbia prodotto sostanziali
miglioramenti nelle condizioni di poverta’ strutturale della maggioranza della popolazione. Nel
2002, il paese ha vissuto una fase di grave crisi politica a causa dell’elezione presidenziale
contestata dai due maggiori gruppi politici. Essa ha prodotto un effetto devastante
sull’economia, con la dissipazione di tutti i guadagni realizzati negli anni precedenti. Il prodotto
reale ha sperimentato una contrazione del 12,4%, con rilevanti riflessi sociali e occupazionali ed
il peggioramento delle condizioni di poverta’. A partire dal 2003, tuttavia, si e’ registrata una
robusta ripresa, attivata principalmente dagli investimenti in infrastrutture pubbliche, finanziati
dagli aiuti dei paesi donatori, dal cospicuo incremento delle entrate turistiche, dall’avvio di
investimenti in due importanti progetti minerari (il giacimento di ilmenite con associato porto a
Taolagnaro e la miniera di nickel e cobalto ad Ambatovy) e dalla sostenuta attivita’ nei settori
dei trasporti e delle telecomunicazioni.
Nel 2009, il Madagascar ha vissuto una nuova drammatica crisi politica, con la deposizione e
l’esilio coatto del Presidente eletto Ravalomanana e la creazione di una nuova autorita’ politica
di transizione guidata dal nuovo leader, Andry Rajoelina. Gli effetti dirompenti di tale crisi
sull’attivita’ economica si sono sommati a quelli negativi indotti dalle ripercussioni della
congiuntura economica internazionale sui flussi commerciali, conducendo nel 2009 ad una netta
contrazione del PIL reale pari al 5% rispetto al 2008. Tra i principali effetti negativi della crisi
economica si annovera il congelamento degli investimenti governativi in progetti di pubblica
utilita’, come la costruzione di strade, a causa della sospensione degli aiuti da parte dei donatori,
con ripercussioni drammatiche sull’occupazione del settore delle costruzioni. Anche l’attivita’
nel settore privato ha subito un forte ridimensionamento. Il settore lattiero-caseario e’ stato
danneggiato nel corso degli attacchi dei rivoltosi alle imprese del gruppo Tiko, di proprieta’ del
deposto Presidente, praticamente monopolista nell’offerta di tali prodotti. Il settore del turismo
e’ stato particolarmente danneggiato, con fortissimi cali delle presenze e dei ricavi da parte delle
strutture alberghiere, anche se il settore ha mostrato timidi segnali di ripresa verso la fine del
2009. Le industrie tessili hanno subito riduzioni negli ordini, per l’intensificazione della
concorrenza cinese e per la netta riduzione della domanda nei paesi importatori, unitamente alla
sospensione del paese, nel dicembre 2009, dai benefici del trattamento prefereziale dell’AGOA
sul mercato stanunitense, verso il quale si dirige un’ampia quota delle esportazioni tessili. Nel
2008 gli USA hanno importato dal Madagascar circa 280 milioni di dollari in prodotti tessili e
abbigliamento. In controtendenza, l’attivita’ mineraria e’ proseguita senza particolari criticita’,
continuando a trainare la crescita grazie prevalentemente alle attivita’ di estrazione della
ilmenite di Taolagnaro e del cobalto-nickel ad Ambatovy. Tuttavia, l’attivita’ economica risulta
pesantemente condizionata dalla netta rarefazione degli investimenti dei donatori nelle
infrastrutture e nei servizi. Il settore agricolo e’ rimasto relativamente isolato dalle perturbazioni
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sia interne che internazionali e la sua espansione e’ risultata potenziata dai progetti finalizzati
all’incremento della produzione di riso. Nei primi mesi del 2010, la situazione economica del
paese non ha mostrato miglioramenti di rilievo ed, anzi, il fallimento dei negoziati per un
accordo di condivisione del potere tra governo ed opposizione, firmati a Maputo e ad Addis
Abeba alla fine del 2009, ne hanno ulteriormente aggravato le prospettive. La crisi politica ha
sancito la paralisi di molte attivita’ economiche, gia’ colpite dall’impatto della crisi
internazionale del 2009. la decisione del governo di compiere un drammatico taglio alla spesa
pubblica ha determinato l’arresto di molti lavori pubblici e programmi di manutenzione,
riverberandosi sull’attivita’ manifatturiera. Altro grave impatto sull’attivita’ economica e’ stato
apportato dalla decisione dei paesi donatori di sospendere i programmi di aiuto, unitamente alla
decisione da parte degli Stati Uniti di sospendere i privilegi commerciali previsti dall’Africa
Growth and Opportunity Act (AGOA), con effetti negativi sul settore tessile e
dell’abbigliamento che, negli ultimi anni, ha rappresentato uno dei pochi casi di successo per
l’economia dell’isola.
MADAGASCAR: INFLAZIONE
(percentuale)
20.0
15.0
10.0
5.0
0.0
-5.0
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
(*)
2011
(**)
(*) stime
(**) previsioni
Fonte: FMI – World Economic Outlook – Aprile 2010
Negli ultimi anni, le autorita’ di politica monetaria sono riuscite a ridurre drasticamente il tasso
di incremento dei prezzi al consumo rispetto alle esperienze iper-inflazionistiche degli anni
novanta. Nel 2009, mentre, da un lato, sono diminuite le pressioni inflazionistiche sul fronte dei
prezzi internazionali dei prodotti alimentari ed energetici, a cui si e’ associata la debolezza della
domanda interna, dall’altro lato, sulla dinamica dei prezzi al consumo hanno influito
negativamente i danni alla produzione agricola inferta dai cicloni e la tendenza al
deprezzamento della valuta locale contro il dollaro che ha alimentato l’inflazione importata. Tali
effetti sono stati tuttavia parzialmente calmierati dai miglioramenti verificatisi nei raccolti di
riso. Il tasso di inflazione medio si e’ mantenuto al 9% nel 2009, praticamente stabile rispetto
all’anno precedente. Nel mese di luglio 2009, la Banca Centrale ha ridotto di mezzo punto
percentuale il tasso ufficiale di sconto portandolo dal 10% al 9,5%. Nei primi mesi del 2010, il
quadro inflazionistico ha subito pressioni derivanti dal deprezzamento della valuta e dalla
tendenza all’aumento delle quotazioni petrolifere internazionali, solo parzialmente compensate
dalla netta contrazione della spesa pubblica in funzione calmieratrice della domanda interna.
A partire dagli anni ottanta, abbandonata l’esperienza socialista post-coloniale degli anni
settanta, il Madagascar ha inaugurato, con il supporto delle istituzioni finanziarie internazionali,
un graduale processo di riforma economica e di trasformazione verso l’economia di mercato
basato su provvedimenti di liberalizzazione e di privatizzazione. Tuttavia, soltanto
successivamente alla crisi politica del 2002, si e’ assistito ad una significativa accelerazione del
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programma di riforme strutturali con il supporto di una Poverty Reduction and Growth Facility
(PRGF) del Fondo Monetario. Quest’ultimo, nel luglio 2006, aveva approvato una nuova
PRGF, di durata triennale per il periodo 2006-2009, con un supporto finanziario di 89,8 milioni
di dollari, i cui obiettivi prioritari riguardavanono il miglioramento della gestione e della
disciplina fiscale, lo stimolo allo sviluppo delle aree rurali, caratterizzate da elevati livelli di
poverta’ endemica, e la privatizzazione dell’impresa pubblica di fornitura elettrica ed idrica
(Jirama). Tuttavia, nel corso dei primi mesi del 2009, al peggioramento della situazione politica
del paese, la maggior parte dei donatori ha decretato la sospensione dei propri aiuti sotto forma
di sostegno al bilancio, in particolare Fondo Monetario, Banca Mondiale, Unione Europea, Stati
Uniti e Norvegia, limitando le risorse messe a disposizione esclusivamente per interventi di
emergenza, assistenza umanitaria e sicurezza alimentare. La recessione economica e la virtuale
paralisi della pubblica amministrazione hanno provocato un significativo declino delle entrate
fiscali e doganali. Il governo di transizione si e’ assicurato risorse addizionali da fonti
alternative, in particolare da investitori sauditi, ma non a sufficienza per compensare i tagli agli
aiuti e la riduzione delle entrate. Finora e’ riuscito a contenere, in uno sforzo quasi eroico, il
deficit pubblico, grazie al pagamento una tantum delle tasse arretrate da parte delle imprese, nel
mese di giugno 2009, e all’incremento delle importazioni petrolifere che ha generato entrate
fiscali addizionali. Ha inoltre operato un taglio drastico alla spesa, interrompendo i lavori civili
in corso e decurtando gli stipendi pubblici.
Negli ultimi anni, il governo malgascio aveva provveduto a liberalizzare la propria politica
valutaria, al fine di assicurare che il mercato dei cambi riflettesse in modo efficace l’interazione
tra domanda ed offerta e che esso potesse adattarsi alle difficolta’ del contesto macroeconomico
internazionale. Nel 2009, la valuta nazionale e’ stata sottoposta ad intense pressioni e,
nonostante i ripetuti interventi da parte della banca centrale, con effetti negativi sulle gia’ esigue
riserve estere, ha sperimentato un sensibile deprezzamento rispetto alle principali valute. Nel
2009, l’ariary e’ stato scambiato mediamente a 1.950 unita’ nei confronti del dollaro e a 2.720
contro l’euro, rispetto ad un cambio medio pari rispetivamente a 1.710 ariary per dollaro ed a
2.511 per euro nel 2008. Nei primi mesi del 2010, la tendenza al deprezzamento e’ proseguita
Nel breve periodo, l’economia del Madagascar dovrebbe continuare a manifestare segnali di
contrazione almeno fino al raggiungimento di un accordo di risoluzione della crisi politica. Il
Fondo Monetario stima una ulteriore contrazione reale dell’1% del PIL del paese nel 2010 e
prevede un ritorno ad un tasso di crescita positivo del 3,7% nel 2011.
b)
Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri
MADAGASCAR: SALDO PARTITE CORRENTI IN % DEL PIL
0.0
-5.0
-10.0
-15.0
-20.0
-25.0
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
(*)
2011
(**)
(*) stime
(**) previsioni
Fonte: FMI – World Economic Outlook – Aprile 2010
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1^ sem. 2010
Il Madagascar presenta un cronico deficit della bilancia delle partite correnti, a causa soprattutto
della forte dipendenza del paese dalle importazioni. Negli ultimi anni, si e’ verificato un
progressivo deterioramento del disavanzo, principalmente per effetto dell’incremento dei prezzi
dei prodotti petroliferi e della crisi che ha colpito le esportazioni tessili delle Export Processing
Zones. Dopo aver raggiunto un disavanzo delle partite correnti pari al 20,5% del PIL nel 2008,
dovuto in particolare al cospicuo incremento delle importazioni di beni capitali per i progetti di
investimento e per i lavori infrastrutturali in corso di realizzazione, il Madagascar, a fronte della
crisi politica del 2009, ha registrato una pesante contrazione delle esportazioni, nonostante
l’avvio delle spedizioni di ilmenite dal nuovo giacimento di Taolagnaro. Le vendite di prodotti
tessili e dell’abbigliamento dalle Export Processing Zones, insieme a quelle di gamberi e
vaniglia hanno risentito della debole domanda dei consumatori nei principali mercati di sbocco,
quali l’Unione Europea e gli Stati Uniti. Tuttavia, anche le importazioni, in particolare di beni
capitali, hanno mostrato una brusca flessione, anche a causa della ormai prossima conclusione
dei principali investimenti minerari, mentre considerevole e’ stato l’incremento delle
importazioni di prodotti alimentari, da associare alla virtuale paralisi dell’attivita’ del gruppo
Tiko, il principale produttore del paese, di proprieta’ del deposto Presidente Ravalomanana.
Anche il settore dei servizi ha risentito della minore domanda proveniente dai progetti minerari
in corso di realizzazione, a cui si sono sommati gli effetti della riduzione delle entrate derivanti
dai servizi marittimi e soprattutto dal turismo. Il deficit della bilancia dei redditi e’ nettamente
diminuito, quale risultato dei minori pagamenti a titolo di interessi sul debito estero del paese, a
seguito dei provvedimenti di cancellazione di cui ha beneficiato. Dall’altro lato, nel 2009, si e’
registrata una drammatica flessione dei flussi in entrata a titolo di trasferimenti correnti, a causa
della decisione di interrompere tali flussi da parte della maggior parte dei principali paesi
donatori.
In conseguenza di tali circostanze, il deficit delle partite correnti del Madagascar si e’ attestato
al 16,8% del PIL nel 2009, in contrazione rispetto al 20,5% del 2008, e viene stimato in
ulteriore riduzione al 13,2% del PIL nel 2010.
Il Madagascar ha beneficiato delle iniziative HIPC e MDRI di cancellazione del debito,
rispettivamente nell’ottobre 2004 e nel gennaio 2006, nonché della riduzione del debito da parte
di diversi creditori del Club di Parigi. Il rapporto tra debito estero e PIL e’ quindi passato
dall’83% del 2003 al 23,8% nel 2008, aumentato al 30% nel 2009. L’ammontare delle riserve
valutarie è stato pari a 3 mesi di importazioni alla fine del 2009.
Un’ampia componente del deficit di parte corrente del paese e’ costituita dal deficit
commerciale, che presenta natura strutturale ed e’ indotto, da un lato, dagli elevati livelli della
domanda di importazioni, non comprimibili perche’ rappresentati dagli acquisti necessari di
prodotti petroliferi e di attrezzature associate a progetti di investimento finanziati da agenzie di
sviluppo e, dall’altro lato, dalle difficolta’ relative alle esportazioni, determinate dai problemi di
riposizionamento competitivo dell’industria tessile e dell’abbigliamento ma anche dalla crisi che
sta attraversando il mercato di uno dei prodotti principali di esportazione del paese, la vaniglia,
e la produzione di crostacei e molloschi, a causa di riserve in declino e di scarsi investimenti.
Tuttavia, negli ultimi anni, le esportazioni di tali prodotti tradizionali sono state
progressivamente superate dalle vendite estere di prodotti tessili e dell’abbigliamento
nell’ambito delle Export Processing Zones.
Secondo le statistiche della banca dati Direction of Trade Statistics del Fondo Monetario, il
deficit di bilancia commerciale (fob-cif), dopo aver raggiunto il suo valore massimo annuale di
3,1 miliardi di dollari nel 2009, nei primi quattro mesi del 2010, si sia relativamente assestato
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rispetto ai valori dello stesso periodo dell’anno precedente, con flessioni di entrambe le correnti
di interscambio, pari al 6,6% per le esportazioni ed all’8,7% delle importazioni.
Madagascar: Bilancia commerciale
(valori in mgliaiai di dollari, variazioni e saldi normalizzati in percentuale)
2001
2002
2003
2004
Esportazioni 925.421 667.003 1.001.195
944.419
2005
2006
2007
2008
2009
2009
2010
gen-apr gen-apr
Valori
847.996 1.116.773 1.323.226
Importazioni 868.043 578.092 1.246.111 2.014.540 1.916.393 3.460.016 2.506.631
Saldo
Saldo
normalizzato
(%)
57.378
88.911
3,2
7,1
-244.916 -1.070.121 -1.068.397
-10,9
-36,2
-2.343.243 -1.183.405
1.349.627 1.179.411
357.258
333.624
4.161.331 4.329.336 1.527.334 1.394.672
-2.811.705 -3.149.925 -1.170.076 -1.061.048
-38,6
-51,2
-30,9
-51,0
-57,2
-62,1
-61,4
Variazioni sull'anno precedente
Esportazioni
14,8
-27,9
50,1
-5,7
-10,2
31,7
18,5
2,0
-12,6
-11,9
-6,6
Importazioni
18,4
-33,4
115,6
61,7
-4,9
80,5
-27,6
66,0
4,0
13,1
-8,7
-1.628.300 -338.220 -224.456
109.028
Saldi
(variazioni
assolute)
-15.222 31.533 -333.828 -825.205
1.724 -1.274.846 1.159.838
Fonte: elaborazioni ICE su dati FMI-DOTS
Nei primi quattro mesi del 2010, la Francia ha mantenuto la propria tradizionale posizione di
preminenza nell’ambito della graduatoria dei principali paesi clienti del Madagascar, seguita da
Stati Uniti, e, dopo la categoria aggregata dei paesi non dichiarati nelle statistiche di commercio
estero, Cina e Spagna. L’Italia si e’ classificata al decimo posto tra i mercati di sbocco del
Madagascar, manifestando una riduzione del 28,3% dei valori esportati rispetto ai primi quattro
mesi del 2009.
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1^ sem. 2010
Madagascar: principali paesi clienti
(valori in migliaia di dollari)
2005
2006
2007
2008
2009
2009
gen-apr
2010
Var. %
gen-apr 2010/2009
Francia
Stati Uniti
Altri paesi
n.d.
Cina
Spagna
Paesi Bassi
284.628
189.810
34.464
366.895
148.740
220.251
467.608
232.851
184.467
524.969
273.624
104.802
341.961
242.455
97.747
103.165
80.545
32.557
91.489
67.217
33.230
-11.3
-16.5
2.1
34.894
12.912
14.282
22.185
24.330
16.149
26.690
30.008
25.909
44.524
32.635
27.426
49.550
26.628
26.982
19.140
3.861
7.244
24.671
12.625
11.035
28.9
227.0
52.3
Germania
Canada
Sudafrica
Regno
Unito
Italia
Singapore
Maurizio
Bulgaria
Giappone
Belgio
Seicelle
India
Hong Kong
Marocco
MONDO
55.223
6.084
5.216
16.774
59.660
12.417
9.236
30.382
67.633
11.404
7.912
42.184
67.884
13.420
25.677
31.842
69.639
36.513
18.071
40.027
8.711
8.990
7.837
5.203
10.384
10.289
8.053
6.999
19.2
14.4
2.8
34.5
23.689
14.606
13.168
87
18.900
10.305
1.041
13.100
12.263
2.164
847.996
40.913
19.490
14.294
200
13.890
22.023
2.774
11.785
9.765
7.221
1.116.773
46.798
19.799
20.194
17
8.219
13.549
2.608
17.612
9.656
9.785
1.323.226
41.810
22.863
18.420
3
7.280
20.175
11.144
10.548
9.850
5.951
1.349.627
36.293
33.881
15.441
10.976
31.492
16.140
9.749
9.228
12.660
5.206
1.179.411
8.736
14.100
5.147
72
19.053
5.614
3.250
3.076
2.702
1.735
357.258
6.268
5.937
5.289
4.839
4.760
3.961
3.339
3.161
2.872
1.783
333.624
-28.3
-57.9
2.8
-93.3
-75.0
-29.4
2.7
2.8
6.3
2.8
-6.6
Fonte: elaborazioni ICE su dati FMI-DOTS
Nel periodo gennaio-aprile 2010, il mercato francese ha rappresentato il 27,4% delle vendite
estere del Madagascar, seguito da quello statunitense con poco piu’ del 20% delle vendite.
L’Italia ha assorbito l’1,9% delle esportazioni totali del Madagascar nel periodo considerato.
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1^ sem. 2010
Madagascar: principali paesi clienti
(composizione percentuale)
Francia
Stati Uniti
Cina
Spagna
Paesi Bassi
Germania
Canada
Sudafrica
Regno Unito
Italia
Singapore
Maurizio
Bulgaria
Giappone
Belgio
Seicelle
India
Hong Kong
Marocco
Emirati Arabi Uniti
Mondo
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2009
gen-apr
2010
gen-apr
41,8
19,7
0,7
1,6
2,5
3,6
0,8
2,7
3,2
1,9
7,2
3,6
..
2,1
1,1
0,1
0,2
1,0
0,1
0,1
100
42,5
18,5
1,1
2,2
1,9
3,9
2,3
0,4
3,8
2,8
3,2
5,5
..
3,6
2,4
0,1
0,3
1,2
0,2
..
100
44,3
26,0
0,8
1,2
1,2
5,1
1,1
1,7
1,7
1,8
2,5
4,6
..
1,6
0,7
0,1
0,4
0,9
0,4
0,1
100
33,2
35,3
1,1
1,9
1,2
5,9
1,2
0,4
2,1
3,2
2,7
2,9
..
1,5
1,0
0,1
0,7
1,1
0,6
0,1
100
33,6
22,4
4,1
1,5
1,7
6,5
0,7
0,6
2,0
2,8
1,7
1,6
..
2,2
1,2
0,1
1,5
1,4
0,3
0,2
100
32,9
13,3
2,0
2,2
1,4
5,3
1,1
0,8
2,7
3,7
1,7
1,3
..
1,2
2,0
0,2
1,1
0,9
0,6
0,2
100
35,3
17,6
2,0
2,3
2,0
5,1
0,9
0,6
3,2
3,5
1,5
1,5
..
0,6
1,0
0,2
1,3
0,7
0,7
0,5
100
38,9
20,3
3,3
2,4
2,0
5,0
1,0
1,9
2,4
3,1
1,7
1,4
..
0,5
1,5
0,8
0,8
0,7
0,4
0,4
100
29,0
20,6
4,2
2,3
2,3
5,9
3,1
1,5
3,4
3,1
2,9
1,3
0,9
2,7
1,4
0,8
0,8
1,1
0,4
0,4
100
28,9
22,5
5,4
1,1
2,0
2,4
2,5
2,2
1,5
2,4
3,9
1,4
..
5,3
1,6
0,9
0,9
0,8
0,5
0,4
100
27,4
20,1
7,4
3,8
3,3
3,1
3,1
2,4
2,1
1,9
1,8
1,6
1,5
1,4
1,2
1,0
0,9
0,9
0,5
0,5
100
Fonte: elaborazioni ICE su dati FMI-DOTS
Secondo la banca dati FMI-DOTS, nei primi quattro mesi del 2010, e’ stata la categoria
aggregata di paesi non dichiarati ad occupare la prima posizione della graduatoria dei paesi di
provenienza delle importazioni in Madagascar. Il primo paese fornitore e’ stato la Cina, pur
avendo sperimentato una flessione di circa il 10% delle importazioni malgascie, seguita
nell’ordine da Francia, Bahrein, Singapore e India. L’Italia, nei primi quattro mesi del 2010, si
e’ collocata in ventesima posizione tra i paesi fornitori del Madagascar, facendo registrare una
ripresa delle vendite delle imprese italiane sul mercato, pari al 5,9% rispetto al periodo gennaioaprile 2009.
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero
1^ sem. 2010
Madagascar: principali paesi fornitori
(valori in migliaia di dollari)
Altri paesi
n.d.
Cina
Francia
Bahrein
Singapore
India
Sudafrica
Canada
Maurizio
Stati Uniti
Corea del
Sud
Emirati
Arabi Uniti
Indonesia
Argentina
Pakistan
Thailandia
Arabia
Saudita
Malaysia
Germania
Belgio
Italia
MONDO
2005
2006
2007
2008
2009
2009
gen-apr
2010
gen-apr
Var %
10/09
299.970
1.759.291
60.439
435.991
804.063
267.009
392.249
46.9
269.786
242.103
214.254
7.540
94.163
95.548
2.325
47.353
53.453
18.896
308.715
234.016
287.406
6.544
51.126
111.016
4.962
54.466
65.072
23.471
479.747
269.270
367.622
10.166
72.439
152.763
10.838
71.987
93.351
29.541
831.149
259.683
358.822
22.491
180.971
249.617
17.214
87.682
202.421
79.579
435.158
304.496
313.921
133.319
158.324
146.940
70.360
124.102
182.600
69.621
153.766
88.119
104.640
14.840
52.775
47.815
12.940
41.367
90.090
23.207
139.143
115.923
107.526
61.817
54.230
49.134
48.723
42.508
40.956
23.847
-9.5
31.6
2.8
316.6
2.8
2.8
276.5
2.8
-54.5
2.8
18.023
13.264
26.881
80.158
55.828
18.609
22.427
20.5
28.303
14.529
25.823
42.708
33.116
31.486
15.851
27.238
26.329
14.439
31.221
33.331
66.594
38.139
15.687
71.767
58.049
54.447
72.498
53.788
49.984
50.785
47.634
527.381
37.462
16.661
16.928
15.878
250.314
12.487
20.080
17.395
16.316
15.063
15.049
20.5
2.8
2.8
-94.0
20.5
21.785
52.336
28.071
26.949
1.916.393
16.286
42.852
30.624
26.917
3.460.016
27.591
59.304
33.553
43.636
2.506.631
36.320
97.927
58.833
50.419
4.161.331
50.602
98.789
90.620
30.867
4.329.336
14.159
47.545
39.495
9.184
1527.334
14.550
13.320
13.218
9.725
1394.672
2.8
-72.0
-66.5
5.9
-8.7
Fonte: elaborazioni ICE su dati FMI-DOTS
I paesi fornitori non dichiarati nelle statistiche di commercio estero del Madagascar hanno
rappresentato, nei primi quattro mesi del 2010, il 28% degli acquisti totali dall’estero del paese.
Nello stesso periodo, la Cina, dopo aver visto dimezzare la propria quota di mercato dal 20% al
10% tra il 2008 ed il 2009, ha sostanzialmente mantenuto tale posizione. La Francia ha ottenuto
l’8,3% del mercato di importazione di merci, seguita dal Bahrein con il 7,7%. L’Italia ha
mantenuto, nel periodo in considerazione, la stessa quota di mercato del 2009, pari allo 0,7%.
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero
1^ sem. 2010
Madagascar: quote di mercato principali paesi fornitori
(percentuale)
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Cina
Francia
Bahrein
Singapore
India
Sudafrica
Canada
Maurizio
Stati Uniti
Corea del Sud
Emirati Arabi Uniti
Indonesia
Argentina
Pakistan
Thailandia
Arabia Saudita
Malaysia
Germania
Belgio
Hong Kong
Italia
Mondo
9,2 5,7 15,7 14,4 14,1
15,6 14,8 15,4 10,9 12,6
6,3 12,1 1,9 5,3 11,2
0,8 0,7 1,0 0,6 0,4
2,1 3,7 4,2 3,2 4,9
6,2 6,9 7,9 5,3 5,0
0,3 0,1 0,3 0,1 0,1
4,5 3,4 3,3 2,3 2,5
3,6 3,1 3,4 2,4 2,8
1,2 1,0 1,1 1,0 1,0
7,0 13,7 2,1 0,8 0,9
2,0 2,1 1,9 1,2 1,5
0,6 1,2 1,7 2,0 0,8
2,7 0,8 2,0 1,0 1,3
0,6 0,5 1,1 1,6 2,2
0,8 0,6 0,7 2,1 1,7
1,3 1,5 1,4 1,2 1,1
3,8 2,7 2,9 2,8 2,7
1,3 1,7 1,8 2,2 1,5
1,6 0,3 2,0 1,2 1,0
2,4 1,5 2,9 1,6 1,4
100 100 100 100 100
2009
2010
gen-apr gen-apr
8,9 19,1 20,0 10,1
6,8 10,7 6,2 7,0
8,3 14,7 8,6 7,3
0,2 0,4 0,5 3,1
1,5 2,9 4,3 3,7
3,2 6,1 6,0 3,4
0,1 0,4 0,4 1,6
1,6 2,9 2,1 2,9
1,9 3,7 4,9 4,2
0,7 1,2 1,9 1,6
0,4 1,1 1,9 1,3
0,9 1,2 1,7 1,2
0,5 1,3 1,4 1,2
0,8 2,7 1,3 1,1
0,8 1,5 1,7 12,2
0,4 0,6 1,3 0,9
0,5 1,1 0,9 1,2
1,2 2,4 2,4 2,3
0,9 1,3 1,4 2,1
0,5 0,7 0,3 1,4
0,8 1,7 1,2 0,7
100 100 100 100
10,1
5,8
6,9
1,0
3,5
3,1
0,8
2,7
5,9
1,5
1,2
1,1
1,1
1,0
16,4
0,8
0,9
3,1
2,6
1,4
0,6
100
10,0
8,3
7,7
4,4
3,9
3,5
3,5
3,0
2,9
1,7
1,6
1,4
1,2
1,2
1,1
1,1
1,0
1,0
0,9
0,9
0,7
100
Fonte: elaborazioni ICE su dati FMI-DOTS
A partire dal 2003, quale impatto positivo della ripresa economica del paese, in seguito alla crisi
creata dalle tensioni politiche del 2002, i flussi di investimenti diretti esteri in entrata nel
Madagascar hanno ricevuto un nuovo robusto impulso, grazie al programma di privatizzazioni e
al processo in corso di diversificazione dell’economia rispetto ai settori tradizionali, dirigendosi
prevalentemente nell’ambito del settore minerario, dei trasporti e delle telecomunicazioni.
Madagascar: investimenti diretti esteri in entrata
(milioni di dollari)
2000
83
2001
93
2002
61
2003
95
2004
95
2005
86
2006
294
2007
777
2008
1180
2009
543
Fonte: UNCTAD – World Investment Report 2010
Nel 2008, secondo i dati UNCTAD, gli investimenti diretti esteri (IDE) in entrata nel paese sono
ammontati a circa 1,2 miliardi di dollari, valore massimo storicamente raggiunto, grazie
all’impulso dei progetti minerari in corso di realizzazione, in particolare lo sfruttamento del
giacimento di ilmenite da parte della canadese Rio Tinto (QIT Madagascar Mineral) e il
progetto di nickel e cobalto da parte dell’americana Sheritt International, in joint venture con
SNC-Lavalin, Sumitomo Corporation e Korea Resources Corporation. Oltre che nelle industrie
estrattive, gli investimenti hanno interessato il settore delle telecomunicazioni, delle
infrastrutture, delle attivita’ finanziarie e della distribuzione commerciale. Principali partner del
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero
1^ sem. 2010
paese in termini di investimenti diretti esteri sono Canada, Francia, Giappone, Corea del Sud,
Stati Uniti e Mauritius. Nonostante molti investimenti francesi risalgano al periodo coloniale,
capitali francesi sono presenti in modo significativo nelle operazioni manifatturiere delle Export
Processing Zones e nelle operazioni di privatizzazione realizzate recentemente dal governo. Le
principali quattro banche commerciali del paese sono collegate a banche francesi, mentre la
Total Fina Elf e’ uno dei quattro acquirenti delle azioni dell’azienda petrolifera statale. Interessi
francesi nel paese sono presenti nel sistema finanziario, nelle costruzioni, nella pesca,
nell’energia, nelle telecomunicazioni, nel commercio e nei trasporti. Esistono poi investimenti
di imprese statunitensi in un ampio spettro di settori, tra cui l’esplorazione petrolifera, il settore
minerario e quello dell’abbigliamento. Negli ultimi anni sono cresciuti considerevolmente gli
investimenti di Mauritius, concentrati prevalentemente nell’ambito del settore delle
telecomunicazioni, nella distribuzione petrolifera, nel settore manifatturiero e nel settore
finanziario. Nel 2009, i flussi in entrata si sono piu’ dimezzati, essendo stati pari a 543 milioni
di dollari, a causa dell’impatto della crisi economica internazionale e del perdurare della crisi
politica interna.
c)
Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti diretti
esteri bilaterali
Italia: bilancia commerciale con il Madagascar
(milioni di euro)
60.0
50.0
40.0
30.0
20.0
10.0
0.0
-10.0
-20.0
-30.0
-40.0
Gen-Giu Gen-Giu
2009
2010
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
24.3
33.3
13.9
24.5
21.2
20.4
19.8
24.6
21.7
20.2
10.2
9.7
Importazioni
37.0
30.7
27.1
32.5
38.5
29.3
46.8
41.7
36.3
28.3
9.5
11.3
Saldo
-12.6
2.6
-13.2
-8.0
-17.3
-8.8
-27.0
-17.1
-14.6
-8.1
0.7
-1.6
Esportazioni
Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero
1^ sem. 2010
Bilancia commerciale dell'Italia con il Madagascar
(valori in migliaia di Euro e variazioni in percentuale)
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2009
2010
gen-giu gen-giu
Valori
Esportazioni 33.326 13.891 24.459 21.205 20.439 19.796 24.607 21.657 20.171
Importazioni 30.729 27.138 32.482 38.483 29.280 46.791 41.726 36.273 28.283
Saldo
2.597 -13.247 -8.023 -17.277 -8.841 -26.995 -17.119 -14.616 -8.113
Saldo
4,1
-32,3 -14,1
-28,9 -17,8
-40,5
-25,8
-25,2 -16,7
normalizzato
(%)
10.202
9.479
723
3,7
9.741
11.293
-1.552
-7,4
Variazioni sull'anno precedente
Esportazioni
Importazioni
Saldi
(variazioni
assolute)
37,0
-16,8
-58,3
-11,7
76,1
19,7
15.215 -15.844 5.224
-13,3
18,5
-3,6
-23,9
-3,1
59,8
24,3
-10,8
-12,0
-13,1
-6,9
-22,0
-11,2
-15,8
-4,5
19,1
-9.254 8.437 -18.154
9.875
2.503 6.503
485
-2.275
Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT
Il saldo commerciale dell’Italia con il Madagascar ha mantenuto, negli ultimi anni, un profilo
strutturalmente negativo per l’Italia, ad eccezione del 2001 quando, alla forte crescita delle
esportazioni italiane, rispetto all’anno precedente, si e’ associata una netta contrazione delle
importazioni. Dopo aver fatto registrare un deficit di 8,1 milioni di euro nel 2009, nel primo
semestre 2010 si e’ assistito ad una contrazione di circa il 5% delle esportazioni italiane verso il
paese, rispetto ai primi sei mesi del 2009, a fronte di un incremento delle importazioni del 19%,
con conseguente tendenza al peggioramento del deficit mercatile bilaterale italiano, ancorche’
nel primo semestre 2009 si era addirittura registrato un sia pur lieve surplus.
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero
1^ sem. 2010
Madagascar: principali prodotti esportati dall'Italia
(valori in migliaia di Euro)
Esportazioni
131 - Filati di fibre tessili
259 - Altri prodotti in metallo
289 - Altre macchine per impieghi speciali
252 - Cisterne, serbatoi, radiatori e contenitori in metallo
141 - Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia
282 - Altre macchine di impiego generale
132 – Tessuti
222 - Articoli in materie plastiche
108 - Altri prodotti alimentari
309 - Mezzi di trasporto n.c.a.
271 - Motori, generatori e trasformatori elettrici; apparecchiature per la
distribuzione e il controllo dell'elettricità
329 - Altri prodotti delle industrie manifatturiere n.c.a.
203 - Pitture, vernici e smalti, inchiostri da stampa e adesivi sintetici
(mastici)
281 - Macchine di impiego generale
263 - Apparecchiature per le telecomunicazioni
251 - Elementi da costruzione in metallo
233 - Materiali da costruzione in terracotta
172 - Articoli di carta e di cartone
310 – Mobili
107 - Prodotti da forno e farinacei
2009
gen-giu
2010
gen-giu
Var %
2.848
147
468
255
641
818
608
223
199
38
94
2.628
891
788
582
388
363
348
325
295
254
207
-7,7
504,3
68,5
128,5
-39,6
-55,6
-42,8
45,9
48,2
575,1
120,7
116
167
200
188
72,5
12,4
195
108
281
209
62
81
55
180
179
176
156
113
111
107
-8,0
65,9
-37,4
-25,3
82,9
37,2
94,8
Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT
I filati tessili hanno costituito anche nel primo semestre 2010 la principale categoria
merceologica delle esportazioni italiane verso il Madagascar, per un valore di 2,6 milioni di
euro ed una flessione del 7,7% rispetto al periodo gennaio-giugno 2009, seguiti da altri prodotti
in metallo, il cui valore e’ aumentato di oltre sei volte rispetto all’anno precedente. Macchine
specializzate, serbatoi metallici ed articoli di abbigliamento hanno rappresentato le altre
principali voci delle vendite italiane sul mercato nei primi sei mesi del 2010.
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero
1^ sem. 2010
Madagascar: principali prodotti importati dall'Italia
(valori in migliaia di Euro)
Importazioni
102 - Pesce, crostacei e molluschi lavorati e conservati
143 - Articoli di maglieria
081 - Pietra, sabbia e argilla
329 - Altri prodotti delle industrie manifatturiere n.c.a.
141 - Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia
012 - Prodotti di colture permanenti
321 - Gioielleria, bigiotteria e articoli connessi; pietre preziose
lavorate
162 - Prodotti in legno, sughero, paglia e materiali da intreccio
108 - Altri prodotti alimentari
139 - Altri prodotti tessili
324 - Giochi e giocattoli
899 - Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di
ritorno e respinte, merci varie
089 - Minerali di cave e miniere n.c.a.
910 - Prodotti delle attività di biblioteche, archivi, musei e di altre
attività culturali
323 - Articoli sportivi
310 – Mobili
239 - Prodotti abrasivi e di minerali non metalliferi n.c.a.
131 - Filati di fibre tessili
151 - Cuoio conciato e lavorato; articoli da viaggio, borse, pelletteria
e selleria; pellicce preparate e tinte
237 - Pietre tagliate, modellate e finite
2009
gen-giu
2010
gen-giu
Var %
298
3.501
595
622
281
477
394
4.858
2.050
758
725
588
461
429
+++
-41,4
27,4
16,5
109,0
-3,5
8,7
285
2.249
95
76
.
349
346
97
68
67
22,5
-84,6
1,9
-10,9
.
.
.
43
40
.
.
84
22
3
17
8
36
20
20
20
15
-57,6
-8,5
615,3
13,4
74,0
.
14
.
Fonte: elaborazioni ICE su dati ISTAT
Dal lato delle importazioni dell’Italia dal Madagascar, nel primo semestre 2010, i prodotti della
pesca sono stati la principale voce merceologica degli acquisti dall’Italia, per un valore
complessivo di 4,8 milioni di euro, seguiti dagli articoli di maglieria e dalle pietre ornamentali.
Non esistono investimenti di grandi imprese italiane in Madagascar. Le principali iniziative
imprenditoriali si dispiegano nell’ambito del settore turistico e si concentrano prevalentemente
nell’isola di Nosy Be ma risultano diffuse anche in altre zone ad elevata attrazione turistica del
paese e nell’ambito del settore minerario. Altro settore in cui si sta catalizzando l’interesse di
alcune imprese italiane e’ quello della produzione di carburanti da biomasse.
2.
INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO
a)
Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale
Il Madagascar e’ un paese molto povero e si trova all’avvio dei propri processi di sviluppo
economico ed alle prime fasi della creazione di un’economia di mercato, dopo la fallimentare
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1^ sem. 2010
esperienza socialista degli scorsi decenni. Di conseguenza, dal punto di vista meramente
commerciale, le opportunita’ di proiezione sono limitate dall’ancora ridotto sviluppo delle
attivita’ economiche, sia agricole che manifatturiere, anche se potrebbero materializzarsi spazi
di mercato, prevalentemente di nicchia, nell’ambito dell’offerta di macchinari per l’agricoltura e
per la trasformazione agro-alimentare, nei materiali e nelle attrezzature per le costruzioni, nella
meccanica utensile, nel settore dei mezzi di trasporto, nelle attrezzature per telecomunicazioni,
nel settore energetico convenzionale e delle energie alternative, nei prodotti chimicofarmaceutici, nelle forniture all’industria mineraria ed al settore turistico ma anche nell’ambito
di prodotti alimentari, dal momento che il paese e’ costretto ad importare massicciamente
dall’estero, per far fronte ai propri fabbisogni interni, in particolare in questo momento
congiunturale.
b)
Valutazione degli investimenti diretti da e verso l’Italia
Dal punto di vista degli investimenti diretti, il paese presenta un significativo potenziale di
attrativita’, data l’eccezionale ricchezza del proprio patrimonio naturale e la necessita’ di
riuscire a promuovere una sostenuta accelerazione del proprio ritmo di sviluppo economico,
onde favorire una progressiva migliore allocazione e distribuzione delle risorse economiche. In
particolare, il settore dell’agricoltura e della pesca-acquacoltura, il settore minerario, il settore
turistico ed eco-turistico, il settore tessile e dell’abbigliamento e quello della trasformazione
agroalimentare potranno prevedibilmente attirare, nei prossimi anni, operazioni di
internazionalizzazione produttiva da parte di investitori esteri.
Inoltre, data la necessita’ per il paese di procedere ad una rapida crescita della propria dotazione
infrastrutturale, il settore delle costruzioni e dei lavori civili sperimenteranno probabilmente un
notevole grado di sviluppo, favorito dal crescente afflusso di aiuti finanziari da parte delle
istituzioni internazionali e dei paesi donatori.
Infine, la posizione geo-strategica del paese, quale “ponte” fra Africa ed Australasia, il basso
costo della manodopera e le recenti esperienze manifatturiere nell’ambito delle EPZ
rappresentano interessanti fattori di opportunita’ da considerare nell’eventualita’ di potenziali
operazioni di delocalizzazione produttiva, in particolare nel settore tessile, agricolo ed agroalimentare e della pesca.
c)
Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori
ad alto contenuto tecnologico
Date le caratterisiche geo-eco-morfologiche del Madagascar e la sua dotazione attuale e
potenziale di risorse naturali, potrebbe essere estremamente interessante avviare e sviluppare
rapporti di collaborazione nel campo della ricerca bio-chimica, mineraria, oceanica e delle
energie alternative che potrebbero generare notevoli opportunita’ di investimenti e forniture nel
medio-lungo periodo per le imprese italiane di settore.
d)
Suggerimenti per l’attivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo
pubblico per SACE e SIMEST
Il Madagascar viene collocato nella sesta categoria di rischio (su sette) da parte della SACE. Nei
confronti del paese, la compagnia assicurativa mantiene un atteggiamento di sospensiva sul
rischio sovrano e di operatività limitata per progetti con controparti bancarie ed imprenditoriali
meritevoli di credito. Per operazioni di internazionalizzazione commerciale o produttiva nel
paese, esiste altresi’ la possibilita’ di utilizzare gli strumenti di agevolazione finanziaria offerti
dalla Simest, in particolare gli incentivi per la costituzione di imprese miste all’estero ex lege
100/90, l’utilizzo dei fondi di venture capital, il finanziamento dei crediti all’esportazione (DL
143/98), il finanziamento dei programmi di penetrazione commerciale (Legge 394/81), il
finanziamento degli studi di fattibilita’e dei programmi di assistenza tecnica (DM 146/00).
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1^ sem. 2010
Nel giugno 2008, SACE ha aperto una propria unita’ operativa in Sud Africa, allo scopo di
favorire una maggiore proiezione di imprese italiane nell’ambito delle prospettive di sviluppo
economiche del continente africano, all’interno del cosiddetto “Programma Africa”,
recentemente varato.
3.
POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO
a)
Barriere tariffarie
Il Madagascar, negli ultimi anni, ha significativamente liberalizzato il proprio regime
commerciale, eliminando le restrizioni alle importazioni e numerosi altri controlli
amministrativi, imperniando la propria politica commerciale sulle barriere di tipo tariffario.
La struttura tariffaria applicata alle importazioni di merci da tutti i paesi ai quali viene garantito
lo status di nazione piu’ favorita e’ articolata in quattro aliquote daziarie che vanno dallo zero al
trenta per cento (5%, 10%, 20%, 30%). Ad esse si aggiungano sette diverse aliquote di
sovratassa, anch’esse che vanno dallo 0% al 30%, una tassa di registro dell’1% e una tassa sulle
statistiche di importazione pari al 2%. Sui prodotti petroliferi, sulle bevande alcoliche o non
alcoliche si applica una sovratassa del 100%. Inoltre sulle importazioni grava un’aliquota IVA
del 20%.
Alla maggior parte dei prodotti della tariffa doganale si applicano dazi ad valorem, mentre dazi
specifici si applicano ad una ventina di categorie merceologiche. La legge finanziaria stabilisce
ogni anno i dazi e le altre tasse applicabili alla merce in entrata nel paese.
Tale complessa struttura di imposizione doganale genera uno spettro molto diversificato di
imposte doganali ed un livello di tassazione generalemente elevato per gli standard
internazionali ma che rappresenta una risorsa significativa di entrate tributarie per il paese.
Tuttavia, negli ultimi anni, il paese ha compiuto significativi progressi per la liberalizzazione
del proprio regime commerciale ma anche verso la semplificazione delle proprie procedure
doganali.
Dal settembre 2005, il Madagascar e’ entrato a far parte della Southern African Development
Community (SADC). Il Madagascar e’ anche membro del COMESA (Common Market of
Eastern and Southern Africa) che, alla fine del 2004, ha lanciato un progetto di unione
doganale, e della Indian Ocean Commission (IOC). Tale sovrapposizioni di appartenenza a
diversi accordi di integrazione regionale e’ peraltro tipica di altri paesi africani e rappresenta,
per molti aspetti, un elemento di freno ai processi di liberalizzazione in quanto genera
ambiguita’ e confusioni nella gestione delle politiche commerciali.
b)
Barriere non tariffarie
Il Madagascar non mantiene significative barriere formali non tariffarie al commercio
intrnazionale. Tutte le restrizioni quantitative sulle importazioni sono state eliminate, ad
eccezione del regime di licenza applicato, in base alle convenzioni internazionali, per motivi
sanitari, fitosanitari o di sicurezza nazionale o relativi a prodotti considerati strategici, come
armi, esplosivi, narcotici, diamanti, pietre preziose, gioielleria di oro e platino e vaniglina.
Regime speciale di importazione vale anche per le foglie di tabacco e i lubrificanti.
Il Bureau de normes de Madagascar, operativo dal 2002, e’ responsabile per la
standardizzazione. Esistono standard volontari per i materiali da costruzione, la sicurezza
stradale e il sistema di trasporto pubblico urbano. Standard obbligatori esistono per gli
anticoncezionali, i catarifrangenti, i saponi, i detergenti ed i carburanti, cosi’ come per la
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1^ sem. 2010
qualita’, il confezionamento e l’etichettatura del caffe’ e della vaniglia destinati
all’esportazione.
Regimi particolari vigono per le importazioni di animali e di piante che predono una serie di
controlli sanitari e fito-sanitari. Il paese rispetta gli standard sanitari imposti dall’Unione
Europea sulle importazioni di prodotti della pesca. Nel 2005, e’ stata creata un’agenzia per il
controllo della sicurezza igienica e la qualita’ delle derrate alimentari il cui compito e’ di
assicurare che i prodotti alimentari consumati, distribuiti o prodotti in Madagascar, rispettino i
piu’ severi standard di sicurezza.
Attualmente il paese non e’ dotato di legislazione antidumping e di misure di ritorsione o
salvaguardia commerciale.
Le procedure di importazione sono contenute nel codice doganale del 1960 e successive
modificazioni. Per poter esercitare un’ attivita’ commerciale in Madagascar, occorre iscriversi
presso il registro delle imprese ed ottenere un numero di codice dai servizi amministrativi
fiscali.
Nel marzo 2007, il Madagascar ha cessato il sistema di ispezioni pre-imbarco gestiti dalla
Societe Generale de Surveillance (SGS) introducendo una nuova azienda di servizi, la GasyNet
(70% SGS e 30% governo malgascio), fornitrice esclusiva, presso un unico sportello, dei servizi
connessi alle pratiche per l’importazione. A tal fine, dal 1° aprile 2007, e’ entrata in vigore una
nuova procedura doganale che prevede che tutte le merci esportate verso il Madagascar devono
essere accompagnate, oltre che dai normali documenti (fattura commerciale, documenti di
trasporto, dichiarazione doganale di esportazione), da una Cargo Tracking Note (o, in francese,
Bordereau de Suivi de Cargaison - BSC), un applicativo elettronico che consente il
monitoraggio delle merci importate e la generazione delle statistiche commerciali in tempo
reale. La BSC e’ obbligatoria per poter ottenere lo sdoganamento e la sua mancata validazione
comporta sanzioni a carico dell’importatore.
Per i prodotti commerciali le formalita’ doganali di importazione devono essere completate da
uno spedizioniere riconosciuto. Ogni transazione commerciale deve essere corredata da un
Documento Amministrativo Unico computerizzato che deve essere accompagnato dalla fattura
originale, dai documenti di trasporto, dall’assicurazione, dal certificato di origine, dal certificato
fito-sanitario per le piante e sanitario per gli animali.
c)
Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale
Il Madagascar e’ membro della World Intellectual Property Organization (WIPO) ed ha firmato
diverse convenzioni internazionali sulla tutela della proprieta’ intellettuale. La funzione di
protezione viene esercitata da due istituzioni, l’Office Malagasy du Droit d’Auteur (OMDA),
responsabile per i copyrights, e l’Office Malagasy de la Propriete’ Industrielle (OMAPI),
responsabile dei brevetti industriali.
La protezione effettiva dei diritti di proprita’ intellettuale e’ piuttosto debole, anche a causa
della scarsita’ delle risorse a disposizione. Esiste un generale rispetto per i grandi marchi ma la
vendita di copie illegali di materiale video ed audio e di prodotti elettronici e’ apertamente
diffusa. Il 17 luglio del 2006, il governo ha emanato un decreto che contiene misure piu’ severe
per combattere la contraffazione di opere artistiche o letterarie, ancora scarsamente applicate.
d)
Problematiche relative agli investimenti esteri nel Paese
Il governo malgascio ha varato una serie di riforme finalizzate al miglioramento del clima
generale degli affari, tra le quali la creazione di uno sportello unico per gli investimenti e lo
sviluppo dell’impresa (GUIDE – Guichet Unique des Investissements et du Developpement des
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Entreprises), il cui compito e’ quello di orientare e fornire supporto agli investitori e di
semplificare le procedure amministrativo-burocratiche associate alla creazione d’impresa.
Nel 2006 e’ stata creata una nuova struttura, Economic Development Board of Madagascar
(EDBM), entita’ governativa finanziata dalla Banca Mondiale, dedicata alla promozione e alla
facilitazione degli investimenti privati, con la missione di promuovere all’estero i vantaggi
comparati del paese e di comunicare opportunita’ di investimento, concorrendo a ridurre gli
ostacoli di natura burocratica che si frappongono allo sviluppo del settore privato
nell’economia.
Il regime fiscale è stato adattato per attrarre capitali esteri, a fronte di un risparmio interno
insufficiente: su materiali da costruzione, concimi, e altre risorse dirette all’attività agricola è
stata esentata la tassazione. L’aliquota sulle società è pari al 30%, anche se sono previste alcune
riduzioni per investimenti, mentre l’IVA è applicata al 20%. Il paese ha siglato diversi accordi
in materia di doppia tassazione. Nell’ambito degli incentivi all’attività d’investimento in
Madagascar, sono previsti due differenti regimi fiscali:
1. Regime of Common Rights, nei confronti di operatori a livello locale, che consente un
abbattimento del 50% della tassazione per ogni investimento realizzato, l’esenzione
della tassa sul reddito per il primo anno d’attività, e il riporto dei crediti fiscali fino ad
estinzione.
2. Preferential Regime of Free Zone Industrial (ZFI), esclusivamente a favore delle attività
dirette all’esportazione, che consente un esenzione totale dalla tassa sul reddito per i
primi 5/10 anni, una tassazione successiva pari al 10%, l’esenzione delle tariffe
professionali e delle commissioni doganali, all’importo e sul Valore aggiunto.
La maggior parte dei settori dell’economia e’ aperta alla possibilita’ di prevedere proprieta’
straniere ed il governo ha creato una serie di Export Processing Zones per facilitare lo sviluppo
degli investimenti.
Recentemente e’ stata approvata la legislazione che consente la proprieta’della terra agli
stranieri, tuttavia l’acquisizione della titolarita’ dei diritti di proprieta’ in Madagascar
rappresenta un processo estremamente burocratico, che puo’ essere spesso soggetto a forme di
corruzione e a soprusi.
Non esistono particolari restrizioni per l’apertura di conti correnti valutari. Non esistono
restrizioni sui pagamenti o i trasferimenti ma i profitti devono venire reimpatriati nel termine di
trenta giorni.
Non esiste un regime di autorizzazione o approvazione per gli investimenti diretti in entrata,
tuttavia gli investitori si trovano ad operare nell’ambito di un sistema legale in cui la proprieta’
privata e l’esecutivita’ dei contratti ricevono scarsa protezione da parte del sistema giudiziario.
Il Madagascar e’ tra le ultime posizioni al mondo nella graduatoria redatta dalla Banca
Mondiale circa le difficolta’ per la condotta degli affari, a causa della debolezza del sistema
giudiziario e bancario (elevati tassi di interesse ed indisponibilita’ di credito), l’elevato costo e
la bassa qualita’ della fornitura di energia elettrica, la pressione fiscale, la burocrazia, la
corruzione, i conflitti di interesse, la mancanza di trasparenza nei processi decisionali ed i
cospicui costi di trasporti e telecomunicazioni.
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4.
POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO
CONGIUNTO
a)
Mappatura delle iniziative di sostegno all’internazionalizzazione del sistema
produttivo che la rappresentanza diplomatico-consolare e l’ICE intendono realizzare
nel corso del secondo semestre del 2010
Nel secondo semestre 2010, l’Ambasciata d’Italia in Sud Africa e l’ufficio ICE di
Johannesburg, competenti territorialmente per il paese, continueranno nella propria sistematica
attivita’ di monitoraggio delle opportunita’ di affari a beneficio delle imprese italiane interessate
ad operazioni di internazionalizzazione in Madagascar, attraverso l’osservazione costante della
situazione socio-politica, la pubblicazione di informazioni di mercato, la notifica di gare di
appalto, la fornitura di servizi di assistenza e di orientamento sul mercato.
b)
Individuazione di eventi congiunti da svolgere con il concorso degli Uffici economicocommerciali, degli Uffici ICE, degli Addetti Scientifici ,degli Istituti di Cultura e delle
Camere di Commercio Italiane all’estero
L’attuale assenza di interlocutori istituzionali nel paese rende di fatto impraticabile
l’organizzazione di eventi congiunti.
c)
Progetti delle rappresentanze diplomatico-consolari e degli Uffici ICE per iniziative
promozionali nel corso del 2011
Data l’attuale situazione di incertezza e di instabilita’ politica, al momento non si prevedono
iniziative promozionali a favore dell’internazionalizzazione delle imprese italiane in
Madagascar per il 2011.
2.
QUADRO MACROECONOMICO
a)
Andamento congiunturale e rischio Paese
c)
Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri
d)
Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti diretti
esteri bilaterali
3.
INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO
a)
Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale
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b)
Valutazione degli investimenti diretti da e verso l’Italia
e)
Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori
ad alto contenuto tecnologico
f)
Suggerimenti per l’attivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo
pubblico per SACE e SIMEST
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4.
POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO
(per i Paesi dell’Unione Europea)
a)
Ostacoli alla libera circolazione delle merci
b)
Ostacoli alla libera circolazione dei servizi, dei capitali e libertà di stabilimento delle
imprese
(per gli altri Paesi)
e)
Barriere tariffarie
f)
Barriere non tariffarie
g)
Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale
h)
Problematiche relative agli investimenti esteri nel Paese
5.
POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO
CONGIUNTO
c)
Mappatura delle iniziative di sostegno all’internazionalizzazione del sistema
produttivo che la rappresentanza diplomatico-consolare e l’ICE intendono realizzare
nel corso del secondo semestre del 2010
d)
Individuazione di eventi congiunti da svolgere con il concorso degli Uffici economicocommerciali, degli Uffici ICE, degli Addetti Scientifici ,degli Istituti di Cultura e delle
Camere di Commercio Italiane all’estero
d)
Progetti delle rappresentanze diplomatico-consolari e degli Uffici ICE per iniziative
promozionali nel corso del 2011
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero
1^ sem. 2010