Diapositiva 1 - Doc Congress

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Diapositiva 1 - Doc Congress
Antonio MESSA
Cattedra di economia aziendale,
Lugano - CH
Episodi
di storia
dell’ AIDS
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Negli anni intorno al 1980 arrivò l’ AIDS
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
un celebre saggio di Susan Sontag,
Malattia come metafora, pubblicato
nel 1992, prende in esame
soprattutto tre patologie:
la tubercolosi, il cancro, e, a
partire dal 1981, l’Aids.
Slim disease
The plague
Ognuna di queste malattie si è fatta
carico di un vasto apparato di
simbologie sociali e morali che
sono entrate prepotentemente
nella letteratura,
nel teatro e nel cinema.
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
In questi ultimi 30 anni l’ AIDS ha mietuto vittime in ogni angolo del mondo,
in ogni fascia sociale, causando anche la scomparsa di vere e proprie
leggende dello showbiz internazionale e attirando l’attenzione della stampa
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
La condanna morale è sempre ed ancora evidente, trapela addirittura dai nomignoli
che vengono dati ai sieropositivi e ai malati.
In India, ad esempio, vengono chiamati: «Quelli che hanno il sangue sporco»,
«quelli che hanno molte relazioni», «i vermi dei bassifondi».
In Zambia le donne vengono dette «puttane», gli uomini «donnaioli»,
o ancora «quelli che hanno la malattia incurabile».
In Ucraina, a molti chilometri di distanza, le donne tossicodipendenti e
sieropositive vengono semplicemente chiamate «animali».
In Burkina Faso gli infettati sono «discepoli di Satana».
In ogni caso, la malattia viene associata a comportamenti devianti e che meritano
la disapprovazione sociale.
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
“Ogni 10
secondi,
nel Mondo
una persona
muore di
Aids”
È questo lo
sconcertante
dato messo in
luce dallo spot
realizzato dalla
Marcassin per
Sidaction,
un’associazione
che aiuta i
malati di Aids e
promuove
campagne di
sensibilizzazione
forti e
azzeccate come
questa (2007)
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Nei primi anni
non esistevano terapie,
tanti morirono
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Michel Foucault
tenne rigorosamente nascosta la
sua malattia, morendo nel 1984
a soli 58 anni.
Il filosofo francese aveva
contratto il virus forse in
California, in uno dei bagni turchi
frequentati dagli omosessuali.
“Michel è stato ricoverato una sola volta.
Alla fine. I mesi precedenti, aveva seguito una
cura in ambulatorio. All'inizio era una tosse.
Michel aveva subito degli esami dolorosi, come la
fibroscopia, che all'epoca si faceva con molte meno
precauzioni anestetiche di oggi.
Michel sopportava, era molto duro con sé stesso.
Quando usciva da quell'esame, andava a lavorare
direttamente alla Biblioteca Nazionale, e questo
fatto nascondeva per me i suoi problemi di salute.
Nel gennaio del 1984, la sua cura di Bactrim si era
dimostrata molto efficace. All'epoca, la
rappresentazione dell'Aids era quella di una
malattia brutale, che portava presto alla morte.
Bene, non ne era il caso ai nostri occhi. E quindi
l'ipotesi dell'Aids, che avevamo chiaramente
evocato entrambi nel dicembre del 1983, è sparita
davanti all'efficacia della cura.
Dato che guariva, voleva dire che non era l'Aids…
La vita è ripresa. È primavera. Michel svolge i suoi
corsi al Collège de France nel febbraio del 1984,
finisce di scrivere due libri, continua a fare
esercizi coi pesi tutte le mattine.
Una vita normale, anche se è estremamente
dimagrito, fragile. E a giugno, la ricaduta.
Un ricovero di 3 settimane
che si concluderà col suo decesso”.
Daniel Defert
("Les derniers jours", tratto dal giornale Libération, 25 Giugno 2004
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La prima vittima celebre che ammise
pubblicamente di essere affetta da AIDS fu il
divo statunitense Rock Hudson, morto il 2
ottobre 1985. Il "caso Rock Hudson" portò alla
coscienza degli USA, dell'Europa e delle
popolazioni di molti altri Paesi, l'esistenza della
sindrome e di come essa non fosse un destino
riservato a pochi emarginati,
né una
"prerogativa" del
mondo omosessuale
(in realtà il divo
era gay).
La sua immagine di uomo virile, bianco, ricco
e persino repubblicano (amico personale di
Ronald Reagan), non sembrava avere nulla a
che fare con lo stereotipo imperante circa la
tipologia delle vittime del morbo, dimostrando
così che le convinzioni confortate dalle
statistiche sulle cosiddette
"categorie a rischio"
andavano senz'altro riviste.
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Hudson visse sulla sua pelle la
discriminazione e la psicosi legata a
questa malattia di cui si sapeva poco
e faceva paura: quando un
comunicato stampa diffuse la sua
reale situazione sanitaria, l'ospedale
di Parigi in cui era ricoverato si
svuotò immediatamente per il
terrore del contagio.
L'attore volle rientrare subito negli Stati Uniti
ma il suo staff incontrò notevoli problemi nel
reperire un volo, poiché nessuna compagnia
aerea voleva averlo come passeggero.
L'attrice Linda Evans, che qualche anno prima
aveva baciato Hudson sul set di Dynasty, si
sottopose a controlli medici, risultando poi non
infettata, non sapendo che il virus non si
trasmette col bacio. Mori a 59 anni.
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Nel 1987 Jean-Paul Aron decise
di rompere il silenzio, primo in Francia,
facendosi intervistare dal settimanale
Nouvel Observateur che uscì con una
copertina titolata Mon Sida ("Il mio
AIDS), Aron morì l’anno successivo
Pour la première fois en France, une
personnalité brise le silence sur sa maladie.
Pas n’importe quelle personnalité.
A 62 ans, Jean-Paul Aron, agrégé de
philosophie et scientifique de formation, est
écrivain, sociologue, auteur d’un roman, La
Retenue (Grasset), de pièces de théâtre,
d’ouvrages sur l’institution littéraire (Qu’estce que la culture française ?, DenoëlGonthier, 1975), sur la répression sexuelle
(Le Pénis et la démoralisation de l’Occident,
avec Roger Kempf, Grasset, 1978).
Ses recherches
donneront lieu à
des productions
radiophoniques,
cinématographiqu
es et télévisées
(dont une série
de huit films sur
l’histoire de la
médecine).
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Robert Mapplethorpe
artista americano, famoso per aver
forzato i confini della fotografia, sia
nella scelta dei soggetti (spesso immagini
controverse e sessualmente esplicite) che
nella particolare tecnica; divenne famoso
negli anni 70 e 80, per le sue fotografie
di uomini omosessuali nudi, ma nella sua
vita artistica ha anche fotografato
soggetti più tradizionali come i fiori.
Suoi sono inoltre i ritratti dei più
influenti artisti del periodo in cui visse,
scrittori e musicisti che frequentavano
l’ambiente artistico newyorkese, tra cui
A. Warhol, T. Capote, A. Lear
e Patti Smith.
Nacque nel 1946 e morì nel 1989
Oggi le fotografie di Mapplethorpe
si trovano nei maggiori musei del mondo.
“Ci salutammo e lasciai la stanza.
Qualcosa mi spinse a tornare indietro.
Era scivolato in un sonno leggero.
Restai a guardarlo.
Così sereno, come un bambino vecchissimo. Aprì gli occhi e mi sorrise.
“Sei già tornata?” Poi si riaddormentò. L’ultima immagine di lui fu come la
prima. Un giovane che dormiva ammantato di luce, che riapriva gli occhi col
sorriso di chi aveva riconosciuto colei che mai gli era stata sconosciuta”.
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Vittima della discriminazione fu anche il
ragazzo emofiliaco Ryan White, che dopo
una trasfusione di sangue contaminato contrasse
il virus e, nel 1984, sebbene i medici avessero
escluso il rischio di contagio, fu espulso dalla
scuola, diventando un simbolo della lotta
all'HIV/AIDS negli USA: per lui intervennero
Magic Johnson, Elton John e Michael Jackson.
Nel 1990, un mese dopo la morte di
White, il Congresso degli Stati Uniti
d'America proclamò il
Ryan White Care Act,
fondamentale per contrastare l'AIDS
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
The Ryan White HIV/AIDS Program works with cities, states, and local community-based organizations to
provide services to an estimated 536,000 people each year who do not have sufficient health care
coverage or financial resources to cope with HIV disease.
The majority of Ryan White HIV/AIDS Program funds support primary medical care and essential support
services. A smaller but equally critical portion is used to fund technical assistance, clinical training, and
the development of innovative models of care.
The Ryan White
HIV/AIDS Program, first
authorized in 1990, is
funded at $2.32 billion in
fiscal year 2014.
The Program is
administered by the U.S.
Department of Health and
Human Services (HHS),
Health Resources and
Services Administration
(HRSA), HIV/AIDS
Bureau (HAB)
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
The show
must go on
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
“…Desidero confermare che sono risultato positivo al
virus dell’HIV e di aver contratto l’AIDS.
Ho ritenuto opportuno tenere riservata questa
informazione fino a questo momento al fine di
proteggere la privacy di quanti mi circondano.
Tuttavia è arrivato il momento che i miei amici e i
miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e
spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi
seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro
questa tremenda malattia…”
« ...I wish to confirm that I have been
tested HIV positive and have AIDS.
I felt it correct to keep this
information private to date to protect
the privacy of those around me.
However, the time has come now for my friends
and fans around the world to know the truth and
I hope that everyone will join with me, my doctors,
and all those worldwide in the fight against this terrible disease... »
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Quando scoprì di essere HIV positivo mi spiegò che aveva delle notizie
urgenti da comunicarmi. La mia reazione fu di incredulità e naturalmente
rimasi colpito anche per quel che riguardava la mia salute. Mi disse che era
in cura presso i migliori specialisti al mondo e che dovevo stare tranquillo.
Ma non realizzai che Freddie stava morendo. Non volevo pensarci, anche
perché Freddie era curato da altri ragazzi e tutti noi ci prendevamo cura
di lui. Quella sera del 24 novembre 1991 Freddie era steso immobile e
incapace di parlare sul suo letto. Oramai non prendeva più farmaci anti
Aids ma solo dei potenti antidolorifici. La visita di routine svolta dal medico
durò circa dieci minuti. Quando morì ero lì impotente, ricordo solo le parole
del dottore: se fosse stato ricoverato in un ospedale non avrebbe ricevuto
delle cure così attente come quelle ricevute in casa sua”.
Peter Freestone
Freddie Mercury,
(Farrokh Bulsara)
Malato di AIDS, è deceduto subito dopo la
confessione del suo grave stato di salute
la causa ufficiale del decesso fu
una broncopolmonite aggravata
da complicazioni
dovute all'AIDS
Mercury
morì il
24 Nov. 1991
all'età
di 45 anni
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Dopo un viaggio in Tunisia, alla
fine dell'estate del 1991 viene
ricoverato all'ospedale di
Reggio Emilia.
Sceglie il silenzio rispetto alla
malattia (AIDS).
Incontra solo pochi amici e nel
letto d'ospedale scrive solo
brevi appunti rispetto ad un
progetto letterario che gli sta
a cuore e non riuscirà a
realizzare…
Rivede anche alcuni libri già
editi, per arrivare ad un
versione definitiva.
Per “Altri libertini” appronta
una revisione parziale del
testo tesa a evidenziare errori
e a modificare situazioni
linguistiche (in particolare le
bestemmie) all'interno dei
racconti. Per “Biglietti agli
amici” ipotizza nuovi
destinatari e nuovi biglietti.
Anche in questo caso
il lavoro non viene ultimato.
Muore il 16 dicembre 1991.
Pier
Vittorio
Tondelli
(1955-1991),
scrittore e
giornalista, morì
a soli 36 anni,
senza rivelare
di avere
l'AIDS.
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Scrittore, padre della robotica
e divulgatore scientifico, la
sua vita si conclude il
6 aprile 1992 aveva 72 anni:
era stato infettato dal virus
HIV durante una trasfusione
di sangue nel 1983.
Исаáк Ю́дович
Ози́мов
Che l'AIDS fosse stata la
causa della sua morte è stato
rivelato dieci anni dopo nella
biografia scritta dalla moglie
Janet, It's Been a Good Life.
E’ stato dato il suo nome all‘
asteroide 5020 Asimov
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Con le ali ai piedi
Rudolf Hametovic Nureyev
(Рудольф Хаметович Нурeев),
indimenticabile ballerino, è il
personaggio che ha rivoluzionato
il ruolo maschile nella danza.
Quando l'AIDS fece la sua comparsa
in Francia e nel mondo intorno al 1982,
Nureyev vi prestò poca attenzione, come del
resto fecero tantissimi omosessuali.
Nureyev contrasse l'HIV probabilmente proprio
intorno a quegli anni.
Per un po' di tempo egli semplicemente negò
che ci fosse qualcosa di strano riguardo alla
sua salute e quando nel 1990 si ammalò senza
ombra di dubbio, finse di avere diverse altre
malattie, rifiutando qualsiasi trattamento
fosse disponibile ai tempi
Nato il 17 marzo 1938
muore il 6 Gennaio del 1993
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Una delle prime vittime eterosessuali
famose fu Arthur Ashe, tennista
statunitense, che fu diagnosticato
come positivo all'HIV il 31 agosto
1988, dopo aver contratto il virus da
trasfusioni di sangue durante un
intervento chirurgico al cuore;
morì all'età di 49 anni,
il 6 febbraio 1993.
Due mesi prima di morire la sua ultima
“volèe”, fondò l’ Arthur Ashe Institute for
Urban Health per aiutare le persone dotate
di un'assicurazione medica insufficiente alla
propria salute; questa fondazione fece sì
che Ashe fosse nominato sportivo dell'anno
dal magazine di Sports Illustrated.
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Dario
Bellezza
(1944-1996),
scrittore, poeta
e drammaturgo.
Omosessuale
dichiarato, si
ammalò nell'87.
Morì a Roma in
povertà e
solitudine il 31
marzo del 1996
“Io relitto semiserio di un mondo
scomparso…
…io poeta,
genere alimentare fra i più scadenti
e ispessiti dalla volgarità del consumo
…piango sulla comune sorte
di rimanere dentro l’umano”
Il poeta Dario Bellezza è ormai travolto da
questa malattia terribile che è l' Aids, da
questa infelice condizione che avrebbe voluto
tenere nell' ombra - proprio lui, il dichiarato
cantore dei ragazzi, il provocatore per
eccellenza, l' esibizionista per antonomasia.
Il poeta Dario Bellezza, già tanto prostrato,
ha avuto negli ultimi tempi due dolori
strazianti: la morte del padre ottantenne,
colpito al cuore dalle notizie impudicamente
circolate sul figlio omosessuale, e più
recentemente il suicidio di Amelia Rosselli, la
grande poetessa e amica di sempre, la donna
con cui ha vissuto trent' anni fa in un
appartamento vicino a piazza Trilussa, la
"madre" accogliente e sempre complice, un
po' come Elsa Morante, l' altra figura
femminile significativa della sua
esistenza "maledetta…“
…Diceva Dario Bellezza che non avrebbe più
scritto versi, che sentiva tutta l' assurdità di
fare poesia. Non è stato così, e in aprile
uscirà questo nuovo Proclama sul fascino, il
libro degli anni bui, della sua lunga notte.
Un verso dice: Addio cuori/ addio amori.
"E' un addio alla vita", sussurra al telefono.
(Luciana Sica, La Repubblica, 21 Febbraio,1996)
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
“Mio figlio è
morto di Aids”
Nelson Mandela aveva
86 anni quando ha
convocato una
conferenza stampa
nella sua casa di
Johannesburg per
annunciare che il suo
unico erede maschio,
Makgatho Mandela, ad appena 54 anni,
è stato ucciso dal virus HIV nel 2005.
«Diamo pubblicità all'infezione - disse ai cronisti -.
E' l'unico modo che abbiamo per farla apparire come una
normale malattia. Soltanto così la gente smetterà di
considerarla una cosa straordinaria, di vedere chi ne è colpito
come qualcuno che è destinato all'inferno e non al paradiso».
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Tommy Morrison, presunto pronipote di
John Wayne, fu scritturato nel 1989 da Stallone
per interpretare il pugile allenato da Rocky Balboa
Tommy Gunn, nel film Rocky V.
Dopo un tentativo senza successo nel 1991 contro
Ray Mercer, divenne campione della categoria pesi
massimi del campionato WBO, titolo ottenuto
sconfiggendo ai punti George Foreman il 7 giugno
1993 a Las Vegas. Difese il titolo con successo
contro Tim Tomashek per poi venire sconfitto da
Michael Bentt. Nel 1995 sfidò Lennox Lewis per il
titolo IBC ma fu
sconfitto per KO
alla sesta ripresa.
Ad un'intervista della CNN nel 1996, ammise
pubblicamente di essere affetto da HIV, dopo essere
risultato positivo ad un test poco prima di un match contro
Arthur Weathers in Nevada, uno dei pochi stati dove si
effettua questo tipo di controllo prima degli incontri.
Alcuni anni più tardi si interessò alle ipotesi alternative
sull'AIDS, smise di considerarsi malato ed interruppe
qualsiasi terapia antiretrovirale.
Nel 2007 è risalito sul ring.
È deceduto il 1º settembre 2013 in un ospedale di
Omaha, Nebraska, all'età di 44 anni. La madre Diana
Morrison, poco prima del decesso del figlio, ammise che
era in fin di vita devastato dall'AIDS.
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Anthony Perkins
(1932-1992), ovvero il Norman
Bates di Psycho. Scoprì di
essere malato in una maniera
clamorosa, leggendolo sul
National Enquirer che aveva
fatto analizzare segretamente
un campione del suo sangue.
Bisessuale, aveva avuto
relazioni anche con Hudson e
Nureyev.
Giuliano Giuliani (1958-1996),
portiere del Napoli di Maradona
con cui vinse una Coppa Uefa (1988-89) e uno scudetto (1989-90).
Sua moglie, la showgirl televisiva Raffaella Del Rosario, rivelò che
Giuliani aveva contratto il virus in Argentina, nell'addio al celibato di
Maradona, dove aveva avuto sicuramente rapporti non protetti.
Una vittima celebre nel Regno Unito fu Nicholas Eden (m.
1985), membro gay del Parlamento inglese e figlio del defunto
Primo ministro del Regno Unito Anthony Eden
Ofra Haza
(1957-2000). Cantante israeliana, non sono note le circostanze in cui aveva
contratto il virus dell'Hiv: il marito, tossicodipendente, dichiarò che si era ammalata dopo una
trasfusione; altre voci accusavano proprio lui di averle trasmesso il virus.
Dack Rambo
(1941-1994), recitò
nella serie cult degli Anni 89 Dallas e
rivelò di essere bisessuale quando
annunciò di aver contratto il virus
dell'Hiv.
Liberace
Brad Davis
(1949-1991), attore nominato
agli Oscar per Fuga di mezzanotte: si ammalò
facendo uso di droghe e tenne segreta la
malattia.
(1919-1987). Pianista e personaggio
televisivo di origini italiane, non rivelò mai né la sua
omosessualità né il fatto di essere malato di AIDS.
Nel 2013 Michael Douglas ha interpretato Liberace nel
film Dietro i candelabri, diretto da Steven Soderbergh.
Reinaldo Arenas (Regista
morto
suicida dopo aver ritirato il test),
Lo stesso anno 1990 l'epidemia mieteva
un'altra vittima illustre, l'artista
Keith Haring
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Non dobbiamo mai dimenticare i vari:
Franco, Bob, Luigi, Marc, Daniela, Jenny, Giovanna, Antonio,
Luc, Beth, Giuseppe, Daisy, Gabriella, Rossana ...
gli altri esseri umani, gli sconosciuti ai più
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Greg Louganis
(1960)
È considerato il più grande
tuffatore di tutti i tempi:
tra il 1976 e il 1988 vinse
quattro ori olimpici e cinque
titoli mondiali.
Nel 1994 Louganis dichiarò
pubblicamente la sua
omosessualità, e prese parte ai
Gay Games.
Un anno dopo ammise di essere
sieropositivo al virus HIV.
Rivelò di sapere da anni di
essere sieropositivo, sin da prima
delle Olimpiadi di Seul.
L'annuncio causò polemiche come
nel caso dell'incidente accaduto
nella qualificazione del
trampolino: fu accusato di
essersi fatto medicare la ferita
sanguinante senza avvertire
nessuno sul pericolo di contagio.
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Magic Johnson, nato nel 1959, annunciò di essere sieropositivo il 7 novembre
del 1991, quando era al top della carriera (5 anelli con i Los Angeles Lakers).
Il 7 novembre 1991 Earvin Johnson, meglio noto
come Magic Johnson, annunciò il suo ritiro dal basket
dopo avere contratto l’HIV. Aveva vinto cinque
campionati NBA con i Los Angeles Lakers e per tre
volte era stato nominato migliore giocatore del
campionato americano. Era la prima volta che un
personaggio tanto famoso annunciava in diretta al
mondo di essere sieropositivo. Oggi, vent’anni dopo,
Magic Johnson è uno dei simboli più conosciuti della
lotta contro l’AIDS. Newsweek ha raccontato la sua
storia: com’è riuscito a combattere la malattia
e ad avere una vita normale.
Oggi è in prima linea nella lotta all'AIDS.
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Cinque mesi prima del suo annuncio si era sposato con
Earlitha Kelly, che in quel momento era incinta di due
mesi. «Mia moglie sta bene, è risultata negativa al
test» disse Johnson durante quella conferenza stampa
di quindici minuti «continuerò a vivere la mia vita». La
moglie all’inizio si era opposta alla sua decisione di
parlare della malattia.
L’AIDS era ancora poco conosciuta, e circondata da
un fortissimo stigma sociale. Nell’opinione comune era
una malattia associata soltanto alla comunità gay, i
casi noti di persone eterosessuali contagiate erano
ancora pochi.
«Voglio diventare portavoce della lotta contro il virus
dell’HIV», disse Johnson
I medici lo sottoposero a una prima cura sperimentale
a base di farmaci antiretrovirali. «Oggi la difficoltà
principale», racconta David Ho, uno dei medici che lo
hanno seguito fin dall’inizio «è fare in modo che
prenda le pillole ogni giorno sempre alla stessa ora.
È una sfida perché Johnson è un uomo molto
impegnato ma si rende conto di quanto sia importante.
Ormai è diventato un simbolo della vita contro l’HIV.
Sa quello che serve per combattere il virus e lo fa».
Oggi Magic Johnson dirige la Magic Johnson
Enterprises dal suo ufficio di Beverly Hills.
E naturalmente si occupa di lotta all’AIDS.
«When I work, I’m on. I’m ‘Magic’»
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Charlie Sheen,
50 anni, ha recentemente
annunciato di essere sieropositivo
Hiv, ecco
l’”effetto Charlie Sheen”
Il 17 novembre 2015 Charlie Sheen
appare in tv al Today show sul canale
NBC. La rivelazione dell’attore sulla
sua sieropositività scoperta 4 anni
prima ha provocato negli Usa il
massimo numero di ricerche internet
legate all’Hiv. Ricadute positive sulla
salute pubblica, secondo lo studio
News and Internet Searches About Human
Immunodeficiency Virus After Charlie
Sheen’s Disclosure
JAMA Int. Med. Feb. 22, 2016
Dal 2004 al 2015 l’attenzione dei media per il
tema Hiv è andato in costante declino, passando
da 67 a 12 storie/000. Il giorno delle
dichiarazioni di Charlie Sheen, le notizie che
parlavano di Hiv (nel 97% dei casi menzionavano
anche lui) sono aumentate del 265%, con 6.500
contenuti solo su Google news. Quel giorno si è
inoltre toccato il massimo numero di ricerche
correlate all’Hiv mai registrato negli USA, a
partire dal momento in cui Sheen fa outing e
per le 72 ore successive.
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
La nuova
peste
Ed ecco dunque,
un film come
“Il declino
dell’impero
americano”
di Denys Arcand
(1986), in cui
compaiono le prime
avvisaglie di ciò che
fu definita la nuova
peste, l’Aids,.
E’ del 1995 il primo
e unico film
hollywoodiano – con
tanto di attori/divi
come Tom Hanks e
Denzel Washington
– ad affrontare
direttamente la
tematica dell’Aids:
“Philadelphia” di
Jonathan Demme
AIDS
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
In occasione di uno spettacolo teatrale, Monica conosce Andrea e ha con lui un
rapporto sessuale non protetto. Quando l’amica di Monica, Chiara, ha un incidente e si
rende necessaria una trasfusione di sangue, Monica si offre di donare il suo; scopre
così di essere sieropositiva. Non rivela la notizia a nessuno se non a Chiara, la quale
però, spaventata, fugge via da lei.
Pentitasi, Chiara cerca
di Samuele Marabotto
di riavvicinarsi all’amica,
ma questa la evita.
film documentario (1993)
Il film è girato in parte
a Torino ed in parte a
Milano, anche se nella
storia non è presente
un cambiamento di città.
Realizzato dalla torinese
Nova-T grazie all’aiuto
di molti personaggi della
canzone (ad es., Morandi,
Ramazzotti e Ligabue), palesa
un intento educativo:
uscito nel 1993, in un
periodo in cui l’Aids si
sta affermando come
nuovo pericolo sociale.
intende sensibilizzare
soprattutto i giovani (protagonisti
del mediometraggio) sui comportamenti
adeguati da adottare.
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
“L’ora blu”
Una sera di Maggio nel 2014, una domenica sera, 1.4 milioni di spettatori americani
hanno deciso di accendere la Tv per assistere alla premiere di The Normal Heart,
film basato sull’omonima opera teatrale di Larry Kramer che debuttò Off-Broadway
nel 1985. Il film, diretto da Ryan Murphy, non è il primo tentativo di riportare
The Normal Heart all’attenzione degli spettatori. Nel 2011, infatti, l’opera ha
vissuto il suo debutto a Broadway, guadagnando ben 3 Tony Awards e 2 nomination.
Nel 2011,
infatti, l’opera
ha vissuto il
suo debutto
a Broadway,
portandosi
a casa ben
3 Tony Awards
e 2 nomination.
Perché portare The Normal Heart anche sul piccolo schermo allora, dopo il grande
successo a teatro? Il motivo è molto semplice: per non dimenticare, oltre che per
dare una visibilità ad una storia toccante e tremendamente dolorosa, che vada oltre
il pubblico newyorkese e, semplicemente, degli spettatori a teatro. Questa non è
una storia qualunque, raccontata per ridere o per intrattenere, questo è uno
scorcio della storia di un popolo e della storia di un’intera comunità.
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Per chi non avesse seguito il percorso del film e per chi non avesse familiarità
con The Normal Heart, il film, come l’opera, racconta dell’epidemia di HIVAIDS nella comunità omosessuale di New York, e non solo, attraverso le storie di
un gruppo di amici ed attivisti che si impegnarono in un processo di diffusione di
informazioni e di sensibilizzazione, oltre che nella lotta contro le istituzioni
affinché fosse fatto qualcosa per porre fine alle morti.
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016
Philadelphia
Sometimes I think that I know
What love's all about
And when I see the light
I know I'll be all right.
Grazie
Streets of Philadelphia
I've got my friends in the world,
I had my friends
When we were boys and girls
And the secrets came unfurled.
I was bruised and battered and I couldnt tell
What I felt
I was unrecognizable to myself
I saw my reflection in a window I didn't know
My own face
Oh brother are you gonna leave me
Wastinґaway
On the streets of philadelphia
City of brotherly love
Place I call home
Don't turn your back on me
I don't want to be alone
Love lasts forever.
I walked the avenue ‘til my legs felt like stone
I heard the voices of friends vanished and gone
At night I could hear the blood in my veins
Black and whispering as the rain
On the streets of philadelphia
Someone is talking to me,
Calling my name
Tell me I'm not to blame
I won't be ashamed of love.
Ain’t no angel gonna greet me
It’s just you and I my friend
My clothes don't fit me no more
I walked a thousand miles
Just to slip the skin
Philadelphia,
City of brotherly love.
Brotherly love.
Sometimes I think that I know
What love's all about
And when I see the light
I know I'll be all right.
Philadelphia
The night has fallen, I’m lyin’ awake
I can feel myself fading away
So receive me brother with your faithless kiss
Or will we leave each other alone like this
On the streets of philadelphia
BRUCE SPRINGSTEEN - 1993
NEIL YOUNG - 1993
A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016