ACPreport_1.16_Italia - ACP
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01 2016 report ACP NR. NAPOLI Un Natale a sorpresa SICILIA Italia: un punto di arrivo o di partenza? INDIA La fede all‘ombra dell‘Himalaya UCRAINA Tra guerra e miseria re. parole fcohrita i. azioni Desideri conoscere meglio il lavoro di ACP? Contattaci: verremo volentieri a presentare il nostro impegno missionario anche nella tua chiesa. Per informazioni: Tel. +39 011 297 58 08 I [email protected] 2 AC PREPO RT EDITORIALE Indice Editoriale 2 Editoriale 3 Svizzera Un‘aggressione che fa riflettere 4 Italia Napoli: un Natale a sorpresa Cari amici, 6 Italia Italia: un punto di arrivo o di partenza? l’avrete notato anche voi: tutto, attorno a noi, si muove 8 India La fede all’ombra dell‘Himalaya sempre più velocemente. Dopo secoli di calma apparente, il XXI secolo ha visto un’accelerazione su tutti i 10 Ucraina L‘Ucraina tra guerra e miseria fronti, nel bene e nel male: gli spostamenti sono sem- 12 Aiutaci Cerchiamo ambasciatori, intercessori e promotori sempre più fluidi, le certezze sempre meno solide. 13 ACP valori e obiettivi Breve profilo Ondate sempre più massicce di disperati si affollano pre più rapidi, la società sempre più instabile, i valori 14 ACP promozioni Informazioni legali ai nostri confini, la povertà è una piaga sociale sempre 15 Moldavia Un trasloco che cambia la vita più confuse, prive di punti di riferimento spirituali. 16 Cuba Profezie mancate più pressante, le persone accanto a noi sono sempre ACP non può rimanere indifferente di fronte a questi bisogni, e si impegna per cambiare le cose. Su questo numero vi parliamo del duplice lavoro che, insieme ai nostri partner locali, svolgiamo in Italia, tra i bisognosi e gli immigrati, in Ucraina, dove tentiamo di portare una carezza e un sorriso a persone strette tra guerra e miseria, e in Moldavia, dove offriamo a tante famiglie indigenti un aiuto per ricominciare. Il mondo corre sempre più veloce, ma ACP non resta a guardare. Con il tuo aiuto, tenere il ritmo sarà più In copertina Su ogni barcone che attraversa il Mediterraneo sono stipati centinaia di profughi. Quale sarà il loro destino? semplice. Cristoforo Gautschi Direttore ACP Onlus A C PR E P O R T SVIZZERA Un‘aggressione Un inquietante episodio ha coin volto Kurush, collaboratore di ACP, attivo in Turchia e in Siria. La sua testimo nianza di fede ha dato fastidio a qualcuno. che fa riflettere Andreas Rossel Public Relations I Multimedia “Ehi, tu!” Sul portone di casa Kurush riceve uno spintone alla schiena e, quando si gira, un pugno gli rompe il naso. «Quattro uomini mi hanno aggredito, ho visto la lama di un coltello. Uno di loro mi ha colpito alla testa da dietro, tenendo l’anello del portachiavi in pugno. Per vari minuti non hanno smesso di colpirmi». Il rumore ha attirato l’attenzione dei vicini, costringendo gli aggressori alla fuga; alla vittima, rimasta a terra stordita, verranno riscontrati la frattura del setto nasale, una commozione cerebrale, contusioni e ferite in varie parti del corpo. Kurush è arrivato in Svizzera dall’Iran nel 2008, finendo ben presto nel giro della criminalità. Arrestato dalla polizia, viene trasferito «Per ora mi all’Istituto per minori di Aarburg con sento più la prospettiva di venire espatriato non al sicuro in appena raggiunta la maggiore età. Siria che qui In quel periodo però la sua vita comincia a cambiare. «Nel periodo trascorso in Svizzera: all’istituto - ricorda - ho parlato a lungo lì non mi è con un pastore evangelico, che mi ha mai successo raccontato di Gesù. Alla fine del 2013, nulla». due settimane prima del mio diciottesimo compleanno, ho avuto una crisi: in quella occasione ho pregato Gesù chiedendogli di darmi un’altra opportunità». Che è arrivata: invece dell’espatrio riceve l’autorizzazione a tornare a casa e, poco dopo, il permesso di soggiorno. «Per me è stato un segno che Dio aveva ascoltato ed esaudito la mia preghiera. Così gli ho affidato la mia vita diventando cristiano». Nella zona di crisi Alla fede di Kurush segue l’azione. Partecipa a missioni lungo il confine fra la Turchia e la Siria, passando un periodo anche nella martoria- 3 ta Kobane, dove trova una situazione drammatica: «Tutte le organizzazioni umanitarie a eccezione di ACP - spiega - hanno lasciato il campo. Nessuno presta aiuto, tanto meno le organizzazioni islamiche». Kurush, che parla correntemente il farsi, il curdo, l’inglese e il tedesco, accompagna un medico svizzero durante le visite di tenda in tenda fungendo da interprete; questa esperienza lo aiuta a sviluppare una sensibilità per la cultura dei rifugiati. Ciò che gli sta particolarmente a cuore è la situazione dei bambini. «Già dal primo giorno ho visto molta miseria e sofferenza. I bambini non hanno né scuole da frequentare né una prospettiva per il futuro». Per questo motivo Kurush lavora soprattutto con i più piccoli: «Voglio offrire un futuro ai bambini, e con questo obiettivo ho messo in piedi un programma di sostegno per loro e i loro genitori». «Jihadista cristiano» Domenica 7 febbraio 2016: Kurush è ospite in una chiesa svizzera dove parla della sua fede e delle sue esperienze in Turchia e in Siria. Sa che può essere pericoloso. «In varie occasioni sono stato minacciato dagli integralisti islamici: mi hanno detto che sono un “jihadista cristiano”, un estremista». Dopo il culto, mentre sta tornando a casa, nota alcune persone alle sue spalle. «Riesco a cogliere qualche stralcio di conversazione: sono sicuramente albanesi». Kurush prosegue senza preoccuparsi, fino a quando subisce l’aggressione, inaspettata, proprio davanti al portone di casa. «Oggi mi sento a disagio quando rientro a casa, soprattutto quando passo nei posti più nascosti. Per ora mi sento più al sicuro in Siria che qui in Svizzera: lì non mi è mai successo nulla». È molto probabile che l’aggressione sia stata di matrice religiosa. La libertà di religione, caposaldo della Confederazione svizzera, rischia di venire messa in scacco da un gruppo di fanatici accecati dall’ideologia? 4 AC PREPO RT NAPOLI Napoli: un Natale a sorpresa ACP è una realtà missionaria ormai nota nel nord Europa; nel corso del 2015 è sbarcata anche in Italia per dare il suo contributo all’opera di evangelizzazione e per offrire un sostegno concreto a chi ne ha bisogno. Cris Gautschi Direttore ACP Italia Il progetto “Pacchetti di Natale” è ormai una realtà consolidata in Europa: decine di missioni evangeliche, tra cui ACP, con l’arrivo dell’autunno attivano i loro volontari per raccogliere e preparare migliaia di pacchi - quest’anno hanno superato quota 94 mila - che verranno poi distribuiti a bambini bisognosi e famiglie indigenti delle aree più svantaggiate del Continente, portando un momento di gioia a chi, nel corso dell’anno, fatica perfino a fare la spesa. uno dei responsabili della missione napoletana - abbiamo capito subito che sarebbe stata per noi una grande opportunità di evangelizzazione e di testimonianza. Prima di tutto di fede, ma anche e soprattutto d’amore». Grazie all’intervento di Cris, responsabile di ACP Italia, la macchina si è mossa e meno di tre mesi dopo arrivavano a Napoli oltre 1.500 pacchi, pronti per essere distribuiti a bambini e famiglie. «È stata - continua Giovanni - una vera e propria invasione d’amore!». Mille pacchi per mille famiglie L’edizione 2015 ha segnato una novità: all’elenco delle località interessate dal progetto si è aggiunta anche Napoli. Una collaborazione con la missione evangelica locale Christian House ha permesso di raggiungere con un pacco dono centinaia di famiglie del capoluogo partenopeo e dei comuni vicini, dando ai volontari coinvolti la possibilità di stabilire un contatto, trasmettendo l’affetto e la speranza del messaggio cristiano anche attraverso un gesto concreto. La collaborazione di Christian House con ACP, che ha permesso di portare l’operazione “Pacchetti di natale” anche a Napoli, è nata lo scorso settembre. «Appena abbiamo scoperto questa iniziativa - spiega Giovanni, Per i più poveri Per la distribuzione sono stati organizzati momenti di incontro in quartieri ad alto rischio, in altre zone intere comunità evangeliche hanno aperto le porte delle proprie chiese per ospitare bambini e famiglie disagiate, che hanno ricevuto con gioia questi doni. Inoltre, nel corso delle festività natalizie, è stata prevista anche una distribuzione mirata agli immigrati, presso una struttura di Giugliano: duecento persone hanno potuto ricevere un dono e sentirsi amate. Azione pacchetti regalo Un impegno per i bisognosi di Napoli e dintorni 5 A C PR E P O R T NAPOLI Alcune testimonianze Un semplice pacco regalo Un enorme effetto che ha aperto i cuori di molte persone e che ha trasmesso speranza Una famiglia di Mugnano (NA): «In questo periodo difficile, di grande crisi, ho attraversato momenti di grande scoraggiamento. Purtroppo non lavoro da molto tempo e per questo un mio amico che frequenta la chiesa evangelica locale ha pensato di farmi dono di un pacco per la mia famiglia e uno per i miei figli. Sono stati per me di grande benedizione. Ho visto i miei figli gioire come non mai. Finalmente vedevo nei loro occhi un po‘ di entusiasmo. Mi avete reso felice. Poi ho letto la lettera della donatrice. Ci siamo commossi, speriamo di riuscire a contattarla per ringraziarla!» Daniel Eggenberger, Svizzera: Sono stato in grado di partecipare alla distribuzione di pacchetti di Natale a Napoli. DIversi tra i destinatari di questi doni hanno seguito la chiamata di seguire Gesù Cristo. Abbiamo colto l’occasione per parlare con le persone e mi sono rallegrato di vedere tutti questi occhi luminosi e genitori felici: un’esperienza davvero edificante. Testimoniare l‘amore di Cristo A margine delle iniziative pubbliche sono stati moltissimi i contatti che i volontari locali hanno sviluppato con singole famiglie, effettuando una distribuzione più mirata. Il tutto è stato possibile grazie alla cooperazione tra enti, chiese e associazioni che hanno collaborato per la buona riuscita di questa grande operazione di amore e solidarietà che ha permesso di avere un contatto diretto con i bambini e le loro famiglie, testimoniando loro l’amore di Cristo e donando un sorriso, un abbraccio e un gesto d’affetto. «Questi doni non cambieranno di certo le loro vite - conclude Giovanni -, ma aver parlato di Cristo e aver distribuito materiale evangelistico avrà di sicuro lasciato un segno. Un segno d’amore». Le zone raggiunte I pacchi sono stati distribuiti a Napoli nei quartieri Vomero, Camaldoli, Santa Lucia, Sanità, Quartieri Spagnoli, Arenaccia, Rione Incis, Capodimonte, Poggioreale e nei comuni di Ercolano, Marano, Mugnano, Giugliano, Fusaro, Melito, Casoria, Casalnuovo, San Giovanni a Teduccio, Miano, Moschiano, Poggiomarino. Alcune centinaia di pacchi sono stati distribuiti anche nelle zone di Caserta e Pescara (Abruzzo). «Una grande operazione di solidarietà e di amore cristiano - ha dichiarato Alessandro Iovino, presidente di Christian House - che ha mobilitato tanti giovani, e non solo, portandoli dalla Svizzera fino a Napoli. Mi Una grande operazione di solidarietà e di amore cristiano che ha mobilitato tanti giovani sono commosso nel vedere questo impegno. Qualcuno mi ha detto che, nell’aprire questi pacchi, ha visto venire fuori l’amore: sì, l’amore che tanti hanno avuto nel preparare i regali. Ed ecco che questo dono è diventato qualcosa di più grande. Di più prezioso. Questa collaborazione con ACP ci onora. È nata da pochi mesi, ed è già così benedetta!». La Christian House è un centro di accoglienza per tutti coloro che vivono un forte disagio sociale e spirituale. Offrire aiuti concreti: un pasto caldo, assistenza medica di base, abbigliamento, orientamento, ma anche supporto psicologico e spirituale. In particolare la missione è impegnata nel progetto “mensa itinerante”: in sede vengono preparati pasti caldi e beni di prima necessità che poi vengono distribuiti in vari punti della città. La sede della missione è anche luogo di discussione e confronto attraverso convegni, tavole rotonde e incontri di natura culturale e spirituale. Tutti i membri dell’opera sono volontari Biscotti Si riconoscono? 6 AC PREPO RT SICILIA o t n u p n u : a i l Ita ivo o di di arrnza? parte Ogni settimana circa 3000 profughi arrivano in Italia. Molti attraversano l’Italia e proseguono il loro viaggio, ma migliaia di loro decidono di restare nel nostro Paese. Cris Gautschi Direttore ACP Italia Nel corso del 2014 sono giunti in Italia oltre 175.000 profughi, contro i 43.000 dell’anno precedente. L’Italia è di gran lunga il Paese europeo più accogliente e tollerante nei loro confronti: nel resto d’Europa, infatti, i migranti che arrivano dal Medio Oriente e dall’Africa vedono presto svanire la speranza di una vita migliore e si trovano di fronte a una dura realtà fatta di arresti ed espulsioni, attacchi di matrice razzista, maltrattamenti. Noi di ACP ci siamo chiesti seriamente che cosa possiamo fare per le migliaia di disperati che sbarcano sulle coste italiane. Per capire meglio la situazione e venire incontro alle necessità specifiche abbiamo deciso di metterci in contatto con GiM-Italia, una delle principali organizzazioni cristiane impegnate nel soccorso dei migranti. Abbiamo visitato la sede nazionale della missione a Piedimonte Etneo, in Sicilia, e siamo rimasti impressionati dalla passione e dall’impegno che il direttore del centro Enos Nolli e i suoi collaboratori dimostrano nei confronti dei rifugiati. Abbiamo così deciso di offrire a GiM il nostro sostegno, con l’obiettivo di stabilire una collaborazione a lungo termine. In quest’ottica abbiamo preso l’impegno di informare le chiese sui bisogni e le attività svolte, e nel contempo di venire incontro a questi bisogni fornendo, a cadenza mensile, il materiale necessario ai progetti in corso. Famiglia riunita Adnan ha potuto riabbracciare la moglie e i quattro figli Testimonianze Osaro (Nigeria) - Suo padre, un noto politico, a seguito del cambio di governo aveva subìto diverse minacce ed era dovuto fuggire dal Paese. Dopo aver subito la perdita della madre e di un fratello minore, Osaro e il resto della famiglia si erano rifugiati in un Paese vicino; Osaro era in seguito giunto in Libia per cercare lavoro, ma dopo lo scoppio della rivoluzione era stato fatto prigioniero dai ribelli insorti contro il regime di Gheddafi. Ferito durante un bombardamento, era stato costretto a imbarcarsi e dopo un viaggio travagliato è giunto in Italia. Durante il soggiorno nel Centro per richiedenti asilo di Mineo, Osaro ha aperto il suo cuore a Dio. Che lo ha consolato: Osaro è riuscito miracolosamente a rimettersi in contatto con la fidanzata, della quale aveva perso le tracce per sette anni, e poco dopo ha ritrovato anche suo padre, ristabilendo un contatto perduto ben nove anni prima. Dopo aver ricevuto in Italia un permesso di soggiorno umanitario ha potuto raggiungere i familiari nel Paese africano dove vivevano da anni sotto protezione; lì si è sposato con la sua fidanzata e hanno avuto un bambino. Attualmente Osaro si trova in Svezia per lavoro, ma continua a subire i disagi della sua condizione di rifugiato perché il suo permesso italiano non lo autorizza a stabilirsi stabilmente in quel Paese. Adnan e Shabir (Pakistan) - Sono fuggiti dal Belucistan (regione meridionale del Pakistan) a causa del genocidio in atto da anni contro il loro gruppo etnico, lasciando moglie e figli, mentre oltre 30 mila capifamiglia come loro scomparivano nel nulla. Di tradizione musulmana moderata, li abbiamo incontrati presso il centro di Mineo e, giorno dopo giorno, li abbiamo visti aprirsi al Signore e iniziare a leggere la Parola di Dio. Grazie a Dio entrambi, dopo una complessa procedura durata più di cinque anni, hanno potuto beneficiare del riconoscimento dello status di rifugiato da parte dell’ONU, e hanno avuto così la possibilità di ottenere il ricongiungimento familiare. Recentemente Adnan ha potuto riabbracciare la moglie e i quattro figli, e attualmente sta cercando lavoro in Germania. Odissea e fuga Osaro è stato prigioniero dei ribelli libici A C PR E P O R T SICILIA Sekani (Egitto) - Incontrato al campo di Mineo, era appena giunto in Italia per sfuggire alla persecuzione degli estremisti islamici contro i cristiani. Ci ha aiutato con costanza nella distribuzione di generi alimentari agli altri rifugiati e giorno dopo giorno abbiamo visto la sua fede crescere. Oggi parla correntemente l’italiano, è ben integrato, e dopo l’ottenimento del permesso di soggiorno ha potuto maturare un po’ di esperienza come mediatore interculturale; ama il Signore, si è affezionato a noi e collabora in modo regolare con GiM. Ora che in Egitto la situazione è più tranquilla Sekani ha potuto fare visita ai suoi familiari rimasti nel Paese e rivedere per un’ultima volta il padre. I responsabili Enos e Margherita Nolli, in alto: Salvo Bonaccorsi 7 GiM-Italia (Gioventù in Missione) è un movimento composto da cristiani provenienti da diverse realtà evangeliche; opera attraverso l’evangelizzazione, l’insegnamento biblico e il discepolato, l’aiuto sociale e umanitario occupandosi in particolare di sostegno e integrazione dei profughi, missioni all’estero, consulenza familiare, accoglienza e ritiri spirituali presso le sue strutture. Ha sedi permanenti in Lombardia, Umbria, Sardegna e Sicilia. Sin dall’inizio dell’emergenza profughi, ormai cinque anni fa, dalla nostra sede di Piedimonte ci siamo attivati per fornire assistenza a Mineo (dove sorge il Centro accoglienza richiedenti asilo più grande di Europa), a Caltanissetta, a Catania e in vari centri di accoglienza minori. Recentemente il nostro impegno si è esteso con l’apertura di un nuovo punto d’incontro a Catania. Nel primo periodo il nostro impegno si è concentrato sulla distribuzione di aiuti pratici (cibo e vestiario) per venire incontro all’emergenza; attualmente i nostri sforzi puntano soprattutto alla cura e all’ascolto dei migranti, che incontriamo regolarmente cercando di aiutarli, incoraggiarli e sostenerli. L’aiuto di ACP ci sta permettendo di lavorare con più efficacia e serenità e consideriamo questo apporto una reale risposta ai bisogni dei profughi e un esaudimento alle nostre preghiere. Il nuovo depliant “le operazioni di soccorso”: richiedilo al nostro ufficio Video www.acp-it.tv/italia Filmato Abbiamo realizzato un nuovo video sull’impegno di ACP a favore dei migranti. Prenota una proiezione nella tua chiesa! 8 AC PREPO RT INDIA Heidi Al Safau ha dato tutta se stessa per anni, ha percorso in fuoristrada sentieri in capo al mondo, «seminando» su un terreno duro e sassoso. La sua testimonianza. La fede all’ombra dell‘Himalaya Heidi Al Safau ex responsabile dei progetti ACP in India Ufficialmente sono pensionata ma continuo a seguire l’andamento dei progetti nell’India nord-orientale. Di recente, insieme a una coppia di amici, ho affrontato un nuovo viaggio, durato sei settimane. Traffico stradale “indianstyle” L’India ha progettato di collegare le sue città principali con una comoda rete autostradale. Al momento i lavori sono in pieno svolgimento, e questo significa che nel corso del nostro viaggio siamo costretti a continui cambi di corsia e a evitare l’imprevedibile traffico in senso contrario. Anche le vacche sacre ci ostacolano nel viaggio perché, evidentemente, anche loro trovano le nuove strade più confortevoli per i loro spostamenti. Come se non bastasse, alcuni abitanti del luogo hanno scoperto che le superfici asfaltate sono ideali per mettere a seccare il riso o la juta, e occupano alcuni tratti della carreggiata. I nuovi tratti di strada richiedono un continuo spostamento a zig-zag e quelli vecchi mettono a dura prova le sospensioni dell’auto, mentre passiamo da una buca all’altra. Forse, penso, sarebbe opportuno introdurre l’obbligo di indossare il casco anche nelle autovetture. Che i continui scossoni facciano staccare gli specchietti retrovisori laterali non è tanto grave, visto che in India sono comunque superflui: tutti gli automobilisti qui sembrano cambiare direzione «per fede». Questo, se non altro, ci permette di ridurre le distanze rispetto alla vettura accanto a noi, e a procedere più spediti nelle file a quattro corsie che percorrono la città. Non stupisce, in fondo, che con un tale trattamento a un certo punto siano saltate due sospensioni della macchina. Poco dopo salta anche la molla dell’acceleratore, e la mia povera automobile si trasforma improvvisa- mente in un razzo, costringendomi a tenere il piede più sotto che sopra il pedale. A un certo punto, su un tratto di strada ripido e sotto la pioggia battente, la macchina entra inaspettamente in sciopero. Soltanto la mattina seguente un meccanico ci permette di proseguire il viaggio. “Produzione propria” Nonostante tutto, dopo tre giorni arriviamo a Hangrum, dove trascorriamo momenti preziosi con gli insegnanti, gli alunni e gli abitanti del villaggio. Qui è in corso uno sviluppo positivo: i dodici insegnanti sono molto motivati a portare un po’ di civiltà attraverso l’istruzione. Uno di loro ha appena iniziato, ma non è un perfetto sconosciuto: si tratta di Heleiwang Riame ed è stato uno dei nostri primi studenti. A causa della morte del padre, dopo il liceo era stato costretto a interrompere gli studi universitari e a occuparsi della famiglia; ora lavora nella scuola come insegnante. Questo esempio di “produzione propria” mi entusiasma. Incontro anche due diciottenni che frequentano il liceo. Parlano un inglese perfetto e sono vestiti con Da allievo a insegnante Heleiwang Riame a Hangrum A C PR E P O R T INDIA Convegno di preghiera nella regione dell’Himalaya Un altro momento culminante del nostro viaggio è il convegno di preghiera nella regione dell’Himalaya con volontari venuti dall’India, partner dal Bhutan e dal Nepal e ospiti dalla dalla Thailandia, ma anche dalla Svizzera e dalla Norvegia. Durante il convegno e la riunione del comitato direttivo veniamo a sapere come Dio ha operato nel 2015. E ogni volta è un’emozione. La gita improvvisata sulle montagne ai piedi dell’Himalaya ci toglie il fiato: davanti a noi, vicinissimo, si estende l’impressionante massiccio montuoso. L’incanto si spegne lungo il viaggio di ritorno, su strade tipicamente “indianstyle”: discese così ripide che la nostra jeep sembra in procinto di rovesciarsi, costeggiate da pareti rocciose friabili e minacciosi precipizi. Il viaggio dura molte ore, in parte al buio. Il convegno di preghiera prosegue così privatamente e con toni piuttosto drammatici. cura. I due raccontano di non aver dimenticato Gesù, di frequentare una chiesa e di partecipare agli studi biblici. Sentirli mi commuove: evidentemente il seme è germogliato. In capo al mondo Dopo altri tre giorni avventurosi sulle “strade” indiane raggiungiamo Longwa, un villaggio di ex cacciatori di teste. Dopo il caloroso benvenuto da parte di insegnanti, volontari e bambini, rimaniamo sorpresi dalla comodità delle stanze nella nuova foresteria: tutte hanno il bagno con il water e una caldaia per l’acqua calda. I due giorni che trascorriamo a Longwa sono densi di colloqui, feste e riunioni di culto. Anche qui i progressi sono evidenti. I primi alunni hanno ormai completato gli studi primari, vivono in famiglie cristiane e frequentano le scuole medie superiori. Durante il ritorno a Siliguri ci capita l’occasione per un safari: cavalchiamo elefanti, osserviamo rinoceronti e altri animali esotici che in Europa non avremmo mai occasione di vedere. Arrivati a Siliguri ci godiamo i nostri letti e pietanze finalmente senza peperoncino. L’indovina nel tempio Gli ultimi giorni è prevista un’evangelizzazione in un villaggio. Alcuni abitanti si avvicinano con esitazione e posso raccontare loro il lieto messaggio di Gesù. Durante un incontro di preghiera al quale partecipano trentacinque donne, ascoltiamo con interesse il racconto di una di loro. Era destinata a morire prima ancora di nascere, ma il tentativo di aborto fallì; all’età di tre anni fu portata in un tempio e consacrata alle divinità locali e per anni rimase sola, senza conoscere né pace né gioia. Sviluppò doti divinatorie e i visitatori venivano e le portavano dei sacrifici. A otto anni ricevette una Bibbia da alcuni cristiani. Si aggrappò a quel libro e per la prima volta in vita sua provò un senso di pace. Anni dopo sentì un All’età di tre pastore predicare e per lei fu subito anni è stata evidente che doveva accettare Gesù consacrata nella sua vita. Da allora è una delle alle divinità persone più felici della terra. locali Sono riconoscente Anch’io sono felice. Sono riconoscente per il buon periodo trascorso in India. Riconoscente che tutti i nostri progetti stanno proseguendo bene e che la benedizione di Dio è visibile. Riconoscente per le numerose persone che hanno trovato Gesù. Riconoscente per i giovani che hanno completato la formazione scolastica, e in parte anche quella universitaria, e che oggi sono sposati ed esercitano una professione. All’inizio del mio impegno in India ho seminato su un terreno duro e sassoso, che con il tempo in molti luoghi si è ammorbidito: il seme ora germoglia e stanno crescendo buoni frutti. Il lavoro e il sostegno da parte di molti donatori non sono stati inutili. Chi ha pregato è stato esaudito. Continuiamo a portare avanti il lavoro insieme. 9 10 AC PREPO RT UCRAINA Il viaggio ha inizio all’aeroporto di Francoforte. Elizabeth e il suo team hanno l’aria un po‘ nervosa perché non hanno idea di che cosa li aspetti... a r r e u g a r t a n i a r c a i r L‘U e s i em Elizabeth Gersner Fundraising Un viaggio missionario in Ucraina, in pieno inverno, per portare un po’ di conforto a chi vive nelle zone più isolate: una sfida che ACP ha accolto con entusiasmo nonostante le condizioni proibitive. Insieme allo staff prendiamo l’aereo con una certa apprensione. Vento gelato e montagne di neve Che cosa significa viaggiare in una zona di crisi? Sentiremo rumore di spari? Queste e altre domande frullano nella mia mente ma la mia fiducia in Dio supera le preoccupazioni. Dopo una notte a Kiev riprendiamo il viaggio la mattina presto. Un vento gelato ci soffia contro, lottiamo contro montagne di neve e raggiungiamo stanchi e intirizziti la stazione dei treni. Passiamo un’intera giornata in treno attraversando un territorio sconfinato, poi altre ore in macchina su strade sconnesse realizzate ai tempi dell’Unione Sovietica, fino a quando raggiungiamo il centro missionario di Slavjansk. Da qui sono nate sedici nuove comunità evangeliche nell’Ucraina dell’est. Duecento collaboratori e volontari sono impegnati nell’opera: guidano la scuola biblica, i centri di recupero e le nuove comunità e offrono aiuti umanitari; rischiano quotidianamente la vita per fornire almeno lo stretto necessario alle vittime della guerra e per annunciare loro la speranza in Gesù. La paura rimane Insieme a un gruppo teatrale venuto dalla capitale, Kiev, ci mettiamo in viaggio: l’obiettivo è consegnare, nel giro di cinque giorni, viveri, beni di prima necessità e pacchi dono, e per raccontare a migliaia di persone il messaggio di Gesù. Fa un freddo polare. La presenza nella vettura dei diciotto giovani attori e di cinque enormi costumi di animali contribuiscono a far salire la temperatura. Il rimorchio è stipato di attrezzature teatrali, pacchi di viveri e più di 1400 pacchi-dono. Durante gli spostamenti attraverso le “zone calde”, mentre passiamo accanto ai carri armati e vediamo le bocche dei cannoni puntate verso di noi, ci assale la paura. «La sera dobbiamo andare via di qui perché iniziano a sparare», ci dice Ivan, responsabile del progetto ACP in Ucraina. Sa quel che dice perché visita questi posti una decina La trama della rappresentazione teatrale: un gatto furbo, una capra stanca, una mucca saggia, un maiale innamorato di se stesso e un topo vanitoso. Durante la ricerca avventurosa e inutile del regalo più grande, tutti trovano Gesù e gli aprono il cuore. Gesù Cristo è il più grande regalo di Natale che Dio ci ha dato, ed è per tutti! di volte all’anno. In più occasioni nel corso della giornata veniamo fermati dai soldati che ci chiedono i documenti. Gli avvertimenti nei punti di controllo si ripetono: «Le strade sono minate». Nonostante questo proseguiamo. Abbiamo una missione e una passione: vogliamo mostrare l’amore di Dio in modo pratico alle persone. Anche se, certo, abbiamo paura. «Abbiamo mangiato cibo per cani…» Alcuni amici hanno donato pacchi di sopravvivenza attraverso il sito di ACP, e ora noi stiamo trasportando questi pacchi lungo una strada dissestata e coperta di neve verso i villaggi più remoti dell‘Ucraina. Nell’aria fredda si sente odore di legna e di carbone, cani randagi girano fra le lamiere ondulate e i cespugli brulli. L’ambiente appare grigio e deserto. Marina Popovich abita in una piccola capanna di due stanze insieme ai suoi sei figli, di cui uno è gravemente ammalato. È evidente che questa donna sta affrontando una situazione molto difficile ma, per amore dei suoi figli, non si vuole arrendere. Il suo volto è segnato dalla continua tensione. «Per tre mesi ci siamo nascosti in cantina, noi e i nostri sei figli, di cui due neonati. Mio marito era gravemente malato. Non avevamo finestre, né corrente elettrica, né riscaldamento. Nulla. Abbiamo mangiato cibo per cani», ci racconta Marina nel suo “salotto” che allo stesso tempo funge da camera da letto, cucina e lavanderia. «Avevamo paura di uscire dalla cantina perché sentivamo sparare «La sera continuamente». Nel frattempo suo madobbiamo rito è morto perché non c’era possibilità andare via di curarlo. È riuscito a sopravvivere alla di qui perché guerra, ma non al cancro. Il mio tentativo iniziano a di immedesimarmi nella donna fallisce: sparare» il mondo da cui vengo è troppo diverso. Marina è contenta che la guerra sia solo un brutto ricordo; la miseria, invece, difficilmente verrà superata in tempi brevi. Ogni famiglia cui consegnamo un pacco di sopravvivenza con beni alimentari, articoli per l’igiene e com- A C PR E P O R T UCRAINA bustibile, ha passato momenti difficili e vive nell’indigenza più completa. Due giorni fa una famiglia di sei persone ha perso la casa a causa di un incendio. La maggior parte della gente deve cercare di sopravvivere senza lavoro e senza reddito. Tra loro c’è una donna sola, madre di dieci figli, che l’ex-marito ha tentato più volte di uccidere. Prima d’ora non mi ero mai trovata di fronte a storie simili e non riuscirei a sopportarle emotivamente se non vedessi anche la profonda riconoscenza di chi riceve i nostri doni. Quando i bambini desiderano la pace La luce negli occhi dei più piccoli è emozionante. Due volte al giorno svolgiamo un programma di intrattenimento per bambini proponendo un pezzo teatrale sul Natale. Molti di loro non hanno mai visto nulla di simile e sono felicissimi. Un bambino di una famiglia povera mi è rimasto particolarmente impresso: non ha un berretto, né calzini, né guanti, e non ha mai ricevuto un regalo. Apre il suo pacco e lancia un grido di gioia: ci ha trovato due berretti, dei calzini pesanti e dei guanti! Mentre si infila gli indumenti ci guarda radioso. Qui evidentemente Dio è all’opera. Prima della distribuzione dei regali abbiamo chiesto ai bambini quali fossero i loro desideri. Le risposte ci hanno riportato immediatamente dall’aria di festa alla dura realtà: «La pace. Una famiglia. Amici. Amore». I genitori sono riconoscenti e profondamente commossi per il nostro impegno. «Non abbiamo mai visto nulla di simile prima d’ora. Normalmente nessuno viene fin qui, in capo al mondo!», ci dice il responsabile della casa della cultura di Komyshne. Le ferite provocate dalla guerra sono visibili ovunque; la gente è affamata di speranza e di pace. Con il pezzo teatrale per i bambini e attraverso i dialoghi con le persone che abbiamo incontrato in questo viaggio abbiamo tentato di comunicare l’unico messaggio che può portare speranza e pace in quella terra martoriata: Gesù, l’unica risposta possibile ai loro bisogni. Siamo riconoscenti a Dio per la protezione, gli occhi felici e i cuori commossi. Vi siamo riconoscenti per le vostre preghiere, i regali e il continuo sostegno al nostro lavoro. 11 12 AC PREPO RT AIUTACI Cerchiamo ambasciatori, intercessori e promotori Se ti stai chiedendo: «posso fare qualcosa per aiutare i cristiani perseguitati, per soccor rere i bisognosi e far co noscere Gesù Cristo?»... la risposta è «Sì, puoi!» Diventa ambasciatore di ACP Armato di un kit promozionale - depliant, materiale informativo, filmati - puoi far conoscere ACP ai tuoi vicini di casa, ai membri della tua chiesa locale o alla tua cellula domestica. Avrai un’ampia autonomia operativa: le possibilità spaziano dal contatto a tu per tu all’allestimento di uno stand a una fiera, dalla presenza al mercato locale alla proiezione dei filmati in incontri pubblici. Dai spazio alla tua iniziativa! Andreas Rossel Media I PR Sommare o moltiplicare? In questi anni le sfide si sono fatte sempre più impegnative: catastrofi naturali, attentati terroristici, conflitti armati, il dramma dei rifugiati... sono drammi di portata planetaria, che però ci offrono opportunità mai avute in passato: migliaia di persone che sono state perseguitate e messe in fuga dai loro stessi correligionari ora si aprono al messaggio di Gesù. Le sfide, sempre più numerose, non possono più essere superate semplicemente aggiungendo ulteriori aiuti umanitari: il moltiplicarsi dei drammi richiede una moltiplicazione dei soccorsi. Forse ti chiedi: «Che cosa posso fare? Posso dare un contributo in denaro, certo. Ma devo limitarmi a questo?» Ecco allora alcuni spunti per te. Sostienici come intercessore di ACP La preghiera è il tuo punto di forza? Partecipa alla nostra azione “Preghiera esplosiva”. Ti invieremo regolarmente soggetti di preghiera legati al nostro servizio e ti terremo aggiornato sugli sviluppi. Partecipa a una missione di ACP Non vedi l’ora di uscire per metterti all’opera e dare il tuo contributo pratico con un impegno concreto? ACP ti offre la possibilità di partecipare a missioni a termine in Italia e all’estero. Getta la rete: promuovi ACP su Facebook Sei presente con frequenza sui social network? Perché non sfrutti questa tua passione per promuovere l’impegno di ACP attraverso questi canali? ACP pubblica regolarmente online notizie e brevi video. Condividere i contributi in modo mirato con i tuoi contatti e incoraggiare i tuoi amici a rivolgersi ad ACP per promuovere a loro volta il nostro lavoro sarà un servizio prezioso che ci permetterà di estendere ulteriormente l’attività della missione. Scrivici: ti forniremo volentieri informazioni per darti la possibilità di aiutarci a fare la differenza. facebook.com/acponlus Aiuta a far crescere la missione di ACP! Oggi, grazie al web e ai vari social network, puoi essere missionario anche da casa tua. Sì, proprio così! Aiutaci come promotore o promotrice facendo conoscere ai tuoi amici la nostra pagina Facebook. Su facebook.com/acponlus postiamo regolarmente aggiornamenti, soggetti di preghiera, notizie e brevi clip. Condividi i contributi nella tua bacheca e invita i tuoi contatti a cliccare Mi piace sulla nostra pagina! Entra e clicca Mi piace! Mi piace Sì, desidero aiutare ACP come: Nome Indirizzo CAP/Città Ambasciatore di ACP Tel. E-mail Intercessore di ACP Note Volontario in missioni a breve termine di ACP in Italia all’estero Promotore di ACP su Facebook Si prega di inviare le informazioni via e-mail, fax, e-mail o telefonicamente. Aut. DB/SISB/G 42586 del 23/11/2015 CAUSALE LOCALITÀ CAP VIA - PIAZZA ESEGUITO DA IMPORTO IN LETTERE INTESTATO A Video recenti di ACP su www.acp-it.org Italia - Rotta della speranza (5 min.) Iraq - Aiuto alla sopravvivenza (3 min.) Pakistan - La persecuzione continua (5 min.) Siberia - Dove l’impossibile diventa possibile (8 min.) Romania - Dare è tutto (4 min.) ene Bulgaria ACP sosti ed rie ita an um e tiv inizia una evangelistiche in inali prigione per crim si olo ric pe CODICE IBAN chiare. parole fo rti. i n azio INTESTATO A 3. ACP fa conoscere Gesù Cristo Diffondiamo il messaggio cristiano: con impegno con rispetto col cuore CAUSALE 2. ACP aiuta i bisognosi Forniamo aiuti umanitari adeguati al bisogno: con tempestività con efficienza senza burocrazia IMPORTO IN LETTERE con efficacia 1. ACP assiste i cristiani perseguitati Diamo loro una voce e aiuto pratico: con coraggio con determinazione CODICE IBAN ACP sta per Azione per i cristiani perseguitati. La spinta iniziale per la sua fondazione fu data dalla situazione dei cristiani perseguitati dietro la cortina di ferro. Investiamo nelle persone, lavoriamo in collaborazione con partner locali competenti, affidabili e lungimiranti in quattro continenti. Il lavoro di ACP ha tre punti focali. ACP: valori e obiettivi shop letteratura e dvd DVD Condannate in Iran L‘ALTO PREZZO DELLA FEDE La forte testimonianza di persecuzione di Maryam e Marzieh. Profonda ed edificante. Importante: non scrivere nella zona sottostante Durata: 40 minuti Prezzo: 10 € (escluse spese di spedizione) LIBRO Racconti - Parabole - Aneddoti DI ANDREAS MAURER I racconti e gli aneddoti raccolti in questa pubblicazione si sono rivelati utili nell’evangelizzazione, per guidare le persone verso Dio. Molti dei testi sono tratti da parabole bibliche. Prezzo: 7,90 € (escluse spese di spedizione) LIBRO Chiedimi cos’è l’islam DI ANDREAS MAURER Introduzione all’islam e guida cristiana all’interazione con la cultura musulmana. Prezzo: 17,90 € (escluse spese di spedizione) informazioni legali Avvertenze Il bollettino deve essere compilato in ogni sua parte (con inchiostro nero o blu) e non deve recare abrasioni, correzioni o cancellature. La causale è obbligatoria per i versamenti a favore delle Pubbliche Amministrazioni. Le informazioni richieste vanno riportate in modo identico in ciascuna delle parti di cui si compone il bollettino. AVC International AVC Deutschland I www.avc-de.org AVC Schweiz I www.avc-ch.org ACP Italia I www.acp-it.org ACP France I www.acp-ch.org AVC Österreich I www.avc-at.org Nehemia Christliches Hilfswerk e.V. www.nehemia.org ACP Onlus Via G. Massari 189/a I I–10148 Torino Tel. +39 011 297 58 08 [email protected] I www.acp-it.org facebook.com/acponlus Codice fiscale 11356530011 Direttore Cristoforo Gautschi Coordinate bancarie ACP Onlus Banca Prossima, 10122 Torino BIC/SWIFT BCITITMX IBAN IT61 D033 5901 6001 0000 0136 345 BancoPosta conto corrente 1027650363 ACP report Una pubblicazione di AVC International Capo redazione Angelika Hoch I [email protected] Redazione e layout Andreas Rossel I [email protected] Impaginazione Diego Favaretto I [email protected] Immagini ACP I istockphoto.com I 123rf.com Stampa Diego Favaretto I [email protected] Abbonamenti Donazioni oltre € 10 includono automaticamente l‘abbonamento alla rivista. Finanze Il lavoro di ACP è finanziato interamente da donazioni. Per questo ACP si impegna a fare un uso efficace dei fondi e a limitare all’essenziale i costi di gestione della missione. Le donazioni elargite a favore di ACP Onlus possono essere dedotte dalle tasse. Ogni anno ti verrà inviata una ricevuta fiscale che riepiloga i tuoi versamenti: conservala insieme alle ricevute e allegala alla tua dichiarazione dei redditi. Le donazioni destinate a un progetto specifico vengono utilizzate esclusivamente per lo scopo indicato o, qualora i fondi risultassero in eccesso, per progetti analoghi. ACP si impegna a un uso responsabile delle donazioni in ossequio al codice di autoregolamentazione promosso dall’Alleanza Evangelica Svizzera. A C PR E P O R T MOLDAVIA 15 Un trasloco che cambia la vita La profonda povertà che regna in Moldavia è testimoniata anche dalle abitazioni fatiscenti in cui vivono suoi abitanti. Un nuovo progetto di ACP permette loro di passare da una situazione di indigenza a una vita dignitosa. Hanspeter Lehmann Fundraising Serghey è un agricoltore e vive con la moglie Zina, la suocera, cinque figli propri e due orfani del vicinato in un locale di 20 metri quadri. I pasti vengono preparati sul fuoco del camino, che contemporaneamente riscalda la baracca. La famiglia sopravvive con ciò che produce il terreno dietro casa. La buona volontà non manca Il padre fa di tutto per offrire una vita decorosa ai figli, ma i suoi sforzi non bastano. Soldi non ce ne sono e il mercato è troppo distante per potervi vendere i loro prodotti agricoli. L’ultimo raccolto è andato perso a causa delle temperature che per molto tempo sono rimaste attorno ai 50°C. Come se non bastasse, lo Stato ha chiuso la scuola del villaggio e con essa la possibilità per i figli di Serghey di ottenere un’istruzione di base. Ogni domenica la famiglia è seduta in chiesa, che raggiunge dopo aver percorso un lungo tragitto a piedi. Victor, il pastore, in occasione di una visita a casa loro capisce subito che così non possono sopravvivere. Poche elemosine non bastano. Senza esitazioni inizia a ristrutturare uno degli edifici che sono stati acquistati di recente. diverso dall’edificio fatiscente che hanno abbandonato: nuovi pavimenti e finestre, una vera cucina, riscaldamento, mura intonacate e imbiancate. Serghey da allora mette a disposizione della chiesa locale le sue conoscenze nel campo dell’agricoltura, mentre la madre si dedica con passione a un lavoro part-time nell’istituto per portatori di handicap. Un Natale speciale Ho visitato la famiglia e ho visto il regalo più grande della mia vita: una casa ristrutturata, una famiglia radiosa e riconoscente, che scintilla come un albero di Natale. Questo esempio di miseria estrema, nonostante tanta buona volontà, riguarda numerosissime famiglie moldave. Insieme possiamo dare a molti altri la possibilità di passare da uno stato di mera sopravvivenza a una vita dignitosa. Ci sono numerosi edifici abbandonati dai proprietari che si sono trasferiti altrove. Con appena diecimila euro è possibile acquistare e ristrutturare completamente un appartamento: un investimento che può cambiare radicalmente la vita di intere famiglie. E noi, nonostante la distanza che ci separa da quelle zone, con un piccolo aiuto concreto possiamo fare parte di questo cambiamento. Un piacevole trasloco Ora Victor si dirige con il suo team verso la catapecchia della famiglia, ancora ignara delle novità, e annuncia: «Oggi è una giornata speciale! Caricate i vostri animali nel furgone, insieme agli attrezzi ancora utilizzabili, e salite anche voi. Lasciate stare tutto il resto!» La famiglia non sa che cosa l’aspetta e vuole raccogliere ancora un paio di cose. «No - li ferma Victor - lasciate qui i materassi! Anche le stoviglie! Tutto!». Tornati a Sarata Galbena la famiglia viene invitata prima di tutto a farsi una doccia – un’esperienza nuova – per liberarsi della sporcizia e dei parassiti. Poi ricevono degli indumenti nuovi, arrivati lì con un trasporto umanitario di ACP. I vecchi stracci finiscono nella spazzatura. Il momento in cui la famiglia entra nella sua nuova abitazione è indescrivibile: stanze separate per maschi e femmine, i genitori hanno una camera matrimoniale e la nonna una camera tutta per lei. Una casa dall’aspetto ben Questo progetto è nato dall‘azione pacchetti di Natale 16 AC PREPO RT CUBA Profezie mancate «Tra venti anni non ci saranno più cubani che credono in Dio»: la presuntuosa previsione dei rivoluzionari di sinistra non si è realizzata. chiare. parole fo azioni rti. Rupert Stürenberg Volontario di ACP Cuba, il “paradiso delle conquiste sociali”, ha avuto il coraggio di tener testa per decenni agli Stati Uniti. Il partito sorpassato dalle chiese L’elite di sinistra è riuscita a sopravvivere? Sì. È riuscita a esportare nel mondo l’ideale del socialismo tropicale? Molto meno. È riuscita a realizzare con coerenza il suo velleitario programma di stampo marxista-leninista? No, a eccezione dei suoi catastrofici effetti collaterali. Durante la nostra visita abbiamo conosciuto un credente cubano che ben testimonia la situazione: nato nel 1961, è cresciuto durante gli anni “gloriosi” della Rivoluzione e ha vissuto le varie fasi delle persecuzioni nei confronti dei cristiani. Ci racconta: «Oggi le Asambleas de Dios de Cuba, per nominare solo uno fra tanti movimenti cristiani presenti nel Paese, contano oltre 130 mila membri: un numero di gran lunga superiore a quello degli iscritti al Partito comunista, fermo a 80 mila unità». Un coraggio ammirevole Siamo impressionati da ciò che sta avvenendo: i cristiani resistono nonostante le autorità minaccino confische o la demolizione arbitraria degli edifici di culto. Gli evangelisti conservano il loro entusiasmo per Dio e per il loro lavoro, nonostante gli ostacoli burocratici di un regime totalitario. I Sendas, gruppi evangelistici locali, visitano con coraggio in modo sistematico i villaggi e i quartieri più poveri per aiutare i bisognosi e dimostrare amore per il prossimo in modo tangibile. Dio vince sull‘ideologia Durante un convegno abbiamo incontrato alcuni collaboratori che da diverso tempo sono sostenuti da ACP, e che svolgono il loro lavoro con fedeltà e costanza. Ci raccontano che quando il direttore di una scuola biblica della Florida consegna una Bibbia di studio a ogni partecipante, per molti è la realizzazione di un sogno. Gli stipendi cubani non permetterebbero mai di affrontare una tale spesa. Equipaggiati con la loro Bibbia e incoraggiati da oratori come Waldemar Sardaczuk e Pawel Sturz, i cristiani di Cuba si rimettono al lavoro per allontanare ogni giorno di più la “profezia” comunista e rendere sempre maggiore la distanza tra il numero dei credenti e quello degli iscritti al partito.